1 JOB ACT I E II. 2 ART 18. 3 OCCUPAZIONE. 4 FISCAL COMPACT. 5 ”RENZISMO” Lettera di segnalazione – 05.09.2014 – dei recenti inserimenti nel sito dell’Associazione 1. IL GOVERNO RENZI E IL “JOB ACT I E II” IL DISEGNO DI LEGGE DELEGA SUL “JOB ACT”: CONTROL’ART.76 DELLA COSTITUZIONE Piergiovanni Alleva. Vedi Diritto del lavoro, sindacale e relazioni industriali/Diritto del lavoro L’autore interviene, con due scritti, sui due provvedimenti governativi relativi al lavoro dipendente - legge 78/2014 e successivo e recente disegno di legge delega 1428/2014 –. Le norme e le proposte relative alla regolamentazione del mercato del lavoro e della disciplina dei rapporti di lavoro sono sottoposte dall’autore a una severa critica di merito, in quanto comportano restrizione, peggioramento o eliminazione di tutele e diritti, senza la assunzione di piani di rilancio occupazionale o garanzie di reddito, e si rivelano una recezione supina di vecchie e note posizioni reazionarie di esperti e politici di centro destra, facilmente identificabili. Anche il metodo utilizzato dal Governo viene dall’autore stigmatizzato come spiccatamente autoritario, per l’esclusione del dibattito politico e sindacale, per l’intervento con decreto legge convertito sotto il ricatto del voto di fiducia, per la richiesta al Parlamento di una delega al Governo, che si rivela incostituzionale perché “in bianco”, cioè senza i preventivi e stringenti principi e criteri direttivi fissati dal Parlamento e voluti dalla Costituzione. L’importanza degli scritti si evidenzia per contenere, sui singoli temi, puntuali controproposte di metodo e di merito. Dal complesso della analisi, emerge come, anche il governo Renzi, segua una linea di modifiche autoritarie e punitive del mondo del lavoro dipendente, sotto l’egida ipocrita della modernizzazione e purtroppo senza suscitare, finora, contrasti politici e sociali adeguati alla gravità dei provvedimenti assunti. 2. STATUTO. ART18. PENSIONI. AUSTERITA’. FLESSIBILITA’ SUI CONTI. Vedi Diritto del lavoro sindacale e rel. ind./Diritto del lavoro LE SVOLTE CHE MANCANO. Sergio Cofferati. Nell’intervenire sui principali temi sociali e del lavoro, in particolare il già segr. gen. Cgil condiziona l’accettazione del contratto a tutele crescenti a tre imprescindibili elementi costitutivi. QUANTE BUGIE SULL’ART. 18! Guido Crainz ART.18: CHI VUOLE L’ABOLIZIONE NON HA MAI VISTO UNA FABBRICA. Pierre Carniti. 3. CHE COSA ALIMENTA LA DISOCCUPAZIONE. Luciano Gallino. Vedi Lavoro/Occupazione. L’”avanzo primario” - cioè lo squilibrio tra le maggiori risorse sottratte ai cittadini e incassate dallo Stato e le minori risorse restituite sotto forma di beni e servizi – da destinare al ripiano dell’ingente debito pubblico, non risolve il problema del debito stesso. Il debito e la possibilità di ripagarlo sono fortemente 1 influenzati dall’andamento dell’economia. Sottraendo alla stessa ingenti cifre per il ripiano del debito, si danneggia la possibilità di crescita economica. Ovviamente alla contrazione dell’economia, si accompagna un disastroso aumento dell’occupazione e una riduzione delle entità finanziarie necessarie a ripianare il debito. Per far fronte comunque allo stesso, intanto si cade nella spirale infernale dell’interesse composto. Il maggior danno per lo squilibrio tra entrate e uscite della finanza pubblica, è arrecato all’occupazione Investendo, invece, i miliardi dell’avanzo primario nell’assunzione di disoccupati, si uscirebbe dalla spirale infernale e si instaurerebbe il circuito virtuoso della crescita che sola potrebbe migliorare l’economia, quindi aumentare l’occupazione e ricavare maggiori entrate per la riduzione del debito. 4. POLITICHE DI AUSTERITA’ E FISCAL COMPACT: LE VIE D’USCITA. LA LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE . Gaetano Azzariti.Vedi Diritto Pubblico. Per il superamento dell’incauta e superficiale legge 243 del 2012, si propone di non limitarsi al referendum, che inevitabilmente ha lo scopo di mantenere il rispetto degli obblighi europei in materia di bilancio pubblico, richiedendo solo che ciò avvenga senza eccessive rigidità e quindi muovendosi nell’ambito dell’”austerità flessibile”. Anziché arginare la portata delle culture dominanti, è possibile anche proporre un cambiamento di verso sulle fallimentari politiche di austerità. Si chiede,pertanto, di affiancare al referendum, la presentazione di una legge di iniziativa popolare – supportata da un forte iniziativa politico sociale - perché essa, con maggiore rispetto della giurisprudenza costituzionale sull’ammissibilità referendaria e maggior nettezza di merito, potrebbe permettere il superamento del deleterio principio dell’equilibrio finanziario posto in Costituzione e interpretare in modo conforme al sistema costituzionale ( obbligo di assicurare i diritti fondamentali) i vincoli di bilancio”di natura permanente” che l’Europa ci impone. LA VIA DI USCITA DELLA PARTECIPAZIONE. Luciano Gallino. Vedi Economia Finanza Politica economica/Crisi economica finanziaria e sociale. Le idee necessarie per uscire dalla crisi di sistema che ci attanaglia non si vedono, neanche nel nuovo governo Renzi ,che, come i precedenti, ha sposato il credo neo liberale, continuando a insistere sulle solite politiche : interventi a pioggia che non hanno alcun effetto sulla crescita, qualche euro per i consumi, sgravi fiscali per le imprese, leggi punitive sul lavoro, rispetto delle regole dell’”austerità flessibile” europea basate sull’accrescimento dell’avanzo primario con qualche eventuale sterile dilazione; mentre la stessa proposta di qualche ministro per il rilancio degli “union bond”( conferimento degli Stati di pezzi di patrimonio immobiliare a un fondo federale in garanzia di investimenti strutturali e per diminuire il debito) rappresenta una forma di mutualizzazione del debito che in questo momento significherebbe cedere sovranità economica ad elementi incontrollabili. Occorrerebbe un grosso progetto, a livello europeo, per un robusto rilancio degli investimenti connessi all’occupazione. Intanto, percorrere dal basso la strada del referendum sul Fiscal compact, accanto a quella della legge di iniziativa popolare, riferendosi anche all’iniziativa dei cittadini europei (Ice)introdotta dall’art.10 del Trattato di Lisbona e in vigore dal 2012, per cui i cittadini possono prendere posizione sui temi europei, significa seguire la strada della partecipazione. Strada fondamentale per superare il consueto percorso di accentramento della Commissione europea per ovattare e anche nascondere le conseguenze dei Trattati, come è confermato dalle trattative segrete sul Trattato Usa/Ue sul libero commercio – Ttip – che mettono a rischio i servizi, agricoltura, diritti del lavoro, proprietà intellettuali e molto altro. 2 5. IL “RENZISMO”: LO SCIVOLAMENTO VERSO INFLAZIONE VERBALE, AUTORITARISMO ISTITUZIONALE E LIBERISMO ECONOMICO SOCIALE? Giovanni Naccari. Vedi Società Politica Istituzioni. L’ allargamento della delusione suscitata dal nuovo governo del giovane e dinamico Presidente con riferimento alle strategie comunicative, alle politiche di riforma in particolare nel settore delle istituzioni e del lavoro A cura di GioNa 3
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