Anche su internet: www.marche.cgil.it/spi Spirito di gruppo aprile 2015 LiberEtà Mar che M Suppl. a LiberEtà n. 4/2015 mensile del Sindacato pensionati italiani della Cgil direttore responsabile Giorgio Nardinocchi / a cura dello Spi Cgil regionale Marche Tariffa R.O.C. - Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB Roma Regionali: appello per una buona politica Sanità e welfare: la sfida per le “nuove” Marche pagina 2-3 pagina 6 Via libera alla medicina di “genere” pagina 8 he ar c M EDITORIALE Elezioni regionali: l’appello per una buona politica della legalità DI EMIDIO CELANI 2 APRILE 2015 Mentre l’appuntamento elettorale delle prossime amministrative è alle porte, risuona ancora, il dato, irrisolto, accantonato e considerato ininfluente dalla politica e cioè dell’astensionismo crescente. Le elezioni politiche del 2013 registrarono l’affluenza più bassa della storia repubblicana e in quelle regionali del 2014, in Emilia-Romagna altro record negativo, si presentarono alle urne appena il 37% degli aventi diritto. Altri segnali inquietanti: nel completo silenzio del paese e nell’assenza assoluta di un “clima costituente” la Camera avvia il cambiamento di 40 ar- ticoli della carta costituzionale facendo affermare al costituzionalista Gustavo Zagrebelsky che si tratta di “un degrado, quasi il punto zero della democrazia”. E, mentre vanno in frantumi pezzi importanti della nostra democrazia, si sferra uno dei più insidiosi attacchi al mondo del lavoro e ai diritti faticosamente conquistati. Il Jobs Act, pubblicizzato dal “persuasore” di turno come strumento che, abbattendo la precarietà, potrà creare nuovi posti di lavoro stabili fino al punto da essere garante nei confronti del sistema bancario per l’accesso al mutuo, è oggi una realtà. Il contratto a tutele crescenti, con Spiritodigruppo I EDITORIALE la radicale e violenta riduzione apportata all’art.18, perde il suo effettivo livello di protezione togliendo al giudice la possibilità di sindacare sul comportamento delle parti, e rendendo tutto esclusivamente monetizzabile dentro tetti stabiliti. Messo all’angolo da una cultura che, disconoscendone il ruolo confederale e di rappresentanza, non lo vuole come interlocutore ma al massimo come uditore, il sindacato ha cercato di focalizzare l’attenzione della politica sul lavoro quale vero dramma che sconvolge la vita e l’esistenza delle famiglie. La manifestazione del 25 ottobre a Roma e quella del 12 dicembre scorso ad Ancona hanno segnato, per la loro straordinaria partecipazione, una conferma importante su quali sono le vere esigenze del paese e una testimonianza del grado di condivisione delle proposte sindacali, prima fra tutte la cancellazione della iniqua Legge Fornero. L’obiettivo del sindacato è dare seguito alle iniziative di mobilitazione e di lotta avviando subito in tutti i territori e nei posti di lavoro la costruzione di piattaforme rivendicative per praticare una diffusa fase di contrattazione con le diverse controparti sia esse pubbliche che private. L’azione del sindacato pensionati sarà rivolta ad affrontare i temi della povertà, della non autosufficienza, dell’abitazione, dei prezzi e delle tariffe, dentro un campo di azione che vede nell’invecchiamento attivo un percorso di vita su cui chiamare alle proprie responsabilità la pubblica amministrazione e non solo essa. Siamo convinti che lo sviluppo del set- tore del welfare può diventare una concreta opportunità occupazionale specie se inserita dentro un percorso virtuoso di trasparenza e qualità. A tal fine condividiamo e sosterremo con forza la campagna, promossa dalla Cgil, sugli appalti con la raccolta di firme per una legge d’iniziativa popolare che superando la pratica del “massimo ribasso” possa ridare dignità e valore al lavoro ed essere anche di garanzia nella qualità delle prestazioni per gli utenti. Poiché siamo consapevoli della necessità della buona politica, della legalità e della moralità, in occasione delle prossime elezioni regionali, nel rimarcare la nostra piena autonomia, chiederemo un serio confronto e precisi impegni sui temi della piattaforma regionale. Nonno Nello di Marco Pizzuti APRILE 2015 3 he ar c M Il volantino distribuito in occasione di una pièce teatrale con Ottavia Piccolo protagonista, che lo ha autografato come iscritta 4 APRILE 2015 ORGANIZZAZIONE Spi Marche: eletto il nuovo coordinamento delle donne L’assemblea delle donne dello Spi Marche dello scorso febbraio ha eletto il proprio coordinamento. L’assemblea ha ragionato sullo stato di salute dello Spi Marche riguardo ad una serie di indicatori che più interessano le donne. Riguardo alla norma antidiscriminatoria della composizione degli organismi dirigenti, si può dire che nelle Marche è quasi dovunque rispettata, a partire dal comitato direttivo regionale. Anche gli organismi esecutivi, cioè le segreterie, hanno nella loro composizione di tre membri almeno una presenza femminile. Si è discusso se e come la presenza delle donne negli organismi dello Spi Marche abbia modificato la sua linea politica e la sua organizzazione: questo bilancio è risultato essere piuttosto negativo. Il salto di qualità che occorre fare è misurare quanto la politica delle donne pervade di sé la politica generale includendo i temi più specificatamente di genere, ma anche quanto la pratica quotidiana dell’agire sindacale si modifichi rispetto alle esigenze concrete delle donne. Per questo nei prossimi mesi, il Coordinamento elaborerà proprie proposte su materie che sono prioritarie per le donne per farle diventare patrimonio generale dello Spi: il primo argomento che si intende affrontare sarà la previdenza. La riforma Fornero ha introdotto normative che penalizzano le donne in modo particolare e per questo occorre affrontarle provando a costruire proposte che le modifichino radicalmente. Per farlo si metteranno in campo le tante competenze che esistono all’interno del Coordinamento, nel quadro dirigente dell’organizzazione o al nostro esterno, perché il Coordinamento delle donne Spi è un organismo aperto al confronto anche con le tante associazioni che sono attivamente presenti nella regione. Al termine dell’assemblea, il nuovo Coordinamento, composto da 40 rappresentanti di tutti i territori, ha eletto a responsabile Aurora Ferraro, della segreteria regionale dello Spi Marche. Spiritodigruppo I ATTIVITÀ La contrattazione? Non è solo per i pensionati DI ROMOLO SARDELLINI Impegnativo il calendario di “Assemblee Cittadine” territoriali che i sindacati dei pensionati Spi, Fnp ed Uilp, hanno programmato e svolto unitariamente in molti comuni della provincia di Macerata. Di questo, abbiamo parlato con Stefano Tordini, segretario Spi. Quali sono le novità? “C’è una novità sostanziale,oltre alla contrattazione territoriale tradizionale con i Comuni (che resta, ovviamente al primo posto, per tutelare le istanze ed i bisogni delle fasce più deboli: anziani, non autosufficienti, disabili, malati, poveri ecc...), abbiamo allargato il raggio di azione, invitando al tavolo delle trattative altri soggetti istituzionali che hanno particolare rilievo ed importanza nel loro territorio”. rilevanza ed un ruolo primario ed è rappresentato da interlocutori competenti. Abbiamo cercato di tenere insieme, in forma integrata, le questioni del lavoro, dello sviluppo locale, le politiche del welfare, le tariffe ed i tributi, i bisogni, la non autosufficienza etc.”. Perché avete voluto cambiare la contrattazione? “Perché Spi, Fnp ed Uilp credono che il loro impegno confederale debba avere una valenza territoriale e sociale a misura delle persone e delle loro esigenze e che ciò possa essere perseguito con più efficacia, coinvolgendo nella contrattazione anche le problematiche delle altre categorie e non solo quella dei pensionati”. Il manifesto della nuova campagna tesseramento 2015 dello Spi Cgil Può spiegarsi meglio? “Dal territorio vogliamo rilevare le istanze che ci vengono raffigurate a partire da chi rappresentiamo e che abbiamo potuto far emergere con il nostro lavoro sindacale; per questo motivo abbiamo individuato interlocutori plurimi che rappresentano il mondo del lavoro, l’ambiente, il sociale e la salute, poi le problematiche abitative, quelle giovanili, per l’integrazione e che valorizzano il volontariato, senza dimenticare le difficoltà legate alla fiscalità, ai tributi e alle tariffe dei servizi. Con questa nuova metodologia il singolo territorio assume una propria APRILE 2015 5 he M ar c ATTIVITÀ Marche, sanità e welfare: le priorità per il nuovo Governo DI CATIA ROSSETTI I sindacati pensionati insieme a Cgil, Cisl e Uil hanno promosso in questi primi mesi dell’anno assemblee per incontrare pensionati e pensionate per conoscere e raccogliere i loro bisogni nei confronti delle amministrazioni locali. Le questioni che riguardano la sanità sono risultate fra i problemi più sentiti da pensionati e pensionate, perché sono quelli che hanno più bisogno di cure e si aspettano risposte concrete dai nuovi amministratori regionali: una delle richieste più pressanti che emerge dagli incontri è che si trovi soluzione al problema delle liste d’attesa nella sanità. La delibera della Giunta regionale sulla riduzione delle liste di attesa è di oltre un anno fa e non ha prodotto risultati, nella provincia di Pesaro Urbino. A novembre 2014, avevamo chiesto alle direzioni di Marche Nord e Asur quali fossero gli impegni in- 6 APRILE 2015 trapresi e i risultati ottenuti per abbattere la voragine che esiste tra una prestazione in libera professione e il servizio sanitario pubblico e gratuito, ma non abbiamo ancora avuto risposte in merito. Come non c’è ancora stata risposta sulla richiesta di trasparenza sulla libera professione dei medici. Le persone sono costrette a trovare risposte a pagamento (solo chi se lo può permettere) o fuori regione contribuendo, così, all’aumento della mobilità passiva, con un aggravio di costi per la nostra regione. Purtroppo dobbiamo anche ricordare come la nostra provincia sia stata penalizzata dalla programmazione sanitaria regionale dello scorso anno: non ha ottenuto nessun posto aggiuntivo per Alzheimer e appena 40 posti letti di RP per tra Fano e Pesaro Sul tema delle Case della Salute siamo di fronte a gravi ritardi della Regione sia in termini di finanziamento che di atti organizzativi. Spiritodigruppo I ATTIVITÀ Fisco, lavoro e previdenza: la mobilitazione continua DI PAOLO FILIACI I diritti costituzionali al lavoro, alla previdenza, all’assistenza, all’istruzione, alla sanità, sono sotto l’attacco degli ultimi governi nazionali a causa di provvedimenti devastanti per l’economia Italiana. Gli effetti di tali azioni sono risultati ancora più pesanti nel territorio fermano, caratterizzato da una forte prevalenza di pensioni al minimo e da una perdurante crisi economica che si fa sentire per le gravi difficoltà del settore produttivo prevalente, il manifatturiero/calzaturiero. Lo Spi Cgil di Fermo, contrario alla riforma Fornero e ai tagli fiscali del governo, ha inondato di cartoline il Presidente del Consiglio, ha sensibilizzato sulla questione i parlamentari fermani ed è stato determinante per la riuscita dello sciopero generale del 12 dicembre 2014. La mobilitazione continuerà nel 2015 perché tutto ciò che si è ottenuto - la cancellazione delle pe- nalizzazioni per il requisito di anzianità contributiva con meno di 62 anni, l’annullamento dello slittamento del pagamento delle pensioni dal primo al dieci del mese, la forte riduzione del taglio dei fondi ai patronati - non basta. Continueremo a far sentire la nostra voce per ottenere la riduzione della tassazione sui redditi delle pensioni, rivendicare l’erogazione degli 80 euro di sgravi fiscali anche ai pensionati ed eliminare gli effetti negativi della legge Fornero. Nella provincia di Fermo è già avviata la contrattazione sui bilanci di previsione per il 2015 per realizzare una più equa tassazione locale e limitare il disagio provocato dalle imposte, per adeguare le rette dei servizi al cittadino, per esercitare il controllo nelle residenze protette. Infine, nei confronti della Direzione dell’ Asur- Area Vasta 4, continua il pressing per la riduzione delle liste di attesa, per il decollo delle Case della salute e soprattutto per la difesa della sanità pubblica. APRILE 2015 7 he M ar c PROPOSTE Donne, una nuova disciplina per la cura e la prevenzione DI AURORA FERRARO Il tema non è nuovo per lo Spi: da qualche tempo la “medicina di genere” è argomento discusso all’interno del coordinamento donne. È una scienza relativamente giovane: se ne parla solo dal 1990, ma i riscontri su alcune patologie consentono di affermare la sua assoluta scientificità per la quale è quindi necessario progredire nella ricerca. Ad essere interessate all’affermazione di questa nuova disciplina non sono solamente le donne, ma anche gli uomini: la medicina di genere non è la medicina per le donne, da contrapporre alla medicina per gli uomini, ma è la medicina dell’appropriatezza della cura e della prevenzione. Un corpo di donna non è uguale ad un corpo di maschio: e allora perché intervenire in modo indifferenziato su uomini e donne per patologie che si manifestano in maniera differente tra 8 APRILE 2015 i due sessi? Basta pensare a quella patologia per la quale i coordinamenti donne di Spi, Fnp e Uilp hanno sviluppato nell’ultimo periodo un’intensa attività: l’osteoporosi. Eppure ancora la medicina ufficiale e, soprattutto, la ricerca hanno un approccio per cui il genere maschile è da considerarsi l’unità di misura neutra, valida per uomini e donne: persino la ricerca di laboratorio per la farmacologia usa cavie animali quasi esclusivamente di sesso maschile! Per quanto attiene il panorama istituzionale, la Medicina di genere è approdata nel 2002 al Ministero della salute, i primi finanziamenti sono stati previsti nel periodo 2008/2012 per progetti specifici, sostenuti con 2,8 milioni di euro. Nella regione Marche, il Piano socio sanitario 2012/2014 contiene un paragrafo dal titolo “Lo sviluppo della medicina di genere” all’interno del quale si danno indicazioni programmatiche per la promozione di iniziative riguardo il contrasto alla discriminazione di genere per l’accesso alle cure, per la raccolta e la elaborazione dei dati statistici organizzati per genere, la definizione di ambiti della ricerca e per la valutazione dell’impatto di genere sulle scelte programmatiche. DI FILIBERTO GARGAMELLI Se ne è parlato a “Giocare senza rovinarsi”, con questo titolo, in occasione della festa anziaFossombrone ni del 7 dicembre scorso a Fossombrone, abbiamo incominciato a discutere con gli amministratori, gli esperti e i pensionati del problema sempre più drammatico del gioco d’azzardo patologico. La “nuova droga” che coinvolge cittadini di tutte le età e condizione sociale, la nuova droga su cui guadagnano sia lo stato con i giochi legali, sia i gestori delle sale gioco, sia le varie mafie con le scommesse clandestine. La pubblicità e i punti vendita delle occasioni di gioco sono ormai al di fuori di ogni controllo, anche negli uffici postali o nei supermercati si trovano “grattini” di ogni tipo e le cassiere sono obbligate ad offrirle ai clienti. Il paradosso più eclatante è che lo stato gestore e “spacciatore” deve ora stanziare fondi per curare la dipendenza dal gioco d’azzardo. Lo Spi partecipa al tavolo istituito dagli Ambiti Territoriali Sociali dell’Area vasta n°1 di Pesaro che vede la presenza di molte associazioni e ha utilizzato i fondi regionali specifici per iniziare una opera di sensibilizzazione di tutti gli attori sociali del territorio. L’attenzione particolare va ai giovani che sono stati coinvolti in modo originale con uno spettacolo teatrale dal titolo “Fate il nostro gioco. La matematica del gioco d’azzardo”. Gli autori sono Paolo Canova e Diego Rizzuto, un matematico e un fisico torinesi, che hanno pensato di usare la matematica come strumento di prevenzione, quale “antidoto logico” per immunizzarsi dal rischio degli eccessi da gioco. Noi possiamo fare la nostra parte nella contrattazione territoriale soprattutto chiedendo agli enti locali di mettere in campo tutte quelle strategie utili per limitare i danni. I comuni possono evitare l’apertura delle sale giochi all’uscita delle scuole, possono farle chiudere alle 22, possono ridurre la tassazione ai bar che non mettono slot-machine, possono collaborare con tutte le iniziative che molte associazioni come “Mettiamoci in gioco”, a cui aderisce anche la Cgil ed altre 17 organizzazioni. APRILE 2015 Spiritodigruppo I ATTIVITÀ “Giocare senza rovinarsi” 9 he ar c M RIFLESSIONI Ricchezza e povertà DI CARLO MESTICHELLI La situazione dell’economia Italiana e mondiale è tale che impone un repentino cambio di rotta. Occorre che la politica trovi la volontà e la forza per far pagare i costi della crisi ai ricchi, agli speculatori, agli evasori, alle multinazionali. Anche perché tra loro si annovera quella classe dirigente che ci ha ridotto in queste condizioni e che è ora che sia chiamata al risarcimento. Poche ma significative statistiche ci fanno capire immediatamente l’enorme pericolo che stiamo correndo se non riuscissimo a fermare l’accumulazione di grandi ricchezze e gradualmente a ridurle. Le 360 persone più facoltose al mondo hanno una ricchezza pari a quella di 3 miliardi di esseri umani più poveri. Se consideriamo solo i tre più ricchi questi hanno una ricchezza pari a quella posseduta da 600 milioni di persone più indigenti. È disumano e inaccettabile. Se si dovesse continuare così si rischia la fine della civiltà. Cosa si può fare? intanto cercare di informare e convincere quel 99% della popolazione mondiale che viene costantemente ingannata dal restante 1%. In Italia la differenza ovviamente non è così marcata ma anche da noi i 10 maggiori facoltosi hanno la ricchezza pari a quella di 3 milioni di persone più povere ed esiste sempre quel 10% che possiede la metà della ricchezza nazionale. La concentrazione della ricchezza in poche mani è la causa primaria della caduta della crescita economica. Gli eccessi di accumulo di denaro tendono inesorabilmente verso la speculazione finanziaria piuttosto che per impieghi nell’economia reale. Con buona pace dei tanti economisti liberisti che hanno sempre teorizzato il contrario. LiberEtà La rivista dove le generazioni si incontrano Per abbonarti rivolgiti alla lega Spi più vicina oppure effettua un versamento sul c/c postale n. 23020001, intestato a LiberEtà, Via dei Frentani 4/a, 00185 Roma, indicando nome, cognome, recapito completo e la causale (abbonamento a LiberEtà). L’abbonamento annuale costa 12,00 euro: il costo di un caffè al mese. 10 APRILE 2015 Spiritodigruppo I ATTIVITÀ I percorsi del ricordo: le donne si raccontano DI DONATELLA CESARINI In collaborazione con l’ Università dell’ Autobiografia di Anghiari con Silvana Nobili, il coordinamento femminile della Lega Spi Cgil di Ancona presenta un progetto che ha come destinatari, oltre agli anziani e i pensionati, i giovani della scuola superiore e dell’università. Le finalità del progetto sono quelle di incentivare il percorso verso l’intergenerazionalità, che da tempo il nostro sindacato persegue, e di onorare attraverso il racconto quelle donne che hanno dedicato tanta parte della loro vita all’attività politico-sindacale. Il progetto si propone di creare un “laboratorio autobiografico”, cioè uno spazio riservato al racconto dei frammenti più significativi della propria vita, esaltando gli aspetti educativi, sociali. terapeutici e culturali che il “narrare sé stessi” apporta all’individuo. Sono previsti diversi incontri in cui una lettrice o un lettore renderanno partecipi gli intervenuti dei ricordi, delle osservazioni, dei pensieri, raccolti dalla dott. Nobili, nel corso dei laboratori auto- biografici. “…. La vita è qualcosa di più della somma degli attimi, della somma di ciascun giorno…..” (Crista Wolf) Storia e memoria, iniziativa Spi Cgil Nelle settimane scorse, con il job act, si sono stravolti i criteri previsti dalla Costituzione per tutelare i diritti dei lavoratori. Su questo tema e su quello del diritto allo studio, la Lega Spi di Macerata ha organizzato un’iniziativa, aperta a tutti, che vuole raccogliere le storie e le testimonianze di chi nell’immediato dopoguerra si è affidato proprio alla Carta per rivedere la luce della democrazia dopo il fascismo e la tutela della dignità di ogni singola persona. Nella memoria e nei cassetti della nostra gente sicuramente ci sono tante micro-storie ancora non emerse. Con questa iniziativa le vogliamo recuperare per contribuire alla ricostruzione della memoria storica, prima che il tempo le polverizzi inesorabilmente. Gli elaborati dovranno entro il 31 maggio 2015 presso la sede della segreteria organizzativa dello Spi di Macerata (Via G. Di Vittorio, 2/4 – Tel 0733/245711) a cui ci si può rivolgere per ulteriori informazioni e per ottenere il regolamento completo del Concorso. APRILE 2015 11 he M ar c PROPOSTE A proposito dei vitalizi DI MARIA ANGELA BAIOCCHI Ogni anno circa 170 milioni di fondi pubblici se ne vanno per pagare i vitalizi degli ex consiglieri regionali. Una cifra in perenne aumento, e se prima era sol- 12 APRILE 2015 tanto uno scandaloso privilegio, ora rischia di far saltare le casse, sacrificando interventi per lo sviluppo e servizi per i cittadini. Se qualche regione cerca di tagliare, la stragrande maggioranza degli interessati fa ricorso per difendere i propri “diritti acquisiti”. E noi, cittadini che per la strada di diritti acquisiti ne abbiamo persi tanti, li guardiamo sconcertati, chiedendoci come possano pensare di rappresentare noi, che stringiamo la cinghia e andiamo avanti. Ed è arrivato il resto. Le Marche non sono un’isola felice. Per i rimborsi si indaga anche sui nostri consiglieri, quasi tutti, e ringrazio di cuore i tre che sono rimasti fuori. Per carità, prima di pronunciarci lasciamo parlare la magistratura, ma se le cose, in tutto o in parte, somigliano a quello che abbiamo letto, allora subentra un senso di vera insofferenza. Ci avviciniamo alle elezioni regionali, è il momento di chiedere impegni. Noi, che portiamo il peso del risanamento di quel debito pubblico che voi ogni mese contribuite ad alimentare, chiediamo che questo scandalo finisca. E, per favore, non chiamateci qualunquisti. Non evocate lo spettro dell’antipolitica. Fate un passo indietro, rinunciate ai vostri privilegi. La politica ci sembrerà sicuramente più rispettabile. Abbiamo visto nei numeri precedenti alcuni esercizi per rinforzare la muscolatura degli arti inferiori, gli addominali ed i lombari, che ci consente di camminare eretti in buone condizioni. Oggi concluderemo questa parte con altri due esercizi per la prevenzione del mal di schiena . È opportuno precisare che gli esercizi proposti in questi ultimi numeri sono utili anche a coloro che non soffrono di lombalgia. Infatti possono essere svolti anche per togliere la stanchezza dopo una giornata molto impegnativa, oppure quando si è camminato più del solito o si è stati per molto tempo in piedi o si sono fatte attività particolarmente faticose. Oltre a togliere la stanchezza, questi esercizi aiutano anche a vincere la tensione ed a rilassare la mente. Nel primo esercizio (foto 1) bisogna mantenere la posizione indicata nella foto per almeno 50/60 secondi, cercando di portare le dita delle mani più avanti possibile e contemporaneamente spingendo indietro il bacino: si tratta di un ottimo esercizio per allungare la muscolatura paravertebrale. Durante l’allungamento la respirazione deve essere normale, evitando di trattenere l’aria. Nel secondo esercizio (foto 2, “a” e “b”) dovete mettervi in posizione supina completamente rilassati. Respirando con l’addome (cioè portando l’aria inspirata nella pancia) sollevate la schiena nel tratto lombare. L’inspirazione deve essere profonda e le spalle rilassate (foto 2a). Poi espirate fino all’ultimo grammo di aria che avete accumulato nei polmoni, spingendo contemporaneamente la schiena contro il suolo e contraendo la muscolatura addominale (foto 2b). Ripetete questo esercizio per almeno 5 volte. DI MARCELLO BAIOCCO Spiritodigruppo I I CONSIGLI DELL’ESPERTO Prevenire il mal di schiena Foto 1 Foto 2 A B APRILE 2015 13 he ar c M LE ERBE Il papavero DI LAURA STOPPONI È primavera finalmente e, tra le tante meraviglie che la natura risvegliata ci offre, il papavero dei prati è un piccolo fiore gioioso che spicca fra il verde tenero dell’erba che cresce in fretta al tiepido sole di aprile. Di questo fiore rosso, dai petali delicati come carta velina, si mangia la ricca rosetta basale composta da decine di foglie disposte a raggiera in più strati sovrapposti. Si raccoglie quando è verde brillante, e non presenta ancora lo stelo centrale dal quale sboccerà il papavero, dopo le foglie si induriscono ed il loro sapore fresco e saporito sparisce …fino alla prossima primavera. Come tutte le Papaveracee, ha un blando effetto sedativo e rilassante delle viscere. Particolare da non sottovalutare è che questa rosetta basale, chiamata “papella” o “papatella” in dialetto può arrivare anche a 40 cm di diametro per una decina di strati sovrapposti, in pratica mezzo chilo ognuna tanto che con 4/5 piante è bella e fatta una cena per 4 perone. Come si cucina questa delizia? Oltre alle classiche erbe miste bollite o ri- 14 APRILE 2015 passate in padella un modo gustoso è questo: bollite le papelle e scolatele, tagliate a fette spesse delle patate, poi in una pirofila disponete a strati alterni patate e papelle e condite ogni strato con un pizzico di sale e di pepe, e un filo d’olio, e terminate con le papelle. Bagnate con un bicchiere di vino bianco e mettete in forno a 180° per circa 30 minuti o comunque fin quando le patate sono cotte, se vedete che asciuga troppo durante la cottura bagnate ancora con un misto di acqua, vino ed olio che avrete preparato a parte. DI ELISABETTA GABRIELLI C’è qualcosa che manca in questa nostra Europa. Il mercato unico e la moneta unica non si sono tirati dietro i diritti, le opportunità, l’inclusione. Vale a dire un sistema sociale garanzia di universalità. In contraddizione con il trattato di Amsterdam del 97, che portava in allegato il protocollo sulle politiche sociali, mai ci siamo orientati ad una governance capace di dare una dimensione etica allo sviluppo, un accresciuto valore di democrazia economica, un modello di progresso sociale. È dunque necessario invertire la rotta e porre l’equità, la redistribuzione delle risorse e l’impegno per lo sviluppo al centro dell’attenzione. Al contrario non ci siamo ancora liberati della furia ideologica liberista. Siamo ancorati ad una visione che considera le politiche sociali ed il Welfare un peso piuttosto che una leva per lo sviluppo. Il Trattato di Amsterdam ha aperto spiragli, ma la sconfitta, tutt’altro che consolidata, del liberismo non ci fa ancora intravedere la stretta connessione tra coesione sociale e sviluppo. Economicismo e monetarismo hanno avuto la meglio. Il rigore dei parametri e il risanamento dei bilanci hanno messo alla porta le politiche sociali. Si è del tutto ignorato che la solidarietà può essere fattore di sviluppo economico, sociale, culturale e democratico. Così il Presidente Auser, Elio D’Orazio, nel volumetto, edito da librAuser, dal titolo “L’Europa che manca” cerca di rintracciare nel cammino dell’Europa unita quel tema, filo conduttore, che prima o poi dovrà approdare ad una Europa in cui potranno incontrarsi le ragioni della economia e del sociale. A tal fine auspica un nuovo dialogo sociale. Ne passa in rassegna i soggetti, in particolare il volontariato del Terzo settore. Ne analizza gli strumenti, proponendo un percorso di riforma dei fondi strutturali. La conclusione è ancora amara: moneta unica e politica economica stanno a rappresentare l’Europa che c’è. La riforma in senso federale e le grandi sfide della solidarietà dovranno invece significare le premesse di una Europa che oggi non c’è. Solo se realizzate avremo l’Europa delle persone e dei cittadini. Quella che, appunto, ci manca. APRILE 2015 Spiritodigruppo I CULTURA “L’Europa che manca” 15 he M ar c I partiti di ieri e di oggi DI ULIANO MANCINI Giorgio Gaber in una delle sue famosissime canzoni diceva « La libertà non è star sopra un albero, / non è neanche avere un’opinione, / la libertà non è uno spazio libero, / libertà è partecipazione. », appunto potrei concludere qui. L’interessante convegno ”I partiti di ieri e di oggi” svoltosi in Ancona e organizzato dallo Spi Marche e dallo Spi Ancona, che ha visto la partecipazione della segretaria nazionale dello Spi Cgil Carla Cantone, ha portato al centro del confronto uno storico, un sociologo e il sindacato su un tema, come si dice Il tavolo in questi casi, molto caldo e sentito dei relatori dall’opinione pubblica: il ruolo dei al convegno partiti nella società di ieri e di quella di Ancona che in cui stiamo vivendo. Il paragone tra i due periodi storici affrontato dai relatori ha portato innegabilmente ad un’analisi preoccupante in termini di partecipazione e di proposta alle scelte della vita sociale e politica a discapito della situazione attuale. Per riprendere il cuore dell’intervento della segretaria nazionale del sindacato dei pensionati: partecipazione come principio di legittimazione, principio di giustificazione e di accettazione del potere politico fondato sulla volontà popolare e sul consenso. Le egemonie chiuse, che per diversi motivi stanno permeando settori diffusi non solo della politica, allontanano sempre di più i cittadini dalla vita politica, rinchiudendoli in una sorta di apatia e di malcontento sempre più diffuso. Bisogna riappropriarsi di una appartenenza collettiva; appunto come Gaber diceva non è stare sopra un albero, ma partecipare. Segreteria regionale Spi Cgil Marche: Emidio Celani, Elio Cerri, Aurora Ferraro Comitato di redazione: Maria Angela Baiocchi, Maria Federica Buroni, Donatella Cesarini, Marina Druda, Giuseppe Fillich, Elisabetta Gabrielli, Gherardo Giglioni, Romolo Sardellini, Francesco Vagnoni Grafica: Media Graphics Collaborazione fotografica: Maurizio Petrini Stampa: Spadamedia srl Sede: Via Primo Maggio, 142/a - Ancona Tel. 071/285741 Fax 071/2857400 e-mail: [email protected] 16 APRILE 2015
© Copyright 2024 ExpyDoc