EYE DOCTOR GENNAIO - FEBBRAIO N. 1 / 2014 SOSTIENICI: www.sightsavers.it PERIODICO DI AGGIORNAMENTO SCIENTIFICO E CULTURALE IN OFTALMOLOGIA Dir. responsabile: Dino Sergio Porro Edito da: Ariesdue s.r.l. Via Airoldi, 11 | 22060 Carimate (CO) | tel. 031.792135 | fax 031.790743 | www.ariesdue.it Dir. scientifico: Luigi Marino www.eyedoctor.it In caso di mancato recapito inviare al cpm di roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi NEWS INCONTRIAMO Effettuati 600 controlli della vista, con risultati allarmanti Diego Micochero Si è conclusa con successo l’iniziativa di Commissione Difesa Vista che prevedeva controlli gratuiti per adulti e bambini all’interno di “G! Come Giocare” – la manifestazione fieristica dedicata ai bambini [...] IMAGING IN OFTALMOLOGIA 2 Oculista di Padova txt continua a pag. 6 [...pg. 5] Emorragia retroialoidea conseguente ad anemia acuta: storia naturale e valutazione del decorso clinico mediante SD-OCT C. Del Turco et al. NEWS Formazione avanzata per diventare oftalmologi di prima classe I giovani oftalmologi che abbiano completato il loro percorso universitario e vogliano progredire nella loro professione, apparentemente hanno opportunità di carriera non immediate e difficili da cogliere. oftalmologica [...] [...pg. 9] FOCUS ON MALATTIE RARE 7 NEWS I volontari AIMO in Africa per prendersi cura della vista dei bambini L’Associazione Italiana Medici Oculisti (AIMO) partecipa con i propri oftalmologi volontari alla missione umanitaria in Africa del Gruppo Navale Cavour della Marina Militare e della Fondazione Francesca Rava. [...] [...pg. 13] Le nanotecnologie per la superficie oculare Il ringiovanimento dello sguardo nel 2014 OOgroup Carlo Orione L’occhio secco è una patologia complessa che coinvolge l’Unità Funzionale Lacrimale (LFU), un sistema integrato comprendente ghiandole lacrimali, [...] Dopo i “fatidici” 40 anni i segni del tempo iniziano lentamente a presentarsi sul nostro viso, compaiono le prime rughette intorno agli occhi e sulla fronte, le sopracciglia scendono, iniziano ad accentuarsi le linee di escavazione tra l’occhio, il naso e la bocca, gli zigomi si riducono di volume, la cute delle palpebre tende a scivolare in basso ricoprendo parzialmente gli occhi ed il grasso perioculare tende a fuoriuscire formando le antiestetiche “borse”. [...] [...pg. 3] [...pg. 8] Cistinosi oculare: caso clinico G.M. Pellecchia COMMERCIALISTA Pioggia di novità fiscali per il 2014. Ecco le più rilevanti. Dott. Umberto Terzuolo Dott. Alessandro Terzuolo GENETICA OCULARE 4 AMD Genetic Test 6: resistenza al trattamento con anti VEGF G. Durante et al. CHIRURGIA RIFRATTIVA 10 Cross-linking corneale epi-off A. Venosa [...pg. 12] ARTE Guido Pajetta “…Tutta la vicenda artistica di Pajetta documenta il suo angoscioso dilemma se la “Bellezza” [...] [...pg. 4] SIDO Milano tel. 02 48.95.23.08 fax. 02 42.29.48.85 e-mail: [email protected] www.sidonet.it SIDO Roma tel. 06 81.20.142 fax. 06 81.23.382 e-mail: [email protected] www.sidonet.it EYE DOCTOR 2 IMAGING IN OFTALMOLOGIA a cura di Luisa Pierro [email protected] Responsabile del Servizio di Diagnostica per Immagini dell’Ospedale San Raffaele di Milano autore di riferimento Claudia Del Turco1 [email protected] Luisa Pierro Specializzanda in Oftalmologia, IRCCS San Raffaele, Milano 1 INTRODUZIONE L’emorragia retro-ialoidea è una rara complicanza degli stati di anemia, in particolare di quelli insorti in maniera acuta e severa. Precedenti case report hanno documentato la risposta dell’emorragia a trattamenti chirurgici o para-chirurgici (Nd:YAG laser). Riportiamo la nostra esperienza di osservazione clinica, mediante imaging Spectral Domain-OCT, della storia naturale della malattia. MATERIALI E METODI Due pazienti affetti da emorragia retro-ialoidea a localizzazione pre-maculare, condizionante importanti limitazioni della funzione visiva, sono stati seguiti mensilmente, mediante valutazioni oculistiche complete ed esami OCT-SD, fino al raggiungimento del recupero e della stabilizza- Fig. 2 A,B-E,F: baseline. ANNO 7 NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2014 Emorragia retro-ialoidea conseguente ad anemia acuta: storia naturale e valutazione del decorso clinico mediante SD-OCT zione visiva. Il follow-up è durato in media 4 mesi. Primo caso Maschio, 38 anni, affetto da malattia di Hodgkin, Sarcoma di Kaposi HHV8+ e linfocitopenia selettiva per CD4, giunge in pronto soccorso per debolezza, febbre, malessere, ittero e annebbiamento visivo in occhio sinistro. Diagnosi di anemia emolitica autoimmune acuta conseguente a recente trattamento con IL-2. Alla valutazione oculistica: VOD 9/10, VOS 5/10, annessi, riflessi pupilllari, tono oculare e segmento anteriore di norma, piccola emorragia pre-retinica accompagnata da essudati cotonosi lungo l’arcata vascolare e peripapillari all’esame del fundus oculi (fig. 1A). All’esame fluorangiografico: spot ipofluorescente in regione foveale OS, corrispondente in SD-OCT a piccola area cupuliforme con livello fluido (fig. 1B). Il paziente si sottoponeva a emotrasfusione e terapia corticosteroidea, con miglioramento della sintomatologia sistemica. Dopo un mese il visus in OS era tornato a 10/10, l’emorragia pre-retinica era completamente scomparsa, ma all’OCT poteva essere osservata una piccola area iperiflettente accompagnata da cono d’ombra posteriore, nella sede della precedente lesione cupuliforme (figg. 1C e 1D). A quattro mesi il quadro appariva complessivamente invariato. Secondo caso Uomo di 36 anni, ex abusato- Fig. 1 A, B: baseline; C, D: un mese dopo. re cronico di alcol (per circa 15 anni) e forte fumatore, giunge in pronto soccorso per improvviso calo del visus bilaterale, associato ad affaticabilità ingravescente e dispnea durante il cammino. L’anamnesi patologica è muta per malattie concomitanti. Viene posta diagnosi di anemia megaloblastica severa associata a piastrinopenia e deficit di vitamina B12 e folati. Alla valutazione oculistica: VOD 2/10, VOS 1/10, annessi, riflessi pupilllari, tono oculare e segmento anteriore di norma, riscontro in OD di edema del disco ottico, essudati cotonosi diffusi, emorragie intra-retiniche multiple asso- ciate ad ampia emorragia pre-retinica all’esame del fundus oculi (fig. 2A) e in OS di lesione emorragica pre-foveale (fig. 2B). L’esame fluorangiografico mostrava un albero vascolare tortuoso e congesto e iperfluorescenza del disco ottico in OD. All’OCT si evidenziava un’ampia lesione cupuliforme iperiflettente in corrispondenza della raccolta emorragica, con cono d’ombra posteriore e livelli fluido (fig. 2C) in OD e una lesione iporiflettente pre-retinica in OS (fig. 2D). Il paziente si sottopone a terapia per anemia megaloblastica (supplementazione giornaliera di vitamina B12 e folati), ma rifiuta trat- Fig. 2 C,D-G,H: un mese dopo. tamenti oculari per l’emorragia. Dopo un mese si riscontra parziale recupero visivo (OD 2.5/10, OS 1.6/10), riduzione dell’emorragia pre-maculare e scomparsa delle emorragie intra-retiniche. A due mesi il visus è ulteriormente migliorato in OD fino a 6/10 e in OS fino a 8/10; tuttavia permangono una piccola emorragia tondeggiante pre-foveale in OD e una emorragia iuxtafoveale in OS (figg. 2E e 2G), corrispondenti in OCT a piccola cavità ipo-riflettente foveale in OD e ad area di iperreflettività residua in OS (figg. 2F e 2H). A quattro mesi si osservavano pieno recupero visivo (10/10 bilateralmente) con persi- ANNO 7 NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2014 stenza di aree iperiflettenti residue in corrispondenza delle pregresse emorragie pre-retiniche in entrambi gli occhi. RISULTATI Al termine del follow-up entrambi i pazienti hanno ottenuto il pieno recupero della funzione visiva e la scomparsa di alterazioni del fondo alla retinografia e alla fluorangiografia. Tuttavia all’OCT si evidenziava la persistenza di alterazioni della reflettività a livello della membrana limitante interna (MLI). DISCUSSIONE E CONCLUSIONI Nella nostra esperienza clinica l’emorragia pre-retinica conseguente ad una anemizzazione severa acuta è una complicanza rara, che presenta un decorso benigno in assenza di trattamento, anche in caso di emorragie consistenti (vedi secondo caso). Tuttavia al pieno recupero funzionale (visus 10/10) non corrisponde, almeno nei primi quattro mesi, una completa “restitutio ad integrum”, per la permanenza di aree di ipereflettività superficiale visibili all’OCT. In letteratura vi sono pochi casi descritti di emorragia retro-ialoidea associate a condizioni di severa anemia, confermando la rarità di questa presentazione clinica. In nessun caso è stato descritto il decorso naturale della malattia mediante imaging OCT. Solo in un recente case report in cui l’emorragia viene trattata mediante membranotomia laser, viene descritto un aspetto OCT simile a quello da noi riscontrato (iperiflettività residua focale superficiale), in quel caso attribuita proprio al trattamento laser. In accordo con la nostra osservazione, tale reflettività appare come un ispessimento della MLI, avvalorando l’ipotesi che l’emorragia pre-retinica sia effettivamente da localizzarsi su un piano di clivaggio sottostante MLI. Tuttavia, alla luce del nostro studio, siamo portati a concludere che la riflettività della MRI non dipenda dal trattamento laser, ma faccia parte del naturale decorso dell’emorragia. Dalla nostra esperienza di osservazione mediante OCT possiamo concludere che l’emorragia preretinica: • si localizza al di sotto della membrana limitante interna; • ha un andamento tendenzialmente benigno, con completo recupero funzionale ma possibile incompleta restitutio ad integrum (reflettività residua della MLI); • pur se determinata da eziologie differenti presenta un decorso clinico e un outcome finale comune. Per informazioni riguardo alla bibliografia, contattare direttamente l’autore di riferimento EYE DOCTOR 3 ITINERARIO Al via le manifestazioni più importanti del Carnevale italiano Da sempre il Carnevale è la festa più divertente in tutto il mondo. Da nord a sud ecco le manifestazioni più famose d’Italia. Partiamo da Ivrea. Il carnevale 2014 della cittadina in provincia di Torino è partito ufficialmente il 6 gennaio, è entrato nel vivo dalla metà di febbraio e culminerà con la tradizionale “Battaglia delle arance” di domenica 2 marzo, il momento più spettacolare del carnevale. La manifestazione di Ivrea si caratterizza soprattutto per il complesso cerimoniale folcloristico denso di evocazioni storico-leggendarie, per l’obbligo imposto a tutti i partecipanti di indossare una berretta rossa e, appunto, per la spettacolare “Battaglia delle arance” divenuta l’icona stessa della festa. Il carnevale di Viareggio, in provincia di Lucca, è tra i più belli e seguiti, grazie ai suoi splendidi carri allegorici di cartapesta, completamente automatizzati e altissimi che sfilano per la città. L’edizione 2014 si è aperta il 15 febbraio con giochi e fuochi e l’entrata in scena di Burlamacca, la maschera tipica del carnevale viareggino, e si chiuderà, dopo diverse sfilate, con quella più importante del 4 marzo, Martedì Grasso. Il carnevale di Venezia (15 febbraio-4 marzo) avrà come tema “La natura fantastica”: sarà festa del fiabesco, del meraviglioso e del fantastico legato alla natura animale e vegetale, il carnevale della fantasia e della natura. Fano (PU) ospita il carnevale più antico d’Italia: carri allegorici, mascherate, musica, dolciumi in quantità per uno spettacolo unico e indimenticabile. La manifestazione, all’insegna della cultura, prevede anche mostre, teatro, arte, gastronomia, feste, musica e sport. I corsi mascherati sono previsti per il 16, 23 febbraio e il 2 marzo. La 620^ edizione del carnevale di Putignano, in provincia di Bari, rende omaggio a Giuseppe Verdi in occasione del bicentenario della sua nascita, con sfilate previste il 23 febbraio e il 2-4-9 marzo. Purtroppo quest’anno non ci sarà la manifestazione di Cento, cancellata sembra per motivi economici e di sicurezza. Non resta che scegliere! Simona Marelli FOCUS ON Le nanotecnologie per la superficie oculare L’occhio secco è una patologia complessa che coinvolge l’Unità Funzionale Lacrimale (LFU), un sistema integrato comprendente ghiandole lacrimali, superficie oculare (cornea, congiuntiva e ghiandole di Meibomio), palpebre e nervi sensoriali motori. L’80% dei casi di occhio secco è di tipo evaporativo ed è dovuto ad un’alterazione Fig. 1: Lacrisek®. dello strato lipidico del film lacrimale, che ha la funzione di schermare lo strato acquoso sottostante. Quando lo strato lipidico è carente, l’evaporazione dallo strato acquoso aumenta, determinando così instabilità del film lacrimale stesso. Esistono in commercio sostituti lacrimali in collirio che, per la loro composizione, hanno lo scopo di integrare i diver- Fig. 2 ll liposoma è una microvescicola (nanoparticella) rotondeggiante. Fig. 3 l liposomi di Lacrisek® sono formati da una parete costituita da un doppio strato di lipidi (fosfolipldi). si strati del film lacrimale (mucinico, acquoso, lipidico), ma la vera novità recentemente apparsa sul mercato, è una soluzione nanotecnologica a base di vitamine A ed E e liposomi: Lacrisek®spray e Lacrisek®ofta. Lacrisek®spray spruzzato sull’occhio chiuso, grazie alla sua composizione lipidica, passa rapidamente sulla superficie corneale attraverso la rima palpebrale, reintegrando lo strato lipidico esterno del film lacrimale, apportandovi contemporaneamente anche le due vitamine liposolubili. Il Lacrisek®ofta ha le stesse caratteristiche della soluzione spray ma nel classico flacone per l’istillazione a goccia. La vitamina E è tra i più potenti agenti antiossidanti ed ha un effetto protettivo nei confronti dei danni indotti dai radicali liberi, sia dopo lesioni chirurgiche, sia patologiche. La vitamina A, oltre ad avere le note attività di immunostimolante, antiossidan- Fig.4 l liposomi di Lacrisek® contengono al proprio interno una soluzione acquosa. te e riepitelizzante, è stato recentemente riportato essere in grado di favorire la produzione della mucina MUC16, importante elemento per la bagnabilità della superficie oculare. I liposomi sono microvescicole (nanoparticelle) tondeggianti formate da una parete costituita da un doppio strato di lipidi (fosfolipidi) e contenenti all’interno una soluzione acquosa. I fosfolipidi sono lipidi naturali in grado di ricostituire lo strato lipidico del film lacrimale nella sindrome da occhio secco evaporativo. Perciò, i liposomi contenuti in Lacrisek®spray e Lacrisek®ofta si aggiungono e si integrano con i lipidi del film lacrimale. L’impiego del Lacrisek®spray e Lacrisek®ofta, come già dimostrato dalla letteratura internazionale, evidenzia una efficacia terapeutica sui sintomi causati da occhio secco, sulle blefariti e sulle infiammazioni della superficie ocula- Fig.5 La soluzione nanotecnologica del Lacrisek ofta® e del Lacrisek spray® permette di apportare Vitamine A ed E sulla superficie oculare e di reintegrare lo strato lipidico del film lacrimale. re, migliorando anche i parametri di stabilità e secrezione del film lacrimale. A cura di OOgroup Tel. +39 0734 964096 Fax +39 0734 964551 e-mail: [email protected] www.oogroup.it/bioos EYE DOCTOR 4 GENETICA OCULARE a cura di Francesca Simonelli [email protected] Direttore del Dipartimento di Oftalmologia della Seconda Università degli Studi di Napoli autore di riferimento Giuseppe Durante mail?????????????????? Pietro San Martino Ospedale San Camillo de Lellis Mesagne, ASL BR1 Scopo del presente lavoro è quello di valutare il rischio di bassa risposta alla terapia con anti VEGF mediante l’utilizzo dell’AMD Genetic Test 6. Per far ciò, abbiamo selezionato 20 pazienti affetti da AMD avanzata in uno o entrambi gli occhi già sottoposti a terapia intravitreale anti VEGF in numero superiore-uguale a 3, i quali hanno mostrato particolare resistenza al trattamento eseguito secondo lo schema terapeutico classico delle prime 3 iniezioni consecutive e delle successive effettuate al bisogno secondo controllo OCT. INTRODUZIONE Il 65/70% del rischio di sviluppare AMD è determinato su base genetica, in particolare dalla presenza di specifiche varianti genetiche denominate single nucleotide polymorphisms (SNP). I pazienti affetti da AMD presentano elevati livelli sistemici di attivazione del complemento, il che si traduce in un’accresciuta attivazione immunologica non specifica. Molti SNP, legati alla comparsa di AMD avanzata, sono stati mappati a carico dei geni che codificano varie proteine del complemento. L’AMD Genetic Test 6 è un test genetico predittivo per il calcolo del rischio clinico della degenerazione maculare neovascolare avanzata. A tale scopo, il test prende in considerazione 7 polimorfismi in 5 geni, scelti sulla base dell’indice OR (Odds Ratio), fornendo complessivamente una sensibilità dell’80% ed una specificità del 60%. Si effettua mediante l’utilizzo di spazzolini sterili monouso per il brushing citologico, prelevando il DNA dalle cellule della mucosa orale all’interno della guancia. ANNO 7 NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2014 AMD Genetic Test 6: resistenza al trattamento con anti VEGF Gli SNP ritenuti maggiormente legati allo sviluppo dell’AMD avanzata riguardano il fattore del complemento H (CFH), l’age related maculopathy susceptibility 2 gene (ARMS2), fattore del complemento 3(C3), fattore del complemento 2(C2), fattore del complemento B (CFB). CFH La variante genetica legata al gene del fattore H del complemento, sita sul cromosoma 1q31, è stata la prima ad essere associata alla AMD. Il CFH è il naturale inibitore del C3 convertasi ed impedisce l’attivazione della via alternativa del complemento. Esso è sintetizzato nell’EPR ed è presente nelle drusen. L’SNP rs1061170 produce il polimorfismo Y402H e, se presente nei genotipi CC e CT, è associato ad un maggior rischio di sviluppare AMD in fase avanzata. In particolare, il genotipo CC è stato associato ad una maggior resistenza nei confronti del trattamento con anti VEGF. Gli altri SNP legati al CFH sono l’rs1410996 e l’rs403846 dove la presenza delle varianti CC o CT e GG o GA rispettivamente sono collegati ad un maggior rischio di sviluppare AMD in fase avanzata. ARMS2 Sito nel cromosoma 10q26 si esprime a livello mitocondriale retinico e può mediare lo stress ossidativo attraverso meccanismi non ancora ben chiariti. Il polimorfismo rs10490924G/T determina un’instabilità dell’RNA messaggero con conseguente riduzione di produzione della proteina relativa a questo gene. I genotipi TG o TT sono legati ad un maggior rischio di sviluppare AMD in fase avanzata. Secondo Smailhodzic e collaboratori, un effetto cumulativo degli alleli di alto rischio nei geni CFH ed ARMS2 sembra essere associato ad un’età di insorgenza inferiore, unita a modesti tassi di risposta al trattamento con anti VEGF. C3 Il C3 è considerato il punto di convergenza di tutte le vie del complemento. Alcuni studi hanno identificato l’SNP rs2230199C/G come responsabile di aumentato rischio di AMD in presenza del genotipo CG o GG con OR di 1.7 e 2.6 rispettivamente. CFB È un gene che contiene le informazioni necessarie per la produzione della proteina del complemento B. Anch’essa è implicata nei processi immunologici ed infiammatori. Il polimorfismo analizzato nel test, identificato con il codice rs641153, ove presente nelle varianti GA ed AA è associato ad una riduzione del rischio complessivo di sviluppare DMLE in forma avanzata. C2 È un gene che contiene le informazioni necessarie per la produzione della proteina del complemento 2 attiva anch’essa in specifici processi immunologici ed infiammatori. Il polimorfismo analizzato nel test, identificato con il codice rs9332739, ove presente nelle varianti GC e CC, è associato ad una riduzione del rischio complessivo di sviluppare DMLE in forma avanzata. PAZIENTI E METODI Sono stati selezionati 20 pazienti affetti da AMD avanzata in uno o entrambi gli occhi, di razza caucasica e di età superiore a 55 anni; tutti sono stati sottoposti, secondo il protocollo standard per la terapia anti VEGF, a 3 iniezioni consecutive, ciascuna ad intervalli di 4 settimane, di ranibizumab (loading phafe), seguite da un numero variabile di iniezioni effettuate al bisogno qualora fossero stati rilevati segni di attività della CNV al controllo OCT. Dalla valutazione dell’AV effettuata prima e dopo la loadig phase ed alla fine del percorso terapeutico, si evince che vi è stato scarso o nessun miglioramento. Tutti i pazienti sono stati sottoposi all’AMD Genetic Test 6 con il prelievo di cellule dell’interno della guancia eseguito mediante lo sfregamento per alcuni secondi di uno spazzolino monouso sterile. Dalla raccolta dei dati ottenuti si è passati all’inserimento di questi ultimi all’interno del programma di calcolo fornito con il test in oggetto. In verità per rispondere al nostro quesito non è necessario elaborare insieme dati genetici e fattori di rischio ambientali, comportamentali ed alimentari, dato che la possibilità di essere un low responder è legata alla presenza di entrambi gli alleli di alto rischio (CC) dell’SNP CFH rs1061170. RISULTATI Su 20 pazienti, 12 hanno mostrato la presenza del genotipo CC dell’SNP CFH rs1061170, 4 il CT ed in altri 4 non vi era presenza di nessun allele di alto rischio. Nei 4 pazienti con genotipo CT vi è associazione di entrambi gli alleli di alto rischio del gene ARMS2 (TT). Alla luce dei risultati ottenuti si può affermare che l’AMD Genetic Test 6 è utile non solo nel calcolo sua innata predisposizione alla “Bellezza” e finalizza la propria pittura alla figurazione del dolore e del pathos. Testimone e complice di questa nuova metamorfosi è il libro di poesie più amato, letto e riletto, ARTE I “Fiori del male” di Baudelaire, che tanti suoi dipinti ha ispirato. …Pajetta ha vissuto molti anni in Francia, dove ha studiato con attenzione direttamente la lezione di Cézanne, delle sue “Bagnanti”, e quella, prima degli impressionisti, di Renoir in particolare, su analoghi Attraverso e oltre il temi. Alla luce dei suoi nuovi “Novecento” orizzonti espressivi non rinnega il senso delle proprie precedenti esperienze “novecentesche” ma, se “…Tutta la vicenda artistica le recupera nell’impianto classico, di Pajetta documenta il suo tuttavia le rianima con i nuovi angoscioso dilemma se la moduli stilistici ed espressivi della “Bellezza” lo splendore dell’Idea “forma-colore”, che aveva maturato che si manifesta ai sensi, oppure, dall’esperienza francese postcome acquisito dalla “Modernità”, fauve…’’ una metafora del pensiero per sfuggire il dolore. Uomo Claudio Cerritelli di frontiera tra due culture e appassionato lettore di Nietzsche, (Tratto dalla monografia “Guido che formula un tale dilemma nel Pajetta – Attraverso e oltre il conflitto fra Apollo e Dioniso, “Novecento” – edizioni Centro alla fine degli anni Cinquanta, Diffusione Arte) sacrifica ancora una volta la Guido Pajetta del rischio genetico ed anche clinico complessivo di comparsa di AMD avanzata, ma anche del rischio relativo di una scarsa risposta alla terapia anti VEGF. In presenza di pazienti affetti da AMD negli stadi iniziali associata al genotipo ad alto rischio, l’oculista deve operare per responsabilizzare gli stessi ad assumere comportamenti e stile di vita appropriato, nonché l’assunzione di integratori ed antiossidanti. Di fronte a pazienti affetti da AMD in stadio avanzato associati a genotipi ad alto rischio, in particolare l’SNP CFH rs1061170 (CC), si dovrà predisporre una più frequente sorveglianza clinica ed elaborare una strategia terapeutica differente. Una possibilità potrebbe essere quella costituita da una prima loading fase standard con ranibizumab seguita, se la risposta al trattamento dovesse essere scarsa o nulla, dallo switch con Eylea. Attualmente sono allo studio gli effetti combinati di una terapia che prevede l’uso di inibitori della via del complemento unitamente agli anti VEGF. Per informazioni riguardo alla bibliografia, contattare direttamente l’autore di riferimento olio su tela cm 73x92, 1957. Olio su tela cm 70x100, 1954. ANNO 7 NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2014 EYE DOCTOR 5 NEWS Grande successo a “G! Come giocare” per la terza edizione dell’iniziativa promossa da Cdv Effettuati 600 controlli della vista, con risultati allarmanti Si è conclusa con successo l’iniziativa di Commissione Difesa Vista che prevedeva controlli gratuiti per adulti e bambini all’interno di “G! Come Giocare” – la manifestazione fieristica dedicata ai bambini e alle loro famiglie, organizzata da Assogiocattoli e Salone Internazionale del Giocattolo nei padiglioni di Fieramilanocity. Un contesto importante, dedicato alle famiglie, dove l’obiettivo principale è proprio quello di diffondere una cultura della prevenzione tra i genitori. Purtroppo ancora oggi il 70% dei genitori italiani non ritiene indispensabile una visita oculistica per i propri figli. Durante i tre giorni della manifestazione i tre oculisti (due della Clinica oculistica del San Raffaele di Milano e uno della Clinica oculistica di Varese) e i quattro ortottisti hanno avuto modo di visitare circa 300 bambini, di età compresa tra i 10 mesi e i 14 anni. Dallo screening effettuato con Plusoptics (auto refrattometro studiato apposta per bambini) è emerso che ben 26 bambini erano affetti da ipermetropia, 44 da astigmatismo e 12 da miopia. Tutte le patologie risultavano non diagnosticate, perché i bambini non si erano mai sottoposti ad alcun controllo! Inoltre a 82 bambini è stato suggerito di effettuare una visita oculistica approfondita, dato che sono stati riscontrati difetti refrattivi (più o meno gravi) nel 27% dei casi. Infine, una decina di bambini ha dichiarato di soffrire spesso di cefalee e un numero simile assume una errata postura che può derivare anche da un difetto visivo. Dai controlli ortottici è emerso che circa il 50% dei bambini non ha mai fatto una visita oculistica o ortottica prima di questa occasione. Inoltre 41 bambini (il 13% del campione) sono risultati affetti da lieve exoforia, difficoltà di convergenza e stereopsi. «Gli screening effettuati in fiera sono solo un primo step per avere una buona salute oculare e per assimilare una buona cultura della prevenzione verso la propria salute e quella dei propri figli», afferma Vittorio Tabacchi, Presidente di Commissione Difesa Vista. «Per questo per il terzo anno consecutivo siamo presenti a G! Come Giocare: è questo il luogo ideale per coinvolgere un target che ci sta molto a cuore, quello dei bambini - anche molto piccoli - perché è proprio nella prima infanzia che deve iniziare la prevenzione. E i dati raccolti in questi tre giorni sono la prova che c’è ancora molta strada da fare». Alla luce di queste considerazioni è stato suggerita una visita oculistica a tutti coloro a cui è stato diagnosticato un difetto (indipendentemente dalla gravità), a tutti i bambini che pur non avendo problematiche particolari non avevano mai fatto una visita e nei casi in cui dall’anamnesi familiare sia emersa una particolare problematica. La prevenzione si conferma un valore fondamentale anche per gli adulti. Presso lo stand di Commissione Difesa Vista gli ottici hanno effettuato controlli su 257 persone - 133 donne e 124 uomini -e per il 50% di età compresa tra i 35 e i 45 anni. Nessuna problematica particolare è stata riscontrata fra que- ste persone, sottoposte anche al Test di Amsler per individuare i primi sintomi della degenerazione maculare legata all’età che, se diagnosticata precocemente, può essere arrestata con successo. «Ancora una volta, dunque, la collaborazione e la sinergia tra oculisti e ottici si rivela vincente», conclude Tabacchi. «È fondamentale continuare su questa strada che è funzionale ai nostri obiettivi. CDV è attiva da oltre 40 anni con attività di comunicazione e sensibilizzazione sui temi della prevenzione visiva e questo proprio grazie alla collaborazione di tutte le figure professionali che si occupano di salute oculare e benessere visivo. Il nostro obiettivo comune è aumentare la consapevolezza dei cittadini sull’importanza della cura e della prevenzione e in questa direzione dobbiamo muoverci». L’iniziativa di “G! Come giocare” si inserisce in un progetto più ampio di CDV di una diffusione capillare della cultura della visione. www.c-d-v.it 08_1401_02 ESASO_Anz_ED_105x365_Feb_RZ.indd 1 26.01.14 16:33 6 EYE DOCTOR ANNO 7 NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2014 INCONTRIAMO Gli stimoli non mancano: la nostra specializzazione è in grado di offrire al giovane medico una gran quantità di aspetti da approfondire, tutti egualmente interessanti ed appassionanti Diego Micochero Oculista di Padova DottorMicochero,leihainsegnato presso la Clinica Oculistica di Padova: come vede il futuro della professione?Diqualistimolihannobisognoglistudenti? La situazione economico-politica attuale è come tutti sappiamo fluida e incerta, e anche l’ambito sanitario non fa eccezione. Il futuro incerto può spaventare i giovani, ma nel nostro campo esistono delle concrete possibilità di crescita per chi vuole rimboccarsi le maniche. La tendenza della medicina in generale, e della specialistica in particolare, va verso una continua specializzazione e la branca oculistica ne è un tipico esempio. L’evoluzione tecnologica della diagnostica e della terapia medica, parachirurgica e chirurgica, impone un continuo aggiornamento da parte dello specialista. Gli specializzandi ed i neospecialisti, quindi, dovranno continuare ad approfondire possibilmente un aspetto particolare dell’oftalmologia (per esempio la diagnostica del segmento anteriore, la chirurgia del glaucoma, la correzione dei vizi di refrazione, la chirurgia del segmento posteriore, la terapia della retinopatia diabetica e molti altri) per poter essere in grado di sfruttare al 100% le potenzialità date dall’evoluzione tecnologica: questa “superspecializzazione” si tradurrà poi in un valore aggiunto per lo specialista nel mercato del lavoro. Gli stimoli non mancano: la nostra specializzazione è in grado di offrire al giovane medico una quantità tale di aspetti da approfondire (tutti egualmente interessanti ed appassionanti) che, direi, non c’è che l’imbarazzo della scelta; l’importante è, una volta presa una decisione, cercare di approfondire un dato argomento senza disperdere troppo le energie. Qualèilsuomaggiorambito di interesse professionale? Mi occupo principalmente di chirurgia refrattiva applicata in particolare ad alcuni vizi di refrazione, continuando gli studi iniziati alcuni anni fa durante il dottorato di ricerca che ho conseguito appunto in questo ambito, anche approfondendo la diagnostica per immagini. Da alcuni anni mi sto dedicando anche alle problematiche della medicina legale in oftalmologia: ho iniziato quasi per caso, scoprendo un mondo nuovo e molto stimolante. È un argomento “scottante” e per molti fortemente ansiogeno ma, se affron- tato con la dovuta preparazione ed esperienza, può tradursi in una marcia in più per affrontare serenamente il duro lavoro di tutti i giorni. Lei ha svolto la sua attività di oculista anche presso l’Ambulatorio Speciale Diabetici. Vuole raccontare al lettorequestarealtà? Per molti anni ho seguito questo interessante aspetto dell’oculistica, approfondendo sia la parte diagnostica che terapeutica: mi sono reso conto della delicatezza e della pericolosità di questa malattia metabolica troppo spesso banalizzata e sottovalutata. Seguire alcuni pazienti che, nonostante tutti gli sforzi terapeutici profusi da me e dai colleghi della Clinica Oculistica, hanno progressivamente avuto un calo della funzionalità visiva, è stato alcune volte veramente sconfortante. Fortunatamente però la stragrande maggioranza dei pazienti hanno avuto ottimi risultati con una soddisfacente conservazione della vista, grazie anche ai notevoli passi avanti compiuti dalla diagnostica per immagini e dalla terapia intravitreale. Sicuramente si tratta di un aspetto dell’oftalmologia “sociale” che andrebbe sempre potenziato, esattamente in controtendenza all’attuale politica dei tagli per la “spending review”. Non dobbiamo dimenticare che il costo sociale della diagnostica e della terapia per questa malattia sono molto inferiori a quelli conseguenti alla gestione di eventuali invalidità provocate dalla stessa. Lei lavora anche presso il TribunalediPadovainqualità di Consulente tecnico d’Ufficio.Inpratica,pernoi profani,dicosasioccupa? Da molti anni sono Consulente tecnico d’Ufficio del ramo civile del Tribunale qui a Padova: questo consiste nella richiesta da parte del Magistrato, in caso di necessità, di un parere tecnico riguardo ad una problematica medica della nostra specialità. È, come dicevo prima, un’attività che ho iniziato quasi per caso molti anni fa e che nel tempo è andata trasformandosi in un impegno sempre più interessante e coinvolgente. In particolare ho toccato con mano molte problematiche a noi vicine, scoprendo che molte (troppe) volte gli errori del medico non sono tanto di natura tecnica, quanto di “gestione” del paziente, che è e rimane sempre una persona, non un apparato visivo con un malfunzionamento che necessita di una “riparazione”… Sappiamo che lei è un appassionato di motociclismo tanto da essere andato in motofinoaCapoNord:vuole raccontarci questa esperienza? La passione per la moto e per alcuni sport all’aria aperta risale a molti anni fa, ma queste sono “malattie” dalle quali non si guarisce… L’esperienza di un lungo viaggio in motocicletta non è facile da trasmettere alle persone che non hanno questa passione, ma la si può paragonare ad una “immersione” nell’ambiente che si visita, senza però l’interposizione della barriera fisica delle lamiere e dei cristalli di un’auto. Tutto ciò che si vede e che si sente (per esempio i profumi dell’erba appena tagliata in Norvegia) viene a diretto contatto con te: senti il calore del sole quando spunta dalle nuvole, il freddo tagliente dei venti sui ponti del circolo polare artico, cammini in mezzo alla neve in luglio guardando il mare del nord… sono insomma delle sensazioni forti e dirette, quasi “invadenti”, che non sono filtrate da nulla se non dalla propria sensibilità. Non credo vi siano altri mezzi di trasporto individuale “a lungo raggio” in grado di permettere esperienze simili. Ovviamente alla base di tutto vi deve essere la passione per la motocicletta, altrimenti un viaggio del genere, anche se con tutti gli aiuti tecnologici odierni, è impensabile. Quali altri hobby riesce a coltivare nel suo tempo libero? Magari una sfida a golf con sua figlia, che sappiamo essere una piccola campionessa? Purtroppo il tempo che posso dedicare alle attività extralavorative è, come per tutti ormai, assai esiguo. Ma per me il detto “mens sana in corpore sano” è sempre valido: una giornata per una sciata a Ra Valles o per 18 buche con gli amici si riesce a trovare, anche se ormai necessita di una attenta e scientifica pianificazione, a volte con settimane di anticipo. Il golf per me è sempre stato un momento di svago e, perché no, di sfida con gli amici o con mia figlia Diletta. Ormai però gioco solo con gli amici, perché la differenza di handicap e di esperienza è nettamente a favore di Diletta, per cui le “sfide” sono impossibili: mi limito ad accompagnarla alle gare in giro per l’Italia per il conseguimento del Brevetto Nazionale Giovanile. EYE DOCTOR ANNO 7 NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2014 MALATTIE RARE a cura di e autore di riferimento Giovanni Maria Pellecchia [email protected] Responsabile della UOS di Fisiopatologia Retinica Ospedale “Madonna delle Grazie” Matera INTRODUZIONE La cistina è il prodotto d’ossidazione della cisteina, amminoacido solforato presente in molte proteine; entrambe non sono amminoacidi essenziali per la nutrizione umana perché possono essere sintetizzati dalla metionina. Esistono diverse malattie congenite legate al metabolismo della cisteina/cistina inquadrabili nel gruppo delle aminoacidurie e delle aminoacidemie. I depositi generalizzati di cistina nell’organismo, inquadrano la malattia metabolica denominata cistinosi, che è stata per la prima volta descritta da Abderhalden nel 1903 e nel 1924 Lignac la descrisse clinicamente. La cistinosi è una malattia ereditaria la cui trasmissione avviene attraverso un gene autosomico recessivo. La frequenza dell’affezione è stimata di 1 caso su 40.000 con possibilità che in 1/3 dei casi vi sono più di un soggetto colpito nella stessa famiglia; in 1/6 dei casi esiste una consanguineità dei genitori e i genitori non hanno mai i segni dell’affezione. La sintomatologia clinica è in stretta correlazione con le lesioni nei vari organi del corpo come occhio, rene, apparato digerente, fegato, milza e linfonodi, dovute all’accumulo dei cristalli di cistina nelle loro cellule. Il contenuto di cistina nelle cellule cistinotiche può a volte superare di 500 volte i valori normali e ciò sembra essere dovuto al fatto che la membrana lisosomiale non elimina correttamente la cistina che si accumula come cristalli, a causa della sua scarsa solubilità, dentro gli stessi lisosomi con conseguente distruzione cellulare. Esistono 3 fenotipi di cistinosi: forma infantile o nefropatica, forma giovanile o tardiva, forma dell’adulto o benigna. Purtroppo la forma infantile è la più frequente e inizia tra il 6° e il 18° mese di vita con poliuria, polidipsia e febbre; in seguito s’instaura un’acidosi tubulare renale che porta a rachitismo vitamina D-resistente con alterazioni nella crescita con aspetto ipotrofico e ipotonico, masse muscolari poco sviluppate, epatomegalia. I disturbi oculari sono dovuti al deposito 7 Cistinosi oculare: caso clinico sottoforma di cristalli aghiformi nello stroma della cornea e della congiuntiva e si manifestano molto precocemente (frequentemente sono i primi segni a comparire) con una grave fotofobia senza compromissione della funzione visiva. L’evoluzione è fatale per l’insufficienza renale grave che ne consegue. La forma dell’adolescente presenta sintomi comuni a quell’infantile, ma ha un esordio più tardivo e un’espressione clinica più attenuata con un’insufficienza renale lieve e con presenza dei sintomi oculari. Nell’adulto la cistinosi è molto rara e i soggetti affetti non sono colpiti da nefropatia, gli unici disturbi importanti sono rappresentati da quelli oculari. fig. 2, 3 fig. 1 fig. 5 Sintomatologia oculare Le manifestazioni a carico dell’apparato oculare sono sempre presenti in ogni forma fenotipica di cistinosi, anche se con diversa gravità. Molto rapidamente s’instaura una marcata fotofobia che contrasta con il risparmio quasi costante del visus. All’esame con il microscopio a lampada a fessura si evidenzia già nei primi mesi di vita la presenza a livello della cornea di cristalli di cistina che appaiono rifrangenti di aspetto aghiforme maggiormente addensati nello stroma perilimbare, dove occupano lo stroma a tutto spessore, mentre, sono più rari centralmente e più superficiali (2/3 anteriori). La congiuntiva si presenta iperemica e s’intravede anche in essa la presenza dei cristalli di cistina. Nella retina dei piccoli pazienti si notano aree ipopigmentate frammiste ad altre con accumuli di pigmento tanto da assumere un aspetto a “sale e pepe”. Nelle forme giovanili e dell’adulto prevale quasi esclusivamente l’interessamento corneale. CASO CLINICO D.I. 32 anni, sesso femminile. Anamnesi generale: esordio della malattia nell’82, all’età di 2 anni. Eseguita biopsia renale nell’85 e conferma della diagnosi; la creatinina alla diagnosi era di 0,9mg/ dl e nell’88 la paziente entra in terapia dialitica per IRC. Nel 1987 è stata sottoposta a intervento di adenotonsillectomia. In data 20/2/89 è sottoposta a trapianto di rene da cadavere. Attualmente gli esami clinicosierici sono i seguenti: azotemia: 21mg/dl; creatinina 1.13 mg/dl; clearance della creatinina 56ml/ min; azoturia 494 mg/dl; creatininuria 41,4 mg/dl; proteinuria/24h: 0.05g/l; ECG: bradicardia sinusale 40b/min; tac cranio: negativa; fig. 4 esami urodinamici: nella norma. Esame obiettivo oculare: l’acuità visiva è: OD 10/10 sf +2 = cyl + 1.5 ax 80°; OS 10/10 sf +3 = cyl + 0.5 ax 90°. La congiuntiva si presenta in entrambi gli occhi chemotica ed iperemica per la presenza di fini depositi aghiformi nel suo stroma (fig. 1). La cornea si presenta bilateralmente ad un primo esame esterno lievemente opaca in sede perilimbare; alla fessura si evidenziano su tutto l’ambito la presenza dei cristalli di cistina a formare un fine reticolato (figg. 2 e 3). Il cristallino è trasparente ed in situ. Al fundus di entrambi gli occhi, il vitreo è trasparente; la retina mostra la presenza di fini cristalli di cistina sparsi su tutta la sua superficie con aspetto vellutato, finemente punteggiato di bianco (figg. 4, 5, 6 e 7). Terapia La paziente è in cura da lungo tempo con somministrazione per via orale di: • cisteamina (mercaptoetilamina) cps 2.2 gr al dì; • azatioprina 50 mg al dì. fig. 6 fig. 7 Inoltre instilla in entrambi gli occhi un collirio a preparazione galenica sperimentale a base di cisteamina cloridrato 0,55 mg con posologia di 1 goccia almeno 6 volte al dì. Quest’ultimo è stato instillato per un periodo di circa 5 anni con risultati non incoraggianti in quanto la densità degli accumuli aghiformi corneali e retinici risultano essere paragonabili; peraltro è sicuramente ridotta la fotofobia che in questo stadio della malattia risulta essere il disturbo visivo maggiore. pazienti cistinotici e di riportarli gradatamente ad una crescita staturo-ponderale normale. Peraltro i depositi di cisteina sottoforma di cristalli aghiformi nella cornea ed in altri organi sono permanenti. Importante è, a nostro avviso, che l’oftalmologo conosca questa rara malattia, poiché spesso la fotofobia rappresenta il primo disturbo di questi neonati. Infatti l’oftalmologo dovrà sottoporre ad un esame a lampada a fessura i piccoli pazienti: potrà così evidenziare facilmente la presenza dei cristalli di cistina nello stroma corneale. L’insieme dei dati oftalmici con la poliuria, la polidipsia, il colorito chiaro della cute e dei capelli indirizzerà la diagnosi. La prescrizione di un collirio a base di cisteamina potrà alleviare la fastidiosa ed intensa fotofobia di questi piccoli pazienti. CONCLUSIONI La cistinosi nella sua forma fenotipica più frequente, infantile o nefropatica, è letale se non si riesce ad eseguire in tempo il trapianto di rene. Il rene trapiantato non subisce l’accumulo di cristalli di cistina e quindi è in grado di eliminare la sindrome di Fanconi nei Per informazioni riguardo alla bibliografia, contattare direttamente l’autore di riferimento 8 EYE DOCTOR ANNO 7 NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2014 FOCUS ON Il ringiovanimento dello sguardo nel 2014 Carlo Orione, MD Fig. 3 Fig. 5 Fig. 4 Fig. 6 [email protected] www.orioneye.com Dopo i “fatidici” 40 anni i segni del tempo iniziano lentamente a presentarsi sul nostro viso, compaiono le prime rughette intorno agli occhi e sulla fronte, le sopracciglia scendono, iniziano ad accentuarsi le linee di escavazione tra l’occhio, il naso e la bocca, gli zigomi si riducono di volume, la cute delle palpebre tende a scivolare in basso ricoprendo parzialmente gli occhi ed il grasso perioculare tende a fuoriuscire formando le antiestetiche “borse”. Il nostro sguardo, in questo modo, ne risente, tende ad apparire piú triste e preoccupato, mostrando inesorabilmente i segni del tempo. Cosa dobbiamo consigliare ai pazienti che si rivolgono a noi per migliorare il loro aspetto? Prima di tutto dobbiamo chiedere cosa vogliono migliorare, in questo modo cerchiamo di capire le loro esigenze, senza influenzare il personale ideale di bellezza. Successivamente fotografiamo il viso e valutiamo con il nostro paziente le varie soluzioni possibili che possono essere di tipo chirurgico e/o iniettivo. Negli ultimi corsi e congressi sull’argomento, nazionali ed internazionali, si è evidenziato come un buon ringiovanimento dello sguardo si ottenga restituendo volume Fig. 1 Fig. 2 alla zona perioculare, riposizionando il grasso in eccesso, anziché asportarlo, o addirittura prelevandolo da altre parti del corpo ed iniettandolo dove vogliamo aumentare il volume. Se osserviamo una persona anziana (fig. 1) notiamo come il contorno occhi sia piú scavato, così se asportiamo tutto il grasso perioculare invecchiamo precocemente lo sguardo dei nostri pazienti. Sono molti, purtroppo, i pazienti che hanno subito un intervento “aggressivo” durante una blefaroplastica e non si piacciono, mentre il corretto approccio deve essere molto conservativo, limitando al massimo l’asportazione della parte muscolare e di quella grassosa. Prendiamo come esempio una modella o un’attrice giovane (fig. 2) e notiamo come le quattro palpebre siano “piene”, non vuote. Per questo motivo la tecnica attualmente preferita per migliorare le antiestetiche “borse palpebrali” è quella dell’approccio transcongiuntivale, con riposizionamento e/o iniezione del grasso con eventuale Pinch Technique. Si esegue un taglio detto presettale, subito sopra il bordo superiore del tarso, si isola il grasso fuoriuscito dalla sua sede naturale e lo si riposiziona nella parte del viso che ne ha più bisogno, solitamente quella vicino al naso, chiamata Tear Trough Deformity, che è la prima zona perioculare che diventa più scavata con il passare degli anni. Si stabilizza poi il grasso nella zona che si vuole riempire con un punto transcutaneo in Nylon o Vycril 5/0 che verrá rimosso dopo 7 giorni (figg. 3 e 4). Il risultato che così otteniamo dura nel tempo e conferisce al paziente uno sguardo più giovane e piacente anziché un invecchiamento anticipato (figg. 5 e 6). Successivamente, se la cute che ricopre le palpebre inferiori risulta in eccesso, si effettua la Pinch Technique (fig. 7), una manovra che consiste nel rimuovere una linguetta di sola cute, misurata con un’apposita pinza atraumatica, da me ideata (fig. 8), per rendere più tesa questa zona del viso. Anche nella blefaroplastica superiore (figg. 9 e 10) il mantenimento dei volumi è molto importante ed è ormai una consuetudine quella di risparmiare il più possibile il muscolo orbicolare limitandosi a togliere la sola cute in eccesso ed, eventualmente, una parte del grasso mediale, ma solo se questo deborda in maniera evidente. Il dato più importante che dobbiamo misurare prima di effettuare una blefaroplastica, però, è la posizione delle sopracciglia. Questa valutazione è indispensabile per ottenere una buona simmetria oculare postchirurgica, risultato che è la base dell’estetica dello sguardo. Molte volte una ptosi del sopracciglio simula una dermatocalasi e, se non ne teniamo conto, il risultato sarà quello di rimpicciolire l’occhio anziché renderlo piú aperto. Le tecniche piú utilizzate, per correggerla, sono quella ab interno che consiste nel fissare il sopracciglio nella sua posizione naturale tramite punti di sutura, tra la fascia temporale ed il muscolo orbicolare, per evitare che dopo la blefaroplastica scenda ulteriormente, e quella ab esterno, che permette di innalzare maggiormente il sopracciglio rimuovendo uno strato di cute della fronte, ma che residua in una leggera cicatrice. Per ovviare a questo si consiglia di effettuare il taglio molto vicino al bordo superiore del sopracciglio, facendo attenzione a non danneggiare i bulbi piliferi tenendo la lama obliqua, ed effettuando una sutura evertente. Una terza opzione chirurgica è quella di scollare la fronte, partendo dal cuoio capelluto, per innalzarla in toto. A volte, invece, puó essere presente una ptosi palpebrale aponeurotica (fig. 11): in questo caso è necessario correggerla insieme all’intervento di blefaroplastica rinforzando l’aponeurosi del muscolo elevatore palpebrale ripiegandolo sul piatto tarsale. Molte volte, però, la chirurgia può essere sostituita dalla tossina botulinica che, rilassando i muscoli depressori del sopracciglio (orbicolare, procero e corrugatori), permette al muscolo frontale di agire con maggior forza con il risultato di elevare le sopracciglia e di renderle più simmetriche, oltre ad eliminare le rughe intorno agli occhi, le cosiddette Fig. 8 Pinza di Orione. Fig. 7 Fig.9 Pre. Fig.11 Blefaroptosi. Fig. 12,13 Ptosi e asimmetria del sopracciglio PRE e POST tossina botulinica. Fig.10 Post. “zampe di gallina”. L’effetto della tossina dura solitamente quattro mesi e le iniezioni possono essere ripetute (figg. 12 e 13). Per ringiovanire il nostro viso possiamo inoltre utilizzare i filler, sostanze naturali completamente riassorbibili, a base di acido ialuronico, indicato per le piccole rughe e per le labbra, o di idrossiapatite di calcio come il Radiesse, sostanza che stimola la produzione di collagene e che conferisce maggior volume alla parte del viso trattata. Solitamente questo prodotto viene utilizzato per aumentare gli zigomi, per riempire i solchi nasogenieni e per migliorare il contorno della mandibola e del mento. Il trattamento è indolore in quanto il filler viene mescolato, poco prima del trattamento, con un anestetico. La durata del Radiesse dipende dal tempo di riassorbimento soggettivo, ma l’effetto può durare fino a 12/18 mesi. Infine, altre metodiche che ci permettono di nascondere i segni del tempo, riguardano il laser e la radiofrequenza che stimolano la rigenerazione delle fibre collagene e la PRP (Plasma arricchito di Piastrine), una metodica di biorivitalizzazione che utilizza il proprio sangue, opportunamente centrifugato, purificato ed attivato, iniettato poi nelle zone che si vogliono migliorare. 9 NEWS MUSICA Formazione avanzata per diventare oftalmologi di prima classe Mark Lanegan Imitations Vagrant 2013 Nel calcio è facile sentire l’espressione “con quei piedi lì fa quello che vuole”. Nella musica è lo stesso, basta sostituire il sostantivo “piedi” con “voce”. A Mark Lanegan l’adagio si addice perfettamente, soprattutto per un album che già dal titolo manifesto “Imitations” propone una serie di cover. La sua voce è una colata di miele nelle orecchie e può dirci tutto ciò che vuole: “I want flatlands. I want simplicity. I need your arms wrapped hard around me” (“Flatlands” di Chelsea Wolfe). Alle tracce 4 e 5 ci sono Nancy e suo padre Frank Sinatra con “You Only Live Twice” e la più famosa “Pretty Colors”. “Mack the knife”, la numero 8, è un testo la cui musica fu composta da Kurt Weill su “L’opera da tre soldi” di Bertolt Brecht, bella ed inaspettata. Le tre canzoni di Andy Williams “Solitaire”, “Lonely street” e “Autumn leaves” solo dai titoli dipingono alla perfezione l’animo cupo e tormentato di un artista che vale la pena ascolare dal vivo. Meshulam Moskat I giovani oftalmologi che abbiano completato il loro percorso universitario e vogliano progredire nella loro professione, apparentemente hanno opportunità di carriera non immediate e difficili da cogliere. In realtà ad uno sguardo più attento, le possibilità di avanzamento nella professione oftalmologica non mancano. Nel 2013 i moduli ESASO sono stati frequentati da oltre 350 giovani ed entusisti oftalmologi, provenienti principalmente da tutta Europa (70%), ma anche da Asia (15%), da Sud America (5%) e da Medio Oriente e Africa (4%). ESASO è convinta che questo elevato livello di partecipazione ai moduli indichi che la qualità dell’insegnamento e le opportunità di apprendimento pratico sotto la guida di un docente esperto sono riconosciute a livello internazionale. Nell’insieme, corpo studentesco e facoltà formano la comunità ESASO, un network intercontinentale di conoscenze e amicizie. Tutto ciò si allinea con la “Vision of Collaboration” della scuola, che vede prestigiose università e ospedali collaborare insieme per sviluppare percorsi professionali per giovani e motivati colleghi per costruire un network di legami personali in tutto il mondo. Il programma formativo 2014 affronterà le discipline oftalmologiche a 360°, offrendo ai partecipanti l’opportunità di ampliare le loro conoscenze su alcune sottospecialità importanti, quali chirurgia plastica oftalmologica, lacrimale e orbitale, retina medica e chirurgica (con livelli intermedi e avanzati), cornea e chirurgia refrattiva cornea, e glaucoma. In gennaio i direttori del corso di oculoplastica, Ramón Medel e Luz María Vásquez, si sono focalizzati su patologie palpebrali, con esame obiettivo, approcci alla chirurgia orbitale, gestione di traumi e tumori, DRC, CDRC, chirurgia estetica e lifting del terzo medio. I 26 partecipanti, provenienti da tutto il mondo, hanno potuto ascoltare le presentazioni, assistere alle dimostrazioni live e cimentarsi nella pratica manuale su cadavere. In febbraio si tiene il primo corso presso il Campus ESASO di Lugano. I direttori del programma, Borja Corcostegui e Bruno Falcomatà, approfondiranno i concetti su nuove terapie per uveite non infettiva, edema maculare diabetico e retinopatia diabetica proliferante, trattamento intravitreale anti-VEGF per l’AMD neovascolare, occlusione venosa retinica e corioretinopatia sierosa centrale. Per la prima volta ESASO offrirà un tirocinio pratico nel Medio Oriente, dove si terranno due moduli di retina medica e chirurgica. Il primo modulo di base si terrà presso l’Ospedale di Dubai, e la direttrice del programma, Professoressa Moza Ali Dekhain, insegnerà ai sui colleghi alcuni approcci chirurgici per retinopessia pneumatica, chirurgia episclerale, vitrectomia, OCT, distacchi di retina particolarmente impegnativi e retinopatia diabetica proliferativa. Infine, il Professor Borja Corcostegui ed il Professor Marco Mura eseguiranno interventi chirurgici in diretta. Il quarto modulo ESASO si terrà, invece, a Tel Aviv a inizio marzo. La Professoressa Anat Loewenstein insieme ai Professori Itay Chowers e Joseph Moisseie hanno coordinato un gruppo di lavoro di primo livello per affrontare i recenti sviluppi sul trattamento delle principali patologie retiniche. Sono inoltre previsti dibattiti per rendere il programma maggiormente coinvolgente. Il modulo si concluderà con sessioni di wet-lab e discussione di casi clinici. Tutti questi moduli hanno un comune denominatore: lo scambio di conoscenze innovative da parte di riconosciuti esperti in un’atmosfera aperta, con la possibilità di ottenere consigli diretti su come effettuare diagnosi e trattamenti. I programmi dettagliati e il modulo di adesione per gli eventi in programma sono disponibili sul sito www.esaso.org FM -70 0 LASER FLARE METER La fotometria Laser Flare è l’unico metodo obiettivo e quantitativo per misurare in modo affidabile l’infiammazione attiva in camera anteriore. FM-700 è lo strumento ideale per la gestione dei pazienti con uveite ed infiammazione oculare. Accurato, efficiente, veloce, non invasivo, facile, follow-up post IOL. SAVE THE DATE S.O.I.E. 20 - 21 marzo 2014, Ancona MILANO tel. 02 48.95.23.08 fax 02 42.29.48.85 e-mail: [email protected] sido_fm_700.indd 1 ROMA tel. 06 81.20.142 fax 06 81.23.382 e-mail: [email protected] 12/02/14 11:29 10 EYE DOCTOR CHIRURGIA REFRATTIVA a cura di Luigi Marino [email protected] ANNO 7 NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2014 Cross-linking corneale epi-off Risultati clinico-topografici a distanza (6-58 mesi) nella terapia del cheratocono Primario Oculista, Milano autore di riferimento Alfredo Venosa [email protected] Dirigente UOS di Laserterapia del segmento anteriore/ patologia refrattiva UOC Oculistica Ospedale V.Monaldi, Napoli SCOPO DEL LAVORO L’obiettivo del presente studio è quello di valutare nel tempo le eventuali variazioni del quadro clinico-topografico dopo cxl epioff, in un arco di tempo dai 6 ai 58 mesi, nei pazienti affetti da cheratocono evolutivo. PREMESSA Il cheratocono è una malattia degenerativa, caratterizzata da una ectasia non infiammatoria del tessuto corneale comportante un progressivo: • aumento di curvatura; • assottigliamento dello spessore; • deformazione del profilo. • La malattia può divenire gravemente invalidante a causa del progressivo deterioramento del visus, dovuto a: • marcato astigmatismo corneale; • opacità dei mezzi diottrici (solo nei casi più gravi). Nella cornea gli strati sono formati da fasci di fibrille collagene (proteine), legati fra loro mediante legami chimici; l’architettura di tali strati è finalizzata a rendere la cornea stessa una lente correttiva potente e regolare al fine della focalizzazione dell’immagine sulla retina e, quindi, di una visione nitida. Nel cheratocono la rigidità del collagene (elemento fondamentale della struttura corneale) risulta essere ridotta per un’alterata struttura terziaria e quaternaria, dovuta, a sua volta, ad una ridotta presenza di legami intrafibrillari ed interfibrillari. Il venir progressivamente meno di tali legami chimici comporta che i vari strati di fibrille non si- ano più legati, bensì “appoggiati” fra loro. Questa condizione anatomica fa sì che, progressivamente, i vari strati di fibrille si allontanino fra loro facendo erniare (dislocare) una parte di tessuto; in questo modo la cornea perde la sua struttura regolare, simile per certi versi a quella di una cupola, diventando più “appuntita”, come un cono. Perdendo progressivamente la sua configurazione anatomica originale, anche la sua relativa funzione visiva viene man mano resa sempre più deficitaria. L’intervento di cross-linking mediante riboflavina (cxl epi-off) è una reazione di fotopolimerizzazione del collagene stromale mediata da specifici reattivi dell’ossigeno originati dalla riboflavina (nota come vitamina B2), in grado di incrementare la rigidità biomeccanica e le resistenze biochimiche della cornea. L’intervento ha quindi la funzione di ripristinare i legami chimici fra le fibrille collagene impedendo l’ulteriore allontanamento fra le stesse, ma non, di norma, il riavvicinamento fra le stesse. L’obiettivo possibile con tale intervento è quindi quello di bloccare l’evoluzione della malattia, ma non di far recedere la stessa fino a farla scomparire. FOLLOW-UP (MESI) N. OCCHI N. PAZIENTI 6 181 124 12 154 106 18 128 86 24 108 73 30 87 62 36 63 44 42 44 32 48 21 13 54 4 4 58 2 2 Tab. 1 Opzioni per pazienti. MATERIALI E METODI Sono stati arruolati pazienti affetti da cheratocono con documentata evoluzione clinica e/o strumentale evidenziatasi negli ultimi 12 mesi. I parametri considerati per definire il cheratocono come “evolutivo” sono stati i seguenti: • peggioramento della UCVA/ BSCVA > 0.50 linee di snellen; • aumento del valore SPH/CYL > 0.75 D; • incremento del valore SIM K max > 0.75 D; • incremento degli indici di simmetria SAI / SI > 0.75 D; • riduzione della pachimetria ottica (nel thinnest point) > 20 mic. (comunque superiore a 400 mic. nei vari punti controllati); • clear cornea (assenza totale di cicatrici e strie significative) alla biomicroscopia. Abbiamo considerato significativo per l’inclusione nello studio il cambiamento di almeno tre dei parametri sopra riportati. Sono stati individuati: AK, DiamK, simKmin, simKmax, RMS cornea, BAVN, BAVC. Ciascun parametro è stato valutato nel preoperatorio e nel postoperatorio, calcolando poi il differenziale assoluto ed il differenziale percentuale. Caratteristiche del campione Sono stati esaminati gli esiti rela- tivi ai trattati n.181 occhi di n.124 pazienti dal settembre 2007 al luglio 2012, tutti di età superiore ai 18 anni, di cui n. 112 occhi di pazienti under 35 anni e n. 69 occhi di pazienti over 35 anni. Nello specifico: • N. pazienti esaminati: max = 181, min = 2 (a seconda del parametro temporale di riferimento); • Pazienti operati bilateralmente (nell’intero ambito temporale della ricerca) = 57; • Pazienti operati monolateralmente (nell’intero ambito temporale della ricerca) = 67; • Età: 19-67; • 90% del campione: età 20-38; • Razza: bianca; • Sesso: M = 69, F = 55; • Classificazione: I-II stadio di Krumeich. Tecnica utilizzata La procedura chirurgica del crosslinking corneale mediante riboflavina UVA (Ricrolin, SOOFT Italia) è stato eseguito, mediante emettitore UVA (CSO Italia), in tutti i pazienti secondo il protocollo standardizzato Siena modificato. Criteri di valutazione I pazienti sono stato sottoposti a controlli clinico-strumentali a 6, 12, 18, 24, 30, 36, 42, 48, 54 e 58 mesi. I risultati sono stati suddivisi in base al parametro temporale di riferimento. RISULTATI Relativamente al preoperatorio si è potuto definire quali sono i principali aspetti clinici per dare l’indicazione al trattamento; infatti: • non risultano, di fatto, limiti temporali (35-40 anni) oltre i quali il cheratocono è sicuro che non possa evolvere (lo conferma il fatto che, nei 5 anni di attività, abbiamo dovuto operare un buon numero di pazienti in V, VI e VII decade di vita); • non risultano (al di là della pachimetria e di un visus residuale preoperatorio ritenuto “utilizzabile” da parte del paziente) valori cheratometrici ed indici topografici che possano sconsigliare a priori l’intervento. Dalla nostra esperienza (dettata anche dal fatto che controlliamo, topograficamente, pazienti cheratoconici da oltre 15 anni) si evince che è sempre opportuno proporre un cxl al paziente all’atto della prima diagnosi di accertato cheratocono. Relativamente al perioperatorio si sono potuti definire i principali risultati relativamente agli aspetti clinici. La tecnica cross-linking con preventiva asportazione di epitelio corneale (tecnica epi-off) permette un assorbimento della sostanza (con attivazione delle cellule cheratocitiche evidenziabile alla microscopia confocale) per oltre 350 dei circa 500 micron di spessore stromale della cornea; mentre nella tecnica cross-linking senza preventiva asportazione di epitelio corneale (tecnica epi-on o transepiteliale) si ha invece un assorbimento della sostanza (con attivazione delle cellule cheratocitiche evidenziabile alla microscopia confocale) solo per circa 150 dei circa 500 micron di spessore stromale della cornea. Inoltre la procedura epi-off è risultata: • assolutamente attendibile per quanto riguarda il controllo dell’imbibizione del farmaco; • priva di complicanze; ANNO 7 NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2014 • con una curva di apprendimento del protocollo lineare ed agevole da parte di un qualsiasi operatore con un minimo di esperienza chirurgica del segmento anteriore; • precisa in tutti gli step previsti dal protocollo per il fatto di doverla necessariamente effettuare in ambiente operatorio e con un microscopio; • nel postoperatorio a breve (con l’utilizzo di lac per 5-6 giorni) certamente più sintomatologica per il paziente (e di conseguenza ha richiesto maggiori livelli di attenzione da parte dell’operatore), ma generalmente senza raggiungere livelli oggettivamente critici. Relativamente al postoperatorio si è potuto definire quali sono i principali risultati riguardo agli aspetti clinici: • la tecnica epi-off (con il protocollo da noi adottato) è risultata essere assai affidabile anche nel lungo periodo permettendo così un effetto “bloccante” del cheratocono assai durevole (non abbiamo avuto casi in cui è stato necessario effettuare un ritrattamento); • in tal senso si è verificato come l’effetto di stabilizzazione del cheratocono, nella maggior parte dei casi esaminati arrivi fino a 58 mesi dall’intervento, mentre riduzioni progressive della lesione cheratocononica si sono riscontrati (con varie fasi) fino a circa 36 mesi nel postoperatorio; • in molti dei casi in cui si è verificata una regressione della lesione topografica del cheratocono, la stessa si è sviluppata attraverso un doppio “picco” temporale. Relativamente a tale ultimo aspetto, entrando nello specifico dell’analisi relativa ai risultati ottenuti nei vari step temporali, si può affermare, pur con la prudenza dettata dall’entità differenziata del campione) un andamento sostanzialmente ricorrente dell’evoluzione della lesione cheratoconica che può essere riassunto in quattro fasi: • 0-12 mesi: fase rimodulante con andamento assai irregolare dei valori ed indici presi in considerazione, ma con prevalenza non migliorativi (anche se non in modo uniforme); • 12-24 mesi: netta prevalenza di miglioramento marcato, nei casi in cui si verifica, dei valori e degli indici presi in considerazione; • 24-30 mesi: fase di “riflessione” con un assestamento e/o eventuale lieve regressione dei valori e degli indici positivi (anche se non in modo uniforme); • 36-48 mesi: ulteriore miglioramento dei valori ed indici, anche se non in modo così marcato come nella precedente seconda fase. Per informazioni riguardo alla bibliografia, contattare direttamente l’autore di riferimento LIBRI Vedere di corsa e sentirci ancora meno Prima ristampa per Cosmo Capoverde La corsa come metafora della vita e un libro che diventa metafora delle distanze più lunghe e sconnesse. “Vedere di corsa e sentirci ancora meno”, dopo quasi quattro anni intensi e impegnativi, giunge al primo giro di boa e non si ferma. Alle 2000 copie diffuse per la prima edizione se ne aggiungono ora altre 1000 della prima ristampa, oltre all’e-book scaricabile dal sito www.amazon.it. Cosmo Capoverde, protagonista del libro, e Marco Frattini, autore, continuano inarrestabili il “Vedere di corsa” tour attorno a tutto lo stivale, isole comprese. “Faccio mente locale a come tutto EYE DOCTOR è iniziato. Sorrido al pensiero che in pochi, tra l’altro scettici, avrebbero scommesso che si sarebbe giunti fin qui. Scrivere e promuovere questo libro è stata ed è tuttora una gran bella avventura. Sono quasi 300 gli incontri effettuati in questi anni e tantissime le persone incontrate che mi hanno dato la possibilità di far conoscere questa storia”, dichiara Marco Frattini. Il libro è patrocinato dalla FSSI (Federazione Sport Sordi Italia), presentato in collaborazione con l’associazione culturale Li.Fra e la rivista XRUN. Il “Vedere di corsa tour” sostiene e diffonde il progetto “AUDIOLIBeRI” dell’associazione Culturabile onlus (www.culturabile.it). Sinossi Anno 2008. Cosmo Capoverde si ritrova da un giorno all’altro senza più sentire nulla a causa di una malattia. Cosmo aveva deciso di scrivere un libro sulla corsa, ma, incontrata Laura, parte alla volta di una lunga maratona introspettiva che lo porterà a riconsiderare la realtà secondo nuovi punti di osservazione. Aveva sempre avuto paura di esprimersi e dichiarare apertamente quello che sentiva e provava, prima di tutto a se stesso, ma scopre che ora ha il problema opposto: quello di aver troppe cose da voler raccontare. Un diario biografico reale, che non lascia spazio a false speranze o a interpretazioni illusorie e per questo ancora più sorprendente. 11 Chi è Marco Frattini Marco Frattini è nato a Milano il 27 luglio 1976. Dal 2006 audioleso profondo. Chef diplomato, laureato in odontoiatria e protesi dentaria, si è occupato di odontoiatria speciale, ma ha lavorato anche come musicista e fonico. Maratoneta e campione di corsa è esperto di sistemi per l’inclusione culturale nella disabilità. È ideatore e collabora con l’associazione Li.Fra al progetto “Il teatro oltre il silenzio”. “Vedere di corsa e sentirci ancora meno” è il primo libro che scrive e pubblica. Link video trailer http://www.youtube.com/ my_videos?feature=mhum Marco Frattini [email protected] ARIESDUE COMUNICAZIONE a pp, we b T V & web marketing R I M A N I I N C O N TAT T O C O N L A P R O F E S S I O N E r iviste sc ie n tifich e, lib r i u n n iver sitar i video, newsletter, DEM (creation and sending) ARIESDUE CARIMATE (CO) ITALY TEL. (+39) 031.79.21.35 FAX. (+39) 031.79.07.43 [email protected] WWW.ARIESDUE.IT ariesdue_colonia.indd 1 12/02/14 10:39 12 EYE DOCTOR ANNO 7 NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2014 COMMERCIALISTA Pioggia di novità fiscali per il 2014 Ecco le più rilevanti Dott. Umberto Terzuolo Dott. Alessandro Terzuolo Il 2014 sarà un anno ricco di novità legislative, molte di queste in ambito fiscale. Con l’emanazione della Legge di Stabilità 2014 e di altri provvedimenti legislativi, il governo ha cercato di mediare due esigenze a volte contrapposte: favorire la ripresa economica ed allo stesso tempo garantire l’equilibrio dei conti pubblici. Le misure introdotte sono in alcuni casi positive ma, in altri, impongono ulteriori obblighi o adempimenti pratici a carico di professionisti e privati cittadini. Alcune delle novità normative, infatti, sono state introdotte con la specifica finalità di contrasto all’evasione fiscale ma, come spesso capita, l’applicazione pratica di tali misure rende più complessa la normale operatività anche di tutti i contribuenti perfettamente rispettosi degli obblighi tributari. Nel presente articolo saranno poste in risalto, tra le tante novità, quelle di maggior interesse per la categoria degli oculisti, con particolare attenzione ai risvolti operativi che ogni misura porta con sé. Proroga, anche per il 2014, delle detrazioni connesse alla riqualificazione energetica, al recupero del patrimonio edilizio e all’acquisto di mobili ed elettrodomestici Anche per il 2014 sono prorogate le agevolazioni per i contribuenti che decidono di effettuare alcuni interventi specifici su unità immobiliari. Data la natura estre- diversa dal regolare adempimento degli obblighi dichiarativi di un canone di locazione attivo. Torna la deducibilità dei leasing immobiliari per i professionisti mamente tecnica dell’agevolazione, suddividiamo in tre categorie le agevolazioni. Detrazione per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici (50%) Detrazione per gli interventi di riqualificazione energetica (65%) Confermata, anche per tutto il 2014, l’agevolazione per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici (con determinate caratteristiche) finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione (c.d. “bonus arredamento”). È infatti prevista una detrazione IRPEF pari al 50% delle spese sostenute per le suddette finalità, con il limite massimo di 10.000 euro di spesa agevolabile. Anche in quest’ultimo caso è necessario seguire un’apposita procedura burocratica per godere dell’agevolazione. La detrazione (vero e proprio risparmio di imposta) valida sia ai fini IRPEF (per le persone fisiche “privati” e per i professionisti) sia ai fini IRES (ad esempio per le società di servizi in forma di S.r.l.) per interventi di riqualificazione energetica degli edifici sarà pari al 65% delle spese sostenute durante tutto il 2014 (ridotta al 50% invece per le spese sostenute dall’1.1.2015 fino al 31.12.2015) Limiti temporali più lunghi sono previsti invece per gli interventi relativi a parti comuni degli edifici condominiali. Si ricorda che rimangono invariati i limiti massimi di detrazione che di seguito, per completezza, si riportano. Per godere dell’agevolazione però è necessario seguire un’apposita procedura burocratica (sulla quale è opportuno confrontarsi con il proprio commercialista). Detrazione per gli interventi di recupero edilizio (50%) La detrazione (vero e proprio risparmio di imposta) valida solo ai fini IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) per gli interventi volti al recupero del patrimonio edilizio sarà pari al 50% per le spese sostenute durante tutto il 2014 (ridotta al 40% invece per le spese sostenute dall’1.1.2015 fino al 31.12.2015). Si ricorda che per interventi volti al recupero del patrimonio edilizio si intendono: • le spese di manutenzione straordinaria delle singole unità abitative; • le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria per le parti comuni degli edifici residenziali, nel limite massimo di spesa detraibile di 96.000,00 euro per unità immobiliare. Anche in questo caso, per godere dell’agevolazione, è necessario seguire un’apposita procedura burocratica (sulla quale è nuovamente opportuno confrontarsi con il proprio commercialista). LIMITE MASSIMO DI DETRAZIONE PER TIPOLOGIA DI INTERVENTO Tipologia di intervento Detrazione massima concessa Riqualificazione energetica di edifici esistenti 100.000 euro Involucro degli edifici (ad esempio pareti e finestre su edifici esistenti) 60.000 euro Sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale (ad esempio caldaie) 30.000 euro Installazione di pannelli solari 60.000 euro Giudizio Positivo. Sicuramente la proroga di misure agevolative per i contribuenti che decidano di effettuare determinati interventi su unità immobiliari può contribuire ad alleviare l’alta pressione fiscale presente in Italia. Il merito della misura sta anche nel chiarire fin da subito tutto l’arco temporale del 2014. Si ricorda che le agevolazioni sono rivolte non solo a chi possiede partita IVA, ma anche ai privati cittadini. Niente più contanti per gli affitti di immobili abitativi Dal 1 gennaio 2014 è vietato effettuare in contanti il pagamento dei canoni di locazione (c.d. affitti) per finalità abitative. Pertanto agli inquilini sarà consentito effettuare i pagamenti del canone unicamente con strumenti tracciabili (quali bonifici e assegni non trasferibili, etc.) indipendentemente dall’importo del canone. Si ricorda a tal fine che il pagamento in contanti non era comunque già consentito per cifre pari o superiori a 1.000 euro. È importante sottolineare come la misura, che interessa sia i proprietari di immobili (locatori) sia gli inquilini (conduttori o locatari), riguardi unicamente le locazioni abitative, non andando invece ad interessare le locazioni commerciali, quali ad esempio gli studi professionali. Le sanzioni in caso di violazione dell’obbligo vanno dall’1% fino al 40% dell’importo trasferito. Giudizio Tendenzialmente negativo. Pur comprendendo la finalità di contrasto all’evasione fiscale, volta a ridurre il più possibile l’utilizzo del denaro contante, la misura in commento può comportare serie difficoltà pratiche qualora gli inquilini siano soggetti poco abituati o propensi all’utilizzo di strumenti di pagamento alternativi al denaro contante (si pensi ad esempio alle persone anziane o ai turisti). Si ricorda che il metodo di pagamento è cosa ben Una novità molto importante è in primo luogo la possibilità di dedurre i canoni di locazione finanziaria (leasing) relativi a beni immobili dal proprio reddito professionale. Tale possibilità consente, ad esempio, di poter considerare un costo deducibile dal proprio reddito professionale il canone di leasing pagato in merito all’immobile studio in cui si svolge la propria attività. Affinché i canoni di locazione finanziaria immobiliare siano deducibili è necessario che il leasing sia stipulato dal 1° gennaio 2014 e che preveda l’opzione finale di acquisto dell’immobile (c.d. riscatto). Si ricorda che, prima della novità in commento, i canoni di leasing immobiliare, anche connessi allo studio in cui il professionista operava, erano totalmente indeducibili per i professionisti (salvo per i contratti stipulati nel triennio 2007-2009). Inoltre, sempre ai fini della deducibilità, la durata fiscale minima del leasing è fissata in 12 anni (un periodo di tempo abbastanza breve trattandosi di un bene immobile). Per quanto riguarda le imprese (ad esempio i poliambulatori o le c.d. società di servizi), invece, la novità consiste solamente nella riduzione del periodo di durata minima fiscale del contratto di leasing che appunto diventa 12 anni. Per le imprese, infatti, anche prima della novità in commento, erano già deducibili i canoni di leasing immobiliare secondo gli ordinari criteri. Giudizio Sicuramente positivo. Finalmente, almeno sul fronte dei leasing immobiliari, i professionisti hanno a disposizione gli stessi strumenti di risparmio fiscale previsti per le imprese. Sarà pertanto nuovamente conveniente anche per il professionista, dal punto di vista fiscale, effettuare un investimento immobiliare attraverso lo strumento del leasing. Inoltre la durata minima fiscale prevista (12 anni) consente di “concentrare” l’investimento, ed il legittimo risparmio fiscale, in un periodo di tempo tutto sommato contenuto. Parziale deducibilità dell’IMU dal reddito di lavoro autonomo (e di impresa) L’IMU pagata sugli immobili strumentali (quale lo studio in cui il professionista opera) diventa finalmente deducibile, anche se solo in parte. Per l’anno 2013, infatti, il 30% dell’IMU pagata sull’immobile ad uso studio diventa finalmente un costo deducibile. Per l’anno 2014, invece, tale percentuale è ridotta al 20%. Si ricorda che per i professionisti, affinché un immobile possa essere considerato strumentale, è necessario che sia utilizzato esclusivamente per l’esercizio della professione, indipendentemente dalla categoria catastale. Non rientrerebbe, pertanto, in questa ipotesi l’immobile utilizzato “ad uso promiscuo” ossia in parte per finalità professionali in parte per finalità private e personali. La misura in commento risulta valida, in modo analogo, anche per le imprese. Giudizio Positivo. Anche se ancora in percentuale limitata, la deducibilità dell’IMU va nella direzione giusta: tassare sul reddito effettivamente prodotto. Non si comprenderebbe infatti perché l’IMU pagata sull’immobile ad uso studio non dovrebbe essere deducibile dal reddito. Ad ogni modo, la percentuale del 30% (o 20% dal 2014) risulta però ancora troppo limitata per risultare equa. Dipendenti assunti a tempo indeterminato: deducibile ai fini IRAP l’incremento Dal 2014 per i professionisti che incrementano il numero dei dipendenti assunti con contratto a tempo indeterminato, rispetto al periodo di imposta precedente, sarà deducibile, ai fini IRAP, il costo del personale a tempo indeterminato “incrementato” (per l’anno di assunzione e per i due successivi). Si ricorda che l’IRAP è un’imposta (aliquota del 3,9%) che considera non deducibile, nella maggior parte dei casi, il costo del personale dipendente. Grazie a tale misura diventerà invece deducibile il costo di quel personale dipendente assunto, con contratto a tempo indeterminato, che abbia incrementato la media degli assunti a tempo indeterminato dell’anno precedente. Giudizio Positivo. Seppur solamente sul personale che va a incrementare il numero dei dipendenti a tempo indeterminato, la deduzione dall’IRAP di tali costi rende meno iniqua un’imposta da molti criticata per i suoi effetti negativi sull’occupazione nazionale. Interessante inoltre il fatto che la deduzione IRAP sia valida per il periodo di imposta dell’assunzione e per i due successivi. Obbligo di POS negli studi professionali Salvo ulteriori proroghe o variazioni (che potrebbero arrivare entro la metà di giugno prossimo), per i professionisti è stato introdotto l’obbligo, a partire dal 28 marzo 2014 o dal 30 giugno 2014, a seconda dei casi che vedremo in seguito, di possedere in studio il c.d. POS (Point of Sale) per poter accettare pagamenti con carte di debito. È importante ricordare che i pazienti potranno effettuare i pagamenti delle parcelle dell’oculista come meglio credono (salvo il noto limite di 1.000 euro per i pagamenti in contanti). Tuttavia il professionista avrà l’obbligo di accettare il paga- EYE DOCTOR ANNO 7 NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2014 mento tramite POS se l’importo del pagamento supera i 30 euro (sotto tale cifra non ci sarà obbligo). Sulla data di entrata in vigore, dopo una serie di variazioni dell’ultim’ora, la situazione, alla data di redazione del presente contributo, sembra essere la seguente: • per i professionisti con un fatturato nell’anno precedente superiore a 200.000 euro l’obbligo di dotarsi di POS scatta dal 28 marzo 2014; •periprofessionisticonunfatturato nell’anno precedente inferiore o pari a 200.000 euro l’obbligo di dotarsi di POS scatta dal 30 giugno 2014. Non sono da escludersi ulteriori modifiche o proroghe (ad esempio prevedendo un’unica data di entrata in vigore dal 30 giugno 2014) in quanto sono state numerose le proteste da tutto il mondo professionale, Ordini inclusi, per l’insorgere di nuovi oneri bancari di attivazione, gestione (canone di utilizzo) e commissioni passive di utilizzo. NEWS I volontari AIMO in Africa per prendersi cura della vista dei bambini L’Associazione Italiana Medici Oculisti (AIMO) partecipa con i propri oftalmologi volontari alla missione umanitaria in Africa del Gruppo Navale Cavour della Marina Militare e della Fondazione Francesca Rava. La segretaria nazionale dell’associazione, dottoressa Alessandra Balestrazzi, spiega le ragioni di questa partecipazione: “L’AIMO ha aderito con grande entusiasmo alla missione umanitaria rivolta ai bambini africa- Giudizio Conclusioni Nel complesso, al di là dei giudizi politici, le novità fiscali del 2014 appaiono moderatamente positive per il mondo economico e professionale. Salvo, come detto, alcuni obblighi forse eccessivamente gravosi rispetto ai risultati ottenibili, le misure del Governo sembrano procedere nella direzione giusta. Tuttavia, in tutta sincerità, la maggiore critica alle misure introdotte è, in alcuni casi, la poca incisività delle stesse. Verrebbe da dire che si sarebbe potuto osare di più. Ad ogni modo, non va dimenticato come ogni manovra economica debba sempre trovare le risorse finanziarie di copertura e mantenere entro determinati limiti, previsti principalmente in ambito europeo, i parametri di spesa e di indebitamento pubblico. Infine, come ci è già capitato di segnalare, si dovrebbero concentrare gli sforzi sulla riduzione e sull’ottimizzazione della spesa pubblica. ni per combattere la cecità evitabile nei Paesi in via di sviluppo. I nostri volontari effettueranno visite oculistiche per diagnosticare patologie che riducono la capacità visiva dei piccoli pazienti (patologie infettive, cataratte congenite, glaucomi malformativi eccetera) e insieme ai colleghi di Federottica e dell’Albo degli Ottici Optometristi diagnosticheranno e correggeranno ove possibile difetti di rifrazione. Inoltre, durante le varie tappe della missione saranno formati operatori locali e studenti di oftalmologia che potranno assistere alle sessioni diagnostiche. La missione è dunque anche un’occasione per ribadire le grandi potenzialità di una collaborazione sinergica tra oculisti e optometristi che, unendo le loro forze, possono trattare a 360 gradi un gran numero di pazienti fornendo risposte a tutte le loro esigenze. Il fatto che le visite saranno effettuate a bordo della nave Etna, negli spazi dedicati, renderà davvero unica questa importantissima iniziativa. Fondamentale poi sarà la collabo- NEWS Il trattamento prolungato con desametasone migliora la vista dei pazienti con edema maculare diabetico (DME) razione delle aziende produttrici di prodotti per la diagnostica e la terapia delle principali patologie oculari, che doneranno o comunque forniranno materiale utile per la missione”. A destra la dottoressa Alessandra Balestrazzi, Segretaria Nazionale AIMO. Qui sopra i volontari AIMO in Africa. I risultati di uno studio clinico in fase III mostrano che il desametasone permette un miglioramento duraturo della vista in pazienti con DME. Il prof. David S. Boyer, MD, rivolgendosi ai suoi colleghi durante il “Retina Subspeciality Day” (che ha preceduto l’American Academy of Ophthalmology meeting), ha detto che c’è un forte razionale nell’utilizzo del desametasone in questo tipo di pazienti, in quanto va a ridurre i fattori chiave della patogenesi dell’edema maculare diabetico, quali l’angiogenesi, la permeabilità vascolare e l’infiammazione. Per valutare la sicurezza e l’efficacia del desametasone nei pazien- ti con DME, è stato condotto uno studio multicentrico, della durata di tre anni, in cieco, randomizzato, controllato. Circa 350 pazienti sono stati randomizzati in ognuno dei tre sottogruppi di studio: desametasone 700 µg, desametasone 350 µg o sham, dispensati con impianto a lento rilascio. Durante i 36 mesi di studio, i pazienti, se necessario, venivano ritrattati ogni 6 mesi. La percentuale di pazienti con un guadagno ≥ 15 lettere (endpoint primario) era significativamente maggiore nei pazienti trattati con desametasone rispetto ai controlli nei tre anni di studio. Inoltre il beneficio del trattamento con desametasone è stato ottenuto con una media di 4,1 iniezioni nell’arco dei tre anni di studio. Secondo quanto riferito dal prof. Boyer, il profilo di sicurezza del desametasone è risultato paragonabile o migliore di quello osservato negli altri studi; complessivamente, come ci si può aspettare, un trattamento prolungato potrebbe determinare la formazione di cataratta, per ciò che riguarda il rialzo della pressione intraoculare, il problema è stato gestibile e ha richiesto un trattamento in casi rari. Si è anche appreso che, dopo ripetuti trattamenti di desametasone, non si è verificato un aumento degli eventi avversi sistemici o del rischio di eventi tromboembolici arteriosi. 8 trattamenti (n) Tendenzialmente negativo. Pur nel generale obiettivo del Legislatore di ridurre il più possibile l’utilizzo del denaro contante, la misura in commento, considerando che molti professionisti si sono già autonomamente dotati dello strumento POS, risulta poco giustificabile. Imporre ai professionisti ulteriori costi di gestione dei pagamenti non sembra opportuno, tanto più che tali costi bancari non sono ad oggi limitati da norme altrettanto stringenti. Si ricorda, nuovamente, che la modalità di pagamento è cosa ben diversa dal regolare adempimento degli obblighi di fatturazione. Sull’operatività della disposizione, di fatto, potrebbero esserci ancora dei cambiamenti. 13 4.1 iniezioni intravitreali di desametasone 0,7 mg: numero medio in 3 anni. Ritrattamento ogni 6 mesi se necessario 6 4 2 0 0 6 12 18 mesi 24 30 36 Fonte: Ocular Surgery News 14 EYE DOCTOR ANNO 7 NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2014 AVVOCATO NEWS Licenziamento per reiterato ritardo e falsificazione della presenza Blindpad Avv. Giovanni Pasceri Una ennesima pronuncia della Suprema Corte di Cassazione sulla correttezza del licenziamento del dipendente che è venuto meno ai propri doveri. Con sentenza n. 21203 del 17 settembre 2013, la Cassazione ha affermato la legittimità del licenziamento del lavoratore che si recava ripetutamente tardi al lavoro, falsificando addirittura l’orario di ingresso. Nel caso sottoposto all’esame della Suprema Corte, un dipendente era stato licenziato a seguito di costanti ritardi nel presentarsi al lavoro. In particolare, solo grazie all’utilizzo di una agenzia investigativa – il cui impiego è pacificamente ammesso dalla giurisprudenza di merito e di legittimità - la datrice di lavoro aveva scoperto che il lavoratore era venuto meno ai doveri di correttezza e buona fede nell’esecuzione del rapporto di lavoro, ricorrendo a timbrature false dell’orario di entrata ed arrivando addirittura ad allontanarsi ingiustificatamente dal luogo di lavoro senza più farvi rientro. Il lavoratore era risultato soccombente nel corso del giudizio di primo e secondo grado ed aveva quindi impugnato la sentenza della Corte d’Appello di Torino, sostenendo che il licenziamento comminato dalla datrice di lavoro era illegittimo in quanto l’istruttoria Un tablet per non vedenti aveva confermato che la società, prima ancora di disporre i controlli, nutrisse già dei dubbi circa il rispetto degli orari da parte del dipendente. Pertanto, secondo il ricorrente, la società aveva violato i principi di tempestività ed immediatezza del licenziamento, e il lasso di tempo trascorso tra i primi fatti accertati e la contestazione dell’addebito avrebbero ingenerato nel lavoratore stesso la convinzione della tolleranza da parte del datore di lavoro del reiterato ritardo nell’i- niziare la prestazione lavorativa. In altre parole, la circostanza che, seppure a conoscenza delle irregolarità, il datore di lavoro non aveva mai preso provvedimenti per evitare tali violazioni, aveva generato nel lavoratore la convinzione della tolleranza del ritardo da parte del datore di lavoro e quindi lo aveva perpetrato, convinto della poca rilevanza della violazione. Ebbene, la Suprema Corte ha precisato che “nel caso in cui il licenziamento sia motivato dall’abuso di una modalità di lavoro, non si può ritorcere a danno del datore di lavoro l’affidamento riposto nella correttezza del dipendente”. La Suprema Corte ha precisato che non si era trattato di un episodio isolato, ma di più episodi avvenuti in più riprese in breve lasso di tempo, per cui le modalità della condotta e la frequenza degli episodi contestati deponevano per la mala fede del lavoratore. Di conseguenza, la gravità della condotta posta in essere dal ricorrente era stata tale da ledere irrimediabilmente il vincolo fiduciario che avrebbe dovuto sorreggere il rapporto di lavoro. presentazioni, il pubblico è chiamato a interagire. L’altra novità riguarda la chirurgia in diretta che quest’anno prevede due tipologie organizzative: chirurgia tradizionale e chirurgia con sala operatoria dedicata a suite chirurgiche integrate. Nel primo caso il focus è sulla tecnica per la rimozione della cataratta e l’impianto della lente intraoculare. Ogni intervento dura circa 10 minuti. Il coordinatore in sala operatoria ha il compito di introdurre i chirurghi e di commentare la diretta dell’intervento, nei cinque minuti finali, il chirurgo è a disposizione per le domande del moderatore e dei panelist dall’auditorium. Nel caso di chirurgia con sala opera- toria dedicata, l’obiettivo è quello di mostrare un percorso più ampio e didattico, che illustri l’utilizzo in ambito clinico pratico delle tecnologie che nascono per lavorare in sinergia con altre. A questo scopo sarà evidenziato il work flow dell’intervento di chirurgia della cataratta, dal percorso diagnostico preliminare al concatenarsi di ogni fase dell’intervento. La moviola sarà la vera novità di quest’anno: sarà possibile analizzare e rendere più comprensibile ciò che spesso avviene in una frazione di secondo per consentire di cogliere vantaggi e limiti reali che altrimenti passerebbero inosservati. Ci saranno poi le sessioni “Meet the expert” concepite per i più giovani. “Blindpad” è un progetto europeo nato con l’obiettivo di sviluppare dispositivi tattili in grado di far percepire contenuti grafici sui dispositivi digitali mobili a persone che non ci vedono. A capo di questa iniziativa c’è l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova. In particolare, Blindpad vuole realizzare un tablet che sfrutti il senso del tatto per trasmettere le informazioni grafiche necessarie a comprendere concetti astratti o acquisire informazioni sull’ambiente circostante come, ad esempio, la presenza e localizzazione di una porta. www.blindpad.eu NEWS Congresso AICCER 2014 Milano, 13-15 marzo Milano apre le porte alla XVII edizione del congresso dell’Associazione Italiana di Chirurgia della Cataratta e Refrattiva, che si terrà nelle giornate 13, 14 e 15 marzo presso l’Atahotel Expo Fiera. Come di consueto, il programma scientifico è interessante e ricco di spunti. Giovedì 13 si aprirà con la sessione “Gestione delle cataratte impossibili, come uscirne?”, seguita da quella in cui si valuterà la “Lensectomia a scopo refrattivo (prelex). Sono previsti di seguito i dibattiti riguardanti la chirurgia refrattiva e le IOL decentrate. La terza sessione si occuperà invece di “IOL toriche: i calcoli pre, intra, post”. Durante la giornata sono anche previsti due momenti di presentazione video sulla fetmocataract, rispettivamente a cura di Leonardo Mastropasqua e Scipione Rossi Dopo la presentazione delle Linee Guida sulla Chirurgia della Cataratta, i lavori si chiuderanno con l’assemblea dei soci. La giornata di venerdì 14 si aprirà con un terzo dibattito riguardante cataratta e IOL, seguito dalla chirurgia in diretta dalle sale operatorie di Hunanitas. La quarta sessione, divisa in due parti, tratterà la cataratta con laser a femtosecondo. Infine, la mattinata di sabato 15 sarà riservata ad un’edizione speciale di [email protected] con due sessioni dedicate rispettivamente al “Cheratocono e cross-linking” e all’“Ottimizzazione del risultato in chirurgia refrattiva e cross-linking”. Anche in questa giornata ci sarà la possibilità di seguire in diretta la chirurgia dalla sale operatorie Humanitas. Come si vede dal programma, le novità rispetto alle edizioni precedenti riguardano soprattutto i dibattiti, concepiti per favorire un approccio dialettico verso l’argomento proposto: due relatori sono chiamati a illustrare con obiettività i vantaggi ma anche i limiti di una tecnica/tecnologia/soluzione piuttosto che dell’altra. Ognuno dei due relatori ha cinque minuti a disposizione per la presentazione e un minuto per replicare all’altro. Al termine delle due AICCER 2014 XVII CONGRESSO AICCER SEGRETERIA ORGANIZZATIVA AIM Group International Tel. 02 566011 Fax 02 70048578 [email protected] aimgroupinternational.com ANNO 7 NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2014 EYE DOCTOR 15 NEWS Via gli occhiali con il Femtosecondolaser Novità in Chirurgia Refrattiva al Policlinico di Zingonia Una tecnica innovativa, precisa e sicura per risolvere problemi di miopia, ipermetropia, astigmatismo o presbiopia (i più comuni disturbi refrattivi), con tempi di ripresa più brevi rispetto alle metodiche solitamente usate, a patto però che sia usata da mani esperti. Si chiama femtosecondo laser ed è una delle ultime novità nel campo della chirurgia refrattiva disponibile al Policlinico San Marco di Zingonia, in provincia di Bergamo. Ne parliamo con il dottor Giulio Leopardi e il dottor Luigi Marino dell’équipe del reparto di oculistica noto per i trattamenti laser refrattivi che negli anni hanno permesso a migliaia di bergamaschi di abbandonare o drasticamente ridurre l’utilizzo degli occhiali correttivi. «La tecnica fino ad ora adottata a Zingonia ha visto come principale protagonista il laser ad eccimeri utilizzato con tecnica di superficie» spiegano gli specialisti. «Questa metodica consiste nell’asportazione dell’epitelio corneale (lo strato più superficiale della cornea, la lente esterna dell’occhio). Il raggio laser provvede poi a costruire sulla superficie anteriore della cornea disepitelizzata la lente che serve per correggere il difetto refrattivo del paziente (PRK). Esiste però un’altra grande famiglia di trattamenti laser refrattivi, la LASIK, che prevede come primo tempo, anziché la disepitelizzazione, il taglio tangenziale della cornea, che viene “aperta” affinché il laser possa costruire la lente correttiva all’interno della cornea stessa». Gli attuali microcheratomi, cioè i bisturi che conducono il taglio di cui si è detto, hanno margini di errore e se non utilizzati da mani espertissime su pazienti molto collaboranti possono condurre il taglio ad un’altezza variabile. «A fronte dei vantaggi della LASIK (assenza di dolore nei giorni successivi il trattamento e più veloce riabilitazione dell’interessato) quindi molti chirurghi hanno privilegiato la PRK, sicuri che la robustezza della cornea fosse maggiormente rispettata dalla tecnica di superficie». Da qualche anno però si è affacciato nel mondo della chi- rurgia refrattiva un nuovo tipo di laser, denominato femtosecondo dalla sua velocità di emissione del raggio. «Si tratta di un laser in grado di condurre il taglio della cornea con precisione micrometrica, nettamente superiore a quella di qualunque lama chirurgica, e ad una costante profondità seguendo la curvatura corneale qualunque essa sia» osservano gli esperti. «Questi strumenti hanno ormai ampiamente superato la fase sperimentale ed il loro im- La visita che salva la vista L’arma più efficace contro la cecità è decisamente la prevenzione. Informare le popolazioni a rischio, istruire sui comportamenti da tenere, avvertire dei rischi di certe abitudini sono condizioni indispensabili per mettere al riparo milioni di persone da questo terribile flagello. Una semplice visita agli occhi permette di intervenire finché si è ancora in tempo e di rimediare a situazioni che si credono irreversibili. È quello che succede ogni giorno nell’ospedale di Gomabai in India, storico partner di Sightsavers. Tornare a vedere. Un miracolo possibile. Vishal Lodha è un bel bambino di 11 anni del villaggio di Bagana, a pochi chilometri Peter Caton / Sightsavers SIGHTSAVERS dall’ospedale di Gomabai, colpito da cataratta a tutti e due gli occhi. Racconta triste sua mamma Pushpa: “Non avevamo capito quanto fosse cattiva la sua vista e che non ci vedesse bene con tutti e due gli occhi. Faceva cadere le cose e per raccoglierle andava a tentoni. Anche l’insegnante mi ha parlato di questi problemi. Ho realizzato solo dopo che i suoi occhi avevano problemi fin da quando aveva circa 9 mesi”. Anche Vishal ricorda con tristezza quei giorni tremendi: “Avere problemi agli occhi vuol dire che non socializzavo molto bene e gli altri bambini mi prendevano in giro. Non potevo guardare i bambini negli occhi come tutti e per questo motivo non ero accettato dagli altri. Avrei potuto fare piego sta uscendo dal campo della chirurgia refrattiva per proporsi anche nella correzione del cheratocono e nella chirurgia della cataratta». Una tecnica innovativa che il Policlinico di Zingonia utilizza ormai da quasi due anni con risultati estremamente soddisfacenti su valori di correzione anche molto elevati. «Dopo più di un decennio di chirurgia laser di superficie (PRK), riteniamo che alcuni difetti refrattivi importanti possano beneficiare di questa tecnica innovativa, con la preparazione del taglio corneale condotto dal femtosecondo laser e quindi con il tradizionale laser ad eccimeri che incide nell’interno della cornea la lente correttiva» continuano. «Una precisazione, a questo punto, però è doverosa: il femtosecondo laser non è la panacea di tutti i mali, cioè permette di trattare alcuni difetti refrattivi che troverebbero risoluzione anche con la PRK condotta dal solo laser ad eccimeri ma con tempi di guarigione estremamente lunghi. I trattamenti su miopie molto elevate invece non sono consentiti né con la PRK né con la tecnica femtoassistita: il limite invalicabile rimane lo spessore della cornea umana e non si vede all’orizzonte, in questo momento, uno sviluppo tecnologico che ponga fine a questa limitazione. I miopi molto elevati possono però trovare soluzione ai loro problemi, qualora non si ritengano soddisfatti dalle lenti a contatto o dagli occhiali, con un intervento chirurgico che impianta una lente all’interno dell’occhio» “Abbiamo letto un avviso sul giornale locale del campo visite e anche amici e vicini ci consigliarono di portarci il nostro bambino. Lì ci hanno detto che mio figlio si sarebbe dovuto operare agli occhi e che dopo tutto sarebbe andato a posto di nuovo e avremmo potuto continuare le nostre vite normalmente. Tutto ci è stato dato gratuitamente”, ricorda sorridente la mamma. Una felicità che chi sostiene Sightsavers ha reso possibile! Grazie alle donazioni ricevute Vishal è stato operato con successo all’occhio destro e presto, sempre gratuitamente, verrà guarito anche il secondo occhio. meglio negli studi ma era difficile per me leggere e restare in pari con gli altri bambini. Mi è anche mancato non poter mai giocare a cricket che mi piaceva molto. Se ci avessi visto bene mi sarei goduto di più la mia infanzia”. Un dolore che sua mamma ricorda fin troppo bene: “Mi è mancata la contentezza di mio figlio quando era piccolo e così ora spero solo che potremo lasciarci alle spalle tutto questo perché è stato un periodo di grande instabilità per noi. Ero molto preoccupata che nessuno potesse aiutarci e che mio figlio non avrebbe mai potuto sposarsi in futuro”. Ma per fortuna grazie ai donatori di Sightsavers la vita del piccolo Vishal era destinata a cambiare e a cambiare in meglio. La sua vita è radicalmente cambiata e ora può dire felice e fiducioso: “Mi sento molto meglio e ora ci vedo al 100% con l’occhio destro, così mi sento molto tranquillo e rilassato all’idea di tornare in ospedale per la seconda operazione”. Aiuta anche tu la lotta alla cecità nel mondo con la tua donazione. Puoi farlo subito scegliendo la modalità che preferisci. Grazie! SCOPRI COME FARE LA DIFFERENZA IN INDIA CON LA TUA DONAZIONE! • 30 euro per operare di cataratta una mamma o un papà. • 55 euro per operare un bambino come Vishal • 250 euro per fare la visita oculistica a tutti i bambini di una scuola Tu puoi fare la differenza, dona adesso! Come fare una donazione • Bollettino di conto corrente postale sul C/C N° 56131840 intestato a Sightsavers International Italia Onlus • Carta di credito www.sightsavers.it • Bonifico bancario: IBAN IT54 L033 5901 6001 0000 0001 732 • Assegno bancario “non trasferibile”, intestato a ‘Sightsavers International Italia Onlus’ al seguente indirizzo: Sightsavers International Italia Onlus - Via dei Piatti 4, 20123 Milano • Il 5 per mille a favore di Sightsavers: basta mettere una firma nell’apposito spazio dei modelli CUD, 730 o UNICO e indicare il codice fiscale 97653640017 di Sightsavers International Italia Onlus 16 EYE DOCTOR ANNO 7 NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2014 EYE DOCTOR è un bimestrale SIR Oftalmica edito da Ariesdue S.r.l. Copyright Ariesdue S.r.l. Registrazione del Tribunale di Como n. 10/09 del 29/07/09 ISSN (Print): 2035-6900 www.eyedoctor.it Nuovi prodotti monouso per vitreoretina EYE DOCTOR è organo PRODOTTI SIR Oftalmica è lieta di annunciare il lancio di nuove linee di prodotti monouso per chirurgica vitreoretinica. Sul sito www.siroftalmica.com gli oculisti potranno trovare: Di recente produzione anche la nuova lente per vitreo monouso grande campo, dell’azienda francese Phakos, da 112°/134°, disponibile con un anello di silicone removibile per garantirne la stabilità. Tra le novità proposte anche le pinze da vitreo monouso in titanio 23G prodotte dall’azienda inglese Blink Medical, che rispondono ai massimi requisiti di ergonomia, qualità e convenienza. Meran Tip: SF6 precaricato, C3F8, perfluoro decalina e perfluoro ottano, olio di silicone, colorante per ILM e membrane, cannule varie per chirurgia vitreoretinica. 60-1000 Forceps End Gripping. Ufficiale della Società Italiana di Oftalmologia Legale (SIOL) e dell’Accademia Italiana Scienze Oftalmologiche DirettoreScientifico 60-1001 Forceps ILM. Omesis: sonde endolaser 20G, 23G, 25G, rette, curve, anche illuminate, sistemi di illuminazione classici o a candeliere, sonde per endodiatermia, sistema per aspirazione rapida del silicone. Luigi Marino Medico chirurgo specialista in Oftalmologia, Docente Chirurgia refrattiva e segmento anteriore, Clinica Oculistica dell’Università degli Studi di Milano Direttoreresponsabile Dino Sergio Porro Redazione Buerki: set trocar monouso. Lente Grande Campo Monouso 134° 60-1002 Forceps A-Symetrical. Phakos: backflush e linea lenti in PMMA per vitreo monouso (piana, biconcava, ingrandente, 30° prisma). Marketingepubblicità INFO SIR Oftalmica S.r.l. Viale Rosselli, 31 22100 Como Tel. 031.570869 - Fax 031.572826 [email protected] [email protected] www.siroftalmica.com Barbara Bono [email protected] Paola Cappelletti [email protected] Graficaeweb 60-2000 Scissor Straight. NORME REDAZIONALI elettronica: [email protected] Il testo di circa 10.000 battute deve essere dattiloscritto in lingua italiana e deve comporsi delle seguenti parti. • Titoloscientifico conciso e senza abbreviazioni in italiano. • Nomeecognome di autore/i e relative qualifiche professionali. • Fotoee-mail autore di riferimento da pubblicare nella rivista. • Introduzione, volta a esporre lo scopo dell’articolo riassumendo lo stato attuale delle conoscenze sull’argomento che verrà trattato ed eventuali osservazioni. • Materialiemetodi, descritti in modo tanto dettagliato da permettere ad altri la riproduzione dei risultati. Qualora vengano riportati esperimenti su soggetti umani è necessario Simone Porro [email protected] Michele Moscatelli [email protected] Consulenzaeditoriale Requisiti per la pubblicazione di un manoscritto I lavori non possono essere stati sottoposti contemporaneamente ad altri editori, né pubblicati su altre riviste. L’editore provvederà gratuitamente alla pubblicazione degli articoli, per la stesura dei quali è esclusa ogni sorta di compenso a favore dell’autore/i. Gli articoli devono pervenire alla redazione di Ariesdue in duplice copia cartacea e su supporto magnetico in formato Word per Windows o Mac nella loro stesura definitiva (non saranno accettate eventuali modifiche successive), completi di nome, cognome, qualifica professionale, indirizzo, telefono, e-mail, codice fiscale e firma dell’autore/i. Inoltre è necessario includere l’autorizzazione per riprodurre materiale già pubblicato in precedenza o per utilizzare immagini ritraenti persone. È possibile spedire i lavori (testo più iconografia) anche al seguente indirizzo di posta Cristina Calchera [email protected] Simona Marelli [email protected] Mario Ortello ARIESDUE Direzioneeredazione indicare se le procedure seguite sono conformi alle norme etiche proposte dal comitato responsabile della sperimentazione umana e alla Dichiarazione di Helsinki del 1975. • Risultati, riportati in modo conciso e con eventuali riferimenti a tabelle e/o grafici. • Discussioneeconclusioni, enfatizzando gli aspetti importanti e innovativi dello studio e le relative conclusioni. • Tabelle,graficie/o immagini. Didascalie. Devono essere numerate progressivamente e corredate di relative didascalie, con precisi riferimenti nel testo. Inoltre devono essere in numero ragionevolmente limitato e ad alta risoluzione (almeno 300 DPI, in formato TIFF, EPS oppure JPEG). • La bibliografia non verrà inserita. Se il lettore avrà la necessità di ricevere informazioni al riguardo, dovrà contattare direttamente l’autore di riferimento dell’articolo. Ariesdue s.r.l. Via Airoldi, 11 22060 Carimate (CO) tel. 031.792135 fax 031.790743 www.ariesdue.it [email protected] Stampa Pronto Stampa s.r.l. Verdellino (BG) L’approvazione alla pubblicazione è concessa dalla Direzione Scientifica. Le bozze devono essere restituite corrette unicamente degli eventuali refusi di stampa, senza apportare variazioni o modifiche. La proprietà letteraria spetta all’editore e l’autore/i, richiedendo la pubblicazione dei propri articoli su Eye Doctor, implicitamente accetta la possibilità che la rivista pubblichi, sia integralmente sia parzialmente, lo stesso lavoro e/o una traduzione di esso su altre pubblicazioni italiane o straniere. Le opinioni espresse riflettono il pensiero degli autori. La casa editrice non si assume alcuna responsabilità nel caso di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati. 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