AreaPediatrica | Vol. 14 | n. 4 | ottobre-dicembre 2013 86 Caso clinico Titolo articolo anche lungo [ tutto su ] L’anemia ferrocarenziale in età pediatrica: approccio diagnostico e terapeutico Metabolismo del ferro I l ferro è un oligoelemento essenziale per l’organismo, necessario per la sintesi dell’emoglobina, della mioglobina muscolare e per l’attività di numerosi enzimi cellulari. Il fabbisogno giornaliero è di 8-11 mg tra 6-12 mesi, di 6-9 mg tra 1-3 anni, di 6-10 mg tra 4-8 anni, di 8-11mg tra 11-13 anni, di 12 mg per gli adolescenti e le adolescenti non mestruate, di 18 mg per le adolescenti mestruate.1 L’omeostasi sistemica del ferro viene realizzata mediante il controllo dell’assorbimento attraverso gli enterociti (duodenali e della porzione superiore del digiuno), delle vie di accesso del ferro nel plasma ed infine il suo rilascio per l’attività eritropoietica dai macrofagi del sistema reticolo-endoteliale e dai depositi (soprattutto presenti nel fegato). Il ferro non emico è assorbito in forma bivalente (ferroso). Il ferro trivalente della dieta e farmacologico per essere assorbito Roberto Miniero1 è ridotto a bivalente da una ferroTeresa Rita reduttasi presente sulla membrana Dolceamore2 degli enterociti. L’assorbimento è cirMartino Barretta2 Giampaolo De Luca2 ca del 10%. Il ferro emico (di origine Francesco Zurlo1 animale, da carne e pesce) è assorbito Emilia Parodi3 (in percentuale maggiore) “direttaRaffaela Mazzone4 Paola Saracco5 mente” con un meccanismo peraltro non ancora del tutto chiarito. I trasportatori cellulari del ferro a livello intestinale sono la DMT1 (Divalent Metal Transporter), posta sulla membrana luminale, e coinvolta nell’uptake di ferro dal lume intestinale e pertanto influenzata dai livelli di ferro contenuto nel lume, la ferroportina (FPN1) e la efestina, che sono proteine di membrana basolaterali che esportano ferro dall’enterocita nella circolazione sanguigna e sono influenzate da stimoli sistemici. Dopo l’assorbimento il ferro può accumularsi come ferritina ed emosiderina, proteine di deposito o essere rilasciato nel circolo portale e subito legato ad una proteina di trasporto, la transferrina. Il complesso ferrotransferrina si lega ad uno specifico recettore posto sulle cellule del midollo eritropoietico e viene “internalizzato”. Il ferro viene staccato dal complesso e utilizzato per la sintesi dell’emoglobina mentre la transferrina ritorna in circolo. Nei macrofagi del sistema reticolo- endoteliale è immagazzinato anche il ferro derivato dai globuli rossi senescenti al termine del loro ciclo vitale e che rappresenta la maggior parte del ferro normalmente (ri)-utilizzato per l’eritropoiesi. Il “regolatore” chiave dell’assorbimento del ferro intestinale e della sua dismissione dal reticoloendotelio è un peptide di origine epatica, la epcidina. Quando – in presenza di una carenza marziale – le richieste per l’eritropoiesi aumentano, la sua produzione si riduce ed il ferro è prontamente assorbito dall’intestino o rilasciato dai depositi per supportare le richieste midollari. Quando invece i depositi di ferro sono repleti, i livelli di epcidina aumentano e l’assorbimento del ferro si ¹ Cattedra di Pediatria, Università Magna Græcia, Catanzaro ² Pediatra di Famiglia, Regione Calabria ³ SC Pediatria e Neonatologia, AO Ordine Mauriziano, Torino 4 Dipartimento di Diagnostica, AOU Città della Salute e della Scienza, Torino 5 Dipartimento di Scienze Pediatriche, AOU Città della Salute e della Scienza, Torino AreaPediatrica | Vol. 14 | n. 4 | ottobre-dicembre 2013 L a carenza di ferro rappresenta il più comune disordine nutrizionale a livello mondiale. È stimato che nei Paesi in via di sviluppo interessi i due terzi dei bambini e che almeno il 30% di essi presenti una anemia sideropenica. Nei Paesi a tenore di vita occidentale l’anemia ferro-carenziale è la forma più frequente di anemia in età pediatrica (prevalenza intorno al 5%) con due picchi rispettivamente tra il primo e terzo anno di vita ed alla pubertà.1-4 Nella Tabella 1 sono riportate le cause più frequenti nel bambino. 87 La carenza di ferro rappresenta il più comune disordine nutrizionale a livello mondiale. Tutto su L’anemia ferrocarenziale in età pediatrica: approccio diagnostico e terapeutico Tab.1 Principali cause di carenza marziale in età pediatrica (1-13) Diminuite riserve alla nascita – (prematurità, gemellarità, trasfusioni intrauterine feto-fetale e feto-materna, exanguino-trasfusione alla nascita, grave anemia sideropenica della madre). Inadeguato apporto – Svezzamento tardivo e/o dieta incongrua. Ridotto assorbimento – Malattia celiaca ed altre patologie con malassorbimento (MICI), ampie resezioni intestinali, uso di antiacidi ed inibitori di pompa protonica infezione da Helicobacter pylori, parassitosi intestinali (rare in Europa), obesità. Aumentato fabbisogno – Condizioni di rapido accrescimento staturo-ponderale quali basso peso alla nascita, prematurità ed adolescenza, cardiopatie cianotizzanti. Perdite croniche di sangue – Gastrointestinali: intolleranza proteine latte vaccino, utilizzo del latte vaccino nei primi 12 mesi di vita o consumo superiore ai 500cc al giorno nei bambini più grandi, diverticolo di Meckel, ernia iatale, varici esofagee, MICI, polipi ed emorroidi, parassitosi intestinali, uso prolungato di aspirina, cortisonici, fans. Apparato genito-urinario: mestruazioni abbondanti e/o frequenti, infezioni urinarie croniche con ematuria, tumori renali. Altre sedi: epistassi frequenti, numerosi prelievi di sangue a scopo diagnostico (nel neonato, soprattutto se immaturo, e nel piccolo lattante), anomalie vascolari (artero-venose). Forme ereditarie – Deficit di DMT1, deficit di transferrina e le anemie ferro carenti refrattarie (IRIDA). Malattie polmonari croniche – Emosiderosi polmonare, fibrosi cistica, displasie broncopolmonari. riduce. Poiché l’espressione di epcidina è anche mediata dalla interleuchina-6 la sua sintesi aumenta in seguito a stimoli infiammatori. In questo caso il ferro contenuto nel sistema reticolo-endoteliale non è più rilasciato e non è reso quindi disponibile per l’eritrone.2,3 La clinica AreaPediatrica | Vol. 14 | n. 4 | ottobre-dicembre 2013 88 L a carenza marziale di lieve entità, non assosociata in genere ad anemia, decorre per lo più asintomatica o può manifestarsi solamente con una scarsa tolleranza all’esercizio fisico. Con l’aggravarsi del deficit di ferro l’astenia diviene rilevante, da attribuire soprattutto alla ridotta quantità di mioglobina e di enzimi responsabili della fosforilazione ossidativa a livello muscolare. Quando compare l’anemia il sintomo oggettivo più significativo è il pallore anitterico delle mucose e della cute. Nel 10-15% dei casi può essere presente una modesta splenomegalia secondaria ad una aumentata emolisi (rigidità della membrana eritrocitaria e deficit dei sistemi di protezione antiossidante). Poiché la riduzione dell’emoglobina circolante (Hb) è lenta e graduale, il bambino riesce a compensare la scarsa ossigenazione tissutale e a raggiungere livelli di Hb anche significativamente bassi (7g/dl) senza manifestazioni cliniche di particolare rilievo, ad eccezione di una moderata tachicardia e tachipnea. Questo è da ricondursi soprattutto ad un aumento della 2-3-DPG a livello del globulo rosso che determinando uno spostamento a destra della curva di dissociazione dell’emoglobina consente un maggior rilascio di ossigeno ai tessuti. Nel bambino molto anemico sovente si ascolta un soffio cardiaco precordiale.2-4 Poiché il ferro svolge un ruolo fondamentale in numerosi processi metabolici in differenti tessuti, la sua carenza si riflette non solo sull’eritropoiesi ma può avere anche effetti a livello sistemico1-3,5. Il bambino in età prescolare può manifestare inappetenza, scarsa voglia di giocare, irritabilità; nel bambino più grande possono essere presenti astenia, svogliatezza, cefalea e ridotta performance scolastica.1-4 È riportata una associazione tra carenza marziale cronica e compromissione del sistema nervoso centrale, con deficit intellettivi, dell’attenzione, della memoria, dell’ apprendimento, della motricità fine e della fluidità verbale; è stato segnalato come persistenti ridotti livelli di Hb (<10g/dl) e di ferro possano incidere negativamente sul bambino affetto da sindrome da iperattività (ADHD) peggiorando i disturbi dell’attenzione e la performance cognitiva. I bambini con carenza marziale avrebbero anche un maggiore rischio di sviluppare stroke, ipertensione endocranica idiopatica, pseudo tumor cerebri, disturbi del sonno, spasmi affettivi e crisi convulsive febbrili.1-7 Il meccanismo alla base della compromissione delle funzioni nervose non è del tutto chiarito; è stato ipotizzato che la carenza marziale possa determinare possibili alterazioni a livello dei neurotrasmettitori, deficit di mono-amino-ossidasi ferro dipendenti e difetti di mielinizzazione.1-4,14-17 La carenza di ferro e lo stato anemico cronico possono causare glossite, disfagia, riduzione dell’acidità gastrica, distrofia ungueale, amenorrea, rallentamento della crescita e maggior suscettibilità alle infezioni. Nelle forme severe (difficilmente osservabile nel nostro contesto sociale) si può osservare Le cause più frequenti di carenza marziale sono le diminuite riserve di ferro alla nascita, la ridotta assunzione e/o il ridotto assorbimento, le perdite ematiche. Tutto su picacismo (ingestione di sostanze non nutritive) e/o la geofagia (ingestione di terra o fango)1-4. L’anemia ferrocarenziale in età pediatrica: approccio diagnostico e terapeutico Tab. 2 Parametri ematologici e biochimici indicativi per la diagnosi di carenza marziale e di anemia sideropenica Riduzione del numero di GR e dell’Ht rispetto ai valori di riferimento per età. Riduzione del MCV,del MCH e del MCHC rispetto ai valori di riferimento per età. Striscio di sangue periferico: emazie ipocromiche con tendenza alla microcitosi. Parametri ematochimici Sideremia. La sideremia valuta il ferro circolante e si riduce significativamente (<50μg/dl) solo quando i depositi di ferro sono quasi depleti, ma prima che si modifichi l’Hb. Ha una modesta specificità in quanto diminuisce in corso di processi flogistici acuti e cronici e varia con ritmo circadiano (minore nelle ore pomeridiane). Tranferrinemia. La transferrina è la proteina deputata al trasporto del ferro. Questa funzione può anche essere espressa come capacità totale legante il ferro (μg/dl TIBC) che si calcola moltiplicando il valore della transferrinemia x 1,25. La sua sintesi diminuisce quando i depositi di ferro aumentano ed aumenta se diminuiscono. Si riduce anche in corso di processi infiammatori ed infettivi, nelle epatopatie gravi, nelle neoplasie, nella sindrome nefrosica e nella malnutrizione; aumenta in corso di terapia con contraccettivi orali. Indice saturazione della transferrina (IS). Valuta il rapporto tra sideremia e transferrinemia (sideremia/tran- Aumento dell’ RDW > 15% . Diminuzione della sideremia <30μ/dl. Aumento della transferrinemia totale (o espressa come TIBC) > 350 mg/dl. Diminuzione dell’indice di saturazione della transferrina IS <16%. Diminuzione della ferritinemia < 12-15 ng/ml. ( 30-40 in caso di PCR alterata). sferrinemia x 1,25): se inferiore al 16% risulta essere un parametro molto sensibile e specifico della carenza marziale. Ferritinemia. La ferritina sierica correla con i depositi di ferro ed è quindi un parametro altamente sensibile per la carenza marziale. Una diminuzione al di sotto di 12-15ng/ml è specifica per deplezione marziale. Aumenta in corso di flogosi e nelle infezioni, situazioni in cui si comporta come una proteina di fase acuta. Pertanto in queste condizioni cliniche occorre valutare contemporaneamente alla ferritinemia anche la proteina-C reattiva (PCR). In presenza di una PCR aumentata il cut-off della ferritinemia per la diagnosi di una carenza marziale è innalzato a 30-40 ng/ml, con una predittività superiore al 90%. Valori significativamente elevati di ferritina sierica si riscontrano nell’emocromatosi, nelle neoplasie, nelle epatopatie, e pertanto in queste condizioni la sua valutazione perde ogni valore diagnostico per la carenza marziale.28-30 Per una corretta valutazione dell’assetto marziale è sempre necessaria la determinazione contemporanea dei tre parametri (sideremia, transferrinemia e ferritinemia). Infatti, se considerati isolatamente, essendo influenzati da fattori esterni, soprattutto infiammatori/infettivi, non solo possono essere poco specifici e sensibili per la diagnosi di carenza di ferro, ma addirittura fuorvianti. Recettore solubile della transferrina (sTR). Aumenta specificatamente nella carenza di ferro. La sua concentrazione non è influenzata da processi infiammatori e/o infettivi per cui risulta molto utile nei pazienti pediatrici che spesso presentano processi infiammatori intercorrenti. La metodica per il suo dosaggio necessita ancora di standardizzazione e non è non disponibile in tutti i laboratori.31 Protoporfirina libera eritrocitaria (FEP). È aumentata nella anemia ferrocarenziale ma è parametro poco utilizzato per la bassa specificità. Un aumento si può osservare, infatti, anche nelle forme infiammatorie, infettive e tumorali.2-4 89 L’ anemia (livello di emoglobina circolante (Hb) circolante <-2DS rispetto ai valori normali per età e sesso) è caratterizzata da ipocromia e, in minor misura, da microcitosi delle emazie. I parametri eritrocitari “tradizionali” quali l’MCV (che valuta il volume globulare medio), l’MCH e l’MCHC (che caratterizzano rispettivamente l’ipocromia e la macrocitosi) risultano ridotti, mentre l’RDW, che misura l’ampiezza della distribuzione del volume delle emazie (anisocitosi) è aumentato2-4 (Tab. 2). La valutazione dei reticolociti non è indicativa in quanto possono essere normali, diminuiti o, raramente, modestamente aumentati2-4. I nuovi parametri eritrocitari e reticolocitari forniti dai moderni analizzatori cellulari sono invece più sensibili e specifici per la diagnosi di anemia ferrocarenziale: una percentuale di cellule ipocromiche (emazie con concentrazione di Hb<28 g/dl) superiore al 5-10%, un ridotto rapporto tra cellule microcitiche ed ipocromiche (inferiore ad 1) e un valore di CHr (contenuto emoglobinico dei reticolociti) inferiore a 27,5 pg risultano altamente predittivi.1-4,24-27 Diminuzione del CHr <27,5 pg. AreaPediatrica | Vol. 14 | n. 4 | ottobre-dicembre 2013 Parametri ematologici Tutto su L’anemia ferrocarenziale in età pediatrica: approccio diagnostico e terapeutico AreaPediatrica | Vol. 14 | n. 4 | ottobre-dicembre 2013 90 Il trattamento di scelta è rappresentato dalla somministrazione di sali di ferro (bivalente in prima istanza) per os alla dose di 3-6 mg/kg/die e va prolungato per almeno 3 mesi dopo la normalizzazione dei livelli di Hb. I parametri eritrocitari hanno buona sensibilità ma risultano poco specifici per l’anemia ferro-carenziale nella diagnostica differenziale con le altre anemie microciticheipocromiche, quali le α e β thalassemie eterozigoti e quelle delle patologie infiammatorie croniche caratterizzate da “deficit funzionale del ferro”. I criteri a cui riferirsi per distinguere le varie forme sono riportati nella Tab.3. Queste condizioni possono anche coesistere nello stesso paziente ed in tal caso la diagnostica può risultare difficile in quanto i parametri di laboratorio presentano delle sovrapposizioni. È rilevante inoltre ricordare come la carenza di ferro interferisca anche sulla produzione delle δ catene dell’emoglobina A2 riducendone la sintesi. In caso di associazione tra deficit di ferro e β-thalassemia eterozigote può quindi venire a mancare l’aumento dell’HbA2 oltre il 3,5%, patognomonico della thalassemia, rendendone impossibile la conferma diagnostica. In queste circostanze il trattamento con ferro risulta anche utile per “smascherare” la coesistenza della β-thalassemia: risolta la carenza marziale si osserverà, infatti, l’aumento dell’HbA2. Una attenta anamnesi familiare e personale ed il quadro clinico possono fornire elementi importanti per indirizzare verso una diagnosi corretta. Nei rari casi in cui i dati di laboratorio non siano in grado di definire con certezza la presenza di una carenza marziale per l’interferenza di “fattori confondenti” quali processi infiammatori, infezioni e neoplasie, può prendersi in considerazione un breve trattamento con ferro per una diagnosi ex juvantibus. Il trattamento L’ obiettivo del trattamento dell’anemia sideropenica è quello di fornire un quantitativo di ferro adeguato per normalizzare i livelli di emoglobina e per ricostituire le scorte di ferro nei depositi. Il trattamento si basa su due cardini: 1) identificazione e rimozione delle cause della carenza marziale (Tabella 1); 2) terapia farmacologica con ferro. Il ferro può essere somministrato per via orale e per via parenterale. La via orale rappresenta la modalità di scelta. Il ferro elementare può essere somministrato sotto forma di sale ferroso (che rappresenta il gold standard della terapia) o ferrico. L’assorbimento non supera il 20-40% della dose somministrata e varia in base al tipo di sale (migliore per i ferrosi rispetto ai ferrici che devono essere ridotti a bivalenti per essere assorbiti), alla presenza di cibo nello stomaco (a digiuno l’assorbito è superiore del 20-30%), e al grado di anemia (più è grave maggiore è l’assorbimento). Alcune sostanze contenute negli alimenti (soprattutto fitati, tannati, fosfati) riducono l’assorbimento del ferro inorganico, mentre il citrato e l’ascorbato lo facilitano. Il ferro bivalente è commercializzato in diverse formulazioni: solfato, fumarato, gluconato, pidolato, bisglicinato chelato e liposomiale. Il dosaggio consigliato è di 3-6 mg/kg/ die di ferro elementare in 2-3 somministrazioni (60-120 mg/die nei soggetti adolescenti).1-4,32,33 Il dosaggio totale giornaliero potrebbe esser somministrato in una singola somministrazione serale, in quanto la ridotta motilità intestinale durante il sonno faciliterebbe l’assorbimento del ferro e ridurrebbe gli effetti collaterali.4-33 Recenti osservazioni indicherebbero 2 mg/kg/die di solfato ferroso come dose sufficiente. 27 Per quanto riguarda il ferro bisglicinato chelato ed il liposomiale sarebbero sufficienti dosi pari ad un terzo-un quarto di quella utilizzata normalmente per il solfato ferroso.36-39 Al momento della stesura di questo articolo non risulta più commercializzato in Italia alcun prodotto di solfato ferroso in gocce per uso pediatrico. La somministrazione, soprattutto dei sali ferrosi, può provocare disturbi a livello gastroenterico (epigastralgia, nausea, vomito, stipsi, diarrea, dolori addominali); in questi casi è consigliata somministrazione in dose unica serale o la riduzione della dose giornaliera prima di effettuare un tentativo terapeutico con un altro sale ferroso o formulazioni ferriche. Il ferro bisglicinato chelato ed il ferro liposomiale risultano in genere molto ben tollerati.36-39 La risposta alla terapia è documentabile precocemente da un aumento dei reticolociti e del CHr (48-96 ore dopo l’inizio della terapia). Per osservare un incremento di emoglobina di circa 1 grammo è necessario Tutto su commercio contenendo alcool benzilico non può tuttavia essere somministrato ai bambini con meno di tre anni per il rischio di crisi convulsive. Il ferro saccarato presenta ancora minor rischio reazioni anafilattiche (0,002%) e può essere utilizzato anche nei bambini più piccoli, ma è più costoso del gluconato. Da poco è stato introdotto in Italia un preparato a base di ferro carbossimaltoso, ma manca ancora esperienza consolidata in campo pediatrico. Sono in via di registrazione anche in Europa (già approvati negli usa dalla FDA) nuovi sali per uso endovenoso quali il ferro destrano a basso peso molecolare ed il ferro polimaltoso che risulterebbero molto ben tollerati.41,42 La somministrazione del ferro endovena deve in ogni caso essere effettuata con estrema cautela ed in condizioni cliniche di assoluta necessità. Una recente circolare dell’European Medical Agency EMA-AIFA (ottobre 2013) sottolinea come i medicinali contenenti ferro per via endovenosa devono essere somministrati solo quando è immediatamente disponibile personale in grado di valutare e gestire reazioni anafilattiche o anafilattoidi e attrezzature per la rianimazione43. La quantità totale di ferro ev può essere calcolata in base alla seguente formula: peso (kg) x volemia (80 ml/kg) x 3,4* x ( Hb normale per età - Hb del paziente) x 1,5** (* 1 g di Hb lega 3,4 mg di ferro; **correzione per ricostituire le scorte). La dose totale deve essere suddivisa in più somministrazioni (inizialmente ogni 2-3 giorni poi ogni 1-2 settimane) da eseguire in fleboclisi lenta (1-4 ore); la singola dose non deve superare i 5 mg/kg. L’anemia sideropenica anche di grado severo non costituisce di per sé una indicazione alla terapia trasfusionale; la trasfusione di emazie concentrate deve essere riservata ai rari casi in cui livelli emoglobinici molto bassi si associno a compromissione delle funzioni cardiocircolatorie2-4 . Tab. 3 Interpretazione degli indici eritrocitari e della biochimica del ferro nella diagnosi differenziale della carenza di ferro Anemia ferro-carenziale a o b thalassemia eterozigote Infezioni malattie croniche Globuli rossi Indici MCV Normale MCH RDW Normale Normale Sideremia Normale Transferrinemia TBIC Normale IS Normale / Normale Ferritinemia Normale / / Normale / FEP Normale rTF Normale Confermata dalla risposta dopo terapia con ferro Confermata dagli studi sull’Hb A VES e PCR Altro AreaPediatrica | Vol. 14 | n. 4 | ottobre-dicembre 2013 91 attendere almeno due-quattro settimane dall’inizio del trattamento. Nella pratica clinica – per non sottoporre i bambini a prelievi di sangue troppo ravvicinati – in genere non si eseguono controlli prima di un mese di trattamento.2-4 Peraltro già dopo le prime giornate di terapia si può osservare un miglioramento della cenestesi come effetto della riattivazione di circuiti enzimatici endocellulari contenenti ferro. Ottenuta la normalizzazione dei parametri ematologici ed ematochimici la terapia deve essere proseguita per almeno altri 2-3 mesi per ripristinare anche i depositi e i non rari effetti collaterali, rendono spesso difficile l’aderenza alla prescrizione. Una comunicazione specifica ed efficace con i pazienti (adolescenti soprattutto) e la famiglia risulta fondamentale per garantire buoni risultati. La mancata risposta alla terapia impone una attenta rivalutazione della compliance al trattamento: dose giornaliera e timing della somministrazione, tipo di ferro somministrato, durata della terapia, presenza di patologie infiammatorie o infettive croniche (che determinando il sequestro del ferro somministrato nel sistema reticoloendoteliale non lo rendono disponibile per l’eritropoiesi), di malassorbimento intestinale, di perdite di sangue, carenza concomitante di Acido folico e/o di vitamina B12.2-4,28-34 La somministrazione di ferro per via parenterale deve essere limitata alle forme secondarie a malassorbimento ed a soggetti con anemia severa e scarsa compliance al trattamento orale.40-42 In Italia non sono commercializzati prodotti per la somministrazione per via intramuscolare. Per quanto concerne la somministrazione per via endovenosa il ferro destrano ad alto peso molecolare che presenta un elevato rischio di reazioni anafilattiche fatali (0,6%) non è più disponibile in Italia. Il ferro gluconato ha un rischio di reazioni anafilattiche dello 0,04% ed è quello più utilizzato. Il preparato in L’anemia ferrocarenziale in età pediatrica: approccio diagnostico e terapeutico Tutto su L’anemia ferrocarenziale in età pediatrica: approccio diagnostico e terapeutico AreaPediatrica | Vol. 14 | n. 4 | ottobre-dicembre 2013 92 Bibliografia 1. Domellöf M, Braegger C, Campoy C, Colomb V, Decsi T, Fewtrell M, Hojsak I, Mihatsch W, Molgaard C, Shamir R, Turck D, van Goudoever I for ESPGHAN Committee on Nutrition Iron Requirements of Infants And Toddlers. A Position Paper By The ESPGHAN Committee on Nutrition. J Pediatr Gastroenterol Nutr 2013; Epub ahead of print 2. Lanzkowsky P. Iron deficiency anemia. In: Lanzkowsky P. Manual of Pediatric Hematology and Oncology. 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