la (ri)conquista del West: i neo-pionieri di musica, Moda e street art arrivano in massa per vivere l’energia tellurica di L.A. La città che invita agli esperimenti e perdona gli Sbagli KENT TWITCHELL. COURTESY MICHAEL MALTZAN ARCHITECTURE/HARGREAVES ASSOCIATES O scosse di Sabine Bouvet Bride & Groom di kent twitchell, uno dei murales mantenuti dal mural conservancy. A sinistra, il six street viaduct, progetto di viabilità (non ancora terminato), che muterà lo skyline urbano. scosse e riscosse 4 6 3 2 5 5 4 58 mc GETTY IMAGES. COURTESY HAUSER & WIRTH. COURTESY THE BROAD. IMAXTREE.COM. © MELISSA RICHARDSON BANKS 1 1. hedi slimane, direttore creativo di saint laurent. 2. Aprirà a gennaio 2015, in un ex mulino di Downtown, la sede a l.a. della leggendaria galleria d’arte hauser Wirth & Schimmel. 3. l’arts district Map by downtown muse, di Melissa Richardson, in vendita da Hammer & Spear. 4. Del Los Angeles design group (theladg.com) gli interni del negozio RK apothecary, a santa monica. 5. Le sorelle aura e kate Mulleavy, creatrici e fondatrici di rodarte. 6. we are known by the company we keep, scultura di d. o. c. (desire obtain cherish), considerato tra i 50 migliori artisti di oggi ad art basel. 7. love your bean, installazione di cosimo cavallaro, italo-canadese che vive a l.a. 8. il rendering di the broad, il nuovo museo d’arte contemporanea The broad, firmato da diller Scofidio + renfro. 9. jeremy scott, stilista “in proprio” E direttore artistico di moschino. 10. Nicola formichetti, italo-jap, direttore creativo di diesel e “fashion influencer”. 11. untitled, opera di lecia dole-recio esposta alla mostra made in l.a. 2014 (fino al 7/9). 13. una foto di garret suhrie, protegé di david lachapelle, della serie the wanderer. 13. un progetto di heather flood per punk’d, mostra di design alla Sci-arc gallery fino al 3/8). è l’ e s a t t o c o n tr a r io di Ne w Yor k . Ma a nche l’esatto contrario di se stessa. Negli anni 90 è stato il simbolo della disumanizzazione made in Usa, l’epicentro del cinismo ampiamente (de)scritto nei romanzi di Brett Easton Ellis o di James Ellroy. Oggi è il nuovo Eldorado dei creativi e de- 7 gli artisti che arrivano in massa dalla East Coast, calamitati da un’energia elettrica e caotica almeno quanto la sua geografia: letteralmente spiazzante. Los Angeles non ha un centro né una periferia, è un agglo13 merato di quartieri grandi come cittadine (West Hollywood, Bever12 ly Hills, Santa Monica sono tutte delle enclave indipendenti), è un’«Ikea urbanistica», come ha detto Mario Fortunato, lo scrittore che qui fa parte di una fondazione che dà soldi a giovani colleghi esordienti. Tanto New York è goticamente verticalizzata, tanto Los Angeles si distende in orizzontale, come una paciosa e viziosa signora, su 13 km quadrati di parchi e asfalto. Quasi 11 tutti vivono in una casetta con il 8 “backyard”, il giardinetto dietro, e gli affitti sono più bassi - o lo erano fino a pochi anni fa - rispetto a quelli dell’altra costa. Sono rimasti solo gli irriducibili hipster a voler abitare dentro i (pochi) grattacieli presenti. Multietnica per vocazione e per destino, ci coabitano non solo quasi tutte le etnie del pianeta, ma anche tutte le sue espressioni e i suoi desideri. Perché a L.A. il gusto è questione di gusti e quindi “buono” o “cattivo” non sono aggettivi adatti a definirlo. Il Far West è sempre meno “Far” ma rimane, co7 munque (anzi, forse lo è di più) “West”: nel male ma soprattutto nel bene. Appannato il mito di Hollywood, in piena crisi di 10 9 scosse e riscosse 4 3 6 5 COURTESY EMERSON COLLEGE. © RENZO PIANO BUILDING WORKSHOP/© STUDIO PALI FEKETE ARCHITECTS/© A.M.P.A.S. COURTESY LALA GALLERY. idee, qui oggi si incarna un altro moderna», secondo Renzo Rosso, sogno: quello di chi lavora con patron di Diesel. La città vive una l’estro, la fantasia, l’arte. Nello spa- “Fashion Renaissance” che si nutre zio di pochi anni, Los Angeles è di- di una coolness diffusa sul territoventata la piattaforma dell’inven- rio, corroborata dallo sbarco sul Pazione.1Hedi Slimane non ha forse cifico anche dall’approdo di galleri1 trasferito qui, da Parigi, il suo uffi- sti, musicisti, fotografi. Questa sua cio stile per creare le collezioni capacità di attrazione verso tutto e Saint Laurent? Quando la notizia è tutti corrisponde al carattere proteiarrivata sui giornali ha avuto l’effet- forme. Unico neo: L.A. è da perto di una bomba nel microcosmo correre in automobile, come in un della moda. Inoltre, dal momento road movie o in un film di David in cui il designer ha deciso di stabi- Lynch. L’attitudine green e il bon lirsi qui, si è come dischiusa in lui ton ecologista qui non hanno grananche2 un’ispirazione differente - di riscontri, mica siamo a San Franpiù rock, più underground, più spe- cisco. Dicono: “Nobody walks in rimentale - nella moda. Tanto da LA” cioè “Nessuno cammina a Los stabilire immediatamente, con i Angeles”: è proprio vero. Per potermusicisti d’avanguardia, un patto 3 ti muovere necessiterai di un mezzo di mutua ispirazione: il Project di trasporto a quattro ruote. Giusto Music, visibile sul sito Saint Lau- qualche stravagante ambientalista 2 rent (ysl.com). Lo stilista fotografa gira in bici a Downtown e Silver cantanti e compositori più o meno Lake. Del resto, la bellezza losangeestablished di tutti gli Usa, dopo lina cresce sulle contraddizioni: le aver prestato loro alcuni capi di sta- architetture giganti e i canyon, i gione. Il risultato? Molti di loro di- grandi studios e le spiagge lunghisventano protagonisti per l’adverti- sime, gli hotel giganteschi e gli sing del mitico brand, come Chri- enormi spazi verdi (163 km di sabstopher Owens, musicista che, ben- bia e 63 km di prati). ché sia nato a Miami, incarna secondo Slimane «lo spirito libero e È in questa compresenza di anarchico» della città. Lo ha seguito natura ostinata e prepotente e di Jeremy Scott, ora alla direzione ar- fantasioso intervento umano che è 6 tistica di Moschino, con un curri- possibile una chiave di lettura del culum che comprende anche la sua suo rinnovato successo. I ricchi 4 5 ma linea eponima e una collaborazione vanno a cavallo nei loro ranch con Adidas (anche lui, come il cre- lavorano in uffici progettati da arativo di Saint Laurent, viveva nella chistar. C’è chi fa surf a Malibu la capitale francese). Hanno a L.A. il mattina presto e alle 9 si presenta loro headquarter: le sorelle Kate alla scrivania. Un esempio? Basta and Laura Mulleavy, più note con prendere la leggendaria Mulholland il marchio Rodarte, nate a Pasade- Drive (sì, quella del film di Lynch) na, che pensano qui le visionarie e seguirla sempre in tutti i suoi torcollezioni presentate alla New York nanti per finire all’Old Place CorFashion Week; Nicola Formichetti, nell, locale famosissimo in stile wedirettore artistico di Diesel (e fami- stern, più “autentico” di un film gerato autore del vestito di bistec- con John Wayne: disorientamento che di Lady Gaga), una delle «forze totale garantito. Lo stesso che si creative più influenti sulla moda può trovare a Venice Beach, «la 1. l’ela (emerson College los angeles) disegnato da thom mayne, di morphosis architects: si insegna (e si impara) a lavorare nell’industria dei media e dell’entertainment. 2. CHRISTOPHER OWENS, rock singer e modello per saint laurent paris. 3. gli chef ori menashe e genevieve gergis del ristorante bestia. 4. la piscina di uno dei toy factory lofts, nucleo di linear city, esempio di riqualificazione urbana. 5. il rendering della grande sala del new academy museum of motion pictures, ideato da renzo piano. 6. le warpaint, band musicale tutta al femminile di rock e musica sperimentale. 7. un’architettura mai realizzata, tratta da reinventing los angeles (metropolis books), volume di disegni architettonici. 8. Zachary Cole Smith (ultimo a destra) è il frontman del gruppo DIIv: anche lui ha posato per hedi slimane nella campagna di saint laurent paris. 9. di d. o. c. (desire obtain cherish) la scultura pop assorted meltdowns. 10. un murales da visitare in un tour. è l’iniziativa l.a. freewalls project: pareti di palazzi dipinti sui muri nelle “enclave” dell’arts district (a cura della galleria lala e di cartwheel art). 11. la reception dell’ace downtown hotel; è stato aperto nello storico building della united artists costruito nel 1927. Prima ospitava i mitici maverick studios e oggi, col suo stile “gotico ispanico” È diventato un hot spot. 10 11 7 9 8 Altre opere del Freewalls project: lo ha “inventato” la galleria lala (lalaarts.com) per valorizzare la street art, «proibita fino a pochi anni fa», dice il titolare dan lahoda. spiaggia più cool degli Usa» che fa venire voglia di rendere grazie all’Universo per aver inventato il paesaggio e la follia umana (se gli umani sono di buonumore). A Venice l’Abbott Kiney è la strada più famosa e - cosa assai bizzarra - ci si può anche passeggiare: un lusso autentico che merita almeno una pausa relax da Gjelina, ristorante ora molto in voga. Un po’ più lontano, si passa a Rose Avenue, dove le enoteche dei vini della Napa Valley offrono degustazioni di cru locali, mentre si è al bordo dell’oceano. Si nutre il corpo e l’anima con la stessa pervicacia di chi pratica forsennatamente lo yoga, da Gratitude, dove si mangia healthy e vegetariano, mentre il drink (normalmente postsbronza) lo si beve da Moon Juice. Qui sono consigliati gli elisir di mandorle e di datteri del deserto. Magari non saranno miracolosi, ma sono davvero ottimi. Siccome i mezzi di trasporto pubblici non sono efficienti né sicuri, invitare la gente ad andare a piedi 62 mc sembra essere l’attività maggiormente promossa dalle autorità losangeline, intente a scoraggiare gli abitanti dal lasciare in garage le automobili. Il programma di addestramento pedestre The Great Streets l’ha portata al 18° posto delle “Most Walkable City” degli Stati Uniti (fino a qualche anno fa era quasi in fondo alla graduatoria), ma sicuramente è l’arte il motivo per cui il bighellonare conosce una ragione in più. L’Arts District (chiamato così quando nel 1981 venne emanata un’ordinanza denominata “Artists in Residence” che permetteva l’uso residenziale di vecchi edifici industriali) è al centro di progetti sempre interessanti. L’ultimo riguarda i murales, per cui è stata appositamente creata un’organizzazione, la Mural Conservancy of Los Angeles. Ha fatto sì che non solo non fossero più considerati illegali (dal 2002) e quindi proibiti, ricoperti e cancellati. Oggi vengono proposti tour guidati per ammirarli come in un museo a cielo aperto e già si pensa di ribattezzare la città «The Mural Capital of the World». L’arte contemporanea trova altri luoghi di aggregazione da aggiungere al già istituzionale LACMA, il Los Angeles County Museum of Art: per esempio, la District Gallery, iniziativa nata dal Los Angeles Downtown Arts District Space (LADADSpace) che sotto la direzione di Timothy Keating e Jonathan Jerald e Guy Zimmermann ha la missione di costruire un centro artistico con un teatro, una galleria d’arte e un luogo dove poter fare performance e/o convegni. E l’arrivo a Downtown della prestigiosa galleria Hauser Wirth & Schimmel in quello che un tempo era un mulino, ha ricevuto perfino il plauso del sindaco Eric Garcetti. Una città che è in costante evoluzione rimanendo comunque se stessa: confusa e felice. Ma soprattutto, un posto dove «puoi permetterti il lusso di sbagliare e poi rialzarti. A New York, se fai una mossa falsa, non sei perdonato». Parola di Moby, il dj che da un anno si è trasferito a Los Angeles da New York. Con tutte le intenzioni di rimanerci. o (Ha collaborato Antonio Mancinelli) COURTESY LALA GALLERY scosse e riscosse
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