IL RENDICONTO ECONOMICO FINANZIARIO

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FEBBRAIO
2015
IL RENDICONTO ECONOMICO
FINANZIARIO
Normativa, forma e contenuto
Stefania Telesca – Dottore Commercialista
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FEBBRAIO
2015
PREMESSA…
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FEBBRAIO
2015
PREMESSA…
• E’ pacifico, in dottrina e nella prassi, che il bilancio di
esercizio degli enti non profit non può essere redatto
facendo riferimento agli schemi ed alle regole delle imprese
a scopo lucrativo, in ragione delle differenze genetiche
esistenti fra i due soggetti.
• Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, già dal
2001, ha evidenziato con il “Documento di presentazione di
un sistema rappresentativo dei risultati di sintesi delle
aziende non profit”, la necessità di redigere documenti di
bilancio ad hoc per gli enti non profit.
• Tale documento è stato assunto come punto di partenza ed
è stato modificato ed integrato.
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FEBBRAIO
2015
PREMESSA…
• Deve essere redatto dal Consiglio Direttivo secondo le
modalità stabilite, in primo luogo, dallo statuto
dell’Associazione
• Deve contenere, suddivise per voci analitiche ed
annotate con estrema precisione e chiarezza, tutte le
entrate e le uscite dell’Associazione (beni, quote
associative, contributi, lasciti, donazioni,
sponsorizzazioni, spese varie, costi del personale, ecc).
• Devono essere tenute ben separate e distinte le voci
riguardanti l’area istituzionale da quelle riguardanti
l’eventuale attività commerciale dell’Associazione.
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FEBBRAIO
2015
PREMESSA…
E' composto da:
• Stato Patrimoniale
• Rendiconto gestionale
• Nota integrativa
• Relazione di missione
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FEBBRAIO
2015
ENTI DI MINORE ENTITA'
Sono considerate A.S. di piccole dimensioni, le aziende che non hanno
realizzato proventi annui complessivi superiori a 250.000 Euro nei due esercizi
precedenti a quello di riferimento.
Si ritiene corretto un sistema di rappresentazione semplificato che non
preveda l’inserimento di alcuni documenti quali il prospetto di
movimentazione dinamica dei fondi e la nota integrativa.
Spetta comunque agli amministratori constatare se, per fornire un quadro di
sintesi fedele ed attendibile sia opportuno includere anche altri prospetti.
Lo schema prevede l’adozione dei seguenti documenti:
• Stato Patrimoniale;
• Rendiconto gestionale
• Relazione morale.
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FEBBRAIO
2015
STATO PATRIMONIALE
Lo schema di Stato patrimoniale individuato
per le aziende non profit riprende lo struttura
di base dello schema previsto per le imprese
dall’art. 2424 del codice civile con alcune
modifiche e aggiustamenti che tengono conto
delle peculiarità che contraddistinguono la
struttura del patrimonio di tali realtà aziendali.
ATTIVO
A) CREDITI VERSO ASSOCIATI PER
VERSAMENTO QUOTE
B) IMMOBILIZZAZIONI
I –Immobilizzazioni immateriali
1) costi di impianto ed ampliamento
2) costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicità
3) diritti di brevetto industriale e diritti di
utilizzazione delle opere dell’ingegno
4) concessioni, licenze, marchi e diritti simili
5) avviamento
6) immobilizzazioni in corso e acconti
7) altre
II -Immobilizzazioni materiali
1) terreni e fabbricati
2) impianti e attrezzature
3) altri beni
4)immobilizzazioni in corso e acconti
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FEBBRAIO
2015
STATO PATRIMONIALE
III-Immobilizzazioni finanziarie, con separata
indicazione, per ciascuna voce dei crediti, degli
importi esigibili entro l’esercizio successivo:
1) partecipazioni in imprese collegate e controllate
2) partecipazioni in imprese diverse
2) crediti
3) altri titoli
C) ATTIVO CIRCOLANTE
I-Rimanenze:
1) materie prime, sussidiarie e di consumo,
2) prodotti in corso di lavorazione e semilavorati,
3) lavori in corso su ordinazione,
4) prodotti finiti e merci,
5) materiale generico contribuito da terzi e da
utilizzare in occasione di attività di fund-raising
6) acconti;
II-Crediti, con separata indicazione, per ciascuna
voce, degli importi esigibili entro l’esercizio
successivo:
1) verso clienti,
2) Crediti per liberalità da ricevere
3) Crediti verso aziende non profit collegati o
controllati
4) Crediti verso imprese collegate o controllate
5) verso altri
III-Attività finanziarie che non costituiscono
immobilizzazioni:
1) partecipazioni
2) altri titoli
IV-Disponibilità liquide
1) depositi bancari e postali;
2) assegni;
3) denaro e valori in cassa;
D) RATEI E RISCONTI
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FEBBRAIO
2015
STATO PATRIMONIALE
PASSIVO
A) PATRIMONIO NETTO:
I – Patrimonio libero
1) Risultato gestionale esercizio in corso (positivo o
negativo)
2) Risultato gestionale da esercizi precedenti
3) Riserve statutarie
4) Contributi in conto capitale liberamente
utilizzabili
II – Fondo di dotazione dell’azienda (se previsto)
III – Patrimonio vincolato
1) Fondi vincolati destinati da terzi
2) Fondi vincolati per decisione degli organi
istituzionali
3) Contributi in conto capitale vincolati da terzi
4) Contributi in conto capitale vincolati dagli organi
istituzionali
5) Riserve vincolate (per progetti specifici, o altro)
B) FONDI PER RISCHI E ONERI
1) per trattamento di quiescenza e obblighi simili;
2) altri.
C) TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO DI
LAVORO SUBORDINATO
D) DEBITI, CON SEPARATA INDICAZIONE,
PER CIASCUNA VOCE, DEGLI IMPORTI
ESIGIBILI OLTRE L’ESERCIZIO
SUCCESSIVO:
1) Titoli di solidarietà ex art. 29 del D. Lgs. n. 460;
2) Debiti per contributi ancora da erogare
3) Debiti verso banche;
4) debiti verso altri finanziatori;
5) acconti;
6) debiti verso fornitori;
7) debiti tributari;
8) debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza
sociale;
9) Debiti per rimborsi spese nei confronti di
lavoratori volontari
10) Debiti verso aziende non profit collegate e
controllate
11) Debiti verso imprese collegate e controllate
12) altri debiti.
E) RATEI E RISCONTI
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FEBBRAIO
2015
RENDICONTO GESTIONALE
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FEBBRAIO
2015
ATTIVITÀ TIPICA O DI ISTITUTO
attività istituzionale svolta dall' A.S. seguendo le
indicazioni previste dallo statuto
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FEBBRAIO
2015
ATTIVITÀ PROMOZIONALE E DI
RACCOLTA FONDI
attività svolte dall' A.S., nel tentativo di ottenere
contributi ed elargizioni in grado di garantire la
disponibilità di risorse finanziarie per realizzare attività
funzionali e strumentali al perseguimento dei fini
istituzionali;
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FEBBRAIO
2015
ATTIVITÀ ACCESSORIA
attività diversa da quella istituzionale ma
complementare rispetto alla stessa in quanto in grado
di garantire dall' A.S. risorse utili a perseguire le finalità
istituzionali espresse dallo statuto
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FEBBRAIO
2015
ATTIVITÀ DI GESTIONE
FINANZIARIA E PATRIMONIALE
• attività di gestione patrimoniale e finanziaria
strumentali all'attività dall' A.S.;
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FEBBRAIO
2015
ATTIVITÀ DI NATURA
STRAORDINARIA
• attività straordinarie strumentali all'attività
dall' A.S.;
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FEBBRAIO
2015
ATTIVITÀ DI SUPPORTO GENERALE
• attività di direzione e di conduzione dall' A.S. che
garantisce il permanere delle condizioni
organizzative di base che ne determinano il
divenire.
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FEBBRAIO
2015
RENDICONTO GESTIONALE
SEMPLIFICATO DI PURA CASSA
• E' possibile adottare una rilevazione e rappresentazione dei
risultati della gestione sulla base del criterio della “pura cassa”
utilizzando la medesima base di classificazione per aree
gestionali e procedendo alla esposizione ordinata delle
entrate e delle uscite (con segno negativo) del periodo ed alla
riconciliazione di tali valori di flusso con i fondi finanziari di
riferimento di inizio e fine periodo.
• Nel caso che nell’esercizio precedente venga superato il limite
descritto per la identificazione delle aziende non profit di
piccole dimensioni, l’azienda è automaticamente chiamata a
redigere il rendiconto gestionale nella forma completa.
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FEBBRAIO
2015
RENDICONTO GESTIONALE
SEMPLIFICATO DI PURA CASSA
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FEBBRAIO
2015
COME SI FA…
Il Rendiconto è suddiviso in due
sezioni:
– sezione A, Incassi e Pagamenti;
– sezione B, Situazione Attività e
Passività.
La sezione A riporta i flussi monetari
in entrata ed in uscita, manifestatisi
nel corso del periodo amministrativo.
Nella SEZIONE “A” i valori:
– sono confrontati con quelli
dell'esercizio precedente
– sono distinti a seconda che siano
relativi:
• alla “gestione corrente” (che si
realizzano in modo definitivo nel
corso dell'esercizio)
• alla “ gestione in conto capitale”
(conseguenti a variazioni di natura
patrimoniale negli investimenti e nei
disinvestimenti e nell'accensione e
nel rimborso dei debiti). Le variazioni
monetarie riconducili alla gestione in
conto capitale devono trovare
corrispondenza, nella sezione B del
prospetto, nei correlati valori delle
Attività e delle Passività.
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FEBBRAIO
2015
Periodo Amministrativo
2014
2013
Dati in Euro
Dati in Euro
SEZIONE A Incassi e Pagamenti
A1 Incassi della Gestione
Attività tipiche
Raccolta di fondi
Attività accessorie
Incassi straordinari
Dotazioni
Altri incassi
Sub Totale
75.815,95
3.327,50
79.143,45
70.268,05
3.000,00
73.268,05
Sub Totale
-
-
A2 Incassi in C/Capitale
Incassi derivanti da disinvestimenti
Incassi da prestiti ricevuti
A3 Totale Incassi
A4 Pagamenti della gestione
Attività tipiche
Attività promozionali e di raccolta fondi
Attività accessorie
Attività di supporto generale
Pagamenti straordinari
Altri pagamenti
Sub Totale
79.143,45
73.268,05
54.668,82
3.196,39
18.159,76
6.146,86
82.171,83
50.866,38
2.103,27
14.180,12
7.734,57
74.884,34
A5 Pagamenti in C/Capitale
Investimenti
Rimborso prestiti
Sub Totale
-
A6 Totale Pagamenti
Differenza tra Incassi e Pagamenti
A7 Fondi Liquidi Iniziali
A8 Fondi Liquidi a fine anno
-
82.171,83
-
3.028,38
9.740,75
6.712,37
74.884,34
-
1.616,29
11.357,04
9.740,75
96%
4%
67%
4%
22%
7%
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FEBBRAIO
2015
COME SI FA…
La sezione B del prospetto fornisce le informazioni sulle più
significative voci che compongono l'attivo e il passivo dell'A.S.
Vi sono 4 categorie; tre per le attività e una per le passività:
– B1- Fondi liquidi (rappresentano il saldo della tesoreria e dei conti
correnti, bancari e postali, come risultano dalla contabilità al termine
dell'esercizio; il loro importo deve concordare con quello del punto A8,
sezione A, “fondi liquidi a fine anno”)
– B2- Attività finanziarie (individuano gli eventuali investimenti in titoli
delle disponibilità liquide)
– B3- Attività detenute per la gestione dell'ente (raccolgono i beni ad
utilizzo pluriennale e l'eventuale magazzino di proprietà dell'A.S.)
– B4- Le passività (espongono i debiti dell'A.S. con l'indicazione
dell'ammontare dovuto, ed eventualmente, della scadenza).
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FEBBRAIO
2015
SEZIONE B Situazione Attività e passività al termine dell'anno
Categorie
B1 Fondi Liquidi
Dettagli
Dati in Euro
Cassa
C/C bancario
Totale fondi liquidi Concorrenza con il totale sezione A8
73,68
6.638,69
6.712,37
Dettagli
Dati in Euro
Dettagli
Costo
Beni strum. 2009
142,79
42,84
Beni strum. 2010
2.448,63
1.224,32
Beni strum. 2011
156,34
109,44
B2 Attività Monetarie e Finanziarie
Valore corrente
B3 Attività detenute per la gestione dell'Ente
Beni strum. 2012
Dettagli
B4 Passività
-
-
Ammontare dovuto
Scadenza
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FEBBRAIO
2015
LA RELAZIONE DI MISSIONE
La Relazione di missione deve fornire informazioni
rispetto a tre ambiti principali:
1. missione e identità dell'A.S.;
2. attività istituzionali, volte al perseguimento
diretto della missione;
3. attività “strumentali”, rispetto al perseguimento
della missione istituzionale (attività di raccolta
fondi e di promozione istituzionale).
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FEBBRAIO
2015
LA RELAZIONE DI MISSIONE
Devono essere puntualmente individuate:
• le finalità istituzionali, che esprimono la ragion d'essere
dell'ente in termini:
– di “problemi” che questo vorrebbe contribuire a risolvere
o affrontare,
– di cambiamenti che vorrebbe determinare attraverso la
svolgimento delle sue attività;
• il sistema di valori e di principi dell’ente
• le principali tipologie di attività attraverso le quali
l'ente intende perseguire le finalità istituzionali
(coerentemente con il sistema di valori e principi).
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FEBBRAIO
2015
LA RELAZIONE DI MISSIONE
Nell'esplicitare la missione dovrebbero inoltre essere messi in rilievo:
– i soggetti primariamente interessati all'operato dell'ente (stakeholder);
– l'ambito territoriale di riferimento per l'ente;
– le caratteristiche distintive dell'ente, rispetto ad altri che svolgono attività
analoghe.
La rendicontazione sull'identità dell'organizzazione deve essere integrata da
informazioni su:
– compagine sociale, precisandone consistenza e composizione;
– sistema di governo e controllo, illustrando l'articolazione, la responsabilità e la
composizione degli organi e le regole che determinano il funzionamento;
quando rilevante rispetto alle previsioni statutarie, approfondimento sugli
aspetti relativi alla democraticità interna e alla partecipazione degli associati
alla vita dell'ente;
– risorse umane, precisando consistenza e composizione in relazione alle diverse
tipologie (personale retribuito, volontari, giovani in servizio civile, ecc.).
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FEBBRAIO
2015
LA RENDICONTAZIONE DEL
5 PER MILLE
Gli Enti non profit destinatari del 5 per mille sono
obbligati a predisporre la rendicontazione entro il
termine di un anno dalla data di avvenuta ricezione
degli importi.
Il rendiconto e gli allegati devono essere conservati,
unitamente ai giustificativi di spesa, per almeno dieci
anni presso la sede legale dell’Ente, o presso altra sede
da notificare, ed essere messi a disposizione del
personale amministrativo incaricato di ispezionarlo.
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FEBBRAIO
2015
LA RENDICONTAZIONE DEL
5 PER MILLE
Il rendiconto deve essere accompagnato da:
• una copia (carta semplice) di un valido documento di
identità del rappresentante legale;
• una relazione descrittiva che illustri nel dettaglio la
destinazione della quota ricevuta e gli interventi realizzati
indicandone per ciascuna le principali voci di spesa
• copia dei bonifici effettuati in caso di erogazione ai fini
istituzionale delle somme o di parte di esse a favore di
altri enti.
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FEBBRAIO
2015
CHI NON RISPETTA I TERMINI DI
RENDICONTAZIONE E – SE OBBLIGATO – DI INVIO,
SARÀ CHIAMATO A RESTITUIRE LE SOMME DEL 5
PER MILLE
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FEBBRAIO
2015
MODELLO PER IL RENDICONTO DELLE SOMME PERCEPITE
IN VIRTU’ DEL BENEFICIO DEL “5 PER MILLE DELL’IRPEF”
DAGLI AVENTI DIRITTO
ANAGRAFICA
Denominazione sociale
(eventuale acronimo e nome esteso)
C.F. del soggetto beneficiario
Indirizzo
Città
N. Telefono
N. Fax
Indirizzo e-mail
Nome del rappresentante legale
C.F. del rappresentante legale
Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Direzione Generale per il Volontariato, l’Associazionismo e le Formazioni Sociali
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FEBBRAIO
2015
RENDICONTO DEI COSTI SOSTENUTI
Anno finanziario
IMPORTO PERCEPITO €
1. Risorse umane
(dettagliare i costi a seconda della causale, per esempio: compensi per
personale; rimborsi spesa a favore di volontari e/o del personale)
€
2. Costi di funzionamento
(dettagliare i costi a seconda della causale, per esempio: spese di acqua, gas,
elettricità, pulizia; materiale di cancelleria; spese per affitto delle sedi;
ecc…)
€
3. Acquisto beni e servizi
(dettagliare i costi a seconda della causale, per esempio: acquisto e/o
noleggio apparecchiature informatiche; acquisto beni immobili; prestazioni
eseguite da soggetti esterni all’ente; affitto locali per eventi; ecc…)
€
4. Erogazioni ai sensi della propria finalità istituzionale
€
5. Altre voci di spesa riconducibili al raggiungimento dello scopo sociale
€
TOTALE SPESE €
Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Direzione Generale per il Volontariato, l’Associazionismo e le Formazioni Sociali
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FEBBRAIO
2015
LA RENDICONTAZIONE PER
RACCOLTA FONDI
Al fine di assicurare la tutela della pubblica fede e di
garantire una maggiore trasparenza di queste iniziative, il
legislatore è intervenuto a riguardo con l’art. 8 del D.Lgs
n.460/97, che ha introdotto l’obbligo da parte di tutti gli
enti non commerciali, che pongono in essere raccolte
pubbliche di fondi (in concomitanza di celebrazioni,
ricorrenze o campagne di sensibilizzazione), di redigere,
entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio, un
rendiconto finanziario che evidenzi le entrate e le uscite
connesse alla raccolta.
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FEBBRAIO
2015
LA RENDICONTAZIONE PER
RACCOLTA FONDI
Per una maggiore chiarezza il rendiconto potrà essere
corredato da una relazione illustrativa.
Il prospetto in esame così, come disposto nell’art. 22 del
D.P.R 600/73, dovrà essere conservato in un apposito
registro, le cui pagine dovranno essere numerate
progressivamente, in esenzione dall'imposta di bollo.
L’obbligo di rendicontare le raccolte pubbliche di fondi
sussiste a prescindere dalla redazione di un rendiconto
annuale da parte dell’ente
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FEBBRAIO
2015
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FEBBRAIO
2015
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FEBBRAIO
2015
RELAZIONE ILLUSTRATIVA
DELL’INIZIATIVA DI RACCOLTA FONDI “___”
Del_________________
• Descrizione dell’iniziativa/manifestazione pubblica
L’Associazione________, in data _____ha posto in essere un’iniziativa/ manifestazione denominata
______ , al fine di raccogliere fondi da destinare: _______(breve descrizione dell’iniziativa e delle
finalità).
• Modalità di raccolta fondi (ENTRATE)
Sono stati raccolti fondi per la manifestazione “_____” un totale di _______€(totale entrate).
Le donazioni libere si riferiscono ai contributi e donazioni su c/c bancario-postale ottenuti da società ed
enti privati/ pubblici per un totale di € ____ ; le entrate relative alla manifestazione si riferiscono invece
ai fondi raccolti durante le giornate di sensibilizzazione da parte dei nostri volontari, in particolare nella
prima giornata sono stati raccolti fondi per____€, nella seconda giornata per € _______
• Spese relative alla manifestazione (USCITE)
Per la raccolta fondi sono state sostenute spese relative all’acquisto di …….beni (num. dei beni/qualità,
prezzo Unitario)____________________. Le altre spese sono relative a:__________(detaglio spese con
relativo importo)
I fondi raccolti al netto del totale delle spese sostenute sono pari ad €_______
Lì,________
Il Presidente
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FEBBRAIO
2015
LA VALUTAZIONE (cenni)
•
•
•
Gli enti no-profit in generale hanno primariamente una funzione erogativa: sono
tanto più efficienti quanto più riescono ad impiegare le loro risorse nelle attività
istituzionali/tipiche in adesione ai fini di utilità sociale identificati nello Statuto ed
enunciati nella formulazione della Missione.
Devono gestire con efficienza le loro risorse effettuando un accurato controllo di
gestione, un’attenta gestione delle risorse umane, nonché un’accorta e flessibile
amministrazione ed organizzazione delle proprie strutture.
Il confronto comparativo di impiego delle risorse ha rilevanza e significatività dal
punto di vista dell’analisi interna ed esterna solo quando si prendano in
Considerazione le tre macro aree in cui si realizza la gestione degli Enti no-profit:
1. attività istituzionale;
2. attività di raccolta fondi;
3. attività di supporto generale.
Fonte: CONSIGLIO NAZIONALE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI - commissione aziende non profit - raccomandazione n. 10
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FEBBRAIO
2015
LA VALUTAZIONE (cenni)
Tot On.Ist
x100  X %
Tot On. Gen.
Quota di risorse impiegate
nell'esercizio di attività connesse
a fini istituzionali
Tot On.R.F
x100  Y %
Tot On.Gen.
Quantità dii risorse impiegate in
attività di raccolta fondi
Tot On.Supp.
x100  Z %
Tot On. Gen.
Quantità dii risorse impiegate in
attività di supporto
Fonte: CONSIGLIO NAZIONALE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI - commissione aziende non profit - raccomandazione n. 10
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FEBBRAIO
2015
LA VALUTAZIONE (cenni)
•
•
•
Le Anp che svolgono attività di raccolta fondi sono efficienti quando riescono a
tenere sotto controllo gli oneri generati dalle operazioni e dalle strutture dedicate
alla raccolta. Per poter produrre risultati apprezzabili queste attività richiedono
l’impiego di risorse economiche e di professionalità qualificate e specializzate, che
si traduce in rilevanti oneri gestionali. Questi oneri trovano diretta correlazione
con i proventi raccolti in termini di erogazioni liberali, donazioni e lasciti.
L’indice dell’efficienza della raccolta fondi è uno degli parametri di controllo più
importanti, perché evidenzia, in forma estremamente sintetica e trasparente,
quanto “costano” le proprie iniziative di “fund raising” nel loro complesso.
Per poter essere immediatamente comprensibile agli stakeholder interni ed esterni
all’azienda l’indice di efficienza della raccolta fondi deve pertanto essere espresso
in modo da evidenziare chiaramente quanto si spende in media per raccogliere
ogni euro
Fonte: CONSIGLIO NAZIONALE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI - commissione aziende non profit - raccomandazione n. 10
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FEBBRAIO
2015
LA VALUTAZIONE (cenni)
Tot € On.R.F
 0, x €
Tot € Pr.R.F.
•
•
L’indice è realizzato dal rapporto tra il totale degli euro per oneri generati da
attività di raccolta fondi (On.R.F.) e il totale dei proventi correlati per competenza a
tali oneri.
L’indice esprime in centesimi di unità di misura (centesimi di euro) la spesa media
per ogni euro raccolto dalla Anp.
Fonte: CONSIGLIO NAZIONALE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI - commissione aziende non profit - raccomandazione n. 10
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2015
Grazie per l'attenzione