Elenco votanti docenti scuola superiore di primo grado

Cara Collega,
ho raccolto, seppure con tempi un po’ lunghi, alcuni contributi dai colleghi per il lavoro del gruppo
n. 3, sottogruppo “personale”.
Riassumendo, la situazione si presenta in questo modo:
-
Incentivi al personale docente
Risulta che solo Bologna ha approvato (dal 2000) un regolamento attuativo della L. 448/98 per
incentivare i docenti/ricercatori che partecipano a programmi di ricerca internazionali, ma presso
alcune Università è allo studio la possibilità di adottare iniziative analoghe.
A Bologna il regolamento prevede un “gettone” di 1033 euro per i responsabili di unità operative e
di 2066 euro per i coordinatori di progetti di ricerca internazionali.
Forme di incentivo consistenti nell’assegnazione di fondi per agevolare la presentazione di progetti
sono state adottate dalle Università di Bologna e Catania. Le modalità sono abbastanza simili e
prevedono di rimborsare costi di missione, ospitalità partner e traduzione connessi al progetto in
preparazione.
-
Incentivi al personale non docente
Nessuna Università ha adottato meccanismi di incentivazione per il personale tecnico/
amministrativo
- Utilizzo di overheads per contribuire al bilancio di Ateneo/dipartimento
Presso l’Università di Perugia viene operata una trattenuta fino al 5% a favore del bilancio
universitario per coprire maggiori costi di formazione e assistenza. Analoga possibilità è all’esame
presso l’Università di Bologna.
Presso Catania e Bologna, alcuni dipartimenti prevedono di acquisire una modesta quota dei fondi
UE per contribuire alle spese di funzionamento.
-
Costituzione di organismi interni per la certificazione dei costi
A Bologna e Catania si sta valutando l’opportunità di costituire un nucleo interno di certificazione.
Se questa scelta non resta isolata a pochissime università, sarebbe auspicabile stabilire almeno
criteri comuni per l’adozione di un tariffario interno/esterno e forse si dovrebbe intraprendere una
iniziativa per la validazione da parte della Commissione Europea.
Si potrebbe inoltre pensare anche a un corso di formazione per auditor comune a tutti gli operatori
universitari, con costo ripartito sui partecipanti.
ALTRI ARGOMENTI
Reti Marie Curie
Vorrei portare all’attenzione della CRUI la necessità di coordinare a livello nazionale universitario
la gestione delle fellowships Marie Curie al fine di :
- non incorrere in rilievi della Commissione Europea in relazione a disparità di trattamento verso i
fellows
- prevenire contestazioni in occasione della certificazione dei costi
- non adottare modelli contrattuali e/o tabelle di costi difformi
- contribuire con un modello unico eventualmente da rendere disponibile nell’ambito del portale
dei ricercatori
Ho partecipato di recente ad un incontro sul tema (presenti il funzionario CE responsabile, il
delegato nazionale, il national contact point e il consulente di APRE) da cui sono emersi i seguenti
aspetti:
- è ammesso il contratto CO.CO.CO in alternativa all’assunzione a tempo determinato
- la tabella da utilizzare per l’Italia è quella del costo di “recruitment” e non quella di “fixed
amount” moltiplicata per i coefficienti correttivi.
Suggerisco di esaminare la possibilità di validare il modello contrattuale CO.CO.CO. in quanto
garantisce le necessarie coperture al beneficiario senza vincolarlo alla posizione di dipendente
(orario di servizio, ferie, malattie ecc., maggiori oneri previdenziali ecc.)
Aspetti finanziari
Per l’aspetto finanziario, propongo di approfondire in sede CRUI i criteri per la scelta del modello
di costo, sulla base dei draft del VI PQ e del regolamento finanziario CE e possibilmente di adottare
un documento di indirizzo per le Università che tenda a favorire un approccio unitario per la scelta
del modello.
Al fine di evitare rilievi in fase di certificazione dei costi, sarebbe anche auspicabile che il modello
prescelto fosse unico almeno a livello di Ateneo e che fosse deliberato o ratificato dal Consiglio di
Amministrazione per renderlo in qualche modo ufficiale.