Info Media Basket

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Saison 2015-2016
14 octobre 2015
Un dunk de folie pour
Clint Capela
Clint Capela a brillé lors de la victoire 135­129 en prolongation de
Houston à Phoenix. Le Genevois a réussi un nouveau double
double.
Titularisé dans le cinq de base pour ce quatrième match de
préparation en raison des absences de James Harden, touché au
genou, et de Dwight Howard, qui est blessé au dos, Clint Capela a
bénéficié d'un temps de jeu de 25 minutes. Le Genevois a inscrit 12
points (5 sur 9) et a capté 10 rebonds. Il a surtout réussi un dunk
dans le troisième quarter qui a marqué les esprits. La saison s'annonce belle le pivot
des Rockets.
(nxp)
ticino
basket
MEMORIAL SILO Buon successo di pubblico
e partite dagli elevati contenuti tecnico-agonistici:
è con un bilancio positivo che è andata in archivio
la prima edizione del “Memorial Silo”, il quadrango-
lare internazionale di basket in carrozzina organizzato lo scorso fine settimana a Bellinzona
dal Gruppo Paraplegici (GP) Ticino per ricordare
Silvano Milesi, una delle principali figure della socie-
22 GDP
in primo piano
tà e dello sport per disabili in generale, scomparso
prematuramente negli scorsi mesi. La vittoria è andata ai Ticino Bulls sui lucernesi dell’RCZS Hurricanes e le italiane Basket Seregno e HB Torino UICEP.
GIORNALEdelPOPOLO
MERCOLEDÌ 14 OTTOBRE 2015
Alla scoperta del nuovo presidente Matyas Cavadini
«Lavorare per i giovani
e per amore dello sport»
il comitato
Matyas
Cavadini,
50 anni,
è stato
eletto
presidente
di Ticino
Basket
lo scorso
18 giugno.
Fosse un allenatore, Matyas Cavadini non avrebbe alcun problema
di contingente. Da assistente coach
e general manager fungerebbe evidentemente la moglie Katja, mentre in campo andrebbero gli otto
figli: Michelangelo, Angelica, Maddalena, Sebastiano, Gianandrea,
Marcaurelio, Geremia e Benedetta.
Matyas Cavadini però, allenatore
non è. Oltre ad essere un padre e un
dirigente bancario, da alcuni mesi
è il presidente di Ticino Basket. È
stato eletto il 18 giugno in sostituzione di Claudio Franscella che ha
lasciato la testa dell’associazione
dopo averla presieduta con discreto successo per alcuni anni e che
è comunque ancora attivo a livello
federale.
Quello del quasi 50enne Cavadini è un volto relativamente nuovo
per la pallacanestro ticinese. «Non
ho alcuna esperienza a livello agonistico», ammette con onestà Cavadini. Sportivamente parlando la
sua prima grande passione è stata il
nuoto che ha praticato per una ventina d’anni, conquistando alcuni titoli di staffetta quando frequentava
l’università di Neuchâtel. Poi è stato
dirigente della Società Nuoto Mendrisio e in seguito della Mendrisiotto Nuoto. Da alcuni anni però si è
avvicinato alla pallacanestro, con
la complicità di quattro degli otto figli: Michelangelo (che con la maglia
della U23 del Lugano, ha ottenuto
la promozione in LNB), Maddalena (che ha già respirato l’aria della
prima squadra del Riva-Muraltese),
Sebastiano e Gianadrea (entrambi
nelle giovanili del Vacallo). Quanto
basta per trascorre diverso tempo
nelle diverse palestre ticinesi tra
un allenamento e una partita. Da lì
alla presidenza di Ticino Basket, il
passo è stato relativamente breve,
ma non scontato. «Tra famiglia e lavoro – spiega Cavadini – il tempo è
sempre un po’ scarso, ma mi piace
mettermi a disposizione. Con quattro figli in tre società diverse ero già
in contatto con diversi presidenti
e quando si è verificato lo strappo
tra Franscella e alcuni club, mi è
stato chiesto se fossi disponibile a
subentrargli». E in definitiva è stata
Un mix di novità
ed esperienza
Alla testa di Ticino Basket dallo scorso 18 giugno,
Matyas Cavadini sta affrontando questa avventura
puntando fortemente sulla formazione dei ragazzi:
«Non tutti diventeranno giocatori professionisti,
ma tutti riusciranno a perseguire degli obiettivi».
sufficiente un breve riflessione. «Sì,
ha prevalso l’amore per lo sport ed il
piacere di lavorare a favore dei giovani», annota il presidente di Ticino
Basket. Senza dimenticare che il
fatto di avere dei figli che giocano a
livello agonistico per compagini diverse, fa di lui un presidente equidistante. Requisito indispensabile per
rilanciare l’attività di Ticino Basket
all’indomani dello strappo che oltre
a Claudio Franscella, ha portato alle
dimissioni dell’intero comitato precedente.
E Cavadini si è immediatamente
rimboccato le maniche per traghettare l’associazione nel futuro senza
ulteriori scossoni. Fra le priorità assolute dell’inizio del suo mandato,
come aveva già preannunciato al
momento dell’assemblea, il Team
Ticino U16. Promessa mantenuta
perché l’esperienza proseguirà pure
questa stagione. «Anche perché –
sottolinea Cavadini – era importante dare continuità a un progetto che
ha regalato non poche soddisfazioni
al movimento cestistico giovanile
ticinese. A livello giovanile sono sovente le squadre ticinesi a vincere le
competizioni nazionali, perciò non
dobbiamo temere nessuno. Quello che possiamo fare è continuare
a confrontarci per eventualmente
apprendere qualcosa di nuovo».
D’altra parte se il Ticino può vantare
quattro squadre, due maschili e due
femminili, nella massima serie, è
anche perché si lavora bene proprio
a livello giovanile. «Certo – conclude Matyas Cavadini –, quello che si
deve fare con i giovani è metterli nelle condizioni ideali affinché possano
far convivere lo sport con la formazione scolastica o professionale. Non
tutti diventeranno giocatori professionisti, ma tutti riusciranno a perseguire degli obiettivi. Alcuni di loro
potrebbero diventare degli arbitri,
altri ancora degli allenatori oppure
dei formatori. Sicuramente però, diventeranno dei cittadini migliori».
È un miscuglio di esperienza e novità il nuovo comitato di Ticino Basket. Accanto al neopresidente Matyas Cavadini, infatti, ci sarà
ancora la segretaria Alessandra Santurri che
garantirà la continuità di tutti i dossier.
A fungere da vice-presidente è invece Gianluca Padlina. Il 35enne avvocato di Mendrisio
ha maturato non poca esperienza nella gestione
delle associazioni sportive e non. A livello studentesco, per esempio, è stato presidente l’assemblea degli studenti del Liceo di Mendrisio,
di quella del studenti ticinesi a Zurigo, nonché
del Circolo dei giovani giuristi. Appassionato di
basket, ha militato nei movimenti giovanili del
Mendrisio Basket e della SAV Vacallo, assumendo poi anche la carica di presidente del Momò
Basket. Dal 2013 fa parte del Comitato direttivo
di Swiss Basketball.
Da parte sua Giorgio Conza, classe 1953, è
stato per lunghi anni il cassiere dell’Associazione Basket Lugano ed ora ha deciso di rimettersi
in gioco e, soprattutto, di mettere a disposizione
dell’intero movimento cestistico ticinese la sua
notevole esperienza nella gestione finanziaria
delle società sportive. Insomma, il nuovo “ministro delle finanze” di Ticino basket non poteva che essere lui.
Mauro Regazzoni è invece un volto e un
nome assai noto nel piccolo grande mondo della pallacanestro ticinese. Alle sua spalle ci sono
infatti circa tre decenni in qualità di allenatore,
sia delle giovanili che di compagini maschili
e femminile di LNA. È anche la terza volta che
assume l’incarico di responsabile tecnico di Ticino Basket. Professionalmente ha lavorato per
una quarantina d’anni alla RSI, diventando anche responsabile del dipartimento sport.
Matteo Miglio, 48 anni, ha iniziato prestissimo a giocare a basket con la Pallacanestro Varese, ma altrettanto presto si è innamorato della
formazione dei giocatori. Non per nulla ha ottenuto quasi in tenera età la tessera per allenare
in Serie A. Poi, per una decina d’anni rimane nei
quadri di Pallacanestro Varese vincendo diversi titoli regionali e contribuendo alla formazione di molti giocatori che hanno militato anche
nella massima serie. In seguito si trasferisce a
Loano e anche in Liguria, dove rimane per otto
anni; il successo non si fa attendere. Quindi torna a Varese dove allena per due anni la compagine femminile – ottenendo la promozione in
Serie B – e per tre anni il Bosto Varese. Tre anni
fa, infine “incontra” il movimento giovanile del
Lugano, dove attualmente ricopre il ruolo di responsabile della formazione dagli U8 agli U16.
Infine a fungere da responsabile della comunicazione sarà Alberto Cotti. Bellinzonese,
55 anni, ha lavorato per quotidiani, periodici
nonché per la RSI. A livello associativo è stato
co-presidente nazionale di Impressm, la maggiore organizzazione professionale svizzera dei
giornalisti.
Team Ticino U16
Regazzoni: «Nonostante tutto
portiamo avanti il progetto...»
Garantire la continuità al Team
Ticino U16 non è stato scontato.
Anzi, ci è voluta tutta la tenacia del
neo CT di Ticino Basket, Mauro
Regazzoni, per proseguire un’esperienza che ha garantito non
poche soddisfazioni al movimento cestistico giovanile ticinese.
«Nelle ultime settimane – annota
Regazzoni – gli eventi e i contrattempi si sono succeduti e questo
non ha permesso di coinvolgere
come dovuto tutti i club ticinesi».
Ma non solo. «Le premesse per l’attività – prosegue –, soprattutto per
la superficialità con la quale è stato
gestito questo progetto da parte di
Swiss Basketball, sono state modificate in modo sostanziale». Nonostante tutto, però, il nuovo comi-
tato di Ticino Basket ha deciso di
rispettare fino in fondo l’impegno
preso nel corso dell’ultima assemblea portando avanti lo stesso il
progetto. «Con la promessa – sottolinea Ragazzoni – di inoltrare
quanto prima un progetto di attività nazionale per i prossimi anni,
grazie anche al quale tutti i club
potranno disporre di un esempio
concreto di attività di formazione
serio, intenso e qualitativo».
Insomma, sistemare tutte le tessere del mosaico del Team Ticino
non è stato semplice, ma alla vigilia della nuova stagione non sembrano mancare le premesse per
riconfermare i risultati ottenuti
lo scorso anno. «Attualmente la
squadra è composta da 12 validi
15enni – spiega Regazzoni – che
sosterranno una preparazione approfondita e una attività competitiva sia a livello cantonale che nazionale, che li metterà a confronto
sempre con squadre formate da
giovani di età leggermente superiore». La compagine non sarà più
condotta da Lucio Bracelli e Paolo
Medolago, bensì da Franco Facchinetti e dal preparatore atletico
Marco Conti.
«Siamo convinti – conclude Regazzoni – che da questo gruppo
e con questa formazione i club di
appartenenza dei giovani coinvolti, se continueranno con un lavoro serio e altrettanto intenso, non
tarderanno a disporre di giocatori
pronti per le squadre di élite».
Il Team Ticino U16 impegnato nella stagione 2015-2016 è formato da dodici ragazzi di 15 anni.
PALLE DA BASKET
Sempre più difficile l’integrazione degli stranieri
di Dario ‘Mec’ Bernasconi
Quanti sono gli stranieri e le
straniere d’oltre oceano approdati in Ticino dagli anni 70 ai nostri giorni? Circa 350. Quanti
sono rimasti? Otto: Kerry Davis,
Ken Brady, Gary Stich, Tom
Scheffler, Mark Fillmore, Keith
McCord, John Hatch e Manuel
Raga. Questi hanno formato una
famiglia nel nostro cantone, gli
altri sono tornati a casa o sparsi
in Svizzera (a memoria, Mc Cor-
mick, Harris, Gregg, la McNamara). Con la partenza a giorni
di Stich per la Spagna, quella di
Brady per il Texas lo scorso
anno, di McCord per la Louisiana due anni fa e di Raga da oltre
un lustro per il Messico, di ex che
rimangono in Ticino ne rimangono solo quattro.
Un segno evidente di come la
nostra struttura sociale non riesca ad agganciare questi giocatori e legarli al territorio in cui
stanno anche per diversi anni.
D’altra parte, si riscontra in maniera evidente che giocatrici e
giocatori che stanno in Ticino
per più stagioni non fanno molti
sforzi per imparare la lingua.
Anche dopo cinque o sei anni di
vita ticinese, sanno poche parole
di italiano, consapevoli che il
loro mondo futuro sarà altrove.
Per quelli rimasti, la grossa nota
di merito è essersi messi di buzzo buono e di aver reinventato la
loro vita, per raggiungere una
stabilità economica. Va conside-
rato che non è grazie ai guadagni ottenuti con il basket, fatta
forse un’eccezione o due, che
hanno potuto sistemarsi in Ticino. E se negli anni 70 e 80 vi erano giocatori che guadagnavano
attorno ai 9-10’000 franchi al
mese, oggi la media salariale
scende al di sotto dei 4’000 franchi. Sono pochi quelli che arrivano a guadagnare oltre i 6’000.
La vita sociale degli stranieri del
basket è un tran tran molto riservato dove parte del tempo è
passata in collegamenti telefonici a costo zero, divisi tra riposo
e allenamenti, con una vita comune spesso limitata al loro
gruppo. Un aspetto sociale che
molti club non si preoccupano
di sviluppare e, occorre pur dirlo, non ci sono nemmeno molti
sforzi da parte loro per cercare
un’integrazione più consolidata.
Due aspetti questi che si legano
soprattutto alla consapevolezza
che c’è molta precarietà nel loro
lavoro di professionisti.
Negli anni dei nostri “integrati”
citati prima, la vita sociale era
differente, la loro visibilità era
garantita da un fattore sportivo
ma anche dall’essere un po’ “unici”, con il basket che trainava folle a tutte le partite e c’era un senso di appartenenza consolidato e
un valore aggiunto di notorietà
che oggi non c’è più. Un segno
tangibile di come la società sia
cambiata e sia sempre pronta ad
acclamare in fretta e, altrettanto
in fretta, a dimenticare.
Steigerung, aber
noch kein Sieg
BASKETBALL Auch in Basel
gab es für die winterthurer
männer keinen sieg. Doch
die NLA-Aufsteiger hielten
beim 66:78 lange mit.
Ja, wenn die Winterthurer einen
gehabt hätten wie Murphy Burnatoswki! Dann hätten sie ihr zweites NLA-Spiel wohl gewonnen.
Doch der Kanadier lief für die
Starwings Basel auf. Der 24-jährige Zweimetermann stand die gesamten 40 Minuten auf dem Feld,
warf 35 Punkte, angelte sich 12
Rebounds und sicherte Basel damit den 78:66-Erfolg.
Die Winterthurer gefielen aber
kämpferisch besser als noch vor
einer Woche bei der klaren Niederlage gegen Fribourg und eroberten sich diesmal mehr Rebounds als der Gegner. Dennoch
gerieten sie in den ersten drei Minuten 0:8 in Rückstand, bevor Istvan Fekete mit einem Dreier das
Skore für die Gäste eröffnete – bis
dahin hatte sich Winterthur
schon vier Fouls und zwei Ballverluste geleistet.
Wieder nervös begonnen
«Wir haben wieder sehr nervös
begonnen», analysierte BCWTrainer Daniel Rasljic. Das Spiel
sei im ersten Viertel verloren gegangen. «Wir haben 27 Punkte bekommen und sind dadurch in der
Verteidigung nicht sicher gewesen.» Zu Beginn der zweiten 20
Minuten sahen die Zuschauer die
beste Phase der Winterthurer. Mit
vier erfolgreichen Würfen in Folge, davon drei Dreiern, verkürzten
sie von 19:29 auf 30:31.
Über die gesamte Begegnung
schweizer cUp
Gegen Unterklassige
in den cup-sechzehntelfinals
der Männer empfängt der
Unterländer Zweitligist Regensdorf Ende Oktober die NLAEquipe aus Winterthur. Auch
Winterthurs Frauen messen
sich mit einem Gegner aus
einer tieferen Spielklasse: Sie
reisen am 24. Oktober für den
Achtelfinal zum NLB-Team der
Highflyers Luzern. skl
Auch robinson setzte sich besser in
Szene als gegen Fribourg. Stefan Kleiser
versenkten die Winterthurer sieben ihrer 19 Versuche von der
Dreierlinie. Aber aus der Nahdistanz waren sie mit nur 40 Punkten
weit weniger gefährlich als die
Starwings mit 54 Zählern aus 44
Versuchen. Die Wurfquote von
nur 39 Prozent aus dem Zweipunktebereich war auch der
Grund, warum der BCW in der
zweiten Hälfte nie mehr näher als
auf sechs Punkte herankam.
Besser als vor einer Woche
Zwar bekundeten die Basler Mühe mit der Zonenverteidigung des
BCW, und ihr Trainer Roland
Pavloski meinte unzufrieden, sein
Team habe «dank Einzelleistungen» gewonnen. Auch beim BCW
ist die Bilanz zwiespältig. «Unser
Ziel ist es, jeden Tag besser zu
werden. Und wir sind im Vergleich zu letzter Woche besser geworden», sagte Captain Rimba
Anfarsyah. Istvan Fekete steigerte sich merklich, und Jeremy Robinson warf 18 Punkte und sicherte sich 16 Rebounds. «Das ist
schon eine gute Leistung», attesStefan Kleiser
tierte Rasljic.
Verhängnisvolle Minuten
BASKETBALL 56 punkte von
heidi Anton, Nikki Dixon und
cinzia tomezzoli reichten
winterthur wegen einiger
schlechter minuten nicht
zum sieg in Bellinzona.
Das Verhängnis waren die
Schlussminuten im dritten Viertel und vier im letzten Abschnitt.
Zuerst machte eine Phase von 0:12
Punkten aus einer 45:39-Führung
einen Rückstand von sechs Punkten. Als Winterthur zum 54:54
ausgeglichen hatte, erzielten die
Gastgeberinnen 12:3 Punkte und
feierten am Ende mit dem 73:65
den zweiten Sieg im dritten NLASaisonspiel. «Wir haben das Spiel
in wenigen Minuten weggegeben», ärgerte sich BCW-Coach
Daniel Rasljic. Warum? Weil sich
sein Team nach einer guten Leistung plötzlich einige Unkonzentriertheiten leistete. Der Trainer
sah das Übel in der schmalen Rotation: «Heidi, Nikki und Cinzia
bräuchten auch mal eine Pause.»
Doch Anton, Dixon und Tomezzoli spielten durch – Letztere, weil
Dalila Cerfeda fehlte, auf der ungewohnten Position vier.
Insgesamt durfte Rasljic aber
feststellen, dass sich sein Team
weiter verbessert hat. Mit schnellem Transitionspiel und raschen
Passfolgen wurden immer wieder
freie Würfe von aussen kreiert
oder aber jemand unter dem Korb
freigespielt. Vor allem aber agierten die Winterthurerinnen viel
variantenreicher und unberechenbarer als noch zum Saisonbeginn – auch wenn Anton, Dixon
und Tomezzoli allein 56 der 65
Punkte warfen.
Allerdings fand der BCW in der
Defense kein Mittel, um Leeza
Burdgess zu stoppen. Die 24-jährige Amerikanerin warf gleich 27
Punkte. Auch sieben Minuten vor
Schluss, nachdem Selma Aslani
mit einem Dreier auf 57:60 verkürzt hatte, war es Burdgess, die
mit drei Körben ihr Team wieder
auf sichere Distanz brachte.
Kein Mittel gegen die Grossen
«Wir haben in der Vorbereitung
noch nichts hinsichtlich der Verteidigung gegen die grossen Spielerinnen gemacht. Wir kennen
darum die Positionen noch nicht
genau, um sie zu verteidigen», entschuldigte Rasljic sein Team. «Da
haben wir sicher zehn Punkte verschenkt.» Und damit wohl auch
den Sieg.
Stefan Kleiser
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