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Mario Menicori
Mario Menicori nasce nel 1930 fuori porta Ovile da famiglia piuttosto agiata. Questo
gli permette di iscriversi all’Università, durante la quale si impegna come segretario del
Circolo Giovanile Universitario, attratto, com’è sempre stato, da tutte le forme dirette
di partecipazione e condivisione. Nel 1953 si laurea ed entra al Monte dei Paschi di
Siena. Fra i vari incarichi ricoperti in ambito cittadino negli anni successivi, si ricordano
il ruolo svolto nell’ambito del settore giovanile dell’ A.C. Siena, la nomina a Presidente
della Pubblica Assistenza e, quindi, del Campansi dal 1979 al 1993. Mario Menicori
si distinse inoltre per il suo impegno politico, che lo portò all’interno del Consiglio
Comunale e lo vide candidato Sindaco. Mario Menicori era un uomo di grande cultura,
amava circondarsi di cose belle e di libri, gli piaceva scrivere, libri mai pubblicati, come
uno scritto sul Campansi, ma anche semplici appunti, riflessioni o poesie.
Sul finire degli anni ’60, venne contattato da una delegazione di brucaioli, composta
da Pier Guido Landi, Fortunato Falciani e Nando Firmati, che gli propose la carica di
Vicario. Sarebbe stato a fianco dell’ing. Luigi Socini Guelfi, già Rettore e dirigente della
Contrada. Era un periodo di forti cambiamenti e di una nuova organizzazione per la
nostra Contrada e Mario accettò l’incarico, portandolo avanti con grande dedizione ed
entusiasmo. Il periodo in cui ha rivestito la carica di Vicario ha rappresentato un “ponte”
tra vecchio e nuovo modo di essere dirigenti di Contrada, con un impegno giornaliero
e costante, che fino a pochi anni prima era addirittura impensabile. Tutti lo ricordano
come una persona capace di mettere l’anima in tutto ciò che faceva, trovandosi spesso
a svolgere la funzione di Rettore anche mentre era Vicario, sostituendo l’ing. Socini, da
oltre trent’anni al timone del Bruco, tant’è che il passaggio definitivo delle consegne,
che vide Mario, nel 1975 diventare Rettore, fu un cambiamento davvero epocale per
la Contrada. Sotto la sua guida e il suo impulso furono intraprese iniziative e numerosi
investimenti che si caratterizzarono per la notevole lungimiranza. Un esempio evidente
di questa sua capacità nel guardar lontano, fu l’acquisto degli orti che sono diventati i
nostri giardini, il nostro fiore all’occhiello! Così come si occupò, dell’acquisto del fondo
del forno, andato a fuoco, nell’angolo con il vicolo degli Orbachi, e poi utilizzato come
stalla e del quartiere adiacente.
Il suo nome è legato, come sappiamo, all’intervento per il restauro della fontanina, di
cui fu ideatore e sostenitore, ma lo ritroviamo anche impegnato nella realizzazione dei
nuovi costumi nel 1981, dei braccialetti e delle monture per il giro.
La sua spiccata generosità emerge nei racconti di tutti coloro che l’hanno conosciuto.
Un episodio ricordato spesso da Pier Guido Landi mette in luce proprio questa sua
generosità e anche il suo unico difetto, l’irritabilità di carattere e la tendenza in certe
occasioni a innervosirsi. Una sera al Ba’o bello, mentre chiudevano la cassa al braciere,
Pier Guido pensò di fargli uno scherzo e, con tono serio e preoccupato, alle due di
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notte gli disse che aveva fatto i conti e mancavano dei soldi. Mario stanco e assonnato
iniziò a chiedergli se era sicuro, Pier Guido insisteva allarmato, allora Mario, nonostante
avesse iniziato a borbottare e a brontolare, iniziò a frugarsi in tasca per mettere lui
stesso i soldi. Tutto finì con una risata tra amici!
Nel 1980 ha ricoperto la carica di Capitano, per far fronte al rifiuto del Capitano uscente,
Ferruccio Pacciani, che non aveva riaccettato l’incarico. Mario Menicori con senso di
responsabilità, ma anche con l’orgoglio di cimentarsi in questa nuova avventura, accettò
il nuovo impegnativo incarico. Fu purtroppo una parentesi sfortunata. La Contrada
corse tre Palii, tutti con Cianchino, che si era appena ripreso da un infortunio alla spalla,
e con i cavalli Volturno, Miura, considerata favorita perché vittoriosa per l’Onda nel
Palio di luglio, e Speranza II.
Sempre legato alla Contrada e partecipe a tutte le sue vicende, anche da anziano,
si è occupato dei servizi per il “Ba’o Bello”, è stato Conservatore dei Capitoli e da
Maggiorente non ha mai fatto mancare il suo apporto incondizionato alla Contrada e
ai dirigenti.
Mario Menicori è stato, in anni di profondi sviluppi e mutamenti, punto di riferimento
e guida di una nuova Contrada, contribuendo a gettare le basi di quello che è il Bruco
di oggi.
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La famiglia Menicori ci ha consegnato una poesia scritta da Mario probabilmente nel
periodo in cui ha ricoperto il ruolo di Rettore e poi di Capitano, seguita da alcune loro
riflessioni che evidenziano aspetti della sua figura e che ben volentieri pubblichiamo.
ALLA MIA CONTRADA
Tutte le volte che le ardite spiagge
della contrada mia lento discendo
penso ai trascorsi anni e alle speranze
nel cuore alimentate e sempre vane.
Penso alle nostre donne tanto belle
o forse no, ma a me parean tali
eran donne del bruco e tanto basta
a farle a me sembrar le più stupende;
e ai brucaioli tutti anche a coloro
a me contrari nei diversi avvisi
che grandi a me parean perché era grande
l’amor comune per la nostra gente.
E in tanto amore gli anni più felici
della mia vita nelle buie stanze
della contrada ho vissuto
ascoltando estasiato il canto
che di neve parlava che bagnava
le dure pietre della mia contrada
o che esaltava
vittorie ormai lontane e solo a stento
presenti nei ricordi annebbiati
dell’impietoso trascorrere del tempo.
Anni felici offuscati solo
dalla rabbia bruciante
di non saper offrire
ai loro desideri, ai fantasmi di sogno
un corpo di vittoria.
Mario Menicori
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Queste rime dedicate al Bruco, che abbiamo trovato tra le poesie di nostro
padre, ci danno lo spunto per parlare di Mario: una persona dotata di sensibilità
e intelligenza che ha sempre creduto nell’impegno al servizio degli altri, contrada
e società civile. Assetato di conoscenza, appassionato lettore di libri, per i quali
aveva un trasporto quasi filiale, è sempre vissuto con un grande senso del dovere,
correttezza, onestà intellettuale, dignità e generosità verso gli altri. Tutte qualità
che amici e conoscenti ancora sottolineano nei loro ricordi e che ci riempiono di
orgoglio. In occasione del restauro della fontanina del Bruco, ci piace pensarlo
come se fosse ancora presente in carne ed ossa tra i Brucaioli, con il suo fazzoletto
al collo. Lo stesso fazzoletto, che negli ultimi anni della sua malattia, non ha più
potuto mettere, cosa che gli provocava un tormento continuo.
Noi figli saremo sempre grati alla Contrada del Bruco per quanto ha saputo dare
a Mario.
Annalisa e Paolo Menicori
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