- mercoledì 21 gennaio 2015 - CASSE RURALI Renzi per ora risparmia le Bcc Sciopero, palla a Federcasse Proposto lo stop alla Slipegada TRENTO - Il decreto del governo di Matteo Renzi sul sistema bancario interviene sulle banche popolari (vedi box in pagina) ma risparmia, per ora, le banche di credito cooperativo e le Casse rurali, che intanto sono sempre nella bufera dello scontro con i loro dipendenti, dopo la disdetta e la minaccia di disapplicazione del contratto integrativo dal 1° febbraio. Oggi è in programma una commissione direttori, dopodomani l’assemblea dei presidenti delle Rurali, ma difficilmente sarà a Trento che si sbloccherà la situazione, che allo stato vede un programma di otto giorni di sciopero proclamati dai sindacati Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uil contro la disdetta. Piuttosto il rinvio di qualche mese della disapplicazione potrebbe essere deciso da Federcasse domani a Roma. Intanto sale la tensione fra i 3.000 bancari coop trentini. In alcune assemblee è stata proposta, come ulteriore forma di protesta, la non partecipazione alla Slipegada, la manifestazione sciistica riservata ai dipendenti e amministratori delle Rurali, in programma quest’anno a Falcade il 27 e 28 febbraio e 1° marzo. «Non c’è più l’ambiente da famiglia dice Romano Vicentini della Fisac Cgil Tanti si chiedono se continuare a preparare gratis l’assemblea dei soci, se continuare con quei momenti che nelle altre banche non esistono». F. Ter. l'Adige - Pagina: 10 - - mercoledì 21 gennaio 2015 - CORRIERE DEL TRENTINO - Pagina: 11 Rurali, Schelfi tenta la «proroga» Disapplicazione dell’integrativo, Azzi chiude e compatta le Bcc. Oggi comitato di settore TRENTO Estremo tentativo di Diego Schelfi per scongiurare lo sciopero di 8 giorni di Casse rurali e società collegate, comprese le strategiche Phoenix e Cassa centrale banca. «Continueremo a lavorare — scrive nella lettera a presidenti e direttori — fino all’ultimo istante utile, sia a livello nazionale che provinciale, per scongiurare, almeno temporaneamente, la disapplicazione della contrattazione collettiva integrativa». Oggi molti si aspettano un risultato nel comitato di settore, ma il presidente di Federcasse, Alessandro Azzi, sembra voler tirare dritto, compattando le Bcc italiane. La situazione intricata in cui si è arrivati è nota: disdetta del contratto nazionale Federcasse, dialogo interrotto con i sindacati, inizio «morbido» con la disapplicazione degli integrativi locali dal primo febbraio, proclamazione di 8 giorni di sciopero a Trento, per paura di perdere l’autonomia di contrattazione. La protesta rischia di bloccare centri nevralgici del credito coop italiano, come Cassa centrale banca e Phoenix informatica bancaria (che da sola ha 250 clienti nel Paese), i cui dipendenti oggi sono in assemblea. Sempre stamane è previsto il comitato di settore del credito e i rappresentanti dei lavoratori (Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil e Uilca), in un’assemblea intersindacale, decideranno le modalità concrete di mobilitazione, a partire da lunedì 26. Anche ieri si sono tenute assemblee dei lavoratori molto partecipate, l’interesse è alto fra i 3000 dipendenti che non negano si possa ritoccare l’integrativo, ma non accettano un’imposizione «padronale». Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) 3 mila I dipendenti trentini «Federcasse» 8 giorni Il maxi pacchetto di scioperi 43 banche Le Casse rurali trentine, a cui si aggiungono le altre società Mediazione Diego Schelfi, presidente di Federcoop, con Alessandro Azzi, presidente Federcasse I sindacati hanno spedito lettere alle singole Casse, chiedendo che i cda non ratifichino le disapplicazioni, ma i presidenti ritengono sia Federcoop a dover tirare le fila della faccenda, non i singoli amministratori. Per questo tutte le speranze sono riposte su Schelfi, che oltre a essere presidente di Federcoop è vice di Federcasse. La sua lettera, firmata con il consigliere Michele Odorizzi, indica come «necessaria» l’iniziativa della disapplicazione, «al fine di una sostenibilità prospettica, anche sotto il profilo occupazionale». Schelfi ricorda che «la nostra adesione alle decisioni di Federcasse, per superare lo stallo nazionale, è stata preventivamente condivisa all’unanimità da tutti gli organismi provinciali». Ciò detto 8 giornate di sciopero (chissà però se la partecipazione reggerà fino in fondo, pur con lo sforzo sindacale unitario) sono veramente tante. Per questo il presidente di Federcoop cercherà almeno uno spostamento in là della disapplicazione. «Tuttavia siamo consapevoli che questo obiettivo potrà essere raggiunto solo mantenendo coesione con le strategie della Federazione nazionale. A tutte le realtà del movimento è richiesta lealtà e compattezza, a prescindere dalle asserite specificità, magari pretestuose, delle singole situazioni aziendali o locali. Nessuno può chiamarsi fuori, in nome di un’autonomia che finirebbe per significare isolamento». In ogni caso la disapplicazione dell’integrativo «non giustifica eccessivi allarmismi». Schelfi s’impegna, dunque, ma ricorda che Azzi ha chiesto che il fronte sia compatto: «In assenza di profondo e tempestivo rinno- vamento delle attuali regole collettive di lavoro si renderebbero necessarie decisioni di maggior impatto sui livelli occupazionali. Prospettiva che vogliamo evitare». «Il tempo delle strategie è passato, ora è il tempo di procedere sulla strada delle realizzazioni. Quanto tempo possiamo ancora aspettare?» si chiede infatti il presidente di Federcasse. Ieri intanto il Consiglio dei ministri ha approvato l’«Investment compact», con cui 10 banche popolari diventeranno spa nel giro di 18 mesi, con la perdita dell’istituto del «voto capitario». Stralciata, invece, la riforma del credito cooperativo, «nessuno tocca le Bcc» ha detto il premier Matteo Renzi. Probabile che una riforma di questo comparto sia affrontata più in là. Enrico Orfano © RIPRODUZIONE RISERVATA
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