HO SMESSO DI SCOMMETTERE CON LA MIA VITA: STORIA DI UNA DONNA Nella speranza di aiutare altri, questa è la storia di una donna che con grande coraggio ha deciso di raccontare le problematiche legate al gioco d’azzardo e incoraggiare altri a cercare aiuto. Perché guarire è possibile. Perché siamo qui oggi? Perché vorrei condividere la mia esperienza con le persone che come me giocano o hanno giocato. Spero che la mia esperienza possa aiutare queste persone a non arrivare al punto dove sono arrivata io. Come è nato il problema del gioco nella tua vita? Tutto è iniziato quando mio marito è morto e i miei figli una volta cresciuti hanno lasciato la casa. A quel punto sono rimasta sola. Non sapevo dove andare. Andare al club era facile. Dove c’erano le poker machine, non ti disturbava nessuno e non importa neanche come sei vestita. Nel tempo quella macchinetta è diventata un’amica. Oggi so che mi rifugiavo lì perché soffrivo, sapevo che mi mancava qualcosa ma non sapevo che cosa. Giocare ti aiutava a coprire il dolore. Si, rendeva quei momenti più facili, perché mi concentravo sulla macchina e dentro di me non sentivo il dolore, naturalmente era tutto psicologico, le luci, i colori, era diventato il mio mondo, la macchina era come un’ amica che non chiedeva niente. Cosa hai perso? Ho perso tanto. Vorrei riavere tutti i soldi che ho perso per poter fare una vita più comoda, perché arrivata ad una certa età è molto più facile quando non ti devi preoccupare dei soldi. Ho perso la dignità, la stima in me stessa, la forza che credevo di avere. L’unica speranza che ho è di ritrovare la dignità che ho perso e di rimarginare le mie ferite e quelle dei miei figli. Mi dispiace per le bugie che ho dovuto dire per coprire le perdite. Mi dispiace di non avere avuto il coraggio di dire ai miei figli quello che non c’è più e che sarebbe stato un giorno dei miei figli o dei miei nipoti. Vorrei lasciare un bel ricordo ai miei cari e trovare la forza di una volta… Non voglio perdere le persone che amo. Senza rendermi conto ho distrutto quasi distrutto tutto quello che avevo costruito. Se non avessi cercato e chiesto aiuto a questo punto forse avrei perso tutto. Come sei arrivata a cercare aiuto? Mi rendevo conto che perdevo delle somme troppo grandi, non potevo fermarmi e così ho chiamato la Gambling Help. Mi hanno dato i numeri dei servizi di assistenza ma io non ho chiamato. Pensavo che potevo farcela da sola. Poi un giorno ho assistito ad una presentazione sul problema del gioco d’azzardo condotta da una psicologa del Co.As.It. di Sydney. Ho capito quanto pericoloso potevano essere le conseguenze del gioco, quando la situazione è peggiorata e nella disperazione l’ho chiamata. Con lei ho capito molte cose di me e sul perché giocavo. Il counselling mi ha aiutata. Nella nostra comunità c’è un po’ di diffidenza nei confronti del counselling. Cosa consigli a queste persone? Io penso che chi non va è un pazzo! Quando si ha bisogno di aiuto, si deve cercare aiuto, parlare dei propri problemi è importante. In counselling tu ascolti la tua voce, il counsellor ti aiuta a trovare la strada per ritrovare te stesso. Ci vuole coraggio. Per le persone che si vergognano ed hanno paura di cercare aiuto, vi incoraggio a farlo perché’ chiedere aiuto non è una vergogna. Bisogna aver paura a non cercare aiuto. Anche se avete perso tanti soldi ricordate che la cosa più importante è la pace dell’anima e ritrovare la propria famiglia, bisogna lottare e cercare di non perderla. Cecando aiuto dimostri alle persone che ti sono vicino che li ami. Pensi che il problema del gioco sia grande nella comunità italiana? Immenso. Pensandoci mi fa paura. Come me, molte di queste persone cercano di riempire un vuoto che spesso deriva dalla solitudine, dalla perdita dei ruoli nella famiglia, lutti, depressione, stress. Il gioco riesce a riempire qualsiasi vuoto le persone sentono nella loro vita. Diventa un rifugio. Cosa consiglieresti alle persone che giocano? Se perdete o vincete non raddoppiate. Se perdevo o vincevo dovevo rifarmi di quello che perdevo, innescando così un ciclo dal quale non sono riuscita ad uscire per molto tempo. Il mio consiglio è se non avete controllo sul gioco cercate aiuto di professionisti, portatevi quello che potete perdere non quello che volete vincere. Perché più si gioca e più si perde, io ho imparato la lezione a caro prezzo. Quando si va non si deve andare per vincere. Il gioco è il costo del tempo che ti compri. Ma bisogna saperlo comprare alla tariffa che si può spendere. Tu hai fatto una cosa molto coraggiosa, ti sei esclusa dai club. Sono andata nel club dove andavo più spesso ed ho chiesto di escludermi dall’area di gioco. E’ stato umiliante, l’esclusione era solo per l’area di gioco, potevo ancora andare al club ed usufruire del ristorante e delle altre aree. Poi il mio counsellor mi ha informata sul nuovo sistema dei club in NSW dove ci si poteva escludere da più club nella riservatezza del suo ufficio, in maniera del tutto anonima. Quello stesso giorno sono andata dal counsellor e le ho chiesto di escludermi dalle sale da gioco dei club in cui andavo. Adesso sono passati cinque mesi dal quel momento. Se l’avessi fatto prima non mi troverei in questa situazione. Come è la vita oggi? Sono più calma, riposo meglio la notte perché non ho più incubi. Prima quando perdevo mi alzavo in piena notte e facevo il calcolo di quanto avevo perso, quanto mi rimaneva in banca. Oggi mi alzo più riposata, più calma, ci sono dei momenti tristi ma i soldi per un caffè oggi non mi mancano. L’unico posto dove mi sento meglio è a casa mia, voglio riportare in questa casa la luce e il calore che è mancato per molto tempo. Quando giocavo mi sentivo una donna fredda, distante, non volevo sentire i problemi degli altri perché avevo i miei. Tutti i giorni lavoro per mettere assieme i pezzi della mia vita, so che alla fine ce la farò. Il gioco è stato come una tempesta che ha distrutto la mia vita, non l’avevo vista arrivare. Ha iniziato a distruggere tutto, stava portando via tutto ciò che avevo curato e amato. Adesso che non gioco più e grazie all’aiuto del counsellor e delle persone che mi sono state vicino ho capito che non tutto è stato distrutto. C’è ancora speranza? Sì, io ho tanta speranza. Voglio ritrovare me stessa e tornare ad essere un esempio per i miei figli. C’è qualcosa che vorresti dire? Vedo il mio futuro ricco di pace. Mi trovo finanziariamente a disagio però mi sento ricca perché ho ancora una famiglia che mi vuole bene. Questa è la mia ricchezza. Vorrei dire a tutte le persone di non giudicare. Per molti anni io ho giudicato. Non avrei mai immaginato che un giorno io sarei diventata la vittima di questo problema. Il supporto delle persone care mi ha salvato. Grazie a tutti coloro che credono in me, particolarmente ai miei figli che amo tanto. Se le stesse persone mi avessero girato le spalle probabilmente adesso sarei da sola davanti ad una poker machine. Oggi sono come una bambina che ha cominciato a camminare. Io oggi cammino…non corro…cammino e vado piano… perché non voglio cadere. Anonimo Intervista condotta da Elisabetta Panzironi Per ricevere ulteriori informazioni sulle problematiche legate al gioco d’azzardo contattate Elisabetta Panzironi al Co.As.It al numero 02 9564 0744.
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