L'Unione delle case di riposo chiede la creazione di un tavolo permanente di confronto con l'amministrazione provinciale e l'assessora Donata Borgonovo Re ASSISTENZA «C'è un conflitto d'interesse, ed in alcuni casi non mancano i trucchi per girare i soldi destinati alle residenze per anziani al bilancio dell'Apss» Le Rsa: «Giù le mani dai nostri soldi» Upipa contro la gestione accentrata dell'Azienda sanitari FABIA SARTORI La spaccatura tra le Rsa e l'Azienda sanitaria è sempre più profonda: l'Upipa, ovvero la realtà provinciale che rappresenta 54 case di riposo trentine, chiede uno «stop» al controllo economico dell'Apss sulle Rsa attraverso la creazione di un tavolo di lavoro per- Chiarezza Desideriamo la nostra autonomia e una valutazione a posteriori dei risultati Massimo Giordani manente di confronto con l'amministrazione provinciale e l'assessora Donata Borgonovo Re, che non passi attraverso l'azienda sanitaria. Attualmente tutte le risorse provinciali stanziate per le Rsa «transitano» dall'Apss: «C'è un conflitto d'interesse, ed in alcuni casi non mancano le "furberie" per fare in modo che i soldi destinati alle residenze per anziani vadano a "rincicciare" il bilancio dell'azienda sanitaria», accusano i consiglieri d'amministrazione di Upipa. I quali, ieri, con il presidente Antonio Giacomelli ed il direttore Massimo Giordani hanno incontrato l'assessora Borgonovo Re esprimendo quest'esigenza d'indipendenza. «Non vogliamo più che l'Apss interceda dal punto di vista economico: la delega che le permette di gestire i fondi destinati alle Rsa deve essere rimossa. Non c'è alcun problema se l'azienda continua a gestire gli accessi dell'utenza, ma chiediamo che le risorse economiche siano riversate direttamente nei fondi delle Rsa». Per fare questo l'Upipa ipotizza l'istituzione di un «tavolo politico» che si riunisca mensilmente. «Fino adesso il nostro consiglio d'amministrazione ha cercato di fare da cuscinetto tra le Rsa e la gestione dell'Apss, ma ora abbiamo deciso di prendere una posizione netta - spiegano Prendiamo l'esempio dei soldi messi a budget per l'acquisto dei farmaci: ogni utente ha diritto a circa 500 euro, che per 4.000 persone significa una cifra di 2 milioni di euro». Gli amministratori di Upipa spiegano che oggi l'Apss trattiene circa il 4% per compensare dei precedenti «sforamenti» rispetto ai 500 euro fissati. «Non possiamo negare ai pazienti più gravi i farmaci nel momento in cui il budget prò capite viene superato, e nemmeno chiedere loro di pagarli - dichiarano In un confronto diretto con l'amministrazione provinciale potremmo far rientrare anche il costo dei medicinali nelle economie di scala che stiamo realizzando». L'Upipa fa un discorso analogo per i posti di sollievo (per brevi periodi garantiscono l'assistenza in Rsa) e di emergenza (suppliscono ai «normali» quando non è più possibile la gestione dell'anziano da casa): «Le risorse economiche sono stanziate dalla Provincia, ma l'Apss può tenere i soldi a budget se i posti non sono occupati spiegano Giacomelli e Giordani - E se per i posti normali ci sono le liste di attesa e l'assegnazione è obbligata, per i letti "eccezionali" l'azienda preferisce tenere le risorse per sé piuttosto di soddisfare i bisogni dell'utenza». Tale situazione si ripercuote anche sul bilancio delle singole residenze per anziani: «Per ogni "posto mancato" ogni Rsa ci rimette i soldi che proverrebbero dall'Apss ed anche la retta alberghiera dell'ospite - afferma Giacomelli - Senza contare che sosteniamo comunque i costi fissi (riscaldamento, pulizie, cucina, pasti)». «Negli ultimi anni abbiamo dimostrato di saper fare economie di scala: abbiamo tamponato molte inefficienze, e molte ne abbiamo ancora, ma le stiamo riducendo accettando i tagli della Provincia e senza gravare troppo sugli utenti. Non ci sono stati tagli al personale, anche se siamo impossibilitati ad assumere nuovi dipendenti - conclude Giordani. - Ciascuna Rsa ha fatto ricorso alle rendite del suo personale patrimonio per coprire gli ammanchi: desideriamo la nostra autonomia, un confronto con la Provincia e una valutazione a posteriori dei risultati». «Da oltre un anno volevamo un colloquio» 1 membri del consiglio d'amministrazione di Upipa sono soddisfatti delle prospettive di «apertura» mostrate dall'assessora Donata Borgonovo Re nell'incontro (oltre due ore) svoltosi ieri pomeriggio. «Da oltre un anno sentivamo il bisogno di un colloquio approfondito, e finalmente abbiamo avuto modo di ottenerlo», dichiarano il presidente di Upipa Antonio Giacomelli ed il direttore Massimo Giordani. «L'assessora ha preso atto dei difficili rapporti con l'azienda sanitaria. Ed ha detto che prima vorrebbe completare un percorso di chiarimento e • confronto con l'Upipa, per poi affrontare le problematiche connesse alla collaborazione con l'Apss». Insomma, per il momento la «frattura» rimane, con prospettiva di attivarsi per sanarla. «Da oggi (ieri per chi legge) ha preso il via un tavolo di confronto che si riunirà ogni quindici giorni fino a definire le prospettive di legislatura», spiega Giordani. «L'assessora ha garantito che sarà aperta una riflessione sull'affido del controllo di gestione all'Upipa»aggiunge Giacomelli - Con questo ha dimostrato grande apprezzamento per il nostro operato, prendendo atto di alcuni elementi che danno ragione al nostro tipo di gestione». Infine, Giacomelli e Giordani affermano che l'assessora si è detta disponibile a valutare l'incremento del numero di posti letto per gli anziani nei prossimi anni, dando priorità alla valorizzazione del servizio domiciliare e dei posti sollievo.
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