Servamp 01

N° 142
ALTI DOSAGGI OSSICODONE/NALOXONE SU DOLORE NON ONCOLOGICO. UNA
SERIE DI CASI.
Domenico Russo, Alessia Massicci, Chiara Venditti, Eleonora Papuzzo, Francesco Baratta
(Tutti gli autori dell’ Hospice San Marco – Latina)
Premesse: L’utilizzo di Ossicodone/Naloxone si è mostrato sicuro ed efficace anche a dosaggi
superiori a 80/40 mg/die. Le esperienze con alti dosaggi sono riferite più spesso a dolore
oncologico mentre sono scarsi i dati sul dolore non oncologico.
Nella nostra esperienza abbiamo utilizzato Ossicodone/Naloxone a dosi superiori a 80/20 mg/die
in casi selezionati e per periodi limitati, su pazienti con dolore rachideo severo, di natura non
neoplastica. In questa segnalazione riportiamo sinteticamente una serie di 4 casi di tale utilizzo.
Caso 1: Maschio di 46 anni, con lombo sciatalgia severa da ernia discale. Precedentemente in
trattamento con Tapentadolo 500 mg/die senza beneficio è passato a Ossicodone/Naloxone 10/5
mg/die ed ha raggiunto progressivamente il dosaggio di 120/60 mg/die in circa 4 settimane. Il
beneficio ha iniziato a manifestarsi a partire da 40/20 mg/die ed è successivamente aumentato ad
ogni incremento del farmaco. Il sollievo è stato completo alla dose 120/60 mg/die e il farmaco è
stato mantenuto per più di due mesi. Successivamente è iniziato un progressivo divezzamento,
durato circa sei settimane senza ripresa della sintomatologia dolorosa.
Caso 2: Femmina di 81 anni con grave osteoporosi e crolli vertebrali, già in trattamento con
Ossicodone/Naloxone 80/40 mg/die che riduceva il dolore ma senza completo beneficio. E’ stato
deciso incremento di dosaggio che ha raggiunto in circa dieci giorni 160/80 mg/die con significativo
miglioramento della sintomatologia e soddisfacente ripresa delle attività quotidiane. Il trattamento è
stato protratto per sei mesi e poi successivamente ridotto fino a 40/20 mg/die, dosaggio
attualmente in corso.
Caso 3: Maschio di 67 anni affetto da manifestazioni artrosiche lungo tutto il rachide, che
presentava lombalgia precedentemente trattato con Diclofenac senza beneficio ma con gastralgia.
Ossicodone/Naloxone è stato titolato a partire da 5/2.5 mg/die, fino a raggiungere il dosaggio
massimo di 100/50 mg/die in circa dieci giorni con completo beneficio. Il dosaggio è stato
mantenuto per circa un mese e poi ridotto progressivamente fino a 60/30 mg/die, dosaggio
attualmente in corso.
Caso 4: Donna di 57 anni affetta da dolore neuropatico severo, insorto dopo intervento di
rimozione di astrocitoma dorsale. Il suo trattamento era costituito da Ossicodone 80 mg/die e
causava stipsi importante, senza completo beneficio. Il passaggio a Ossicodone/Naloxone 80/40
mg/die ha risolto la stipsi ed il farmaco è stato successivamente aumentato fino a 160/80 mg/die
con miglioramento della sintomatologia (riduzione del dolore del 50%). E’ stato deciso in questo
caso di non aumentare ulteriormente il dosaggio a causa delle caratteristiche psicofisiche della
paziente.
Nessuno di questi pazienti ha avuto effetti avversi, tali da richiedere un trattamento specifico.
Conclusioni: Pur coi limiti di una serie di casi, la nostra esperienza ci permette di suggerire che
alti dosaggi di Ossicodone/Naloxone possono essere sicuri ed efficaci in pazienti con dolore
severo, anche non oncologico.
Certamente il trattamento a lungo termine con oppiacei richiede precauzioni e stretta sorveglianza,
in mancanza di studi conclusivi sulla questione. E’ comunque nostra opinione che, di fronte a
dolore severo di qualsiasi origine, alti dosaggi per una durata limitata di trattamento possano
essere raggiunti senza timore e con ottimi risultati.
Va fatta una importante distinzione tra il raggiungimento di alti dosaggi e l’escalation delle dosi, in
presenza di assuefazione o, peggio, di iperalgesia da oppiacei. Il discrimine fra le due situazioni è
appunto il beneficio: aumentare la dose in seguito ad un beneficio parziale ma significativo del
dosaggio precedente è ben diverso da un aumento deciso in seguito ad inefficacia del dosaggio
precedente. Nel primo caso gli alti dosaggi, se tollerati, sono pienamente giustificati dal risultato
raggiunto, mentre nel secondo possono essere addirittura fonte di un peggioramento della
sintomatologia dolorosa.