O - Impresa Cooperativa

Impresa Cooperativa
Fascicolo N. 72 - Anno IX - Luglio 2014
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MENSILE EDITO DA:
GIorGIo marIanI
per la Nuova Editrice Italiana - Impresa Cooperativa Iscrizione Roc: Registro degli operatori di comunicazione n 18055
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In redazione: Biagio Costanzo, Floriana Cutini, Giorgio Mariani, Anna Franceschi
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EditorialE
pag. 2 Riforme ed economia
____________________
NEwS, NEwS, NEwS
pag. 3 Comunicati stampa
_______________________________________
iNtErNi
pag. 4 Grande successo dell’Assemblea Congressuale AGCL.
Oltre i BRICS: nuovI mercati per il made in Italy
pag. 5 Assoporti, Monti confermato alla presidenza.
Assoporti chiede le nomine per i porti commissariati
pag. 6 Conto alla rovescia per la gara UIRNET
pag. 7 Il presidente dell’ Azerbaijan in visita in Italia.
Moda: Moncler e Ferragamo puntano su Asia e Cina
_______________________________________
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una informazione ed una formazione migliore.
S ommario
pag. 18 Orzo distico dai campi... all’industria
pag. 19 L’acquacoltura è una delle attività
di produzione alimentare a più alto tasso di
crescita a livello mondiale
pag. 20 Le eccellenze biologiche dell’ Umbria
_______________________________________
dall’uE
pag. 25 Iniziativa a favore dell’ occupazione giovanile
pag. 26 Ambiente: obiettivi di riciclaggio più ambiziosi
per passare a un’ economia circolare con più
occupazione e crescita sostenibile
pag. 27 Piano d’ Azione verde per le PMI
pag. 28 La Commissione europea contro le pratiche
sleali nella filiera alimentare
_______________________________________
EStEri
pag. 29 Volontari lanciano una campagna di vaccinazione
dopo che la poliomielite compare in Siria.
Mali: sanitari addestrati alla chirurgia di guerra
pag. 30 Algeria: SACE disponibile a sostenere imprese italiane.
Astaldi: in gara in Vietnam, Indonesia e Qatar
pag. 31 Bielorussia: avvia nuovo Parco Industriale
con maxiesenzioni fiscali.
_______________________________________
Cina: Fiat - Gac avvia costruzione nuova
fabbrica a Canton
agricoltura E zootEcNia
pag. 32 Azione per il clima: la Commissione finanzia
pag. 16 Benessere dei pesci allevati a diverse densità
progetti per la produzione di energia pulita
pag. 17 Agricoltura sociale, “bene ok commissione su testo
in
Europa con i soldi di chi inquina
di legge, ma attenzione a non escludere
_______________________________________
le cooperative sociali
pag. 8 €-coin è stabile in giugno
pag. 9 Il nuovo Iveco Daily, il compagno di lavoro preferito
pag. 10 Intervento del Governatore della Banca
d’Italia Ignazio Visco
pag. 14 Esonero diritti camerali
Impresa Cooperativa
1
EDITORIALE
Riforme
ed Economia
E
' un po’ di tempo che si dibatte sulle riforme istituzionali tralasciando i problemi
economici, che sono di altrettanta importanza.
Abbiamo un interessante progetto di riforma
del Senato ed un altrettanto importante progetto di legge elettorale. Su queste riforme si
sono fatti mille discorsi, si teme un chissà
quale sovvertimento dell'ordine democratico.
Nessuno è andato però al nocciolo dell'unica
vera modifica da apportare che è quella di
dare all'elettore la possibilità di scegliere,
almeno un candidato alla Camera dei Deputati.
Per il Senato lasciare la scelta agli Enti Locali,
piuttosto che agli elettori non è poi così importante, visto che comunque gli Enti Locali sono
eletti dai cittadini. E' alla Camera dei
Deputati, invece, che bisogna imporre la possibilità di scegliere almeno un candidato. Ne
vale la partecipazione dei cittadini, che in
caso contrario, potrebbero essere spinti all'astensionismo politico ed elettorale.
In Italia gli elettori hanno sempre votato, e
questo per tradizione, ideologico e quindi per
il partito, ma è stata sempre una tradizione
quella di valersi del diritto di scelta, all'interno del simbolo del partito, dei candidati più
vicini ai propri valori alle proprie idee. Sono
queste esigenze partecipative che bisogna
mantenere e favorire. Con le grandi riforme sia
elettorali che del titolo quinto della nostra
Costituzione si dovrebbe andare verso un
assetto del nostro ordinamento dello Stato e
degli Enti Locali più snello e con meno freni
burocratici, il che dovrebbe anche significare
un minore rischio corruttivo, almeno ai livelli
più bassi della struttura statale e locale.
Queste riforme comportano un grande risparmio finanziario per lo Stato il quale avrà un
minor numero di Deputati, Senatori non retribuiti, l’abolizione delle Provincie, vero doppione dei due Enti Comune e Regione, e, almeno speriamo, una revisione del numero dei
Consiglieri comunali e regionali, in alcuni casi
veramente esagerati. Ma questi risparmi a che
serviranno? Facciamo in modo che servano ad
aumentare la capacità di spesa delle famiglie,
soprattutto dei pensionati i cui redditi sono
fermi da tre anni, e delle imprese prime le piccole e medie che sono in grande difficoltà; e
che questo avvenga attraverso l’unico sistema
durevole e sicuro, l’abbassamento dell’imposizione fiscale.
2
Impresa Cooperativa
Certamente questo comporterà alcuni problemi con i partners europei, Germania e paesi
del nord Europa, che vedono il sud europeo
come composto da sperperoni, poco avvezzi al
lavoro ecc. Le ultime dichiarazioni del
Presidente la Banca Centrale tedesca sono solo
un primo assaggio della loro scarsa disponibilità a venire incontro alle esigenze del nostro
paese e degli altri. Il pericolo che in questa
diatriba ci coinvolgano il mal visto Presidente
della Banca Centrale Europea il nostro connazionale Mario Draghi, molto disponibile a
sostenere la concessione di un po’ di flessibilità ai paesi in difficoltà che stiano risanando i
propri bilanci, è forte. Gli attacchi alle sue
linee di condotta, anche se in modo molto
soft, sono continui.
D’altronde il piano della BCE di Draghi con i
nuovi prestiti a lungo termine destinati alle
banche perché sostengano le imprese e le
famiglie, il fatto che la BCE si tenga pronta ad
ulteriori nuove misure contro la sfida della
bassa inflazione, che vuol dire nessuna crescita, e che si vogliono tenere invariati i tassi,
che sia pronta a nuovi interventi a sostegno
degli istituti di credito, condizionati naturalmente, ad azioni a favore, e viene ripetuto
fino alla noia, delle famiglie e delle imprese,
sta a significare che il piano è ben preciso e
che lo si vuole percorrere tutto. Il perché è
che, nonostante segnali di miglioramento, la
disoccupazione nell’eurozona, specie quella
giovanile, resta troppo elevata e la capacità
finanziaria non utilizzata per combattere questa vera pandemia è ingente. Quindi un confronto molto duro tra il rigorismo e la richiesta
di incentivi alla ripresa ed al lavoro. Sebbene i
tassi
d’interesse
abbiano
raggiunto
nell’Eurozona i minimi storici, saranno necessari aggiustamenti tecnici perché la politica
monetaria sia ancora più accomodante.
L’Italia deve essere determinata nel favorire la
soluzione prospettata e portata avanti dal
Presidente della BCE Draghi, perché è attraverso questa politica economica, e le grandi
riforme in progetto, determinanti per una
spesa più leggera per lo Stato ed i cittadini,
che potrà avere quella flessibilità necessaria al
rilancio dell’economia da parte dei recalcitranti euronordici.
Siamo arrivati al dunque, fare presto si, ma
fare bene. Tenere presente che la democrazia
“è” se è partecipata.
NEwS - NEwS - NEwS
giornata internazionale delle
cooperative
Le imprese cooperative realizzano uno sviluppo sostenibile per
tutti Il movimento cooperativo,
che include organizzazioni finanziarie, agricoltori, produttori e
consumatori, sta svolgendo un
ruolo incredibile per l'introduzione di nuove etiche e valori nel
mondo delle aziende e dell'economia. Questa giornata, festeggiata il primo sabato di luglio,
ricorda la costituzione nel 1895
dell'Alleanza
Cooperativa
Internazionale:
oggi
questa
Alleanza ha come membri 268
organizzazioni (molte delle quali
comprendono migliaia di cooperative) di 93 paesi, che rappresentano un miliardo di persone
in tutto il mondo. Dimentichiamo
quanto siano diffuse le imprese
cooperative: in Kenya il 63%
della popolazione si guadagna da
vivere grazie alle cooperative;
negli USA 30.000 cooperative forniscono più di 2 milioni di posti
di lavoro; nel 2007 le cooperative di consumatori in Danimarca
detenevano il 3,6.4% della vendita al dettaglio; il 91% di tutti gli
agricoltori giapponesi sono membri di una cooperativa.
Brasile: apre a import da italia
di salumi breve stagionatura
Le Autorita' brasiliane hanno
comunicato l'approvazione del
nuovo certificato sanitario per
l'esportazione dall'Italia verso il
Brasile di prodotti derivati dalle
carni suine. In particolare, le
Autorita' locali hanno riconosciuto la regionalizzazione della
malattia vescicolare, come proposto dal nostro Ministero della
Salute, e quindi autorizzato l'ingresso di prodotti di salumeria a
breve stagionatura (salami, pancette, coppe, ecc.) provenienti
dalla "macroregione del nord",
che comprende Valle d'Aosta,
Piemonte, Lombardia.
cina: blocca alleanza europea
maersk, msc e cma cgm
La Cina blocca l'alleanza nel settore del trasporto navale (P3
Network) tra Maersk Line, la
svizzero-italiana Msc e la francese Cma Cgm. Dopo l'annuncio i
tre partner hanno deciso di porre
fine al lavoro preparatorio per
l'avvio della partnership che era
stata annunciata nel giugno 2013
e che aveva avuto il via libera
della
Federal
Maritime
Commission
statunitense
e
Commissione europea. Insieme le
tre societa' avrebbero dovuto
gestire 250 navi su tre rotte
commerciali
(Asia-Europa,
Transatlantica e Transpacifica)
per controllare circa il 40% del
trasporto navale di merci nel
mondo. L'alleanza era nata in
risposta alla G6 creata nel 2011
da Hapag-Lloyd, Apl, Hyundai
Merchant Marine, Mitsui O.S.K.
Lines, Nippon Yusen Kaisha e
Orient Overseas Container Line
(90 navi in servizio in 40 porti
del mondo).
cina: Fmi stima crescita del
7,5% nel 2014 e +7% nel 2015
"Prevediamo una crescita della
Cina intorno al 7,5% quest'anno".
E' la conclusione che ha tratto il
Fondo monetario internazionale,
al termine della visita in Cina.
"Le prospettive globali migliori
dovrebbero supportare le esportazioni durante la seconda meta'
dell'anno. Questo aiutera' a compensare la domanda domestica
calante che, in parte - ha spiegato il Fondo -, riflette una benvenuta moderazione nel crescita
del credito e degli investimenti.
L'inflazione e' attesa stabile e il
surplus delle partite correnti
dovrebbe essere leggermente
piu' basso dello scorso anno".
Entità armata non statale curdo
siriana si impegna a bandire
mine antiuomo, violenza sessuale e reclutamento di bambini
A Ramalan, nella regione curda
della Siria, i Gruppi della
Protezione Popolare (YPG), i
Gruppi per la Protezione delle
Donne (YPJ), e il «Democratic
Self-Administration in Rojava»
hanno siglato l’Atto di Appello di
Ginevra per impegnarsi a bandire
le mine Anti Uomo e l'Atto di
impegno che vieta la violenza
sessuale nei conflitti armati e
contro le discriminazioni di
genere.
La
delegazione
dell’Appello di Ginevra ha inoltre sollevato la questione del
reclutamento dei bambini e della
loro utilizzazione nelle ostilità.
"Nonostante le misure precedenti per vietare il reclutamento di
bambini al di sotto dei 18 anni,
riconosciamo che il problema
persiste, siamo consapevoli della
preoccupazione internazionale
su questo problema, e stiamo
facendo ogni sforzo per trovare
una soluzione permanente, in
collaborazione con tutte le parti
interessate, e in particolare con
l’Appello di Ginevra", ha affermato Redur Xelil Vice Direttore
Generale Comandante YPG.
L’Appello di Ginevra farà in
modo che si possa visitare la
scuola di formazione di polizia
per una revisione più approfondita dei curricula e valutare la
necessità di introdurvi altre normative, come il trattamento dei
minori detenuti e la loro protezione, non solo contro le mine
anti uomo, ma anche contro la
violenza sessuale
la Palestina annuncia la sua
intenzione di aderire al bando
delle bombe a grappolo
Durante un workshop del 27 mag-
gio sulla Convention per i paesi
arabi, presentatadalla Norvegia
e tenutasi logisticamente in
Libano, il rappresentante a
Ginevra della Palestina, Ibrahim
Musa ha espresso l’intenzione
della Palestina di sottoscrivere
la Convenzione sulle Munizioni a
Grappolo in occasione della
firma dei prossimi trattati.
L’annuncio della Palestina di sottoscrivere la Convenzione sulle
Munizioni a Grappolo è stato
molto ben accolto dagli altri partecipanti al workshop, tra i quali
la Coalizione per le Munizioni a
Grappolo,
il
Comitato
Internazionale della Croce Rossa
e altri stati. La Palestina ha inoltre espresso la sua intenzione di
aderire anche alla Convenzione
per il Bando delle Mine AntiUomo.
Qatar:
nuovo
contratto
Prysmian da 80 mln euro
Prysmian Group ha acquisito un
nuovo contratto del valore totale
di circa 80 milioni di euro per
progetti di espansione della rete
di trasmissione da KAHRAMAA,
Qatar General Electricity and
Water corporation. Il contratto
prevede la progettazione, la fornitura, la costruzione, l'installazione e il collaudo di sistemi in
cavo interrato ad Altissima
Tensione per un totale di 173 km
di cavi a 220 kV e relativi componenti
di
rete,
nell'ambito
dell'Addendum alla Fase XI del
progetto di espansione della rete
di trasmissione di energia elettrica in Qatar. Il progetto sara'
coordinato dagli uffici del
Gruppo basati in Qatar, utilizzando la produzione delle fabbriche
di Gron (Francia) e Livorno
(Italia). L'installazione dei primi
circuiti avra' inizio nel 2014 e la
data di completamento e' prevista nel corso del 2015.
Serbia: icE pubblica nota congiunturale agricoltura
L'Ufficio dell'Agenzia ICE di
Belgrado ha realizzato una nota
congiunturale
sui
settori
dell'Agricoltura che fornisce un
quadro informativo sugli spazi di
collaborazione disponibili sul
mercato serbo.
Può essere scaricato al seguente
indirizzo:
webhttp://www.ice.it/paesi/europa/serbia/upload/094/Macchina
ri%20e%20attrezzature%20agroindustria%202014.pdf Il documento
è stato pubblicato in concomitanza
con
la
Fiera
dell'Agricoltura di Novi Sad, il
più importante evento del settore agricolo dell'Europa sudorientale, con un'area di 85.000 m2,
circa 75.000 visitatori e 380
espositori da 52 paesi in cui
l'Italia era rappresentata da
Padiglione in cui erano presenti
20 aziende.
Impresa Cooperativa
3
INTERNI
Grande successo dell’assemblea
conGressuale aGcI
S
i è tenuta a Roma, nei giorni 18 e 19 giugno la XXIII
Assemblea Congressuale della AGCI. Di fronte ad una
imponente partecipazione sia in termini di soci che di
autorità, il Presidente uscente Rosario Altieri, rieletto all'unanimità, ha tenuto la relazione introduttiva.
Il Presidente Altieri ha analizzato il contesto politico economico in cui si è realizzato il Suo mandato definendolo "il peggiore che l'Italia abbia attraversato dal dopoguerra", quindi
ha dato una spiegazione sulla natura della crisi in cui ci si è
trovati dicendo: "spesso ci si è interrogati sulla natura delle
cause delle tante crisi che si sono succedute per periodi più
o meno lunghi e non sempre le opinioni degli addetti ai lavori sono risultate convergenti. Si discuteva, infatti, ogni volta,
se esse dovessero essere considerate di carattere congiunturale o, viceversa, strutturale. Oggi si può affermare, senza il
rischio di essere smentiti, che ci si ritrova di fronte ad una
crisi che va oltre il congiunturale o lo strutturale: essa è una
crisi di sistema".Quindi ha cercato di dare un contributo alla
domanda "come uscirne?" con una breve ma molto pregnante
indicazione "le Istituzioni devono essere servite, non occupate" ed ha affermato con veemenza " le scelte operate devono essere informate alla risoluzione dei problemi dell'intera
collettività e non riguardare interessi più o meno legittimi
delle clientele di questo o quel partito, di questa o quella
coalizione”. Tutto l’intervento del Presidente Altieri è stato
continuamente interrotto da applausi di condivisione da
parte dei delegati e dei numerosi invitati.
L’Assemblea Congressuale della Confederazione si è contraddistinta per la convinta e attenta partecipazione dei delegati i quali hanno sottolineato i passi condivisi con rara coerenza; segno che la Confederazione è fortemente unita e la linea
di condotta del gruppo dirigente è seguita e appoggiata con
grande convinzione.
Importanti interventi da parte di invitati e delegati che
hanno messo in rilevo le esigenze di cambiamento nella
nostra società, ma anche di impostare basi di discussione che
vedano protagonisti sia le imprese che i lavoratori.
Particolarmente seguito ed applaudito l’intervento del
Ministro del Lavoro Poletti, già cooperatore e Presidente
della Lega delle Cooperative.
L’Assemblea si è conclusa con la elezione ad altissima maggioranza del gruppo dirigente.
Oltre I BrICS: nuOvI merCatI
per Il made In Italy
L
a ricerca intitolata “Oltre i BRICS, nuovi mercati per il made in Italy”,
realizzata per conto del Comitato Leonardo dall’Ufficio Pianificazione
Strategica, Studi e Rete Estera dell’ICE-Agenzia in collaborazione con
Prometeia, è stata presentata il 4 luglio 2013 a Roma nell’ambito dei lavori del XII Forum Annuale. Lo studio individua i 25 mercati emergenti più
promettenti per le imprese italiane del Made in Italy nei settori dei beni
di consumo, dei beni di investimento e delle infrastrutture. Arabia
Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar si affermano quali Paesi maggiormente attrattivi per i beni di consumo Made in Italy. Si tratta di economie
caratterizzate da uno sviluppo industriale ancora embrionale, che garantirà dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di prodotti di consumo, e da un reddito crescente che manterrà sostenuta la domanda di
prodotti di alta gamma. Nuove opportunità per le imprese del Made in
Italy saranno offerte anche dal Cile, economia tra le più progredite del
continente sudamericano, dal Messico, con un mercato potenzialmente
molto ampio e una classe metropolitana benestante in crescita, e dalla
Malesia, dove la progressiva urbanizzazione delle zone rurali sosterrà in
modo significativo l’acquisto di beni del sistema casa. Quello malese si
conferma un mercato particolarmente dinamico, fulcro del processo di
integrazione commerciale che sta interessando le economie dei Paesi
ASEAN che nel loro complesso rappresentano un mercato di circa 600
milioni di potenziali consumatori. Un presidio maggiore del mercato malese risulta strategico per cogliere il potenziale dei Paesi dell’area, caratte-
4
Impresa Cooperativa
rizzati da una crescente sensibilità verso il Made in Italy, come Thailandia,
Vietnam, Filippine e Indonesia. Per le imprese della meccanica italiana il
mercato dotato del potenziale maggiore risulta essere l’Arabia Saudita,
seguito da Thailandia, Indonesia e Malesia, per l’Asia e da Messico,
Colombia e Perù per l’America Latina. Altri Paesi come Iran, Pakistan o
Libia, sebbene presentino un potenziale promettente, sono condizionati
da incertezza politica e inaffidabilità delle regole, rischi che frenano lo sviluppo di piattaforme industriali. Fra i Paesi più vicini all’Italia Serbia,
Tunisia e Marocco rappresentano i mercati a maggiore potenziale per le
nostre imprese nel settore dei beni di investimento. Nel settore delle
infrastrutture si conferma il ruolo trainante del continente asiatico, con
Indonesia, Pakistan e Vietnam al vertice della classifica, seguiti da
Thailandia e Filippine. Le maggiori opportunità in termini di investimenti
potenziali in America Latina si concentrano in Messico, soprattutto nell’energia e nella rete dei trasporti, seguito da Colombia e Perù, che offriranno buone opportunità di investimento soprattutto nei settori telecomunicazioni ed energia. In mercati caratterizzati da elevata dinamicità degli
investimenti come Arabia Saudita, Emirati Arabi e Qatar, emergono buone
prospettive di un ulteriore consolidamento della presenza delle imprese
italiane appartenenti alla filiera delle costruzioni. L’ampio potenziale di
sviluppo delle infrastrutture nelle economie del Nord Africa rimane invece legato al superamento dell’instabilità politica.
Alessandra Manzi
INTERNI
ASSOPORTI, MONTI CONFERMATO
ALLA PRESIDENZA
Votato all’unanimità dal direttivo
dell’Associazione che guiderà per altri due anni
A
scoltata la relazione dei saggi a
seguito delle consultazioni effettuate nei giorni scorsi con tutti i
presidenti associati, il Direttivo di
Assoporti ha deciso all’unanimità di
indicare all’assemblea che si svolgerà
il 31 luglio prossimo la conferma per
due anni di Pasqualino Monti alla presidenza dell’Associazione. I saggi hanno
rilevato come le consultazioni svolte
abbiano messo in risalto una rinnovata
compattezza dell’associazione, manifestatasi in un confronto sereno sulle
scelte compiute, confermando altresì
la volontà dei presidenti a impegnarsi
con decisione nel complesso momento
di cambiamento in atto.
“La fiducia che mi è stata rinnovata
dai presidenti dei porti italiani – ha
affermato Monti – mi onora, ma mi
rende al tempo stesso ancora più consapevole della grande responsabilità,
che in un momento così complesso per
la portualità nazionale e per il sistema
logistico del paese, mi viene attribuita.
In questo momento mi sento di rinnovare l’invito alla politica e alle istituzioni a imprimere un’accelerazione ai
processi di riforma perché la portualità, oggi più che mai, non può fermarsi
ed è chiamata a svolgere un ruolo
importantissimo al servizio del paese.
Assoporti è pronta a impegnarsi in ogni
sede affinchè le risposte efficaci per il
rilancio del settore si concretizzino al
più presto”.
Assoporti chiede le nomine
per i porti commissAriAti
S
top ai commissariamenti di Autorità portuali, appello
all’unità del cluster marittimo-portuale per tracciare in
concreto le norme per il recupero immediato di competitività del settore, ferma richiesta a governo e parlamento
per il varo in tempi brevissimi della legge di riforma.
Queste le tre proposte scaturite dal Direttivo di Assoporti,
riunitosi oggi a Napoli.
Sul commissariamento in atto di 9 autorità portuali sulle 24
esistenti, il Direttivo di Assoporti si è rivolto alle istituzioni
competenti e al governo affinché si proceda con coraggio alle
nomine, con il preciso obiettivo di garantire ai porti una
guida salda in un momento complesso di transizione come è
quello attuale.
Come già emerso dalle dichiarazioni del Presidente
Pasqualino Monti, alla recente assemblea Federagenti di
Trieste, esiste oggi la necessità cogente e l’opportunità di
riunificare il cluster marittimo e impegnarlo in modo compatto nella definizione delle condizioni di base per il recupero di
più alti standard di efficienza e per l’attuazione di una reale
interazione fra porti e retro porti, traguardata a una governance logistica.
Al Direttivo di Assoporti ha partecipato, come special guest,
il segretario generale dell’Imo, (International Maritime
Organization), Koji Sekimizu, che si è confrontato con il pre-
sidente di Assoporti, Pasqualino Monti e con gli altri presidenti, sui temi più scottanti relativi allo sviluppo della portualità mondiale e dei cambiamenti in atto nello shipping.
Impresa Cooperativa
5
INTERNI
conto alla rovescIa
per
la
Gara
uIrnet
In project financing la scelta del “promotore”
della piattaforma logistica nazionale UIRNET
entro il 31 luglio prossimo
I
l gestore della piattaforma UIRNET sarà scelto entro dicembre
del 2014, il master plan redatto dal gestore stesso definirà
sulla base di una analisi di mercato relativa anche alle infrastrutture fisse, le condizioni operative del servizio destinato a
imprimere una svolta epocale in termini di recupero del gap logistico del paese, delle penalizzazioni che ne derivano sul sistema
produttivo, e quindi sull’efficientamento di una vera e propria
Piattaforma logistica nazionale. Per voce del suo Presidente,
Rodolfo De Dominicis, UIRNET ha oggi colto al volo l’occasione
fornita dal dibattito sulla gratuità degli apparati di bordo sinora
concessi, per l’appunto gratuitamente, alle imprese di autotrasporto, per puntualizzare l’iter e i contenuti della gara per la
ricerca del gestore della Piattaforma logistica, il cui bando è
stato pubblicato il 20/12/2013 e che scade alla fine del prossimo
mese di luglio. Riferendosi a richieste di informazione formulate
da Confetra e alle dichiarazioni rese dal Ministro Lupi, UIRNET
precisa che gli apparati di bordo sono stati finora concessi gratuitamente in uso alle imprese che ne hanno fatto richiesta, in
modo da far aumentare la massa critica di utenti ai fini della sperimentazione della piattaforma.
Inoltre, la legge prevede che porti e interporti debbano essere
comunque gratuitamente connessi alla piattaforma, mentre per
i centri privati l’allacciamento è a carico del soggetto beneficiario. Fino a questo momento la sperimentazione della piattaforma presso gli autotrasportatori e le aziende di autotrasporto è
stata completamente gratuita per le imprese. La dichiarazione
del Ministro relativa agli apparati di bordo esprime, quindi, da un
lato la verità di ciò che è accaduto finora, dall’altra una volontà
politica per il futuro che UIRNET ritiene assolutamente coerente
con il modello di sviluppo su cui ha lavorato in questi anni. Per
quanto riguarda la gara per la realizzazione e la gestione della
6
Impresa Cooperativa
piattaforma, questa prevede che il potenziale gestore dovrà
redigere un business plan sulla base dell’analisi di mercato, che
non attiene solo all’autotrasporto ma anche alle infrastrutture
fisse. Da questa analisi deriveranno le proposte dei potenziali
gestori in merito a tempi di introduzione e tariffe sia dei servizi
base che dei servizi a valore aggiunto ed inoltre i benefici economici diretti e indiretti sugli utilizzatori e sul sistema paese.
UIRNET, sentito il Ministero, dovrà selezionare la proposta più
vantaggiosa, che troverà successivamente espressione in una
Convenzione fra UIRNET e il gestore e che è comunque sottoposta alla approvazione ministeriale. Pertanto le dichiarazioni del
Ministro Lupi confermano la volontà politica di far decollare
velocemente la piattaforma UIRNET, assicurando comunque –
anche nel futuro – la gratuità degli apparati di bordo e della relativa installazione, nonché dell’attività di formazione connessa.
In questo quadro, è auspicio di UIRNET che la volontà chiaramente espressa si traduca in una norma che, ancora più esplicitamente di quanto non facciano le norme vigenti, assicuri anche
per il futuro la gratuità degli apparati di bordo. Inoltre, è augurio di UIRNET che il decollo della piattaforma sia accompagnato
da incentivi per gli utilizzatori dei servizi.
Ciò potrebbe sostenere la fase di start-up e accelerare la fase di
inserimento e diffusione dei servizi a valore aggiunto dai quali si
attende l’equilibrio economico e la redditività della piattaforma
nel medio-lungo termine. UIRNET tiene definitivamente a precisare che la strategia che ha determinato la realizzazione della
Piattaforma logistica nazionale (il valore della concessione è di
circa due miliardi) è basata sulla necessità di recuperare almeno
parte del gap logistico che grava sugli operatori e che ha contribuito a sancire la devastante diminuzione del PIL degli ultimi 5
anni.
INTERNI
il presidente dell’ AzerbAijAn
Aliyev in visitA in itAliA
I
l presidente dell'Azerbaigian, Ilham Aliyev
sara' in visita in Italia dal 13 al 15 luglio.
I n c o n t r e r a ' i l Pr e s i d e n t e d e l l a Re p u b b l i c a
Giorgio
Napolitano,
il
Pr e s i d e n t e
del
C o n s i g l i o M a t t e o Re n z i , i l Pr e s i d e n t e d e l
S e n a t o Pi e t r o G r a s s o e i l S i n d a c o d i Ro m a
I g n a z i o M a r i n o . I l Pa e s e e ' g i a ' o g g i u n p a r t ner strategico dell'Italia nel settore dell'energia. E' il quarto fornitore di petrolio del
n o s t r o Pa e s e d o p o A r a b i a S a u d i t a , L i b i a e
Ru s s i a e n e i p r o s s i m i a n n i , c o n l a c o s t r u z i o ne del nuovo sistema di gasdotti di importazione dall'Asia Centrale diventera' un fornitore importante anche nel settore del gas
naturale, con contratti gia' assegnati per
circa 10 miliardi di m3 anno. L'aspetto strategico e' determinato dal fatto che sia l'attuale
oleodotto
di
importazione
dall'Azerbaijan (Baku Tbilisi Cehyan) in cui
Eni ha una quota di partecipazione, sia il
n u o v o s i s t e m a d i g a s d o t t i ( Tr a n s C a u c a s u s ,
Tr a n s A n a t o l i a n e Tr a n s A d r i a t i c ) p r o m o s s o
d a l l a c o m p a g n i a p e t r o l i f e r a a z e r a S o c a r,
aprono una nuova via di importazione
dall'Asia Centrale che non transita dalla
Ru s s i a . I n c o n c o m i t a n z a c o n l a v i s i t a d e l p r e sidente Alyiev e' prevista una cerimonia per
la firma di nuovi accordi tra Italia ed
Azerbaigian. I massicci investimenti in atto
ilhAm
n e l Pa e s e i n q u e s t o m o m e n t o , s t a n n o s u s c i tando un vasto interesse da parte di grandi
gruppi italiani. Saipem ha appena concluso
un contratto per lo sviluppo del giacimento
di Shah Deniz nell'offshore del mare Caspio
del valore di 1,6 miliardi di dollari. La stessa Saipem e altri gruppi italiani tra cui
Te c h i n t s o n o o r a i n t e r e s s a t i a l l e f o r n i t u r e
per i nuovi gasdotti di esportazione verso
l'Europa. Ance, l'associazione dei costruttori
edili italiani, ha effettuato numerose mission i e s p l o r a t i v e n e l Pa e s e p u n t a n d o a l c o i n v o l gimento delle nostre imprese nella costruzione dei nuovi assi di collegamento stradale
e f e r r o v i a r i o d a l l ' A z e r b a i j a n v e r s o l a Tu r c h i a
e nella costruzione del nuovo porto azero sul
Caspio. Ma l'Azerbaijan sta diventando un
mercato di crescente importanza anche per
altri settori del Sistema Italia. A Baku sono
ormai direttamente presenti tutti i grandi
nomi del made in Italy nel settore della
moda. Il gruppo altoatesino Leitner e' coinvolto nella realizzazione "chiavi in mano" di
una serie di stazioni di sport invernali nel
Caucaso. Mentre diverse imprese italiane nel
settore arredo sono coinvolte nel boom delle
c o s t r u z i o n i i n a t t o n e l Pa e s e c o n p a r t i c o l a r e
riguardo al comparto alberghiero e al segmento "alto" di quello residenziale.
Moda: Moncler e Ferragamo puntano
su Asia e Cina
M
oncler continuera' a crescere nel 2014 e portera' avanti la strategia di internazionalizzazione. Intanto studia una
eventuale brand extension, pur
rimanendo fedele al marchio legato al piumino, e non esclude possibili acquisizioni di siti produttivi
per la maglieria. 'Continuamo a
puntare all'estero, aggiornando
continuamente la nostra strategia
giornalmente in modo da tenere
conto degli sviluppi', spiegato il
presidente Ruffini aggiungendo:
'ad esempio gli Stati Uniti, che nel
2009 erano in stato comatoso, oggi
vanno benissimo come il Giappone
nonostante il rialzo dell'Iva che
non ha pesato sulle vendite, come
temevamo". Anche la Cina "va
bene, trascinata soprattutto da
Hong Kong. E noi continueremo a
investire
nella
Repubblica
Popolare visto che si tratta di un
grande mercato". Moncler, comunque, scommette su tutta l'Asia,
dalla Corea a Taiwan, fino al
Giappone. "In Russia siamo piccoli.
Ma questo e' il momento per capire come muoversi", ha concluso.
Considerazioni analoghe da parte
di Ferragamo: 'Continuera' a crescere in Cina dove le previsioni di
mercato saranno estremamente
favorevole anche se l'andamento
restera' volatile', ha dichiarato
l'amministratore delegato del
Gruppo, Michele Norsa in un
incontro con la stampa a margine
della sfilata per le collezioni
maschili della primavera estate
2015.
Impresa Cooperativa
7
ECONOMIA
Comunicato S tampa
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c oin: giugno 2014
€-coin e pIL dell’area
€-coin e PIL dell’area
Fo n te: Banca d'It a e E ostat.
Fonte: Banca d'Italia e Eurostat
La stima di €-coin è ottenuta sfruttando un vasto insieme di serie storiche macroeconomiche (quali, ad esempio, gli indici di
produzione industriale, i sondaggi congiunturali, gli indicatori di domanda e gli indici di borsa) da cui viene estratta l’informazione rilevante per la previsione della dinamica di fondo del prodotto nell’area.
Data la sua tempestività, la stima di €-coin precede di alcuni mesi l’uscita del dato ufficiale sulla crescita del PIL nell’area
rilasciata dall’Eurostat e si caratterizza per le sue buone proprietà anticipatrici del tasso di crescita del PIL trimestrale al
netto delle componenti erratiche e di breve periodo.
In particolare, l’indicatore fornisce una stima della dinamica di fondo del PIL con le seguenti proprietà:
(i) ha frequenza mensile e anticipa di alcuni mesi la stima ufficiale della crescita del PIL nell’area;
(ii) è immune da oscillazioni di breve periodo e errori di misura che caratterizzano la crescita trimestrale del PIL, segnalando così la dinamica di fondo dell’attività nell’area dell’euro.
I valori più recenti dell’indicatore sono riportati nella tavola seguente:
Fonte: Banca d'Italia e Eurostat
8
Impresa Cooperativa
ECONOMIA
Il nuOvO IveCO daIly.
Il COmpaGnO dI lavOrO preFerItO
P
resentato in una location d’eccezione, la sabauda Reggia
di Venaria, è da poco arrivato sui mercati europei il Nuovo
Iveco Daily che arriva così alla terza generazione, sintesi
perfetta di tradizione e innovazione.L’80% dei componenti è
stato infatti ridisegnato, ma il Nuovo Daily conserva inalterata
la sua classica struttura a telaio, che è il suo DNA e che assicura forza, versatilità e durata nel tempo, oltre a una maggiore
facilità di allestimento per i cabinati.
Il compagno di lavoro preferito dagli operatori del trasporto professionale, la risposta concreta alle richieste dei professionisti
del trasporto più esigenti, si presenta oggi con la comodità e
praticità d’uso di un furgone leggero pur mantenendo i valori di
affidabilità, efficienza e versatilità d’uso che da sempre hanno
reso questo mezzo un punto di riferimento nel settore. Sono nati
così due nuovi veicoli in uno: un Daily cabinato rinnovato e un
Daily furgone completamente nuovo, con un focus privilegiato
su quest’ultimo che migliora da ogni punto di vista le proprie
prestazioni in termini di maneggevolezza e capacità di carico,
grazie a volumetrie ottimizzate, e facilità di utilizzo, con un
piano di carico più accessibile. La capienza del furgone è stata
fortemente ottimizzata ridefinendo il rapporto tra interasse,
lunghezza totale e lunghezza di carico: fanno così il loro debutto i nuovi punti di riferimento della categoria per volumetrie, i
modelli da 18 e 20 m3, e la versione da 10,8 m3, la migliore
della categoria per efficienza di carico, indice che misura il rap-
porto tra la lunghezza del vano di carico e la lunghezza totale
del veicolo. La nuova architettura del Nuovo Daily, con passi
allungati e sbalzo posteriore ridotto, garantisce un’ottima guidabilità senza compromettere la consolidata agilità negli spazi
stretti. La nuova sospensione anteriore QUAD-LEAF rappresenta
l’eccellente sintesi tra le due precedenti versioni per ruota singola e ruota gemellata, garantendo il guadagno di portata della
prima e l’altezza da terra e il carico ammissibile sull’asse della
seconda.
Per i modelli a ruota singola, è stata inoltre riprogettata anche
la sospensione posteriore, ottenendo due importanti risultati: la
diminuzione dell’altezza del piano di carico di circa 55 millimetri, per agevolare le operazioni di carico e scarico del veicolo, e
la riduzione del sovrasterzo nei trasferimenti di carico in curva.
Un comportamento dinamico ai vertici della categoria per sicurezza e stabilità, un forte orientamento alla riduzione dei consumi, gli elevati standard di confort di guida lo rendono un veicolo “mondiale”: non a caso sono più di 2.6 milioni gli Iveco
Daily venduti fino a oggi in oltre 110 Paesi nel mondo. Iveco inoltre, per festeggiare assieme ai propri clienti il nuovo nato di
casa, lancia il Nuovo Daily ad un prezzo promozionale estremamente vantaggioso di 22.400 Euro per la versione NUOVO DAILY
FURGONE 35S15 con clima, radio Bluetooth ® con comandi al
volante, sensori di parcheggio, sedile molleggiato, airbag,
Ecoswitch, Cruise Control e fendinebbia.
TUO A
€22.400
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ribassato.
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fendinebbia.
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SC O PRI IL N UOVO DA IL
ILY
Y IN TUTT E LE C O NCESSI O N A RIE IVEC O
®
Iveco con
W W W . I V E C O . I T
Of fer t a valida pr esso le concessionarie Iv eco a der enti e salv o esauriment o scor t e f ino al 31/07/2014. Valor e di for nitura 22.400€ su modello 35S15V 3520 H2, 146 CV, con clima tizza t or e , ra dio Bluet ooth ® con comandi al v olant e , sensori di par cheg gio , sedile molleg gia t o , airbag, Ecos wit ch, cruise contr ol,
fendinebbia, ruot a di scor t a, nei colori di serie . Spese pra tica, Iva, traspor t o e messa su s tra da escluse . L’immagine è a solo scopo illus tra tiv o . *Consumi riferiti al ciclo urbano calcola t o secondo i R eg olamenti UE 715/2007 e 692/2008 e R eg olamenti ECE 83 e 101 dell ’UNECE, rispett o alla g amma pr ecedent e .
Impresa Cooperativa
9
ECONOMIA
InterventO
del
GOvernatOre
della BanCa
d’ItalIa
IGnazIO vISCO
N
ell’area dell’euro la crescita è ancora molto
debole; l’inflazione, pari in giugno allo 0,5 per
cento, resta ben al di sotto dei valori compatibili con la stabilità dei prezzi. In Italia la ripresa stenta
ad affermarsi; la dinamica dei prezzi al consumo è
scesa allo 0,2 per cento.Le decisioni adottate lo scorso 5 giugno dal Consiglio direttivo della BCE mirano ad
allentare ulteriormente le condizioni monetarie e a
sostenere l’offerta di credito. Per la prima volta,
abbiamo portato il tasso di interesse sui depositi delle
banche presso l’Eurosistema su un livello negativo.
Abbiamo deciso di condurre, dal prossimo settembre,
operazioni mirate in cui l’ammontare del rifinanziamento concesso a ciascuna banca è legato al volume
di prestiti che essa eroga all’economia. Abbiamo reso
più nette le indicazioni sul corso futuro della politica
monetaria e riaffermato che, se necessario, interverremo ancora per scongiurare il rischio di un’inflazione bassa per un periodo troppo prolungato. Nei prossimi mesi valuteremo gli effetti delle decisioni fin qui
prese. Siamo pronti a considerare nuove misure,
incluso un programma di acquisto di titoli su larga
scala.
il credito e il finanziamento all’economia
Le condizioni del mercato del credito riflettono con
ritardo i segnali di lento miglioramento della congiuntura. Le indagini condotte presso le imprese mostrano un allentamento delle tensioni all’offerta di prestiti; difficoltà emergono ancora tra le aziende di
minore dimensione e con bilanci fragili, in relazione
soprattutto all’elevato indebitamento. Le erogazioni
risentono dei timori degli intermediari circa la solidità e le prospettive dei debitori. In alcuni casi, esse
possono essere influenzate da cautele indotte dall’esercizio di valutazione in corso presso le maggiori
banche (comprehensive assessment). Rimane debole
anche la domanda di credito, soprattutto quella connessa con il finanziamento di nuovi investimenti.
La consistenza delle partite deteriorate, al netto
delle svalutazioni, ha raggiunto il 10 per cento dei
prestiti complessivi a marzo scorso, dal 9 di un anno
prima; le sole sofferenze ammontavano a poco più del
4 per cento. I flussi di ingresso in sofferenza si stanno
però riducendo: sono scesi al 2,6 per cento, dal massimo del 3 registrato alla metà del 2013. La riduzione
dei prestiti deteriorati è indispensabile per la ripresa
del credito. Le cessioni effettuate nei primi mesi del
2014 e quelle per le quali le trattative sono in stato
avanzato consentiranno di farli diminuire di circa 5
miliardi. Ulteriori transazioni di importo significativo
sono state recentemente annunciate al mercato.
Queste iniziative, come pure gli interventi volti a
10
Impresa Cooperativa
razionalizzare la gestione dei crediti deteriorati
attraverso strutture dedicate, hanno fatto finora capo
per lo più a grandi intermediari.
L’attenuarsi della crisi del debito sovrano e la conseguente riduzione dei premi per il rischio spingono gli
investitori specializzati a offrire prezzi più alti che in
passato per acquisire le partite deteriorate. Nel contempo, l’incremento delle rettifiche di valore sui prestiti sta riducendo il prezzo che le banche sono disposte ad accettare. Il completamento del comprehensive assessment potrà anch’esso facilitare lo sviluppo
del mercato dei crediti anomali. Per le banche di
dimensioni più contenute sono da ricercare soluzioni
volte ad accrescere il coordinamento tra intermediari e a generare una massa critica diattività. Interventi
pubblici, purché compatibili con i vincoli di finanza
pubblica e
le regole europee sugli aiuti di Stato, potrebbero contribuire a superare le difficoltà che gli intermediari
incontrano nel liberare i bilanci dal peso dei crediti
anomali e rilanciare l’offerta di credito a famiglie e
imprese. Le nuove operazioni mirate di rifinanziamento a lungo termine (Targeted Longer-Term
Refinancing Operations) concederanno liquidità agli
intermediari a condizione che essa venga utilizzata
per finanziare le attività produttive.
L’ammontare dei fondi ottenibili sarà proporzionale al
livello e alla dinamica dei prestiti a imprese e famiglie, esclusi i mutui per l’acquisto di abitazioni; il loro
ECONOMIA
costo, oggi pari allo 0,25 per cento, è inferiore di
oltre un punto percentuale a quello medio della raccolta delle banche italiane. Nelle prime due operazioni di settembre e dicembre gli intermediari potranno
ottenere un ammontare di fondi pari al 7 per cento
della consistenza dei prestiti in essere alla fine dello
scorso aprile. Nelle sei operazioni successive, che
saranno condotte con cadenza trimestrale fino alla
metà del 2016, essi potranno ottenere un volume di
liquidità aggiuntiva pari a tre volte il valore dei nuovi
prestiti, misurati al netto di uno specifico profilo di
riferimento (benchmark). I finanziamenti dovranno
essere interamente restituiti nel caso in cui i prestiti
scendano successivamente al di sotto di tale profilo.
L’ammontare potenzialmente disponibile per le banche italiane è cospicuo; può superare i 200 miliardi
lungo l’intero orizzonte del programma.
Gli effetti sull’economia italiana dell’insieme di misure adottate in giugno potranno essere rilevanti.
Mantenute nel tempo, le variazioni dei tassi di interesse e del cambio che hanno fatto seguito agli annunci di quelle misure determinerebbero un aumento del
PIL stimabile in circa mezzo punto percentuale da qui
alla fine del 2016; i prezzi al consumo registrerebbero un rialzo di entità analoga. Se gli intermediari
sfrutteranno appieno il finanziamento consentito
dalle nuove operazioni, adeguando le condizioni praticate alla clientela al minor costo della loro provvista
e rimuovendo le residue restrizioni all’offerta di cre-
dito, si potranno avere effetti positivi aggiuntivi sul
PIL, fino a un altro mezzo punto percentuale da qui
alla fine del 2016.
La Banca d’Italia sta per ampliare la gamma dei prestiti utilizzabili a garanzia del rifinanziamento presso
l’Eurosistema, con modalità tali da incentivare il credito alle piccole e medie imprese. Le attività potenzialmente interessate da questa iniziativa sono stimabili in circa 120 miliardi al netto degli scarti di garanzia. Il collaterale che si renderà così disponibile favorirà la partecipazione alle nuove operazioni, stimolando la concessione di prestiti; esso si aggiungerà alle
garanzie già depositate presso la Banca d’Italia e alle
altre attività prontamente stanziabili, pari a oltre 530
miliardi, a fronte di un ricorso al rifinanziamento
attualmente pari a 170 miliardi.
Ma il credito bancario non può essere la sola fonte di
finanziamento del sistema produttivo. Come ho rilevato in altre occasioni, la normativa sull’Aiuto alla
crescita economica (ACE) ha offerto nuove opportunità per l’aumento del capitale che non poche imprese
hanno colto. Per accrescere la propensione ad accedere alla Borsa, sostenendo una tendenza in atto,
nello scorso mese di giugno il “decreto competitività”
(DL 24 giugno 2014, n. 91) ha previsto un ulteriore rafforzamento dell’ACE destinato alle imprese di nuova
quotazione.
Una maggiore patrimonializzazione consentirà alle
imprese una più ampia diversificazione delle fonti di
finanziamento. Durante la crisi hanno fatto ricorso al
mercato obbligazionario soprattutto grandi imprese,
che hanno utilizzato i fondi raccolti anche per rimborsare prestiti bancari. Le emissioni di titoli da parte di
società non quotate sono state stimolate dagli incentivi che hanno accompagnato l’introduzione dei cosiddetti minibond, ma le imprese più piccole continuano
a incontrare difficoltà nel raccogliere fondi sul mercato, per il basso importo unitario delle emissioni e la
difficile valutazione del merito di credito.
Il decreto favorisce soluzioni in cui le banche originano il credito e lo trasferiscono a specifiche categorie
di investitori, tra cui le compagnie di assicurazione,
condividendo rischi e rendimenti. L’Ivass ha di recente sottoposto alla consultazione pubblica alcune novità regolamentari volte a favorire una migliore diversificazione degli attivi delle compagnie assicuratrici,
anche verso strumenti di finanziamento delle piccole
e medie imprese. Il decreto ha anche ampliato il
novero delle attività che le assicurazioni possono
impiegare a copertura delle proprie passività, includendovi una più ampia tipologia di titoli derivanti da
operazioni di cartolarizzazione. Una ripresa del mercato di queste operazioni può dare un contributo
significativo alla riattivazione del credito all’economia. Per permettere una valutazione consapevole di
questi strumenti occorre rafforzarne trasparenza e
standardizzazione, favorendo la diffusione dei prodotti più semplici, con caratteristiche di rischio e rendimento più facilmente valutabili da parte dei potenziali acquirenti.Il provvedimento prevede altresì la possibilità di istituire “fondi di credito” che possono erogare finanziamenti diretti all’economia; analoga operatività viene consentita ai veicoli di cartolarizzazione. Nei giorni scorsi, nell’ambito dei lavori per il recepimento della direttiva europea in materia di gestori
di fondi di investimento alternativi, la Banca d’Italia
ha avviato la consultazione sulla disciplina prudenziale dei fondi; definiremo anche la disciplina secondaria
relativa ai veicoli per la cartolarizzazione. Con adeguati presidi dei rischi, l’ampliamento degli strumenti e del novero degli operatori della finanza d’impre-
Impresa Cooperativa
11
ECONOMIA
sa è un fattore positivo per la crescita dell’economia.
Gli effetti di queste misure si manifesteranno a mano
a mano che gli emittenti e i potenziali investitori
adatteranno i loro comportamenti alle nuove opportunità operative.
La carenza di finanziamenti per la crescita affligge
l’intera economia europea; i prestiti bancari alle
imprese sono in contrazione in due terzi dei paesi dell’area dell’euro. Lo scorso marzo la Commissione
europea ha delineato le miniziative per sostenere
l’offerta di fondi a lungo termine, tra cui il rafforzamento di strumenti e programmi comunitari per il
finanziamento delle imprese e delle infrastrutture e
la normativa sui fondi di investimento specializzati in
quest’area. Anche questi interventi, come le misure
adottate nel nostro paese, si fondano sul riconoscimento della complementarità tra banche e investitori
istituzionali nel finanziamento dell’economia.
la situazione patrimoniale delle banche e il comprehensive assessment
Negli anni difficili della crisi le banche italiane hanno
rafforzato significativamente la posizione patrimoniale. A differenza di quanto successo in molti altri paesi
sviluppati, questo rafforzamento è avvenuto pressoché per intero con capitali privati. Il sostegno finanziario diretto fornito dallo Stato italiano è stato molto
limitato; è stato più ampio quello costituito da forme
di garanzia su passività bancarie. Le cedole percepite
sugli strumenti di patrimonializzazione e, in misura
maggiore, i premi a fronte delle garanzie hanno fruttato allo Stato guadagni per circa 2 miliardi.
Il rafforzamento patrimoniale sta continuando, come
richiesto anche dalle nuove regole sul capitale delle
banche (Basilea 3) in vigore nell’Unione europea dallo
scorso gennaio. Pone gli intermediari nelle migliori
condizioni per tornare a finanziare adeguatamente
l’economia. L’analisi della qualità dei bilanci (AQR)
effettuata nell’ambito del comprehensive assessment
è pressoché completata a livello nazionale; lo stress
test è in corso. L’interazione con le banche e con la
BCE è intensa. L’esercizio di valutazione risponde a
una decisione dei governi dell’area dell’euro; accrescerà la trasparenza sulle condizioni dei principali
intermediari, rafforzandone la capitalizzazione laddove necessario. Per risultare credibile esso deve essere
rigoroso e come tale deve essere percepito. Diversi
elementi contribuiscono ad accrescerne la severità: i
valori soglia dei coefficienti patrimoniali sono più elevati di quelli previsti da Basilea 3; i modelli di valutazione dell’AQR sono più severi di quelli generalmente
impiegati dalle banche; lo stress test si basa su scenari macroeconomici particolarmente sfavorevoli e valuta le perdite su un orizzonte temporale esteso.
I risultati dell’intero esercizio saranno resi noti il
prossimo ottobre, prima dell’avvio del Meccanismo di
vigilanza unico. Esercizi condotti in passato possono
fornire indicazioni qualitative sui possibili effetti per
gli intermediari italiani. L’analisi condotta dal Fondo
monetario internazionale nell’estate del 2013 ribadiva la solidità del sistema; rilevava, nello scenario
macroeconomico avverso, esigenze di rafforzamento
patrimoniale per alcuni intermediari di medie dimensioni.
Eventuali fabbisogni di capitale dovranno essere
coperti in primo luogo con risorse private. Ma il successo dell’esercizio, il mantenimento di condizioni
ordinate sui mercati al momento dell’annuncio dei
risultati, richiedono la disponibilità di strumenti di
intervento pubblico (backstop), come stabilito dal
Consiglio europeo e successivamente ribadito
dall’Ecofin.
12
Impresa Cooperativa
L’orizzonte temporale per la ricapitalizzazione è di sei
mesi se il deficit patrimoniale emerge dall’AQR o
dallo scenario di base dello stress test; di nove mesi
se deriva dallo scenario avverso dello stress test.
Questa differenziazione, ancorché limitata, è coerente con la diversa natura dei risultati.
Le misure per far fronte a eventuali esigenze patrimoniali vanno commisurate all’effettiva situazione della
banca esaminata, evitando eccessi che potrebbero
trasformare lo stesso esercizio in una fonte di tensioni per gli intermediari e per il sistema nel suo complesso. La concreta attuazione di questi principi sarà
vagliata anche in relazione alla normativa sugli aiuti
di Stato.
Nell’orientamento della Commissione europea, condiviso da più paesi, il ricorso a risorse pubbliche verrebbe condizionato al coinvolgimento dei detentori di
prestiti subordinati anche nei casi in cui il deficit
patrimoniale emerga unicamente nello scenario altamente improbabile dello stress test avverso. Le misure non potranno che essere conformi con i principi
fondamentali degli ordinamenti nazionale ed europeo.
Al di là del comprehensive assessment, per rafforzare
il capitale e attrarre nuovi azionisti è necessario un
aumento della profittabilità delle banche. Negli anni
scorsi, in una situazione difficile, l’avvio del processo
di razionalizzazione della rete di sportelli, anche con
l’apporto delle nuove tecnologie, insieme con le azioni di contenimento dei costi amministrativi e del personale ha permesso di mantenere stabile il rapporto
tra costi e ricavi. Queste azioni non devono essere
interrotte. Nell’attuale quadro economico sarebbe
imprudente fare affidamento solo sulla crescita dei
ricavi prevista nei piani industriali. L’azione strutturale di riforma deve proseguire, per far fronte all’aumento del tono competitivo, ormai non più circoscritto all’ambito nazionale.
La capacità di valutare il merito di credito va rafforzata; non deve basarsi solo sugli automatismi di
modelli quantitativi, ma avvalersi del contributo di
personale esperto e competente, con un patrimonio di
consolidata e approfondita conoscenza della clientela, che deve essere valorizzato e accresciuto.
la governance, la trasparenza e la correttezza dei
comportamenti
Con la recessione il numero di intermediari in crisi è
cresciuto. Dal 2009 sono state sottoposte ad amministrazione straordinaria 45 banche, su un totale di
quasi 700. Le procedure hanno interessato principalmente banche di dimensione ridotta; in 5 casi hanno
riguardato intermediari con operatività interregionale. Le banche attualmente in amministrazione straordinaria rappresentano circa l’1 per cento del sistema
in termini di attività. Vi si aggiungono alcuni casi di
difficoltà non così gravi, che la Vigilanza segue con
attenzione.
La crisi ha fatto emergere comportamenti inadeguati,
imprudenti, talora scorretti da parte degli amministratori. Nella grande maggioranza dei casi di crisi
conclamata o di difficoltà, il deterioramento degli
equilibri aziendali è dovuto a carenze nel governo
della banca e nel processo di erogazione del credito.
Su questi profili si è concentrato un terzo degli interventi di vigilanza effettuati nel 2013. Adottiamo tutti
i provvedimenti di nostra competenza per rimuovere
le anomalie e le disfunzioni riscontrate, incluse sanzioni pecuniarie; nei limiti dei nostri poteri, nei casi
più problematici favoriamo un ricambio dei vertici.
L’individuazione di episodi di mala gestio emerge
sovente a seguito dell’azione di vigilanza e della collaborazione con le autorità inquirenti, con gli organi
ECONOMIA
investigativi, con l’Unità di informazione finanziaria
per i profili di antiriciclaggio.
Negli ultimi cinque anni abbiamo effettuato quasi
1.000 segnalazioni all’Autorità giudiziaria su condotte
che potevano integrare ipotesi di reato. In altri 2.400
casi
abbiamo risposto a richieste di informazioni provenienti dalla Guardia di Finanza o dalle Procure della
Repubblica; abbiamo fornito consulenze tecniche in
ulteriori 200 casi.
Nel processo di allocazione del credito rivestono particolare importanza il rapporto con il territorio e quello con i singoli debitori. Il legame con l’area di insediamento è un elemento positivo se rafforza la capacità delle banche di valutare il merito di credito. Allo
stesso tempo, un malinteso localismo può inficiare le
scelte gestionali e determinare situazioni di crisi. In
assenza di adeguati presidi, il supporto indiscriminato
a grandi prenditori, inclusi i soci e le altre parti correlate, e alle aree di insediamento possono distorcere
l’allocazione del credito. Nei casi più gravi in cui sono
emerse queste distorsioni abbiamo imposto il ricambio
degli organi aziendali e adottato provvedimenti
restrittivi in materia di erogazione creditizia.
Il buon funzionamento del consiglio di amministrazione è la prima garanzia di scelte allocative corrette. Le
nostre recenti disposizioni sulla governance mirano a
far emergere consigli con adeguate capacità professionali, consapevoli delle decisioni strategiche, da
nominare attraverso un processo rigoroso e trasparente.
Per gestire efficacemente i conflitti di interesse
abbiamo rafforzato il ruolo degli amministratori indipendenti e chiesto una definizione rigorosa dei loro
requisiti professionali. Le nuove disposizioni valorizzano inoltre il ruolo del Presidente, demandandogli la
tutela della distinzione tra le funzioni di supervisione
strategica e quelle di gestione. Nella nuova configurazione, ancor più che in passato, esso deve essere una
figura autorevole, equidistante dai diversi portatori di
interessi.
Condotte scorrette, quali quelle emerse di recente
per alcune grandi banche estere, e irregolarità nelle
transazioni finanziarie possono provocare forti perdite economiche e danni alla reputazione degli intermediari, con conseguenze sul piano sanzionatorio.
Poniamo estrema attenzione a questo profilo.
Chiediamo alle strutture di controllo interno e ai vertici delle banche di prevenire e di rimuovere comportamenti anomali. La normativa sui controlli interni,
efficace da questo mese, mira ad assicurare la piena
consapevolezza dei rischi da parte degli organi decisionali, potenzia i compiti, l’indipendenza e l’autorevolezza delle funzioni di controllo, prevede che le
banche adottino un codice etico. Nei prossimi mesi
chiederemo agli intermediari di introdurre procedure
interne di allerta per individuare pratiche non conformi con le norme e i valori aziendali. Le innovazioni
normative di recente introdotte mirano a irrobustire
la governance delle banche popolari, in modo da renderle più forti e meglio in grado di servire il territorio
di riferimento, favorendone il rafforzamento patrimoniale e mettendole in condizione di affrontare la sfida
dell’Unione bancaria. La Banca d’Italia riconosce il
valore del modello cooperativo. Ma non abbiamo fatto
mistero della nostra convinzione che per le banche
popolari più grandi, quotate in borsa, operanti a livello nazionale o anche internazionale, sarebbe opportuno un diverso assetto societario. Anche il Fondo monetario internazionale e la Commissione europea lo
hanno più volte auspicato. Abbiamo fatto quanto i
nostri poteri consentono. Eventuali passi ulteriori, più
incisivi richiederebbero interventi legislativi.
Il sistema finanziario deve riguadagnare la fiducia del
pubblico. Deve dimostrare di saper svolgere appieno
le funzioni che gli sono proprie, non facendo mancare
il finanziamento a chi lo merita, sostenendo l’economia reale. È un percorso che richiede agli intermediari limpidezza dei comportamenti e salvaguardia della
legalità. All’interno del Dipartimento di Vigilanza bancaria e finanziaria abbiamo costituito un nuovo servizio dedicato alla tutela della trasparenza e della correttezza delle relazioni con la clientela. I controlli
che conduciamo mirano a verificare il rispetto delle
regole e l’idoneità degli assetti organizzativi degli
operatori. Possono dar luogo a sanzioni, ordini di
restituzione ai clienti, richieste di azioni correttive.
Dagli esposti degli utenti e dai ricorsi all’Arbitro
Bancario Finanziario (ABF), a cui viene fornito riscontro individuale, emergono indicazioni per identificare
condotte sistematicamente non conformi a principi di
trasparenza e correttezza. Lo scorso anno l’ABF ha
ricevuto quasi 8.000 ricorsi, il 39 per cento in più
rispetto all’anno precedente. Nel 70 per cento dei
casi decisi l’esito è stato favorevole per i clienti.
Questi strumenti di tutela sia preventiva sia successiva si traducono in effetti assai più significativi se gli
utenti dispongono di conoscenze adeguate. Il
Rapporto sull’alfabetizzazione finanziaria degli studenti presentato ieri dall’OCSE mostra però che
l’Italia si colloca in una posizione assai arretrata nel
confronto internazionale.
Nel sistema bancario vi è consapevolezza del fatto
che il contrasto del riciclaggio rappresenta anche un
presidio dei rischi aziendali, pur con disomogeneità di
comportamento tra intermediari. Va migliorata in particolare la capacità di intercettare prontamente le
operazioni sospette nell’ambito dei rapporti di tipo
consulenziale, quali il private banking. Come rilevato
dall’Unità di informazione finanziaria nel rapporto
pubblicato ieri, le segnalazioni sono più che quintuplicate dall’avvio della sua operatività; nel 2013 sono
state circa 65.000, di cui oltre l’80 per cento da parte
del sistema bancario. Il forte incremento operativo ha
richiesto un crescente impegno dell’Unità sul piano
organizzativo, delle risorse umane e delle dotazioni
informatiche. La sua collocazione presso la Banca
d’Italia ne ha agevolato il potenziamento.
Dal prossimo novembre la supervisione bancaria sarà
condotta a livello europeo. Le banche identificate
come “rilevanti” saranno soggette a vigilanza accentrata, con il coordinamento della BCE e la partecipazione delle autorità nazionali, in un’ottica di condivisione delle responsabilità. La supervisione sulle altre
banche resta affidata alle autorità nazionali, sulla
base di criteri comuni stabiliti in ambito europeo. La
cooperazione tra i partecipanti al meccanismo unico
di vigilanza è condizione necessaria per garantire i più
elevati standard di supervisione per tutte le banche
dell’area dell’euro. Il manuale di supervisione europeo assegna un ruolo centrale alla vigilanza ispettiva,
da sempre fulcro dell’esperienza italiana.
I gruppi di vigilanza congiunta costituiranno il principale veicolo di cooperazione tra la BCE e le autorità
nazionali. Ogni gruppo comprenderà esperti di vigilanza della BCE, anche con funzioni di coordinamento, e,
in numero maggiore, delle autorità nazionali. Queste
ultime svolgeranno un ruolo cardine sia a livello tecnico, concorrendo alla definizione e all’attuazione
delle strategie di supervisione, sia nell’ambito del
Consiglio di vigilanza. Le decisioni sui singoli intermediari saranno sottoposte all’approvazione del
Impresa Cooperativa
13
ECONOMIA
Consiglio direttivo della BCE con procedura di silenzio-assenso. Al pari delle altre autorità nazionali, la
Banca d’Italia contribuirà alle decisioni su intermediari e sistemi bancari esteri. Risulteranno accresciuti le
responsabilità, i carichi di lavoro, l’impegno richiesto.
Alla vigilanza europea si affiancherà il Meccanismo
unico di risoluzione delle crisi, che diverrà pienamente operativo dal 2016.
La gestione delle crisi bancarie sarà incentrata sull’attività del Comitato unico di risoluzione, a cui parteciperanno organismi sia nazionali sia europei. Il
Comitato dovrà definire le regole interne e promuovere gli accordi per la cooperazione fra le autorità coinvolte nel processo di risoluzione; a livello nazionale
saranno individuate le autorità di risoluzione competenti. Il Meccanismo prevede l’istituzione di un Fondo
unico di risoluzione, alimentato dai contributi versati
dagli stessi intermediari.
Infine, con l’avvio della vigilanza unica la BCE affiancherà le autorità nazionali nell’esercizio dei poteri di
vigilanza macroprudenziale, volta a garantire la stabilità del sistema finanziario nel suo complesso. La
Banca d’Italia sta rafforzando l’analisi dell’ampio
insieme di informazioni su cui si basano i giudizi sulle
fonti di rischio sistemico, sta definendo appropriati
meccanismi di interazione tra le strutture coinvolte
nella realizzazione degli eventuali interventi. Con
l’approvazione e la successiva attuazione della legge
delega sull’autorità macroprudenziale italiana, si darà
seguito alla raccomandazione del Comitato Europeo
per il Rischio Sistemico volta a istituire in tutti i paesi
dell’Unione un’autorità responsabile per la salvaguardia della stabilità complessiva del sistema finanziario.
L’accentramento delle funzioni di vigilanza si innesta
su un sistema di regole composto da disposizioni in
parte comuni a tutta l’Unione, in parte nazionali, in
parte oggetto di armonizzazione minima. È indispensabile lavorare affinché la vigilanza unica operi in un
contesto giuridico completo, chiaro, omogeneo. In
Italia i Testi unici bancario e della finanza predisposti
negli anni novanta hanno offerto una cornice normativa che evita arbitraggi regolamentari e disparità competitive, a tutela della stabilità degli intermediari e
del sistema nel suo complesso. Fu un esercizio difficile, che richiese tempo e impegno, ma indispensabile.
Un processo analogo dovrà inevitabilmente aver luogo
in futuro in Europa: un sistema bancario realmente
integrato presuppone regole uniformi; la definizione
dell’attività bancaria deve essere univoca, al fine di
evitare interpretazioni nazionali divergenti in grado di
incidere sulla parità concorrenziale e sull’integrazione dei mercati nazionali. Siamo consapevoli delle difficoltà che questo percorso pone, in parte derivanti
dalle differenze dei sistemi giuridici nazionali; ma l’obiettivo è fondamentale per il successo dell’Unione
bancaria.
L’avvio della vigilanza unica, ulteriori progressi nel
processo di integrazione europea contribuiranno a
consolidare il miglioramento delle condizioni dei mercati finanziari osservato nell’ultimo biennio. Il completamento delle riforme strutturali già avviate in
Italia e gli ulteriori interventi programmati, nell’ambito di un disegno coerente e chiaramente visibile,
determineranno un ambiente più favorevole all’attività di impresa, incoraggiando gli imprenditori a impegnare risorse proprie, agevolando il reperimento di
capitale di rischio nazionale ed estero.
Fonte Banca d’italia
ESONERO DIRITTI CAMERALI
D
al 12 giugno è stato esteso a tutti gli atti posti
in essere dalle startup innovative e incubatori
certificati l'esonero dall' imposta di bollo e dai
diritti camerali a seguito dell’iscrizione al registro
delle imprese.
Le startup innovative e gli incubatori certificati possono pertanto beneficiare fin dal 12 giugno 2014 di
un’ulteriore riduzione degli oneri legati all’attività
d’impresa.
Si tratta di un alleggerimento senza precedenti.
In forte continuità con le amministrazioni precedenti, il Ministro Guidi sta sostenendo con forza le nuove
imprese innovative ad alto valore tecnologico, vero
asset strategico nei processi di crescita e di creazione di occupazione.
Il Ministero dello Sviluppo economico e Unioncamere
rendono nota l’estensione del campo d’applicazione
dell’art. 26, comma 8 del Decreto Legge 18 ottobre
2012, n. 179, convertito con Legge 17 dicembre 2012,
n. 221, riguardante l’esonero dai diritti camerali di
segreteria a favore delle startup innovative e dagli
incubatori certificati, a tutti gli atti depositati da tali
imprese, ivi incluso, ad esempio, il bilancio d’esercizio.
Al contempo, la circolare n. 16/E sulle agevolazioni
fiscali in favore delle startup innovative e degli incubatori certificati pubblicata ieri dall’Agenzia delle
Entrate ha chiarito, relativamente alla norma citata,
che l’esonero dal versamento dell’imposta di bollo
può essere interpretato in senso generale, relativo
14
Impresa Cooperativa
cioè a tutti gli atti posti in essere dalle startup innovative, successivi all’iscrizione nel registro delle
imprese.
La nascita di startup innovative è un impegno che
anche le Camere di commercio hanno assunto con
grande determinazione in questi mesi, anche sostenendo tutte le azioni che possono rappresentare una
semplificazione ed una riduzione di costi per le
nuove imprese.
AGRICOLTURA E ZOOTECNIA
BeneSSere
deI peSCI
allevatI
a dIverSe denSIta'
I
l codice di condotta per la pesca sostenibile è stato uno dei primi
documenti, di rilevanza internazionale, a delineare i principi di
un'acquacoltura sostenibile, basata sul rispetto dell'ambiente e sul
benessere dei pesci. Successivamente, nel 2005 sono stati varati i
Basic Standard di IFOAM per l'acquacoltura biologica. Infine nel 2009
lòa Commissione Europea ha approvato il reg. CE 710/2009 per l'acquacoltura biologica. Anche a seguito della rapida esponsione del
settore, il tema del benessere dei pesci allevati ha attirato un'attenzione crescente, sia per ragioni di carattere etico che per i riflessi
sulle migliori performance zootecniche, l'accresciuta immunità, una
maggiore capacità di reagire a condizioni di stess e la qualità delle
carni. Nel regolamento europeo la densità è considerata uno degli
elementi con più elevato impatto sulle condizioni di benessere.
Tuttavia, è ancora piuttosto controverso quale sia il limite di densità per preservare condizioni effettive di benessere negli allevamenti. Lo scopo di questo studio è stato la verifica sperimentale delle
condizioni di bnessere di due fra le più comuni specie allevate in
Europa: il branzino (Dicentrarchus labrax) e la trota iridea
(Oncorhynchus mykiss). In due diversi esperimenti, branzini e trote
sono stati allevati con densità crescenti, stimando gli effetti delle
diverse densità sulla condizione di benessere mediante un insieme di
indicatori del metabolismo energetico. Il consumo di ossigeneo e l'attività muscolare sono stati i principali indicatori presi in esame per
stimare il metabolismo energetico durante gli esperimenti. Il coinvolgimento dei diversi tipi di muscolatura implica un diverso utilizzo
delle energie metaboliche e, di conseguenza, una diversa risposta
agli stimoli. Infatti, la muwscolatura dei pesci è principalmente composta da fibre glicolitiche a contrazione veloce (bianche) e fibre ossidative a contrazione lenta (rosse). La struttura delle fibre muscolari rosse presenta un'alta concentrazione di mioglobina. Inoltre, il
muscolo rosso dei pesci, al contrario della maggior parte dei vertebrati, presentaconsistenti riserve di glicogeno. Questa particolare
caratteristica spiegherebbe perché la via metabolica per sostenere il
nuoto sia principalmente aerobica. La fonte energetica della muscolatura bianca è rappresentata soprattutto dal metabolismo dei carboidrati. Per questa ragione, la produzione energetica, quasi esclusivamente per via anaerobica (glicolisi anaerobica), è in grado di fornire energia per far fronte a sforzi rapidi, ma di breve durata, come
durante le fasi di nuoto sostenuto.
16
Impresa Cooperativa
matEriali E mEtodi
Le prove di allevamento dei branzini sono state condotte a densità
fra 10 (bassa densità) e 5o kg/m3 (alta densità). Le prove hanno
avuto una durata di circa quattro mesi. L'attività aerobica e anaerobica sono state monitorate durante l'allevamento mediante elettromiogrammi (EMG) registrati da sensori installati chirurgicamente in
41 branzini, distribuiti in modo random nelle due prove ad alta e
bassa densità. Nel caso delle trote sono stati installati chirurgicamente sensori per rilevare i battiti della coda (tail-beat) in 18 esemplari, distribuiti in modo random nelle due prove a bassa ed alta densità. Prima dell'inizio delle prove di allevamento sono stati effettuati i test necessari per ottenere i valori base del metabolismo energetico delle due specie. La velocità critica di nuoto (Ucrit), che fornisce una stima della massima attività aerobica che può essere sostenuta da un pesce, è stata stimata utilizzando una camera di nuoto di
tipo stazionario nella quale viene imposto un flusso d'acqua a velocità costante. La camera è costituita da due cilindri concentrici di
plexglas trasparente lunghi 123 cm con un diametro rispettivamente
di 24 e 35 cm. Il volume totale della camera è di 120 litri. Il flusso
d'acqua all'interno della camera è generato da un'elica posta nel tubo
più esterno, collegata ad un motore, con una potenza di 3 CV, attraverso un'asse motore.
La velocità dell'elica, misurata in Hertz, viene controllata da una
centralina elettrica. Il valore di Ucrit assoluto è stato calcolato:
Ucritassoluto = U+(t:At)xu
dove U rappresenta l'ultimo intervallo di velocità completato per
intero (m s1); t è il il tempo impiegato nell'ultimo intervaallo per
raggiungere l'affaticamento (in s); AT è l'intervallo di tempo in cui
viene applicata la medesima velocità (600 s); u indica l'incremento
di velocità per ogni intervallo di tempo (0,1 ms1).
Ciascun pesce destinato alla prova è stato tenuto a digiuno per le 12
ore precedenti il test in modo da assicurare una condizione di post
assorbimento (stadio di consume delle reiserve di glicogeno), in
maniera che l'attività muscolare non fosse influenzata dalla digestione e/o assorbimento del cibo. I diversi livelli di velocità critica di
nuoto sono stati calibrati con i valori relativi di EMG misurati e con
la frequenza dei battiti di coda durante il nuoto. L'attività muscolare è stata, inoltre, correlata con il tasso di consumo di ossigeno. Il
dispendio energetico può essere, infatti, misurato attraverso il con-
AGRICOLTURA E
sumo di ossigeno durante prove di nuoto sostenuto, mentre il metabolismo basale corrisponde al consumo di ossigeno in condizioni di
riposo. Il monitoraggio del consumo di ossigeno è essenziale per
avere una stima di Scope for Activity (SFA), ossia la quantità di energia disponibile per svolgere le varie attività vitali per il pesce (nuoto,
predazione, fuga, corteggiamento, riproduzione, etc), esclusa la
quantità destinata al solo metabolismo basale, (Standard Metabolic
Rate, SMR) che rappresenta, invece, il consumo di ossigeno in un
pesce non in movimento.
Considerando che i livelli di EMG, di tail beat e del consumo di ossigeno rapportati all'Ucrit consentono di misurare il limite massimo
sostenibile dell'attività aerobica di un pesce, è stato possibile stimare la condizione fisiologica dei pesci durante le due prove di allevamento alle diverse densità ed, in particolare, la spesa energetica
effettivamente impiegata nelle differenti condizioni.
Nell'analisi dei risultati per ogni densità è stato stimato un modello
GML dei valori di attività utilizzando le ore del giorno ed il giorno
come variabili esplicative del modello di seguito riportato:
Attività = axOra+BxGiorno+err
Il giorno e l'ora sono stati utilizzati come parametri fattoriali.
riSultati
Gli esperimenti con i branzini allevati alle densità più alte hanno
mostrato una condizione di maggiore attività aerobica e spesa energetica. I livelli di EMG sono risultati significativamente diversi (Chen
test, Fobs > Fcrit; a= 0.05). Nel caso dei branzini allevati ad alta densità, l'attività muscolare è stata circa due volte superiore che nei
branzini allevati a bassa densità. Inoltre, il livello medio degli EMG
registrati durante la prova con alta densità è risultato molto più vicino al valore della velocità critica di nuoto, rispetto al valore medio
degli EMG registrato durante la prova a bassa densità. In altri termini, è stato possibile stimare livelli crescenti dell'attività anaerobica,
che corrispondono ad un maggiore utilizzo dei substrati energetici di
ZOOTECNIA
riserva. Una minore dispopnibilità di tali substrati deeprime la capacità di fronteggiare ulteriori fonti di stress. In tal senso la misura dell'attività muscolare può essere considerata un indice della condizione di benessere. Le prove di Ucrit hanno confermato le caratteristiche di buon nuotatore della trota iridea, in grado di raggiungere velocità fino a circa 1.28 m/s, in termini assoluti e 3.71 BK/s, in termini
relativi.
L'applicazione di un Generalized Linear Model (GLM) all'attività natatoria circadiana ha mostrato in entrambe le densità un elevata significatività della stima per tutte le ore del giorno e della notte.
Dagli esperimenti risulta evidente che la maggior parte dell'attività
di nuoto delle trote si registra durante le ore diurne, ed in particolare, in questo periodo della giornata, i livelli di attività registrati nel
gruppo sperimentale a più alta densità risultano più elevati di quelli
degli animali allevati a bassa densità. I livelli medi di attività delle
trote, nelle due densità sperimentali, sono stati rispettivamente di
56.62-0.083 e 65.30-0.098, per la bassa e l'alta densità. Questi risultati, significativamente differenti nelle due densità (test di KrusKalWallis, p-value < 2.2E-16), corrispondono tuttavia a livelli di consumo di ossigeno pari a 334.3 e 392.2 mgO2/kg/h, livelli di richiesta
energetica abbondantemente al disotto della soglia critica, identificata con il SFA (549.03 mgO/kg/h).
In conclusione, mentre l'allevamente dei branzini alle alte densità ha
mostrato un utilizzo dei substrati energetici molto prossimo a valori
critici, per la trota i livelli di richiesta energetica sono risultati non
critivci in entrambe le prove.
Da queste conclusioni potranno deriivare utili elementi di riflessione
in vista della prossima revisione del Reg. CE 710/09.
Prof. giuseppe lembo - università degli Studi di torino
istituto di Scienze delle Produzioni alimentari - consiglio nazionale delle ricerche (cNr) - coiSPa tecnologia e ricerca Bari scrl
AGRICOLTURA SOCIALE, “BENE OK COMMISSIONE SU TESTO DI LEGGE, MA ATTENZIONE A
NON ESCLUDERE LE COOPERATIVE SOCIALI”
Nota congiunta dei presidenti dell’Alleanza delle Cooperative
Agroalimentari Giorgio Mercuri e del portavoce Alleanza delle
Cooperative Sociali Giuseppe Guerini
“
Apprezziamo lo sforzo della Commissione
Agricoltura che ieri ha definito il Testo
della proposta di legge sull’agricoltura
sociale che ora è pronta ad approdare all’Aula
di Montecitorio. Riteniamo tuttavia imprescindibile che nel testo si provveda nel corso dell’iter parlamentare a introdurre opportune
modifiche, affinché la disposizione normativa
non rechi pregiudizio alle migliaia di cooperative sociali che da anni si occupano di inserimento lavorativo delle persone svantaggiate
attraverso lavori agricoli: nei terreni confiscati alla criminalità organizzata, con le tantissime comunità che accolgono i giovani che intraprendono percorsi di riabilitazione dalle
dipendenze, con le opportunità che diamo a
persone con disabilità fisiche e psichiche di
lavorare”.
Lo dichiarano in una nota congiunta i presidenti
dell’Alleanza
delle
Cooperative
Agroalimentari Giorgio Mercuri e il portavoce
Alleanza delle Cooperative Sociali Giuseppe
Guerini. “Paradossalmente con la formulazione
del DDL approvata in Commissione la stragran-
de maggioranza delle realtà che oggi fanno
agricoltura sociale sarebbero tagliate fuori perché non sarebbero considerate “agricoltura
sociale” nella definizione che ne danno gli articoli 1 e 2 del DDL”, spiega Guerini. “Il limite
minimo del 30% del fatturato in agricoltura
previsto dal DDL – continua - è una percentuale troppo alta e in sostanza taglierebbe fuori il
90% delle cooperative sociali che oggi fanno
agricoltura sociale in maniera seria, rigorosa e
improntata ad autentici principi di solidarietà.
Addirittura all’articolo 2, il Disegno di legge
finisce con l’equiparare l’inserimento lavorativo di un disabile grave o una persona con
pesanti problemi psichiatrici con un giovane
neodiplomato. E’ importante quindi che la
Camera corregga questi punti del disegno di
legge”. “Apprezziamo il fatto che in materia di
organizzazioni di produttori (OP) il testo
approvato dalla Commissione Agricoltura
abbia fatto riferimento alla disciplina nazionale e comunitaria di riferimento”, aggiunge il
presidente dell’Alleanza delle Cooperative
Agroalimentari Giorgio Mercuri. “Così facendo,
si è evitato di snaturare il ruolo delle OP, ossia
quello di aggregare l’offerta e commercializzare il prodotto dei soci”.
Impresa Cooperativa
17
AGRICOLTURA E
ZOOTECNIA
ORZO DISTICO DAI
cAMPI.....ALL'INDUSTRIA
S
ono alcuni anni che l'industria della birra richiede
sempre maggiori quantità di orzo distico.
Vogliamo pertanto riportare, per quei coltivatori
che non ne conoscessero la lavorazione e la produzione , le norme tecniche per una buona coltivazione
dell'orzo distico da birra. Alla domanda in quali terreni è possibile coltivare l'orzo distico, la risposta è
semplice, infatti, tutti i terreni sono idonei alla coltivazione purché siano esenti da ristagni d'acqua.
Ma quali sono i vantaggi tecnici ed economici della
coltivazione dell’orzo distico da birra? Chi ha terreni
poco o mediamente fertili con l’orzo distico ha una
elevata produzione di granella, a seconda della fertilità e delle condizioni ambientali si possono ottenere
ottime rese ettariali con spiccata precocità.
Si può richiedere il ritiro garantito alle industrie produttrici di birra, evitando così inutili perdite di tempo
per il collocamento del prodotto e soprattutto nessuna speculazione sul prezzo.
Naturalmente il potere germinativo e l’energia germinativa dell’orzo sono essenziali per la produzione del
malto; per questo all’agricoltore si richiedono tutti
quegli accorgimenti che evitino, durante la raccolta,
che l’orzo si inumidisca. Ma il pericolo maggiore è nell’alta percentuale di umidità nei semi. Il 14% di acqua
è il limite massimo oltre il quale non è possibile conservare l’orzo nei silos senza comprometterne la germinabilità. Si corre il rischio di quello che in gergo
maltario si chiama “scaldata”.
L’orzo umido immagazzinato in estate con temperature alte potrebbe “scaldare” rovinando anche le partite vicine. La germinabilità potrebbe scendere a livel-
18
Impresa Cooperativa
li tali da compromettere l’uso di quell’orzo per malteria. Ecco in modo chiaro le norme per la coltivazione dell’orzo distico da birra.
Il terreno deve essere lavorato con un'aratura profonda, specie nei terreni poco permeabili; va fatto un
primo grossolano affinamento con erpicature energiche, possibilmente molto tempo prima della semina,
dopo la semina una leggera erpicatura di rifinitura.
L'epoca della semina dell'orzo in generale e quello da
birra in particolare non deve essere troppo anticipata.
A seconda delle varietà vanno attuate, nel periodo
ottobre/ novembre, per le varietà autunnali e nel
periodo novembre/ gennaio, per le varietà invernali.
Premessa indispensabile per la buona riuscita delle
coltivazioni è l'utilizzo di sementi selezionate, di ottima qualità genetica e trattate con fungicidi. La semina, per tutte le varietà, vuole il seme poco interrato,
bastano 2/3 cm. Per quanto riguarda la densità non c'é
nessuna convenienza ad eccedere con la quantità di
seme; 450 circa di semi per mq su un terreno ben preparato sono più che sufficienti ad assicurare la giusta
copertura, questo grazie all'accestimento. Per le
prime semine bisogna usare 180 kg/ha di seme, che va
aumentato di 10 kg/ha per ogni 10 giorni di ritardo.
La concimazione è uno dei fattori più importanti per
la riuscita della coltivazione. Il fosforo ed eventualmente il potassio, vanno distribuiti prima della semina in quanto non essendo elementi mobili richiedono
l'incorporazione nel terreno. Per i terreni di media
fertilità è bene dare 80 unità di potassio P205. Il
potassio è utile solo in quei terreni che all'analisi ne
risultano carenti. Oltre il fosforo ed il potassio per
AGRICOLTURA E
l'orzo distico è importantissima la concimazione azotata, perché da essa dipende sia la resa che la qualità
della granella. Il sistema che l'esperienza ha dimostrato conciliare al meglio questi due aspetti è il seguente:
fornire tutto l'azoto necessario è sufficiente per il buon
sviluppo vegetativo della coltura, ma vanno evitati
eccessi seguendo la buona regola, che poi è tassativa,
di darlo presto, sotto forma di concime e ad effetto non
troppo differito. La quantità di azoto necessaria varia a
seconda della fertilità e la freschezza del terreno. Le
quantità variano da un minimo di 80 kg/ha, nel caso di
coltura precedente e miglioratrice del terreno e in terreni con modeste riserve d'acqua, ad un massimo di 120
kg/ha in quei terreni freschi, profondi e preceduti da
coltura sfruttante.
Il momento di applicazione dell'azoto è determinante ai
fini del risultato produttivo. La regola da seguire è la
seguente: per le semine autunnali 20/30% circa della
dose totale nel momento della semina, il restante
70/80% da distribuire alla seconda/terza foglia che
coincide con i mesi di gennaio/febbraio, non andare
oltre; per le semine invernali 50% al momento della
semina e l’altro 50% ugualmente alla seconda/terza
foglia. Anche in questo secondo caso non andare oltre.
La distribuzione di azoto così applicata da modo al concime di promuovere uno sviluppo ottimale della coltura, non crea, ma anzi evita, un eccesso di proteine
nella granella. Il tipo di concime azotato da preferire è
il nitrato di ammonio al 26/27%N. Per le sole concimazione al momento della semina si potrà impiegare azoto
ammoniacale, quello, per esempio, dei concimi
fosfo/azotati composti da fosfato biammonico NP 18/46
o binario NP 15/30, oppure altro.
L’esperienza ha dimostrato che il mancato diserbo compromette, e non poco, il raccolto. Quindi è consigliabi-
ZOOTECNIA
le, nell’interesse sia della produzione che della granella, di applicare la massima diligenza nella lotta contro
le erbe infestanti. D'altronde il diserbo dell’orzo può
essere eseguito in queste maniere: In preemergenza,
cioè subito dopo aver seminato, con dei prodotti a larga
azione erbicida che sono efficaci anche contro altri tipi
di infestanti come le graminacee e diversificando i prodotti a seconda il tipo di semina normale o ritardata.
Questi trattamenti sono consigliabili in quei terreni
dove è difficile transitare in inverno. La post emergenza, che si ha nel periodo febbraio fino a inizio levata, si
presenta in due modi diversi infestazione prevalentemente di specie a cosi detta “foglia larga” con poche
graminacee è sufficiente un leggero trattamento di
10/15 gr/ha oppure 1/1,5 L/ha. Se invece l’infestazione vede una elevata presenza di infestanti graminacee,
in particolare l’avena, ma se ci sono oltre cinque pianta per mq, sarà necessario ricorrere anche ad un trattamento con graminicidi selettivi. Il post emergenza tardiva, quella che si presenta verso marzo/aprile, va considerato come un intervento di soccorso di solito si tratta di infestanti a foglia larga come rapastrelle, papaveri , veccia ecc., oppure la solita avena selvatica o coda
di volpe. In questo caso va fatto un trattamento specifico all’inizio della levata dell’avena.
Naturalmente il diserbo del post emergenza per essere
fatto razionalmente e con efficacia richiede la conoscenza delle specifiche erbe infestanti appena nate. I
campi quindi dovranno essere sempre ispezionati in
modo sistematico; L’intervento quindi sarà scelto in
base a ciò che è presente e va eseguito tempestivamente affinché si colpiscano le infestanti quando sono
ancora molto giovani; ricordando che vanno rispettate
rigorosamente le indicazioni del rivenditore.
Dr. Alessandro Macchi - Agronomo
L’acquacoltura è una delle attività
di produzione alimentare a più alto
tasso di crescita a livello mondiale
V
iceversa, quasi ovunque, il superamento dei limiti sostenibili delle
catture in mare ha reso stazionari i
livelli di produzione della pesca. Il problema della sicurezza e qualità dei prodotti alimentari in generale e quindi
anche di quelli ittici, le tematiche
ambientali, il cosiddetto “benessere
degli animali”, in cima alle preoccupazioni dei cittadini, sono alla base della
decisione dell’IFOAM (International
Federation of Organic Agriculture
Movements), organismo internazionale
di riferimento per le produzioni biologiche, di avviare il percorso di approvazione dei Basic Standard anche per l’acquacoltura biologica. Altre esperienze
volontarie di certificazione di prodotti
ittici sono state già avviate in Gran
Bretagna, Germania, Svezia, Svizzera,
Norvegia, Austria, Irlanda, Stati Uniti e
Canada.
Su queste premesse, a partire dal 2004,
ICEA aveva attivato uno schema di certificazione volontaria che prendeva a riferimento
il
disciplinare
redatto
dall’Associazione Italiana Agricoltura
Biologica che regolamentava gli allevamenti in vasche a terra e la maricoltura.
Tale disciplinare nasceva da un’ampia
consultazione di ricercatori, produttori
e consumatori e si avvaleva delle esperienze di uno studio multidisciplinare
promosso alcuni anni fa dal Consorzio
UNIPROM.
I contenuti del disciplinare rispettavano
i criteri fondamentali della zootecnia
biologica, opportunamente rapportati al
settore, i cui tratti caratteristici sono:
a) Una grande attenzione agli aspetti
etici e di salvaguardia ambientale
b) Pari attenzione verso pratiche zootec-
niche che salvaguardino il benessere
degli animali
c) La qualità e la naturalità come elemento centrale della produzione.
L’alimentazione prevedeva l'uso di mangimi privi di Ogm, a garanzia del consumatore ed equilibrati rapporti nutrizionali a garanzia della salvaguardia della
specie.
Particolare attenzione era stata posta ai
parametri fisico-chimici dell’acqua, agli
spazi in vasca per numero di esemplari,
agli scarichi, perfino alla velocità delle
correnti sotto le gabbie. Oltre che,
naturalmente, a inquadrare la fondamentale fase della conversione.
Tra i primi casi di concreta applicazione
si menzionano un allevamento estensivo
in un’area protetta della laguna veneta
(Blu Valley Srl), e la maricoltura della
cooperativa "Nautilus" di Vibo Valentia.
Impresa Cooperativa
19
AGRICOLTURA E
ZOOTECNIA
LE ECCELLENZE BIOLOGICHE DELL’UMBRIA
Segue dal fascicolo n. 71
20
Impresa Cooperativa
AGRICOLTURA E
ZOOTECNIA
Impresa Cooperativa
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AGRICOLTURA E
22
ZOOTECNIA
Impresa Cooperativa
AGRICOLTURA E
ZOOTECNIA
Impresa Cooperativa
23
AGRICOLTURA E
ZOOTECNIA
Segue nel fascicolo n. 73
24
Impresa Cooperativa
DALLA UE
INIZIATIVA A FAVORE
DELL'OCCUPAZIONE GIOVANILE
La Commis-sione e gli Stati membri si incontrano per accelerare
l'implementazione di un fondo specifico da 6 miliardi di euro
L
'11 luglio esperti della Commissione europea e degli Stati membri si riuniscono a Bruxelles per accelerare la programmazione e l'implementazione pratica dell'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile nell'ambito
di un seminario specifico organizzato dalla Commissione.
Obiettivo del seminario è lavorare insieme sulla programmazione delle misure finanziate dall'Iniziativa a favore dell'occupazione giovanile, in modo che
tutti gli Stati membri ammissibili a fruirne possano ricevere quanto prima i
finanziamenti. L'importo stanziato per l'iniziativa a favore dell'occupazione
giovanile, programmata assieme al Fondo sociale europeo nel periodo 201420, è destinato ad azioni rivolte ai giovani di meno di 25 anni (o se, uno Stato
membro decide così, fino a 29 anni), essenzialmente quelli che non sono più
scolarizzati, che non stanno effettuando un tirocinio e che non hanno un
impiego (i cosiddetti NEET), nelle regioni in cui la disoccupazione giovanile
superava nel 2012 il 25%. Venti Stati membri sono ammissibili a fruire dei
finanziamenti dell'Iniziativa a favore dell'occupazione giovanile poiché sul loro
territorio si trovano simili regioni. Finanziando l'erogazione diretta di posti di
lavoro, apprendistati, tirocini o proseguimento dell'istruzione l'Iniziativa per
l'occupazione giovanile sostiene direttamente la messa in atto di sistemi
nazionali di Garanzia per i giovani.
La spesa è ammissibile a partire dal 1° settembre 2013, il che significa che i
finanziamenti possono essere retroattivi. Le autorità nazionali devono presentare dei programmi operativi contenenti le misure atte a impiegare i finanziamenti dell'Iniziativa a favore dell'occupazione giovanile affinché tali programmi siano approvati dalla Commissione nel rispetto dei termini dei regolamenti adottati dal Consiglio dei ministri dell'UE e dal Parlamento europeo.
Sinora, la Commissione ha adottato il programma operativo della Francia per
l'occupazione giovanile, mentre il progetto di programma operativo dell'Italia
si trova nelle fasi finali delle discussioni con la Commissione. Altri Stati membri, tra cui la Bulgaria, la Croazia, l'Irlanda, la Polonia e la Svezia, stanno a
loro volta attuando progetti che verranno finanziati dall'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile. La proposta della Commissione relativa a una garanzia per i giovani è stata presentata nel dicembre 2012, è stata formalmente
adottata dal Consiglio dei ministri dell'UE il 22 aprile 2013 ed è stata sottoscritta dal Consiglio europeo del giugno 2013. La logica che sottende la
Garanzia per i giovani è semplicissima: assicurare che nessun giovane sia
lasciato senza lavoro o inattivo per più di quattro mesi. Nell'ambito della
Garanzia per i giovani tutti i giovani di meno di 25 anni dovrebbero ricevere
un'offerta qualitativamente valida di lavoro, tirocinio, apprendistato o ulteriore istruzione entro quattro mesi dal momento in cui si ritrovano disoccupati o da quando lasciano il mondo dell'istruzione. Una simile riforma strutturale rappresenta un investimento nel capitale umano.
Tutti i 28 Stati membri hanno presentato i loro piani di attuazione della
Garanzia per i giovani e stanno realizzando i primi passi per porre in atto i loro
sistemi di Garanzia per i giovani.Il Fondo sociale europero, che eroga annualmente più di 10 miliardi di euro nel periodo 2014-2020, è la più importante
fonte di finanziamenti unionali per attuare la Garanzia per i giovani.Per integrare il sostegno finanziario unionale destinato alle regioni in cui si registrano
i tassi più elevati di disoccupazione e inattività giovanili, la Commissione e il
Parlamento europeo hanno concordato di istituire uno strumento finanziario
specifico - iniziativa a favore dell'occupazione giovanile (IOG) - per gli Stati
membri in cui vi sono regioni dove la disoccupazione giovanile supera il 25%.
Il finanziamento dell'IOG comprende 3 miliardi di euro a valere su una nuova
linea di bilancio specifica dell'UE consacrata all'occupazione giovanile (anticipata al 2014-15) cui si aggiungono almeno 3 miliardi di euro a valere sugli stanziamenti del Fondo sociale europeo per gli Stati membri.
L'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile ha vocazione a sostenere singole persone, soprattutto i NEET, piuttosto che a implementare riforme strutturali (queste ultime ricevono il sostegno dal FSE). L'IOG può essere utilizzata per sostenere attività tra cui una prima esperienza lavorativa, l'offerta di
tirocini e apprendistati, il sostegno all'avvio di un'impresa per i giovani imprenditori, un'istruzione e una formazione professionali di qualità, programmi
della seconda opportunità per coloro che hanno abbandonato prematuramente la scuola, nonché incentivi salariali e all'assunzione mirati.
Anna Maria Pugliese
Impresa Cooperativa
25
DALLA UE
AMBIENTE: OBIETTIVI DI RICICLAGGIO
PIÙ AMBIZIOSI PER PASSARE A
UN'ECONOMIA CIRCOLARE CON PIÙ
OCCUPAZIONE E CRESCITA SOSTENIBILE
L
a Commissione ha adottato
alcune proposte intese a
sviluppare un'economia più
circolare in Europa e a promuovere il riciclaggio negli Stati
membri. Il conseguimento dei
nuovi obiettivi in materia di
rifiuti creerebbe 580 000 nuovi
posti di lavoro, rendendo
l'Europa più competitiva e riducendo la domanda di risorse
scarse e costose.
Le misure proposte,
che consentirebbero
peraltro di ridurre
l'impatto ambientale e
le emissioni di gas a
effetto serra, prevedono il riciclaggio del
70% dei rifiuti urbani e
dell'80% dei rifiuti di
imballaggio entro il
2030 e, a partire dal
2025, il divieto di collocare in discarica i
rifiuti riciclabili. Tra
gli obiettivi figura
anche la riduzione dei
rifiuti marini e alimentari.
L'innalzamento degli
obiettivi in materia di
rifiuti nelle direttive
esistenti rientra nell'ambizioso sforzo di
realizzare una transizione fondamentale
da un'economia lineare
a una più circolare. La
nuova visione propone un
modello economico diverso,
dove le materie prime non vengono più estratte, utilizzate
una sola volta e gettate via. In
un'economia circolare i rifiuti
spariscono e il riutilizzo, la
riparazione e il riciclaggio
diventano la norma. Prolungare
l'uso produttivo dei materiali,
riutilizzarli e aumentarne l'efficienza servono anche a rafforzare la competitività dell'UE
sulla scena mondiale. Tale
approccio è delineato in una
comunicazione che spiega come
l'innovazione nei mercati dei
materiali riciclati, nuovi modelli imprenditoriali, la progettazione ecocompatibile e la sim26
Impresa Cooperativa
biosi industriale possano permetterci di passare a una società e a un'economia a "rifiuti
zero". La comunicazione indica
come da un uso più efficiente
delle risorse deriveranno nuove
opportunità di crescita e occupazione. Una progettazione
innovativa, prodotti migliori e
più resistenti, processi produttivi più efficienti e sostenibili,
modelli imprenditoriali lungimi-
ranti e i progressi tecnici per
trasformare i rifiuti in una
risorsa concorreranno ad accrescere l'efficienza. Il pacchetto
che accompagna la comunicazione intende creare il contesto
che consentirà di trasformare in
realtà l'economia circolare, con
politiche meglio interconnesse,
una regolamentazione intelligente e il sostegno attivo delle
attività di ricerca e innovazione. Ciò permetterà di sbloccare
gli investimenti e attrarre i
finanziamenti, incentivando nel
contempo la partecipazione dei
consumatori e il coinvolgimento
più intenso delle imprese. Il
pacchetto suggerisce inoltre di
misurare la produttività delle
risorse in base al rapporto tra
PIL e consumo di materie prime,
proponendo di individuare nell'aumento del 30% di tale produttività entro il 2030 un possibile obiettivo principale da
inserire nella prossima revisione della strategia Europa 2020.
Le proposte legislative passeranno ora al Consiglio e al
Parlamento europeo. I progressi
nel conseguimento dell'obiettivo relativo alla produttività delle risorse
saranno
monitorati
nell'ambito del semestre europeo per la
governance economica. Tale obiettivo va
considerato nel contesto della revisione
intermedia della strategia Europa 2020. Gli
sforzi in materia di
ricerca e innovazione
nel campo dell'economia circolare saranno
intensificati. Il quadro
politico per la promozione
dell'economia
circolare sarà ulteriormente sviluppato nel
corso dei prossimi
anni.
Le proposte legislative
riguardano principalmente la direttiva
quadro sui rifiuti, la
direttiva sulle discariche e la direttiva sugli
imballaggi e sui rifiuti di imballaggio. Oltre a rivedere gli
obiettivi, le proposte mirano a
semplificare la legislazione in
materia di rifiuti e a intensificare
la
cooperazione
tra
Commissione e Stati membri, al
fine di garantire una migliore
attuazione. Saranno definite le
condizioni operative minime per
i regimi di responsabilità estesa
del produttore e saranno adottati approcci su misura per flussi di rifiuti specifici, quali ad
esempio i rifiuti marini, il
fosforo, i rifiuti da costruzione
e demolizione, gli alimenti, i
rifiuti pericolosi e la plastica.
Rossana Zambelli
DALLA UE
Piano d'azione verde per le PMI
Trasformare le sfide ambientali in opportunità di business
L
a Commissione europea ha
adottato una comunicazione
dal titolo "Piano d'azione
verde per le PMI: aiutare le PMI a
trasformare le sfide ambientali in
opportunità di business". Il piano
d'azione illustra una serie di iniziative, proposte a livello europeo
e orientate alle PMI, volte ad aiutare queste ultime a sfruttare le
opportunità offerte dal passaggio
a un’economia verde, rendendo
più efficiente la gestione delle
risorse da parte delle PMI europee, promuovendo l'imprenditorialità verde, sfruttando le opportunità offerte da catene del valore più verdi e facilitando l'accesso
al mercato delle PMI verdi.
Il piano d'azione verde definisce
una serie di obiettivi e di iniziative corrispondenti, raggruppabili in
cinque sezioni:
1. Rendere le PMI più verdi per
assicurare maggiore competitività
e sostenibilità; Una gestione più
efficiente delle risorse da parte
delle PMI offre enormi potenzialità ai fini della riduzione dei costi
di produzione e dell'incremento
della produttività. Si calcola che
un migliore uso delle risorse
potrebbe far realizzare all'industria europea risparmi per un valore totale di 630 miliardi di euro
l'anno.
2. Imprenditorialità verde per le
imprese del futuro la prevenzione
dei danni ambientali e il passaggio
a un'economia a basse emissioni di
carbonio rappresentano una sfida
per la società, ma offrono anche
nuove opportunità di business per
le imprese che immettono prodotti e servizi verdi sul mercato. Le
PMI necessitano di un contesto
imprenditoriale favorevole in cui
idee verdi possano essere facilmente sviluppate, finanziate e
immesse sul mercato.
3. Opportunità per le PMI in una
catena del valore più verde la
rifabbricazione, la riparazione, la
manutenzione, il riciclaggio e l'ecodesign hanno grandi potenzialità di diventare volani della crescita economica e della creazione di
posti di lavoro, recando contemporaneamente un significativo
contributo nell'affrontare le sfide
ambientali. Le PMI e gli imprenditori hanno bisogno di un contesto
favorevole per progredire verso
un'economia circolare.
4. Accesso ai mercati per le PMI
verdi gli impegni internazionali
dell'UE in ambiti quali la cooperazione per fronteggiare i cambiamenti climatici o le politiche di
vicinato offrono opportunità concrete di accesso a nuovi mercati
alle PMI europee con competenze
verdi. L'87% delle PMI europee,
tuttavia, vende le proprie tecnologie, i propri prodotti o i propri servizi verdi solo sui mercati nazionali. Sono necessari un quadro più
favorevole e una maggiore cooperazione internazionale per aiutare
le PMI ad integrarsi con successo
nelle catene del valore mondiali.
5. Il piano d'azione verde per le
PMI è stato accolto con favore
dalle amministrazioni degli Stati
membri dell'UE e dalle parti interessate delle PMI nelle consultazioni sul futuro della politica a
favore delle PMI e nelle riunioni
con la rete dei Garanti per le PMI
e con le organizzazioni delle
imprese. È pertanto importante
che esso sia attuato per intero, in
modo da garantire un impatto in
tutta Europa a vantaggio delle
PMI.
La gestione efficiente delle risorse
costituisce uno dei principali volani della competitività delle imprese dato che, in media, il 40% dei
costi dell'industria manifatturiera
europea è da attribuire alle materie prime e che tale quota sale al
50% del totale dei costi di produzione se si aggiungono i costi dell'energia e dell'acqua, a fronte di
una quota solo del 20% del costo
del lavoro.
Il Consiglio europeo del marzo
2014 ha messo in evidenza come
l'Europa abbia bisogno di una base
industriale forte e competitiva, in
termini sia di produzione che di
investimenti, quale motore principale di crescita economica e di
occupazione. Il Consiglio europeo
ha chiesto inoltre un impegno
ininterrotto per contenere i costi
dell'energia che gravano sugli
utenti finali dell'energia, in particolare attraverso ingenti investimenti nel campo dell'efficienza
energetica e la gestione della
domanda di energia lungo l'intera
catena del valore e nella fase di
R&S. Ha messo in evidenza come
l'UE e gli Stati membri debbano
consentire alle PMI di trasformare
le sfide ambientali in opportunità.
Il piano d'azione verde intende
contribuire alla reindustrializzazione dell'Europa, quale propugnata nella comunicazione "Per una
rinascita industriale europea" e
avallata dal Consiglio europeo,
attraverso la promozione della
competitività delle PMI e il sostegno allo sviluppo di imprese verdi
in tutte le regioni europee. Il
piano d'azione verde integra
l'Iniziativa per favorire l'occupazione verde, che propone una
tabella di marcia per la promozione della creazione di posti di lavoro verdi nell'UE, nonché il pacchetto sull'economia circolare e
l'analisi degli obiettivi per i rifiuti.
Rossana Zambelli
Impresa Cooperativa
27
DALLA UE
LA COMMISSIONE EUROPEA CONTRO LE
PRATICHE SLEALI NELLA FILIERA ALIMENTARE
O
ggi la Commissione europea ha adottato una comunicazione che invita gli Stati membri a cercare il modo di
migliorare la protezione dei piccoli produttori e dettaglianti di prodotti alimentari contro le pratiche sleali dei loro
partner commerciali spesso molto più forti. Prima che un prodotto alimentare arrivi fino al consumatore, molti operatori
del mercato (produttori, trasformatori, dettaglianti, ecc.)
intervengono nella filiera per aggiungere qualità e valore. A
causa di sviluppi come una maggiore concentrazione del mercato, vi sono livelli di potere negoziale molto diversi nelle
relazioni tra i diversi attori della catena di approvvigionamento. Anche se le differenze nel potere contrattuale sono comuni e legittime nelle relazioni commerciali, questi squilibri possono a volte tradursi in pratiche commerciali sleali,
Il vicepresidente della Commissione, responsabile per il
Mercato interno e i servizi, Michel Barnier, ha dichiarato: "In
quanto consumatori, tutti noi facciamo acquisti presso i nostri
dettaglianti locali ma la catena di approvvigionamento alimentare ha un’evidente dimensione di mercato unico europeo. In questo contesto è necessario disporre di condizioni
eque e pari tra le PMI fornitrici e i dettaglianti di prodotti alimentari, da un lato, e i produttori multinazionali e la grande
distribuzione, dall’altro, ed è proprio quello che le pratiche
commerciali sleali mettono a repentaglio. Il settore ha già
compiuto sforzi importanti e preziosi per affrontare comportamenti sleali e dovrebbe continuare a farlo. Gli Stati membri
dovrebbero garantire di disporre di quadri normativi efficaci e
coerenti per consolidare e integrare le iniziative di autoregolamentazione."
Le pratiche commerciali sleali includono:
evitare o rifiutare di mettere per iscritto condizioni commerciali essenziali
modifiche retroattive unilaterali dei costi o dei prezzi dei prodotti o dei servizi
trasferimento di rischio ingiustificato o sproporzionato verso
una parte contraente
perturbazione deliberata di un calendario di consegna o ricevimento per ottenere vantaggi ingiustificati o scioglimento
unilaterale e senza preavviso di una relazione commerciale o
imposizione di un preavviso irragionevolmente breve e senza
una ragione obiettivamente giustificata.
La filiera alimentare è essenziale non solo per la vita e il
benessere quotidiani dei consumatori, ma anche per l’economia nel suo insieme, poiché occupa oltre 47 milioni di persone nell’UE, molte delle quali in PMI, e rappresenta circa il 7%
del valore aggiunto lordo. Il volume complessivo del mercato
del commercio al dettaglio di prodotti alimentari nell’UE è stimato in 1 050 miliardi di euro. La filiera alimentare ha una
dimensione internazionale forte e riveste un'importanza particolare nel mercato unico dell'UE. Gli scambi transfrontalieri
fra Stati membri dell’UE rappresentano circa il 20% della produzione alimentare totale dell’UE. Le stime suggeriscono che
almeno il 70% delle esportazioni annue complessive di prodotti agricoli dei paesi UE è destinato ad altri Stati membri
dell’UE.
La comunicazione sulle pratiche commerciali sleali suggerisce
una serie di priorità espresse dalle parti interessate per agevolare un efficace quadro a livello europeo contro tali pratiche. La comunicazione non propone un'azione normativa a
livello unionale bensì esorta gli Stati membri ad accertarsi di
avere adottato adeguate misure contro le pratiche commerciali sleali, tenuto conto delle specificità nazionali. Quanto
suggerito nella comunicazione si basa su tre pilastri:
28
Impresa Cooperativa
1. Sostegno all’iniziativa volontaria della filiera: i codici di
condotta volontari costituiscono un’importante pietra miliare
nelle relazioni commerciali eque e sostenibili. La comunicazione incoraggia quindi gli operatori della filiera alimentare ad
aderire all'iniziativa esistente della catena di fornitura, varata
nel settembre 2013, e alle sue piattaforme nazionali. Essa
invita inoltre il gruppo di governance dell’iniziativa a massimizzare la partecipazione delle PMI, che sono i principali
beneficiari dell’iniziativa.
2. Norme unionali per i principi di buone prassi: gli Stati membri che stanno già affrontando le pratiche commerciali sleali a
livello nazionale hanno scelto metodi diversi a tal fine. Altri
Stati membri non hanno invece ancora intrapreso alcuna azione specifica contro le pratiche commerciali sleali. Al fine di
affrontare efficacemente le pratiche commerciali sleali in
tutta l’Unione, e in particolare in ambito transfrontaliero,
sarà utile un’interpretazione comune delle norme in materia
di pratiche commerciali sleali. La comunicazione suggerisce
che i principi dell’iniziativa della catena di fornitura potrebbero costituire la base di tale intesa normativa comune. 3.
Applicazione più efficace a livello nazionale: se la parte più
debole di un rapporto commerciale è economicamente dipendente dalla sua controparte più forte, spesso può decidere di
astenersi dal difendersi contro le pratiche commerciali sleali
attraverso contenziosi giudiziari o meccanismi di risoluzione
volontaria, per timore di compromettere o di perdere il suo
rapporto commerciale. Per disporre un fattore dissuasivo credibile contro l’uso di pratiche commerciali sleali, la comunicazione suggerisce standard minimi di enforcement applicabili in
tutta l’UE. L’importanza di promuovere relazioni commerciali
sostenibili affrontando il problema delle pratiche commerciali sleali è stata sottolineata nel piano d’azione europeo per il
commercio al dettaglio del gennaio 2013. Il Libro verde della
Commissione sulle pratiche commerciali sleali nella catena di
fornitura alimentare e non alimentare tra imprese in Europa,
pubblicato insieme con il piano d’azione, ha avviato un ampio
dibattito e suscitato risposte da un’ampia gamma di parti interessate. La comunicazione odierna ne rappresenta il proseguimento. Le pratiche commerciali sleali possono avere effetti
nocivi, in particolare sulle PMI della filiera alimentare, in
quanto possono influire sulla capacità delle PMI di sopravvivere nel mercato, di effettuare nuovi investimenti finanziari in
prodotti e tecnologia, e sullo sviluppo delle loro attività transfrontaliere nel mercato unico. Si potrebbero inoltre verificare
effetti negativi indiretti lungo la catena di approvvigionamento per le PMI. Ad esempio, una PMI potrebbe rinunciare fin dall'inizio a stabilire un rapporto commerciale per il timore delle
pratiche commerciali sleali che le potrebbero essere inflitte.
Le pratiche commerciali sleali applicate nell’UE potrebbe inoltre avere effetti diretti o indiretti sui produttori e le imprese
al di fuori dell’UE, anche nei paesi in via di sviluppo. Numerosi
Stati membri hanno riconosciuto il potenziale dannoso delle
pratiche commerciali sleali e hanno avviato iniziative di regolamentazione contro di esse o si apprestano a farlo, il che ha
creato divergenze normative nell’UE. Nell'ambito del Forum di
alto livello sul migliore funzionamento della catena di approvvigionamento alimentare varato dalla Commissione, gli operatori del mercato hanno riconosciuto l'esistenza della problematica delle pratiche commerciali sleali e hanno sviluppato un
insieme di buone prassi per le relazioni verticali nonché un
quadro normativo di autoregolamentazione per attuare tali
principi, la cosiddetta iniziativa volontaria della filiera.
Rossana Zambelli
ESTERI
Volontari lanciano una campagna di vaccinazione dopo che la
poliomielite compare in Siria
M
igliaia di volontari reclutati e incaricati da gruppi non profit hanno inoculato circa 1,4 milioni di bambini
nelle regioni della Siria tenute dai ribelli quest’anno, sfidando bombardamenti e attacchi aerei per combattere la malattia dopo un’epidemia in ottobre, come riporta il Washington Post.
Una manciata di gruppi attivi in Siria, uniti come la Task Force specificamente diretta al Controllo della
Poliomielite, ha conquistato la collaborazione tra gli opposti rivali in combattimento per organizzare la campagna
vaccinale nella parte settentrionale del paese, nella quale l’UNICEF e altre agenzie di aiuto globali hanno accesso limitato. Lo sforzo è sostenuto da un miscuglio di gruppi caritatevoli locali, di aiuto internazionali e da governi stranieri. La poliomielite non era stata osservata in Siria da 15 anni, prima dell’epidemia dello scorso autunno.
Mali: professionisti sanitari addestrati
alla chirurgia di guerra
U
n seminario sul trattamento dei pazienti feriti da armi da fuoco o
armi esplosive, organizzato
dal Comitato Internazionale
d e l l a C r o c e Ro s s a ( I C R C ) , s i
sta aprendo
oggi a Bamako. Nell’arco di
tre giorni, circa 30 chirurghi, anestesisti e infermiere
specializzate dal Mali settentrionale e dal vicino
Niger condivideranno la loro
esperienza gli uni con gli
altri e discuteranno argomenti quali la balistica, il
trattamento chirurgico di
ferite addominali e toraciche
o traumi cranici causati da
armi o mine, trattamento di
ferite di massa, la prevenzione di infezioni e la riabilitazione fisica di pazienti
con ferite di guerra.
Impresa Cooperativa
29
ESTERI
AlgeriA: SAce diSponibile
A SoStenere impreSe itAliAne
S
ace, societa' italiana di assicurazione dei crediti
per attivita' all'estero controllata dalla Cassa
Depositi e Prestiti, conferma la disponibilita' a
sostenere la crescita del business italiano in Algeria,
caratterizzato da un contesto operativo in ripresa
sotto il profilo della sicurezza interna. Secondo le
previsioni di Sace, rese noto in occasione della missione del Governo in Algeria, il Paese si prepara a stabilizzarsi su un trend di crescita, moderato ma positivo,
mettendo a segno +5,2% medio annuo nei prossimi
quattro anni (2014-2017). L'Italia e' peraltro gia' tra i
primi partner commerciali dell'Algeria: e' il terzo
Paese fornitore, dopo Francia e Cina (con un export
pari a 4 miliardi di euro nel 2013), e il secondo Paese
importatore. Secondo Sace, il potenziale offerto alle
imprese italiane trova importanti sinergie con il
Programma di investimenti pubblici (del valore complessivo di 286 miliardi di dollari) varato dal governo
algerino per sostenere la diversificazione economica e
lo sviluppo urbanistico-infrastrutturale del Paese. Per
la meccanica strumentale e i metalli, che rappresentano da soli la meta' dell'export italiano nel Paese,
Sace prevede per i prossimi quattro anni una crescita
media annua dell'export rispettivamente del 5,8% e
del 5,1%. Si rilevano inoltre margini interessanti per
le apparecchiature elettriche italiane,che potranno
mettere a segno un aumento dell'8,5% delle vendite
nello stesso arco di tempo. Il percorso di diversifica-
zione dell'economia algerina offre opportunita' anche
per le esportazioni nei settori della gomma e plastica,
alimentari e bevande, chimica e farmaceutica.
ASTALDI: IN GARA IN VIETNAM,
INDONESIA E QATAR
L
a crescita arrivera' soprattutto dall'estero, da qui
giungera' il 75%-80% dei ricavi: cosi' ha dichiarato
l'amministratore delegato di Astaldi, Stefano Cerri
che ha anche indicato che i nuovi mercati i considerati piu' interessanti sono l'Australia, il Vietnam, dove
Astaldi e' prequalificata insieme alla coreana Daelim
per la metro di Ho Chi Minh City, e l'Indonesia dove,
sempre con Daelim, sta preparando un'offerta per un
progetto idroelettrico vicino a Jakarta. Anche la presenza in Medioriente andra' potenziata perche' "finora
non abbiamo spinto e abbiamo fatto un errore", ha
riconosciuto l'amministratore delegato. "Siamo in
Arabia Saudita - ha proseguito - ma non siamo in Qatar
dove pero' adesso stiamo lavorando su quattro gare".
Astaldi intende raggiungere l'obiettivo di oltre 4
miliardi di fatturato nel 2018 dai 2,5 miliardi del 2013.
Nel corso della presentazione del piano industriale,
Cerri ha sottolineato come sia gia' molto presente in
diverse aree a cominciare da Nord e Sud America il cui
peso crescera' ulteriormente. Dai nuovi mercati conta
di ottenere il 13% dei ricavi a fine piano. Cerri ha poi
parlato della difficile situazione in Venezuela dove il
gruppo ha un contenzioso aperto relativamente a un
contratto: "Il 13 luglio si apre il tavolo di negoziazione
e ci aspettiamo un pagamento graduale gia' da quest'anno anche perche' oggi tutte le somme dovute sono
30
Impresa Cooperativa
garantite nel budget dello stato venezuelano". Della
vicenda, inoltre, si sta occupando anche il Governo
italiano perche' si tratta di progetti che erano stati
assegnati ad Astaldi in base ad accordi intergovernativi fra i due Paesi.
ESTERI
Bielorussia: avvia nuovo Parco
Industriale con maxiesenzioni fiscali
I
n Bielorussia sono stati aperti i cantieri del
nuovo Parco Industriale denominato 'Vyaliki
Kamen', o 'Grande Roccia' nei pressi di Minsk
che occupera' una superficie totale di oltre 80
kmq e avra' lo status giuridico di Zona Economica
Speciale (ZES). Le imprese che si insedieranno
potranno godere di speciali condizioni fisda un
accordo bilaterale tra Bielorussia e Cin ma
potranno insediarsi investitori provenienti da tutti
i Paessi. Avranno diritto a un trattamento fiscale
e normativo particolarmente favorevole. Nei
primi 10 anni, esenzione fiscale totale da imposta
sui redditi, imposta sugli immobili, imposta fondiaria e per i successivi 10 anni, sconto del 50% sul
pagamento delle imposte. Inoltre, esenzione
totale da dazi doganali e IVA per i beni finalizzati
all'attuazione dei progetti di investimento nel
Parco. Infine, tassazione personale sul reddito per
gli impiegati nel Parco fissata al 9%, (25% in meno
di quella ordinaria). Potranno accedere questi
benefici societa' operanti nei settori dell'elettronica, chimica fine, biotecnologie, costruzioni
meccaniche, nuovi materiali, con un volume
dichiarato per progetto di investimento non inferiore a 5 milioni USD.
Cina: Fiat - Gac avvia costruzione
nuova fabbrica a Canton
I
l gruppo mondiale di lotta alla
povertà Care ha salutato l'adozione
bipartisan da parte del Senato
dell’Atto internazionale sulla violenza
contro le donne, che rende la fine alla
violenza contro le donne e le ragazze
una priorità diplomatica statunitense.
Il disegno di legge numero S.
2307 è stato introdotto dai senatori
Barbara Boxer (Democratica della
California), Susan Collins (Repubblicana
del
Maine),
Robert
Menendez
(Democratico del New Jersey), Mark
Kirk (Repubblicano dell’Illinois) e
Jeanne Shaheen (Democratica del New
Hampshire). Ai sensi di questa normativa il Segretario di Stato deve attuare
una strategia di mediazione globale per
affrontare la violenza basata sul genere e innalzare il profilo degli sforzi nell'ambito del Dipartimento di Stato e
dell'Agenzia statunitense per lo
Sviluppo Internazionale.
Impresa Cooperativa
31
ESTERI
Azione per il clima: la Commissione
finanzia progetti per la produzione
di energia pulita in Europa con i soldi
di chi inquina
L
a Commissione europea ha aggiudicato oggi 1 miliardo
di euro di finanziamenti a 19 progetti per la lotta contro i cambiamenti climatici nel quadro del secondo
invito a presentare proposte per il cosiddetto programma
di finanziamento NER 300. Le risorse per il finanziamento
dei progetti provengono da entrate derivanti dalla vendita
di quote di emissione nel sistema ETS dell'UE. In questo
modo chi inquina diventa l'elemento propulsivo dello sviluppo di nuove iniziative a bassa emissione di carbonio.
Le risorse finanzieranno la dimostrazione di tecnologie che
contribuiranno in seguito ad accrescere in tutta l'UE la produzione da fonti di energia rinnovabili, oltre che tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio emesso. I progetti
cui è stato aggiudicato oggi il cofinanziamento riguardano
tutta una serie di tecnologie: bioenergia, energia solare a
concentrazione, energia geotermica, energia fotovoltaica,
energia eolica, energia oceanica, reti intelligenti e, per la
prima volta, cattura e stoccaggio del carbonio.
Connie Hedegaard, Commissaria responsabile per l'Azione
per il clima, ha dichiarato: "Con questi progetti, che rappresentano una novità assoluta, contribuiremo a proteggere il clima e a rendere l’Europa più indipendente dal punto
di vista energetico. Il miliardo di euro assegnato oggi consentirà di raccogliere altri 900 milioni di euro in investimenti privati: in Europa verranno spesi quasi 2 miliardi di
euro per le tecnologie rispettose del clima. È un contributo alla riduzione della fattura energetica che ammonta a
oltre 1 miliardo di euro al giorno, che l’Europa paga per
l’importazione di combustibili fossili."
uno stimolo per la crescita e l'occupazione verdi
I progetti selezionati annunciati oggi consentiranno di
aumentare la produzione annua di energia rinnovabile
nell'UE di quasi 8 terawatt/ora (TWh). Questo volume di
energia corrisponde al consumo elettrico annuo combinato
di Cipro e Malta. Il progetto per la cattura e lo stoccaggio
di carbonio consentirà di catturare 1,8 milioni di tonnellate di CO2 all'anno, equivalenti alla rimozione dalle strade
di oltre un milione di autoveicoli. Insieme ai 20 progetti
selezionati nel quadro del primo invito, i progetti NER 300
consentiranno inoltre di creare diverse migliaia di posti di
lavoro durante la fase di costruzione e di funzionamento.
32
Impresa Cooperativa
Progetti all'avanguardia
Il premio di oggi andrà al finanziamento del primo progetto NER 300 transfrontaliero per la costruzione, a cavallo
del confine franco-tedesco nei pressi di Strasburgo, di una
centrale geotermica per la produzione di energia elettrica
e calore. Verrà inoltre finanziato lo sviluppo di una centrale geotermica in Croazia, il nuovo Stato membro dell'UE.
I finanziamenti NER 300 andranno anche al primo esempio
nell'UE di progetto di cattura e stoccaggio di carbonio su
larga scala. Il progetto, che verrà realizzato nel Regno
Unito, utilizzerà la tecnologia dell'ossicombustione per catturare il 90% della CO2 prodotta dalla combustione del carbone nella centrale elettrica di Drax nei pressi di Selby
nello Yorkshire, che verrà poi stoccato in sicurezza in un
sito di stoccaggio offshore nel Mare del Nord. Questa tecnologia potrebbe essere facilmente applicata negli impianti a carbone esistenti. I finanziamenti andranno anche al
primo progetto fotovoltaico NER 300, che verrà realizzato
in Portogallo. Come in occasione del primo invito, l'energia
oceanica e la bioenergia hanno ricevuto un notevole sostegno con il finanziamento di altri nove progetti. Il programma NER 300 è attualmente il principale strumento di finanziamento dell'UE per l'energia oceanica, per la bioenergia
da prodotti non alimentari e per i biocarburanti avanzati.
I 19 progetti verranno realizzati in 12 Stati membri dell'UE:
Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Francia, Irlanda, Italia,
Lettonia, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito.
Il programma NER 300 è chiamato così perché finanziato
con la vendita di 300 milioni di quote di emissione tratte
dalla riserva per i nuovi entranti (new entrants' reserve NER) creata per la terza fase del sistema di scambio di
quote di emissioni dell'UE (ETS dell'UE).
Nella recente comunicazione dal titolo "Quadro per le politiche dell'energia e del clima per il periodo dal 2020 al
2030" la Commissione annuncia la possibilità di esaminare
l'ampliamento del sistema NER 300 nel quadro per il clima
e l'energia per il dopo 2020. In tal modo si avrebbe la possibilità di destinare ulteriori entrate provenienti dal sistema ETS dell'UE a programmi di dimostrazione di tecnologie
innovative a bassa emissione di carbonio nel settore industriale e in quello della produzione di energia elettrica.
Anna Maria Pugliese
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692/2008 e Regolamenti ECE 83 e 101 dell ’UNECE, rispetto alla g amma precedente .
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