Valutazione del monoclonale CEA T84.66 e confronto con altri CEA test Evaluation of monoclonal CEA T84.66 and comparison with other CEA test F. Zagami*, C. Esposito* *, V. Crispo* *, G. Tarro** * Patologia Clinica. Presidio Ospedaliero di Randazzo U.S.L. 39 Bronte. Responsabile: Dr. F. Zagami. **Servizio di Virologia. Presidio Ospedaliero D. Cotugno, U.S.L. 41 Napoli. Direttore: Prof. G. Tarro. Reprint request to : email : [email protected] RIASSUNTO SUMMARY Reattività anticorporale anti CEA e presente in diversi sieri policlonali, mentre anticorpi monoclonali a migliore specificità hanno permesso una più precisa definizione delle caratteristiche immunologiche del CEA nei confronti di altre molecole analoghe. Mediante EIA e l'anticorpo specifico T84.66 è possibile misurare soprattutto il CEA (180 kD). In questo lavoro lo screening su 204 sieri da soggetti sani hanno mostrato valori CEA tra 1.2 e 2.0 ng/ml; 273 sieri da soggetti affetti da epatopatia cronica hanno mostrato invece valori di CEA tra 2.5 e 4.5 ng/ ml; 93 sieri da soggetti neoplastici hanno mostrato d'altra parte una differenza significativa (p. <0.01) con altri test in quanto il T84.66 non reagisce crociatamente con i CEA like che sono responsabili dell'errata classificazione di certi soggetti come CEA secretori. Pertanto i diversi risultati ottenuti in precedenza dai diversi autori sono da riferirsi al tipo di reagente usato tenendo sempre fermi parametri come la stadiazione e la variability antigenica cellulare. Antibody reactivity for CEA is present in various policlonal sera. whereas monoclonal antibodies with better specificity allow a better definition of immunological characteristics of CEA related to other analogues antigens. By EIA and MA T84.66 is possible to measure mostly CEA (180 kD). 204 sera from healthy individuals show CEA determination between 1.2 and 2.0 ng/ml; 273 sera from chronic hepatitis patients show CEA index from 2.5 to 4.5 ng/ml. 93 sera from neoplastic people show significant difference (p. <0.01) versus other test since MA T84.66 does not cross-react with CEA like molecules that lead to false classification of some subjects as CEA secretors. Therefore different results obtained earlier are due to the type of reagent used keeping fixed parameters as stadiation and cellular antigenic variation. Parole chiave: Anticorpi monoclonali, markers tumorali, CEA, marcatori oncofetali. Key words: Monoclonal antibody, tumour markers, CEA. oncofetal markers. Introduzione L'introduzione della tecnica degli ibridomi con la conseguente produzione di anticorpi monoclonali ha messo a disposizione dei reagenti immunitari che possiedono migliori caratteristiche di specificità; essendo infatti questi anticorpi monospecifici è possibile selezionare quell'anticorpo che riconosce il determinante (epitopo) presente sulla molecola bersaglio ed assente sulle altre strutture. Tuttavia bisogna tenere ben presente che l'anticorpo monoclonale non rappresenta il sinonimo di specificità assoluta. Infatti, nonostante che il bersaglio dell'anticorpo sia una sequenza peculiare della molecola e, che non sia quindi rintracciabile su altre strutture, l'anticorpo potrà reagire anche con strutture simili a quella bersaglio (1). Studi recenti hanno infatti dimostrato che pur nell'ambito degli anticorpi monoclonali ci troviamo dinanzi a casi di Giorn. Ital. Pat. Clin. Vol. III, N. 1. Febbraio - 1988 reazione crociata per somiglianza epitopica con varie molecole di diversa origine, funzione e significato biologico (2). Bisogna considerare inoltre che se l'impiego dei monoclonali in campo diagnostico dice qualcosa di più in termini di specificità, riducendo il margine delle false positività, preoccupa il fatto che la assidua ricerca sulla specificità non comporti eccessivi sacrifici della sensibilità che resta pur sempre un requisito essenziale di ogni metodologia di diagnosi (3). In campo oncologico i monoclonali, dopo le prime speranze hanno parzialmente deluso le aspettative; infatti si può affermare che nessuno dei reagenti finora ottenuti si è dimostrato realmente tumore specifico, e se ne sono studiati più di 1.000 (4). In merito al marcatore «oncofetale» più studiato in oncologia, il CEA, la ricerca si e adoperata a realizzare monoclonali sempre più specifici al fine di ottenere una maggiore garanzia interpretativa degli esiti (5). L'anticorpo con il più ampio spettro di reattività CEA riconosce nel plasma 4 antigeni differenti, CEA correlati, che possiedono rispettivamente un peso molecolare di oltre 200 kD, di 177 kD (questo antigene potrebbe essere CEA), di 114 kD e di 85 kD. Pertanto nell'ambito della reattività anticorporale tale tipo di anticorpo identifica tutta una serie di molecole che antigenicamente sono CEA like (Tabella 1). Infatti è possibile suddividere la complessa famiglia delle sostanze immunologicamente correlate al CEA in tre grandi gruppi. Il primo gruppo è costituito dalle molecole che legano tutti gli anticorpi monoclonali : ne fanno parte il CEA (180 kD), l'antigene plasmatico 1 (PA-1 > 200 kD), l’antigene plasmatico 2 (PA-2, 177 kD). Il secondo gruppo è costituito dalle molecole che legano 4 anticorpi : il CRA (Cross-ReactiveAntigen 130 kD) e l'antigene del meconio (NCA-II, 165 kD) (6). L'ultimo gruppo è rappresentato dalle molecole che legano i monoclonali aspecifici cioè quegli anticorpi che reagiscono con l'antigene dei granulociti (NSA - Non Specif Antigen); a questo gruppo appartengono le molecole con più basso peso molecolare tra cui l'antigene biliare (PA-4, 85 kD), l’NCA-50, l’NCA-60, l’NCA-95, l’antigene plasmatico 3 (PA-3, 114 kD), l'antigene plasmatico 4 (PA-4, 85 kD) (7). Naturalmente l'elenco di queste sostanze non è qualcosa di rigidamente definito in quanto i diversi autori che hanno Giorn. Ital. Pat. Clin. Vol. III, N. 1. Febbraio - 1988 studiato il problema hanno proposto denominazioni diverse per i vari antigeni cross-reagenti, descrivendo omologie e differenze rispetto al CEA in funzione del reagente di riconoscimento impiegato. Pertanto la ricerca immunologica, producendo un numero sempre maggiore di reagenti monoclonali a migliore specificità, ha condotto ad una più adeguata definizione delle caratteristiche immunologiche del CEA nei confronti di altre molecole ad esso imparentate immunologicamente. Ultimamente è stato prodotto un tipo di monoclonale definito T84.66 che non sembra reagire con i CEA like in quanto riconosce un singolo epitopo presente sul CEA e la cui costante di affinità per questa molecola risulta essere da 2 a 10 volte superiore agli altri tipi di anticorpi anti CEA (Tabella 2) (8, 9). Tuttavia va sottolineato che anche l'anticorpo specifico T84.66 reagisce con le molecole ad alto peso molecolare (> 200 kD, 177 kD) presenti nel plasma anche se non vengono riconosciute le molecole a peso molecolare inferiore (114 kD, 85 Kd) (10). Tali dati introduttivi sembrerebbero di buon auspicio al fine del miglioramento della specificità diagnostica evitando in tal modo le false interpretazioni dal punto di vista clinico. abbiamo studiato 93 sieri, conservati presso la nostra banca sieri, provenienti da soggetti neoplastici accertati e positivi al test CEA overnight (Roche) di questi il 77,4% risultava positivo anche al test EIA-Rapid (Roche). Si e impiegato per la ricerca il kit «CEA Duomab-60 EIA ROCHE» basato su un sandwich con un anticorpo monoclonale (T84.66) fissato su biglia e uno libero marcato con perossidasi. Per la valutazione della correlazione tra gli esiti CEA overnight, CEA-EIA-Rapid e CEA T84.66 ci si è serviti per il calcolo della t di Student per dati appaiati. Risultati e Conclusioni L'analisi dei risultati sui 204 sieri provenienti da soggetti apparentemente sani dimostra (Graf. 1) che il picco di massima osservazione di esiti CEA si osserva intorno a 1.5 ng/ml con base tra 1.2 e 2.0 ng/ml con una curva di distribuzione che precede e che segue senza significatività. Materiali e Metodi Sono stati esaminati 204 sieri provenienti da soggetti apparentemente sani al fine di stabilire col monoclonale T84.66 un cut-off normale; mentre per la individuazione dell'«area decisionale» tra il sano e il malato, abbiamo studiato 273 sieri provenienti da soggetti affetti da varie forme di epatopatia cronica. Nel razionale della ricerca al fine di poter dare una valutazione sulla positività espressa dal monoclonale T84.66 Grafico 1 Giorn. Ital. Pat. Clin. Vol. III, N. 1. Febbraio - 1988 Gli esiti rilevati sui 273 sieri provenienti da soggetti affetti da varie forme di epatopatia cronica (Graf. 2) mostrano un ampliamento della base di osservazione tra 2.5 e 4.7 con un picco intorno a 3.5 ng/ml. Il prolungamento della curva verso valori più alti presenta un'area che può dimostrare notevole difficoltà diagnostica che si prolunga fino a 6.5 ng/ml, ambito in cui possono cadere diverse situazioni neoplastiche e non. Questi dati ci hanno indotto a non variare il valore cut-off di significatività che è stato mantenuto attorno a 3.0 ng/ml per non incorrere in eccessive perdite in caso di innalzamento o in eccessive sovrastime in caso di abbassamento. Relativamente alla valutazione di confronto tra gli esiti ottenuti con i diversi kits nei sieri di neoplastici (Tabella 3) della nostra banca sieri, l'analisi dei risultati ha mostrato una differenza statisticamente significativa delle positività CEA T84.66 rispetto agli esiti ottenuti con il test overnight (p < 0.01) mentre la rispondenza delle positività tra il test EIARapid e il T84.66 sono quasi sovrapponibili (p > 0.05) tranne per alcuni sieri che risultavano positivi borderline al primo test erano invece negativi con il T84.66. Una riflessione meritano alcuni esiti etichetatti come CEA positivi col test overnight smentiti poi dal T84.66 (Tabella 4); addirittura nel caso n° 1, paziente con neoplasia rettosigma trattato chirurgicamente, presento a seguito di recidiva un valore al test overnight di 4.2 ng/ml ma lo stesso siero testato col monoclonale T84.66 dava un esito di 2.3 ng/ml. (11). Tale diversità di risultati potrebbe essere imputata ad una ridotta sensibilità del test col monoclonale T84.66, cosa del resto poco probabile considerando l'eccessiva perdita del biomarcatore rilevato nelle singole indagini, più veritiera appare invece l'affermazione che trattavasi di positività del test overnight da cross-reazione con i CEA like che ha condotto ad una mal catalogazione di questi soggetti come CEA secretori. Giorn. Ital. Pat. Clin. Vol. III, N. 1. Febbraio - 1988 In effetti altri autori hanno osservato casi di CEA sierico elevato studiato con anticorpi policlonali in assenza però dell’antigene a livello delle cellule neoplastiche studiato con anticorpi monoclonali (12). Sulla base delle indicazioni date dalla nostra ricerca si evincono 3 considerazioni. A) nella ricerca dei biomarcatori è molto importante in- dicare oltre che il tipo di marcatore ricercato anche il monoclonale che è stato impiegato per la determinazione, ciò in quanto indagini eseguite con monoclonali differenti conducono ad una diversa risposta che è in rapporto alla specificità anticorporale del monoclonale usato. Difatti a tutt'oggi la diversità di esiti ottenuti con i biomarcatori oltre che essere in relazione alla stadiazione e alla variabilità antigenica della cellula neoplastica può essere posta in buona parte dalla diversa metodologia diagnostica impiegata (13). Pertanto quando un soggetto viene testato per quel marcatore con quel tipo di metodologia diagnostica, un altro tipo di approccio può dimostrarsi abbastanza deleterio per i risvolti pratici. B) Che il CEA ricercato col monoclonale T84.66 si dimostra di indubbia utilità in quanto può avvicinarsi alla realtà fenotipica della cellula neoplastica operando un distinguo tra secretori e non (ciò potrebbe essere meglio definito con uno studio combinato sierico e cellulare applicando il monoclonale in questione) pur nella consapevolezza delle molteplici variabili che conducono alla rilevazione sierica di un indicatore (3). C) Infine, l’impiego del monoclonale T84.66 certamente porterà ad un ridimensionamento delle percentuali di neoplastici CEA positivi ma tale considerazione più che essere un peggioramento risulterà, alla luce delle nostre osservazioni, di grande conforto diagnostico. Giorn. Ital. Pat. Clin. Vol. III, N. 1. Febbraio - 1988
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