- mercoledì 25 marzo 2015 - T R E N T I N O - Pagina: 7 - Contratto bancari, due giorni di sciopero Otto sindacati bancari proclamano due giornate di sciopero e una manifestazione nazionale a difesa del contratto nazionale e respingono le proposte fatta dall’Abi per il rinnovo. Per la parte economica, affermano in un comunicato unitario, le richieste dei banchieri sono superiori all’aumento proposto di 80 euro e quindi «con il paradosso che i lavoratori dovrebbero finanziari il rinnovo del contratto». I sindacati indicano anche possibili iniziative legali se le banche metteranno in pratica la minaccia di disapplicazione del contratto vigente. Il calendario degli scioperi sarà definito dopo il 31 marzo, previsto anche il blocco degli straordinari. Dircredito, Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Sinfub, Ugl, Uilca e Unisin denunciano che «un confronto vero non è mai decollato soprattutto a causa del macigno messo dalle banche, fin dall’inizio, sul tavolo di trattativa, costituito dalla volontà di raggiungere l’obiettivo di destrutturazione del contratto» solo per «ridurre i costi». - mercoledì 25 marzo 2015 - CORRIERE DEL TRENTINO - Pagina: 11 Contratto Rurali, Fabi nel mirino Uilca e Fisac: «Firmato un accordo quando non serviva» Il ripristino del tavolo fra sindacati e Federcasse, provoca un problema alla Fabi trentina, che lo scorso 11 marzo ha invece firmato un accordo al ribasso per 3000 dipendenti locali. Fisac Cgil e Uilca auspicano che Fabi Trento ora si allinei nuovamente con le segreterie nazionali. L’altro ieri la nota romana: «Federcasse ha dichiarato superata ogni precedente determinazione in merito alla cessazione degli effetti della contrattazione di primo e di secondo livello». Relazioni ripristinate e impegno di arrivare alla definizione del nuovo contratto entro il 31 ottobre. A Trento, in previsione della disappliTRENTO cazione contrattuale dopo il 31 marzo e prima del consiglio nazionale Federcasse che doveva varare il piano di autoriforma (poi risoltosi in una fumata «grigia») la Federazione di Diego Schelfi aveva sottoposto un accordo ai sindacati, che impegnava le parti a ritoccare retribuzioni, anzianità e altri elementi, per costituire il Fondo di garanzia locale. I confederali non avevano firmato, mentre la Fabi, sindacato maggioritario, a sorpresa sì. Era la sera dell’11 marzo, il 12 la Federazione trentina è scesa a Roma con la firma, che sottolineava l’operosità e il decisionismo di cui è capace il Trentino, candidato a essere uno dei tre centri del credito coop nazionale. Quegli impegni ora sembrano inutilmente restrittivi, e solo per i lavoratori trentini. «Alla luce dell’accordo nazionale — dice Maurizio Mosaner della Uilca — rivendico la correttezza della nostra posizione, cioè: non firmare l’accordo con la Federazione in quel momento e aver partecipato allo sciopero nazionale». Sciopero boicottato in Trentino, dato che Fabi non vi ha aderito. Romano Vicentini (Fisac Cgil) si augura «che a questo punto Fabi esca dall’isolamento e torni al tavolo unitario». E. Orf. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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