APRILE 5 Pasqua 6 lunedì 7 martedì 8 mercoledì 9 giovedì 10 venerdì 11 sabato 12 domenica 13 lunedì 14 martedì 15 mercoledì 16 giovedì 17 venerdì 18 sabato 19 domenica 20 lunedì 21 martedì 22 mercoledì 23 giovedì 24 venerdì 25 sabato 26 domenica PARROCCHIA S. MARIA A SETTIGNANO 12 aprile 2015 - N. 965 Seconda settimana DOMENICA 12 APRILE SECONDA DOMENICA DI PASQUA Atti 4, 32-35 – 1 Giovanni 5, 1-6 – Giovanni 20, 19-31 Nella chiesa parrocchiale, Messe ore 9 – 11 LUNEDÌ 13 APRILE Lodi e Messa ore 8,30 MARTEDÌ 14 APRILE Lodi e Messa ore 8,30 MERCOLEDÌ 15 APRILE Lodi e Messa ore 8,30 Gruppo di ascolto – Libro dei salmi In parrocchia ore 21 GIOVEDÌ 16 APRILE Lodi e Messa ore 8,30 VENERDÌ 17 APRILE Vespri e Messa ore 18 Gruppo di ascolto – Libro dei salmi In parrocchia ore 18,30 SABATO 18 APRILE dalle ore 17 un sacerdote è presente in chiesa per le confessioni Messa festiva ore 18 DOMENICA 19 APRILE TERZA DOMENICA DI PASQUA Atti 3, 13-15.17-19 – 1 Giovanni 2, , 1-5 – Luca 24, 35-48 Nella chiesa parrocchiale, Messe ore 9 – 11 Internet: www.parrocchiasettignano.it Mail: [email protected] L’ATTUALITÀ DI DIETRICH BONHOEFFER Il 9 aprile del 1945, 60 anni fa, veniva ucciso nel campo di concentramento di Flussenburg, all’età di 39 anni, dopo due anni di prigionia con l’accusa di aver partecipato ad una congiura per eliminare Hitler, il pastore luterano tedesco Dietrich Bonhoeffer. Era un grande cristiano e un grande teologo che ha maturato il suo pensiero in un’epoca dolorosa per l’Europa e per il mondo. Il suo ideale era quello di sentire e far sentire Gesù come un contemporaneo, un maestro da seguire. In una sua opera, “Sequela”, dice: “Seguire non ha contenuto. Ci sarebbe piaciuto che Gesù avesse un programma. E tuttavia no! Alla sua sequela tutto dipende dalla relazione con lui: lui è davanti e noi lo seguiamo”.. Bonhoeffer è il cristiano che molti vorrebbero essere, l'uomo di chiesa che non teme di sporcarsi le mani con la politica, il pacifista che non si rende schiavo nemmeno dei propri ideali e prepara un attentato dinamitardo contro Hitler. La domenica 8 aprile, vigilia della sua morte, affidò ad un compagno di prigionia questo messaggio per un suo amico: «Ditegli che questa è la fine per me, ma anche l’inizio. Insieme a lui credo nel principio della nostra fratellanza universale cristiana che si eleva al di sopra di ogni interesse nazionale e credo che la nostra vittoria è certa...». Era il saluto di un cristiano consapevole del suo destino di eternità. Un testimone della sua uccisione - venne impiccato ad un palo nudo - , un medico del campo di concentramento che non lo conosceva, ha lasciato scritto: «Attraverso la porta semiaperta in una stanza delle baracche vidi il Pastore Bonhoeffer, prima di levarsi la sua divisa carceraria, inginocchiarsi sul pavimento per pregare Dio con fervore. Fui profondamente toccato dal modo in cui questo uomo amabile pregava, così devoto e sicuro che Dio udisse la sua preghiera… Sul posto dell’esecuzione, disse un’altra breve preghiera e quindi salì gli scalini verso il patibolo, coraggioso e composto. La sua morte seguì dopo pochi secondi. Nei quasi cinquant’anni di professione medica, non ho mai visto un uomo morire così totalmente sottomesso alla volontà di Dio». Riteneva che la Chiesa dovesse sentirsi parte del mondo, condividerne le lotte e le perplessità. Dove c’è gente là deve esserci la Chiesa: è un tema al centro anche del messaggio di Papa Francesco. Bonhoeffer ha lasciato importanti opere, fra le quali sono importanti e belle le lettere della prigionia, nelle quali si trova questa preghiera: «Dio, raccogli i miei pensieri verso di te. Presso di te la luce, tu non mi dimentichi. Presso di te l’aiuto, presso di te la pazienza. Non capisco le tue vie, ma tu conosci il cammino per me». UNA, TANTE “TOMBE NUOVE” Il venerdì santo si è ascoltato dal Vangelo di Giovanni che Gesù viene sepolto in “una tomba nuova scavata nella roccia”. Avevamo iniziato la Quaresima con la sconvolgente notizia di 21 copti egiziani per i quali furono necessarie tante “tombe nuove”. Non si seppellisce mai in tombe vecchie. Poi il sabato santo tante, tante “tombe nuove” per i quasi 150 giovani studenti massacrati in una città del Kenya vicino alla Somalia. Molti ricordano la tradizione della visita ai sepolcri del sabato santo. Ci viene da pensare ai sepolcri dei martiri nelle nostre chiese, al sepolcro di San Sebastiano e di Santa Cecilia nelle catacombe di Roma. C’è una frase di un antico scrittore, Tertulliano, che dice che il sangue dei martiri è il seme di nuovi cristiani. È una frase che ha il sapore della Pasqua ma che va compresa bene perché non succede nulla per magia: il seme gettato nella terra va coltivato e fatto crescere. Il sabato santo, che ci ha fatto sapere di tanti sepolcri nuovi, ci ha spinti a chiederci: quale Pasqua fanno intravvedere le “tombe” dei nuovi martiri di oggi? Quale risurrezione ci annunciano? Non possiamo pensare alla Pasqua come un trionfo che cancella la beatitudine più difficile: “Beati i perseguitati”. Il corpo del Risorto porta intatti i segni dei chiodi. La sua risurrezione diventa la premessa di ciò che accade al primo martire Stefano e tanti martiri dopo di lui, fino ai nostri giorni. Ciò che oggi accade ci ferisce e ci scuote e ci spinge a chiamare per nome i violenti che uccidono e a chiedere giustizia. Giustizia per i 150 del Kenya almeno come per i 12 di Parigi. Allo stesso tempo non possiamo smettere di invocare da Dio il dono della pace per tante terre orribilmente insanguinate. A noi resta difficile vedere davanti alle “tombe nuove” di oggi non solo il Calvario, ma anche la “pietra rovesciata” che scuote il mondo al mattino di Pasqua. Nella morte dei 150 giovani c’è l’annuncio della vita piena che nessuna folle violenza può troncare; la notizia confortante che l’odio non può togliere fecondità ad un amore che ha la forza di far crescere il Regno di Dio. Sono 2000 anni che i cristiani vengono uccisi e sappiamo che sarà così ancora. Questa Pasqua di grande persecuzione ci sollecita a vedere dentro tante “tombe nuove scavate nella roccia” la speranza di un mondo nuovo che Dio fa crescere, che vuol costruire insieme con noi. Domenica 12 Aprile ore 21.00 nella Chiesa dei Santi Fiorentini, Via Centostelle 9 MUSICAL “GESÙ DI NAZARETH” “La storia di un uomo che ha cambiato la storia” Un bello spettacolo, animato da un coro di 80 elementi, ambientato nell’antichità della Giudea, con la potenza del tormento dell’uomo moderno, in bilico fra risposte e domande. Si incontrano personaggi e episodi che conosciamo che tracciano il cammino che porta al nascere di una nuova fede, la nostra. Ingresso con offerta libera. LE NOSTRE CELEBRAZIONI PASQUALI Questo periodo, con la Settimana Santa, è stato per noi particolarmente suggestivo. Ci ha portato a vivere nelle celebrazioni gli aspetti più importanti e più belli della nostra fede, del compiersi della nostra salvezza. Come ogni anno la nostra chiesa viene preparata in tono con i vari giorni liturgici: pensiamo alla Domenica delle Palme o dell’Ulivo, al Giovedì Santo, Venerdì Santo, alla domenica di Pasqua. Lo si può fare per la generosa collaborazione di un bel gruppo di persone. Col diminuire delle forze di don Giorgio è cresciuto l’aiuto di tanti. Un grazie a Sergio, a Giancarlo, a Vincenzo, a Marino, Giulietta, a Roberto, a Franco, a Koami, a Stefano, a Barbara, a Marco, a Romano, a Gloria. Per preparare inoltre il tradizionale “sepolcro vuoto” sotto l’altare ci ha aiutato perfino un muratore. Il canto poi ha reso più vive e sentite le nostre liturgie. Un grazie perciò a Lorenzo e tutto il coro che si è preparato con cura ed ha accompagnato i vari momenti della Veglia con melodie adatte e ben eseguite; un grazie a Francesca che ha eseguito alcune belle melodie gregoriane e a Rolando Panerai, che con la sua voce sempre straordinaria ha dato forza alla nostra preghiera. DALL’INDIA Dopo la giornata dedicata agli amici lebbrosi dell’India è giunto questo ringraziamento da Talasari: “Carissimi Angelo e Marisa, vi giungano i nostri migliori auguri Pasquali. Cristo Risorto colmi la nostra vita della Sua Presenza e del Suo Amore, nella pace, serenità ed unione di cuori. Tanti cordiali saluti a Don Giorgio e Parrocchiani; penso siate stai soddisfatti della partecipazione alla giornata pro-malati di lebbra. Noi ringraziamo di cuore e assieme ai nostri malati offriamo le nostre preghiere. Tanti saluti dalle sorelle della comunità di Talasari ed in particolare da madre Pasqualina. suor M. Scremin” UNA GIORNATA IN BICICLETTA CON IL GRUPPO GIOVANI Il nostro gruppo giovanile martedì ha vissuto una bella esperienza. Siamo partiti in bicicletta dalla stazione e, per la pista ciclabile delle Cascine, attraversando la passerella, siamo giunti alla scoperta dell’Isolotto, il Quartiere nato negli anni ’50, al tempo di La Pira. Di nuovo in sella fino alle Piagge dove ci ha accolti don Santoro. È stato un incontro molto interessante: don Santoro ci ha raccontato l’origine del quartiere e le problematiche socio-economiche che si riscontrano tra gli abitanti ma anche la bellezza che si prova quando si riceve un grazie dal cuore. Pranzo a sacco e poi via fino all’inceneritore di San Donnino dove Giampiero ci ha illustrato il suo funzionamento. Ancora una tappa al Chico Mendes, inaugurato nel 2000 dove, una zona di discariche è stata trasformata in un bel parco di 15 ettari e 5 laghetti. È stata una bella giornata trascorsa gioiosamente che ci ha portato a scoprire zone, problemi e iniziative di una parte della nostra città. Alessandro e Marco
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