I pugni degli eroi. Robinson, Cerdan, Ali, Chavez... Con loro saliva

9.Innovazioni e brevetti
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Innovazioni e brevetti
Ricerca di base o pura realizzata in Università enti pubblici e
imprese private diretta ad individuare le conoscenze fondamentali.
Ricerca applicata legata all’ingegneria.
Sviluppo porta alla realizzazione di processi o prodotti fino allo
stadio della commercializzazione.
Innovazioni di prodotto quando si creano nuovi beni o servizi.
Innovazioni di processo quando si riducono i costi di prodotti già
esistenti.
NB: non sempre si può distinguere tra i due tipi di innovazione. Di
solito le innovazioni di prodotto sono anche di processo.
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Struttura del mercato e R&S
Quale struttura di mercato crea maggiori incentivi a investire in R&S?
Monopolio o concorrenza?
Schumpeter (1950) è a favore dei monopoli per due ragioni:
1) monopolio è il luogo naturale dove avviene la ricerca e si fanno le
innovazioni;
2) l’innovazione è un bene pubblico la cui fornitura deve essere
incoraggiata da opportune politiche (brevetti ma anche loro
effetti sulla diffusione delle innovazioni).
AT&T sembra confermare, fino alla fine degli anni ’80, l’ipotesi
Schumpeter (transistor, laser).
di
Si può però anche affermare che le imprese concorrenziali hanno un
incentivo più forte ad innovare
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Monopolio o concorrenza? 1
Mercato concorrenziale
• Prima dell’innovazione p = c e
π=0
• Dopo l’innovazione, l’impresa che innova può fissare p>c’, catturare
l’intero mercato e fare profitti: π = Q(c-c’).
• Le altre imprese non possono abbassare il prezzo perché farebbero
perdite.
• L’innovatore diventa ex- post monopolista (per legge o perché non
c’è
imitazione).
• Se le altre imprese riescono ad imitarlo permane la concorrenza e
π=0
Impresa monopolista
• Prima dell’innovazione l’impresa max π in corrispondenza a pNIm e QNIm
• Dopo l’innovazione l’impresa max π in corrispondenza a pIm e QIm
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Incentivi per innovare e forme di mercato
A
PmNI
PcNI
QmNI
qcNI
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Incentivi per innovare e forme di mercato
A
PmNI
PmI
A
B
C
D
E
PcNI
Pc
I
F
QmNI QmI
qcNI
qc I
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Monopolio o concorrenza? 2
L’impresa monopolista ha minor incentivo a innovare dell’impresa
concorrenziale perché dispone già di un profitto di monopolio
(effetto di rimpiazzo).
Effetto di rimpiazzo e ipotesi schumpeteriana: sono incompatibili?
L’idea che la grande impresa è fonte di progresso tecnico e investe in
innovazione è giustificata da:
- maggiore disponibilità di risorse rispetto a quelle più
piccole(imperfezioni del mercato dei capitali, accordi di
segretezza..).
- possibilità di autofinanziamento;
- possibilità di sfruttare le economie di scala e di varietà legate
agli investimenti in R&S.
NB: l’idea che la concorrenza sia superiore al monopolio è legata agli
incentivi ad investire e non alla capacità di investire.
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Conclusioni
La struttura di mercato non è quella della concorrenza perfetta
ma una forma di concorrenza dinamica che implica potere
di mercato o monopolio con elementi concorrenziali. Si
tratta della concorrenza potenziale di nuovi prodotti o
processi nei confronti di quello del monopolista.
Secondo Schumpeter è il processo di distruzione creatrice
Come può avvenire?
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Monopolio con gara
Hp: un monopolista e un potenziale concorrente vogliono
disporre del brevetto realizzato da un laboratorio che non
vuole o non può portarlo sul mercato.
Chi è disposto a pagare di più?
Il monopolista che fa già π
M
se lo acquista farà π
M
– somma
pagata per il brevetto;
Il potenziale concorrente se lo acquista, entra sul mercato,
compete con il monopolista e farà profitti di duopolio π D.
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Monopolio con gara
Quanto è disposto a pagare?
Il monopolista pagherà π M - π D;
Il concorrente pagherà π D.
Il monopolista paga di più dell’entrante se:
π M - π D> π D  π M > 2π D
Ovvero se i profitti di monopolio sono superiori a quelli di duopolio.
Il monopolista ha incentivo maggiore del potenziale concorrente
(ovvero perderebbe di più. A volte acquista il brevetto ma non lo
utilizza)
NB: la struttura di mercato si evolve verso quella che porta ad un livello
più elevato di profitti. (Es. Xerox).
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Efficienza dinamica
L’incentivo a innovare è legato all’appropriabilità dei
guadagni dell’innovazione e in definitiva a un certo grado di
potere di mercato.
Chi ha più incentivi ad innovare?
L’impresa concorrenziale con πNI = 0:
– innovazione introdotta se
πI > F
dove F è il costo dell’innovazione
Il monopolista (con πNI > 0) può avere minori incentivi ad
innovare dell’impresa concorrenziale:
– innovazione è introdotta se: πI –
πNI > F
NB: Garantire l’appropriabilità: una concorrenza troppo forte elimina
gli incentivi ad innovare
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Politica tecnologica
Lo stato favorisce lo sviluppo delle attività di R&S:
• Incentivi diretti finanziando investimenti in R&S delle imprese
private, enti pubblici e università.
• Incentivi indiretti proteggendo la proprietà intellettuale con un
sistema dei brevetti, con i marchi e i diritti d’autore.
Per essere tutelata l’innovazione deve essere utile e sconosciuta.
Diritti d’autore attribuiscono diritti con riferimento a espressioni
artistiche su qualche tipo di supporto (libri, CD,..). [fenomeno
della pirateria nel settore musica e software].
Marchi sono loghi o simboli che identificano un prodotto. Non
decadono mai.
Brevetti
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Incentivi indiretti: Brevetti.1
Tutela più ampia di tutte le espressioni di una idea innovatrice.
Obbiettivi:
• Incentivo alla ricerca perché attribuiscono un certo potere di
mercato, la possibilità di ottenere profitti di monopolio e ottenere una
quota dei benefici della produzione della conoscenza (internalizzare
le esternalità).
• Impedire la vendita legale delle imitazioni. Ci sono imitazioni ma
sono rallentate e più costose.
• Rendere pubbliche le informazioni dopo un certo periodo di tempo. Il
brevetto richiede di descrivere l’innovazione e ciò facilita, nel tempo,
il processo di diffusione. Per questo motivo alcune innovazioni
restano segrete (non brevettate).
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Incentivi indiretti: Brevetti.2
I vantaggi per la collettività (diffusione delle innovazioni) sono bilanciati
dai costi legati all’esercizio del potere di mercato.
Occorre individuare un sistema ottimale di brevetti che definisca tempi
non troppo lunghi e una copertura non troppo ampia (es Xerox) per
bilanciare i costi (prezzi di monopolio) con i benefici (nuove
invenzioni, maggiori informazioni).
NB: vi sono comunque inventori che operano per il piacere di fare
invenzioni o scoperte utili per la collettività (es. scoperte scientifiche,
LINUX).
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Incentivi diretti alla ricerca
1) Lo stato può incentivare direttamente la ricerca:
–
–
Concessione di crediti d’imposta (USA);
Finanziamento di programmi specifici.
In questo caso c’è un problema di informazione dello stato sui benefici
attesi e costi delle ricerca. Se l’informazione fosse perfetta lo stato
finanzierebbe il n°ottimale di imprese che porterebbe al beneficio
sociale netto più elevato.
Es.: Premio. Lo stato può fissare un premio in caso di successo. Si
configura come una gara a cui le imprese partecipano investendo in
ReS.
Per indurre il n° ottimale di imprese a partecipare occorre che:
Vincita attesa = costi in R&S
2) Lo stato può cofinanziare la ricerca con le imprese private.
Problemi:
• Il finanziamento statale spiazza quello privato?
• E’ opportuno avere finanziamenti congiunti?
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Incentivi diretti alla ricerca
Joint Venture (JV). Per ridurre le esternalità le imprese possono
sostenere congiuntamente i costi della ricerca.
Problemi:
– come scegliere il n° ottimale di imprese:
– free-riding se i risultati sono facilmente copiabili:
– JV può essere considerata attività che viola le leggi antitrust.
NB. Le JV sono comunque sempre più diffuse nei settori ad alta
tecnologia.
Conclusioni
Le politiche di incentivo in forma di:
– premi o finanziamenti diretti alla ricerca sono più efficienti;
– Brevetti sono meno efficienti perchè operano una distorsione (prezzi di
monopolio).
In assenza di informazione perfetta da parte dello stato si adottano di solito
i brevetti.
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Valore del Brevetto.1
Per capire quante imprese parteciperanno alla gara occorre valutare il
profitto di monopolio (πM) da cui si ottiene il valore del brevetto.
La durata del brevetto è essenziale per valutare il valore del brevetto.
Durata infinita: il πM è per sempre:
Valore del brevetto(v.a.b.) = valore attuale del flusso dei πM
v.a.b. = πM /i
Se tutte le imprese hanno la stessa probabilità di ottenere il brevetto,
il rendimento atteso di ciascuna è:
Rendimento atteso = v.a.b. · r(n)/n
Dove:
r(n) = probabilità che almeno una impresa faccia la scoperta;
n = numero delle imprese
NB: un’impresa partecipa se I costi di ricerca sono inferiori 17
ai
rendimenti attesi.
Valore del Brevetto.2
Durata finita: se il limite al diritto di monopolio è fissato a t anni, si
riduce il flusso dei πM e il valore del brevetto, in questo modo si
possono ridurre le spese di ricerca eccessive.
NB: Si tratta di trovare l’equilibrio tra creare l’incentivo a investire
(aumentare t) e evitare spese eccessive (diminuire t).
Evidenze empiriche:
– Opportuno definire intervalli di tempo con lunghezze diverse per
prodotti diversi;
– Se le innovazioni si succedono rapidamente i brevetti sono
inutili.
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Licenze.1
Il brevetto può essere utilizzato direttamente o ceduto con una licenza contro
pagamento di una somma di denaro (royalty).
C’è incentivo a concedere una licenza ?
1) Innovazione rilevante (drastica);
2) Innovazione irrilevante (non drastica).
Innovazione non drastica
– Mercato è in concorrenza;
– Prodotto omogeneo;
– n imprese;
– Tecnologia disponibile
Innovazione di processo
AC = MC = c
(costante)
c  c’
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Licenze. 2
Impresa con brevetto:
– Fissa il prezzo:
c’< p < c,
(c’< p) ed esclude le altre ( p< c);
– Non fa perdite
– Diventa impresa dominante;
– π = (c – c’) Q.
Impresa con licenza per l’uso del brevetto:
– La royalty unitaria ( r ) dipende dal prezzo massimo che il produttore è
disposto a pagare;
– Se p = c allora r = c – c’ cioè la differenza tra i due costi;
– La royalty totale è
R = (c – c’) Q
ovvero è uguale al risparmio di costo totale che è uguale al π che
l’impresa farebbe se non concedesse la licenza
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Licenze.3
Innovazione drastica.
– L’innovazione è tale che il prezzo di monopolio che si viene a determinare
dopo la sua introduzione è inferiore al livello di costo precedente;
– La royalty unitaria:
r = pM – c’ è inferiore alla riduzione del costo unitario:
pM – c’ < c – c’  pM < c
Conclusioni
1) Se il proprietario del brevetto è un produttore efficiente è indifferente
vendere il prodotto o vendere la licenza;
2) Se l’innovazione non è drastica:
- I guadagni per il produttore sono uguali alla riduzione dei costi:
- Per i consumatori I prezzi sono uguali.
3) Se l’innovazione è drastica:
- Il prezzo scende e la quantità aumenta;
- Il produttore non si appropria di tutti i benefici;
- I consumatori hanno un benessere più elevato.
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Considerazioni generali
Le
politiche a favore dell’innovazione tecnologica cercano di
incentivare la ricerca e di ridurre gli effetti legati ai fallimenti del
mercato:
– Esternalità  free riding per appropriarsi dei benefici;
– Differenza tra interesse pubblico e privato.
Le politiche vengono definite con riferimento a:
– Diritti di proprietà (brevetto è il più importante);
– Produzione pubblica (creazione di centri di ricerca pubblici,..);
– Sussidi
– Cooperazione (Joint Venture).
NB: si discute sul ruolo dei brevetti, soprattutto di quelli farmaceutici.
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