Dietrich Bonhoeffer - Istituto di Cultura Italo

Una testimonianza di verità e coraggio
Copyright © 2013 Stefano Martini
Responsabilità e coerenza
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 Dietrich Bonhoeffer nacque il 4 febbraio del 1906 a
Breslavia (in polacco Wrocław, in tedesco Breslau:
oggi città della Polonia sud-occidentale, ma parte
della Germania fino al termine della seconda guerra
mondiale), da una famiglia luterana dell’alta
borghesia, non particolarmente impegnata in
campo religioso.
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 I genitori, Karl (psichiatra di origine berlinese) e
Paula von Hase (insegnante), ebbero otto figli.
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 Sesto e settima furono,rispettivamente, Dietrich e la
sorella gemella Sabine.
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 Dietrich compì i primi studi a
Berlino, dimostrando grande
versatilità nelle diverse
discipline e in particolare nella
musica. Benché inizialmente
avesse intenzione di seguire le
orme paterne, manifestò fin da
ragazzo la volontà di diventare
pastore evangelico.
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 Presa, quindi, la
decisione di studiare
teologia, frequentò per
due semestri i corsi
presso l’università di
Tubinga (1923/1924).
Nel 1924 venne anche
in Italia, fermandosi in
particolare a Roma.
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 Dal semestre estivo del 1924
andò a studiare a Berlino, dove
fu allievo di Adolf von
Harnach (1851-1930), uno dei
più rilevanti teologi protestanti
e storici della Chiesa della fine
del XIX e inizio del XX secolo.
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 Nell’inverno 1924-1925 ebbe modo di leggere e
apprezzare gli scritti di Karl Barth (1886-1968),
‘incontro’ che si sarebbe rivelato in seguito molto
importante per lo sviluppo della propria teologia (più
avanti, nel 1931, ne seguì per due settimane i corsi a
Bonn).
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 Si laureò il 17 dicembre
del 1927, a soli 21 anni,
con Reinhold Seeberg
(1859-1935), presentando
una tesi dal titolo
Sanctorum Communio
(pubblicata nel 1930).
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 Dopo un anno di attività
pastorale a Barcellona (19281929), tornò a Berlino, dove fu
assistente di Wilhelm Lütgert
tra il 1929 e il 1930.
Lettera di Dietrich Bonhoeffer al fratello
Karl-Friedrich da Barcellona (7.7.1928 )
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 Nel luglio del 1930
conseguì l’abilitazione
con Atto ed essere (Akt
und Sein, 1931) e
dall’agosto 1931 ottenne la
libera docenza presso la
Facoltà teologica
dell’Università di Berlino.
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 Nell’opera egli esaminava la filosofia di Kant e
l’ontologia di Heidegger, arrivando a concludere la
loro inadeguatezza, se considerate come strumenti utili
per esprimere Dio nella sua rivelazione: questa, infatti,
non può essere formulata né in categorie di azione, né
in categorie di essere.
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 Tra il 1930 e il 1931 trascorse circa
un anno a New York, presso
l’Union Theological Seminary.
Union Theological Seminary, New York
Dietrich Bonhoeffer con il
collega pacifista, Jean Lasserre,
a New York nel 1931
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 Tale periodo fu di grande importanza, perché egli, da
un lato, contribuì a far conoscere in America la
‘teologia dialettica’ o ‘della crisi’ (formatasi attorno alla
rivista “Tra i tempi” [“Zwischen den Zeiten”], fondata
nel 1921 da Friedrich Gogarten [1887-1967], Barth e
altri), dall’altro, venne a contatto con un cristianesimo
molto diverso da quello tedesco.
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 In particolare, egli fu attratto dalla corrente del
“social gospel” (vangelo sociale) per la serietà con cui
affrontava il tema del regno di Dio in relazione ai
problemi sociali concreti di questo mondo e intuì,
uno fra pochissimi, in tutta la sua gravità per la
società americana, il problema razziale. Inoltre,
questa permanenza fu l’inizio di una serie di attività
ecumeniche in cui si sarebbe impegnato per tutta la
sua vita.
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 Dopo un breve soggiorno a Londra, sempre nel 1931,
ritornò in Germania, per dedicarsi all’insegnamento
presso l’Università di Berlino. Nel frattempo, dal 1°
ottobre, fu assistente spirituale degli studenti presso
la Technische Hochschule di Berlino e, l’11 novembre
1931, ricevette l’ordinazione sacerdotale nella chiesa
di San Mattia).
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 Qui iniziò anche la sua opposizione
attiva al nuovo regime nazista. In
concomitanza con la presa del potere
di Hitler, nel febbraio del 1933, tenne
per esempio una conferenza
radiofonica (dai microfoni della
Berliner Funkstunde) sull’idea di
Führer (Cambiamenti del
Führerbegriff), nella quale criticò
l’aspirazione del popolo tedesco a
trovare un Führer, che inevitabilmente
rischiava di diventare un Verführer
(un seduttore).
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 Nell’aprile dello stesso anno, ne
fece un’altra dal titolo La Chiesa
di fronte al problema degli ebrei
(Die Kirche vor der Judenfrage) e
in un articolo, pubblicato in
giugno, egli invocava, data la
gravità della situazione, la
convocazione di un concilio
evangelico che potesse prendere
una posizione autorevole.
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 Nell’agosto del 1933, venne
divulgato Il paragrafo degli
ariani nella Chiesa (Der
Arierparagraph in der Kirche),
con cui gli ebrei battezzati
venivano dichiarati non ariani
e si decretava che fossero
espulsi dalla Chiesa Evangelica.
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 Alcuni pastori berlinesi, fra i
quali Dietrich Bonhoeffer e
Martin Niemöller (1892-1984),
costituirono d’urgenza
un’associazione, che dichiarò la
incompatibilità con la fede
cristiana del suddetto
documento e organizzò
l’assistenza alle persone colpite
dalle misure razziali.
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 Tale gruppo fu con il “Movimento Neoriformatore”
(Jungreformatorische Bewegung), uno dei precursori
della “Chiesa confessante” (Bekennende Kirche),
costituitasi ufficialmente con il sinodo del 29-31
maggio 1934 a Wuppertal-Barmen.
Tessera della Chiesa
confessante, Berlino-Dahlem
1934 (firma: Niemöller)
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 In tale occasione venne formulata
da Karl Barth la Dichiarazione
teologica di Barmen (Barmer
Theologische Erklärung), la quale
portò, nel sinodo di Dahlem
dell’ottobre dello stesso anno, alla
rottura definitiva con la cosiddetta
“Chiesa del Reich” (Reichkirche) e
significò il fondamento teologico
della Chiesa confessante, che
avrebbe svolto un rilevante ruolo di
opposizione e resistenza al regime
nazionalsocialista.
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 Per Bonhoeffer, che era
assente a quell’evento (dal
1933 al 1935 fu, infatti, a
Londra, per seguire due
comunità evangeliche
tedesche), esso rappresentò la
vera data di nascita della
Chiesa confessante e significò
il conseguimento di ciò per
cui aveva lottato lungamente.
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 Di nuovo a Berlino, Bonhoeffer
accettò di dirigere prima presso
la fattoria di Zingst (mar
Baltico), poi a Finkenwalde, un
seminario (Predigtseminar)
affidatogli proprio dalla Chiesa
confessante.
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 Tuttavia, il 2 dicembre 1935
apparve l’ordinanza del
ministro per le questioni
religiose Hanns Kerrl per
l’applicazione della legge sulla
sicurezza della Chiesa
evangelica. Essa dichiarava
come inammissibili tutte le
disposizioni ecclesiastiche
emanate da associazioni o
gruppi.
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 Di conseguenza, anche l’esistenza del seminario di
predicazione (nella chiesa evangelica è un istituto di
preparazione per l’esame e l’ordinazione) di cui
Bonhoeffer era la guida, divenne illegale.
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 Nel 1936, radiato
dall’insegnamento per la sua
opposizione alla chiesa ufficiale
del Reich (i “cristiani tedeschi”,
Deutschen Christen) e al regime,
si dedicò completamente agli
allievi di Finkenwalde, ma a
metà ottobre del 1937 il
seminario venne chiuso dalla
Gestapo e 27 allievi furono
imprigionati. A novembre uscì
Sequela (Nachfolge).
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 Egli escogitò un’ulteriore forma di collaborazione con
i suoi candidati: quella del “vicariato collettivo”
(Sammelvikariat), a Köslin e a Gross-Schlönwitz (oggi
Slonowice) (quest’ultimo si trasferì nel 1939 a
Sigurdshof).
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 In seguito, nel 1938, su
questa esperienza di
religiosità vissuta
comunitariamente, egli
scrisse Vita comune
(Gemeinsamens Leben,
1939).
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 Nel 1939 Bonhoeffer si recò negli Stati Uniti per un
ciclo di conferenze.
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 Ricevuta, però, appena
sbarcato, una lettera che
gli dava la certezza
dell’imminente scoppio
della guerra, rientrò
immediatamente in
patria: riteneva, infatti,
di non aver diritto di
partecipare a una futura
ricostruzione se prima
non avesse condiviso le
prove del periodo bellico.
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 Pur avendo sostenuto posizioni
pacifiste – desiderava perfino
andare in India a conoscere
Mohandas Gandhi (1869-1948)
–, sin dall’inizio delle ostilità si
avvicinò alla resistenza e fu messo
a conoscenza del piano per
fermare Hitler prima dell’inizio
della guerra sul fronte
occidentale, progetto poi sospeso.
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 A un compagno di prigionia
italiano, che gli chiese come
potesse un sacerdote partecipare a
una cospirazione politica che
prevedesse anche lo spargimento
di sangue, disse: «Quando un
pazzo lancia la sua auto sul
marciapiede, io non posso, come
pastore, contentarmi di sotterrare
i morti e consolare le famiglie. Io
devo, se mi trovo in quel posto,
saltare e afferrare il conducente al
suo volante».
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 Nel frattempo stava lavorando a
un’opera sull’etica, di cui ci
rimangono saggi e abbozzi
composti in epoche diverse,
ripresi, rielaborati, non portati
a termine. In particolare, il
capitolo più compiuto, Le cose
ultime e penultime, fu scritto
nella quiete del lungo
soggiorno presso l’abbazia
benedettina di Ettal sui
monti bavaresi, tra la fine del
1940 e l’inizio del 1941.
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 Questi scritti furono
dati alle stampe a
Monaco nel 1949, col
titolo di Etica (Ethik)
dall’amico fraterno
Eberhard Bethge
(1909-2000), che ha
curato la
pubblicazione di tutta
l’opera inedita di
Bonhoeffer.
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 Pure Eberhard Bethge era imparentato con
Dietrich, avendone sposato la nipote Renate, figlia
di Rüdiger Schleicher (1895-1945), a sua volta
marito di Ursula Bonhoeffer (1902-1983).
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 Col fratello Klaus (1901-1945) e il cognato Hans von
Dohnanyi (1902-1945) (la moglie, Christine
Bonhoeffer, era sorella di Dietrich) egli era dunque
entrato in contatto con l’ammiraglio Wilhelm
Canaris (1887-1945), capo del servizio segreto
militare (Abwehr).
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 Canaris e Dohnanyi verso la fine di ottobre del 1941
diedero avvio a un’operazione per salvare un piccolo
gruppo di ebrei. Con la collaborazione anche di
Bonhoeffer, nel 1942 venne preparato e realizzato per
loro un viaggio di salvataggio in Svizzera.
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 Proprio Canaris con altri
ufficiali stava preparando una
congiura per assassinare Hitler:
si trattava dell’attentato
dinamitardo del 20 luglio 1944,
organizzato dal colonnello
Claus von Stauffenberg
(1907-1944), contro il quartier
generale di Rastenburg, dove
risiedeva il Führer, che però
non avrebbe raggiunto lo
scopo.
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 Già nel 1942 Bonhoeffer aveva
incontrato George Bell, vescovo di
Chichester nonché suo amico e
sostenitore della Chiesa
Confessante. In tale circostanza, gli
comunicò i singoli dettagli,
compresi i nomi dei partecipanti,
del colpo di Stato che si stava
progettando. Il governo inglese
avrebbe dovuto appoggiare, in caso
di riuscita, gli autori del colpo di
Stato, così da metterli in condizione
di creare un nuovo governo tedesco.
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 Nel novembre del 1942 Dietrich si fidanzò con
Maria von Wedemeyer (1924-1977).
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 La famiglia Bonhoeffer, nel marzo 1943, cinque
giorni prima dell’arresto di Dietrich (sulla sinistra).
Sono nella foto pure il cognato Rüdiger Schleicher
(1895-1945), il fratello Klaus Bonhoeffer e l’amico
Friedrich Justus Perels (1910-1945).
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 Il 5 aprile del 1943 il capo del tribunale militare
Manfred Roeder e l’agente della Gestapo criminale
Sonderegger arrestarono Dietrich Bonhoeffer.
Contemporaneamente vennero imprigionati Hans
von Dohnanyi e il dott. Josef Müller, con le
rispettive mogli.
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 Dietrich Bonhoeffer venne rinchiuso nel
carcere di Tegel, nei sobborghi di Berlino.
La vita in cella fu all’inizio per Bonhoeffer
un tormento: soffriva, infatti, dello stretto
isolamento, poiché ai guardiani era
proibito parlare con i “politici”.
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 Continuò con estremo impegno
la sua attività di riflessione ed
elaborazione, che consegnò a
numerose lettere, inviate alla
fidanzata, ai famigliari, agli
amici, in particolare a Eberhard
Bethge, che ne avrebbe curato
l’edizione. Queste sarebbero
state raccolte e pubblicate nel
1951 a Monaco con un titolo
tratto da una espressione usata in
una lettera, Resistenza e resa
(Winderstand und Ergebung).
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 Quando egli seppe del fallimento del
colpo di Stato (già la sera dello stesso
20 luglio), perse ogni speranza e si
preparò al peggio. La squadra della
Gestapo tardava ad arrivare.
Passarono giorni, settimane. In questo
periodo prese in considerazione l’idea
di fuggire dal carcere. Il suo
guardiano, il sottufficiale Knobloch,
un operaio di Berlino nord, aveva
collaborato, nel periodo di prigionia di
Bonhoeffer, a far uscire la sua
corrispondenza clandestina.
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 Una settimana dopo però il
fratello Klaus, il cognato Rüdiger
Schleicher e l’amico Friedrich
Perels vennero arrestati a causa
della loro partecipazione al
complotto, così Bonhoeffer non
dette seguito al suo piano di fuga
per non compromettere
ulteriormente il fratello e i parenti
(temeva cha anche altri famigliari
potessero essere imprigionati).
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 Nel frattempo la Gestapo
aveva trovato dei documenti
della Abwehr che
dimostravano la
partecipazione alla congiura
di Bonhoeffer fin dal 1938.
Hitler era fuori di sé. Revocò
l’ordine di eliminazione
immediata dei cospiratori al
fine di accertare ulteriori
ramificazioni. Questo spiega
perché le esecuzioni furono
rimandate per lungo tempo.
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 Dopo vari trasferimenti da un
carcere all’altro (da Tegel a
quello della Gestapo in PrinzAlbrecht-Straße) o in diversi
campi di concentramento
(Buchenwald, Regensburg,
Schönberg e infine
Flossenbürg), Dietrich
Bonhoeffer venne impiccato con
un gancio da macellaio all’alba
del 9 aprile 1945, pochi giorni
prima della fine della guerra.
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 Con lui a Flossenbürg vennero giustiziati pure
Canaris e altri (Oster, Strünk e Gehre). Klaus
Bonhoeffer, Rüdiger Schleicher e F.J. Perels furono
uccisi a Berlino il 23 aprile.
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 In una lettera al padre Karl, Dietrich
Bonhoeffer, confrontando le loro
generazioni, osservava come la sua fosse
caratterizzata dall’incompletezza e dalla
frammentarietà. Vi sono, però,
frammenti senza alcun significato e
valore, e altri in cui, invece, è possibile
distinguere come era impostata e
progettata la struttura completa
dell’opera da cui derivano, e la cui
importanza può durare nei secoli.
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 Ucciso a 39 anni, nel campo di
Flossenbürg per la sua
partecipazione alla resistenza
antinazista, Bonhoeffer ha
indubbiamente prodotto un’opera
“frammentaria”, una parte
notevole della quale è costituita
dalle lettere scritte in carcere, ma
di tale qualità che nel frammento
si intravede, a volte, la bellezza
del tutto, altre volte si delineano
nuove strade da percorrere.
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 Sempre emergono una
estrema onestà intellettuale
e il coraggio di porsi gli
interrogativi più
inquietanti, in un confronto
esigente e radicale con la
realtà contemporanea nelle
sue caratteristiche positive e
nei suoi drammi.
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Scritti pubblicati in vita e postumi
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 In Italia, l’edizione critica delle Opere di Dietrich
Bonhoeffer, è stata pubblicata, in 10 volumi usciti dal
1991 al 2009, dall’Editrice Queriniana di Brescia. In
Germania, l’edizione dell’Opera omnia, prima come
Gesammelte Schriften (Bd I-VI), a cura di Eberhard
Bethge, 1958-1975, e poi come Dietrich Bonhoeffer
Werke (DBW) (17 Bände und 2 Ergänzungsbänd), a
cura di altri, 1986–1999, da Kaiser Gütersloher
Verlagshaus di München .
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 Bonhoeffer, come in parte anticipato, aveva pubblicato
nel 1930 Sanctorum Communio. Ricerca dogmatica
sulla sociologia della chiesa (Sanctorum Communio.
Eine dogmatische Untersuchung zur Soziologie der
Kirche), nel 1931 Atto ed essere. Filosofia
trascendentale ed ontologia nella teologia
sistematica (Akt und Sein. Transzendentalphilosophie
und Ontologie in der systematischen Theologie), nel
1933 Creazione e caduta (Schöpfung und Fall), nel
1937 Sequela (Nachfolge), nel 1939 Vita comunitaria
(Gemeinsamens Leben), nel 1940 Il libro di preghiera
della Bibbia. Una introduzione ai Salmi (Das
Gebetbuch der Bibel. Eine Einführung in die Psalmen).
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 Postume uscirono le opere che, secondo l’autore,
dovevano costituire il suo contributo maggiore:
Etica (Ethik, 1949), Resistenza e resa. Lettere e
appunti dal carcere (Widerstand und Ergebung.
Briefe und Aufzeichnungen aus der Haft, 1951),
Tentazione (Versuchung, 1953), Il mondo
maggiorenne (Die mündige Welt, 1955-1966),
Frammenti da Tegel (Fragmente aus Tegel. Drama
und Roman, 1978).
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Foto e disegni
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Abbazia di Westminster – Martiri del XX secolo
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Fonti
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 E.
Berti, F. Volpi, Storia della filosofia. Ottocento.
Novecento, Laterza, Rom-Bari 1991;
 Enciclopedia Garzanti di Filosofia, Milano 1993²;
 A. Gallas, La centralità del Dio inutile, Saggio introduttivo a
D. Bonhoeffer, Resistenza e resa. Lettere e scritti dal carcere,
Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1988;
 I. Mancini, Ciò che è vivo e ciò che è morto nell’Etica di
Bonhoeffer, Introduzione a D. Bonhoeffer, Etica, Bompiani,
Milano 1969;
 S. Tassinari, Storia della filosofia occidentale, 3**, Bulgarini,
Firenze 1994;
 < http://it.wikipedia.org/wiki/Dietrich_Bonhoeffer >.
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Etica e Resistenza e resa
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Cose ultime e penultime
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 Come anticipato, cominceremo il nostro percorso da
alcune pagine dell’Etica di Bonhoeffer, in particolare
dal suo capitolo più compiuto, “Le cose ultime e
penultime”, «scritto nella quiete del lungo soggiorno
passato nell’abbazia benedettina di Ettal sui
monti bavaresi tra la fine del 1940 e l’inizio del 1941»
(Mancini, Introduzione, cit., p. X).
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 Tale testo «potrà convincere il lettore di quanto
Bonhoeffer si sia spinto a fondo nella elaborazione di
un’etica della vitalità concreta, non senza
intendimenti polemici sia contro la derelizione
secolare del protestantesimo che faceva della vita
una quantité négligeable, sia contro la pratica
nazista, soprattutto con il tema dell’eutanasia e
dell’omicidio.
Dr. Joseph Mengele
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 Tutta l’Etica di Bonhoeffer può essere letta in chiave
di opposizione al nazismo, per la presenza di certi
temi tipici e soprattutto per la dottrina generale della
responsabilità, comportante una radicale assunzione
di responsabilità politica, che confina con una teoria
della resistenza e della rivoluzione» (ibidem).
vs
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 «Bonhoeffer si interroga sul compito che incombe ai
cristiani e alla Chiesa in determinate situazioni –
nazismo o realtà assimilabili – e polemizza con
quanti evitano di affrontare sofferenze per una causa
giusta […]. Egli denuncia come la Chiesa sia stata
muta quando avrebbe dovuto gridare perché il
sangue degli innocenti gridava al cielo.
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 Dietro questi atteggiamenti esistono però anche
carenze a livello teorico: Bonhoeffer rifiuta, nella
dottrina luterana dei due regni, una netta
separazione che finisce per paralizzare l’intervento
nella sfera mondana. Il Dio che si è rivelato in Cristo
è infatti Signore di tutti e due i regni: l’autorità deve
essere dunque giudicata non solo in riferimento alla
Legge ma anche al Vangelo.
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 La carenza di impegno può essere anche letta in
collegamento ad un’altra posizione tipica del
protestantesimo: la teoria della radicale corruzione
della natura umana. Bonhoeffer ravvisa un vero
vuoto teorico nell’aver, di fatto, eliminato il concetto
di “naturale”, lasciandolo alla Chiesa cattolica. In tal
modo, per mancanza di strumenti concettuali
adeguati, non si è riusciti a dire una parola chiara su
questioni scottanti. […]
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 Bonhoeffer
tenta una nuova teorizzazione del
“naturale”, in un quadro interpretativo più vasto,
caratterizzato da una nuova terminologia: egli parla
di realtà “ultime” e “penultime”, rifiutando
l’immagine tradizionale di una realtà divisa in due
sfere – ambito secolare / spirituale, naturale /
soprannaturale, sacro / profano.
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 La posizione luterana tradizionale sul rapporto
ultimo-penultimo è da lui respinta e qualificata come
“radicalismo”, frutto di odio conscio o inconscio per
ciò che esiste [la creazione]. Ugualmente [viene]
rifiutato il “compromesso”, proprio della posizione
cattolica. Questa riconosce l’autonomia delle realtà
penultime, ma relega le realtà ultime talmente al di
là del quotidiano, da finire per accettare di fatto
acriticamente l’esistente.
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 Per Bonhoeffer è certamente a partire dalla realtà
ultima che bisogna pensare e fondare ciò che è
penultimo. Ed è in Cristo, nel suo essere, che ultimo
e penultimo sono dati insieme: nella sua umanità si
scorge l’amore di Dio per la creazione, nella sua
crocifissione il Giudizio sul mondo, nella
resurrezione la volontà di creare un mondo nuovo.
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 L’essere uomo di Cristo esprime la valorizzazione del
naturale, del penultimo, mentre la crocifissione ne
rappresenta la contestazione e la relativizzazione, e
la resurrezione la prefigurazione del futuro
escatologico, della realtà ultima.
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 In questa ottica il “naturale” ha un suo spazio:
denota un esser libero, secolare, che ha in sé un
rimando a Dio, solo perché è definito dalla volontà
divina di conservare la vita.
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 Si tratta di un concetto più libero da implicazioni
teologiche di quello di “creaturale” e comunque
sempre da pensare in relazione a Cristo che, nella sua
incarnazione, fa sì che la vita naturale divenga il
penultimo indirizzato verso l’ultimo» (Tassinari,
Storia della filosofia occidentale, cit., pp. 476-477).
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ETICA
(ETHIK)
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CAPITOLO IV
LE COSE ULTIME E PENULTIME
(DIE LETZTEN UND DIE VORLETZTEN DINGE)
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LE COSE ULTIME E PENULTIME
La giustificazione in quanto Parola suprema
Paolo di Tarso
Martin Lutero
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Le realtà penultime
Henrik Ibsen
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Le realtà penultime
Fëdor Dostoevskij
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Preparare la via
“Signore Gesù, nella tua bontà e
misericordia, fa’ tu ch’io sia
pronto, misero qual sono, per
questo tempo santo!”
Valentin Thilo
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Il “naturale”
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La vita naturale
Immanuel Kant
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“Suum cuique”
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“Suum cuique”
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Il diritto alla vita fisica
Atteggiamento
idealistico
Atteggiamento
cristiano
Atteggiamento
materialistico
Corporeità
strumento
Corporeità sia
strumento sia fine a
se stessa
Corporeità
fine a se stessa
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Il diritto alla vita fisica
cibo
abitazione
vestito
gioco
bevanda
ricreazione
sessualità
“Tutto ciò mostra come il senso della vita del corpo
non si esaurisca mai nella mera strumentalità, ma
includa necessariamente la soddisfazione del
desiderio di piacere che gli è inerente”.
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Il diritto alla vita fisica
guerra
eutanasia
riguardo agli ammalati
riguardo ai sani
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Il diritto alla vita fisica
Un caso limite
Un bastimento sul quale scoppiasse la peste
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Il diritto alla vita fisica
Razionalismo
+
Biologizzazione della vita umana
=
Distruzione del diritto di vivere proprio di ogni creatura
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Il suicidio
“patet exitus: si pugnare non vultis, licet fugere”
(la porta è aperta: se non volete lottare, è possibile fuggire [6, 7])
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Il suicidio
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Il suicidio
Copyright © 2013 Stefano Martini
Il suicidio
Copyright © 2013 Stefano Martini
Il suicidio
Sant’Agostino
Padri della Chiesa
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Procreazione e gestazione
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Procreazione e gestazione
Dopo il
Sacra Congregazione per la dottrina della fede,
Istruzione sui matrimoni misti, 1966
Concilio Vaticano II
(1962-1965)
Paolo VI, Matrimonia mixta, (1970), Lettera apostolica in forma di motu proprio,
in cui vengono impartite norme sui matrimoni misti
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Procreazione e gestazione
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Procreazione e gestazione
I. Kant
San Paolo
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Procreazione e gestazione
Programma di sterilizzazione forzata su
larga scala in India
Indira Gandhi
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La libertà della vita del corpo
La Chiesa cattolica rifiuta
categoricamente la sterilizzazione
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La libertà della vita del corpo
Tommaso d’Aquino
condannò la realtà della schiavitù
Tommaso d’Aquino
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La libertà della vita del corpo
Tortura
e schiavitù
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APPENDICE V
CHE COSA SIGNIFICA DIRE LA VERITÀ?
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CHE COSA SIGNIFICA DIRE LA VERITÀ?
Alla parola autentica si sostituisce la chiacchiera
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Che cosa significa dire la verità?
I. Kant, Sul presunto diritto di mentire per amore degli uomini (1797)
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Che cosa significa dire la verità?
Scrittore, pittore, pedagogo austriaco
Adalbert Stifter
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Che cosa significa dire la verità?
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Che cosa significa dire la verità?
Ogni mente profonda ha
bisogno di una maschera.
Al di là dal bene e dal male,
“Lo spirito libero”, 40.
Friedrich Nietzsche
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Che cosa significa dire la verità?
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Che cosa significa dire la verità?
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RESISTENZA E RESA.
LETTERE E SCRITTI DAL CARCERE
(WIDERSTAND UND ERGEBUND.
BRIEFE UND AUFZEICHNUNGEN AUS DER HAFT)
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PROLOGO
DIECI ANNI DOPO.
UN BILANCIO SUL LIMITARE DEL 1943
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DIECI ANNI DOPO
Coraggio politico?
Martin Lutero
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Del successo
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Giustizia immanente
Etica aristotelico-tomista
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Fiducia
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Presente e futuro
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Cristianesimo in un “mondo adulto”
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ALCUNE LETTERE
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ALCUNE LETTERE
Sopravvivere fino al colpo di Stato. Aprile – Luglio 1944
Miquel de Cervantes
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Sopravvivere fino al colpo di Stato. Aprile – Luglio 1944
Heinrich von Kleist
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Sopravvivere fino al colpo di Stato. Aprile – Luglio 1944
José Ortega y Gasset
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Sopravvivere fino al colpo di Stato. Aprile – Luglio 1944
Karl Barth
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Sopravvivere fino al colpo di Stato. Aprile – Luglio 1944
Rudolf Bultmann
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Sopravvivere fino al colpo di Stato. Aprile – Luglio 1944
Liturgia della V Domenica di Pasqua
Antifona d’ingresso (Sal 97, 1-2)
Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto
prodigi; a tutti i popoli ha rivelato la salvezza. Alleluia.
Cantáte Dómino cánticum novum, quia mirabília fecit Dóminus;
ante conspéctum géntium revelávit iustítiam suam, allelúia.
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Sopravvivere fino al colpo di Stato. Aprile – Luglio 1944
Carl Friedrich von Weizsäcker
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Sopravvivere fino al colpo di Stato. Aprile – Luglio 1944
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Sopravvivere fino al colpo di Stato. Aprile – Luglio 1944
Adolf Schlatter, Paul Althaus e Paul Tillich
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Sopravvivere fino al colpo di Stato. Aprile – Luglio 1944
Sbarco in Normandia
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Sopravvivere fino al colpo di Stato. Aprile – Luglio 1944
Ernst Troeltsch
Karl Heim
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Sopravvivere fino al colpo di Stato. Aprile – Luglio 1944
Paul Althaus
Paul Tillich
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Sopravvivere fino al colpo di Stato. Aprile – Luglio 1944
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Sopravvivere fino al colpo di Stato. Aprile – Luglio 1944
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Sopravvivere fino al colpo di Stato. Aprile – Luglio 1944
Paul Schütz
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Dopo il fallimento. Luglio 1944 – Febbraio 1945
Paul Gerhardt
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Dopo il fallimento. Luglio 1944 – Febbraio 1945
Martin Lutero
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Dopo il fallimento. Luglio 1944 – Febbraio 1945
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POESIA
STAZIONI SULLA VIA VERSO LA LIBERTÀ
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FINE
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