Ottobre - CGIL Marche

Anche su internet: www.marche.cgil.it/spi
Spirito di gruppo
aprile 2015
LiberEtà
Mar che
M
Suppl. a LiberEtà n. 4/2015 mensile del Sindacato pensionati italiani
della Cgil direttore responsabile Giorgio Nardinocchi / a cura dello Spi Cgil
regionale Marche Tariffa R.O.C. - Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB Roma
Regionali:
appello per una
buona politica
Sanità e welfare:
la sfida per
le “nuove” Marche
pagina 2-3
pagina 6
Via libera
alla medicina
di “genere”
pagina 8
he
ar
c
M
EDITORIALE
Elezioni regionali: l’appello per
una buona politica della legalità
DI
EMIDIO
CELANI
2
APRILE 2015
Mentre l’appuntamento elettorale delle prossime amministrative è alle porte, risuona ancora, il dato, irrisolto, accantonato e considerato ininfluente dalla politica e cioè dell’astensionismo crescente. Le
elezioni politiche del 2013 registrarono
l’affluenza più bassa della storia repubblicana e in quelle regionali del
2014, in Emilia-Romagna altro record
negativo, si presentarono alle urne appena il 37% degli aventi diritto.
Altri segnali inquietanti: nel completo silenzio del paese e nell’assenza assoluta di un “clima costituente” la Camera avvia il cambiamento di 40 ar-
ticoli della carta costituzionale facendo affermare al costituzionalista
Gustavo Zagrebelsky che si tratta di
“un degrado, quasi il punto zero della democrazia”.
E, mentre vanno in frantumi pezzi importanti della nostra democrazia, si
sferra uno dei più insidiosi attacchi al
mondo del lavoro e ai diritti faticosamente conquistati. Il Jobs Act, pubblicizzato dal “persuasore” di turno
come strumento che, abbattendo la precarietà, potrà creare nuovi posti di lavoro stabili fino al punto da essere garante nei confronti del sistema bancario
per l’accesso al mutuo, è oggi una realtà. Il contratto a tutele crescenti, con
Spiritodigruppo I EDITORIALE
la radicale e violenta riduzione apportata all’art.18, perde il suo effettivo livello di protezione togliendo al
giudice la possibilità di sindacare sul
comportamento delle parti, e rendendo tutto esclusivamente monetizzabile dentro tetti stabiliti.
Messo all’angolo da una cultura che, disconoscendone il ruolo confederale e di
rappresentanza, non lo vuole come interlocutore ma al massimo come uditore, il sindacato ha cercato di focalizzare l’attenzione della politica sul lavoro
quale vero dramma che sconvolge la
vita e l’esistenza delle famiglie. La manifestazione del 25 ottobre a Roma e
quella del 12 dicembre scorso ad Ancona hanno segnato, per la loro straordinaria partecipazione, una conferma
importante su quali sono le vere esigenze del paese e una testimonianza del
grado di condivisione delle proposte sindacali, prima fra tutte la cancellazione
della iniqua Legge Fornero.
L’obiettivo del sindacato è dare seguito
alle iniziative di mobilitazione e di lotta avviando subito in tutti i territori e
nei posti di lavoro la costruzione di
piattaforme rivendicative per praticare una diffusa fase di contrattazione
con le diverse controparti sia esse
pubbliche che private.
L’azione del sindacato pensionati sarà
rivolta ad affrontare i temi della povertà, della non autosufficienza, dell’abitazione, dei prezzi e delle tariffe,
dentro un campo di azione che vede
nell’invecchiamento attivo un percorso di vita su cui chiamare alle
proprie responsabilità la pubblica amministrazione e non solo essa.
Siamo convinti che lo sviluppo del set-
tore del welfare può diventare una concreta opportunità occupazionale specie se inserita dentro un percorso virtuoso di trasparenza e qualità. A tal fine
condividiamo e sosterremo con forza
la campagna, promossa dalla Cgil, sugli appalti con la raccolta di firme per
una legge d’iniziativa popolare che superando la pratica del “massimo ribasso” possa ridare dignità e valore al
lavoro ed essere anche di garanzia nella qualità delle prestazioni per gli
utenti.
Poiché siamo consapevoli della necessità della buona politica, della legalità e della moralità, in occasione delle prossime elezioni regionali, nel rimarcare la nostra piena autonomia,
chiederemo un serio confronto e precisi impegni sui temi della piattaforma
regionale.
Nonno Nello
di Marco Pizzuti
APRILE 2015
3
he
ar
c
M
Il volantino
distribuito in
occasione di
una pièce
teatrale con
Ottavia
Piccolo
protagonista,
che lo ha
autografato
come iscritta
4
APRILE 2015
ORGANIZZAZIONE
Spi Marche:
eletto il nuovo
coordinamento
delle donne
L’assemblea delle donne dello Spi Marche dello scorso febbraio ha eletto il proprio coordinamento.
L’assemblea ha ragionato sullo stato di salute dello Spi Marche riguardo ad una serie di indicatori
che più interessano le donne.
Riguardo alla norma antidiscriminatoria della composizione degli organismi dirigenti, si può dire che
nelle Marche è quasi dovunque rispettata, a partire dal comitato direttivo regionale. Anche gli organismi esecutivi, cioè le segreterie, hanno nella
loro composizione di tre membri almeno una presenza femminile.
Si è discusso se e come la presenza delle donne negli organismi dello Spi Marche abbia modificato la sua linea politica e la sua organizzazione: questo bilancio è risultato essere piuttosto negativo.
Il salto di qualità che occorre fare è misurare quanto la politica delle donne
pervade di sé la politica generale includendo i temi più specificatamente di
genere, ma anche quanto la pratica quotidiana dell’agire sindacale si modifichi rispetto alle esigenze concrete delle donne.
Per questo nei prossimi mesi, il Coordinamento elaborerà proprie proposte su
materie che sono prioritarie per le donne per farle diventare patrimonio generale dello Spi: il primo argomento che si intende affrontare sarà la previdenza.
La riforma Fornero ha introdotto normative che penalizzano le donne in modo particolare e per questo occorre affrontarle provando a costruire proposte
che le modifichino radicalmente. Per farlo si metteranno in campo le tante
competenze che esistono all’interno del Coordinamento, nel quadro dirigente dell’organizzazione o al nostro esterno, perché il Coordinamento delle donne Spi è un organismo aperto al confronto anche con le tante associazioni che
sono attivamente presenti nella regione.
Al termine dell’assemblea, il nuovo Coordinamento, composto da 40 rappresentanti di tutti i territori, ha eletto a responsabile Aurora Ferraro, della segreteria regionale dello Spi Marche.
Spiritodigruppo I ATTIVITÀ
La contrattazione?
Non è solo per i pensionati
DI ROMOLO SARDELLINI
Impegnativo il calendario di
“Assemblee Cittadine” territoriali che i sindacati dei pensionati Spi, Fnp ed Uilp, hanno
programmato e svolto unitariamente in molti comuni della provincia di Macerata. Di
questo, abbiamo parlato con Stefano
Tordini, segretario Spi.
Quali sono le novità?
“C’è una novità sostanziale,oltre alla
contrattazione territoriale tradizionale con i Comuni (che resta, ovviamente
al primo posto, per tutelare le istanze
ed i bisogni delle fasce più deboli: anziani, non autosufficienti, disabili,
malati, poveri ecc...), abbiamo allargato il raggio di azione, invitando al
tavolo delle trattative altri soggetti istituzionali che hanno particolare rilievo ed importanza nel loro territorio”.
rilevanza ed un ruolo primario ed è
rappresentato da interlocutori competenti. Abbiamo cercato di tenere insieme, in forma integrata, le questioni del lavoro, dello sviluppo locale, le
politiche del welfare, le tariffe ed i tributi, i bisogni, la non autosufficienza
etc.”.
Perché avete voluto cambiare
la contrattazione?
“Perché Spi, Fnp ed Uilp credono che
il loro impegno confederale debba avere una valenza territoriale e sociale a
misura delle persone e delle loro esigenze e che ciò possa essere perseguito
con più efficacia, coinvolgendo nella
contrattazione anche le problematiche
delle altre categorie e non solo quella dei pensionati”.
Il manifesto
della nuova
campagna
tesseramento
2015
dello Spi Cgil
Può spiegarsi meglio?
“Dal territorio vogliamo rilevare le
istanze che ci vengono raffigurate a
partire da chi rappresentiamo e che abbiamo potuto far emergere con il nostro lavoro sindacale; per questo motivo abbiamo individuato interlocutori plurimi che rappresentano il mondo del lavoro, l’ambiente, il sociale e
la salute, poi le problematiche abitative, quelle giovanili, per l’integrazione
e che valorizzano il volontariato, senza dimenticare le difficoltà legate alla
fiscalità, ai tributi e alle tariffe dei servizi. Con questa nuova metodologia il
singolo territorio assume una propria
APRILE 2015
5
he
M
ar
c
ATTIVITÀ
Marche, sanità e welfare:
le priorità per il nuovo Governo
DI CATIA ROSSETTI
I sindacati pensionati insieme
a Cgil, Cisl e Uil hanno promosso in questi primi mesi dell’anno assemblee per incontrare pensionati e pensionate
per conoscere e raccogliere i
loro bisogni nei confronti delle
amministrazioni locali. Le questioni che riguardano la sanità sono risultate fra i problemi più sentiti da pensionati e pensionate, perché sono quelli che hanno più bisogno di cure e si
aspettano risposte concrete dai nuovi
amministratori regionali: una delle richieste più pressanti che emerge dagli
incontri è che si trovi soluzione al problema delle liste d’attesa nella sanità.
La delibera della Giunta regionale
sulla riduzione delle liste di attesa è di
oltre un anno fa e non ha prodotto risultati, nella provincia di Pesaro Urbino. A novembre 2014, avevamo
chiesto alle direzioni di Marche Nord
e Asur quali fossero gli impegni in-
6
APRILE 2015
trapresi e i risultati ottenuti per abbattere la voragine che esiste tra una
prestazione in libera professione e il
servizio sanitario pubblico e gratuito,
ma non abbiamo ancora avuto risposte in merito. Come non c’è ancora stata risposta sulla richiesta di trasparenza
sulla libera professione dei medici. Le
persone sono costrette a trovare risposte a pagamento (solo chi se lo può
permettere) o fuori regione contribuendo, così, all’aumento della mobilità passiva, con un aggravio di costi per la nostra regione.
Purtroppo dobbiamo anche ricordare
come la nostra provincia sia stata penalizzata dalla programmazione sanitaria regionale dello scorso anno: non
ha ottenuto nessun posto aggiuntivo
per Alzheimer e appena 40 posti letti
di RP per tra Fano e Pesaro
Sul tema delle Case della Salute siamo di fronte a gravi ritardi della Regione sia in termini di finanziamento
che di atti organizzativi.
Spiritodigruppo I ATTIVITÀ
Fisco, lavoro e previdenza:
la mobilitazione continua
DI PAOLO FILIACI
I diritti costituzionali al lavoro,
alla previdenza, all’assistenza,
all’istruzione, alla sanità, sono
sotto l’attacco degli ultimi governi nazionali a causa di provvedimenti devastanti per l’economia Italiana. Gli effetti di tali
azioni sono risultati ancora più pesanti
nel territorio fermano, caratterizzato da
una forte prevalenza di pensioni al minimo e da una perdurante crisi economica che si fa sentire per le gravi difficoltà del settore produttivo prevalente, il manifatturiero/calzaturiero. Lo
Spi Cgil di Fermo, contrario alla riforma Fornero e ai tagli fiscali del governo, ha inondato di cartoline il Presidente del Consiglio, ha sensibilizzato
sulla questione i parlamentari fermani ed è stato determinante per la riuscita dello sciopero generale del 12 dicembre 2014. La mobilitazione continuerà nel 2015 perché tutto ciò che
si è ottenuto - la cancellazione delle pe-
nalizzazioni per il requisito di anzianità contributiva con meno di 62 anni,
l’annullamento dello slittamento del
pagamento delle pensioni dal primo al
dieci del mese, la forte riduzione del
taglio dei fondi ai patronati - non basta. Continueremo a far sentire la nostra voce per ottenere la riduzione della tassazione sui redditi delle pensioni, rivendicare l’erogazione degli 80
euro di sgravi fiscali anche ai pensionati ed eliminare gli effetti negativi della legge Fornero.
Nella provincia di Fermo è già avviata
la contrattazione sui bilanci di previsione per il 2015 per realizzare una più
equa tassazione locale e limitare il disagio provocato dalle imposte, per adeguare le rette dei servizi al cittadino,
per esercitare il controllo nelle residenze protette. Infine, nei confronti
della Direzione dell’ Asur- Area Vasta
4, continua il pressing per la riduzione delle liste di attesa, per il decollo
delle Case della salute e soprattutto per
la difesa della sanità pubblica.
APRILE 2015
7
he
M
ar
c
PROPOSTE
Donne, una nuova disciplina
per la cura e la prevenzione
DI AURORA FERRARO
Il tema non è nuovo per lo Spi:
da qualche tempo la “medicina di genere” è argomento discusso all’interno del coordinamento donne. È una scienza relativamente giovane: se ne parla solo
dal 1990, ma i riscontri su alcune patologie consentono di affermare la sua
assoluta scientificità per la quale è
quindi necessario progredire nella ricerca.
Ad essere interessate all’affermazione di questa nuova disciplina non
sono solamente le donne, ma anche gli
uomini: la medicina di genere non è la
medicina per le donne, da contrapporre
alla medicina per gli uomini, ma è la
medicina dell’appropriatezza della
cura e della prevenzione.
Un corpo di donna non è uguale ad un
corpo di maschio: e allora perché intervenire in modo indifferenziato su
uomini e donne per patologie che si
manifestano in maniera differente tra
8
APRILE 2015
i due sessi? Basta pensare a quella patologia per la quale i coordinamenti
donne di Spi, Fnp e Uilp hanno sviluppato nell’ultimo periodo un’intensa attività: l’osteoporosi.
Eppure ancora la medicina ufficiale e,
soprattutto, la ricerca hanno un approccio per cui il genere maschile è da
considerarsi l’unità di misura neutra,
valida per uomini e donne: persino la
ricerca di laboratorio per la farmacologia usa cavie animali quasi esclusivamente di sesso maschile!
Per quanto attiene il panorama istituzionale, la Medicina di genere è approdata nel 2002 al Ministero della salute, i primi finanziamenti sono stati
previsti nel periodo 2008/2012 per progetti specifici, sostenuti con 2,8 milioni
di euro.
Nella regione Marche, il Piano socio
sanitario 2012/2014 contiene un paragrafo dal titolo “Lo sviluppo della
medicina di genere” all’interno del
quale si danno indicazioni programmatiche per la promozione di iniziative riguardo il contrasto alla discriminazione di genere per
l’accesso alle cure, per la
raccolta e la elaborazione
dei dati statistici organizzati per genere, la definizione di ambiti della
ricerca e per la valutazione dell’impatto di genere sulle scelte programmatiche.
DI FILIBERTO GARGAMELLI
Se ne è
parlato
a
“Giocare senza rovinarsi”, con questo
titolo, in occasione della festa anziaFossombrone
ni del 7 dicembre scorso a Fossombrone, abbiamo incominciato a discutere con gli amministratori, gli esperti e i pensionati del problema sempre più drammatico del gioco d’azzardo patologico. La “nuova droga” che coinvolge cittadini
di tutte le età e condizione sociale, la nuova droga su cui guadagnano sia lo
stato con i giochi legali, sia i gestori delle sale gioco, sia le varie mafie con le
scommesse clandestine.
La pubblicità e i punti vendita delle occasioni di gioco sono ormai al di fuori di ogni controllo, anche negli uffici postali o nei supermercati si trovano
“grattini” di ogni tipo e le cassiere sono obbligate ad offrirle ai clienti.
Il paradosso più eclatante è che lo stato gestore e “spacciatore” deve ora stanziare fondi per curare la dipendenza dal gioco d’azzardo.
Lo Spi partecipa al tavolo istituito dagli Ambiti Territoriali Sociali dell’Area
vasta n°1 di Pesaro che vede la presenza di molte associazioni e ha utilizzato
i fondi regionali specifici per iniziare una opera di sensibilizzazione di tutti
gli attori sociali del territorio. L’attenzione particolare va ai giovani che sono
stati coinvolti in modo originale con uno spettacolo teatrale dal titolo “Fate
il nostro gioco. La matematica del gioco d’azzardo”. Gli autori sono Paolo
Canova e Diego Rizzuto, un matematico e un fisico torinesi, che hanno pensato di usare la matematica come strumento di prevenzione, quale “antidoto
logico” per immunizzarsi dal rischio degli eccessi da gioco.
Noi possiamo fare la nostra parte nella contrattazione territoriale soprattutto
chiedendo agli enti locali di mettere in campo tutte quelle strategie utili per
limitare i danni. I comuni possono evitare l’apertura delle sale giochi all’uscita
delle scuole, possono farle
chiudere alle 22, possono ridurre la tassazione ai bar che
non mettono slot-machine,
possono collaborare con tutte le iniziative che molte associazioni come “Mettiamoci
in gioco”, a cui aderisce anche la Cgil ed altre 17 organizzazioni.
APRILE 2015
Spiritodigruppo I ATTIVITÀ
“Giocare senza rovinarsi”
9
he
ar
c
M
RIFLESSIONI
Ricchezza e povertà
DI CARLO MESTICHELLI
La situazione dell’economia
Italiana e mondiale è tale che
impone un repentino cambio
di rotta. Occorre che la politica trovi la volontà e la forza per far pagare
i costi della crisi ai ricchi, agli speculatori, agli evasori, alle multinazionali. Anche perché tra loro si annovera quella classe dirigente che ci ha
ridotto in queste condizioni e che è
ora che sia chiamata al risarcimento.
Poche ma significative statistiche ci
fanno capire immediatamente l’enorme pericolo che stiamo correndo se
non riuscissimo a fermare l’accumulazione di grandi ricchezze e gradualmente a ridurle.
Le 360 persone più facoltose al mondo hanno una ricchezza pari a quella
di 3 miliardi di esseri umani più poveri. Se consideriamo solo i tre più
ricchi questi hanno una ricchezza pari a quella posseduta da 600 milioni
di persone più indigenti. È disumano
e inaccettabile. Se
si dovesse
continuare
così si rischia la fine della civiltà. Cosa si può
fare? intanto cercare di informare e
convincere quel 99% della popolazione mondiale che viene costantemente ingannata dal restante 1%.
In Italia la differenza ovviamente non
è così marcata ma anche da noi i 10
maggiori facoltosi hanno la ricchezza pari a quella di 3 milioni di persone più povere ed esiste sempre quel
10% che possiede la metà della ricchezza nazionale.
La concentrazione della ricchezza in
poche mani è la causa primaria della
caduta della crescita economica. Gli eccessi di accumulo di denaro tendono
inesorabilmente verso la speculazione
finanziaria piuttosto che per impieghi
nell’economia reale. Con buona pace
dei tanti economisti liberisti che hanno sempre teorizzato il contrario.
LiberEtà La rivista dove le generazioni si incontrano
Per abbonarti rivolgiti alla lega Spi più vicina oppure
effettua un versamento sul c/c postale n. 23020001,
intestato a LiberEtà, Via dei Frentani 4/a, 00185 Roma,
indicando nome, cognome, recapito completo e
la causale (abbonamento a LiberEtà).
L’abbonamento annuale costa 12,00 euro:
il costo di un caffè al mese.
10
APRILE 2015
Spiritodigruppo I ATTIVITÀ
I percorsi del ricordo:
le donne si raccontano
DI DONATELLA CESARINI
In collaborazione con l’ Università dell’ Autobiografia di
Anghiari con Silvana Nobili, il
coordinamento femminile della Lega Spi Cgil di Ancona presenta un progetto che ha come
destinatari, oltre agli anziani
e i pensionati, i giovani della
scuola superiore e dell’università.
Le finalità del progetto sono quelle di
incentivare il percorso verso l’intergenerazionalità, che da tempo il nostro sindacato persegue, e di onorare
attraverso il racconto quelle donne che
hanno dedicato tanta parte della loro
vita all’attività politico-sindacale.
Il progetto si propone di creare un “laboratorio autobiografico”, cioè uno
spazio riservato al racconto dei frammenti più significativi della propria
vita, esaltando gli aspetti educativi,
sociali. terapeutici e culturali che il
“narrare sé stessi” apporta all’individuo.
Sono previsti diversi incontri in cui
una lettrice o un lettore renderanno
partecipi gli intervenuti dei ricordi,
delle osservazioni, dei pensieri, raccolti dalla dott. Nobili, nel corso dei
laboratori auto- biografici. “…. La
vita è qualcosa di più della somma degli attimi, della somma di ciascun giorno…..” (Crista Wolf)
Storia e memoria, iniziativa Spi Cgil
Nelle settimane scorse, con il job act, si sono stravolti i criteri previsti dalla Costituzione per tutelare
i diritti dei lavoratori. Su questo tema e su quello del
diritto allo studio, la Lega Spi di Macerata ha organizzato un’iniziativa, aperta a tutti, che vuole raccogliere le storie e le testimonianze di chi nell’immediato dopoguerra si è affidato proprio alla Carta per
rivedere la luce della democrazia dopo il fascismo e
la tutela della dignità di ogni singola persona. Nella
memoria e nei cassetti della nostra gente sicuramente ci sono tante micro-storie ancora non emerse. Con questa iniziativa le vogliamo recuperare per
contribuire alla ricostruzione della memoria storica,
prima che il tempo le polverizzi inesorabilmente.
Gli elaborati dovranno entro il 31 maggio 2015 presso la sede della segreteria organizzativa dello Spi di
Macerata (Via G. Di Vittorio, 2/4 – Tel 0733/245711) a cui ci si può rivolgere per ulteriori informazioni e per ottenere il regolamento completo del Concorso.
APRILE 2015
11
he
M
ar
c
PROPOSTE
A proposito dei vitalizi
DI MARIA ANGELA BAIOCCHI
Ogni anno circa 170 milioni di
fondi pubblici se ne vanno per
pagare i vitalizi degli ex consiglieri regionali. Una cifra in
perenne aumento, e se prima era sol-
12
APRILE 2015
tanto uno scandaloso privilegio, ora
rischia di far saltare le casse, sacrificando interventi per lo sviluppo e servizi per i cittadini. Se qualche regione cerca di tagliare, la stragrande maggioranza degli interessati fa ricorso
per difendere i propri “diritti acquisiti”. E noi, cittadini che per la strada di diritti acquisiti ne abbiamo persi tanti, li guardiamo sconcertati, chiedendoci come possano pensare di rappresentare noi, che stringiamo la cinghia e andiamo avanti.
Ed è arrivato il resto. Le Marche non
sono un’isola felice. Per i rimborsi si
indaga anche sui nostri consiglieri,
quasi tutti, e ringrazio di cuore i tre
che sono rimasti fuori.
Per carità, prima di pronunciarci lasciamo parlare la magistratura, ma se
le cose, in tutto o in parte, somigliano a quello che abbiamo letto, allora subentra un senso di vera insofferenza.
Ci avviciniamo alle elezioni regionali, è il momento di chiedere impegni. Noi, che portiamo il peso del risanamento di quel debito pubblico
che voi ogni mese contribuite ad alimentare, chiediamo che questo scandalo finisca.
E, per favore, non chiamateci qualunquisti. Non evocate lo spettro dell’antipolitica. Fate un passo indietro,
rinunciate ai vostri privilegi. La politica ci sembrerà sicuramente più rispettabile.
Abbiamo visto nei numeri precedenti alcuni esercizi per
rinforzare la muscolatura degli arti inferiori, gli addominali ed i lombari, che ci consente di camminare eretti in
buone condizioni. Oggi concluderemo questa parte con altri due
esercizi per la prevenzione del mal di schiena . È opportuno precisare
che gli esercizi proposti in questi ultimi numeri sono utili anche a coloro che non soffrono di lombalgia. Infatti possono essere svolti anche
per togliere la stanchezza dopo una giornata molto impegnativa, oppure quando si è camminato più del solito o si è stati per molto tempo in
piedi o si sono fatte attività particolarmente faticose. Oltre a togliere
la stanchezza, questi esercizi aiutano anche a vincere la tensione ed a
rilassare la mente.
Nel primo esercizio (foto 1) bisogna mantenere la posizione indicata nella foto per almeno 50/60 secondi, cercando di portare le dita
delle mani più avanti possibile e
contemporaneamente spingendo indietro il bacino: si tratta di un ottimo esercizio per allungare la muscolatura paravertebrale. Durante
l’allungamento la respirazione deve essere normale, evitando di trattenere l’aria.
Nel secondo esercizio (foto 2, “a”
e “b”) dovete mettervi in posizione
supina completamente rilassati. Respirando con l’addome (cioè portando l’aria inspirata nella pancia)
sollevate la schiena nel tratto lombare. L’inspirazione deve essere profonda e le spalle rilassate (foto 2a).
Poi espirate fino all’ultimo grammo di aria che avete accumulato nei
polmoni, spingendo contemporaneamente la schiena contro il suolo e contraendo la muscolatura addominale (foto 2b). Ripetete questo
esercizio per almeno 5 volte.
DI MARCELLO
BAIOCCO
Spiritodigruppo I I CONSIGLI DELL’ESPERTO
Prevenire il mal di schiena
Foto 1
Foto 2
A
B
APRILE 2015
13
he
ar
c
M
LE ERBE
Il papavero
DI LAURA STOPPONI
È primavera finalmente e, tra
le tante meraviglie che la natura risvegliata ci offre, il papavero dei prati è un piccolo
fiore gioioso che spicca fra il
verde tenero dell’erba che cresce in fretta al tiepido sole di
aprile.
Di questo fiore rosso, dai petali delicati come carta velina, si mangia la
ricca rosetta basale composta da decine di foglie disposte a raggiera in
più strati sovrapposti. Si raccoglie
quando è verde brillante, e non presenta ancora lo stelo centrale dal quale sboccerà il papavero, dopo le foglie
si induriscono ed il loro sapore fresco e saporito sparisce …fino alla prossima primavera.
Come tutte le Papaveracee, ha un blando effetto sedativo e rilassante delle
viscere.
Particolare da non sottovalutare è che
questa rosetta basale, chiamata “papella” o “papatella” in dialetto può arrivare anche a 40 cm di diametro per
una decina di strati sovrapposti, in pratica mezzo chilo ognuna tanto che con
4/5 piante è bella e fatta una cena per
4 perone.
Come si cucina questa delizia? Oltre
alle classiche erbe miste bollite o ri-
14
APRILE 2015
passate in padella un modo gustoso è
questo: bollite le papelle e scolatele,
tagliate a fette spesse delle patate, poi
in una pirofila disponete a strati alterni patate e papelle e condite ogni
strato con un pizzico di sale e di pepe, e un filo d’olio, e terminate con le
papelle. Bagnate con un bicchiere di
vino bianco e mettete in forno a 180°
per circa 30 minuti o comunque fin
quando le patate sono cotte, se vedete che asciuga troppo durante la cottura bagnate ancora con un misto di
acqua, vino ed olio che avrete preparato a parte.
DI ELISABETTA GABRIELLI
C’è qualcosa che manca in questa nostra Europa. Il mercato
unico e la moneta unica non si
sono tirati dietro i diritti, le opportunità, l’inclusione. Vale a
dire un sistema sociale garanzia di
universalità. In contraddizione con il
trattato di Amsterdam del 97, che portava in allegato il protocollo sulle politiche sociali, mai ci siamo orientati ad una governance capace di dare
una dimensione etica allo sviluppo,
un accresciuto valore di democrazia
economica, un modello di progresso
sociale. È dunque necessario invertire la rotta e porre l’equità, la redistribuzione delle risorse e l’impegno
per lo sviluppo al centro dell’attenzione. Al contrario non ci siamo ancora liberati della furia ideologica liberista. Siamo ancorati ad una visione che considera le politiche sociali
ed il Welfare un peso piuttosto che
una leva per lo sviluppo. Il Trattato
di Amsterdam ha aperto spiragli, ma
la sconfitta, tutt’altro che consolidata, del liberismo non ci fa ancora intravedere la stretta connessione tra
coesione sociale e sviluppo. Economicismo e monetarismo hanno avuto la meglio. Il rigore dei parametri
e il risanamento dei bilanci hanno
messo alla porta le politiche sociali.
Si è del tutto ignorato che la solidarietà può essere fattore di sviluppo
economico, sociale, culturale e democratico.
Così il Presidente Auser, Elio D’Orazio, nel volumetto, edito da librAuser, dal titolo “L’Europa che manca”
cerca di rintracciare nel cammino dell’Europa unita quel tema, filo conduttore, che prima o poi dovrà approdare ad una Europa in cui potranno
incontrarsi le ragioni della economia
e del sociale. A tal fine auspica un
nuovo dialogo sociale. Ne passa in
rassegna i soggetti, in particolare il
volontariato del Terzo settore. Ne analizza gli strumenti, proponendo un
percorso di riforma dei fondi strutturali. La conclusione è ancora amara: moneta unica e politica economica stanno a rappresentare l’Europa che c’è. La riforma in senso federale e le grandi sfide della solidarietà dovranno invece significare le premesse di una
Europa che oggi non c’è. Solo se realizzate avremo
l’Europa delle persone e
dei cittadini.
Quella che,
appunto, ci
manca.
APRILE 2015
Spiritodigruppo I CULTURA
“L’Europa che manca”
15
he
M
ar
c
I partiti di ieri e di oggi
DI ULIANO MANCINI
Giorgio Gaber in una delle sue
famosissime canzoni diceva «
La libertà non è star sopra un
albero, / non è neanche avere
un’opinione, / la libertà non è
uno spazio libero, / libertà è
partecipazione. », appunto potrei concludere qui. L’interessante
convegno ”I partiti di ieri e di oggi”
svoltosi in Ancona e organizzato dallo Spi Marche e dallo Spi Ancona, che
ha visto la partecipazione della segretaria nazionale dello Spi Cgil Carla Cantone, ha portato al centro del
confronto uno storico, un sociologo e
il sindacato su un tema, come si dice
Il tavolo
in questi casi, molto caldo e sentito
dei relatori dall’opinione pubblica: il ruolo dei
al convegno partiti nella società di ieri e di quella
di Ancona
che in cui stiamo vivendo. Il paragone tra i due periodi storici affrontato
dai relatori ha portato innegabilmente ad un’analisi preoccupante in termini di partecipazione e di proposta
alle scelte della vita sociale e politica
a discapito della situazione attuale.
Per riprendere il cuore dell’intervento della segretaria nazionale del sindacato dei pensionati: partecipazione
come principio di legittimazione, principio di giustificazione e di accettazione del potere politico fondato sulla volontà popolare e sul consenso. Le
egemonie chiuse, che per diversi motivi stanno permeando settori diffusi
non solo della politica, allontanano
sempre di più i cittadini dalla vita politica, rinchiudendoli in una sorta di
apatia e di malcontento sempre più
diffuso. Bisogna riappropriarsi di una
appartenenza collettiva; appunto come Gaber diceva non è stare sopra un
albero, ma partecipare.
Segreteria regionale
Spi Cgil Marche:
Emidio Celani, Elio Cerri, Aurora Ferraro
Comitato di redazione:
Maria Angela Baiocchi,
Maria Federica Buroni, Donatella Cesarini,
Marina Druda, Giuseppe Fillich,
Elisabetta Gabrielli, Gherardo Giglioni,
Romolo Sardellini, Francesco Vagnoni
Grafica:
Media Graphics
Collaborazione fotografica:
Maurizio Petrini
Stampa: Spadamedia srl
Sede: Via Primo Maggio, 142/a - Ancona
Tel. 071/285741 Fax 071/2857400
e-mail: [email protected]
16
APRILE 2015