Classificazione delle aree con pericolo di esplosione Ing. Maurizio Toninelli Classificazione delle aree Metodo di analisi e di suddivisione convenzionale dei luoghi in ZONE PERICOLOSE e ZONE NON PERICOLOSE in base alla provenienza del pericolo gas, vapori o nebbie infiammabili polveri combustibili 1 Dlgs. 81/2008: titolo XI - rischio di esplosione DATORE DI LAVORO >> OBBLIGHI DI SICUREZZA E OBBLIGHI DI LEGGE “Definizione delle zone pericolose (art. 293 + allegato XLIX)” Le aree a rischio di esplosione sono ripartite in zone in base alla frequenza e durata della presenza di atmosfere esplosive esplosive. Il livello dei provvedimenti da adottare è determinato dalla classificazione Zone pericolose GAS PRESENZA DI ATMOSFERA ESPLOSIVA POLVERI ZONA 0 Continua, per lunghi periodi o spesso ZONA 20 ZONA 1 Probabile durante le normali attività ZONA 21 ZONA 2 Non probabile durante le normali attività; nel caso solo di breve durata ZONA 22 probabilità durata 2 Norma EN 60079-10-1 Sostanze – rischio significativo – caratteristiche: LEL, UEL, densità, temperature, ecc.. Ricercare Ri e id identificare tifi le l sorgenti ti di emissione i i SE – esempi: pozze, valvole, flange, sfiati, porte, aperture, ecc. – in funzionamento normale e in caso di guasto – grado delle sorgenti di emissione – portata di emissione / durata dell’emissione • gas o vapore emessa nell’unità di tempo Determinazione della zona (0, 1, 2) • grado di emissione • ventilazione grado e disponibilità Estensione della zona – volume Vz: volume ipotetico dell’atmosfera esplosiva, oltre il quale la concentrazione è significativamente inferiore al LEL • portata di emissione e ventilazione Caratteristiche delle sostanze GAS IIA IIB IIC Gruppo apparecchiature IIA, IIB o IIC IIB o IIC IIC Appendice GA, guida CEI 31.35 3 Sorgenti di emissione (SE) Punti o parti di impianto da cui può essere emesso nell’atmosfera un gas, un vapore, un liquido infiammabile (o una nebbia) con modalità tale da originare un’atmosfera esplosiva. Grado di emissione e tipo di zona GENERALMENTE • grado di emissione continuo zona 0 • grado di emissione primo zona 1 • grado di emissione secondo zona 2 LA VENTILAZIONE è l’elemento che può alterare questa corrispondenza univoca. Una cattiva ventilazione o la sua assenza, potrebbe t bb condurre d ad un aggravio del tipo di zona. Esempio: una emissione di primo grado potrebbe generare una zona 0 invece di una zona 1. 4 Ventilazione Caratteristiche della VENTILAZIONE, sia naturale che artificiale, per la definizione delle ZONE PERICOLOSE • GRADO = capacità di diluizione dei gas; ALTO (VH), MEDIO (VM), BASSO (VL). • DISPONIBILITA’ = affidabilità di mantenimento del grado di ventilazione considerato; BUONA, ADEGUATA, SCARSA. Tipo di zona pericolosa e ventilazione Norma CEI EN 60079-10-1: Tab. B.1. GRADO DELLA VENTILAZIONE ALTO GRADO DELLA EMISSIONE MEDIO BASSO DISPONIBILITA’ DELLA VENTILAZIONE Buona Adeguata Scarsa Buona Adeguata Scarsa Buona Adeguata Scarsa CONTINUO Zona 0 NE Luogo non pericoloso Zona 0 NE + Zona 2 Zona 0 NE + Zona 1 Zona 0 Zona 0 + Zona 2 Zona 0 + Zona 1 Zona 0 PRIMO Zona 1 NE Luogo non pericoloso Zona 1 NE + Zona 2 Zona 1 NE + Zona 2 Zona 1 Zona 1 + Zona 2 Zona 1 + Zona 2 Zona 1 o Zona 0 SECONDO Zona 2 NE Luogo non pericoloso Zona 2 NE Luogo non pericoloso Zona 2 NE + Zona 2 Zona 2 Zona 2 Zona 2 Zona 1 o anche Zona 0 5 Estensione zone pericolose Dipende da: • MODALITA’ E VELOCITA’ DI EMISSIONE; • PORTATA DI EMISSIONE (maggiore è la portata di emissione i i Qg più iù estesa t è lla zona); ) • LEL (minore è il LEL più estesa è la zona); • DENSITA’ relativa all’aria dei gas o vapori (condiziona la forma della zona); • VENTILAZIONE • emissioni a velocità < 10m/s, maggiore è la ventilazione meno estesa è la zona, • emissioni i i i a velocità l ità 10 10m/s / lla ventilazione til i non condiziona di i l’estensione della zona); considerare anche: • condizioni climatiche; direzione dell’aria; • barriere e ostacoli; altri parametri specifici. Estensione zone pericolose FORMA DIMENSIONI Da Guide (es. CEI 31-35), da norme specifiche, ecc. Con le indicazioni della Guida CEI 31-35 (App. B) Calcolo della DISTANZA PERICOLOSA dz e definizione delle quote “a” ed eventualmente, “b” e “c”. 6 Norma EN 60079-10-1 Vz = f x Q /(k x LEL x C) [m3] – Q [[m3/h] = emissione i i di gas – k = fattore di sicurezza applicato al LEL • k = 0,25 per sorgenti di grado continuo e di 1° grado • k = 0,5 per sorgenti di 2° grado – LEL = limite inferiore di infiammabilità – C [[1/h]] = numero di ricambi d'aria/ora – f = fattore di qualità della ventilazione • f = 1 ÷ 5, considera eventuali ostacoli alla ventilazione – effetto della temperatura • fattore correttivo (T/293) T = temperatura ambiente Esempio di classificazione – gas (1) Separatore olio/acqua per gravità, situato all’esterno, aperto all’atmosfera, in una raffineria di petrolio, esempio 6 norma EN 60079-10-1 Principali fattori che influenzano tipo e l’estensione delle zone Ventilazione Interno separatore / Esterno separatore Tipo: Naturale / Naturale Grado: Basso / Medio Disponibilità: Buona / Buona Sorgente di emissione Grado di emissione Superficie del liquido nel funzionamento normale: Continuo p q Superficie del liquido durante variazioni del processo: Primo Superficie del liquido nel funzionamento anormale del processo: Secondo Sostanza Temperatura d’infiammabilità: < Tprocesso e < Tambiente Densità dei vapori: > dell’aria (sostanza pesante) 7 Esempio di classificazione – gas (1) Separatore olio/acqua per gravità, situato all’esterno, aperto all’atmosfera, in una raffineria di petrolio, esempio 6 norma EN 60079-10-1 Polveri combustibili: alcuni esempi NON Alimentari COMBUSTIBILI – grano, caffè, farina, zucchero, cacao Chimiche 70 % COMBUSTIBILI 30 % – urea, destrina, lattosio, zolfo Metalliche – zinco, titanio, nichel, alluminio Plastiche – PVC, gomma, poliestere, cellulosa, resina epossidica Farmaceutiche – acido acetilsalicilico, paracetamolo, vitamina C, stearato di calcio Carboniose – carbone, torba, asfalto, sughero, legno 8 Caratteristiche delle polveri • Granulometria • Limiti infiammabilità (valori indicativi) – < 10 - 500 m – 10 / 100 g/m3 “LFL” anche “MEC” oppure “Cmin” • < 1 g/m3 rischio di accensione “trascurabile” – 2 / 6 kg/m3 “UFL” • Temperatura accensione – in nube e strato (5 mm) – strati > 5 mm riduzione T accensione • Energia minima accensione – generalmente mJ (valori compresi tra 1 e 1000 mJ) • Resistività • Umidità – Bassa (< 106 /m), media (106 109 /m), alta (>109 /m) – Polveri conduttrici (C) 103 m, polveri NON conduttrici (NC) > 103 m – valori >16 20 % materiale “virtualmente” insensibile all’accensione Caratteristiche delle sostanze IIIA IIIB IIIC POLVERI Fibre Polveri non conduttive Polveri conduttive Gruppo apparecchiature IIIA, IIIB o IIIC IIIB o IIIC IIIC Appendice GA.1 guida CEI 31.56 9 Norma EN 60079-10-2 Criteri generali per la classificazione polveri •Caratteristiche delle polveri •Ricercare e identificare le sorgenti di emissione –in i ffunzionamento i t normale, l d durante t lle ffasii di avvio i e arresto, t durante d t un guasto t prevedibile, dibil durante un guasto raro, ecc. •Qualificare le sorgenti di emissione (SE) •gradi di emissione: continuo, primo, secondo •esempi: vicinanza a punti di riempimento o svuotamento di sacchi aperti, impianti di manipolazione e lavorazione delle polveri con presenza di depositi, ecc.. Considerare attentamente anche gli STRATI e depositi di polveri; devono essere trattati come sorgenti (SE) in grado di formare una atmosfera esplosiva. •Definizione Definizione delle zone pericolose –ZONA 20, ZONA 21, ZONA 22 • Estensioni delle zone •Generalmente 1 m, intorno alla sorgente di emissione • Guida CEI 31-56 all’applicazione della Norma CEI 60079-10-2 Esempio di classificazione - polveri Unità di svuotamento sacchi all’interno di un edificio senza estrazione aria, norma EN 60079-10-2. 1 = Zona 21, in genere 1 m di raggio 3 = Pavimento 4 = Tramoggia scarico 2 = Zona 20 5 = Al processo 10 Zone pericolose Zona 0 Zona 20 Zona 1 Zona 21 Zona 2 Zona 22 La legenda dei simboli deve sempre essere prevista su ogni disegno di classificazione. 11
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