Rassegna stampa 8 ottobre 2014

Rassegna Stampa
Ambiente, Ecologia
Corriere della Sera (Ed. Bergamo): L'ex sindaco di Paladina (Pd) alla guida del Parco dei Colli..................
L'Eco di Bergamo: Parco dei Colli, Locatelli è il nuovo presidente .................................................................
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Cultura, Turismo, Sport
Corriere della Sera (Ed. Bergamo): Sponsor, fisco e coraggio ed è nato Io, Arlecchino................................
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Economia e Lavoro
L'Eco di Bergamo: Fallimenti, a falcate Bergamo si avvicina al nuovo record ................................................
L'Eco di Bergamo: Vigili, 835 domande per due soli posti Concorso rimandato all'anno prossimo................
L'Eco di Bergamo: Terme, 30 posti di lavoro Oltre mille le richieste ..............................................................
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Provincia & Città
L'Eco di Bergamo: La Valle Brembana: siamo stati presi in giro «Si va verso lo smantellamento................. 9
L'Eco di Bergamo: Solo 162 parti in un anno Chiude il punto nascita ............................................................. 10
Pubblica amministrazione
L'Eco di Bergamo: Pubblico impiego, venerdì presidio sindacale unitario ...................................................... 12
Varie del giorno
Corriere della Sera (Ed. Bergamo): Violenza sulle donne, il 70% non denuncia Un episodio su tre ............ 13
Il Sole 24 Ore: Auto nuove, niente bollo e più deduzioni .................................................................................. 14
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Corriere della Sera (Ed. Bergamo)
L'ex sindaco di Paladina (Pd) alla guida del Parco dei Colli
Data:
08/10/14
L'ex sindaco di Paladina (Pd) alla guida del Parco dei Colli
CORRIERE DELLA SERA - BERGAMO
sezione: Cronache data: 08/10/2014 - pag: 4
L'ex sindaco di Paladina (Pd) alla guida del Parco dei Colli
L'ex sindaco di Paladina, Oscar Locatelli, è il nuovo presidente del Consiglio di gestione del Parco dei Colli. Lo
ha deciso ieri l'assemblea della Comunità del parco, formata dei sindaci dei 10 Comuni (in larga maggioranza
guidati dal centrosinistra) soci dell'ente e dalla Provincia di Bergamo, rappresentata dal neo presidente Matteo
Rossi (Pd). Locatelli, proposto da Sorisole, è stato votato all'unanimità, se si eccettua l'astensione del sindaco di
Torre Boldone, Claudio Sessa: sempre durante la seduta sono stati eletti come consiglieri il Renato Ferlinghetti
(docente universitario proposto da Ponteranica), Angelo Colleoni (architetto vicino a Sel) e l'avvocato Gemma
Simolo, proposta da Gorle. Manca ancora il nome del quinto consigliere, che verrà indicato dall'assessorato
all'Ambiente della Regione, guidato da Claudia Terzi, ma con 4 eletti su 5 il nuovo Consiglio è di fatto già
operativo. Il rimpasto giunge al termine di un'estate complicata, che aveva portato alle dimissioni prima del
vice presidente Santo Giuseppe Minetti (contrario all'ospitalità alla Cà Matta di Ponteranica offerta dal Parco
ai profughi provenienti dall'Africa), poi del presidente Lucio Marotta e infine dell'assessore di Sorisole Nicola
Bombardieri. F.Sp. RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomento:Ambiente, Ecologia
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L'Eco di Bergamo
Parco dei Colli, Locatelli è il nuovo presidente
Data:
08/10/14
Parco dei Colli, Locatelli è il nuovo presidente
L'Eco di Bergamo
pagina: 31 sezione: Cronaca data: 08/10/2014
Parco dei Colli, Locatelli è il nuovo presidente
Scelta quasi plebiscitaria per l'esponente Pd, ex sindaco di Paladina Scheda bianca di Sessa, unico centrodestra
nella comunità dell'Ente
«Un patrimonio da coccolare e difendere». Così il sindaco-poeta Oscar Locatelli (ha guidato il Comune di
Paladina dal 2003 al 2013) definisce il Parco dei Colli di Bergamo, di cui da ieri è il nuovo presidente. Una
scelta praticamente plebiscitaria: tra Comuni e Provincia, dopo le ultime elezioni sono riconducibili all'area di
centrosinistra quasi il 97% delle quote del Parco e sui nomi per il Consiglio di gestione c'è stato pieno accordo.
Ha votato scheda bianca solo Claudio Sessa, sindaco di Torre Boldone e oggi unico esponente di centrodestra
nella comunità del Parco, che riunisce i primi cittadini di 10 Comuni (Almè, Bergamo, Mozzo, Paladina,
Ponteranica, Ranica, Sorisole, Torre Boldone, Valbrembo e Villa d'Almè) e il presidente della Provincia. Per il
resto, le preferenze sono andate unanimi appunto al democratico Locatelli, ma anche ai nuovi consiglieri
Angelo Colleoni (architetto e urbanista, esponente di Sel, già presidente alcuni anni fa della commissione
Paesaggio del Parco), Renato Ferlinghetti (docente di Geografia all'università di Bergamo e responsabile per
l'ambiente e il paesaggio del Centro studi sul territorio «Lelio Pagani») e Gemma Simolo, avvocato, esperta in
diritto amministrativo. Al gruppo manca il quinto componente, quello indicato dalla Regione: il Pirellone non
l'ha infatti ancora comunicato. Una mancanza spiegabile anche con i tempi: il Consiglio di gestione uscente, in
carica dal 2012, è decaduto in anticipo un paio di settimane fa, dopo una tripletta di dimissioni innescata
dall'ex vicepresidente Santo Minetti, in dissenso sull'accoglienza di un gruppo di profughi alla Cà Matta. Si è
quindi deciso di procedere intanto alla nomina di 4 membri del nuovo Consiglio, per non lasciare scoperta la
gestione, per poi integrare (passando di nuovo dal voto dell'assemblea) con il quinto membro. Intanto, il primo
cittadino di Sorisole, Stefano Gamba, ha espresso in assemblea soddisfazione per le scelte: «Mi compiaccio per
il percorso fatto. In tempi brevissimi si è ridata governabilità a questo ente, con un Consiglio di gestione di
qualità e formato da figure che sono tra loro complementari per competenze». Il presidente della Provincia
Matteo Rossi, dal canto suo, sottolinea l'impegno, mantenuto, a votare il «pacchetto» proposto dai sindaci. Ora
tocca ai nuovi amministratori. Per Locatelli, l'obiettivo principale è che questo Parco sia sempre più
«un'agenzia di promozione culturale, e un bene dei cittadini, e non sia visto solo come struttura vincolistica. È
un grande, bellissimo patrimonio da far conoscere, anche attraverso lo sviluppo di percorsi ciclopedonali,
senza trascurare però la manutenzione dell'esistente». Sul piano tecnico, poi, nei prossimi 5 anni l'intenzione è
anche di aggiornare e adeguare il Piano territoriale di coordinamento del Parco, che risale al 1991. Nelle sue
prime parole da presidente, Locatelli ha ricordato 3 figure importanti per il Parco: Salvo Parigi, che «da
assessore regionale operò per costituire questo Parco», Lelio Pagani e Marzio Tremaglia: «Se abbiamo questa
sede, lo dobbiamo a loro». •
Argomento:Ambiente, Ecologia
p.3
Corriere della Sera (Ed. Bergamo)
Sponsor, fisco e coraggio ed è nato Io, Arlecchino
Data:
08/10/14
Sponsor, fisco e coraggio ed è nato Io, Arlecchino
CORRIERE DELLA SERA - BERGAMO
sezione: Tempo Libero Bergamo data: 08/10/2014 - pag: 13
Sponsor, fisco e coraggio ed è nato Io, Arlecchino
L'impresa di chiudere il budget per il film di Pasotti
Bussare alle porte di aziende bergamasche, cercando sponsor per sostenere la produzione cinematografica di
«Io, Arlecchino» di Matteo Bini e Giorgio Pasotti, è stata una sfida. Non facile, ma riuscita. Da una parte la
concretezza della realtà industriale locale, abituata a toccare con mano il prodotto. Dall'altra la presentazione
di un progetto, fattibile, ma aleatorio: realizzare un film, operazione non familiare per il territorio. Cosa
significa fare cinema? Una bella domanda, a cui per mesi hanno dovuto rispondere Nicola Salvi e Elisabetta
Sola, fondatori di Officina della Comunicazione, società di produzione cinematografica, documentaristica e
multimediale nata nel 2008 e con sede in città. Insieme a Marco Daminelli hanno spiegato quanto un film possa
essere proficuo in termini di contatti e guadagno per le aziende. Realizzare un lungometraggio non è solo «ciak
si gira», ma tempo speso a vagliarne la fattibilità, elaborare un progetto economico, una struttura narrativa e
costruire una squadra di lavoro. «Per realizzare un film oggi, con il clima di spending review generalizzato,
una casa di produzione giovane e indipendente deve guardare all'esterno e coinvolgere sostenitori,
presentando loro un progetto sostenibile economicamente, dai risvolti interessanti per tutti i partner»,
spiegano Salvi e Sola. Entrando nel merito della strategia produttiva ammettono: «Il territorio bergamasco
non è abituato a ospitare e sostenere produzioni cinematografiche. Era necessario avviare una produzione
corale: raggiungere il budget di 400 mila euro, coinvolgendo realtà pubbliche e private, suscitando in loro un
forte senso di appartenenza nei confronti dell'opera, pensata da Pasotti come storia moderna ma con radici
antiche, impersonate da Arlecchino». La prima risposta positiva arriva dalla Provincia. Il paesaggio è
protagonista del film, co-prodotto con Rai Cinema, un modo per promuovere il territorio oltre i confini
nazionali. Oltre a un passaggio fuori concorso al Festival internazionale del cinema di Roma, dal 25 al 27
ottobre «Io, Arlecchino» parteciperà al Festival del film italiano di Villerupt, in Francia. A seguire si sono
aggiunti altri finanziatori: il Comune di Alzano Lombardo, la Fondazione Ente dello Spettacolo e una
quindicina di privati, con cui si sono stipulati contratti di varia natura. «Alcuni, come Bigio o Ferdy Azienda
Agricola, hanno offerto servizi come vitto e alloggio al cast dicono i produttori . Bonaldi ha concesso gratis
l'uso delle proprie macchine. Questo ci ha permesso un abbattimento dei costi. Pentole Agnelli, oltre a fornire i
loro prodotti, ha stipulato con la produzione un contratto di associazione in partecipazione usufruendo dei
benefici del tax credit esterno, che consente loro un'agevolazione fiscale del 40%». Altre aziende come Zani
Viaggi hanno stretto accordi di sponsorizzazione. La produzione del film ha previsto 4 settimane da 6 giorni
ciascuna di lavorazione, con tanto di report quotidiani e settimanali inviati a Marco Montanari, che ha gestito
la parte amministrativa controllando che il budget fosse rispettato. Coinvolto un cast tecnico di circa 30
persone, un cast artistico di 18 attori, diversi luoghi sfruttati per girare, numerose comparse, fornitori tecnici,
artigiani e maestranze bergamasche. «Oltre la metà del budget, che per più dell'80% è garantito dai privati, è
ricaduto sul territorio», concludono Salvi e Sola, a riprova che il cinema «è una macchina produttiva che fa
girare l'economia di un territorio». Daniela Morandi RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomento:Cultura, Turismo, Sport
p.4
L'Eco di Bergamo
Fallimenti, a falcate Bergamo si avvicina al nuovo record
Data:
08/10/14
Fallimenti, a falcate Bergamo si avvicina al nuovo record
L'Eco di Bergamo
pagina: 13 sezione: Economia data: 08/10/2014
Fallimenti, a falcate Bergamo si avvicina al nuovo record
Settembre chiude con 28 procedure: 297 in 9 mesi È molto probabile che nel corso di ottobre si andrà oltre il
primato negativo annuo di 332
Perché, in Italia, a differenza della Gran Bretagna, l'abitudine alle scommesse non è così diffusa da coinvolgere
qualsiasi evento. Ma è quasi matematicamente certo che, guardando al bilancio annuale dei fallimenti
bergamaschi, i bookmakers sulla nostra piazza in questi giorni avrebbero del gran lavoro. A ricalcolare le
quote da affiancare alla possibilità che, già in questo mese di ottobre, Bergamo possa superare il record storico
annuo negativo di fallimenti registrati: che lo ricordiamo è pari a quella quota 332 registrata a fine dicembre
scorso. Record? Quote in ribasso C'è da scommetterci che le quote, in queste settimane, andranno decisamente
in ribasso. Sì, perché se a fine settembre i fallimenti registrati sulla piazza di Bergamo nel corso dei primi nove
mesi hanno solo sfiorato livello 300, collocandosi ufficialmente a quota 297, nel corso del primo giorno del
calendario ottombrino si sono aggiunte 6 nuove procedure portando a quota 303 i fallimenti già dichiarati
quest'anno. Di fatto, mancano ora 29 procedure per fare «il botto». E volete che da qui a fine mese non si
copra questo gap? Se stiamo a vedere ai precedenti storici, non c'è assolutamente partita. Basti ricordare che il
mese di ottobre del 2013 registrò «solo» 50 fallimenti. Ma furono 28 nel 2011 e 39 nel 2010. A parte il dato del
2011 (unico a non essere «utile» per superare il record negativo di fallimenti annui già nel corso di questo
ottobre), la serie storica conferma in 3 occasioni su quattro che questo sarà il mese da ricordare come quello
del l'inizio del nuovo record storico. Certo, l'andamento medio dei fallimenti registrato nei primi nove mesi del
2014 parla di 33 casi al mese: dato non utile al superamento del record nel corso di questo ottobre. Ma va
ricordato che l'attuale media mensile è «sporcata» (per così dire) dalla prestazione dello scorso mese di agosto:
8 casi registrati. Che, per altro, per quel mese, rappresenta comunque un record dal 1990 a questa parte. Ecco,
depurando la media dal dato agostano, sui mesi tradizionalmente «operativi» la media del 2014 si attesta a
oltre 36 casi. Media che ci assicurerebbe proprio nei giorni di fine ottobre il raggiungimento della soglia
record. Ad ottobre 28 fallimenti Tralasciando le ipotesi, ma tornando alla «storia» scritta dalla Cancelleria
fallimentare del Tribunale di Bergamo, nello scorso mese di settembre le procedure di fallimento decretate
nella nostra provincia sono state 28. Un dato tutto sommato positivo: ma solo se si guarda lo sviluppo di
quest'ultimo anno. I 28 casi di settembre, infatti, a parte l'eccezione di agosto, sono un risultato tra i migliori:
alle spalle del solo mese di giugno quando si registrarono 22 casi. Certo è che se guardiamo il dato di settembre
storicizzandolo rispetto all'andamento solitamente registrato in questo mese negli ultimi 24 anni, beh, tutto il
ragionamento crolla. Settembre 2014, infatti si colloca al vertice della classifica: i 28 casi dello scorso mese,
infatti rappresentano il record di periodo per altro già registrato in altri due anni: il 2006 e, più recentemente,
il 2010: l'anno, quest'ultimo, che ha dato il «la» alla cavalcata bergamasca verso quota 300. •
Argomento:Economia e Lavoro
p.5
L'Eco di Bergamo
Vigili, 835 domande per due soli posti Concorso rimandato all'anno prossimo
Data:
08/10/14
Vigili, 835 domande per due soli posti Concorso rimandato all'anno prossimo
L'Eco di Bergamo
pagina: 25 sezione: Cronaca data: 08/10/2014
Vigili, 835 domande per due soli posti Concorso rimandato all'anno prossimo
È la più affollata selezione comunale negli ultimi vent'anni. Problema spazio: si pensa al Palazzetto La Lega
critica e attacca sui tagli alla polizia locale. Il vicesindaco Gandi: «Nessuna riduzione di servizi»
Più di 800 domande per due posti da vigile. Numeri record anche per Palazzo Frizzoni, tanto da costringere la
Giunta Gori a rimandare al prossimo anno il concorso per l'assunzione di due agenti che era stato bandito a
maggio dall'amministrazione precedente. Un'invasione di curriculum, 835 per la precisione. Non si era mai
visto nulla di simile dalle parti di piazza Matteotti. «È il più affollato concorso del Comune di Bergamo degli
ultimi vent'anni», dicono dal comando della polizia locale. Nel 2008 era stato indetto un concorso per
l'assunzione di 7 agenti e si erano presentati in 161, nel 2007 per un posto da collaboratore amministrativo i
partecipanti erano stati 310. E l'anno prima ancora, per 7 posti da educatore dell'infanzia le richieste arrivate
erano state 370. L'enorme mole di domande planate in Comune per quest'ultimo concorso ha indotto
Palafrizzoni a rimandare tutto al nuovo anno. Il problema è prima di tutto pratico. «Occorre trovare uno
spazio adeguato per ospitare tutti i partecipanti, stiamo pensando al Palazzetto», spiega l'assessore alla
Sicurezza e vicesindaco Sergio Gandi. Sulla mancata assunzione dei 2 nuovi agenti, la Lega ha alzato il tiro.
«In campagna elettorale hanno annunciato che avrebbero messo più agenti in strada e poi rinviano per ben
due volte e per quasi un anno il bando per assumere 2 nuovi agenti già pubblicato dalla precedente Giunta»,
hanno tuonato l'ex assessore alla Sicurezza Massimo Bandera, neo segretario cittadino e il capogruppo Alberto
Ribolla. «A quanto mi risulta - rileva Gandi - la precedente amministrazione era a conoscenza delle tante
domande arrivate e dei tempi tecnici necessari per organizzare il concorso». Gli uffici ora sono al lavoro per
trovare uno spazio adeguato per gli oltre 800 partecipanti. Nel frattempo per la prima prova selettiva si dovrà
procedere con un bando di gara pubblico per incaricare una ditta specializzata che predisponga i test. «Il
problema - aggiunge il vicesindaco - non è solo se e quante assunzioni fare, ma anche come procedere: chi
stabilisce chi sono i due agenti da assumere? Dovremo fare questa prima selezione da cui uscirà una rosa di 40
candidati, che saranno ammessi poi alla seconda prova». Il fronte sicurezza resta sempre caldissimo a Palazzo
Frizzoni e la coperta corta per fondi e organici. Il Carroccio ha parlato di un taglio di 177 mila euro alle
risorse destinate alla polizia locale. Gandi non ci sta: «Non è un taglio, ma un risparmio perché il comando
della polizia locale ha agito virtuosamente, ottenendo un ribasso nell'appalto per la gestione dell'ufficio illeciti.
L'ho già ripetuto sia in commissione che in Consiglio comunale. Non c'è stata nessuna riduzione di servizi,
nessuna sforbiciata ai fondi, semmai abbiamo un problema di organico che però difficilmente riusciamo a
risolvere con questo nuovo concorso che inevitabilmente avrà dei tempi lunghi, almeno che non si voglia
esporre il Comune al rischio di qualche ricorso al Tar». Sul tavolo diverse questioni aperte: dal contrasto agli
schiamazzi notturni alla linea dura con i locali che non rispettano le regole («Anche per Borgo Santa Caterina
prenderemo qualche decisione a breve», annuncia Gandi), dal controllo delle aree degradate fino all'ultima
ondata di furti in città che sta portando con sé una richiesta sempre crescente di sicurezza. «La sicurezza spiega l'assessore - non deve essere intesa solo come repressione. La sicurezza è avere vie illuminate, vuol dire
riqualificare le aree dismesse, un miglior arredo urbano, la città non abbandonata a se stessa. Chiaro che tutto
questo deve essere accompagnato dal controllo del territorio, compatibilmente con il fatto che non possiamo
essere ovunque e che la notte non operiamo». Gli agenti in servizio sono 164, 159 se si considerano i 5
distaccamenti. Statistiche alla mano, non sono mai stati così pochi. Solo 5 anni fa erano 171. In quest'ottica
diventa «fondamentale la collaborazione con le altre forze di polizia». Come per la stazione. «Lì - conferma
Gandi - abbiamo chiesto che il presidio non riguardi solo piazzale Marconi, ma anche il sottopasso e la zona
dello scalo merci. Un impegno che è stato confermato anche dal tavolo tecnico in Prefettura». Palafrizzoni non
abbassa la guardia. «Quello che cerchiamo di fare è essere presenti in tutte le situazioni critiche. In piazza
Matteotti dopo la rissa non abbiamo mollato il colpo e la situazione è molto migliorata rispetto a prima».
L'allarme furti è l'ultima emergenza sulla sua scrivania. «Sentirò il questore. E nel caso metteremo a
disposizione una pattuglia». Va avanti anche il piano per la videosorveglianza. «Sono previste 21 nuove
telecamere». Il piano è quello che era stato predisposto dalla vecchia Giunta. «Ed è confermato, le telecamere
passeranno da 86 a 107» chiosa il vicesindaco. Un argomento da sempre cavallo di battaglia dei lumbard. «Non
Argomento:Economia e Lavoro
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sono contrario alle telecamere, l'ho sempre detto. Possono essere utili ai fini investigativi, ma non risolvono
tutti i problemi». Sono previste in via Quarenghi, via Bonomelli, alla Malpensata, a Boccaleone per esempio.
«E due anche in Borgo Santa Caterina», annuncia Gandi. I tempi non sono rapidissimi. «Il contratto con Atb è
scaduto, si sta vedendo ora come procedere e le condizioni economiche». L'ultima postilla è per la mancata
partecipazione al bando regionale per ottenere finanziamenti per interventi di pubblica sicurezza. «Non era un
bando che dava diritto a risorse, ma prevedeva un coofinanziamento da parte del Comune. Risorse che non
c'erano nel bilancio di previsione e quel bilancio non l'abbiamo fatto noi...». •
Argomento: Cronaca Locale
pag.7
L'Eco di Bergamo
Terme, 30 posti di lavoro Oltre mille le richieste
Data:
08/10/14
Terme, 30 posti di lavoro Oltre mille le richieste
L'Eco di Bergamo
pagina: 40 sezione: Provincia data: 08/10/2014
Terme, 30 posti di lavoro Oltre mille le richieste
San Pellegrino: boom di domande al centro che aprirà a dicembre Più del 60% sono donne, tanti over 30: «Ok
a qualsiasi mansione»
Trenta posti di lavoro disponibili e oltre mille domande: è boom di richieste per le nuove terme di San
Pellegrino la cui apertura è prevista il prossimo dicembre. «Qx terme», la società che gestire il centro termale
brembano, ha ricevuto fino a ieri, anche tramite il Comune, oltre un migliaio di domande. Si cercano il
vicedirettore, personale per l'accoglienza, per le cucine, ma anche massaggiatori e personale di pulizia. «Ci
aspettavamo tante richieste, considerato anche il periodo di crisi - spiega la direttrice del centro termale
Francesca Martinelli, di Bormio - ma di sicuro non di tali proporzioni». Del migliaio di richieste, circa il
60-70% sono donne, molti giovani, intorno ai vent'anni, magari ancora studenti universitari, un po' meno nella
fascia fino ai 30 anni. Poi tanti over 30. Molte le richieste dalla valle «Molti chiedono di poter lavorare
nell'ambito del ricevimento - prosegue Martinelli, 30 anni - ma tanti semplicemente scrivono che va bene
qualsiasi mansione, basta lavorare». Segno dei tempi, della mancanza di lavoro. Le richieste arrivano
ovviamente soprattutto dalla Valle Brembana e poi dal resto della provincia di Bergamo. «Naturalmente ci fa
piacere avere avuto un numero così alto di richieste - prosegue Martinelli -. Le stiamo già valutando, il lavoro
da fare è tanto». Tra le richieste (da inviare all'email [email protected]) quella della figura del
vicedirettore: «Una risorsa dinamica e brillante - scrive Qcterme - che sia di supporto alla direzione nella
gestione operativa del centro termale, in particolare per la parte organizzativa, contabile, amministrativa e di
reporting». Viene richiesta esperienza lavorativa in posizione analoga di almeno due anni, una laurea,
un'ottima conoscenza della lingua inglese, oltre che capacità organizzative e di pianificazione del lavoro, e un
età compresa tra i 25 e i 40 anni. I lavori in corso Proseguono, quindi, celermente i lavori alle nuove terme per
cercare di rispettare i tempi di apertura (l'inaugurazione sarebbe fissata nella prima decade di dicembre): in
cantiere, ogni giorno, un'ottantina di operai e 14 aziende al lavoro. E, dovrebbero concludersi per inizio
dicembre anche i lavori comunale in corso sullo storico ponte Umberto: saranno riqualificati i marciapiedi, i
bastioni, i punti luce e le balaustre, per un importo a carico del Comune di 170 mila euro. •
Argomento:Economia e Lavoro
p.8
L'Eco di Bergamo
Data:
La Valle Brembana: siamo stati presi in giro «Si va verso lo smantellamento dell'ospedale»
08/10/14
La Valle Brembana: siamo stati presi in giro «Si va verso lo smantellamento dell'ospedale»
L'Eco di Bergamo
pagina: 35 sezione: Provincia data: 08/10/2014
La Valle Brembana: siamo stati presi in giro «Si va verso lo smantellamento dell'ospedale»
«Ci sentiamo presi in giro. I cittadini della Valle Brembana si sentono presi in giro». Marco Milesi, sindaco di
San Giovanni Bianco, esprime amarezza ma anche rabbia per la decisione della Regione Lombardia di
chiudere dal 31 dicembre il punto nascite dell'ospedale. «A luglio le voci dicevano che sarebbe stato chiuso
-?continua Milesi -?ma proprio il direttore dell'Azienda ospedaliera ci aveva rassicurato che non sarebbe stato
così. Ora l'improvviso stop della Regione. Se non è questa una presa in giro?». «Si parla tanto di salvaguardia
della montagna -?prosegue il sindaco di San Giovanni Bianco -?e poi si fanno scelte che vanno nella direzione
opposta. Va bene la razionalizzazione, ma non si può tagliare un servizio fondamentale dove manca anche una
struttura viaria adeguata. Si parla di sicurezza? Ma togliendo il reparto la sicurezza si perderà del tutto, visto
che alcune mamme dovranno percorrere 60-70 chilometri per arrivare a Bergamo». «Dire che la chiusura del
punto nascite deriva anche da una scelta del territorio è un'affermazione poco rispettosa della gente - aggiunge
il presidente della Comunità montana Alberto Mazzoleni -. La realtà è che non sono stati fatti gli interventi
necessari per potenziare l'ospedale. Chiederemo, come già fatto ad agosto, che la decisione sia rivista». «Siamo
sorpresi perché i segnali erano diversi - aggiunge i presidente dell'assemblea dei sindaci Patrizio Musitelli -.
Non si può però dare la colpa alla valle: se le mamme vanno altrove è perché non si è potenziato il reparto di
San Giovanni Bianco». «Questo è il primo passo verso lo smantellamento dell'ospedale -?dice il sindaco di San
Pellegrino Vittorio Milesi -?e purtroppo il risultato finale di dieci anni di promesse mai mantenute e di una
pessima gestione dell'Azienda ospedaliera. Ora si dice che non ci sono garanzie per le mamme e i nascituri: ma
chi doveva intervenire per potenziare il reparto? Ora si dice che non ci si può assumere la responsabilità di
mettere a rischio le persone. Bene, noi diciamo che chi ora prende la decisione di chiudere si prende anche la
responsabilità di mettere a rischio la vita delle persone che dovranno partire dall'alta valle per partorire». «I
nuovi servizi che sono stati proposti -?continua Milesi - vanno bene ma non credo che tale potenziamento possa
essere fatto con l'attuale dirigente Cesare Ercole: in questi anni di gestione ha fatto solo promesse poi mai
mantenute. La sua gestione è stata fallimentare e verso il suo operato non abbiamo alcuna fiducia. Quello che
chiediamo per l'ennesima volta, sostenuti da un comitato che ha raccolto migliaia di firme tra i cittadini, è che
l'ospedale si stacchi dall'Azienda di Treviglio e vada con Bergamo». «Quando successo è sconfortante e
sconcertante -?aggiunge Carmelo Goglio, sindaco di Olmo al Brembo -. Sconcertante è il comportamento del
direttore Ercole e la sua capacità di ribaltare la realtà. Di questo passo si rischia veramente la chiusura
dell'ospedale». Goglio punta poi il dito anche contro la politica brembana: «Purtroppo gli amministratori non
si sono fatti sentire adeguatamente, il territorio non è stato unito - prosegue - e in certe battaglie siamo sempre
stati in pochi. Ecco anche perché siamo arrivati a questo punto». • Giovanni Ghisalberti
Argomento:Provincia & Città
p.9
L'Eco di Bergamo
Solo 162 parti in un anno Chiude il punto nascita
Data:
08/10/14
Solo 162 parti in un anno Chiude il punto nascita
L'Eco di Bergamo
pagina: 35 sezione: Provincia data: 08/10/2014
Solo 162 parti in un anno Chiude il punto nascita
San Giovanni Bianco, dal 31 dicembre lo stop della maternità L'assessore regionale: più garanzie di qualità
per mamme e bebè
Il prossimo 31 dicembre il punto nascita dell'ospedale di San Giovanni Bianco chiuderà i battenti. Lo ha deciso
la Giunta regionale a vantaggio, a detta della stessa Regione, «di un incremento dei livelli di sicurezza per
mamme e neonati, ma anche per migliorare la qualità e l'appropriatezza degli interventi assistenziali nel
percorso nascita». Il piano riorganizzativo dei punti nascita interessa le Aziende Ospedaliere di Treviglio,
Lecco e Melegnano e attua le linee di indirizzo nazionali del 16 dicembre 2010, con le quali si stabiliscono
razionalizzazione e ottimizzazione dei punti nascita con particolare attenzione a quelli che fanno registrare
annualmente non più di cinquecento parti. È il caso dell'ospedale di San Giovanni Bianco, dove dal 2011 al
2013 si è registrata una diminuzione del numero dei parti: nel 2011 sono stati 216, 180 nel 2012 e 162 l'anno
scorso. In particolare nel 2013 sono stati 313 i nuovi nati residenti nei Comuni della Valle Brembana (più altri
200 circa se consideriamo la Valle Imagna) che fanno territorialmente riferimento all'ospedale di San
Giovanni Bianco. Ma solo 162 le famiglie che hanno scelto questa struttura. Con la delibera approvata ieri
dalla Giunta regionale si è dato via libera alla riorganizzazione del percorso nascita dell'ospedale e nel
contempo si è dato mandato all'Azienda ospedaliera di Treviglio di procedere agli adeguamenti organizzativi e
strutturali previsti. L'annuncio è stato fatto anche dal direttore generale dell'Azienda ospedaliera, Cesare
Ercole, che è entrato nello specifico della riorganizzazione: «Si tratta di un'operazione che non è stata decisa
dal sottoscritto, ma seguendo le linee guida nazionali, quindi se qualcuno pensa che io abbia la facoltà di
chiudere reparti si sbaglia. Ho volutamente avuto una posizione di stallo in questo periodo, in attesa
dell'ufficializzazione di chiusura della sala parto, perché attendevo la delibera di Giunta ora arrivata con una
riorganizzazione che porta comunque benefici all'ospedale di San Giovanni Bianco, caratterizzato dal
potenziamento del servizio di anestesia e rianimazione per consentire di far fronte, anche in territorio di
montagna, alle emergenze. Sarà reso anche più sicuro il pronto soccorso con la previsione di un affiancamento
24 ore di un anestesista al medico di turno». Nell'ambito della riorganizzazione rientrano altri potenziamenti:
«Quello dell'offerta dei servizi ambulatoriali per la diagnostica in gravidanza, con l'ecografia ostetrica e
ginecologica e la diagnosi preventiva in ambito ginecologico. Infine - ha detto Cesare Ercole - l'ospedale
montano registrerà un potenziamento della diagnostica invasiva e della piccola chirurgia ginecologica».
Giovanni Meroni, direttore sanitario dell'Azienda ospedaliera, ha parlato anche del piano assunzioni:
«Verranno assunti tre nuovi anestesisti rianimatori, contro i quattro da noi richiesti alla Regione, e sei
infermieri professionali per dare garanzie operative alla popolazione della Valle Brembana». Il personale
medico e ostetrico attualmente occupato presso l'Ostetricia-Ginecologia di San Giovanni Bianco rimane in
carico con questa composizione: 4 medici ginecologi di ruolo, presenti anche in turno di reperibilità; 5
ostetriche di ruolo, con copertura di orario diurno 8-20 e reperibilità notturna e festiva; 8 infermieri
professionali, che garantiranno l'area omogenea materno infantile. Nella riorganizzazione rientra la conferma
degli attuali ambulatori e l'apertura di ulteriori, quali uroginecologia, riabilitazione pavimento pelvico,
adolescenza, malattie a trasmissione sessuale in compresenza con lo specialista dermatologo, del post partum
per la prevenzione della depressione (in collaborazione con gli specialisti dell'ambulatorio psichiatrico di
Zogno). Inoltre saranno attivati l'ambulatorio dedicato all'allattamento al seno, il servizio domiciliare pre e
post partum, su richiesta delle pazienti, quello di consulenze ostetrico-ginecologiche per il Pronto Soccorso;
l'ambulatorio di follow-up delle pazienti con patologia oncologica ginecologica già trattate e per la maternità
consapevole e responsabile. «Obiettivo sicurezza» La riorganizzazione è stata così commentata dall'assessore
regionale alla Salute, Mario Mantovani: «Per garantire più sicurezza nel percorso nascita ci sono alcune
condizioni fondamentali, sicurezza che non dipende esclusivamente dalla disponibilità di tecnologie
all'avanguardia, ma soprattutto dall'esperienza di chi le utilizza. E come Regione Lombardia noi intendiamo
garantire proprio la massima sicurezza alle famiglie». «Già i cittadini di questi territori privilegiano da anni
altre strutture. Regione Lombardia - spiega Mantovani, alla luce dei dati ufficiali - pertanto da una parte
prende atto delle scelte di questi territori, dall'altra vuole valorizzare comunque le singole realtà andando a
Argomento:Provincia & Città
p.10
incrementare servizi ed opportunità». •
Argomento: Cronaca Locale
pag.11
L'Eco di Bergamo
Pubblico impiego, venerdì presidio sindacale unitario
Data:
08/10/14
Pubblico impiego, venerdì presidio sindacale unitario
L'Eco di Bergamo
pagina: 11 sezione: Economia data: 08/10/2014
Pubblico impiego, venerdì presidio sindacale unitario
Un presidio sindacale unitario in difesa dei servizi del pubblico impiego in vista della manifestazione nazionale
di novembre: è in programma venerdì, davanti a Palazzo Frizzoni, dalle 10,30 alle 12,30
Argomento:Pubblica amministrazione
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Corriere della Sera (Ed. Bergamo)
Violenza sulle donne, il 70% non denuncia Un episodio su tre riguarda lo stalking Più segnalazioni
Data:
08/10/14
Violenza sulle donne, il 70% non denuncia Un episodio su tre riguarda lo stalking Più segnalazioni ai
servizi sociali
CORRIERE DELLA SERA - BERGAMO
sezione: Cronache data: 08/10/2014 - pag: 5
Violenza sulle donne, il 70% non denuncia Un episodio su tre riguarda lo stalking Più segnalazioni ai servizi
sociali
Segnalazioni ai gruppi d'aiuto: +30% in un anno. «Poi ha la meglio la paura». Un caso su tre legato a stalking
Si scatena sempre più spesso tra le mura domestiche nel rapporto con il marito, il convivente, o l'ex. Alzano le
mani costantemente anche davanti ai figli veri e propri «insospettabili», con un lavoro stabile, senza
dipendenze da alcol e droga, ma soprattutto con una reputazione impeccabile. La violenza sulle donne è in
aumento a livello nazionale, la Bergamasca non fa eccezione. I dati annuali presentati ieri a
Palafrizzoni dall'associazione antiviolenza «Aiuto Donna» onlus, nata in città ben 15 anni fa, confermano che
bisogna continuare a prevenire e contrastare un fenomeno che per paura viene spesso soffocato nel silenzio.
Nel 2013 ben 297 donne che vivono nella Bergamasca hanno contattato il centro per chiedere aiuto,
l'anno prima erano state 234 (+27%). Quest'anno sono già state aperte altre 225 pratiche per maltrattamenti e
mancano ancora tre mesi alla fine dell'anno. «La nostra attività di ascolto telefonico, colloquio individuale e
sostegno delle donne che subiscono violenza è sempre più massiccia. Le segnalazioni non riguardano solo lo
stalking di cui si parla tantissimo afferma la presidente dell'associazione Oliana Maccarini , ma spesso
coinvolgono i coniugi o le persone vicine alla vittima. Il 65% delle donne che si rivolgono a noi è italiana e solo
il 16% non ha figli, l'80% ha fra i 28 e 37 anni. Nell'80% dei casi il maltrattamento dura da più di un anno. Le
denunce, alla fine, sono solamente 3 ogni 10 richieste d'aiuto». Quando poi partono i processi, spesso, quelle
poche che denunciano poi ritrattano. «Assistiamo troppo spesso a donne che ritirano tutto in dibattimento.
Così si fa del male alla propria famiglia e a tutto l'universo femminile sottolinea il pubblico ministero Carmen
Pugliese, presente alla conferenza . Bisogna aiutare la donna a superare il trauma iniziale della violenza per
poi prepararla al calvario giudiziario. In un anno le denunce di atti persecutori sono passate da 186 a 232:
qualche segnale positivo c'è ma bisogna unire le forze e non abbassare la guardia». Non a caso per promuovere
strategie condivise utili a prevenire e contrastare la violenza nei confronti delle donne è stato firmato un
protocollo d'intesa (coinvolge Comune di Bergamo, Procura, Questura, Asl, Ufficio Scolastico e Aiuto
donna) con cui la Regione destinerà anche un contributo di 70 mila euro. Con questo contributo si darà
accoglienza e ospitalità a donne sole o con figli minori che non possono più stare in casa e necessitano di
protezione. A prendere in carico queste situazioni sono per legge i servizi sociali del Comune che avrà migliori
possibilità di assegnare nel più breve tempo possibile gli appartamenti temporanei nel centro «Casa Sofia»
dell'istituto Palazzolo che offre in tutto 16 posti. «Questo protocollo d'intesa contro la violenza è ricco di
istituzioni ma ognuno deve avere consapevolezza delle proprie competenze rimarca il pm Pugliese . Spesso mi
trovo in casi in cui servizi sociali o i consultori vogliono fare gli investigatori. Collaborare è la cosa migliore».
Vittorio Ravazzini RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomento:Varie del giorno
p.13
Il Sole 24 Ore
Auto nuove, niente bollo e più deduzioni
Data:
08/10/14
Auto nuove, niente bollo e più deduzioni
Il Sole-24 Ore edizione: NAZIONALE
sezione: NORME E TRIBUTI data: 2014-10-08 - pag: 41
Dal Parlamento. Sì in commissione Finanze alla Camera: inasprimenti in arrivo per gli altri mezzi La
situazione attuale Auto nuove, niente bollo e più deduzioni
Maurizio Caprino È solo il primo passo di un iter parlamentare che non si presenta semplice. Ma, se gli
alleggerimenti al fisco sull'auto votati ieri dalla commissione Finanze della Camera andranno in porto, sarebbe
un'inversione di tendenza rispetto alla spirale di inasprimenti avviata nel 2011 (si veda la scheda qui a fianco):
i veicoli nuovi sarebbero tutti esentati dal bollo auto per tre anni; per quelli a gas (Gpl o metano) e ibridi il
beneficio si estenderebbe a cinque anni e, soprattutto, deducibilità raddoppiata (dal 20% al 40%) per gli
esemplari utilizzati da imprese, artigiani e professionisti. Il tutto con il contraltare di un rincaro del bollo per i
mezzi non più nuovi. La proposta di legge è del presidente della commissione, Daniele Capezzone, che ora ne
auspica una «una immediata calendarizzazione in Aula, già prima della sessione di bilancio». Ma per arrivarci
bisognerà attendere i pareri delle altre commissioni della Camera e recepirne le eventuali indicazioni. In ogni
caso, è praticamente impossibile che poi il testo venga approvato anche dal Senato entro la fine dell'anno, cioè
in tempo utile per avere effetto già dall'annualità 2015. Come sempre, bisognerà anche tener conto degli
emendamenti che prevedibilmente non mancheranno. Magari per ripristinare quell'esenzione dall'Ipt
(Imposta provinciale di trascrizione) per tutte le nuove immatricolazioni, presente nel testo originario della
proposta (presentata lo scorso maggio) e ora verosimilmente accantonato per rispettare le indicazioni del
Governo sulla copertura finanziaria. Proprio questo tema resta molto delicato, considerato che il gettito del
bollo va alle Regioni e quello dell'Ipt alle Province. Non solo: nei mesi scorsi, anche per un tributo interamente
statale come il superbollo (l'addizionale erariale al bollo introdotta nel 2011) la proposta di abolizione è stata
bocciata per ragioni di cassa, nonostante il gettito limitato e i forti indizi che la sovrattassa abbia disincentivato
le immatricolazioni di auto potenti, compromettendo gli incassi di Iva e Ipt. Le risorse per coprire i benefici
previsti dalla proposta di legge dovrebbero venire da un inasprimento del bollo normale, in proporzione alla
classe di emissioni inquinanti cui appartiene il veicolo (che a sua volta è legata alla sua anzianità, con
penalizzazioni crescenti). Già dal 2007 è in vigore un meccanismo simile (per autovetture e motocicli
"potenti") e la proposta di legge ne prevede una rimodulazione tramite decreto ministeriale. Il testo non
fornisce particolari dettagli su quest'ultima operazione, ma appare scontato quantomeno che vengano rivisti
gli attuali "scaglioni", che per esempio riservano le tariffe più favorevoli alle vetture già dalla classe Euro 4
(mentre da settembre 2015 lo standard obbligatorio per le nuove immatricolazioni sarà l'Euro 6). In linea
teorica, la nuova modulazione potrebbe tenere conto anche delle emissioni di CO2, che non rientrano nelle
classi Euro. L'impatto che le novità avrebbero se entrassero in vigore sarà tutto da verificare: il bollo auto, per
quanto malvisto dai cittadini per la complicazione delle sue regole, non ha un'entità tale da influenzare la
scelta del modello da acquistare. Più importante potrebbe essere il raddoppio della deducibilità sui veicoli a
gas o ibridi: oggi i mezzi aziendali vanno prevalentemente a gasolio. RIPRODUZIONE RISERVATA01 |
SUPERBOLLO E IPT Nel 2011, il Dlgs 68 sul federalismo fiscale e il Dl 201 Salva Italia hanno introdotto e
insaprito il superbollo e rincarato l'Ipt sugli acquisti (di nuovo e usato) soggetti a Iva (prima "agevolati") 02 |
DEDUCIBILITÀ Nel 2012, la stretta sulla deducibilità delle "auto aziendali", portata in sintesi al 70% per le
autovetture concesse in uso esclusivo ai dipendenti e al 20% negli altri casi
Argomento:Varie del giorno
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