Broschure Luccia 2011_Layout 1 - Centro di Studi Preistorici e

L‘Isolino Virginia si trova a pochi metri
dalla riva occidentale del Lago di Varese,
nel Comune di Biandronno.
Dal 1962, in seguito alla donazione
del Marchese Gianfelice Ponti,
è proprietà del Comune di Varese.
L’isola, area archeologica
e ambientale vincolata,
è il più antico abitato palafitticolo
dell’Arco Alpino
ed è inserita nell’elenco
per la candidatura UNESCO
dei siti palafitticoli preistorici.
Nel Parco Archeologico si può visitare
il Percorso didattico all’aperto
e il piccolo Museo Preistorico,
distaccamento
del Museo Civico Archeologico
di Villa Mirabello di Varese.
INFO E PRENOTAZIONI:
Tel. 0332 255485 - Cell. 334 6659567
[email protected] - www. cspa-va.it
A cura di: Daria G. Banchieri - 18 Aprile 2009
Disegnatore mascotte: Filippo Bruno
Art: Lucina Caramella
© CSPA di Varese - 2009
Ristampa 2011: Centro Litografico - Varese
Con la campagna di scavo archeologico del 2008 al centro dell’Isola
si è riaperta una parte dell’area indagata negli anni ’50 del secolo scorso
da Mario Bertolone (fu Direttore del Museo di Varese dal 1937 al 1964
e riprese le campagne di scavo all’Isolino iniziate nel 1878);
qui in un saggio lo studioso aveva raggiunto 3 metri e mezzo di profondità
e individuato più piattaforme lignee in successione stratigrafica
appartenenti a diversi momenti della vita dell’abitato (Fig. 1).
La messa in luce delle varie sezioni
ha permesso di evidenziare
eccezionali sequenze stratigrafiche
dalle quali si sono prelevati
campioni di terreno e di legno
per analisi di diverso genere:
radiometriche, dendrocronologiche,
paleobotaniche.
Lo studio dei campioni
permette così
di datare gli strati
da cui sono stati prelevati
e ricostruire
la situazione paleoambientale dell’abitato
in particolari momenti della sua vita
durante il Neolitico.
Mauro Rottoli
(Laboratorio di Archeobiologia
del Museo Civico Archeologico di Como)
mentre preleva dei campioni
I sottili spessori di terreno strappati dall’area di scavo
presentano al pubblico la sequenza stratigrafica
in forma speculare rispetto alle sezioni in situ.
La sequenza di numeri,
visibili nell’illustrazione riferita allo strappo 1,
indica, dal basso verso l’alto,
la successione delle Unità Stratigrafiche (US)
dalla più antica alla più recente.
L’US 308 fa parte del riempimento di una grande buca
Lo strappo
che ha tagliato la sequenza degli strati in questione.
della sezione 2
L’ambito cronologico della successione stratigrafica dello strappo 1
è compreso fra un periodo posteriore a 4899 a.C. e precedente a 4590 a.C.
Questo tipo di musealizzazione collega i visitatori
in diretta con la dinamica delle varie attività di scavo e i risultati relativi.
Le nuove e sofisticate tecnologie di cui si avvale l’archeologia
per ottenere risultati scientifici
sono anche la base per una corretta divulgazione
e per una didattica di qualità.
Foto
Bertolone
Giancarlo Geddo (Geoarcheologo),
archeologi e studenti dell’Università di Firenze
Paola Arzarello e Flora (Ditta Ikhos-calchi),
Olivia Pignatelli (Laboratorio Dendrodata) e
Daria Banchieri (Direttore dello scavo)
Figura 1
US 336: terreno con sabbie finissime,
leggermente limoso.
US 334: livelletto carbonioso.
US 335: strato limo-sabbioso con lenti di sabbie finissime chiare,
carboni sparsi anche di grosse dimensioni, ciottoli sparsi;
alla base presenza di granuli di argilla bianca.
US 317: strato sabbioso-limoso altamente carbonioso;
in alcuni punti della sezione ha un certo spessore,
in altri si assottiglia;
si notano chiaramente piccoli frammenti di legni,
carboni, piccoli ciottoli.
Per lo più la zona carboniosa si concentra alla base,
in altri punti della sezione è diluita nello strato.
Presenza di piccoli elementi micacei.
US 333: strato sabbioso
leggermente limoso;
presenza di piccoli
granuli micacei.
US 332: sottile livello carbonioso.
US 331: terreno sabbioso-limoso con presenza di carboni
e piccoli frammenti
di concotto*.
US 330: terreno limoso.
Vista l’eccezionalità di questi documenti “scritti nella terra”,
si sono scelti i punti dell’area Nord
dove effettuare due strappi di sezioni
per poter così portare in Museo una porzione di scavo.
Queste sezioni si trovano alla profondità
compresa tra -2,08 e -2,58 m (la n. 1)
e tra -1,58 e -2,20 (la n. 2).
US 325: livelletto
carbonioso con resti
di legni in matrice limosa
vagamente sabbiosa.
US 324: terreno sabbioso limoso
bruno-arancio
con piccole presenze micacee,
rubefatto dal fuoco.
US 323: strato sabbioso
leggermente limoso lievemente scurito
dal calore del fuoco.
US 329: terreno limoso vagamente sabbioso
con all’interno grumi di argilla bianca,
copre US 308 e fa parte del riempimento
della buca t 326.
US 320: strato sabbioso
leggermente limoso
con inclusi sassi
di diversa pezzatura.
US 319: strato carbonioso
in matrice sabbiosa.
US 318: strato sabbioso
con ciottoli
di piccola pezzatura,
in alcuni casi
di grosse dimensioni.
US 307: terreno a sabbia
estremamente fine-limoso;
qui si è effettuato il prelievo
di un campione di terreno (n. 180).
US 305: strato limo-sabbioso
con presenza
di macchie centimetriche
a sabbia finissima
di colore più chiaro.
Qui è stato effettuato
il prelievo del campione
di terreno n. 179.
US 327: strato carbonioso
con presenza
di frammenti ceramici
e parte di concotto*.
US 321: strato carbonioso.
US 303: strato di sabbie
con ciottoli di media
e piccola pezzatura.
US 304: strato limo-sabbioso
con presenza di legni e frammenti di cortecce.
US 316: strato limoso
uniforme con presenza
di carboni anche di grandi
dimensioni.
US 308: terreno limoso altamente carbonioso,
ricco di materiale organico
rappresentato da resti di foglie, legni,
frammenti di cortecce, carboni,
resti di ossa di macrofauna e insetti.
Risultano presenti l’orzo e il farro.
Fra i frutti si ricorda il nocciolo, la fragola, probabilmente la mela, la mora di rovo,
il lampone e la vite.
Si sono rinvenuti frammenti di ceramica.
Questo strato fa parte del riempimento
di una grande buca (t 326).
*Concotto: materiale “argilloso” che ha subito
processi termici a causa del fuoco.
Sono in concotto i pavimenti delle capanne
nei pressi del fuoco, i piani di focolari,
l’intonaco delle pareti di capanne
che hanno subito un incendio.
Unità Stratigrafiche dello strappo 1