PosteItalianeSpA–Sped.abb.post.DL353/2003 (conv. L.27/2/2004 n.46) art.1, com.1,NO/TORINO Il prossimo numero sarà in edicola mercoledì 22 aprile 2015 Stampato su carta riciclata C Quattordicinale di informazione sociale e culturale Anno XXVIII n° 7 Mercoledì 8 aprile 2015 Euro 1,50 Edito da Associazione culturale Rosse Torri, iscr. ROC n. 24928 del 29/9/2014. Reg. Tribunale di Ivrea n. 130 del 2/11/1988. Direttore Responsabile: G. Sergio Ferrentino. Redazione, amministrazione e diffusione: via Arduino 43, Ivrea. tel. 333 2697780 www.rossetorri.it [email protected] Stampa: Tipografia Gianotti - Montalto Dora AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI IVREA Tirare a campare Senza maggioranza e senza prospettive CONSORZIO INFORMATIZZAZIONE CANAVESE Nessun... si svegli DOPO IL 28 MARZO A ROMA La coalizione sociale a Ivrea? Forza e visibilità alle buone pratiche presenti sul territorio Non passa riunione del Consiglio Comunale eporediese che non veda la Giunta e almeno una parte della maggioranza che la sostiene su posizioni diverse. E’ successo nuovamente nella riunione del 31 marzo scorso, nel corso della quale il Sindaco, Carlo Della Pepa, si è trovato a votare diversamente dalla sua maggioranza. Si è infatti astenuto, da solo, sulla mozione che (dopo una lunga e intricata discussione) proponeva l’adozione integrale della “Carta di Pisa” (un codice etico a cui attenersi nella pubblica amministrazione) invece della versione modificata dalla Giunta in alcuni punti. Nulla di terribile né di particolarmente grave se il voto divergente fosse isolato o sporadico. In realtà, com’è noto a chiunque segua le vicende dell’amministrazione comunale, sono ormai molti mesi che (complice anche l’ascesa di Renzi nel PD e nel governo) tra Sindaco e parte dei consiglieri del PD non corre buon sangue. Diverse le occasioni di contrasto (e tante da apparire talvolta persino pretestuose) fino alla clamorosa riunione del Consiglio del 27 febbraio scorso (quando la delibera sulla vicenda del CIC passò solo grazie al voto decisivo del consigliere di minoranza Comotto) che sancì in modo inequivocabile che Della Pepa (e conseguentemente la sua Giunta) non poteva contare sulla maggioranza consiliare con la quale è stato eletto. In casi come questo, le scelte possibili di un Sindaco – sostenevamo su questo giornale un mese SEGUE A PAGINA 2 La proposta della coalizione sociale è stata al centro della manifestazione di Roma della Fiom, in piazza del Popolo, di dieci giorni fa, e continua ad essere oggetto di dibattito e talvolta - di polemiche. Il punto di partenza, in ogni caso, è che oggi tutta una serie di istanze, a partire da quelle del lavoro, non trovano la forza di incidere sulle decisioni della politica, perché sono disperse e anche perché non hanno rappresentanza politica. E la mutazione e genetica del PD renziano ha reso tutto ciò più evidente. Che esperienze diverse, accomunate da una “visione” co- SEGUE A PAGINA 4 Si avvicina il 30 giugno, scadenza della prima parte di commesse e del conseguente rischio di licenziamento di 90 dei 136 lavoratori, ma nulla si muove, nemmeno fra i diretti interessati E’ passato più di un mese, era il 4 marzo, dalla drammatica assemblea straordinaria dei soci che ha sancito la messa in liquidazione del Consorzio per l'Informatizzazione del Canavese (CIC), ma non ci sono stati passi avanti nella ricerca di una soluzione per la salvaguardia dei posti di lavoro. E non rassicurano certo le dichiarazioni del funzionario Filcams-Cigl, Sergio Dovana, che dopo l’incontro del 3 aprile con il liquidatore del Cic, già presidente, Giuseppe Inzirillo, dichiara ai giornali “Ci è stato garantito che con noi il confronto sarà aperto”. Intanto i lavoratori ancora aspettano le modalità di mobilitazione annunciate all’assemblea sindacale post liquidazione quando fu dichiarato lo stato di agitazione. Ma è giusto aspettare? Perché i lavoratori non organizzano in autonomia una reazione? Come fecero ad esempio i lavoratori della Olivetti I-Jet dichiarando gli scioperi autonomamente in mancanza di un sindacato che lo facesse per loro. Non fa paura perdere il lavoro? O ha vinto la persuasione dell’ex presidente che nell’assemblea A PAGINA 7 25 APRILE1945 – 25 APRILE 2015 70° anniversario della Liberazione La trattativa Giovedì 9 aprile alle ore 21 proiezione del docufilm di Sabina Guzzanti. Al termine dibattito con l'autrice IN ULTIMA COMITATO NO CAVA La COGEIS sospende il progetto di San Bernardo A PAGINA 3 AL TEATRO GIACOSA MERCOLEDÌ 22 APRILE Cauto ottimismo sulla decisione della società di Quincinetto, il Comitato continua la lotta fino al completo ritiro del programma E’ mutato in modo evidente l’atteggiamento della giunta e della COGEIS di Quincinetto nei confronti dei cittadini che si oppongono alla realizzazione della cavadiscarica nel quartiere di San Bernardo. SI è passati dal “nulla si può fare” Contro la guerra ad un più conciliante “per il momento il progetto è sospeso”. Il sindaco, durante l’affollato Consiglio Comunale di martedì 31 marzo scorso, ha riportato le mutate posizioni della COGEIS Audiodramma "E Johnny prese il fucile", realizzato da Sergio Ferrentino; replica per le scuole giovedì 23 aprile alle ore 10 A PAGINA 7 CANDIDATURA UNESCO Ivrea a lezione A PAGINA 9 Il seminario internazionale del 23 e 24 marzo TEATRO GIACOSA per la candidatura di Ivrea a città industriale Cambio della del XX secolo guardia alla direzione artistica: esce CONTRONATURA (minus quam...) di un Bosisio entra Curino Osservazioni naturalista intorno alla candidatura Amore, ascolto e artista: le tre parole-chiave della neo direttrice UNESCO di “Ivrea città industriale” A PAGINA 4 A PAGINA 9 2 anno XXVIII n° 7 ALLO ZAC! (MOVICENTRO IVREA) Nasce l’Altromerato Sabato 11 aprile e ogni secondo sabato del mese fatti e persone dell'economia solidale Una storia ormai più che decennale, quella di Ecoredia, fatta di incontri, discussioni, scambi e sostegno reciproco che ha consolidato una rete di rapporti e una solida alleanza tra i consumatori e i produttori del nostro territorio... Una nuova comunità appena nata, quella dello ZAC!, con la sua carica di energia, di fermento, di intrecci e contaminazioni fra esperienze diverse… Dall’impulso di queste due realtà nasce sabato 11 aprile una nuova esperienza, l’Altromercato, che si aggiunge ai mercatini settimanali dei produttori del lunedì e del giovedì delle CoseBuone allo ZAC!. Ogni secondo sabato del mese il grande atrio del Movicentro diventerà uno spazio dedicato ai fatti e alle persone che costruiscono l’economia solidale emergente, un luogo per acquistare cibo locale, prodotto secondo i principi dell’agricoltura biologica, ma anche per scoprire oggetti e abiti creati in modo ecologico e sostenibile e per trovare informazioni e suggerimenti per la cura e il benessere naturale. Nello stesso tempo, un luogo dove i visitatori potranno sperimentare in prima persona nuove capacità: i produttori del mercato infatti, saranno di volta in volta protagonisti di laboratori, prove e dimostrazioni pratiche per condividere saperi e competenze e metterli a disposizione come bene comune. E ancora, per i produttori stessi, uno spazio di incontro e discussione, per fare un passo avanti verso la costruzione e il SEGUE DALLA PRIMA / AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI IVREA Tirare a campare fa – sono: le dimissioni oppure una nuova fiducia su un programma definito nei tempi oppure un “aggiustamento” con una parte dei consiglieri (per una maggioranza magari più ridotta ma più coesa) oppure continuare a tirare a campare, fare “il pesce in barile”. Quest’ultima opzione è quella evidentemente scelta dal Sindaco. Ma una città in progressivo declino, in condizioni di profondo disagio (economico, sociale, culturale), può sopportare a lungo un’amministrazione immobile, indeterminata, sospesa? C’è poco da aspettarsi dagli “addetti ai lavori” che non sembrano in grado di uscire dai rispettivi ruoli e dai riti della “politica politicante”. Ma saprà la “cittadinanza attiva” di Ivrea (seppure in tempi di non facile partecipazione democratica) trovare la capacità di suscitare attenzione e dibattito su questa situazione? Per sbloccarla e porre le condizioni per una comunità partecipata e propositiva. E’ forse questa la principale domanda che aspetta una risposta. ƒz Quattordicinale di informazione sociale e culturale Registrazione Tribunale di Ivrea n. 130 del 2.11.1988 Direttore Responsabile: G. Sergio Ferrentino Edito da Associazione culturale Rosse Torri di Ivrea iscritta al ROC il 29/9/2014 n. 24928 Iscrizione registro nazionale della stampa n. 5476 del 29/11/1996 Redazione, amministrazione e diffusione: via Arduino 43, 10015 Ivrea (TO) - tel. 333 2697780 Indirizzo E-mail: [email protected] rafforzamento di un’economia di territorio, parallela e alternativa a quella ormai da tempo entrata in crisi. In questo senso il percorso è già iniziato con una prima scrittura comune dei criteri per la partecipazione al mercato, base di discussione da cui potrebbero nascere una certificazione condivisa di territorio e una struttura di collaborazione più efficace fra i produttori. In continuità con l’esperienza di SanaTerra, l’Altromercato vuole così essere un mercato-altro, che già parla la lingua della nuova economia e della nuova società che vogliamo costruire. L’appuntamento sarà per le 10 di sabato 11 aprile, con l’apertura del mercato e dei laboratori previsti lungo l’arco della giornata; per questa prima edizione si darà particolare risalto alle produzioni di abbigliamento ecologico o naturale, con la presentazione di alcune piccole e piccolissime imprese del settore, che culminerà, alle 18, con la sfilata primavera estate della moda etica e sostenibile. NULLAFACENTI NELLA SCUOLA Ai mercati del luogo comune I conti della serva che il ministro non fa In quali giri bazzica il ministro Poletti? «Un mese di vacanza va bene – ha recentemente affermato –, ma non c’è un obbligo di farne tre». I suoi figlioli, ad esempio, «d’estate sono sempre andati al magazzino della frutta a spostare le casse», e «mica sono speciali». Infatti, non sono per niente eccentrici, visto che una buona metà degli studenti nostrani fa più o meno così: lavoretti da poco e in nero per pagarsi una vacanza, o forse i libri, ché ma’ e pa’ son sempre più precari. Certo, è singolare che fossero proprio i pargoli di Poletti – che prima d’esser ministro non faceva comunque la fame – a lavorare ai mercati generali (“Ahò – par di sentire il comitato di accoglienza – so’ arivati i regazzetti fiji der diriggente, famoje fa’ quarcosa che se li levamo dai coijoni”). DAI CONSIGLIERI M5S Per l’acqua pubblica Appello ai 315 Sindaci della Città Metropolitana di Torino Cari Colleghi, la scelta fatta mercoledì 1 aprile in Consiglio Metropolitano sul tema inerente alla gestione dell’acqua pubblica è stata interpretata dal Comitato Acqua Pubblica e da molti cittadini come un passo indietro rispetto a quanto ottenuto sino ad oggi. Il termine “a controllo pubblico” che ha sostituito la nostra iniziale proposta di “enti o aziende interamente pubbliche” seppur frutto di una mediazione si presta ad ambigue interpretazioni: di fatto non vi sono giustificazioni politiche valide, tali da negare quanto già sancito nel precedente Statuto della Provincia di Torino e COMUNE DI IVREA SEGUE A PAGINA 3 per giunta SMAT è un’azienda interamente a capitale pubblico. La Conferenza Metropolitana è sovrana per cui tocca ai Sindaci l’ultima fase di modifiche e di approvazione dello Statuto. Invitiamo tutti i Primi Cittadini, oltre a quanto ritengono utile modificare, a presentare il seguente emendamento: Emendamento Art. 10 – Servizio Idrico - al punto e): sostituire le parole “a controllo pubblico” con le parole “interamente pubblici”. I Consiglieri Metropolitani M5S indicando nome e cognome di tutti i partecipanti per i quali si effettua la prenotazione, e un numero di telefono (preferibilmente cellulare) di riferimento - recarsi presso l’Ufficio Politiche Giovanili di Via Piave 10 - 2 Piano (lun - giov. 9,00-12,00 14,00 - 16,30, ven 9.00 - 12. 00) Dalle ore 18:30 sarà possibile visitare la mostra “Piano Locale Giovani del Canavese: progetti ed iniziative dal 2009 ad oggi“ una mostra- percorso sulle attività del Piano Locale Giovani di Ivrea sviluppate nelle annualità concluse. Sunday Soup Venerdì 17 aprile al Centro Civico di San Giovanni Nell’ambito del Piano Locale Giovani 2014, anche quest’anno è stato bandito un Avviso Pubblico per la concessione di contributi per piccoli progetti tramite la modalità del Sunday Soup (appuntamento enogastronomico collettivo aperto a tutta la cittadinanza in cui si valutano le proposte progettuali illustrate). Venerdì 17 Aprile 2015 alle ore 19:30 si terrà la cena presso il Centro Civico del Quartiere San Giovanni - Piazza Boves 2 (Ivrea) per la valutazione dei progetti in gara. I commensali avranno la possibilità di dare il proprio voto per individuare i progetti meritevoli di finanziamento che verranno presentati dai giovani stessi durante la cena. Ai due progetti che otterranno il maggior numero di voti sarà assegnato un premio in denaro di oltre 1.000 euro quale contributo alla realizzazione della proposta Ora, lasciamo stare i figli del ministro, ché la famiglia è sacra, e torniamo alle vacanze estive: troppe, superficializza il nostro. E allora facciamo i conti della serva. Primo: l’attività didattica per gli studenti finisce intorno a metà giugno, in tempo per procedere agli scrutini finali e iniziare gli esami di Stato, che per gli istituti superiori si protraggono fino alla fine di luglio. Ricomincia più o meno a metà settembre, all’inizio del mese per chi sia stato rimandato, quindiciventi giorni dopo i docenti. Già messa così, i tre mesi raramente sono tre mesi. Ma – secondo – c’è un’altra questione, assai più insidiosa di un’affermazione buttata lì per far notare ai media la propria esistenza: l’accenno alle vacanze – troppe! – fa breccia nell’opinione pub- COMUNE DI IVREA Incontro a San Bernardo mercoledì 8 aprile presentata. La serata sarà anche l’occasione per presentare i video realizzati dai Centri di Aggregazione di Ivrea (Bellavista e SanGio) e di Banchette nell’ambito del progetto “Cre@zioni giovanili” e votare il migliore. Per iscriversi alla cena (costo di euro 12,00, posti limitati) è necessario entro il 13 Aprile: - inviare una mail all’indirizzo: [email protected], Mercoledì 8 aprile, alle ore 18.00, presso la sala del teatro sotto la Chiesa Parrocchiale di San Bernardo, è in programma un incontro pubblico per discutere di viabilità, sicurezza e temi legati a parcheggi e fognature. L’incontro è organizzato in collaborazione con le Associazioni Pro Loco di San Bernardo, Gruppo Mutuo Soccorso, Gruppo Alpini San Bernardo e Auto Sport Promotion. Coordinamento di redazione: Enrico Bandiera, Francesco Curzio, Giulio Cristofori, Sara Galetta, Lisa Gino, Cadigia Perini, , Simonetta Valenti, Francesco Zaccagnini Numero progressivo 587 Chiuso in composizione 6/4/2015 alle ore 12.00 Consegna prevista alle Poste: 7 aprile 2015 Redazione: Mattia Caruso, Paco Domene, Ettore Macchieraldo, Pierangelo Scala, Irene Serracchioli STAMPATO SU CARTA RICICLATA A questo numero hanno collaborato:Federico Bellono, Luciano Guala, Diego Marra, Reginaldo Palermo, Renata Serracchioli, Franco Straullu, Gianni Tarena, Aluisi Tosolini, Marcella Turchetti Sito internet: www.rossetorri.it Stampa: Tipografia Gianotti - Montalto Dora Abbonamenti a Associazione culturale Rosse Torri - Ivrea IBAN: IT 41 F 03069 30540 1000 0006 7696 varieventuali ringrazia gli autori e le pubblicazioni che consentono l'utilizzo delle loro vignette 3 8 aprile 2015 25 APRILE1945 – 25 APRILE 2015 70° DELLA LIBERAZIONE 70° anniversario della Liberazione “Festa d’Aprile. Storie partigiane scritte e disegnate” Un libro collettivo, curato da Leo Magliacano e Tiziano Cerimonie, manifestazioni, spettacoli e Riverso, fumettisti, vignettisti e illustratori di grande festeggiamenti in tutti i paesi del Canavese. qualità), di una trentina di autori/rici tra i quali troviaQui di seguito gli appuntamenti già definiti mo il “nostro” Franco Cappelletti Mercoledì 22 aprile, ore 20.45, Teatro Giacosa di Ivrea, con il patrocinio dell’Anpi, del Comune Ivrea e il sostegno di AEGCoop: Audiodramma in teatro E JOHNNY PRESE IL FUCILE dal romanzo di Dalton Trumbo, adattamento e regia di Sergio Ferrentino Giovedì 23 aprile, ore 10.00, al Teatro Giacosa, replica dello spettacolo per le scuole. Giovedì 23 aprile, ore 8,30-19: Orienteering storico culturale, Ivrea e la Resistenza partigiana Venerdì 24 aprile, ore 1216,30: l’Anpi incontra gli studenti del Liceo Botta di Ivrea Venerdì 24 aprile a Ivrea: Pomeriggio - Presentazione libro sulla tragedia del Galisia. Inaugurazione totem dedicato alle Donne della Resistenza presso il Giardino della Giustizia, della Pace e della Libertà (parco della Canoa). Ore 21,00: fiaccolata a Ivrea con corteo per le vie cittadine. Sabato 25 Aprile a Lace di Donato: 70° anniversario della Liberazione - Area Monumentale, sede del comando della 76a Brigata e della 7a Divisione Garibaldi Ore 10,00 Raduno vicino al Ristorante “La Campagnola”, Corteo verso il Monumento, Deposizione di fiori alla Cascina di Lace sede del Distaccamento e di Corona tricolore al Cippo; Saluto del Sindaco di Donato Biellese, Desirée Duoccio; Lettura di brani con il contributo degli studenti dei Licei Botta e Gramsci di Ivrea e di rappresentanti di Libera. Interventi di: Sonia Cambursano (Sindaco di Strambino), Rita Ippolito (Sindaco di Montalto Dora). Orazione ufficiale di Luigi Lacchia, ANPI Valle Elvo e Serra. Partecipano il Coro Bajolese e la Banda Musicale di Donato. Da mezzogiorno presso l’Area monumentale pranzo condiviso e banchetti resistenti, a seguire discussioni e dibattiti su territorio e lavoro. Ore 16 concerto degli Egin. Sabato 25 Aprile, a Milano FESTA NAZIONALE NEL 70° DELLA LIBERAZIONE (Delegazioni partiranno da Lace per raggiungere Milano). Partenza del corteo alle ore 14,30 da Corso Venezia (angolo via Palestro). Comizio conclusivo in piazza Duomo, col Presidente nazionale Anpi Carlo Smuraglia. Domenica 26 aprile, a Ivrea, Foce Carmosina in film-concerto con “Sacco e Vanzetti” presso Oratorio San Giuseppe - Via Varmondo Arborio - Ivrea. Giovedì 30 aprile, Auditorium Liceo Gramsci, Ivrea, ore 11 Giornata di riflessione dedicata allo “sterminio degli Armeni”. Lettura di testi e brani musicali a cura degli studenti Giovedì 30 aprile, ore 21, Salone comunale Strambino, convegno su “Eusebio Partigiano”, dal Distretto di Ivrea alla Lotta di Liberazione. Lunedì 4 maggio a Ivrea convegno su: “La resa dei baroni ai Partigiani”. Il 2 maggio 1945 – Il comandante tedesco Piker si incontra sulla Piazza del Distretto con il comandante Monti, della VII G.L., e l’ing. Borello, del C.L.N. di Ivrea: viene concordata la resa. Firmatario anche il Comandante Primo Corbelletti “Timo”. Il 3 maggio ’45 – Le truppe partigiane entrano in Ivrea. Gli Atti della resa e il “Testamento di Timo” E INOLTRE: Venerdì 24 aprile, ore 21,30, Fabrizio Zanotti in concerto con “SARO’ LIBERO” a Bollengo Sala Nuova Torre - ingresso libero. Sabato 25 aprile, ore 21, Fabrizio Zanotti in concerto con CANZONI D’AMORE E LIBERTA’ ad Alice Superiore (Salone Pluriuso – piazza Adriano Olivetti)– ingresso libero. 70 e non li dimostra dimostra: Rassegna di film sulla Resistenza e il dopoguerra presso il Cinema Politeama d dii Ivrea, ore 17.30: Venerdì 17 aprile “Giorni di furore”, documentario autori vari Lunedì 27 aprile “Paisà” di Roberto Rossellini; Sabato 2 maggio“Achtung! Banditi” di Carlo Lizzani. A settanta anni esatti della Liberazione dal nazifascismo, una trentina di autori/ici di storie scritte e disegnate, hanno voluto raccontare e illustrare dal loro personale punto di vista, alcune piccole e grandi storie, dal sud al nord dell’Italia per ricordare l’evento in modo non retorico, onesto ed originale. Il titolo del libro (pubblicato da Tempesta Editore di Roma) è “Festa d’Aprile“ ispirato dalla nota canzone scritta e musicata da Franco Antonicelli e Sergio Liberovici. Una raccolta di racconti, scritti e disegnati, storie di piccoli episodi sconosciuti o ritenuti minori che, come tutti i racconti a più voci, è anche una specie di viaggio-riflessione sulle influenze e i riflessi di quegli eventi nella nostra contemporanea attualità. Storie che gli autori/rici definiscono “partigiane”, perché ne condividono lo spirito e l’essenza; come ritengono più che mai necessario trasferire il ricordo e la personale testimonianza alle generazioni più giovani per riaffermare quei valori universali di Libertà e di Dignità umana che più volte anco- ra oggi sono mortificati, calpestati e disattesi. Oltre alle presentazioni del libro è prevista una mostra annessa di alcune tavole a fumetti e delle illustrazioni degli autori presenti nel libro. Tra gli autori anche un eporediese, Franco Cappelletti (anche noto come Kappa), al quale abbiamo chiesto quanto del libro riguardi la nostra zona e di cosa parla il suo racconto. «Gli autori e le storie coprono in modo piuttosto omogeneo il territorio nazionale, coinvolto interamente, sia pure in tempi diversi, nella lotta contro il fascismo e l’invasore teutonico. Nonostante questa distribuzione, la Serra d’Ivrea risulta essere un’area dotata di qualche suggestione in più, e vi spiegherò come. Per quel che mi riguarda, la mia storia, “Avanzi di galena”, è ambientata alle pendici della nostra morena, e vuole essere un omaggio a Radio Libertà, una peculiarità tutta locale (sia pure del versante biellese) e, mi pare, non molto conosciuta. Nella parte finale del racconto, che narra di un bambino che affronta la realtà del fascismo malgrado il padre allineato, una specie di “Liberazione nella Liberazione”, vengono citate alcune frasi, musiche, canzoni, argomenti realmente trasmessi dalla mitica stazione radiofonica alla fine di marzo del 1945. Oltre a questa, è presente nel libro anche un’altra storia ambientata nei nostri luoghi, e l’ho scoperto io stesso direttamente leggendo la mia copia. Si intitola “spari e dispari”, ed è scritta da Paolo Vachino, un poeta canavesano trasferitosi da parecchio tempo in quel di Rimini. Narra di quattro amici inseparabili, che verranno divisi dal destino e dalle proprie scelte. Sempre lì, sempre “sulla salita di una collina morenica che separa il canavese dal biellese”. Ma non è finita qui! Sergio Negri, giornalista, scrittore e saggista di Novara, nel racconto “I quattro giovani amici” narra di un tragico destino che coinvolse dei giovani patrioti, compiutosi a Livorno Ferraris. Aggiungerei infine un bellissimo racconto disegnato da Stefano Trucco, detto Kurt, intitolato “La presa”, che narra di un cruento scontro per la difesa della “Repubblica di Cogne”, a cui partecipò anche “un certo Sandro, un esponente del Partito Socialista. Ha recuperato un moschetto. E’ in gamba e c’è chi dice che farà strada”... Il libro verrà presentato prossimamente nel nostro territorio, delle copie saranno disponibili presso un banchetto il 25 aprile a Lace di Donato. Al momento è prevista una presentazione ad Aosta, Espace populaire, ore 21,15, giovedì 23 aprile». SEGUE DA PAGINA 2 / NULLAFACENTI NELLA SCUOLA blica e rafforza il leit motiv dell’insegnante nullafacente. Tutto fa brodo quando il piatto piange (“divide et impera” funziona alla grande). In Italia i giorni di attività didattica per gli studenti non può essere inferiore a 200 l’anno, ma ultimamente gli istituti ne deliberano circa 210, per tenersi larghi. Tutt’altra cosa rispetto a quando il ministro Poletti frequentava una scuola che cominciava il 1° ottobre per fermarsi già il 4 – San Francesco – e per i morti e per la “Vittoria” (!) e per Natale già dal 21 dicembre e via così. La concentrazione delle vacanze in estate è poi giustificata – in Italia come negli altri Stati del Sud Europa – dal clima e dal business del turismo. E NEGLI USA? Vediamo come funziona nei mitici e mitologici USA, precisamente nel Wisconsin, mica la Carolina del Sud. 1. A parte le festività con date fisse (Natale, Pasqua, il 4 luglio), le altre sono sempre di lunedì o venerdì (il primo/ultimo lunedì/venerdì del mese), proprio per evitare che cadano di sabato o domenica, così che per ogni mese di scuola c’è almeno un giorno di vacanza. 2. La scuola inizia il 1º settembre o giù di lì e finisce intorno al 12 giugno. 3. Il primo lunedì di settembre è il Labor Day, festa dei lavoratori, quindi tutti a casa. 4. A fine ottobre c’è la conclusione del primo quarter, di venerdì. Tutti a casa. 5. A novembre, intorno al 24, c’è il Thanks Giving, fissato in un giovedì, quindi da mercoledì pomeriggio tutti a casa e si rientra il lunedì. 6. A dicembre... Natale. 7. Il 16 Gennaio è il compleanno di Martin Luther King, quindi il primo lunedì valido dopo il 16 è festa. 8. A fine mese c’è la conclusione del secondo quarter, di venerdì, e di nuovo tutti a casa. 9. A febbraio non c’è niente, ma in molti Stati ci si ferma per una settimana di “Winter Break”, un po’ come le nostre settimane bianche. 10. A marzo finisce il terzo quarter, quindi tutti a casa. 11. Ad aprile c’è lo “Spring break”, che dura tra i 10 e i 15 giorni. 12. A maggio, l’ultimo lunedì del mese, c’è il Memorial Day e le vacanze iniziano a mezzogiorno del venerdì. 13. Intorno al 12 giugno finiscono le scuole. Alla fine i giorni di attività per gli studenti sono 180, circa un mese meno che in Italia. Dagli USA arriva comunque un buon suggerimento; durante le vacanze, estate, Natale e Pasqua, NON SI POSSONO DARE COMPITI. Su questo, meditiamo. is (collaborazione di R.S.) Abbònati a varieventuali - Versando almeno euro 28,00 (sostenitore euro 50,00) - oppure versando euro 20,00 (sostenitore euro 50,00) per ricevere solo l'edizione in pdf al tuo indirizzo mail nel modo che ti è più comodo: zcon bonifico bancario IBAN: IT 41 F 03069 30540 1000 0006 7696 intestato a ASSOCIAZIONE CULTURALE ROSSE TORRI, Ivrea zin contanti: - presso la redazione in via Arduino n. 43 a Ivrea - presso La Galleria del Libro Ivrea via Palestro 70 DIVENTA EDITORE DI varieventuali ADERENDO ALL'ASSOCIAZIONE CULTURALE Come? ROSSE TORRI VERSANDO LA QUOTA DI ADESIONE DI ALMENO 30 EURO (CON UNA DELLE MODALITÀ INDICATE PER GLI ABBONAMENTI) E FORNENDO I TUOI DATI ANAGRAFICI (ANCHE ATTRAVERSO UNA MAIL A [email protected]) 4 anno XXVIII n° 7 MANIFESTAZIONE UNIONS A ROMA GABRIELE POLO SU FIOM-CGIL.IT Il popolo della piazza Il tempo di UNIONS! Di ritorno da Piazza del Popolo il 28 marzo Dopo la manifestazione del 28 marzo a Roma Dovremmo avere le gambe e la schiena componibili come ikea, pensavo incastrandomi fra i sedili la notte del 27 marzo, su questo pullman di metalmeccanici che non credono che quello spacciato dal governo sia il nuovo che avanza, esperti come sono del vecchio contro cui combattono da una vita. Alla fine Piazza del popolo era piena. Soprattutto di metalmeccanici, precari di vario tipo e un po’ di studenti. E, poi, gli homeless della sinistra. Gli altri pezzi del sindacato e della società chiamata a coalizzarsi erano più sul palco che in piazza. Ora è il tempo dei commenti. C’è anche uno scrittore - “Stregato” – che ha visto una cultura reazionaria e corpi “inerti”, supe- alla vita e alla condizione di chi nel presente non ci vive troppo bene. Interpretazioni che si precludono la possibilità di sollevare lo sguardo sul futuro. Un peccato, per loro. Eppure la piazza di sabato 28 marzo a Roma non poteva essere più realistica, nel suo raccontare la vita e nel sottolinearne le esigenze. Non solo nei frammenti di una società divisa che si osserva e cerca di parlarsi per trovare una rando a destra la destra; ma si tratta di banale cortigianeria, non vale la pena perderci del tempo. Per tutti gli altri il tempo è quello delle previsioni - che a volte sembrano quasi suggerimenti -, dell’incasellamento in qualche schema. Quello del “nuovo soggetto (o partito) politico” andava per la maggiore fino a venerdì sera. Ora ha perso un po’ di smalto e a sostenerlo rimane tutta la dirigenza del Pd e tutta la destra; insomma, quelli che hanno il potere come unica logica e lingua. Cresce, invece, l’interpretazione della ”scalata ai vertici della Cgil”, che stuzzica molto la cultura e il mondo del centro-sinistra. Entrambi gli schemi hanno una loro ragione e un loro senso; quello di tenere gli occhi bassi sulle contingenze immediate e sulla gestione di un oggi considerato immutabile, con qualche possibile variante “amministrativa”, ben che vada. Interpretazioni molto re-alistiche, fin troppo, con l’ulteriore difetto di guardare poco lingua comune, come emergeva nei singoli interventi dal palco in cui ognuno esponeva il “suo” problema. Ma soprattutto nel discorso “corale” che quei pezzi hanno composto. I metalmeccanici della Fiom non avevano mai fatto una manifestazione così tanto confederale, così vogliosa di rappresentare e contrattare tutte le forme del lavoro e, persino, tutti gli aspetti della vita sociale; coalizzando ciò che è frammentato, cercando gli elementi e i punti di vista comuni per costruire “un mondo”. Stavolta in piazza del Popolo a Roma parlano una lingua creata apposta: Unions, commistione fra unità e il termine inglese del sindacato, per rispondere a chi propone il jobs act, moderno latinorum per confondere le menti, dopo aver distrutto lo Statuto dei lavoratori. L’intenzione di scalare la Cgil o di creare un nuovo partito ne sono le letture banali dettate dal tono del dibattito politico nostrano; vanno messe in conto, ma sono una deformazione semplicistica di qualcosa di molto più complicato, complesso almeno quanto lo è il mondo della globalizzazione e della subordinazione della vita a mercati e finanze. A vedere quella piazza con un corpo così metalmeccanico e un’intenzione così confederale, venivano in mente gli interrogativi finali di un ex segretario generale della Fiom, Claudio Sabattini. Che agli inizi di questo nuovo secolo Forse fallirà anche questo tentativo di riappropriarsi del valore della solidarietà, di opporsi alla spinta alla competizione spietata, sostenuta dal padronato e dalla presunta società, fra chi vive del proprio lavoro, ma non provarci sarebbe un fallimento maggiore. Qui non si parla di politica: il famigerato diktat fascista dei tempi bui viene ora ripreso da chi fa di mestiere il politicante e agitato contro l’unico soggetto che lo spaventi, la piazza che gli rimprovera la propaganda priva di contenuti e l’assenza di una visione più ampia del futuro. Torniamo a massacrarci la schiena pensando che se non fossimo stati lì oggi tutti i nostri mugugni sarebbero stati sterili frustrazioni, mentre in questa piazza primaverile hanno la possibilità di germogliare: non possiamo tollerare oltre che le nuove generazioni siano più infelici delle passate. Allora, come promette un cartello in via Sistina, state sereni che non ci arrenzieremo: e con o senza jobs act, il nostro dissenso alle scelte governative non sarà a chiamata o temporaneo, e la voglia e la forza di lottare insieme a donne e uomini che si oppongono saranno straordinarie ed a tempo indeterminato. Luciano Guala Gabriele Polo L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS SEGUE DALLA PRIMA /DOPO IL 28 MARZO La coalizione sociale a Ivrea? mune, provino appunto a far “coalizione”, ponendosi in prima persona il problema della rappresentanza, è un po’ il cuore della proposta. Non c’è contrapposizione rispetto alla dimensione politica, ma una sfida a quella politica che ha scelto di rappresentare solo i poteri forti, generando un vuoto che ha fatto impennare il non voto o il voto di sola protesta. A livello nazionale il percorso di costruzione di questa coalizione sociale è appena iniziato, da qui a maggio verranno meglio definiti caratteri e obbiettivi. È chiaro che tutto ciò non è altra cosa dalla ricostruzione di una sinistra non minoritaria e in grado di raccogliere il malcontento e il bisogno di rappresentanza oggi tanto frustrati quanto diffusi. Si può a livello locale aprire questo cantiere? Senza escludere nessuno ma dando priorità a quelle esperienze sociali che sul territorio hanno continuato a “provarci” e che nei fatti hanno occupato uno spazio anche politico? Dal lavoro alla produzione culturale, dal contrasto dell’emarginazione e della povertà alla difesa dell’ambiente... gli spunti non mancano, non si tratta di fare un partito ma di dare forza e visibilità alle tante buone pratiche presenti sul territorio. Federico Bellono Assemblea provinciale In preparazione dell’assemblea nazionale del 18 e 19 aprile a Roma, lunedì 13 aprile a Torino l’assemblea provinciale del Comitato L’altra Europa L' assemblea nazionale del 18 e 19 aprile, la prima di delegati e delegate, dovendo rappresentare l’insieme di coloro che, sottoscrivendolo nelle sue linee di fondo, hanno aderito al percorso de L'Altra Europa con Tsipras. Si discuterà di tappe, modalità e contenuti di quel processo costituente rispetto per mettersi al servizio per costruire una “casa comune della sinistra politica e sociale“, per contribuire alla nascita anche in Italia di un nuovo soggetto politico ampio, credibile, innovativo, determinato a contendere, anche a livello elettorale, la guida del Paese, alternativo alle politiche di Renzi e del PD. si - e ci - chiedeva come fare a rappresentare lavori e lavoratori tanto frantumati e divisi dal nuovo capitalismo senza cadere nel sindacato aziendale, corporativo, di mercato. Quale confederalità per il 2000, in sostanza. Quella risposta – probabilmente una serie di risposte ancora da mettere insieme – sono il senso di UNIONS! Parola scelta apposta non per immaginare ritorni al passato o una storia che ogni volta si ripete allo stesso modo; ma una necessità, un metodo, una pratica che diventano punto di vista e azione comune. Difficile, certo. Che ha bisogno di tempo e non di fretta, sicuro. Ma è sempre cominciata così, a prescindere da come sia poi andata a finire. Anche centocinquant’anni fa non sapevano bene dove sarebbero andati, ma la loro risposta l’hanno trovata sollevando gli occhi per liberarsi dalle ristrettezze del presente e guardando un po’ più lontano. La breccia che si è aperta in Europa con la vittoria di Syriza in Grecia e la riattivazione del conflitto sociale in Italia contro le politiche del Governo Renzi su Jobs Act e riforma del pubblico impiego, decreto Poletti sulla precarizzazione, Sblocca Italia, grandi opere e saccheggio del territorio, riforme costituzionali, riforma elettorale, attacco ai beni comuni e privatizzazioni, ci indicano una possibilità – che per ognuno di noi diventa una responsabilità – di tentare di “unire ciò che il neoliberismo ha diviso” e di rompere la drammatica separazione tra la dimensione politica e quella sociale. Pertanto invitiamo a partecipare e portare un contributo alla discussione alla: Assemblea (aperta alla partecipazione e agli interventi di tutte le persone che lo desiderano.) de “L’Altra Europa con Tsipras” di Torino e provincia che si terrà Lunedì 13 aprile, ore 18.30, presso il salone di via Salerno 15/a Torino Al termine dell’assemblea saranno eletti i delegati/e per l’assemblea nazionale di Roma del 18-19 aprile, da coloro che si sono iscritti al percorso dell’Altra Europa, entro il 31 marzo scorso. Durante l’assemblea sarà disponibile un buffet ad offerta. 5 8 aprile 2015 SEGUE DALLA PRIMA / CIC Nessun... si svegli post liquidazione ha fatto intendere ai lavoratori che conveniva stessero buoni? Ma in questa vicenda nulla si muove. Immobili anche in Regione. Nonostante le dichiarazioni dell’assessora allo sviluppo economico e partecipate Giuseppina De Sanctis dell’11 aprile “stiamo lavorando per capire come salvare le attività e i lavoratori”, ad un’interrogazione successiva della consigliera M5S Frediani, l’assessora si limita ad annunciare “un tavolo di lavoro per gli ammortizzatori sociali e un vago accenno a trattare la questione CIC nell’ambito della riorganizzazione delle società partecipate”. Il nulla, dunque. Nessun piano lavoro. Per dovere di cronaca riportiamo solo le voci del presunto interesse del CSI Piemonte (ente strumentale della Regione), socio al 18.10% del CIC, ma anche suo concorrente, nonché debitore per commesse non pagate per quasi 235.000 euro, ad acquisire un ramo del Consorzio Canavesano. Più facile che sia interessato a rilevare i clienti per saturare il proprio organico. Sul lato Comune di Ivrea, socio di maggioranza del CIC, i margini di manovra concreti poi sono vici- ni allo zero, salvo quelli politici, ma in questi contano i rapporti di forza ed Ivrea ha dimostrato, negli ultimi anni, di essere, per usare un eufemismo, parecchio debole su questo fronte. L’unica “novità” è rappresentata dalla costituzione, nel Consiglio Comunale del 31 marzo, di una Commissione d’indagine (composta da Elisabetta Ballurio, Francesco Comotto, Maurizio Perinetti, Duccio Sassano e Alberto Tognoli) che dovrà analizzare cause e responsabilità della crisi del CIC e presentare entro giugno i risultati. L’immobilismo più preoccupante rimane comunque quello delle vere parti in causa, quelle che più hanno da perdere: le lavoratrici e i lavoratori, e del sindacato come già detto. Ricordiamo che la crisi del CIC nasce nel 2013 quando i lavoratori con la minaccia di chiusura rinunciarono a tredicesime e quattordicesime, con un sindacato che diceva di non poter entrare nella trattativa perché è illegale tagliare le retribuzioni contrattuali. Si lasciarono quindi i lavoratori a trattare da soli, individualmente, con l’azienda. Il tutto accadde senza alcuna denuncia, anche solo a mezzo stampa, senza un’ora di sciopero per manifestare la contrarietà e la preoccupazione per il futuro. Nel 2014 arrivò poi la cassa integrazione. Ci si sarebbe aspettata una reazione immediata di sindacato e lavoratori che avevano regalato (altro che investito!) le loro retribuzioni ad un gruppo dirigente che, oltre a non aver intaccato il proprio stipendio ed aver largheggiato in consulenze varie, non è stato capace di migliorare i conti dell’azienda. Ed invece di nuovo “tutti fermi, tutti zitti”. E adesso, di fronte alla liquidazione, al precipitare della situazione, alla minaccia dei licenziamenti, di nuovo “tutti fermi, tutti zitti”. Unica reazione il comunicato di INCENDIO SCARMAGNO Processo in autunno Tutti rinviati a giudizio i sette indagati per il rogo del capannone C di Scarmagno del 19 marzo 2013. Ammessi alle parti civili tre lavoratori. Il processo inizierà il 14 ottobre e vedrà come imputati con l’accusa di incendio colposo, Emanuele Giampaolo di 25, operaio, e Luca Blessent, 20 anni, apprendista operaio, i due lavoratori che erano sul tetto del capannone per delle manutenzioni; Bruno Guglielmetti, titolare della Omg, la ditta che aveva in subappalto da Manutencoop la manutenzione dei capannoni; Domenico Pellegrini, all’epoca amministratore delegato di Celltel, per la mancanza delle Certificazioni antincendio; Luca Barengo, Rosa- rio D’Addio, Domenico Voiglio dipendenti di Manutencoop, che aveva in appalto la manutenzione del complesso industriale che fa capo a Prelios Fondo Finanziario Immobiliare. Per quanto riguarda le parti civi- li, sono state ammesse: Prelios, Fondo Immobiliare, proprietaria dello stabile, Olivetti, Telecom, Wirelab e Urmet, per i materiali immagazzinati nel capannone e distrutti dalle fiamme, a queste si aggiungono tre lavoratori di Celltel che richiedono la differenza salariale tra la cassa integrazione e lo stipendio (20mila circa procapite), fatto forse inusuale nelle procedure legali, ma va ricordato che la causale dell’incendio è presente in tutti i verbali di richiesta di cassa integrazione della Celltel divenuta poi Telis nel settembre 2013. Una vicenda, comunque amara ed emblematica per molti elementi, a partire dal capannone, uno dei pezzi dell’operazione immobiliare di Pirelli quando deteneva il controllo di Telecom, alle vere vittime, i 500 lavoratori delle tre imprese presenti nel Capannone all’epoca dell’incendio, Innovis, Telis e Wirelab, frutto delle esternalizzazioni Olivetti Telecom, con attività ormai ridotte al lumicino e con procedure terminali di ammortizzatori sociali in scadenza fra giugno e luglio. Ennesima, brutta, vicenda che affonda le sue radici nella distruzione del patrimonio industriale di quella che fu Olivetti ad opera del capitalismo finanziario speculativo che ha predominato in questo Paese negli ultimi 20 anni. Gianni Tarena alcuni lavoratori del 13 marzo [pubblicato nello scorso numero di questo giornale ndr] frutto di un’ora di sciopero con assemblea (ma sottoscritto anche da lavoratori che hanno voluto specificare che condividevano il contenuto, ma non avevano partecipato allo sciopero). Un comunicato nel quale non si muove alcun, neppure velato, addebito alla dirigenza, ai soci insolventi, alle istituzioni, nel quale non si apre alla mobilitazione, ma ci si limita a una “escusatio non petita” e ad attribuire «la responsabilità dell’attuale situazione» alla «politica in tutte le sue sfaccettature» (un refrain, peraltro abusato, che non significa nulla, perché tutti condanna e contemporaneamente assolve chi effettivamente le responsabilità le ha e le ha avute). Chiedendo a qualche lavoratore come mai nel comunicato, il primo in due anni di crisi, non si pone alcuna critica al CdA, uno di loro ci dice, «Non mi stupisce, l’assenza di qualsivoglia critica alla dirigenza e ai suoi non pochi comportamenti quantomeno inopportuni. C’è chi è disposto a cedere su tutto sperando di essere ricordato quando ridistribuiranno gli incarichi. Credo che uno dei problemi maggiori sia modificare il modo di pensare, bisognerebbe riuscire a passare da quello della concessione di privilegi ai soggetti più ubbidienti e fedeli a quella dei diritti di chi lavora e produce, ma dire queste cose oggi è fantascienza». Sul comportamento del sindacato, una lavoratrice ci dice «è come se avesse firmato già da tempo un atto di “non belligeranza” con l’azienda, e smorza in ogni modo le poche voci di dissenso». All’invito fatto ai lavoratori di unire queste poche voci che vorrebbero reagire, uno di loro ci dice «purtroppo qui non è affatto facile compattare anche solo un minimo i lavoratori. I capi han fatto passare il concetto che se non rompi troppo, forse ci sarà un trattamento di favore e sono una percentuale minima quanto insignificante quelli che più o meno apertamente non hanno aderito». La testa abbassata, la paura a reagire anche quando non hai più nulla da perdere, nella speranza che se non fai casino forse ti salvi, cioè la logica individualista, ovviamente non è peculiare dei lavoratori di una sola realtà lavorativa, ma un comportamento assai diffuso (successe lo stesso in Vodafone, azienda da utili milionari che licenziò 700 persone in Italia, senza alcuna mobilitazione sindacale). Ma è un comportamento che, oltre a ferire la dignità di ciascuno, non produce mai risultati positivi. Cadigia Perini LESSICO DI BASE PER CAPIRNE QUALCOSA Avviata sullo scorso numero, questa piccola rubrica, in forma di “dizionario”, vuole fornire gli strumenti minimi per comprendere meglio temi che sono oggetto di dibattito pressoché quotidiano nei mezzi di informazione. e però, molto spesso, danno per scontato che chi legge conosca con precisione dati, fatti e significati dei termini La rubrica è curata da Aluisi Tosolini, dirigente scolastico a Parma, filosofo e pedagogista e autore di numerose pubblicazioni su temi scolastici e sul problema della multiculturalità Precarietà sociale La Fondazione Leone Moressa ha analizzato i dati relativi ai 116 Comuni capoluogo di provincia, suddivisi in quattro aree tematiche: inclusione sociale, integrazione economica, criminalità e spesa pubblica per l’integrazione. Mettendo in relazione la condizione socio economica della popolazione straniera con i tassi di criminalità e con la presenza o meno di investimenti pubblici per l’integrazione, è possibile valutare quanto nelle nostre città sia alto il rischio di marginalizzazione e, di conseguenza, di disagio e devianza. Dall’analisi di 9 indicatori si è ottenuto un indice di “precarietà sociale”, utile a definire una classifica delle città più a rischio. Laddove si riscontrano scarsa inclusione socio-economica, forti differenze di reddito rispetto agli italiani, alti tassi di disoccupazione, alti tassi di criminalità e scarsi investimenti pubblici a favore dell’integrazione, si crea inevitabilmente terreno fertile per situazioni di disagio e conflitto. L’indice non misura dunque il rischio assoluto delle diverse città ma aiuta a com- prendere dove gli squilibri tra italiani e stranieri sono più forti e dove possono determinare situazioni di esclusione sociale. Fatta 100 la media d’Italia, il tasso di precarietà sociale a Livorno è 130,9, a Bologna 124 e Reggio Emilia 122. Trieste e Trento a 123. Napoli a 76,7; Reggio Calabria 65,3. La classifica delinea picchi di mancata integrazione al centronord e nelle cittadine medio piccole. Il modello emiliano e la retorica dei mille campanili sono forse da rivedere. Due annotazioni: dove più alta è la percentuale delle donne c’è più integrazione. Inoltre, sostiene il sociologo De Masi, siamo di fronte ad un paradosso: le zone più rischiose sono spesso quelle più civiche e i ricchi sono più escludenti dei poveri. Ci illudevamo che, essendoci formati su matrici cristiane e marxiste, fossimo più accoglienti. Ma spesso è l’opposto. Per saperne di più consulta il sito www.fondazioneleonemores sa.org/ 6 anno XXVIII n° 7 CANDIDATURA UNESCO Ivrea a lezione Il seminario internazionale del 23 e 24 marzo per la candidatura di Ivrea a città industriale del XX secolo La due giorni di seminario internazionale svoltasi all’Officina H lo scorso 23 e 24 marzo è stata l’occasione per mettere insieme un ricco bagaglio di competenze e contributi sul tema della candidatura Unesco e per quella in corso per Ivrea, città industriale del XX secolo. In particolare lo è stata soprattutto per i preziosi interventi arrivati da esperti e referenti dell’area europea inerenti il mettere insieme un dossier di candidatura. Il fine del seminario, come recita il comunicato stampa diffuso dagli enti capofila della candidatura (Città di Ivrea, Fondazione Adriano Olivetti, Fondazione Guelpa e Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo), “è stato quello di porre all’attenzione di un ampio pubblico le questioni della candidatura di Ivrea, la quale prende le mosse dall’elevata concentrazione dei progetti urbani e di architetture per la produzione e la collettività che si addensano nella cittadina tra gli anni trenta e sessanta dello scorso secolo, a seguito della riflessione che Adriano Olivetti fece sui temi della produzione industriale e dell’organizzazione – anche sociale – del territorio”. Il seminario è stato quindi un’oc- casione fondamentale per il pubblico e per lo staff che lavora alla candidatura di Ivrea per recepire il racconto dell’esperienza, anche e soprattutto sotto il profilo dell’impegno scientifico, svolta da altre persone in altre aree, per capire i nodi e le criticità di un dossier complesso, originale e per certi versi pionieristico come quello che interessa la città di Ivrea. Un seminario utile ai lavori in corso in un cantiere, quello dell’Unesco per Ivrea, ancora sconosciuto alla maggior parte degli eporediesi e dei molti cittadini dei comuni limitrofi ad Ivrea. I temi di maggiore interesse della prima giornata di lavori del seminario, peraltro abbastanza scarsa dal punto di vista dell’affluenza del pubblico, sono stati quelli affrontati e illustrati da Alessandro Balsamo (Unesco Parigi) e Adele Cesi (Ufficio Unesco del MiBACT di Roma) e poi da Carlo Olmo (Politecnico di Torino) e Massimo Preite CONTRONATURA Osservazioni (minus quam...) di un naturalista intorno alla candidatura UNESCO di “Ivrea città industriale” Si fa un gran parlare (e soprattutto si spende denaro pubblico) della candidatura a sito UNESCO di “Ivrea città industriale del Novecento”. Così, mi permetterei di apportare il mio dimesso parere utilizzando una prospettiva naturalistica, che mi compete, tralasciando considerazioni di tipo architettonico, che non solleticano la mia fantasia, come gran parte delle attività antropiche. Chiariamo, innanzitutto, di che stiamo argomentando. Quella di “sito patrimonio dell’umanità” è la denominazione ufficiale delle aree registrate nell’apposito elenco della “Convenzione sul patrimonio dell’umanità”, adottata dalla Conferenza generale dell’ UNESCO il 16 novembre 1972 con lo scopo di identificare e mantenere la lista di quei siti che rappresentano particolarità di eccezionale importan- za da un punto di vista culturale o naturale (e sottolineo naturale!). La valutazione dei siti proposti è delegata al “Comitato per il patrimonio dell’umanità” che ha sviluppato precisi criteri per la loro inclusione nella lista. L’Italia detiene il maggior numero di siti inclusi nell’elenco dei patrimoni dell’umanità (50), alcuni li avrete visitati per la loro bellezza senza attendere che ve lo dicesse l’UNESCO: chi non è stato a Venezia o sulle Dolomiti? o, per restare in Piemonte, nelle Langhe, Monferrato e Roero. Ma ciò che mi interessa evidenziare è la suddivisione in siti “culturali” (che vuol dire tutto e niente!) e siti “naturali” (che, invece, ne definisce precisamente il campo di appartenenza). Ebbene l’UNESCO assegna un riconoscimento particolare ai Geoparchi, (The International Committee for the Conservation of the Industrial Heritage, TICCIH). Balsamo e Cesi hanno posto in evidenza i criteri di valutazione e selezione delle candidature Unesco da parte dell’ente centrale dell’Unesco, in particolare quelli specifici per il riconoscimento dell’outstanding universal value, alcuni dati quantitativi e statistici sulla lista di siti Unesco del mondo e quelli tipici della lista dei siti in Italia e in Europa. In questa prima sezione, abbastanza tecnica, l’aver fatto cenno al tema delle candidature a patrimonio dell’Unesco di siti transnazionali ha portato all’attenzione del pubblico il concetto autentico di valore condiviso di un bene, che a mio avviso sposta su tutt’altro piano il punto di vista molto spesso campanilistico di certe azioni politiche sottese, poiché segno di un’autentica adesione ad un progetto di valorizzazione e salvaguardia, che va oltre i confini amministrativi e territoriali della nazione stessa, ad esempio da parte di regioni di stati diversi. L’esempio è stato quello dei siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino che sono una serie di 111 siti archeologici localizzati sulle Alpi europee, sparsi tra Francia, Italia, Svizzera, Austria e Slovenia. In questi primi interventi è parsa tuttavia evidente la complessità del tema legato al piano di gestione del sito e agli aspetti intangibili sottesi al tema della protezione che entra- no nei criteri fondamentali per il riconoscimento Unesco: la gestione è infatti un sistema di azioni e attività pianificate che integrano la conservazione, la quale ha carattere processuale e dinamico ed è chiamata in causa per la pianificazione delle linee di sviluppo del territorio, a partire dal riconoscimento del bene come sito Unesco. L’intervento di Carlo Olmo ha stimolato la riflessione sulla specificità del progetto e programma urbanistico, industriale e comunitario di Adriano Olivetti, come esperienza concreta realizzatasi ad Ivrea anche oltre la stagione di Adriano: un’esperienza vitale di community town basata sull’integrazione, la coesione sociale e quindi la riflessione sul valore collettivo del patrimonio. Il successivo intervento di Massimo Preite ha preso in esame l’evolversi del concetto di paesaggio culturale come concetto evolutivo e la conseguente ridefinizione del concetto di patrimonio industriale, secondo un approccio che non può prescindere dal cambiamento inerente all’evoluzione del paesaggio e che quindi ne determina il progetto di conservazione, ma anche quello di gestione e pianificazione. La prima giornata ha insomma analizzato l’approccio metodologico da adottare per la costruzione di un dossier di candidatura, con particolare attenzione al tema del piano di gestione e conservazione del sito. Della seconda giornata, decisamente più seguita, ma da un pubblico per lo più di addetti, voglio aree naturali di estremo interesse geo-minerario, inserendoli in un’apposita Rete Internazionale. In Italia sono presenti ben 9 Geoparchi (anche qui record mondiale), l’ultimo, approvato di recente nel settembre 2013, è il Sesia-Val Grande Geopark che comprende la fenomenale ed unica al mondo struttura di un supervulcano, esploso 300 milioni di anni fa eruttando un’immensa quantità di materiali. Allora le terre emerse erano tutte riunite a formare un supercontinente, detto Pangea, poi i movimenti tettonici della crosta hanno rimodellato le terre e, tra 60 e 30 milioni di anni fa, gli stessi processi che formarono le Alpi, sollevarono e ruotarono la porzione crostale in cui si trovava il vulcano esploso, mettendone in evidenza il sistema di alimentazione, fino a circa 30 km di profondità. Quindi, ciò che vediamo oggi è il “fossile” del supervulcano esploso, esteso in un’area che comprende Valsesia e Valsessera, fino a lambire Biellese e Lago Maggiore. L’approvazione UNESCO è stata ottenuta rapidamente grazie ad una grande concertazione di 85 amministrazioni, con la consulenza di esimi studiosi dell’Università di Trieste e di Dallas e (udite, udite..) poco o nullo impegno di pubblico denaro. Quali, dunque, le considerazioni del minus quam... naturalista? Fondamentalmente una. Noi viviamo in un unicum geologico, l’Anfiteatro Morenico, che geologi di tutto il mondo studiano, unica vestigia completa delle glaciazioni quaternarie. Avrei, umilmente, pensato che questa sarebbe stata la proposta sensata di inserimento nelle liste UNESCO, tra l’altro l’anfiteatro è in contatto col Sesia-Val Grande Geopark, al quale ci si sarebbe potuti collegare per realizzare un geosito unico al mondo con fenomeni diversi geologicamente e cronologicamente distanti, ma contigui. No, ai nostri amministratori pareva poco culturale, troppo naturalistico, meglio puntare sulla “cultura” di edifici in parte segnalare i contributi che l’hanno maggiormente caratterizzata e che mi hanno maggiormente colpita. Il prezioso intervento di Stefano Musso (Università degli Studi di Torino) molto chiaramente ha inquadrato storicamente e descritto la dimensione della fabbrica e delle relazioni industriali Olivetti; ha tratteggiato le peculiarità del successo economico della Olivetti e il contemporaneo progresso sociale e culturale, in termini di potenziamento dei legami sociali nella comunità. Sono stati dunque identificati alcuni dei fattori chiave dell’esperienza di partecipazione consapevole dei lavoratori all’impresa Olivetti, attraverso un’educazione alla partecipazione democratica innescata e promossa dall’impresa stessa. Hartmut Frank (Università di Hafen, Amburgo) ha descritto quei siti della Germania che si riferiscono a siti industriali che hanno ottenuto il riconoscimento Unesco e nel contempo una casistica di azioni innescate dalla candidatura per il coinvolgimento attivo e propositivo dei cittadini: emblematico il caso di Dresda che attraverso un’interrogazione popolare sulla costruzione o meno di un ponte sull’Elba, ha optato per una scelta che determi SEGUE A PAGINA 8 fatiscenti, spendendo denaro in una candidatura che ritengo debole e difficilmente approvabile a meno che il “Comitato per il patrimonio dell’umanità” non abbia parenti ad Ivrea o nel partito dominante (sarò sicuramente smentito: le vie della burocrazia sono infinite). Se lo scopo dell’UNESCO è tramandare alle future generazioni patrimoni unici, cosa c’è di più unico di un fenomeno naturale non visibile in altro luogo al mondo, che esiste da un milione di anni e sopravviverà agli edifici olivettiani? Sia chiaro non ho nulla contro la straordinaria avventura culturale di Olivetti. Mi pare, però, un caso di ambliopia culturale bilaterale, è come se vi indicassi la luna e voi vedeste solo il dito che la indica! Ricordo di averne discusso con un caro amico che purtroppo ci ha da poco lasciati e che concordava con me benché avesse seguito percorsi di studio diversi. Grazie Riccardo per la tua misconosciuta lungimiranza! Diego Marra 7 8 aprile 2015 COMITATO NO CAVA A SAN BERNARDO CENTRALE IDROELETTRICA AL CRIST La COGEIS sospende il progetto Un dossier con le opinioni dei cittadini Cauto ottimismo sulla decisione della società di Quincinetto, il Comitato continua la lotta fino al completo ritiro del programma E’ mutato in modo evidente l’atteggiamento della giunta e della COGEIS di Quincinetto nei confronti dei cittadini che si oppongono alla realizzazione della cava-discarica nel quartiere di San Bernardo. SI è passati dal “nulla si può fare” ad un più conciliante “per il momento il progetto è sospeso”. Il sindaco, durante l’affollato Consiglio Comunale di martedì 31 marzo scorso, ha riportato le mutate posizioni della COGEIS che, prendendo atto del secondo ricorso presentato al Presidente della Repubblica dal Movimento 5 Stelle, si impegna a non iniziare i lavori di allestimento della cava, in attesa del parere del Capo dello Stato sui ricorsi presentati (il primo, di un cittadino di San Bernardo, porta la data del novembre 2014). Insomma “qualcosa si è potuto fare”, nonostante in molti, e da molte parti, consigliassero al Comi- tato di ridursi a più miti consigli. Resta confermato il buon vecchio detto: “la lotta paga”. Evidentemente l’amministrazione di Ivrea e la COGEIS, che da anni collaborano a progetti comuni, hanno subito la forza dell’opposizione alla cava, opposizione catalizzata e organizzata dal Comitato. Durante la seduta del Consiglio Comunale, preceduta dall’animata protesta in piazza di residenti di San Bernardo e di molti altri cittadini eporediesi, Pierre Blasotta, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, ha consegnato all’amministrazione le 2601 firme che sottoscrivono la petizione. Nel documento i firmatari esprimono chiaramente la loro motivata posizione contro la realizzazione di una cava nel mezzo del quartiere di San Bernardo, argomenti ben noti ai lettori di varieventuali, e che non ripetiamo. Nell’assemblea pubblica di giovedì 2 aprile, svoltasi a Bellavista, i presenti hanno preso atto con cauto ottimismo dei risultati raggiunti dopo mesi di impegno e lotta. La sospensione dell’apertura della cava ha confermato l’efficacia della linea intrapresa: nessun compromesso, nessuna compensazione, no netto alla cava. Il fermo definitivo al progetto è sembrato ai presenti raggiungibile, ma ancora lontano; seguiranno quindi ulteriori iniziative ed incontri. L’assemblea è tornata a ragionare sulle condizioni che hanno impedito ai cittadini il diritto di essere informati. E’ chiaro da tempo ai cittadini attivi del comitato e a molti residenti contattati durante i presìdi che il progetto della cava non è stato accompagnato negli anni passati da un confronto adeguato tra residenti e amministrazione e che la maggioranza dei cittadini non è stata informata tempestivamente e in modo adeguato sulla natura del progetto. Durante l’incontro molte persone hanno ribadito che il quartiere ha bisogno di rappresentanti eletti e quindi legittimati come referenti e capaci in futuro di rappresentare i residenti presso l’Amministrazione di Ivrea. E’ stato ribadito che i cittadini di San Bernardo devono creare uno spazio aperto a tutti dove possano UNICOBAS / INTERVISTA I sindacati pronta-firma abbaiano alla luna Dei molteplici problemi che in questo momento stanno coinvolgendo il mondo della scuola parliamo con Stefano d’Errico, segretario nazionale di Unicobas, piccolo ma combattivo sindacato di base che sta affilando le armi anche in vista delle prossime elezioni del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione Ci sembra che il disegno di legge sulla scuola che sta iniziando il proprio percorso parlamentare non stia suscitando particolare interesse nelle scuole. Niente a che vedere, a noi pare, con quanto accaduto ai tempi della “riforma Moratti” o del “Piano Tremonti-Gelmini”. Come mai? Due le ragioni fondamentali. In primis la nostra è una categoria “sperduta” e senza coscienza sindacale: anche al tempo del “concorsone” a quiz, il “grosso” si rese conto della minaccia incombente solo 6/7 mesi dopo l’approvazione del contratto sottoscritto dai soliti noti che lo imponeva, ed anche se ci rimise il posto un ministro (Berlinguer), rimase quasi intonso il potere dei sindacati che glielo avevano suggerito (CGIL in testa), ed ancor oggi i più ricordano quello sciopero enorme e vincente proclamato solo da Unicobas, Cobas e Gilda (dell’epoca) come di un’iniziativa di “tutti i sindacati”. Il secondo motivo è che quella dei docenti è una categoria genericamente di “sinistra” che non s’è ancora accorta che proprio da una parte della sinistra “storica” sono venuti altrettanti problemi di quanti non ne abbia creati la destra alla figura del docente. E così si sono fatti abbagliare dalle suggestioni di Renzi e non hanno avuto quella reattività immediata che contraddistinse il no alla controriforma Gelmini (8 miliardi di tagli, dopo che Prodi ne aveva potuti tagliare altri 2,5), ma solo perché la Gelmini, Tremonti, Berlusconi e i loro alleati di estrema destra usavano un linguaggio palesemente retrivo, tornando al Confronto tra Comune di Ivrea e cittadini Mercoledì 8 aprile, alle ore 18.00, presso la sala del teatro sotto la Chiesa Parrocchiale di San Bernardo, è in programma un incontro pubblico per discutere di viabilità, sicurezza e temi legati a parcheggi e fognature. L’incontro è organizzato in collaborazione con le Associazioni Pro Loco di San Bernardo, Gruppo Mutuo Soccorso, Gruppo Alpini San Bernardo e Auto Sport Promotion. Il progetto per una centrale idroelettrica nel quartiere Crist di Ivrea (che rientra nel Museo di Architettura Moderna Maam) risale al 2002. Da allora è stato modificato due volte in corso di istruttoria grazie alla mobilitazione di Legambiente e degli abitanti del quartiere, contrari al progetto. Ora l’AIPO (Agenzia Interregionale per il fiume Po) ha approvato le integrazioni al progetto in quanto Idropadana (che ha presentato il progetto) ha limitato la portata degli scavi nell’alveo della Dora. Costo pari a 14 milioni di euro e tempi di realizzazione non superiori ai due anni, per non perdere gli incentivi statali. Prossimi appuntamenti la Conferenza di Servizi (in data ancora da fissare) e l’eventuale approvazione da parte della Città Metropolitana. Le due prime versioni del progetto vennero entrambe bocciate (contro la seconda, che prevedeva una galleria sotto la collina furono raccolte mille firme di altrettanti cittadini). La centrale dovrebbe sorgere lungo la Dora nel territorio di Banchette. L’acqua dovrebbe percorrere due chilometri di canale (da costruire), che collegherebbe la centrale con il punto in cui verrà pescata l’acqua, a Montalto, nel canale di derivazione della Dora già esistente: 40 metri cubi al secondo per una potenza di 2500 Kwatt/ora. Per il circolo Legambiente Dora Baltea il numero di centrali idroelettriche sulla Dora (sette da Quincinetto a Ivrea) è un rischio per il deflusso minimo vitale. “Se la recente bocciatura delle due centrali di Quassolo – sostiene Nevio Perna - è un atto che giudi- “maestro unico”, alle divise, all’educazione fisica in “formato” ISEF littoria. Assunzioni di precari: i numeri cambiano ogni giorno. Secondo voi, a settembre, quante potranno realisticamente essere le immissioni in ruolo? I tempi sono ormai troppo stretti, e il 30 Maggio non potrà venire approvato il disegno di legge. Temo proprio che alla fine faranno un decretino ordinario (che non necessita di conversione in legge) per 40/45 mila assunzioni (giustificato dal mero turn-over e dalle 8.000 cattedre di sostegno scoperte). Il grosso dei precari resterà “appeso” all’iter del disegno di legge, anche perché Renzi spera che continuino a votarlo fino al 2018. Renzi è furbo e ha già fatto capire come scaricherà sulle opposizioni e sul Parlamento (reo di aver chiesto un’ampia discussione) il (presunto) ritardo: è colpa loro, io avrei voluto agire per decreto, ma loro si sono appellati al Presidente della Repubblica negando (giustamente, diremmo noi) la straordinarietà del ddl Buona Scuola, istituzionalmente richiesta per mettere in campo un apposito decreto (che, non a caso, peraltro, si definisce appunto col titolo di “straordinario”). E dal momento che, come si dice, la madre dei cretini è sempre incinta, ci sarà chi gli darà retta. Parliamo rapidamente delle elezioni del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione previste per il 28 aprile: solo voi e lo Snals non siete stati “richiamati” dalla Commissione elettorale centrale per correggere errori. L’impressione è che i grandi sindacati storici abbiano preso la cosa un po’ “sottogamba”. E’ così? Addirittura per la Primaria, dove io sono capolista per l’Unicobas, fra le tante associazioni e sindacati presentatisi, risultano in forse 20 liste su 22. La CGIL dovrà correggere 6 liste su 8; la CISL e la UIL ne sbagliano 4; Gilda e Cobas corrono ai ripari per una lista. Tutti si dovranno muovere nel periodo pasquale, dovendo regolarizzare (pena esclusione) entro mercoledì 8. Una sola domanda: ma se i sindacatoni “maggiormente rappresentativi assai” non sanno presentare delle liste, come tutelano il personale? La verità è che queste elezioni essere esaminati e dibattuti i problemi e i progetti futuri che coinvolgeranno la vita del quartiere. Nell’immediato, il comitato si è dato il compito di informare puntualmente i cittadini e accogliere proposte al fine di arrivare prima dell’estate all’elezione dei rappresentanti e alla definizione di uno statuto che regoli la vita dell’Assemblea del quartiere di San Bernardo. Verso la metà di maggio si organizzerà una riunione pubblica in cui i residenti potranno confrontarsi su proposte concrete relative allo statuto e all’organizzazione dell’elezione dei responsabili dell’Assemblea. a cura di e.b. COMUNE DI IVREA Incontro a San Bernardo mercoledì 8 aprile chiamo positivo per la salvaguardia del fiume, restano le preoccupazioni per gli altri progetti che sono ancora aperti e in particolare per la centrale idroelettrica proposta da Idropadana ai piedi del Crist di Ivrea». Intanto all’interno del dossier sulla centrale che l’amministrazione comunale, con l’assessora all’Ambiente Giovanna Codato, presenterà alla prossima Conferenza Servizi in Città metropolitana compariranno le richieste degli abitanti del Crist: barriere di protezione per evitare il rischio di caduta dentro il canale artificiale, zero inquinamento acustico e ulteriori garanzie per le abitazioni di via delle Germane in caso di piena. Al momento L’assessora Codato ha visionato il progetto con i cinque proprietari dei terreni interessati in via delle Germane. La raccolta di pareri e osservazioni prosegue fino al giorno in cui sarà convocata dal Comune una assemblea pubblica. disturbano molto i sindacati tradizionali, che le vedono come il fumo negli occhi e ne hanno (tutti insieme) chiesto un ulteriore rinvio. Loro si sono appropriati della rappresentanza imponendo dal 2000 solo elezioni di singolo istituto per nominare le rappresentanze sindacali unitarie (3 di media), con il preventivo impedimento ai sindacati non firmatari di contratto di trovare candidati e sottoscrittori scuola per scuola, negando al sindacalismo di base di tenere assemblee in orario di servizio persino quando abbiano trovato candidati e sottoscrittori e presentato una lista, rendendo così impossibile alle OOSS altre dai “prontafirma” anche se devono presentare il proprio programma prima del voto. Ora, finalmente, tutta la categoria potrà votarci (non più solo quella percentuale raggiunta dove abbiamo presentato le liste per le RSU): vedremo la reale rappresentatività dei “pronta-firma”. In tutto questo ci sono però anche scioperi e manifestazioni… Diciamo la verità: i loro “scioperi” sono in linea con le loro capa- SEGUE A PAGINA 8 8 anno XXVIII n° 7 SEGUE DA PAG. 6 / CANDIDATURA UNESCO DISEGNO DI LEGGE SULLA SCUOLA Da 150mila a 107mila assunzioni E già si parla di "spacchettamento" Dopo settimane di annunci, comunicati e dichiarazioni di ministri e sottosegretari finalmente il disegno di legge sulla scuola è stato depositato alla Camera e in questi giorni sta iniziando il proprio iter parlamentare. Il ddl porta il numero 2994 ed è rubricato come ”Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”. Il provvedimento è ampio è complesso e non c’è ancora la certezza che possa essere approvato in tempi utili per entrare in vigore già dal settembre prossimo. Molte sono le novità che riguardano direttamente gli insegnanti. Una di queste riguarda il problema dell’aggiornamento professionale che diventerà obbligatorio e che dovrebbe impegnare i docenti per non meno di 50 ore all’anno con modalità diverse (attività in presenza, seminari di approfondimento, lavori di gruppo e formazione on line). C’è poi il nuovo meccanismo di scelta delle sedi da parte dei neoassunti: i ruoli saranno regionali ma sarà possibile scegliere un “ambito territoriale” che dovrebbe corrispondere all’incirca al territorio di un distretto scolastico; il disegno di legge prevede che siano poi i dirigenti scolastici a sce- gliere i docenti da inserire nei propri organici, utilizzando criteri pubblici e trasparenti. Come era facile prevedere questa particolare novità sta suscitando molte perplessità e anche qualche protesta ed è possibile che in sede di dibattito parlamentare venga in qualche misura modificata. A partire da settembre, se la legge verrà approvata, ogni docente avrà a disposizioni una “card” con un credito di 500 euro spendibili per libri, corsi di aggiornamento, convegni ma anche per spettacoli teatrali e cinematografici. Ci saranno anche 200milioni di euro per la valorizzazione del “merito” dei docenti che dovrà essere stabilito dal dirigente scolastico sentito il consiglio di istituto. Il disegno di legge contiene anche un lungo articolo che prevede l’assegnazione di ben 17 deleghe al Governo sui temi più svariati (si va dalla riforma degli organi collegiali, alla revisione e alla modifica della valutazione e della certificazione delle competenze degli alunni, fino alla possibilità per le scuole di dotarsi di un proprio statuto). Ma la parte più importante dell’intero provvedimento – o per lo meno la parte più attesa dai sindacati e da gran parte del mondo della scuola – è quella che riguarda l’assunzione dei precari. SEGUE DA PAGINA 7/ UNICOBAS cità: CGIL, CISL, UIL, SNALS e Gilda hanno proclamato in pompa magna il “blocco” delle attività aggiuntive dal 9 al 18 aprile (sabato e domenica compresi) invece dello sciopero dell’intera giornata indetto da Unicobas, Anief e USB per il 24 Aprile, sciopero al quale stanno aderendo tutti: dagli “autoconvocati” della scuola, alla CUB, sino ad Orsa, SLAI COBAS ed USI. Se il nostro sciopero darà vita a una manifestazione nazionale da Piazza della Repubblica a Piazza Santissimi Apostoli, attraversan- Rubrica a cura di Reginaldo Palermo, dell'Associazione "GESSETTI COLORATI" RICORDIAMO MARIO LODI: SUCCESSO DELL’INIZIATIVA Sono quasi le 150 classi di scuole di tutta Italia che hanno partecipato alla manifestazione Ricordiamo Mario Lodi promossa dalla Associazione per ricordare il primo anniversario della morte del grande maestro, pedagogista e scrittore. Nelle classi che hanno aderito (dalla Puglia al Veneto, dal Lazio all’Emilia Romagna, dalla Liguria al Piemonte e alla Lombardia) nella giornata del 2 marzo, data della morte di Mario Lodi, sono stati letti racconti e poesie del maestro e dei do dalla mattina la capitale, d’altra parte i potentissimi sindacati pronta-firma abbaieranno alla luna il 18 Aprile in un misero presidio statico a Piazza Farnese che ha sostituto il “grande corteo” inizialmente preannunciato per l’11 Aprile. a cura di R.P. suoi alunni. Molte classi hanno inviato materiali fotografici e video che illustrano le attività svolte. Tutti i prodotti pervenuti sono stati pubblicati nel sito www.gessetticolorati.it Nelle prossime settimane verranno selezionati i lavori più significativi e originali che saranno premiati con buoni libro per consentire l’arricchimento delle biblioteche scolastiche. RASSEGNA ESPOSTIVA SULLA MATEMATICA E LE SCIENZE Allo scopo di far conoscere ad un più vasto pubblico alcune attività didattiche su temi matematici e scientifici realizzate da classi del territorio, l’Associazione, in collaborazione con il Museo Tecnologicamente di Ivrea, il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino e il GeoDidaLab di Ivrea, promuove una esposizione didattica che verrà inaugurata il giorno 26 marzo alle ore 17,30 Il fatto è che si tratta anche della parte sulla quale, nel corso delle ultime settimane, il Ministro è intervenuta più volte per fornire precisazioni e correzioni. Fino a un paio di mesi fa si parlava di 150mila assunzioni, diventate poi 130mila e ridotte infine a 107mila (“Non una di meno” ha assicurato nelle ultime ore Stefania Giannini). Ma di dubbi ce ne sono tanti perché non è ancora del tutto chiaro in che modo si riuscirà a trovare le coperture finanziarie necessarie. Il problema maggiore, però, riguarda la possibilità che il disegno di legge venga approvato dal Parlamento entro la fine di maggio. Se si dovesse slittare oltre quella data, infatti, il rischio che le assunzioni debbano essere rinviate diventerebbe altissimo. E’ per questo motivo che già si sta parlando di “spacchettamento” ovvero della separazione delle norme del disegno di legge in due blocchi, uno dedicato esclusivamente alle assunzioni dei precari e uno per tutto il resto. In questa ipotesi le assunzioni verrebbero inserite in un decreto legge che il Governo potrebbe approvare nel giro di pochissimo tempo. Tutto il resto seguirebbe invece il normale percorso parlamentare. Ma questo vorrebbe dire che la “riforma” verrebbe rinviata di almeno un anno. Ipotesi che non spiacerebbe a quanti si stanno opponendo alla proposta del Governo (sindacati, movimenti e associazioni) . Per parte loro i sindacati non stanno fermi: i sindacati rappresentativi (Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda) hanno proclamato lo sciopero delle attività aggiuntive dal 9 al 18 aprile. I sindacati di base (Unicobas, CUB e Usb) hanno invece deciso per una giornata intera di sciopero fissata per il 24 aprile. C’è dunque da credere che il dibattito parlamentare si svolgerà in un clima non del tutto sereno. Reginaldo Palermo presso il Museo stesso. Per l’occasione verranno esposti prodotti didattici realizzati da alcune classi del territorio nell’ambito della manifestazione nazionale Darwin Day e del Pi greco day. La rassegna è tuttavia aperta a chiunque abbia materiali da proporre anche su tematiche diverse, purchè ad argomento scientifico. Chi è interessato può prendere contatti con la segreteria della associazione e concordarne l’esposizione, tenendo però conto che i materiali devono essere pronti e consegnati non oltre il giorno 24 marzo I tempi ristretti sono dovuti al fatto che la rassegna vuole essere soltanto una occasione per raccogliere ed esporre materiali già comunque prodotti nell’ambito della attività didattica quotidiana. Alle classi partecipanti verranno donati materiali didattici (libri, DVD, carte geografiche, carta per fotocopie e altro) Per partecipare è sufficiente mettersi in contatto con l’Associazione Ivrea a lezione nato la cancellazione del riconoscimento di sito Unesco, a favore di una nuova prospettiva di sviluppo voluta dalla maggioranza dei cittadini. Infine, l’interessante rapporto di Matthieu Knibbler, curatore e membro del gruppo di lavoro che ha lavorato per più di un decennio alla candidatura dell’area delle ex Officine Van Nelle a Rotterdam: un resoconto decisamente complesso, fatto di passi avanti e retrocessioni, di un iter lungo e complicato, conclusosi da poco meno di anno e che vede questo sito industriale, costruito intorno al 1920 come fabbrica di caffè, tè e tabacco e divenuto un’icona del modernismo europeo, come un’area oggi brulicante di attività commerciali. Gli architetti d’inizio Novecento crearono nel quartiere Spaanse Polder una fabbrica cattedrale - per il valore attribuito alla luce, all’aria e alle altezze ed aperture dell’edificio industriale - che ancora oggi produce e ospita attività di business pubbliche e private; e se la maggior parte dei siti Unesco è costituita da luoghi di interesse culturale di proprietà pubblica, la fabbrica Van Nelle ospita invece decine di piccole imprese dinamiche, mentre alcune parti dell’ex torrefazione sono state convertite in spazi per eventi. Il sito delle Van Nelle è davvero un indicatore prezioso di un processo di riqualificazione e recupero all’oggi e al futuro, che è sopravvissuto al declino dell’epoca industriale, diventando un complesso laboratorio per nuove idee di pianificazione economica e di sviluppo. Nel contempo è segno tangibile della partecipazione di privati alla trasformazione del sito verso nuove vocazioni economiche, turistiche e culturali, con inevitabili necessità di adattamenti e convivenze. Dopo quest’ultimo intervento sul caso industriale olandese la tavola rotonda finale del seminario ha visto svuotarsi la sala per l’orario già preserale; cionondimeno proprietari e user del patrimonio industriale eporediese, associazioni e inviando una mail a info@ gessetticolorati.it e indicando il nome e telefono dell’insegnante referente che sarà contattato/a nel più breve tempo possibile. ADESIONE ALLA ASSOCIAZIONE DSCHOLA Nei giorni scorsi l’Associazione ha sottoscritto la propria adesione alla Associazione Dschola, che da almeno un decennio raggruppa decine di istituzioni scolastiche di tutto il Piemonte con lo scopo di valorizzare la dimensione informatica della cultura, l’innovazione didattica, e la condivisione della conoscenza attraverso le tecnologie dell’informazione e della comunicazione. L’adesione a Dschola assume un valore particolare perché consente alla associazione Gessetti Colorati di porsi sul territorio come soggetto ancor più qualificato per la promozione e l’organizzazione di attività di formazione e aggiornamento rivolte ai docenti delle scuole del primo ciclo. gruppi invitati al tavolo sono brevemente intervenuti sul tema della candidatura con un sostanziale parere favorevole e appoggio all’iter. In particolare voglio segnalare come il rappresentante della proprietà del fondo immobiliare che interessa larga parte dell’area della I.C.O. su via Jervis, cuore dell’area candidata, abbia chiaramente lasciato intendere la disponibilità e l’apertura alla trattativa per la valorizzazione dell’area storica interessata. In generale il focus della seconda giornata è stato il tema della partecipazione e del coinvolgimento della collettività in tali processi e in quello specifico che si sta costruendo ad Ivrea. Se la collettività è vista come soggetto attivo per far sì che la città industriale sia un valore condiviso anche attraverso un processo di identificazione e riconoscimento, a Ivrea, al momento, le azioni perché ciò avvenga sono ancora troppo deboli e poco visibili. Lo stesso seminario, pur nella ricchezza del palinsesto di contributi è stato ampiamente ignorato dalla popolazione o è rimasto sconosciuto alla gran parte della cittadinanza. Anche il tema dell’elaborazione di un efficace piano di gestione del sito e della sua trasformazione attraverso un flessibile sistema di protezione può attivarsi esclusivamente attraverso la condivisione di questa nuova visione della fabbrica Olivetti, attraverso il dialogo tra amministrazione e cittadini, pubblico e privato. Speriamo che questa lezione Unesco abbia trovato intanto l’attenzione degli amministratori locali rispetto all’impegno che la candidatura comporta, e che i curatori del seminario e responsabili scientifici della candidatura sappiano volgere la prospettiva ben oltre il tema dell’ambìto riconoscimento Unesco, ma guardino al tentativo di recuperare storicamente l’identità di un territorio per riconfigurare e condividere insieme ai cittadini, il progetto sul futuro. Marcella Turchetti PREPARAZIONE AL CONCORSO A CATTEDRE Proseguono gli incontri per i docenti di scuola dell’infanzia e della primaria che intendono partecipare al prossimo concorso a cattedre.Agli incontri (6 fino ad ora) hanno partecipato una 40ina di insegnanti.Il prossimo incontro si svolgerà sempre presso il Museo Tecnologicamente di Ivrea il 15 maggio dalle ore 17 alle ore 19. COMPITI A CASA. UN INCONTRO PER I GENITORI In collaborazione con l’Istituto comprensivo di Favria l’associazione organizza un incontro rivolto ai genitori sul tema “Compiti a casa. Stili di apprendimento e proposte operative. Strumenti tecnologici e metodi di studio” Relatrici le psicologhe della Associazione Egò di Torino, Gisella Riva e Alessia Pascali. L’incontro si svolgerà il16 aprile prossimo presso la sala mensa della scuola media di Favria dalle ore 17,30 alle ore 19,30 CASO BOSISIO / BALLURIO Facebook e le opinioni discutibili Non è un po' troppo tardi? Leggiamo sui media locali che la Presidente del Consiglio Comunale, Elisabetta Ballurio, con una lettera ufficiale, chiede che venga dato un parere legale circa la possibilità di risarcimento danni a carico del professor Bosisio (ex direttore artistico del Giacosa), dopo alcune sue esternazioni pubblicate su facebook contro i rom, la presidente Boldrini e altri argomenti di natura sensibile, su minoranze e affini. Perché? Perché, a detta della Presidente Ballurio, queste esternazioni rivelerebbero una forma di razzismo e di scarsa educazione, che danneggerebbe la città di Ivrea, mettendola in imbarazzo, in quanto espresse da un personaggio (l’ex direttore, appunto) che ha detenuto una carica culturale rilevante. Non so se tale richiesta otterrà mai un parere positivo e in che termini, ma una cosa è certa: che il professore in questione non fosse un maestro di stile e garbo nell’esprimere le sue opinioni, lo si sapeva sin dalla prima ora. Strano che ci si allarmi solo ora. Questo allarme ci sembra ancora più strano, se sostenuto dal sindaco, che era già sindaco sin dall’inizio del mandato del professor Bosisio. Vengo e mi spiego. La redazione, i lettori di questo giornale ed io, soprattutto, ricordiamo che, il suddetto professore, nel 2009, durante un convegno nella sede di Confindustria Canavese, per la presentazione di uno spettacolo teatrale sulla Sois Chatillon (l’altra fabbrica di Ivrea), proprio nel giorno dell’anniversario di morte di Adriano Olivetti, disse che non se ne poteva più dell’Olivetti, esattamente con queste parole. Ricordiamo altresì che la sottoscritta riportò la cosa su questo giornale, rilevandone l’inopportunità e il lato gratuitamente offensivo, e che, per tutta risposta, fu insultata in una lettera che il professore mandò alla stampa, pure a questo giornale, e che pubblicammo interamente, senza censura, affinché la sua maleducazione si commentasse da sola. Nessuno, allora, disse né fece nulla. Nessuno sentì il dovere di far rilevare, non solo l’ineducato attacco personale a me, piccola scribacchina di poco conto, ma soprattutto l’inopportunità dei commenti sulla Olivetti nel giorno della morte di Adriano. Personalmente ricevetti telefonate e messaggi di solidarietà da moltissime persone, anche persone in vista, ma tutto in privato. Quindi, spero mi scusiate se mi tolgo questo sassolino dalla scarpa: trovo davvero singolare ci si accorga adesso e si stigmatizzi il comportamento di questo signore, in base a quanto scrive sulla sua pagina facebook, e non ci si sia indignati allora per quanto detto, in un convegno pubblico, nei confronti di colui, grazie al quale questa città ambisce a diventare sito Unesco e contro una cittadina che, nel bene o nel male, è pur sempre una persona attiva in ambito culturale, e aveva come unica colpa, il fatto di aver rimarcato l’accaduto. Abbiamo un livello di indignazione piuttosto altalenante. Direi, a corrente alternata: ora sì, ora no. Il livello di attenzione è piuttosto basso. Quello della coerenza, non parliamone. Ironia della sorte, la neo direttrice del nostro teatro cittadino ha all’attivo ben due spettacoli su Olivetti. E il cerchio si chiude. Possiamo dunque concludere con un bel: ”noi ve lo avevamo detto”. Bravi, che finalmente ve ne siete accorti anche voi. Sulla vicenda in sé, c’è ben poco da commentare: ognuno è libero di avere idee “poco allineate” (per usare parole del professor Bosisio), basterebbe esprimerle in maniera educata, senza attacchi personali, semplicemente argomentando il proprio pensiero in maniera civile. E che non si incolpi il mezzo. Il mezzo (facebook o twitter che sia) è usato da un essere umano e ne assume le sembianze. Sta a noi usarlo con buon senso. Lisa Gino TEATRO GIACOSA Cambio della guardia alla direzione artistica: esce Bosisio entra Curino Amore, ascolto e artista: le tre parole chiave della neo direttrice Il teatro civico cittadino cambia direzione e la notizia arriva a mezzo stampa, dopo qualche periodo di voci e controvoci, che sussurravano dell’uscita di scena del Prof. Bosisio. Questo sarà il terzo anno del mandato affidato al Contato del Canavese per la gestione del Giacosa e dovrà ottenere la proroga per altri tre anni fra non molto. Quindi l’uscita di scena del direttore in carica arriva a metà di un percorso e non ci si può non chiedere a cosa la si debba. Le dichiarazioni però sono antitetiche: Mario Liore, direttore amministrativo del Contato, afferma che c’era bisogno di qualcosa di nuovo, di un cambiamento, di qualcuno che fosse più legato al territorio; Bosisio afferma di non aver potuto lavorare come avrebbe voluto e di aver dovuto subire troppe intromissioni, a sua insaputa. Come stanno veramente le cose? La verità sarà nel mezzo? La verità, sappiamo bene, sta in ogni angolo rispetto alla prospettiva dalla quale si guarda. Ognuno ha la sua. ALTEATRO GIACOSA, MERCOLEDÌ 22 APRILE A teatro contro la guerra Audiodramma “E Johnny prese il fucile” realizzato da Sergio Ferrentino, replica per le scuole Giovedì 23 aprile alle ore 10 In occasione delle celebrazioni del 25 aprile, qust'anno particolarmente sentite in quanto siamo nel settantesimo anniversario della Liberazione, al Teatro Giacosa si terrà un originale rappresentazione proposta da Fonderia Mercury, l'etichetta creata da Sergio Ferrentino dedicata alla produzione di audiodrammi dal vivo. In questo caso si tratta di un audiodramma tratto dal romanzo “E Johnny prese il fucile” di Dalton Trumbo, un “Romanzo di pacifismo integrale, che venne esaltato al suo apparire, dalla destra, che non voleva che gli Usa entrassero in guerra contro Hitler, e diventò un libro “di culto” per la sinistra al tempo della guerra nel Vietnam. Trumbo ne trasse un film che diresse egli stesso nel 1971, esordendo nella regia all'età di 66 anni […] e che fu, per inciso, tra i prediletti di François Truffaut […]”. Lo spettacolo, che verrà replicato per le scuole il mattino dopo, ha il Patrocinio dell’Anpi e del Comune di Ivrea ed è realizzato con il contributo di AEG Cooperativa Gas. “E Johnny prese il fucile” è allestito tramite un microfono binaurale che permette di recuperare e riprodurre i suoni con un effetto tridimensionale. La percezione in cuffia diventa a 360°, riuscendo anche a captare la dimensione ambientale della scena. Una forma innovativa di ripresa sonora che verrà usata sul palco “in diretta”, e che permetterà al pubblico, in cuffia, di trovarsi sul palco avvolto dall’intreccio dei suoni, effetti e voci in un totale coinvolgimento scenico. Tratto dal romando di Dalton Trumbo Adattamento e regia Sergio Ferrentino Con Sax Nicosia, Alessandro Castellucci, Eleni Molos Musiche originali di Gianluigi Carlone Fonderia Mercury www.fonderiamercury.it Il romanzo Joe Bonham è un giovane americano che, insieme a milioni di connazionali, viene chiamato a combattere durante la Prima guerra mondiale. Nel conflitto viene colpito da una granata. L’esplosione lo riduce in un tronco umano, muto, senza gambe, braccia, vista ma “vive”: Joe pensa e i suoi pensieri sono la nostra storia. Ore, giorni, anni, scanditi dal battito del cuore, dal pulsare del cervello, dal sibilo del respiro, dal rimbombo dei passi di medici e infermiere. Dopo anni di isolamento psicofisico Joe riesce a comunicare con il mondo esterno e a ricevere risposta. Joe è ancora in battaglia e dalla trincea grida il suo SOS di vita. Ascolta...sei in scena Note di regia di Sergio Ferrentino “Si, certo, mi ricordo il film..” Di solito questa è la risposta alla mia domanda su E Johnny prese il fucile, non sono molti quelli che l’hanno letto. I più informati ricordano “..ma Dalton Trumbo non era nella lista nera di Hollywood?” E’ in quel momento che si cerca di spiegare la scelta: adattare E Johnny prese il fucile per parlare della Prima Guerra Mondiale. Dalton Trumbo fece il film 32 anni dopo l’uscita editoriale; in realtà la parte curiosa fu quando, nel 1957, il suo prestanome a Hollywood vinse l’Oscar con un filmetto d’ambiente messicano, La più grande corrida. Ma noi siamo qui per parlare della Prima Guerra Mondiale, cento anni dopo. In attesa di essere sommersi da racconti, evocazioni, storie, testimonianze, diari, lettere, canti, cori… Qualsiasi traccia che possa raccontare cosa è successo in quei giorni, mesi o anni sarà utile per evocare. Forse Johnny non evoca, o meglio, usa la Prima Guerra per raccontare la guerra. Il legame con il centenario è saldo. Il protagonista fa parte di “quelli delle trincee”, è un soldato, uno dei milioni di giovani portati ad uccidere altri giovani. Ma quelli che hanno letto il libro o visto il film sanno che lui pensa ostinatamente dall’interno della sua detenzione corporea. Tutto il libro si muove e vive sui suoi pensieri di morte o di vita, solo pensieri con qualche ricordo della fidanzata, del padre, della madre… e poco altro. Dal punto di vista teatrale si può intuire un dolorosissimo monolo- Ma non è tanto chi esce, piuttosto chi entra ad incontrare la nostra sincera e piacevole sorpresa. Laura Curino non ha certo bisogno di presentazioni in questo territorio: la si conosce e la si apprezza da sempre, e non solo per i lavori che ha dedicato a Camillo e Adriano Olivetti. Attrice, autrice e drammaturga, ogni suo spettacolo ha riscontrato giudizi positivi dal pubblico canavesano. L’abbiamo raggiunta al telefono e le abbiamo chiesto le sue impressioni a caldo. Ecco quanto ci ha detto: “Sono rimasta sorpresa perché con il Giacosa avevo avuto solo buoni rapporti da attrice, e non mi aspettavo questa nomina. Il pubblico mi ha sempre accolta con soddisfazione, soddisfazione reciproca perché io da questo territorio mi sono sempre sentita sostenuta, non ci siamo mai delusi. Il Canavese, ed Ivrea, è un luogo che mi ha sempre dato grande energia, quindi, quando è arriva- SEGUE A PAG. 12 go… ma dal punto di vista radiofonico entrano nel campo acustico i suoni, gli effetti e i tre livelli di recitazione su cui è impostato tutto l’adattamento. Perché tre livelli? E quali sono? Pensare, sognare, ricordare. Tre impostazioni diverse per narrare, intrecciate tra loro ma con caratteristiche acustiche saldamente separate dalla storia e dall’uso della voce. Pensare per parlare a noi stessi delle paure senza mediazioni. I sogni, immagini e desideri fuori controllo che si possono trasformare in incubi. I ricordi setacciati, quasi sempre positivi, sui quali s’inseriscono, scompostamente, quelli dolorosi. Alla voce si affianca la tecnica sonora che si dedica a sottolineare, alimentare e amplificare gli effetti e i suoni che narrano insieme alla parola e alle musiche originali, rendendo obbligatorio l’uso delle cuffie per l’ascolto del radiodramma. Tre voci, quindi, laceranti e lacerate dello stesso attore che servono a denunciare gli orrori della guerra, non della Prima Guerra Mondiale. E’ per questo motivo che dal 1939, ad ogni guerra americana, il libro è sempre stato ritirato dalle librerie. Così è stato per la Seconda Guerra, poi la Corea, poi il Vietnam. Ora è difficile trovarlo anche su eBay. Meglio lasciare ancora una traccia, per questa volta acustica. SEGUE IN ULTIMA 10 anno XXVIII n° 7 AL CINECLUB IVREA MARTEDÌ 14 APRILE E MERCOLEDÌ 15 APRILE Pazza idea VISTI DA NOI L’ultimo lupo Regia di Jean Jacques Annaud Regia: Panos H. Koutras Interpreti: Kostas Nikouli, Nikos Gelia, Aggelos Papadimitriou, Romanna Lobats, Marissa Triandafyllidou Origine: Grecia 2014 Durata: 128 min. Dany ha sedici anni, un coniglietto nella borsa e i soldi di una marchetta per trasferirsi da Creta ad Atene e raggiungere il fratello diciottenne Odysseas. Insieme, vogliono ritrovare il padre che li ha abbandonati da piccoli, farsi dare ciò che spetta loro, compresa la nazionalità greca, e poi vincere un talent show cantando una canzone di Patty Pravo, la passione della loro mamma, morta di alcool e solitudine. La Grecia, culla del mondo e della tragedia, che un tempo lontano era governata dal principio dell’ospitalità verso gli stranieri (la “xenia” del titolo) e oggi vede crescere sempre più forte, politicamente, la destra xenofoba, non è solo il contenitore di questo viaggio queer nelle contraddizioni dell’oggi, ma è anche il genitore che manca ai suoi doveri, la madre che non sostenta, il padre che non riconosce i propri figli, preferendo lo ius sanguinis allo ius solis. Dany e Ody sono di origine albanese, Dany è omosessuale e sognatore, entrambi sono bambini feriti che attraversano il bosco periglioso con una pistola e un leccalecca per oggetti magici, una vecchia drag queen per padrino e un gigantesco sogno pop a tenerli vivi. Un miscuglio agrodolce, questo, che rende il film qualcosa di piuttosto unico e permea ogni aspetto, estetico e non. La cultura gay e quella televisiva, il cinema d’autore (da Araki a Almodovar passando per le citazioni di Donnie Darko e Charles Laughton) e Canzonissima, il fantastico e il documentario (i protagonisti sono non professionisti), s’incontrano in una terra di mezzo per raccontare con leggerezza, se non proprio col sorriso, la grande tragedia contemporanea dell’immigrazione. Ma qual è, dunque, questa terra di mezzo, che rende possibile la coesistenza del melodramma e della sua parodia? Il sentimento. Eleggendo, infatti, il sentimento dell’amore fraterno a faro nella nebbia, Koutras sceglie una strada contraria rispetto ai colleghi cinico-tragici del cosiddetto nuovo cinema greco che inscenano l’aspetto algido e mortifero della crisi sociale, spesso proprio a partire dalla disintegrazione della famiglia, e opta invece per la musica, il colore e il palpito, senza per questo rinunciare alla tensione e alla denuncia. La mitologia di Pazza Idea vede Patty Pravo come una dea e Dany e Ody come gli (anti)eroi di cui narrare le gesta, e il road movie è allora il genere cinematograficamente più indicato, per la sua naturale propensione al picaresco. Se la fusione tra sogno e realtà può non essere di facile accettazione, almeno di primo acchito, è bene ricordare che, non solo è la strada che Koutras ha scelto dall’inizio della sua carriera, ma è anche la base del mito stesso, la fusione tra inconscio e vita cosciente, tra storia e poesia. Una fotogenia perfetta, statuario, imponente nella sua fissità, lo sguardo di ghiaccio, paziente e algido, come vuole il dna di questo predatore più affascinante che pericoloso. Il regista Annaud non è nuovo nella direzione degli animali per film di successo e, dopo orsi e tigri, questa volta porta sullo schermo il lupo. Il film è ambientato in epoca maoista e ha per protagonisti due studenti di Pechino mandati ad alfabetizzare le arcaiche tribù della steppa mongola. Uno di loro, Chen Zhen, sedotto dalla vita dei pastori e, soprattutto dalla presenza dei lupi, finisce di adottarne uno, cucciolo salvato dallo sterminio indiscriminato dell’uomo. Secondo la saggezza antica il lupo è come un dio, a cui si deve rispetto in una forma di rapporto di convivenza che non altera gli equilibri della natura. Ma a sfalsare questo rapporto è, come al solito, l’uomo tecnologico, le sue paure ataviche, l’esercizio della violenza diabolica, al confronto della quale le strategie di lotta per la sopravvivenza, operate dai lupi, sembrano pulsioni innocenti. Siamo in un paese tribale e pastorale, uomini e mandrie, paesaggi allargati, sontuosi e mozzafiato, natura edenica, la steppa e i suoi cordoni di dune scosse dal vento. Spazi solitari e magnificenti a perdita d’occhio, ristagno del verde, territori rocciosi. Il lupo affamato a cui rubano le prede, a cui uccidono i cuccioli, il lupo nocivo e nemico, il lupo come minaccia della razza umana e non il contrario. In Italia alla fine degli anni 70 i lupi sopravvissuti erano un centinaio, oggi grazie alle politiche di tutela messe in campo dal WWF si sfiorano i duemila esemplari, ma almeno duecento all’anno vengono uccisi, con metodi brutali, dalla mano dell’uomo. Il protagonista Chen Zhen, che alleva il cucciolo di lupo, con il pretesto di studiarlo meglio,(conosci il tuo nemico, se vuoi vincerlo – secondo il detto maoista) cerca a suo modo la strada di una difficile conciliazione. Natura animale e selvatica e sensibilità umana faticano a trovare una dimensione comune. Anche svezzare un cucciolo di lupo, in fondo, altera gli equilibri naturali, si corre il rischio di rendere antropomorfo ciò che non lo è. Il lupo può mordere il suo benefattore perché è vittima del suo istinto, ma l’uomo non dovrebbe scuoiare un lupo per venderne la pelle al mercato. Una volta che gli spazi necessari alla sopravvivenza sono sottratti, il lupo non può far altro che minacciare l’uomo e i suoi armenti. Ma questi, il predatore dei predatori, si rende responsabile delle stragi peggiori. I cuccioli vengono uccisi barbaramente, i lupi cacciati e abbattuti a colpi di fucile, fatti saltare per aria con trappole esplosive. Se decidi di non sparare al lupo, allora lo fai soltanto per non fare un buco nella sua pelliccia increspata che venderai al mercato. L’uomo trova giustificazione ad ogni suo gesto e il lupo diventa, di conseguenza, incarnazione del mito malva- gio. Il film è spettacolare e ha il merito di non essere una favola a lieto fine disneyano né tanto meno di cedere a visioni idealizzate di questo animale. Le immagini avvicinano il lupo ai nostri occhi come forse mai era accaduto, intrecciano la sua storia alla nostra, esaltano lo strapotere dei Le figure del Piacere di P. Domene “La spirale continua di una storia infinita”: Pasqua e Settimana Santa tra Italia e Spagna; Ivrea, 3.4.2015, Venerdì Santo. Stavo per descrivere un’altra esperienza quando durante un incontro con più persone una di loro mi ha chiesto: “Come si dice Buona Pasqua in spagnolo? “. “Non si dice”, rispondo. “Come mai?”, mi dicono, come se la comune appartenenza al mondo cristiano-mediterraneo cancellasse le differenze. La Pasqua, commento, aldilà del suo significato nella liturgia e nella teologia cattoliche, non ha importanza nei rituali sociali spagnoli. Per la cultura spagnola conta la Passione non la Resurrezione. L’umano non il divino. La Festa nel senso antropologico del termine, non la sua teologia. Per la gente questa festa, lì dove ancora perdura, poggia sul Dolore e quindi la Settimana Santa ha antropologicamente il suo apogeo e conclusione il Venerdì Santo, preceduto da Lunedì, Martedì, Mercoledì, Giovedì, tutti Santi. Sabato è giorno di lutto. Domenica ci si rilassa in privato. Certo, come in Italia, dove l’augurio “Buona Pasqua” e la Pasqua stessa hanno perso la loro valenza antropologica e sono la routine residua di passate consapevolezze, anche in Spagna la Settimana Santa non è quel che era. Ma ancora permane in vaste zone soprattutto in area mediterranea. Chi non ha sentito parlare della Settimana Santa di Siviglia? O di Malaga, Murcia, Granada...? In molti rimangono sorpresi e contrariati davanti a questa festa, a loro dire “incomprensibile”, dove giorno e notte centinaia di gruppi scultorei sulla Passione di Jesù percorrono le strade in un’epifania di dolore, sangue e lacrime, di “penitenti” incappucciati e di sfarzosi, stupefacenti corredi di oro, argento, pizzi, merletti, perle. Non si venga tratti in inganno. La Settimana Santa spagnola è una festa pagana. Vissuta con il corpo. Io l’ho vissuta da bambino e l’ho presente. Una festa sensuale e sentimentale, emozionale, dionisiaca si potrebbe dire, dove la collettività retro-alimenta se stessa con una gastronomia del magro, rituale ma ghiotta, generosa; una festa di molti colori, aromi, incensi, rose, garofani, gelsomini...; di un magico luccichio tiepido di candele e ceri; di rumori continui intervallati da profondi silenzi, da voci disperate o gioiose e musiche coinvolgenti. Sì. E’ una festa pagana. E, come tutte le feste pagane, è una festa in onore degli dei dimenticati o attuali. Una festa quindi che come ogni festa scava inconsapevolmente nell’identità collettiva dei festanti, miti inclusi, per alimentarla e trasformarla. E’ proprio così. Basta vivere una Settimana Santa per rendersi conto di quanto venga da lontano. Di come costituisca uno dei continui cicli di quella storia infinita che è l’identità (qualunque cosa il termine significhi) di un territorio e di una collettività. Sì. Questa festa ha molto della solarità calda e leggera dell’antico mondo iberico, per opposizione al carattere umido e oscuro di quello celtico. Ma ha anche molto, basti vedere le Madonne dolorose e in lacrime foderate di ori e velluti, dei mondi greco, fenicio e romano, che queste terre iberiche colonizzarono; dei loro dei, miti e riti, che il cristianesimo fece propri per integrarli nella “nuova” religione. Nè mancano tracce, per quanto sottili, della permeante cultura araba. Ma la Settimana Santa attuale veste soprattutto le sfarzose fogge della Controriforma Cattolica (e del suo stile, il barocco) che poggiò sull’antica e misteriosa e tormentata emozione della religiosità pagana (ricca di immagini e di teatralità) per distinguersi dalla razionalità e dalla freddezza della moderna e pratica religiosità protestante (assente di metafore ed immagini). Barocche sono le immagini ed i troni, i corredi e le decorazioni, barocche le cerimonie, barocche le contraddizioni che mostra. Tutto allontana dal razionale per avvicinarsi alla fisicità dei corpi. Per coinvolgerli nella loro dimensione più sensuale. Il concilio Vaticano II però, con il suo deciso appropriamento della religiosità e delle liturgie del Protestantesimo, mise in crisi la festa. La chiesa cattolica si allontanava dalla Passione e tornava alla Resurrezione. La Festa della Settimana Santa non doveva più essere uno strumento della pastorale cattolica. I vescovi e ministri cattolici non dovevano presiedere alle grandi processioni. Alla Epifania Pagana. Nessun problema: le Feste sopravvivono sempre alle Religioni. Le processioni cominciarono ad essere presiedute anche da personalità dei partiti della sinistra più laica, del partito socialista e del partito comunista. Logico. Anche se si dovrebbe riflettere. Anche sulla Pasqua “italiana”. Non è banale dal punto di vista politico. “Come si dice Buona Pasqua in spagnolo? “. “Non si dice”. Ma in italiano sì: Buona Pascua! primi piani e del rallenty. Il film toglie ombra dal mondo dei lupi e la proietta su quello di un’umanità miseramente superiore solo per potenza tecnologica, solo per la legge asettica del fucile e del tiro al bersaglio. La caccia al lupo capobranco, lo sfinimento della corsa in cui viene inseguito per quaranta chilometri dalle jeep, la resa per autoconsunzione dell’animale sono la testimonianza più netta del fatto che la ferocia stia innanzitutto dalla nostra parte. Ma l’accordo della convivenza, suggerito dalla saggezza ancestrale, non è tuttavia impossibile. Il protagonista della storia, segnato per sempre dalla sua esperienza, scriverà un libro di successo dal titolo: “Il totem del lupo” di Lu Jiamin da cui, appunto, è tratto il film. Altri raccoglieranno lo spirito tramandato dalle generazioni più antiche, quelle vissute al di fuori della macchina infernale del guadagno fine a se stesso. Cambiare si può, cominciando anche dal linguaggio, dalle espressioni correnti del quotidiano, magari rispondendo a chi ci dice “In bocca al lupo” con un festante “Evviva il lupo”. Pierangelo Scala “E quindi uscimmo a riveder le stelle”: Il cielo di Primavera; Ivrea, Marzo-Aprile 2015. Senza scomodare l’inferno mentale di Dante e le sue valenze simboliche, anche noi usciamo a riveder le stelle. E’ bello guardare le stelle. Io lo faccio quasi ogni giorno, non da astrofilo bensì da comune camminante. A occhio nudo e in qualunque momento. Venere è la mia “stella” preferita. E’ così bella e presente! La tengo sempre d’occhio. Il cielo di Marzo e quello d’inizio Aprile è stato generoso: Marte si è avvicinato molto a Venere a Marzo e a fine mese uno spicchio di Luna, appena fattasi notte, guardava Marte. L’ultimo giorno intorno alle 23 ho visto Giove, rossiccio e ben distinto, a metà cielo. Oggi, questa sera, primo aprile, dopo il tramonto, sul Lago di Viverone, dalle parti di Masseria-Comuna, il vento, possente, sibila tra le ringhiere; le onde battono forte contro le spiagge e i piccoli moli ( l’acqua mi è arrivata fin sulla schiena); a occidente una striscia di rosso saluta il giorno. Il profilo delle montagne si staglia preciso contro un blu chiaro e perfetto. Sopra, quasi allo zenit, in quel blu scuro che separa il giorno dalla notte, ecco Venere. Sola come una dea antica. Luminosa e splendida come poche volte la si vede. 11 8 aprile 2015 teatro 10 e 11 aprile ore 21 IL GIARDINO DEI CILIEGI di Anton Checov, con Laura Curino, Giulia Bacchetta, Paolo Cosenza, Gaia Insenga, Mino Manni, Dario Merlini, Stefano Moretti, Maria Alberta Navello, Maximilian Nisi, Valeria Perdonò, Gianni Quillico, Franco Sangermano traduzione, regia Corrado d’Elia Il Contato del Canavese/Teatro Giacosa - Teatro Libero Milano in collaborazione con La Corte Ospitale Il testo racconta di un giardino, un meraviglioso giardino di ciliegi che circonda una grande tenuta che per necessità, per poter pagare un’ipoteca, viene messa all’asta. Fin dalle primissime parole, fin dai primi istanti, noi comprendiamo come tutto sia già in realtà perduto, perduto per sempre. Ma la storia può essere raccontata anche così: c’è una stanza in una grande casa e il tempo che la riempie. E ci sono personaggi che, entrando in quella stanza, la inondano di ricordi e di emozioni. Il tempo dunque, ecco il vero protagonista di questa storia. Alla fine, questo ci racconta Cechov, ciascuno di noi è un giardino, il meraviglioso giardino dei ciliegi: e ogni cosa finisce. La bellezza e l’emozione della vita, il senso dell’esistenza stanno proprio li, nel sapere vivere a pieno la misura di quel tempo che ciascuno di noi ha a disposizione, lo splendore ma anche la sfioritura di quel giardino meraviglioso che prima o poi verrà tagliato. Da tanti anni Corrado d’Elia e Laura Curino volevano collaborare tra loro. Ecco dunque finalmente un proget- to che li vede insieme protagonisti in uno dei testi più importanti del nostro teatro. Un cast d’eccezione, viene da dire d’altri tempi, una produzione importante, da seguire e sostenere con entusiasmo, che vuol essere un segnale evidente di reazione alla crisi profonda, economica ma anche di linguaggio e di progetto che attraversa la produzione teatrale italiana. Ivrea, Teatro Giacosa, 0125.641161 11 e 12 aprile ore 21 MALEVOLEVABENE di e con Monica Bonetto , Regia Stefano Dell’Accio, Produzione Comunque Polonio era malato Alcune cose che mi erano chiare. Che volevo fare uno spettacolo che parlasse di violenza sulle donne. Che non volevo raccontare un omicidio, piuttosto il suo contrario: il percorso e l’attimo in cui una vittima decide di smettere di essere tale, e prova a riprendersi la vita. Che mi sarebbe piaciuto, ancora una volta, raccontare il coraggio delle donne, quello quotidiano, taciuto, nutrito di risorse impensabili, inesauste, e di mezzi imprevedibili. Come l’ironia. Quella femminile, precisamente femminile, che sa convivere con il dolore, che ha la capacità di farlo spurgare in una risata quando intasa il respiro. Sapevo anche che non volevo cadere nella retorica vittimista. Perché attizza l’indignazione, ma mette al riparo, rassicura. Un’altra cosa chiara era il meccanismo della ripetizione: ogni “esperto” con cui ho parlato, ogni storia che ho ascoltato, lo sottolineava: gli uomini violenti, di qualsiasi classe sociale, grado di istruzione, provenienza geografica, si comportano allo stesso modo, identiche le mosse, le strategie, i comportamenti. E le vittime, tutte, tendono a giustificare, minimizzare, negare Ecco, questa è l’ultima cosa che mi era chiara: che dentro, ci siamo tutti. musica venerdì 10 aprile UMBERTO MARIA GIARDINI, Officine Corsare, via Pallavicino 35, Torino MODENA CITY RAMBLERS, Hiroshima Mon Amour, via Bossoli 83, Torino sabato 11 aprile ROBYN HITCHCOCK, cantautore inglese di culto degli anni ’80 con stile pop visionario, Folk Club, via Perrone 3 bis, Torino RED WINE Presentazione del nuovo album Controvento in compagnia dell'attore Luca Vincent Pecora ngresso libero. Palazzetto Dello Sport, Pont Saint Martin martedì 14 aprile CARMEN CONSOLI, PalaAlpitur, corso Sebastopoli 124, Torino venerdì 17 aprile DRINK TO ME, elettro-pop, Cap 10110, corso Moncalieri 18, Torino sabato 18 aprile RONIN, post-rock, Blah Blah, via Po 21, Torino mercoledì 22 aprile NOPAIR, jazz, Country Inn, via Monte Stella 8, Ivrea varie dal 7 marzo all’8 aprile MOSTRA DI ELENA MIRANDOLA E MANITERRA a cura di ArteInFuga presso Castello di Sale, Via dei Patrioti 14, Ivrea ORARI: Lunedì 14.30-19.00, dal martedì al sabato 9.30-19.00 info: http://arteinfuga.blogspot.it/ dal 21 marzo all'11 aprile MOSTRA FOTOGRAFICA Biblioteca Civica della Città di Ivrea “Costantino Nigra” MOSTRA COLLETTIVA degli allievi del CORSO AVANZATO DI FOTOGRAFIA DIGITALE dell’UNI3 di IVREA “LE CITTA’ INVISIBILI” Libera interpretazione fotografica del testo dell’omonimo libro di Italo Calvino. Il punto di partenza di ogni capitolo del libro è il dialogo tra Marco Polo e l’imperatore dei Tartari Kublai Khan, che interroga l’esploratore sulle città del suo immenso impero. Marco Polo descrive città reali, immaginarie, frutto della sua fantasia, che colpiscono sempre più il Gran Khan. La docente del Corso, Elisabetta Minucci, ha proposto questo tema ai suoi allievi dando loro la più ampia libertà di scelta fra le 55 città descritte (magia dei numeri: 55 è la somma Immersi in questa brodaglia primordiale in cui i cattivi picchiano e i buoni, maschi e femmine, intrisi di clichè inconfessabili, non sanno vedere abbastanza . info SCHEGGE 14/15:Elisa 327 5851709. Il Cubo, via Pallavicino 35, Torino sabato 11 aprile ore 21 LA PARTITA SULL’ARIA Concept: Roberto Orlacchio, danzatori:Roberto Orlacchio, Nicola Marrapodi La partita sull’aria è una cooperazione tra corpi che si misurano in distanze vissute, oltre che geometriche. È esperienza dell’atmosfera e dell’alterità, di uno spazio vuoto che si apre come stanza elastica, un polmone per l’aria. Roberto Orlacchio si forma in danza contemporanea con Accademia di danza e spettacolo, Aterballetto, Balletto Teatro di Torino, Alvin Ailey Dance Theater (New York), Anouk Van Dijk DC e Gabriella Maiorino (Amsterdam). Nel 2013 entra nel progetto Deos del Teatro Carlo Felice di Genova, produzioni di danza e opere stagioni 2013 e 2014. Nicola Marrapodi si forma con Markus Zmoelnig, Giovanni Di Cicco, Cristina Amodio, Ismael Ivo, Malou Airaudo, Fabrizio Monteverde. Danza con Compagnia Proballet. Nel 2013 entra nel progetto Deos presso il Teatro Carlo Felice di Genova. Ingresso 10 e., prevendita la Galleria del libro, Ivrea. Teatro Bertagnolio, Chiaverano venerdì 17 aprile ore 21 TERESA MANNINO Sono nata il ventitrè Teresa Mannino in questo suo nuovo lavoro teatrale attraversa strade e temi diversi ed istintivi: l’amore, la vita, il tradimento, gli uomini e le donne, la passione per la conoscenza e per la propria terra. E con la stessa passione racconterà i tormenti di Penelope e quelli della vicina di casa. Si rifarà alle donne, dei primi dieci numeri naturali), di utilizzo di tecniche di ritocco o manipolazione del materiale fotografato. Ne è nato un insieme di immagini con un unico filo conduttore ma che nello stesso tempo rivela la personalità e la sensibilità di ciascun fotografo. Visto il tema ispiratore della mostra, è stato quasi naturale scegliere il luogo dove proporla. Grazie all’interessamento e collaborazione della Direttrice della Biblioteca Civica di Ivrea e responsabile del Sistema Bibliotecario, dott.ssa Gabriella Ronchetti la mostra viene allestita presso la sala consultazione della Biblioteca Civica “Costantino Nigra” di Ivrea, in Piazza Ottinetti. Orari: domenica e lunedì chiuso Martedì-mercoledì-giovedì 9,30-13 / 14-18 Venerdì 9,30-15 Sabato 10-13 / 14-17,30 La mostra verrà riproposta in altre biblioteche del Canavese venerdì 17 aprile, ore 17 I VENERDÌ DEL BOTTA L’enfant et les sortilèges di Maurice Ravel, una fiaba lirica in bilico tra sogno e realtà relazione di Attilio Piovano, introduce Michele Curnis Auditorium “Giovanni Getto” del Liceo Carlo Botta, Corso Re Umberto 37, Ivrea eroine e non, dei classici, per dare consigli e consolare, soprattutto, le amiche con problemi di cuore. Padrona, con zelo costante, della scena, Teresa non mancherà di coinvolgere il pubblico a tal punto che il suo monologo diventerà, quasi, un dialogo, un incontro, uno scambio singolare ed autentico di battute e verità. Montalto Dora, Anfiteatro Comunale Angelo Burbatti sabato 18 aprile ore 21 SLAVE 2.0 (Trittico sulla moderna schiavitù) coreografie Cristina Ruberto, Cristina Taschi, Cristina Golin, testi Antonio Frezza, soggetto Cristina Ruberto, danzatori: Cecilia Boldrin, Ottavia Capussella, Roberta Chiocchi, Alice D’Oro, Alice Mistretta, Valentina Papaccio, Sara Ugorese. attori: Tommaso Grimaldi, Angelo Patti, MotiSparsi – Compagnia di Teatro-Danza, ACCADEMIA DI DANZA E SPETTACOLO DI IVREA .SLAVE 2.0 vuole essere una indagine sulle moderne schiavitù occidentali, passando dalla dipendenza dalla tecnologia e da internet, attraverso la schiavitù da lavoro, da media, da banche, da codice a barre. Un popolo, quello occidentale, inconsapevole della propria schiavitù, parassita, schiavo in un un mondo di schiavi. Ivrea, Teatro Giacosa CINECLUB IVREA al cinema Boaro, Ivrea martedì 14 aprile e mercoledì 15 aprile PAZZA IDEA regia Panos H. Koutras attenzione agli orari: martedì ore 15- 17,15- 19,30- 21,45 mercoledì ore 15.30, 18 COMUNE DI IVREA I Like AMI Due incontri per approfondire la conoscenza dell’offerta turistica del territorio. E’ questo il tema dell’iniziativa organizzata dall’Assessorato alla Cultura e Turismo della Città di Ivrea e da Turismo Torino e Provincia, rivolta ai cittadini eporediesi e dell’Anfiteatro Morenico. Il primo appuntamento è in programma lunedì 13 aprile, alle ore 17.30 presso la Sala Santa Marta. Il secondo si terrà lunedì 20 aprile, alle ore 21.00 allo ZAC!, presso il Movicentro. martedì 21 aprile ore 21 I LEGNANESI Storie dei cortili, con Antonio Provasio, Enrico Dalceri, Luigi Campisi La famiglia Colombo torna con il nuovo spettacolo STORIE DEI CORTILI: la TERESA, la MABILIA e il GIOVANNI vi aspettano per farvi divertire insieme agli altri personaggi che animano il loro mitico ‘cortile’, in un ritmo serratissimo di battute e esilaranti riferimenti all’attualità. Officina H, Ivrea. giovedì 9 aprile ore 21 ABITARE UN SITO UNESCO Libreria Cossavella, Corso Cavour 30 Ivrea Incontro organizzato da: Libreria Cossavella e Comitato Promotore Club Unesco Il ruolo di un Club Unesco e quello delle istituzioni culturali Conversazione con Maria Paola Azzario, Presidente Centro Unesco Torino Enrica Pagella, Direttore Palazzo Madama Torino La Città di Ivrea ha attivato il percorso di candidatura a sito Unesco sul tema di “Ivrea Città Industriale del XX Secolo”. Il Comitato promotore Club Unesco e La Libreria Cossavella promuovono il primo di una serie di incontri dedicati al significato sociale di un sito Unesco e alle implicazioni sulla vita quotidiana di chi ci abita. venerdì 10 aprile ore 19 MARCO PEANO La Galleria del libro presenta il libro L'invenzione della madre. Enoteca Vino e dintorni, via Arduino 126, Ivrea dal 18 aprile al 2 maggio ARTE IN FUGA Mostra di Daniela Borla, Galliano Gallo e Marcello Gobbi. Spazio Pitetti, via Guarnotta 20, Ivrea Sabato 11 aprile ore 21 LA PARTITA SULL’ARIA Concept: Roberto Orlacchio, danzatori:Roberto Orlacchio, Nicola Marrapodi La partita sull’aria è una cooperazione tra corpi che si misurano in distanze vissute, oltre che geometriche. È esperienza dell’atmosfera e dell’alterità, di uno spazio vuoto che si apre come stanza elastica, un polmone per l’aria. Sono i corpi, non indifferenti e meno inariditi, che fanno durare questa condivisione, questo gioco - scommessa e premio insieme. L’importanza della qualità percettiva per restituire valore - calore allo spazio che ci ospita, all’elemento che ci fa luogo e perché nell’assenza possa esserci memoria di un incontro, di una casa. Roberto Orlacchio si forma in danza contemporanea con Accademia di danza e spettacolo, Aterballetto, Balletto Teatro di Torino, Alvin Ailey Dance Theater (New York), Anouk Van Dijk DC e Gabriella Maiorino (Amsterdam). Nel 2013 entra nel progetto Deos del Teatro Carlo Felice di Genova, produzioni di danza e opere stagioni 2013 e 2014. Nicola Marrapodi si forma con Markus Zmoelnig, Giovanni Di Cicco, Cristina Amodio, Ismael Ivo, Malou Airaudo, Fabrizio Monteverde. Danza con Compagnia Proballet. Nel 2013 entra nel progetto Deos presso il Teatro Carlo Felice di Genova. (Ingresso 10 euro, prevendita la Galleria del libro, Ivrea) Teatro Bertagnolio, Chiaverano 12 ultima SEGUE DA PAGINA 9 TEATRO GIACOSA Cambio... Movicentro, via Dora Baltea 40 , Ivrea Eventi del mese di Aprile Giovedì 9 aprile, ore 21 LA TRATTATIVA Per la rassegna di film “ZAC! Si gira!” Di cosa si parla quando si parla di trattativa? Delle concessioni dello stato alla mafia in cambio della cessazione delle stragi? Di chi ha assassinato Falcone e Borsellino? Dell’eterna convivenza fra mafia e politica? Fra mafia e chiesa? Fra mafia e forze dell’ordine? O c’è anche dell’altro? Un gruppo di attori mette in scena gli episodi più rilevanti della vicenda nota come trattativa stato mafia, impersonando mafiosi, agenti dei servizi segreti, alti ufficiali, magistrati, vittime e assassini, massoni, persone oneste e coraggiose e persone coraggiose fino a un certo punto. Così una delle vicende più intricate della nostra storia diventa un racconto appassionante. Al termine, dibattito con la regista Sabina Guzzanti (ingresso 5 euro) Sabato 11 Aprile 2015 ore 10- 19 L’ALTROMERCATO Il secondo sabato del mese allo ZAC! c’è L’altromercato, fatti e persone dell’economia solidale, cibo, artigianato, benessere, abbigliamento locale, etico, rispettoso dell’ambiente insomma una piccola Sanaterra Alle 18: sfilata primavera-estate della moda etica e sostenibile ore 22 DOVE PARTONO I TRENI Teatro-concerto a cura dei Prisma Parole appiccicate ai muri. Suoni di risa. Visi che passano. Passi verso scuola. Arrivi. Attese. Finali da immaginare e una storia in più. venerdì 17 aprile LA PROTESTA UNA FIABA ITALIANA Spettacolo teatrale a cura della compagnia LA BALLATA DEI LENNA Vincitore “Festival Anteprima89 ed. 2012 Antidoti” – Milano Menzione speciale Festival Asti 33 “premio scintille 2011” Qui c’è un fatto, un percorso vero. Tre giovani che cercano il loro spazio per farsi sentire, ma nessuno questo spazio glielo concede. E dunque se lo prendono. Dimostrano di essere vivi. E’ un tempo di confusione e spaesamento, un tempo in cui si urla forte il diritto ad avere la propria illusione, senza essere disposti a pagare il prezzo della disillusione. Ma noi, il futuro, ce lo possiamo permettere? COMUNE DI IVREA Tornano i week-end alla scoperta del patrimonio culturale della città Da sabato 11 e domenica 12 aprile e tutti i primi fine settimana del mese fino ad ottobre, molti siti culturali cittadini saranno nuovamente aperti al pubblico e liberamente visitabili. Novità di quest’anno il coinvolgimento dello Spazio Espositivo per l’Archeologia del Lago Pistono a Montalto Dora, sito che archeologi e studiosi di provenienza nazionale reputano un punto di riferimento per la cultura del Vaso a Bocca Quadra dell’epoca neolitica (7000 anni fa). Sabato 11 aprile alle ore 17 presso la sala didattica del Museo con il tema “Il Piemonte prima dell´agricoltura. Evidenze paleolitiche e mesolitiche nella nostra regione” sarà il primo di una serie di incontri . Relatrice l´Archeologa Giulia Berruto che, per conto dell´Associazione Le Muse di Torino, segue i laboratori didattici proposti a scuole di ogni ordine e grado». Qui di seguito il programma completo delle aperture: Museo Garda, Sabato e Domenica: orario 15-19 Museo della Carale, Sabato e Domenica: orario 15 -19 San Gaudenzio, Sabato e Domenica: orario 15 -19 San Bernardino, Sabato e Domenica: orario 15-19 Museo Tecnologicamente, Sabato e Domenica: orario 15-19 Montalto Dora, Sabato e Domenica: orario 15-18 ta la richiesta mi sono commossa ed emozionata. Mi sono subito chiesta come avrei fatto, perciò ho voluto (ed ottenuto grazie alla disponibilità de Il Contato) un periodo di transizione, per poter pensare, ascoltare e creare una continuità col lavoro fatto prima. Perché io credo nella continuità, non mi piace distruggere, ma costruire, procedere da un luogo verso un altro. Quindi adesso, come faccio sempre, mi metto in ascolto della città, del mio pensiero, dei desideri, anche delle contingenze e cerco di sentire e tracciare un percorso. Il periodo è difficile, ma le donne sanno fare le economie. Bisogna lavorare per anno XXVIII n° 7 moltiplicare le risorse economiche, ma anche quelle umane. Il rapporto tra il teatro e la città è importantissimo. Io però sono una artista e la città come tale mi conosce e tale voglio continuare ad essere. Se dovessi usare tre parole per descrivere ciò che sento e che voglio fare, userei queste: amore, ascolto e artista. E poi, la notizia ha coinciso con il debutto ad Ivrea di una produzione de Il Contato, con la regia di Corrado D’Elia, che mi vede in scena come attrice, insieme ad altri 11 bravissimi attori ed attrici, ne Il giardino dei Ciliegi, il 10 e 11 aprile. Non poteva esserci battesimo migliore. Sono davvero molto felice che avvenga sul palcoscenico la mia presentazione come nuova direttrice.” E altrettanto felici noi spettatori e amanti del teatro, che, forse negli ultimi tempi ,ci siamo sentiti un po’ trascurati dal punto di vista della percezione sul territorio di una guida forte e connessa ai luoghi che abitiamo e alle loro esigenze. Insomma, una specie di vuoto, di cui, chi più chi meno, ci si era accorti/e. In momenti di grandi incertezze e di cambiamenti continui, il sapere di avere qualcuno che ha un legame profondo di affetto e di conoscenza con questa terra, è confortante. Ci pare possa contribuire a ridisegnarne la fisionomia, o perlomeno a non farla svanire del tutto. A Laura Curino auguri per un buon periodo di ascolto, affinché il suo modo di essere artista possa esprimere a tutti noi l’amore che prova per il teatro e per il Canavese. Lisa Gino SABATO 11 APRILE, ORE 21 Quando John Cage veniva ad Ivrea Archivio Cinema d'Impresa e Libreria Cossavella, c.so Cavour 30 Ivrea Film di repertorio e testimonianze con Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa, Alfredo Tradardi, Francesca Cola, Marco Di Castri, Elena Testa, Italo Cossavella, Davide Gamba Nel 1984 John Cage venne a Torino e a Ivrea per quella che diventò la più lunga e memorabile manifestazione a lui dedicata in Italia. L’11 aprile, l’Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa e la Libreria Cossavella faranno rivivere quel felice momento con i film di repertorio e le testimonianze di chi c’era. Durante la serata si alterneranno gli interventi dei protagonisti di allora, di chi c’era, e i documenti filmati, tra cui H.C.E. - John Cage a Torino di Marco di Castri, che abbraccia tutto il festival attraverso le riprese dei concerti, e il lungo servizio realizzato per la Rai da Luciano Martinengo sul Musicircus with children. Accanto a queste testimonianze, il programma prevede inoltre Musica in corso girato nel 1966 da Alfredo Leonardi, uno dei maestri del cinema sperimentale italiano, e le riprese inedite della performance realizzata nel 1978 da John Cage su un treno in movimento. Il Festival John Cage di Torino e Ivrea fu un momento di utopia concettuale e sovversiva che sconvolse le due città e a distanza di 30 anni è ancora vivo nella memoria dei suoi abitanti, per la capacità di coinvolgere non soltanto i cultori di musica sperimentale ma i bambini delle scuole, che parteciparono alla creazione di un evento musicale alle cupole di Via Artom; il pubblico del Big, la celebre discoteca dell’epoca sede di un “concerto per cactus”; gli spettatori del Teatro Alfieri coinvolti in Muoyce, una performance che dal palcoscenico deborda fino agli ultimi posti della galleria, con Cage che, imperterrito, declama sillabe sparse da Finnegan’s Wake di Joyce. «Muoyce è un montaggio di frasi, parole, sillabe e lettere tratte da Finnegan’s Wake di Joyce. Lo leggo io, per un’ora e 50 minuti, sottolineando le implicazioni musicali contenute in circa quattromila eventi sonori determinati dal caso(...).Il caso è assenza d’intenzione, una maniera di liberarsi dal condiziona- musicale basato sulla sonorizzazione di un treno nel corso di tre escursioni differenti lungo alcune linee ferroviarie poco trafficate. Per l’occasione anche documenti dell’epoca e un video inedito. Si tratta delle riprese inedite della performance realizzata nel 1978 da John Cage su un treno in movimento da Bologna a Porretta Terme, recentemente ritrovate dall’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa di Ivrea nel fondo delle Ferrovie dello Stato. Nel filmato muto compaiono Walter Marchetti, Juan Hidalgo, Demetrio Stratos, Daniel Charles, Francesco Guccini, ecc SEGUE DA PAGINA 9 menti del gusto, dalle preferenze e non preferenze personali. È un modo per accettare tutto il mondo sonoro, che ha un significato in se stesso» (J. Cage, Torino 1984) PROIEZIONI (a cura di Elena Testa) Musica in corso, 1966, durata 14’, Cineteca di Roma CSC di Alfredo Leonardi Gli spartiti di Cage in larga misura non esistono. Sono composti da indicazioni di come fare lo spartito: una serie di trasparenti con fori, punti e linee buttati uno sull’altro in modo casuale. Leonardi prova a seguire più o meno questo itinerario con una tecnica di ripresa attenta ai fatti visivi. H.C.E. - John Cage a Torino, 1984, durata 21’, di Marco Di Castri Documentario sul festival dedicato a John Cage. Estratti dai concerti della rassegna, tra cui Branches, Muoyce, Sonatas and Interludes, e un’intervista a John Cage. John Cage e i bambini, 1984, durata 56’, RAI di Luciano Martinengo Il Musicircus organizzato da John Cage a Torino il 19 maggio 1984 alle cupole di Via Artom, con 800 alunni delle scuole elementari. Treno di John Cage, 1978, durata 12’ Su un’idea di Tito Gotti, Cage realizza in Italia un happening E Johnny prese il fucile Sergio Ferrentino Autore, regista e conduttore radiofonico. Direttore dei programmi di Radio Popolare per 15 anni e conduttore in RAI, ha dato vita a trasmissioni come Caterpillar e Catersport. Ha lavorato anche a Radio24 e collabora con la Rete Due della Radio Svizzera, con cui sperimenta e produce, da un decennio, radiodrammi in diretta a teatro. Ha fondato nel 2011 Fonderia Mercury. Continua ad essere direttore responsabile di Varieventuali Fonderia Mercury Viene fondata da Sergio Ferrentino nel febbraio 2011 come luogo di fusione e contaminazione di linguaggi: radiofonia, teatro, letteratura, web si ritrovano a comunicare in nuovi modi e nuove storie. Da febbraio 2012 Fonderia produce “AutoreVole: audiodrammi in teatro”, progetto che coniuga la drammaturgia radiofonica, il teatro e il web coinvolgendo autori come Lucarelli, Carlotto, Dazieri, Bajani, Bucciarelli e Corrias. Feltrinelli e Salani editore sono partner editoriali del progetto distribuendo rispettivamente la collana cartacea ed ebook e quella in cd audio. Per prenotare e acquistare i biglietti e per la replica di E Johnny prese il fucile, costo 10 euro: biglietteria Il Contato del Canavese 0125 641161
© Copyright 2024 ExpyDoc