La Parola del Signore TF

Appunti intorno al senso altro di “parola” nella fede religiosa annotato nel corso
della conferenza “Muoversi con agilità” di Gabriele Lodari - Torino, 10 marzo 2014.
La parola del Signore
Introduzione ai «Commenti sul Diatessaron»
Se per parola del “Signore”, come Gabriele Lodari ci avverte, leggiamo la
parola “Altra”, la parola che giunge da e si rivolge a “Altrove” (la parola nella
sua ineffabile, prorompente e insituabile accezione), ecco che il testo tratto dai
“Commenti dal Diatessaron” di Efrem il Siro ci anticipa fin dal 150 d.c. con
sorprendente intendimento quanto oggi la psicoanalisi ci aiuta a cogliere.
Ciascuna frase del testo ci riporta, talvolta con curiosa meticolosità, alla
ricchezza, alla sfuggevolezza, all’incomprensibilità, alla molteplicità di aspetti e
prospettive, alle svariate bellezze della parola. Che comporta tesori nascosti
(che si colgono ma non si prendono), che si presta al godimento di ciascuno
secondo la propria singolarità e che offre i frutti necessari a appagare la sua
sete (domanda) di spiritualità (d’infinito).
Se si prosegue nell’ascolto, la parola non finisce mai di rimandare a inesauribili
ricchezze, oltre a quelle che si è creduto di trovare, se a quelle sole ci si è
fermati. Subentra così il monito a non cedere alla padronanza sul significato,
cioè al pregiudizio, perché “È meglio che la fonte soddisfi la tua sete, piuttosto
che la sete esaurisca la fonte”: situazione, quest’ultima, di predominio che si
costituisce, senza mezzi termini, come personale sciagura. Ma la possibilità
infinita della parola torna sempre viva, inalienabile e incorruttibile, sempre
pronta a dispensare linfa imprescindibile, in una dimensione di perseveranza
(tenacia) e di adiacenza ove non vi è una misura del prendere e del dare.
Questo nella lettura di Efrem il Siro, 2000 anni fa.
Dai «Commenti sul Diatessaron» di sant'Efrem il Siro, diacono
La parola di Dio è sorgente inesauribile di vita
Chi è capace di comprendere, Signore, tutta la ricchezza di una sola delle tue parole? È molto
più ciò che ci sfugge di quanto riusciamo a comprendere. Siamo proprio come gli assetati che
bevono ad una fonte. La tua parola offre molti aspetti diversi, come numerose sono le
prospettive di coloro che la studiano. Il Signore ha colorato la sua parola di bellezze svariate,
perché coloro che la scrutano possano contemplare ciò che preferiscono. Ha nascosto nella sua
parola tutti i tesori, perché ciascuno di noi trovi una ricchezza in ciò che contempla.
La sua parola è un albero di vita che, da ogni parte, ti porge dei frutti benedetti. Essa è come
quella roccia aperta nel deserto, che divenne per ogni uomo, da ogni parte, una bevanda
spirituale. Essi mangiarono, dice l'Apostolo, un cibo spirituale e bevvero una bevanda spirituale
(cfr. 1 Cor 10, 2).
Colui al quale tocca una di queste ricchezze non creda che non vi sia altro nella parola di Dio
oltre ciò che egli ha trovato. Si renda conto piuttosto che egli non è stato capace di scoprirvi se
non una sola cosa fra molte altre. Dopo essersi arricchito della parola, non creda che questa
venga da ciò impoverita. Incapace di esaurirne la ricchezza, renda grazie per la immensità di
essa. Rallègrati perché sei stato saziato, ma non rattristarti per il fatto che la ricchezza della
parola ti superi.
Colui che ha sete è lieto di bere, ma non si rattrista perché non riesce a prosciugare la fonte. È
meglio che la fonte soddisfi la tua sete, piuttosto che la sete esaurisca la fonte. Se la tua sete è
spenta senza che la fonte sia inaridita, potrai bervi di nuovo ogni volta che ne avrai bisogno. Se
invece saziandoti seccassi la sorgente, la tua vittoria sarebbe la tua sciagura. Ringrazia per
quanto hai ricevuto e non mormorare per ciò che resta inutilizzato. Quello che hai preso o
portato via è cosa tua, ma quello che resta è ancora tua eredità. Ciò che non hai potuto ricevere
subito a causa della tua debolezza, ricevilo in altri momenti con la tua perseveranza. Non avere
l'impudenza di voler prendere in un sol colpo ciò che non può essere prelevato se non a più
riprese, e non allontanarti da ciò che potresti ricevere solo un po' alla volta.
Il Diatessaron (dal greco dia tessarōn "secondo quattro" [vangeli]) è la più importante armonia
evangelica, composta daTaziano il Siro, un apologeta del cristianesimo delle origini e un asceta, tra
il 160 e il 175. Taziano combinò quattro vangeli in un'unica narrazione.
Prima traduzione del Nuovo Testamento in lingua siriaca, il Diatessaron fu il testo ufficiale del Nuovo
Testamento per alcune Chiese di lingua siriaca fino al V secolo: nel 423 il vescovo Teodoreto ne
impose l'abbandono in favore dell'adozione dei quattro vangeli canonici. Teodoreto ordinò la
distruzione delle copie esistenti del Diatessaron, che, in siriaco, si è conservato solo in maniera
indiretta attraverso il commentario di Efrem il Siro.
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Fonti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Diatessaron
http://vangelopertutti.blogspot.it/2012/02/incarnare-la-parola-dai-commenti-sul.html