Potenza elettrica su carico resistivo Osserviamo il circuito presentato qui a lato. Un generatore di tensione Vo e resistenza interna RI alimenta un carico resistivo RL. Vogliamo conoscere la potenza assorbita dal carico e determinare la condizione per cui si ha il massimo assorbimento di energia da parte del resistore. La potenza assorbita da un resistore è definita come : Con V ed I rispettivamente la caduta di tensione ai capi del resistore e la corrente che attraversa il resistore. Se indichiamo IL la corrente che circola nella maglia e nel resistore, VL la tensione ai capi del resistore, possiamo scrivere (legge di Kirchhoff): Quindi si ricava la corrente che circola nella maglia: Da questa espressione possiamo ricavare la potenza assorbita dal carico in funzione del carico: Questa espressione indica come varia la potenza assorbita dal carico in funzione del valore assunto dal carico, cioè dal valore di RL. Se il valore di RL è molto piccolo (tende a zero) o è molto grande (tende all’infinito) il valore della potenza trasferita dal generatore al carico risulta basso (tende a zero), come si può facilmente vedere dalla formula e dal grafico riportato qui a lato. Ciò sta ad indicare che deve esserci un punto, un valore di RL, per il quale la potenza assorbita dal carico risulta massima: questo valore RL è pari al valore assunto dalla resistenza interna RI. Ossia nella condizione RL=RI si ha il massimo trasferimento di potenza. In questo caso la potenza assorbita dal carico è: Questa espressione indica la massima potenza assorbita da carico. Se indichiamo come potenza di corto circuito PCC la quantità: Allora possiamo affermare la massima potenza trasferibile è il 25 % della potenza di corto circuito. Nella condizione di massimo trasferimento di potenza, al carico viene trasferito il 50 % della potenza erogata dal generatore. Ciò è dovuto al fatto che nella condizione di massimo trasferimento di potenza le due resistenze RI ed RL sono uguali e, quindi, la potenza erogata dal generatore si ripartisce al 50 % sui due resistori. La potenza trasferita al resistore viene trasformata in calore per effetto Joule. La potenza è legata all’energia in base alla formula: Dove E è la quantità di energia trasferita nel tempo t. La potenza si misura in Watt mentre l’energia si misura in Joule. Poiché l’energia è anche calore, che si misura in calorie, l’equivalenza tra Joule (J) e Calorie (Cal) è: Poiché deve sempre essere soddisfatto il principio di conservazione dell’energia ciò comporta che la potenza erogata deve essere sempre uguale alla somma delle potenze utilizzate. Un’altra unità di misura dell’energia è il Watt-Ora indicato con Wh o un suo multiplo il KWh (*). Infatti possiamo scrivere: % & ! $ %& !" # !$ !&'%& %& %& Dall’ultima espressione scritta si comprende che il Wh (leggi wattora) è un’unità di misura dell’energia e che, quindi, rappresenta la quantità di energia assorbita/fornita in un’ora. Spesso si usa il chilo-wattora KWh il cui costo mediamente è di 30/100 di euro. Se ad esempio teniamo acceso una lampada da 45 W per 3 ore al giorno, il contributo sulla bolletta Enel sarà: % $ %& ( )!& (! (! ( )!& ' %& % $ %& % $ %& Quindi: )!& *+, + ( . $ /& $ 0 12+342$ / 563+ 7 / 563+ %& ______________ (*) Il singolare del termine “kilowattora” è “kilowattora”. Il suo plurale invece è “kilowattora”, ossia lo stesso. Questa parola composta, indicante le migliaia di watt prodotte/consumate nel tempo di una sola ora, presenta cioè la stessa forma sia al singolare che al plurale. Non va declinato. Cioè non si dice né “Kilowattore” né “kilowattori”.
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