1 2 L’ ITALIA NON E’ MORTA, L’ ITALIA SIAMO NOI ! Credo che sia necessario anche e soprattutto per noi irredentisti fare il punto circa la grave crisi economica, politica, sociale e morale che attanaglia nella sua forma più cruda il Bel Paese perlomeno da un lustro. Si parla molto di “crisi” tant’è che questa parola è divenuta stucchevole e ritrita, un dindarolo desolatamente vuoto da agitare sul naso ad interlocutori molesti od una forma stizzosa ma colloquiale per scambiare quattro chiacchiere all’ora dell’aperitivo. Per noi irredentisti però la crisi non è l’anticiclone delle Azzorre e disdegniamo i ludi verbali che attorno al tema del momento impazzano in televisione, alla radio, sulla stampa e in rete mitigate, more italico, dalle ultimissime sul campionato di calcio o da quelle riguardanti sventole nazionali ed estere. Noi irredentisti ci rifacciamo all’etimo verace di questa parola carica di dolore e di clamore. “Krisis” in greco antico significa “scelta“. Scegliere. Prendere una decisione con risolutezza. Ardire. L’Italia di oggi, salvo luminose eccezioni, manca di tutto questo. All’università un docente tempo fa chiese ad una mia collega d’origine straniera ma con cittadinanza italiana se si sentisse fiera d’essere italiana rispondendosi da solo e ghignando che non c’era nulla di cui andar fieri ( mentre inspiegabilmente bisogna sempre andar fieri, sempre e comunque graniticamente fieri del proprio ateneo sennò si è mitragliati da starnazzanti improperi e “se ne vada se non ci sta bene“…). Un altro asserì che l’Alto Adige era tedesco perché prima del ‘18 si chiamava Tirolo Imperiale ed era parte dell’Impero Austroungarico. Feci notare che l’Alto Adige venne germanizzato solo a partire dall’anno 1000, che al tempo degli Ottoni coloni germanici varcarono le Alpi per insediarsi nella regione, che agli albori della storia era abitato da popolazioni retiche, forse di stirpe italica o forse autoctone non indoeuropee ma comunque in stretto contatto con i popoli italici e che dall’arrivo dei Romani l’Alto Adige fu sempre legato all’Italia sino all’anno 1000 almeno. Citai la presenza dei ladini, altoatesini indigeni parlanti una lingua romanza accanto all’italiano, i veri abitanti di quella terra insomma. Me la cavai con uno “Stia al suo posto!“. E meno male che dovrebbero fare di noi dei cittadini migliori. Disfattismo. Aleggia e impera come la nebbia su Londra nei mesi invernali. Sfiducia. Cappa plumbea che grava sui nostri cuori come la mestizia che le anime più sensibili avvertono verso Ognissanti. Sfiducia in sé stessi, sfiducia negli altri, sfiducia nella famiglia, sfiducia nell’idea politica, sfiducia nella religione, sfiducia nella Patria. Nemmeno l’amore (quello che può esserci tra un ragazzo ed una ragazza) tira più, si mette in discussione la sua esistenza in favore di uno scialbo “divertirsi” ed i romantici stessi, di fronte a ciò, si definiscono “ultimi” quasi fossero, dal punto di vista 3 sentimentale, i Trecento di Leonida, i Cavalieri di Guillet o gli irriducibili del Tenno. Divago? No perché la crisi è data dalla nostra crisi ideale e sentimentale: niente gettare il cuore al di là dell’ ostacolo, niente resistere ad ogni costo ci viene dai pulpiti ufficiali. Nessun messaggio a parte le frasi di circostanza, lasciano intendere un “ormai“ ed un “si salvi chi può”. Difficile salvarsi dal nichilismo materialista d’oggi se non facendo parte di quel pugno di tiratori franchi ideali che in certi valori, et adversis ventis, malgrado tutto credono. Tra quei “folli” ci siamo anche noi del Movimento Irredentista Italiano. Ancora una volta diciamo che il mondo così com’è non ci piace come dicevano i rivoluzionari d’ogni tempo, ancora una volta diciamo che l’Italia così com’è non ci piace come dicevano quelli della Voce di Prezzolini. Non ci piace perché non riusciamo a concepirla Italietta. Gli italiani debbono riappropriarsi interamente e pienamente della loro sovranità nazionale. Ernesto Guevara, il “Che“ che difese la propria Patria e le patrie latinoamericane dall’orda capitalista (con buona pace di tanti fricchettoni radical chic che l’hanno scaraventato in un crogiuolo buonista, postinternazionalista e, mi si passi il termine, “cannabista”), diceva che la Rivoluzione deve avvenire innanzitutto dentro di noi. La “Reconquista” della Patria, la “Reconquista” della sovranità nazionale deve necessariamente avvenire (ed in minima parte sta già avvenendo per moto spontaneo di reazione/rivoluzione) attraverso uno sforzo individuale e collettivo volto a sconfiggere la sfiducia che è il più grande nemico attuale del popolo italiano. Quid plura? La questione si pone sul piano dei valori e non in meri termini economici. Dobbiamo, in ogni nostra azione, in ogni nostro pensiero (anche quello più frivolo) ogni santo giorno tener a mente ciò che possiamo fare per migliorare questa nostra cara Italia. Cioè cosa possiamo fare per migliorare e migliorarci, ognuno in base alle proprie possibilità, al proprio talento, alle proprie capacità. Dobbiamo superare il nostro utile particolare in favore di quello collettivo, l’individuo deve sentirsi legato non solo a sé stesso ma anche al suo popolo, ragionare non solo in termini personali, locali o – all’ opposto – globali ma nazionali. I nostri avi Romani non avevano forse a cuore la salute pubblica e la grandezza di Roma? È difficile compiere questo sforzo, tante sono le difficoltà, i dubbi, le paure, le contraddizioni ma dobbiamo trovare il coraggio di farlo. Tutto e tutti per l’Italia dunque! Le recenti elezioni europee hanno mostrato che il 40% degli italiani non si riconosce né nell’ Unione come è oggi concepita né nella classe politica nostrana che ci governa da vent’anni. Recupero della sovranità nazionale: questa è la volontà di non pochi, ora sottesa, ora palese, che si discosta categoricamente dallo status quo politico–istituzionale nazionale e dal presente assetto economico, diplomatico, sociale. Il Movimento Irredentista Italiano con le sue attività è in prima linea in tal senso e nella formazione, oltre che di una coscienza irredentista presso il popolo 4 italiano, di una nuova classe dirigente in grado di amministrare degnamente lo Stato e rivoluzionarlo in quanto migliore della precedente. L’uomo e non il soldo deve essere tutelato e valorizzato: cuori e cervelli valgono più dell’oro e dei diamanti. Diceva Italo Balbo (e non badi il lettore al colore della sua casacca politica: per noi il giudizio storico su un personaggio si misura unicamente in base a quanto fatto per la Patria ed i connazionali): “Perchè mentire? Così è il mio animo: io amo la vita per la natura, per il bello, per il sole che irradia, per l'amore che soggioga, per il dovere che innalza, per l'Idea che ci rende uomini e che fa diventare le nostre anime sublimi“. Noi, nell’ era del grigio materialismo individualista, la pensiamo esattamente come lui. 5 IN QUESTA 28^ USCITA NEL BEL PAESE A DIFESA DI TRIESTE ITALIANA 7 IL PASTICCIO AMERICANO 17 RENZI E IL LAGO DI TIBERIADE 28 CULTURA IL PROGETTO “BIBLIOTECA IRREDENTISTA” 12 RECENSIONE DE “LE MICIDIALI BOMBE A FARFALLA SULL’ITALIA” 14 STORIA LA SERPE IN SENO: LA LEGIONE CROATA (II PARTE) 23 SCATTI IRREDENTISTI CONTRO I TRADITORI 21 LA SECONDA REDENZIONE DI TRIESTE 22 STOCCATA FINALE L’ARDITO SI DIVERTE 31 6 A difesa di Trieste Italiana di Emanuele Piloni proveniente dalle file del partito di rifondazione Non è di certo storia nuova che nel 2014 ci siano comunista. Le parole da lui pronunciate e comparse ancora vaste aree dell’opinione pubblica italiana, se su “Il Piccolo” dello scorso 16 ottobre, quindi, non tale si può definire, che hanno il coraggio di sorprendono di certo coloro che ben conoscono il affermare che Trieste venne liberata il 1 maggio personaggio in questione, già noto in passato per 1945, il giorno in cui le avanguardie delle bande esternazioni simili. È bene dunque fare una breve partigiane comuniste jugoslave entrarono in città. analisi per sbugiardare quanto da lui affermato nell’intervista e rendere noto a tutti chi è il personaggio in questione che, ricordiamo, ricopre una carica istituzionale italiana. 1 – Nell’intervista Furlanic parla della sua volontà di introdurre la possibilità per i consiglieri di intervenire in consiglio in lingua slovena, con la traduzione simultanea. Lo definisce “costo della democrazia” che va sostenuto, come già fatto in quel di Gorizia. In realtà si tratta solo dell’ennesimo affondo sul tema del bilinguismo, sempreverde cavallo di battaglia della minoranza slovena per continuare a battere sul tasto della “slovenità” triestina, al fine di permettere una sempre maggiore avanzata della stessa che, ricordiamo, gli sloveni volevano far trionfare sull’italianità della città già dalla prima metà del 1800. E ancora, solo per citare uno dei casi più rinomati, il 7 gennaio 1911, sul loro giornale Edinost, gli viene direttamente dal Presidente pubblicarono il programma per la soluzione finale del problema degli italiani di Trieste: Stavolta però l’affermazione, peraltro reiterata nel tempo, sloveni "Non abbandoneremo la nostra lotta fino a del quando non avremo sotto i piedi, ridotta in Consiglio Comunale di Trieste, tale Iztok Furlanic, polvere, l’italianità di Trieste. Fin ora la nostra primo sloveno nella storia a ricoprire questa carica, lotta era per l’uguaglianza, domani diremo agli 7 italiani che la nostra lotta è per il dominio. Non (che, come si vede in foto, ha avuto pieno appoggio cesseremo finché non comanderemo noi. dai partiti di rifondazione comunista e dei comunisti L’italianità di Trieste, che si trova agli sgoccioli, italiani) non è importante, dato che per il presidente festeggia la sua ultima orgia prima della morte. Noi del consiglio comunale la data della liberazione della sloveni inviteremo domani questi votati alla morte a città è una sola, il 1 maggio 1945, quando mentre recitare il confiteor”. ancora si combatteva con i tedeschi ben asserragliati Eloquente il passaggio (attualissimo) sul in alcuni punti strategici della città, i partigiani cambiamento di rotta politica da “uguaglianza” (più iniziarono immediatamente volte citata da Furlanic) a “dominio”. A più di 100 deportazioni anni di distanza, il programma e l’obiettivo finale comunità italiana. Per essere ancora più precisi, i degli sloveni non sono di certo mutati a quanto pare. tedeschi si arresero non ai partigiani slavi ma ai degli elementi gli arresti più in vista e le della neozelandesi del generale Freyberg, che giunsero in 2 – Furlanic si è sempre espresso contro città il giorno dopo, il 2 maggio, mentre il Corpo l’apposizione di targhe e le celebrazioni per ricordare Volontari un evento per lui inesistente, ossia l’anniversario del l’insurrezione generale ed occupato i principali edifici 12 giugno 1945, data nella quale i partigiani pubblici della città tra il 29 ed il 30 aprile, innalzando jugoslavi dovettero arretrare ad oriente della linea su di essi il tricolore. La verità storica è quindi ben Morgan Gorizia, diversa da quella della vulgata partigiana slovena, Trieste e Pola in Istria, facenti parte della Zona A del dato che come detto Trieste non venne di certo Governo di liberata dai comunisti jugoslavi, i quali non ottennero occupazione rimase il terrore per quanto compiuto la resa dei tedeschi ed arrivarono quando quasi tutti dai comunisti jugoslavi: arresti, torture, deportazioni, i quartieri e gli edifici pubblici erano già stati occupati infoibamenti. Tutto questo ovviamente per Furlanic dal CLN triestino. Quella dei partigiani slavi fu una rinunciando Militare all’occupazione Alleato. Dei 40 di giorni 8 della Libertà aveva già proclamato vera e propria occupazione straniera, segnata da Vittorio Veneto; il 12 Giugno 1945 quando gli crimini, ed jugoslavi, in seguito agli accordi di Belgrado, infoibamenti con il solo fine di decapitare i vertici dovettero abbandonare la città, cosa che pose fine della comunità italiana ed annettere Trieste alla alle persecuzioni dei 40 giorni di terrore; il 26 nascente Jugoslavia comunista. Non a caso già il 3 Ottobre 1954, quando la città, con la firma del Maggio, il Comando d’Occupazione jugoslavo di Memorandum di Londra, vide terminare il governo Trieste annunciava con il suo primo proclama militare alleato e passo sotto l’amministrazione l’annessione della città alla Jugoslavia, mentre i italiana, diventata poi sovranità definitiva con la rapporti tra i comandi angloamericani e jugoslavi firma del Trattato di Osimo del 1975. Il resto sono avevano raggiunto livelli di tensione inauditi in invenzioni propagandistiche che, a quanto pare, merito alla gestione del territorio. I comunisti vanno ancora molto di moda alla facoltà di storia jugoslavi decretarono inoltre la legge marziale, il contemporanea dell’Università di Lubiana, dove molti coprifuoco di 19 ore, l’abolizione della legislazione sedicenti storici sloveni pare abbiano svolto i propri italiana e lo spostamento dell’ora legale su quella di “studi”, Furlanic in primis. Come si legge in foto, Belgrado per uniformare la città “al resto della Furlanic è pronto a saltare la ricorrenza del 60° Jugoslavia”. Si può definire tale operazione come anniversario una “liberazione” della città? Il 12 Giugno è quindi l’amministrazione italiana. Non ne sentiremo certo la molto più di una ricorrenza inesistente, come mancanza, sostiene Furlanic, ma l’anniversario della fine del dell’inadeguatezza terrore, delle persecuzioni, dei massacri compiuti da incarichi istituzionali in Italia, in particolar modo a un esercito straniero in una città italiana. Le date che Trieste. deportazioni e migliaia di omicidi del ritorno ma è del di Trieste sotto un’ulteriore personaggio a prova ricoprire segnano le liberazioni di Trieste sono tre: il 3 Novembre 1918, quando i Bersaglieri sbarcarono 3 – In merito all’introduzione del bilinguismo, e dall’Audace prendendo possesso della città in nome stuzzicato dal giornalista, Furlanic afferma di pensare del Re d’Italia al termine della vittoriosa Battaglia di al cosiddetto “modello Capodistria”: “A Capodistria tutti capiscono entrambe le lingue. La gente non ha idea di quello che succede oltreconfine. I diritti della minoranza italiana sono tutelati in modo molto ampio e dettagliato non da 20 ma da 60 anni. A me basterebbe che la tutela della minoranza slovena in Italia fosse uguale a quella della minoranza italiana in Slovenia e Croazia. Ben venga l’equiparazione. Ne guadagneremmo come sloveni”. Ancora una volta Furlanic dimentica alcuni passaggi fondamentali. A Capodistria, con l’arrivo dei partigiani comunisti nel settembre 1943 e nel maggio 9 1945, vennero arrestate, deportate ed infoibate furono, si trattò nella stragrande maggioranza dei centinaia di persone. Con il successivo esodo 14.000 casi di molto fumo e poco arrosto, perlopiù realizzate abitanti su un totale di 15.000 presero la via dai medesimi slavi aderenti al regime fascista. Pochi dell’Italia. Un autentico sconvolgimento che lasciò sanno infatti che venne formato un partito fascista profondi vuoti in ogni campo, dall’amministrazione degli sloveni della Venezia Giulia nel 1923 (Vladna all’artigianato, dalle attività portuali all’agricoltura e Stranka, partito governativo), confluito poi nel 1925 che il regime jugoslavo tentò di colmare, così come all’interno del PNF. Al contrario, l’esodo fu il destino in tutta l’Istria, inviando slavi ed elementi di altre che i comunisti jugoslavi riservarono alla popolazione nazionalità dall’interno della nazione. La città che il italiana dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia (qui già Ministero del turismo sloveno ha il coraggio di al termine della Grande Guerra, esclusa Zara), presentare oggi come “la più antica città della indotta ad andarsene con il terrore, massacri e Slovenia”, dovrebbe quindi essere presa come persecuzioni. esempio dato che ai pochi italiani che rimasero in Chiudiamo con alcune citazioni del signor Furlanic e città dopo la guerra furono riconosciuti alcuni diritti qualche stralcio di giornale, dai quali appare chiaro come “minoranza”, quando tale non erano e non come erano fare incompatibile con qualsiasi incarico istituzionale un’equiparazione, come dice Furlanic, potremmo italiano. Ricordiamo anche che, in seguito a questa inviare l’esercito italiano sul Carso e fino alle Alpi ennesima provocazione, da più parti sono state Giulie, espellere la quasi totalità degli sloveni, chieste le dimissioni. mai stata. Se proprio volessimo quest’ultimo sia una persona del tutto ripopolare le città con persone provenienti dal resto d’Italia, inviare funzionari ed amministratori dai luoghi più remoti della penisola MA riconoscendo alle piccola minoranza slovena rimasta ad Idria o Postumia il bilinguismo nella toponomastica e la possibilità di imparare lo sloveno nelle scuole. Sicuramente Furlanic non avrebbe niente da ridire riguardo questa equiparazione ed applicazione del “modello Capodistria” anche all’altopiano carsico. Ci auguriamo di non dover più rivedere tale Mettendo momentaneamente da parte l’ironia, è elemento nel Consiglio comunale di Trieste. bene evidenziare come in tutta la Venezia Giulia, tra il 1918 ed il 1943, nonostante alcune migliaia di “La Giornata del Ricordo è diventata giornata della profughi nei periodi immediatamente successivi alla propaganda fascista che di storico non ha nulla”. fine Iztok Furlanic, 19 febbraio 2010 della Grande Guerra (perlopiù funzionari pubblici, militari di stanza con famiglie al seguito), non ci fu un esodo di massa di sloveni e croati verso Gennaio 2009: Iztok Furlanic aderisce al gruppo su il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, e se vessazioni vi Facebook “Trst je nas”. 10 “...provengo da una famiglia slovena, con alcuni Dal profilo Facebook di Iztok Furlanic: parenti che hanno fatto parte dei corpi partigiani che Orientamento religioso: Atheist il Orientamento politico: Komunist – Comunista primo maggio sono entrati a Trieste per LIBERARLA dai nazifascisti. Come sloveno io non Email: tito_sfrj@*****.com (la sigla SFRJ, che posso non considerare il 1° maggio 1945 come compare nell’indirizzo email del signor Furlanic e liberazione di Trieste”. sulla maglietta da lui indossata in foto, è l’acronimo Iztok Furlanic su Facebook, anno 2009 della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, denominazione ufficiale della Jugoslavia comunista “(Trst je nas) Era il motto del IX Corpus e, date le tra il 1945 ed il 1992). mie posizioni, non nascondo che quella è l’unica data della Liberazione. Non sarà una posizione maggioritaria, ma chiedo di rispettarla in virtù delle sofferenze patite dalla minoranza slovena in queste terre”. Iztok Furlanic su Il Piccolo, 7 gennaio 2009 “«Chiedo al Consiglio comunale di commemorare il maresciallo Tito a trent'anni dalla morte» ha scrittoIztok Furlanic, segretario provinciale di Rifondazione comunista. La proposta è stata cassata in maniera bipartisan. Categorico il no del centro destra, che ha parlato di «vergognosa e inquietante nostalgia».” Il Giornale, 8 maggio 2010 “...a suscitare critiche feroci era stato il look poco "consigliare" sfoggiato per l'occasione dall'esponente di Rifondazione Iztok Furlanic: cappellone da cowboy e arma giocattolo inserita nel cinturone bene in vista attorno alla vita.” Il Piccolo, 20 aprile 2010 11 Il lavoro del Movimento: il Progetto “Biblioteca Irredentista” Abbiamo sempre affermato come la cultura debba Il Movimento Irredentista Italiano annuncia con essere accessibile a tutti ed attraverso tutti i canali orgoglio la pubblicazione di un progetto di ampio possibili. Coerentemente, la Biblioteca Irredentista è respiro, a corredo del proprio lavoro di ricerca svolto quindi in questi anni e segnato dalla volontà di contribuire http://bibliotecairredentista.wordpress.com/, in maniera sempre più incisiva alla difesa e con una struttura semplice e con modalità di ricerca divulgazione della storia patria. dei testi facilmente utilizzabile da chiunque. Il progetto, denominato “Biblioteca Irredentista”, Parallelamente il Movimento ha ritenuto necessaria nasce al fine di raccogliere, tutelare e diffondere una l’apertura di una seconda sezione del progetto, serie di testi indispensabili per la formazione l’Archivio Irredentista “Patria Italia”, che affianca ed culturale e storica collettiva. I risultati dell’attività di implementa quella inerente la letteratura patriottica. fruibile al seguente indirizzo Questa seconda struttura (visionabile all’indirizzo http://archivioirredentista.wordpress.com/) si è resa necessaria per fornire ai patrioti un archivio specifico contenente la grande mole di materiale fotografico e documentale inerente la storia patria, con particolare riguardo alle vicende delle terre irredente, che la sezione di Ricerca Storica del Movimento ha accumulato nel lavoro degli anni passati. Anche l’Archivio, come la Biblioteca, è completamente gratuito ed aperto all’invio di contributi di alto valore storico e formativo da parte di tutti i patrioti (i contributi possono essere inviati all’indirizzo di posta elettronica recupero della letteratura patriottica ed irredentista, [email protected] ed il loro che inserimento sarà valutato dalla sezione di Ricerca il Movimento persegue dalla fondazione, vengono quindi posti a disposizione dell’intera Storica del Movimento). comunità nazionale, con la possibilità di usufruire a Ci auguriamo che il nostro meticoloso lavoro di titolo completamente gratuito dell’intera raccolta. ricerca possa essere una bussola fondamentale per 12 tutti i patrioti, una risorsa per l’indispensabile formazione culturale e storica della comunità nazionale, un faro che indichi la via della rinascita nazionale, consci di ciò che siamo stati e di ciò che dobbiamo tornare ad essere. Il Consiglio Direttivo del Movimento Irredentista Italiano Ricapitoliamo in breve: Per visualizzare la “Biblioteca cliccare al seguente indirizzo Irredentista” http://bibliotecairredentista.wordpress.com/ L’indirizzo Italia”: dell’Archivio Irredentista “Patria http://archivioirredentista.wordpress.com/ Buona lettura. 13 Recensione de “Le micidiali bombe a farfalla sull’Italia” di Sebastiano Parisi (autore) “Le micidiali bombe a farfalla sull'Italia. Un oscuro somiglianza a una farfalla, con un po' di fantasia, è capitolo della seconda guerra mondiale”, Sebastiano evidente. Parisi, Macchione Pietro Editore, ottobre 2014, p. Gli artificieri che giungono sul posto notano che 338, euro 25, ISBN 978-88-6570-227-7 l'area è resa satura da centinaia di questi ordigni, i quali devono essere fatti brillare uno ad uno, dato che il loro funzionamento è simile a quello delle mine anti-uomo. Quello che accadde in quella notte di febbraio non fu che uno dei primi episodi di un nuovo tipo di bombardamento che tutto il Nord-est d'Italia sperimentò a partire dagli ultimi giorni di gennaio e il cui termine arrivò solo con la fine delle operazioni belliche in Italia ad aprile. I velivoli Night Intruder americani, ribattezzati dai civili col nomignolo "Pippo", tempestarono ogni notte i vari obiettivi assegnati con le micidiali farfalle, le quali erano portate all'interno di contenitori che, dopo pochi secondi dallo sgancio si aprivano, liberandole; a quel punto il grappolo scendeva inesorabilmente verso il suolo e gran parte dei piccoli ordigni rimanevano inesplosi, grazie all'apposita Italia Settentrionale, febbraio del 1945: alcuni campi spoletta anti-disturbo, che ritardava la detonazione agricoli attorno alla strada provinciale di un piccolo fino al momento in cui sarebbero stati soggetti a centro dell'Emilia sono infestati da strane bombe al movimento, grappolo di piccola mole: sono ordigni curiosi, inediti, in un'appendice quanto l'esplosivo metallica al cui è assicurato limite vi è proprio come delle mine. Il prezzo di questo esteso fenomeno, che vide alcune ad centinaia di migliaia di bombe a farfalla seminate in un pochi mesi, fu pagato ovviamente in massima parte particolare dispositivo con delle alette, la cui 14 dai civili, soprattutto contadini e bambini. insonni, i mal di testa; c'è riscatto e orgoglio, ci sono io, le persone a me care, oltreché i volti e gli Quella che ho deciso di raccontare è una storia che insegnamenti non ha trovato spazio alcuno in questi 70 anni, dove incontrato durante questo cammino. Ma c'è ancora un inspiegabile silenzio ha reso inoltre possibile che altro, molto altro. C'è il mio puro amore per la Storia, sui volumi rivolti alla tematica si potesse sorvolare la vissuta con passione, ma affrontata con la giusta questione, in dose di scetticismo e razionalità, nell'inseguimento considerazione l'idea di indagare, di cercare le carte, della Verità, nella consapevolezza che Lei è come posticipando agevolmente i primi usi della bomba a una senza neanche prendere donna della splendida bellissima, gente perfetta, che ho irraggiungibile. farfalla americana a partire dalla guerra di Corea. Questo mentre in Italia tanti uomini e donne, Chi segue le nostre vicende e legge La Voce testimoni invece di questa tragedia, che ha visto Irredentista spesso lutti e mutilazioni tra i propri parenti e amici, particolare, specie circa gli eventi della Seconda non suscitavano evidentemente l'interesse che gli Guerra Mondiale e di stampo militare e magari non si spettava, dato che a livello editoriale i pochissimi sorprenderà troppo di scoprire la strada lungo la stralci di episodi inerenti sul tema, si trovavano solo quale mi sono avviato; per me è stato tutto naturale, su qualche racconto di storia locale, in mezzo a mille come se l'avessi sempre fatto, ho vissuto tutto e lo altri eventi cronologici estranei, rendendo evidente vivo tutt'ora come una missione: dovevo raccontare come mancasse anche l'interesse a studiare il questa storia, non poteva rimanere nell'oblio, non fenomeno generale. più. E così, anche dopo 70 anni, questa pagina è In una lunga ricerca che ha visto l'uso di inediti saltata fuori, è stata scritta, confermando una volta documenti provenienti da archivi americani e italiani, di più che prima o poi, anche nei tempi più oltreché testimonianze civili e militari anche di parte insospettabili, il corso degli eventi passati si rivela e statunitense e cenni bibliografici, ricostruisco l'intera trova i suoi strumenti per ristabilire quello che è vicenda a 360°, non lasciando da parte nessun stato. in un contesto avrà notato questo mio interesse aspetto che al lettore potrebbe sfuggire, rispondendo alle questioni sempre con obiettività e con documenti Il libro, dopo una dettagliata descrizione tecnica alla mano. Sono non a caso i fatti e le carte a fare da della bomba e delle sue modalità d'uso, avvalendosi solida base al volume, consacrando uno sforzo di una solida base documentale, si compone di una elevato che ha visto la mia volontà di fissare un lunga e approfondita cronologia dei bombardamenti, massiccio paletto a delimitare il limite raggiunto nel dove le operazioni americane sono raccontate notte terreno strappato all'oblio circa questa tematica, un per notte, in ogni singola sortita svolta dagli paletto ideale dietro cui mai più si potrà tornare. apparecchi; "Le micidiali bombe a farfalla sull'Italia" è per me testimonianze tante cose insieme: in questo lavoro c'è un mio dando a chi legge una prospettiva ampia del sogno personale, ci sono i sacrifici, il sudore, le notti rapporto di causa-effetto. 15 il tutto è documentali arricchito dalla da parte varie italiana, Ovviamente questo esteso fenomeno comportò una lunga opera di bonifica dei terreni interessati svolta durante e dopo il conflitto, che non poteva mancare dalla trattazione, svelando inoltre episodi inediti che comportano una naturale domanda: siamo certi che questo capitolo sia del tutto chiuso? La risposta il lettore la troverà nel volume, con la consapevolezza e il bagaglio di conoscenze circa questa storia che in esso può trarre. (Le micidiali bombe a farfalla sull'Italia. Un oscuro capitolo della seconda guerra mondiale, Sebastiano Parisi, Macchione Pietro Editore, ottobre 2014, p. 338, euro 25, ISBN 978-88-6570-227-7). 16 Il pasticcio americano di Maria Cipriano giornalista L’armistizio dell’8 settembre, di cui è ricorso il triste né fotografo presente. Fu infatti tassativamente proibito a chiunque di riprendere la anniversario circa un mese fa, e intorno a cui sono "mesta cerimonia" della resa dell’Italia. stati versati fiumi d’inchiostro, personalmente non mi Perché mai? ha mai convinto. Tantomeno mi ha convinto il suo L’aspetto più buffo –si fa per dire- di tutta la vicenda preliminare del 3 settembre. Inoltre, anche la firma della sconfitta dell’Italia nella seconda guerra mondiale, sta proprio nel fatto che della resa del "ventre molle" d’Europa se ne parlò e se ne gridò in lungo e in largo, per monti e per vallate, ma non si vide mai nessuno che la firmava. Tantomeno i fascisti, i quali brillarono per assenza non solo durante le febbrili trattative fra tedeschi e americani in Svizzera, ma vieppiù il 29 aprile ’45 nella Reggia di Caserta, dove i tedeschi, con facce da funerale, firmarono davanti agli anglo-americani la definitiva cessazione delle ostilità in Italia anche per gli inspiegabilmente assenti in camicia nera. Detto in soldoni: dove sono i firmatari italiani delle due rese incondizionate, quella del Regno d’Italia nel ’43 e quella della Repubblica Sociale Italiana nel ‘45? Perché non compaiono? Perchè nessuno li fotografa, nessuno li riprende con una cinepresa, nessuno li immortala per la gioia perpetua dei vincitori e dei conclusiva del cosiddetto armistizio lungo, il 29 cinegiornali d’oltreoceano? Mistero. settembre, a bordo della corazzata Nelson a Malta, In conclusione, stando alle fotografie, la resa da parte di Badoglio, suscita varie perplessità, se incondizionata dell’Italia risulterebbe firmata soltanto non altro perché non vi è nessuna fotografia di rito da un intimidito e teso generale Castellano (il quale che ritrae lo storico evento nell’atto in cui si svolge. probabilmente era un membro del SIM, e dunque Gli anglo-americani avevano dimenticato le macchine difficilmente avrebbe potuto firmare una cosa del fotografiche e le cineprese a casa? Pare di sì. In genere), che il 3 settembre, in gran segreto, nei sostanza, non vi era nessun cineoperatore né pressi di Siracusa, avrebbe siglato, lui per tutti, la 17 spiritosa trovata dell’armistizio corto, antefatto di Roma all’alba del 9 settembre? Indro Montanelli e quello lungo. L’unica fotografia che si possiede, molti altri a seguire dissero che era per la paura dei infatti, è la sua. Strano: proprio di una firma che tedeschi. E se il Re aveva paura dei tedeschi (ma era doveva rimaner segreta furono scattate le fotografie, notorio che il Re Vittorio non aveva paura di mentre delle altre che dovevano esser pubbliche, nessuno), suo genero il Conte Calvi di Bergolo che il non vi è traccia. Re incaricò di rimanere a Roma, invece non ne Confesso che già molti anni fa mi urtavano le aveva? Chiaro che il Re temeva per la sua personale continue ripetizioni di una versione trita e ritrita dei incolumità e quella dei suoi fedeli. Egli aveva il fatti la quale, nella sua claudicanza, s’aggiunge a dovere di salvarsi e di salvare lo Stato e la Corona. tutte le altre questioni controverse e irrisolte del Ma da chi e da cosa? Chi veramente lo minacciava? Ventennio fascista, che la storiografia si è ben E chi, tra coloro che lo circondavano in quello stesso guardata dal risolvere. La filastrocca dell’8 settembre tragitto da Roma a Pescara, erano ancora i suoi ormai la si conosce a memoria, ma gli storici e gli fedeli e la pensavano come lui? analisti, invece di approfondire, si sono sbracciati Lasciando per il momento in sospeso la spinosa lancia in resta a sottolineare che tutta la vicenda questione, preciso che il riferimento all’8 settembre - andava gestita non già come fu gestita, all’italiana, quale che sia la verità-, mi dà solo lo spunto per ma in ben altro modo sia verso gli anglo-americani allargare il discorso a quella fenomenologia generale, come verso i tedeschi, organizzando come si deve la a tutt’oggi imperversante, che è la ridente furberia difesa di Roma, fronteggiando con le armi i teutonici americana che si cela dietro la facciata compunta dei infuriati per il tradimento, favorendo l’avio-sbarco protocolli e della difesa di una libertà e di una dell’ex nemico diventato amico, dichiarando subito democrazia che si sono dimostrate molto più guerra a Berlino, come se fosse assodato che tutti teoriche che reali. Ebbene, la furbizia non è detto avessero sposato e dovessero sposare la causa s’accompagni all’intelligenza. Anzi, quasi sempre il antifascista prona e genuflessa agli anglo-americani, furbo crede di poterne fare a meno. E però, dovendo la quale prevedeva non solo la completa resa ai misurarsi con chi non ha né l’una né l’altra, può medesimi, bensì anche il rovesciamento del fronte. essere più che bastante. A nessuno è mai saltato in mente che il Re (e Mi spiego meglio. qualche altro assieme a lui) non aveva nessuna Senza l’intelligenza, la furbizia prima o poi finisce per intenzione di capitolare, e tantomeno di servire gli combinare disastri e ritorcersi contro la volpe che angloamericani, apparecchiando ad essi la strada l’ha praticata. A meno che non si abbia a che fare verso Roma? A nessuno è mai passato per la testa con dei babbei. Lungi da me il dire che gli italiani di che Sua Maestà intendesse firmare una pace equa e ieri e di oggi –o gli europei in generale- lo siano. onorevole e non certo una resa incondizionata? Fatto sta che la "furberia" americana è ormai Qualcuno è riuscito a spiegare perché mai il Sovrano, diventata un’industria tentacolare su vasta scala, con dopo una notte agitata trascorsa asserragliato dentro tanto di marketing, addetti alle public relations, il superprotetto Ministero della Guerra, sia fuggito da manager, opinion makers, finanziatori, supporters, e 18 perfino ong (organizzazioni non governative). Essa superpotenza che non sa fare il suo mestiere, se ha ormai prevaricato l’industria cinematografica. disgiunta dall’intelligenza, è destinata a ritorcersi E che cosa produce questa grandiosa industria? contro chi l’ha messa in atto. Produce tutto ciò che serve a far abboccare all’amo Eclatanti disastri, non a caso, stanno davanti ai dei suoi interessi, dei suoi utili e delle sue mire in nostri occhi: uno l’abbiamo alle porte di casa e si costante chiama Libia, dove la "Tripoli bel suol d’amore" s’è lievitazione: espansionistiche, militari, economiche, politiche, ideologiche. tramutata in un cimitero. Ma dovunque ti giri è un Gli Italiani, esausti della guerra, ci cascarono nel disastro: forse che la rottura dei rapporti con la 1943. Cascarono nel tranello dei volantini lanciati dal Russia è una bella notizia? Anche le donne-fantasma cielo, dei sorrisi, delle caramelle, del bel faccione che nell’Occidente di Einstein, di Leonardo e di simpatico del generale Eisenhower, del nuovo Voltaire ti appaiono col burqa indosso senza che mondo a stelle e strisce, ricco, moderno e ben nessuno ci trovi da ridire, fanno parte del disastro armato. E, quel che è peggio, cascarono nel tranello generale. Di simili disastri non se ne contavano, in dell’armistizio intorno a cui l’intelligence americana verità, fin dai tempi di Hitler, quando qualcuno era elucubrava da tempo. costretto ad andare in giro con la stella gialla cucita Oggi, l’industria si è allargata, si è specializzata, è sul petto, anticamera dei lager. diventata sovranazionale, ha messo le ali, s’è Se gli Usa pensano di fondare le loro prossime autoinvestita e fortune sopra un’Europa vassalla ridotta a minareto, totalitaria, al punto che, volendo strafare, ha finito hanno sbagliato i loro calcoli. Se credono che per scavalcare gli interessi del suo Paese d’origine, e l’alleanza sempre più stretta con la potente ma i cittadini americani –per quel che contano- se ne decrepita monarchia Saudita, ansiosa di perpetuarsi, sono accorti, e riporranno Obama nel dimenticatoio espandere la sua influenza e investire il suo danaro, dei peggiori Presidenti che l’America abbia mai sia loro utile, facciano pure, ma i nodi arriveranno al avuto. In quanto a noi Italiani, siamo divisi in due pettine, e saranno tutti dolorosi. Il passo falso tronconi come nel 1943: chi non ha capito niente o compiuto fa finta di non aver capito, e chi ha capito e intuito inimicarsi la Russia le si ritorcerà fatalmente contro a qualcosa, ma si dibatte senza costrutto come tutto vantaggio dei potentati arabi. In poche parole, Gertrude nel chiostro. Un chiostro che si chiama un Europa. Un’Europa socio di minoranza dell’industria l’anticamera dello sfacelo planetario da cui nessuno di cui sopra, la quale industria dispensa onori, soldi e si salverà, neanche i banchieri, e in definitiva prebende a chi meglio e con più zelo collabora, e nemmeno gli Arabi. L’Inghilterra forse l’ha capito, ma viceversa punisce, minaccia, scomunica e bombarda non può più tirarsi indietro, perché, come Israele, è chi si rifiuta di collaborare, o si ribella dopo aver semplicemente al traino degli Usa, che possono collaborato. porre in essere ritorsioni anche verso i due ormai Non tutti dunque ci cascano. C’è anche chi capisce datati alleati-complici che adesso però servono molto qualcosa. meno, e sono stati esautorati dall’Arabia Saudita e gli di Per una questo, missione la mondialista furberia di una 19 dall’America Occidente di indebolito indebolire è l’Europa e semplicemente Emirati, provvisti di ben altre risorse finanziarie e demografiche, e al cui interno il dissenso politico è inesistente. C’è chi asserisce che lo scopo finale di tutto questo marchingegno sia proprio quello di mandare a carte e quarantotto l’Europa e il mondo, giacché siamo in troppi e mancano le risorse, e dunque di far rimanere in vita soltanto una ricchissima e potentissima élite sovranazionale che comanderebbe i servi multietnici che obbediscono. Non lo so, mi pare francamente esagerato e irrealizzabile, e però non c’è limite alla follia, perché non c’è limite alla sete di potere e di danaro. Ma chi troppo vuole nulla stringe, si sa. Concludendo, dico che, ora come ora, per tranquillità mia e dei lettori, preferisco credere che per davvero gli Usa, colti di sorpresa e in buona fede, stiano cucendo una vasta coalizione di Stati, arabi e non arabi, per combattere l’idra del momento: il novello Califfato islamico. Lo preferisco non già per ingenuità mia, ma perché lo spero per gli USA medesimi. Il loro prestigio e credibilità, infatti, sono sotto le suole, e, se continua così, con tante mine vaganti in giro, la volpe rischia d’incappare in una tagliola. A tirar troppo la corda, infatti, si rischia di fare la fine dell’uomo di Berlino tanto deprecato, dal momento che la Storia è piena di trabocchetti imprevisti, di fronte a cui non c’è assolutamente furbizia che tenga. 20 Contro i traditori 21 La seconda redenzione di Trieste Zona B. L’unico commento che ci sentiamo di Il 26 Ottobre ricorre il 60° Anniversario della da apporre a questa immagine è riportare una frase commemorare per la sua duplice rilevanza: il ritorno divenuta ormai celebre sull’argomento: “26 Ottobre della Zona A del mai nato TLT all’Italia (già stabilità il 1954. Festa a Trieste, lacrime in Istria”. seconda redenzione di Trieste. Evento 5 ottobre, come si legge in foto) e la perdita della 22 La serpe in seno: la Legione Croata II parte di Domenico Verta Allo scoppio grande Guerra era caduta sotto l’influenza francese, della Seconda tranne Guerra la Grecia che era tutelata in pratica l’Italia dall’Inghilterra e l’Albania, sfera d’influenza italiana). che la Iugoslavia si Con una serie di trattati e di matrimoni di Principesse dichiararono neutrali sabaude, l’Italia ottenne il pieno appoggio nell’area (o meglio l’Italia optò dell’Ungheria (governata dall’ Ammiraglio Horthy) e per “non della Bulgaria di Re Boris; amica dell’Italia divenne belligeranza”). L’Italia pure la Romania mentre l’Albania venne unita allo optò Stato Mondiale sia la per la non fascista nel 1939; a partire dal 1936 belligeranza in quanto, migliorarono inoltre anche i rapporti con la Grecia, pur alleata governata da quell’anno dal dittatore Metaxas che della Germania, intendeva esser certa di scorgere per certi versi si ispirava al Fascismo italiano pur chiaramente mantenendo la tradizionale politica filobritannica. In i vincitori essendo del conflitto od questa situazione i nazionalisti croati alzavano anglofrancesi) per affiancarvisi e soddisfare le sempre più la cresta. Come dicevo nella prima parte, proprie aspirazioni al tavolo della pace; inoltre i nazionalisti croati ebbero negli anni ’30 l’appoggio questa scelta fu dovuta ad una non adeguata ufficioso di Mussolini (oltre che di Hitler e di Horthy). robustezza del nostro apparato militare (salvo Il perché è facilmente spiegabile: tra i due conflitti luminose era mondiali tra Italia ed SHS intercorse una “guerra appena uscita dalla Guerra di Spagna che ci aveva fredda” ante litteram alternata da alcuni momenti di portato via migliaia di morti, assorbito risorse bonaccia. La Iugoslavia (che aveva mantenuto finanziarie e logorato l’Esercito); la Iugoslavia scelse l’alleanza con la Francia) foraggiava qualche banda la neutralità per via degli spossanti conflitti interni di terroristi (quelle del TIGR) in Venezia Giulia senza che la indebolivano continuamente e perché in ottenere alcunché mentre l’Italia appoggiava gli pratica era circondata da nazioni più o meno indipendentisti macedoni (versando loro 44 milioni di velatamente ostili (salvo la Grecia). Sul finire degli lire) e quelli croati, tra i quali primeggiavano gli anni ’20 l’Italia infatti aveva soppiantato la Francia ustascia di Ante Pavelic che ebbero finanziamenti e nell’egemonia dell’area balcanica (che dopo la campi d’addestramento nel nostro Paese. L’Italia (machiavellicamente eccezioni) fossero ed essi tedeschi economico (l’Italia alimentò così le forze centrifughe in Iugoslavia per far sì che l’SHS si disgregasse e Roma potesse 23 annetterne una parte: tuttavia il Regno Slavo formazioni irregolari di nazionalisti “iugoslavisti” di Meridionale tenne sino al 1941 sia pur in precarie sconfinare oltre la frontiera con l’Italia e di attuare condizioni. Il soffiar sulle braci dei vari nazionalismi delle da parte di Mussolini era dovuto inoltre ai tracotanti annullate però dalla nostra Guardia alla Frontiera, da e velleitari propositi espansionistici che l’SHS aveva truppe del Regio Esercito di stanza in Venezia Giulia adottato sin dal 1918. Obiettivo degli italiani era la o dalla Milizia. Questi sconfinamenti ingiustificati Dalmazia, che stava a tutti a cuore in quanto terra erano inaccettabili dal punto di vista del diritto irredenta; alcuni, però, volevano andare più oltre in internazionale un chiaro disegno imperialistico cioè reclamando il proporzioni) alle scorribande che solevano compiere i protettorato di Ras abissini dell’Ogaden nella nostra colonia di Lubiana. Fu quest’ultima tendenza a prevalere Somalia col placet del Negus. L’Italia reagì a questi quando le forze dell’Asse attaccarono il Paese. Nel atti in modo deciso ma equilibrato; tuttavia per i ’39 però nessuno in Italia voleva una guerra con la cattedratici di casa nostra è sempre il “fassismo” ad Iugoslavia, semmai tanti speravano in un suo crollo aggredire e ad invadere. I nazionalisti croati semmai, per torbidi interni di cui l’Italia avrebbe approfittato a partire dallo scoppio della guerra, invocavano in qualche modo. I nazionalisti croati per avere l’intervento dell’Italia, ossia un attacco italiano l’appoggio italiano avevano rinunziato alle pretese all’SHS. É sconcertante in questo senso un appello sulla Venezia Giulia (ma in segreto continuavano a (passato regolarmente agli atti e pubblicato nella sognare la frontiera del Tagliamento) e Pavelic aveva raccolta “Documenti Diplomatici Italiani” nel 1960) modellato i suoi ustascia sul modello delle CCNN. scritto e sottoscritto a Zagabria il 10 giugno 1940 dai Una membri (66) del Comitato Nazionale Croato per la certa sul Montenegro retorica o antifascista l’annessione ha preteso (e piccole puntate e paragonabili Ripristinamento le dello dovute Redenzione “male assoluto” nell’annosa questione adriatica e al Indipendente Croato ed inviato al nostro Ministro contrario il “bene” nella Iugoslavia prima regia e poi degli Esteri, Galeazzo Ciano. 10 giugno 1940: il comunista: in realtà però le cose non stanno così. giorno della nostra entrata in guerra contro la Malgrado i reciproci “colpi” della piccola (ma non Francia e l’ Inghilterra. Mussolini forse neanche tanto) “guerra fredda”, l’Italia rispettò sempre le aveva finito di parlare dal balcone di Palazzo Venezia frontiere di SHS stabilite dai Trattati di Saint– e i croati chiedevano a gran voce d’essere invasi! Germain (1919), Rapallo (1920) e Roma (1924) e Non mancano nel documento frasi ossequiose verso l’attaccò solo nel 1941 quando un’azione contro il Fascismo e professioni di devozione verso l’ Italia Belgrado venne decisa da tutte le potenze dell’Asse e, si badi, non erano pochi fanatici a pronunziarle ma (cioè assieme a tedeschi, ungheresi, bulgari e i rappresentanti di un Comitato Nazionale che romeni e tenendo presente che furono i tedeschi a parlava a nome di un intero popolo (sarebbe volere l’attacco alla Iugoslavia ed essi invasero per interessante vedere a questo proposito i nomi dei primi il Paese); la Iugoslavia invece non si limitò ai firmatari, ma il documento non li riporta). I nostri “colpi” di cui dicevo ma negli anni consoli ubicati nelle principali città iugoslave parlano 24 il (con prontamente pretende ancora) di individuare nell’Italia fascista il ’20 consentì a ed offensive Stato in aggiunta di sloveni favorevoli ad un’influenza I tedeschi pretendevano che l’SHS aderisse al italiana e di croati favorevoli ad una tedesca in Tripartito alternativa alla detestata egemonia serba. Mussolini esortavano invece gli iugoslavi a resistere alle al affermò minacce naziste facendo loro grandi promesse (alla comunque che la Iugoslavia non aveva nulla da Iugoslavia venne promessa la Venezia Giulia dopo la temere dall’Italia. Il Reggente Paolo, di sentimenti vittoria sull’Asse). Il Reggente si mostrò incerto filo britannici, ed il Governo adottarono dal canto ribadendo però la neutralità del suo Paese. Paolo loro la linea della neutralità assoluta. Nel Paese i incontrò più volte i tedeschi ed anche Hitler in serbi erano a favore del mantenimento della persona, senza riuscire però a far desistere i nazisti. Federazione (e questo perché vi giocavano un ruolo Alla fine decise di cedere e la Iugoslavia aderì al egemone) ed erano a favore delle democrazie Patto Tripartito il 25 marzo del ’41 in occasione di un occidentali; croati, sloveni, macedoni e parte dei incontro con il Fuhrer a Vienna. Quest’ultimo decise montenegrini invece volevano l’indipendenza dei di fare delle concessioni agli iugoslavi rispetto al rispettivi Paesi e parteggiavano per l’Asse. Va detto trattato originale. Venne infatti stabilito che le che potenze momento fuori dai dell’interevento territori serbi italiano in pochi però minacciando dell’Asse un’invasione; avrebbero gli inglesi rispettato in ogni approvavano la Federazione. La Iugoslavia confermò momento l’integrità e la sovranità del Paese, che la più volte la sua neutralità rifiutandosi ad esempio di Iugoslavia non sarebbe stata coinvolta in guerra e aderire al Patto Tripartito nel settembre del 1940 che non le sarebbe stato richiesto il transito di malgrado vi avessero aderito tutti gli Stati balcanici truppe dell’Asse nel suo territorio. L’adesione della ad eccezione della Grecia. Ai principi del 1941 SHS si Iugoslavia al Patto venne salutata con entusiasmo in trovò avvolta dalla guerra: a nord e ad ovest vi Croazia, ma non in Serbia. I serbi insorsero contro erano le belligeranti Italia e Germania, a sud gli quell’adesione, il Consiglio della Reggenza sconfessò italiani combattevano con i greci e ad est i tedeschi Paolo che venne arrestato e l’esercito si schierò con avevano trasferito numerose divisioni in Ungheria, gli insorti; il Governo guidato dal generale Dusan Romania, Bulgaria. A dire il vero Hitler aveva di fatto Simovic denunziò il Patto e la Iugoslavia, tra il occupato quelle nazioni non per aggredire la tripudio dei serbi, si ritirò dal Tripartito. Gli inglesi Iugoslavia dell’Operazione encomiarono la scelta di Simovic mentre Hitler ebbe Barbarossa ossia dell’attacco all’URSS previsto per la uno degli accessi di ira peggiori della sua vita ed primavera del ’41 ma poi slittato a giugno e per via ordinò di distruggere la Iugoslavia. Il 28 marzo del ritiro iugoslavo dal Tripartito e perché i tedeschi venne incoronato, quale nuovo Re, Pietro II che dovettero aiutarci a sconfiggere i greci. Gli iugoslavi avallò la neutralità filoinglese. Intanto Hitler aveva pensavano però che quelle truppe fossero pronte ad già deciso di punire il “tradimento” iugoslavo e il 6 aggredirli. Nel febbraio del ’41 il Reggente e il suo aprile Governo furono sempre più preda di complotti, le bombardando Belgrado con l’aviazione ed in seguito tensioni intestine si acuirono ed emissari tedeschi e invadendo l’SHS per terra col concorso italiano, inglesi giungevano sempre più numerosi a Belgrado. ungherese, romeno e bulgaro. Il 17 la Iugoslavia ma in previsione 25 attaccò il Paese (Operazione Castigo) cedette alla potenza degli invasori, l’esercito si sbandò e il Re fuggì in Grecia. Il vecchio Regno venne smembrato: la Germania si annetté il nord sloveno e pose il suo controllo sulla Serbia centrale; l’Italia incamerò Lubiana e gran parte della Slovenia, i territori della Carniola immediatamente a est dell’Eneo, la Dalmazia settentrionale e le Bocche di Cattaro mentre all’Albania vennero unite il Kosovo e la Macedonia occidentale; l’Ungheria ottenne la Voivodina e l’Oltremura, gran parte della Macedonia la Bulgaria. Il Montenegro tornò indipendente sotto il protettorato italiano. In questo contesto sorse lo Stato Indipendente Croato. [Continua] 26 Appello del Comitato Nazionale Croato desiderarne un'azione militare che li affrancasse Croati smascherati. Crollano le menzogne di decenni dalla Jugoslavia. Perchè nel 1940 i croati definivano i di propaganda titina e poi nazionalista circa l' fascisti italiani dei liberatori mentre nel 1945 li aggressione Questo definivano degli aggressori? Perchè i compatrioti di documento prova che nel giugno del 1940 i croati Tito chiamarono in casa propria i soldati di Mussolini anelavano ad un intervento armato italiano nel loro se pure erano tanto malvagi come sosteneva il Paese che li sottraesse all'egemonia di Belgrado e dittatore iugoslavo? italiana alla Jugoslavia. che considerassero loro liberatrice l'Italia tanto da Per una visualizzazione ottimale cliccare 27 QUI. Renzi e il Lago di Tiberiade di Maria Cipriano Italia e registrati purtroppo all’anagrafe, di italiano Dico la verità, non sono mai riuscita a seguire non dimostrano praticamente nulla? dall’inizio alla fine un discorso di Matteo Renzi. Matteo Renzi è un americano mancato. Egli è il Si tratta di discorsi sereni e rasserenanti, coloriti, classico figlio dell’armistizio dell’8 settembre, il tipico fluenti, variamente campati in aria, strani, fantasiosi ragazzo cresciuto nel mito d’oltreoceano, tutto e fastidiosi, che varrebbe la pena di ascoltare, se pervaso di “liberazione antifascista” e di soldati non altro per rendersi conto….di dove sono andati a americani morti per la nostra libertà che dobbiamo finire 3000 anni di storia grandiosa e illustre ringraziare, permeato di un artificioso ottimismo dell’Italia. vanesio made in USA, sospinto da un servilismo cocciuto e ridente di cui nemmeno s’avvede, non foss’altro perché detto servilismo è ormai arrivato alla terza generazione. E dunque appartiene alla schiera di coloro che, invece d’aver riflettuto criticamente sui fatti e aver maturato, almeno virtualmente, una volontà di riscatto nazionale, ha accettato questi fatti per come gli venivano Però un giorno che ero a letto malata, non avendo presentati, e dunque ha finito per credere a cose alle altro da fare, ho cliccato sulla sua pagina facebook, quali ormai non crede più nessuno. Il peggio è che intasato da migliaia di commenti –per lo più insulti-, sta alla ricerca di un suo discorso da seguire per intero. generazione del padrone d’oltreoceano, il quale, per i E l’ho trovato: quello del ritorno dal recente viaggio capricci della sua casta, ha stravolto l’equilibrio in America. Un discorsino breve di neanche cinque geopolitico mondiale portandoci sull’orlo di una terza minuti, pronunciato in aereo, sulla strada del ritorno, guerra mondiale. Ma Renzi sorride beato, scherza, appunto. E una prima domanda mi ha assalito: ma sembra che si diverta: e ubbidisce. Né lo smuovono perché è tornato? Perché non è rimasto colà? Con il l’evidenza contraria, la logica contraria, i fatti Presidente Obama, con la Clinton, con Kerry, con contrari, e la contraria opinione di gran parte degli Marchionne, e con tutta la sfilza di americani italiani: dico la gran parte, dal momento che la sua travestiti da italiani, i quali, nati loro malgrado in pagina facebook pullula di scherni e improperi, per dando attuazione agli ordini di ultima cui o i votanti del PD sono schizofrenici e mattarelli, oppure hanno cambiato idea proprio in questi giorni. 28 Ebbene, cosa dice Renzi nel suo discorso del ritorno, quest’ottica, che vuol essere un sunto del viaggio americano? trasmigrazione della Fiat oltreoceano e la sua unione Con quel suo fare gradevole, simpatico, educato e alla Chrysler come un successo, asserendo che alla mano, egli cerca di vendere l’invendibile: cioè entrambe le industrie stavano fallendo. E allora che tutto va bene, anzi, a gonfie vele. Addirittura, il come mai, piuttosto, non è venuta la Chrysler in futuro dell’Italia sarà meglio del passato. Ma i Italia? La risposta mi pare ovvia. contenuti tradiscono la maschera, e l’impressione Ma l’esultanza di Renzi raggiunge l’apice quando urtante che se ne ha è quella di una campana parla dell’Onu, che ormai a detta di tutti, perfino stonata e falsa, dal momento che i fatti sono davanti della presidente dell’Argentina Cristina Kirchner, che agli occhi di tutti e parlano da soli. I fatti sono come in un suo recente discorso davanti a quell’Assemblea i numeri: esatti. Come reagireste del resto di fronte ha avuto il coraggio di dire apertamente quel che a uno che esalta la Silicon Valley come fosse nostra? pensava, è semplicemente una longa manus degli La Silicon Valley è americana, e se ci lavorano tanti Usa. Ebbene no: per Renzi l’Onu è la quintessenza italiani, beh, sarebbe meglio lavorassero in Italia e della giustizia, della pace e della speranza per milioni per l’Italia. Ma Renzi sprizza gioia nel riferire le di diseredati e oppressi di tutto il pianeta. A questo prodezze degli italiani in America, i quali hanno proposito, egli conchiude il discorso con il gran finale emigrato o per disperazione o per interesse o per buonista-francescano dell’accoglienza ai migranti – filoamericanismo congenito. che non poteva mancare-, presentandola come E infatti molti di loro, a cominciare da Faggin, il un’obbligazione trascendentale e moral-sentimentale celebre inventore del microchip -che lavora appunto dalla quale l’Italia e gli Italiani giammai potranno nella Silicon Valley-, hanno preso da tempo la esimersi. L’ha ordinato Dio? No. Ma Renzi, da buon cittadinanza e catto-comunista-europeista-mondialista doveva pur contenti, nella parziale o totale smemoratezza dare una spolverata religiosa a ciò che per tutti gli dell’Italia da cui hanno ricevuto se non altro italiani degni di questo nome è ormai diventato un l’istruzione che ha loro permesso di emergere. incubo, una minaccia e una dannazione. E allora Prendere la cittadinanza di un altro paese significa cosa fa? Cosa inventa? Cosa tira fuori dal cilindro? diventare parte di quel paese, significa cambiare Tira fuori una frase del famoso antifascista cattolico nazionalità, diventare qualcun altro. Io non entro nel visionario merito delle decisioni altrui, ma non mi si venga a un’immagine evocativa di Cristo e delle Scritture: dire che ciò torna a lustro dell’Italia, perché è proprio nientemeno il lago di Tiberiade di cui il Mediterraneo l’esatto opposto. Però Renzi appartiene al novero di non sarebbe che il modesto, umile e poetico coloro che hanno il cuore in America e per i quali, prolungamento. dunque, è normale considerare l’Italia un’appendice Senti, senti. Prodigi della nuova geografia. di questa e normalissimo cambiare cittadinanza Avete capito, Italiani? Il Mediterraneo è nientemeno come si cambia un vestito, nonchè lodevole e una derivazione del lago di Tiberiade, un tutt’uno onorevole americana diventare, da e vivono italiani, colà felici americani. In 29 è naturale Giorgio La che Pira, egli una consideri frase che la è con questo. Altro che quarta sponda dei E la Spinelli e tutta la sinistra, con Renzi in testa, ne guerrafondai fascisti! hanno da vendere. Una volta si entrava in convento per vocazione, si prendevano i voti per dedicarsi volontariamente alla vita monastica e claustrale con tutto ciò che ne conseguiva. Adesso, non ce n’è più bisogno. Siete tutti avocati al sacerdozio senza volerlo. Siete tutti chiamati alle delizie del chiostro contro la vostra volontà. Avevamo il lago di Tiberiade sotto casa e non lo sapevamo. Non lo sapevano i nostri Avi postRomani, e, prima che ce lo rivelasse Renzi, non lo sapevamo neanche noi. Riponete dunque le spade, riempite i granai, e affacciatevi alla finestra ridenti e frementi a scrutare l’orizzonte in cui, accompagnati dai nuovi apostoli, giungeranno direttamente da Tiberiade i desiati migranti, a botte di migliaia al giorno. Ah, e mi raccomando. Se per caso vi schiaffeggiano sulla guancia destra, porgete la sinistra. Non fate come quell’imprenditore che ha ammazzato il ladro che gli è entrato in casa e sta scontando sei anni di galera. Se per caso vi ammalate di scabbia o tbc, prendetela con cristiana rassegnazione, come una benedizione dal cielo. Già che ci siete, poi, cambiate anche il nome a quel mare della discordia, chiamatelo direttamente Mar di Tiberiade, e cambiate nome anche a voi stessi. Non avete sentito ciò che ha detto Barbara Spinelli, deputata europea dell’ennesimo inutile partitucolo di sinistra? “Dichiararsi italiani nel 2014 è da cafoni” (SIC!!!). Poprio così, cari connazionali: non è solo una questione religiosa e morale, di meritarsi o meno il paradiso. E’ anche e soprattutto una questione di stile. 30 L’Ardito si diverte di Domenico Verta 31 32
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