Giornalino Maggio 2014 - Parrocchia Nostra Signora di Bonaria

NUMERO 51
MAGGIO 2014
CALA GONONE NOTIZIE
Lettera alla Parrocchia Nostra Signora di Bonaria
Piazza Madonna del Mare, 2 - 08022 - Cala Gonone (NU) - Telefono e FAX: 0784 93093 - Cellulare: 328 4354847
E-mail: [email protected] - Sito web: www.parrocchiacalagonone.it
FESTA DELLA MADONNA DI BONARIA
DUBBIO E
INDIFFERENZA
Suggestiva celebrazione in grotta
N e i Va n g e l i d e l l a R i s u r re z i o n e c i
imbattiamo spesso nel dubbio dei discepoli
che stentano a credere nel Risorto. Maria di
Magdala dubita che sia il custode del
giardino e a Pietro e compagni, nel lago di
Galilea, sembra di vedere un fantasma. Che
dire poi di Tommaso? Lui il dubbio l’ha
coltivato per un’intera settimana. I discepoli
di Emmaus dubitano e discutono, provando
una grande tristezza. Nel dubbio però il loro
cuore si apre alla ricerca e il percorso del
dubbio prepara, nella libertà, a una scelta di
fede e di totale abbandono.
Louis Evely amava dire che “La fede è un
intreccio di luce e di tenebra, possiede
abbastanza splendore per ammettere, ma
anche abbastanza oscurità per rifiutare”.
Dubitare è
atteggiamento molto umano,
merita rispetto, può condurre alla fede.
Dubbio si, indifferenza no! Non c’è traccia
di indifferenza nel comportamento dei
discepoli. Nel cuore di tanti credenti oggi
invece si è insinuata una grande indifferenza.
Per il vocabolario italiano l’indifferenza è
la condizione o l’atteggiamento di totale
disinteresse per qualcuno o per qualcosa.
Qualcuno ha definito l’indifferenza come la
“peggior peste” della contemporaneità che
porta a non interessarsi minimamente di ciò
che accade ”al di là del proprio naso”. C’è
anche chi arriva ad affermare che “il peggior
peccato contro i nostri simili non è l’odio, ma
l’indifferenza, l’essenza della disumanità”.
Molti maestri in questi ultimi tempi hanno
insegnato che l’indifferenza è un valore
necessario e la lezione è stata appresa da
tanti. Accade così che non ci indigniamo più
per niente.
Gli schermi televisivi hanno diffuso in
questi giorni l’immagine di un tifoso, o
presunto tale, con una scritta sulla maglia che
inneggia ad un delinquente, alla presenza di
coloro che dovrebbero far rispettare la
legge, e non accade niente. Viene da
pensare che questo atteggiamento si sia
infiltrato anche nelle Istituzioni. La non voglia
di cambiare e la sordità di fronte al grido
accorato di tanti che hanno perso il lavoro o
non l’hanno mai avuto ce lo fa pensare. Con
l’indifferenza crescono apatia ed egoismo.
Così l’indifferenza non solo spegne la
fede ma uccide, con una morte lenta, anche il
fratello. Lottare contro ogni indifferenza
allora è più di un dovere.
!
Don Salvatore Fancello
CALA GONONE NOTIZIE
di Salvatore Marci
Anche quest’anno il tempo ha
voluto essere clemente e ci ha
permesso di festeggiare la Santa
Patrona con la processione a
mare e la S. Messa celebrata
nella sala d’ingresso della grotta
del Bue Marino. Qualcuno si è
chiesto quale senso potesse
avere la celebrazione nella
Grotta. Sembra abbastanza
semplice: N.S. di Bonaria è la
patrona della Sardegna, dei
naviganti e di Cala Gonone.
A buona ragione, quindi, si è
ritenuto opportuno scegliere
questo sito per la celebrazione
della S. Messa; la grotta del Bue
Marino, infatti, fa parte di Cala
Gonone, vi si accede soprattutto
via mare, e, cosa che molti
ignorano, già dagli anni a cavallo
tra la fine del 1960 e inizio 1970,
nella scogliera che sovrasta
l’ingresso della Grotta è stata
posizionata una piccola statua
della Madonna, ad indicare la
consacrazione della Grotta stessa
alla S. Vergine.
Fu u n ’ i m p re s a n o t e v o l e ,
considerati i pochi mezzi tecnici
allora disponibili. Secondo
notizie raccolte alcuni degli
a u t o r i d e l l ’ i m p re s a f u ro n o
Gesuino Usai, allora vice sindaco
e presidente della Pro Loco, Miro
Gometz che, sembra, sia stato
quello che installò materialmente
la statua, Nanneddu Sireus, Tottoi
(Mandoi) Pettorru.
Con la celebrazione della S.
Messa in onore della Patrona di
Ca l a G o n o n e e d e l l ’ i n t e r a
Sardegna, la comunità
parrocchiale di Cala Gonone ha
voluto ancora una volta chiedere
la protezione della Madonna di
Bonaria sulla stessa Comunità e
anche sulla Grotta che tanta
parte ha avuto nello sviluppo e
nel benessere della Frazione.
Madonna. Qualcuno ricorda che
già il primo anno un acquazzone
mise in forse fino alla conclusione
della S. Messa celebrata in
Parrocchia, la possibilità di fare la
processione a mare.
Pochi minuti prima della fine
della S. Messa il tempo
improvvisamente cambiò e si
riuscì ad effettuare la processione
che fu punteggiata, in mancanza
di fuochi artificiali, dall’esplosione
dei razzi di segnalazione in
d o t a z i o n e d e l l e b a rc h e a l
seguito, che furono
spontaneamente utilizzati dai
piloti delle barche stesse.
Anche quest’anno l’uscita in
mare è stata in dubbio fino
all’ultimo, quando la forza del
vento si è leggermente attenuata
consentendo la processione e la
successiva celebrazione della S.
Messa, molto suggestiva, nella
Grotta.
La situazione meteorologica
ha sempre avuto una parte
importante nello svolgimento
della processione in onore della
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CRONACA PARROCCHIALE
!
11 APRILE
20 APRILE
Preparazione delle palme nel salone parrocchiale
Processione di s’Incontru
13 APRILE
Le prioresse escono per la processione
Benedizione delle palme
1 MAGGIO
La comunità di Cala Gonone si è stretta attorno alla famiglia di ziu
Nanneddu il giorno 10 aprile 2014, affollando la chiesa parrocchiale e
manifestando così grande affetto e riconoscenza per un uomo, che ha
sempre amato il nostro borgo.
M e n t re s t i a m o p e r a n d a re i n s t a m p a a p p re n d i a m o c h e
improvvisamente è morto Gianni Satgia. Lo ricordiamo con grande
affetto e porgiamo a nome della comunità di Cala Gonone cristiane
condoglianze alla famiglia.
Convegno dei chierichetti a Dorgali
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NUMERO 51
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DAI NOSTRI LETTORI…
COSÌ RICORDO LA MIA PASQUA
PER ME CELEBRARE LA PASQUA È…
di Vittorio Previati
Il tempo era quello di primavera. Primavera dei tempi
passati, quando il sole scaldava e fumava la terra e la
foschia copriva la valle del monte dissetandone l'arsura. Era
da tanto, una vita, che non varcavo quel portone, sin da
quando, piccolo, mia madre mi portava alla Adorazione
Eucaristica. Una parola incomprensibile, un momento
noioso, per giunta obbligatorio, rubato ai momenti di gioco
nella piazza. Schernito dai compagni, additato come
simbolo di debolezza e deriso. E così passano gli anni, tanti
anni, che comunque non cancellano il ricordo dell'infanzia
in quella chiesa fresca e luminosa che il sole dei pomeriggi
illuminava attraverso il rosone. Il profumo penetrante
dell'incenso e il suo fumo purificante inondava il vecchio
altare ligneo e saliva su, in alto, filtrando un attimo i raggi di
luce riflessa. Ed ora mi ritrovo che il tempo si è fermato.
Varco il portone, non vi è molta luce all'interno della piccola
chiesa, ma il profumo di incenso è ancora forte, aprendo il
ricordo del canto del Tantum Ergo, in una lingua
incomprensibile ma profonda. Mi ritrovo ancora bambino,
mi siedo, guardo intorno, c'è silenzio. Penso, ma non ho
pensieri da esprimere finché non trovo Te. Ti faccio
compagnia e ritorno ai momenti in cui eri da solo, con il tuo
dolore, con la tua promessa, con il tuo amore per noi, per la
nostra salvezza. Ti preparavi alla morte, all'atroce morte in
una ruvida croce. Solo, abbandonato da tutti, anche da
coloro ai quali avevi ridato la vista, la salute e la grazia della
libertà dell'anima per l'eternità. Il tempo scorre veloce,
silenziosamente la Chiesa si svuota, Tu rientri nel Tuo
tempio santo. Mi allontano con la grazia e la serenità nel
cuore, pensando ora che il simbolo non era di debolezza
ma di forza.
***
Cari amici di Cala Gonone: buona Pasqua!
Tempo fa mi fu rivolta questa domanda: “Vedo che
frequenti la Chiesa e non manchi mai alla Santa
Messa, ma per te cosa vuole dire presenziare alla
Santa Messa?” A questa domanda risposi cercando di
ricordare l'importanza che ha per me il giorno del
Signore, la domenica. Di norma si intende la
domenica come la fine di una settimana di lavoro,
quasi intesa come giorno di riposo. Per noi cristiani
invece la domenica è il giorno ricorda la risurrezione
di Cristo, il giorno in cui dobbiamo ricordarci che con
il suo sacrificio sulla croce Gesù ci ha distaccati dal
peccato assicurandoci la salvezza eterna. Pertanto la
domenica è il giorno dal quale possiamo attingere
nuove forze per iniziare una nuova settimana di
lavoro. Il momento in cui mi sento profondamente
avvinto e consapevole della grandezza dell'atto che si
compie sull'altare è quello della Consacrazione
Eucaristica. È il momento cruciale che ci ricorda il
dono di Gesù che, nell'ultima cena, servendosi di due
cose ordinarie, ma indispensabili per una sacra cena
tra fratelli, il pane e il vino, offre se stesso a Dio Padre
per la nostra salvezza. In questo momento non posso
che ricordare ciò che accadde nel cenacolo quando
Gesù istituì il sacramento dell’Eucarestia. Osservando
ancora il celebrante al momento della consacrazione,
mi viene in mente la preghiera che Gesù ha suggerito
a Santa Faustina Kowalska: “Eterno Padre, ti offro il
Corpo, il Sangue, l'Anima e la Divinità del tuo
dilettissimo Figlio e Signore Nostro Gesù Cristo, in
remissione dei nostri peccati e di quelli del mondo
intero”.
CALA GONONE NOTIZIE
UN LIBRO AL MESE
Fausto Negri e Luigi Guglielmo ci
consegnano in questo libro una preziosa
riflessione sul tema della notte che è
attuale e affascinante, e compare sempre
nei momenti chiave del racconto di
Pi n o c c h i o . O g g i i n o s t r i g i o v a n i
considerano la notte uno spazio di libertà
e di relazioni al di fuori degli schemi e dei
condizionamenti. Il testo si rivolge ai
giovani e agli adulti. Il libro è disponibile
nella biblioteca parrocchiale.
IL 25 APRILE 2014 HA RICEVUTO IL
BATTESIMO ZEDDA SALE ANTONIO.
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ZIU NANNEDDU SIREUS: UN RICORDO ED UN INVITO
di Gaetano Mura
Se n’è andato in silenzio tra le
raffiche di maestrale che
all’ora del sole alto cedono il
passo alla termica di Sud-Est
in una meravigliosa giornata
di primavera.
Con lui un altro pezzo di
storia di Cala Gonone se ne
va. Non uno qualsiasi ma un
pezzo importante, per tutti
noi che abbiamo avuto la
fortuna di vivere quella Cala
Gonone speciale di altri
tempi. Ziu Nanneddu Sireus è
stato un'istituzione nel piccolo porto
di Cala Gonone, non c’è persona che
sia passata da queste parti che non
possa ricordarlo.
Dinamico saltava da una barca
all’altra con agilità stupefacente o
contemplativo, sigaretta in bocca, scrutava il mare all’ombra del pino nella discesina che porta al molo di
scirocco. Una postazione storica, una
sosta obbligatoria per tutti coloro che
si accingevano ad uscire in mare, per
i meno avvezzi era quasi obbligatorio
In compagnia. Passava tanto
tempo tra i giovani che
lavoravano con lui. Noi
ragazzini riuscivamo ad
estorcergli preziosi consigli: se
quel giorno la rete per pescare
si metteva con la curva a
scirocco o a tramontana a
seconda della corrente che lui
conosceva bene.
il suo benestare. Se accigliava la
fronte col pollice della mano verso
l’alto era già una sentenza: Ponente!
Se con l’ indice indicava il Nord senza
scomporsi più di tanto, Tramontana!
Nel caso di bonaccia, un sorriso e la
mano alzata in segno di saluto erano
il sigillo del lasciapassare.
Ziu Nanneddu era il primo ad aprire il
porto al mattino, quando ancora era
buio. Abbandonava il suo quartier
generale soltanto per recarsi al bar
per i tanti caffè che gli piaceva bere.
Negli ultimi tempi lo si
incontrava di rado e a tutti noi
un po’ nostalgici anche il solo
vederlo suscitava un
sentimento difficile da descrivere,
come quel profumo di scoglio al sole
nelle basse maree di inizio estate o la
luce speciale in un pomeriggio di
primavera quando le raffiche di
maestrale cedono il passo alla
termica di Sud-Est.
Buon vento Ziu Nanneddu.
Io credo che meriti il suo nome
proprio quella via che era il suo
quartier generale. Così che sia ancora
li ad insegnarci il tempo.
GIOVANNI XXIII E GIOVANNI PAOLO II PROCLAMATI SANTI
di Gaetano Solano
Domenica 27 aprile Papa Francesco ha
proclamato santi Giovanni XXIII e
Giovanni Paolo II.
Ogni papa lascia una propria impronta
nella storia. Ogni papa è diverso
dall'altro. Tutti sono provvidenziali. Pio
XII nel 1948 con la sua lungimiranza
fece in modo che l'Italia non cadesse
sotto il comunismo. Si deve
essenzialmente a lui se non siamo stati
soggiogati dallo stalinismo e dalla
mancanza di libertà, come invece è
avvenuto nei paesi dell'Est. Molti da
giovani hanno creduto nel comunismo
ma sono rimasti delusi. Papa Giovanni
portò una ventata di freschezza nella
Chiesa convocando il Concilio Vaticano II,
aprendo la Chiesa al dialogo con
il
mondo e con le altre confessioni
religiose. Celebre la frase: “Bisogna
condannare l'errore ma non l'errante”.
Allora, era il 1963, sembrò rivoluzionario
l'aver ricevuto in udienza la figlia Rada e il
genero Adjubei del presidente della
Ru s s i a c o m u n i s t a N i k i t a K r u s c e v.
L'enciclica “Pacem in terris” portò una
speranza per la fine dei conflitti armati e
della guerra fredda, speranza alimentata
anche dalla contemporanea presenza del
presidente degli Stati Uniti John Kennedy
e di Kruscev che aveva svelato i crimini di
Stalin. Ma durò poco, perché Kennedy nel
1963 morì in un attentato a Dallas e
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Kruscev fu destituito ed esiliato in una
dacia. Dopo il papato austero di Pio XII,
Giovanni XXIII con il suo sorriso e la sua
bontà conquistò il mondo ed incoraggiò
la Chiesa ad essere Madre e Maestra.
Giovanni Paolo II entrò nella storia come
un vento impetuoso. La sua virilità, la sua
voce profonda, la sua energia fisica, quel
tono della voce che esprimeva non
soltanto convinzioni ma anche emozioni,
il suo coraggio nell'affrontare la malattia,
il lungo papato durato circa ventisette
anni (1978-2005) hanno dipinto la Chiesa
come un quadro a forti tinte e accesi
colori. L'alta statura fisica e la dura
esperienza di vita ne facevano un
condottiero. Come san Paolo, come san
Francesco Saverio andò in ogni angolo
del mondo a portare il Vangelo di Cristo.
Voleva far conoscere a tutti Cristo, vero
Salvatore e vera meta del destino
dell'uomo. In questo suo costante
peregrinare ciò che lo animava era
il suo misticismo. Anche in mezzo
alle folle oceaniche che
l'accoglievano mai perse il contatto
perenne con Cristo. Perdonò subito
l ' a t t e n t a t o r e . S c o n fi s s e i l
comunismo e combatté il
capitalismo e il consumismo. Fu
l'unico che nel 2003 si oppose alla
guerra in Iraq che si è rivelata
fallimentare come tutte le guerre.
Non ebbe remore a mostrare la sua
malattia, lui che era stato atletico e
sportivo. Ora che sono santi preghiamoli
perché possiamo imitare le loro virtù. A
Cala Gonone la nuova chiesa sarà
dedicata a San Giovanni Paolo II.
Abbiamo già in dono una sua reliquia. Un
segno per ricordarci il fine, cercare di
essere santi anche noi.
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