Varese, 12 giugno 2014 Lo studio delle differenze individuali nei modelli di attaccamento intervista semistrutturata che indaga gli stati mentali circa l'attaccamento dell'adulto in relazione alle proprie passate nei confronti dei caregive individua i modelli operativi interni circa l'attaccamento dell'adulto Adulto AAI Bambino SSP ◦ Autonomo (F) ◦ Distanziante (DS) IWM Sicuro (B) IWM Evitante (A) IWM Preoccupato Ambivalente (C) IWM Non risolto Disorientato/ disorganizzato(D) ◦ Preoccupato (E) ◦ Non risolto (U) Sensibilità materna Attaccamento infantile Pt. da 1 a 9: 1. Sensibilità vs. insensibilità 2. Cooperazione vs. interferenza con attività del bambino 3. Disponibilità fisiologica e psicologica vs. negligenza e ritiro 4. Accettazione vs. rifiuto dei bisogni del bambino Fascia d’età: fino ai 14 anni Tempo di videoregistrazione: 15-30 min In qualsiasi contesto di interazione adulto-bambino 6 scale con pt. da 0 a 7: Adulto: ◦ ◦ ◦ ◦ Adult Adult Adult Adult sensitivity structuring nonintrusiveness nonhostility Bambino: ◦ Child responsiveness ◦ Child involvement Adult Sensitivity: ◦ si riferisce a varie qualità dell’adulto che evidenziano la sua capacità di connettersi intimamente ed emotivamente con il bambino ◦ la caratteristica che viene considerata più importante e saliente per questa scala è l’appropriatezza e l’autenticità dei sentimenti dell’adulto verso il bambino Scoring sheet – es. di Item: affetto, percezione e responsività ai segnali del bambino, timing Adult Structuring: ◦ valuta il grado con cui l'adulto struttura in modo appropriato il gioco del bambino prendendosi cura di lui e fissando dei limiti al suo comportamento. ◦ può essere osservata anche nella capacità del genitore di stabilire delle regole e di richiedere che siano rispettate. ◦ la strutturazione o scaffolding ottimale comprende diverse qualità ed è un elemento essenziale per l'espressione delle disponibilità emotiva Scoring sheet – es. di Item: offrire guida, efficacia delle proposte dell’adulto, regole e limiti Adult Nonintrusiveness: ◦ è stata formulata in senso negativo per garantire la coerenza dei punteggi rispetto alla valutazione finale della disponibilità emotiva ◦ la capacità di essere disponibile per il bambino senza essere intrusivo, l'"essere qui" e disponibile quando ce n'è bisogno, al contrario dall'essere estremamente direttivi, iper-stimolanti, interferenti e iper-protettivi. ◦ importante per la valutazione è osservare le reazione del bambino Scoring sheet – es. di Item: lasciare che il bambino possa condurre, interventi che non interrompono l’attività del bambino, interventi non direttivi EZT Too Close MoBG.mpeg Adult Nonhostility: ◦ Stima il grado di ostilità della relazione bambinocaregiver. Un adulto molto ostile è apertamente e direttamente ostile verso il bambino. L'interazione è minacciosa e spaventosa. É però importante notare che anche se l'ostilità non è diretta in modo specifico verso il bambino può esserci un background di malcontento o impazienza o pericolo che va tenuto in considerazione. Scoring sheet – es. di Item: mancanza di comportamenti spaventosi o impauriti nel volto e nella voce, assenza di atteggiamenti di scherno verso il b., non perdere il controllo di fronte a situazioni stressanti o al comportamento negativo del bambino Child responsiveness: Considera 2 dimensioni principali: - l’affetto positivo, che si evidenzia quando il bambino prova chiaramente piacere a mettersi in relazione con il genitore e - la responsività, che coincide con la propensione del bambino a coinvolgersi nell’interazione con i genitori, a seguito di un loro invito-stimolo Scoring sheet – es. di Item: autonomia e esplorazione adeguati all’età, posizionamento fisico adeguato, assenza di inversione dei ruoli con l’adulto o iper-responsività Child involvement: ◦ misura la capacità del bambino di coinvolgere l’adulto nell’attività che sta svolgendo. ◦ per es. si esprime attraverso la capacità del bambino di attirare l’adulto nelle sue attività e di utilizzarlo come supporto durante gioco Scoring sheet – es. di Item: iniziativa semplice o elaborata, utilizzo dell’adulto per la regolazione emotiva, assenza di eccesso di coinvolgimento (distress, ansia) Patricia M. Crittenden, Ph.D. 18 Fornisce informazioni sulla diade valuta specifiche relazioni, non specifici individui 19 Valutazione delle configurazioni di interazione tra adulto e lattante per scopi di ricerca In contesti applicativi: allo scopo di effettuare screening di popolazione, di orientare gli interventi e di valutare alcuni risultati del trattamento 20 3-5 minuti di gioco videoregistrato tra adulto e bambino La videoregistrazione può essere effettuata a casa, in un contesto clinico o in un laboratorio di ricerca La procedura è adatta dalla nascita ai 36 mesi 21 La sensibilità adulta è costituita da qualsiasi configurazione di comportamento che fa piacere al bambino aumentando il suo benessere e riducendo il suo disagio Non è una caratteristica individuale, bensì un costrutto diadico Il temperamento del bambino è parte integrante della sensibilità adulta Un adulto può essere sensibile solo nella misura in cui risponde in maniera adeguata alle caratteristiche individuali del bambino 22 Sette aspetti del comportamento interattivo: 1. Espressioni facciali 2. Espressione verbale 3. Posizione e contatto corporeo 4. Affetto 5. Contingenze e successione dei turni (all’interno delle fasi di gioco) 6. Controllo (tra una fase e l’altra di gioco) 7. Scelta di attività 23 Espressione facciale espressione verbale posizione e contatto corporeo affetto Contingenze di successione dei turni controllo scelta di attività Stato affettivo Contingenze temporali 24 1. 2. 3. Sensibile Controllante Non responsivo tronick.wmv 25 1. 2. 3. 4. Cooperante Difficile Compulsivo Passivo 26 Consente una maggiore discriminazione Nell’adulto: ◦ degli aspetti di non responsività:associati a un atteggiamento di ritiro emotivo dall’interazione e di non coinvolgimento in attività o in giochi con il b Nel bambino: ◦ di differenziare le specifiche modalità difensive di non cooperazione utilizzate nello scambio diadico (comportamento difficile, passivo o compulsivo) Consente una maggiore discriminazione: Nell’adulto degli aspetti relativi alla strutturazione del gioco, quali per es.: ◦ la capacità di offrire una guida nel gioco o nell’attività svolta, ◦ l’efficacia delle proposte dell’adulto nel coinvolgere e stimolare il bambino, ◦ la capacità di stabilire regole e limiti e di farli rispettare attraverso la comunicazione verbale e non verbale Aree di applicazione: Screening Valutazione dell’intervento Ricerca (sensibilità materna – attaccamento) - Differenze nell’applicazione dei 2 strumenti: Fascia d’età (dai 4 m ai 14 anni vs. 0-3 anni) Tempo di osservazione Due dimensioni vs. tre dimensioni sensibilità adulto Un limite di questi strumenti riguarda la difficoltà di interpretazione delle categorie e delle dimensioni di valutazione che tendono ad essere piuttosto ampie e globali, difficilmente fruibili in assenza di un’ampia esperienza clinica da parte di chi li utilizza. Adulto Bambino Violento Intrusivo Controllante Aggressivo Reattivo Controllante Sensibile Partecipativo Collaborativo Distanziante Espulsiva Collaborativo Passivo Evitante Integra gli aspetti informativi presenti nelle scale già esistenti in letteratura andando da un lato a fornire categorie comportamentali (livello microanalitico) - dall’altro consentendo di definire la modalità interattiva del genitore e del bambino attraverso sette tipologie qualitativamente corrispondenti (livello macroanalitico), con una doppia polarità negativa, che da un lato va nella direzione della presa di distanza, dall’altra verso l’avvicinamento eccessivo e l’intrusività. Riflessioni sia a livello categoriale (per es. categoria con un punteggio più alto o più basso), sia a livello dimensionale andando a descrivere il profilo specifico di caregiver e bambino. Possibilità di ottenere valori descrittivi per le diverse dimensioni comportamentali prese in esame: sguardo; mimica facciale e azioni del viso; gesti delle mani; gesti delle mani e delle braccia; postura corporea e uso dello spazio; uso della voce; uso delle parole - dai 12 mesi; uso di oggetti e del gioco, gioco mettendo in luce gli eventuali punti di forza o di debolezza della diade. Attaccamento sicuro + cure genitoriali adeguate entro i 4 anni è predittivo rispetto a: Senso basico di connessione sociale e aspettative positive Sé/altro Costruzione di pattern di adattamento individuali implicanti capacità di autoregolazione e autostima, confidenza in se stessi Adeguatezza socioemotiva, interazioni tra pari adeguate nell’età prescolare Adeguatezza socioemotiva, qualità amicizia e relazioni sentimentali nella media infanzia e nell’adolescenza Sroufe et al.(2005). The Development of the Person. Person. The Minnesota Study of Risk and Adaptation from Birth to Adulthood. Adulthood. Attaccamento sicuro: sicuro: funzione protettiva rispetto ad eventi stressanti dopo i 5 anni Resilience: Resilience: capacità di fronteggiare eventi stressanti (divorzio, famiglia caotica) senza sviluppare disturbi esternalizzanti (b. evitanti) o internalizzanti (b. ambivalenti) Recovery: Recovery: capacità di recuperare dopo breve tempo a fronte della comparsa di tali disturbi Attaccamento insicuro evitante e ambivalente: fattore di rischio rispetto a disturbi psicopatologici se combinato con altre variabili (assenza di supporto nel caregiving e nella relazione di coppia della madre,, eventi stressanti)) Attaccamento disorganizzato predittivo di disturbi psicopatologici FATTORI DI CONTINUITA’ Aspettative/rappresentazioni mutuate dagli iwm precoci Storia cumulativa Modificazioni cerebrali precoci FATTORI DI TRASFORMAZIONE Cambiamento nella qualità delle cure Cambiamento nelle relazioni di coppia genitoriali Esperienza con altri adulti significativi nell’infanzia Eventi stressanti nel ciclo di vita Relazioni sentimentali Trattamenti psicoterapici Psicopatologia dei genitori Interventi precoci della relazione genitoregenitore-bambino In Una madre lo sa, Concita De Gregorio scrive a proposito delle madri che uccidono i loro figli: «Non succede a tutte le madri: succede a pochissime. Ma tutte, se cercano bene, sanno di cosa si tratta. Più di tutte le madri sole: quelle che non avevano nessuno accanto nella paura della sala parto né della casa vuota, dopo, o sole perché qualcuno c’era ma era come se no» (De Gregorio, 2006, p.60). Stern (2004) negli ultimi decenni la psicopatologia deve confrontarsi con un nuovo paziente prototipico costituito dai problemi relazionali tra bambino e caregiver, quali per esempio i ritardi evolutivi, il pianto eccessivo e incontrollabile, i problemi del sonno e dell’alimentazione. IL VERO PAZIENTE In particolare si è delineata la necessità di promuovere una prospettiva in cui i temi della genitorialità e dello sviluppo infantile non vengano delegati all’interno del nucleo familiare ed educativo o peggio della sola coppia adulto-bambino Rendere più adeguata la relazione b/caregiver Di conseguenza rendere più adeguato lo sviluppo socio-emotivo Prevenire l’emergenza di disturbi psicopatologici nel corso dello sviluppo Persistenza dei disturbi dell’infanzia anche nell’età adulta senza trattamenti ad hoc Abbracciano la prospettiva transazionale enunciata da Sameroff e Emde (1989), seconda la quale il target verso cui è rivolto l’intervento è la relazione adulto-bambino, piuttosto che i problemi del caregiver o del bambino presi singolarmente Sameroff, McDonough e Rosenblum 2004 Rappresentazioni del caregiver: caregiver il modello psicodinamico utilizza come via d’ingresso le rappresentazioni relative alle passate esperienze con i propri genitori e a quella su di sé come caregiver, presupponendo che tali rappresentazioni influenzino le modalità di caregiving e gli stili di interazione adottati con il figlio (Cramer 1998). Interazione tra adulto e bambino, bambino ipotizzando l’interazione stessa il cardine della relazione caregiver/bambino e dei suoi eventuali disordini Il comportamento del bambino come via d’ingresso è utilizzato dall’approccio definito pediatrico (Brazelton 1973), basato sul mostrare al genitore le precoci competenze del bambino per aumentarne la capacità responsive. Elementi comuni aspecifici aspecifici:: Tali elementi riguardano il produrre un contesto di holding (Stern 1998), che permetta la creazione di un campo intersoggettivo di condivisione e comprensione reciproca tra adulto e operatore In questo modo l’operatore nel corso dell’intervento diventa una “base sicura” nei confronti del caregiver, permettendogli di sperimentare una relazione di fiducia che potrà trasferire nella relazione con il bambino I vari tipi di intervento differiscono anche a seconda della metodologia utilizzata in prevalenza, per es. uso del video-feedback Possono essere svolti presso servizi sanitari oppure presso l’abitazione della famiglia (programmi di home visiting) Gli operatori coinvolti, tutti adeguatamente preparati, possono essere principalmente figure professionali, con formazione medica, psicologica o sociale o, in un numero minore di casi volontari formati. Gli interventi di prevenzione possono anche essere differenziati a seconda del tipo di “azione” preventiva prescelta, come ha proposto Sameroff (2004) distinguendo tre differenti tipi di intervento (“tre R”), quelli fondati sulla riparazione, quelli sulla riparazione ridefinizione e quelli che mirano alla rieducazione Riparazione – intervento rivolto al bambino e alla sua interazione con l’adulto Ridefinizione – intervento rivolto al caregiver e alle sue rappresentazioni rispetto la bambino Rieducazione – intervento rivolto all’adulto e alle sue modalità di caregiving Obiettivo: cambiare aspetti del bambino aumentandone la competenza comunicativa verso il genitore In presenza di sviluppo atipico del bambino Migliora l’adattamento del bambino alle modalità di parenting dell’adulto Il cambiamento nel bambino produce un cambiamento adattivo del caregiver sia nelle capacità di parenting che nelle rappresentazioni Volta a modificare i comportamenti e le risposte che il bambino rivolge all’adulto, al fine di migliorare la capacità di quest’ultimo di attivare il suo comportamento di cura. Esempi tipici sono situazioni dove è possibile effettuare una riparazione strutturale di una condizione biologica del bambino tramite interventi medici come l’alimentazione nasogastrica per bambini sottopeso; questo favorisce una maggior energia del bambino che a sua volta incrementa modalità di interazioni più responsive verso i genitori (Sameroff 2004; Kitzman, Luckey, Pettitt, Sidora, Morris e Powers 1998). Interventi volti a normalizzare le operazioni di parenting volti a facilitare l’adattamento dell’adulto a caratteristiche particolari del bambino, vedi bambino con pianto eccessivo, con tratti temperamentali con emozionalità negativa Es. bambino con sindrome di Down, intervento focalizzato a evidenziare le caratteristiche positive del bambino, capacità comunicative, etc. Interventi di tipo psicodinamico volti a elaborare le esperienze e le rappresentazioni non funzionali Attribuzione da parte del caregiver al bambino di caratteristiche legate alle proprie esperienze infantili Es. madri che con bambini con difficoltà di accrescimento (failure to thrive) riproducono le loro esperienze infantili relative all’alimentazione Mira a modificare, adottando un approccio prevalentemente psicopedagogico, le concrete modalità del caregiver di accudire ed essere responsivo con il bambino Olds, Henderson, Cole, Eckenrode, Kitzman, Luckey, Pettitt, Sidora, Morris e Powers 1998 Obiettivo: aumentare le competenze rispetto alla cura Quando le competenze/conoscenze educative sono carenti Rivolto soprattutto a genitori a rischio psicosociale: madri adolescenti, genitori di livello socioeconomico basso, genitori alcolizzati Vedi interventi domiciliari combinati rivolti a migliorare il sistema di caregiving (modalità di alimentazione, gioco, etc.) sia la responsività della madre (vedi uso del videofeeback) Zona di massima efficacia di intervento A.J. Sameroff, S.C. McDonough K. Rosenblum (a cura di), Il trattamento clinico della relazione genitore-bambino (pp. 313-342), Il Mulino, Bologna, 2004. Riva Crugnola C., Il bambino e le sue relazioni. Attaccamento e individualità tra teoria e osservazione. Raffaello Cortina Editore, Milano 2007. Riva Crugnola, C. (2012). La relazione genitore-bambino. Tra adeguatezza e rischio. Bologna : Il Mulino. - ISBN: 978-88-15-23467-4 Oppenheim, D., Glodsmith, D.F. (2007). La teoria dell’attaccamento nel lavoro clinico con I bambini. Borla: Roma 2010. De Gregorio, C. (2006) Una madre lo sa. Piccola Biblioteca Oscar Mondadori, Milano 2010. Grazie per l’attenzione!
© Copyright 2024 ExpyDoc