11 deflusso delle piene dell'Arno in Firenze il ribassamento delle platee dei ponti Veeehio e a Santa Trinita Adalberto Ganfarini* I - ll dellusso dal ponte a S. Trlnlta al colmo della piena del dl stlm6re in 370 nr'l I arèa tolalè delle sezioni conlratte dèlle lre corrèntl In usclla. A lalè area cofri' Eoonde Der la Dorlata dl colmo dl 3000 mYs l, velocllà di 81m/s' sirDerlorè atla vetocltà crlllc, chè 3l ha con la stessà po ala in una lre campale' seilone rellangolare dl larghezza parl sl lolale déllc Sono comunqùe evidenll lrlsaltl che confefmano (:he ll deflu6so La foto melle stalo crltlco. attraveÌso lo awiéne con iransltlone Fio. hd'vémbrè 1966. La foto ionsente inoitre in eviuènza l'eccezionale rlgurslto. (Éoto dello sludlo Banchi). Itestimoni del passaggio delle massime pier'e del'Aino in Firenze sono stati sempre colpiti dalla eccezío-alità del fenomeno, e cioè dalla vio'enza delÌe esonda:joni e delle ricorreniì djstruzioni di ponti e dì fabbficati a: sponda. Sono così maturati il convíncimento che tale eccezio-aliià iosse Der buona parte dovuta all'assetto dell'alveo :;:iad'no ed il desiderio di evitare o ridurre per il futuro r,: disaslrosi modificando tale assello. - !effetti Signori Priori, riuniti il giorno 18 novembre 1333 l1l, :--îsiderato che nella inondazione del precedente gior-.4') "i ponti cittadini e cioè il ponte Vecchio, il ponte :' Sahta Trinita ed il ponte della carraia ed i muri e gli :jiiicÌ della detta Città dì Firenze posti lungo ii fiume :.-.ìo sono andati dislrutti; .... volendo che per iì futuro _trn avvengano sìmilj cose .... " conferivano a sei buonoamplissima " .... a fare i predetti ponti -'ri una delega :ei quanto, come, quando e nei modi che essi riterranno, ... e a difendere e consolidare la stessa citta di Firenze :::r quelle difese, quei consolidamenti e quei muri che ad ::si piacerà ". Aggiungevano però la prescrizione vincolante di -..., Drowedere a che le pescaie e tutti gli altri edifici :::sie.rli sulle ripe o in prossimità del fiume vadano di::i-.Í.iì e rimossi ". Una più matura considerazione doveva però rivelafe r:3 iale prescrizione non era attuablle. t!ì eíetti it deflusso delle massime piene deli'Arno in = "=^ze è à tutt'oggi sfavorevolmente regolato da fattori -::r:ali ed arlificiali che non sono laci'mente modificabiìi : cire vengono qui evidenziali. _ 1:- ADALaERTO CANFAFINI - Di igelre Tecnico ::e le virgoletie la traduzlone del - Min:slèro dei lalino di canceller'a. MORFOLOGIA DEL TRONCO Subito a monte della citlà, all'ansa del GÌrone, si ha passaggio dell'Arno tra unità morfolog'che djverse e cioè tra il tfonco di monte inciso nelle formazioni rocciose ed il tronco di valle che attraversa l'area di colmamento del bacino lacustre di Firenze-Pistoia, formatosi nel pllocene suoeriore-plelstocene. ll tronoo di monte, da Rignano al Girone, si svolge tfa lè formazioni costituite da zolle di calcari marnosi dell'"Alberese" e di arenarie " Pietraiorte " e dai complessi caotici al contorno di tali zolle. con ristrelte coltri di allu- il vioni recenti. L'attraversamento del vecchio bacino lacustre che ni- zia al Girone, prosegue sino a Signa. A valle di signa, e cioè alla gola della Gonfolina, inizia il tronco inciso nelle arenarie del n N,4acigno " che prosegue sino a Montelupo. ll tronco di attraversamento della zona alluvionale tra le incisioni del Girone e della Gonfolina, presenta a sua volta notevoli diflerenze morfologiche. Nel bacino orientale, nel quale rjcade l'insediamento del centro storico, affiorano ad anlìteatro ìdeposìti conglomeratici, ghiaiosi e sabbiosi che secondo IIAINELLI [2] rappresentano u^a lerrazza cosìiera subacquea calante rF pidamente verso la parte med,ana del lago pliocenico, che non sarebbe giunto al complelo colmamento. Nel]'attraversamento cittadino I'Arno corre al margine meridionale di tale bacino, contro la zolla alloclona di arenaria " Pietraforte " che forma le colline di Monte alle Croci, Boboli e Monte uliveto. Tutta I'area cittadina prossìma al fiume è in forte penoenza vetso ovesl. Dalle quote dei piani stradali di 50 + 52 m.s.m. nei quartieri di Anconella, Bellariva e San Salvi a est, si passa alle quote di 40 + 43 m.s.m. nei quartjeri dell'lsolotio, Cascine e S. lacopino a ovest. AII'altezza delle Cascine il fjume entra nel bacjno occidentale di diversa natura e cioè nella piana formata dalle alluvioni recenti che r:coprono idepositi d; colmamento racuslre prevatentemente argijlosi, percorrendola sino alla gola della Gonfolina. Al cambjamento della natura del bacino corrispondono diversi regimi idraulici del fiume. vqlle di Firenze e cioè da e Cascine sino a Srgna, ,,^A lArno diventa un fiume di pianura, con una pendenza;e: dra del fondo intorno allo 0.49ar. . Al contrar;o, nella situazione attuaje del tronco citta_ orno tra it ponte Vespucci e la pescaia dt S. Nicolò si na su di una distanza di circa 2000 metri un eccezionale dislivello delle quote di fondo, superiore a 9 metri. A monte di Firenze, dalJa pescaia d; S. Nicolò alla pescaia di S. Andrea a Rovezzano la pendenza del fondo è pari all'1,8 ciraa. intero tronco compreso tra i punti fissi determinati oafle rncrsjoni in roccia del Girone e della Gontolina, in pas:19. _sl:l Luppayq naluralmente secondo ampi meandri. . .CONEDEBA ed EFìCOLI in uno studio condotìo a mezzo oella fotointerpretaziOne [3], hanno bene evrdenziata ta Ìascra atluvionale, dl ampiezza crescente verso valle, che In tempi successivi è stala interessata dalle evolrrzioni dei _ _L meandri. della città, tate fascia è detimitata.dagli abi_ Rovezzano a nord é dàlle lo_ calità di Cappellina, pieve a Ripoti, Bandino e Ricoiboli . ..4..m!nt9 tati di S. Andrea a R. e di a sud- valle, ove dimjnuisce la pendenza del fondo, la fa_ ,A percofsa scra tn passato dai meandri ha una ampiezza maggiore, essendo delimitala a nord dall allineamenio Cascine-Peretola-Quaracchi-S. Mauro ed a sud da q.leito àj ù. uurflco-S. Lorenzo a G reve_Scaod iccilorrente Vingone sino alla confluenza. Un ampio studio sulle variazioni dell Alno nella iìura fiorentina nei tempi storicl è stato condottoojada LOSACCO [4] sulta basó di documenti di archivio. Tra idocumenti hanng eccezionale rilevanza idiseoni geografici di Leonardo della collezione di Windsor Casie, nei quali è rìportata la situazione dei du€ tronchi a monte e a valle di Firenze intorno all'anno 1S02. Al " molino delia Badia " (ora pescaia di S. And.ea a Bovezzano) il fir-ime si divldeva in un ramo prjncloale sino a Ricorboli, venendo deviato verso nord dallo sperone .roccioso del Monte alle Croci formasse un meandro COn ll vertice nella zona della attuale piaZZa Beccaria e riprendesse il corso moderno in prossimità dell'attuale ponte VecJhio. spinto contro la collina rocciosa dalla co_ norde de| antico lvluonone. . Tale ipotesi trova-conferma nella generale depressione della zona di S. Croce. .Anche la denominazione di porta delja Croce al Goroo Inorcnerebbe la esistenza del vecchio meandro. MODIFICAZIONE DELL'ASSETTO NATURALE L'assetto attuate dell'alveo dal cirone alla gola dela Gonfolina è interamente artificiale, sia net froncd ciitaaino costretto entro huli di sponda, sia nei tronchi esterDi retti_ ncau e per gran parte arginaìi. I prjmi vincoli a talè assetto sono connessi all'insédiaInfatti pur essendo I'area delimitata dalla cinta qua- mento romano. . drata di mura posla a quote relativamente elevate e quinclj meno soggetta alle esondazjoni, ta utllizzazione dei tèr_ reni ésterni e la difésa delle vie dì comunicazione resero necessaria la stabilizzazione dell'alveo cóntrastandone la naturalo tendenza ad evolvèrsi ín meanor|. , ,,Parilcolare p/otezione dovèva essere assicurata al ponte della Via Cassia, presumibijmente prossimo al s,to l'attuale ponte Vecchio. clet- ln una campagna di sondaggj ciirotta nella estate 1975 da .chi scrive, il carotaggio orizzontale delle due spa e ai tale ponte, eseguito a m 1.S0 sut piano delte plaiee, ha rivelata la presenza, a tergo dol parametro in pietra ravorata e d€i blocchi esterni di congtomerato in ciottoli e malta di calce, di forti spessori di muratura in conci squadrati dj pjetraforte e malta di calce con detrito di laterizjo, di di molto supériore a quella cjei in cÒnci sj incontrano a 3,8S m dal para- consistenza cÒnglomerati. Le murature mento èsterno in destra e a 3,OO m da quello in sinistra, e sono tra toro distanziate dì metri f00.90. La stessa muratura in conci squadratt è stata r,nve- al gomito dell'Anconella, lasciando sulla destra ll ( bixar_ no,, ossia una vecchia isola fluviale già saldata a quel nura con un sondaggio orizzontale della spalla dest.a del ponte a S. Trinila. a m 5,00 dal oaramento. La posizione delle murature e Ia loro tecnicA dj confezione, e specialmente l'impiego di detrito dj laterizio nelle malte, giustificano una attrlbuzione all,epoca romana. Si tatterebbe quindi di un inalveamenio romano con murj di sponda, che determinava in corrispondenza delÌ'attuale ponle Vecchio una targhezza della sezlone di deÌlusso di metri 100,90, di poco maggiore di quella dj me_ tri 98,40 che si ha oggi immediatamente a monte. La rettiiicazione dell'alveo. che già aveva una forte Per aumenfavano a sud ed un famo secondario a nord, comprendenti un renaio."largo braccia 1000 e lungo braccia 2O0O",). Di fronte alla chiesa di S. Pietro in palco il ramo orincipare volgeva decisamente a nord, rico!legandosi aj iamo secorìdario presso il Varlungo, in un punto contrassegnalo nella carla con la dicitura 4 la rottir >. ll fiume correva quindi secondo il corso attuale sjno tempo alla sponda sinistra, ma nejla quafe trabocca Arno " le Plene,. Le dimensioni del " bixarno " sono riportate in braccia 800 di.larghezza e braccia 2100 di lunghezza. Al gomito dell'Anconetla e sino alte mula cjttadine. il fiume si divideva nuovamente in dLre ram, attivi, dei quali il principale a nord ed il secondario a sud conlro a Ri- corboli, d-elimitanti un renaio ( Iargo braccia 700 lungo braccia 1550 ". A valle della città, la cartografia leonardesca mostra una prima jsola fluviale contenuta tra un ramo princioale corrilpondente al corso altuale ed un ramo secondarro in estinzione corrente presso la via pisana. Le dimensioni di tale isola, alla quale corrisponde una parte dell'attuale quartiere dell'lsolotto, sono rìportate in braccia 700 di larghezza e braccia 1600 di lungl^ezza. Sull'area orientale delle attuali Cascine soìo indicati più rami di divagazione. . Una seconda isola. della tarchezza di braccia 1300, era detimitata da un ramo meridionale diritto corrispondente all'attuale corso e da un ampio meandro che si svoloeva verso nord sull'area occidentale toccando la locatitt del Barco. Una planimetria a grande scala moslra che il fiume percorreva la piana sino a Signa sviluppando altri tre grandi meandri. Nell'area di impianlo del centro storico non si rìtlovano ovviamente segni palesi della evoluzìone dell'alveo. E però da presumere che già prima dell'insediamento romano il fiume dopo avere percorsa la lunata del Bisarno ,) 1 braccÌo fiorenlino = 0,584 melri. pendenza naturale. la ed il velocita avreDDero provocato tonoo. restringimento della s62ione, e I'allezza della corrente ed la erosione e l,approfondimento del La costruzione dei muri di sponda doveva quindi di necessrtà essere accompagnata dalla realizzazione vav_ersa S. Rosa- di va e di una corrispondente alla attuale pescaia di La utiljzzazione dei terrèni ad ofiente della cerchìa di mura, di cui è esempio la costruzione dell,anfiteatro, ri_ chiedeva inoltre la prosecuzjone vefso monte dejl'inalvea_ mento, con o senza muri di sponda, sino a sottendere completamente il meandro Una campagna dl di S. Croce. sondaggi finalizzata alla cerca archeologica, darebbe sicuri elemenri dj giudizio. È però certo che con l'insediamenro romano sl sono posti ivincoli principali al regime idraulico dell,attraver- sam-ento dell'Arno jn Firenze, che a tutt'oggi permangono. . Così, accanlo agli eventi più grandi, entrano nella stor'a ) le preoccupazioni dei citadini delfa Firenze del_ Ianno 15 d. C. per i danni che potranno provenire dalle prene. , Ulteriori vìncoli venivano jmposti dalla rapjda espansione della città al difuori della vecchia cerchia quadrata e dalla utbanizzazione delle due sponde, interve;ute nei secoli Xl e Xll. Tale espansione era consolidata dalla costruzjone della seconda cerchia di mura, iniziata nell'anno 1172. r) Tacito, Annales, Llbro l, 76-79. 4) Dalla Vila d: Taddeo Gaddi di 5) Dalla Cronica di c. Villani. c. Vasari. ,.: ll tiume che già correva esterno alla città, veniva così serrato entro le mura per il tratto compreso tra gli attuali ponti alle Grazie e alla Carraia. ll collegamento dei nuovi quartieri oltrarno richiedeva la costruzione di altri ponti in aggiunta all'unico già esistente, sin da epoca romana, nel sjto dell'attuale ponte T 6 a, Vecchio. Venivano così costruiti nell'anno 1218 t il ponte Nuovo (poi alla Carraia), nell'anno 1237 il ponte a (poi alle Grazie) e da ultimo nell'anno 1252 S. Trinita. Rubaconte il ponte a La stabilita del fondo e quindi dei manufatti di attrae di sponda, era ass:curata dalla pescaia di versamento valle, detta di ognissanti. Da tale pescaia e da altre isalti a monte, erano formati motori disponibili per la forte pendenza, che fornivano I'energia richiesta dalle tessiture e dalle altre attività industriali. Altre strutture urbane si aggiungevano con la costruzione della terza cerchia di mura, decretata nell'anno 1285 e porlata a compimento nel 1324 per iquartieri di qua e nel 1342 per iquartieri oltrarno. La costruzione della terza cerchia consentiva la estènsione della utbanizzazione alla bassura di S. Croce. Si è cosi consolidato sln dalla netà del Xlll secolo I'assetto dell'altraversamènlo urbano che si è mantenuto sostanzialmenle invariato nei sècoli success:vi. Tale assetto è caratterizzato da: fortissima pendenza generale de' tronco con - una il fondo mantenuto stabile dalle traverse (pescaie) e dalle piatee in muratura dei pontii un restringimento della corrente tra i muri di - massimo sponda, nel tratto dall'imbocco del ponte Vecchio al ponte a S. Trinita, nei quale si raggiungono con le maggiori portate di piena velocità di 3 ì,4 m/s; gli ingombri dei ponti, che per le antiche costru- zioni -non erano mai inferiori ad un terzo della alla chiave degli archi; sezione la esistenza di zone cittadjne con i piani stradali a- quote molto depresse rispetto ai massimi llvelli di la ufossa" di S. Croce. La s;tuazione del Xlll secolo non è stata miqliorata dai successivi interventj, costantemente intesi a -guacjagnare spazi per Ia edificazione, come Ia costruzione nelpiena, come ( ... piglianC:ità terreno verso piazza de' lvlozzi e servjrsene .... a far ie mulina .... ". Parimenti per la ricostruzione del ponte alla Carraia dopo il 13335) "..,. restrinsesi due pile al vecchio e fecionsi di nuovo le mura sopra la riva dell'Arno dall'un ;alo e dall'altro per addirizzare il corso del liume e per f'anno 1346 del muro di sponda in sinistra4) do Cue pile del ponte (a Rubaconte) per accrescere alla D:ù bellezza e lottezza della città ". Nel secolo XVl, per guadagnare nuovi terreni alle col:ure, si è dato inrzio alla rettificazione dei meandri ed alla arginatura dei tronchi esterni. Secondo PICCARDI [5] tali jnterventi si sarebbero com. .'' giuti nel secolo XVll per il tronco dal Girone a Firenze, nella seconda meta del secolo XVt per il tronco delle Cascine e nel secolo XVlll per il tronco dalle Cascine a Signa. La eliminazione dei meandri e ìl restrìnoimento delle -:ezioni dei tronchi esterni, hanno però avuta-una influenza secondaria sul meccanismo di deflusso delle piene in Fi- É infine da rilevare che tra le urbanizzazioni recenti, trova in condizioni sfavorevoli alla difesa idraulica quella iei quartiere di Gavinana, posto nella bassura del vecchio È: reandro del Bisarno. PIENE DEL PASSATO Le memorie storiche sulle piene passate e gli archivi aegii organi di governo offrono una documentazione di 3ccezionale interesse tecnico. Una fondamentale raccolta di notizie storiche sulle ::ene occorse tra gli anni 1177 e 1761 è stata compilata ra MOROZZT [6]. La nota pubblicazione di NATONI [7] apparsa nelarco 1944, prosegue la raccolta per le piene occorse :]rc ii 1761 e salda Ie notizie storiche con i dati dei rilert-ienti idrometrici, iniziati nel secolo scorso ma esequiti - ':.ma estesa e s:stematica soltanto nell'ultimo cinoúan=:::o. Tra le pubblicazioni successive alla alluvione d€i i,t65. uno sludio di LOSACCO [B] rjesamina ampiamenie ìe nstizie sulle passatè inondazioni di Firenze mentre uno sio- dio di CIULLINI [9] riveste speciale inleresse in quanto procede alla ricostruzione delle superfici citladine inondate. Le notizie sloriche concorrono con la èlaborazione probabillstlca dei dati idrologici disponlbili, nell'assegnare un tempo di ritorno di 40 anni a evènti di piena con poftata non conlenibile nell'alveo cittadino. Con un lempo di ritorno di 150 anni si devono atten. dere eventi di piena a carallere disaslroso, quali quelli del l-11-1333, del f3-9-1557, del 3-f2-1740, del 4-11-1844 e del 4-11-f966, Interesse p:ù diretto per I'argomento che si tratta hanno ìe notizìe sul meccanismo delle esondazioni e sulle di- struzioni operate dalla corrente. Con preziosa capacità di cogliere i fatti essenzlali e di collegarli nel giusto ordine temporale, così la Cronica di Giovanni VILLANI descrive la lnondazione del '1333: il giovedì a nona a di 4 di novembre l'Arno .... ".... coperse tutto il piano di S. Salvi è di Bisarno .... salì l'altezza dell'acqúa alla porìa della Croce e a quelia del Renaio .... e ciascuna delle due porle per forza ruppe e mise in terra. .... ruppe il muro deÌ comune al di sopra al corso de' Tintori .... ; per la quale rottura venne I'Arno piir a pieno nella città, .... rovinò del muro cjel comune dal prato di Ognìssanti da braccia quattfocentocinquanta per la lorza deil'acqua, la quale rottura sfogò l'abbondanza della raccolta acqua onde la città era piena e tuttora crescea .... ; ma rotto il detto muro tutta I'acqua che era nella città ricorse con grande foga all'Arno .... ". Confrontando tale naftazione con quelle delle altre esondazionl disastrose sino all'anno 1844. si constata i1 ripetersi del seguente meccanismo: 1. i locali sotterranei più bassi sono allagati per il rigurgito delle fognature; 2. le esondazioni in destra inizìano a Rovezzano, ricoprono il piano di S. Salvi, investono le mura cittadine alla porta alla Croce, che viene più volte abbattuta, ed allagano la città ad oriente sino alla chiesa di S. AmDrog to; 3. le esondazioni in sinistra rìcoprono il piano del Bisarno (attuali quartieri di Gavinana e Anconella) ed investono le mura alla porta di S. Nicolò; 4. in un secondo tempo le acque superano la sponda destra tra I'attuale lungarno della zecca ed il ponte a S. Trinita riversandosi nel cuore della città e la sponda sinistra a cavallo del ponte Vecchioi 5. le acque entrate in città allagano le aree occidentali, correndo secondo la pendenza delle strade in direzione della porta al Prato in destra e della porta di S. Frediano ìn sinistra e se le porte sono aperte defluiscono liberamente all'esterno delle mura e rientrano quindi nell'alveo. I vortici che le correnti di piena formàno a valle dèlle pile dei ponli e dei manulatti che si protendono nell'alveo, provocano scavi del fondo e riDetuti cfolli. jngrossò pertal modo ll 28 ottobre 1177 I'Arnoó) che ruppe una pila del Ponte".... Vecchio, la seconda. Tutto cadde il Ponte e andò via". ll 1 ottobre 1269'), . ...'l fiume d'Arno uscì de suoi sì disordìnatamente, che gran parie della città dì Firenze allagò, e ciò fu la cagione per più legname che'l fiume menava, il quale ristette e s'attraversò al pie' termini del ponle a santa Trinita per modo che I'acqua del fiume ringorgava sì addietro che sì spandea per la città ,... AIla iine fu sì forte I'empito del corso del fiume che fece rovìnare il detto ponte di santa Trinila, e ancora per lo sgorgare di quello, l'empito dell'acqua e del legname percosse e fece rovjnare quello della Carraia; e come furono rovinati e caduti, l'altezza del corso del iiume che era pef lo detto ringorgamento rattenuta, abbassò e cessò la piena dell'acqua ch'era spana per la cittade ". Nella narrazione dello stesso Villani, testimonio delì'evento, il 4 novembre 1333 I'Arno che ( .... per cagione di difetto di molte pescaie fatte infra la città per le mo- Iina.... era alzato ollre I'antico lelto pilt di braccia . ruppe Ia pescaia d'Ognissanti .... E rotta la setie... detta pescaia d'Ognissanti incontanente rovinò e cadde il ponte alla Carraia, salvo due archi dal lato di quà. E incontanente appresso per simife modo cadde il ponte da santa Trinita, salvo una pila e un arco verso la delta Chiesa, e poi il ponte Vecchio stipato per Ia preda deF ó) Dalla Cronaca Fiorentina ?) di lviarchionne Dalla Cronica di Giovanni Villani. di Coopo Stefani. I'Arno dj molto legname, sicché per I'istrettezza del corso che v'è I'Arno salì e valicò l'arcora del ponte,.... e per soperchio dell'acqua l'abbatte e rovinò tutto che non vi rimase che due pile di mezzo ". La alluvione del 12 settembre 1SS7 3) ..... di prjmo colpo messe a terra il ponte a Santa Trinita, le cui rovine fecero jn quella pane il fiume gonfiar Iacqua a segno cne superate te sponde per ogni banda, allagò quasr per tutto il piano della città. Nello stesso tempo furono rotti e portati daila furia della corrente due archi del oonte alla Car?ia dalla parte de' Ricasoli ". Infine la alluvione del 3 novembrè 1844 provocò Ia rovina del ponte in ferro di S. Ferdinando costruito nel 1836 a monte della pescaia di S. Nicolò, con il crollo della spaìla in destra e la asportazione dell'impalcato sospeso. il Tordi la costruzione di un canale murato fitta") per formare una soglia dl fondo a protezione 'a dei manufatti di monte. Per evitare Io scalzamenlo e Ia rovina déi oonti. l'abbassamento dei fondo dovuto alla demotizjone della pescaia va controllató con la cosÍuzion€ di "filari di p ntoni e cioè di diaframmi trasversali dl pali. intestati aile ' duo sponde subito a valle dei oonti alla Carraia e a S. Triquote nita, con coronamenti a superiori a quèlle di fondazione. ll ponte V6cchio resterebbe proletto dalte slrut- jt ponte a Rubaa causa della ampiézza ture del ponle a S. Trinita menire per delle luci. fn una memoria diretta al Granduca Ferdinando I alla data déll'8-8-1591 I'Architetto Ahtonio Lupicjni [11] dopo avere esaminata ed ésclusa la possibilità di attuare sbarramenti murarí per invasare le acque della ChÍana ((vicino al Bastardo ") e della Sieve a pontassiève, ésamina alcuni rimedi proposti da altri e ciÒè: la costruzione di un diversivo con immissione a rnonte- della città (alla * nave al Lioro ") e restituzione in Arno a Perètola: la chiusura di tutti gli sbocchi di fogna a fiume e Ia -loro jmmissjone in due collettÒri di gronda correnti lungo le due sponde e scaricanti in Arno a valle della città, ed il rialzo delle sDonde: . - la demolizione delle due pescaie, superiorg e in_ lenoie. ll Lupìcjni esclude il primo prowedimento per difiicottà di. regolazjone dèlle portate e pef timore di corrosioni nell'alveo_ del diversivo, ma sopratutto per motivi di s.cu- rezza m llare. Anche la costruzione dei due collettori di foqna viene esclusa per difficoltà di costruzione e di spurgoì La demolizione délle pescaie viene esclusa per il danno economico deila perdita dei salti motori e pèr il timore dello scalzamento delle pile dei ponti e dei múri di sponda. Considerato che la causa princjpale dèlle esondazioni è ( la strettezza de' tre archi del ponte Vecchio " il Lupicini propone la costruzioné di dodicì pile sopra la pe- scaia della Cittade'la vecchia (ora di S. Nicolò) per' ta formazione di tredlcj luci sezionate da cataratte. Attraverso tale opera di regolazione passerebbero le portate consentite dalla strettezza " " del ponte Vecchio. mentre isuperi verrebbero scolmati nel fossato cittadino, sislemato con larghezza di 80 braccia fjno alla Cittadélla nuova (ora Fortezza da Basso) e di lì in un nuovo fossato fino al ponte ajle Mosse, nel fetio del Mugnon€ e per if tramite di questo in Arno, Il matematico Vincenzo Viviani nella memoría diretta al Granduca Cosimo lll nell'anno 1688 [12] entÌa nelta polemica allora in corso tra i sostenilgri della progres3) Dalla Vita di Bartolorneo Ammannaii di Carraia nell'anno 1668, della presenza di vecihi lastrici di platea circa due braccia aj cjisotto dei piani de e Dlatee esistenti. I rimedi proposti sono jntesi unicamente alla nduzione del trasporto soiido mediante: delle pendenze dei bacini montani - la correzione in eros.one mediante serie di briglie da rialzare jn tempi i lungo la sponda dal ponte alla Carraia sino ai mulini delfa pescaia di sotto (S. Rosa) e I'abbassamento della stessa " dovrebbe sssere pescaia, "della quàle demolito il ( muro " mentre dovrebbe testare ìn sito la fondazione (" pala- conte non neoessitano intèrventi corso-di lavori di riparazione della fondazìone del ponte a S. Trinita nell'anno 1664 e della Dlatea del oonté aila e la destinazione a uliveto o a a vigna é a grano; la costruzione di traverse a valle dei tronchi di fondovalle con sponde in erosione. Nessun intervénio viene ptoposto pèr il tronoo urbano rimboschimenti - dei terrenì erosi coltivati pascolÒ . La diversità delle proposte fatte nei secoli passati per migliorare le cohdizioni det deftusso delle oiéne in Firenze, rifletts la complessita di tali condiziÒni. Dopo la piena disastrosa del 13-9-1557 e duèlla notevol€ del 30-10-1589, Ahdrea Tordi in una memoria manoscritta [10] individua la causa degli allagamenti .,... pér la ristréttezza degli archl del ponte Vecchio e dél pónte A Santa Trlníta.... è pér rlspetto ancora délja Pescaia Propone ,.. ll Viviani contraddice Guglielmini e sostjene che per IArno si ha un (.... perpetuo riempìrnento del letto.... ". Per quanto riguarda I'alveo in Firenze egli cita, tra numerosi altri argomenti, la personale constatazione nel successrvl; VECGHIE PROPOSTE DI RIMEDIO di sotto ". siva evoluzione degli alvei e quelli della loro autostabilzzazione leorizzala nel noto tratiaio di G. D. Guglielmini, La Naturc dei Flumi pubblicato nel 1697. FitiDDo Batdinucci, dal Viviani, ohe ammonisce sulle disastrose conseouenze per imanufattf in alveo derivanti da un aumento del .de- clive' nel caso di rovina della pescaia dell'Uccello loooj di S. Rosa) ta quale ".... va invigitata e custodita ioli raobr.ca la più gèlosa e lmportante . . . . ". Bartolomeó Vanni, in una memoria del febbraio 1768 diretta al Padre Grandi, profdssore dl matematrca nello Studio Pisano [13], rlleva (.... un acciddnte ..., nota- biljEsimo, che nel pasgare che tanno le piene d,Arno attraversando la citta, dove in alcuna parte salzano dl misura lacque, in altre un incredlbiie abba6samento te suc- céde....". Nel corso di una piena del 23 ottobre 1767 il Vanni lî'sura al coronamento della pescaia della Zecca (S. Ni_ di br. 6, a monte del ponte Rubaconte una altezza sul livollo di magra di br. 8 e sopra la pescaia delfa Vagaloggia (S. Rosa) una altezza, colÒ)_una altezza d'acqua a sul corónamento di bt. 4 e 1/3. Si ha qui una testimonianza della crescenie connessione della cultura fisico-malematica galileiana con fa tecnlca Dratíca. Per ll Vanni infatti occorre mettére in evjdenza i moltì sfrori commessi nella costruziOne delle.... labbriche def f;ume .... o mediante la razionalizzazione dei fatti naturali per fa quale non è suffíciente il contrí- <..., buto dei ."..,. pratici de fiuml, ma quet che pjù imporia, saria egli il persuadére I matematici intendentj di oueste materie, di què rimedi tanto spediti che forse mai si pensarono, .... col sottoporre all'esame tutto ciò che dj iatti_ bjlè oi apparisse .... ". Dopo le due piene straordinarie del 3-12-:|740 e del 1f.12.1758 il matemat:co dello Studio pisano Tommaso Pefrelli, in una relazione in data 23 marzo 1759 [14], contesta la tesi del Viviani, negando i progressivi e cospicui rnnalzamenti d6ll'alveo che renderebbero le inondazioní sempre piùr frequenti e dannose. A sostegno della propria tesí confronta gfl efletti delle rec€nti piene straordinarie del 1740 e del 1758 con quelti. riportati da fonti stor:che, delle precedenti quindici maqgiorj piene verificatesj negli anni 1268, 1282, 1284, t2BB, 1333, r380, 1456, 1544, 1557, .1586, 1676, 1677, 1687 e '1688 ldue). Dalle comparazioni effettuate il Perrelli conclude che Ia condizione dell'alveo non è modificata rispeto a ouella dei secoli scorsl e che le inondazioni non tendono a diventare più estese e più frequenti. Esolude comunque che possano essere intervenuti i rialzamenti del fondo dell'ordine di tre braccia in un secolo sostenuti da alcuni. ll Perrelli passa poi ad esaminare i prowedimenti di difesa riportati hella memoria deJ Lupicini (1591) esctudendo la loro fattibilità e convenienza. Esclude anche la soluzione dello scolmatore Der il tramite del fossato cittadino, la quale ..... seduce con la sua semplicità e facilità apparente " ma presenta diffícoltà insuperabili nella regolazione della imnìissione e nel conirollo dèll'inghiaiamento. ll Perrelli propone per la difesa della cjttà da e sole piene medie, oltre al rimboschimento dei bacini montanr, il rialzo delle spónde per I'intero tratto cittadino (specíe in destra) secondo due linee parallele al fondo, la chiusura di tutte le aperture nelle sponde e il sezionamento con oataratte di tutti gli sbocchi di fogna, ridotti di numero con la attuazione di brevi collettori terminali. Per quanto riguarda le piene maggiori dellArno .... il quale riguardo alla vicinanza della montagna, alle" mate- rie che porta e ai subìti e straordinari gontiamenti, si può dire che partecjpj più della natura del torrenle che di fiume.... " il Perrelli conclude che I'inlendere di riparare a tutti i danni è come ".... lusingarsi della cura di un male che di sua natura non ha rimedio". Nel volume pubblìcato nel 1854 I'idraulico cIORGINl [15] tratta il problema della difesa daile piene sutla base di estesi dati idromelrici. Vengono infatti esaminati i rilevamenti eseguiii nel pe- Nessuno dei .provvedimenti proposti in passaio è siaic realjzzato fatta eccezione per la costruzione, nel secoic scorso, del collettore di gronda delle fognature in sponcja destra che immette a valle nel canale Macinante. Tale opera già presa in esame nella relazione LUplClNl del 1591, consegue il limitato ma sicuro vantaggio di proteggere ilocali cittadini più bassi dai rigurgiti che si avevano in passato anche per piene contenuté jn alveo. riodo 18091812 dall'ingegnere della amministrazione napoieonica G. GOURY, daÌ quali risulta, tra I'altro, che nella piena del 19-12-1809 si era misurato al ponte a S. Trinita un rigurgito apparente di metri 2,40 ed un rigurgito totate di metri 1,20. ll GIORGINI basa principalmente la sua trattazione sul rilevamento dell'Arno eseguito nel 1848 dalla Direzione cenerale dei lavori d'acque e di strade del Granducalo. ln tale rilevamento è riportato il profilo del colmo della piena del novembre 1844 nel tronco cittadino. con i seguenti rigurgiti in corrìspondenza dei singoli manlfatti: di Ognissanti - ponte alla - ponte a S. Carraia T. - ponte vecchio - ponte alle Grazje -. pescaia di S. Nicolò Dopo aver lrattato in generale LA PIENA DEL NOVEMBRE 1966. IL MECCANISMO DELLA ESONDAZIONEI Per la piena del novembre 1966 sono disponibìli i datj idrologici e le elaborazioni di calcolo che consentono una analasi quantitativa del fenomeno del deflusso in Firenze. La eccezionalità dell'evento è dovuta ai seguenti fatIOn: D 0,84 " 1,7A (" (" piogge diffuse con allezza totale di molto superiore alla media e cioè di mm 150 + 200 su Valdarno e lvluqello e superiore a 200 mm sul Casentino con massimó di mm 382 a Camaldoli. Tali piogge hanno saturati ìterrenì del bacino, costÈ tuito per la quasi totalità da formazioni impermeabili o gaiori della autostabilizzazione, il GIORcINI prende in :same la situazione dell'alveo in Firenze confronlandola lon le notizie storiche sulla espansione della città e sulle orene passate. Dalla analisi del profilo del colmo di piena rileva come scarsamente Dermeabili. non siano apprezzabili irigurgiti provocati dalle pescaie 3 siano invece gravi quelli dovuti all'ingombro dei ponli ( ringorghi prodoiti dalle opere inferiori si = che .... aisuccessìvamente sovrappongono quelli che derivano dalle Nel periodo di 23 ore, tra le 15 del giorno 3 e le 14 del giorno 4 novembre si è avuto sull'intero bacino lKm'z 4237 al ponte Vecchio) l'afflusso medio di pioggia di mm 159 è piir esattamente di mm 202 sui bacinj delI'Arno e della Slevè {Km'? 2869) e di mm 68 sul bacino le figure di una grandiosa gradiviene così ritardata nel tronco di monte superìori, secondo della Chiana (Km'?1368 alla contluenza in Arno). Sull'intero bacino si erano registrati in passato imassimi afflussi medi di mm 57 i giorni 1 e 2 gennaio 1929, di mm 55 i giorni 6 e 7 febbraio 195'l e di mm 47 i giorni 26 e 27 novembre 1949. Nei bacini del Casentino e Valdarnc le maggiori concentrazìoni di pioggia si sono registrate tra le ore'15 e le ore 23 del giorno 3, con intensità orarie massime di mm 24 a Stia, mm 40 a Badia Agnano, mm 36 a Renacci. Sul bacino della Sieve si è avuta una maggiore uniformità, con massima intensità oraria di mm 22 registrata a ciò provocherebbe il rialzo del londo a monte del ponte Grazie, per il ( maggior declive necessario allo scor. " "l!e :imento delle ghiaie. Collegando le recenti osservazioni ai dati storici, il eIORGINI sostiene che la esDansione cittadina e la cosi!'uzione dei ponti e delle pescaie haîno alterato il preÈdente equilibrlo del trasporto solido, elevando i livelli il piena e provocando il rialzo del fondo a monte. Tale riaÌzo avrebbe a sua volta provocato l'artificia'e '.alzo delle sponde per Ia difesa, così che i coronamenti jl sponda a fronte del quartiere di S. Croce risultano for- ' : iemente pensili sui piani stradalj. ll fondo dell'alveo in Firenze è però ora stabiltzzato !étondo un nuovo assetto di eauilibrio e non si devono ie:nere i progressivj rìnterri da altri autori sostenuti. Infatti ..... le ragioni idrauliche concorrono sensibil:.'enie con le notìzie storiche a persuadere che il lìume aAmo nel bacino di Firenze non ha punto sollevato il suo almeno negli uìtìmi sei secoli, senonché parzialmenle =-oeffetto ner necessario delle costruzioni che vi ha operate 3 mano dell'uomo ". Per la djfesa dalle piene :: il clORGlNl si propone di 'rscatare i! fondo all'assetto naturale stabìle esistente prima :3iia costruzione delle opere in alveo. Un nuovo Drofilo del fondo, tracciato sul rilevamento :?ìla Direzione Granducale, consentirebbe il deflusso delle :egg'ori piene con livelli inferiori a quelli dei più : :toaoa. :ir i ,t: depressi slani stradali. (Vedi Tavola 1 a pag, 2), Per la rcalizzazione di tale nuovo profilo si richiede: demolizione delle massicce strutture dei ouat- lacittadini :"o ponti in muratura, da sostituire con impalcali :i:iallici sospesi a unica luce o con travi reticolari a piir Jaì su coÌonne metallicheì delle fondazìoni e delle platee dei ponti -liti, ilaltaglio :emoliti, livello del nuovo profilo di fondo; fondo: il taglio della pescaia di Ognissanti Ognissanti e della peprofilo; s:aia di S. Nicolò al livello dello stesso Drofilo: Drofi il rinforzo delle fondazioni dellè fabbriche di Ì:y. 2 - ll prolilo dèl colrno della oiena dèl -:4Íénlbre 1966 nél konco dal Gkone a Slgna, sÈrondo il riievamènÌo Uel sèNlzlo idroqrafico del r.i:lslero dei Lavorl Pubbtlcl. Alla rlolda dèl r::è5 citlsdlno, con lforll rlqurqltl dovutl atte :=isazioni locitizzate prodotte-dr-it lngombro dei :c:=. segue ll tronco a debole penclenza dalle :E;Dine al ponte di Slsna. terreni sono stati saturati dalle piogge intense piogge di intensita e durata mai registrate in pre- sono cadute cedenza sull'intero bacinoi il colmo dell'onda di piena della Sieve si è sovrapposto a quello dell'Arno. Nel mese di ottobre 1966, con concentrazione negli ultimi giorni, sono cadute sul bacino a mante di Firenze 0, non apprezzablle dell'azione delle acque sulla morfologia deglj alvei alluvionali ed avere ricapitolato i termini della controversia tra i sostenitori ed i ne- !-a corrente i - antecedenti; dei giorni pescaia * I : el :l 3 il lrI Alla lontananza dalla dorsale appenninjca è dovuta la minore concentrazione delle piogge mentre la lunghezza del canale principale, la minore pendenza e la maggiore permeabilità dei terreni del bacino Oroducono la atfenuazione e I'allungamento dell onda di piena. L';nsjeme dei dati di pjoggìa e di portata dell'evento del novembre 1966 è riunito nella pubbticazione edita a cura del ,Servizio ldrografico del Ministero dei Lavori puboircr I Itt L Partic;lare ev:denza è data dal confronto tra le portate massime di alcune stazionj e quelle registrate in passato dall'in:zio dei rilevamenii dello stesso Servizjo. lTab. 11. La distruzione della stazione di misura di Nave di Rosano, posta 18 Km a monte del ponte Vecchio, non ha consentita la ricostruzione delle portate in arrivo a Firenze sulla base di soli dati idrometrici. Tav. 3 - ll prolllo del cotmo detta ptena del novèmbre 1966 nel tronco clttadtno, sècondo il rllevamenlo del servizlo ldrogratlco det Mtntsrero dél Lavorl Pubbllcl. -Irlnlla I fortl rlqurqltt Drodortt dal pontl a s. (1,80 m,) ; vócchio (1,08 m.) rlalzano llivelli nel rronco cll monte. ove sl sono avutl I sormontl delle sponde ché hanno vlolenlèmente rlyersale le acoue nel cenfo detta città. a Ponte a Olmo nella ripresa dj precipitazìone tra le ore 10 e le ore 13 del giorno 4. intervenuta A causa del ritardo delle pjogge sul bacino della Sieve, colmo di piena di questa è pervenuto alt'asta princìpale in concomitanza con il transito del colmo del Ca- il sentino-Valdarno, che è stato quindi esaltato e prolungato. La minore fliovosità ed il basso contrlbuto della Chjana sono stati verificati anche per tuttj gli eventi alluvionall controllati in passato e non costjtuiscono un fattore accidenlale essendo connessi alla geografia del bacino. TABELLA Bacino Km'? Arno a Stia Arno a Subbiano Chiana a ponte ferr. Sieve a Bilancino a Mediante la jntegraz:one pe. differenze finite delle equazioni fondamentali per le correnti a pelo ljbero è stato rèalizzalo il modello di traslazione dell'onda di piena nel tronco Levane-Firenze (S. Andrea a Rovezzano). Per la ricostruzione delle portate in arrivo a Firenze cat- il giorno 4-11-1966 sono stati introdotti nel modelto di colo iseguenti dati di ingresso: 1 Stazione Sieve Tale ricostruzione è stata fatta con il calcolo da COCCHl, HAUTMANN e clANl [17] in sede di consulenza tecnjca per il Tribunale di Arezzo. Fornacina Arno a Rosano Evento del 3-4.f f,1966 Portata max I Contributo unit. m'ls 62 310 - 738 2250' 1272 150 326 546 831 1340 4083 3540 I mrls Kmz 5,00 o,za 3,64 ' 0,47 Evento massimo precedente I Portata max I Conlributo unit. 'ata I 18-11-1940 | 17- 2-1964 | 22- 3-1922 | 8- 6-196s | 19- 9r9s3 | 2-11-1944 | .'/" 132 873 567 464 1080 2070 I m'ls | I | | | | t<m' 2,13 1,18 0,45 3.09 1,30 0.51 'Stazione idrometrica distlulta. Dato ricavato dat ljveito de a traccia Oi piena. Tav. 4 ' Lè ltecce indiceno I msgglorl sormontl delle sponde e le prlnclpali corrénti entro te shade cittadtne at colmo detta dttesa del novembre ls66 sécondo ll rllevamenlo dell lstltulo Geograllco Mllllare. La cenkate pendenza da Est a Orest comanda un detlusso in lale verso su tults l'trèa clttadlna allagala. Le acque énhate In cltta d6l tronco a monte det ponte a S. Trtn||a hanno a ;g;tì I qu€lterl ad occldenle. CONDEiIII SULLE SÎFADE CIITAOINE AL COLIIIIO OELLÀ PIENA DEL ,)ì=.-\,''. _ \ì /,. \. i .,t'..ri--_' ".,.. -.\' I I ' - ----*'-----*..-.-\-l'-'/' 1. per il bacìno dell'Arno a monte di Levane: I'idfo- alle registrazioni alla traversa ÉNEL. con massimo di m3/s 2090 alle ore 4 del giorno 4; 2. per il bacino della Sieve, poco a monte della gramma corrispondente conllLrenza: I'idrogramma corrispondente alle registrazioni della stazione del Servizio ldrografico di Fornacina, con massimo di mr/s 1330 alle ore 15,30 dello stesso giorno; 3. per , bacini secondari direttamente influenti in Arno tra Levane e Firenze: le portate calcolate sulla base delle altezze orarie di pioggia e delie caratteristiche topografiche dei bacinÌ stessi. Gli afflussi lotalì all'asta principale dalle ore 24 del giorno 3 novembre alle orc 24 del giorno 4 sono rlsultatÌ: mj 135,5 . 105 1. per il bacino dell'Arno a Levane: 2. per il bac:no della Sieve a Fornacina: 3. per i bacini secondari da Levane a S. Andrea a Rovezzano: m'j 80,5 . mr 79,0 . Subito dopo il passaggio della piena il Servlzic ì.':grafico del Ministero dei LL.PP. ha rilevati iliveil: ma"simi raggiunti nelle varie sezioni. Il rilevamento è di grande interesse in quanto i'invÈ luppo di tali livelli massimi può essere assimilato, con buona approssimazione, al profilo liquido al colmo della piena, considerata la durata di questo. Va comunque tenuto conto che le portate decrescono sensibilmente da monle verso valle per effetio d€lle esondazioni. Nelle sezioni carattefistiche del tronco sono stati ragi seguenti livelli: giunti m.s.m. - 10j 10" *- L'afflusso complessivo nelle 304,5 . 24 ore risulta di mr 10'. Tre fattori principali regolano il deflusso delle correnti di piena in Firenze e cioè i lorti disiivelli del fondo, i1 restringimento dei muri di sponda nel tronco centrale a cavallo del Ponte Vecchio e glì ingombri dei ponti. ld:slivelli appaiono evidenti dal seguente andamento delle quote di fondo di alcune sezioni signiiicative, nella Biiuazione del novembre 1966i Dìstanze Sezione (m) - :; Quote oel fondo progress. ponle di Signa coniluenza Greve {m.s.m.) 25,70 7.020 28,45 11.957 35,48 ponte Vespucci 12.710 35,87 12.860 41,58 pescaia S. Rosa ponte alla Cafiaia 13.112 37,92 '13.395 40,17 ponte S. T.inrta ponte alla Vittoria - ponte Vecchio - ponte alle Grazie - gescaia S Nicolò S. Andrea - pescaia 3R. 13.647 14.134 14.815 19.745 40,32 41,77 45,62 linea compenso ltnea compenso asse luce centr. asse luce centr. centfo coronamento 54,05 centro coronamento La pendenza media del fondo tra il ponte di Signa s !a confluenza della Greve è quindi pari a 0,39 quella ira fa stessa conflúenza e il ponte Vespucci è pati a 1,3fao, -:ntre nel tronco centrale cittadino tra il ponte Vespucci iì della pescaia di S. Nicolò si ha, sulla =c coronamento jlsianza di 2.105 metri un sovralzo del fondo di 9,75 metri. All'ingresso in Fìrenze, e cioè tra la pescaia di S. NiiD:ò e la pescaia di S. Andrea a Rovezzano ìa pendenza i=l íondo è dell'l,7 . La strozzatura del tronco centrale rìsulia dalle t;ènti distanze delle spallette dei muri di spondal (ml - a a a a a a monte della pescaia di S. Nicrlò monte del ponte alle Grazie monte del Ponte Vecchio monte del ponte a S. Trinita monte del ponte alla carraìa monte del ponte Vespucci 160,19 145,71 98,10 102,25 133,23 165,22 se- 41,58 45,18 45,21 - valle ponte vespucci - monte pescaia di S. Rosa ponte alla Carraia - valle 45,78 Vespucci 46,34 46,61 47,40 ponte alla Carraia _ monle ponte a S. Trinita - valle ponte a S. Trinita - monte ponte Vecchio - valle ponte Vecchio - 47,3s 49,17 49,46 50,54 monte ponte alle Grazie - monte pescaia di S. Nicolò ponte di S. Nicolò - valle ponte di S. Nicolò - monte pescaia di 52,53 53,00 Rovezzano La pendenza del profilo liquido al colmo dèlla piena è stata quindi dello 0,35 %o per il tronco da Signa alla confluenza della Greve, dello 0,74%N pet il t!'onco dalla Greve al ponte Vespucci (v) mentre nel tronco di monte dai ponte alle Grazìe (m) alla pescaÌa di Rovezzano si è avuia la pendenza dello 0,s7'VN. Nel tronco centrale cittadino dal ponte Vespucci (v) al ponte alle Grazie (m), sulla distanza di 1487 metri, il dislivello della supeficie liquida è stato di 6,07 metrj. Poiché i livelli a valle dei ponti sono stati rilevati a distanza dalle sezioni contratte tra le pile, il profilo del S.l. da con sufficlente approssimazione i rigurgiti eflettjvi prodotti dagli ingombrj degli stessi ponti. Per i ponti comDresi nef tronco centrale risultano dal profilo i seguenti rigurgiti elfettivi: - centro coronamento asse luce centr. asse luce centr. asse luce centr. asse luce centr. 39,11 ponte alla Vittorìa - valle alla Vittoria - monte -.ponte ponte L'idrogramma di piena a S. Andrea a Rovezzano ricosiruìto daì modello matematlco per lo stesso periodo, presenta un Drimo masslmo di mr/s 4200 alle ore 5,301 ed un secondo massimo di m'/s 4130 alle ore 14. Le portate in aíivo si mantengono superiori a mr/s 3000 per iÌ periodo dalle ore 1,30' circa alle ore 19 carca, mentre nel periodo tra idue colmi non discendono al di- sotro di mrls 3900. ponte di Signa confluenza Greve ll oonte VesPucci m Vecchio " 0,7S ",, 1,84 1,08 ponte alla Carraja Ponte a S. Trinita Ponte in lotaìe m 0,46 4,17 riqurqito prodolto dal ponte alla Viltoria è cìi m 003 mentre;o; si può determinare quello del ponte alle Graz:e che è stato sormonlalo dalla corrente All'atlaversamento del ponte di S. Nicolò si ha un ri' gurgito di m 0,11 mentre il passaggìo a disopra delle due òescaie di S. Rosa e di S Nicolò non produce rigurgrtí aoorezzabili. Dall'analisi del profilo fisulta con evidenza che la geo' metria della correnle nel tronco citladino al colmo della piena è delefminaia principalmente dalle eccezionali dis' siDazioni localizzale di enerqia che si hanno all'uscita dei ponli. ove le vene conlralte tra le pile si immeltono nelI'allargamènlo di valle. lnfatti, di contro al dislivello di 6,07 sulla distanza 1487 metri, il gradiente della energia assorbita dalle resistenze del moto unìforme per le massime portate di di piena è stato 16161nq 2ll'1 %/, "6166161q localizzate sono connessi gli eccezioAlle dissipazioni nali rigurgiti dei ponti a S. Trinita e Vecchio che rialzano i livelli del tronco di monte. Da valle di S. Trinita a monte del ponte Vecchio, sulla dislanza di 318 melri si aveva al colmo della pìena un sovralzo dei livelli di 3,21 metri. La corrente ìn arrivo al ponte Vecchio ha ragglunto il lìvello massimo di 50,54, superiore di 155 centimetri alla di intradosso della chiave deila luce centrale di 48.99. Tutle le luci hanno quindi funzionato sotto battente, quota mentre un ristagno dinamico ha gravato contro le sovfastrutture del ponte. :1,:;a:t:!' '..,... '.!: La sezione libera delle tre luci dela correnre al imbocco è di m, s72 ^o^r,^ ir ,*!i,i" 'rii,lii5 era di m, 990. """ base dei livelli rilevati dal S.l. puó essere isti_ , ..Sulla tuiro it catcoto approssimaro oetta mass im! -poiiàij'ianìi_ tata. at ponre vecchio, assumendo lo scnemi iòl'ieìrislo -a;;J"l! artraverso .bocca in paÍete sottite rigurgitaia, rare condizjone non è stata.del .tutto È"iÉ;i;'p;l;l; p; il richiano di velocità tra je pile non è stato somme;; il b-ordo superiore di valle degli archi. Net calcolo che seoue..vjène intróOono it valore ta sezione del contrazioÀe di 0,7, tenuto conro che ta con_ :""_.-lfl:î"tg di soppressa sut fondo ed O riÀ;tàtJ sriÈ ;j]e :fl,o_,19 l|no a e 9jmposte degli archi. -. - livello di monte livello di valle m.s.m. quota det fondo (platea) rarghezza dell'alveo sezione di monte o.s ,' velo m m.s.m. m (50.54 . 4O.4Sl ,.98.40 (49,46 _ 40,45) . .. valle sezione di . luce lrbera totale 50,54 49,46 1,08 40,45 98,40 =V2^ = m, 992,65 x 98,40 = m, 886,58 n, SZZ,óó 9,81 X 1,08 ;:ilT';Èil". i?';,,re ruc j ri- all'imbocco 'u "jrg1g^qy9y" ra sezione o, o,gloiJun""portala ra maso!r",,",à"o"li"ìl3i"rl"rf"l"".'ooo ",.Xrate sùma concorda con il vatore di m,/s ,, calco_ ,:,iJ,ìE vecchio, consideranoo cÉe 3150 esóÀoà.ióii !1,;"j:l fr:i:::!il#%:î":"'i,,"1nJ*a*?.l"iiix,3"Íìl"J:ll3 massrme poftate de|a p:ena del novembre 1966. jl o,'jì8, iîilii',î"Í,i''fi13;, %,i,,J ,"."%"X.j" "oî.io n3o J3",",ii:,:.3" J:îliJ:",,'o,Jl""r;:íl N,l,Ll""î,i",Tiji:i,i',*"l,îyi;;; c j s i d ed c e a "", " " l?ilfi l"t' 3"Í.î 13,il'"0' loX_"u " ". xi;i',".'óEB',î;J,: jn'j';|";t""r: h u un " j'l"ij'i"i:l';"ij!",,"; _.-Tale velocità è superiore à quella crjtica per una se_ rarshezza di m 82,04 p",i ìòilîJ".Ji:,1iln""i1;*:rra "r Non vi è dub6io che aj colmo della pjena, mentre erano in atto escndazioni a monte, il Oettuiso Oal póniò lrUì;J.r,n't" è avvenuto con transizione attraverso lo stato oî'"l"liîî&,:i?ilî,8?:i".îT,î:ilXt#"ff; iJ#31É"i,1%i,?î3":,îJ"",i: Í1,:'î: T""Jl:,rllll:"ii,;:i: vrouare la n,' r'"",1","'3i',? sezione cr;tica che è prossima alt,rmbocco dólle ha forri cúrvature e conrrazioni non !XÌ!|,flÌf"lî,,""t,"",e ,. Va detto incidentalmente che il forte rigurgito contradar ponte a é. rrrnità oi 3r:"':,j:31f':l*:r.artribuzione Contribuiscono infatti ad esaltare il rigurgito la lar-, llií Le. gÉ"::#:nî,'"'J"";:".':,î,,,HI"",i", i"ili"É"fl,":,l: esondazionj sono awenute secondo un meccanismo -, i3&'f&'|;,,ijnj"";ori,llj"il'î,:itjli'quettoaerra'iieìa-ieì Intorno alla ora 1 del giorno 4 le acque sormontano , olese re argtnati a altezza di Bov :i"irri;i{fi "::l',:i%tf fff""{f-+:':"i:"ì:'::l: | sormonti arginature e delle _.delle l'?l?J",i"?, J"'lî.3X,;l'""1:' "fl 10 lB T""oÍ"" sponde st èsten_ ollî!'.1î,,0'oîî; i atten . uazjone delle portate e le acque si rjversano neffj ì òsù l i;i","'%,"3;l;}: ;i.icanà_ a|e ore 9 te acque provenjenti da Be arjva ^, llr9llo sui viati orienrali con que e provenrerìri "":"8'r::n"::," quota ar massimo I'effetto che affluisconó .d at tronco centrale_ Gli..ulteriori aumenti di tali portate mobilitano i forti ngurg.ti dei ponfi e le conseguenti esondazioni dal tronco iniziano- con. riràrdo su arrjvo u noueii"nó ì,^î"19t !h"colmo pflmo oer (4200 mr/s), intervenuto alle ore 5,30 se_ condo ja ricostruzione di calcolo 117'Ì. lnlorno.alle ore 7 croliano le spaflette di fronte alta t-., rblioteca Ognissanti. ,,"J""""'i?':1""î,"#J"ii,""%"#;î",Ti'"ìi:",:;l:î"?l::"'" u"r:u.is"ó'uo;l: Ì#,,"""":il?,illixTo"j'"0,' f ,'""":,î: "n"t"î"î,'"0?::íi"J;."î: arrivo,..ma con I'aumento dei fivelli d; iironoaiioi"ui"n" men-o- gl,'.,:i,'{:É imbocco der ponre :]T31fi"r.:;l:,,:?Jente.a' alla "di chiave delra ruce centrare o, 09t,31:"nt't"t'' ferroviario. i,":ià%,"s,".î:ru":,,j1!Ti Acciaoti. Daita breccia le acque si lel-rungarno rano verso Borgo = giso m,/s. .i'+ffilf Ajl" or9 6 è già allagato jt quartjere di Be ariva e dj -LÀà ^ re--190u"- incanatate tungo te nretina, e. !u1 c \t. ùerra a agano ta piazza G. B.vie Alberti e proseguono verso ,ta zona cittadina compresa tra la cerchia dei vial; e il rilevato Naz onale La po.tata massirna defluìta risulta qujncji: O campagna sia direttamente dal fiume, mentre pjtl a vaiie vengono sormontre le sponde del lungarno sèrristori di lronte a S. Nicotò ..tn sponda sjnistra le esondaziont sr sono estese verso valle sjno.al Lungarno Guicciardini_e É a;qu;;;r;;; rungo le strade allagano Borgo S. rreorano. che continuano ad entrare in città dalle due - Le acque sponoe a. monte del ponte a S. Trinita a agano progieiii_ vamente te zone occidentali, ragqjungendo in dèstà alle oÌe 13 circa.it quartiere di S. ta-ópini a ovest deJt; ;r: chia dei viali. Alle ore 16I allagamento ha raggiunta la massima esten_ -. srone. coprendo larea cittadina per circa 15OO etlari. Ne| tnteressante stud,o di pRlNClpE e SICA ljSl è raopresentata ta superficie det peto tibero netra ioóa aiià_ gara at cotmo della piena. Tale.. superficie presenta la stessa pendenza generale _ -, oe||a crîa, 9grl-c!rye di liveito normati at corso d;l fiume, a|e quore di 53,00 a Bellariva e di 43,00 a S. lacopino. . Tale gradjente ha comandato it gene.ate aeitusso iréiÈ vre ctttadlne da est verso ovest. idraulico permanente instauralo al colmo della . ll regime prena e bene rappresentato nella citata relazione di COC_ CHl, GIANI e HAUTMANN f171. Sulla base della pendenz; motrice rilevata nella stroz_ zarura compresa tra la stazione di S. Maria Novella e r Arno, e stata calcolata. in via approssimativa, la portata oefluente a ovest dì tale slrozzatura nei canalj cóstituitj dalle vie Atamanni. de|a Scata, eatazzoto, eórgo -ò;nìs_ sanlr e Lungarno Vespuccj. La portata conptessiva è stata calcotata In m'/s l1OO. sommando tate valore a quello della portata contem_ poraneamente defluente in alveo al ponte a S. Trinita, stimata jn, m'ls 3000, si ha una portata totaje di m./s 41òó, pressoché pari alle portate massime in arrivo a Bovezzano carcoraîe dagti stessj Periti. Conciude infatti ta suddetta rejazione peritale: .^^< In,conseguenza delja grande durata dei valori suj 4uuu m /s di portata atftuita, si è stabjtito in destfa det rrume e a est cfella stazione ferroviaria un regine presso_ ché stazionario. ln questo periodo e in questà zonà, còm_ r" maggiore parte de a citta. Ie quote de acqua !r1l9uîJ9 e qurndr i votumi invasati rimanevano pressoché costanti; per cui la portata affluita alla zona esondando dal corrj_ spcndente tratto di alveo del fiume era ueUale alla oor_ Ìata defluita dalla zona attraverso la stròzzatura Jrj-ia stazione ferroviaria e I'Arno o. !r9n"9 cittadino tra it ponte a a Vittoria e it pontè lu]rfln|la a- ù'. la corrente è stata contenuta di sponda. coronamenti .teroIali tronco entro icorona_ menti di sono stati invece sormontati per Iin_ monte. l.massimi sormonti delle spallette in muratura si sono avurr In destra p9r m 1.70 al lungarno Accaioli, per m 1,90 a|a prazza dei Giudici e per m 1.80 alla piazza dei Ca_ (Blb oteca Nazionale) ed in sinislra per 1,20 al lungarno Torrigiani e m 1.90 alla porta di S. m Nicolò. Le maggrori attezze di inondazone si sono avute nella . depressione di S. Croce. pjanj. de'le strade piil basse del quartiere si îrovano .rniorno. .I alla quota di 47,00, infer:ore a quefla di 5O,OO crrca dei tralti piit depressi dei coronamenti dei muri di valeÍ l . i.'" sa,ìia del vicino lungarno delle Grazie. La maggiore ::È=a d'acqua sui piani stradalì è stata mìsurata in m 5,40 :' '.' .z--:. dei Conciatori. 'l:na sinistra è stato più gravemente allagato il quarlìere r 3:!,inana, ove alla via G. Orsini si è misurata la mas' ': . . ' , ?llezza di m 4,50. =.:.2ra oiena non ha danneggiate le strutture prìncipali dei r::::. ma sono crollati tratti dei muri di sponda dei lun.''j'.:: Soderini. Corsini. Acciaiofi e delle Grazie i€ piena dei giorni 3 e 4 novembre 1966 è stata la più *èstrosa tra quante hanno colpita la clttà dopo la sua at diluori della cerchia delle mura romane' =aensione le analisi probabilìstiche basate sui dati storici ed :_"i::etrici disponibili concordano nell'assegnare ad eventi :',:ri:ensità pari o maggiore un tempo dì ritorno superlore n :S anni. : seqnali dei livelli massimj di allagamento del 1966 :,:'r'::slaìo tutti i segnali delie piene precedenti ai segno della piena del 1333 all'angolo tra le vie di 3" ,Ìemigio e dei Neri è stato superato di cm 70, mentre ' della oiena del settembre 1557 sono stati supe-cer :==sni cm 95 quello all'angolo ta piazza S Croce e la del Diluvio), per cm 23 quello della :.i3sa di S. Nicolò Oltrarno e per cm 55 quello alla via ',-'a Verdi (giA via :.i Rustici. : numerosi segni della piena del novembre 1844 sono ::=: tutti di moltó superati, per la gran parte per altezze -.,::-=riori ai due metri. :-a suDerficie compresa tra Ia attuale cerchia dei viali : liata àllaqata per I850/o nel novembre 1966. Dalla ricòstruzione di clULLlNl L9l risulta che Ia stessa dalle mura della terza cerchia -:-::rticie. qià delimitata o/o : siata allaóata per il 700À nel novembre 1333 e nel sel:::bre 1557-e pér il 30 nel novembre 1844 e nel dicem- i:è 1740, La analisi dei fatti noti rivela come cause naturali ed EJtiticiali. in sfortunata concomitanza' concorrano nel pro' drrè un meccanismo di ( cassa di espansione " che im.Ìrette violente esondazioni dell'Arno nel cuofe di Firenze, +r€ sono alte a produrre i danni più gravi, per la mag' giore concentrazione di Popolazione, di servizi e di beni economici e culturali. Per I'evento del novembre 1966' che puo essere con::derato millenario, l'effetto negatìvo di cassa di espan-:3ne è quantjlicato dai seguenti datil ìn arrìvo a portata monte massima - {Rovezzano) 4200 m3/s portata massima all'usc;ta dal tronco - di esondazione (ponte a S Trinita) 3000 m'/s della portata in arrivo supe- durata 17 h riore a 3000 m'/s volume complessivo esondato (valu- tato in basè a rilievi topografici) 40+45X10ómr 15 Km' superficie cittadina allagata - allezza massima dell'allagamento 5,40 m - botenziale esondazioné. ' cli invasì laminatori sono infatti efficaci per tutti i trónchi di valle, pur in misura decrescente, mentre gli interventi " locali " producono un beneficio per I singoli tratti s;stemati ma scaricano nei tronchi di valle ì'onda di piena non modificata. A titolo di esemp:o si rileva che se fosse posslbile adeguare I'alveo cittadino al passaggio delle portate mas' sime del novembre 1966 mediante uno scolmatore con restituzione subito a valle di Firenze, per oontenere le slesse poftate nel tronco Firenze-Signa si dovrebbero rialzare i coronamenti arginali esistenti di circa 4 metri. La realizzazione di un s:stema di invasi incontra perÒ orandi - Per difficoltà. agire efficacemente aì fini della difesa idraulica gli sbarramenìi devono chiudere una sostanziale aliquota del bac'no influente nel punto minacciato. Poìché l'Arno a Firenze ha un bacino di Km'4237 Ìl sito di impianto di serbatoi efficaci è costituito dal fondo' valle del tronco principale inferiore. Alle favorevoli condizioni geologiche e topografiche che di norma si richiedono per tali opere, si deve quindi ac- compagnare la esistenza di territori di fondovalle con bassa intensita di ìnsediamento, la oui occupazionè da parte degli invasi non comporti oneri proibitivi in termini dj spostamento dì abitati, di soppressìone di attività industriali, di minore produzjone agricola, di vincolo a nuove attivìtà. di sDostamenti dì vie di comunicazione e di servizi e di alterazione dell'ambiente e deì paesaggio L'impìanto di serbatoi imporra comunque vincolÌ sul territor:o che aggiungeranno notevoli costi sociali ai pur forti costi monetari della costruzione e dell'esercizio Le condizioni ambientali, idrologiche, geoÌog:che e to" pografiche più favorevoli per la costruzione di uno Sbarramento, sono offerte dalla stretta rocciosa a monte della traversa ENEL dì Levane. Con uno sbarramento della altezza di 45 metri si potrebbe formare nella oiana di Laterina un invaso di circa 50 x di Km 60. Fermo restando che gli invasj laminatori costituiscono il solo orovvedimento risolutivo per la difesa di Firenze dalle piène, in pendenza della loro attuazione, soggetta alle diificoltà soóra accennate, va presa in considerazione la adozione di quei prowedimentì " locaìi " che abbiano un costo commisurato ai pur limitati benefici lunqhezza Nello studio allegato alle conclusioni della commis- sione interministerialè sopra citato' SUPINO [19] segnala ouale sola possibile modifica dell'Arno in Firenze' utile àl contenimónto delle piene, l'abbassamento della platea in muratura del Ponte Vecchio La efficacia dell'intervento è del tutto evidente, in quanto allabbassamento della platea di un ponte conseoue una minore dissipazione di energia a valle e qulnol inà riduzione del rigurgito che rialza i livelli nel tronco di NUOVI PIANI DI DIFESA La alluvìone del 1966 ha riproposto il problema della lifesa di Firenze dalle piene. nel quadro di una generale e regimazione dell'Arno tutú molte proposte tecniche, tra le quaii maggiore riìevanza' per la estensione della lratassuÀoào"ìut" sistemazione --'éin. iazione, le seguenti: relazione conclusiva della commìssione nominata per i Lavorì Pubblici e per lAgricoltura-.le dai N,linistri cl 5ucui indicazioni sono state ampliate nello sludio Éif.fO tigt, presidente del gruppo di lavoro per I'Arno stessa; delìa -- - commissione oióoJt,o preliminare redatto da EVANGELISTI [20] del Consiglio Nazionale delle Ricerche; oer incarico'progetto dello STUDIO LOTTI [2ll commissionato dal Ministero Per il Bilancio. Pur con differenze nei dettagli, tali proposle concordano sostanzialmente nell'attuare la difesa di Firenze con gli aiflussi ,n sftàmà di serbatoi che dovranno invasare in transilo ;l oià;; i; milura tate da ridurre le portate net'tionco cittadino ai valori contenÌbili nell'alveo''sui rifài" prouJ"oi."nto presenta evidenti vantaggi capacilà di ."di.. rJ"àrì ", consistenti nelr'aumento della cón aiversivi o scolmatori dei lronchi di iirrr""". 10" m'. Tale serbatoio òostituisce I'elemento folldamentale di tutti idiversi sistemi di invasi proposli, pur chiudendo un bacino di soli 2390 Km'. Rimarrebbe in ogni caso privo dì opere di regimazlone I'intero tronco del Valdarno da Levane a Firenze, della monte. la esecuzione di sole opere murarle -ol che si ottiene nel tronco di esondazione vatte con il risalto di s Trinita' il passagg:o Pertanto con entiia iimitata i;;t"à " portata con livelìi minori rispetto alla dÌ una determinata ;it;;L;; Àttuate o ài una maggiore portata con gli stessi livelli. '-él rioucono così le esondazìoni più dannose che si riversano con violenza nelle depressioni di S Croce e oÌ d. r.rì"orà órirutno e che seguendo la generale pendenza allaoano le zone occidentali della -- rn città àit," paróe, si da una maggiore apertura alla bocca della " cassa di espansione ' di - vaìle maggiori poltate in ì-à;";i òhe deriverebbeio dalletronchi a valle ol rlarrivo al tronco delle Cascine e ai ié".à. o.l q""ti si sono prodotti nel novembre 1966 estesi àìi"git"nti] non sono pàragonabili a quelli risparmiatì al cuore della città. IL MODELLO ìl IDRAULTCO A FONDO FISìSO fenomeno del deflusso delle piene in Firenze è.di evidente interpretazione qualitativa ma non puÓ essere oe_ finito auantitàtivamente in forma artendibile a mezzo oer calcolo. "ì"nà 11 Non è possibilè infatti una adeguata definizione matica del fattore predomjnante dè a conformazionemale_ làf pronlo oe a corrente e cioè della perdita di carico joca_ rzzara prodolta dalle variazioni rapide della sezione al_ l'uscita dai ponti, non essendo disòonibili retazioni qene" ratj derivanti da esperienze passate che siano aóof:Eàlì1; con^ cenezza a e speciali accidentatità del nosirb caso. ùussrstereobe comunque jncertezza anche sut datj atti_ nen a a geometria della corrente da introdurre in un di sicura determina;io;; modello d; calcolo, non essendo Fig,..2.- Vedlta di lnsteme det modètto rea zzaro net tabofatorio di_tdraullca derr'rstrrrJIo. fl ' derIuntversirà oi aoiognà. r;- p.inì iìiiià pontè a[e Grazte. appaiono Insta ate I micromelriche Per írevamenro der protr[ cretre o' ""'i".t"l """""t, re. colrraztont Indotte dalle particolari dei oontr. gr,,ellettr cfe andamento pJanimetrico e forne delle irreaolarifà oere sponde, le dimens:oni dei gorghi a valie delte;tatee. motjvi divenla obbligato il ricorso al modello . Her tattper roraurco Ia valulazione quantitativa dell,efletto delle moo tcazroni de -asseno deJl alveo e per la scelta, idiversi fattib;ji, dell'intervento pJir effiiace e sjcuro. tra ammtnlstraz;one dei Lavor; pubbtici ha perciò com_ --.-La mrssronata ait tstituto di ldraulica deJla Facolta di lnoe_ gneria detla LJniversità di Bologna. ta reafizzazione ji ? mooe[o a fondo fisso del tronco dell Arno ne aLtraversa_ mento di Firenze. La costruzione del modello e la esecuzione delle orove sono state dirette dal prof. lng. c. COCCHI, Direltore det_ rsttuto. autore della relazione conclus:va [22] nella ouale sono riportate te p.emesse teoriche, lern"Jàfit" rrve e ta anaJisi dei risultati "oèirÙ; ll modello si proponeva idue scopi principali seguenti: determinazone delle massìme portate conten;bilj senza- esondazione con I'attuale assetto deJl'alveo o con assetti modificatj mediante ribassamenti delle platee déi Pontil deierminazjone dei profili liquidj nel îronco cen_ . rrare. -. ctttadino relativj all assetto attuale o a quelli mootrcaù. per portate variabjlj sino a quelle massime r;spetti_ varnente contenibili. riprodotto net..modelto it tronco .."5 1:19 con isequenti rcóu metr. manuialt,. - centraje tungo ponte alle Graziel ponte Vecchio: ponte a S. Trinita; ponte alla Carraial pescaia di S. Rosa. È stato adottato iJ rapporro di riduzione del.e lLin_ cui corrisponde Jna lunghezza del mo_ ghezze. di-1160. dar ponre.6 s. rrinira lls: l -llmassrme !fl!!"*porrate Lo!ì,ie sr riproducono resrari ne a pténa del novémbre i966- i ner mode o a rondo iisso. risstri che st sono Àànì_ dello di 27 metri circa .Poiche il rnodello riproduce movimentj dÌ masse li_ a pelo ljbero nel campo della gravità per i quali 9,ur9e sr possono trascurare le azioni secondarie della visco;jtà, adottando la regola di similitudine di Froucie al suddetto 1/60.tra te tunghezze corrispondono i seguerf, 9.i :?9p9li9 di rapponi riduzione: 1/601/, = 1/7,75 - tempi: vejocitàr 1/60t) - 1/7,25 - portater 1/6ú/'= 1/27885. - Fig. 4 -,ll. detlusso ponte Vecchio nèt mode o a fondo ti3so con ra prarea di s. Trtnità -dst rtbà3sata è ta pratea aéi ponrtj vlciÍlà arra quota attuate. ln rate condizione st ha un grave disordtne idrauxco. entro, ponte, con ta risatjra dt ondó conrro I,tnrradosso 'l quindi ,a massima portata naiurale di è stato al;mentato con la porlata ,simulare ^-^Perm/s .rruu l modetJo 't di à !i,lt- 125.5 l/s. . Per Ja taratura del modello I'Ufficio di z;o ldrograiico.. pisa del Servi_ con misure a mezzo di mulinello, ha d;_ lerminala in m'/s 404 la portata at ponte di S. Njcotó dl colmo cfella modesta piena del 22 gennaio 1971, con la a\ezza a| id.ometro degli Uffizi di m 2.16 (42.97 m.s.m.). uome materiale d, fondo è stalo injzialmente jmpregato ghiaietto di fiume del diametro di mm 6. . _Dopo alcune prove preliminari è stato adottato in via oetrn,lrva pjetrischetto di frantoio della dimensioîe massima di mm 8. Sono state effettuate nel modello cinque prove, con le diverse condizioni del fondo seguenti: prima prova: con le condizioni del fondo altuali; - seconoa provat con Ja platea del poote Vecchio . r.Dassata In quota di un metrol lerza provat con le platee dei ponti Vecchio e a ^ _- ò. rfln|la entrambe ribassale di un melro; prova: con la platea del poîte a S. Tri" . - quarladi nrla.,rbassata un metro e quella del ponre Vecchio flponata a a ouota attuale: quinta prova: con entrambe le platee r:bassate come- nella terza prova, ma conformate ad archi rovesci In manrera da consentÌre eguale aumento della sezione di 12 deflusso. l-'insieme dei risultati delle prove, eseguite negli anni 1971, è ripgrtato con ampìa documentazione negli :3gati alla relazione conclusiva [22]. :nteressa aui Drendere in considerazione le indicazioni -!70 e ;z fl R e89I!!q_ 9El!4e!4ls :- ìcipali. Nella prima prova (assetto del fondo attuale) la por:::a massima contenibile ìn alveo è risultata di 3090 m'ls, :;iì inizio della esondazione al lungarno Acciaioii. Nella seconda prova (sola platea del ponte Vecchio -.:ssata) sì è avuta la portata massima di 3120 m'/s, .:. inizjo della tracìmazione allo stesso lungarno. La terza prova (entrambe Ie platee ribassate) ha for -:9 ìl risultato più interessante. La portata massima contenibiie è risultata di 3450 m'/s, ::n jnizio delle esondazioni ai lungarni Diaz e delle ;'-Jie. ii rlgurgito del ponte a S. Irinita è fortemente rìdotto - così parimenti la agilazione di valle. Con la portata di 3450 m'/s a monte del ponte alle :"azie il livello è a quota 50,01, mentre con l'asseilo al:,aie è a quota 50,03 con la portata di 3090 m'/s. Con la stessa portata massima funzionano a battente :-le le luci del ponte alle Grazie, a battente le luci late--.: e libera in sommità la luce centrale del ponte Vec::.c, libere Ie tre lucl del ponte a S.'trinita, a battente -;et.5 - Le Drove sul modello ldraullco realltreio prèsso il Laboratorio dell'lslltuto dl idraullca d:ll'Unlversità dl Bolosna, hanno messo In chlara :ridenza I eflètto del rlbassamenlo delle platee 3r! resime. delte correnti -di piÉn6. Dal confronlo ;;;;; ;;;;;,, éÉi liielll a pàri portala di 3000 lnJls. I Prolìti t|orlo I :l prova 3 e 4 dlmoslrano I'aumento da 3090 a 1.:.-0 m /S della porlata'' |:lasslha conleniblle ai ::ronanen|l det mufr or sDonoa net vonco cen:?le cittadlno. proRlo ,.oÉr!o . , 3 due luci laterali e libere le tre luci centrali del : la Carraia. Confrontando ponte iprofili relativi alla portata di 3000 m3/s prima prova (assetto '--uale) di 84 cm a monle del ponte a S. Trinita, di cm 84 :' nonle del ponte Vècchio e di cm 67 a monle del ponte e,:3 Grazie. La quarta prova (sola platea di S. Trinita ribassata) ha -!icata una portata massima contenibìle di 3320 m'/s. Tale risullato è però annullato da una controindica:ane alla attuazione della modìfica sDerimentata. essen:3si manjfestato per le massime poftate un grave disor: _e jdraulico entro rl ponte Vecchio, con Lrna enorme i;ibolenza e con la risalita di onde all'inlrodosso degli : .a un abbassamento dei livellj della :_ch L La quinla prova (entrambe le platee rjbassate confor- -aie ad archi rovescj) ha rivelato un regime idraulìco ::nerale equivalente a quello della lerza prova, con por::ia massima contenuta di 3500 mr/s. La campagna di prove sul modello ha fornite le se;:.jenti indicazioni sui benefici e sulla fattibilità dell'inler€iio di sistemazione: 1. ll ribassamento delia sola platea del ponte Vec- trrio produce un aumento della portata contenibile nel :ionco di m3/s 30 (3120-3090) e quindi un vantaggio irrile.:nte non commisurato alla complessità ed al costo delrniervento. 2. ll ribassamento della sola platea del ponte a o.. Trinita, il quale provoca i maggiori rigurgiti, pur comun sensibiÌe aumento della porlata pari a mr/s 230 =oriando 320-3090), non è fattibile a causa del grave disordine a€ulico che produce a monte enlro il ponte Vecchio. 3. lf rìbassamento di un metro dei piani delle platee :i entrambì i ponti da la forte maggiorazione deila por: :zia contenibile di m'ls 360 (3450-3090). Dalle pfove non 3!no emerse controindicazioni alla attuazione dell'interr=nio per possibili fenomeni idraulici daînosi. In particoare non risulta sostanzialmente modificato il deflusso agli ::iraversamenti dei Donti alle Grazie e alla Carraia, 4. A pari aumenlo della sezione di deflusso, Ia con'a.mazjone delle nuove platee ad archì rovesci, che com;oìierebbe complicazioni esecutive, non produce differenze apprezzabili sul regime idraulico a monte. La eflìcacia della modificazione sperimentata con la terza prova risulta evidente dal confronto delle quote del prolilo liquido con quelle della situazione attuale (prima orova): 1 Cond;zione 3 3000 3090 3000 34.50 Cond zione m'/s valle D. S. T. monte p. S. T. valle p. Vecchio monte p. Vecchio - aa - a - a - a monle - o. Grazie 46,72 46,99 46,65 47,26 47,67 47,92 46,83 47 ,55 47,96 48,24 47,43 44,12 48,53 48,84 47,69 48,61 49,65 50,03 48,98 50,01 Con la portata di mr/s 3000 il rigurgito del ponte a S, Trinita si riduce da cm 95 a cm l8 ed ll rigurgilo del ponte Vecchio da cm 57 a cm 26. Dala la sostanziale riduzione dei rigurgiti un magoiore ribassamento delle platee non appare conveniente. Con la stessa portata di 3000 m'/s si ha il cieflusso nel lronco di modello con un franco sui coronamenti delle spallette non inferiore a 1 metro, salvo che per un tratto de' lungarno Acciaioli in cui tale franco si riduce a cm 80. si può jstituire un confronto diretto tra il profilo del colmo di piena rilevato dal S.ì. ed iprofìli del modello. Non Iniatti questi ultimì si riferiscono a portate inferiori o eguali a que'la massima che può essere contenuta tra le sponde, mentre al colmo della piena erano in atto fofti esondazioni e quindi il tronco era percorso da portate ovunque superiori alla detta massima e crescenti da S- Tri_ nita verso monte. Nel corso dellè prove sono state fatte misurazioni di_ rette della velocità della corrente all'imbocco e all'usciia dei due ponti. Le misuraz;oni in uscita sono stale latte sul filo dei rostrj di valle. Le velocità rilevate corrispondono quindi (o sono di poco inferiori) alle velocità della sezìone contraita. L'elfetto sLrlla corrente del r'bassamento dèlle platee è bene raDoresentato dalìe variazioni delle velocità medie per le diverse condizionil t3 Condi- Condi_ Condi_ I zione B zione 3 m,/s 3000 3000 34SO zione Vecchio -. -ponte imbocco Vecchio - -Ponte uscita S. T. - -ponte imbocco S. T. - -ponte uscita m/s m/s m/s m/s 3,85 S,7S 4,25 8,20 4,10 S,2O 4,10 5,90 4,20 S,7S 4,25 6,45 L'insieme dei dati forniti dal modello conferma la prevista corrispondenza tra la attenuazione dei rigurgiti è Ia diminuzione delja velocità nelle sezioni contrattitrà le pije. La velocità di m/s 8,20 misurata nej modello con i,as- a S. Trlnita oer la Dortata di m'ls 3000 corrjsponde a quella di m/è 8,1 stìmata con la documentazione fotografica. Laumento della portata che può defluire nel tronco cittadino con le modificazioni della condizione g, risulla anche dal confronto tra le scale di portata all'idrometro selto attuale del ponte degli Ulfizi ricavate dal modello: m.s.m.) m.s.m. (condizione 45,00 45,50 46,00 46,50 47,00 47,50 48,00 48,50 44,92 49,21 1) ne g) mr/sec mr/sec 645 870 710 945 105 1335 1190 1450 1835 'f 765 2070 2375 44,00 44,50 ll dlsposlrlvo adolaio dat taboralorto de 'tstituto dr tdrau||cr.p€r rr rlev€menro.de e modtftcaztont deÍ'atveo ne e prove del Fi9. 5 - all'idrome- portate nella si- portate sitro degll Uffizi tuazione attuale tuazionenella modifia 40,81 {zero cata (condizioquoie '| 2095 2345 2595 2850 3015 2975 3255 3450 ,) 3090 ') r) Inizì? le esondazione netla situazione a{uale. /) Inizia te esondazione ne a siruazioîe modificata. modello a fondo mobllè. Infaiti è risultato dalle prove sul modello a fondo fjsso che tale abbassamento, mentre modifica sostanzialmente íl regime idraulico alj'attraversamento dej due ponti, pro- duce nei tronchi dí monte aumenti della velocita non supe_ riori , al Non. 12o/o. si richiedeva. quindj il controllo del regime gene_ rale del trasporto sotido det tronco, che non s-ubiscé so_ stanzrali cambiamentj. ma bensì que o deil'insorgere di cfannosi scavi del fondo localizzati. E stato attuato ìl fondo mobile per la parte del mo_ dello compresa tra la ptatea det pónte allà Grazie e la sezione a valle di 200 metri del ponle a S. Trjnita. In tale tronco la coltre superiore dej materiali di alveo è costituita da ghiaie sabbiose con molti ciottoli e con sparsr massj. Si è deciso di prescindere, a vantaggio delta sicudi tali massi e a segujto di analjsi è stata proposta per Ie prove la seguenle granulometria rezza, dalla presenza rappresentatíva: La scala che sj riferisce alla situazione attuale è stata esattamente verificata dagli eventi di piena che si sono avufi dal .1971 ad oggi, nel campo delle portate da 4OO a1300 m'ls. Per la più generale valutazione delle esDerienze eseguite sul modello va comunque richiamata la conclusione deÌla relazione dei Prof. COCCHT [22]: ".. che nella valutazione dei risultati, e nell'esame comparativo delle varie conJigurazioni esaminate, ciò che maggiormente conta sono le variazioni relative percentualj, più che i vajori assolutj, sui quali grava sempre un margine, se pur lieve. di rncertezza, attribuibile a cause diverset ad inevitabili imprecisionì nelle misure delle grandezze originali, alla rmpossrortttà dj nprodurre in esatta similitudine meccanica il fenomeno in esame ", il rjcorso al modello ha rispettato taÌe criterio di valutazione, in quanto il dato fondamentale richiesto è costituito dalle variazioni delle portate a parita di livelli, che possono essere conseguite modificando la configurazione del fondo, e non dai valori assoluti delle stesse oortate. IL MODELLO IDRAULICO A FONDO MOBILE Nel lugljo del 1974, il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici in sede di valutazione di uno studio oreliminare dell intervento di sistemazione condotto sui risultati delle prove sul modello idraulico a fondo fisso, raccomandava di eseguire anche prove con fondo mobile. La Amministrazione dei LL.PP. commetteva perianto al medesimo lstituto di ldrautica della Un:versità di Boloona il riattamento e la trasformazione a fondo mobile del vic_ chio modello. Lo scopo principale delle prove era il confronto tra gli scavi del fondo interessanti le strutture dei ponti Vecchio e a S. Trinita ed i prossimi manufatti di sponda, che si hanno nel corso di eventi di piena con la attuale conformazìone delle platee e gli scavi che si avranno a se_ guito deìl abbassamento delle stesse platee. 14 ciottoli g 60 40 20 hiaia + 120 + 60 + 40 460/o 27 alo 27 o/0. l.l peso dei grani è stato misurato in 2,S gr/cmr, Anche le prove sul modello a fondo mobile sono state condotte sotto la direzione del prof. G. COCCHI, estensore della relazjone conclusiva 1231. In tale relazione si segnala che dovendo il modelto rlprodrJrre fenomeni dì scavo del fondo, riconducibili alI'equilibrjo di forze che con la simjlitudine di Froude si riducono in rapporto al cubo del rapporto di riduzione delle lunghezze, si può usare per il fondo un materiale in similitudine geometrica con quello naturale, avente lo stesso Deso soecifico_ È stata quindi adottata per il materiale di fondo granulometrja seguente: 0,67 0,33 + + 1 46 alo 27 olo 0,67 27 la 0/o. ll tempo di transito delle ponate naturali di massima pjena è stato fissato in 16 ore. e cloè in un temoo Dari alla. durata delia portata superiore a 3000 mr/s iri ariivo a Frrenze nej giorni 3 e 4 novembre .1966. La corrispondente durata del funzionamento a reqime del modello è stata di 2 ore e 4 primi. Sono slate eseguite nell'anno 1975 le seguenti quattfo prove: prima prova: con ]e platee nell'assetto attuale la portata di mr/s e 3090; seconda prova: con entrambe le platee ribassate di un- metro e la portata di m3/s 3090: terza prova: con entrambe le platee ribassale e la - di portata mils 3450; quana prova: con entfambe le platee ribassate e con protezioni di massi e la portata di mr/s 9450, Tutti i dati ricavati dalle prove sono riportati nella ampia documentazione allegata alla detta relazione conclusiva f231. !elemento di giudjzio più valido iornito dalle prove tra le conformazioni del îondo corri'1,s,:-a dal confronto staiìd-nti ai diversi assetti delle platee, dopo il transito :F,'ìa slessa portata di piena di m3/s 3090. A monte del ponte Vecchio non si sono avute, per le ..ir= diverse condizioni, sensibili erosioni localizzate al :*e dei muri di sponda o al bordo di monte della plaiea. i!'ì iale tronco si è avuto soltanto il generale abbassa.-reiio del fondo per efletto del ribassamento di un metro i:i.ia soglia di valle. A valle del ponte Vecchio il ribassamenlo delìa platea E s.ovocato il rialzo deì fondo ed il parziale cotmamento .É gorghj che sÌ formano in prossimilà del ponte nella in:adìzione attuaìe. in Darticolare lo scavo che con I'assetto attuale sì contro la sponda destra (lungarno Acciaioli) =a.cfondisce É 35,90 e a 36,20 sulla sponda sinistra, è stato colmato -Ép3ùivamente alle quote di 38,20 e 38,30. Nella orima orova si è manlfestata una forte erosone aariro la sponda sinistra immedialamente a monte del :r,ri-À a S. Trinita e cioè contro la fondazione del palazzo Èi Padri delle Miss oni, approfondita alla quota di 33,80. Con il ribassamento delle platee tale erosione del i:rdo è rimasta a quota 34,20, menlre si sono manilestatì ai';e gorghi non rilevati nella prova precedente al bordo :'.nonte della platea, uno in asse alla pila destra appro*rdito a 34,50 e l'altro in asse alla pila sìnistra appro- i:..diio a 36,'10. Anche per il ponte a S. Trinita il ribassamento della ?:aiea provoca il colmamento deì gorghi che si formano è ?alte. ll gorgo in sinistra, approfondito nella oondizione at:iale a quota 32,80 è stato colmato a 36,70. È da notare che il modello ha esattamente riprodoite . posizioni dei due gorghi ora esistenti, che causano !.o!li dei bordi di valle della platea sulle lucì sinistra : destra. Per la zona a valle di S. Trinita p:ù lonlana si è avuta .na sostanziale equivalenza della conformazione del fondo la 'l::le prime due prove. La terza prova, eseguita con entrambe le platee ribas;aie e la portata dj m3/s 3450, massima contenibile in )n ::veo. non ha rivelate per Ìa zona u- a cavallo del ponte 'decchio differenze della conformazione del fondo rispetto si à quella della seconda prova, eseguila con la portata di ia i:/s 3090. Lo scavo al piede del muro esterno del palazzo dei :adri delle Missioni sl è maggiormente approfondito, fino 3jia quota di 32,20. La erosione a monte della plalea di S. Trinita in asse a]ia pila destra si è approfondita a 33,30, mentre è scom?arsa quella in asse alla pila sinistra. A valle del ponte si è manifestato lo stesso colmarnento dei gorghi che sj era avuto con la portata minore. La quarta prova è stata eseguila con la stessa portata di m3/s 3450, con enlrambe le platee ribassate e con pro':ezioni di massì artiticiali cubici da m'0,50, disposti alla rinfusa su due sirati per la latghezza di I metri lungo le n- lo tsi e n I o per m 100 a monte del ponte Vecchio al piede - di sponda in sinistra; del muro ai bordi di monte e di valle della plalea ribassata -del Donte Vecchio; àl piede del muro di sponda in sinistra per I'inaero traito tra idue ponti: ai bordi di monte e di valle della platea ribas- a : - ponte a S. Trinita. sata deì a.' rl o La orova ha rivelata una buona elficacia delle difese. Sonb infatti scomparsi tutti gli scavi che nelle prove giecedenti si erano manifeslati contro il bordo di monte iella platea di S. Trinita. Nessuno scavo del londo si è avuto al pjede della sDonda sinistra nel tratto protetto, mentre è aumentato :i riempimento dei gorghì a valle dei ponti. Solo il 6Vo dei massi è stato trasportato ìontano dal e o sito di e a Seguenti allineamenti: ; posa. Nella valutazione generale delle prove va tenuto bene !resente il suggerimento della relazione conclusiva [23] .he ".... i risultati .... sono da considerarsi, nel loro 'îsieme, in senso relatjvo piuttosto che assoluto, e quindi 3uò fornire valjde indicazioni il confronto tra due prove €seguite in condizioni diverse; per quanto rjguarda le prove : lonsiderate singolarmente, i risultati esposti è opportuno :he siano considerati in senso qualitativo anziché quan:iiativo ". :' Con tale premessa, si possono cosi riassumere le,rìorcazioni principali fornite dalle prove sul modello a íoncjo mobile: 1. a monte del ponte Vecchio non si hanno, per nessuna delle condizioni simulate, sensibili scavi del fondo localizzati', 2. il ribassamento delle Dlatee non modifica di fatto il gorgo contro ìa sponda sìn stra a monte del ponte S. Trinita, ma genera scavi non preoccupanti contro bordo di monte della platea in asse alle pile; a il 3. iforti gorghi che nella condiz:one attuale si formano a valle dei due ponti, e che costituiscono un grave motivo di preoccupazione per la conservazione delle struF ture, vengono colmati in m.sura notevole per effetto del ribassamento delle platee; 4. le difese in massi artificiali da m'0,50 gettati alla rinfusa, sono apparse ovunque efficaci. In conclusione le prove sul modello a fondo nìobile non hanno dala nessuna controindicazione alla attuazione dell'intervento di ribassamento delle platee ed hanno fornite utili indicazioni per la sua progettazione. IL RIBASSAMENTO DELLE PLATEE. BENEFICI E LIMITI DELL'INTERVENTO Non è realislico prevedere la difesa di Firenze dalle alluvioni con soli interventi " Iocali ,, intesi cioè ad aumentare la capacità di deflusso del tronco cittadino. ll modello idraulico ha indicato che la portata di 3090 mr/s è contenibile in alveo al livello dei coronamenti dei murj di sponda e quindi in condizione dj potenziale grave pericolo per la citta, Con I'assetto attuale Ia portata massima che può transjtare nel tronco cittadino se.,za produffe danni gravi, può essere determinata in mr/s 2600. Tale portata viene contenuta con plccolo franco ri spetto alle sommità delle argìnature e delle sponde nel tronco di monte dal Girone al Varlungo e nel tronco di valle dal ponte alla Vittoria a Signa e transita nella città con il franco minimo di un metro rispetto alla sommità più depressa del muro di sponda del lungarno alle Grazie. Per fronteggiare quindi con interventi ( ìocali " un evento pari a quello di probabilità millenarja del novem- è stata calcolata in sj dovrebbe aumentare di l6t0 m'/s la capa- bre 1966, la cuj portata al colmo 4200 fl''Js, cità di deflusso dell'attraversamenio cittadino o con mo- difiche della conformazione attuale deìl'alveo o con la costruzione di nuovi canali scolmatori con oresa a monte e restituzione a valle della città. Alle sostanziali modifiche del tronco cittadino si oppone innanzitutto la esigenza di conservarne intatto il paesaggio monumenlale. La vecchia proposta di GIORGINi [15] di demoljre gli antichi ponti in muratura e di rioostruirli con strutture metalliche di minimo ingombro, ci appare infatti assorda pur essendo sensata sotto I'aspetto della ingegneria idraulica. D'altro lato la situazione topografica, la espansione della urbanizzazione c I'intenso uso dei territori di sponda, impongono alla rcalizzazione di canali sbolmatori grandi comDlicazioni costruttive e costi enormi, non commisurati ai benefici che sarebbero limitali al solo tronco sotteso. La attuazione dei canali scolmatori riproporrebbe infatti in forma grave il problema della difesa per i: tronco a valle della restituzione. Data la intensità dell'insediamento, i terrilori di sponda del tronco da Firenze a Signa, che contiene la portata massima di 2700 mr/s, non potrebbero essere deslinatì cassa di esoansione dei superi della intera onda di piena dell'Arno a Firenze e degli apporti concomìtanti dei bacini confluenti del l\,lugnone (Km'z 62,3), della Greve (Km'? 283,8) del Bisenzio (Km'? 320,8) e dell'Ombrone Pistoiese (Km'439,1). Non esistendo le condizioni favorevgli per realizzare la difesa idraulica di Firenze con interventi locali di coslo limitato, il bilancio tra costi e benefici lende obbligata la soluzione della difesa a mezzo di serbatoi' Tale soluzione è stata infatti adottata in tutit i piani generali già predisposti [19] [20] [21]. ll sistema di serbatoi va dimènsionato con il criterio base di ridurre la podata massima in arrivo a Firenze a valori non suDeriori a 2600 mr/s. Come sopra accennato, anche la realizzazione dei serbatoi incontrera notevoli diffÌcoltà e non è quindi preve- a dÌblle un rap;do completamento dell'intero sislema neces- sario per raggiungere J'obbiett;vo minimo dei 2600 m,/s a Firenze. Di conseguenza è apparsa conveniente la altuazione immediata di un intervento locale di costo limitato. La conoscenza del meccanlsmo di defiusso delle Diene. resa più certa dalla riproduzione del fenomeno sul modello, ha indlcalo l'intervento fattibile piir vantaggioso nella demoljzione delle platee murarie dei ponti Vecchlo e a S. Trinita e nella loro ricostruzione con il oiano a ouota inferiore di un metro. Ogni inlervento a valle del ponte a S. Tfinita, come I'abbassamento del coronamento della pescaia di S. Rosa. non avrebbe effetto alcuno sui livelli del tfonco di monte a causa della formazione del risalto quando le oortate raggiungono valorl jntorno ai 3000 mr/s. lf ribassamenlo delle platee dei due ponti comporterà la fode attenuazione dei rigurgiti e l'abbassamento dei livelli di monte, secondo le indicazioni delle prove sul modello. In termjni quantitalivi ì vantaggi dell'intervento possono essere così ricapitolati: 1. A parità dj livelli si ha un aumento del 120lo delle portate massime che possono defluire nel tronco centrale cittadino. 2. Tale aumenlo compoda la aiduzione di un lerzo del volumè di acqua che si può riversare ora nella cillà per un evento equivalente a quello del novembre .1966 e Ia riduzione in misura maggiore del volume rèlalivo ad evenli di minofe gravità ma a caratleÌe comunque disastroso che ci si deve altendere con un tempo di rilofto di 150 anni. 3. L'aggravio per i teritori di valle è contenuto e non è comparabile coh il danno che viene risparmialo alla città, 4. La portata di mr/s 2600 defluisce con un maegiore Jranco dai coronamenl' d: sponda e qu;ndi nerla condizione di maggio.e tranqurllità pe|. a quaie sj r:ch ederebbe una riduzione della portata massima e cioè un aumento della dimensione del sistema di serbatoi da realtzzale, L'intervento di ribassamento delle platee si insefisce qujndi funzionalmente nei programmi di regimazione delI'Arno già predisposti, con diverso grado di utjlità nelle successive fasi della loro attuazione. La spesa che sj richìede per i Ìavori costitujsce una piccola aljquota di quella necessaria alla costruzione di un solo serbatoio. A taÌe spesa non si aggiungono costi derivanti da occupazioni di territorio, da spostamenti dì servizi o da Quella originale potrebbe essere individuata jn una fascia contro la spalla destra larga appena due metri, formata con blocchi squadrati e malta di calce e con intelaiature in ìravi di quercia. La plaìea del ponte a S. Trinita è stata parimenti piil volte r:presa e non presenra nessuîa pari:co.arità monumentale. Lesame dei fenorneni connessi al deflusso delle oiene induce infine ad acLne cons:derazion di orotnc pratico. E necessario che in sede di progettazione dj ognj intervento nell'alveo cittadino e soprattuttto di costruzioni che ìngombrano la sezione di dellusso o che aggettano dalle sponde, siano tenule presenti le pariicolarità delle correntÌ di pÌena, animate da forte energia oinetica. Con riferimento alle gravose condizioni di massima piena dovranno infaÎi essere soddisfatte dal diseqno di progetto le due esigenze di evitare scavj del fondo é oe'Je spo-de conìrari a.la stab.rila delle opere esisteîti e d quelle da realizzare e di non provocare sensibili rigurgiti a monle, Le piene produranno comunque scavi a valle dei manufatti di attraversamento esistenli, le cui fondazioni devono quindi essere sorvegliate dopo iJ transito dì portate elevate e prolungate. Altra considerazione è suggerita dal breve tempo intercorso nel novembre 1966 tra l'inizio delle piogge diffuse sull'intero bacino (ore 15 deJ giorno 3) e l'inizio delle prime esondazioni a Rovezzano (ore 1 del giorno 4). Le condizioni del bacino non permettono di dare un preallarme, anche di poche ore, dÌsponendo delle sole segnalazioni dei livelli in atto a monte. E necessario che anche per iì bacino dell'Arno a monte di Firenze venga installato un sistema di pluviornetri registraìori con disposilivo di traduzione delle altezze di pioggia cadute ogni 10 + 15 min in impulsi radio. ldati ricevuti dal centro di raccolta. venqono introdott: :n uT elaoorato'e eleh.onico p.ogranmato- con model. idrologici afllussi di pioggia-portate e con modelli dl traslazione delle onde di piena. Un simile sislema di previsione è già installato e fun" zlonante neJ bacino dell'Ombrone Grossetano. FIg.6 " Sono in corso i lavori dì rìbassamenlo delle platee. Co. I'implego di sonde idrauliche a rotarione con utensile di scavc a lrlcono e con circolazlone dlretta dl tanghi bentonitìci 5i torrìa la sede dei pali in conglomefato armalo aciosratl che cost[utsconc le paralle lungo le spalle e le cinlurazioni delle pite. alterazioni del paesaggio_ Pertanto il Nlinìstero dei Lavori Pubblici, in accordo con la Regione Toscana, ha deciso di dare corso all'in- tervento. I Iavori sono stati iniziati nella estate del 1977 e proseguiranno con le limitazioni imposte alla durata de le campagne lavoralive dal regime del liume. ll ribassamento delle platee avrà esiti vaniaggiosi anche sotto l'aspetto della conservazione dei due ponti. lr;gurgiti esercitano infatti sulle strutture jn elevazjone una forte spinta idraulica, che per il ponte a S. Triníta può essere valutata in m 4,50. Le spinte si applicano con pulsazioni che provocano quelle vibrazioni degli archi che hanno spaventati i pre- serl bre durante 1966. la fase i.ìizia,e de,,a p era del novem- La rìduzione dei rigurgiti diminuirà quindi non solo le spinte ma anche le gravi soliecitazioni dinamtche delle strutture. In conseguenza del ribassanento delle platee si avrà anche un mjnore scavo a valle, con jl parziale colmamento dei gorghi ora esistenti che costjtuiscono molivo di preoccupazione per la conservazione dei manufalti. L intervento non compona alterazioni dei monumenii. il loro .nserimento nel paesagg o cittadino sia per quanto riguarda la consistenza delle àntiche slrutture, I livelli di magra del tronco sono infatti determinali dalid quoîa d; ritenuta deJla pescaia di S. Rosd, che non viene modificata Le platee in muratura che verranno demolite, sono staiè In passato più volte danneggiate daJJa azione della corrente e ripristinate. sia per qu€r1o riguarda Lè platee del ponte Vecchio presentano infatti tro diversi tipi di muratura. quaF lf : :i_ iriÍormiià con precedenli alti tecnici le quote assolute . : ...1o zerc de rilevamento esesuilo a cura del Servizio : :i. Mnislero de la'ori Prbb' ': _ :enpo successlvo l'Lstit!lo Geografico NlilÌtare l"a riaf . :,::: .:!e di rilerimenìo deL medio mare, per ll co legamento .: r oi cap.sadi de LG.M lÉ quote Lporlaie ne d .,6. essere dlrrnuit€ dr cî *:.-. C GRAFIA -:-1ìavlO Dl STATO Dl FIBENZE, Slgnori e collegi, ::::iazioni oú. aú. 1ljl67. : lAlNELL|, ll bacino di Firenze e íl suo antico :::. R. lstituto GeoÌogjco, Firenze 1936. : :CNEDERA, A. ERCOLI, Elenenti geamotfalogici ::. pÌana di Fircnze dedotti da latoinlerpretazione. - -::'rerso, Anno 1973, n. 2. , ,CSACCO, Vatiazioni di catso nell'Arna e de, suoi :' :anti nella pianuta fiorcntina. L'Universo, Anno ra?. nn. 3-4. : : iICCARDl, Variazioni stotiche del cotso dell'A .- Geogr. ll., Anno 1956. to. :,'.AROzzl, Detlo stato antíco e moderno del liume '- :.. Parle prima. Stamperia di G. B Stecchi, Fl- '=-." : j 1762. :!ATON|, Le piene dell'Ano e 3sa. Le Àlonnier, Firenze 1944. ì ptawedimenli dí !nonda-OSACCO, Notìzíé e considerazioni sulle ::aai d'Ana in Firenze- L'Universo, Anno 1967, n. 5. : OIULLìNl, Le piene dell'Atno. Bolleltno degli In;:::ìeri, Firenze 1966, n. 11. : ::IOTECA IVAGLIABECHIANA, Codice manoscritto : -.lorso di Andrea Tordi casentinese elc. LUPICINI SOPRA I RIPARI - SOORSO DI ANTONIO ::-LE INONDAZIONI Dl FIORENZA, In "Narrazìonl ::::.che delle piir consjderevoli inondazioni dell'Ar-: etc., raccolte da G. A. Tipoqrafia Piattl, FLrenze - :15. . Ì./lVlANl, Dlscorso a/ Sererlsslmo Granduca di Tar--.na Cosjmo /// otc. In " Raccolla di autori ital,ani che trattano del moto dell'acqùe". Ed. lV, Tomo lll, Tipogfafia S. Marsigli, Bologna 1822. [13] BIBLIOTECA RICCARDIANA. Codlce 2i41. I14] RELAZIONE DEL DOTTOR TOMÍ\4ASO PERRELLI INTORNO ALL'ARNO ENTRO LA CITTA DI FIRENZE. ln " Raccolta di autori italiani che trattano dei moio dell'acque". Ed. lV, Tomo X, Tipografia Cardinali e Frulli, Bologna 1826. [15] C. GlORGlNl, Sui fiuni nei trorchl sassosl e suf I'Arno nel piano di Fircnze. Tipografia delle lMurate, Firenze 1854. [16] CONII\,lISSIONE INIERMIN ISTERIALE PER LO STUDIO DELLA SISTEN,IAZIONE IDRAULICA E DELLA DIFESA DEL SUOLO, L'everto alluvionale del novembre 7966. lstituto Poligrafico dello Stato, Roma 1969. G. COCCHI, A. GlANl, G. HAUTMAN, Relazíone peti[17].'tale per il Tribunale di Arezzo, nan pubblÌcata. [18.] l. PRINCIPE, P. SICA, L'inondazione di Firenze del 4 novembre 7966. Tipi dell lstiluto Geografico Militare. F;renze 1967. [19] GIULIO SUPINO, La slstemazlote dei bacino del/'Arro. Estratto dagli Atti della Commissione Interministeriale, Roma 1971. [20] GIUSEPPE EVANGELìST|, Controllo del fiume Ano. Prcgelto prelimìnare. C.N.R., QLraderni de " La ricerca scientifica ", Roma 1968. [21] CARLO LOTTI E ASSOCIATI, Ptogetto pilota pet la sistemazione del bacino dÉl/'Arro. Ricerca commissionata dal À,4in'stero del Bilancio e della Programmazione Economica d'lntesa con Ia Regjone Toscana, Roma, Setiembre 1975. [22] GIOVANNI COCCHI, Sfudlo su modello iclrculico del rcgime di piena de! fiume Arno entro la ciftà di Fircnze, ne! ttatto comprcso tn il ponte alle Gnzte e la ttaversa dl S. ,gosa. Relazione, Bologna, Luglio 1972. [23] GIOVANNI COCCHI, Studlo su modella idrcuiico a fondo mobile clelle escavazioni prcdotte da eventi di piena del liume Amo in co isponclenza del ponle Veachio e del ponte a S. Tfnlfa. Relazìone, Boiogna, Settembre 1975. =,otizie 13:C'CCMS: Riunione del Panel, GruPPo di i,:fo e Scientifico del 1979 - :scasione della riunione degli esperti della " NATO/ : :ilot Study on Air Pollution Assessment lvlethodology .l:delrna " del a/6 apttle us a Bendo' (Francia) : :!'Cente del Paîel e del Cr.lppo di lavoro Àl Erich .::'. ha espresso il desjderio che la prima riunione del -: è del W.G. del prossimo anno (marzo 1979) si possa :_: in ltalia e così pure lo " International TechnicaL -: :g on Air Polluìion Ilodeling and its Application " :i ouando sono stati istituiti sia il Panel, con relativo di Lavoro, sia le riunionì scientifiche' sotto I'egida -::. :iese Pilota che è la Germania FederaLe, lPaesì ospl.- dLre manifestazioni sono stati ia Germania Fede_ . . : Danimarca, il Belgio, I'Olanda, gli Stati Unlti, la ':-::. e il Canada (Toronlo 23-25 agosto e 28-31 ago!:8). -::oi:tamente incarìcato dal Presidente Weber dj pre::-. i contatti preliminari il Prof Luigi Santomauro del.:a:r?atorio Metereologico di Brera ha inÌeressato: .l per quanto riguarda la riunione del Panel (marzo il prof. Ferdinando Rossi, Presidente del Collegio deqli Inq;qneri della l oscana (Lungarno Guicciarorni FiÈnze).- ia ouale s è dich.arato ber lieto dr osplale il Panel à Fire;ze, nella storica sede del Collegio, nel periodo indicato da N4. Weber; b) oer cÌò che concerne la riunione scientifica sulla modellist:ca e sue applicazioni (ottobre 1979), il prof Gloroìo Fiocco. Commissario dell'lstituto di Fisica delL'Atmo'1979). 1 éfera del c.N.R. (Roma, Piazzale Luigi Stufzo,31), che di- chiara la d:soonibiliià oropria e dei suoi collaboratoiì per la riunione scientilica jn Roma. otqanizzate -A proposito di quest'ultima rÌun:one, altamente qualificata per la levatura scientifica dei partecipanti, è opportuno tènet presente che ospitando tale manifestazione in Italia si darebbe modo agli studlosi italiani, che si occuDano di modellistica dell'inquinamento atmosferico' di poier oattecipare numerosi alla rÌunione e portare il loro contributo ad una così complessa materìa. Difatti, il numero degli lslituti scjentificj italiani che lavorano sull argomento sòno parecchi, tenuto anche conto del fatto che uno dei lemi di ricerca del sub-progetto Aria del Progetlo Fìnalizzalo Ambiènte del C.N-R. è dedicato esclusivamenie alla modellistìca dei bassi strati atmosferici in relazione alla dispersione degli inquinanti atmosferici. 17 - Carlo Giorgini, consulente delle boniliche granducali, nel volume ( Sui liumi nei tronchi sassosi e sull'Arno hel piano di Firènze n pubblicato nell'anno 1854 proponè di realizzare il contenimenlo delle maggiori piene con il laglio delle due pescaie e con I'abbatlimento dei quattro ponti cittadini in mufalura e la loro ricosruzione con slnullure metalliche di minimo ingombfo. Operando sul prolilo della piena del novembre 1844 il GiorEini traccia il nuovo profilo del fondo ribassalo (linea b-b) e il corrispondènie profilo del pelo libero (linea a-a) con quole inleriori a quelle dei piani stradali piùr Tav, 1 deDressi.
© Copyright 2024 ExpyDoc