Lucidi psicosi

HARROW, CARONE e WERSTERMEYER (1985)
Studio di follow-up di 34 persone affette da deliri
1
JOHNSTONE (1991)
Studio di follow-up di 500 persone
con diagnosi di schizofrenia
2
CURSON (1985)
Studio di follow-up di 40 pazienti schizofrenici
dopo sette anni dal primo ricovero ospedaliero
3
TASSI DI SUICIDIO E TENTATO SUICIDIO
4
RECIDIVE A PREVALENZA DI
SINDROMI DEPRESSIVE GRAVI
5
Pazienti che possono avere
un episodio depressivo
nei tre anni successivi alla
diagnosi di schizofrenia
JOHNSON (1981)
Pazienti con psicosi che
vanno incontro a panico
o ad altri disturbi d’ansia
SIRIS (1991)
MOOREY e SONI (1994)
6
Assumere con continuità neurolettici riduce
il rischio di recidiva di circa il 50% in
un periodo di due anni
7
Pazienti che assumono
neurolettici con
possibilità di ricadute
nei DUE ANNI
successivi alla diagnosi
Pazienti che assumono
neurolettici con
possibilità di ricadute
nei CINQUE ANNI
successivi alla diagnosi
8
Pazienti con sindrome schizofrenica con
segni di disabilità sociale da moderati a gravi
(JOHNSON 1991)
9
(WING 1983)
Presenza di una menomazione cronica
(deficit neurofisiologici – cognitivi)
Sintomi psicotici positivi
Circostanze sociali sfavorevoli
Atteggiamenti negativi verso sé stessi
ed il proprio futuro
10
(ZUBIN e SPRING 1977 – STRAUSS e CARPENTER 1981
NUECHTERLEIN 1987 – CIOMPI 1988)
DIPENDONO DALLE INTERAZIONI TRA FATTORI:
BIOLOGICI
PSICOLOGICI
SOCIALI
11
SINDROMI PSICOTICHE:
PSICOSI ORGANICHE (che originano da evidenti
cause organiche)
PSICOSI FUNZIONALI (delle quali non è
possibile identificare la causa)
12
PSICOSI FUNZIONALI:
(Kraepelin 1919 e Bleuler 1911)
SCHIZOFRENIA (allucinazioni e deliri bizzarri
caratteristici)
DISTURBI AFFETTIVI (mania e psicosi depressiva)
SINDROMI DELIRANTI (convinzioni deliranti
in particolare di tipo paranoideo)
13
AIUTANO A CAPIRE COME
FATTORI :
BIOLOGICI
PSICOLOGICI
SOCIALI
POSSANO INTERAGIRE
NEI DISTURBI PSICOTICI
14
(STRAUSS e CARPENTER 1981)
FATTORI CHE POSSONO AUMENTARE LA
SUSCETTIBILITA’ ALLA SCHIZOFRENIA
FATTORI
CONGENITI
- PATRIMONIO GENETICO
- AMBIENTE INTRAUTERINO
- TRAUMI ALLA NASCITA
15
(NEUECHTERLEIN 1987)
MARKER
DI
V U L N E R A B I L I T A’:
- CARENZE NELLE ABILITA’ SOCIALI
- CARATTERISTICHE SCHIZOTIPICHE DI PERSONALITA’
- DEFICIT NEUROFISIOLOGICO – COGNITIVI
- SEGNI FISICI ASPECIFICI DI DANNO NEUROLOGICO
- SEGNI DI INSTABILITA’ DEL SISTEMA NERVOSO
AUTONOMO
16
17
(STRAUSS e CARPENTER 1981)
FATTORI
SCATENANTI
BIOLOGICO (es. droghe)
eventi importanti di vita
PSICOLOGICO
situazioni di stress cronico
gravi preoccupazioni
esistenziali
18
(STRAUSS e CARPENTER 1981)
FATTORI CHE CONTRIBUISCONO
ALLO STABILIRSI DELLA
SINDROME CRONICA
FATTORI DI INSORGENZA
MINACCE ALL’AUTOSTIMA
INCAPACITA’ A MANTENERE RAPPORTI SOCIALI
SCARSO SOSTEGNO E OSTILITA’
DELL’AMBIENTE SOCIALE
19
20
RIDUZIONE
DEI
FATTORI
AMBIENTALI
NEGATIVI COME GLI EVENTI STRESSANTI
E LE CRITICHE RIPETUTE (efficace nel ridurre
Il rischio di recidiva)
MIGLIORAMENTO DELLE
COPING DEL PAZIENTE
MODALITA’
DI
21
LE STRATEGIE DI TIPO COMPORTAMENTALE
SI SONO DIMOSTRATE SUPERIORI A:
modalità di intervento tradizionali
(ricovero e follow-up territoriale)
trattamento neurolettico e colloqui
con lo psichiatra
psicoterapia psicodinamica
22
TRE TIPI DI REAZIONE PSICOLOGICA
AL DISTURBO PSICOTICO
negazione e mancanza di coscienza
di malattia
rassegnazione e immedesimazione nel
ruolo di paziente mentale cronico
accettazione costruttiva
23
IDENTIFICAZIONE DEI SINTOMI PSICOTICI
?
?
Sintomi positivi (deliri, allucinazioni, disturbi
del pensiero ecc. )
Sintomi negativi (ritiro sociale, povertà
di linguaggio)
24
IDENTIFICAZIONE DEI SINTOMI PSICOTICI
?
?
?
Distorsione della realtà (deliri e allucinazioni )
Sintomi negativi (ritiro sociale, povertà
di linguaggio)
Disorganizzazione (disturbi del pensiero e
della parola, incoerenza affettiva)
25
LE TEORIE COGNITIVO – NEUROPSICOLOGICHE
FORNISCONO UNA BASE PER CAPIRE MEGLIO
COME UN DANNO BIOLOGICO POSSA DAR
LUOGO AD ESPERIENZE PSICOTICHE
26
IL MODELLO DI FRITH (1987)
SOSTIENE CHE L’INCAPACITÀ DI DISTINGUERE
TRA AZIONI CHE DERIVANO DA STIMOLI ESTERNI
E QUELLE CHE DERIVANO DA PROPRIE VOLIZIONI
DIPENDE DA UNA LESIONE DEI CIRCUITI
NEURONALI CHE REGOLANO E CONTROLLANO
LE AZIONI
27
IL MODELLO DI HEMSLEY (1986 - 1993)
SOSTIENE CHE NELLA SCHIZOFRENIA
RISULTA DANNEGGIATA LA RAPIDA
E AUTOMATICA VALUTAZIONE DEL
SIGNIFICATO O DELLA MANCANZA
DI SIGNIFICATO DEGLI STIMOLI
ESTERNI
28
LE TEORIE SULL’AFFETTIVITA’ E LE PSICOSI
SONO PRINCIPALMENTE DI DUE TIPI:
°
°
LE EMOZIONI NEGATIVE (es. depressione o ansia)
POSSONO ORIGINARE COME CONSEGUENZA
DELLE ESPERIENZE PSICOTICHE
LA COMPARSA DI CERTI TIPI DI SINTOMI
PSICOTICI (deliri paranoidei e di grandezza,
Alcuni tipi di voci) PUO’ ESSERE FAVORITA
29
DA DISTURBI AFFETTIVI
LA DEPRESSIONE COME
ESPERIENZE PSICOTICHE
REAZIONE
ALLE
DELIRI DI PERSECUZIONE COME CONSEGUENZA
DI PROBLEMI AFFETTIVI
DELIRI DI GRANDEZZA E DIFESA MANIACALE
SIGNIFICATO E
SULLE VOCI
VALORE
DELLE
CONVINZIONI
30
SOMIGLIANZE E DIFFERENZE DELLA TERAPIA
COGNITIVO – COMPORTAMENTALE DELLE PSICOSI
E DI ALTRI DISTURBI PSICHIATRICI
ETEROGENEITA’ DEI PROBLEMI
PRESENZA DI DEFICIT COGNITIVI
ELEVATA SENSIBILITA’ EMOTIVA
MANCANZA DI FIDUCIA NEL TERAPEUTA
IDEE DELIRANTI RADICATE
31
IL MODELLO COGNITIVO DELLE PSICOSI
MAGGIORE IMPORTANZA DEL PROCESSO DI
COSTRUZIONE E MANTENIMENTO DI UNA
BUONA RELAZIONE CON IL PAZIENTE
MAGGIOR TEMPO PER LA VALUTAZIONE PER
IDENTIFICARE E INQUADRARE I PROBLEMI
MINOR DURATA DELLA SEDUTA
PER
MANTENERE L’ECCITAZIONE EMOTIVA
RIDUZIONE DELLE ASPETTATIVE TERAPEUTICHE
32
SI PROPONE TRE OBIETTIVI PRINCIPALI
RIDURRE LO STRESS E LA DISABILITA’
ASSOCIATI CON LA SINTOMATOLOGIA
PSICOTICA RESIDUA
ALLEVIARE IL DISAGIO EMOTIVO
PROMUOVERE L’ATTIVA PARTECIPAZIONE DEL
PAZIENTE AL CONTROLLO DEI RISCHI DI
RICADUTA E DISABILITA’ SOCIALE
33
LO SVOLGIMENTO DELLA TERAPIA IN
UN PROCESSO DI SEI FASI
PRESA IN CARICO E VALUTAZIONE
STRATEGIE
DI COPING PER I SINTOMI PSICOTICI
DISCUSSIONE COSTRUTTIVA DI UNA NUOVA TEORIA
SULLE CAUSE E LA NATURA DEI DISTURBI PSICOTICI
MODIFICAZIONE DELLE
RELATIVE ALLE VOCI
CONVINZIONI
DELIRANTI
ANALISI DEGLI ASSUNTI DISFUNZIONALI
STRATEGIE SPECIFICHE PER IL MIGLIORAMENTO
DELLA DISABILITA’ SOCIALE E PER LA PREVENZIONE
34
DELLE RECIDIVE
HA DUE FUNZIONI PRINCIPALI:
STABILIRE UNA EFFICACE RELAZIONE TERAPEUTICA
COLLABORATIVA
RACCOGLIERE INFORMAZIONI CHE PERMETTANO AL
TERAPEUTA ED AL PAZIENTE DI FORMULARE UN
QUADRO PERSONALIZZATO
35
GLI OBIETTIVI TERAPEUTICI DEI PRIMI
INCONTRI SONO TRE:
CONVINCERE IL PAZIENTE CHE I SUOI PROBLEMI
SONO STATI PRESI SUL SERIO E CHE SARANNO
AFFRONTATI DURANTE LA TERAPIA
INFORMARE IL PAZIENTE SU CIO’ CHE ACCADRA’
DURANTE LA TERAPIA E CHE C’E’ COMUNQUE
SPERANZA PER IL FUTURO
IDENTIFICARE CHIARAMENTE I PROBLEMI / SINTOMI
BERSAGLIO
36
ARGOMENTI DELLE PRIME SEDUTE
CHIARIRE LE PREOCCUPAZIONI PRESENTI
FORNIRE LE MOTIVAZIONI PER LE VALUTAZIONI
SPIEGARE LO SVOLGIMENTO DELLA TERAPIA
LAVORARE DAL PUNTO DI VISTA DEL PAZIENTE
SINTESI DELL’APPROCCIO VALUTATIVO
PRENDERE APPUNTI
CONCLUDERE
37
STABILIZZATA LA RELAZIONE TERAPEUTICA
SI VALUTANO I SEGUENTI ASPETTI:
ATTENTO ESAME DELLE ESPERIENZE PSICOTICHE
IN ATTO
ESAME DEGLI ATTUALI STILI DI COMPORTAMENTO
DEL PAZIENTE
ESAME DELLE CONVINZIONI RIGUARDANTI
LA
MALATTIA MENTALE E DELLA DISPONIBILITA’ A
PRENDERE FARMACI
38
V A L U T A Z I O N E DEI SINTOMI (PRESENT STATE
EXAMINATION – Wing, Cooper e Sartorius 1974)
VALUTAZIONE DELL’INSIGHT, DELLE CONVINZIONI
SULLA P A T O L O G I A P S I C O T I C A E SUL
COMPORTAMENTO DI COPING (David 1990 – Tarrier
1987/1992)
STIMA DEI DEFICIT COGNITIVO - NEUROPSICOLOGICI
V A L U T A Z I O N E DEI P R O C E S S I AFFETTIVI
(DISFUNCTIONAL ATTITUDES SCALE; ASSESSMENT
OF SELF SCHEMAS)
39
STRATEGIE PER REGOLARE LA SINTOMATOLOGIA
PSICOTICA DISTURBANTE (Tarrier 1992)
∫
∫
∫
∫
STRATEGIE COGNITIVE (Es. : distrazione dell’attenzione)
STRATEGIE COMPORTAMENTALI (Es. : aumentare o
diminuire i livelli di attivita’)
MODIFICAZIONI DEGLI STIMOLI SENSORIALI (Es. :
ascoltare musica)
STRATEGIE FISIOLOGICHE (Es. : il rilassamento)
40
Π GESTIRE LE VOCI (Slade 1972)
I COMPORTAMENTI IMPULSIVI
Π GESTIRE
GLI ISTINTI SUICIDI
IL PAZIENTE A
Π AIUTARE
EFFICACEMENTE NELLE
TUTTI
E
FUNZIONARE
ATTIVITA’ DI
I GIORNI
41
IDENTIFICARE LE ESPERIENZE ANOMALE (Es.: voci,
furto del pensiero, percezioni strane) E LE CONVINZIONI
DELIRANTI
CHIARIRE LE INTERPRETAZIONI DI QUESTE ESPERIENZE
(deliranti o no)
CHIARIRE COME IL PZ. SI SPIEGA QUESTI FENOMENI
E SE SI CONSIDERA MALATO
VALUTARE UMORE, AUTOSTIMA E ASPETTI SPECIFICI
DEL FUNZIONAMENTO COGNITIVO
DISCUTERE UN POSSIBILE MODELLO E CONSIDERARE
LE SUE IMPLICAZIONI
42
RICHIEDERE LE PROVE DEI DELIRI (tre principali
dimensioni del delirio: forza della convinzione, disagio
soggettivo e grado di assorbimento nel delirio)
DELIRI
COME
SPIEGAZIONI
DI
CONSIDERARE COME SI
SONO
MANTENUTE LE
CONVINZIONI
ESPERIENZE
FORMATE
E
DISCUTERE LE CONSEGUENZE INDESIDERATE DEL
CAMBIAMENTO DI CONVINZIONI
43
PROPOSTE
DI SPIEGAZIONI RAZIONALI
RICONNOTARE L’ESPERIENZA PSICOTICA IN UN
MODELLO DI MALATTIA
SPIEGARE L’ESPERIENZA PSICOTICA COME UN
PROBLEMA DI FUNZIONAMENTO CEREBRALE
USO DI STRATEGIE E TEST COMPORTAMENTALI
NELLA TERAPIA COGNITIVA DEI DELIRI E DELLE
CONVINZIONI SULLE VOCI
PREPARARSI ALLE RICADUTE
LAVORARE ALL’INTERNO DEL DELIRIO
44
TEMI TIPICI DEGLI PSICOTICI
L’IDEA DI ESSERE IN GRANDE PERICOLO
L’IDEA DI POTER PERDERE FACILMENTE
CONTROLLO DI SE’ STESSI
IL
L’IDEA DI ESSERE CONDANNATI ALL’ISOLAMENTO
SOCIALE
L’IDEA DI ESSERE INCAPACI
IDEE DI PERFEZIONISMO
45
DISCUTERE LA DIAGNOSI DI DISTURBO PSICOTICO
FORNIRE INFORMAZIONI SU COME GESTIRE LA
MALATTIA E CHIARIRE GLI OBIETTIVI PERSONALI
GENERALI
CHIARIRE
GLI OBJ. A MEDIO E LUNGO TERMINE
CHIARIRE
OBJ.
SPECIFICI E COMPORTAMENTALI
RIVEDERE GLI OBJ. E IDENTIFICARE I PROBLEMI
PER RAGGIUNGERLI
46