MARIO MARZI SIMONE ZANCHINI PAOLO ZANNINI RUBEN CELIBERTI Sassofoni Fisarmonica Pianoforte Danza L’alba che arriva con i primi strappi di rosa nel cielo plumbeo e le prime note che irrompono su un proscenio insolito, rimbalzando fino all’orizzonte mettendo in fuga le ultime stelle. Questa è la spettacolare cornice, unica nel suo contesto, di un concerto in riva al mare al sorgere del sole. E questa cornice non può che ispirare un percorso sul filo delle emozioni attraverso la musica, il mare, la danza e le parole che si fanno canto. A dare vita a questo affascinante connubio saranno la versatilità e il virtuosismo duttile di Mario Marzi, raffinato e fenomenale solista nella perfetta identità con le voci dei suoi sassofoni; la carica emozionale di Simone Zanchini, fisarmonicista tra i più interessanti e innovativi del panorama internazionale, la cui ricerca fra i molteplici luoghi della musica sfocia in un personalissimo approccio alla materia improvvisata; il pianoforte incisivo e disponibile di Paolo Zannini che si offre come interlocutore prontissimo e magnificamente pertinente. E Rubén Celiberti, l’artista italo-argentino che le più acute penne della critica di danza internazionale hanno definito “poliedrico, bizzarro e dalla comunicativa irresistibile”, “multiforme, talentoso, sorprendente”, dotato di una“personalità potente a volte abbagliante”. Quindi un concentrato di emozioni, di attualità e memoria, di eccellente capacità di comunicare e dare attraverso la forma artistica; un quadro di intrigante bellezza, fatto di pennellate forti e decise ma ognuna definita nel suo stile, dove è l’opera del Trio che emerge, che governa e riscalda i colori, che districa e risolve con una naturalezza impressionante i codici personali, emotivi e cognitivi imposti da ogni autore e ne fa proprie le leggi. E questo è “Tango y algo mas…” un progetto che nasce dal desiderio di far conoscere la musica di artisti (Piazzolla, Gismonti, Nazareth; Galliano, Gardel, Villoldo, Girotto) che partendo da fenomeni musicali di derivazione prevalentemente popolare, sono giunti alla definizione di un linguaggio universale, filtrando e sintetizzando le proprie esperienze in una scrittura più ricercata ed inconfondibilmente personale. “…. La fusione-unione delle nostre diverse esperienze musicali ci è sembrato essere lo specchio ideale nel quale ricercare un punto d’incontro fra emozionalità, istinto e ricerca personale. La musica ha aiutato a far crescere l'amicizia tra di noi, ribadendo ancora una volta che essa è un’arte specialissima e che non ha confini e steccati perché vive di un’incredibile forza propria, la libertà….”
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