Rassegna stampa - Science South Tyrol

Data: 24/02/2015 | Fonte: Corriere dell'Alto Adige | Pagina: 1 | Categoria: unibz
Ricerca Protagonisti
tutti
e
che
cui
e
Pekka: la Lub deve osare
G
«L’università di Bolzano deve osare di più». È il saluto
del docente Abrahmasson che torna in Scandinavia.
a pagina 7 Boschi
Il
Svizzer
Documento generato da Marta Colasanti il 24/02/2015 alle 08:06:08
Pagina 1/3
Data: 24/02/2015 | Fonte: Corriere dell'Alto Adige | Pagina: 7 | Categoria: unibz
il ritaglio del contenuto e' nella pagina seguente per migliorarne la visualizzazione
Documento generato da Marta Colasanti il 24/02/2015 alle 08:06:08
Pagina 2/3
Data: 24/02/2015 | Fonte: Corriere dell'Alto Adige | Pagina: 7 | Categoria: unibz
«L’università deve avere coraggio»
L’ex preside Abrahamsson lascia Bolzano: un bilancio positivo, ma l’ateneo impari a rischiare
BOLZANO Cinquecento chilometri a nord di Oslo, sorge
Trondheim, una città norvegese in cui la temperatura media
del mese di marzo varia da
meno uno a più cinque. Come
recita Wikipedia: «Al solstizio
d’inverno, il sole sorge alle
10:01, rimane molto basso all’orizzonte e tramonta alle
14:31». È in questa città che
Pekka Abrahamsson, ormai ex
preside della facoltà di informatica dell’Università di Bolzano, passerà i prossimi anni.
Professor Abrahamsson,
quanto l’ha stancata l’Alto
Adige per decidere di andare
a lavorare in un posto simile?
«Sono nato in Finlandia, in
una città che sorge più a nord
di Trondheim. Il sole per me
non è mai stato importante,
anzi, mi manca il buio. Di inverno in Scandinavia non si lavora dopo le 16, a Bolzano, invece, è normale arrivare alle
19».
Nessun problema nemmeno a passare ad una dieta a
base di salmone, formaggio
di capra dolce e acqua minerale?
«Ecco, in effetti devo trovare
una soluzione. Per il cibo conto di trovare i ristoranti giusti
anche a Trondheim, ma rispetto al vino e alla birra, la
Norvegia ha regole rigidissime. Posso portare in là una sola bottiglia di superalcolico o
quattro bottiglie di vino...».
Scherzi a parte, perché ha
scelto Trondheim?
«Andrò a insegnare nella
migliore università di Norvegia e farò lezione a millecinquecento studenti invece che a
sessanta. Ho solo deciso di cogliere una opportunità per fare qualcosa di più».
Che bilancio ha fatto della
sua esperienza a Unibz?
«Positivo. L’Università di
Bolzano è molto apprezzata, lo
dimostrano le decine di richieste che arrivano per i posti
di docente che abbiamo a disposizione. Insegnare in una
università piccola mi ha permesso di migliorare molto la
mia didattica e siamo diventati
i numeri uno per quel che riguarda le Startup. Ho anche
avuto modo di collaborare con
docenti e studenti di altre facoltà in maniera molto produttiva. A Trondheim non credo sarà così facile».
La vicenda dei docenti sospesi nella sua facoltà ha influito sulla scelta?
«No, anzi, è stato un motivo
per restare e per dimostrare
che l’università è cambiata. Al
di là del caso specifico, credo
43
Eccellenze
Valutazione Anvur
Il rettore Lorenz
e Bergmeister
plaudono Renzi
Gli anni di
Pekka
Abrahamsson,
nato nell’aprile
del 1972
4
Gli anni
altoatesini di
Abrahamsson
che ora va a
Trondheim
80%
La percentuale
degli ingegneri
norvegesi che
si forma
all’ateneo di
Trondheim
Piazza Sernesi La sede della Lub
BOLZANO Nel suo recente
che sia giusto mostrare come
tutti i professori debbano rispettare le regole».
Cosa si sentirebbe di dire
ai colleghi che restano?
«Di essere più coraggiosi.
L’obiettivo è spesso meno importante della strada. L’Università deve farsi carico di alcuni rischi, la ricerca lo prevede, non tutti i progetti possono essere un successo. Dalle
mie parti si dice che per arrivare alla luna occorre avere i
piedi lontano da terra. Ma il
problema è generale, perché
in Alto Adige tutti sembrano
aspirare ad un posto di lavoro
all’interno di mamma Provincia. Questo fa sì che non esistano investimenti privati per
le startup. Tutti ad aspettare
che arrivino i soldi pubblici».
E al resto dell’Alto Adige
cosa vorrebbe dire?
«Di investire sulla banda
larga. Non si può continuare
così. È come se in passato si
fossero rifiutati di costruire
autostrade e ferrovie. In questi
anni non è cambiato nulla e

Tensioni nella facoltà
«I due docenti sospesi?
Tutti devono rispettare
le regole. Nessun legame
con la scelta di partire»
Documento generato da Marta Colasanti il 24/02/2015 alle 08:06:08
Powered by TCPDF (www.tcpdf.org)
non c’è nemmeno dibattito,
mentre la differenza con gli altri paesi europei è sempre più
grande. Poi, l’università è una
risorsa che andrebbe sfruttata
meglio. Non bastano gli incontri ufficiali e le riunioni, i
docenti devono essere coinvolti in maniera strategica nello sviluppo del territorio».
Si porterà un pezzo di Sudtirolo e di Italia a Trondheim?
«L’esperienza di Bolzano è
stata molto importante per
me, non posso dimenticarla.
Per il resto la mia “capa” a
Trondheim è italiana e abbiamo fatto i colloqui di lavoro in
italiano. In inglese ho parlato
solo di cifre, avevo paura di
perdermi qualche zero...».
Anche «off record» Pekka
Abrahamsson dimostra di essersene andato per pura scelta
personale. Probabilmente, visto il fisico imponente, troppe
cose incominciavano a stargli
strette, non solo le sue caratteristiche camicie rosa. Prima di
andarsene ha guardato l’orologio per precisare che ha vissuto in Alto Adige per 4 anni, un
mese e 23 giorni: «Forse non
ho conosciuto abbastanza bene il territorio, ma credo che
l’intersezione tra il mondo tedesco e quello italiano sia solo
un vantaggio. Lo dicono in
tanti, ma ci credono in pochi.
Io, invece, ne sono convinto».
Massimiliano Boschi
Stimato
IPekka
Abrahamsson,
a destra,
ex preside della
facoltà di
informatica
dell’Università
di Bolzano.
Il docente
traccia
un buon
bilancio
della sua
esperienza
all’ateneo
«La Lub
è molto
apprezzata,
lo dimostrano
le decine di
richieste che
arrivano
per i posti
di docente»
intervento al Politecnico di
Torino, il premier Matteo
Renzi ha lanciato la proposta
di premiare i migliori 20 atenei
italiani, basandosi sul
rapporto Anvur (Agenzia
nazionale di valutazione del
sistema universitario e della
ricerca). Se così fosse, la Libera
Università di Bolzano, che si
trova al sesto posto di questo
ranking, farebbe parte del
gruppo delle università
italiane d’eccellenza.
«La Lub ha naturalmente
accolto con grande
soddisfazione la valutazione
positiva delle proprie attività
di ricerca da parte dell’Anvur,
che si riferisce agli anni tra il
2004 e il 2010, dato che, come
istituzione di ricerca, ci
trovavamo ancora in una fase
di insediamento»,
sottolineano il presidente
Konrad Bergmeister e il rettore
Walter Lorenz – negli anni
scorsi abbiamo lavorato
soprattutto per dare una
struttura più solida alla
formazione dei dottorandi».
Nella competizione tra le
università, ciò darà i suoi frutti
nel lungo termine”. L’Anvur ha
analizzato 14 aree di ricerca
delle università italiane
nell’arco di tempo tra il 2004 e
il 2010. Per la Libera Università
di Bolzano il risultato è degno
di nota: in quattro aree, unibz
ha ottenuto il 2° posto tra le
piccole università e,
complessivamente, si trova al
6° posto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 3/3