“Diplomarsi a 18 anni: i politici sui banchi” (Vita.it)

23/01/2014
Diplomarsi a 18 anni: i politici sui banchi
di Sara De Carli
Oggi pomeriggio alla Camera un seminario di studi per
riflettere sull'idea di portare da 5 a 4 gli anni di scuola
superiore
Da quando il ministro Maria Chiara Carrozza ha autorizzato la sperimentazione di scuole superiori da quattro anni anziché cinque, il dibattito impazza. Otto scuole
stanno già sperimentando i 4 anni, fra cui l'Istituto tecnico economico Enrico Tosi di Busto Arsizio (Varese), il Majorana di Brindisi, il San Carlo di Milano. Oggi
pomeriggio presso la Camera dei Deputati, i politici si metteranno dietro i banchi per ascoltare cosa ne pensano, di questo taglio
taglio di un anno, quelli che la scuola la
conoscono meglio, perché la fanno ogni giorno. Convocati dal gruppo
gruppo Per l’Italia, con l’onorevole Milena Santerini a fare da padrona di casa, diversi esperti
presenteranno le loro considerazioni attorno a due macro-temi:
macro temi: “la scuola secondaria ponte per il futuro” e “uscire da scuola a 18 anni”. Interverranno Mario G. Dutto
(CeRiForm Università Cattolica), Andrea Gavosto (Fondazione Agnelli), Luisa Ribolzi (Università di Genova), Claudio Gentili (Direttore
(Direttore Educational Confindustria),
Orazio Niceforo (Tuttoscuola), Paolo Mazzoli (dirigente scolastico, Roma), Paolo Ferrantini
Ferrantini (dirigente scolastico, Bologhna), Pietro Bosello (dirigente scolastico,
Varese).
«Il seminario di studi “Diplomarsi con successo a 18 anni” nasce dal desiderio di far dialogare la politica e la ricerca pedagogica,
peda
per innovare la scuola»,
dice l’onorevole Santerini. «Le grandi riforme di sistema sono complicate, ma dobbiamo trovare dei modi per produrre cambiamento e innovazione». La riflessione
rifle
si
articola attorno ad alcuni nodi centrali: «avvicinare scuola superiore e mondo del lavoro, qualificare la scuola, contrastare la dispersione scolastica». All’interno dello
spazio disegnato da questi paletti si può pensare, perché no anche al taglio di un anno di superiori: «non è qualcosa di negativo
negativo perché effettivamente siamo uno dei
Paesi in cui i giovani entrano più tardi sul mercato del lavoro, l’esigenza è giusta. Agire sui primi anni, anticipando la scuola, non è corretto per
pe ragioni pedagogiche,
infatti le scuole dei paesi migliori cominciano a 7 anni», riflette Santerini. Che però precisa: «Non bisogna guardare a quell’anno in meno come un taglio, come
un meno né si possono fare riforme della scuola partendo dal principio del risparmio e della riduzione di un anno. Il tema è come qualificare i quattro anni
di scuola superiore, come migliorare gli apprendimenti dei nostri giovani».
Se migliorare questi apprendimenti volesse dire togliere un anno di scuola superiore, nessun dramma: sono ormai molti gli studi a livello internazionale che ci dicono
che la durata della scuola non è un elemento che garantisce migliori apprendimenti, visto che ragazzi che sono stati meno tempo sui banchi hanno appreso tanto
quanto chi ci è stato di più. «Migliorare la scuola vuol dire introdurre didattiche attive, un tutoring personale, fare più orientamento, più laboratori, più alternanza scuola lavoro». Ad esempio un 4+1 in cui l'ultimo anno sia di apprendistato, di servizio civile, di formazione specifica... Insomma, la scuola sta pensando dei modelli e li ha
proposti alla politica, «speriamo ora che il ministero convochi un tavolo di lavoro, perché l'importante è creare dei modelli, sperimentarli monitorare la sperimentazione,
fare ricerca».