Aeroporto base per droni Ma Grottaglie insiste

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Aeroporto base per droni Ma Grottaglie insiste
«Vogliamo i charter»
Contributi Adp a Ryanair? «Solo con gara pubblica»
di FRANCO GIULIANO 23 - 01 – 2014
GROTTAGLIE - «È meglio: un uovo oggi, o la gallina domani»? Nel nostro caso: è meglio avere
due collegamenti aerei (come qualcuno chiede) su Roma e Milano dall’aeroporto di Grottaglie
distante appena 35 km da quello più attrezzato di Brindisi? Oppure continuare ad investire sullo
sviluppo industriale dell’infrastruttura destinandola ed accogliere (dopo Alenia che dà 700 posti di
lavoro) anche la base logistica per i «Test range». Il programma europeo «Horizon 2020» il cui
investimento si aggira sugli 80 miliardi di euro, 13 dei quali a carico dell’Italia? È l’interrogativo che
ci ha torturato ieri nel corso del nostro blitz all’interno di quella struttura abbandonata che sulle
mappe ufficiali è considerato Aeroporto di Grottaglie, quasi in abbandono e che richiederebbe
ulteriori investimenti.
A caldeggiare il progetto più lungimirante del destino dello scalo è la Regione Puglia che, dopo
aver scommesso sull’investimento Alenia agevolando l’insediamento dello stabilimento per la
produzione delle fusoliere del nuovo Boeing 787, vuole realizzare adesso su questo stesso sito
industriale di Grottaglie una delle più importanti base logistiche per il collaudo degli aerei senza
pilota. «Un affare - sostiene Pierluigi Di Palma ex direttore generale dell’Enac, pugliese di
Grottaglie e protagonista dell’accordo sottoscritto martedì a Roma dalla Regione Puglia e Adp
insieme a Enac, Enav, Agenzia spaziale, Alenia e ministero dei Trasporti - che consolida
ulteriormente la vocazione aerospaziale del sito e apre nuove prospettive, sia economiche, sia
occupazionali straordinarie per un’area che deve fare i conti con problemi ambientali e
industriali».
«C’è qualcuno?» chiediamo ad alta voce. La grande sala arrivi dell’aerostazione completamente
vuota è la stessa di 18 anni fa quando, durante la guerra nella ex Jugoslavia, fu utilizzata per
qualche settimana, dopo la chiusura degli altri due scali pugliesi. Stessi banchi accettazione,
stesse sedie, una ventina di carrelli portabagagli con la pubblicità di una concessionaria di Bari
ormai fallita. Dentro, un bar chiuso (costato qualche centinaia di migliaia di euro al gestore che
non l’ha mai potuto aprire), uno sportello bancomat di un istituto di credito locale. E nessun essere
umano. «C’è nessuno?» ripetiamo una seconda volta rompendo il silenzio della sala. «Eccomi»,
ci risponde una signora «addetta - alle pulizie dell’aerostazione e anche della stazione dei Vigili
del Fuoco». Solo dopo qualche minuto ci viene incontro il capo-scalo con tanto di badge
identificativo sul petto con il logo di Adp. «Guardi non posso parlare, deve chiamare la direzione.
Eppoi ho da fare, sta per decollare il Dreamlifter», il super Boeing-cargo che una-due-tre volte alla
settimana atterra e carica nella sua enorme pancia le parti dell’aereo in fibra di carbonio realizzate
dagli oltre 700 addetti dell’Alenia.
Cinque minuti di rullaggio e quel gigante si solleva come una piuma dalla pista alla volta di
Seattle, lo stabilimento statunitense nel quale vengono assemblate le parti dell’aereo del futuro.
Una scena che si ripete ogni due-tre giorni. E tutte le volte rappresenta la migliore risposta a
quella stessa domanda che molti si ponevano quando altri governatori (Raffaele Fitto)
caparbiamente decisero di investire su questa scelta industriale di Grottaglie: è meglio un uovo
(due collegamenti civili da questo scalo distante 35 km da Brindisi), o la gallina (un utilizzo
industriale che dà lavoro e sviluppo)?
La risposta a questo dubbio (non solo nostro) l’abbiamo trovata nel vedere il gigantesco Boeing
decollare oltre la rete metallica che protegge l’aerostazione. Una vecchia e ormai quasi
«abbandonata» struttura realizzata negli anni Settanta che Aeroporti di Puglia continua a
manutenere come se da un momento all’altro dovessero atterrare fiumi di passeggeri provenienti
da chissà quali destinazioni. «Forse è meglio la gallina - ci dirà un signore nella piazza di
Grottaglie, padre di uno dei giovani che in questa terra abbandonata ha trovato lavoro nello
stabilimento Alenia».