Note sulla VRA – Ottobre 2014 Perché la riforma? L’avvento dell’ANVUR, e quindi la VQR (e ora la SUA-RD) ha reso necessario adeguare il sistema di valutazione interno (di Ateneo) a quello esterno (ANVUR). Il “metodo OR” non era più adeguato perché fondato su presupposti diversi da quelli ANVUR. L’OR valutava tutta la produzione scientifica e non una parte di essa, si fondava sulla aspettativa di comparabilità tra aree diverse, e forniva una scarsa capacità al singolo ricercatore di prevedere la propria collocazione nello schema di valutazione. Per trasferire la valutazione delle pubblicazioni in assegnazione di risorse a livello dipartimentale era necessaria una fase successiva e distinta (la fase RFO). La nuova sequenza (VRA) è più semplice e si basa sul principio del riconoscimento della differenza tra le aree. La valutazione delle pubblicazioni avviene con criteri riconducibili – anche se necessariamente adattati – alla VQR. Con la VRA si valutano le pubblicazioni (e, forse anche gli “altri elementi di produzione scientifica” richiesti dalla scheda SUA-RD) usando criteri specifici dell’area di appartenenza. Le valutazioni così prodotte diventano strumento dipartimentale per la politica dipartimentale di assegnazione delle risorse entro le strutture In termini di distribuzione delle risorse la sequenza è la seguente stadio 1 = MIUR assegna risorse a UniBo (FFO) anche mediante i risultati VQR stadio 2 = UniBo assegna risorse per la ricerca ai dipartimenti in funzione dei risultati VQR e SUARD stadio 3 = I dipartimenti assegnano risorse ai singoli e ai gruppi in funzione dei risultati VRA La VRA ha introdotto i seguenti elementi comuni Il riconoscimento marcato delle differenze tra aree in relazione alle seguenti dimensioni: 1) quali pubblicazioni considerare ammissibili, 2) quante pubblicazioni richiedere che siano conferite per la valutazione, 3) come trattare la multiautorialità, 4) la importanza da attribuire ai diversi tipi di pubblicazione, se monografia o articolo. Creazione di aree nuove (8a, 8b, 11,a, 11b, 1&9) L’uso di un sistema di punteggi simile alla VQR da attribuire a ciascuna pubblicazione (1, 0.7,. 0.4, 0.1 La individuazione, grazie ai punteggi e al numero massimo di pubblicazioni richiesto, di obiettivi da raggiungere specifici dell’area e definiti ex-ante e in modo chiaro Possibilità di considerare elementi integrativi della produzione di ricerca (premi, incarichi direttivi in ambito editoriale od organizzativo, progetti competitivi, ecc.) come previsti dalla scheda SUA-RD COSA COMPORTANO queste scelte per i singoli docenti? Come in passato i docenti popolano il database con la propria produzione i docenti selezionano le pubblicazioni che vogliono sottoporre a valutazione sulla base dei criteri stabiliti dai panel di area COME AVVERRÁ LA VALUTAZIONE in pratica? I panel valuteranno le pubblicazioni selezionate secondo i criteri stabiliti e assegneranno i punteggi alle singole pubblicazioni. Nelle aree bibliometriche il processo sarà semiautomatico – anche grazie alla acquisizione dei dabase necessari e alla realizzazione di processi informatici ad hoc - mentre nelle aree non bibliometriche o miste la valutazione sarà effettuata dai panel (come avveniva con l’OR). Il “peer review” sarà strumento residuale a causa della complessità gestionale dovuta ai grandi numeri. I panel potranno, se richiesto, assegnare anche il punteggio per gli “elementi integrativi” - questo punteggio sarà additivo a quello raggiunto con le pubblicazioni. Al termine ogni ricercatore avrà un punteggio personale standardizzato di area risultante dalla somma dei punteggi dei lavori presentati. Se l’area avrà scelto di utilizzare tre soglie di merito ogni ricercatore saprà anche in quale delle quattro fasce di produttività scientifica di area risultanti si colloca. N.B. le fasce di merito NON sono hanno alcuna relazione con le fasce RFO (si veda più avanti). CHE USO SE NE FARÁ? Il singolo conoscerà il proprio punteggio individuale di area e la collocazione in fascia di area (se adottata) e potrà decidere la propria strategia di pubblicazione prescindendo dalla collocazione degli altri colleghi della stessa area o di aree diverse. Il dipartimento, grazie alla raccolta dell’intera produzione scientifica, alla selezione dei prodotti migliori, e alla indicazione degli “elementi integrativi” avrà tutto il materiale a disposizione per decidere autonomamente la politica di assegnazione delle risorse (che nel caso dell’anno in corso riguarderà il solo RFO 2014 già a bilancio dei dipartimenti) L’ateneo avrà disponibile la selezione dei lavori migliori di tutti i ricercatori per la VQR e potrà esercitare utili confronti con la valutazione dei dipartimenti derivati da MIUR/ANVUR E lo RFO? La “fase RFO”, già dal 2014, viene portata integralmente dentro ai Dipartimenti. Il dipartimento, che ha già a bilancio la quota RFO 2014, riceverà dalla VRA i punteggi individuali dei ricercatori e/o la soglia superata e si organizzerà al suo interno per la assegnazione RFO I Dipartimenti si daranno criteri autonomi per l’assegnazione del RFO. Prevedibilmente il SA fornirà indicazioni in modo da mantenere coerenza con l’obiettivo del RFO. SONO PREVISTI ALTRI USI della VRA? La VRA è concepita come strumento a disposizione dei Dipartimenti per la assegnazione delle risorse per la ricerca all’interno della struttura COSA RESTA DA FARE? Completare gli incontri con i panel per la messa punto degli strumenti informatici Effettuare simulazioni sui criteri dei diversi panel Avviare confronti con le direzioni dei dipartimenti per condividere le scelte fatte dai panel di area e affinare il metodo Gestire situazioni (non infrequenti) di ricomposizione di aree molto diverse nello stesso dipartimento per evitare effetti distorsivi generati dalla forte autonomia dei panel di area Introdurre elementi di compensazione per le assenze (congedi per maternità, ecc.) Presentare l’intero piano con i dettagli dei criteri agli OA NOTA BENE Non c’è alcuna relazione tra le “soglie” VRA e la suddivisione in fasce RFO del sistema previgente. Le soglie della VRA, laddove adottate, delineano fasce più ampie di quelle OR/RFO perché l’obiettivo è diverso: la VRA non assegna risorse ma fornisce ai dipartimenti lo strumento per farlo. Ricordo che le “fasce RFO” portavano spesso a suddivisioni innaturali del corpo docente anche in aree estremamente produttive (vedi VQR) e a una certa imprevedibilità anno per anno della collocazione. Il singolo dipartimento dovrà dotarsi di una propria strategia di utilizzo del RFO e delle altre voci del budget integrato della ricerca in accordo con le linee guida che saranno fornite dal SA e dal CdA.
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