2014_12_19

Dipartimento Comunicazione & Immagine
Responsabile - Lodovico Antonini
RASSEGNA STAMPA
Anno XV - 19/12/2014
A cura di Bruno Pastorelli
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Sommario
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MF-MILANO FINANZA venerdì 19 dicembre 2914
Commissariate altre tre Bcc - Anche con l'uscita dall'amministrazione straordinaria di Tercas e Caripe,
l'elenco di via Nazionale è fermo a quota 21 (inclusi sei intermediari). Sintomo di un sistema in pesante crisi e
in cui le alleanze sono rare
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MF-MILANO FINANZA venerdì 19 dicembre 2914
Per Unicredit pochi rischi a Mosca e dintorni
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MF-MILANO FINANZA venerdì 19 dicembre 2914
Aumento Mps, meglio se a maggio - Dopo l'assemblea il rinnovo dei vertici darà maggiore stabilità. Ieri
intanto il cda ha fatto il punto sul capital plan dopo il primo ok di Francoforte. Oggi si riunisce la deputazione
amministratrice
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MF-MILANO FINANZA venerdì 19 dicembre 2914
Il Banco Desio ridisegna Pop Spoleto
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MF-MILANO FINANZA venerdì 19 dicembre 2914
Credifarma, i soci discutono sul piano di salvataggio
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MF-MILANO FINANZA venerdì 19 dicembre 2914
Niente voto multiplo in consiglio - All'ordine del giorno l'adeguamento alle regole Ue dopo l'ingresso del
meccanismo unico di vigilanza. Rianalizzati tutti gli indici di liquidità e i coefficienti patrimoniali
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MF-MILANO FINANZA venerdì 19 dicembre 2914
Bpm, nuovi accordi nel private banking
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MF-MILANO FINANZA venerdì 19 dicembre 2914
Bpvi, Marin nuovo dg di Banca Nuova
Federazione Autonoma Bancari Italiani via Tevere, 46 00198 Roma - Dipartimento Comunicazione & Immagine
Riservato alle strutture
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Anno XV - 19/12/2014
A cura di Bruno Pastorelli – [email protected]
L’obesità è un handicap - Lavoratori più tutelati
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ITALIA OGGI venerdì 19 dicembre 2914
Stabilità, le Casse dicono no
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ITALIA OGGI venerdì 19 dicembre 2914
Cresce il factoring ma servono leggi
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LA REPUBBLICA venerdì 19 dicembre 2914
Generali entra nel ramo danni in Malesia acquisito il 49% di Mpib per 81 milioni
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CORRIERE DELLA SERA venerdì 19 dicembre 2914
Generali entra in Malesia, accordo da 81,4 milioni
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Finanza.com 18 dicembre 2014 - 11:03
I grandi brand vanno in rete, parla Riva responsabile dei promotori della BpM
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FINANZA.com 18 dicembre 2014
Albo Unico: Promotori o Consulenti? Scontro in Senato a colpi di emendamenti
.c.
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Articoli
MF-MILANO FINANZA venerdì 19 dicembre 2914
Commissariate altre tre Bcc - Anche con l'uscita dall'amministrazione straordinaria di Tercas
e Caripe, l'elenco di via Nazionale è fermo a quota 21 (inclusi sei intermediari). Sintomo di un
sistema in pesante crisi e in cui le alleanze sono rare
di Claudia Cervini
Le recenti uscite dal commissariamento della Cassa di Risparmio di Teramo e di quella di Pescara (grazie a
uno sforzo supplementare del Fondo Interbancario, che a breve sarà impegnato anche nel salvataggio di
Banca Marche), non hanno accorciato la lunga lista degli istituti di credito in amministrazione straordinaria.
L'elenco stilato da Banca d'Italia è infatti fermo a 21 istituti in situazione di crisi (compresi sei intermediari) a
causa del recente ingresso di tre banche di credito cooperativo: nell'ordine la Banca di Cascina credito
cooperativo (Pisa), la Bcc Banca Brutia (Cosenza) e la Bcc di Terra d'Otranto. Questo tris di nuovi
commissariamenti è una spia della pesante difficoltà in cui versa il credito cooperativo: quello più colpito
dalla crisi economica per la natura delle banche socie, legate a doppio filo al territorio, ma spesso anche
protagoniste di episodi di cattiva gestione. La Banca di Cascina (7,7 milioni di euro di sofferenze a fine 2013),
fino allo scorso ottobre presieduta da Stefano Bertini è ora affidata alle cure di uno dei pochissimi
commissari straordinari donna sul campo, Anna Cracco, e a quelle di Lorenzo Stanghellini, Vincenzo
Donativi, Luca Maria Blasi, quali componenti del Comitato di sorveglianza. Sorte simile per le altre due bcc:
il micro-istituto di Brutia e la banca cosentina (5,5 milioni di sofferenze a fine 2013), che ha visto come
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vicina ai soci di Mediobanca ha fatto notare che i regolatori sembrano più preoccupati della liquidità in
pancia alle banche, piuttosto che del loro conto economico, e che quindi in questo momento preferiscono che
gli istituti di credito guadagnino poco ma che abbiano nel contempo tanti soldi intasca.
Il vertice è durato poco più di tre ore e ha avuto tra gli argomenti salienti un aggiornamento sull'andamento
dell'istituto, a ridosso con la chiusura del primo semestre. Sfruttando il vantaggio di chiudere il bilancio
d'esercizio a fine giugno, Mediobanca ha invece deciso di prendere tempo sul cosiddetto voto multiplo, un
meccanismo che riconosce ai soci storici un peso doppio durante il voto assemblea. Si tratta in pratica di una
sorta di premio da riconoscere, su base volontaria, a chi mantiene a lungo il proprio investimento in un asset.
La banca guidata da Alberto Nagel, in particolare, attende di vedere come si comporteranno gli altri grandi
istituti di credito del Paese su questo tema, destinato per lo meno sulla carta a modificare sensibilmente gli
assetti di controllo di banche e società che sceglieranno di introdurlo (vedere Contrarian a pagina 21).
Nessuna novità, infine, sulla quota di Vincent Bolloré: il finanziere, che ha facoltà di salire fino all'8%, risulta
ancora fermo al 5,029%. (riproduzione riservata)
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MF-MILANO FINANZA venerdì 19 dicembre 2914
Bpm, nuovi accordi nel private banking
Allianz Global Investors, Morgan Stanley Investment Management, Pimco e Deutsche asset & wealth
management affiancheranno la Popolare di Milano nell'offerta ai propri clienti attraverso prodotti
obbligazionari, azionari e multi-asset che completano il catalogo prodotti della divisione private banking. In
crescita anche la squadra dei banker. Come previsto, infatti, dal piano industriale, la banca potenzierà il
livello di servizi offerti alla clientela utilizzando l'active advisory e il personal financial planner. Agli ultimi
ingressi, si aggiungono inoltre Giacomo Rinaldi dalla Popolare di Sondrio , Giuseppe Speziale da Credito
Bergamasco e Fulvio Vlanori, con pluriennale esperienza nella rete commerciale retail Bpm .
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MF-MILANO FINANZA venerdì 19 dicembre 2914
Bpvi, Marin nuovo dg di Banca Nuova
Paolo Marin è il nuovo direttore generale di Banca Nuova, la controllata del gruppo Banca popolare di
Vicenza. Il banchiere, attuale vice direttore generale della capogruppo, subentra a Umberto Seretti,
richiamato da Bpvi dove ha già ricoperto il ruolo di responsabile della direzione crediti, per rivestire un altro
importante incarico all'interno del gruppo. La nomina, spiega la banca in una nota, «è nel segno della
continuità aziendale e della grande attenzione che la capogruppo ripone nel presidiare anche i territori del
Sud Italia destinando, anche in questa occasione, manager di grande esperienza». Marin ha iniziato la
carriera in Sanpaolo Imi, dove ha ricoperto primari incarichi di responsabilità nei diversi ambiti del credito.
È stato inoltre consigliere di amministrazione di diverse società, tra cui Sec Servizi e Bpv Finance.
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MF-MILANO FINANZA venerdì 19 dicembre 2914
Banca Privata Leasing, cartolarizzazione da 180 mln
di Maria Elena Zanini
Banca Privata Leasing ha perfezionato nei giorni scorsi la cartolarizzazione di un portafoglio di crediti
leasing, per un valore complessivo di circa 180 milioni. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, i
crediti a garanzia dei titoli emessi derivano da contratti stipulati principalmente con piccole e medie imprese
dell'Emilia Romagna e della Lombardia, il portafoglio presenta complessivamente un'età medio di 4 anni e
mezzo. I titoli sono stati emessi in tre classi: una senior per un importo di 100 milioni, cui è stato attribuito
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un rating pari a A3/AA rispettivamente da Moody's e Dbrs, una classe mezzanine di 20 milioni (rating
Baa3/BB) e una junior per un importo di 60 milioni sottoscritta dall'originator. I titoli senior e mezzanine
sono stati ammessi alla quotazione alla Borsa del Lussemburgo e sono stati sottoscritti da investitori
istituzionali. «L'operazione è la terza del genere perfezionata dal nostro Istituto», spiega Paolo Caroli, ad
della banca, «dopo le precedenti esperienze del 2002 e del 2005 e rientra in una scelta di diversificazione
delle fonti di finanziamento». L'operazione è stata seguita da Banca Imi in qualità di sole arranger.
(riproduzione riservata)
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MF-MILANO FINANZA venerdì 19 dicembre 2914
Generali approda in Malesia - Il Leone potrà scegliere sia ad che cfo e tra due anni avrà
facoltà di salire al 70% Greco: pronti a investire ancora in Asia
di Anna Messia
Generali entra nel mercato assicurativo malese partendo dalla decima posizione. La compagnia triestina ha
infatti stipulato un accordo con Multi-Purpose Capital Holdings Berhad (Mphb) per acquisire, con un
esborso di 81,4 milioni di euro, il 49% della società assicurativa danni Mpib. La società malese nel 2013 ha
registrato una raccolta premi di 128 milioni, pari a una quota di mercato del 3,4%, piazzandosi appunto al
decimo posto. L'operazione, già approvata dall'Autorità locale, dovrà ora essere votata dall'assemblea di
Mphb capital, ma si tratta di fatto di un passaggio formale. L'accordo prevede poi la facoltà per Generali di
esercitare, fra due anni, un'opzione di acquisto su un ulteriore 21% del capitale, che porterebbe la quota in
Mpib al 70%, il massimo consentito alle imprese straniere in Malesia, con un impegno complessivo che si
aggirerebbe quindi in 115-130 milioni per l'intera partecipazione. Un patto parasociale prevede però che
Generali possa prendere subito in mano la gestione di Mpib, designando sia ceo che cfo, oltre a tre dei sette
membri del board. «L'ingresso nel mercato malese è un passo significativo per lo sviluppo di Generali in
Asia, un'area importante per la crescita futura del gruppo e su cui stiamo investendo», ha detto ieri il group
ceo Mario Greco, aggiungendo che «la Malesia è un mercato che sta crescendo in modo significativo e offre
ottime prospettive, in particolare nel segmento Danni». Mpib, negli ultimi quattro anni ha registrato una
crescita media annua della raccolta di circa l'8%, con un combined ratio del 90%. Generali in Asia opera già
in nove Paesi, tra cui Cina, India, Hong Kong e Indonesia, con premi complessivi, nel 2013, di circa 1
miliardo La prossima primavera, l'attuale ceo di Generali Asia, Sergio Di Caro, andrà a capo di Generali
Employee Benefit (Geb). Prima di allora la compagnia dovrà quindi nominare il nuovo responsabile di
quell'area. (riproduzione riservata)
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MF-MILANO FINANZA venerdì 19 dicembre 2914
Il voto plurimo dà modo di riformare anche il Testo Unico
Contrarian
A breve sarà emanato il regolamento della Consob per la disciplina, nelle società, del voto plurimo, introdotto
dal decreto-legge Competitività convertito in legge. Mercoledì 17 anche l'Abi guidata da Antonio Patuelli si è
dichiarata favorevole ai contenuti indicati nelle linee-guida predisposte dalla Commissione di sorveglianza
chiedendo alcuni chiarimenti e rappresentando alcuni punti critici. L'adozione del voto multiplo da parte
delle società può avvenire con delibera assembleare che approva la modifica statutaria a maggioranza
semplice se la decisione viene assunta entro il 31 gennaio; diversamente l'introduzione dovrà essere decisa a
maggioranza qualificata, essendo la prima procedura una corsia preferenziale limitata nel tempo.
L'immissione nell'ordinamento di questo maggiore peso del voto evoca l'espressione cucciana secondo cui le
azioni si pesano, non si contano. Il beneficio, però, non può superare il riconoscimento di un voto doppio e
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può essere attribuito solo ad azionisti stabili, che comunque abbiano detenuto le azioni per un periodo non
inferiore a 24 mesi: siamo, dunque, lontani dal peso come lo intendeva Enrico Cuccia arbitrariamente
dipendente dallo standing dell'azionista. L'intento di stabilizzare gli assetti proprietari, che alcuni vedono
positivamente, altri contestano perché frenerebbe la contendibilità, è dominante nella riforma, insieme con
la finalità di stimolare le nuove entrate nella compagine societaria perché si potrà fruire di tale beneficio.
Soprattutto la corsia preferenziale di gennaio può essere vista come una donazione agli attuali gruppi di
comando; ma non può, neppure per questa circostanza, essere trascurato l'effetto facilitatore per la
sottoscrizione di azioni da parte di chi, persona giuridica o fisica, intenda investire con una prospettiva
temporale non breve. Naturalmente la stabilità dei gruppi di comando, specie nel settore bancario, non può
essere l'obiettivo finale, ma deve valere innanzitutto per la stabilità e la sana e prudente gestione della banca.
In particolare in un periodo di gravi difficoltà come l'attuale deve essere utile consentire politiche non
restrittive di sostegno per famiglie e imprese, all'impiego dei rifinanziamento ottenuti dalla Bce al costo dello
0,15% (le operazioni Tltro) per l'erogazione di prestiti all'economia non all'8 o al 9% o, peggio ancora, per
l'acquisto di titoli pubblici, allo svolgimento dell'attività propria del banchiere non in chiave burocratica, ad
affrontare il grave problema dei crediti deteriorati e così via. Non v'è dubbio che oggi i problemi del credito
siano anche di domanda (da parte delle imprese che si trovano in difficoltà); ma per la parte che tocca
l'offerta, tutto il possibile deve essere fatto dal sistema per risolvere le criticità, a creare le quali si è messa
anche la Vigilanza centralizzata, con l'impostazione della prova approfondita e, in specie, con gli stress test.
Detto ciò, va comunque ribadito che il succedersi di modifiche, come quella del voto plurimo, che si
innestano nel Testo unico della finanza del 1998, richiede che si avvii un'operazione di revisione radicale e
organica per un nuovo Testo unico di non puro carattere amministrativo (che mette insieme, cioè, leggi già
vigenti senza innovare), ma di portata riformatrice, da disciplinare con un provvedimento di delega al
Governo e dopo un'approfondita indagine governativa o, meglio, parlamentare.
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MF-MILANO FINANZA venerdì 19 dicembre 2914
S&P cala la scure sulle banche italiane, ma tace su Mps
di Francesco Colamartino
Per effetto del taglio del rating sovrano dell'Italia ieri la scure di Standard & Poor's si è abbattuta anche sulle
banche del Paese, da Bnl a Mediobanca , passando per Intesa Sanpaolo e Unicredit . Secondo quanto
affermato dall'agenzia di rating, i rischi in Italia sono in crescita, anche per la debole performance economica
del Paese, e «il probabile impatto della correzione in corso sul sistema bancario italiano sarà più duro del
previsto». Nel dettaglio, i rating di lungo termine scendono da BBB a BBB- (con l'outlook che passa però da
negativo a stabile) per Bnl, Cariparma, Intesa Sanpaolo , Banca Fideuram, Banca Imi, Mediobanca ,
Unicredit e Unicredit Leasing. Taglio da BBB- a BB+, con outlook stabile, per Istituto Centrale delle Banche
Popolari Italiane e CartaSi e da BB a BB- (con outlook che resta negativo) per Bper e Veneto Banca. Rating in
discesa da BB+ a BB anche per Banco Popolare dell'Alto Adige, Iccrea e Mediocredito Centrale e da BBB a
BBB- per il Credito Sportivo, il cui outlook resta però negativo. Confermate invece le valutazioni su Bpm e
Akros (B+) Ubi (BBB-) Unipol Banca (BB-) Carige (B-) e Credito Emiliano (BBB). Standard & Poor's ha
detto la sua anche sulle controllate italiane di istituti esteri come Bank of New York Mellon e Dexia, l'unica
che ha ottenuto una promozione, passando da BB- a BBB-. La sola a non essere stata menzionata dall'agenzia
di rating è Mps . Tuttavia gli analisti hanno precisato che l'Italia uscirà dalla recessione nel 2015,
sottolineando però che il ritmo della ripresa sarà basso. (riproduzione riservata)
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MF-MILANO FINANZA venerdì 19 dicembre 2914
Tassi negativi anche in Svizzera - Dal 22 gennaio, giorno del probabile quantitative easing di
Eurotower. La Bns reagisce così alla volatilità degli ultimi giorni, che ha spinto gli investitori
verso un bene rifugio come il franco
di Francesco Ninfole
La Banca nazionale svizzera (Bns) ha portato ieri i tassi sui depositi in negativo, a -0,25%, con l'obiettivo di
portare sotto zero i tassi interbancari e contrastare l'apprezzamento del franco. La mossa è una risposta alla
recente volatilità sui mercati finanziari, che si è manifestata in ambito valutario (soprattutto sul rublo) ed
energetico (petrolio). Quando aumentano i rischi in alcune aree, gli investitori si spostano verso asset più
sicuri, come il franco svizzero. L'effetto finale, non desiderato dalla banca centrale, è l'apprezzamento della
valuta elvetica, che penalizza gli esportatori e ha impatto deflazionistico sull'economia della Confederazione.
La Bns pochi giorni fa ha abbassato le stime sull'inflazione, che sarà negativa nel 2015 e rimarrà sotto
l'obiettivo del 2% per i prossimi tre anni. Un problema molto simile a quello della Bce, che già a giugno aveva
portato i tassi sui depositi degli istituti di credito presso la banca centrale sotto lo zero (-0,20%). Francoforte
ha così voluto incentivare le banche a prestare il denaro all'economia reale invece che tenerlo nei depositi
della Bce. Anche in Danimarca i tassi sui depositi sono negativi. «La Bns ribadisce l'impegno a un tasso di
cambio minimo di 1,20 franchi per euro e continuerà a rafforzarlo con la massima determinazione», ha
spiegato la banca centrale. «Negli ultimi giorni alcuni fattori hanno causato un'accresciuta domanda di
investimenti sicuri. L'introduzione di tassi di interesse negativi rende meno conveniente fare investimenti in
franchi svizzeri, e in questo modo sostiene il tasso di cambio minimo». La Snb si è detta inoltre «pronta ad
acquistare valuta estera in quantità illimitata e a prendere ulteriori misure se necessario». La banca centrale
svizzera ha fatto così il suo «whatever it takes» in materia di tassi di cambio (un obiettivo che la Bce invece
non ha in modo diretto, ma solo per le conseguenze che produce sull'inflazione).
I tassi negativi della Bns (validi per depositi superiori a certe soglie) entreranno in vigore il 22 gennaio, lo
stesso giorno del Consiglio direttivo della Bce che probabilmente lancerà un quantitative easing che include i
titoli di Stato. La Bns ha negato un legame con la riunione di Francoforte e ha motivato la data con il
preavviso necessario alle banche. Ma per gli analisti di Barclays non è una semplice coincidenza: il Qe della
Bce può rendere più difficile raggiungere l'obiettivo di cambio a 1,20.
La decisione della Snb ha comunque sorpreso gli analisti per i tempi. L'istituto guidato da Thomas Jordan ha
reagito più rapidamente del previsto al «flight to quality». Le misure hanno subito influenzato i mercati. Ieri
il franco è sceso ai minimi da ottobre sull'euro, portandosi verso 1,21 (per poi chiudere a 1,204). Secondo
molti analisti questo livello sarà mantenuto nel corso del 2015. Il franco potrebbe invece deprezzarsi nei
confronti del dollaro, dato che la Fed è impegnata in politiche monetarie che vanno in opposta direzione, con
un aumento dei tassi atteso da molti a metà 2015. Ma l'azione della Bce al contrario potrebbe obbligare la Bns
a nuovi interventi sui tassi e ad acquisti di valuta estera sul mercato. Ieri anche la borsa di Zurigo ha reagito
positivamente, con un rialzo del 2,7%.
Anche i tassi interbancari saranno influenzati dalla manovra della Bns. Il target range fissato per il Libor a tre
mesi passa da 0/0,25% a -0,75%/0,25%. «La decisione della banca centrale è stata dettata anche dalla
necessità di ridurre le pressioni rialziste sul franco, derivanti dalle incertezze e dalle tensioni internazionali,
in particolare, negli ultimi giorni, dall'esplosione della crisi russa», hanno commentato gli analisti di Intesa
Sanpaolo . Per gli economisti di Ing la manovra di ieri «rafforzerà il floor a 1,20 del cambio euro/franco»
anche se ora «le munizioni a disposizione dell'Snb si sono ridotte notevolmente». Secondo Capital
Economics la Bns «dovrà presto dare seguito al taglio dei tassi con ulteriori interventi sul mercato valutario
se vuole continuare a difendere il tetto del franco». (riproduzione riservata)
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Anno XV - 19/12/2014
A cura di Bruno Pastorelli – [email protected]
A gennaio inizierà l’attività della nuova struttura di promotori finanziari della Banca Popolare di Milano
guidata da Marco Riva, decano della consulenza finanziaria in Italia. Dal quartiere generale di Piazza Meda,
Brown Editore ha fatto il punto con il responsabile della nuova struttura
Dott. Riva, quali esigenze hanno spinto la Banca Popolare di Milano a creare una nuova rete di promotori?
Il sempre minore ricorso alle tradizionali operazioni di sportello da parte dei risparmiatori ha spinto i
maggiori istituti di credito, tra i quali Banca Popolare di Milano, ad una razionalizzazione delle filiali. Il
nostro Gruppo ha deciso di ottimizzare la sua presenza sul territorio anche grazie ad una rete di promotori
finanziari che potranno operare sia nelle zone di maggior radicamento come il Nord Ovest, la Puglia, il Lazio
e l’Emilia, sia in aree geografiche dove l’istituto non è presente con il network di sportelli, allargando così il
suo raggio d’azione. In pratica si tratta di una rete distributiva a costo variabile funzionale a tutto il Gruppo.
Quale struttura si sta dando la nuova rete di promotori finanziari?
La nuova rete di promotori finanziari opererà con mandato Banca Popolare di Milano. Riteniamo che il
marchio Banca Popolare di Milano potrà giocare un ruolo fondamentale nello sviluppo della struttura, un
brand riconosciuto in grado di attirare le migliori competenze sul mercato della consulenza finanziaria. La
nuova rete, che non avrà quindi una sua legal entity come accade anche per analoghe strutture già presenti
sul mercato, sarà caratterizzata da una struttura organizzativa basata su tre livelli, il primo rappresentato dai
promotori finanziari affiancati da due livelli manageriali. I nuovi colleghi che decideranno di seguire il nostro
progetto potranno contare già da subito su una infrastruttura tecnologica evoluta che inizialmente consentirà
di operare in modalità paperless per quanto riguarda l’apertura dei conti e la gestione dell’anagrafica. In un
secondo momento integreremo la piattaforma con un modulo dispositivo e uno consulenziale per soddisfare
al meglio le esigenze della clientela. Riteniamo che la possibilità di operare con un marchio consolidato sul
mercato come quello di Banca Popolare di Milano possa rappresentare un elemento attrattivo sia per gli
operatori del settore che per la clientela stessa.
L'intervista integrale è stata pubblicata sul numero di dicembre del mensile F-Risparmio & Investimenti.
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FINANZA.com 18 dicembre 2014
Albo Unico: Promotori o Consulenti? Scontro in Senato a colpi di emendamenti
di Francesco D'Arco
Con il DDL n. 1559 arenato in Commissione Finanze e Tesoro del Senato (Articolo Il Senato prova a
cancellare gli indipendenti), a causa di una lunga serie di emendamenti che ne mettono in discussione
l'intera struttura, la sfida per arrivare in tempi rapidi alla nascita dell'Albo Unico della consulenza finanziaria
si sposta presso la 5° Commissione Bilancio, sempre al Senato.
Proprio in questi giorni sono stati presentati al DDL n. 1698, ovvero la Legge di Stabilità 2015, una serie di
emendamenti che indicano la via per modificare l'attuale Albo dei Promotori Finanziari, e il rispettivo
Organismo, con l'obiettivo di dare vita all'"Albo Unico dei Consulenti Finanziari", questo il nome indicato nel
testo in discussione al Senato.
Gli emendamenti, firmati dai Senatori Mauro Maria Marino (in forza al PD) e Marcello Gualdani (del gruppo
AP - NCD/UDC), ripropongono la struttura ormai nota dell'Albo diviso in tre sezioni: consulenti finanziari
abilitati all'offerta fuori sede (gli attuali pf), consulenti finanziari indipendenti (i fee-only), società dii
conulenza. Ma gli emendamenti non si limitano a riproporre la formula nota, si spingono oltre e cercano di
superare quella che era stata un'empasse tecnica quest'estate (Casa della consulenza, tutto è rimandato): non
gravare sulle finanze pubbliche. Non solo, infatti, nei testi presentati si assicura esplicitamente "l'assenza di
nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica", ma viene anche prevista una nuova tassa "dovuta per le
iscrizioni successive all'entrata in vigore" dell'Albo, che confluirà, "nei limiti di 0,2 milioni di euro per l'anno
2016", ad un apposito "fondo da istituire presso il Ministero dell'economia e delle finanze da destinare alla
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RASSEGNA STAMPA
Anno XV - 19/12/2014
A cura di Bruno Pastorelli – [email protected]
copertura di quota parte degli oneri occorrenti per il funzionamento, per il medesimo anno 2016,
dell'organismo istituto, ai sensi del quarto periodo, a seguito della revisione del sistema, disciplinato dalla
Consob, di risoluzione stragiudiziale delle controversie con la clientela".
Una copertura in più che equipare l'APF all'OAM e che garantisce un'ulteriore stabilità al processo di
passaggio delle funzioni di vigilanza dalla Consob al nascituro ''Organismo di Vigilanza e Tenuta dell'Albo
unico dei Consulenti finanziari'' (l'attuale Organismo per la Tenuta dell'Albo dei Promotori Finanziari).
Infine, al fine di garantire maggiore stabilità al nuovo assetto organizzativo, gli organi statutari dell'APF alla
data di entrata in vigore della legge, dovranno restare in carica fino al 30 aprile 2019.
ERACLITO
“Gli occhi sono testimoni più fedeli delle orecchie.”
.c.
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