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IL PD e la PAC 2014/2020
Il Partito Democratico Provinciale BAT ha organizzato lunedì 28 Aprile una conferenza
territoriale d'ascolto sulla nuova Politica Agricola Comunitaria 2014 - 2020 a cui hanno
aderito i seguenti relatori:
- Prof. Franco Contò, Ordinario di Economia e Politica Agraria presso l'Università degli
studi di Foggia;
- Dott. Pietro Spagnoletti funzionario Coldiretti Bari - Bat;
- Lello Piscitelli, Delegato Regionale A.L.P.A.;
- Nicola Cantatore, Direttore CIA Confederazione Italiana Agricoltori della BAT;
- Giuseppe De Leonardis, Segretario FLAI CGIL Puglia;
- Gianni Porcelli, Vicedirettore Confagricoltura Bari - Bat.
I lavori sono stati conclusi dal Segretario Regionale del PD Michele Emiliano al quale è
stato consegnato il presente documento di sintesi sulle questioni ancora aperte ed in fase
di trattativa con il gli uffici tecnici del MIPAF e con il Ministro dell'Agricoltura MARTINA
relative alle decisioni che a breve verranno assunte sulla NUOVA PAC 2014 - 2020.
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Il Partito Democratico, nel suo ruolo di forza di governo regionale, nazionale e nell'ambito
del Parlamento Europeo, INTENDE, nell'ascoltare le proposte utili formulate dalle
organizzazioni di categoria e sindacali del territorio, approfondire, pungolare, spronare,
sollecitare e sostenere, le scelte e le azioni necessarie allo sviluppo e utili all'innovazione
dell’economia agricola pugliese, ovvero, a garantire la tenuta del reddito agricolo, unico
settore con un Pil di segno positivo in un contesto di recessione generale.
La Puglia, vanta un patrimonio di eccellenza con oltre 264 sistemi di qualità certificati, per
i quali siamo i primi in Europa; il primato di biodiversità agraria,
- ha sul suo territorio circa il 14% delle aziende agricole nazionali censite;
- dispone di una superficie totale agraria di 1.380.000 ettari (7 % del totale nazionale);
- utilizza una superficie agraria (SAU) di 1.250.000 ettari (il 10% a livello nazionale);
- detiene un valore dell’intera produzione agricola di circa 4 miliardi di euro (incide sul
valore della produzione nazionale del 9%) costituito dal 40% circa di coltivazioni erbacee
(grano duro, patate e ortaggi, e altre colture erbacee) e dal 45% di coltivazioni arboree
(olivo, vite, agrumi e altre colture arboree). La restante quota è rappresentata dagli
allevamenti zootecnici che contribuiscono con il 7%, e dai servizi annessi (5%).
La Puglia è tra le Regioni leader nella produzione del biologico e detiene 9 prodotti
dell’agricoltura di eccellenza che hanno ottenuto la denominazione Dop (Denominazione di
Origine Protetta) tra cui PANE di ALTAMURA e ben 5 oli extravergine di oliva; conta ben 33
vini Doc ed è titolare del marchio collettivo riconosciuto dalla CE “Prodotti di Puglia”.
L’incidenza del settore agricolo è piuttosto rilevante come numero di imprese attive (circa
il 27%); vi si annoverano infatti 42mila aziende agricole che assumono oltre 200mila
lavoratori.
In Puglia il settore agroalimentare tiene, nonostante la crisi congiunturale: lo dimostrano
le esportazioni che, nel 2013, sono cresciute del 13,6%”.
Secondo i dati diffusi, “la produzione lorda vendibile è cresciuta dello 0,58%, per un valore
di oltre 3 miliardi di euro mentre sono “indiscussi i primati produttivi dell’agricoltura
pugliese rispetto ai quantitativi nazionali, con l’uva da tavola che rappresenta il 68% del
totale italiano; il pomodoro il 35%, le ciliegie il 30%, le mandorle il 35%, le olive il 35%, il
grano duro il 25%, il carciofo il 31% e l’uva da vino il 14%.
Il settore agroalimentare in Puglia rappresenta “l’8% del pil regionale e i valori dell’export
potrebbero “triplicare – è stato sottolineato – se non vi fossero gli ormai noti fenomeni di
imitazione e pirateria commerciale”.
Cio' nonostante la PUGLIA, il cui Paesaggio Olivicolo Mediterraneo è
candidato a patrimonio dell’Unesco, dopo essere stata osteggiata dal Governo
Berlusconi e dal partito della LEGA NORD per l'avviamento istituzionale dell'Authority sulla
Sicurezza Alimentare a Foggia, istituita dal Governo Prodi da gennaio 2008 (sono sette
anni che dovrebbe essere pronta, e invece, non se ne parla MAI, mentre, semmai,
creiamo un'authority all'anno inutile e stupida, dimenticando che con la contraffazione
perdiamo 60 miliardi di Euro a causa dei beni contraffatti (ITALIAN SOUNDING) e dopo
aver perso per alcune eccellenze scientifiche importanti come il CENTRO RICERCHE
BONOMO di ANDRIA.........Oggi, mette in gioco il proprio futuro!
La nuova Pac stanzierà complessivamente circa 42 miliardi di euro per il nostro Paese, che
con il cofinanziamento nazionale potrebbero arrivare a 54 e taglierà, da quest'anno fino al
2020, gli aiuti economici destinati all'olio, eliminando quelli per grano duro, pomodoro da
industria e barbabietola da zucchero.
In pratica, il ministero delle Politiche agricole è orientato a dare il 54 per cento di aiuto
accoppiato alla zootecnia; solo il 28 per cento alle colture seminative e il 18 per cento alle
colture permanenti cioè l'olivo.
In particolare gli aiuti sarebbero i seguenti:
Budget
proposta
seconda
Percentuale
totale
Vacche da latte
€ 92.000.000,00
16,13%
Vacche da latte in zona montagna interna
€ 12.000.000,00
2,10%
Linea vacca vitello
€ 48.000.000,00
8,42%
Premio macellazione vitelli
€ 80.000.000,00
14,03%
Ovini caprini
€ 5.000.000,00
0,88%
Soia al nord
€ 51.000.000,00
8,94%
sul
Oleoproteaginose centro
€ 45.000.000,00
7,89%
Proteaginose sud ed isole
€ 78.000.000,00
13,68%
Barbabietola da zucchero
€ 21.000.000,00
3,68%
Riso
€ 40.000.000,00
7,01%
Premio base olivo
€ 87.000.000,00
15,26%
Premio aggiuntivo olivo aree declivi
€ 11.300.000,00
1,98%
€ 570.300.000,00
Insomma, a rischio sono tutte le produzioni tipiche pugliesi; a vantaggio di latte e carni
prodotte al Nord.
Nel merito il Forum dell'Agricoltura del Partito Democratico avendo nel corso del tempo
recepito le numerose istanze provenienti dalla comunità sindacale, scientifica, di categoria
corporativa ed industriale sul reale rischio a cui potrebbero andare incontro sia le
produzioni di qualità e quantità di olio extra vergine di oliva, di grano duro, di pomodoro
da industria sia il territorio regionale caratterizzato dalla presenza di circa 60milioni di
alberi di olivo (circa 5 milioni sono secolari) e che a causa della potenziale ridotta
competitività potrebbe derivare, un impoverimento delle famiglie agricole e di quelle
rurali, l'abbandono sistematico delle colture non più economicamente sostenibili con ovvie
ricadute negative sul turismo, sul rischio idrogeologico e sul processo di desertificazione.
La Puglia ed il PARTITO DEMOCRATICO REGIONALE sono per una PAC più verde, più
giovane, più equa, più giusta e più flessibile che tenga conto non solo delle produzioni
di qualità e delle eccellenze agroalimentari della nostra Regione ma anche dei valori
paesaggistici ritenendo non più sostenibile lo spostamento massiccio delle risorse
economiche a NORD destinandole per oltre il 50% alla zootecnia.
La Capitanata di Foggia sarebbe la provincia più danneggiata, dal momento che qui si
concentrano le produzione di grano e pomodoro da industria di tutta la regione. E il
contributo all'olio è pari a quello per la soia e piante similari».
Ma questi non sarebbero gli unici problemi per l'agricoltura pugliese.
Se le cose non cambieranno, i contributi non saranno erogati solo alle aziende agricole
vere e proprie, ma anche a gruppi industriali assicurativi e bancari titolari di proprietà
terriere. In tutto si tratta di solo 303 realtà su 272mila produttori pugliesi, che
assorbirebbero il 12,5% delle risorse a cui andrebbe un contributo, quindi, di quasi 49
milioni di euro dei 340 milioni spettanti agli altri.
Per questo la lotta a tutte le rendite deve rientrare nell'agenda della buona politica
nazionale e regionale perché è necessaria una netta linea di discontinuità sui temi della
giustizia e dell'equità sociale anche nella politica agricola comunitaria.
Il Partito Democratico a tal riguardo si impegna:
1) a farsi promotore per l'esclusione, in sede comunitaria, dal computo delle spese che
concorrono ai vincoli derivanti dal patto interno di stabilità e crescita, la quota del
cofinanziamento regionale. In assenza di ciò potrebbe verificarsi l'impossibilità per le
regioni di allocare a bilancio le risorse all'uopo necessarie;
2) con la Regione e il MIPAAF, di attivare quelle componenti facoltative (pagamento
accoppiato, pagamento delle aree svantaggiate, pagamento redistributivo per i primi
ettari e pagamento per i piccoli agricoltori) previste nel primo pilastro della PAC le quali
potrebbero rivelarsi degli straordinari strumenti socio-economici rispettosi della
conformazione delle aziende agricole pugliesi e del loro specifico territorio in termini di
dimensioni, orientamenti produttivi e caratteristiche aventi un importanza storico
paesaggistica e ad alto valore naturale (olivi secolari monumentali) con meccanismi
amministrativi che valorizzino maggiormente quelle aree geografiche interessate da
produzioni di qualità connesse anche a marchi DOP, DOC, IGT, IGP e Biologico.
Riguardo agli aiuti accoppiati previsti per Euro 571.078.598 il Partito Democratico
propone l' ipotesi riportata nella tabella che segue:
Proposta
Vacche da latte
Vacche da latte in zona montagna
interna
Linea vacca vitello
Premio macellazione vitelli
Ovini caprini
Grano duro
Pomodoro da industria
Colture proteiche
Riso
Premio base olivo qualità + dop/igp/bio
Premio aggiuntivo olivo non di qualità
Premio aggiuntivo olivo da monumentali
€ 60.000.000,00
€ 7.000.000,00
€ 40.000.000,00
€ 60.000.000,00
€ 20.000.000,00
€ 100.000.000,00
€ 50.000.000,00
€ 11.000.000,00
€ 40.000.000,00
€ 150.000.000,00
€ 22.000.000,00
€ 10.000.000,00
€ 570.000.000,00
Percentuale
sul
totale
seconda
ipotesi
10,53%
1,23%
7,02%
10,53%
3,51%
17,54%
8,77%
1,93%
7,02%
26,31%
3,86%
1,75%
Si propone di abbassare drasticamente il budget a favore dei bovini, di eliminare
completamente il premio per la soia e di alzare il premio per il settore ovino – caprino; di
destinare solo il 2% alle colture proteiche; di eliminare il premio per oleaginose e
proteaginose, quindi, di destinare tale budget principalmente al grano duro ed in
subordine al pomodoro da industria; di alzare la quota complessiva destinata
all’olivicoltura destinando il 26% circa del totale a quelle superfici olivicole che attualmente
sono destinate a produrre qualità per olio extra-vergine dop/igp/bio e la restante parte
agli oli non di qualità e da monumentali.
Circa il pagamento previsto al 5% per le aree svantaggiate, complessivamente
190.359.532,70 euro si sostiene:
- di inserire in tale ambito quelle aree a conduzione olivicola danneggiate dal batterio
della «Xylella fastidiosa» (oltre 9mila gli ettari già contaminati) destinando apposite
risorse;
- di attivare politiche utili per affrontare e trovare soluzione al problema dell'accesso al
credito per le imprese agricole, al fine di garantire la quota di cofinanziamento privato
necessaria alla realizzazione dei progetti di investimento;
- di favorire la difesa e la valorizzazione dell'ambiente con servizi ambientali integrati per
l'agricoltura, a cominciare dalla tutela della biodiversità, del risparmio idrico e promuovere
iniziative mirate alla valorizzazione delle aree marginali del Paese al fine di creare valori
aggiunti in campo ecologico ed economico.
Agricoltori attivi
La proposta è di:
- ammettere ai pagamenti diretti tutti i piccoli agricoltori le cui produzioni siano DOC, DOP,
IGT, IGP o Biologiche, mentre, per coloro che non abbiano tale requisito di escludere
coloro che ricavino dalle attività agricole pagamenti diretti inferiori al 2% dei proventi
totali ottenuti da attività non agricole (PD/R < 2%);
- limitare l'esclusione dai pagamenti diretti alle persone giuridiche il cui scopo sociale non
consiste nell’esercizio di attività agricola, quindi, tra questi molti enti pubblici attuali
(Comuni, Università, Istituti Tecnici Agrari, ex-Ipab) e privati (Assicurazioni, Banche,
Fondazioni) che sicuramente non hanno l’attività agricola nello scopo sociale, ma, che
attualmente sono beneficiari della PAC;
- confermare l'esclusione dai pagamenti diretti i titolari di domanda unica di pagamento e
gli agricoltori principalmente che appartengono a un lista nera (black list): aeroporti,
servizi ferroviari, opere idrauliche, servizi immobiliari, camping, tenute di caccia, tenute di
pesca e dell’acquacoltura, camping, attività minerarie, terreni sportivi e aree ricreative
permanenti nonchè le persone fisiche o giuridiche le cui superfici agricole sono tenute in
uno stato non idoneo per l’allevamento o la coltivazione e che non svolgono le attività
agricole secondo i principi della condizionalità e delle buone pratiche agricole.
Pagamento redistributivo per i primi ettari
Tale misura prevista al 30%, complessivamente 572.078.598,10 euro, appare ininfluente
per la Puglia si evidenzia che l'estensione media delle aziende pugliesi della superficie
agricola utilizzata è di 4,80 ettari, infatti, solo il 3% detiene una superfice superiore ai 30
ettari.
Pagamento per i piccoli produttori
Si ritiene fondamentale sostenere in Puglia il ricambio generazionale in agricoltura
incentivandolo al livello massimo possibile (2%). Con riferimento alla limitazione della
maggiorazione si propone che venga consentita fino a 90 ettari
Greening
Condivisibile è la proposta di evitare che l'applicazione del "greening" produca delle
distorsioni reddituali, nonché una diminuzione della produzione lorda vendibile, che può
solo essere stimata ma non adeguatamente compresa nei suoi effetti di riduzione
reddituale. Inoltre, che si sostenga la formula di un greening proporzionale al valore
unitario iniziale al 2015 in quanto ciò potrebbe favorire le colture con titoli storici più
elevati come l’olivo ed il pomodoro.
Superfici ammissibili
Si propone di considerare solo quelle che colture che generano reddito ed occupazione
includendo, quindi, i vigneti da vino, grano duro, pomodoro da industria e barbabietole
ridimensionando i pascoli apllicando coefficienti di riparametrazione molto forti rispetto
all’ettaro (per esempio 1 ettaro di pascolo = 0,15 Ha di superficie ammissibile) ed in ogni
caso resi ammissibili solo per le aziende che detengono direttamente capi zootecnici.
Convergenza interna
Si propone l'adozione a livello nazionale del “modello irlandese” che garantisce minori
perdite rispetto allo storico.
Regionalizzazione
Si propone che a livello nazionale si opti per una regionalizzazione su aree omogenee.
Requisiti minimi
la proposta è di fissare i requisiti minimi ad una soglia elevata, vicina o uguale al massimo
consentito di 200 euro e di ridurre ad 0,3 ettari la superficie minima ammissibile.
Riduzione progressiva
La proposta è quella di applicare il pagamento redistributivo fino al 5% in modo da
raggiungere, comunque, l’obiettivo della redistribuzione delle risorse senza penalizzare
ulteriormente le aziende medio-grandi che garantiscono occupazione, lavoro ed economia
per i nostri territori.
Trasferimento di risorse tra primo e secondo pilastro.
Si condivide la possibilità di trasferimenti di risorse dal primo al secondo pilastro solo se
funzionali allo sviluppo rurale e/o connessi all'esigenza di far fronte a improvvise
emergenze, quindi, che preveda l'istituzione di un fondo unico europeo per le avversità
ambientali, epizoiche in campo agricolo.
Inoltre, è auspicabile che nell'ambito dello sviluppo rurale si raccolgano con lo strumento
del partenariato europeo per l'innovazione, le sollecitazioni prodotte da molte
organizzazioni della società civile tese a privilegiare un modello di "innovazione interattiva"
che promuova l'avanzamento sociale e produttivo e che si pongano in essere, nel minor
tempo possibile, tutte le azioni necessarie a garantire le "condizionalità ex ante"
strettamente funzionali ad un'efficiente ed efficace attuazione dei programmi nazionali e
regionali, con particolare riferimento alle interrelazioni tra banche dati per il dialogo inter
istituzionale tra gli enti preposti al rilascio della documentazione necessaria per l'attività
istruttoria legata alla concessione dei benefici previsti dalla PAC.
Infine, che vengano adottate tutte le misure necessarie a migliorare l'operatività delle
strutture che intervengono nei processi di concessione ed erogazione dei benefici connessi
alla PAC.
Gianni Naglieri - Forum PD BAT