PARLA L ' EX PRES I DENTE CONS I GLIO i CULTURAL I E PAESAGGIST I C I SETTIS: «NON ESISTONO DISASTRI IMPREVEDIBILI, MA GOVERNI MIOPI» «In Liguria serve un piano di prevenzione per il rischio idrogeologico» .ALESSANDRA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . COSTANTE ............................................................ NON ESISTONO disastri imprevedibili e non esistono le "bombe d'acqua". I segni premonitori sono nel paesaggio deturpato, nella mancanza di piani di recupero ambientale, nel braccio di ferro di istituzioni che cercano di scaricare le proprie responsabilità per la gestione del territorio. «Deplorevole», dice Salvatore Settis, archeologo, ex direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, docente di Storia dell'Arte e di archeologia classica, ex presidente del Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici presso il ministero dei Beni Culturali, incarico dal quale si dimise in aperta polemica con l'allora ministro Bondi. La Liguria passa da un disastro idrogeologico all'altro. Era possibile prevedere che si verificassero? «Era ed è prevedibile. Le bombe d'acqua non c'entrano. Tra il 1985 e il 2011 ci sono stati 970 morti per catastrofi ambientali; non ho cifre più aggiornate, ma penso che ormai siamo oltre il migliaio di vite umane. In Italia ci sono mezzo milione di frane in continuo movimento e il 7% del territorio è a rischio. Sarebbe stata necessaria una mappatura del rischio e un piano di manutenzione del territorio, ma nulla di questo è stato fatto. L'Associazione nazionale costruttori ha calcolato che per mettere in sicurezza l'Italia ci vorrebbero 1 miliardo e 200 milioni all'anno per 20 anni, azione che oltretutto porterebbe molti posti di lavoro. Invece lo Sblocca Italia ha messo a bilancio 110 milioni di euro per il dissesto ambientale e 3,9 miliardi per le nuove grandi opere che peggioreranno una situazione già compromessa». Dunque c'è anche responsabilità del governo? «Tutti i governi che si sono succeduti sono stati miopie questo non è diverso. Tra le opere previste dallo Sblocca Ita- lia, ad esempio, c'è anche l'inutile autostrada Orte-Mestre. Le imprese che la costruiranno avranno un beneficio fiscale di 2 miliardi di euro. Ora chiedo: perché non farle pagare e destinare quei soldi alla manutenzione del territorio? Questo è un caso molto evidente di come ragionano i governi in Italia, di qual'è la gerarchia delle priorità di questo governo che non si discosta da quelli di centrodestra: prima vengono le aziende che costruiscono e ottengono benefici fiscali». In Liguria l'alluvione ha portato le polemiche. La Regione dice che questa è una catastrofe che va trattata come un terremoto , mentre la protezione civile replica che la Regione deve ripensare alla gestione degli ultimi 30 anni. Chi ha ragione? «Penso che ilbraccio di ferro tra Stato e Regione altro non sia che un effetto PRIORITÀ SBAGLIATE Per questo esecutivo, come per quelli di centrodestra, prima di tutto vengono le grandi opere SALVATORE SETTIS docente della Scuola Normale di Pisa dei continui tagli ai trasferimenti e dello Stato di emergenza provocato dal patto di stabilità che impedisce di investire sul territorio. È deplorevole che i poteri pubblici cerchino di scaricare le proprie responsabilità invece di collaborare». Mettere in sicurezza il territorio costa molta, le Regioni da sole non riescono. «Le opere di prevenzione una parte sono a carico loro, ma ad un'altra parte certamente deve provvedere lo Stato. Come si fa a dire che mettere in sicurezza il bacino del Magra o il lago di Garda tocchi solo alle Regioni? Fino a prova contraria esiste ancora uno Stato che deve anche avere potere di raccordo. Mi consta che l'Italia esista ancora, no? D'altro canto le Regioni sono nate male, tardi e crescendo non si stano occupando bene del loro territorio. Le manchevolezze esistono da entrambe le parti e ciò che continua a mancare è una regia sulla prevenzione». Che consiglio si sente di dare alla Regione Liguria perché si possa correre ai ripari? «Una regione come la Liguria, fortemente indiziata per il rischio che corre ogni volta che piove, dovrebbe avere un piano di salvaguardia e di recupero delle zone a rischio idrogeologico». La prevenzione costa, lo ha detto lei, e i soldi non ci sono. «Predisporre un piano di questo tipo non significa avere i soldi per realizzare le opere necessarie. Ma con un piano di prevenzione si può formare l'opinione pubblica e cominciare a fare pressione. E unpo' come perla salute personale: al primo raffreddore andiamo dal medico. Per l'ambiente è la stessa cosa: prevenire è meglio che curare. Lagnarsi a tragedia accaduta non serve a molto». [email protected] @ RIPRODUZIONE RISERVATA
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