La Voce Irredentista n. 28 - Movimento Irredentista Italiano

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L’ ITALIA NON E’ MORTA, L’ ITALIA SIAMO NOI !
Credo che sia necessario anche e soprattutto per noi irredentisti fare il punto circa la grave crisi
economica, politica, sociale e morale che attanaglia nella sua forma più cruda il Bel Paese
perlomeno da un lustro. Si parla molto di “crisi” tant’è che questa parola è divenuta stucchevole
e ritrita, un dindarolo desolatamente vuoto da agitare sul naso ad interlocutori molesti od una
forma stizzosa ma colloquiale per scambiare quattro chiacchiere all’ora dell’aperitivo. Per noi
irredentisti però la crisi non è l’anticiclone delle Azzorre e disdegniamo i ludi verbali che attorno
al tema del momento impazzano in televisione, alla radio, sulla stampa e in rete mitigate, more
italico, dalle ultimissime sul campionato di calcio o da quelle riguardanti sventole nazionali ed
estere. Noi irredentisti ci rifacciamo all’etimo verace di questa parola carica di dolore e di
clamore. “Krisis” in greco antico significa “scelta“. Scegliere. Prendere una decisione con
risolutezza. Ardire. L’Italia di oggi, salvo luminose eccezioni, manca di tutto questo. All’università
un docente tempo fa chiese ad una mia collega d’origine straniera ma con cittadinanza italiana
se si sentisse fiera d’essere italiana rispondendosi da solo e ghignando che non c’era nulla di cui
andar fieri ( mentre inspiegabilmente bisogna sempre andar fieri, sempre e comunque
graniticamente fieri del proprio ateneo sennò si è mitragliati da starnazzanti improperi e “se ne
vada se non ci sta bene“…). Un altro asserì che l’Alto Adige era tedesco perché prima del ‘18 si
chiamava Tirolo Imperiale ed era parte dell’Impero Austroungarico. Feci notare che l’Alto Adige
venne germanizzato solo a partire dall’anno 1000, che al tempo degli Ottoni coloni germanici
varcarono le Alpi per insediarsi nella regione, che agli albori della storia era abitato da
popolazioni retiche, forse di stirpe italica o forse autoctone non indoeuropee ma comunque in
stretto contatto con i popoli italici e che dall’arrivo dei Romani l’Alto Adige fu sempre legato
all’Italia sino all’anno 1000 almeno. Citai la presenza dei ladini, altoatesini indigeni parlanti una
lingua romanza accanto all’italiano, i veri abitanti di quella terra insomma. Me la cavai con uno
“Stia al suo posto!“. E meno male che dovrebbero fare di noi dei cittadini migliori. Disfattismo.
Aleggia e impera come la nebbia su Londra nei mesi invernali. Sfiducia. Cappa plumbea che
grava sui nostri cuori come la mestizia che le anime più sensibili avvertono verso Ognissanti.
Sfiducia in sé stessi, sfiducia negli altri, sfiducia nella famiglia, sfiducia nell’idea politica, sfiducia
nella religione, sfiducia nella Patria. Nemmeno l’amore (quello che può esserci tra un ragazzo ed
una ragazza) tira più, si mette in discussione la sua esistenza in favore di uno scialbo “divertirsi”
ed i romantici stessi, di fronte a ciò, si definiscono “ultimi” quasi fossero, dal punto di vista
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sentimentale, i Trecento di Leonida, i Cavalieri di Guillet o gli irriducibili del Tenno. Divago? No
perché la crisi è data dalla nostra crisi ideale e sentimentale: niente gettare il cuore al di là dell’
ostacolo, niente resistere ad ogni costo ci viene dai pulpiti ufficiali. Nessun messaggio a parte le
frasi di circostanza, lasciano intendere un “ormai“ ed un “si salvi chi può”. Difficile salvarsi dal
nichilismo materialista d’oggi se non facendo parte di quel pugno di tiratori franchi ideali che in
certi valori, et adversis ventis, malgrado tutto credono. Tra quei “folli” ci siamo anche noi del
Movimento Irredentista Italiano. Ancora una volta diciamo che il mondo così com’è non ci piace
come dicevano i rivoluzionari d’ogni tempo, ancora una volta diciamo che l’Italia così com’è non
ci piace come dicevano quelli della Voce di Prezzolini. Non ci piace perché non riusciamo a
concepirla Italietta. Gli italiani debbono riappropriarsi interamente e pienamente della loro
sovranità nazionale. Ernesto Guevara, il “Che“ che difese la propria Patria e le patrie
latinoamericane dall’orda capitalista (con buona pace di tanti fricchettoni radical chic che
l’hanno scaraventato in un crogiuolo buonista, postinternazionalista e, mi si passi il termine,
“cannabista”), diceva che la Rivoluzione deve avvenire innanzitutto dentro di noi. La
“Reconquista” della Patria, la “Reconquista” della sovranità nazionale deve necessariamente
avvenire (ed in minima parte sta già avvenendo per moto spontaneo di reazione/rivoluzione)
attraverso uno sforzo individuale e collettivo volto a sconfiggere la sfiducia che è il più grande
nemico attuale del popolo italiano. Quid plura? La questione si pone sul piano dei valori e non in
meri termini economici. Dobbiamo, in ogni nostra azione, in ogni nostro pensiero (anche quello
più frivolo) ogni santo giorno tener a mente ciò che possiamo fare per migliorare questa nostra
cara Italia. Cioè cosa possiamo fare per migliorare e migliorarci, ognuno in base alle proprie
possibilità, al proprio talento, alle proprie capacità. Dobbiamo superare il nostro utile particolare
in favore di quello collettivo, l’individuo deve sentirsi legato non solo a sé stesso ma anche al
suo popolo, ragionare non solo in termini personali, locali o – all’ opposto – globali ma nazionali.
I nostri avi Romani non avevano forse a cuore la salute pubblica e la grandezza di Roma? È
difficile compiere questo sforzo, tante sono le difficoltà, i dubbi, le paure, le contraddizioni ma
dobbiamo trovare il coraggio di farlo. Tutto e tutti per l’Italia dunque! Le recenti elezioni
europee hanno mostrato che il 40% degli italiani non si riconosce né nell’ Unione come è oggi
concepita né nella classe politica nostrana che ci governa da vent’anni. Recupero della sovranità
nazionale: questa è la volontà di non pochi, ora sottesa, ora palese, che si discosta
categoricamente dallo status quo politico–istituzionale nazionale e dal presente assetto
economico, diplomatico, sociale. Il Movimento Irredentista Italiano con le sue attività è in prima
linea in tal senso e nella formazione, oltre che di una coscienza irredentista presso il popolo
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italiano, di una nuova classe dirigente in grado di amministrare degnamente lo Stato e
rivoluzionarlo in quanto migliore della precedente. L’uomo e non il soldo deve essere tutelato e
valorizzato: cuori e cervelli valgono più dell’oro e dei diamanti. Diceva Italo Balbo (e non badi il
lettore al colore della sua casacca politica: per noi il giudizio storico su un personaggio si misura
unicamente in base a quanto fatto per la Patria ed i connazionali): “Perchè mentire? Così è il
mio animo: io amo la vita per la natura, per il bello, per il sole che irradia, per l'amore che
soggioga, per il dovere che innalza, per l'Idea che ci rende uomini e che fa diventare le nostre
anime sublimi“.
Noi, nell’ era del grigio materialismo individualista, la pensiamo esattamente come lui.
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IN QUESTA 28^ USCITA
NEL BEL PAESE
A DIFESA DI TRIESTE ITALIANA
7
IL PASTICCIO AMERICANO
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RENZI E IL LAGO DI TIBERIADE
28
CULTURA
IL PROGETTO “BIBLIOTECA IRREDENTISTA”
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RECENSIONE DE “LE MICIDIALI BOMBE A FARFALLA SULL’ITALIA”
14
STORIA
LA SERPE IN SENO: LA LEGIONE CROATA (II PARTE)
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SCATTI IRREDENTISTI
CONTRO I TRADITORI
21
LA SECONDA REDENZIONE DI TRIESTE
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STOCCATA FINALE
L’ARDITO SI DIVERTE
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A difesa di Trieste Italiana
di Emanuele Piloni
proveniente dalle file del partito di rifondazione
Non è di certo storia nuova che nel 2014 ci siano
comunista. Le parole da lui pronunciate e comparse
ancora vaste aree dell’opinione pubblica italiana, se
su “Il Piccolo” dello scorso 16 ottobre, quindi, non
tale si può definire, che hanno il coraggio di
sorprendono di certo coloro che ben conoscono il
affermare che Trieste venne liberata il 1 maggio
personaggio in questione, già noto in passato per
1945, il giorno in cui le avanguardie delle bande
esternazioni simili. È bene dunque fare una breve
partigiane comuniste jugoslave entrarono in città.
analisi per sbugiardare quanto da lui affermato
nell’intervista e rendere noto a tutti chi è il
personaggio in questione che, ricordiamo, ricopre
una carica istituzionale italiana.
1 – Nell’intervista Furlanic parla della sua volontà di
introdurre la possibilità per i consiglieri di intervenire
in consiglio in lingua slovena, con la traduzione
simultanea. Lo definisce “costo della democrazia”
che va sostenuto, come già fatto in quel di Gorizia.
In realtà si tratta solo dell’ennesimo affondo sul
tema
del
bilinguismo,
sempreverde
cavallo
di
battaglia della minoranza slovena per continuare a
battere sul tasto della “slovenità” triestina, al fine di
permettere una sempre maggiore avanzata della
stessa che, ricordiamo, gli sloveni volevano far
trionfare sull’italianità della città già dalla prima metà
del 1800. E ancora, solo per citare uno dei casi più
rinomati, il 7 gennaio 1911, sul loro giornale Edinost,
gli
viene
direttamente
dal
Presidente
pubblicarono
il
programma
per
la
soluzione finale del problema degli italiani di Trieste:
Stavolta però l’affermazione, peraltro reiterata nel
tempo,
sloveni
"Non abbandoneremo la nostra lotta fino a
del
quando non avremo sotto i piedi, ridotta in
Consiglio Comunale di Trieste, tale Iztok Furlanic,
polvere, l’italianità di Trieste. Fin ora la nostra
primo sloveno nella storia a ricoprire questa carica,
lotta era per l’uguaglianza, domani diremo agli
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italiani che la nostra lotta è per il dominio. Non
(che, come si vede in foto, ha avuto pieno appoggio
cesseremo finché non comanderemo noi.
dai partiti di rifondazione comunista e dei comunisti
L’italianità di Trieste, che si trova agli sgoccioli,
italiani) non è importante, dato che per il presidente
festeggia la sua ultima orgia prima della morte. Noi
del consiglio comunale la data della liberazione della
sloveni inviteremo domani questi votati alla morte a
città è una sola, il 1 maggio 1945, quando mentre
recitare il confiteor”.
ancora si combatteva con i tedeschi ben asserragliati
Eloquente
il
passaggio
(attualissimo)
sul
in alcuni punti strategici della città, i partigiani
cambiamento di rotta politica da “uguaglianza” (più
iniziarono
immediatamente
volte citata da Furlanic) a “dominio”. A più di 100
deportazioni
anni di distanza, il programma e l’obiettivo finale
comunità italiana. Per essere ancora più precisi, i
degli sloveni non sono di certo mutati a quanto pare.
tedeschi si arresero non ai partigiani slavi ma ai
degli
elementi
gli
arresti
più
in
vista
e
le
della
neozelandesi del generale Freyberg, che giunsero in
2
–
Furlanic
si
è
sempre
espresso
contro
città il giorno dopo, il 2 maggio, mentre il Corpo
l’apposizione di targhe e le celebrazioni per ricordare
Volontari
un evento per lui inesistente, ossia l’anniversario del
l’insurrezione generale ed occupato i principali edifici
12 giugno 1945, data nella quale i partigiani
pubblici della città tra il 29 ed il 30 aprile, innalzando
jugoslavi dovettero arretrare ad oriente della linea
su di essi il tricolore. La verità storica è quindi ben
Morgan
Gorizia,
diversa da quella della vulgata partigiana slovena,
Trieste e Pola in Istria, facenti parte della Zona A del
dato che come detto Trieste non venne di certo
Governo
di
liberata dai comunisti jugoslavi, i quali non ottennero
occupazione rimase il terrore per quanto compiuto
la resa dei tedeschi ed arrivarono quando quasi tutti
dai comunisti jugoslavi: arresti, torture, deportazioni,
i quartieri e gli edifici pubblici erano già stati occupati
infoibamenti. Tutto questo ovviamente per Furlanic
dal CLN triestino. Quella dei partigiani slavi fu una
rinunciando
Militare
all’occupazione
Alleato.
Dei
40
di
giorni
8
della
Libertà
aveva
già
proclamato
vera e propria occupazione straniera, segnata da
Vittorio Veneto; il 12 Giugno 1945 quando gli
crimini,
ed
jugoslavi, in seguito agli accordi di Belgrado,
infoibamenti con il solo fine di decapitare i vertici
dovettero abbandonare la città, cosa che pose fine
della comunità italiana ed annettere Trieste alla
alle persecuzioni dei 40 giorni di terrore; il 26
nascente Jugoslavia comunista. Non a caso già il 3
Ottobre 1954, quando la città, con la firma del
Maggio, il Comando d’Occupazione jugoslavo di
Memorandum di Londra, vide terminare il governo
Trieste annunciava con il suo primo proclama
militare alleato e passo sotto l’amministrazione
l’annessione della città alla Jugoslavia, mentre i
italiana, diventata poi sovranità definitiva con la
rapporti tra i comandi angloamericani e jugoslavi
firma del Trattato di Osimo del 1975. Il resto sono
avevano raggiunto livelli di tensione inauditi in
invenzioni propagandistiche che, a quanto pare,
merito alla gestione del territorio. I comunisti
vanno ancora molto di moda alla facoltà di storia
jugoslavi decretarono inoltre la legge marziale, il
contemporanea dell’Università di Lubiana, dove molti
coprifuoco di 19 ore, l’abolizione della legislazione
sedicenti storici sloveni pare abbiano svolto i propri
italiana e lo spostamento dell’ora legale su quella di
“studi”, Furlanic in primis. Come si legge in foto,
Belgrado per uniformare la città “al resto della
Furlanic è pronto a saltare la ricorrenza del 60°
Jugoslavia”. Si può definire tale operazione come
anniversario
una “liberazione” della città? Il 12 Giugno è quindi
l’amministrazione italiana. Non ne sentiremo certo la
molto più di una ricorrenza inesistente, come
mancanza,
sostiene Furlanic, ma l’anniversario della fine del
dell’inadeguatezza
terrore, delle persecuzioni, dei massacri compiuti da
incarichi istituzionali in Italia, in particolar modo a
un esercito straniero in una città italiana. Le date che
Trieste.
deportazioni
e
migliaia
di
omicidi
del
ritorno
ma
è
del
di
Trieste
sotto
un’ulteriore
personaggio
a
prova
ricoprire
segnano le liberazioni di Trieste sono tre: il 3
Novembre 1918, quando i Bersaglieri sbarcarono
3 – In merito all’introduzione del bilinguismo, e
dall’Audace prendendo possesso della città in nome
stuzzicato dal giornalista, Furlanic afferma di pensare
del Re d’Italia al termine della vittoriosa Battaglia di
al cosiddetto “modello Capodistria”: “A Capodistria
tutti capiscono entrambe le lingue. La gente non ha
idea di quello che succede oltreconfine. I diritti
della minoranza italiana sono tutelati in modo
molto ampio e dettagliato non da 20 ma da 60
anni. A me basterebbe che la tutela della minoranza
slovena in Italia fosse uguale a quella della
minoranza italiana in Slovenia e Croazia. Ben venga
l’equiparazione. Ne guadagneremmo come sloveni”.
Ancora una volta Furlanic dimentica alcuni passaggi
fondamentali.
A
Capodistria,
con
l’arrivo
dei
partigiani comunisti nel settembre 1943 e nel maggio
9
1945, vennero arrestate, deportate ed infoibate
furono, si trattò nella stragrande maggioranza dei
centinaia di persone. Con il successivo esodo 14.000
casi di molto fumo e poco arrosto, perlopiù realizzate
abitanti su un totale di 15.000 presero la via
dai medesimi slavi aderenti al regime fascista. Pochi
dell’Italia. Un autentico sconvolgimento che lasciò
sanno infatti che venne formato un partito fascista
profondi vuoti in ogni campo, dall’amministrazione
degli sloveni della Venezia Giulia nel 1923 (Vladna
all’artigianato, dalle attività portuali all’agricoltura e
Stranka, partito governativo), confluito poi nel 1925
che il regime jugoslavo tentò di colmare, così come
all’interno del PNF. Al contrario, l’esodo fu il destino
in tutta l’Istria, inviando slavi ed elementi di altre
che i comunisti jugoslavi riservarono alla popolazione
nazionalità dall’interno della nazione. La città che il
italiana dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia (qui già
Ministero del turismo sloveno ha il coraggio di
al termine della Grande Guerra, esclusa Zara),
presentare oggi come “la più antica città della
indotta ad andarsene con il terrore, massacri e
Slovenia”, dovrebbe quindi essere presa come
persecuzioni.
esempio dato che ai pochi italiani che rimasero in
Chiudiamo con alcune citazioni del signor Furlanic e
città dopo la guerra furono riconosciuti alcuni diritti
qualche stralcio di giornale, dai quali appare chiaro
come “minoranza”, quando tale non erano e non
come
erano
fare
incompatibile con qualsiasi incarico istituzionale
un’equiparazione, come dice Furlanic, potremmo
italiano. Ricordiamo anche che, in seguito a questa
inviare l’esercito italiano sul Carso e fino alle Alpi
ennesima provocazione, da più parti sono state
Giulie, espellere la quasi totalità degli sloveni,
chieste le dimissioni.
mai
stata.
Se
proprio
volessimo
quest’ultimo
sia
una
persona
del
tutto
ripopolare le città con persone provenienti dal resto
d’Italia, inviare funzionari ed amministratori dai
luoghi più remoti della penisola MA riconoscendo alle
piccola minoranza slovena rimasta ad Idria o
Postumia il bilinguismo nella toponomastica e la
possibilità di imparare lo sloveno nelle scuole.
Sicuramente Furlanic non avrebbe niente da ridire
riguardo questa equiparazione ed applicazione del
“modello Capodistria” anche all’altopiano carsico.
Ci auguriamo di non dover più rivedere tale
Mettendo momentaneamente da parte l’ironia, è
elemento nel Consiglio comunale di Trieste.
bene evidenziare come in tutta la Venezia Giulia, tra
il 1918 ed il 1943, nonostante alcune migliaia di
“La Giornata del Ricordo è diventata giornata della
profughi nei periodi immediatamente successivi alla
propaganda fascista che di storico non ha nulla”.
fine
Iztok Furlanic, 19 febbraio 2010
della
Grande
Guerra
(perlopiù
funzionari
pubblici, militari di stanza con famiglie al seguito),
non ci fu un esodo di massa di sloveni e croati verso
Gennaio 2009: Iztok Furlanic aderisce al gruppo su
il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, e se vessazioni vi
Facebook “Trst je nas”.
10
“...provengo da una famiglia slovena, con alcuni
Dal profilo Facebook di Iztok Furlanic:
parenti che hanno fatto parte dei corpi partigiani che
Orientamento religioso: Atheist
il
Orientamento politico: Komunist – Comunista
primo
maggio
sono
entrati
a
Trieste
per
LIBERARLA dai nazifascisti. Come sloveno io non
Email: tito_sfrj@*****.com (la sigla SFRJ, che
posso non considerare il 1° maggio 1945 come
compare nell’indirizzo email del signor Furlanic e
liberazione di Trieste”.
sulla maglietta da lui indossata in foto, è l’acronimo
Iztok Furlanic su Facebook, anno 2009
della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia,
denominazione ufficiale della Jugoslavia comunista
“(Trst je nas) Era il motto del IX Corpus e, date le
tra il 1945 ed il 1992).
mie posizioni, non nascondo che quella è l’unica data
della
Liberazione.
Non
sarà
una
posizione
maggioritaria, ma chiedo di rispettarla in virtù delle
sofferenze patite dalla minoranza slovena in queste
terre”.
Iztok Furlanic su Il Piccolo, 7 gennaio 2009
“«Chiedo al Consiglio comunale di commemorare il
maresciallo Tito a trent'anni dalla morte» ha
scrittoIztok
Furlanic,
segretario
provinciale
di
Rifondazione comunista. La proposta è stata cassata
in maniera bipartisan. Categorico il no del centro
destra, che ha parlato di «vergognosa e inquietante
nostalgia».”
Il Giornale, 8 maggio 2010
“...a suscitare critiche feroci era stato il look poco
"consigliare" sfoggiato per l'occasione dall'esponente
di Rifondazione Iztok Furlanic: cappellone da cowboy e arma giocattolo inserita nel cinturone bene in
vista attorno alla vita.”
Il Piccolo, 20 aprile 2010
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Il lavoro del Movimento: il Progetto
“Biblioteca Irredentista”
Abbiamo sempre affermato come la cultura debba
Il Movimento Irredentista Italiano annuncia con
essere accessibile a tutti ed attraverso tutti i canali
orgoglio la pubblicazione di un progetto di ampio
possibili. Coerentemente, la Biblioteca Irredentista è
respiro, a corredo del proprio lavoro di ricerca svolto
quindi
in questi anni e segnato dalla volontà di contribuire
http://bibliotecairredentista.wordpress.com/,
in maniera sempre più incisiva alla difesa e
con una struttura semplice e con modalità di ricerca
divulgazione della storia patria.
dei testi facilmente utilizzabile da chiunque.
Il progetto, denominato “Biblioteca Irredentista”,
Parallelamente il Movimento ha ritenuto necessaria
nasce al fine di raccogliere, tutelare e diffondere una
l’apertura di una seconda sezione del progetto,
serie di testi indispensabili per la formazione
l’Archivio Irredentista “Patria Italia”, che affianca ed
culturale e storica collettiva. I risultati dell’attività di
implementa quella inerente la letteratura patriottica.
fruibile
al
seguente
indirizzo
Questa seconda struttura (visionabile all’indirizzo
http://archivioirredentista.wordpress.com/) si
è resa necessaria per fornire ai patrioti un archivio
specifico contenente la grande mole di materiale
fotografico e documentale inerente la storia patria,
con particolare riguardo alle vicende delle terre
irredente, che la sezione di Ricerca Storica del
Movimento ha accumulato nel lavoro degli anni
passati. Anche l’Archivio, come la Biblioteca, è
completamente
gratuito
ed
aperto
all’invio
di
contributi di alto valore storico e formativo da parte
di tutti i patrioti (i contributi possono essere inviati
all’indirizzo
di
posta
elettronica
recupero della letteratura patriottica ed irredentista,
[email protected] ed il loro
che
inserimento sarà valutato dalla sezione di Ricerca
il
Movimento
persegue
dalla
fondazione,
vengono quindi posti a disposizione dell’intera
Storica del Movimento).
comunità nazionale, con la possibilità di usufruire a
Ci auguriamo che il nostro meticoloso lavoro di
titolo completamente gratuito dell’intera raccolta.
ricerca possa essere una bussola fondamentale per
12
tutti i patrioti, una risorsa per l’indispensabile
formazione
culturale
e
storica
della
comunità
nazionale, un faro che indichi la via della rinascita
nazionale, consci di ciò che siamo stati e di ciò che
dobbiamo tornare ad essere.
Il
Consiglio
Direttivo
del
Movimento
Irredentista Italiano
Ricapitoliamo in breve:
Per visualizzare la “Biblioteca
cliccare al seguente indirizzo
Irredentista”
http://bibliotecairredentista.wordpress.com/
L’indirizzo
Italia”:
dell’Archivio
Irredentista
“Patria
http://archivioirredentista.wordpress.com/
Buona lettura.
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Recensione de “Le micidiali bombe
a farfalla sull’Italia”
di Sebastiano Parisi (autore)
“Le micidiali bombe a farfalla sull'Italia. Un oscuro
somiglianza a una farfalla, con un po' di fantasia, è
capitolo della seconda guerra mondiale”, Sebastiano
evidente.
Parisi, Macchione Pietro Editore, ottobre 2014, p.
Gli artificieri che giungono sul posto notano che
338, euro 25, ISBN 978-88-6570-227-7
l'area è resa satura da centinaia di questi ordigni, i
quali devono essere fatti brillare uno ad uno, dato
che il loro funzionamento è simile a quello delle mine
anti-uomo.
Quello che accadde in quella notte di febbraio non fu
che uno dei primi episodi di un nuovo tipo di
bombardamento
che
tutto
il
Nord-est
d'Italia
sperimentò a partire dagli ultimi giorni di gennaio e il
cui termine arrivò solo con la fine delle operazioni
belliche in Italia ad aprile.
I velivoli Night Intruder americani, ribattezzati dai
civili col nomignolo "Pippo", tempestarono ogni notte
i vari obiettivi assegnati con le micidiali farfalle, le
quali erano portate all'interno di contenitori che,
dopo pochi secondi dallo sgancio si aprivano,
liberandole; a quel punto il grappolo scendeva
inesorabilmente verso il suolo e gran parte dei piccoli
ordigni rimanevano inesplosi, grazie all'apposita
Italia Settentrionale, febbraio del 1945: alcuni campi
spoletta anti-disturbo, che ritardava la detonazione
agricoli attorno alla strada provinciale di un piccolo
fino al momento in cui sarebbero stati soggetti a
centro dell'Emilia sono infestati da strane bombe al
movimento,
grappolo di piccola mole: sono ordigni curiosi,
inediti,
in
un'appendice
quanto
l'esplosivo
metallica
al
cui
è
assicurato
limite
vi
è
proprio
come
delle
mine.
Il prezzo di questo esteso fenomeno, che vide alcune
ad
centinaia di migliaia di bombe a farfalla seminate in
un
pochi mesi, fu pagato ovviamente in massima parte
particolare dispositivo con delle alette, la cui
14
dai
civili,
soprattutto
contadini
e
bambini.
insonni, i mal di testa; c'è riscatto e orgoglio, ci sono
io, le persone a me care, oltreché i volti e gli
Quella che ho deciso di raccontare è una storia che
insegnamenti
non ha trovato spazio alcuno in questi 70 anni, dove
incontrato durante questo cammino. Ma c'è ancora
un inspiegabile silenzio ha reso inoltre possibile che
altro, molto altro. C'è il mio puro amore per la Storia,
sui volumi rivolti alla tematica si potesse sorvolare la
vissuta con passione, ma affrontata con la giusta
questione,
in
dose di scetticismo e razionalità, nell'inseguimento
considerazione l'idea di indagare, di cercare le carte,
della Verità, nella consapevolezza che Lei è come
posticipando agevolmente i primi usi della bomba a
una
senza
neanche
prendere
donna
della
splendida
bellissima,
gente
perfetta,
che
ho
irraggiungibile.
farfalla americana a partire dalla guerra di Corea.
Questo mentre in Italia tanti uomini e donne,
Chi segue le nostre vicende e legge La Voce
testimoni invece di questa tragedia, che ha visto
Irredentista
spesso lutti e mutilazioni tra i propri parenti e amici,
particolare, specie circa gli eventi della Seconda
non suscitavano evidentemente l'interesse che gli
Guerra Mondiale e di stampo militare e magari non si
spettava, dato che a livello editoriale i pochissimi
sorprenderà troppo di scoprire la strada lungo la
stralci di episodi inerenti sul tema, si trovavano solo
quale mi sono avviato; per me è stato tutto naturale,
su qualche racconto di storia locale, in mezzo a mille
come se l'avessi sempre fatto, ho vissuto tutto e lo
altri eventi cronologici estranei, rendendo evidente
vivo tutt'ora come una missione: dovevo raccontare
come mancasse anche l'interesse a studiare il
questa storia, non poteva rimanere nell'oblio, non
fenomeno
generale.
più. E così, anche dopo 70 anni, questa pagina è
In una lunga ricerca che ha visto l'uso di inediti
saltata fuori, è stata scritta, confermando una volta
documenti provenienti da archivi americani e italiani,
di più che prima o poi, anche nei tempi più
oltreché testimonianze civili e militari anche di parte
insospettabili, il corso degli eventi passati si rivela e
statunitense e cenni bibliografici, ricostruisco l'intera
trova i suoi strumenti per ristabilire quello che è
vicenda a 360°, non lasciando da parte nessun
stato.
in
un
contesto
avrà
notato
questo
mio
interesse
aspetto che al lettore potrebbe sfuggire, rispondendo
alle questioni sempre con obiettività e con documenti
Il libro, dopo una dettagliata descrizione tecnica
alla mano. Sono non a caso i fatti e le carte a fare da
della bomba e delle sue modalità d'uso, avvalendosi
solida base al volume, consacrando uno sforzo
di una solida base documentale, si compone di una
elevato che ha visto la mia volontà di fissare un
lunga e approfondita cronologia dei bombardamenti,
massiccio paletto a delimitare il limite raggiunto nel
dove le operazioni americane sono raccontate notte
terreno strappato all'oblio circa questa tematica, un
per notte, in ogni singola sortita svolta dagli
paletto ideale dietro cui mai più si potrà tornare.
apparecchi;
"Le micidiali bombe a farfalla sull'Italia" è per me
testimonianze
tante cose insieme: in questo lavoro c'è un mio
dando a chi legge una prospettiva ampia del
sogno personale, ci sono i sacrifici, il sudore, le notti
rapporto di causa-effetto.
15
il
tutto
è
documentali
arricchito
dalla
da
parte
varie
italiana,
Ovviamente questo esteso fenomeno comportò una
lunga opera di bonifica dei terreni interessati svolta
durante e dopo il conflitto, che non poteva mancare
dalla trattazione, svelando inoltre episodi inediti che
comportano una naturale domanda: siamo certi che
questo
capitolo
sia
del
tutto
chiuso?
La risposta il lettore la troverà nel volume, con la
consapevolezza e il bagaglio di conoscenze circa
questa storia che in esso può trarre.
(Le micidiali bombe a farfalla sull'Italia. Un oscuro
capitolo della seconda guerra mondiale, Sebastiano
Parisi, Macchione Pietro Editore, ottobre 2014, p.
338, euro 25, ISBN 978-88-6570-227-7).
16
Il pasticcio americano
di Maria Cipriano
giornalista
L’armistizio dell’8 settembre, di cui è ricorso il triste
né
fotografo
presente.
Fu
infatti
tassativamente proibito a chiunque di riprendere la
anniversario circa un mese fa, e intorno a cui sono
"mesta cerimonia" della resa dell’Italia.
stati versati fiumi d’inchiostro, personalmente non mi
Perché mai?
ha mai convinto. Tantomeno mi ha convinto il suo
L’aspetto più buffo –si fa per dire- di tutta la vicenda
preliminare del 3 settembre. Inoltre, anche la firma
della
sconfitta
dell’Italia
nella
seconda
guerra
mondiale, sta proprio nel fatto che della resa del
"ventre molle" d’Europa se ne parlò e se ne gridò in
lungo e in largo, per monti e per vallate, ma non si
vide mai nessuno che la firmava. Tantomeno i
fascisti, i quali brillarono per assenza non solo
durante le febbrili trattative fra tedeschi e americani
in Svizzera, ma vieppiù il 29 aprile ’45 nella Reggia di
Caserta, dove i tedeschi, con facce da funerale,
firmarono davanti agli anglo-americani la definitiva
cessazione delle ostilità in Italia anche per gli
inspiegabilmente assenti in camicia nera.
Detto in soldoni: dove sono i firmatari italiani delle
due rese incondizionate, quella del Regno d’Italia nel
’43 e quella della Repubblica Sociale Italiana nel ‘45?
Perché non compaiono? Perchè nessuno li fotografa,
nessuno li riprende con una cinepresa, nessuno li
immortala per la gioia perpetua dei vincitori e dei
conclusiva del cosiddetto armistizio lungo, il 29
cinegiornali d’oltreoceano? Mistero.
settembre, a bordo della corazzata Nelson a Malta,
In conclusione, stando alle fotografie, la resa
da parte di Badoglio, suscita varie perplessità, se
incondizionata dell’Italia risulterebbe firmata soltanto
non altro perché non vi è nessuna fotografia di rito
da un intimidito e teso generale Castellano (il quale
che ritrae lo storico evento nell’atto in cui si svolge.
probabilmente era un membro del SIM, e dunque
Gli anglo-americani avevano dimenticato le macchine
difficilmente avrebbe potuto firmare una cosa del
fotografiche e le cineprese a casa? Pare di sì. In
genere), che il 3 settembre, in gran segreto, nei
sostanza, non vi era nessun cineoperatore né
pressi di Siracusa, avrebbe siglato, lui per tutti, la
17
spiritosa trovata dell’armistizio corto, antefatto di
Roma all’alba del 9 settembre? Indro Montanelli e
quello lungo. L’unica fotografia che si possiede,
molti altri a seguire dissero che era per la paura dei
infatti, è la sua. Strano: proprio di una firma che
tedeschi. E se il Re aveva paura dei tedeschi (ma era
doveva rimaner segreta furono scattate le fotografie,
notorio che il Re Vittorio non aveva paura di
mentre delle altre che dovevano esser pubbliche,
nessuno), suo genero il Conte Calvi di Bergolo che il
non vi è traccia.
Re incaricò di rimanere a Roma, invece non ne
Confesso che già molti anni fa mi urtavano le
aveva? Chiaro che il Re temeva per la sua personale
continue ripetizioni di una versione trita e ritrita dei
incolumità e quella dei suoi fedeli. Egli aveva il
fatti la quale, nella sua claudicanza, s’aggiunge a
dovere di salvarsi e di salvare lo Stato e la Corona.
tutte le altre questioni controverse e irrisolte del
Ma da chi e da cosa? Chi veramente lo minacciava?
Ventennio fascista, che la storiografia si è ben
E chi, tra coloro che lo circondavano in quello stesso
guardata dal risolvere. La filastrocca dell’8 settembre
tragitto da Roma a Pescara, erano ancora i suoi
ormai la si conosce a memoria, ma gli storici e gli
fedeli e la pensavano come lui?
analisti, invece di approfondire, si sono sbracciati
Lasciando per il momento in sospeso la spinosa
lancia in resta a sottolineare che tutta la vicenda
questione, preciso che il riferimento all’8 settembre -
andava gestita non già come fu gestita, all’italiana,
quale che sia la verità-, mi dà solo lo spunto per
ma in ben altro modo sia verso gli anglo-americani
allargare il discorso a quella fenomenologia generale,
come verso i tedeschi, organizzando come si deve la
a tutt’oggi imperversante, che è la ridente furberia
difesa di Roma, fronteggiando con le armi i teutonici
americana che si cela dietro la facciata compunta dei
infuriati per il tradimento, favorendo l’avio-sbarco
protocolli e della difesa di una libertà e di una
dell’ex nemico diventato amico, dichiarando subito
democrazia che si sono dimostrate molto più
guerra a Berlino, come se fosse assodato che tutti
teoriche che reali. Ebbene, la furbizia non è detto
avessero sposato e dovessero sposare la causa
s’accompagni all’intelligenza. Anzi, quasi sempre il
antifascista prona e genuflessa agli anglo-americani,
furbo crede di poterne fare a meno. E però, dovendo
la quale prevedeva non solo la completa resa ai
misurarsi con chi non ha né l’una né l’altra, può
medesimi, bensì anche il rovesciamento del fronte.
essere più che bastante.
A nessuno è mai saltato in mente che il Re (e
Mi spiego meglio.
qualche altro assieme a lui) non aveva nessuna
Senza l’intelligenza, la furbizia prima o poi finisce per
intenzione di capitolare, e tantomeno di servire gli
combinare disastri e ritorcersi contro la volpe che
angloamericani, apparecchiando ad essi la strada
l’ha praticata. A meno che non si abbia a che fare
verso Roma? A nessuno è mai passato per la testa
con dei babbei. Lungi da me il dire che gli italiani di
che Sua Maestà intendesse firmare una pace equa e
ieri e di oggi –o gli europei in generale- lo siano.
onorevole e non certo una resa incondizionata?
Fatto sta che la "furberia" americana è ormai
Qualcuno è riuscito a spiegare perché mai il Sovrano,
diventata un’industria tentacolare su vasta scala, con
dopo una notte agitata trascorsa asserragliato dentro
tanto di marketing, addetti alle public relations,
il superprotetto Ministero della Guerra, sia fuggito da
manager, opinion makers, finanziatori, supporters, e
18
perfino ong (organizzazioni non governative). Essa
superpotenza che non sa fare il suo mestiere, se
ha ormai prevaricato l’industria cinematografica.
disgiunta dall’intelligenza, è destinata a ritorcersi
E che cosa produce questa grandiosa industria?
contro chi l’ha messa in atto.
Produce tutto ciò che serve a far abboccare all’amo
Eclatanti disastri, non a caso, stanno davanti ai
dei suoi interessi, dei suoi utili e delle sue mire in
nostri occhi: uno l’abbiamo alle porte di casa e si
costante
chiama Libia, dove la "Tripoli bel suol d’amore" s’è
lievitazione:
espansionistiche,
militari,
economiche, politiche, ideologiche.
tramutata in un cimitero. Ma dovunque ti giri è un
Gli Italiani, esausti della guerra, ci cascarono nel
disastro: forse che la rottura dei rapporti con la
1943. Cascarono nel tranello dei volantini lanciati dal
Russia è una bella notizia? Anche le donne-fantasma
cielo, dei sorrisi, delle caramelle, del bel faccione
che nell’Occidente di Einstein, di Leonardo e di
simpatico del generale Eisenhower, del nuovo
Voltaire ti appaiono col burqa indosso senza che
mondo a stelle e strisce, ricco, moderno e ben
nessuno ci trovi da ridire, fanno parte del disastro
armato. E, quel che è peggio, cascarono nel tranello
generale. Di simili disastri non se ne contavano, in
dell’armistizio intorno a cui l’intelligence americana
verità, fin dai tempi di Hitler, quando qualcuno era
elucubrava da tempo.
costretto ad andare in giro con la stella gialla cucita
Oggi, l’industria si è allargata, si è specializzata, è
sul petto, anticamera dei lager.
diventata sovranazionale, ha messo le ali, s’è
Se gli Usa pensano di fondare le loro prossime
autoinvestita
e
fortune sopra un’Europa vassalla ridotta a minareto,
totalitaria, al punto che, volendo strafare, ha finito
hanno sbagliato i loro calcoli. Se credono che
per scavalcare gli interessi del suo Paese d’origine, e
l’alleanza sempre più stretta con la potente ma
i cittadini americani –per quel che contano- se ne
decrepita monarchia Saudita, ansiosa di perpetuarsi,
sono accorti, e riporranno Obama nel dimenticatoio
espandere la sua influenza e investire il suo danaro,
dei peggiori Presidenti che l’America abbia mai
sia loro utile, facciano pure, ma i nodi arriveranno al
avuto. In quanto a noi Italiani, siamo divisi in due
pettine, e saranno tutti dolorosi. Il passo falso
tronconi come nel 1943: chi non ha capito niente o
compiuto
fa finta di non aver capito, e chi ha capito e intuito
inimicarsi la Russia le si ritorcerà fatalmente contro a
qualcosa, ma si dibatte senza costrutto come
tutto vantaggio dei potentati arabi. In poche parole,
Gertrude nel chiostro. Un chiostro che si chiama
un
Europa. Un’Europa socio di minoranza dell’industria
l’anticamera dello sfacelo planetario da cui nessuno
di cui sopra, la quale industria dispensa onori, soldi e
si salverà, neanche i banchieri, e in definitiva
prebende a chi meglio e con più zelo collabora, e
nemmeno gli Arabi. L’Inghilterra forse l’ha capito, ma
viceversa punisce, minaccia, scomunica e bombarda
non può più tirarsi indietro, perché, come Israele, è
chi si rifiuta di collaborare, o si ribella dopo aver
semplicemente al traino degli Usa, che possono
collaborato.
porre in essere ritorsioni anche verso i due ormai
Non tutti dunque ci cascano. C’è anche chi capisce
datati alleati-complici che adesso però servono molto
qualcosa.
meno, e sono stati esautorati dall’Arabia Saudita e gli
di
Per
una
questo,
missione
la
mondialista
furberia
di
una
19
dall’America
Occidente
di
indebolito
indebolire
è
l’Europa
e
semplicemente
Emirati, provvisti di ben altre risorse finanziarie e
demografiche, e al cui interno il dissenso politico è
inesistente.
C’è chi asserisce che lo scopo finale di tutto questo
marchingegno sia proprio quello di mandare a carte
e quarantotto l’Europa e il mondo, giacché siamo in
troppi e mancano le risorse, e dunque di far
rimanere
in
vita
soltanto
una
ricchissima
e
potentissima élite sovranazionale che comanderebbe
i servi multietnici che obbediscono. Non lo so, mi
pare francamente esagerato e irrealizzabile, e però
non c’è limite alla follia, perché non c’è limite alla
sete di potere e di danaro. Ma chi troppo vuole nulla
stringe, si sa.
Concludendo, dico che, ora come ora, per tranquillità
mia e dei lettori, preferisco credere che per davvero
gli Usa, colti di sorpresa e in buona fede, stiano
cucendo una vasta coalizione di Stati, arabi e non
arabi, per combattere l’idra del momento: il novello
Califfato islamico. Lo preferisco non già per ingenuità
mia, ma perché lo spero per gli USA medesimi. Il
loro prestigio e credibilità, infatti, sono sotto le suole,
e, se continua così, con tante mine vaganti in giro, la
volpe rischia d’incappare in una tagliola. A tirar
troppo la corda, infatti, si rischia di fare la fine
dell’uomo di Berlino tanto deprecato, dal momento
che la Storia è piena di trabocchetti imprevisti, di
fronte a cui non c’è assolutamente furbizia che
tenga.
20
Contro i traditori
21
La seconda redenzione di Trieste
Zona B. L’unico commento che ci sentiamo di
Il 26 Ottobre ricorre il 60° Anniversario della
da
apporre a questa immagine è riportare una frase
commemorare per la sua duplice rilevanza: il ritorno
divenuta ormai celebre sull’argomento: “26 Ottobre
della Zona A del mai nato TLT all’Italia (già stabilità il
1954. Festa a Trieste, lacrime in Istria”.
seconda
redenzione
di
Trieste.
Evento
5 ottobre, come si legge in foto) e la perdita della
22
La serpe in seno: la Legione Croata
II parte
di Domenico Verta
Allo
scoppio
grande Guerra era caduta sotto l’influenza francese,
della
Seconda
tranne
Guerra
la
Grecia
che
era
tutelata
in
pratica
l’Italia
dall’Inghilterra e l’Albania, sfera d’influenza italiana).
che la Iugoslavia si
Con una serie di trattati e di matrimoni di Principesse
dichiararono
neutrali
sabaude, l’Italia ottenne il pieno appoggio nell’area
(o meglio l’Italia optò
dell’Ungheria (governata dall’ Ammiraglio Horthy) e
per
“non
della Bulgaria di Re Boris; amica dell’Italia divenne
belligeranza”). L’Italia
pure la Romania mentre l’Albania venne unita allo
optò
Stato
Mondiale
sia
la
per
la
non
fascista
nel
1939;
a
partire
dal
1936
belligeranza in quanto,
migliorarono inoltre anche i rapporti con la Grecia,
pur
alleata
governata da quell’anno dal dittatore Metaxas che
della Germania, intendeva esser certa di scorgere
per certi versi si ispirava al Fascismo italiano pur
chiaramente
mantenendo la tradizionale politica filobritannica. In
i
vincitori
essendo
del
conflitto
od
questa situazione i nazionalisti croati alzavano
anglofrancesi) per affiancarvisi e soddisfare le
sempre più la cresta. Come dicevo nella prima parte,
proprie aspirazioni al tavolo della pace; inoltre
i nazionalisti croati ebbero negli anni ’30 l’appoggio
questa scelta fu dovuta ad una non adeguata
ufficioso di Mussolini (oltre che di Hitler e di Horthy).
robustezza del nostro apparato militare (salvo
Il perché è facilmente spiegabile: tra i due conflitti
luminose
era
mondiali tra Italia ed SHS intercorse una “guerra
appena uscita dalla Guerra di Spagna che ci aveva
fredda” ante litteram alternata da alcuni momenti di
portato via
migliaia di morti, assorbito risorse
bonaccia. La Iugoslavia (che aveva mantenuto
finanziarie e logorato l’Esercito); la Iugoslavia scelse
l’alleanza con la Francia) foraggiava qualche banda
la neutralità per via degli spossanti conflitti interni
di terroristi (quelle del TIGR) in Venezia Giulia senza
che la indebolivano continuamente e perché in
ottenere alcunché mentre l’Italia appoggiava gli
pratica era circondata da nazioni più o meno
indipendentisti macedoni (versando loro 44 milioni di
velatamente ostili (salvo la Grecia). Sul finire degli
lire) e quelli croati, tra i quali primeggiavano gli
anni ’20 l’Italia infatti aveva soppiantato la Francia
ustascia di Ante Pavelic che ebbero finanziamenti e
nell’egemonia dell’area balcanica (che dopo la
campi d’addestramento nel nostro Paese. L’Italia
(machiavellicamente
eccezioni)
fossero
ed
essi
tedeschi
economico (l’Italia
alimentò così le forze centrifughe in Iugoslavia per
far sì che l’SHS si disgregasse e Roma potesse
23
annetterne una parte: tuttavia il Regno Slavo
formazioni irregolari di nazionalisti “iugoslavisti” di
Meridionale tenne sino al 1941 sia pur in precarie
sconfinare oltre la frontiera con l’Italia e di attuare
condizioni. Il soffiar sulle braci dei vari nazionalismi
delle
da parte di Mussolini era dovuto inoltre ai tracotanti
annullate però dalla nostra Guardia alla Frontiera, da
e velleitari propositi espansionistici che l’SHS aveva
truppe del Regio Esercito di stanza in Venezia Giulia
adottato sin dal 1918. Obiettivo degli italiani era la
o dalla Milizia. Questi sconfinamenti ingiustificati
Dalmazia, che stava a tutti a cuore in quanto terra
erano inaccettabili dal punto di vista del diritto
irredenta; alcuni, però, volevano andare più oltre in
internazionale
un chiaro disegno imperialistico cioè reclamando il
proporzioni) alle scorribande che solevano compiere i
protettorato
di
Ras abissini dell’Ogaden nella nostra colonia di
Lubiana. Fu quest’ultima tendenza a prevalere
Somalia col placet del Negus. L’Italia reagì a questi
quando le forze dell’Asse attaccarono il Paese. Nel
atti in modo deciso ma equilibrato; tuttavia per i
’39 però nessuno in Italia voleva una guerra con la
cattedratici di casa nostra è sempre il “fassismo” ad
Iugoslavia, semmai tanti speravano in un suo crollo
aggredire e ad invadere. I nazionalisti croati semmai,
per torbidi interni di cui l’Italia avrebbe approfittato
a partire dallo scoppio della guerra, invocavano
in qualche modo. I nazionalisti croati per avere
l’intervento dell’Italia, ossia un attacco italiano
l’appoggio italiano avevano rinunziato alle pretese
all’SHS. É sconcertante in questo senso un appello
sulla Venezia Giulia (ma in segreto continuavano a
(passato regolarmente agli atti e pubblicato nella
sognare la frontiera del Tagliamento) e Pavelic aveva
raccolta “Documenti Diplomatici Italiani” nel 1960)
modellato i suoi ustascia sul modello delle CCNN.
scritto e sottoscritto a Zagabria il 10 giugno 1940 dai
Una
membri (66) del Comitato Nazionale Croato per la
certa
sul
Montenegro
retorica
o
antifascista
l’annessione
ha
preteso (e
piccole
puntate
e
paragonabili
Ripristinamento
le
dello
dovute
Redenzione
“male assoluto” nell’annosa questione adriatica e al
Indipendente Croato ed inviato al nostro Ministro
contrario il “bene” nella Iugoslavia prima regia e poi
degli Esteri, Galeazzo Ciano. 10 giugno 1940: il
comunista: in realtà però le cose non stanno così.
giorno della nostra entrata in guerra contro la
Malgrado i reciproci “colpi” della piccola (ma non
Francia e l’ Inghilterra. Mussolini forse neanche
tanto) “guerra fredda”, l’Italia rispettò sempre le
aveva finito di parlare dal balcone di Palazzo Venezia
frontiere di SHS stabilite dai Trattati di Saint–
e i croati chiedevano a gran voce d’essere invasi!
Germain (1919), Rapallo (1920) e Roma (1924) e
Non mancano nel documento frasi ossequiose verso
l’attaccò solo nel 1941 quando un’azione contro
il Fascismo e professioni di devozione verso l’ Italia
Belgrado venne decisa da tutte le potenze dell’Asse
e, si badi, non erano pochi fanatici a pronunziarle ma
(cioè assieme a tedeschi, ungheresi, bulgari e
i rappresentanti di un Comitato Nazionale che
romeni e tenendo presente che furono i tedeschi a
parlava a nome di un intero popolo (sarebbe
volere l’attacco alla Iugoslavia ed essi invasero per
interessante vedere a questo proposito i nomi dei
primi il Paese); la Iugoslavia invece non si limitò ai
firmatari, ma il documento non li riporta). I nostri
“colpi” di cui dicevo ma negli anni
consoli ubicati nelle principali città iugoslave parlano
24
il
(con
prontamente
pretende ancora) di individuare nell’Italia fascista il
’20 consentì a
ed
offensive
Stato
in aggiunta di sloveni favorevoli ad un’influenza
I tedeschi pretendevano che l’SHS aderisse al
italiana e di croati favorevoli ad una tedesca in
Tripartito
alternativa alla detestata egemonia serba. Mussolini
esortavano invece gli iugoslavi a resistere alle
al
affermò
minacce naziste facendo loro grandi promesse (alla
comunque che la Iugoslavia non aveva nulla da
Iugoslavia venne promessa la Venezia Giulia dopo la
temere dall’Italia. Il Reggente Paolo, di sentimenti
vittoria sull’Asse). Il Reggente si mostrò incerto
filo britannici, ed il Governo adottarono dal canto
ribadendo però la neutralità del suo Paese. Paolo
loro la linea della neutralità assoluta. Nel Paese i
incontrò più volte i tedeschi ed anche Hitler in
serbi erano a favore del mantenimento della
persona, senza riuscire però a far desistere i nazisti.
Federazione (e questo perché vi giocavano un ruolo
Alla fine decise di cedere e la Iugoslavia aderì al
egemone) ed erano a favore delle democrazie
Patto Tripartito il 25 marzo del ’41 in occasione di un
occidentali; croati, sloveni, macedoni e parte dei
incontro con il Fuhrer a Vienna. Quest’ultimo decise
montenegrini invece volevano l’indipendenza dei
di fare delle concessioni agli iugoslavi rispetto al
rispettivi Paesi e parteggiavano per l’Asse. Va detto
trattato originale. Venne infatti stabilito che le
che
potenze
momento
fuori
dai
dell’interevento
territori
serbi
italiano
in
pochi
però
minacciando
dell’Asse
un’invasione;
avrebbero
gli
inglesi
rispettato in ogni
approvavano la Federazione. La Iugoslavia confermò
momento l’integrità e la sovranità del Paese, che la
più volte la sua neutralità rifiutandosi ad esempio di
Iugoslavia non sarebbe stata coinvolta in guerra e
aderire al Patto Tripartito nel settembre del 1940
che non le sarebbe stato richiesto il transito di
malgrado vi avessero aderito tutti gli Stati balcanici
truppe dell’Asse nel suo territorio. L’adesione della
ad eccezione della Grecia. Ai principi del 1941 SHS si
Iugoslavia al Patto venne salutata con entusiasmo in
trovò avvolta dalla guerra: a nord e ad ovest vi
Croazia, ma non in Serbia. I serbi insorsero contro
erano le belligeranti
Italia e Germania, a sud gli
quell’adesione, il Consiglio della Reggenza sconfessò
italiani combattevano con i greci e ad est i tedeschi
Paolo che venne arrestato e l’esercito si schierò con
avevano trasferito numerose divisioni in Ungheria,
gli insorti; il Governo guidato dal generale Dusan
Romania, Bulgaria. A dire il vero Hitler aveva di fatto
Simovic denunziò il Patto e la Iugoslavia, tra il
occupato quelle nazioni non per aggredire la
tripudio dei serbi, si ritirò dal Tripartito. Gli inglesi
Iugoslavia
dell’Operazione
encomiarono la scelta di Simovic mentre Hitler ebbe
Barbarossa ossia dell’attacco all’URSS previsto per la
uno degli accessi di ira peggiori della sua vita ed
primavera del ’41 ma poi slittato a giugno e per via
ordinò di distruggere la Iugoslavia. Il 28 marzo
del ritiro iugoslavo dal Tripartito e perché i tedeschi
venne incoronato, quale nuovo Re, Pietro II che
dovettero aiutarci a sconfiggere i greci. Gli iugoslavi
avallò la neutralità filoinglese. Intanto Hitler aveva
pensavano però che quelle truppe fossero pronte ad
già deciso di punire il “tradimento” iugoslavo e il 6
aggredirli. Nel febbraio del ’41 il Reggente e il suo
aprile
Governo furono sempre più preda di complotti, le
bombardando Belgrado con l’aviazione ed in seguito
tensioni intestine si acuirono ed emissari tedeschi e
invadendo l’SHS per terra col concorso italiano,
inglesi giungevano sempre più numerosi a Belgrado.
ungherese, romeno e bulgaro. Il 17 la Iugoslavia
ma
in
previsione
25
attaccò
il
Paese
(Operazione
Castigo)
cedette alla potenza degli invasori, l’esercito si
sbandò e il Re fuggì in Grecia. Il vecchio Regno
venne smembrato: la Germania si annetté il nord
sloveno e pose il suo controllo sulla Serbia centrale;
l’Italia incamerò Lubiana e gran parte della Slovenia,
i territori della Carniola immediatamente a est
dell’Eneo, la Dalmazia settentrionale e le Bocche di
Cattaro mentre all’Albania vennero unite il Kosovo e
la Macedonia occidentale; l’Ungheria ottenne la
Voivodina e l’Oltremura, gran parte della Macedonia
la Bulgaria. Il Montenegro tornò indipendente sotto il
protettorato italiano. In questo contesto sorse lo
Stato Indipendente Croato.
[Continua]
26
Appello del Comitato Nazionale Croato
desiderarne un'azione militare che li affrancasse
Croati smascherati. Crollano le menzogne di decenni
dalla Jugoslavia. Perchè nel 1940 i croati definivano i
di propaganda titina e poi nazionalista circa l'
fascisti italiani dei liberatori mentre nel 1945 li
aggressione
Questo
definivano degli aggressori? Perchè i compatrioti di
documento prova che nel giugno del 1940 i croati
Tito chiamarono in casa propria i soldati di Mussolini
anelavano ad un intervento armato italiano nel loro
se pure erano tanto malvagi come sosteneva il
Paese che li sottraesse all'egemonia di Belgrado e
dittatore iugoslavo?
italiana
alla
Jugoslavia.
che considerassero loro liberatrice l'Italia tanto da
Per una visualizzazione ottimale cliccare
27
QUI.
Renzi e il Lago di Tiberiade
di Maria Cipriano
Italia e registrati purtroppo all’anagrafe, di italiano
Dico la verità, non sono mai riuscita a seguire
non dimostrano praticamente nulla?
dall’inizio alla fine un discorso di Matteo Renzi.
Matteo Renzi è un americano mancato. Egli è il
Si tratta di discorsi sereni e rasserenanti, coloriti,
classico figlio dell’armistizio dell’8 settembre, il tipico
fluenti, variamente campati in aria, strani, fantasiosi
ragazzo cresciuto nel mito d’oltreoceano, tutto
e fastidiosi, che varrebbe la pena di ascoltare, se
pervaso di “liberazione antifascista” e di soldati
non altro per rendersi conto….di dove sono andati a
americani morti per la nostra libertà che dobbiamo
finire 3000 anni di storia grandiosa e illustre
ringraziare, permeato di un artificioso ottimismo
dell’Italia.
vanesio made in USA, sospinto da un servilismo
cocciuto e ridente di cui nemmeno s’avvede, non
foss’altro perché detto servilismo è ormai arrivato
alla terza generazione. E dunque appartiene alla
schiera di coloro che, invece d’aver riflettuto
criticamente sui fatti e aver maturato, almeno
virtualmente, una volontà di riscatto nazionale, ha
accettato
questi
fatti
per
come
gli
venivano
Però un giorno che ero a letto malata, non avendo
presentati, e dunque ha finito per credere a cose alle
altro da fare, ho cliccato sulla sua pagina facebook,
quali ormai non crede più nessuno. Il peggio è che
intasato da migliaia di commenti –per lo più insulti-,
sta
alla ricerca di un suo discorso da seguire per intero.
generazione del padrone d’oltreoceano, il quale, per i
E l’ho trovato: quello del ritorno dal recente viaggio
capricci della sua casta, ha stravolto l’equilibrio
in America. Un discorsino breve di neanche cinque
geopolitico mondiale portandoci sull’orlo di una terza
minuti, pronunciato in aereo, sulla strada del ritorno,
guerra mondiale. Ma Renzi sorride beato, scherza,
appunto. E una prima domanda mi ha assalito: ma
sembra che si diverta: e ubbidisce. Né lo smuovono
perché è tornato? Perché non è rimasto colà? Con il
l’evidenza contraria, la logica contraria, i fatti
Presidente Obama, con la Clinton, con Kerry, con
contrari, e la contraria opinione di gran parte degli
Marchionne, e con tutta la sfilza di americani
italiani: dico la gran parte, dal momento che la sua
travestiti da italiani, i quali, nati loro malgrado in
pagina facebook pullula di scherni e improperi, per
dando
attuazione
agli
ordini
di
ultima
cui o i votanti del PD sono schizofrenici e mattarelli,
oppure hanno cambiato idea proprio in questi giorni.
28
Ebbene, cosa dice Renzi nel suo discorso del ritorno,
quest’ottica,
che vuol essere un sunto del viaggio americano?
trasmigrazione della Fiat oltreoceano e la sua unione
Con quel suo fare gradevole, simpatico, educato e
alla Chrysler come un successo, asserendo che
alla mano, egli cerca di vendere l’invendibile: cioè
entrambe le industrie stavano fallendo. E allora
che tutto va bene, anzi, a gonfie vele. Addirittura, il
come mai, piuttosto, non è venuta la Chrysler in
futuro dell’Italia sarà meglio del passato. Ma i
Italia? La risposta mi pare ovvia.
contenuti tradiscono la maschera, e l’impressione
Ma l’esultanza di Renzi raggiunge l’apice quando
urtante che se ne ha è quella di una campana
parla dell’Onu, che ormai a detta di tutti, perfino
stonata e falsa, dal momento che i fatti sono davanti
della presidente dell’Argentina Cristina Kirchner, che
agli occhi di tutti e parlano da soli. I fatti sono come
in un suo recente discorso davanti a quell’Assemblea
i numeri: esatti. Come reagireste del resto di fronte
ha avuto il coraggio di dire apertamente quel che
a uno che esalta la Silicon Valley come fosse nostra?
pensava, è semplicemente una longa manus degli
La Silicon Valley è americana, e se ci lavorano tanti
Usa. Ebbene no: per Renzi l’Onu è la quintessenza
italiani, beh, sarebbe meglio lavorassero in Italia e
della giustizia, della pace e della speranza per milioni
per l’Italia. Ma Renzi sprizza gioia nel riferire le
di diseredati e oppressi di tutto il pianeta. A questo
prodezze degli italiani in America, i quali hanno
proposito, egli conchiude il discorso con il gran finale
emigrato o per disperazione o per interesse o per
buonista-francescano dell’accoglienza ai migranti –
filoamericanismo congenito.
che non poteva mancare-, presentandola come
E infatti molti di loro, a cominciare da Faggin, il
un’obbligazione trascendentale e moral-sentimentale
celebre inventore del microchip -che lavora appunto
dalla quale l’Italia e gli Italiani giammai potranno
nella Silicon Valley-, hanno preso da tempo la
esimersi. L’ha ordinato Dio? No. Ma Renzi, da buon
cittadinanza
e
catto-comunista-europeista-mondialista doveva pur
contenti, nella parziale o totale smemoratezza
dare una spolverata religiosa a ciò che per tutti gli
dell’Italia da cui hanno ricevuto se non altro
italiani degni di questo nome è ormai diventato un
l’istruzione che ha loro permesso di emergere.
incubo, una minaccia e una dannazione. E allora
Prendere la cittadinanza di un altro paese significa
cosa fa? Cosa inventa? Cosa tira fuori dal cilindro?
diventare parte di quel paese, significa cambiare
Tira fuori una frase del famoso antifascista cattolico
nazionalità, diventare qualcun altro. Io non entro nel
visionario
merito delle decisioni altrui, ma non mi si venga a
un’immagine evocativa di Cristo e delle Scritture:
dire che ciò torna a lustro dell’Italia, perché è proprio
nientemeno il lago di Tiberiade di cui il Mediterraneo
l’esatto opposto. Però Renzi appartiene al novero di
non sarebbe che il modesto, umile e poetico
coloro che hanno il cuore in America e per i quali,
prolungamento.
dunque, è normale considerare l’Italia un’appendice
Senti, senti. Prodigi della nuova geografia.
di questa e normalissimo cambiare cittadinanza
Avete capito, Italiani? Il Mediterraneo è nientemeno
come si cambia un vestito, nonchè lodevole e
una derivazione del lago di Tiberiade, un tutt’uno
onorevole
americana
diventare,
da
e
vivono
italiani,
colà
felici
americani.
In
29
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che
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Altro
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sponda
dei
E la Spinelli e tutta la sinistra, con Renzi in testa, ne
guerrafondai fascisti!
hanno da vendere.
Una volta si entrava in convento per vocazione, si
prendevano i voti per dedicarsi volontariamente alla
vita monastica e claustrale con tutto ciò che ne
conseguiva. Adesso, non ce n’è più bisogno. Siete
tutti avocati al sacerdozio senza volerlo. Siete tutti
chiamati alle delizie del chiostro contro la vostra
volontà. Avevamo il lago di Tiberiade sotto casa e
non lo sapevamo. Non lo sapevano i nostri Avi postRomani, e, prima che ce lo rivelasse Renzi, non lo
sapevamo neanche noi. Riponete dunque le spade,
riempite i granai, e affacciatevi alla finestra ridenti e
frementi a scrutare l’orizzonte in cui, accompagnati
dai nuovi apostoli, giungeranno direttamente da
Tiberiade i desiati migranti, a botte di migliaia al
giorno.
Ah, e mi raccomando. Se per caso vi schiaffeggiano
sulla guancia destra, porgete la sinistra. Non fate
come quell’imprenditore che ha ammazzato il ladro
che gli è entrato in casa e sta scontando sei anni di
galera. Se per caso vi ammalate di scabbia o tbc,
prendetela con cristiana rassegnazione, come una
benedizione dal cielo.
Già che ci siete, poi, cambiate anche il nome a quel
mare della discordia, chiamatelo direttamente Mar di
Tiberiade, e cambiate nome anche a voi stessi. Non
avete sentito ciò che ha detto Barbara Spinelli,
deputata europea dell’ennesimo inutile partitucolo di
sinistra? “Dichiararsi italiani nel 2014 è da cafoni”
(SIC!!!).
Poprio così, cari connazionali: non è solo una
questione religiosa e morale, di meritarsi o meno il
paradiso. E’ anche e soprattutto una questione di
stile.
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L’Ardito si diverte
di Domenico Verta
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