ExpoShakespeare. food for the City

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IASEMS Italian Association of Shakespearean and Early Modern Studies
ExpoShakespeare. Food for the City
Laboratorio a cura di M. Cavecchi e M. Rose
Cos’ha da dirci Shakespeare sul cibo oggi?
Rispondono alla domanda gli studenti del Laboratorio Shakespeariano, cimentandosi nella creazione di brevi
testi teatrali ispirati al monologo di Calibano ne La Tempesta.
Caliban:
I must eat my dinner.
This island’s mine, by Sycorax my mother,
Which thou takest from me. When thou camest first,
Thou strok’st me and made much of me, wouldst give me
Water with berries in’t, and teach me how
To name the bigger light, and how the less,
That burn by day and night. And then I loved thee
And showed thee all the qualities o' th' isle,
The fresh springs, brine pits, barren place and fertile.
Cursed be I that did so! All the charms
Of Sycorax, toads, beetles, bats, light on you!
For I am all the subjects that you have,
Which first was mine own king. And here you sty me
In this hard rock, whiles you do keep from me
The rest o' th' island.
William Shakespeare, born in Stratford upon Avon, the most extraordinary poet of all
times. In London he eats and drinks regularly at the Mermaid Tavern, with friends and fellow actors.
He likes prunes, strawberries, apples and the many greens and berries growing in the countryside round his house in
Stratford-upon Avon. Like most men of his time he can’t cook an egg.
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IASEMS Italian Association of Shakespearean and Early Modern Studies
Michele Squillaci
My dinner, the spark that keeps me alive
I must eat my dinner
I worked hard all day
obeying my master's order
I deserve my dinner.
It's the water that quenches my thirst
It's the light that guides me in the dark
It's the fire that reigns in my heart
I don't demand anything else in my life
except that spark
that makes me feel alive.
Michele Squillaci ha 21 anni ed è uno studente universitario di Lingue e Letterature Straniere. Adora leggere i libri fantasy, guardare serie tv e, ovviamente, una delle
sue tante passioni è il teatro e tutto ciò che lo riguarda.
Impazzisce per le nespole e disprezza cordialmente le mele.
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IASEMS Italian Association of Shakespearean and Early Modern Studies
Chiara Macaluso
Etica alimentare
Non mangio carne da una settimana. Ad essere sinceri, da quando è successo mangio a malapena, mai avrei pensato
che avrei dovuto viverla così. Questo è il mio lavoro: uccido. Ho ucciso 23 persone nella mia vita, 2 settimana scorsa.
Erano gemelli. L’ha voluto Riccardo, io ho solo eseguito i suoi ordini; ha detto che era necessario, che non c’erano
altre opzioni, mi sono fidato di lui. Ha detto: “se non li eliminiamo, ci intralceranno la strada quando saranno grandi”.
Allora sono andato, cosa dovevo fare, sono entrato in casa, poi nella loro camera: stavano dormendo fortunatamente,
se fossero stati svegli non ce l’avrei fatta. Dopo ho preso i loro cadaveri e li ho buttati nel fiume. Lavoro finito.
Una volta tornato a casa ho cucinato un po’ di carne: al primo morso ho vomitato, il sapore del sangue mi dava l’idea
di star mangiando i corpi dei due bambini.
Ora provo a mangiare ancora. Un po’ di formaggio forse, o un po’ di latte.
No. Il latte è l’unica cosa che i due innocenti erano ancora in grado di mangiare. È come se rubassi il loro cibo, la loro
stessa vita.
Provo un po’ d’insalata.
A quanto pare la verdura è l’unica cosa di cui riesco a cibarmi. Non mi soddisfa, ma devo mangiare la mia cena. Mi sa
che sono diventato vegano.
Chiara Macaluso, 24 anni, nata a Milano, vive a San Zenone al Lambro. Dopo la laurea le piacerebbe applicare le sue conoscenze di lingua al campo agroalimentare.
Ama il tiramisù, odia il salmone.
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IASEMS Italian Association of Shakespearean and Early Modern Studies
Gabriele Mistrangelo
Lo sfogo di Calibano
Entra Prospero.
Prospero (verso il fondo): Ehi, schiavo velenoso, fatto alla tua rea madre dal diavolo in persona; vieni fuori Calibano!
Entra Calibano, affettando un’andatura alquanto sgraziata. Regge un pezzo di carne cruda in mano; parlando, lo agita di fronte a Prospero e Miranda.
Calibano: Una guazza maligna quale schiumava mia madre con una penna di corvo dalle paludi malsane vi piova addosso a tutti e due; vi soffi addosso il libeccio pestifero e vi copra di pustole.
Prospero: Per quel che dici, sta’ sicuro, questa notte sentirai crampi dappertutto e nei fianchi fitte e spasimi da toglierti
il respiro; gli spiritelli nella notte dispersa – ché quello è il tempo delle loro fatture – s’adopreranno a farti la pelle più
traforata delle arnie da miele con pungiglioni più cocenti di quelli dell’ape cellaria.
Calibano: Ho da finire il mio pasto. (Gli volge le spalle, rivolgendosi al pubblico) Avrei mai potuto fare fine più meschina? Io, signore di quest’isola, che mi appartiene per nascita, ora non sono più libero di pranzare in pace, costretto
come sono a subire la tirannia di questo mago da strapazzo; che mi tratta come fossi il suo schiavetto. Ma dico, che
potere avrebbe su di me, se non gli fosse stato dato dall’alto? Dall’autore della commedia, intendo. Come si chiama?...
ah, sì: Guglielmo Scuotilancia. Un nome che non gli s’addice per nulla. Ce lo vedete su un campo di battaglia lui, che
a malapena regge in mano la penna? A proposito… sia detto fra noi…si dice in giro che sia un po’…(fa un gesto allusivo). Comunque sia, questo a me non interessa; io sono un tipo di libere vedute: giudico l’arte; e questa non mi garba
affatto. Che trame inverosimili! Che dialoghi inutilmente ampollosi e sdolcinati! Avete mai sentito qualcuno parlare
come siamo costretti a parlare noi? Ma neanche gli ubriachi! Credetemi, io certe cose le capisco al volo, la fama di
questo Scuotilancia non durerà sei mesi!
Prospero: Calibano, razza di bifolco, vuoi spicciarti!
Calibano: Ho da finire il mio pasto! (Esce. Prospero lo segue)
Gabriele Mistrangelo, nato a Milano ventisette anni fa da padre
milanese e madre sarda. Nutre un forte interesse verso la letteratura. Predilige le opere di Giacomo Leopardi e Grazia
Deledda.
Poiché è di palato onesto e fino / gradisce assai la pasta, il pane e il vino.
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IASEMS Italian Association of Shakespearean and Early Modern Studies
Ilaria Boiocchi
Una cena come si deve
PERSONAGGI: Calibano, Prospero.
Il giorno sta giungendo al termite. Calibano, come ogni sera, sta preparando la cena per il suo padrone. Prospero legge
assiduamente i suoi libri aspettando di cenare.
Prospero: (A parte) Devo cenare.
Mostro! La mia cena? Sai che amo leggere mentre ceno. Come vedi sto nutrendo la mia mente ma il mio corpo è ancora affamato, dov’è quel dannato cibo?
Calibano: Eccolo padrone: c’è della carne e della frutta, danno forza e sazietà, giusto padrone? me l’avete insegnato
voi. Spero vi piacciano. [Calibano fa un profondo inchino]
P: finalmente! grazie mostro.
C: Mio dovere, padrone. Vi lascio ai vostri piaceri. [Calibano va verso la cucina. Solo in cucina, riflette ad alta voce]
Lui mangia tranquillo e beato, non muove un dito se non per sfogliare le pagine. I suoi libri gli danno sicurezza; grazie
a quelli è padrone della mia isola, ma se non li avesse più? Cosa potrebbe controllare? Devo prendere quei dannati libri. E cenare, sì, devo cenare.
[Dall’altra stanza Prospero chiama il suo servo]
P: Mostro, cosa stai facendo? Voglio il resto, vieni qua con il mio latte!
C: eccomi padrone... ecco il vostro latte [Calibano versa il latte con cura] Ma, gentilmente, volete spiegarmi, di nuovo, perché amate così tanto berlo?
P: te l’avrò spiegato centinaia di volte imbecille di un mostro. Il latte è il cibo per eccellenza, il più nutriente sulla terra. Dà saggezza, ingegno, lucidità mentale... insomma rende un uomo completo!
C: ma non dovrebbe essere latte umano? così ricordo che dicevate giorni fa...
P: sì, ma su quest’isola l’unica donna è mia figlia e visto che non ti sarà mai concesso d’ingravidarla ci dobbiamo arrangiare con ciò che abbiamo... il latte di scimmia andrà benissimo!
C: come volete voi padrone, siete voi il saggio quaggiù. [Calibano se ne va prendendo due dei tre libri che Prospero
ha sul tavolo]
(A parte) viste tutte le miracolose proprietà ne berrò un po’ anch’io di questo latte; e anche della carne, che lui stupidamente ha avanzato, e perché no, anche un po’ di frutta succosa... Il mio corpo è la mia arma, devo nutrirlo al meglio..
E poi quell’imbecille è tanto immerso nella lettura che non si è neanche accorto del mio piccolo furto. Ora vedrai cosa
me ne faccio dei tuoi insegnamenti!
[Calibano torna da Prospero con un libro in una mano e una brocca di latte nell’altra e aspetta che il padrone alzi gli
occhi dal libro]
C: mio amatissimo padrone, questa sera vi stupirò per quanto ho appreso da voi! Voglio farvi un omaggio.. si, un
omaggio per ciò che mi avete insegnato! Voi mi avete insegnato che il corpo va nutrito e con esso anche la mente; che
il sapere dà potere e il potere rende liberi. Vi dimostrerò che avevate ragione; non userò questi libri e questo latte nel
modo in cui mi avete insegnato ma vi assicuro che il risultato sarà ugualmente eccellente!
[Calibano svuota la brocca in testa a Prospero e poi, prima che possa reagire invocando qualcuno dei suoi incantesimi, lo colpisce con il libro. Prospero cade a terra. Calibano continua a colpirlo finché non perde i sensi e con essi la
vita intera.]
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IASEMS Italian Association of Shakespearean and Early Modern Studies
C: avevi ragione, il tuo prezioso libro mi ha reso libero. Di certo non l’ho usato come tu onnipotente mago avresti fatto, ma il risultato è stato raggiunto: ti ho distrutto! Sei solo un usurpatore di isole e di libertà! Ora possederai solo la
terrà entro cui sarai sepolto. E a tua figlia ci penserò io. [Calibano si avvicina alla gamba del suo padrone defunto,
quasi per azzannarla, poi si ferma] (Verso il pubblico) Non scherziamo, non sono mica un animale. Devo cenare, ma
come si deve... come si addice al padrone di un’isola.
Ilaria Boiocchi, 21 anni, studentessa del terzo anno di Lingue
e letterature straniere, di lingua inglese e portoghese e giocatrice non professionista di calcio femminile. Appassionata
di musica e anche di cibo.
Deve confessare che adora la pizza e le zucchine... soprattutto la pizza con le zucchine! È un piatto completo: ha carboidrati, proteine e quel pizzico di verdure che fa sempre bene.
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IASEMS Italian Association of Shakespearean and Early Modern Studies
Adi Kaufman, Marialuisa Aldeghi
Auberjean Vs Mr Meater
Nell’anno 2057 i mangiatori di carne sono ormai diventati una minoranza da sterminare. Ci sono voluti millenni, ma
finalmente si sta mettendo fine a questa crudeltà. Pochi sono quelli che stanno ancora cercando di opporsi all’inevitabile. Tra questi il Signor Meater, residente al cinquantatreesimo piano di un grattacielo di Angusville.
Auberjean: Sfondate la porta! Questo è l’appartamento del signor Meater, uno degli ultimi criminali mangia-carne rimasti. Ucciderlo significa un altro passo verso la fine di questa barbarie.
- entrano nell’appartamento Meater: Auberjean, stavo proprio aspettando te e i tuoi scagnozzi mangia-erba! Mi avevano detto che sareste arrivati,
prima o poi...
Auberjean: Taci tu, schifoso assassino! Voi altri, frugate dappertutto e portate via ogni pezzo di carne che trovate!
Meater: Come osate irrompere in casa MIA e toccare il MIO cibo?!
Auberjean: Ti concedo un ultimo desiderio prima di ucciderti.
Meater: Che gentile da parte tua! Se proprio insisti, prima devo mangiare. Una bistecca, possibilmente al sangue grazie.
Adi Kaufman ha 21 anni ed è al terzo anno di Lingue. Studia inglese e russo. È nata in Israele
ma da 12 anni vive a Brescia.
Il suo cibo preferito è banalmente il cioccolato, mentre detesta carne e pesce, motivo per cui è vegetariana da sette anni.
Marialuisa Aldeghi ha 21 anni, abita a Bergamo ed è al terzo anno di Lingue. Nello specifico studia inglese e russo
e vorrebbe fare della sua passione per l’inglese una professione.
Ama in modo spropositato la pasta alla carbonara e odia i pomodori crudi. Non ne sopporta la consistenza.
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IASEMS Italian Association of Shakespearean and Early Modern Studies
Arianna Panzanini
Sfogo di Mamma, or The Modern Caliban
Aspetta che imposto il timer del microonde e poi ti spiego.
Sai cos’ho fatto oggi? Oggi ho pulito,
ho lavato, stirato e spazzato
chiamato mia madre per farla lamentare
e pure mia suocera per farmi rimproverare.
Portare e ritirare i figli da scuola.
Qui prima in ufficio pensavo alla macchia sulla camicia di mio marito
E ieri per cucinare la cena ci ho quasi rimesso un dito.
Così tutto il giorno e tutti i giorni
Natale Pasqua Ognissanti e anche ai morti.
Che sia la festa della mamma o festa delle donne
Tutti a regalarmi i fiori
Nessuno che pensa a spartire i lavori.
Ma ora basta, è suonato il timer: scusa, ma devo mangiare il pranzo.
Arianna Panzanini il più dei giorni non capisce la mamma, che ha delle giornate così
piene che spesso è in overbooking. Si sente molto più in sintonia con la tartaruga, per dire. Oltre ad assomigliare a una
tartaruga, è 180 centimetri distribuiti in 20 anni di crescita, frequenta Lingue Straniere in Statale e di recente ha vinto
un concorso letterario. Ne è rimasta così sorpresa che non l'ha detto a nessuno.
Non riesce veramente a mandare giù l'insalata, è un alimento che non capisce. Questo è l'unico punto su cui non è
d'accordo con la tartaruga. E con la mamma, ovviamente.
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IASEMS Italian Association of Shakespearean and Early Modern Studies
Martina Smadelli Bonardi
A Starving Game
Caliban:
I must eat my dinner.
My master never lets me eat,
It’s a game for him:
Taking me to an extreme levels of frustration, and undernourishment
On Monday it was for the weather,
On Tuesday he said that I hadn’t been good enough,
On Wednesday, when I was already starving after 3 days without a meal,
He told me I was stubborn: the cotton I collected wasn’t enough.
And now here we are and it’s Thursday.
Thursday….
Today we had to bring the cotton into the barn, but the heat and the mosquitos didn’t allow me to finish the job.
He says it is pretext, he says I’m the laziest slave in the world. But somehow, I must eat my dinner.
- He gets into the master’s house.
He is sleeping, I can hear him snoring.
This is my chance: they might have left something to eat after their dinner. I’m not going to get caught, not this time..
I must eat my dinner.
- Exit.
Martina Smadelli Bonardi, nata a Desenzano del Garda, nel 2010
si diploma presso il Liceo Scientifico E. Fermi di Salò. Nel settembre dello stesso anno si trasferisce a Milano per continuare gli studi professionali di danza contemporanea e iscriversi, l’anno successivo, alla facoltà di Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Milano.
Adora il pesce, in qualsiasi sua variante!
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IASEMS Italian Association of Shakespearean and Early Modern Studies
Silvana Cirino
We are what we eat
Devo mangiare. Ho fame, tanta fame. E ho sete, tanta sete.
Ma io sono un re e ho bisogno del mio vino, l'acqua non mi disseta. Voglio il mio calice di vino, io sono un re. Le bacche? Agli uccelli! Si è visto mai un re mangiare bacche? O Dio, dove sono le mie tavole ricche e sontuose? E i miei
banchetti? Dov'è il mio castello?
Guardatemi. Sono seduto qui, su una roccia e mangio, senza forchetta, con le mani sporche e nude. E così? Sembro un
poveraccio, altro che un re. We are what we eat. Siamo quello che mangiamo.
Dunque pazienza Calibano, pazienza. Avrai quello che vuoi, mangerai e ti sazierai, come fa un vero re.
Nata a Catania 22 anni fa, Silvana Cirino abita da quando è piccola in
un piccolo paese in provincia di Como. Frequenta il terzo anno di università e studia inglese e tedesco. Il teatro shakespeariano e il confronto delle letterature del passato con la realtà di oggi sono due temi che l’appassionano molto.
Ama i dolci con il cioccolato più di qualsiasi altra cosa!!!
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IASEMS Italian Association of Shakespearean and Early Modern Studies
Rachele Citterio
Libertà per Calibano
Uno schiavo! Ecco quello che sono diventato! Uno schiavo che non ha neppure il tempo per mangiare.
Ecco come si è ridotto Calibano, figlio della potente strega Sycorax e legittimo padrone dell'isola.
Stupido Calibano! Stupido! Stupido! Stupido!Stupido!
Schiavitù è la ricompensa per Calibano.
Io che ho accolto Prospero e MIranda nella mia isola, nella mia casa; io che ho mostrato loro l,e sorgenti di acqua dolce; io che ho insegnato loro a riconoscere le bacche velenose.
E lui, Prospero, che fa? Ruba la magia di mia madre e usurpa il mio trono e costringe me in catene a servirlo.
Non ha più riposo Calibano, solo fatiche e dolori per il povero Calibano, una volta libero e re.
MI vendicherò! Ucciderò Prospero e giustizia sarà fatta! Trasformerò Miranda nella mia schiava e la pagherà per
avermi rifiutato. Un piano perfetto. Sarà tremenda la vendetta di Calibano!
Mi riprenderò l'isola! Mi riprenderò la magia di mia madre! E Calibano sarà di nuovo re!
Sarò di nuovo re e libero!
Ma ora basta parlare! Devo mangiare il mio pranzo!
Rachele Citterio, nata a Giussano nel 1993, ancora vi abita con i genitori e le due sorelle minori, Eleonora e Carolina. Ha ben 17 cugini e zii e zie in abbondanza. Ama la letteratura e l’arte, in qualsiasi
sua forma.
Ama il tiramisù. Lo mangerebbe ogni giorno a ogni ora. Ama il pollo arrosto, croccante fuori e morbido dentro. Detesta il gorgonzola, sono nemici fin dall'infanzia e la sola vista le fa venire il voltastomaco. Detesta le ostriche, viscide e
dal sapore orrendo.
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IASEMS Italian Association of Shakespearean and Early Modern Studies
Daniela Leggio
Devo mangiare la mia cena: un’amabile follia.
Personaggi:
JESSICA, futura sposa. Bianca, italiana, sui ventotto anni.
PHIRUN, il suo fidanzato. Carnagione medio scura, cambogiano di etnia Khmer, sulla trentina. Vive in Italia da diversi anni.
SIGNORA CHAU: madre di Phirun. Carnagione medio scura, cambogiana di etnia Khmer, sulla sessantina.
Ambientato nella Milano contemporanea. Appartamento di Phirun: i personaggi sono in cucina. Jessica e Phirun sono
seduti intorno ad una tavola finemente apparecchiata, la signora Chau, di spalle, dispone del cibo su un vassoio.
JESSICA (con aria trasognata, appoggia il viso sulla spalla di Phirun. Poi fissa l’anello che porta all’anulare sinistro. Guarda teneramente Phirun e lo bacia delicatamente sulla guancia).
MRS CHAU (sorridente, si avvicina con un vassoio da portata tra le mani, lo appoggia sul tavolo e toglie il coperchio).
JESSICA (terrorizzata, balza dalla sedia e fa un urlo, poi, indicando il vassoio, balbetta): C’è…c’è…c’è...
MRS CHAU (a Phirun, un po’ preoccupata): Caart-ai-awaii? Khnhom min yl. Che succede? Non capisco.
PHIRUN (alla madre, sorridente e con voce rassicurante): Mdai, at panhá, at panhá! Ciám múi plét. Mamma, nessun
problema, nessun problema. Aspetta un attimo.
PHIRUN (a Jessica, sorridendo): Amore mio, non aver paura. Questa è una prelibatezza che noi, in Khmer, chiamiamo "a-ping". La mia cara mamma ha trascorso l’intero pomeriggio a preparare piatti tipici della tradizione cambogiana… e ha fatto carte false per fare arrivare questa succulenta a.ping in Italia. (breve pausa).
(serio): Ha affrontato un viaggio lunghissimo, dalla lontana Skuon a qui, solo per incontrarti e per benedire il nostro
matrimonio. Mi auguro che tu non abbia intenzione di deluderla.
(sorridendo): Sono sicuro che vuoi fare una buona impressione sulla tua futura suocera, giusto?
JESSICA (a parte, disgustata): Ma guarda un po’ cosa considerano delle prelibatezze in alcune parti del mondo.
(sospira): Ah, è proprio vero, l'amore è cieco, e gli amanti non possono vedere le amabili follie cui s'abbandonano.
PHIRUN: (rompe una zampetta della a-ping e la porta alla bocca di Jessica). Su, cara, è uno snack squisito, ha un
sapore… un po’ come un incrocio tra il pollo e il merluzzo. Lo adorerai, ne sono certo. Tesoro, questa è la tua cena, la
cena in tuo onore… (serio, quasi minaccioso): e io voglio che tu assaggi questa deliziosa tarantola! (breve pausa). Jessica, devi mangiare la tua cena, non puoi non mangiare la tua cena.
JESSICA: (con aria perplessa, fissa per un istante la zampetta che Phirun tiene tra le dita): Beh, suppongo che…devo
mangiare la mia cena (si lascia imboccare).
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IASEMS Italian Association of Shakespearean and Early Modern Studies
Nata a Mazara del Vallo (TP), Daniela Leggio frequenta il II anno del
corso di laurea magistrale in “Lingue e letterature europee ed extraeuropee” presso l’Università degli Studi di Milano.
Appassionata fruitrice di opere teatrali, sta seguendo vari corsi universitari finalizzati all’approfondimento delle proprie conoscenze di cultura teatrale, concentrandosi in particolare sul teatro di prosa inglese. Da sempre affascinata dalle varie manifestazioni artistiche, all’attività di insegnamento presso le scuole primarie nell’ambito del progetto BEI
(Bilingual Education Italy), ha affiancato la partecipazione, con il ruolo di assistente alla direzione artistica, all’organizzazione e alla cura di vari eventi culturali promossi dall’Assessorato regionale del Turismo, sport e spettacolo della
Regione Sicilia, quali “Il Circuito di Bacco” e “Inycon”.
Ama la buona cucina, sia italiana che degli altri Paesi (ma non le tarantole!!!); tra le sue preferenze, tuttavia, nessun
piatto potrà mai avere la meglio sul cous-cous di pesce e sulle arancine, preferibilmente accompagnati da un buon bicchiere di Nero d’Avola.
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IASEMS Italian Association of Shakespearean and Early Modern Studies
Luigi Moroni
You must eat your dinner
Chorus standing upstage. A model is sitting on a chair in the middle of the stage, facing the chorus.
A man is standing back on one side of the stage, he faces the chorus
CHORUS : You must eat your dinner
MODEL: (she turns towards the audience) I must eat my dinner,
that’s what the doctors keep telling me
CHORUS : You must eat your dinner
MODEL: I was so underfed I had to be admitted to hospital
and put on a drip
CHORUS : You must eat your dinner
MODEL: During the casting and the shooting
Thou strok’st me and made much of me,
then all of a sudden my photo was removed.
MAN: (he turns towards the girl) Because the photo may not have been consistent with this message,
removed it.
we have
MODEL: At school, I was never a cool kid. I didn’t belong in your clothes
MAN (he turns and faces the audience now) In every school there are the cool and popular kids, and then there are
the not-so-cool kids. Candidly, we go after the cool kids. We go after the attractive all-American kid with a great
attitude and a lot of friends. A lot of people don't belong [in our clothes], and they can't belong. Are we exclusionary? Absolutely.
MODEL: I wanted to be cool and popular, I wanted to have a lot of friends, I didn’t want to be excluded…
“I've just got to fit in their clothes”
That’s what I told myself every night before going to bed
(she pulls out a box of cotton wool, eats a bit, then takes another bite and shows it to the audience )
cotton wool
That’s the only thing I can eat
When cramps are just too strong to bear I can't asleep.
Cotton wool tastes good
Anything else would be too high in calories, wouldn’t it?
CHORUS : You must eat your dinner
MODEL: isn’t this a dinner?
It calms my stomach down without making me feel bloated.
MAN: That’s why we hire good-looking people in our stores.
Because good-looking people attract other good-looking people,
and we want to market to cool, good-looking people.
We don’t market to anyone other than that
MODEL: Wasn’t I good-looking enough for you?
Apparently not..
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IASEMS Italian Association of Shakespearean and Early Modern Studies
Ok I’m tall and I started modelling when I was 15
But I wasn’t slim enough then
so I started to train more and eat less
but my body was still too curvy for you
So I had to starve myself for days…
MAN: Those companies that are in trouble are trying to target everybody: young, old, fat, skinny.
But then you become totally vanilla. You don’t alienate anybody, but you don’t excite anybody, either.
MODEL: Until I achieved this shape, the shape you praised so much during the casting selection, I’ve moulded my
body for you: Cursed be I that did so!
CHORUS : You must eat your dinner
MODEL: (towards the man) Why did you remove my photo?
MAN (towards the audience): Leading a healthy and active lifestyle is a core part of our brand and company culture. We think these are qualities that appeal to our customer base.
Because the photo may not have been consistent with this message, we have removed it.
MODEL: When did my image and, I
become inconsistent with your message of a
healthy and active lifestyle?
Wasn’t I your target?
You do alienate me,
You’ve made an outcast out of me
You don’t own my body
(facing the audience)
But I don’t either
Is this my body?
Is this a human body?
What is a human body?
(she eats another bit of cotton wool)
CHORUS : You must eat your dinner
Fin dalle scuole elementari Luigi Moroni sapeva che avrebbe voluto imparare l'inglese per parlare con persone di culture e lingue diverse dalla sua, e quindi ha costruito il suo percorso didattico con una certa coerenza. Gli interessa moltissimo il rapporto tra classico e contemporaneo nei vari ambiti artistici e in particolare le riscritture che nuovi artisti riescono a offrire di quelli che definiamo grandi classici.
Adora la cucina orientale e gli piacerebbe sostituire l'utilizzo delle canoniche posate con le bacchette...se un piatto non
è mangiabile con le bacchette non lo reputa abbastanza buono!
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IASEMS Italian Association of Shakespearean and Early Modern Studies
Francesca Ferigo, Alice Del Barba, Vanessa Frizziero
Odi et amo
Prospero -> re
Caliban -> servo
Miranda-> moglie di Prospero, amante di Caliban
Ho visto sin dal principio del mondo l'uomo venire a me per i più svariati motivi: odio, vendetta, passione, violenza,
ma anche amore. Mi affascino ancora oggi pensando a quanto sia assurdo e incredibile in tutte le sue sfumature e a
quanto regni il paradosso amore-odio nell’umanità.
- Servo, si sta facendo sera, il mio regno é già illuminato dal candore della luna e tu non hai ancora sistemato la legna
per preparare il mio pasto serale! Sbrigati! Devo cenare!
- Sì mio padrone, provvedo subito. - esce di scena - monologo - Sto preparando questa cena con estrema maestria, come mai ho fatto prima. Per l' unico padrone che abbia mai avuto e dal quale ho imparato tutta l’arte del servire. L’ultimo sapore che gusterà e poi finalmente Lei sarà mia,
Miranda. Lei la quale mi ha rubato il cuore da tanto, troppo tempo e ora il mio corpo richiama l’unica Venere che io
abbia mai amato.
- Prospero termina la cena.
- Bravo servo! stasera mi hai deliziato. La carne era tenera e morbida tanto da sciogliersi e il vino era prelibato.
- Per voi mio Padrone ho fatto del mio meglio, come ogni giorno della mia vita da quando sto ai vostri ordini.
- Calibano ora smettila non ti sto congedando, vammi a preparare il mio latte come da consuetudine.
- Sì, mio signore.
- monologo - preparazione del latte. - Sono sempre stato al suo fianco e lo sarò anche stasera sebbene sia l’ultima sera.
- Ecco signore, il vostro latte. Lo assapori come se fosse l’ultimo così da apprezzarne il sapore prima del sonno.
- Oh. Finalmente è il momento della giornata che preferisco, bere il latte mi riporta alla mia giovinezza e ai tempi felici... Ah che delizia... Lentamente si addormenta, per l’eternità / stato di incoscienza.
- Padrone ci rivedremo un giorno, non è ancora giunta la mia ora. Addio mio padrone.
Così l’alimento primario che dà la vita ora infligge la morte. Io morte, mi approprio consapevolmente del simbolo della mia acerrima nemica, la vita.
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IASEMS Italian Association of Shakespearean and Early Modern Studies
Vanessa Frizziero vive a Seregno ma è nata a Giussano.
Le piace pressoché tutto e sperimentare sapori nuovi e diversi. Ama i cannelloni e in generale i primi piatti. Non sopporta l'insalata e le carote mentre adora i frutti di mare.
Francesca Ferigo è nata a Milano, classe 91. Ama il teatro e l'arte in tutte le sue sfumature, la
letteratura e il buon cibo. L'amore per il teatro l’ha ereditato dalla nonna, che studia teatro da più di dieci anni. Ha avuto la possibilità di recitare fin da piccola e, all'ultimo anno di liceo, grazie ad un laboratorio teatrale in lingua inglese,
ha recitato a Melbourne, in Australia. L’amore per i classici è nato studiando al liceo classico Parini, tra gli autori che
più l’appassionano Shakespeare, D'Annunzio, Leopardi e Goethe.
Adora gli spaghetti all’astice e alle vongole.
Alice Del Barba è nata a Lecco, ma vive da sempre in Valtellina.
Una buongustaia. Una buona valtellinese, adora i pizzoccheri. Detesta i broccoli.
Chiara Elia
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IASEMS Italian Association of Shakespearean and Early Modern Studies
Caliban’s Damnation
(Caliban is really angry and holds in his left hand a spoon, and at his feet there’s a big dirty bowl filled with putrid
leftovers)
CALIBAN: - Puah! (Caliban spits) This is all I get, leftovers!
(Prospero enters Caliban’s cell and closes the door behind him. Inside it’s very dark)
(Caliban doesn’t leave Prospero time to say a word. He’s crouched in a dark corner and
all that Prospero sees is his back. He speaks in an angry tone, drooling from the sides of his mouth)
I must eat my dinner! Go away you wretched, leave me alone!
This food is my only treasure, it’s all I’ve got since you turned me in a miserable slave!
Yeah, a slave, that’s what I have become. You made me a monster, a beast that you drive like a puppet …
(Caliban mimes a puppeteer and shouts)
….and now you want to deprive me of this last moment of freedom?
(Caliban pauses and smirks angrily while turns to Prospero)
…Wait… a monster? …Me? (Leans the spoon against his chest)
If is there a monster on this island that is you! (Indicates Prospero with the spoon)
You, who dared to enmesh me and take possession of this place.
You reduced me to a servant and now I find myself obeying a man on whom I send
my curse, me who was my own king. (Caliban throws the spoon away)
(Then approaches to Prospero and lowers his voice, speaking with a solemn tone)
You curse me, Prospero, but I swear, I swear, I’ll do anything I could to make the devils
torture you until the end of your days, and at that moment it will be you who prays
and beseeches to be freed from this agony!
And you know what? (Caliban pushes Prospero against the wall and forces him
to hear, by holding his wrists)
… I wish I had violated your daughter, so now I’d have a reason for this punishment you
are forcing on me.
(Whispering) Now, if you will excuse me, I repeat, go away! I must eat my dinner.
(Prospero goes out frightened and shuts the door while Caliban turns to his food disgusted)
Chiara Elia ha 22 anni ed è di Busto Arsizio. Frequenta il corso di laurea in
lingue e letterature straniere e studia in particolare inglese e spagnolo. La cucina è una delle sue più grandi passioni, in
particolare adora preparare dolci di ogni tipo e si diletta nel “cake design”.
Ama il risotto al nero di seppia con i frutti di mare perché è un piatto buonissimo che prepara abbastanza raramente ma
che ogni volta lascia tutti molto soddisfatti.
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IASEMS Italian Association of Shakespearean and Early Modern Studies
Margaret Rose è docente di letteratura inglese e storia del teatro inglese presso l’Università degli Studi di Milano. È autrice e traduttrice.
Ama la pasta al pesto di Riomaggiore, i crostacei e il budín piemontese. Ricetta preferita: un misto di Shakespeare,
scrittura creativa e tanta energia per produrre nuove e strane forme.
Mariacristina Cavecchi è docente di letteratura inglese e storia
del teatro inglese presso l’Università degli Studi di Milano.
Adora Shakespeare, il teatro, l’arte contemporanea e ovviamente mangiare bene!
Va pazza per i tortelli d’erba della mamma e per ostriche, acciughe e cozze.
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