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I
BANDITI
DELLA
EEPUBBLICA
VENETA
BANDITI
I
DELLA
REPUBBLICA
YENETA
DI
POMPEO
MOLMENTI
EDIZIONE
SECONDA
RIVEDUTA
E
NOTEVOLMENTE
AUMENTATA
FIRENZE
R.
CESSIONABI
"
BEMPORAD
LIBBERIA
DELLA
Via
del
FIGLIO
EDITRICE
Proconsolo,
1898
FELICE
7
PAGGI
Kc
se-i
HARVARD
C0LLE8E
LIBRARY
GIFT OF
MRS. THOMAS
WENTWORTH
KIGGINSON
MRS. iVIAftCARET
HIGGtNSON BARNEY
UCI 9 1940
LETTERARIA
PROPRIETÀ
DKGLI
tLO\Ltif.
_
EDITORI
R.
E
BEMPORilD
tiRENZK,Tip.di L. Franceschini
e
FIGLIO
IS.
Ci, Via dell'Anguillara,
INDICE
Capitolo
Briganti
Primo.
—
profughi
antichi
Discordie
veneti
moderni
e
nella
sanguinose
-
I
-
naova
Venezia
Capitolo
Secondo.
Naove
magistrature
—
delle
Azione
secolo
XIV
Capitolo
Bandi
Terzo.
veneta
Quarto.
Capitolo
degli
Capitolo
altri
e
L'assassinio
di
-
giana
Capitolo
e
di
italiani
nel
secolo
stranieri
XVI
dizioni
Con-
-
I
bandi
-
77
decadenza
La
patrizi
d'Illasi
conte
il
-
107
veneziani
del
e
Leonardo
veneta
Un
Governo
il
e
Podestà
di
cidio
omi-
-
di
Capitano
d'Arcano
del
morte
Verona
Luogotenente
183
Canova
....
I
Settimo
Capitolo
paesi
I ministri
del
Udine
nei
banditi
castello
-
La
-
89
I banditi
La
—
nel
terraferma
di
—
Sesto.
Capitolo
17
Veneta
Quinto.
Pesaro
del
feudalità
la
—
stati
-
congiure
-
conquiste
e
Repubblica
Le
costume
venete
supplizi
e
Le
—
Repubblica
sul
crociate
-
della
1
Pag.
banditi
della
—
altre
province
Ottavo.
—
I
della
banditi
Marca
Terraferma
friulani
Triviveneta.
158
189
Indice
vili
Capitolo
-
Bergamo e
CAPITOLO
e
Nono.
Le terre di confine
—
-
La soldatesca
Pag. 237
Brescia
Decimo.
—
I banditi della Kiviera di Salò
della Yalcamonica
-
I feudatari e i bali
-
Le
venture
av-
269
del conte Galliano Lechi
Capitolo Undicesimo.
—
Capitolo
—
ultimi
Dodicesimo.
feudatari
Il conte Alemanno
Fine della
Gàmbara.
301
Eepubblica Gli
-
339
PREFAZIONE
La
edizione
prima
breve
del
saggio
di
ebbe
si
creda
ai
fortuna
soliti
ipocrita
senza
più
retto
la
ogni
più
ritratto
volte
delle
fifeddi
vita,
La
ma
nell'arte.
Forlimpopoli
tutto
tieri
volen-
segue
atroci
casi
;
anche
umano,
annoiati.
nella
di
sopra
virtù
oneste
e
efficacia
Passatore
dovuta
di
cenziare
li-
per
riconosco
io
là
scelleraggine,
tetra
Non
ristampa
una
virtuoso,
e
narrazione
esercitarla
ha
d'autore
L'animo
all'argomento.
il
artifizi
libro
tori,
let-
insperata.
modestia,
del
fortuna
sento,
pre-
ai
ampliato,
raccomandare
e
la
ed
una
che
libro,
nuovo
rinnovato
Banditi^
questi
e
di
il
dove
lascia
molte
virtù
è bene
sempre
non
il
esempio,
Ad
è
senza
dub-
PREFAZIONE
bio
più artistico di
le vecchie
Tra
Luigi Gonzaga.
san
carte
e
i documenti
di
di stato della veneta
Repubblica,
dei
tra i sapientiprovvedimenti
magistrati e gli avveduti e prudenti
trovai
consiglidegli uomini
politici,
cata,
solqualche volta la vita veneziana
come
lampo di sinistra
per un
ardenti nella loro selvaggia
luce, da passioni
fierezza. Leggendo la narrazione
ridi certe imprese sanguinose,
e
guerra
siio]ia
nella mia
vano
di ribaldi
e
mente
di
le voci baldanzose
che posero
feroci,
privatalor volontà ben di sopra alle
leggi,compiendo azioni di obbrobrioso
coraggio.E non mi parve inutile particolare
la
per
la storia notare
di
i nomi
quei micidiali,e ricordare alcune geste malvage, che fanno risorgerequasi
un'ombra
del passato.Le storie generali
non
sono
mai
sufiìcientia farci
pienamente i popolie
2iioni: alle azioni solenni devono
le
noscere
cona-
pagnarsi
accom-
gli aneddoti, e i casi privati
intrecciarsi coi pubbliciavvenimenti.
dei
si fa menzione
Qui adunque non
PREFAZIONE
XI
politici,che richiederebbero
profondo esame
degli instituti di
reati
si ricordano
ma
solo taluni
un
verno,
go-
pi
esem-
di
pervertimento e di malvagità, i
quali,per le circostanze da cui furono
dare
accompagnati, possono
qualche
curioso
al tempo,
particolare intorno
vita
alla
A
e
al costume.
ammiratore
me,
di Venezia
fu fatto
rimprovero
suo
governo,
con
questo libro illuminato
la città
bensì
esser
debito
dello
dei
difendere
gli uomini
mai
non
può
Ma
io credo
scrittore
popoli
dalle
gare
pur-
gne,
menzo-
dalle
nie,
calun-
il vero,
tacere
aver
anche
riuscir
qualche volta molesto
patrio.Cercai altre volte,con
all'amor
l'autorità
dei
talune
accuse
tacqui
né
documenti, di provar
contro
Venezia, ma
dissimulai
c'era
instituti
di
di fosca luce
Repubblica.
la storia
ma
se
la
e
del
e
nella
civili
vita
quanto
e
di
di
falso
false
non
rotto
cor-
negli
politici.Del resto,
Venezia
fu peggiore, come
non
taluna
vorrebbero, di molti altri paesi,né la
vita della longeva Repubblica d'altre
e
PREFAZIONE
XII
fu
infelice
più
lo
passato, il diritto
la forza vuol
alle
il
come
oggi
; soltanto
dando
le apparenze,
salvare
azioni
sue
l'età
nel-
civile, la forza creò,
nostra
per
Anche
triste.
e
giustizia.
di
nome
Certo, fra le meraviglie di spaventevoli
che
scene,
si
commissero
più
forse
atroci ? Non
mandrins
e
cese
fran-
criminale?
pazzìa
donne
;
i
I
cheggiato
sac-
aver
ciulli,
fan-
incendiato, sgozzarono
sventrarono
bristi
ancora
la rivoluzione
Avignone, dopo
di
non
uomo
scelleratezze
è
un'orrenda
fondamente
pro-
i moderni
rattrista,ma
dei diritti dell'
propugnatori
ziana
vene-
l'animo
tempi andati,
dei
vita
la
funestarono
settem-
della
gì'infermi
e
Bicétre, violarono
ammazzarono
Salpetrière e di
uccisero
impuberi orfanello, annegarono
l'Abbazia
in massa
poveri innocenti; ala
e
strapparono
e
Gruillin
divorarono
arrostite
degli aristocratici
furono
di
i rivoluzionari
i cuori
tavola
a
;
e
commettere
giarono
man-
le membra
i Comitati
associazioni
e
zionari
rivolu-
ordinate
l'intent
al-
impunemente
PKEPAZIONE
i
ini
più iniqui assassini. E pur noi
figlidi cotesti mostri, e
al
pur
ricordo
di
costretti ad
tali
ci diciamo
dendo
inorri-
atrocità,siam
inique
che
ammettere
feconde
di utili rispietatezza,ma
sultamenti
piombarono le vendette popolari
per
Né
sulla
vecchia
pare,
per
mi
generazioni
di
società
francese.
verità, che le odierne
mente
uomini, sieno soverchia-
miglioridelle passate. Possiamo
dir proprio che oggi la quiete sia assicurata
e
meno
frequente ci si presenti
lo spettacolo di delitti impuniti e di
nefandezze
tollerate
Tiburzi
banda
nel
recenti
in Sicilia
Viterbese,
gesto
e
della
rono
mostra-
la
impotenza del Grola profonda corruitaliano, ma
zione
di certi paesi,dove i ribaldi non
non
sono
denunziati, ma
protetti
solo
non
verno
pure
anzi
Maurina
banda
della
? Le
dai
ricchi, che pagano
Pochi
anni
sono,
loro
in
una
un
buto.
trinotte
grassatoricircondarono
in Sardegna, sacTortoli
cheggiarono
d'ottobre, cento
il paese
di
una
o
seicento
casa,
spararono
fucilate, ammazzarono
que
cin-
XIV
e
PREFAZIONE
ferirono
E
parecchie persone, senza
sere
esdisturbati
dagli agenti di polizia.
in Sardegna, aggiunge uno
tore
scritvisitò
che
ed
efficacemente
queir infelice
che
patrimonio a
quasi con
ed
Il
invidia,
galantuomo
parte
è
una
invece
banda
bottino
del
a
di
mercio,
com-
abile.
uomo
sindaco
era
riservata
era
di
considerato
è
un
un
dato
guar-
ritiratosi dal
povero
Il capo
e
delitti,è
chiamato
è
sardi
si è fatto
di
industriale
bravo
un
furia
il malandrino,
paese,
notoriamente
scrisse
de-
un
serabile.
mi-
di grassatori
un
gio,
villag-
dei
briganti
avvocato
e
tato
depuper giunta! I grossi
un
al Parlamento
tributo
tanti,
ai latiun
proprietaripagano
i giudici percepiscono denaro
dalle parti interessate, e il Groverno,
afferma
serve
sempre
di
e
lo
scrittore
citato, si
gliere
consiqualche brigante come
intermediario, rilasciandogli
un
salvocondotto.
Ora, di
tempi
dei
fronte
non
a
simili
sembrano
nostri. Quelli che
fatti, i
molto
hanno
chi
vec-
giori
pegpra-
PREFAZIONE
tica
modi,
ne
uomini,
gli
con
civiltà
di
malvagità
degli
argomenti
di
prevenire
e
vecchia
Moniga
del
Garda,
la
i
i
metodi
Legge
non
usati
San
al
in
1898.
P.
MOLMENTI.
per
mi
sano
posgli
de-
paragone
pratica
agli
dalla
Marco
giorni.
gennaio
sofia,
filola
poi
delitti,
di
messi
nostri
di
Quanto
scapitare
dei
legge,
né
diminuito
dispone
punire
espedienti
diversi
progresso
Repubblica
molto
che
animi.
cui
in
e
hanno
che
proprio
pare
né
alcuna,
né
molto
confessare
devono
forza
XV
dai
verni
Go-
Peimo
Capitolo
antichi
Briganti
Discordie
è
ammettere
la
propria potenza
obbedire
e
all'
sia
pare
in
diede
che
Tutte
rapina
1.
—
domini
le
e
MoLMEUTi,
lingue
alla
Banditi,
potenza
hanno
per
e
alla
mento
argoalbori
arder
fonti
testà
pola
ma
gloria.
altra
con
paesi,
conseguente
prime
ecc.
virtù,
quasi
si accordano
l'uccisione
/
la
non
rubare,
e
fu
umani
ciò
privilegi, onori,
poiché
non
piacenze
com-
Ma
paese.
servì, negli
pena,
ottenere
d'uccidere,
i loro
loro.
di
origine
guerrieri
sommi
^rte,
la
ad
più
passioni,
maggiori
ogni
popoli
e
dominio,
violenza
1
gastigo
nazioni,
e
fra
e
diritto
del
proprie
delle
in
e
nere
forza, rite-
misura
una
età
ogni
tempi
di
delle
stata
la
legge
delle
que,
qualun-
potere
un
come
impeto
sempre
in
che
sola
come
Venezia.
naova
da
impedito
veneti
profughi
I
-
nella
sangninose
che
ciò
Fare
moderni
e
pliati
am-
la fama
nel
mostrare
dei
possessi.
1
Per
Banditi
della
esempio,
un
Repubblica Veneta
il latino praedium
praedari,(^) A
dominar
gli eventi
non
tempi procellosi,
bontà
e
la
nei
Tequità,ma
e
prodezza del
casati hanno
altri
tempi
E
per
dei
loro
finito sulle forche
la forza
prerogativenefande, si
creano
una
il
loro
raccolti
ordinaria
si restaura
e
la
idee
Lombroso, L'uomo
di
ne
in galera.
leva
a
roni,
ba-
giustizia
le
nei
loro
più audaci,
servono
di
come
la società che
milizia contro
che
in
conservare
chiudono
si fortifica."2) Il
fu la culla del
qualitàd'uomo
Il delitto è in
se
la sovranità
castello feudale
stri
illu-
feudale,i
i malfattori
e
brigantaggio
o
si
disciplinata
cercando
pubblico e
castelli,
ove,
più
capostipitetale,che
sdegnando piegarsialle
di ordine
valgono la
dell'ingegno
Molti
tutelare la società dall'anarchia
e
da
a costringer
fortuna,
l'arte sottile
braccio.
sarebbe
quando
la
deriva
brigantaggioe
inquisitopassòper
delinqueìite,
pag.
32.
un
em
requi-
Torino, 1884.
fra le
primordi della società compreso
azioni meno
criminose. Ciò appare specialmente
nelle lingue,
molte
delle qualiesprimono con una
sola parolaV idea del
crimine
In sanscrito Kshi, annientare, finire,
e della proprietà.
uccidere,devastare,possedere. Amahi
(copto)carpire,
cacciare,possedere. Jaras (ebreo)prese, possedè. Il
vale arrischiare^
ecc.
greco 7rci;a(o d'onde il pirata,
(2) WiNSPEARE, St. degli abusi feudali,pag. 5. Napoli,
sui
—
—
1883.
—
delia
1 Banditi
Veneta
liè'pithhìica
di
il triste privilegio
mente
streguadi Romolo
eroi antichi
si
potrebberogiudicaremolti
fondatori
e
paese. Alla stessa
un
di
mosi.
regni e guerrierifa-
Così, pur ripudiandoTopìnione del
il
quale
ucciso,pel bene
dà
lode
comune
e
propria,il fratello Remo
però che
è certo
il vincitore di
da
il
sotto
nome
suoi,fu
Quirino. Né,
e
adorato
non
antichi
del
eroi
i Francesi
Sigoveso-e
forse scelleratamente
erano
i
sotto
parlare
senza
Brenne, rifiuterebbero
ai loro
trasformato
di
figli
ministro
Lodovico
il
all'abiezione del
dei
di
di
nome
leggendario
tal vicinanza
E
Belloveso.
cupidi di
minio
do-
propriopadre,e
recchi
pa-
Gapetingì,
la terra
sì,che buon
e
il
Pio,specieLotario,
la mala
che
in nume,
d'Irminsul,al pari di Romolo,
dai senatori
ucciso
Arminio,
nato
Teutoburgo,tanto più che,avvelede'
uno
di Roma
di porre
i Germani
isdegnerebbero
non
collegaTito Tazio,
al fondatore
accanto
aver
per l'ambizione
non
il
e
di
Romolo
a
chiavelli,
Ma-
pianta
cristiana tutta
aduggia
frutto rado
ne
se
schianta,
Carlo
carceriere dei figli
d'Angiò,lo spietato
Manfredi,il carnefice di Corradi no?
Non
usciamo
dei secoli
umana,
dall'età di mezzo,
non
abbia
reso
sebbene
piìimite
la
sebbene,nei tempi moderni, fra
dare
l'anrazza
molte
CapitoloPi'imo
visioni
di sangue,
potrebbe arrestarci,
più
di tutte,l'ombra
del
lo
temuta
la
della
i
alla
stra
fine-
una
popolo con
suo
Normanni, che
resero
tente
po-
furono essi eroici
Francia,non
briganti? Fedeli
di
IX, da
Louvre, bersagliareil
Ma
schioppetto.
e
di Carlo
renda
or-
religionedi Odino,
dre
pa-
escono
incendiario,
strage,predatore,
Scandinavia
mettere
a
a
iiiba
e
a
sangue
vengono
l'Europa,s'impadronisconodella Francia, difrancesi
dimora,
per
per
consuetudini,per linguaggio.Poi
Normandia
sale sul trono
codice
penale crudele
tutela
i
di
animo, per
un
eseguito
e perfinoi diportidegli opprivilegi
pressori
del paese.
Una
getta sulla Russia
un'altra
e
di
mano
quei piratisi
vi stabilisce
sull'Italia per fondarvi
un
un
da crudeli
da
carneficine,
da
devastate,
da
saccheggiati,
scandinava
se
non
città
segnate
fiere vendette,da province
da
distrutte,
immanità
non
impero,
ste
regno. Que-
rapide,meraviglioseconquistesono
saga
di
un
e
Inghilterra,
crudelmente
e
duca
conventi
d'ogni maniera.
ha, orribile quadro di
racconti
La
stumi,
co-
seduzioni,adulteri,
di
vendette,uccisioni,stragi.
incesti,
Hastings in
in Russia, i
Francia e in Inghilterra,
Rurico
figlidi
Tancredi
di masnadieri.
d'Altavilla
La
normanni
in
Italia sono
tipi
venturieri
implacabileferocia degliav-
empie
di terrore
l'Europa.
I Banditi della
RepubblicaVeneta
il pirata
infestoall'Inghilterrra,
Lodbrog,
preso
dal sassone
in una
fossa piena
Ella,è gittato
di vipere,
morte, è per
ma, conforto all'orribile
ch'ei provava, quando
lui ilricordo della gioia
di sangue. Godefrido
i ferrigrondavano
rugiada
Treincendia Tongres,
Colonia,
Bonn, Juliers,
danesi la capves, Metz e fa stallaai puledri
di Carlo Magno in Aquisgrana.
Sigefrido,
j"ella
fratellodi lui,
mette a sacco e a fuoco le sponde
dell'Oisa e, al ritorno,
uccide l'arcivescovodi
prima di minacMa^onza.Roberto Guiscardo,
L'iarel'imperod' Oriente,
labria
corre
e predala Cae Ruggero,
chia
prima di fondare la monardelle due Sicilie,
si gettaalla strada,
ruba i
massime i mercanti,
che si recavano
passeggeri,
ad Abalfi.Evidentemente
sentenza
non
e' è nella storia
piìifallace di quellache
abbiano sempre torto.
Così l'alba d'uno dei
Stati d'Italia,
che
i violenti
più forti ed
ordinati
poi seppe far uscire la prosperità
è segnatada tale ferociadi
delle leggi,
abbia pocome
costumi,da sembrar prodigioso
tuto
difendersi dagli
inimici didentro e di fuori,
in opulenzae gloria.
e crescere
rapidamente
nazione adulta è male,
Foi-se ciò che in una
]mò essere un bene per un giovine
paese, che
alla
e di vigore,
s'atfaccia,
pienodi gagliardia
vita.
CapitoloPrimo
i
Quando
cercarono
Italia,
nel V secolo
barbariche
nelle
la pietàe
pericoli,
"tura
diverso
comune
in cui furono
diversa
sanguinosi.La
da
Aquileia,da
popolatele
preminenza fra di
i
patriarchidi Grado
isole
tino,
Ai-
di
e
vano
Aquileia, accende-
L51 sventura
comune
soverchiarsi
rinfocate
della
a
ora
dai
discutere i diritti di
il timore
cessato
l'eguaglia
nel-
dei barbari
elementi,anelanti
i vari
vicenda.
in sui
ricchi conviveano
ciascheduno,e poveri e
gelosiefra
turalmente
quali na-
avea,
non
lasciato
ma
i
in tutte le nazioni
soglionoessere
primi momenti,
le gare
e
esse, i sanguinosiduelli fra
maggiormente quegli umori,
sorsero
sven-
Treviso,da Oderzo,da Asolo,il tempo
di
nuove.
laguna, i
isole della
originedei profughivenuti
da
vasioni
in-
petuose
il sorgere di rivalità im-
di contrasti
e
rifugioalle
un
i ricordi della
impedirono
non
di
Veneti,postialle porte orientali
Le
Greci,ora
inteme
a
discordie,
dai vicini dominatori
terraferma,diedero
originealle
due
e a continui
partiveneto-grecae veneto-italica,
mutamenti
di governo.
In Eraclea,la capitale
delle isole,fu eletto nel 697 un
Duce:
pochi
anni
dopo, nel 737,
ducale
e
ai
popolo si
preferìl'annuo
dei militi: ma
si ritornò
il
dogi
del governo
stancò
governo
stri
dei Mae-
passaticinque anni, nel 742,
e
per
le
togliere
cause
di ri-
^
I Banditi
della
vnlita si trasferìla
Repubblica Veneta
Alle
a Malamocco.
capitale
renti,
^'àVB (Ielle due oppostefazioni e dei maggiole vendette del popolo,
RI aggiungevano
il rollile,
quando il doge tentava rendere dinaassociandosi quale il*
siirò il poterevitalizio,
si ribellava,
uccideva,
li^lio,
qualeil fratello,
È un fiero delirar di battaglie
incfr^niliava.
e di
Nel 717, Eraclea è assalita dagliabislrafj;}.
l,anl.ì
di Equilio,
che danno morte al doge AnaIV'sioe ai suoi fidi.Nel 737,il dogeOrso Ipato
h ucciso a furore di popoloe, dopo quattroanni,
è
il Malestro dei militi,
Giovanni Fabriciaco,
df postoe abbacinato. Nel 755,Galla si ribella
\i[ doge Diodato,lo imprigiona,
lo accieca,
e
scorso
usiirpa il ducato per poco più d'un anno, tracontro Galla
il quale,il popoloinsorge
dell'infelice suo antecessore.
0 ^lidà la stessa pena
deNel 764, alcuni nobili congiurati
pnniiono il doge Monegarioe glistrappanogli
oltIu, Circa TSOl, il doge Giovanni Galbaio,
manda
il figlio
laulnre dei Bizantini,
a Grado
che inchinava
()Hr iissassinarviquel Patriarca,
ili 1 ranchi. Il figlio
di Galbaio prended'assalto
la città,
il Patriarca e lo fa predimprigiona
ici
ture dalla torre piùalta del castello.Dopo tre
iunìì, il doge Galbaio e il figlio
Maurizio debIjotiofuggirda Venezia per sottrarsialle vende!
[f di una
congiura,ordita dal nipotedel-
CapitoloPrimo
fatto doge
patriarcadi Grado. Obelerio,
Tucciso
neir
804,dopo
lungamente
aver
patria,è
della
di lui
dove
più
per
la sede
del
sul
spettacolo,
portato,miserando
neir isola di
Anche
sicurtà
doge
e
mici
ne-
il teschio
decapitatoe
preso,
lido di Malamocco.
coi
tramato
Rialto,
s'era,neir 810, trasferita
del governo,
di rado
le contese, inspirate
non
quotarono
non
airambizione,
alla rapina.
all'odio,
Sotto la ducèa
di Giovanni
(829Partecipazio
836),il tribuno Garoso,ordita
il
doge, che fuggì in
ed
fu accecato
trucidati. 11
in
patria,fu
che
rasi i
sua
chiostro
capellie
Le
di
la suprema
patore
poiché l'usur-
poco,
i suoi
e
esiliato,
volta preso
del
dai Germani
un
per
V imperatore
presso
giani
parti-
ritornato
doge Partecipazio,
restavano
ancor
avuto
alla
Francia
ad ottenere
Lodovico,riuscì
ma
dignitàdello Stato,
tro
congiuracon-
una
la
ai
e
dopo
aver
serbata
barba, punizione ri-
fu cacciato in
traditori,
Grado, ove
famigliepiù
Garoso,
dagli amici,
morì.
illustri venivano
fra loro al
i Basegi,i Polani,da una
Giustiniani,
i Barbolani,i Solvo dall'altra.
parte; gli Istoili,
sangue
11
:
i
doge Pietro Tradonico,il 2 aprile864
trucidato
presso
Zaccaria,non
mano
di
la porta della
già in
tumulto
i cui
congiurati,
di
nomi
chiesa
di
popolo,ma
erano
fra i
era
San
per
più
10
I
Banditi
delia
illustri di Venezia:
Repubblica Veneta
Gradenigo,Gandiano,Gala-
Faliero.
brisino,
Il
dovette,
doge seguente,Orso I Partecipazio,
per intercessione dell' imperatoreLodovico,perniettere il ritorno in patriaa potenti
famiglie
i Flabanici,
di banditi,
i Caquali i Barbolani,
delle antiche loro abitazioni
loprini,
e, in compenso
tarla
demolite,fu ad essi conceduta per abir isola di Spinalunga,
che,secondo alcuni,
Giudecca
reno
fu appunto chiamata
perchè fu tersciti.
aggiudicatofzudegà) ai cittadini fuoru(^)
sinistra luce di rivolte civili,circonda
Una
la bieca
figuradi Pietro
Pietro Gandiano
III si associò
violento
figliuolo,
e
padre,poi,con
nel
del
doge
governo
molti
occultamente
il
tro
con-
strò
fautori,
gli si mo-
apertamente ribelle. Forse
divenuto
IV. Il
il quale,volendo
insidioso,
solo,prima macchinò
regnar
il
Gandiano
il
rebbe
palazzo sa-
luogo di strage,se molta parte
popolo,levatosi
in arme,
non
avesse
fatto
Gondannato
a
prigionieroil figlio
sciagurato.
perdere il capo, andò salvo per la compassione
destata dal
la pena
in
e gli fu
padre infelice,
un
commutata
perpetuo bando. Pietro si ritirò
(i) Galltcciollt,Meni,
ren.,
I, 121.
I Banditi della
13
brio
furono
insepolti,
Giovanni
Veneta
Jìepnhhlica
raccoltidalla
di un
pietà
Gradenigo.
Rotto la ducèa
(979-991)
contese s'accesero fra i Morosini (fausanguinose
Lori deiralleanza bizantina e dell'indipendenza
e i Galoprini,
gheggiavano
vanazionale)
che,coi Candiano,
sotto la proun governo dispotico,
tezione
ordirono una contedesca.I Galoprini
giura
che avvisati
di morte contro i Morosini,
in
dì
di Tribuno
Memo
all'infuori
lompo,si misero in salvo tutti,
di Stefano
Uomenico,
spentodal ferro proditorio
mentre
Caloprino,
loprini,
usciva di chiesa. I Ga-
si rifugiarono
per timore della vendetta,
ria?costamente presso l'imperatore
Ottone,alla
generalein Verona,e con promesse e
al qualegià
indussero V imperatore,
proi^htere
sorrideva il pensiero
di sottomettere Venezia,
di portarla guerra contro la patria.
Ottone vietò
intanto a tutto l'Impero
iltraffico
con
Venezia,
esuli
distrussele case degli
che per rappresaglia
le donne e i
traditorie ne condusse prigioni
mal sopportando
di vivere
I Galoprini,
l'anciulli.
chiesero ed ottennero
raminghitra glistranieri,
Ma
ilperdono,
e tornarono alle lagune.
nei Morosini. Una sera,
gliodi non erano spenti
tornavano dal palazzo
seduli in una barchetta,
aldel Galoprino,
ducale alle loro case tre figli
fuassalitidai Morosini,
lurrlipd'improvviso,
Uiela
Capitolo Primo
popolo si vendicò
trucidati. Il
rono
stragi,deponendo
chiudendo
e
doge Memo, debole
il
Pronti
con
minore
inetto.
e
Olivolo.
ardimento
giacche le
cronache
autorevolezza
più
antiche
che
leggenda significare
si animavano
ogni discordia,
sol che
comune,
e
la
di
mano
I
la
di
chiesa
di
notte
Triestini
presso
la
tutti di
tale
valore
un
offendesse
l'adunarsi
Jilivolo,il
miglia
la fa-
fantasia
delle
polare
podei
zate
fidan-
secondo
dì
fossero
vescovo
molti
cassetta
corsari
vuole
le loro
sciolti,
coi capellidiBiancovestite,
benedette.
una
maggiore
giovane repubblica?
veneto
costume
ornate
di
rappresentare le molestie
febbraio,
perchè dal
nozze
in
spose
cittadini,
assopita
meglio, la
patria? 0
contro
nella
i
lo straniero
ha voluto
piratislavi
e
per
leggendario,
parlano.Forse
ne
non
colore
ofiFese
furono
delle
ratto
ha
L'avvenimento
sapeano
respingerele
interrotte dal
istante
tante
chiostro
un
le rivalità cittadine
Così
esterne.
Era
in
di
i veneti
agliinterni contrasti,
non
un
13
in
tenevano
gioielli,
la dote.
contenente
(arcella)^
inosservati
giunsero nella
riva,e l'indomani,durante
la
rapirono
cerimonia,irrupperonella cattedrale,
le
donne, e
chiamato
si diressero
ancora
preda. Il Doge,
delle
verso
Gaorle,a
un
porto,
donzelle^
per dividersi la
incontanente
raccolse
alcune
/ Banditi
della
Veneta
l{e2)ubhlica
li raggiunse
gune
nelle lanavi,inseguìi pirati,
di Caorle,
fece stragee ricondusse in
ne
le spose.
patria
Il sommo
della veneta potenza,
nel periodo
delle origini,
fu raggiunto
sotto il dogatodi
Pietro Oiseolo II
Colla pacatatranquillità
(991-1008).
del riformatore,
ordinò lo Stato e rimosse
le cause
a volte blandendo,
d'ira,
punendoa
volte giiumori;con tenace opera e pratica
di
trattati
negoziseppe conchiudere vantaggiosi
colle gentivicine e lontane;
ottimi argocon
menti
di governo seppe rendersi benevoli il
Cesare bizantino e T imperatore
con
tedesco;
Taudacia del soldato e la
trionfò sui
e
del capitano
prudenza
narentani e conquistò
V Istria
pirati
le ciLtà marittime della Dalmazia.
Ma
le cruente
discordie,
acquetatedal saggio
^^^
dopo la sua morte
governo dell'Orseolo,
In una
a quando a quando risorgevano.
con«
il successore
del doge Pietro,
giuradi ottimati,
Ottone
Orseolo
fu preso
(1008-1026)
e,
la barba,confinato a Costantinopoli.
i-asa^li
della barba e spedito
raso
a CostantiDeposto,
(ij Le dii^cordie
anche
sotto il
dogatodeU^Orseolo
si
del tutto.Con un atto del 997,
ma
non
cessarono
acquetarono^
il popolopromettevadi non
più suscitar forti tumulti
setììtio
iiuti.iimu
sturmuw).
Capitolo
fu
nopoli,
0
dovè
popolo,
ad
darsi
afiferrare
il
il
tumulto,
il
dogi,
dello
Ben
fazioni.
i
bando
o
cinque
a
ragione
forse
dell'età
dal
modo,
E
levatosi
in
in
un
nastero
mo-
(10791084),
i
che
Normanni.
il
uccise
plebe
di
697
figli
Stato, cinque
e
Gentranico,
nalmente,
Fi-
doge
tale
Vi-
II.
compresi
in
la
ira
Domenico
ritirarsi
a
Selvo
1172,
dall'
un
del
validamente
Michiel
tal
fuga
potere.
Domenico
doge
Gentranico
salvarsi
l'esilio
obbligò
popolo
nel
In
Per
supremo
combattuto
avea
Pietro
alla
dopo
riuscito,
Orseolo,
15
successore
(1026-1032).
Barbolano
del
il
anche
I*ì'imo
e
al
i fratelli
abdicarono,
deposti,
di
1172,
cinque
cinquanta
associati
al
capo
furono
nove
in
bando
ciati
cac-
e
cecati
ac-
trucidati.
il Machiavelli
più
d'ogni
mezzo,
abbia
altro
provato
nota
come
Gomune
il furore
nezia,
Veitaliano
delle
nmmiiiiiinnmiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinnmnuiiiiiiinnMiiiiiMM"mmitiMtiMtMi
Capitolo
Nuove
Secondo
magistratarevenete
costume
-
Le
Azione
-
congiuredel
delle crociate
secolo XIV
-
Bandi
e
sul
plizi.
sup-
Venezia seppe
gliscompiglicittadineschi,
di pochipotenti,
salvarsi dall'ambizione
che miravano
Fra
divenir
a
e dair imperizia
e
libertà,
la
moltitudine. La
uomini
e
di
in
Il Governo
in
il
temuto
di
suo
nome,
e
poneva
ogni studio
e
di
per ricondurre
fuori,senza
a
battere
com-
disperderle
prepotenze omicide.
primi tempi i carichi più importantidel
esercitati direttamente
erano
doge; poi,nel 1094,sMnstituì
—
ceva,
fa-
dentro
riunire le forze
nelle discordie civili o nelle
esecutivo
il
e
rispettato.
gì'inimici
Z
dalla licenza della
gloriae potenza, e
quietenella città,
per
Nei
opprimendo
ricchezze,
allargavaT imperio
mare,
fuori d'Italia
stato
giovane repubblicacresceva
dominio, saliva
suo
la
signoridello
Moi«ME|(Ti, I Banditi
f
ecc.
il
tere
podal
magistratodel
I Banditi della
\i^
BepuhhlicaVeneta
che tolseal doge il dirittodei processi
Proprio,
e nella prima metà del secolo XIU
e civili,
jirnali
[iirono creatii cinqueAnziani della Pace,
luomini
gentiincaricatidi giudicare
sulle frequenti
Per frenare le impreseaudaci
vì^sB della plebe.
fin dai più
iltn malandrini s'erano instituiti,
ai qualisi agvrrchi tempi,i Capicontrada,
giunser
e per rischiararele
poi i Capisestiere^
il governo ortortuose e mal sicure,
dinò,
vie strette,
nel 1128,fossero innalzati qua e là tabernacolini con immaginisacre,dinnanzi allequali
ardevano lampadeper tutta la notte. Nel 1181,
bandì la prima legge
il doge Orio Malipiero
rriniinalesotto il
nome
di Promissione del Ma-
corretta e riformata poi dal doge Enrico
Ivjivio^
liaiidolo(1192-1205),
e infine
con
ripubblicata
dal dogeJacopo
molte aggiunte,
neli232,
Tiepolo.
alla sicurezza delle strade e al
Per invigilare
il 1250,due SiU\K\n ordine furono nominati,
di notte^accresciuti,
sotto la ducèa di Rifjnun
iiìi^ri
fino a sei,
Zeno (1253-1268),
perchèognuno
di uno
dei sei sestieridella
V ispezione
avesse
Ma
nella vita sociale dei Veneziani
dei Signoridi notte,esist.nel Civico
Capitolare
di Venezia,pubbl.da F. Nani Mocenigo.
Venezia,
{ij V.
Muaeo
s'erano
del Tempo, 1877.
tì|».
2Ù
I Banditi
della
Veneta
Bepuhhlica
lìopola leggedel 1297 del doge Piero Granel
che toglieva
ogni azione popolare
rlenigo,
della cosa pubblica,
molte passioni
reggimento
la vita
tennero,per tutto il secolo XIV, agitata
veneziana e tra patrizi
e popolosi destò un
fiero antagonismo.
atti di prepotenzadei noi quali,
ciavano
incominliili,
dopoi privilegi
ottenuti,
Non
mancavano
uomini
sprezzare que'mercanti e quegli
di mare, ch'erano pur sempre la forza
a
che all'ira trovavano
e
città,
grete
uno
sfogo0 in aperterivolte o in sedalle qualiusciva più valida
congiure,
tere,
che si tentava di abbatq nella aristocrazia,
t*^ Tra i fieriprovocatori
di guerra civile,
che tennero in travagli
la repubblica
vi sono
a!enne
di faziosi.
e ardite figure
non
volgari
Amore di libertà e odio al Gradenigo,
che
voluto ridur nelle mani dei patrizi
avea
ogni
Marin Bocconio a infiammare
spinsero
potere,
calda parola
alcuni amici,i quali giuracon
rono
ad atterrare le portedel
di essere pronti
Gran Consiglio
rinnovando
il doge,
e massacrare
lo antiche e feroci vendette popolari.
Ma il Goe
la ricchezza della
(0
Lazzarini,Marino
1897.
séiititìi,
Fallerò^pag. 75. Venezia,Vi-
21
CapitoloSecondo
il Bocconio
arrestò
vigilante
verno
i suoi
e
plici,
com-
che finirono tutti impiccati.
congiura del
Alla
da
Tiepolo,
Baiamente
da
il
al potere.Il 15
di lui Marco
suocero
scesero
forte
con
I ribelli furono
il
taluni
paragonatoa Bruto,
più ragione,creduto
con
altri,
anelante
seguì quella di
Bocconio
ambizioso,
un
giugno 1310,Baiamente,
Guerini
e
alcuni altri patrizi,
d'armati sulle vie.
mano
il Guerini
sconfitti,
ovunque
Tiepolo cacciato
figlio
uccisi.Baiamente
e
in
perpetuo esiglio.
Fra
le
congiure ordite
dal
propositodi
rivendicazione
Tambizione
di
è
che poteano
offese,
del doge, d'animo
brama
di
Ma
alla
sua
attribuita
doge
a
e
regno
celebre
quale s'è
già private
superbo, ma
fu la
la
ficiente
cagione ef-
congiura del Fallerò,decapitato
scala
giuramento prima
la baldanza
al
violento
aprile1355, sulla
il
al
dal-
tutt'al più irritare la fierezza
giungere al
della
il 16
intorno
Fallerò,
poeticaleggenda.Non
una
fiero
o tramate
civile,
qualche potente, la più
quella di Marin
creata
popolo,con
dove
i
di entrare
ambizione
sciagurata
dogi
in
palazzo.
fu
pretesto
presuntuosa dei nobili. La
Gaspare Zancaruol
ribelle alcune
^^^ mette
parole che
vano
da-
ne
Cronaca
in bocca
spiegano
(1) Cit. dal Lazzarint, op. cit.,pagg. 88, 89.
della
[ Banditi
22
assai bene
mal dissimulan
gì'intendimenti. Il Faliero,
le mire ambiziose,
aveva
temente
impruden-
esclamato
f/udioche
UepubblicaVeneta
io
:
Sarò molto
piuj exaitato
al presente^ben che sia doxe
son
hi fra luti li
Prima
altrj.
(liaccennare
al desiderio di molti
^i
faza rason
e
fftrj e chadauno
de
però avea
possa vìver seguro
cura
azò
cittadini,
ponissa li prosontnosie
se
liEseverità dei
avuto
in
caxa
salvò anche
magistrati
time"
sua.
in que-
s\u occasione la libertà veneziana.
non
giustizia
inflessibile,
guardandoalla
solo
pnlenza e alPautorità degliuomini, non
ma
|iìmiva
ogni minaccia alla libertà,
gastii^ava acerbamente
chiunqueosasse solo proferire
all'onore della Repubparoleingiuriose
1ilIca. Per esempio,nel 1355 a Nicoletto Greco
da Castello,
occasione exclamationis,,,,
contra staet honorem
si strapparonogli
ium
dominationis^
"') e nello stesso anno
Nicoletto Grasso
firi'hi;
da Murano
ad aver
fu condannato
la
tagliata
in un
anno
co
carJìn^aae a rimanere mezzo
detto male parole dello stato
le per aver
La
veueziano. ^^^
Venezia
non
dello stato;eppure
nessun
governo
fi) Arch. di stato. Cons, X, misti,reg. 5.
^n
il capo
risparmiavaneppure
Id.,ibid.,e. 37, t.
quanto
e.
35.
il
2:i
Secondo
Caììitolo
circondò
veneziano
non
Così
il supremo
di
poteri,di maggior
la
più leggem
magistrato,se
offesa al
rispetto.
e
pompa
doge
nel
punita.Trovo, ad esempio,che
Antonio
un
doge
a
in
Silato,per
carcere
I
Vendramin,
poi bandito
e
fu chiuso
vita. (^)
a
della indipendenzadella patrianon
pericoli
venivano
alcune
da
soltanto
volte
minacciati
erano
dei
anni
alcun
dal di fuori,dalle
alla
e
1373
era
I Carraresi
-
anche
mezzo,
quanto si
ci furono
non
li
(1)
Sanudo,
lasciavano
intentato
notizie di
aver
consiglisegretidella
nobili,che
amando
alla
e
pubblica,
Re-
ipare
il de-
politicadei
la Repubblica
patria.Scopertii traditori,
punì esemplarmente.(^^
Ven.
Cron*
35, t. (Bibl.Marc.
(2) Nel
Negli
Venezia
tra
guerra
più del dovere,servirono
della
Padova.
iniquo,per
trattava nei
e
nemici
Repubblica,specie
Carraresi, signori di
1372
Padova.
ma
cospirazioni,
interne
gelosiedei Signorivicini
e.
1476
la elezione
biasimata
aver
di Andrea
mente
severa-
era
o
Vita
dei
It. CI. VII, Cod.
Dogi, parte III,
DCCCI)*
confesso di
1385, Pietro Giustiniani,
aver
avuto
pratichecon Francesco il vecchio da Carrara, per tradire
i segretidi Stato, fu decapitato.
Nel 1404,furono corrotti
che furono
dall'oro di Francesco Novello da Carrara tre preti,
ad essere
condannati
propagginatiin tre buche sca^
vate
fra le due
colonne
della Piazzetta
di San
Marcoi
*l'i
I lìnnditidella Tiepìihhlka
Veneta
I (krraresi ricorsero anche all'assassinio
litico,
poveneziani più
per liberarsidei patrizi
osi ilialla loro
Alcuni sicarimandali a
politica.
Venezia con
da Francesco da
tale proposito
da una
furono denunciati alla signoria
(larrara,
11 capo di essi,
meretrice e quasituttiarrestati.
fu condotto
Barlolomeo detto Grataria,
confesso,
chiatta a Rialto,
ebbe la mano
cisa,
resovra
una
strascinato a coda di cavallo per le vie
in fine a San Marco,
della città,
su di un
palco,
le due
intanto
fu squartato,
colonne,
(^) gridava
alta quache il Comandador
a voce
Altri compagnidel Grataria
Tem la sua colpa.
furono anch'essisquartati
i porcis'ammazcoinè
dice Tantica cronaca
in beccheria^
-ano
come
altriancora
o condannati
l'apafava;
impiccati
al carcere
e poi banditi.(^^
Tuttavia gliattentatida partedel Carrarese
occulte trame contro
non
e nuove
terminarono,
da altriproi \eneziani furono svelate e seguite
cessi,
fra i qualiquello
di un Lorenzo muratore
da Ferrara,
che scopertoe presp nel marzo
in
mezzo
(1)Il Comandador^era il ministro incaricatodi far compiere
le leggi
e
e di pubblicar
gliordinidel giudice
al popoload alta voce.
leggendole
(i)LazzatuNi, Storie intm'no
ila Carrara
-
in
Francesco il Vecchio
Arch. Veneto,anno
Nuovo
(t.X. p. II),pag. 325
a
e
seg.
le gride,
V,
num.
20
2r"
CapitoloSecondo
1373, fu condotto
del
Con
eguale severità
dei crimini
i reati contro
la sicurezza
pene
con
la
bando
con
facoltà di uccidere
galera;la
la
tormenti
la
e
le
Tetre
di
mutilazione
dei cittadini.
Dieci
erano
a
tempo
in vita ;
o
i
qualche membro;
morte, in pubblico o in segreto.
carceri,descritte paurosamente da
poeti e romanzieri,atroci
orride le
meno
nivano
pu-
trovato
il colpevole,
il carcere
confine;
suo
si
politici
punizionecorporalein aggiunta;il
multe
fuori del
da
"^)
Consigliodei
inflitte dal
e
in bando
dal distretto veneziano.
e
colonne
strappatij^liocchi
cacciato per sempre
così malconcio
Venezia
le due
mezzo
Marco,gli furono
di San
Le
in
ne
prigioni,
i
ma
supplizi,
le pene
non
acerbe
meno
negli altri paesi.^^^
(1)
Lazzarini, Stork
(2) Un
tedesco
viaggiatore
da Ulma,
Faber
descrivendo
Sanctae^ Arabiae
Terrae
cit.
come
la
più beUa
furono da lai visitate,fa
del
quattrocento,frate Felice
libro
(Evagatoìium
nezia,
et Egypt% Stuttgartiae,
1849) Vedi quante città
e la più preziosa
in
un
suo
questo curioso confronto
tra le
ceri
car-
«
compatriottitedeschi ;
Non
solum autem
pietatem exhibent bis qui digni sunt,
sed et inis qui severae
incurrunt, Carsummas
justitiae
enim
sub deambulatorio
sunt contra
ceres
rcorum
palatii
publicam plateam respectum habentes,patentibusfene-
«
stris
«
captivirespicere
possant et
dei veneziani
«
4L
«
e
queHe
de' suoi
lucidi,quae ferreis cancellis
manus
sunt
clausae,per
extendere
et
cam
quas
as-
I
26
Un
della
Banditi
antico
bando
Repubblica
la crudeltà dei
e
fa
veneto
Veneta
giudizi crudeli
stumi
co-
nei tempi,in
supplizi,
cui,in ogni paese, la legge diveniva
i
i
conoscere
dalle
erano
spietatae
resi
circostanze
fatali.
Il 21
novembre
1391, Tommaso
Jacopo Tanto, pievano di
infernale
in
duas
per la messa,
porta, appena
quartas di vino
terra. Tommaso
colloqniamhabere
«
synam
transeuntìbas
enormìbus
«
ceribus
"
ter
«
reorum
excessibns
detìnentar
multas
e
il
morte
crudelissimi
nisi tortores
«
queant.Aliam
«
consumunt
plectendi,
eleemoprò
tamen.
est ista nna,
car-
In-
quod
inhumani^ terribìles,obscnri) in
aliquìs accedit
«
paaperes
plectendisant, in
et
profundisturrium, humidi, frigidi,
pentibnset bufonibus plenis^longe ab
strati,nec
lo fece stramazzare
Veramtamen
peterepossnnt....
qui
la
prete, lo
tolerabilibns
arctìoribas,
sunt
di Venezia.
pievano furono
et si sunt
crudelitates Teutonicorum
carceres
e
in
dietro
il povero
sulla testa
tantibus
«
il prete Giovanni
vide entrare
«
a
di malvasia
Gorna'ro,nascosto
maglio
un
a
«
lica
della basi-
pievano Tanto,col pretesto
condusse
Tommaso
colpìcon
uccidere
Carampane, solingacontrada
in
casa
Il
Marco.
di vendere
"
di
accordo, stabilirono
di San
e
Maurizio,stretti
prete Giovanni,mansionario
certo
una
San
Gornaro
consolator
hominibus
ad
miseros
qui terreant, minantur
pietatemexbibunt
enim
nonnnnquam
eos
Veneti reìs,etiam
brevibus
penis.»
ser*
le
seque-
illos^
et tormorte
àK
I Banditi
della
Repì4hhlicaVeneta
dato ricettoal
sun
Gornaro,al quale,in nesmodo e per nessuna
si sarebbe
circostanza,
mai fatto grazia.
Il pievano
Tanto fu invece confi
ìivesse
annato
finirla
a
rampanile S.
sua
Marci
vita in
cavea
et aqua, ^'^
in pane
Le terribilipene minacciate al
inflittecon
già state
ad
suspensa
erano
Gornaro,
crudele raffinatezzaa
uno
che una notte di noGiovanni,
Domenico
vrmbre del 1370,feriva mortalmente
lisi
di Eraclea,
vescovo
n'aro,
per derubarlo. Due
chiamati Pietro e Gatecomplicidell'assassino,
il primo ucciso e squartato,
la sein na, furono,
conda
del naso
mozza
e bandita. "2)
bollata,
la quale,nel 1410,
schiava tartara,
E una
il patrizio
avvelenato il suo padrone,
avea
Barbo,
srhiavo per
nome
percossa, fu pur condannata
ad
condotta pelGanal Grande,legata
ad
v.h" Tavea
Meni.
(1) Gallicciolli,
un
esser
paloe
Ven,, lib.Ili,cap. II,§ 48.
—
gabbia di legno,sospesa a metà del
rnmpaniledi San Marco, e nella qualesi rinchiudevano
i delinquenti,
agli
espostialle asprezze delle stagioni,
ed
ìiiyulti della plebe.Il cibo consisteva in pane
acqua
fjiicavea
t;d era
era
una
dato ai condannati
una
con
funicella. Tale
durò fino al 1518, ma
secondo il Gallicciolli,
ìij\ece in
(In uso
uso
anche nel 1542.
nella gabbiao c/ie"a,un
plizio
sup-
si trova
fu
Appunto in quest'anno
stino
pretebestemmiatore Ago-
di Santa Fosca.
(SU Tassini,Alcune
]iag.34. Venezia, 1867.
delle
più
clamorose
condanne
ecc.,
Capitolo Secoìido
da
tormentata
quindi
a
coda
della Piazzetta
Frequenti e
pei
ladri
colpi di tenaglia,e
di cavallo Ano
e
severi venivano
i
provvedimenti
peculato e d'estorsione. Il
dei dazi)essendo
(ufficio
nel
1414, per
somma
del
ordì
ove
dato
essersi
stato
alla Terna-
condannato,
appropriatouna
grossa
pubblicodenaro,fuggìin Romagna
congiureai
bando
e
Preso
persona.
colonne
(*"
patrizioGiorgioBragadin,ufficiale
ria
trascinata
alle due
colà abbruciata.
i rei di
e
20
danni
della
condannato
nel
patria.Gli
nell'avere
1417, fu
nella
e
torturato
e
fu
cato.
appic-
(2)
Ai delitti tenevano
dietro pronte
e
inesorabili
le pene.
(1)
Tassini, op. cit.,pag. 62.
(2) Fino
i nomi
dei
agli ultimi tempi della Repubblica,
del pubblicodenaro furono espofrodatori e dei depredatori
sti
lazzo
a
pubblicainfamia. Sotto i porticidel cortile del PaDucale
esistono ancora
parecchielapidi,delle quali
è curioso riportarqui due esempi:
Gio. Paulo Vivaldi già contador all'officio
" MDCCIII
nello
del dazio del vin, e Gasparo Salvioni già scontro
-
stesso
rei di
officiorestarono
grossissimointacco
del vino.
"
banditi
cassa
infedeli
e come
delFofficio del dazio
Nonciata, ch'esercitava la carica di
masser
alli
bandito li 5 decembre
1713,
capitalmente
consegliodi dieci per intacco considerabile de
fuori
dall'eccelso
pegni a
della
ministri
»
Antonio
pegni di
come
grave
fu
tio,
pubblicoe privatopregiudi
»
30
I Banditi
"oi
della
Repubblica Veneta
che pei
1480,alcuni ebrei di Portobuffolè,
loro riti pasquali
aveano
sgozzatoun
bambino
furono arsi vivi in Piazzetta di San
cristiano,
reo
Marco;nel 1482,Bernardino Correr,
patrizio,
di sodomia,fu decapitato;
nalo
nel 1483,condanal tagliò
della mano
destra e poi alla deche
un
Gofritto,
raiitlazione
pc; olano di nome
Dalle Boccole;
massacrato il patrizio
avoa
cato
appicnel 1488,fra le due colonne della Piaz7AÀUj il nobile padovanoNicolò de Lazzara per
contro la Repubblica
aver
nalo
cospirato
; imprigionel 1498, per aver
rivelato segreti
della
dei Pregadi,
Antonio
Hcpubblicail segretario
il qualeessendo morto in carcere, fu so].andì,
alla forche,
e via via altridesjtnso,cadavere,
altre condanne,i cui particolari
Jiltì^
possono
trovarsi nei Registri
dei Giustiziati,
nello Raspe,
in cui si annotavano
liljri
le sentenze criminali,
nei Diari e nelle Vite dei Dogi del Sanudo,
Annali del Malipiero
in parecchie
e
cronache.
lu'gli
due
condanne,non avvalorate da alcun
dura ancor
documento irrefragabile,
viva la meijinriatra il popoloveneziano;
le condanne di
e del povero Fornareto.Nel 1503,
ìiifftfit)
Inganegher
Carnel 1520,certo Biagio
it
probabilmente
jiiii
luganegher
^nii-io
(salsicciaio),
preparava nella sua
colle carni di bambini da lui involatie
bottega,
Di
CapitoloSecondo
un
trucidati,
di cui
golo,
eccellente sguazeto^specie d'intin-
ghiottii popolanidi
van
Venezia.
assassino fu trascinato
Scoperto,Tatroce
di
31
coda
a
cavallo,tanagliato,
decapitatoe sbranato. A
si chiama
Venezia
ancora
sorgeva la infame
ove
Da
Riva di
Biagio il luogo
bottega,
adeguataal
grande pietàpopolare è
una
il
del povero
nome
suolo.
invece
condato
cir-
È noto,
Fornareto.
perchè il fatto divenne argomento di drammi
naio,
di poesie,che, nel 1507, Pietro Fasiol, fore
fu condannato
a
morte, sotto l'imputazione
di aver
Poco dopo
ammazzato
un
uomo.
del Fasiol,il vero
sore
uccieseguitala condanna
scoperto.La fallace tradizione
fu
crede
la
le due
che
lampade,
sul fianco della Basilica
sera
espiazionedel
grave
errore
tuttora
accese
di San
all'immaginedella Madonna,
dinanzi
lare
popo-
Marco,
ardano
dai
commesso
in
neti
ve-
magistrati.
Ma
cenno
i Diari
delle
due
condanne, ripeto,non
né
delle Quarantie Criminali,
registri
i
del
Sanudo, così diligenteraccoglitore
d'ogni notizia
Gioverà
a
anche
far
lieve.
addolcire,
questa pagina di
XVII,
e.
42, 43),che
descrive le pene
i fieri costumi,
viemeglioconoscere
dei
che il progredire
t.
fanno
tempi non
Marino
con
valeva ad
Sanudo
(Z)/an,
terribile efficacia
nel 1513, ad
inflitte,
alcuni
gio-
33J
I Banditi
della
Veneta
liepiibblica
rei di delitticomuni: « Da poidipatrizi,
fo Consejo
di X, simplice,
et steteno fino
snar
lizentilhomeni....
ore do di note et expediteno
Sier Lorenzo Polani di sier Bernardin,
per
che zuoba el sia impicatoin
aver
robato,
le do coione poi disinar
mezo
Sier Baldisera da Molin qu. sier Nadalin,
qu.
sier Marco da la Madalena,
qual avrà la con-
yani
«
€
*
^
«
€
«
*
le
danason al collo per ladronezi et assassinabatch'el sia descopà
nientifacti,
(mazzolato)
ut supra. Sier Alexandro
squartado,
di sier Michiel el consier,
«: Navaier,
per lach'el sia de€ dronezi e assassinamenti facti,
in la sopradita
^
come
conscopa e squartado,
fradelli
danason,ict supra. Vicenzo e Agustin
fo fiolidi Antonio de la Seda
"( diti Gontarini,
fo prior
che li diti per ladronezi
al Lazareto,
che i siano discopadi
€
e assassinamenti facti,
ut supra
^
et squartadi,
Dolfln qu. sier Domenego,al
*c Sier Antonio
^
qualeè sta fattoilsalvoconduto per uno mexe,
et è venuto,per il qualsi ha abuto la verità
tìimolte cose, ut supra^ che li sia sparagna
^
la vita,
^
e che '1 sia confinato in Gypro con
fo fiolnataia ducati 5000....Marco da Leze,
«
€ turai di sier Domenego qu. sier Juan,
Matio
«
Barbo fo fiolnaturai di Domino Agustin
canoDonado pyctor
(K nico di Padova^
et JanuliGreco,
"
^
«
*^
tuto et
CapitoloSecondo
«
«
absenti
chiamadi,incolpadi latrocinii e asut supra^ che li ditti siano bansassinamenti,
e
"
diti di terre
«
da
"(
«
"c
33
sì
luoghinostri,
e
terra,et il Leze venendo
da
mar
come
in le forze sia
le do coione,con
discopàet squarta in mezo
taia ducati 1000; li altri tre,venendo, siano
apìcadicon taia ducati 500
Michiel
«
Cornelio
€
da
«
fo trovato
"
fo
€
rato,e
cussi
«
Et
altro nominato
€
expedito,è
€
tonsura, over
«
morir
«
Nicolò
€
biasteme, et fato soldato
«
Beneto
«
retenuti
«
salvocondoto
«
vene
«
lieto in Canareio
^
à inteso da sier Antonio
«
il dito sier Hieronimo
«
bando
«
Or
«
sti 5 che
3.
San
fìol naturai
Ganzian,per
da
in
dolo,ma
Marzilian quando
sarà
andò
sera
a
Andriol
prexon,
per
casa
prima
sarà
Michiel
fato
di sier
bandito
Nicolò,qual era
Padoa
per
di domino
el qual è sta quelloche poi
Crivello,
e
questi,mandò
dai
et dirà
manifestò
gran
Cai
dimandar
a
cose, li fo dato
questi tali aver
di
quella donna
uù
Dolfin,
dia morir
MOLMENTi,
/ Banditi
^
et
fato il deetc.
mpra^
qual
però
Michiel sia absolto dil
expediticussi questimalfactori:
T-
fo
non
di
sgradato,over
a
....
Stella
esser
cussi. Sier Hieronimo
qu. sier
Jacopo
fo retenuto,ch'el sia libe-
questa
in
sier
esser
non
la p....a San
e
prexi i altri,
uno
di
cavati di
ecc.
camera
fono quee
man-
34
Banditi
I
della
liepuhblica Veneta
basso, e sciolto il Conscio
«
dati da
"c
Orsato
"
Trivixan
«
le prexon
«
Gonseio
«
veano
«
mandò:
€
li disse:
«
Disse itermn
«
Rispose il
«
Allora
«
e
«
sia taià là testa.
«
condanation
Zustinian,Pavogador
di
Gao
di X
a
Che
«
Anzolo
a
facta ozi nel
tutti
cinque, che zuoba
sier
Alexandre
i do-
Navaier
di-
morte, Signori?» Tavogador
Squartadi,e
il Navaier:
apicato.»
squartadi? »
come
Sarete
descopadi.»
morti,e Agostindisse
li altri in zenochion
sarà
E
«
come
: «
E
»
vui Polani
«
di X:
Gao
rimasene
(1) I bandi
Sier
X, juxta il solito andono
morir. E
«
sier
e
dir la deliberation
a
di X
almeno
Signori,
cussi
publicàa
ne
partiva.Dita
si
Rialto.
^^)
»
i decreti deUa
Repubblica si chiudevano
con
questa frase: sia proclamato sulle scale di San Marco
di Bialto, Le leggi infatti si pubblicavano
dal Comane
dador prima su quel tronco di colonna di porfido
capovolto,
che sorge a un
angolo della chiesa di San Marco, e poi di
chiesa di San
aUa
fronte
di
colonna
e
al Gobbo
costume
«
ove
«
li
«
Gobbo
«
colonna
«
non
per altro,ad
malfatori,come
andassero
ricurva
di Pietro
che
esser
erano
quando era
in
grida;
da
Salò
a
mette
una
tien la scala che
che
il Gobbo
guardo
(1541).Ri-
un
«
Jera
per ladro,
Marco
Rialto,andavano
far tale effetto,
et
corta
Barba:
terminato
fu terminado
una
chiamata
frnstado da San
pietra viva, che
delle
sommità
cui
di Bialto scrive la Cronaca
in Venetia
di
statua
una
scultura
Bialto, buona
«
di Rialto, sopra
granitoegiziano,alla
scaletta,sostenuta da
di
Giacomo
a
a
Rialto,
basar
il
ascende alla
più questi tali
però fu posto in. la
T Banditi
36
Repubblica
della
fradello
«
quel Agustin so
«
era
«
pato
«
ch'era
«
role,e
«
e
«
sta' scopato, andò
«
lani....In
«
Molin
«
apicar el
«
e
«
li dete
€
tutti
compita questa justitia,
«
si dolseno
«
di
«
parte e
«
tro
li fo dato
di la
si
voltoe,e
qual
compagno,
in camisa.
E
subito
di
ancora
la
etc.
zentilomeni,
Nel
del modo
desta
et
li
poi
fono
con
discalzo
zoso
e
morite.
Et
piaque, ma
maxime
in
squartati
terra.
le
4
quat-
»
cui si
eseguivano
raccapriccio.
un
prete Bortolo da
per tradimento
di Marano
dal conte
venne
di tal zoveni
parte solite di questa
avea
era
ogni quarto posto sopra
sarano
1513,
et vardava
etiam
manara
E
Po-
apicoequesto, el
il boia
di la morte
pa-
ch'el fosse
morto
era
non
Mohn,
impicarel
a
ch'el
questo mezo
il
sco-
drio le copa,
el boia
la forca
su
fo
disse alcune
manara
cazete; e poi credendo
Il racconto
che
et bel zovene,
grande
18 anni
et etiam
il quarto
coperto.De li altri,
e
le pene
di
zovene
morto, disse poco
come
Veneta
in Friuli
Cristoforo
Mortegliano,
aperte le porte del
stello
ca-
guidati
agliimperiali,
"*" fu
Frangipani,
condotto
rato
Mortegliano è narnella Cronaca
curiosi particolari
(1507-1524)di
con
tori
Battista di Cergneu pubblicataa Udine dai dotGiovanni
di Udine, 1895).
Joppi e Marchesi {AttidelV Accademia
(1) Il tradimento
di fra Bortolo
di
:H7
CapitoloSecondo
al
averlo
Il boia,dopo
supplizio.
colpidi
credendo
atterrato,
mannaia
attaccollo alle forche.
Sanudo
fosse morto
continua
ligato»
(Diart^t. XYIII, e. 48),« si
«
prete
«
gambe;
«
zono
«
la persona,
«
esso
«
trato
«
tisse
non
esser
trarli saxi
et
le crudeli
quasi
come
Lo
morte.
cussi
tanto
li fo
pur
neir indole
Andrea
doge
1476,avea
tre
si
Bortolo,
come
uccise
un
omicidio
è da
cussi
riferisce
finìla
bando
un
nudo,
Sa-
vita
il primo
figliuoli,
trovava
di
ufficiai
Sanudo, con
(i) Cronaca
Veneta
ogni
a
ima
Che
dei
per
modo
Vite dei
un
il
zo
mar-
quali,di
freza
sia stato
ilVendramin
colposo,
Ad
curiose. ^')
bandito
esilio,
in
barcha.
lare,
singo-
eletto il 5
Vendramin,
scrive il
dubitare.
(Bibl.Marc.
onesto
spettacolomiserando, esclama
accompagnato da circostanze
nome
sen-
»
punizionierano
Sanudo
stesso
Il
comen-
el meritava.
come
sua
le
li zonzeva,
compiacimento: Et
con
esso
la volta di la testa et di
tempo, che perfino il saggio e
lo
il
moveva
apresso
resentirsi:
crudel
dopo
vete
la fin....
morite; siche credo
a
una
a
cussi
et
monstrava
che
morto
ancor
tutti chi li era
unde
a
Tanto
del
E
«
parecchi
con
chè^
pera
caso
semplice
bandito
del
figliuolo
Dogi, cit.,p. Ili, e. 35,
It.,ci. VII, cod. DCCCI).
I
38
della
Banditi
abbandonato
doge
da
vestito
Savio
fatto
avrebbe
ritornare
s'accese
per
ciò
il
doge,
coir
Capi
dei
dei
e
dove
la
con
quale
che
trovati
et
in
2000
un
senza
per
patriarca
furante
i Landò
di
esulare
le
a
Roma,
i
di
anni
in
chi
a
prexon
quelli
Alvise
ser
benché
tamen
a
Venezia.
e
così
con-
preti^ essendo
tra
saldate.
cuserà.
ac-
Landò
arcivescovo
Costantinopoli, era
partite furon
dannati
con-
officio e
5
(furto)e
molestato,
essere
dovette
e
e
una
tutti
taia
che
fratello,il quale,
di Candia
bandito
sapere
glieri
Consi-
passare
ogni
con
dicarsi,
ven-
per
dei
deliberava:
habito
ove
il Landò
e
^
Bisogna
avea
fece
stagino
terra
ducati
paglno
doge
inimicizia, e,
in
lo
dovette
relegato ed
il
per
fossero
questa
Vendramin
Dieci,
che
Venezia,
approvazione
si
dite
trasgre-
Vendramin,
era
fiera
una
criminalmente
seio^ ancora
al
Tra
morì.
tempo
poco
11
arrestare.
Landò,
fossero
immediatamente
Latisana,
a
dire
Yenezia,
a
Alvise
ser
volendo
non
a
lasciava
s'egli non
parte
di Rodi-. Ma
cavaliere
leggi, mandò
le
dopo
ritornava
l'esilio,
Terraferma,
di
Veneta
Repubblica
se
ne
stato
stava,
Il Patriarca
i Vendramin
Capitolo
Le
La
Fino
al
rivolto
il
secolo
delle
Nelle
sul
armi,
sue
politica
di
ferma,
rese
molte
esempio
secolo
Treviso,
Vicenza,
unità
una
in
e, durante
Crema',
Udine
Rovigo
di
la
e
un
parte
il
e
e
tutto
del
grande
con
I
furono,
il secolo
Polesine,
Friuli, Brescia,
Cremona*
sua
men
e
nazione.
terraferma,
Feltro, Belluno,
Verona,
che
italiane, anticipando,
province
acquisti
in
con
italiane.
Venezia,
sicura
la
forza
la
con
lotte
men
raccogliere
a
importanti
alle
e
parte,
dominio
suo
stessa
luminoso,
XIV,
il
se
riuscì
ma
e
e
termferma,
trovato
avea
esaltazione,
Stato
alla
potenza
prese
instituti
terre
vedendo
tempo,
vicine,
suoi
alle
e
la
avea
non
mare
serrassero
Signorie
conquiste
mare
al
questo
lei si
de'
Repubblica
non
Da
autorevolezza
delle
se
feudalità.
la
e
la
XIV,
a
terraferma.
veneta
pensiero
minaccia
la
Eepubblica
intorno
come
di
conquiste
d'Oriente.
lontane
Terzo
più
nel
XV,
dova,
Pagamo,
Ber-
Banditi
/
•lU
della
di queste
Alcune
Bepuhbìica Veneta
altre
province acquistate,
le
consen-arono
consegnatesi,
i
propri e
amministrare
per
sovrintendente
si
quellidella
pitano
Ca-
e un
giustizia,
alle rendite.
e
fici
uf-
sola persona.
una
ordinamenti
nuovi
a
a
come
feudalità.
feudali
Grinstituti
e
e
un
principali
si trovò allora di fronte
veneto
costumanze
nuove
la
importanza,questidue
raccoglievanoin
Il Governo
non
nei domini
ignoti ai
erano
di San
Marco
alcune
neziani
Ve-
terre
minio
sotto l'alto dogovernate da gentiluomini,
erano
della
1145
nel
"*^
Polani.
mai
a
due
dei
e
il
Venezia
castella
Ossero,
del doge
figliuoli
radici,
ne,
torri
ed
cia
veneti,la cui serie comin-
potere e le
messo
sorte
con
Ma
tirannico
Arbe
Repubblica,come
rette da conti feudali
dei
la
alla difesa
città di minor
Nelle
costumi,limitandosi
nelle città
mandare
Repubblica a
Podestà
i
e
privilegi
leggie glistatuti
col
feudalesimo,
nequizie,non
sue
fra le
a
lagune,erano
rendere
potenti,più
Pietro
audaci
più
dolorose
suo
avea
mai
i
pricci
ca-
le umiliazioni
vassalli. (2)
Dopo che, nel 1204,l'imperobizantino cadde
(i)
Stefani, I conti feudali di Cherso
Veneto, tomo
(2) Veramente
feudale
su
taluni
e
Ossero.
chivio
(Ar-
III, pag. 1).
anche in Venezia
immobili, ma
di
città vi
nessuna
fy.qualchemarca
importanza.
Capitolo ferino
le armi
per
Enrico
Dandolo,
ai Veneziani
toccarono
radi
Franchi
dei
collegate
da
condotti
neirArcipelago,le
Ponto
Bussino,le
molti
Tessagliae
Siccome
isole
parte delle
feudo
lontane
isole
veneziani, che
ne
di
l'obbligo
con
madre
si sarebbe
nelle
le lodi del
chiese
se
con
feudatari,
il diritto di
in molte
dai
Doge
forza
dal
consuetudini,
se,
quei cittadini
a
Le
e
di
non
Ognuno
Gerusalemme
possedimentiveneziani
della
di vassallaggio
cantare
far
di
mercio
com-
questi
prendendo norma,
la
scritto
feudale,
conquistadi
Assise di Gerusalemme.
Assise di
conquista,
di assistenza in
Codice
Signorieuropei,dopo
(0
in
specialee propria,avea
governarsida
rasanta, detto
dei
una
gran
di concedere
di
tributo,
un
coi Veneziani.
non
in queste
esaurita
patria,di prestar giuramento
di guerra, di pagare
nità
sovra-
l'alto dominio
riconoscere
ligioalla Repubblica e
caso
la
come
fatto la
avessero
mercio.
com-
lago
dell'Arcipe-
riconoscere
terre deirOriente
alcune
della
opportuni al
alcune
Spo-
tale
orien-
marittime
e deliberò
forze,
sue
le
e
viso,
di-
Propontidee
veneziana,la Repubblicasentì
imprese
fu
la costa
e
della
altri lidi
voluto
aveano
non
il paese
e
contrade
però
dei Veneti,
e
le Cicladi
le coste
dell'Adriatico,
del
41
furono
in Levante.
^^^
Ter-
Per
tradotte
ad
sif-
uso
42
fatta divisione
di
delta
Banditi
/
di feudi ebbero
Stampalia,i Sanudo
quelledi
Tine
rigo,ecc.
In tal modo
feudale
e
Veneta
i Querini V isola
quella di Andros, i Ghisi
Micone,i
quelladi
Veniero
si formò
nelle isole
titoli di
grande nobiltà
una
Quando
trovò
Venezia
già
dovè
in Veiiezia
stabilito
forte il
e
marchesi
franchi,che
regione quella forma
lontani
(1) Lo
tempi
spiritodella
avevano
di
alla
passioni.La
feudalità
pubblicaeneque
«
Insignis nobilitas
agunt....
€
principisdignationem etiam
«
ceteris robnstioribus
«
tur,
«
ipsecomitatus
«
gnaque
«
eipem
«
robur
nec
inter
suum
iam
comites
habet,iudicio
et comitum
dai duchi
e
e
in tutta la
nei
(^'
della cavalleria è chiaramente
(Germ.,XIII, XIV)
aatem
ac
retta
dominio, nota già
«
ncque
stata
stesa
Germania.
da Tacito
accennato
«
erano
non
regime feudale,
maggior parte di quelle terre era
prima dai duchi longobardi,poi
«
veri
acquistò la terraferma,vi
aperto alle più violente
campo
«
furon
duchi, conti,marchesi, e
semplici cittadini.
non
più
Ce-
greche,i cui Signoriebbero
principisovrani,là
se
Bepuhblica
privatae
rei
:
nisi
«
Nihil
armati
patrum merita
magna
adulescentalìs assignant
:
aut
pridem probatisadgreganaspici.Gradus quin etiam
eius quem
sectantur
;
ma-
aemulatio, quibus primus apud prin-
locus, et principum cai plurimiet acerrimi
hae vires,magno
dignitas,
semper electoiuvenum
rum
globo circumdari ; in pace decus,in bello
Illum (il principe) defendere, tueri, sua
praesidium....
comites.
quoque
Haec
fortia facta
gloriae eius assignare praecipuum
/
44
disordine
Banditi
delia
Repubblica
dalle sventure
e
può
Veneta
sortire
qualche
la feudalità,
fra tanti mali, portò
efifetto,
buon
con
il benefìcio
se
di rendere
di
più
agevolare le
sicuri i
zioni,
comunica-
di
trasporti,
teggere
pro-
i trafficie di
in qualcheparte
ripopolare
di un colle,
sulla sponda di
r Italia. Sulla cima
un
turrite
sorgeano
ad
grave, abitavano
più
le città del regno
dei marchesi
e
dei
di libero
sopra i castelli
nella
poterono veder
Mentre
coltivavano
quando
nio
domi-
periali,
conti,governatori im-
l'antica idea del
prender casa
e
sottraendosi al
italico,
forma
presero
a
vano
impera-
diserte. (^) Neppur
regionipiù sterili e
corsero
i baroni
ove
padrone,a sopportare ogni asprezza,
fatica
ogni
dimore,
uomini, che, obbligatiad eseguirei
voleri del
le
luoghiopportuni,
apparissero
fiume,ovunque
sveglian
reggimento,ri-
Municipio latino,e
obbligandomolti signori
le
città,
infelici
miglioratala
alla rendita
rali
plebi ru-
loro
fondiaria
zione.
condi-
zata
cristalliz-
nei castelli si contrapponeva nelle città il
reddito
che
dell'artigiano
indipendente,
nei
mentre
traffici e
nelle industrie
questo reddito industriale
terribile al
reddito
del Comune
si elaborava
cittadine,
movea
guerra
feudale,creando-
la grandezza
nella campagna
italiano,
(DPeNina, Ttivoìuz, Wltaìia, XI, VII.
non
Capitolo
si sentivano
effettidella rivolta popolare.
i benefici
t^" Chiuso
dominava
45
Terzo
dale
ròcca,il signorefeunell'aspra
sulle campagne,
ancora
ottenendo
e dal brigantaggio.
proventi dall'oppressione
ricchi
I nobili castellani si chiamavano
liberi;masnadieri
gli agricoltori
arimanni
guardie del
glebagliuomini
annessi
Questi ultimi
lavoravano.
erano
possedere,
pari degli armenti
al
clem
torre
et ancillis in
la sentinella
i
povere
di
male
ibi
guivano
se-
bus
omni-
cum
vel
abitantibus^
ibi-
Dal battifredo della più alta
pertinentibus.
annunciava
dalle
potevano
partedel fondo
la sorte delle terre vendute
servis
alle terre
nulla
come
riguardati
(^^ e
coltivavano,
che
lo
castellano ; aldioni i servi emancipati;
servi dì
che
valvassori;
colla campana
primi albori,e
capanne,
a
nutriti,
scarsamente
e
giornatadel
Ogni
triste
i servi
e
disobbedienza
fango e
della
perte
co-
gleba,
incominciare
al
signorepunitacon
erano
talvolta
abietti cui si vedeano
(1) Loria, Teoria
cap. II.
di
segno
la
faticoso lavoro.
morte, e alla disobbedienza
dagli uffici più
corno
quel
a
intonacate
paglia,uscivano
col
o
economica
la
spinti
condan-
della costituzione
politica,
Torino, 1886.
(2) I coloni feudali trovano
degliultimi tempi
dell'
un
riscontro nei coloni
impero.
mani
ro-
46
quellodi
nati,come
del
delia
Banditi
I
padrone, di
le rane,
tacere
JiepuhbìicaVeneta
tirare
batter
braccia
a
l'acquanei
le
quando
fossi per far
signore del
doveano
di
partorire,
camminare
piede,0
facendo
passi innanzi
due
di portare un
ubriachi
e
dar
per
motivo
stanchi dalle fatiche
rapine.Non
del
servo
continuamente
e
nella
libertà dai
costretti ad
dietro,
in-
uno
o
un
pane
di risa ai
signorotti
degliomicidi
e
delle
degliuomini
allodii. (^)Senza
protetto dal potente padrone,
minacciati
vescovi
e
nella
dai
proprietà
baroni,erano
offrire il loro allodio al signore,che
lo restituiva in
da
solo
di fìngersi
castello,
dei piccoli
di
proprietari
liberi,
la sicurezza
e
rapa,
infelice la sorte
meno
un
quattro paia di buoi,
i chiavistelli del
di baciare
oziosi
tirato da
carro
un
sopra
castello
con
una
uovo,
il cocchio
e
qualità di benefìcio,
uomini
liberi in clienti
e
a
giaci
can-
coi
vassalli,
contratti di patronato, di
di
raccomandazione,
bastando
fedeltà. E, non
alla cupidigiadei feudatari
i tributi,
si imposero le angarie, obbligando
delle signoriea non
tutti gli uomini
ter
povender
le propriese non
dopo smaltite le
derrate del padrone, di valersi del mulino, del
(1) V allodio
parte del suolo
di
la
era
su
cui
proprietà.
vera
proprietàfondiaria,ossia
V individuo
esercitava
un
una
ritto
pienodi-
47
Capitolo Terzo
la
per
suoi
del
mensa
la
sanguinosa e più
dei
piene
Fatto
scismi
La
sicuro
dai
Germani.
Paolino
il continente
rimanendo
sede
e
Grado,
a
avvenuti
anche
cuni
al-
e
dal
papa
dai
Longobardi,poi
quella
favorita
gradense era
;
dai
II stabilì che Grado
del Veneto
cui obbedivano
e
WiNSPEARE,
Franchi
731
e
dai
le
il pontefice
Gregorio
essere
la metropoli
dell'Istria ; Aquileiadel
diciassette diocesi. Ma
op.
zantini,
bi-
Sergio111 (687-701),
dovesse
ridestarsi i mal
di
l'aquileiense
li,patriarcad'Aquileia,fé' cessare
e nel
disputeteologiche,
(i)
l'invasione
tutte le isole della laguna.
Sotto il papato di
a
tese
con-
fu ristabilita la metropoli
religiosi,
dai veneti
prima
ostinate
e
stata trasferita
metropolidi
Aquileia,pur
Grado.
d'odio
di Grado.
barbari,era
la
divenuta
Friuli,sotto
durante
d'Aquileia,
patriarcale
sede
più
bero
i qualiebd'Aquileia,
dei Patriarchi
coi Patriarchi
in
vita
tenace
controversie
La
la feudalità ebbe
regione veneta
il dominio
la
per
messe,
^^1
ecc.
Nella
la cultura dei
feudatario,
per
fondi,per l'aratro,
per
vendemmia
d'
prestareservizi gratuiti
di
canone,
un
signore (banalUas)^
gandone
pa-
del
forno, del torchio
Friuli,
non
darono
tar-
sopitirancori,rap-
cit.,cap. vili.
•i8
Banditi
I
presentando Grado
la chiesa
l'elemento
straniero
leia,dove
per
fu
Bejmbblica Veneta
della
avea
molto
nazionale,mentre
azione
sua
il
tempo
nobili,i quali,divenuti
paese, vi portarono le
dalla
al
IV
Arrigo
Friuli,la
discordie
statuti.
e
sedettero
crudeli,tennero
dispotici,
il messale
in
il
a
canto
alla
mitrati,che
percorsero
(i) Oltre
comuni
cento
della
Patria
Aquileia.In originevi
il contado
coi
il
dei
romani,
ostante
Carlo
i divieti
Magno (803),
masnadieri
tipo leggendario del
friulani,pur riconoscendo
era
aveano
salli
vas-
(^"
spada,veri
la
propri statuti.
presiedutodal Patriarca
del Patriarca, si reggevano
Parlamento
contea
Aquileia,alcuni,
non
Capitolaredi
e
e
dalle ambizioni
gelosidei propri diritti
concili
la donazione
Dopo
Carniola
tal'altra dalle
ribelli,
prelatiche
nuovo
siastico,
grande principatoeccle-
un
agitatotalora
dei
molti
consuetudini,le forme,
di
marca
patria,
seco
patriarcaSigeardo,la
d'Istria divennero
i
loro
nel
proprietari
feudalità.
della
le violenze
Fra
soglio patriarcale
Baviera, conducevano
specie dalla
del
Aqui-
lustri
occupato da prelatiappartenenti ad il-
prosapie tedesche, che
di
in
con
parte
un
due
vescovo,
vranità
so-
Il
di
pitoli,
ca-
i rappresentanti
delle
cinque abati, quattro preposti,
comunità,
nobili
e
i
quattro membri
ministeri aliy
dei
gli sculdasci
o
prelatij baroni
delle
giudici
liberi,
comunità.
Capitolo Terzo
dei secoli XV
bandito
49
XVI.
e
Tali
Popone
e
Voldarico.
Nel
II investiva del
1019,rimi)eratoreEnrico
chierico
d'Aquileiaun
patriarcato
Wolfgango,
nome
nel
detto dai
soldato
1022
Greci, cancelliere
pone,
nostri cronisti Po-
nelle
i
Puglie contro
"^"
cappellano imperiale.
o
del
Consanguineo
di
tedesco
di
Mainwerk
vescovo
Pa-
deva
derborn, il quale, per parte di madre, discenil nuovo
dalla casa
imperialedi Sassonia,
Patriarca,che
al
cospicuo lignaggio aggiungeva
protezionedi
la
Enrico
II
Salico,(2) riaccese le liticon
(0
parzialee
il
Grado,implorando
dalla
fond. al J084)y che
il Patriarca, ch'ei
scasare
crede
aver
patto segretocoi due fratelli Orseolo, Pano Doge
cidere
Vene/ja, l'altro Patriarca di Grado, congiuratiad ucla libertà nelle lagune, per iniziare una
specie di
avuto
di
vuol
di Corrado
gestedi Popone,è storico acato,
delle
nella narrazione
seguo
ma
[Stor.di Ven.
II GfròRER
e
un
dispotismodinastico.
Popone
da
sono
(2) Un
Ma
le
di Corrado
il diritto di coniar
il de
e
Kubeis, sarebbe
d' Italia,che abbia
regno.
Il PuscHi
del 1028
moneta
battuto
del
a
avrebbe
stato
moneta,
{L^atelier nwnétaire
abbiano
della pace
4.
—
incominciato
a
di Costanza.
MoLMBMTi,
/
Banditi^
ecc
anche
Popone, che,
il
in
accettata
secondo
tutto
des Patriarches
coniar moneta
cesso
con-
primo principe
quilée.Macon, Protat, 1887) crede invece che
non
patriarca
storici confermate.
troppo autorevoli
diploma
il Liruti
malvage imprese
se
i
non
il
d''A'
patriarchi
al
tempo
50
I
da papa
Benedetto
della
Banditi
Bepubblica Veneta
Vili,la reintegrazionedei
suoi diritti sui mitrati
dubbi
incertezze,finì- invece
e
dismise
non
per ciò i suoi
lasciò gli
l'occasione,
còlta
altari
Cronaca, chiese
e
e
corpi di santi,e
alcuni
Grado
la
e
ne
andò
Venezia
dopo
soldati dentro
ricchezze. 1 Veneti
sue
a
1042
di
tradimento
sua
e,
dopo
duomo
nel
la
aver
città,
accorsero
chiarò
allora di-
giato
saccheg-
aver
possedimentidella repubblicain
nel
ferma,
terra-
s' impossessò nuovamente
Grado,
la città
in fiamme
mise
a
trovare.
prelatorapinatoremoriva
emulo
subito
Ma
Popone
fu
Volda-
(1162),altro patriarcaaqui-
brandì
leiense,il quale, deposto il pastorale,
spada e,
occupò
a
alla testa di alcuni
tradimento
Dandolo, che
doge
il
dopo
improvvisamente.
delle gesto di
rico dei conti Tre ffen
Il
di
chiese,abbattè gli altari,rapì quanto
preziosopotè ancora
Un
mato
ar-
nella
Popone
riacquistarono.
guerra
i
se
guarnigionedi
una
delle
spogliata
le
corse
monasteri,fece violenza alle
monache, saccheggiòi tesori,rapì
e
Grado.
propositi
e,
il Dandolo
quanto scrive
a
a
di
strusse,
invadere, nel 1024,Pisola di Grado,di-
a
messa
mare
confer-
col
privilegidella metropoli
i
Popone
gradensi.11 Papa, dopo
feudatari
friulani,
Grado, cacciandone
si
Vitale Michiel
rifugiòa
salpò
la
il patriarca
Venezia.
subito
con
un
52
I
Banditi
infatti
si trova
(nota uno
«
Non
«
un
«
presi i
«
Franconia,
«
la
«
d'ogni autorità
«
fuso
«
luogo
«
cati
«
luogo
«
colpidella mannaia;
«
in
«
rono
«
morte
«
di loro caddero
«
vare
«
in
«
beneplacitodella
altro paese
Il
i
della
siano
stati
teste
tante
luogo
così
spesso
tanti
male
un
principidello
i
in
vita,e
oltraggi;in
vittime
talora
a
sua
clientela
(1) Zahn,
Udine, 1884.
anche
in
tanti
conser-
luogo,come
nessun
stessa
dipendè
feudale.
Patriarca,pei privilegiconcessi
da' suoi
i
ancora
luogo
nessun
in
nessun
stato soffri-
della lotta per
nobiltà
nessun
sotto
d'altra parte
ma
dif-
rifabbridistrutti,
signori caddero
di
Friuli,questa autorità
Ottoni,con
della
così
atterrati ; in
nuovo
l'autorità suprema;
e
e
in Friuli.... In
nobili,come
poscia di
e
Svevia
com-
dove
Brandeburghesi,
delle risse e il disprezzo
tanti castelli furono
nessun
Magno
sua
germanico,
le Marche
Tamor
illegalità,
tra
acuto) "'"
storico
dell' Impero
distretti feudali
e
Veneta
Repubblica
della
dal
»
da
Carlo
gli
successori,particolarmenteda-
titoli
e
concedeva,
poteriprincipeschi,
volta,investiture
armata, avendone
I castelli tedeschi
in
feudali
in
ad
cambio
Friuli, trad. pag.
una
il
14.
53
Capitolo Terso
di
giuramento
essere
"^)
d'alto dominio.
Il
Friuli,r
ben
Istria
Carniola
la
e
castelli di
centottanla
alla
difeso ne' suoi diritti
sempre
sovranità
0
diritto di
ampio,
meno
andando
spiegare talvolta,
(0
di
I
prelatidavano
Avvocati
Visconti
Mon.
(De Kubeis,
feudale
diritti annessi
doveva
Eccles.
difendere
all'alto dominio
armis
et
vassalos
in
minacciato
armi
dalle invasioni
i chierici
di dolore
:
«
Una
le
trattar
volta
«
ròcche
«
prelatidelle chiese, per
né
i vescovi
campum
le
armi
Vili
abate
i
di
cinti
l'abbondanza
di
dizio
giualle
Chiaravalle,
accento
con
castella
Ma
corazza.
delle
ritto
di-
(872-882),
chiamato
aveano
non
in
sangue
armi, esclamava
andavano
ac
eartim,
con
Saraceni, avea
le chiese
di
nome
signore,giacché il
delle Gallie. Guidone
i vescovi
vedendo
dei
o
vocato
Aqnil, fol. 531).L'Av-
proibivaai prelatidi versar
Giovanni
guerra. Però il pontefice
in
Tuffici
cere
jus di-
et
canonico
0
il
res
adem
eziandio
del
e
advocatorum
erat
loro
i
guerra,
talvolta anche
vassallis^hello
jura tuerif militesque ac
zione
giurisdi-
laici il titolo
ai baroni
Munus
( Vicecomites).
educere.
dal
privilegiodi
col
alla
feudali, che presero
EccUsiarum
feudatari,
getti
sog-
Ottenuta
patriarcale.
con
principel'investitura,
più
vano
comprende-
cose
ora
e
i
tempo-
stragiquei beni che doPaltò
vrebbero
«
spendere in favore dei poveri.» Come
clero obbedisse alle leggiecclesiastiche,
chi
insegninoi patriarfiggere
d'Auxerre, il quale fé' crocid'Aquileiae quel vescovo
«
rali,difendono
uno
che
col ferro
aveva
(ved.Cantù, Stoi'ia
e
colle
fuggire un uccello da caccia
Univ., Epoca X, 1. X, e. XII).
fatto
I Banditi
vessilli
i signoriritornavano
gentilizi,
facendo
castello,
sventolare
per essi
loro
rossa,
la libertà
la violenza
e
violenza,
al
bandiera
la
^^^ Ma
personale.
di libertà
segno
Bepiihhlica Veneta
della
nava
suo-
la sola
era
avidi
del diritto.Irrequieti,
perversi,
misura
ricchezze,
quando
piaceridelle
distratti dai violenti
erano
non
caccio
dal
o
dei
rumor
dalle loro alture
piombavano
di
viti,
con-
a
saccheggi,
a
ad assassinamenti,a rapine.Erano
spogliazioni,
a
volgaripredoni da strada
volta
da
Duino, che nel
da
Monfalcone
di
secolo
1281
Villalta
i
molestava
Trieste,o
a
Ugone
come
tori
viaggiai signori
come
che, negli ultimi
anni
del
XIII,imprigionavanoe spogliavanotutti
i viandanti
in
(1) Uno
strada
sulla
Germania, o
da
che
i
come
Gividale
duceva
con-
signoridi Spilim-
conosciut
singolarediritto feudale era stato ridal Patriarca di Aquileiaai signoridi Ragodella chiesa Aquileiense,
al primogenito
gna. Sotto il dominio
dei Ragogna competeva il privilegio
(jus figendi)di
levare a suo
del Patriarca, un
libito dalla mensa
piatto
coi cibi sovrappostie di tenerselo e goderselocome
cosa
sua
strano
Sciitellam
:
cibariis
de
que
mensa
intus
Patriarchali.
curia
e
sera.
Pinzano, pag.
80.
domini
essente
Patriarche,
quandocumque
[Thesaurus
Ecd,
AquiL
cum
bus
omni-
ipse esset
pag.
in
84). 11
il piatto mattina
poteva anche pigliarsi
Degant, I signori di Magagna, di Toppo e di
maggiore della
pag.
e
casa*
18.
Udine, 1894.
—
Zahn,
I
castelli,ecc.
Capitolo Ter
bergo, che
da
Brlinn
1329
nel
lungo
co
Giovanni
coglievanoun
la via
lo derubavano
e
di 130
^^) a volta spregiatori
d'ogni
d'argento
;
i signoridi Prampero,
come
più giustodiritto,
che, nel 1355, dopo aver ricevuto dal vescovo
monete
di Concordia
di danaro
somma
Agitatinei
contrasti
di
gli affetti,
famigliarie
che
incominciava
pur
quei truci uomini
da
bruciava
Gorizia,
(1) Un
caso
ai mercanti
gran
rumore.
Stefano
castello
simile
Jacob
Essi
gli
nea
Ecco
Da
ed
tenuti
e
scacciava
ne
del secolo XIV
la metà
Polle
fermati
entro
e impafanciulli,
dronitosi
Butrio
verso
Cortoletti di Venzone.
chiesa,con
e
Loffler, Hans
furon
società,
sconosciuti.
una
di
avvenne
lor
Butrio,capitanodel
più di cinquanta fra donne
del
la violenza.
germanici, erano
tutto
terribili. Nicolò
di
conte
del
Cusano,
risplendereanche
a
stituzione
re-
rispettoalla donna,
instituti cavallereschi
esempi
di
quellacupa
il
la
per
castello
dell'usurpatogli
glieloriprendevano con
dì
bel
un
una
altri,che levò
in
ciò nacque
ostaggioda
una
lunga
che diede per risultato la promessa
questionediplomatica,
del patriarca
Bertrando
dolo,
Dand'Aquileiaal dogo Andrea
di
proteggere i
mercanti
pel Friuli; i prigionierifurono
prima giurare che non avrebbero
con
e
viennesi
che
transitavano
ma
rilasciati,
mai
quei di Venzone. (Zahn, Austro
83, Vienna, 1877).
tentato
dovettero
di vendicarsi
Friulana,
pag.
57
t Éanditi
56
della
seminude
le
signoredi
Manzano
con
parenti;Taddeo
gentildonne sue
nel
di
Guido
e
nivano
Soffumbergo ve-
chiudeva
signordi Socchieve rapiva,rin-
propriocastello
stuprava parecchie
e
due
nobili donzelle. A Tolmezzo
tante
violenti offese
donne
da
GregorioArcoloniani
nel
collo,nel
volto
perchè
lasciato
di
un
il
nelle
e
padre
da
dote, in
modo
che
coi nemici
(1) Margotti, Donne
restituirle la
castellani scotevano
dovuta
vogliosodi
aquileiense,
univano
e
la
con
^')
signore,recandogliguerra
si
casa
Cornare.
loro
si invelenivano
dova
ve-
dei veneziani
la devozione
animati
signorotti,
Camino,
a
di,rado
i
avea
costretta
non
e
le
fu
Fedifraghie spergiurii
mitrato
trigna,
propriama-
cacciata di
la meschina
ricorrere alle elemosine
coltello
di Torcia,fu dai parenti
Jacobuccio,conte
che indossava,
senza
pelliccia
sola
la
testamento
Beatrice
marito
popolo;
colpidi
mani,
nel
delle
zione
premedita-
con
molti
legato,e
del defunto
furor di
a
uccideva
agguato, con
tirannelli
all'onor
arrecavano
ammazzati
essere
ed
di uxoricidio;
accusati
irrefragabili
prove
Roberto
e
Veneta
llepuhblica
dal
e
al
Patriarca,
morte.
assoluto
duro
del
Monache,
impero,
talento di
le ire. E i nobili
il
Fra
sistere,
re-
ribelli
come
patriarcato,
pag. 44.
Firenze,1884.
Capitolo Terzo
nel
cui la Comunità
1219,in
colla
chiesa
57
di
Treviso,in lotta
stipulavaun'alleanza
aquileiense,
coir intervento
parecchicastellani del Friuli,
con
di Ezzelino
de'
da
Visconti,o
Rodolfo
Romano
IV d'Austria
al
moveva
una
podestàVisconte
del
che il duca
1361,allora
nel
come
della Torre
e
di
guerra
vico
Ludopatriarca
reggiato
sterminio,favo-
dai ribelli della Patria. Alle
le
E
di
baroni,eccitali
i
erano
che
Gorizia,
nel 1350
pianura di Richinvelda
Bertrando
era
ai merli
feudatario
si
era
di
nel
1352, appendeva
Sofifumbergoun
e faceva
fellone,
squartare
la
tramata
quando
e
di
Lussemburgo, figlio
del castello di
Filippode Portis,nel
nella
spegnevano
Genesio:
Boemia, che
di
re
da Enrico
il nonagenariopatriarca
dei conti di San
il patriarca
Nicolò
Giovanni
guivano
se-
rappresaglie.
quando
conte
rivolte
cui
in
Gividale
palazzo in
congiura
contro
Udine,
il
patriarca
Bertrando.
Tra
le
famiglieche più
ebbe
eredi
il Friuli in
gnori
violenze,furono i simente
Ragogna, casata antica,che probabil-
omicidi
angustiecon
di
tennero
dal
e
Margravio di
il potere, la nobiltà, i
essi l'uccidere
ma
tre fratelli
non
fu
fierezza di
Ragogna
Stiria
da' suoi
Per
possedimenti.
soltanto
vendetta
genio bestiale.
ammazzano
o
o
1260,
Nel
Ossalco
pacità,
ra-
e
Gio-
58
I
Banditi
della
della
superstiti
ultimi
vannino,
Veneta
Repubblica
famiglia Ven-
doglio.Sigifredodi Ragogna, nel 1268, è tra
di Concordia.
gliuccisori di Alberto de Colle,vescovo
Il nobile
e
Federico,signore di Pinzano
luogotenente del
mette
a
di
duca
Carinzia,nel 1272,
Cividale,imprigionando
sacco
facendo
parecchi cittadini,e
viva
Sofìa Fioretto. Gli annali
una
secolo
XIV
dei
e
di
pieni delle
son
del Friuli del
violenze
e
di
colla comunità
Varmo
menzione
di
commessi
da
coi due
Nel
fanno
dai
di
la
nubio
valle del Da-
nefaria
brama
altri
giunti
con-
della
Il Parlamento
gli assassini,
clamandol
proil
feudi,e
l'esercito della
il castello
Pinzano
uccidono
allora al bando
Bertrando,raccolto
patriarca
chiesa,
stringe
Pinzano, che
tien duro
disperatatenagia per quarantaseigiorni.Si
ignora
che
di
e
1343, per
nome.
decaduti
con
Della
dominavano
dalla
Ragogna
dello stesso
d'assedio
coi
documenti
Ragogna
commerciale
Venezia.
mette
i vecchi
quei temerari, che
eredità,alcuni
Patria
ghe
bri-
aggressioni,di rapine, di furti,
strada
a
di
'
e
;
castelli di
grande
delle
Pordenone, coi
signori di Flasperg, di Savorgnan,
Torre,coi
bruciar
coi nobili vicini di Montereale
Ragogna
Maniago,
pitando
deca-
e
la sorte
dei
perdetteroil
ma
ribelli,
possesso
e
la
si
sa
di
certo
giurisdizionedi
00
I
fiamme
Alla ferocia si
Gli abitatori
vedeano
a
scendere
monti
dal
dalle
devastar
E
campagne.
atterriti calar
delle campane,
che
feroci
selve
mandare
a
dieri
masna-
campi
rintocchi
il divampar
annunciavano
armate, seguiteda arroncatori
A
quel
e
delle
da
comanni.
sac-
donati
plebirurali, abban-
le
segno
era
stormo
a
degli incendi, lo irrompere improvviso
bande
giù
borghi,
sacco
il silenzio dei
interrotto dai
tratto
non
il feudatario
maniero
suo
disertar case,
a
un
sbucar
o
allorché
campagne,
taglieggiare,
guardavano
dai
a
delle
^2)
spietati.
Tesser
rispondevacon
^^^
le macerie.
sepoltisotto
restarono
e
lìepuhblica Veneta
lìanditi della
stiame
fuggivano in gran fretta col beloro arredi,riparandonelle borgate
i mansi^
co'
e
le
della
mura
sede
del
rendeva
brevi
riposidella
[liDegant,
I
in
Signori
grammatica
nel
e
versi
della
presso
a
nanza,
padrolui
cer-
coloni livellari o servi. "^) Nei
pace, il
(2) La strage di Torre
lamentazione
e
quei miseri,che
suoi
rifugio,
dietro
sciuto
barone, il quale, cre-
comando
coir istinto del
cavan
salvo
cortine,o ponendosi in
di
munite
di
Eagogna^
commosse
a
Gentile
retorica in
i
popolo come
ecc.
molti
da
Cividale
baroni,
animi
e
Eavenna,
del
inspiròuna
maestro
Friuli,dove
di
morì
1404.
(3) Antonini, Il Friuli mientale,
lardi, 180.^.
pag. 194. Milano, Val-
Capitolo Terzo
i baroni
il
come
imbarazzi
dai
til
erano
Patriarca,
prestatoriad
crudi
postiin
usura,
per
la
piìi
parte toscani,dai quali il Friuli potè liberarsi,
sol
divennero
i Veneziani
quando
signori del
"*"
patriarcato.
Non
le
minori
erano
di
mura
Patriarchi
dimora.
i
Udine, specie dal
vi trasferirono
dWquileia
il
quale
Nel
le
sovrano,
1388,
il papa
in
sua
il
più
laide
femmine,
dei
loro
civile nel
come
patriarcato
residenza
IX,
in
Gividale.
troncare
per
eran
un
tro
al-
del
Sobieslavek,
figliuolo
Moravia,odiosa figura,
per
ricercati
i
FilippodWlencon,
Bonifazio
Giovanni
Patriarca,
di
cui
intervalli la
nominò
lunghe e sanguinosediscordie,
marchese
entro
eleggere il proprio pastore
conferiva
la
1237,
la guerra
al cardinale
pose
i danni
VI, togliendoal capitolo
il diritto di
commenda
una
ad
crudelissima
Arse
1381, quando Urbano
e
travaglie
le
i lazzi dei
caccie,le
letti
cui i di-
carezze
giullarie
di
zioni
le adula-
: i compiacimentimaggiori,
parassiti
seminar
discordie,
compir vendette,perseguir
colPodio
i buoni. '2) Ondechè
Giovanni,al quale
(1) Antoninj, op. cit.,pag. 214.
(2) Il
prof.Vincenzo Marchesi in un suo studio,Giovanni
di Moravia
(Udine,1883) cerca di scusare il feroce prelato,
e dargliqualche lode,non
foss'altro per la tenacia con
la
62
I
la virtù
degli altri
volse
Banditi
della
Repubblica
colpa e rimprovero,si
era
perseguitare
gliamici
a
e
Savorgnano,capitanodel
di
uomo
e
gravie
al
cui
ma
patria,
1385
di
Comune
fu condannato
Andriotti,il più
del
dì
Savorgnano, e dopo
delle
del
Generi
fra
servigie
al
bando
i
carezze
ste, che
gli mostrava
lo uccise
quale proseguiil
anche
nelle
del
suo
meglio
le
1394
padre suo
detta,
ven-
d'E-
insanguinate
spiò il turpe
Udine, lo
costò
ac-
colpi di pugnale. Il cada-
disegnodi
rendersi
pagine del Marchesi, il
ed insolente
tra
aveva
studiar la
del Castello di
a
con
madre. Orsina
sovente
giorno del
prelatonegli orti
Ma
che
Tristano,
nome
lui dalla
in
vesti paterne, un
e
rei, blandendo
i
l'odio per
stimolata
che
addolorato,
assistito alla morte
dissimulando
uccisione
dell'ucciso. Ma,
figliuoli
questi,il maggiore,di
fanciullo
in
ancora
Patriarca,
fingesseil contrario,mostrandosi
condannando
tempo,
assassinato
1389,
del
renti
gliade-
molto
non
Savorgnano. Questa
fu di consentimento
del prelato
Detalmo
capo
amato
che
an-
ascritto
aveva
nel
ed
stimato
chiesa lo stesso
da
nota
eni
lo
Udine,
prudenza
E prima, da giudiciservi
patriziato.
moravo
nel
in
Venezia, che nel
a
i clienti di Federico
costumi,la
severi
solo
non
autorità,
Veneta
tiranno.
principeassoluto.
moravo
appare
dele
cru-
Capitolo Terzo
vere,
sepolto da
Maria
del
63
chiesa
nella
prima
fu trasferito in
Castello,
notte per sottrarlo al furore del
elesse Tristano
Il dominio
a
di Santa
duomo
nella
popolo,il quale
capitano di Udine.
ormai
stava
patriarcale
la triste vita,e alla successione
per
i duchi
tutti,
di
alla
muovere
di Gorizia,
d'Austria,
impazienti
conquistacolla
nezia,
violenza. Ve-
era
prudente temporeggiatrice,
pronta
coglierel'occasione
a
nobili del Friuli, a
alla
come
delle
vie
cui
Ai civili dissidi
e
sempre
i
ingrazionirsi
per
guardava cupidamente
regione,che l'avrebbe
del
principali
i Ca-
agognavano
i Conti
minesi,i Carraresi,
gliScaligeri,
sopra
finire
padrona
resa
commercio
transalpino.
alle cupidigieesteriori,
s'erano
da ultimo
aggiunteanche le ambiziose mire di
di Sigismondo re d' Ungheria,favorite
dominio
dal patriarcaLodovico
di Teck;^^)per cui a
molti
friulani
mettere
nell'animo
il paese sotto la
ritenendo
i
sorse
fosse questo
tumulti,a
(i) Lodovico
di
protezione
un
buon
San
rimedio
un
arginealla
di Teck
fu Tultimo
porre
dei duchi
il desiderio
di
Marco,
a
mare
fer-
invadente
sovrano
patriarca
vico
d'Aquileia.
Dopo che Venezia dominò sul Friuli,Lodotentò riavere il patriarcato
colPaiuto degliUngheri,
che furono
la
respintidalle armi venete, ma
segnarono
loro ritirata con
atti della più crudele ferocia.
precipitosa
64
Banditi
I
feudalità
delia
Repubblica
frenare
tedesca,a
Veneta
cupidigiedegli
le
eserciti arciducali.
in vero, allorché
E
s' innalza
Marco
San
storia
la
Friuli
e, sotto
manda
un
sentimento
di
ree
del
scono
Udine, fini-
di
patriarcato
Una
tanti anni
e al
signorotti
vita
una
gente forte,
fine
al
risvegliato
subito di ristorare l'ordine nei
cercò
dare
sotto
accanato
dignitosamenteoperosa.
svolgimento e
sano
un
miglioramento alla
le
di
riconoscendo
vita
un
maggio 1420,
atti pubblicie solenni
con
da
Padova, di
Antcmio
del fu
Delfino
del
fu
purché pagasse
statuti
stesso
e
relezione
approvata dal
del
di
di
di reggersi
consuetudini
allo stato 300 ducati
conservandogliil godimento d'ogni
e
e
del Comune
al Comune
gli antichi
del fu Fino
Freduccio
Biachino,oratori
Vito,concedette
secondo
del fu Francesco
Bartolomeo
Daniele
il 28
di Rizzardo
istanza
Daniele, di Enrico
San
sue,
Doge, ad
Guidotto,di
da
San
il
tico
pra-
tando
popolare,rispet-
franchigiemunicipali.Per esempio,
del fu
di
il
proprio destino,corre
nidi di delitti,
castella,
popolo,per
dei
e
mura
feudale.
del
le
la pressura
paesi,di
la bandiera
a cui rispondegioiosa
gridodi trionfo,
del
Venezia
1420
sanguinosa
vigorosa,conscia
voce
sulle
Tanarchia
Aquileiae
la
nel
Fanno,
altra
dita
ren-
propriopodestà o capitano,
Doge,
cui
dovea
giurare obbe-
Capitolo Terzo
capitanodi
Il podestàe
dienza.
65
Sacile
doveva
giudicein appello delle sentenze
nunziate
proin San Vito,cui em
nella festa
concesso
essere
di San
i proGiorgiod'ognianno
eleggersi
pri
uflQziali.I giudicielettivi giudicavanole
col Rettore
cause
e
criminale
regolatasecondo gli statuti e
del Friuli,ma
il giudizio
pello
d'ap-
era
le consuetudini
riservato alla
era
la
tore,
(daziodoganale)spettanteal Rettorio
quale erano
soggettele ville del terri-
muta
al
di San
Vito
diminuivano
dovere^non
doveano
atto
regolarela
materia
fatto in
giuridico
la
Signoriasi
dei
si
i feudatari
il loro
molestati. Le
essere
validi,e
restavano
e
che facevano
territorio,
ogni altro
e
abitanti. Non
loro
i
e
i diritti del castello ;
abitanti nel
di
Signoriaven(3ta. Non si
spettantialla comunità,
i dazi
aumentavano
ne
veneziano,la proceduracivile
tenze
sen-
tro
addie-
riservava
e del
guastatori
reggiare.
car-
"^)
In
questa forma
gliantichi
si riconoscevano
statuti comunali.
Ma
la
quiete fu
in
breve
turchesche,che
(M
Libri
misero
della
Commemoriali
pubbl.dalla DeputazioneVeneta
voi. Vili.
5.
—
MoLMENTi,
I Banditi
j
ecc.
turbata
a
vasioni
in-
dalle
sangue
Repubblica,
-
e
a
Regesti
cumenti
di St. Patria, serie I, Do-
I
66
Banditi
Veneta
Bepuhblica
della
rapina la patria,e dalle turbolenze
dei
signori
ambiziosi,i qualirimpiangevano il men
dei Patriarchi.
dominio
Venezia
Stato,non
se
forza
la
voleva
al
singolo,ne
di
farsi centro
diritti e
vedeva
A
di buon
sovrani
privilegi
occhio
questo proposito bene
la sicurezza
Machiavelli,come
sieno
nate
per
il feudalesimo,
Repubblica
società ristretta e
una
lo
potenza individuale
personale. La
concedere
non
conto
tenuto
volentieri
accettare
sanzionava
la
solitaria,
mai
in quanto componevano
non
poteva
che
Venezia
avendo
non
infatti,
delle persone,
e
severo
un
pendente.
quasi indi-
quella città gentiluominicon
il
osserva
la felicità di
e
stati in
esservi
non
uomo
castella
e
dizioni,
giuris-
blica
avvegnaché perniciosiin ogni Repubsieno
sempre
castella
a
Fra
•
l'autorità
Repubblica e
feudale
la
quei signori,che
stati
sudditi.
avevano
e
mandavano
co-
della
fredda,ordinata,severa,
bieca,incomposta,selvaggiapotestà
c'era odio
esistevano
come
dissidio,
e
ire
e
scordie
di-
tra la rapace nobiltà castellana
e
l'aristocrazia commerciante
e
l'una feroce
e coi traffichi;
coU'operosità
l'altra temperata dalla prudenza.^^^
insolente,
(1) Un
che
solo
separava
esempio varrà
l'una
a
delle
dimostrare
aristocrazia
chita
lagune,arric-
il
profondoabisso
dalPaltra. Mentre
pei
no-
08
I
Banditi
della
D'altra parte,pur
lari
potè, per
le
Friuli,dove
sudditi
nobili
friulani
feudali
di qua
che
d'Austria
di Venezia.
di là del
e
Parecchi
ad
continuavano
delineandosi
evidenza
con
Venezia
fini
per
tra
troppo bello
era
fin dal
Francesco
tanto
e
per
com'erano
interessi,
l'Austria
Per
luogotenentea
Udine^
relazione
sua
Friuli bella .e
più che gli arciduchi
Sorgevano questionianche
per
li sudditi
«
Michele
€
et servirsi del sale del Ser."»» Arciduca
«
centra
«
osservato
di
Biana)
quelloche
Secr,
della Centa
di Nebola
«
nostri
per il
era
esser
al
ne
al
havete
ditore
Provvescritto
{parrocchiaSan
presenteastretti
ragionesi
del sale.
la vendita
lettere vostre
cessaria,
ne-
tentavana
Così, il 3 gennaio 1570, il Collegio scriveva
«Nelle
il
sto,
acqui-
la Patria del
di Cividale:
valere,,
poteri così profondamente
Michiel,scriveva nella
Doge, essere
gioni
ra-
troppo comodo
e
il
1553
le
maggiore
sempre
l'Austria/')
e
i
tra
domint
aver
confine,e
le rivalità fra due
discordi
Leti.
cerca-
i sudditi tratto tratto faceano
andavano
e
comuni,,
ogni lusinga e beneficio,conciliarsi
i castellani
Friuli
liberi
specienel
feudatari,
i vicini arciduchi
con
vano,
ai
avversa
ragionipopò-
politica,dichiararsi
necessità
manifestamente
(*)
tutelando
Veneta
rispettandogli statuti de'
e
non
al
Bepuhblica
a
comprar
Carlo, il che è
deve creder che sia stato
passato.» Arch. di Stato, CollegiOyIV,
(1568-1570).
69
Capitolo Terzo
i confini. "^" E il
violarne
Mocenigo, il
ad
luogotenenteGerolamo
agosto 1574
27
altro
scriveva:
il Ser.™** arciduca
più
?€
cerca
^
che
^
verni,che
-«
sti
alla
("'castellani)
^
da
lei,et già
^
di Udine
^
gippani,Golloredi,
Godroippi,Attimis
4c
altri. »
con
beneficij,
con
li dà delle
^2)
Per
favoriva
di
procurava
et
il
popolo e
i nobili delle città
troppo gliinteressi
dei feudatari delle campagne.
€
La
il Senato
piegareall'obbedienza
non
il 19
Compagnia
Feudatari
dei SS."^*
della Città hanno
«
dienza
€
la condition de cavalli et huomeni
(1) Arcb.
Udine
La
49.
nel
1875.
nozze
a
Udine
veva
scri-
quella
Tobe-
con
Pubblici,migliorando
del
del
relazione
(2) Id., Belazioni, ecc., La
iitampata per
j con
adempito sempre
di Stato,Beìazioni
B.A
colle blan-
1640:
settembre
tutti gliordini
in
volte,
Giustinian
«
a
e
l'ordine nobilesco.
luogotenenteGirolamo
Doge,
E
rade
negli ultimi tempi,riuscivano
al
molti
et
a
anche
Infatti il
prime
FranStrasoldi,
Luogotenentie
a
go-
levargli
delle
fatti i
-dizie
con
la Repubblica
gliostacoli,
accortamente, e
destreggiarsi
ofiFendere
non
le ambizioni
devotione
famiglieet
tante
Carlo,
città di voltar que-
sue
sua
Non
scansare
continuava
mentre
et
promesse
come
obbligati,
sono
«
nel-
creta,
Friuli, CollegioV, Se-
Michiel
Belazione
nel l86l
onde
e
a
fu
stampata
a
del
Mocenigo
fu
Venezia
nel 1877.
70
Banditi
I
€
Tultima
"
Sig/ Provveda
«
tento.
rassegna
dal
molto
rimasto
son
1702,scriveva
con-
mal
al vicino
Udina
propositodi
a
friulani
accusava
i nobili
fidi della
Repubblica
libello,che
e
certo
d'esser
affezionati
Imperatore:
Sarà
«
Corraro
partenza del rEcc.*"*^
la
Correr, luogotenente in
al
1701
sudditi
doppo
"^^
»
Bernardo
E
Veneta
Repubblica
della
memorabile
sempre
«
datarijdella Patria,che
«
scrittura di
la Fede
tocchi
da
de
Feu-
velenosa
affettionati
maligno Autore,come
.
«
ad
altro
«
non
se
«
Deputatinon
«
de loro animi
«
ne
«
mando
«
stro far arder
che
potei trattenerli,
Principe,non
scuotessero, e per
ne
delicati. Ne
riportaiquel
di dover
da
tanto
l'infame
scrissi all'Ecc.^**e
loro
di
mano
per
i nobili
di Massimiliano
difesa di San
sembreranno
mitezza
(1) Arch.
Marco
graditocom-
pubblico mini-
scritto....»
^^i
i tedeschi
friulani combattessero
sotto le
tuttavia
le
loro-
mi rappresentasseroli sentimenti
Benché, nel lugliodel 1509,contro
in
de
mezzo
di Udine,,
mura
improntate
a
soverchia
di Venezia,^^^
parole dei luogotenenti
di
Stato,Belazioni, ecc.
"2) Id. Ibid.
(3) E
Cergnen
però da
nella
notare
Cronaca
che
cit.
non
anche
Giovanni
solo si mostra
Battista
di
ossequente.
71
Capitolo Terzo
quando si pensi che le emulazioni tra la veneta
Tambila imperiai signoria fomentarono
e
datari,
la rapacitàdei feuzione, la frode, l'audacia,
i
quali diventarono
ubbidienti
meno
e
e si videro variar di parte
più atti alle discordie,
secondo
che
gl'interessi.
e consuelur
accogliendoalcuni privilegi
Così
feudalesimo, il
del
dini
variavano
le difficoltà che
cendo
Governo, vin-
venelo
i nuovi
accompagnano
domini, fece, sin dalle prime, leggi e provvedimenti
per
dar
sesto, norma
al
sommettere
^^^
non
si accettavano
non
diritti,
aUa
antique ohservanzie
che, meno
esante
(1) Nei
Libri
leggide
senza
esigevanoi
Veneziani^ma
do-
ferma
af-
della Patria
casteUani
poche eccezioni,ì
affezionati al governo
erano
le
si richiedevano
si
i titoli consuetudinari,
esame
di
consentire
blico.
capriccioprivato l'ordine pub-
Quindi ai feudatari
dei loro
prove
da
modo
feudale,in
ritto
limiti,al di-
e
veneziano.
Commemoriali
della
Repubblica
si trovano
concessi ai feudatari del Friuli. Per esempio,
privilegi
il 30 maggio 1420, il Doge fa sapere che ad istanza di
molti
Giovanni
sone,
del fa Simone
e
anche
rappresentanti
di Ulvino
glialtri
accolto sotto Tobhedienza
aveva
del fu Enrico
consorti
di Venezia
di
di Valva-
quellacasa,
tutta
la
casa
l'esercito
stessa,colle condizioni fatte dal governatore generaledel-
veneziano,
e
verso
rendite
la
e
lasciandola
fn possesso di tutti i diritti
godeva sotto i patriarchidi Aquileia»
delle antiche prestazioni.
corrisponsione
che
72
I
cumenti
delle ottenute
Banditi
inoltre che
da
della
da
potesse
feudi
aver
e nella
signoriestraniere,
ducale
al
Veneta
investiture. Si ordinava
suddito
nessun
principio
Repubblica
di Nicola
missione
pro-
tare
(1471),
per evitenlativi di dispotiche
padronanze,si vietò
domidoge di possedere alcun feudo extra
Tron
nium.
i feudatari
V'erano
più
civile,
potevano godere del
e
mero
podestà di gladio^ con
facoltà
Signoriadella Repubblica
per
misto
Tutti doveano
morte.
a
il Serenissimo
diritti di osteria
dichiararsi
e
Ducale
Dominio
obbligava di
nel
centi
giusdidi
portava
e
di
della
e
mura
mantenere
e
di San
nome
terre,che doveano
la indipendenza
provazionedel
castello
dello
Stato
o
ecc.
difendere,
per
Marco, il
castello
maschi
nei
passare
Il feudatario
nore
l'oe
le
denti
discen-
Tap-
Senato. Era vietato di ricoverare
nelle ville
veneto,
si riserbava
occorrenza
raferma,
ter-
imbottatura,i
esclusa ogni cessione,
senza
legittimi,
nel
zia,
Vene-
beccheria,delle acque, delle
dei mercati
caccio,delle strade,
e
Talta
riconoscere
qualsiasialtro reggimentodella
i dazi delle
sT
imperio,con
cioè di condannare
In molti feudi la investitura
da
podestà
che
e i giusdicenti,
limitata,
meno
0
sola
semplici,con
e
dipendenti i
generalmente
il diritto di
e
guastatori
carri
e
avere
la
banditi
blica
Repubad
ogni
di fornire il sale.
Capitolo
Al
Consigliodei
per
ciò che
spettava di
Le
Dieci
Ma
per
Doge,della
e
dei
semplicidai
ben
dsl
custodire
e
Principatoe
di
richiamare
al dovere
a
riconoscere
Talta
Serenissima,il
decreto,diviso
quelle
occhio
con
regal
i
pròminio^
do-
suo
feudatari,
signoria della
pubblicò,nel 1586,
Senato
in
;
feudi^ considerati
i
per
riluttanti
mare
Rettori della Terraferma.
vigilele giurisdizionie
e
gnoria,
Si-
Serenissima
cinque di
governare
prio patrimonio
dal
dei cinque
grandi o ministri,
Savi di Terraferma
feudi
al Senato,
feudale.
la materia
intomo
del
dei sei Savi
dei
talvolta anche
e
giurisdizionesi facevano
con
Collegio,
composto
73
riguardavail pubblico erario,
trattare
investiture
Terzo
base
quattordici
articoli,
un
della
giurisprudenzafeudale veneta, "') col quale si
la nota
si richiedeva
regolavano le investiture,
esatta dei beni,si prescriveva il pagamento del
i servizi da prestarsi
canone, si determinavano
in
tempo
di
guerra,
ecc.
(1) Bonifacio, Commentario
Senato
Veneto
fatta Vanno
1586,
nio, 1604. Altre leggi relative
pubblicatein
Parti
prese
di
Codice
vari
a
ecc.
legge delVEccmo.
Venezia, Sanzo-
questo argomento
tempi, in foglivolanti.
dalVEccmo.
feudi (dal 1547
feudale
la
sopra
Senato
al
in
diversi
Fra
furono
le altre
tempi in
1667). Venezia, Pinelli.
della Serenissima
Eepubblica di
stampato, nel 1779-1780, dal Pinelli.
Venezia
:
teria
ma-
Il
fu
L'anno
appresso
instituiti i Provveditori
furono
coi
insieme
di
per
la concessione
dei Provveditori
o
1616, il
Nell'anno
resi allo Stato si
investiture
di
feudi,ma
Cornare,che cede alla Repubblica
Cipro, non
dovè
la rinnovazione
per
mero
nu-
fu accresciuto di altri due.
servigieminenti
con
minare,
esa-
pubbliciconsultori giuristi,
delle investiture.
I
Veneta
incaricati
feudi,tre patrizi,
sopra
le istanze
Repubblica
della
Banditi
I
74
sembrare
r investitura della terra
corona
di
sufficiente
compenso
di
Caterina
a
la
vano
premia-
Asolo,cum
arce
sua,
ac
jurisdictionihus
ejusque
habentiis^
pertinentiis^
dcmiinium^
actionibus
cum
et
omnibus
juribus^
possessionibus,
reddipertinentiissuis, introitibus^
tibus^proventibus^emolumentis^usibus^utilUatibus, aquis^vallibus,
paludibus, nemoribus, sllvis,
mero
pascuis^ m^ontibus,
collibus^
giada quacuvfique
et
state.
nelle
Fino
numero,
mixto
et omnimoda
agli ultimi tempi
province soggette
et
della
i feudi
rio
impe-
alia potè-
Repubblica,
erano
in
da particolari
statuti. Così
regolati
i castelli
provincia del Friuli,
e
buon
nella
le terre di Cor-
dovado, Sumaga, Rosazzo,Sesto,Brugnera, Poreia, Spilimbergo,Valvasone, Prata, Osopo,Tarcenta, Codroipo ed altri di minore
importanza.
Nel
San Salvadore,ValipaTrevigiano:Collalto,
reno. Mei,Gesana,Tarzo,Cordignano,San Dona
di
Piave,San
Polo. Nella
provinciadi
Brescia
•???????????????????????inumMmmmmummMMmtMmtmMiiiMwM
Capitolo
I Banditi
paesistranieri
nei
nel secolo XVI
Il
Qdaeto
I bandi
-
potere feudale
odi
casalinghie
-
Condizioni
della
lasciava
deglistati
italiani
KepubblicaVeneta.
in
tutti i
paesi odi
timento
pubblici,fiere calamità,sovver-
d'ogni pacificoordine.
La
Germania, ad esempio, nel
piena
baroni
anarchia
e
da rancori
sorse
denaro, disertavano
borghi,devastavano
il bestiame.
Molti
di
la
di fatte
ed
e
flitto,
con-
ricevute
dal
ingiurie,
fese.
of-
cozzo
rauhritters^
i quali rubavano
grassazione,
case,
mandavano
campagne,
furono
ma
assassini,
fra
perpetuo il
la terribile setta dei
ossia cavalieri della
in
era
chiesa,gì'imperatori,i
nemicizie
tante
di tante ire
lampo
la
le città libere durava
alimentato
Fra
tra
e
secolo XIY
a
via
conducevano
volgariladroni
alcuni, nati
triste lor vita
sacco
di
aveano
generosità,
qualche impeto
e
nobile
lerati
scel-
gnaggio,
li-
qualche
cavaliere-
delia
Banditi
I
78
che
Bepuhbìica
Veneta
la
gente li onorava, ammirava,
esaltava quasi capitanifamosi di guerra. Queste
SCO, COSÌ
bieche
figurecolpisconola fantasia popolareperchè
hanno
il
la virtù che
il
popolo più ammira,
delle
coraggio,e l'epopearomanzesca
razze
germaniche rappresentò in questi tipidi
che
quelle forze personali,
società
famosi
così
le
leggende
le ballate
poeticale
Gailingen,la
vanità
e
di
gentileverso
le
Fritz de
si
quellacupa società,
Ruban
Hans
Gattendorf,
Jachsberg,Albrecht
Nest, i due
due
Roy,
de
il
condano
cirdi
avventure
memoria
vive
rocia
impasto di fee
di
coraggio,
donne, agitatonei
lui si accompagnarono
de
cui
di
generosità,
di
Inghilterra
germaniche
Strano
cortese
in
la
in Iscozia Rob
e
fresca in Franconia.
e
trasti
con-
fece rauhritter
de
Neuerstein,
Kràhenheim, Goetz
de
Herman
terribile,
de
Bachenstein,Ditmar
due
Bern-
deWurm-
lupo feroce.Infestavano
le terre
stein,detto
il
terribile di
Roth, i
Wolf
tutti,
più
andavano
città,
e
i
Krey de Peillstein,
Krammerer,
lieimere e,
le
e
luce
una
Eppelein von
a
Hood
Robin
di
ancor
dominavano
inquietae scomposta. Come
sono
diti
ban-
fino alle porte di
Norimberga,
ingiuriavano,danneggiavano, svergognavano
nemici,
ma
agii amici
benevoli
La
e
potenza di
e
e
alle donne
i
si mostravano
cortesi.
costoro
avanzò
tanto,che
i lan-
79
Capitolo Quarto
il burgraviodi Norimberga e perfino
zichenecchi,
Tautorità
potevano opporsi alla
imperialenon
loro temerità. "*"
In Francia
sotto Carlo
i Borgognoni^
VI, i Mazzuolatori^
gliZingari^gliArmagnacchi^ erano
di antichi
i
i
quali dopo
sicuro
trovavano
e
soldati
di
ventura
di
e
ganti,
bri-
le uccisioni
saccheggi e
boschi
asilo nei
snade
ma-
di
Rouvray
di Estrellere.
Nel
banda
1680, una
la distruzione
di
piratiinglesiseminò
il terrore nel
e
Belgioe
in
terra,
Inghil-
disponendo perfinodi cinquecentonavi, e
giungendo
a
fondare
della
Provvidenza
nemici
di tutto
Ai
erano
tempi
di
repubblica air
una
col motto:
Amici
di
se
isola
stessi,
il mondo.
GiorgioIII,le
strade di Londra
infestate da micidiali aggressori,
que
quantunterribile fosse la
ammorbata
cadaveri
l'aria dal
dei
così
giustizia
puzzo
che
da rendere
spandevano
briganti,appiccatia
centinaia
i
al
mese.
Sotto il regno
resi
II,i viaggi erano
pieni di pericolida numerosi
a
(1)
di Giacomo
cavallo.
Trautmann,
Fra
Eppélein
seiner Zeit mit diesem
i
e
audaci
piìi celebri
von
ritterlichen
Gailingen und
landrini
ma-
si ricor-
tvas
Eulenspiegelund
sich
seinen
1852.
spieszgesellenim Frdnkischenzugetra^en.YT"nkfurt,
80
I
il
dano
Bandai
educato
Richmond
bovari
deglialtri
quale
del
ladri: il
soltanto
paggio del
ballata,in
una
odiatore
dei
anche
forza,e
duca
tributa
un
cui
ad emergere,
presso
la
gli avidi
metà
sconvolti. In
Napoli
XV,
potè dire
quale
«
vuol
non
paghi
di
e
Santità
»
Macaulay,
sì
dare
an-
allora
ai
rubare,e
più forti e
ai
cameriere
un
Vili
più
greto
se-
il
(1484-1492),
ai
banditi:
innanzi, perchè Dio
del peccatore,ma
Nei
fino dalla
dai banditi fieramente
si dava
bene
va
Hist
cose
ad
Romagna,
tredici anni
del
Gregorio XIII (1572-1585),
parve
(ij
vagi
mal-
e
ebbero
Non
salvocondotti
la morte
viva.
la
Innocenzo
venduto
avea
Vostra
di
a
e
erano
Romagna
tristi il permesso
quel
passioni.
ree
del secolo
e
ardore,quando
le
libertà,
sua
precipizioe ruina.
di
gante
bri-
liberale
private che pubbliche incominciavano
Il regno
rapine
quel
e
acquistavano nuovo
ritegnole più
di
ricchi, i^)
in Italia
penisola,perduta
in
Duval
salvarli dalle
rappresentato animoso
istinti
la
Claudio
un
Biss,appiccatonel 1695,sul
sol diritto parea
della
1688, figliodi
che riscuoteva
Nord, per
si cantava
era
Un
il Nevison
:
Veneta
Cambridge;
a
ch'era stato
masnada,
capo
Bepubblica
Kind, appiccatonel
prete ed
dai
della
of England, III, 38.
anzi
che
pontificato
il
brigan-
CapitoloQuarto
dovesse
taggionon
continue
erano
libero scambio
ostacolo
favoriva
e
le
affamavano
d'asilo accordato
delle
Le guerre
più ritegno.
al commercio
e impoverivano
aver
le campagne;
81
dai
del
leggiproibitive
il diritto
popolazioni;
sciatori
dagliambafeudatari,
le
dalle chiese,
potenze,dai conventi,
rendeva
potente il malandrinaggio,
quale il papa non poteva opporre se non pochi
mal pagatie peggio condotti,
mal fidi,
soldati,
oppure qualche squadra di bravi reclutati fra
al
i manutengoli e i lenoni di Roma. ^^^
ladri,
Innumerevoli
masnade,che portavano il furto,
da uomini
la rapina,
erano
capitanate
Fomicidio,
d'alto lignaggio,
quali i Colonna,gliOrsini,
gli
i
i Caraffa,i Savelli,
i Piccolomini,
i RuSforza,
dei banditi,
sunzione
e il numero
sticucci,
prima dell'asal sogliodi Sisto V, variava da dodici
se pur non
era
a ventisettemila,
corrispondente,
delle milizie regolari
al numero
soldate
assuperiore,
dai principi
d' Italia.^^^ Alfonso Piccolomini duca
di Montemarciano,
fu lietamente
XIII dai
fecero
una
di 370
omicidi,
di Gresotto il pontificato
gorio
accolto,
nobili di Roma, che in suo onore
reo
gran cavalcata. Ne
a
sanare
il
male.
(1) Grottanelli, Alfonso Piccolomini,p.7.Firenae,
1892.
(2) GozzADiNi,Giovanni
PepoU
ZanicheUi,1879.
6.
•—
MoLMBMTi,
/ Bandi
Ut
ecc.
e
Sisto
logna,
V, capo I. Bo-
della
I Banditi
82
valsero i rimedi
aver
Sisto V, il quale,dopo
del
nare
a stermipontificato
suo
ne' suoi
della Toscana
fino all'anno 1 592,in cui la
descrisse
Il Manzoni
banda
sua
di
fu
e
le
Napoli,
dispersa
insuperabilmentele
sorti dal
prepotenti,
del
società milanese
di
Chiesa
Vili.
da Clemente
dei
della
del regno
e
perversare
im-
Sciarra devastò
Stati. Marco
il Patrimonio
impunemente
(m. 1590)
il brigantaggioblasonato
vide nuovamente
frontiere
della vita
declinar
sul
ribaldi,
i
Veneta
energicidi
glianni
speso
Repubblica
Napoli basterà
della
seno
lenze
vio-
duta
deca-
e pel regno
seicento,
sol ricordare che
dopo la
morte
disciolto l'esercito accampato
(1528),
di Napoli,molti baroni continuarono
mura
gantaggio,
guerra nelle Puglie sotto forma di bri1559 i briganticapitanati
e che nel
di Lautrec
sotto
le
la
da
Marcone
Orrende
dove
il
posero
poi le
l'assedio
condizioni
principecoi
nell'identica
in
Cotrone.
queglistaterelli,
suoi sudditi si comportava
guisache
taluni ribaldi feudatari
coi lóro vassalli. Varrà
dei
a
Gonzaga
per
tutti
esempio.
un
fin
investito,
Un
ramo
dal
di Castiglione,
Medole
.1478,del principato
paesistaccati
Solferino,
era
dal dominio
dei Gonzaga di
principale
di
stato
Mantova.
e
della linea
Ogni
maniera
soprusie di delitti segnò la dominazione
dei
Tolti gli antichi priviSignori di Castiglione.
84
Banditi
I
di
tazione
Bepuhhlica
della
frequentile iniquità
erano
severità,
dei banditi e,
due
specienei
volte vani i
molte
Veneta
ultimi
vano
riuscisecoli,
provvedimenti,le leggi,
Nella città,
ove
minacce,i gastighi.
le
il governo, le violenze poteano molte
sufficiente
con
vigilanzadei
la
che
radici,
avea
del governo,
era
meno
erano
rese
quanto fieri,
più gravi
ancor
degliStati vicini. Gli
vano
per delitti si acconcia-
più contaminati
al servizio dei
da
stipendiati
capitani,
e a
sangue,
di
un
o
le terre vicine mandandole
si poneva
che
signorotto,
vendette,in modo,
non
meno
sotto la infame
diceva
desolavano
Repubblica non
via per
«
"
la
distruggere
in caduna
blica
»
ben
diceva
protezione
i
il Guicciardini,
popolie
provederche
lasciava
mala
e
i paesiquelli
intentata
pianta."
derli.
offen-
alcuna
L'è ufficio
governata et instituta RepubilSenato
del 15 ottobre 1504
€
ruba
da soddisfare odi
aveva
come
a
che quelli
pagatiper difenderli,
pagatiper
La
sto
que-
lizia
Gessala la guerra, quellamiquel principe.
sciolta dal servizio militare,
si
raccogliticcia,
spandeva per
che
punità
e l'imefficace,
i decreti,
per
dalla soldatesca mercenaria
0
mersi
repri-
ni
Le condiziopoteano estirpare.
non
della terraferma
uomini
volte
in terraferma
energia,ma
Rettori
risiedeva
la
«
in
una
ne
deliberazio-
sua
dar opera
e
sopra tutto
sia servata,
et
giustizia
li de-
CapitoloQuarto
€
linquentiper
€
rati dalli
«
delitti meritamente
«
secondo
«
clination
«
con
Ma
mezzi
incorrer
la
studio
non
siano
che
per
pene,
li loro
et in-
costume
SignoriaNostra
in ciò
libe-
dovriano,al che,
naturai
peculiare
sua
ogni
indireti
supplitijet
il
85
ha
sempre
»
vigilato.
i
un'indomita tenacia
delinquenti
opponevano
aglisforzi del governo così che nel 161 i,
Provveditore di Terraferma,
Filippo Pasqualigo,
magistratoinstituito
per visitare le
toglieregli abusi, facea
al
V.
S.* vengono
uccisi
«
di
«
giunti a quelliche
«
somma
«
casse
«
puterebbe aver
«
importanza.»
La
uomini,
e
molto
in
una
ricevuto
E
i bandi
grande che,
ag-
banditi,ascende
a
rotta
una
Venezia
man-
di
grande
fu studiata nel
e
politico
terre
dì
cercava
menti
monu-
sue
di amministrar
soggette al
pubblicatiin
(1) Arch. di Stato, Belaz,
parvero
suo
è cuma
rioso
leggi,
quei minuti provvedimenti,
sapienza le
qualiessa
giustizianelle
migliaia
"^"
altresì l'esame
coi
Stato
fazione di guerra, il principeri-
organamento
di civile
Nello
considerabile,
quale,se
Repubblica di
mirabile
sono
"
ogni anno
"
così
numero
di Venezia
Doge
osservazione:
questa affliggente
di
province e
varie
Sindici
suo
la
dominio.
occasioni
ser-
1611.
Iftqniìtitori.
S6
I Banditi
vono
chiarire
a
della
Repubblica
alcuni
qualche importanza,del
Uno
Michele
da Verona
e
Vicenza
fosse unita alla
veronese
diverse
ordine
nuovo
e
la morte
e
di
1406
diti
ai ban-
lo sfratto
et
che
an-
Gologna
alla
provinciavicentina,ne
Vicentiae est regi-
della
Repubblica
cresciute
popolazioni
reggere
consuetudini
Fra
cose.
era
e
la
una
non
e
di
prigione,la
speciedi
in
frequente,
ad
vi
sazione,
tran-
vi ricorrevano
modo
che
miglie,
abitare, colle loro fa-
lavoro
trovavano
le Parti
lera
ga-
del territorio della Repubblica,
luoghi fuori
in
al
avvezze
alcuni rettori di Terraferma
costretti
colpevoli,
(1) Tutte
che
Cologna,benché
il bando
volentieri
i
maggio
provinceaggiunte al dominio,non
nuove
in tante
12
sia dato
giustoil governo
impresa facile
era
senza
se. "^)
Per quanto
nelle
data
Coloniae
locus
—
de per
men
Ter-
quadro.
gran
Steno,e comanda
dal territorio di
non
non
particolari,
è in
continente,
doge
in
i pospiù antichi bandi,risguardanti
sessi
dei
nel
del
di governo
il metodo
a colorire
rafernàa,
Veneta
prese in diversi
promovendo
tempi
la
in materia di
qualifaccio menzione, furono stampate o
ducale in Calle, delle Rosse, o
Bampazetto,tipografo
mosa
ForPinelli, pure tipografoducale, a Santa Maria
banditi, deUe
dal
dal
calle del
Trovo
mondo
quindiinutile
novo^
citare
o
ogni
dai
Meietti
e
volta le fonti.
Deuchino.
Capitolo Quarto
pubblicaricchezza.
il Consiglio
dei
danno:
Col decreto
nostri
enormibus
13
di
Pregadicerca
Rectores
«
87
toglierequesto
parte Terrae;non
a
lum
"
quasi prò
«
committitur
«
delinquentibusde
«
stris a parte Terrae: et per hunc
«
diti nostri prò omni
«
dunt
«
et territoria aliena
«
bitantur
«
habitantur
homicidio,vel delieto,
quod
omni
regiminibussuis,dant
in
hoc territoria disha-
ex
et loca
et terrae
et fiunt bona.
Poi altre deliberazioni
nobis
perchèi
17
-
sua
fuori di Venezia
30
nella stessa
agosto 1531-11
tagliesi dovesse
scuola
tanta
avessero
di Santa
(12 gennaio
casa
uno
pena
o
avesse
pagnato
accom-
colpitodal
del
reo
che
bando
(Cons. X,
dicembre
tanta
i condannati
1545), perchè
e
salvocondotti
cessa
con-
perchè sulle
1545),
pagare il cinque per cento alla
Maria di Giustizia,
la quale con
diligentiae
delittiatroci
fosse
non
gennaio 1506),perchè colui
dato ricetto in
incorresse
bandi
vembre
quindicimigliaoltre i confini (12 no-
facoltà di accordare
avesse
subdita
non
»
1443),perchè ai Rettori
1502
va-
familiis per loca
eorum
et
no-
sub-
modum
disperdunturet
casu
:
bannum
terris et locis
omnibus
vagabundi cum
efficacia per
so-
sed
casibus,vel delictis,
«
prò
giugno 1438,
spesa
alla morte
i
di
gnava
accompa-
(Cons.X, 22 agosto
banditi,non
meditati
cere
colpevolidi
potesseroessere
assolti,
Banditi
I
andassero
qualora
nelle
della
Veneta
BepiMlica
mandassero
o
galeredell'armata,come
altri a
da
uomini
(Gons. X, 28 gennaio 1572),oppure
il servizio
di
becchini
servir
remo
sero
accettas-
(Gons.X,
22
glio
lu-
1576),ecc.
I decreti
si succedevano
efficacie
qualchevolta
di contumacia
in materia
La
legge
vi
i criteri
gradazioni
sue
contumaci
erano
di
durn^ con
difesa,e
termini
banditi
banditi
e
vi
detti ad
difesa. ^^^ Ma
alla
lanti.
oscil-
erano
definitivo,
pei quali non
rimedio
pre
sem-
non
contraddittori. Anche
stabilito
avea
nella contumacia:
in modo
ma
severi,
più
era
mquiren-
quando
il
tava
eccidei delitti e dei contumaci
moltiplicarsi
lo zelo dei magistrati
a rendere
rigopiù rosa
si aggravavano
la persecuzione,
dell'accusato assente,al
le
accordate
garanzie,
Quando
i
in
di
mesi
haverà
quelliche
novi
i quali
banditi^
et atrocissimi
banditi ad
saranno
rono,
impensieridelitti^
inquirendumper
16
tempo d^ apresentarsi
dapoi finitoil reggimento di quel Rettor li
banditi. Se
se
come
del 15 ottobre
nengo,
s'
"2)
Reggimentinostri^ habbino
di essi
(2)
tempi più calmi.
li territori pieni di
tutto il dì commettevano
tutti li
allora
qualesi toglievano
reggitoriseriamente
vedendo
(1) Tutti
le condizioni
non
si
tro
presentavano,si procedevacon-
avessero
confessato
(Bando
1504).
BoNOMi, Il Castello di Cavernago
pag.
il delitto.
374.
Bergamo,
1884.
e
i cordi Marti-
8^)
Capitolo Quarto
al Governo
parve
Vuno
Valtro^e decise
cori'
di accordare
ma
al
spediente consumar
bandito,che
Vero
è che
si andava
Ad
spingeva a
et
per
purum
non
era
non
mai
il 29
-
glio
lu-
dovessero
setta
con
et
homicidium
commettere
un
il
che
vero
men
et
delitto per
altro.
un
Battista Guerini
esempio, nel 1528,il patrizio
uccideva,con
culo
dove
i banditi
puramente
ma
insidias^
vendicarne
che
ordinava
di persone^
Governo
altro bandito.
un
-
ammazzati
per
non
ucciso
avesse
scudi
trecento
prudente riserbo
cacciar la prudenza!
a
adunation
di
con
1489,si
essere
pure di assolvere,
non
premio
un
li tristi
synistro^certo
sub
ferita de punta
una
da
Alvise
Cipro, servo
oc-
di
in
Tiziano, il grande pittore.Il reo, bandito
cidendo
uccontumacia, potècompiutamente riabilitarsi,
altro bandito.
un
Se l'uccisore
anche
i
premio,non
da insidie
M.
(1)
fosse stato
non
galantuomini dovevano
ricompensa alle
-
^^^
e
buone
bandito,poiché
pure
avere
una
azioni,si raddoppiavail
trascurando
di
proteggerel'omicida
da vendette
(M. C.,10 gennaio 1522
G.,26 giugno 1524).
Signori
di
notte
(reg.22
garìa (7 ott. 153B)cit. di G.
voi. XXXV,
pag. 406.
e
29)
Saccardo
e
Raspe
ntWArch.
dclVAvo-
Veneto,
0(^
Onde
del
che
occorse
Repubblica Veneta
della
Banditi
I
il 12
Dieci
Consigliodei
luglio1638, i Capi
dessero
licenza
del conte
ScipioneLeone, uccisore
bandito,di portare,per
vita,gli archibugi lunghi
sua
dalle
lo Stato nostro
leggi^
per
solamente
le città murate^
così
leggi^
di lui nel
convenendo
publico
Dal benefìcio
del
come
è
curii
et
anco
in
permessi
sito
per tran-
per
permesse
operationi
servitio. "^)
denaro
conveniente^il padre che
0 questi se
figliuolo,
ucciso il
avesse
il genitore,
ammazzato
avesse
la
esclusi,
erano
moglie, e,
in
parola,i
una
i
parentipiù prossimi,perfino1 generie
Ma
poteva
bandito
di
grado
I
che
etiam
da
(i) Arch.
un
di
1638, 12 jul.
o
morto
^
nelle ville
coglieva
acun
simo
strettis-
in
(30 agosto 1531).
Stato continuavano
ad
essere
e qualche provvedialternative,
mento,
improntatoa
da
case
fusse congionto
sangue
dello
reggitori
combattuti
li
ceri.
suo-
chi
principale,
reo
nelle
sicurava
e
offesoet
impune
essere
tagliadel
la stessa
con
le
poter per
alle buon^
premio in
il marito
della
carrozza
di
parimente
come
vaglio
Pro-
sicurezza
et
onero
certo
Nicolò
città di Venetia portar le armi
medesime
dalle
cavallo
a
a
certa
altro per
era
indulgenza,
converso
stato, Cons. X
severo,
19,
(Secreti),
guito
sussee
il ri
pag. 43
-
t.,
92
Banditi
I
offesiet
morti
della
et in
vamente
alcun^altro
più
caso
0
perpetuo
Vappresenteràuiuo
assolto dal
Vhavesse
di
:
se
così di
altro
ouer
della
casOy
essi mandanti
morte^
onero
giustizia^sia
etiandio
bandito
quellopresenterà
la
vivo
taglia ut
ogni
nelle forze
dal
suo
ma
supra;
del tutto esclusi di
siano
un
di
come
assolto
similmente
conseguisca
et
sato^
pen-
conseguisca la taglia^che
et
queWistesso caso^
giustizia, sia
bando^
diffiniti'
luoghi nostri^ammazzerà
et
mandante^
di
pena
mandatario^
uno
le terre
tutte
bandito
nelle forze della
bando
suo
et
con
homicidio
per
furto^homicidio
per
atroce
Veneta
bandito
et cadaun
:
ammazzando
puro
Repubblica
poter mai
conseguir il beneficiodella loro liberatione.
I Dieci
ricorrevano
Stato,sollecitandoli
anche
a
procurare
possibiledi far uccidere
promettendo
nel
bando^
di
E
che
(1) Archivio
oct. 1617.
condition
ancora
di
bandito
ogni complicità
liberation
alcuna^
di
coloso,
peri-
o
di
ogni
requisito
quella quantità
di
agli Inquisitoriparerà, ^^y
altri decreti
con
12
ostante
et premio
legge^
denari
impunità
via
ogni
per
qualche
delitto et
medesimo
non
F
di
agi'Inquisitori
triste
di
vando
ripetevano altri ordini,osser-
uniformità,come
Stato, Cons.
X
nelle
16,
(Secreti),
terre
et
pag.
34,
93
Capitolo Quarto
della
luochi
dal
Fin
Dieci
e
di
severissimi
le
sede
i banditi
contro
i Rettori
autorità
ordini
il Consigliodei
(22 settembre),
1468
moveva
sequtione del
stato condotto
homeni
«
cuni
"i
man
«
romper,
«
zer
«
preson;
«
tegnir cum
corse
a
e
le
carcere
la porta del
fese tutte le
le
tale,« el
un
suoi
cum
quello de
populo
a
la favilla che
grande stato,e
nuocere,
provocatidalla
qualche volta
del Stato
Fiorenza
qual cosa
le
possibileper
cose
cavalier
vita
da
alla
di
conversi
a
un
mutation
e
si ordinava
Zenoa
altro
de
et
voio
Le
»
bellioni
ri-
distruzione
vano
pote-
zente
stati
erano
in pericolo
fine^et
rezimento
altre
un
i tumulti
solo
un
E
le
piccolacausa,
Repubblica, come
temerità
o
a
mena
tra-
et de
morte.
e
congregatìon de
ree
in
arme
palazotentando quello
del
man
de al-
capo
et, ripreso,risposedicendo:
el
con-
per
seguacicum
più pericolosenascono
piccolaè
cita,et
homini
Albona, essendo
il fatto che in
in
de
gregano^
con-
dominio,
nostro
I Dieci citavano
colori
è occision
de i Rectori de
disobedientia
le conventicule
diversi
sotto
quale
pubblicava
e
impedire
i Rustici
quale
amplissima
con
Terraferma
per
et fine de le
et
mettere
com-
a
delitti.
di
eccessi
più grandi
i
continuassero
Repubblica si
cita.
ai Rettori delle
:
monio
testi-
Per
la
terre
città,
I Banditi
94
e
castelli di
delle campagne
molto
e
di exilio
o
pena
ad
puoco^
la
perpetrada
opera
de
che
ma
atroci,
sicari^banditi
16
arms
portade
et
nostro
quali
SignoreDio
stesso
insidie
con
e
e
menti
tradi-
molta
con
eccessi^
della
E
giustitia.
eccellentissimo
insieme
i quali postisi
banditi,
e
di
che
prezzolati,
Serenissima,si
la
di altri scelerati
empivano
disperazionele
non
conducevano
a
quei
di
gue,
san-
cari
terre. Si-
sudditi
erano
il
siglio
Con-
prendeva straordinari partiticontro
di miseria
a
soli commettevano
detestandi
gennaio 1577,lo
et la
vano
1560, i Dieci avverti-
banditi
non
chiederà
ri-
^^^
adunatione
con
si commettevano
offesadel
Rector,come
pure uomini
non
de preson,
o
i
era
tratto^et
del
le
16 dicembre
Ancora,il
avanti
quellivillani
per
fosse andati.
adunation
crimini
arbitrio
condition
la pena
de danari
o
de
assunanze
di multe.
e
di tre squassi de corda
a
Veneta
città
di esilio
gli abitanti
invece
poi
Bepuhhlica
proibirenelle
sotto pena
homeni^
Per
della
servire
della
alcuni
lcandone
cacompiendo d'ogni sorta misfatti,
signorotti,
il uiuer
molte
et altre molte
comodità^ e dopo
alle
imprese si ritiravano tranquilli
ree
patrie loro,a godere il frutto delle loro fatiche.
(i) Ardi, di Stato in Brescia, Arch,
Bissali
y
a
car.
106.
Territoriale^
Reg. 1,
95
Capitolo Quarto
ingiungevano che
I Dieci
liena
d?atutti li forastieri
da
i quali servivano
giuridittione^
ovvero
armati
accompagnavano
non
chicchessia,
professioneche quella della spada^
avendo
altra
fossero
banditi dallo Stato,sotto pena,
di
Marco
di giustizia fra due
le orecchie
al
Non
et
poi
buoni
essendo
riferito dal Manzoni.
esageratie falsi nel
lombardo,
(2) Con
da
in
reso
decreto del 7
1577
11 bravo
di
il nome
Lombardia
a
vire
ser-
cinque.
galea ^2) fossero
pubblicatoin
romanzo
anni
et
naso
galea
una
piediper
questodecreto del
al bando
anteriormente
del
posti
esser
di San
il ministro
tagliatoil
colonne
coi ferri ai
remo
(1) Appariscein
e
palco^per
eminente
un
sopra
presi,
se
nella piazza
irremissibilmente
avere
bravi,"*)
puniti
di bravi,
nel 1583
dipintocon colori
chio
Cooper,è dunque più vecveneto,
dal Manzoni
con
gennaio 1558
tanta
verità.
si stabiliva che i
dannati
con-
galeranon dovessero vogare alla catena per uno
spaziomaggiore di dodici anni. Il provvedimentoera inspirato
alla pietàe air utilità. Si vede per esperientia dice
alla
«
«
la Parte
«
in
«
crede :
«
di dieci
-
che dalli condannati.... di vogar
vita sua,
non
però che
0
-
si riceve
sempre
che
quel
uno
dodici anni, si vede
servitio,che
buon
babbi
alla catena
si
vogato per spatio
manifestamente, che ri-
"i.
alPessercitio et altri accidenti,si fanno
spetto all'età,
del tutfo inhabili a. poter più longamente servir;oltre
€
che stanno
«
gnoria nostra
«
riceve da loro il necessario servitio ; oltra che
«
«
«
«
di continuo,
ha
come
tal
disperati,
la spesa del pane, del
che
la Si-
et
vestirli,
non
questitali,
vedendosi prividi poter in alcun tempo esser
liberati,
di fuggireet in molte
cercano
per ogni via et mezzo
occasioni potrianoportar diversi malefici.].
»
96
Banditi
/
tagliodella
col
dei
che
poi
nelle
tenevano
colla
e
si servivano
fomentavano^ banditi
e
per anni venti del
per
anni
Repubblica,
di
taglia
pari,con
gione
pri-
propriecase,
fossero stati sudditi della
venti,se
se
valida
più
dieci. Quelli
bravi,li
// ricevevano
Bepuhblica Veneta
mano
anni
per
e
della
lire 600,
forastieri.
Già,fin
dal 30
agosto 1531, si avvertiva
che
«
essendo
i banditi diffidati et fuori della
pro-
«
tettione del
«
cipe nemici,e
«
et
da lui chiamati
detestanda
et ricoverati
.protetti
«
ciò meritano
«
anco
«
che
sallo,
«
sia del
feudo
devono
escluso.
essendo
privati,
esser
i banditi
case
»
deciso che
(^)
bene
esser
e perfeudatari,
favorisce li nemici
nelle
di
de' feudi
legge feudale
che
avveniva
dai suoi
Prin-
abbominevole
non
generatione,
«
per
delPistesso
Principe,anzi
del
Ma
Patrono
suo
poiché talvolta
armati
né
altrui,
quel Vas-
si
si introducevano
aixìire
aveva
così molti decreti ordinavano
scacciarli,
«
li Comuni
«
far
«
prenderliet
guitarli,
sonar
et università
campana
immunità
1560
e
delle ville dovessero
martello,et
anco
con
ucciderli
benefizi. Un
Tarmi
».
se-
tendo
promet-
decreto del 16 dicembre
permetteva di uccidere
(1) Bonifacio, Comm.
che
feudale, pag.
18G.
l'assassino
97
CapitoloQuarto
perseguendoloanche sulle
fragranti,
terre non
soggettealla Repubblica.
Per recidere il male, non
si avea
ripugnanza
di ricorrere perfino
e tenebrosi.
a mezzi
perfidi
in
còlto
Trovo, tra le vecchie
curiosa lettera
carte,una
al Capitanodi Padova (iOnov.
degliInquisitori
1662)circa Vessihizione che veniva fattada dot di
di vita col
privar
quei banditi che
veneno
nella sommità
ricoverati
Ricco^e che
del monte
infestavano il territorio di Padova.
la coscienza
delle parole
Troviamo
«
«
€
e
—
da
poli
scru-
tempi il significato
la lettera continua
prima di risolverne la missione,versa
stro dubbio,se alle stesse persone, che
possa fidare in
si
riscono,
€
potente
«
essi
«
mente
«
colo,che resti colto
€
per accidente
«
fetto
«
V. E.
«
certezza
«
lamento
«
dei
che
non
:
preparata la materia; ma
anco
«
«
Se
è assalita
degliInquisitori
tanto varia col mutar
—
stavano
mano
contro li Banditi medesimi
no-
si offe-
un'arma
contro
grande da voglierla
-piacesse
; e se impiegandolaanco
e
il
così
chi ad
fedel-
vi sia
perionde
qualche innocente,
disgratia
possa sortir Fefdiverso dall' intentione. Si compiaccia
riflettere a questi punti,disponere
la
del
o
per
buon
ordine
dei
et avisarci distin-
fondamenti,con quali si pensi
dirigerel'impresa,
perchè levate dai nostri
animi
risolveremo con
queste dubietà,
più
^?,
—
Momenti,
/ Banditi
^
ecf
98
della
J Banditi
«
franchezza
«
niente
e
Bepuhhlica Veneta
quello
che
proprio.»
"*)
incaricavano
I Dieci
conoscessimo
i
conve-
rappresentantidella
Repubblica nei paesistranieri
di
occuparsinon
di farsi
ma
diplomatiche,
soltanto di faccende
cutori
eseanche,quando Topportunitàil richiedesse,
della
trovo,in data
Bailo
di
di
Marco
un
bandito
Boldìi,
patrizio,
farlo
levare
che
questi,
senso
di
di
vita
pitato
ca-
le
veva
do-
modo
di
via
per
veneno
della
"^^
Stato,Inquisitori,B.'' 61.
(2) Ibid.,Cons.
X, 11 (Secì'eti),
pag. 120
vecchi
FuLiN, Errori
Antonelli,1882.
un
governi
esclusivi
vorrebbero,
taluni
di
tutti i
a
spe-
animo
nel nostro
comuni
ma
ribrezzo,
come
(1) Arch.
-
e
documenti
dans
politique
che Pavvelenamento
t.
Venezia,
nuovi.
Il conte di Mas Latrie lesse 9\V Accadèmie
et belles lettres nna
Inscriiytions
nement
fosse
et sicuro
o
eccitano
veneziana.
politica
des
dallo Stato
delitti.Se il Boldù
cauto^ secreto
dienti
(8)
parla
meglio glifosse sen^brato.Occulti
come
non
si
il Bailo, secondo
Costantinopoli,
con
istruzioni,
e
Dieci
lettera al
1576,una
(2) nella quale
Costantinopoli,
a
0
febbraio
22
diversi enormi
per
Registridei
Nei
giustizia.
e
la
memoria
su
L'empoison-
répuhliquede Venise,per provare
l'assassinio furono, nel XV
e
XVI
colo,
se-
ordinarie del governo di Venezia. Teoria che
le pratiche
il signor Vladimiro
Lamanski, in un libro intitolato Séa^ets
d^état de Venise, tentò
con
suffragare
documenti, scelti e interpretati
senza
un
gran
lume
numero
di critica.
di
100
I
Banditi
della
quelli che
€
sforzi
€
pacìficamente;
«
riposoet
«
et per
«
et
«
ne,
et douendosi
della
sicure,che
Quando
dose
dei
le persone
della
d'
così mal
poi
erano
importanza
andò
nel
al
d'
Gontarini
Repubblica
I, nel viaggio da
Giacomo
gastighi.
vano
dove-
non
armati.
copioseguardiedi
senza
Francesco
guivano
accresciuta,se-
soliti
città le strade
muoversi
commune
ogni possibileprouuisio-
qui, con
le minacce
Fuori
per il
dei maluiuenti
estirpatione
far
E
»
ecc.
quietiet
deglihabitanti questa Città,
facile
malfattori
di uiuere
cercano
sicurezza
più
Veneta
Repubblica
re
Verona
1609
basciatore
am-
Inghilterra
fu
Milano
a
da
armati
alcuni
aggreditopresso Desenzano
di archibugio, i quali spararono
contro
uno
dei
cappellettidella
Restò
dopo
: €
Ho
«
fini di
«
mutandoli
«
poca
«
tempi
€
«
ammazzato
rifugionell'osteria
cercato
0
gliere.
poterlo co-
senza
uno
degli
presi e legatigli altri,che
e
Doge
invece
scorta
avuto
sempre
questo stato,la
di
ninna
di
luoco
in
aveano
di Sirmione.
scrive
l'avventura
con
da
scorta
Il Gontarini
Milano
fino alli
me,
de'
al
con-
capelletti,
luoco, et ciò per
sicurtà,chp
poter caminare,
si ha
senza
gressori
ag-
a
le
la
questi
debite
guardie,per il -stato della Ser.** V. commettendosi giornalmente diversi assassinamenti,
KH
Capitolo (piarlo
esclamazioni
tante
«
con
€
piai.»
Fra
et
querelleche
niente
*^)
la
dalla
pubblicati
dei bandi
forma
rozza
Repubblica,si vedono delinearsi quelle corti di
tacoli
ricetdi terraferma,
quei cupi castelli,
signorotti
bile
inesauri-
argomento
d'ogni scelleratezza,
secolo.
del nostro
le
dal
rocche
la
Troppe
le torri
merlate,che
tano
rappresen-
dei
popoli oppressi,
richiamano
dei feroci
di
antenati. Ma
nella
delle
nelle
il
e
tempo
storie di sangue,
ferocia
le violenze
accresciuto
avesse
dell'età di
dei
avesse
non
gli ozi
bastando
(1) Leti.
i
i
disordini,i
un
litti,
de-
come
mitigatoi malvagi istinti,
la
volgaritàdelle passioni.
le guerre,
nei loro
Brown, Bagguagli
revano
scor-
e non
castelli,
banchetti,le caccio,le
pag. 308. Venezia, 1838,
dette,
ven-
c'era
nipoti,mostravano
della pace
cit. dal
nelle
mezzo
rurali,fatte più rade
I nobili
rate,
fer-
mazze
imprese sanguinarie degli
gagliardo:invece
sentimento
moria
me-
le stanze
e
armature, di alabarde,di
ricordi
alla
signori,i ponti
levatoi,gli oscuri androni,gli atri
ornate
metà
descritte
volte furono
sommessione
la tracotanza
prima
aspetto,che
sinistro
paurosa
della
romantica
alla letteratura
del
cavalcate
Sanudo,
p.
a
Ili,
della
/ Banditi
102
soddisfare
vano
inquietaambizione,si sfoga-
la loro
in
in provocazioni,
prodezzescellerate,
in
risse,concedendo
alla
superba e illegale
protezione
di
peggior razza
serie
Nella
trovo
Repubblica Vemta
di
uno
gente.
lunghissimadei
bandi
curioso,mandato
veneti,ne
fuori il 10 agosto
1565.
Il Tribunale
sua
dei
feudo
guinetto),
asilo
mormoratione
Chi
a
della
diversi
et
è accennato
non
a
Sanguanè(SanSignoria,
presso Verona, si
banditi,il che è con grave
risentimento
i feudatari di
erano
venuto
esser
che nel castello di
conoscenza
dava
Dieci,afferma
ne
dei fedeli sudditi.
il cui
Sanguinetto,
in questo
che commettevano
ne
nome
in bandi
cessivi,
suc-
in odio alle
un'azione
leggi?
Da
del 1546
ricorso alla Serenissima
un
che, in quel tempo, il
parisce
ap-
guinetto,
castello di San-
luogomunitissimo,era possedutodalle
famiglieVenier, Martinengo
(1) Marin
di
la
e
abitò
Sanudo, il grande cronista,
Sanguinettoil 1479, al tempo era lo morbo
regia nostra patria Venezia. Occupato da
Verme, condottiero dei veneziani, fu dato
da
docta
Leonessa,cognato
a
tre
del
"^^
Leoni.
nel castello
grande
Alvise
in feudo
Gattamelata,
et
I ri-
a
ne
Dal
tile
Gen-
poi dato in
ritata
fioledil dieta magnifico Gentile,la prima ma-
in Francesco
Lion, padovano; la seconda
Martinengo,bresciano
; la terza
in
in
Alessandro
nardo
LeoVe-
Capitolo Quarto
infatti :
dicono
correnti
di
«
detto
«
sì
giurisdition
«
Marc' Antonio
«
m.
«
e
loco
essendo
«
Sanguinetto con
civil
da
la
1
e
^^'
a
Bressa
IV li
gio
mag-
Marco
asilo ai
allora
i
Consiglidi
fra
sicari,
promisero
i
alcun
di
quali
(^"
d'omicidio.
di
solennemente
più, in avvenire, ricapito né
ad
mento
affida-
bandito.
Sanudo,
niero, patrizioveneto.
di
Itinerario
Il Sanudo
terraferma
nei
[Arch. Veneto,t. XXII, pag. 35).
—
mentari
(pag.97) ricorda
di
della guerra
Ferrara
Sanguinetto,luogo (feudo)di Alessandro
Coniancora
Venier, avuncolo
carissimo.
(1) Ant. Arch. Veron.
e.
nier
Ve-
i castellani
come
PellegrinoParmigiano, reo
I feudatari
mio
de
Sanguinetto,si
Dieci,anche
oltre i
Sanguinettodessero
dar
noi
Francesco,figliuoli
e
accolti
Verona, che confermavano
non
in
Martinengo.
ai banditi
occupavano,
certo
sue
coi relativi dimenti
parte del castello,
posse^^" Restavano
adunque
giurisdizioni.
e
Quanto
»
Lion, acquistavanoda
sua
i Lioni
le
fò
Pelegrin,
m.
Padoa.
1557, (ìentile Lionello
di Girolamo
tutte
Martinengo da
Ijeonardo
Lion
pervenuto
criminal
come
fò de
Venier
Alessandro
Hieronimo
hv^
-
Camera
Fiscale,Feudi, proc. 112^
12.
(2)
Ibidem, Ibid.,proc.
(3) Ibid.
LL, 157.
—
Arch.
del
54.
Comune, Atti
dei
Consigli,voi*
104
I
Banditi
delia
Bepuhblica
Veneta
gastighiper quanto severi dei governi
non
poterono mai toglierei voleri perversi,e
le castella dei signorotti
dar
continuavano
a
ricetto ai malfattori,
i quali,colla risolutezza
e dell' imporsi,
pre
semdell'agire
potevano essere
efficace aiuto nelle lotte private.E
un
nei villaggi,
nelle città,
nei borghi,
nella stessa
Venezia,molti per timore o per bisogno erano
fautori dei banditi ; li aiutavano,
li albergavano
avviso d'ognicosa
davano
e, anziché tradirli,
che si movesse
centra loro. E poi nell'opinione
fu mai considerato un
pubblica il bandito non
delinquentevolgare; pel suo ardimento, per la
spavalderia
vogliosae gelosadi supremazia,rappresenta
la legge signiladdove
la ribellione,
fica
tiva
V è quindi una
simpatiaistinoppressione.
Ma
i
e
riflessa per
chi è in lotta col potere politico,
che,nella volgarecredenza,è
colle armi
a
danno
che circonda
mantenuto
dei deboli. Il fàscino
il ribelle
può
salire
nale
persoa
una
specie presso le donne, che
grande efficacia,
quiete
le colpe inalle virtìi tranquille
preferiscono
Inoltre nella vita di non
guerresche.
che rispondono,
pochi banditi si trovano fatti,
almeno
apparentemente, agli intenti supremi
assoluta. Il bandito,che deruba
della giustizia
e
e
uccide
il ricco,
ma
soffre od ha
è pronto
a
fame, rappresenta una
soccorrere
speciedi
chi
ri-
bellione
della
se
delitto
il
e
In
morale.
non
la
stessi, ('"
sé
di
che
legge,
coprire
vecchi
tutti
ed
taluni
spiriti
la
ucciderli,
il
rigido
molte
quale
altre
ma
perdono,
governo,
il
quale,
anni,
dopo
ebbe
reggenza
(1)
Lombroso,
(2)
GozzADiNi,
avvenne
aver
dalla
di
Vuomo
op.
che
più,
e
di
il
avea
contro
la
diritto
di
a
non
dello
stesso
Signoria
I.
pag.
sini,
Or-
Lodovico
Corfìi.^^)
delinquente^
zanti,
sprez-
concedere
anche
538.
do-
alcuna
se
briganteggiato
veneta
cit., cap.
glianza
ugua-
indomiti
poteva
il favore
come
i
ribellione
volte
volte
ma
neirumile
sopra
la
volta
qualche
erano
è
non
malvage,
le azioni
quelli,
riconoscevano
non
generosità
tempi,
cietà,
so-
stromento
uno
illuder
per
rappresentavano
società,
pure
per
legge,
ubbidire,
veano
questa
nei
ma
quasi
fondo
vernice
una
combatter
per
diventa
della
ingiustizie
le
contro
generosa
105
Quarto
Capitolo
per
T
cuni
al-
tante
impor-
della
I Banditi
108
barbarie
vile dalla
nella
europee
Molti
dominio.
pieni di
tuttora
senno
arditamente
facendosi
andava
finiva
In
da
alla forza
difficile che
tempi
ad uomini
è
e
la dolcezza
le intime
e
a
che
l'animo
rendono
visa
di-
dre,
leggiain
poco
già
la
una
rire
prefe-
a
grazia,non
in violenze.
opposti,e
e
alla
patriala
che
malvagi violenti,
si
gano
spie-
della mente
l'ingegno
a
positi
pro-
accanto
come
s'incontrano
accanto
a
era
Appunto
le forze morali
cuore,
pitiinfami, così
troviamo
da frivolezze
nei qualil'altezza
austeri,
abbassano
il costume
e
energie,anelanti
di decadenza
pari a quella del
che
lungo tempo
accennava
effetti vari ed
con
seno
rilassato.L'anima
e
arditi,
prorompessero
nei
nel
però
da
niera,
stra-
gagliardepassioni.
società,che
una
il
e
burbanza
a poco
coll'acquetarsi
turbata
non
il tesoro
della corruzione
molle
ogni
pevano
accorgimento, sa-
erano
afiFettimeschini
da
pace,
di
ma
l'Italia,
penetratii germi
tenze
po-
reggitoridello Stato,
e
dell'aristocrazia
stesso
maggiori
Westfalia,ma
opporsialla
dominante
diplomatici,
mancando
nobili
dei
pendo
interrom-
non
de' suoi
di
pace
le andavano
più
anno
e
fra le
moderatrice
chiamata
era
ottomana,
tradizioni
gloriose
le
Veneta
Repubblica
uomini
alle
digie
cupi-
tissimi,
guerrieriforvita
fanno
gloriosa,
servire
la
109
CapitoloQuinto
ad
spada
ogni prepotenza
Appartenevano
al decadente
Morosini,il Grimani,
fln,che
Riva, Alvise
rifulsero d*eroi-
nelle stesse consuetudini
patrizi,che
privatav'erano
vigoroso ed
il braccio
della vita
serbavano
Tanimo
ogni iniquitàed
contro
ogni prepotenza. Notevole,per esempio,
di Almorò
mento
del
campo
Morosini,il quale in
Maria
Tardicia
cac-
una
nel
costume, si dava
toro,che, com'era
di Santa
zaro
Laz-
e
Marcello,Giuseppe Dol-
di Candia
nella guerra
E anche
smo.
Tommaso
patriziato
il Da
Mocenigo,Lorenzo
ogni delitto.
ad
e
fu assalito da
Formosa,
quattro sgherrimascherati,i quali gliaizzarono
contro
spada,e dopo
li
comprati da
di
è
Chi
quando gli fu
nella
dato
guerra
dalle
Lo
detto chi
prova
contro
Eugenio di
Morosini
del
colui?
soggiunse: «
Ed
popolo, che
di
e
era
i Turchi
Savoia
finestre del
del toro, meravigliato
si dice
voglio con
grande
Ebbene
non
ineguale.Il principe
Savoia, che
del valore
avesse
afiFrontò gliassalitori,
assisteva alla caccia
palazzoFriuli
"
del
nel combattimento
Eugenio
sguainò la
famigliapatrizia,
una
T ammirazione
fugò,tra
s'intromise
ucciso il cane,
aver
sicari
e
Il Morosini
feroce mastino.
un
valore
andrò
volle
in
come
del
me.
masse:
escla»
E
gioventù
personale
1688, il principe
io
conoscere
da
lui.
»
il forte
no
I
delia
Banditi
e glidivenne
patrizio
conserva.
ancora
della vita
alveo,e
suo
nel
come
rappresentatonella Venezia
Pesaro. Lazzaro
trascorsa
nell'ozio
correre
e
Mocenigo
tra i
colla
si combattevano
là dove
presente sempre
nardo
Leo-
e
nezza
giovidesta
si
piaceri,
Can-
galeraa
sua
battaglieda giganti,
pericoloda
ci sia
gloriosavittoria
una
cietà,
so-
essere
la
e dopo
gloriada conquistare,
o
una
di questa età da due
Mocenigo,dopo
va
gridodella patria,
dia,dove
bene,può
Lazzaro
patriziaudacissimi:
di
v' è in questa
di eccessivo
male
aspetti
boso.
specie di gonfioremor-
una
grandezza floscia,
così nel
i vari
ma
ingranditi,
appaiono come
Quel che
nata
foga disordi-
una
dell'arte,
dal
trabocca
che
è
dro
qua-
come
questotempo nell'animo dell'uomo,
a
nelle manifestazioni
al
gliregalò un
e
famigliaMorosini
la
Vi è
amico
Correggio,rappresentante la Vergine,
del
che
Veneta
Repubblica
a
tenuta
ot-
aver
Scio, sforza
il
e quando, terribile
passaggiodei Dardanelli,
furore
e
di
grandezza,sta
per
giungere
nella
scoppiala polveriera
e
un'antenna
sul
Ma
cassero
il
balestra
precipitando,
a
di
stantinop
Co-
nave
sua
sfracellato
l'invitto.
coraggio,quando
si
intenti,
muta
alla fierezza
non
spesso in
sia volto
a
bili
no-
dosi
e destanferocia,
impara crudeltà.
Così nel
mento
mo-
di transizione fra il periodoglorioso
della
CapitoloQuinto
il
Repubblica e
ribollivano
e
non
trascorrendo,
se
figuradel cavaliere,
ultimo
gagliardieconservavano,
che
e
vita di
la scorretta
andare
si lasciavano
in
^^
severe.
il coraggio.
bagliore,
del
quale
quei giovanipatrìzi,
ad
cenza
ogni piìistrana li-
tutelato da
Stato,pur
uno
non
delle vecchie
Pesaro,il bando
Tale Leonardo
mostra
volte,iniquamente,
rare
che
tipidi prepotenti,,
in certi
forze
timori,si decomponeva quasi
colpe,senza
senza
decadimento, molte
suo
la vecchia
IH
leggisavie
il Pesaro
dall'adolescenza,
Fino
nesco,
ma-
tante ne
libertino,
fece,
accattabrighe,
narlo
da obbligareil Consigliodei Dieci a condanparecchie volte.
Il 28 febbraio 1601,passando con
alcuni giovinastri
le finestre di Lucrezia
sotto
fidanzata
del nobile
chiamare
la
di insolenze
feste
il
per
contro
il
stampato, ma
di
Venezia
nella
per
avea
stesso
di
chia
vec-
v'era
quelle
gli appartamenti
fogge bizzarre
acconciature,
per
fu anche
narrato
le
giorno
Minotto,una
casa
veneziane,mirabili
(1) Il bando
Storia
del
fece
un'imbasciata
Lion, col quale
sera
in
nozze
ricchissimi,
per
delle
Lion, il Pesaro
Lucrezia,lasciandole
ruggine.La
festa di
Paolo
Baglioni,
delle vesti
e
lo scintillìo delle gemme
Pesaro,dato fuori
difficilmente
vita
il 3
si trova.
aprile1601,
Nella
mia
privata (p. Ili, e. Ili)ho
diffusamente le avventure
del Pesaro.
112
I
più
e
Banditi
di tutto per
donne
Bepuhblica Veneta
della
veneziane.
la bellezza
nardo
ballo,giunse Leo-
il
Durante
veduto
Pesaro,il quale avendo
della
Paolo
il
Lion,che
di
Lion, si
delle
compagni
alla
pronto. Il Pesaro
Minotto,si
casa
festa,dove
I ribaldi
trucidò
poi
corsero
uno
nacque
tutte
erano
essi ritornò
con
ferì la Lucrezia.
e
quanti
incontravano.
una
sedia,difendeva
la
sua
con
mano
Paltra
mano
sposa adoma
di grandissimoprezzo.
gioielli
di
torcie
in
una, venuta
Minotto,il quale,roteando
le
con
scompiglioinfernale. Le
del
e
amici,
le stanze
per
spente,tranne
golo
an-
uscì allora
alcuni
il Lion
spade sguainate,ferendo
Ne
ad
unì
imprese,e
sue
un
essi,insultando
ad
avvicinò
rimbeccò
in
Baglioni,insieme
sala la Lucrezia
con
delle
maestosa
di
perle
soldato
Un
che, più deglialtri animoso, tentava
straniero,
proteggere con
tre
tagliate
che
la
dita di
spada glisposiMinotto,ebbe
una
poterono fuggireriuscirono
non
trepidazionea
Più
Finalmente
mano.
bandito,il
volte
che
non
menare
a
chiudersi
nelle stanze.
e
con
r aiuto di alcuni bravi et hnomini
che
teneva
ma
a
stipendinon
Noale, a Mirano,
luoghivicini
alla
dissima
gran-
la
stizia,
giu-
nuava
agguantarlo,conti-
vita facinorosa
a' suoi
con
sfidava
Pesaro
riusciva ad
quelli
a
e
tirannica,
pure
Mestre
da
a
ed
Dominante, commetteva
spada^
zia,
Vene-
altri
d'o-
/S^^^/
5^^s^ii"ta rapino»
estorceva
^^^^iini,
1
ammazzava,
amtava
ricattava,
bastonava donne
mercanzie,
paf^nva i creditori con
^"^una volta si presentòin casa
ÉLi
'
113
evintoloQuinto
e
arctibosate.
di
un
Caliman
ebreo,volendo forzare gliarmadi e le casse. Il
allora che la
ma
povero ebreo faceva resistenza,
mogliedi
Caliman
vide che il Pesaro stava per
il marito
aizzare contro
un
grosso
e
terribilemastino,
consegnòin frettale chiavi al prepotente
salva negliarmadi.
che rubò a man
patrizio,
di partire
Prima
sputò in faccia alla donna,
ed obbligòil vecchio Caliman
ingiuriandola,
avere
a fargli
cinquantaducati.
per T indomani
bella fanciulla
Un'altra volta,veduta una
la
quindicenneballare in una sagra campestre,
due mesi,poi Pahla tenne con
fé'rapire,
se
cuni
bandonò. La poveretta
fu posta,per opera di aldel Soccorso di Venezia,
pietosi,
nell'ospizio
A tanto era giuntoil Pesaro,da bastonare
chi s'attentasse
molte volte per pura perversità
Privato della nobiltà e di tuttii beni
guardarlo.
fu condannato a
sùabilìj
mobili^
presenti^
futuri^
morte in contumacia,
cento
una
con
tagliadi treminacciando
severissime pene a
ducati,
chi gliofferisse asilo od avesse
rapporticon
lui. Furono pure condannati i suoi compagni,
fra i qualiun Gabriele Morosini.
Per
conoscere
8.
MoLMBNTi,
—
le tristicondizioni
I
Banditìtecc.
degliultimi
114
della
I Banditi
due
secoli della
dei soliti
incliti
come
in
e
la società
funestano
ogni luogo,è
gloriosinomi
e
far menzione
Repubblica,senza
'^^ che
delitti,
ogni tempo
Veneta
Bepubblica
bastevole
in
notare
mente
pubblica-
fossero
banditi,per colpeignominiose.Ne
citerò
solo alcuni.
Mario
Malipiero odiava
della
tanto
patrizia
famigliaRimondo,
di farlo
ritrasse ad
la
aspettarein
vittima,fu
era
in istrada
sceso
secolo
lo
empiè
condanne
due
Porta. Ne
di
coir intento
e
una
è vivo
furono
serva
per
con
Porta
Piantella,
suo
drone
pa-
a
coda
la tradizione
di cavallo,decapitato
che
per
alleviare
e
il
essere
un
a
coda di
vallo
ca-
randa
pure, nel 1780, Venedrudo Stefano Fantini. L'infame donna,
suo
avea
ammazzato
squartato il cadavere,ne
in
strascinato
Decapitatifurono
aiutata dal Fantini,
e
di
fuggire,ma preso
rato
fu, nel 1710, lacecappelletti,
via, per la quale dovea
cisterne
e
condannato, il popolopietoso
copridi materassi
il Piantella.
aver
popolo
Lucia. Potè
nome
squartato.Narra
le pene del
la
git-
Piantella
fredda crudeltà il
dopo alquantigiorniJa due
con
tanaglieroventi, strascinato
e
tra il
il ricordo. Il
ancora
rubare,uccise
che
e
di ferite. Alle
singolarmentecelebri,quelledi Giuseppe
Veneranda
Malipierosi
sicari,aiutati dal
dai
tatosi sopra il Rimondo
(1) NeU^ultimo
il
il
lì presso. Giunta
casa
una
assalita
Malipiero,che
che deliberò
dove
nella via
solito di passare,
era
giunto
con-
parati
da tre assassini. Pre-
ammazzare
adunque gli ucciditori
Rimondo
suo
un
canale.
avea
il marito
gittatii
e
poi dopo
brani
in due
di ducati
fettori
duemila
Audacissimo
allora
fu
regnante.La
Zeno
dal
uscire
Zeno
scendeva
che
suoi
del
potesse
gennaio 1627,
di uccidere
nel cortile del
Giganti fu
e
pistoiesi
ferito^
qualcuno, il
e
inseguiti,
chiusero
montati
la
porta per
gondole
sopra
contro
del
Alvise
rapitauna
di
figliuola
un
dalla chiesa
afferrata d'
per
onesto
di San
non
sparvero
di-
contanent
seguìin-
Dieci
ciava
lan-
Paruta, il
pagnato^
giornodi Pasqua, accom-
da
e coadiuvato
spalleggiato
avea
satelliti^
i
all'approdo
aprile1641, il Consigliodei
quale, la mattina
e
di bando.
la sentenza
altro bando
Prima
Corner
fra i canali oscuri. Al delitto
un
assalito
lasciato in terra per morto.
accorrere
lo
baro
barinhunia/no^
modo
manarini
palazzoducale,ne
Il 3
do-
Consigliodei Dieci. Quando
satelliti presto presto corsero
essere
e
il patrizio
vittima,che
sua
Corner,con
e
Stato.
gente sicaria
nascostosi
e
inaudito^con
maltrattato
di
e
arme
la scala dei
dai sicari del
e
del 7
sera
palazzoducale aspettòla
vea
dì
e
dei confini dello
deliberò
il Corner
scelerata^
Renier
i confini
del
GiorgioCorner,figliuolo
preparationi di
con
Veneta
entro
quattromilafuori
ducati
doge
Repubblica
della
I Banditi
116
bellissima
mercante,
usciva
La fanciulla,
scherani
quanto si divincolasse
suoi
giovinetta,
mentre
Bonaventura.
improvviso dagli
alcuni
e
del patrizio,
fu
gridasse,
CapitoloQuinto
cacciata
da
forza in
per
gondola,che guidata
rapidamente s'alJonlanò. Nel
quattro remi
bando
furono
Guglielmo
Michele da
e
condotti sopra
essere
Bonaventura,dov'era
dovea
boia
appesala al
a
del
loro
Santa
la
per
il ratto ;
cavallo
tra
Trovandosi
in
una
stato
casa
terra
a
le due
Durante
San
Marco
Granduca
di Toscana
di
denaro, rimase
debitore
una
a
un
del
debitore
sempre
quale superbo,furioso,manesco,
coti
richiesto,
Labia, sempre
capitati.
de-
a
modi
asprie
ingiuriee
in
a
dal 1640
somma
grossa
Pisani
uogheri e a Domenico
Mocenigo di
alquanti giorniil Labia potè pagare
Il
di
Labia, ch'era
1646, oltre alla perditadi
ricorse
e
et
giuoco, Camillo
paggio del
rimase
coda
a
con
giovani patrizi
al
ma
mino
cam-
volta alcuni
una
da
il
cadauno
strascinati
di
mano
torturati
essere
colonne
quivi il
Taltra
quattro botte di tanagliaaffocataper
poi fattiscendere
San
condurli
chiatta,
stessa
loro
tagliar
doveano
acqua,
a
pib valida,e
pari attaccarla al collo.
per
presi,do-
chiatta
mano
collo,sulla
Croce
stati
una
avvenuto
tagliarloro
varino
Na-
bravi
Marostica,
Paruta,i quali,se fossero
veano
e
una
compresi anche
da Bassano
del
117
dì 134
163. Dopo
il
Pisani,
Mocenigo, il
dopo
aver
violenti
minacce
vano
in-
il pagamento,
di morte.
incontrato
sull'avviso,
un
118
Banditi
I
della
di
giorno,sul ponte
cacciò
Rialto,il
che veniva
verso
fuori
pistolae
Mocenigo,
una
il
dal
di lui
nelle
di
berato
li-
la vita. Ma
a
Fiandra
vedendosi
seconda
una
Donato, soldato
finche
implacabile,
il furore
il
dì
Donato
lo stese morto
con
che
lo
murare
pugnalatanella
Schiena.
non
lontani
la
fuga,lo
fosse preso,
e
la pronta
perpetuarei rancori
governantimandarono
delle due
già con
lapidenel Broglioper
la vile vendetta
per
d'oro il
dal Libro
se
decapitazione
una
vato
tro-
Ducale
del reo, salvatosi
alla
rodeva, e
Palazzo
in
luglio1652,cancellava
nome
odio
famiglieun
dimora,con pubblicobando
Repubblica,senza
9
sto
que-
Mocenigo potè appagare
Labia
una
mania.
Ger-
la vita. Da
volta
malaugurato
un
di
e
perduto implorò
fatto s'accese tra le due
i
il
potuto evitare
nome
di
guerre
Mocenigo
ottenne
del
il
contro
ventò
s'ave
bottegaa pigliareun'arma
contro
Camillo,mentre
sopraggiungeva
Il
La
aspetto,
vicina
valoroso
ed
sparò
ditore,
cre-
pericoloil pessimo patriziocorse
fratello del Labia
un
torvo
con
chiedendo
terra
feroce
suo
la
avendo
quale
colpo si gettò a
una
Jiepuhblica Veneta
famigliea
i
tenere
1656
e
ceva
fa-
dare
ricor-
tanto,
Ingiustizia.
e le vendette,
più giovanimembri
pubblici uffici in
paesi,finche inducendo
l'altra,
poterono, nel
dannava
con-
l'una
comporre
parte
e
la ricon-
CnjyitoloQuhìiù
ciliazione
fra i
rimettere
a
Mocenigo
Domenico
i
e
ogni
tempeste deir ira,che
vante, combattè
in faccia alla
bando
Un
un
altro
tre
sere
di
galeazzein
tra
Mocenigo, di
7
contro
grande
pistoleera
suo
entrato
e
del
Cavalli,
di nobili. Il
concorso
attaccato
aver
Nicolò
con
il
Salvatore. Si rappresentava VE-
nella sala v'era
lite
rari,
teme-
Giovanni, il quale
nome
di due
prima,armato
Mocenigo,dopo
più
gennaio 1670,colpiva
musica
rismena^ poesia delFAurely,
e
i
lie-
J'"
patria
del
capitale
nel teatro di San
le
nuova
gloria,che rialzò
acquistandouna
nome
incominciò
primo
sempre
Qaetate
tro
sopraffatto
ogni al-
avea
comandante
nominato
e
Labia, e quindi
pena.
sentimento,il Mocenigo
vita
119
delibei'atamente
Sebastiano
di essi le due
die restò bene
Foscarini,sparò
stiano^
Sebacontro
una
pistole,
offesoe
V altra contro
Nicolò
trafiggendolonelle parti più considerabili^
con^
pericoloevidentissimo
FilippoMaria
bandito
Qualche
volta in
(1)
Bullo,
sentìni, 1879.
I
rifa.
Parula, imputato di furti e di
omicidi,fu
volgaridelitti
della
il 28
mezzo
s' infiltra la
Labia
in
aprile1717.
alla serie
di
questi
mestica.
lugubretragediado-
Venezia^ pag. 29. Venezia, Vi-
I Banditi
120
In
della
privata raccolta
una
'^^
mi
fa dato
Dandolo
Vincenzo
insigne e
Bollani
di
che
«
fece l'altro hieri confessare
«
era
«
que
«
et
«
Adele, ma
«
santa.
in
della
Rio
la
diede
di
dicesi
ammazzò;
1602.
fatto accadde
Giovanni
Lucrezia
donna
che
moglie
sua
le cin-
stiletto nella
gola
gli
non
la
predica
la
notte
era
una
per
uccisa
€he
fuggiree
riuscì
a
al bando
con
decapitazione,
di ducati duemila.
a
Venezia
Franceschina
e.
se
trentasei
avea
Dieci decretò
a
taglia,
Della
di Venezia.
sato
spo-
il
chi lo
la povera
Il
Sanudo,
fu condannato
rompesse
glio
lu-
anni.
l'arresto del
in
tumacia
con-
confine,alla
avesse
preso,
infelice donna
nevano
rima-
vise,
Livio,Alquattro figliuoli,
e
Livio
II, i quali, orfani
madre, col padre bandito,senza
raccolta del
avea
1584. Quando
Cappellonel
fu
dell' il
Sanudo
Martino
Consigliodei
(1) La
Giudecca,
alla
perchè
la contrada
Sanudo
Un
»
L'atroce
della
nel lfil3. 11
seguente,su
un
ser
a
Bollani,teologo
Croce
la notte
Cappello et
hore, li
scritta
queste parole:«
con
menti
docu-
e
grafa,
lettera auto-
Canea, morto
«
sta
codici
tempo,
da Domenico
vescovo
finisce
di
leggere una
logora dal
mezzo
Veneta
Bepuhhlica
compianto
comm.
sostanze
Federico
Stefani,
121
CapitoloQuinto
al
Consigliodei Dieci,per
al
si rivolsero
salvocondotto
padre un
nere
otte-
la seguente
con
supplica:^'^
«
Serenissimo
Illustrissimi
«
Non
€
Serenità
Principe^
Signoripatroni Clementissimi,
et di
quel
piedi di
Eccellentissimo
Consigliocaso
di
a'
giamai
comparve
et
miserabile
più
di
stato
Franceschina
ser
Clarissimo
di
essa
de
honor
di
babbi
capitaleil
in
(0
Questo
molta
sudetto
medesimo
e
raggioneavenne
gli altri
Serenità et del
in bando
Consigliocondanò
Padre, per
nostro
et innocentissime
un
esterminio
padre per suspetti
Giustitia di Vostra
detto Eccellentissimo
povere
per
gnora
di levar la vitta à la si-
causa
madre, con
la Santa
noi
voluto la mala
che
nostra
sorella
Sanudo
Zuanne
Signor
il detto nostro
havuto
nostra
che
casa
crimabile
sia il la-
Sanuda, Livio, Alvise,
Alvise;poi che avendo
disaventura
degno
secondo,fratelli e
et Livio
del
figlioli
fo de
noi
simo
pietosis-
ne
maggior compassionedi quelloche
Vostra
creature
il che
siamo
tempo prive del padre.
documenti
che
riguardanoil
rintracciati cortesemente
furono,per mia richiesta,
di Stato
neìV Archivio
dal
state
re-
defunto
comm.
Veneto, voi. XXXII,
nudo
Sal'Archivio
nel-
Cecchetti,e pubblicati
pag.
182
e
seg.
122
/
della
Banditi
della
del governo,
madre,
ci
non
fossero alcune
con
noi gran
mendicar
il pane.
ridota
già
anime
noi alcuno
fortuna,che
di
i beni
prottega ne
si
non
lacrime,prive
ha vendo
non
ogni sostentamento,
che
quello che
et
effusione di
può esprimeresenza
de
Jiepuhhiica Veneta
de
Dio,
tano
eserci-
che
carità,saressimo
se
costretti
a
tanto io infelice Sanuda
Per
alla ettà di anni
delli fratelli et sorelle
disdotto
siamo
esempio di miseria,et
il resto
con
mabile
et lacri-
vero
restaressimo
preda
quando
d'ognipiù infelice et lacrimabil successo
dala immensa
pietà della Serenità Vostra, et
dala religiondi queir Eccelso
Consiglio non
fossimo con
corsi.
benignamente socpietosa mano
Per riparar
adunque à total esterminio di
cinque povere
tutti
cinque
Vostra
honeste
et di
nobile
li
con
Serenità
di
creature
sventurate
et
conditioni,
prostrati
ginocchià
terra
a'
piedidi
Eccellentissime
et delle Vostre
che
Signorie,le supplicamo humilissimamente
per
si
la
passion di
conceder
degnino
cause, salvo
padre,di
tempo
et
et
figliole
al
le sudette
lacrimabil
infelice
detto
pur
nostro
al vitto di noi
suoi
sicurezza
l'
del-
specialmentea
honestà
Signor nostro,
due, acciochè possinel detto
provedere,non
ma
figlioli,
honor
per
condotto
soli anni
Ghristo
Giesh
gue
san-
di noi
devotissime
serve
la
infelici femine
di
Vostra
sue
Sere-
124
I
della
Banditi
BepìibblicaVeneta
poverina di mia moglie terminò
la
vita,et
io per la
innocentemente
giustasententia
di
queirEc-
celso
Consigliorestai in perpetuo et capitalmente
et pietà
bandito;piacquepoiair infinitabenignità
della Serenità Vostra
stato di
la mia
senza
di
lustriss
SignorieIl-
delle Vostre
compassionaril
Eccellentissime,
et
misero
e
quelleinfelicissime creature,che
presentiaet
dar sesto alle
è stato permesso
solo mi
non
della mia
cose
ho
povere mie sostanze,ma
et delle
casa
potuto mediante
graziadi Dio,cavandomi, posso dire,il
in monasterio
bocca,colocar
de
dui che mi
ritrovo
della Reverenda
di
Padova, la
mia
una
Serenità
di San
Vostra
la
pane
di
figliuola,
dalla fede
bavere,come
Abbadessa
date
an-
de doi
salvo conduto
male, concedermi
anni; nel qual tempo,
sarebbero
governo
Bernardino
resteiù certificata.
ne
cellentis
Hora, PrincipeSerenissimo,SignoriEcavvicinandosi
anni
et trattandosi
salvacondutto,
del suddetto
dell'esterminio et ultima
core
al
per
delle Vostre
stretto
con-
ciò
lacrimoso, insieme
a
figliuoli,
piedi di
et di cadauna
et
di tante povere
bando, ricorro
afflittissimo et
sudetti miei
rovina
creature,quando io fussi
et innocentissime
ritornare
la fine delli due
Vostra
co
con
'1
li
nità
Sere-
strissime
SignorieIllu-
Eccellentissime,et le supplicamo
per le viscere di Jesu Ghristo
Signor nostro,che
125
Capitolo Quinto
veglinofarci gratiadi prorogar il sudetto salvocondotto,per altri tre anni, ovoro
per quel
di Vostra
tempo che pareràalla pietàet clementia
Serenità
di
et
quelFEccelsoet religiosissimo
Consiglio,
obbligandomi
et infelicissime
povere
continuo
di cadauno
Illustrissime
con
humilissimo
mi
raccomando.
Il
nel
Dieci
al
1609
Cappello la
«
e
che
Al
nome
atti 30
€
di
nel
un
il Sanudo
e
allora,
supplica,
nio;
altro bien-
1612
tro;
per quattal modo
chiedeva
carta di pace, che
il
ai parenti
gli fu
sciata,
rila-
è questa:
marzo
Piero che fu di
neratlone
da
E
cinque.Si giunse per
di Dio
e
della Santissima
Trinità^
1621.
Considerando
di
et
Sanudo
la identica
anni;
per tre
per
anni.
la proroga
del 1621 ;
marzo
m' inchino
prolungòal
altri due
per
nel 1616
rie
Signo-
»
1607
nel
delle vostre
affetto riverente
presentandoegli sempre
ottenne
del
pregar
alle quali,
Eccellentissime,
et
Consigliodei
salvocondotto
di
creature
queste
stra
per la lunga vita di Vo-
l'eterno Dio
et
Serenità,
tutte
con
io
ser
Carlo
Carlo
fortuna,sotto
el
a
di
Capello fu
ser
cidenti
kav.,li sinistri ac-
quali Fhumana
è sottoposta,
et commiserando
et
gecom-
126
I
Banditi
della
Repubblica Vemta
passionandoli infelici avvenimenti
negli altri;
mente
sperandoper ciò dal Signor Dio esser maggiorrimetto ogni offesa,che io havessi
protetto,
ricevuta da mio
nudo
fu de
innanzi
cognato, il N. H.
ser
Zuanne
Sa-
Alvise; promettendolida
qui
fine ad
por
ogni
malevolentia,pregando
ad ambedue
la buona
qualunque
et
il
ser
o
concedi
Signor Dio
Pasqua
odio
perdono de
et
il
ut
supra.
ogni offesa.
Io Carlo
Capello
Io Piero
Capello
S/
Paulo
fui presente et interveniente
della
suddetta
Io Livio
fo del
pace..
de
Sanudo
sottoscriver la
pace.
Allora
Omobono
dei
il Sanudo
nel
di liberar due
sopradettacarta
ricorse al
aveva
al
banditi
concesso
o
Taramelo,retentione
Sebastian
chibusi
glio
quale il Consivoce
e
facoltà
relegatia tempo
L'
et
»
e
o
in
Mazzi
di
appresentatione
Pizzone,per delatione
ecc.
di
di Santo
comune
perpetuo « per Tinterfettione di Francesco
detto
feci
Zuanne
»
Bergamasco
Dieci
ser
et sbarco
d'ar-
fu liberato dal bando.
dei Decemviri
fu suggerita
dalla
indulgenza
o dalla parzialità
pietàpei figliuoli
pel bandito
La giustizia
del fiero Tribunale
patrizio?
poteva
da protezioni,
qualchevolta esser vinta da favori,
CapitoloQuinto
da
interessi? Veramente
cita
parzialità
1491
ranno
€
El Dose
il Malipiero{Annali,
pag.
fla de
«
q. Francesco-
«
in
«
duto
«
cent'anni,e
Zorzi
Nani,
in S.
Orsato
tutti do
una
Moresini
a
opera
è sta fatto salvo
Morosini,e
esso
in
Apostoli;e può
Gonsegio di X, che
miti.
698) al-
maridà
(AgostinoBarbarigo)ha
nezza
€
esempio di iniqua
un
:
€
a
127
a
Alvixe
Zorzi
bandidi
era
con-
per
per
sodo-
»
Ma, per
dire,le
vero
alte
raramente
protezioni
Narra il Sanudo
rigidagiustizia.
t. XII, e. 137, 186, 188) che il patrizio
{Diari,
bando
col contrabGaspareValier,volendo accrescere
il suo
patrimonio,uccise,nel 1511,un
nato
ufficiale delle gabelledi Treviso e fu condanalla morte. Il nome, le parenteleillustri,
cida
bellissimo dell'omila giovanileetà,l'aspetto
impietosironoi veneziani: e prima andò
nio
ad impetrargrazia ai Dieci il patriarcaAnto-
vincevano
la
Gontarini,et fo
liberation
poi
molti
dil
eonsejo di
altri
gadori,Giovanni
che
Dolfin,
nelle
ai
X
via
dicendo,la
si conveniva
patriziparlarono in
condannato,ma
Nicolò
mandato
invano.
Da
ultimo
Trevisan,Piero
esercitavano
civili e
de-
exeguir,
del
favore
i tre
Avo-
Gontarini
il ministero
e
blico
pub-
si rono
criminali,
presentaDieci,supplicandofosse almeno sospesa
cause
Banditi
I
128
così ai
pietosiAvogadori: «
di questo
"
cussi si levono
«
et fo preso
€
dori.... et vien
«
seno
al
Aon
di
più degni
levative
a
suso
privarliin perpetuo
dito,poche
e
-
Ihoro,
casa
di avoga-
mancoe
fus-
non
»
ragionedi
Stato dovea
nanzi
piegaredin-
rigor della legge.Così, nel
IV
scriveva
ai suoi
carissimi
1585,.re
grandi
et
et confederati veneziani,
collegati
pregandoli
amici
a
graziaredal
bando
il conte
gadro,la guai grazia^ diceva
da
siete
tutti tre et andono
confinati.
Perfino la
giudici risposero
magistrato^perhò
"
Enrico
Bepuhbìica Veneta
GÌ' inflessibili
condanna.
la
della
il
Avo-
Re, ricevendola
speriamo^ /laveremo
voi^come
Ottavio
a
singoiargra-
(^) E Caterina aggiungeva le
tiflcatione.
sue
preghieredel
Tamba-
reale
scìatore di Francia
di
Camera,
Sua
Maestà
monsignor
mandato
di molti
al
Doge
la
luomo
genti-
causa
affermando
delitti,
esser
pi^zo
della obbediencia
questo gentilhomo^tanta
desiderava
di Glas
spezialmente per
dispostoad
era
nell'avvenire
di
e
dinanzi
effetto^
perorarono
l'Avogadro,reo
Anche
figliuolo.
alle
era
et
tal
delche
none
can-
et devocione
con
Yaffetione
cui
: suquesta grazia.^^^ Il Doge rispose
(i) Arch. di
Stato,Esj^os.Brine, voi. VI,
1585.
(2) Ibidem, e. 85
t., 20
marzo
1585.
e.
84
braio
t.,9 feb-
129
CapitoloQuinto
Ma
e
graziae
spondere.
ri-
non
alche
dalle loro
ristavano
Savio
Tiepolo,
del
tore
il Procurapreghiere,
Consigliodi settimana,
soggiunse«
seccamente
a
semplice salvocondotto. E
al gentiluomo di camera,
un
Tambasciatore
non
rifiutò la
il Senato
che
accordò
si riservò
i^' e
et maleum
Inter incudem
mus
che
bene
era
non
tar
ten-
altro. » (^J
Il
valevano
non
a
parentadocospicuoe
diminuire
a
coloro,a cui
erano
le
potenti aderenze
cambiare
le pene
non
determinate,
essendo
o
fra i governantiquella necessità
illanguidita
la forte rassegnadel dovere,che avea inspirato
zione
dei
dogi
"^) e
Foscari,
Soranzo
fatto tacere
avea
e
Francesco
la tenerezza
stato, Espos. Piincy voi. VI,
di
Arch.
Giovanni
e.
86
li)
pa-
t.,20
1585.
marzo
(2)
Ibidem, e.
(3) Soranza
87
t.,31
1585.
marzo
Soranzo,mogliedi Nicolò Querini, fu, come
alla conche aveano
giura
partecipato
parentidei ribelli,
di Baiamonte
dannata
Tiepolo,cacciata in bando e poi conalla reclusione perpetua,mentre il padreGiovanni
di Francesco Foscari,
Soranzo era doge di Venezia. Il figlio
col Turco, fu torturato,
stretto illecitepratiche
accusato di aver
di carcere
condannato
ad un anno
e poi esiliato a
di partireper l'esilio,
Candia. Prima
supplicòil padre,
spose:
Il doge ridoge di Venezia, di farlo ritornare in patria.
tutti i
Jacomo
non
cercar
9.
—
»a,
più
MoLMENTi,
e
obedissi
altro.
/ Banditi,
ecc.
a
quel che
vuol
la terra
et
130
Banditi
I
delia
di Andrea
nell'animo
terna
è
infracidano,
facile ad
anche
giustizia,
condizioni
corrotta
raccolto
nelle
fra molti
menzione
si trova
dalle cronache
la forza
non
1638,
Nel
si
non
ucciso
era
poteva
di
la promessa
vana
il
trovato
avesse
dalla
dizione
tra-
volle forse incarnare
1500).Un
donna
e
giovane
toltole
per udire la
sua
uno
Vane
trovare.
casa
Suo
Avogadore del Comune,
ed egli stesso chiese la
molti
condanna
taiéli
parole:Im'pichélo,
dinnanzi
padre Andrea
la tèsta* E
(12
una
al Senato
come
Pubblico,
con
figliuolo
la condanna
gio
mag-
ba^sà
Morosini,
il Ministero
del
chi
a
anni, al
Morosini, avendo
esercitava
micida
l'o-
ricerche,
del Sanudo
zoiello^fu condotto
sentenza.
le
quattromila ducati
nei Diari
di
gistrati.
ma-
gentiluomo, e
un
colpevole.Dopo
(») Il fatto è raccontato
è
documenti, ma
questo fatto la circospezionedei veneti
in
le
e
sentenze
sue
confermato
popolare,la quale
neta
ve-
questo esempio, di
nei
e
la
non
efficace,
poco
Scemò
insipiente.
ne
sagacia.Valga
non
resero
e
ruzione
cor-
le circostanze
quando
intendimenti
o
la falsano. Ma
o
sociali là
fu ne' suoi
cui
timore
infoscarsi;
Fammutiscono
0
la
Morosini,richiedente
in tempi difficili,
giustizia
quando glianimi
La
ne
Veneta
^^)
figlio.
del
la condanna
Eepuhblica
queste
fu
guitaese-
132
I
fu
data
però
Banditi
metà
la
di
della
Bepubbìica
della
abbandonare
Veneta
coir
taglia
per
ingiunzione
il
sempre
ritorio,
ter-
veneto
f*^
(1)
nelle
di
11
sue
conclusione
minazione,
Giovanni
conte
(Nov.
Novelle
:
E
Venezia,
tu
Da
Schio
V,
Venezia,
dovevi
gran
in
senno
raccontando
1865)
fama
?
perire
fatto
questo
esclama
di
a
spietata
guisa
do-
Sesto
Capitolo
I ministri
il
e
del Governo
Capitanodi
e
il
-
Un
omicidio
Verona
nel castello d' Illasi
L'assassinio
-
Luogotenente di
Udine
-
La
del conte
cano
d'Ar-
del Podestà
morte
di Caneva.
nella
Se
così gran
quali neppur
potestàdei
la temuta
dalla
malfare
volte
il malo
avrebbero
e
fino
taluni
del governo
odi
e
Per
dei
da' suoi
esempio
dovuto
tenersi
nimicizie
ministri.
veniva
a
di fatte
l'ufficio altissimo
principaliattori,
per
da
ogni
pre
sem-
non
Anzi,
molte
quelli
*
che
dignitosie tranquilli,
magistratie
correvano
ad
del governo,
lontananza
servito
ben
comoda
prendeano occasione
gistrati
ma-
uomini
potea rimediare,nella terraferma
scellerati
mero
nu-
dini,
disor-
e succedeano
brigantiblasonati,
di
ai
capitales' incontrava
una
ministri
e
le
uflBciali
vita esecrabile
ricevute
e
e
fra
offese.
pe '1 casato
d'uno
tragichecircostanze.
1 Banditi
134
Veneta
Tiepiibblica
potrebbero fornire
che
quelle bieche
ballate, di
frusta
novelle
cui
argomento
o
a
di
una
quelle tetre
ebbe
di
1592, nel
nel
feudo
Verona,
Nella
del 24
mattina
di
d'
Santi,massaro
due
alla
riferito alla
si trovava
in
morto
d'arme.
A
Pompei
era
diceva
(1)
e
Questa
"Ricerche
quasicon
Andrea
amici, a
truce
le identiche
parolein
detestahili fatti si propone
costume.
narrato
un
Pavea
non
il Grifo
stato
Ginevra
sassinato
as-
Pompei.
corse, insieme
rintracciare
(Torino,Bonx, 1892) ma
andato
d' Illasi,
fosse
di Santi
istoria ho
quanto
e
Santi che
del
dalla stessa contessa
alcuni
ammazzato
stato
brolo del conte
un
pubblica voce
Il denunziante
denunziare
niva
quarto d'ora, ve-
un
moglie
drea
An-
Verona
del Grifo
casa
seguirlo.
Dopo
a
la
Girolamo
del 22
la mattina
con
conti
1592, compariva
Illasi,
per
GregorioGrifo,uomo
che
dei
di
giorniprima, fosse
si diceva, il conte
e
dicembre
criminale
alla cancelleria
forzato
castello
XI. (1)
secolo
messer
contato
rac-
che risale al
Pompei, illustre famigliaveronese,
come,
tapta
d'essere diffusamente
occorso
in quel
Illasi,
di
una
a
il romanticismo
dovizia,merita
il fatto
d'
della
nel
il
cadavere,
volume:
potea non
Studi
ripeterla
lihro,che col racconto di
dare unMdea
dei
tempi
e
del
Vòo
CapitoloSesto
in
immerso
nella
chiesa
Il 26
lago di sangue, e lo trasportò
del paese.
dell'ospedale
un
dicembre,i Rettori
perchè vedesse
quindiciferite
chiamata
mesi
cadavere
di
e
incominciò
a
ciasse
incomintrate
riscon-
di
e
pistoiese
celliere
can-
e
stile,
Grifo,moglie
dire
nei
come
passatiVirginio Orsini,governatore
Verona,^^^
venuto
avuto
di
campo
di
castello del
nel
villeggiare
a
Girolamo,avesse
conte
ragionare
signora coìitessa Ginevra. Pare fosse quello
con
la
un
curioso
modo
di
detta della
a
mandò,
insieme
ragionare,
giacché
pre
sem-
—
vedova
disimpegnare
conte
il
col
siw
volendo
—
palazzo
Grifo,la
quale,poiché l'amore
la
il
furono
costituto Giara
quindi a
essa
dell'ucciso,
il cadavere
Sul
il processo.
mandavano
al
spiattellava
il
Verona^vi
a
Ginevra,
contessa
è
delle donne
di
compagno
signor
liero,
ciar-
fetto
viaggiol'af-
che portava all'Orsini.Gregoriorisposesubito
:
0)
tana
Signora^non
—
VirginioOrsini,del
e
Fiandra
fV qtoestacosa
ramo
perchè casa
dei marchesi di Lamen-
principideU'Amatrice, dopo aver
sotto gli Spagnuoli nel 1583, fa
combattuto
al
in
servizio dei
Veneti. Nel
Fu
in
1589, fu fatto dal papa governatore di Ancona.
ripresoal servizio veneto nel 1591, e nel 1594 seguì
Ungheria
in
era
il duca Vincenzo
soccorso
I di
Mantova, che
degliImperlalicontro
generaledella
cavalleria straniera
i Torchi.
si
Nel
in Francia.
era
cato
re-
1596,
/ Banditi
136
Pompei
ha
non
della
mai
avuto
lei di rimando:
Ma
tentar^ percìièV
posso
far di
ho
contentato
mondo,
arrivato
appena
della contessa:
sta
Angelina,la
s'accorse
che
padrona
tutto
il Grifo
e, forse
lui,se
giorno il
conte
armati
di
la
—
—
Ma
A
in
entrarono
castello,
una
degli uomini,
sassinamento
Illasi ;
ma
Ginevra;
et
una
voce
a
mini
uo-
nella
letto
malato,
am-
Compare^bisogna levar
cui
Gregorio:
ben
e
a
altre
qual animo.
stanza,dove
Il
scuse.
Giunti
erano
al
postati
ap-
alcuni, anche
dalla strada
che
Sono
—
seguire il conte,
e, secondo
e
bel
un
molti
con
si trovava
ci volevano
con
può figurarsi
la contessa
buona
era
non
entrò
d'archibugioe pistole,
Grifo fu costretto a vestirsi
ognuno
moglie.
Girolamo, insieme
disse il conte.
—
sua
Clara,risolse
la
in Verona
Gregorio,che
impotente.
la
e
svignò a
forse di paura.
su^
dormì
gelosiadi mestiere,riferì
per
il Grifo che
aria per
qualchecosa^
segretidella
nei
era
a
della contessa,
cameriera
il confidente
Avvisato
rola;
pa-
zione
raccomanda-
quellanotte
conte, il quale,secondo
al
di uccidere
camera
in
—
la grossa.
ha, e
aggiunse
non
Se tu sentirai
ti movere
non
quieto^
non
Verona, si cacciò
a
—
che
fatta capo
forse deirultima
memore
—
vogliocon-
lo
ancora^
Cosa
—
di
nelV honor,
tarra
Compare^
—
manco.
Gregorio,uomo
e
letto,
BepuhhlicaVeneta
disse:
si
sentì
il
0 Jesu,,.. et
CapitoloSento
lo
il conte
c/i'el era
corte
ancliora
brolo fuori della
nel
in
fecestrapegar
137
vivo.
Questa la deposizionedella
su
la
per
del fatto
voce
conti
Per
anche
giù
era
dai
le vie
della
Verona, dove
in
corsa
formicolava
principali
si facevano
alcune
e
folla,
Tanto
che
la
et
cosa
primo aspetto.Il
scrivevano
la
chiara,come
dicembre
31
al serenissimo
intorno
lo
ciò ch'era
a
potevano
1592, i Rettori
principedi Venezia,
Poiché
del
VirginioOrsini
fondamento
passato il
alla
successo
mezo
di
quelli
riusciti
a
fallaciragionamenti
conte
però
Girolamo,fatta alla
capitano Carlo de Ferrari.
nuovo
del conte
col
la verità
della verità si trova
deposizionedel
presenza
per quanta
fossero
non
li sempre
popolo.L'accento
nella
con
avvenuto,
sapere^
nulla,oltre
saper
casa.
parrebbea
posta per intender
avessero
sua
parata, lasciò
di questa partenza,come
proposito
industria
frastuono
città.
era
non
tutta
la mala
questi,vista
improvvisamente la
Ma
nel
gridavano crucifige
voci
il capitano Orsini
del
i
il popolo: propositi
sentire
contro
che
Intanto
testimoni.
Pompei godevano di grandissimaautorità.
d'ira
a
mata
confer-
vedova,
negava
nore
l'offesafatta all'o-
Pompei, questi,desideroso
di verità si sapesse
di
come
questo fatto^risolvette
che
fosse
rarlo
nar-
con
non
giustizia,
protesta però ch'egli
138
I Banditi
intendeva
si dovesse
maniera
alcuna
per
criminalmente
lui
cedere
pro-
che
l'Orsini,
però
contro
quanto aWoffesa per
Veneta
Hepuhblica
della
cavagliero
ricevuta^come
che parerà
d'honore^prenderà quella risolutione^
convenevole
in
il conte
tale. L'Orsini
caso
Girolamo
all'intrinseca
e
favori
amicizia
in
diabolico
un
levar
Vonore
conte
Girolamo,si
alla
conti
pensiero
pei,
Pomvoler
di
di
valse
e
servitore,
un
lettere
con
servitore
di
cameriera
La
d'arme,
casa^ dal
nella
a
stanza
una
un'altra
che
sorella,
una
bella
levò
gorio
Gre-
di Ginevra.
del
il fatto
allo stesso
Il
suo
postumi rimorsi
«
da
ad
mar
fratello,
conte
mattina, la moglie,nuova
di letto in camisia
narrò
quale,meditando
il
fidentemente
con-
Girolamo
conte
bella et avveduta
con
vendetta,dissimulò
assalita da
«
tutto
della Ginevra.
terrihile
stato
indegno
ma
quale confidentemente lo
confessò
sue
trodotto
quale nottetempo fu in-
sorella
la
marito
antico
Angiolinaraccontò
Pompei,
niera
lei sempre
risolse di corrompere
finalmente
respinto,
Grifo,uomo
da
èssendo
lecitò
sol-
amba-
con
come
detta signora a voler consentire alle
sciate^
Ma
sfrenatevoglie.
guardo
ri-
signora Ginevra^ moglie del
tentò,co^
e
punto
ai tanti onori
e
famigliadei
ricevuti dalla
entrato
avendo
non
—
que
adun-
narra
—
una
sdegno,ma
Lucrezia,
si
quasiinfuriata,
canto
del
marito
I
140
Senza
Banditi
della
Repubblica Veneta
rini
indugi,Tavogadore Marco Guefrapporre
partivaper Verona, istruiva il processo,
quale i testimoni
quelle della
assenti,e
fatto che
erano
Uguale
sposta
ri-
moglie
sua
della
contessa
conferma
di
far sapere
ogni requisitione
et cameriera
in
statuita
la Madonna
sizioni
depo-
le
dell'Angiolina,
e
ad
come
alVhora
ritrouate
si
luogo
nella
tato,
appar-
La
Campagna.
terribile
sua
sero
fos-
fessione
conplicità,
sem-
maggioriparticolari
quanto
con
giàdepostoil marito.
avea
Un
le
fossero.
piìiutile espedientedi
stimò
detto
risposta
settimane
Ginevra
Querini
all'avogadore
avrebbe
al palazzo
in
si richiedevano
parenti che
della contessa
il conte
fanti
i fanti al castello d' Illasi.Avvertito
ebbero
dai
molte
ignorava dove
si
farle
in Verona
n'ebbero
e
da
casa
lina,
Angio-
Querini,giacchei
Pompei,
padronidi
di
e
sere
es-
agevol cosa
vogarlasi presentarono
de' conti
che i
fu
non
alla presenza del
venire
Ginevra
contessa
cameriera,ma
sua
nuova
importantidovevano
Deposizioni
circostanza.
dell'A
aggiunsero alcuna
non
nel
sabato
dopo
sera,
orazioni,la
sue
a
canto
coirOrsini.
che
stanza
Allora
cosa
contessa
e
dopo
essa
si
vide
Gregorio Grifo
si alzò
chiedeva.
e
detto
aver
Ginevra
fuoco,allorché
al
sull'uscio della
cena
era
duta
se-
apparire
insieme
domandò
l'Orsini
al-
141
CapitoloSesto
a
risposeil governatorevenendo
Signora,
—
—
spada
mezza
avendo
—
accolti né
mai
dirle
che
voce
favorire della
si ostina
se
della perditadi
perdita,
mia
si è dedicato
Non
—
Ginevra
tutto
questi i
sono
—
si
che
con
com'è
che
prove
di affezione
Il Grifo allora prese
cercando
rOrsini
dama
soggiunse
mia
fede
ad
di stima.
e
che
non
luomo
gentiebbe
non
—
partealla conversazione,
far intendere alla contessa
cavaliere
pari,ed
un
marito, dal quale
mio
della
causa
—
una
ella,signor Virginio,rompe
lermi
vo-
servigi.
termini
usano
non
che
cavaliere,
un
ai di lei
soluto
ri-
sono
a
sarà
graziasua,
furono
non
lettere mi
messaggi,ne
a
che
veduto
da
essere
non
esservi
e non
disdegnare,
il
avesse
amante
suo
cavalier
—
confederato.
Intimidita da
dai
parte, e forse
suggerimentidi
Ginevra
contessa
una
gli si
non
lamo
—
avrebbe
Macchiato
mandato, a
Ginevra
—
non
al
fosse tolta la
tutti fatti
Tenore
per
e
si
circa
dalla Ginevra, le disse
da somministrare
veleno
se
al fine
si lasciò vincere
un'ora,nell'accomiatarsi
le avrebbe
po' persuasa
Gregorio,la
messer
il quale,trattenutosi
all'Orsini,
arrese
che
un
a
sarà mai
a
mezzo
del
Grifo,un
marito,imperocché,
vita,il
conte
Giro-
,
pezzi.
mio
marito
vero,
—
rispose
signorVirginio,
Banditi
I
142
che
io acconsenta
la
anco
levargli
a
perderla
Veneta
Bepubblica
della
vita,e
ferisco
pre-
anziché veder lui così ingiustamen
mia
perire.
—
E
di rimando
Se
—
Signoriasi
vostra
penserò io
E
l'Orsini:
dal
toglierlo
a
più, l'Orsini
senza
Parendo
alla
poi
mondo
se
in
consueto
fosse
raccolto
se
presto.
—
andò.
Ginevra
che
per
più
del
fosse
conte
tando
dubi-
e
pensieroso,
una
eglia cognizionedell'avvenuto,
mattina,alzatasi
di buon'ora
lo stile del
mano
e
ben
ne
contessa
giornidi seguitoil
alcuni
rifiuta avvelenarlo,
marito
dal
letto,
prese
glielo offerse
e
in
cendogli
di-
:
perchèavendole
levato
merito,e confessando
altri lo
Ed
a
luccisione
casa
domandar
casa
a
da
chiederle
che
mi
a
se
era
Grifo:
del
quella
vera;
—
siete stato
è
vero,
quelloche
ha
mia.
messer
menato
contessa
Il conte
«
che
cosa
(del Grifo),e
sua
Non
io modifico
allora il
nostra, alla presenza
dissi:
che
la
antiquataortografia,
confessato
andò
mio, prima
quali parole, che
con
nella
racconta
tornò
l'error
—
ecco
soltanto
ingiustamentel'onore,la
risoluta
sappia,sono
ammazzi.
avea
dia la morte,
Signorconte.Vossignoriami
—
io
mi
gli
signor conte
lo
alla
menò
Allora
io
gli
Gregorio,che
il
signorVir-
Capitolo Sesto
ei mi
Allora
—
Dio
cose.
rispose:
stile del
che
signorconte,senza
disse:
e
quelloche
stato
son
nella vostra
Allora,vinta
—
a
tirar
lo
con
ha condotto
camera
—
sto
Cri-
un
è
vero,
ginio
signor Vir-
vostra
saputa.
collera, gli cominciai
ad
cominciò
lui
dell'uscio per
alla volta
verso
il
senza
dalla
e
stile,
fessi
con-
signorconte.
la faccia
con
tu
Dio, perdonami; sì,
—
nello
signorconte
esso
del
di
una
Voglio che
—
la verità alla presenza
lui si voltò
fatto
mai
diedi delle mani
vedesse,e glidissi :
Allora
Signora,messer
—
io abbia
Allora
—
saputa mia?
senza
camera,
guardi, che
queste
mi
mìa
Della
ginio
143
andar
Gottardo
servitor antico di
vedendo
che
andar
fuori. Lì
era
nostra,il quale
casa
cacciò mano
fuggire,
ad un pistoiese,
e gli dette non
so
quanti colpi
me
e lo stese in terra. Allora
gli messi attorno
lettate,
collo stile,
e
gli tomai a dare delle altre sti-
egli voleva
fu morto.
fino che
Angelina
funesta
sera
da
parte sua,
in
come
narra
lasciata la contessa
avesse
dire Tufficio. Udì
a
»
poi nella
quella
chiata
inginoc-
stanza
della
di
voci,vi accorse,
vide GregorioGrifo et il sisi affacciò all'uscio,
gnor
padrona
io
li
gran
contrasto
Governatore
die
vidi^ tornai
nella
(etto,
—
un
Prudente
la
et quando
dispogliavano^
mia
cameriera!
camera
—
E
et
andai
a
qui il processo
si
delia
I Banditi
144
ferma,"^)
è lecito
ma
che
sia andato
come
sa
si vedrà
arguire,come
il Grifo
criminali
si
ne
abbia
Veneta
Bepuhblica
finire,
a
in appresso,
pagato per tutti. I processi
esistono:
dell'Avogarìapiìinon
minai
esa-
quelli del Consigliodei
diligentemente
Dieci
le
e
Raspe,
nulla. Il fatto dovea
dato
fu
mi
non
ma
destato
aver
successe^ delle
cose
colpa,ove
non
continua
il
ne
Paruta,scrivendo
«
da
suoi
in
Roma
Mi
disse
Roma,
Si sarebbe
potuto trovare
negli Atti
processo
Verona, che
dal
dei
che
«
certi
a
era
nuto
ve-
questo
a
sulle
tal fatto. Facciamo
che
(i) Arch.
Roma,
non
mancano
di Stato,
16
vanno
tonio
di An-
famiglieveronesi
parlano
alcune
ture,
conget-
adunque
forse di
Quarantia
ottobre
i manoscritti
di
nale,
comu-
quelliche
mancassero
sul
al Maleficio
quella Biblioteca
al 1600. E neppure
Torresani
qualche notizia
Giudici
esistono in
proprionon
1580
(2)
satisfare
»
(2)
ufficio.»
se
posta per
a
per
aggregata
questi contorni,e che
castelli in
cenno
Verona
Iv/iera
a
alcuna.
aveva
si fa
deliberato di viversi per adesso
aveva
di
quali però
more,
ru-
gran
un
giacchenei dispaccidel Paruta
che avea
abbandonato
dell'Orsino,
trovar
1593.
verisimiglianza.
Criminale^
f. 31.
CapitoloSesto
La
T Orsino
questionetra
ed ebbe
colle armi
Il
10
il
e
145
fu risoluta
Pompei
fine cavalleresca?
una
aprile1594, Domenico
Nicolò
Dolfin,
dei Dieci,
Dona,Almorò Pisani,
capidel Consiglio
scrivevano ai Rettori di Verona, chiedendo copia
di alcuni cartelli di sfida,
che giravano per diverse
ciuà^a fiiiedi provvedere in quel modo
che
et
sarà
di
scambiati
sfida,
la
leggi
cartelli
copiadi parecchi
tra l'Orsino
scrive da
aprile,
dichiarandosi agliordini
il 4
che
essere
e
provediatedi
per
Et
Asti al conte Girolamo
suoi
«
quindicigiornistarò
a
vostra
campo
perciòmandate
troverà appresso
il concerto:
che
che gli si
cavaliero,
il duello
non
don
il Ser.™°
userà
avuto
Medici
Repubblicaporta
10.
—
MoLHENTi,
l
stima
alle loro
Banditi,
ecc.
»
che
luogo,giac-
scriveva
ai Rettori
i
signoriVirginio
passare per quella
città,fossero compiiti in quel
farli certi della molta
sta....
richie-
di Mantova
cortesia.
aver
dovendo
Antonio
transito,
legittimoprocuratore
neiragoslo1595,il Senato
e
tutte
prometto, sotto paroladi
deve
Verona,come
o
a
arbitrio,
tutto
per
Orsino
io
a
mi
di
avendo
non
sicuro
che
Ma
sino,
Pompei.L'Or-
nelFarmi,accettando
quelle che voi dite a mio
parte di
che
il
e
dire
o
la
delle
osservanza
quieteuniversale dei sudditi. Dopo dieci giorni,
i Rettori mandavano
di
la
bijsogno
per
et
modo
che possa
che
delVaffettione
particolari
persone.
146
«
Banditi
I
presentereteanche, » continua
Li
Senato, « di refrescamenti
50 tra tutti due.
Il povero
»
parte del
la
di ducati
il valore
per
^i)
,
Pompei,
conte
si fosse
se
potuto veder
Verona, avrebbe
in
Veneta
B"puhblica
della
trovato
trattato
con
refrescamenti il suo odiato nemico.
Ma
qualche volta
saldano
partitesi
le
sulla terra,giaccheTOrsini,dopo
Vili
Clemente
e
miserando
(1) Arch.
(2)
la
e
spettacoloin
di
^2)
Roma.
stato, Senato, Secr. I. R.,
VirginioOrsini,generaleal
soldo di
alle Grotte dalla milizia còrsa di papa
nel 1597. Suiruccisione
deirOrsini
«
Per
pagare
scudi
3000
farà il Cardinale Clemente
di haver
«
riere della nostra
in
Clemente
mano
premio
provincia della
di chi
legato,scudi tremila
ordinerà
de
ciso
uc-
Vili,
menti,
questidocu-
et
che
recognitione
Mentana.
Cerasio etc. ordinarete ad Aless.o Doni
Mons.r
paghi
Francia, fu
distributione
la
Virginio della
ammazzato
122.
in Roma:
secondo
per il
e.
curiosi
sono
trovati nell'Arch. di Stato
di
fu fatta pubblico
testa
sua
tenti
agli in-
dalle milizie
IV, £u ucciso
di Enrico
bato
pertur-
aver
servire
ecclesiastico,
per
lo stato
anche
Marca
theso-
(d'Ancona)che
il Cardinale
S. Clemente
buirli
per sborsarli et distrialli soldati còrsi ed altri secondo la divisione da
moneta
farsi dal detto
Legato,quali se li fanno pagare per premio
di haver ammazzato
et recognitione
VirginioUrsino dalla
Mentana, che cosi pagativogliamo gli siano accettati et
fatti buoni
palazzodi
nelli conti di detta th«soreria. Data
Monte
Cavallo, questo di
«
20
Clemens
nel nostro
settembre
Papa
VIIIs
1597.
»,
/
14S
Banditi
della
della
secolo
Xeirullimo
prestar fede
senza
di
parecchireggitori
furono
Repubblica
i cattivi esempi
più frefjuenti
Anche
Veneta
Bepubhhea
a
che
l'alto.
dal-
venivan
chi
vuol
Terraferma
gere
dipinbecilli,
im-
come
ubbriaconi, dediti agli
inetti,biliosi,
di
mancatori
aìnorazzi, lussuriosi,
^^" non
si
però che, fra
può negare
ve
non
numero,
il
grande
tristi
stati alcuni
siano
ne
sini,
fede,assas-
e
corrotti.
Gussoni
Tale,ad esempio, il patrizio
di Udine.
Marito
di
gentile,arse
donna
a
gelosia del
d'Arcano, che faceva
gotenentessa, la quale pare
occhio
Una
il
di carnevale
sera
al Castello
via
ritornava
a
a
un
la
sua
piedia
certo
del
vedesse
sua
teatro,
e
la rappresentazio
gnata
accompa-
il d'Arcano
dama,
casa, essendosi
madre
di mal
servente.
I7'27,finita
maggior
padre, a
suo
A
alla Look
assidua
non
e
Francesco
giovane ed elegantecavalier
nel
ne
bellissima
conte
corte
una
nente
luogote-
e
unito
alle
se
per
sue
punto, dilungatosidi
relle.
so-
pochi
passi dalla comitiva,T infelice giovane fu,
tra
le tenebre
da
un
che
il
nascosero
colpo di pistola.Tutti
Makchesi,
al Senato
Le
Veneziano.
Beìaz,
dei
ad
sicario,ucciso
una
voce
ta)
accusa-
Luogotenenti del
Udine, 1803.
Friuli
140
Capitolo Sesto
del misfatto
rono
si
agitò in
modo
in
in
il
da
un
Gussoni,e
anno
il convincimento
difetto
serie prove
Negli ultimi
piccolo paese
del
nei
della
anni
fu mandato,
Friuli,
cosi
chiamati
dove
ebbero
Repubblica
di
il castello
Corner, podestà,uno
podestà
un
1790, Pietro
nel
di
contrada
del
avvenimento
«
dia:
«
dei
morte
non
si
con
del
del conte
da
particolari
una
sue
l'autore
ardiva
Francesco
Lucrezio
Palladio
accenna
ricca
e
dalla
parlarne.
»
nei
è narrata
suoi
possedutidal conte Gropplero in Udine,
Goldoni
in Udine, Udine, 1889.
v.
La
con
Diari
con
casa
era
comme-
dell' omicidio ; vi
d'Arcano
ar-
(cap. XVI)
antica
i
vano,
racconta-
ad Udine,
Memorie
e
ria
mise-
il Corner
fucilata neir uscire
ninno
Barnaba,
della
paese
si trovava
gentiluomo di
conosceva
ma
sospetti,
1727
nelle
«
ucciso
un
Cesare
tutti i vizi
cinquantanni fa, che
qneste parole: Un
stato
San
connubio
I vecchi
Goldoni,che nel
truce
di
mini
pubblico quei gentiluo-
dal
nascono
colla vanità.
un
sollevò
quei nobili harnahoUi^
di
dalla
case
difetti,che
«
il
di Canova
la terra
e
decaduti,nei quali erano
al
condanna,
di terraferma.
governare
(1) Il
facendo
ma
giudici,
la
cando
man-
non
mezzo,
legaliper
Tuccisione
remore
A
e
rinchiuderlo
a
fu liberato. ^'^
Gussoni
gran
chiamare
ri-
obbligarela Signoriaa
fretta il
prigione.Dopo
città
la
Luogotenente, e
erano
tragica
molti
inediti,
Joppi, Carlo
150
/
rivo
Banditi
Caneva
a
stava
Repubblica
seguitoda
usciva
ne
nella quale
lettiga,
una
nella
che, portata
e
cominciò
Il
mai.
farsela
a
a
Una
fare il
Giacomo
Poletto
Stella,fra
del
i
contado
corteggiar le
Lucchese
Giovanni
Caneva,
lui in
donna
dall'ostessa,
rissa si
accese
uccisero
il
Un
osteria
al
furie
i
gravi
versi:
i tre
non
mancano
si
circostanze,
del serenissimo
da
colà la
giovinastri
di
tre villani !
per far montar
occorreva
fu
E
mandata
soldati,i quali
incendiare
signor Giambattista
Tira
Scacciati
più appartata,e
Decemviri.
compagnia
z' altro volevano
liete
carono
podestà,attac-
risoluta,andarono
e
ammazzato
sulle
che
detto
podestà.
più di quel che
muse,
Conte,
gelosia,o
osteria.
punto che
patrizioveneto
grossa
gazze,
ra-
giovanotti
da
del
una
forte
C'era
una
focosi
mossi
o
dalla signora amica
istigati
briga con
detto
Battista Falcin
più scioperatie
tutti in un'altra
giunto,
giovanotti del luogo,
Pietro
e
di
podestà,
Corner, appena
coi
bero
conob-
gradasso.
certi
sera
del
casa
frequentare le osterie,a
a
Veneta
signoradi Venezia,che pochi
una
non
della
mai
il paese. Perfino
Doge
le
nelle tristi e nelle
commossero,
Caroldi
sen-
e
tentava
con
fra altri il
di
placar
questi brutti
151
CapitoloSesto
Placati, 0 Prence
ira tua, che
Cessi
Miseri
Chi
sa, che
è
Errammo,
Non
Ma
chi
Farsi
Ardir
; della
interdetto
fu
vedemmo
agli empi
venne
Sol ^ori
;
E
mancò
non
che
ritornello
in
orrore
muova
un
fallir
neppur
da
mentre
e
il Poletto
erano
a
e
il
faceto,
castigar.
di
i
là
dai
confini
dopo qualche
birri,
una
di
sagra
Stato,li
ebbe
Lucchese, che
parte
popolana, un
i Veneziani
scapparono
Stella,che
e
la satira
così:
farve
territorio dello
il
poleo
dei Luterani,
attirarli ad
e
voti.
afflitto
Peggior
Repubblica,ma
lo
tristo
Canevotti,
I tre omicidi
nel
reo
e
Barbari
A
seppero
al fato
si cantava, tra il serio
Verranno
della
campo
dell' altrui delitto.
cominciava
e
paese
lo scampo,
autor
funebri
onor
popol fido,che
per
lampo.
egri,atterriti,immoti
offrimmo,
Perdon, pietà; ti
Sol
inciampo.
della feral vicenda?
maggior
Ahi 1 deir illustre Estinto
Tuo
il
potea sul sanguinoso
men
fa
punitor sospenda?
tragediaorrenda
il fulmin
ver
bontà
tua
a
già
Noi
noi!
ali I la tremenda
Aagasto ;
ebbe
parte. Furono
paesello
un
attaccarono
una
pallain
il
e
pettotrapassato
presitutti
il Lucchese
rirono
fe-
paccio,
pol-
un
a Venezia,lo
trasportati
persuasero
mese,
e
tre,
Stella
moribondo
152
a
confessarsi
tal
forte
fra
Marco.
Il
Il
confessione,
colonne
della
lo
statara
e
che
nel
aveva
»
e
non
i
portava
contado
che
chiese
ragazzino,
veneto,
nel
che
corti,
lo
mai
Stella.
estrarre.
«
Era
nn
ricordo
Un
la
palla,
1878,
nel
di
uomo
una
San
caduta
morto
come
fosse
cosa
polpaccio.
rispondeva
potuta
calzoni
di
"^^
liberato.
SteUa,
allo
cato
impic-
alla
e
Caneva,
di
fu
piazzetta
fu
disse
dis-
non
e
carcere,
Stella
Chiaradia,
Simone
che,
in
morì
in
Venezia
a
Lucchese
il
sua
Poletto
cav.
salvando
Invece
compagni.
ma
Repubblica
narrava
hirri,
a'
la
due
le
Veneta
deirassassinio,
entrambi:
da
tempo
vita
la
guarirono
(1)
Eepuhhlica
autore
modo
della
della
JHanditi
/
grande
in
usava
specie
di
della
tiratagli
quel
ciolo,
noc-
nissima
Seredai
Capitolo
della
I banditi
Marca
della
Trivigiana e
Terraferma
ai
riconosceva
Lega
di
solo
guerra,
città,in quel
a
vicini
delle
mata
libero
estendere
e
colla
«
Alemanni,
«
uguale
veduto
e
di
che
fatto. La
sui
tori
terri-
delle
armi
capitaledella
1227,
«
Ho
le terre
alla Marca
di
impero
propriaautorità
virtù
non
all'
struzioni
co-
mosa
ani-
scriveva:
lia,ho
propri
volse
Triviglana.Nel
«
comune,
rinascimento, si
la
leggidivenne
Buono
a
restando
nome
dei
fatto parte della
cittadine,munirsi
supremazia pitidi
una
avea
indipendente,aver
magistrati,milizie
da
peratore
cui T im-
Tesercizìo
Pontida, potè governarsi
acquistare un'azione
province
altre
(tt83),per
comuni
regali,Treviso,che
diritti
di
veneta.
di Gostanza
la pace
Dopo
Settimo
mi
fu dato
la bontà
chia^
Marca
teo
Mat-
il veneziano
percorso
dei
e
parte d'Ita-
Franchi
trovare
Trivigiana,per
e
una
degli
parte
ricchezza,
154
potenza
«
Tra
della
Banditi
I
*
altra
pgni
e
dei
l'agitazione
traffichi,
dei
cure
delle
e
fiere,s'intrecciavano
il culto
tutti
E
le fontane
siede intra
coi
e
castelli
valsero
pellativ
l'ap-
al paese,
amorosa
Rialto
di Piava
(2).
fazioni
di
dentro,
le città
sanguinose con
potentisignoridel contorno, dove
in tanto
Muratori,una
feroci,e
e
delle
discordie
erano
detta del
di Brenta
umori
malvagi
s'accendevano
e
valleresche
ca-
bellezza
alla
e
cati
mer-
vano
prosperitàe grandezza,ribolli-
fra tanta
i
al valore
gioiosa
marca
che
vicine
^^K
»
feste
le
che
leggiadri,
quei costumi
di
Ma,
più desiderata
cosa
imprese guerresche,la provvisione delle
le
leggi,le
e
Veneta
Bepubblica
alte
come
numero
da
selva. E
quante mischie
debbono
aver
alle
mura
sembrare, a
le
sonato
agli urli
mescolate
grida dei vincitori,
intorno
i
dei
riti,
fe-
Romano, di Gollalto,
di
Montalbano, di Cornuda, di Camino, di San
di
Zenone,
di
Asolo,di Valmareno,
di
Orgnano,
di
Scorze,diOnigo, di Gordignano,di Lorenzaga!
Quantunque
del
Comune
riconosciuta
Trivigiano non
(i) RoLANDiNUS,
It.
avessero
Chf,, lib. II,
Purg.,
e.
IX,
v.
Signoria
solo i minori
e.
10
Scr.,Vili).
(2) Dante,
la
26, 27.
(MuEATOBi,
feu-
Ber.
I5t)
Banditi
/
«
del
«
bricato
«
belico di
«
fortissima torre,che faceva
«
tutto
«
zione
Signore,che
città
bando
dal
castello
Padovani, i
si
e
Vicentini
dopo
dannava
con-
e
i
a
sere
presi,d'es-
fossero
di cavallo
coda
rispose uscendo
infestando
per
le
e
gliuole
fi-
co' suoi
i vicini. I Tri-
i
e
Friulani,e tutti
della
al castello di San
tre mesi
sieme,
in-
Badoer, podestà di
Marco
dal desiderio
Treviso,animati
si avviarono
il popolo
collegaronocoi Veneziani, i
guidati da
di
vendetta,
Zenone, lo presero,
assedio,e
dei
fecero
nanzi
inscellerata strage.Decapitarono,
Romano
agli
dilaniarono
occhi
le
di
del
padre, i
un
cavallo
fu
l'esercito,
vive
e
ridotto
giorniseguentialla
fanciulli
le due
membra;
abbruciate
moglie furono
alla coda
se
pena,
Alberico
vigianiallora
muni-
degliEzzelini
poi impiccati,la moglie
e
per
la moglie e
perpetuoAlberico,
trascinati
arse.
I
pompa
e
pronunciavasentenza
di tutti i beni
i maschi
tutto
se
Podestà,rannate
di campane,
suon
di lui,con
figliuoli
Da
nell'om-
bellissima
una
di
e
»
il
Treviso
a
a
armati
stanze ;
quello s' inalzava
d'ogni sorta.
di confisca
la
molte
quel contorno, piena di molta
Intanto
a
ogni magnificenzafab-
con
copiosodi
era
Veneta
Repubblica
della
:
e
e
figliuole
ne
la
Alberico,legato
trascinato
informe
a
traverso
cadavere.
carnificina furono
spesi
CapitoloSettimo
dairesercito
San
Zenone
nel
radere
quellidi
e
157
al suolo
Romano
il castello di
di Fonte
e
poco
discosti, t^)
Ritornato
in Treviso
il
Da
i
Camino,
il buon
formidabili
0) La Cronaca
di Pietro
«
«
«
tutto
«
più
non
li boschi
«
sto
«
«
«
fautori,
Fonte, facendo
nel contado
avversari.
e
le
case
Il Caminese
zelino,
Gerardo, contemporaneo di Ez-
con
«
per lo esercito
strascinato
«
«
coi loro
tadino
cit-
Posero
sbaio
uno
lugubre brevità:
di legno in bocca ad Alberico.... poi in sua presentiagli
furono ammazzati
tutti sei li figliuoli
de
: li cadaveri
li quali furono tagliatiin pezziet gittatiper tutto lo
in sua
essercito. La moglie et figliuole
presentiaabbruciate: egli posto a coda di un
cavallo fu quel giorno
narra
«
rocche
città dei
Castelli,
tumulto
un
li sconfisse presso
poi distruggerele
«
in
Castelli,li fé' bandire
finalmente
de'
1284, capitano
nel
Camino, nominato,
i
«
col
Ghibellini,
di Dante.
Gherardo
generale della città,vinse
in
fra i
bianchi,da Gherardo
di
nome
pullulav
ri-
rinascevano
discordie,
civili
i contrasti
Guelfi,col
Il Da
e
reggimento
di rossi^guidatida Gherardo
nome
e
dello
seme
ardenti
il libero
1260.
e
talmente
infranto
cbe
si discernea ; et le
pasto dei
per
Il
reliquiefurono gittatene
lupi,questo fu a di 24 d'ago-
seguente giorno
a
del
furor
popolo fu dato
principioa rovinare il castello di San Zenone, il qual
fu in pochi giorni fin su li fondamenti
rovinato. Dopo
il medesimo
del Pedemonte.
fu fatto
»
a
Eomano
et
a
molti altri castelli
158
Banditi
I
il governo
resse
della
B^mbblica
Veneta
per
ventidue
anni
perspicaciain ogni negozio e
astuta
i
in sollevare
i
poveri,da
ai
amici, ai quali si
del
benefattore
il fondamento
Torbido
invece
di Gherardo:
benigno
dagli
mente,
soverchia-
popolo,e da poter porre
dei
il governo
glia.
fami-
sua
figliuoli
Ricciardo, primogenito,superbo
(1312); (^)
arrogante,fu spento da congiurati
Guecello, fratello
al bando
messo
e
da
contesa
contrada,da
a
di Cane
signoria.
travagliata
sotto la
casa
della
delle
emulazioni
dalle vive
si pose
di
ma
libertà,
sua
dalle armi
Minacciata
Ricciardo,
taglie
batcongiure,tumulti,ribellioni,
contrada
da
di
successore
dopo pochi mesi
la
riacquistò
Treviso
e
rare
ono-
le comodità
principatonella
del
e
salutato
esser
mostrava
tale liberalità
ricevere
somministrare
in
forastieri,
necessarie
e
in
depressi,
tale
con
a
casa.
Scala,agitata
parti,la
protezioneimperialeed
città
ebbe
a
governatori
per alcuni anni i Conti di Gorizia.
Nel 1329,aspre lotte e ostinati assedi fecero cadere
sotto gliScaligeri,
Treviso,che,dopo dieci
(i) Alla
superbiadi
di lui, ordita da Alteniero
e.
IX
congiura contro
degliAzzoni,allude Dante nel
Ricciardo
e
alla
del Paradiso:
E
dove
Tal
Che
Sile
e
signoreggia
già
per
s^accompagna
Cagnan
lui
e
va
con
carpir
la test'alta
si fa
la ragna.
CapitoloSettimo
anni di mala
Scala
a
fu ceduta
signoria,
Friuli
dentro
contenere
de'
di
alle
andava
fu
Selva,rifabbricato
di
nel
Collalto,
1343
ville dei
Gamposampiero,
Pezzano,
presso
che
nel
lenta
a
datari
feu-
dava
guar-
mura
alle
e
gerli
distrug-
presentasse,come
uguagliatoal
di
che
loro,i
Repubblica
l'occasione si
1341,quando
nella
ai termini
corruccio
non
castelli,
ogni volta
nel
La
Marca.
senso
con
Repubblica.
più facile impresa
fu
della
ruzioni,
brevi inter-
sino alla caduta della
Venezia
della
torri
da Martino
Venezia,il cui dominio,con
durò
Per
159
da
terreno
Tolberto
il castello
nel
1355
Treviso, nel
1378
e
il castello
Schi-
di
Tre-
la ròcca di
Gessalto
e
Solighettodei Gaminesi.
Ne
ai
le
nuovi
più potentifamigliepotevano sottrarsi
ordinamenti,che modificavano
le
condizioni
fondamente
pro-
dei
e
giusdicenti,
quando, nel secolo XV, la veneta Signoria,pur
confermando
lebre
gli aviti privilegiai Gollalto,cestirpelongobardastabilitasi nella Marca,
riserbava a se Falto dominio, Rambaldo
XIU,
giovinettodi sedici anni, sdegnato di veder
vrane,
spogliatii suoi contadi delle prerogativesolasciava
Y Italia,
ed arruolatosi come
ventava
dine
semplice soldato nell'esercito austriaco,
il comandante
Germania
una
nuova
supremo
famiglia.
e
fondava
in
Banditi
/
160
Anche
della
nella Marca
Veneta
Repubblica
imperverearonole atrocità,
furono ordite congiuresoffocate
signoreggiòil furore,
nel sangue
nei castelli
ma
coglisbandeggiamenti
(1355),
o
non
trivigiani
tanti abbominevoli
quellidel Friuli,
in
così
ereditarie,
le vendette
menli
da
i mutamenti
e
commisero
distrusse
di
la
popolo,a
cui
patrizio
veneto,
l'immane
il veneziano.
Infatti
un
dente
pru-
Badoer,
un
Treviso
e
dava
coman-
la nefanda
si sarebbe
compiuta,senza
il tacito
Venezia,che
faceva
cittadini nelle città
lotte tremende
e
per
a
intento
Tempesta
e
gli Az-
nel secolo
XIV,
quella speciedi dispotismodinastico,
comunale,
zuffe tra
vicine,
ravano
supremazia civica,mi-
s'impiantò in molte
libertà
timento
assen-
quindi assoggettarsele.
fra i
la
gedia
tra-
eleggereappunto
zoni,cheinsanguinaronoTreviso
che
eccidio che
uè
confederato,
aveano
a
flagello,
estraneo
podestàdi
era
influenza
acquistarvi
Le
terribile
un
rimase
non
podestài suoi
come
spaventose crudeltà
l'esercito
di
suoi,
famiglia del tiranno,fu vendetta
governo,
per
come
gastigodi Dio,e
un
i
e
credenza,passarono
umana
la Marca
traverso
sì
e
ribili
ter-
facili i tradi-
di parte.Ezzelino
tante
ogni
superare
come
eccessi,
frequentile tragediedomestiche,così
così
che
come
avvennero,
non
parti d'Italia
erano,
come
in
sulla
Friuli,
famigliae famiglia,tra congiunti e
CapitoloSettimo
castellani
congiunti,tra
si
diverse
Trivigianoerano
dominava
che
castellani,
del costume
e
da
spiritoirrequietoe sedizioso
lo
qui V indole
municipioitalico,
là il romanesimo
feudalità tedesca;
in
nel
quelledel Friuli.
del
vinse
bilmente
orri-
fra loro.
scannavano
condizioni del paese
Le
Là
e
161
breve
della
cupa
resistette e
germanico,qui il
predominio straniero durò vigoroso per tutto
r evo di mezzo, e a farlo scomparireoccorse
un
lungo corso di tempo. Il territorio sminuzzato
fra giurisdizioni
la difficoltà
paesane e straniere,
i
degli accessi,la copia dei torrenti,
monti
manze
copertidi selve, le singolaricostula
pubblichefavorivano eminentemente
V indole violenta e
forza cieca e orgogliosa,
instabile della classe dirigentedella Patria.
il Friuli
Inoltre
che
costume
di
mancava
potesse dare
:
ma
capitale,
a
Telemento
provare
Udine
fin dal
impulso
tardi
fu
primo
centro
un
a
più
umano
riconosciuta
suo
nità,
d'u-
sorgere
come
ebbe
le rivalità della scaduta
gli astìi e
estiva dei Patriarchi. "^^ La
Gividale,dimora
mento
corte del Patriarca,
non
rappresentavaun elesocietà di conquiuna
nazionale,ma
(1) Degani, Il
Castèllo
Udine, 22 apr. 1897,
11.
—
X,
anno
MoitMSMTi,/ Banditi
d^Arcano
1
ecc.
nam.
(Pagine friulane^
2).
162
I
delia
Banditi
Bepubblica Veneta
delle
sta, continuatrice
tradizioni
e
scomposto
mancava
Treviso
Invece
Telemento
La
zioni
feudalesimo
altrove
nei
nel
Camino, dove
Da
nella
Marca
ancora
come
imitazione
celebre
1214.
a
attinse
delle
risplendevaanche
quali fu
d'amore
mato
pri-
commerciale.
e
costumi, rimaneva
le
feste,tra
il
penetrata nelle institu-
e
della cavalleria
usanze
libertà
dalla
specie di retaggio.La
una
a
dalsopraffatto
fu
fiorita
cavalleresca,
che
e
prendere
a
vita economica
cultura
meglio
tardò
nazionale,che
prosperitàdi
atta
feudale.
non
e il
civile,
cupo
supremazia
una
l'anarchia
dominare
quel mondo
A
alemanne.
franche,sassoni,
longobarde,
La
del
quella
corte
stello
Ca-
di Gherardo
della
imitazione
nelle
corte
di
era
Provenza,si accoglievanopoeti e trovatori,
dalla gaia scienza^ e
ralleglrata
cantastorie
Orlando
e
dicevano
Carlo
congiungevano
tuttora
come
Magno.
Tuno
erano
di Collalto
poco
Bambaldo
E
le
i miti
gesto di
stranieri si
leggende paesane. Così appare
in un sinistro bagliordi leggenda
i casteUi
Collalto (^)
di
edificato nel
discosto,di San
Vili.
francese
piazze i
alle
il castello dei
(1) Due
in
sulle
e
la tradizione
famiglia:
questaprincipesca
1110
Salvatore
da Eusedisio
eretto
nel
tro,
T, l'al1306
da
I Banditi
164
Altri fantasmi
da alcun
senso
melanconica
le
mura
della
BepuhhlicaVeneta
femminili,circondati
di terrore,
ma
non
già
da un' infinitae
richiamano
dolcezza,
alla memoria
di GoUalto.
una
Sale,dal silenzio dei secoli,
pensosa
col nimbo
bella immagine
della santa
intorno
del conte Tolberto,
la
figlia
quale abbandonava le ampie e ricche sale del
di San
nel monastero
castello,
per seppellirsi
Biagioa Venezia,da lei fondato e dove finì in
tarda età la purissimavita (1262).
Ad altri amori men
santi fu scena, dopo tre
il castello dei Collaito,il bel nido^a cui
secoli,
gelosiale sue quevolgevacon appassionata
rele
vana,
GasparaStampa, la dolce poetessapadodi dolore (1554),
morta
dopo che l'amante
al
suo
capo: Giuliana
Gollaltino dava la
mano
Giulia Torella di
di sposo alla
chesa
mar-
Montechiarugolo.
vita tra quellamura
Che varia e agitata
!
Ora i pontilevatoi risonavano dello scalpitìo
che riconducevano,
di
dei cavalli,
ricoperti
polveree di sangue, gli armati di Schinella,
del casotto le mura
stello
che,nel 1413,sconfiggeva
avito,le bande del capitanoimperiale
FilippoScolari (PippoSpano);ora feste e ludi
cavallereschi si succedevano nella principesca
dimora di San Salvatore,
nel 1599,in cui
come
il conte Antonio bandiva,con
inaudito splen-
CapitoloSettimo
dorè,un
torneo
ire,le
di
minacce
fra
sanguinose,un
generositàcavalleresca
lalto. Per
anche
tempi,
le lotte
e
tilde
Mafigliuola
Scotto.
fra la tristizia dei
Anche
senso
della
nozze
Alberto
col conte
le
per le
165
animava
i Gol-
nel 1585,i
ragionidi giurisdizione,
fratelli Pirro
coi
e
Fulvio
in discordia
erano
cuginiMarzio
senza
vivi,in Gollalto,
cissima
fero-
ed Orazio. Mancato
ai
loro parente, il
prole,un
Giambattista,
Fulvio,per assicurare alla sua
conte
famigliaTeredità feudale,partìincontanente di
Lombardia
cento archibugeria cavallo,
con
e,
passando per lo stato veneziano,giunse al Gaove
stello,
giàsi trovava Marzio,il quale si ritirò
e
fortificò nella
la porta
sotto
preghieredella
trovato
intervenne,fé' dare
nel
Se
che
non
che
per
lo
un
stato
il Senato
forte
senza
numero
senza
stesso
alla
di San
monastero
riparavaa
sto
contra-
il cadavere
esequie,alle quali egli
onorata
e
insepolto,con
Giambattista,ancora
conte
alle
madre, fuggiva
sua
allora entrò
dove
castello,
nel
Bianca
coi suoi fidati
Conegliano.Fulvio
netti.
falco-
Marzio, cedendo
contessa
occultamente
si trincerava
piantava alcuni
e
la notte
Durante
Fulvio
ròcca,mentre
salma
del
lenni
so-
mente
pietosatomba
Bernardino.
Veneto, mal
d'armati
licenza,chiamò
tando
sopporpassasse
a
Venezia
I
il conte
Fulvio
comandò
della
Banditi
166
questimovimenti.
di
il marchese
le
storie
della
poi
mente
valorosa-
anch'essa
non
paia
ap-
stirpe violenta,
una
valore
"2",
per
pubblica
Re-
di Fiandra. ^^"
guerre
come
fede
gloriosaper
fu
presso
questa famigliadei Gollalto
dalle
pure
passare
cognato. Il
tutto lo stato
nelle
a
d'Austria,e
suo
Fulvio,morto
combattendo
battimenti,
com-
con
Mantova
Gonzaga
allora da
il conte
Benché
ora
arciduca
genti,a
sue
Federico
bandì
luoghi
reprimere
per
stratagemmi riuscì
con
quivi,licenziate
arme
Feltro,ed
di Ferdinando
stato
Senato
in
dei
e
dire,
CoUalto,in luogo d'obbe-
Il
la via
ora
ma
di Treviso
di mettersi
prese
Veneta
e in pari tempo
giustificarsi,
a
alla milizia
circonvicini
nello
Repubblica
da
funestata
e
per senno,
una
terribile
stragedomestica. Nel 1481,il conte Vinciguerra
Gollalto fu ammazzato
Carlo
conte
dai
zio,per
suo
naturali
figliuoli
gittimaz
essersi opposto alla le-
fiduciosi
degli assassini,
nel possesso di San
BONIPACTO, Ist,
(2) Fidi almeno
quando
Lodovico
veneziano, anche
Bonapartee lo
angheresi.
per
re
i
stesso
di
dere
succee
li)
bel-
Trivigi,lib.^XII,pag. 536.
Ungheria
CoUalto,
vescovo
di
il forte
Salvatore,
quanto comportavano
d'
del
come
invase
i
i
tempi,giacché
nel 1356
lo Stato
Caminesi, gliOnigo, i
di Ceneda
alzarono
le bandiere
167
CapitoloSettimo
che
castello,
lissimo
domina
Coneglianesela pianura della
Un
altro
meno
remoti,fu
ròcca
di
lini,abate
I
secolo
nel
da
Bagnacavallo,aveano,
in feudo
il castello di Valmareno
Trivigiano,
già appartenente al doge
avito,vissuto
da
schiatta di guerrieri,
una
fra le torri merlate
cresciuto
in
tempi
bisognava commetterle
obbedì
alla
nei
o
sua
tradurlo
Paolo
V,
il
l'abate
patirle,
passò poi
(2) Nel
nelle
carceri
quale
avea
Montello,fa
ana
lini da
Bagnacavalloe
Brandolino.
così
cessario
ne-
Il
Venezia.
con
Ne-
ciava
collina,dove incomindei benedettini
e
di Collalto.
in fendo
al condottiero Brandolino
al celebre Erasmo
Nel
astuzia Gattamelata.
per la sua
rinunciò
per tre mila ducati alla sua
investito
di
cantonio
Mar-
trovò
già avuto
dei conti
giurisdizione
1436, la Repubblica concesse
di Valmareno
Dieci
in antico
in
contado
natura
perversa
(i) Qaest'abazia,posta sopra
il bosco del
del castello
qualile ingiustizie
che, nel 1605,il Consigliodei
papa
Brando-
^^"
Faliero. t^J Nato
Marin
piìicelebri
e
XVII, Marcantonio
di Narvesa.
1436, ottenuto
Nella
il paese di Ci-
tristi
più
venuti
Brandolini,
nel
Trivigiano,in tempi
sovrastante
dei
uno
banditi del
Marca.
teatro di paurose vicende.
Valmareno,
nasceva
son,
del
castello
lieti colli del
dai
nobile
Brando-*
da Narni, dett
1439,
il
o
il Gattamelata
metà, della quale fu
dèlia
I Banditi
1G8
Repubblica
Veneta
ragionidi contesa,pretendevache
nezia
dolini
e
altro prete della
un
risma,fossero
sua
affidati al fóro ecclesiastico ;
il Bran-
il Senato
ma
con
leggi e
rispose spettare al principe dettar
giudicare la gente, e in questo così
chierici
come
fermezza
laici
insistenze
molte
lanciò r
doverglisommessione.
Dopo
minacce, alla fine il pontefice
e
al qualeVenezia,senza
interdetto,
degli atti del culto,rispose
di cui fu anima
con
quell'energiadignitosa,
fra Paolo Sarpi.
Che cosa
fosse il prete Branpoi,veramente
volea giudinon
dolini,che la Curia Romana
cato
dai magistratiordinari,
io non
dirò;lascio
smettere
uno
per
il descriva
fratello suo,
un
del
quale
le
ecco
parole:
Piegò
«
l'animo
a
Brandolino
conte
scandalo
et
padre, violando
nostro
stupore universale
dell' humanità, et
contro
esso
il q. ™
travagliare
prima
povero
con
il debito di
tura
na-
d'ogniragione,promovendo
et de lui tanto
rito
beneme-
difficoltà et pretensioni,
padre ingiustissime
venne
passandoa termini così duri et acerbi,che conegli per ripararsiimplorare l'autorità
suprema
dell' Ecc.mo
pieno Collegio,
per
non
mortificati,
mali
effettidel
Tribunale
il che
furono
suo
se
et dell' Ecc.mo
però del
animo
in
restarono
verso
tutto
di
lui
parte
vani
et
i
la
CapitoloSettimo
nostra, onde
casa
ridotto hormai
infelice
età,trafitto dalle
grave
a
169
finì li
dell'animo
continue
della
di
mezo
a
veneno
sua
me,
pur
suo
in
mi
di far levare
chiesa campestre
Lugato, il quale
'1
co
d' horrore.
riempie
la vita,trattò
fratello,
una
bate
ab-
sia stato autore, cosa, che
ne
morte, desideroso
la
sua
esso
morte, che d'essa
sua
pensarla solamente
Dopo
senza
dalla
da
natura, dalle paroleproferite
al tempo
scio
ango-
giornisuoi, non
sospettoet afflitione di molti,causate
mala
chio
vec-
un
con
colpahaveva
certa
per
in
a
gnia
compaGiordan
da
ser
es-
bandito,dicendoli,et pregandolo instanteche
mente
da lui
ricevesse
stato bandito
poi, che egli sarebbe
borsa di molti
una
ongari,che
rappresentò air bora, et trovandosi poi meco
veniva
caccia,come
volta,mi dasse
alcuna
a
una
il qual Giordano,ricusando,
venne
archebusata,
poi
«
et
riferirmi,
a
Ne
havendo
diede
di
potuto
al veneno,
mano
Mareno
prima
et li diede
casa
ponesse
nostra, come
con
occasione
certa
veneno,
faceva
di
cidare,
tru-
et ha havuto
trattato
con
un
nuto
veforestiero,
ad habitar nel contado
di crudelissimo
in
lungo
Angeluccio marescalco
poco
de
il ferro farmi
con
questo passato carnevale
Antonio
il tutto.
rivelarmi
ampolla
di Val
con
quore
li-
perchèpraticando
famigliarmente,la
certa
cena,
che
do-
170
Banditi
1
della
fare insieme
vevimo
et mi
in
Non
Veneta
scodella di
una
brodo,
facendogliperciòaltissime
avvenenasse,
promesse.
Bepubblica
riuscì né
anco
divina
per
lontà
vo-
questo empio dissegno, poiché havendo
io fatto sedere
tavola
a
che
creanza
per
Angeluccio,né
esso
hebbe
non
servisse,
lendo
vomodità
co-
d'efifettuarla.
doppo
Et
t
Angeluccio compuntosi, et
esso
pentitosicommunicò
presentiagettò sul
abbrugiandosifece
che
alcuno
durò,
cavallo
manifesta
appresento con
già un
et
anno
della quale
pistola,
piazza di Cisone
Per
che
le
con
et
Tanimo
non
vi
puotè
veneno,
Angeluccio
quale
questo fatto,
et innanzi
anco
di
et
che
io
ste
que-
cose
di
molte
sicuramente
non
sone.
per-
mente
chiara-
conosco
è indurato
una
nella
armato
sempre
presenza
mia
sbararmi
rio
nel deside-
privarmi di vita,o
Tesseguirà,
quando
fatto di molti
esso
stare
abbate,nella quale
mezo
tutte
suo
loro
lente,
puzzo-
trattati della morte
va
nella
quali
et affetto di
0
nero
esso
questa mia,
et
insidie,
alla
anco
così
de tutto
prova
certe
fuggìdi quel contado,
ne
lettera ad
una
ultime
se
de
casa
ampolla,la quale
essa
fumo
che
Ano
a
et scrisse
tentò
fuoco
presente.Et doppo ciò
montato
dà
ivi
praticava,et
ove
persone
il tutto in
con
ferro
Analmente
vi provega,
et molt'altri sudditi di
come
ha
quel con-
172
Banditi
I
qualche
salo
della
Tabate
anno
son, fra le colline
cui
su
intento
i suoi
mal
a
potuto sul
aveano
costumi,e
fare.
famiglia.Il
oravi solennità
simo
altro vivis-
dolini,
cuginidel
denti
de
di
alcuni
e
Gison,alla
due
stili
dal
col
urtarono
di
e
gomito due
cagione di
la
tra
Sede
Disp. delVAmb.
carceri
di Eoma.
castello di
il
mio
contese
scoppiasseroin
Contarini
a
Cod.
Alcune
Yalmareno,
nia, 1882.
:
Vecchie
chiesa,poi
sono
sati
pas-
la Sereniss.
B^fnibblica.
108
(Biblioteca
Boma^
o.
MXIV).
storici credettero il Brandolino
carte, trovate
mostrano
come
morto
neirarchivio
abbia
veramente
nelle
del
nito
fi-
vedi il
maggiori particolari
Storie,pag. 83 e seg. Venezia, Onga-
terribile abate. Per
libro
in
una
rono
avventa-
travagli che
et
apostolicaet
Marciana, It. ci. VH,
(1) Parecchi
l'abate
figlidel-
due
si
Sguainati i ferri,
tante
longhi
dei fratelliBran-
gli uni suglialtri,
prima
stato
fino ai
arcobusi
tempio, i
dolini. Bastò,perchè le ire
zuffa tremenda.
conti Bran-
armati
parecchi bravi,tutti
Uscendo
moda.
bravi,tre
suoi
ch'essi
prete,accompagnati an-
truce
stocchi,di
della
maggio 1616,
votiva nella chiesa di
naturali
figliuoli
pre
sem-
nel sangue
del 25
mattino
Ma
di
era
oltre l'abate,
con
quale assistevano,
da
^^^
cuore
Tanimo
Sopra ogni
il desiderio di vendicarsi
sua
Gi-
a
natie,alle falde del poggio,
i casi occorsi niente
mutato
ritornare
potè
il castello di Valraareno.
s' inalza
lui,ne
Veneta
Repubblica
173
CapitoloSettimo
continuando
sul
in cui
noso,
sanguitafferuglio
il
sagrato
uccisi. L^abate
parecchi rimasero
Marcantonio, uscito
sul
cimitero,fu
percosso
da uno
dei
dell'archibugio
tentando
fuggir verso
casa, fu
sulla testa col calcio
suoi
da
cugini,e
e finito con
sopraggiunto
loro
sulla faccia. ^^)
e
capo
La
fu
non
giustizia
della rissa
alcuni
tre, altri finalmente
mesi
al
le calamità
e
terre
storia dei
di
le città
convicine.
tempi
e
VaUis
Jacobo
Citerò
si
in
prova
ricongiungono
tenne
uomini
alto
luogo
la
illustri per
BranAbbas
Maij 1616. Domnus
Mareni, et Ottavius ejus fìlius,una
q. Dni.
Zuanis
trucidarunt, et Mareni
quiescunt (Beg. Parr,
»
contadi,e
die XXV
Comes
Dno.
i
dei costumi.
famigliaCapra, la quale fra
(!)....«
e
quei
provinciasi ripetevano
una
storie di Vicenza
Nelle
se
cati.
du-
cento
fierissimi in
che
episodipersonali,
alcuni
soni
per mesi
pagamento di
infestavano
nelle
cum
tre soldati al
sei,altri
nemici
quiete avea
ribaldi,che
dolinus
condannati
negli altri paesisoggettialla Repubblica
la
i casi
cipali
gli autori prin-
e
loro spese
a
del Friuli per
Anche
severa
sanguinosafurono
mantenere
a
Campo
alla
ferite sul
nove
Brandolini, vicarius
in
Ecc"
della Chiesa
di
S. Petri
Ci-
sepalti
Valmareno),
174
valore
e
di scelleratezza. ^^^
e
Odorico
1591, il conte
Nel
Veneta
Be^hhlica
ingegno, ofifreperò taluni esempi
per
di temerità
da
della
Banditi
I
Almerico
monsignor
Capra acquistava
18,500
per
ducati
la
celebre Rotonda^ costruita dal Palladio. Quell'euritmico
Palladio,per
stesso
dirla colle
edificio,
che, per
è un'armonia
più
delle
misure
trame
oscure
proporzioni
divenire
nostri^dovea
delli occhi
delle
il loco
le
parole dello
delle
e
più
que
obli-
imprese.
editto del
Un
doge
di Venezia
fa sapere
per deliberazione
deireccellentissimo
dei
banditi
di
Dieci,fossero
Vicenza,
Marzio
Odorico
Consiglio
Capra, conte
padre
Capra, suo
come,
ed
altri
ventiquattrogalantuomini. Odorico
Capra era
ardito
il bando
temerario,che
e
Dieci,dimorava
col
la
seguito di quaranta
i
dai
0)
renzO)
e
la roba
mercanti
per
Carré
cinquanta
ville
sotto
nome
1882.
di
d'
nidi,
tiran-
volendo
nari
da-
imprestito."
semplice capriccioavea
e
cari,
si-
esercitando,così
e
agli artisti,
Lampertico, Scritti storici
Mounier,
«
dei
mente
libera-
dopo, crudelissime
bandi, come
basta,ma
Le
o
maggior parte banditi,nelle
levando
Non
Vicentino,abitando
nel
Rotonda, Longara
avanti
ostante
non
sì
letterari,pag
fatto
350.
Fi-
Capitolo Settimo
175
parecchi dai
ferire ed
ammazzare
ed
imputato in particolared'aver
era
«
1644
li 24 agosto
d'archibugiata
impedendo
casa,
formazion
per
la sola
gli era
fatti
un
suo
e
che
il cadavere
pria
pro-
di
non
continuamente, ancorché
più, che
la
di tutti li banditi
autoritàdi
fosse
se
sedur
logo
testimoni
lui
esser
nemico
altrimenti,ecc.
che
i suddetti
azioni
"
guardia
(^^
figliuolo
suo
:
"
volendo
fosse
di
vero
rico-
medesima
come
»
aveano
di
—
suo
pilitosto
figliolo
I Dieci
aggiungevano
commesso
tante
malva-
scientemente, dolorosamente,pensatamente
con
(l) Cit. dal
sua
procurando poi di
franchigia,
stizia
perchè deponessero nella giu-
che
ge
pagare
malviventi, e arrogandosi
nella
assicurargli
di
tal
poi accusato
detto
bandito
e
far
»
sepolto.
della Rotonda
casa
sua
archi-
colonnello,
anche
venisse
pratica con
tenuto
guisse
se-
accolto altri in
Marzio, il padre di Odorico,era
d'aver
non
avergli a
dovuto;
non
sua
prigioneil
tenente
uccidere,facendo
casa
nella
tossicare in
ragione
quello che
Rai-
fatto sbarare
di processo;
altro;fatto trucidare
ucciso
autorità,che
con
bugiate al tale;fatto
sicari,
Francesco
tedesco
sola; d'aver accopato un
suoi
barbarie
Lampertico.
inumana,
contro
la
ra-
/
176
Banditi
gione
delle
come
in
genti,e
fu bandito
altro
Onorio,
nome
nato,
condandue
piedi.Il
delitto
stole
pi-
costui
di
superato, in temerità,quelli de' suoi parenti.
avea
di
causa
Porto,da
i conti
Mentre
vale
dire
a
per
dal
uscivano
d'anzianità,
lui
dice
precedenza^come
maggio,
odiati,per
il bando
rivalità di
duomo,
Onorio
del
grado e
in aguato
alquanti suoi bravi si fé'ad assaltare
con
Porto, che
armi
tre
modi,
appiccatocon
essere
pendenti dai
13
Capra, di
parecchisuoi bravi,e
con
preso, ad
se
tutti li mali
con
^^^
"
processo.
1619, un
Nel
Repubblica Veneta
della
furono
al
di dieci in circa
numero
che
armati
delle
mortalmente
i
d^al-
non
semplici spade,,parte
feriti,
parte
riuscirono
a
ricaricate
fuggire.Onorio,compiuto l'assassinio,
le armi
per
la
Né
in vista dei
piazza,a
"veneti,si ritirò,
di Alvise
casa
simili
a
Rettori
audaci
Capra.
ribalderie
Per
l'indulgenzadella giustizia.
rivolgai
libri delle Provvisioni
vicentino
si imbatte
Il 17
denaro
del
ottobre
a
clavis per
Mastro
(1) Git. dal Lam
1524
Antonio
ipsum
civitate et extra
nelle
datis
et
causa
era
poco
pretesto
che
uno
nell'Archivio
seguentipartite.
si dà
una
funaio
somma
prò
sogis
di
et
fatiendi furchas in
ligandi duos fures..,.
qui fue-
pertico.
Capitolo Settimo
et fatiendi
civitatem^
suspensiet portatiextra
runt
solarolum
super
177
eìrulsifuerunt oculi
quo
quibus"
testibus falsis.
dam
septembre1525
4
Adì
se
fu alla
famegliode Vincendo
Francesco
da
cardia
Schio
cum
capto
furto.Da conti posteriori
appare che la
per
si dava
trenta volte almeno
un
tura
tor-
ogni quattro
mesi.
Il 23
maggio, il
1627
et
al
altro la
un
a
agosto
si compensano
facta,...
per
sticia
19
e
Castelin
testa
talgiarla lengua
de
massera
per far portar li
e
bre
novem-
fu talgiàla
per far
fiorentinet fustigarla
il 14
persone per la ju-
li
dona
una
man
più
e
ordigni da
Domenico
li
cavar
occhi. ^^"
Padova
frequentigliscompigli,gli
le uccisioni,
danne
cone molte
schiamazzi,le ferite,
A
erano
di bando
e
a
si trovano
a
nobili
mini
uo-
di zuJBfe e di morti. Una
rei
studenti,
lapidesopra
date
la porla della Scuola di anatomia
il 7
all'Università ricorda
come,
fosse bandito Giovanni
Battista Tonesio per haver
proditoriamenteassassinato
Guido
et
vuto
(1)
12.
Albanese
Antonio
nel
suo
iniquissima
et
lettor
ca/usa
giugno 1657,
il dottor
interfetto
stissima
publicoper ingiudel
promajori ha-
dottorato.
Vicenza, 1886.
BoRTOLAN, Supplizi e prigioni^
—
MoLUEHTi,
/ Banditi
^
ecc.
178
I
Mostro
Banditi
della
di barbarie
dei
sentenza
10
Bepuhblica
dHnhumanità
e
Giovanni
bravi dal bando
dei
Dieci
sco
France-
quenti
fre-
Antonio
rio
Se-
il fornaretto^
ritratti
pida
ra-
con
Sorio d'età d'anni
Antonio
€
la
commettere
Gambarotto, detto
efficacia:
in
A
Io aiutavano
crudeltà^
atti di
due
chiama
maggio 1655, il conte
Capodilista,
padovano.
e
Veneta
30
moretto, pochimustacchi,senza
circa,picelo,
barba, con
detto
volte
vestito
negra,
gabbana simile; Zuanne
corrotto,con
rotto
destesa
zazzera
Gamba-
solito
fornaretto,
fornaro,o
da
altre
far il fornaro,giovined'anni 25 in circa,
a
grande,secco, pollo castagno,senza barba,con
colare
poca lanuggine di mustacchi.. " Capace di calil Capodilista,
volendo
sfarsi
diogni delitto,
di
Jjodovico
un
la vittima
accompagnare
di
chiesa
nella
Terniinata
la
esci
circondato
predica,il
sul sagrato, e
da
un
con
una
e
alcuni
suoi
mentre
Lioni
nulla
confessione, li sbarrò
spirò Inanima,
tando,
sospet-
bravi, lo colpì con
et
con
dicendo
il Lioni
deva
chiedell'agonia
confessore,
gli si avvicinò
mano,
Padova.
quivi il Capodilista,
fra i rantoli
pistolain
a
schiena. Cadde
et
svillaneggiandolo,
il che
designataalla predica
villaggiovicino
un
nella
un'archibugiata
semivivo
Lioni,ordinò al Sorio di
l'assassino,
rie
iniqua barbaesser
colpendolo nella
havendoli
quella la
testa, per
impeditolcon
que-
I Banditi
180
catturato
della
Ferrara
a
il ravanello,anche
negato il
consegnato alla giustizia
e
veneta, fu chiuso nei
Veneta
Bepuhhlica
Piombi,
Se
fra i tormenti
ostinatamente,
delitto fu assolto
suo
che avendo
non
fatto libero.
e
tava,
Consigliocittadino di Padova decreil 31 dicembre
nella
1661,un monumento
della eroica
sala della Ragione alla memoria
Lucrezia,^^^ il figliodella vittima,
Ferdinando,
covando
in cuore
della vendetta,apla brama
postò
Finche
il
dì il ravanello
un
lo uccise. Ferdinando
dei
Dieci,ma
Corte
in
fu bandito
benevoli
trovò
Combattè
di Vienna.
la
lui
per
tardava
stessa
la
che
monumento,
la
tra
iscrizione
:
Lucretiam
—
Pudicizia
Venerare
de Dondis
Marchioni
bras
maritales
asserens
faces
casto
rosis manibus
dici XXXI
(2)
e
ab
Orciani
tori
soffrendo
dì,più non
crezia,
rappresental'immagine di Lula Costanza, è scolpitaquesta
et victimam
Aeneae
Haec
uxorem.
de Obizzo-
inter noeti
SicqueRomanam
vicit. Tantce
dicavit
anni
Globia, Lucrezia
LocATELLi, Lucrezia
rono
impetra-
s
tene-
tedas, furiales recentis Tarquinii
gloriam
Decembris
viennese
Horologio,Py
estinxit.
banc
salì ai
personaggi
Pudicitiae simulacrum
nibas
cruore
Molti
tro
con-
grazia dalla Repubblica,che
ad accordarla. Un
(1) Sai
Consiglio
Turchi, e
e
corte
e
accoglienzealla
primi gradi della milizia. ^^)
e
dal
valorosamente
Ungheresi,Transilvani
eminenti
via di Padova
una
aram
suse
Civitas
MDCLXL
Lucretiam
Heroinae
temerato
ingene-
patavina Decreto
—
degli Ohizzi, Padova, 1853.
OrologiodegliObizzi. Padova,
—
1886.
181
CapitoloSettimo
r
dosi
indugio,Tesiliato ruppe il confine e avviana Padova,giunto a Sandrigo
presso Vicenza,
cadde
col cavallo
vicino
nel
in
fossato
un
fu ricoverato
e
castello dei conti Sessi. Finché
r infermità
ebbe
cure
gliuola
bella fi-
dalla
amorose
durò
di
del Sessi,Lucilla,giovane vedova
Nievo.
nei soliti romanzi
Come
nella
come
e
vita,fra quei due giovani s'accese
la
fiamma
dalla
d'amore,
la
si sarebbe
podestà di
il fante
Vicenza.
è
non
il lettore
la
graziadel
soliti
accade
se
Il conte
come
inferiore.
"*"
Verona
ebbe
Giovanni
bravi
accorto
Da
chiede
e
lettera
conteneva
—
E tutto finì
—
troppo
marito
nei
come
non
sempre
Nievo
ventò
di-
stenza
un'esi-
l'Austria
governatore del-
triste nominanza
ce)
per le auda-
novella del
argomento di una
Schio (Novella XXII, Venezia, 1861).
Questo fatto forma
conte
già
l'ira
dell'asilo;
degli Obizzi,trascorse
suo
e
s'ode
lettera. Quella
pur
vide
felice
di
pena
ap-
non
Sessi,tra
vita; la vedova
solita
marchesa
A
è
Marchese.
nella
pietà e
sera
l'immunità
una
ne
romanzi,e
Una
seguitodai
solo di consegnare
—
presto
alla porta di strada: è il fante
lo spavento, reclama
ma
lita
so-
promessa
celebrato
fosse ottenuta.
grazia
battere il martello
e
dalla
riconoscenza,seguitadalla
matrimonio, che
del
alimentata
un
182
I
cissime
della
Repubblica
Veneki
ribalde geste il conte
e
Volendo
Banditi
in
egli avere
ricchissima
Giusti.
Procolo
fanciulla della
isposauna
famigliaLeonardi,ne riuscendo
ottenerla,il 23 luglio 1675, seguito dai
fratelli Zenovello
ed
Ascanio
da
e
andò
paratiad ogni rischio,
abitavano
i
Leonardi,
Pojano,ove
a
in
colla
forza,strappò la giovinettadalle
della
madre,
arditamente
di
Anche
La
di morte
Inoltre si murò
in
nobiltà
preso
e
tempo
condotto
altro nobile
e
sue
pag.
Tassini, Alcune
252.
rona
Ve-
fu
delitto,
il
della
città,
una
colonna
d' infamia.
il conte
Procolo
potè
al
esser
^^)
supplizio.
che
a
Verona
fu il conte
violenze
raccontate
patirle,
(1)
la confisca dei beni.
fuori
Giusti,
eretta
crudele
bonifacio. Le
a
e
pubblicare
pubblica piazza di
sulla
quel luogo
poco
Stato.
rei,se fossero presi,
lapide,rammemorante
Dopo
Un
per bando
tutti i
a
distrutto il palazzo dei
e
scovo
Porta Ve-
e
dello
i confini
Repubblica fece
una
braccia
varsi.
complici poterono colla fuga sal-
perditadella
la
San Felice
Verona, varcò
casa
e passando
biroccio,
un
sotto Castel
i suoi
la pena
in
la pose
suoi
mini,
alquantiuo-
introdottosi
e
ad
con
delle
si dimostrò
Rizzardo
sono,
merario
te-
di Sam-
da tale ch'ebbe
forma
piti clamorose
così
ingenua-
condanne
ecc.,
CapitoloSettimo
da invitare
schietta,
mente
distanza
tanta
a
T
nell'animo
Neir
istanza
sventure.
fu
incaricato
di
pure,
sollevassero
non
dal
di
il ritratto che
Rizzardo
gli
e
Maldura
:
altri
e
dico
il causi-
d' huo-
Protettor
«
diti,
de ban-
ricoverator
necessarjagli usi
et
leggi,anco
umane
suoi
fronte dei personaggi
a
pari.» Esperimentatiinvano
debitore i modi
amichevoli,il Maldura,
gli ordini
secondo
dei
delle
costumi, sprezzatore et conculcatore
divine
naro,
de-
Anna
certa
a
le
narra
somma
Sambonifacio
malvaggi,ricettator
gli uni
Maldura
esigere una
Borgondio.Vivo
mini
se
sorriso,
del 1738,il
Nell'agosto
fa del conte
suoi
tempo,
Alessandro
dovuto
Maria
al
così iniqui soprusi.
indignazione
il caual Doge e agli Inquisitori
sidico
veronese
sue
di
183
col
cedendo
pro-
della
tenne
otgiustizia,
dal magistratoil sequestro dei raccolti,
mandò
tal fine l'agentedella Borgondio,
e
a
facendolo accompagnare,
per timore di soprafifazioni,dal pubblico Comandador, o, come
oggi
si direbbe,usciere. Si presentarono per sequestrare
il
raccolto,ma
qui il Maldura
«
«
si cambiò
piombate dalla
scandalosa
e
Gommand.'
di
il raccolto
esso
in
delle percosse,
et con
di bastonate
detestabile
violenza
restituitiin Città
continua
mèsse
una
Co. Rizzardo
»
sopra
con
e
l'Agente
la sola provvista
l'interno
spasimo
184
I
del loro
avendo
eccidio,
Banditi
facio convertito
delia
in
li frutti de
uso
il
uscì
il prepotente Sambonidominio
suo
Sambonifacio,scherniti
danno
senza
e
senza
si trovavano
ne
Mentre
po' perchè
di peggio,
paura
nunziare,
che ardissero de-
caggine
negligenza e dappo-
la
il temerario
tribunali,ne
un
e
altrui. »
giustizia.
pigliava ardimento,
il
nava
Maldura,ofifeso e minacciato, abbando-
povero
la difesa della
di Verona
Pietro
brutto
nel
provvedutodi
di
e
della
le
da eccessive
parte più intima
ma
sino nel
il
e
Scala
Co. Riz-
sue
di bastone
rente
tor-
con
canna
propriemani,
pagnate
accom-
verbali
ingiuriefino
con
delicata,
pubblicoOfficio
avvicina
preliminareun
insecuzione
triplicata
rifuggioe
della
parlarmi, mi
gravissimepercosse
con
piedi
Raggione il
fu il discorso
d' India grossa
il Mal-
narra
»
mato
uomini, dal quale chia-
due
di voler
in atto
sulla fede
a'
appostazione
pubblico Palazzo
sidico
cau-
uificio di difensore.
suo
ritrovai
giorno «
in
«
podestà
il
Borgondio.Ma
Barbarigoobbligava il
continuare
a
zardo
i
terrore
dei ministri della
del
dannatissimo
legittimapotestà
pena,
testimoni
po' per
un
dura
e
beni, passaticon
gli offesi tacevano, per
Un
Veneta
titolo della Giust.* in possesso
e
E
Repubblica
nella
barbara
nella mia
mana,
inu-
fugga
de' Pegni, in cui
salvezza,ma
non
curai
pro-
ostante
185
Capitolo Settimo
anche
quel luogo percosso
in
mi
potendomi piìireggere,
mandandoli
vita
la
e
gittaia
la
atti
il Co. Sambonifacio.
d'
giusto,fece
il
praticare ricorsi
non
né
fiero
Venezia.
vivo
della "Serenissima
ricoverato
esilio dalla
volontario
dell'onor
gato da
mio,
tanto
un
nell'uso del
e
scappato
più morto
Dominante
Patria,dal Foro
necessario
nonché
della
e
ministero
le
ragionidi persona
del giusto commando
oppressa,
della
a
che
col
dalla
vezza
alla sal-
vita,profli-
publico vilipendio,per
proprioonorato
minante.
Do-
causidico,dopo
nella
ma
lagrimantemia famiglia,
di
pubblica Rappresentanza
Pallido,tremante,
sono
la
al Maldura
carpicelodi busse, era
«
mi
alla
ne
scere
cono-
di mantenere
lo sfortunato
Intanto
quel
imparar a
intendere
Tribunali
ai
mente
final-
»
Qualche magistrato,invece
legge e
pietà
em-
narmi
furibondi,esprimendosi docondizione
vita,a
addi-
tanta
con
vita civile. Gessò
la
ingiustizia
dagli
terra
già*
naturale,prostituita
quanto alla di lui crudel violenza
et
non
ripercosso
aver
sostenuto
per ubbidienza
pubblica Rappresentanza.
"
E
per
il Maldura
esser
(1) Arch.
salvato
di
implora Taiuto degliInquisitori
da
ulteriori
Stato,Inq.
di
(')
disgrazie.
Stato, 1741-1752, B.a
106.
186
I
Il 22
di
Banditi
Verona, il
a
conte
le
il
non
si potesse tollerare
E
il
con
che
a
inganno
tradimento
compiuto
il
V
di
in
ne
dal
accettato
Verona
e
potè
del
Il
ucciso.
e
reo, il
versi,che
se
poetico mostrano
:
non
a
re
quale
condanna
della
mezzo
dal
l' invito,
di
di
animo
sturbati
di-
nato
abbando-
La
blica
Republa
segna
con-
in carcere, alla
morte, scriveva
che
e
l'ucciso
Sardegna
un
da
via,fuggirono
Torino.
chiuso
provano
un
pria
pro-
padrone
ravvolsero
delitto,
ripararono
ottenere
vigiliadella
atterriva
nel
dicare.
ven-
Nogarola, aiutato
sopravvenir della gente,
il cadavere
con
casa
coperta, per gettarlonell'Adige,ma
una
gno
sde-
ingiuria
del rivale
fé' chiamare
dal
fé' celebrare
mezzo
vergogna,
la morte
con
lacchè, assalito
suo
il servo,
da
senza
Cipolla,il quale,avendo
fu
in
preferìil
riempì
cosa
lamo
Giro-
conte
Nogarola, il quale pensò che
altra vendetta
un
in
tempo
Questa
nozze.
dal
e
della fanciulla
metter
senza
aspetto,amoreggiata
Nogarola
Cipolla.Il padre
Cipolla e
supplizio.Era
gentiluomo, il quale aveva
bellissimo
dal
tempo
un
alFestremo
ricco
un
di
figliuola
una
giovane patriziopure
Giambattista Nogarola, era
Venezia
in
in Verona
Veneta
Repubblica
1764, un
marzo
condotto
della
vivido
sti
que-
ingegno
la morte
non
Capitolo
Ottavo
I banditi
Si è
già detto
in Friuli le terribili
come
sanguinose del
scemando
della
ordinata
friulani.
Patriarcato
molte
friulana. Soltanto
a
quella rude
di
a
poco
Marco.
poco
sui biechi
lento
degli anni
capitalepenetrarono
e
nel
alto lo
anche
fra le
del
1530
la desolazione
strepitodelle
col
e
a
la
armi
commedia
della
Spilimbergo,dove
strage,era
dei
fieri
tradotta
da
stelli
ca-
vita. Così
un
risuonato
e
signoridi Spengeberg, si rappresentava
loggiauna
gredir
pro-
dèi
mura
la
fini
fica
bene-
gentiliusanze
foggiarononovellamente
carnevale
dì,tra
le
nobiltà
avere
feudatari,solo
correvano
oc-
sformare
tra-
i costumi
politidei patriziveneti poterono
azione
Ma
tempo lungo per
e
le sembianze
e
di San
Repubblica
vicende
dassero
d'Aquileiaan-
fredda,severa,
l'azione
sotto
tazioni
agi-
crudeli
sotto
la
Plauto. Tra-
190
I Banditi
duttore
era
della
Bepuhblica
il conte
Veneta
il conte
Adriano, attore
di
Troilo
di
discendenti ambidue
Spilimbergo,
nato
quella feroce stirpegermanica,che avea domiil paese, e contava
esempi di ardimento
nel 1309,
e fierezza perfìnnelle donne. Infatti,
Richilde di Spilimbergonel castello di Zuccola,
sta
avea
gagliardamente tenuto tepresso Gividale,
alle armi
tedesche
Stubenberg.Due
androni
del
secoli
dolce
figuradi
una
dagli
inni
poeti e
delle anime
del conte
fanciulla
e
rocche
friulane costumanze
nell'antica
di
trice
e
veneziane
nel
ricordo
figlia
Spilimbergo,
da Ponte, patrizia
portavano nelle cupe
unì
veneziane),
alla
quella dello spirito:fu colta
moderna
suonatrice
letteratura,
viola,di
liuto ed
cellente
ec-
cantaarpicordo,
soavissima,ed istruita da Tiziano Vecellio
nell'arte della
dal
di
di Giulia
(lenozze
del volto
vasti
bionda,glorificata
immortale
veneta
bellezza
di
Spilimbergopa'ssavala
Irene
gentili.
Adriano
Corrado
dopo, invece,pei
castello di
dei
da
condotte
mondo,
ancora, coi
A
pittura.
il
ma
suo
diciannove
anni
sparì
bellissimo volto sorride
grandiocchi pienidi pensiero,dalla
tela di Tiziano.
Come
i tempi eran
il castello
grida e
di
mutati! Un
giornodel 1556,
Spilimbergo risonava
tutto intorno
sventolavano
di festose
serici
loni,
gonfa-
lampeggiavanoarmi, scintillavano gioielli,
191
CapitoloOttavo
svolazzavano
Bona
piume.
duca
in armonia
dimora
Polonia, non
col
e
figliuolo
ducato
suo
si fermava
e
fu
ove
nel
Giulia,vedova
andando
Spilimbergo,
Regina
contessa
dalle due
Adriano, e
ed Emilia. "^^ La
canto, donava
Ma
altri
d'oro
catena
una
ospitiregaliaveano
le vecchie
tra
soggiorno colla
di
mura
a
ciascuna.
trovato
(1) La
trascritta
Cronaca
e
di
Adriano,
annotata
Sua
Maestà
donne,
aveva
da V.
seco
e
facea
di Emilio
Candido
regina Bona
a
quattrocentobocche
testa
(1554-1564)
Joppi(Udine,1886)
della
il vivido
rappresentare
Plauto,Carlo V, alla
Udinese
sall'arrivo
particolari
«
albergo
Spilimbergo.
alle lettere
traduzioni
sue
col
e
padre di Irene,giovaneancora, dedicava
ingegno
le
aveano
musica
Nell'ottobre del 1532, quando il conte
il
lia
Giu-
creava
che le
e alle due fanciulle,
cavaliera^
allietato il breve
sar
fis-
a
Bari,passava pel
al castello di
del conte
vere
vi-
potendo
splendidamente dalla
accolta
figlieIrene
di
del marito
morte
di
Sigismondo I, re
Friuli
Sforza,figliadel
Galeazzo, dopo la
Gian
ondeggiavano
fiocchi,
tentennavano
cappe,
ha
curiosi
Spilimbergo.
fra uomini
e
damigelledi Polonia assai belle e due
vecchie d^ Italia ; aveva
alquantibaroni polacchibenissimo
in ordine, con
fodere di zibellini ed altre preziosepelli,
ed
erano
aveva
otto
in tutto
da ottocento
cavalli.
»
Il Mandruzzato
(Bagni d'Abano, parte I, pag. 56, Padova, 1789) dije che
la Begina dal Friali andò ai bagni di Abano.
192
del
della
Banditi
I
Bepubblica
col
esercito,
passava,
SUO
pel
Signoria,
veneta
Friuli
beneplacitodella
s'arrestava
e
dopo
limbergo.L'Imperatore,
per
Spi-
a
avere, colla
ficazione
paci-
Norimberga, quotatii dissidi
di
la confederazione
unita tutta
e
Veneta
ributtar
di
le minacce
il
maggiormente
germanica
Solimano,scendeva
quarantamilauomini
in Italia con
giosi
reli-
per rafforzare
sulla
protettoratopolitico
suo
penisola.
Un'
ampia
dell' esercito
Carlo
V
a
e
Spilimbergo,si
fratello di Adriano.
Antonio
che
era
con
dalla
tormentato
dormì
piacevano
l'animo
i
non
Dai
ospitatoil
duca
gotta e dovea
tre notti
forse
luoghi e
turbato
farsi
Spilimbergo.
a
chi
—
sa?
—
dalie melanconie
ancora
spiaciute
di cui
fresche,
opulentee leggiadrefanciulle,
mistiche,non
le
tobre
ot-
Leyva, il prode guerrierodi Pavia,
di
portare.Carlo V
Gli
fu
25
Odoardo.
il conte
Roberto
e
Spilimbergo,
Spilimbergoil
a
alloggiòpresso
fratelli Adriano
di
diario
un
"^^
imperatoregiunse
e
in
trova
Roberto
conte
passaggio
dello storico arrivo di
imperialee
(1499-1540)del
L'
del
curiosa descrizione
gli saranno
neppur
è fertile il suolo del Friuli. Ascoltò
nella chiesa
(1) Pubbl.
a
Udine
del paese
nel
1884
nica
alla dome-
la messa,
dal dott
V.
sotto
Jpppi.
un
193
Capitolo Ottavo
e finita la messa
cremisi,
toccandoli colla spadasulle guance
creò cavalieri,
Gian Enrico,Muzio e Bartolomeo
e sulle spalle,
baldacchino
di damasco
Bartolomeo,bambino di sei mesi,
Spilimbergo.
ornata
avea
una
lunga veste di raso cremisino,
di
d'oro
di panno
sulle
d'oro
vezzo
un
al collo del
l'Imperat
cinquanta ducati. Fu presentato aldallo zio Adriano,che lo teneva
di
valore
e
durante
ma
braccia,
si mise
chiamata
la cerimonia
bino
il bam-
fu
e per acquetarlo
strillare,
a
la nutrice
€
et li dette la tetta.
»
qual era grandee bella
T Imperatore
Uscendo di chiesa,
la
la balia col poppante,
incontrò nuovamente
sorridendo richiese:
e
È questo il cavaliere che piangea?
—
Messer
—
sì
—
risposela nutrice.
è curioso
seguire il potente monarca
di vita e di costumi? Ma
tra questa semplicità
anche tra i semplicicostumi il titolo di cavaliere
era
ambito,e Carlo,che non si facea pregare
Non
cavalieri otto
creò
concederlo,
per
netti
giova-
Spilimbergo,tra i quali,nota
Roberto,« il più piccolonon havea
dei nobili
il cronista
scarpe
in
pie che portava zoccoli
le calze bianche
cum
fu gran
e
fruste
dir per il Friul che
de
e
18.
—
MoLXBHTi,
/
Banditi,
ecc.
sorella
sporche,che
si dicea i cavalieri
» E conclude
(toppe).
che sembra propriodei
de li tacconi
sua
con
nostri
una
servazione,
os-
giorni:
I Banditi
194
della
Bepubblica
li altri cavalieri rimasino
€
in tanta
esserne
per
Il conte
Roberto,dopo
riputation
cui
a
nel
notato
aver
suo
nisce
fiassistito,
avea
par curioso
massime, che mi
alcune
con
poca
copia.»
gli avvenimenti
Diario
cum
Veneta
di riferire:
è
Quando
€
dico
e
compra
abondantia,senza
de
vendi; experto
La
«
più
bella
tilhomo,è da
De
€
vino
e
di
e
così
a
star
a
giarpoco
e
far roba?
star
magna
«
che
Non
Sta
€
mai
dice
a
che è
bonhora
cavalli
etiam
due
e
e
vetri
sparagnar
cose,
man
sii
il proverbio:
avanzerai; sta coperto e
viverai.
e
haver
e
gen-
»
amistà
cum
homini
liberali,
faran
hanno
ne
30
poco
di
coperto,donde
sollicito,
sparagna
se
SoUicitar
vuol
sano
da
poterlovender
non
e
far mercantia
non
si vuol
Cosa
salvarlo
;
venderlo
ha vino
uno
e
»
far mercantia
che
pentirse,
Nota
terre.
pretio
»
giustamercantia
comprar
meglio quando
Ruberto.
mihi
e
non
è bon
biave,quando
crede
altro
pensar
cum
Va]
che
e quando non
prodigoa tuo dispetto
ti affronteranno,
e non
ecceptuar niuno.
il tuo a casa
»
e poche parole.
meglio comprar un campo
per ducati
venderlo
per
Queste massime
che
borghese,
36.
»
saggie
e
avrebbero
primitive da
fatto fremere
tico
pradi
I Banditi
196
della
credendo
ehiozotta,
si
Bepuhblica Veneta
che fosse di
bito
supeschadori,
Tristano
Savorgnanocon
homini adesso alla gondola del conte
dove che restò morto
et li si attacorino,
messe
Alovise
et
Alovise
il conte
mis. Batista Goloretto et mis. Jacomo
Zorzi calonicho
Al
li suoi
di Gividale.
»
Savorgnan fuggitivofu dato
colla confisca dei
delle
sue
beni
il bando
colla
e
pitale
ca-
zione
distru-
in Udine.
case
Savorgnan,di nome
Giacomo, nel
del 1554,uccideva
nel castello di Ariis
marzo
fratello Scipionee feriva gravemente sua
suo
venne
avmadre. Giara Friuli. Ecco in qual modo
Tatroce caso : « Venne
a parola con
sua
altro
Un
madre
e
in
detta
e
madre
sua
il prese per la barba
detto
sign.Jacomo cacciò mano
quel corse il signorScipioneal
li dette
stoccata in
una
doi
una
punte di detta
alla
dove
remore,
che
natica,
e
spada e
non
netrava
pe-
ferita attraverso
una
la
schiena,qual appena si scorgeva,
impauritoil signorScipionesi serrò
tal che
la torrisella
e
dopo
pochette di spaziodi
un
gito a
spasso al detto
risella
e
dicendo
che
Savorgnano,qual era
alla detta tocastello,
che
aprisse,
quotate,risposedebolmente
la
un
muro
in detta
pancia supina per
dal letto dove
in
Gornelio
tempo gì messer
calato
a
s'era
esser
che
camera
le
erano
cose
non
poteva, e
il ritrovò
lui caduto
con
venendo
gittatealla porta
e
così
CapitoloOttavo
aprendo
e
un
gli occhi
poco
spirò.La madre
disse
né
sapendo
credendo
«
Io
»
guarita,caso
signorJacomo
ferito detto
aver
moro
compassioneche
di
fatto detto delitto il
subito
:
è
veramente
pieno di pietàe
veramente
197
non
signor
mandar
dia
spada,corse
perdono a sua madre qual giacevain
terra,dove detta sua madre li perdonò e Fabdicendo che meritato si aveva
braccio,
quellee
tello
maggior ferite.Ma sapendo poi che detto fra-
Scipione,gittandovia
morir
Tale
dietro lui.
è il racconto
scrisse una
al
si voleva
morto, non
era
la
aquetare anzi
»
di
Emilio
interessante Cronaca
dai fratelli Livio
della
Udinese
Alvise
pettata
schiop-
una
di Parti-
1570,mentre, qual Deputato
città,
accompagnava
mente
solenne-
Udine
a
il
Luogotenente
Giustinian.
Stampa
di
riottoso
signorotto
questotempo anche
che
a
visitare
a
suo
una
del 9 ottobre
a
un
terzo
Venezia,in
Giudecca,uccideva
andato
con
dal 1 554
Giovanni
e
alla chiesa del Carmine
a
Candido, che
ucciso
1564,"^"e fu anch'egli
stagno,il 10 dicembre
leva
vo-
zio
e
tirannico
manico,
Savorgnan,Germonastero
un
della
Ascanio,il quale era
sorella
monaca.
1581,che
Alla
condannava
perpetuo bando, alla perditadelia
Citata di sopra,
a
fu
pag. 191.
tenza
sen-
manico
Gerti)
no-
I Banditi
198
riparando nel
a
L'audacia
nei
»
e
le vie di
di Nicolò
1320, le
Savorgnan,
il
a
sangue
del
nel
popolo
gli odi
udinese
tratto
un
avversa
alla famosa
prima
uccisi
in
i
fuoco
di
pitanati
Venezia, ca-
del
e
inchinata
queireccidio
quali Luigi
o
castella
fautore
alla
ribelle
il
vedì
strage del gio-
amici
Marco
dal
molte
caldo
poi
E
sfogaronoterribilmente
San
a
Furono
e
il
patriae
Savorgnan,e gliStrumieri^la parte
Torre, consunte
Udine
vorgnan
Sa-
Savorgnan istigava
tra
gentiluomini,
a
Tristano
la
e
vescovo
patriarcaGiovanni.
gliZamberlani
dai
Impero.
li rami
spietatetra
Agostino
appresso
1511, Antonio
fra
nobili
inimicizie
cadeva
grasso, in cui si
dei
Gradisca
famiglia più potente
anni
vendicava
febbraio
25
Gorizia,di
nate
insanguigli Andreotti avevano
Udine; nel 1392, sotto i colpi
Concordia;due
padre
la
Savorgnan,
Savorgnan
di
dosi
metten-
Talterigia« risurgeanoper
e
del Friuli. Nel
i
Osoppo e
banditi,coi quali corse
il territorio di
e
rispose
diando.
Duino, uccidendo, saccheggiando,incen-
di
e
castello di
di trecento
capo
il Friuli
suo
beni, Tassassino
dei
confisca
alla
biltà,
Veneta
Bepubblica
della
guaste venti
nella
governo
l'
alrecchi
pa-
Della
case
provincia.Da
veneto, passato
rato
parte imperiale,Antonio, dichiae
bandito, fu
ammazzato
mentre
199
Capitolo Ottavo
usciva
da
e
di chiesa
Giannenrico
in
Villaco,il
di
Spilimbergo,da
GiorgioGoUoredo
che
nel
sangue
27
1512,
marzo
Girolamo
da
GiangiorgioZoppola,
Savorgnanvendicarono gli
e
del
carono
giovedìgrasso. Ceressi rifugioin Ungheria,e ritornati in
neta,
patriacon un salvocondotto della Signoriaverifiutarono la taglia
di cinque mila ducati
dito.
d'oro,che loro spettavaper Tuccisione del banil tempo
11 sangue non
saziava le vendette,
colò
non
mitigava le ire,enei 1518 il canonico NiSavorgnan,figlionaturale di Antonio,era
da un Capoucciso a Villaco da un
Golloredo,
riaco e da un
nio
De Candidis,e nel 1550 AntoSavorgnan,giovane di venticinqueanni,era
orrori
e
le desolazioni del
GoUoredo
offesa
ancora
e
ne
da
in Udine
ammazzato
da
e
Marzio,Giovanni
derico
Fe-
e
Capriaco. Una
Girolamo
cagionava un' altra,e
per molti
anni
i ferimenti
i duelli,
le zuffe,
continuarono
le uccisioni tra i
Savorgnan
i Golloredo
e
e
altri nòbili friulani.
Atroci odi domestici
tra
per
casi che
friulana
gli Strassoldo,casata
geste guerresche e per
ne
seguirono sono
dal
Strassoldo,
La
1509
narrati
Cronaca
al
insigne
ricchezze. I truci
scrittura di chi fu testimonio
avvenimenti.
fari
d'af-
per contese
sorsero
1603,è
e
in
tica
un'an-
partedi quegli
di Soldoniero
narrazione
sem*
di
/ Banditi
200
delh
Repubblica Veneta
plice e colorita,
ingenua
delle avventure
fine ad
e
tempo
un
della
famigliaStrassoldo e della
f'J
vita friulana in quel secolo tristo e glorioso.
I fratelli Federigoe Soldoniero
di Strassoldo,
rimasti orfani del
di
sotto la tutela
tendeva
a
nel
padre
uno
1553, furono
zio,che
disonesto
con
in
raccogliersi
offese
ne
iniqui propositidi eccidi.
e
1561,Giovanni Giuseppedi
dei
uno
aguato
della
del
figli
alcuni
con
infedele,postosi
tutore
suoi
soldo,
Stras-
il
bravi,presso
fine
con-
signoriaimperialedi Belgrado,attese
cugino Federigo, diretto
Ghiarmazis
e
con
sotto
cadde
uno
alla
villa di
sua
lo colpìa
schioppetto
la mammella
in
dal
subito morto
il
verso
core.
sul
dimento
tra-
derigo
Fesassino
l'as-
cavallo,ma
pago, incrudelì anche
non
lo
se
proveri,
risparmiaronoallo zio aspririmcui ne nacquero
odi, rancori,
liti,
Il 4 ottobre
il
il
e non
per
in
segno
di-
tutto
mano
patrimonio della famiglia.I due orfani
accorsero
posti
cadavere,
e
dopo
coprì di ferite,
averlo
trascinato sul
imperiale,forse
temendo
striaca
più dell'au-
territorio
di
giustizia
la
nel
Cronaca
Canonico
Marco,
corse
a
varsi
sal-
castello di Valvasone.
Soldoniero,
pienodi
0)
San
furore
di Soldoniero
Ernesto
e
pensò
d'angoscia,
di Strassoldo
Degani. Udine,
1895.
per
cura
del
Vapiioh
a
Ottavo
201
raccoglierela spoglia delF ucciso,
far tosto
Udine, e
la fé' trasportare
a
funerali solenni
con
Poi
le diede
sepolturanel Duomo.
chiedendo
a Gabriello
giustizia
si
presentò
gotenente
Morosini,luo-
d'Udine, il quale risposedi
far
nulla,credendosi
V omicidio
fosse stato
non
ter
po-
universalmente
nella
commesso
che
zione
giurisdi-
Soldoniero allora,
imperiale.
accompagnato
da
quattro suoi buoni
uomini
d^arme,
Gradisca dal capitanoGiacomo
quale, dopo molte
potè finalmente
d'
eccezioni
micidiale
cugino
incompetenza,
Giuseppe
al bando, insieme
Soldoniero
complici.A
a
Attimis,dal
che Giovanni
ottenere
di Strassoldo fosse condannato
co' suoi
de
andò
premeva
fosse bandito anche
che il
dalla Repubblica,
gotenente
poichénulla potea ottenere dal luodi Udine, il quale temeva
nascessero
e
coll'Austria
Venezia
contestazioni
dinnanzi
quella dei
d' inganni e riescivano
servivano
per
dei Dieci.
a
denaro
Dopo
il
molte
Colloredo,si
perfinoa
rompere
cor-
del Consiglio
segretario
contenzioni
per
questione
col capitanodi Gradisca,dopo
giurisdizione
esser
il
recò
alla
parentele,come
era
confine,si
Ma glialtri Strassoldo
Signoria.
dormivano, e facevano muovere
tenti
po-
non
di
di
stato
avvenuto
provato dai testimoni che l'omicidio
sul territorio veneto, fu
procedimento in
contumacia
e
lo
compiuto
Strassoldo,
202
I
insieme
dalla
della
Banditi
coi
Repubblica
bando
al
complici,messo
Signoriacon
veneta
Veneta
anche
confisca
tagliae
dei
beni. L'ucciso
Federigoavea lasciato un figliuolo
di anni dieci,
Gian Francesco,
al quale
per nome
Soldoniero pensava tener luogodi padre,avendo
tendo
già fatto propositodi restar celibe. Ma rifletpoi all'avvenire della famigliasi decise
di pigliarmoglie per alcune ragioni,le quali
la vendetta fosse un
mostrano
un
come
diritto,
destino
dovere,un
anche
Soldoniero. Non
come
leali,religiosi,
tenermi
dal
dello
narrazione
Federigo mio
poi
fratello
di
in
flollo nominato
uno
circa,per haver
al ditto mio
mi
non
ogni ragione essendo
mio
fratello che
Francesco
mio
fratello per
rebbe
rata
mai
esser
bandito
di terre
promesso
voler
maritare,
di
casa
in
esser
mia
che
assasinato
mis.
Zuan
nepote et fioUo del q."»mio
gentilhomo
nato
potutofare di
era
et
stato così
venendo
unico
per la morte
et facendola
Zuan
siderando
ogni ragione di maritarmi,con-
al utile et honore
per
viva
fu amazato, anni
deliberato
fratello di
fui sforzato per
posso
lassato il q.m mis.
se
che haveva, quando
Francesco,
X
della
sti,
one-
Strassoldo:
da
Et avendo
€
brano
qualche
recare
gli uomini
per
di
suo
più che
et
non
non
fare vendetta
padre,sì
certo
come
che sarebbe
lochi di questo
havahono-
fece,
statto
imperio et
204
in
I Banditi
la
SU
della
scalla,li
fu adesso
primo colpo li tagliònetta
brazzo et
li dette 12
poi
colpo anche
uno
restò morto
sì
formato
per
Francesco
due
si salvò
compagni
dove
che
spigoUo"^)
scutta,in
casa
torre. Al
rumore
Strasoldo
suo
si sollevò
ritirandosi
populo
di
martello
et
corsero
che da mis.
altrimenti
(1) La
drio
Gradi-
a
Belgradino per
sul
suo
quellidi
casa
sua,
tutti li soldati et il
armi
a
di campana
son
piedi
drio fin dentro
Gradiscuta,dove
che non
Ottavio li fu risposto
erano
in
cavallo
a
casa
sua
et li suoi
partironodi
stra,
no-
Savorgnano fiollo del
parte
ne
andati. Et così ritornorino
Francesco
salvare
a
et si salvò
con
Belgradoin
casa
sigando mis. Bernardino
Mario
Antonio
in
lo
li suoi
la porta de
per
fratello et di
signor Mario
Belgrado.Et
di mis. Ottavio
il conte
lo processo
per
nipotecon
si andò
fatto
che
talmente
apar
mio
jurisditione
Reggia
essere
et li
si et
poi subito
del nostro
al
destra del
mano
ufficio di
ditto mis. Zuan
spada et
in
ferite tagliandogli
in tutto
Jo
la
con
la
la testa
come
Veneta
R^ubblica
che
spigollo^
friulano, non
può
ortOf broìo^ cortile.
parte
sapeva
dove
in
aver
fussero
trova
altro
Zuan
quel giorno si
et andorino
non
a
Belgrado.Mis.
a
homini
Gradiscuta
voce
et
a
posto in
salvarsi
nessan
che
significato
zionario
didi
205
Capitolo Ottavo
a
Chiarmazis
Esarnicho
iurisditione
sotto
essere
per
Finche
per
adoperavano per
la
ottenere
Gian
»
Torre,i Frangipane
Della
fine ai terribili
metter
da
riconciliazione
poter finalmente
fra
gli
Strassoldo.
fu liberato dall'esigilo,
e
Francesco
largariga di sangue fraterno corsa
Soldoniero,
pensando forse come
così
chiaro
di
i nuvoli
compensi
lenne
so-
offesa,i signoripiìiillustri
e tanto fecero
domestici,
odi
Godroipo
esigere soddisfazione
i Savorgnano,i
Friuli,
si
in
poi
dava
Bernardino,il fratello del morto, an-
alla crudele
del
di
de li signoridi
d'Austria.
casa
Venezia
a
et
gìurisditione
nostra
dopo
nella famiglia,
dì
un
mente
molti,filosofica-
conchiude:
Che
"
€
il
signor
Iddio
la paze et noi tutti in
Ma
T
come
fieri
quei
amore
è
spiriti
e
prosperi lungamente
la
da Soldoniero
cugino Bernardino.
il sentimento
della
La
non
morte.
in
mezzo
immagine
anche
piìi dure
potea perdonare neppur
guinosa
san-
assiduamente
vendetta
alle
in
sulla tomba
quest'anima mite, buona, credente fino al
Soldoniero,che sapeva conservarsi
anche
"
l'elogio
dal-
chiaramente
dell'ucciso fratello teneva
desto
charitade.
carità durassero
dimostrato
funebre,scritto
del
et
amore
in
giudizio.
prereno
se-
sità,
avver-
dinnanzi
alla
I Banditi
206
"
della
BepubhlicaVeneta
1603. Adi 20 setembrio. Nota che lo
Strasoldo
serpente,lassò la scorza,
confesare
guisadi
a
Bernardino
sig.
velenoso
volendose
non
mente
altra-
pochecon li ordeni de
la santa chiesia,
come
quelloche,vivendo con
si mostrò al
pocha fede et con manche carità,
mondo, fu sepultoet tirato sopra uno carro di
boi a Belgradocon pocha honorevolezza et ne
et antiquasepultura
la nostra comuna
a presso
Zuan Josefo traditore fu posto.»
Ne
pur molto
ne
tan
laudativa
era
stata la
logia
necro-
fatta da SolnipoteGian Francesco,
anni prima.Liberato dal
doniero,quattordici
Gian Francesco
bando,dopo la riconciliazione,
si ritirò nella sua villa di Ghiarmazis,
ove
nava
meun' ignobile
vita fra le gozzoviglie
e
gli
del
amorazzi. Ondechè
vita
per la sua
disordinata et mala
morì, il 1590,a quarantanni.
Virtuosi
e
buoni furono invece i due
che Soldoniero ebbe
dalla contessa
figliuoli
Adriana di
Valvasone;ma il minore fu tolto a quindici
anni, nel 1582, all'affettodel padre,e il primogeni
Giovanni
Federico,
ammogliato con
morì nel 1600
la contessa Rutilia di Brazzaco,
a quarantaquattro
anni,lasciando otto bambini
la signorasua
consorte
«
e, nota Soldoniero,
di anni 25 in circha,pregna in mesi n^ 6 in
circa,che lo Sig.Mio la adiuti a discargarsi
207
CapitoloOttavo
et li dia
in bene
altro
uno
Soldoniero
non
rale,mettendo
imposto
con
il
donna
da
al
chiamare
a
letto,«
timore
a
di
voler
sue
se
loro
se
sante
essere
avia, con
pregherà come
sopra
il santissimo
fece chiamare
le havesse
di
che
ducati
dovesse
dare
al
n'' X
tinua
con-
offesi
poi fece
terli
commetet
me
ceri
suo-
M.
a
tenirli nel
a
cendo,
tutto,et che così fa-
poi pregare
paradiso et requìa.Et
la sudetta
parimente
le
parimente perdono
lei,et di poi ordinò
Christo
a
et datoli
ingiuriate,
poveri,lassando
a
Bolle,con
di là si
et li dimandò
elemosine
i
mai
pregarmi
lei
dolersi
al passaggio
parolle.Et
obidienti
Sig. Idio
fantesche
La
perdono,»
havesse
ne
del
darmi
poi
et
dimandò
ne
li flolli et così le
Adriana
da Soldoniero
è narrata
santamente
s'apparecchiò
assai belle
fu
cui
figliuolo,
semplicitàcommovente.
una
Soldoniero,«
con
puerpe-
questa terra,e fatti chiamare
suo
torir
par-
Federico.
di Giovan
di Rutilia
febbre
una
alla luce il nono
parole di
povera
a
Le speranze del buon
»
Federigo.
la signora
si effettuarono,
e
nome
morte
habbia
et che
fu tolta di vita da
Rutilia
La
longa vita
si dovesse
et
occasione
di
cune
disponeteal-
dare
a
diversi
Sagramento del Signor lesìi
et clìesi
prò vice tantum
ali R^^ Padri
San Francesco
Zocholanti
che
di Sisi per visitare
dando
an-
quel
I Banditi
208
della
BepubblicaVeneta
santissimo corpo in rimissione de li suoi cati
pecet del suo carissimo consorte ducati n® X,
et stando sempre
chiamando
in cervello et nominando
li suoi pecperdonarli
stro
chati,
passòdi questa a migliorvita,con node
infinitodolore et di tuttiet specialmente
la signoraMartia sua diarissima madre. »
sempre
Fra i contrasti
la buona
Dio
et
e
a
le discordie friulane appare
canto
acimmagine paterna di Soldoniero,
alla
sua
vecchia
compagna,
circondato
E di quante cure circonda quella
nipoti.
«
compagniadi floUi et floUe,» e di quale
potino,
acerbo dolore gliè causa
la morte di un niammalatosi in villa ! Fatte « le esequie,
si partissimo
tutti per Udene, lassando lui in
di anni n° 7, che mi
il qualeera
paradiso,
portò con lui il core. » 0 dolce vecchio !
doniero
Nelle ultime paginedella sua Cronaca,Solad Udine
commesso
narra
un
misfatto,
da ritenerlo caso
tanta audacia,
tòrsi mai
con
più sentito ali giorninostri^che non erano poi
e calmi.
gioniimolto tranquilli
Dal conte Trojanetto
d'Arcano,bandito per
tlivem omicidi,
nacquero Rizzardo e Agricano.
Un giovane della stessa famiglia
d'Arcano,di
vedendo sua
orfano di padre,
nomo
Francesco,
delicol cuginoAgricano,
madre amoreggiare
nrù di ammazzarlo,per impedireun matrimoda
nove
-
nocivo ai suoi interessi.« E trovandosi uno
CapitoloOttavo
la chiesia nel castello di Archano
giornone
li fu adosso
messa,
209
così fu da
et li
sparò una
Francesco
esso
morto.
a
pistolaet
»
stava
bando, ei non ridi chieder pace a Rizzardo,
fratellodelinutilmente. Non
nere
potendo otteTucciso,ma
deliberò un' atroce venla riconciliazione,
detta.
Mentre
Francesco
Et
«
deliberò
di Soldoniero
una
«
di Udene
in
era
»
continua
notte
venir
et andarsene
compagni così di notte ala
Rizzardo Archano,che stava
et sforzar
trorino
in casa, et
et masime
casa
per
finestra sopra la
una
sua
non
sopra
con
casa
ostante
la Cronaca
la
alcuni
di
mezzo
esso
suoi
mis.
il Domo,
strada,et
che
raglia
mu-
en-
quellidi
madre, che fu sorella del
var
sig.rVarmilio di Varmo, sentite et fece leet impizar lo lume, et impizada,scomenzorino a chridare alta voce:
Inimici^
Inimici^
q.™
li fu subito
spenta la luce.
al secondo
»
Rizzardo
miva
che dor-
si svegliòdi sopras^
piano,e
salto,balzò dal letto,impugnò una
pistola
ad affrontare gliaggressori.
Ma essendo
corse
la resistenza di un solo uomo
tro
conimpossibile
parecchiarmati,versando sangue da molte
Rizzardo si rifugiò
nella stanza,fra le
ferite,
braccia della madre, inseguitodagliassassini
che li detero infinite
et anche la madre^
cortelate,
che zigava et li pregava
a donargelo,
fu feritadi
modo
Francesco d'Arcano,
che lui et lei morsero.
14.
—
HoLMBXTi,
1
Banditi^ ecc.
210
Banditi
I
la
compiuta
mettendosi
della
Bepuhhlica Veneta
strage ritornò d'onde
in salvo
il 10
co' suoi
del
gennaio
I detestabili fatti di
XVIII
secolo
archivio
scritta da
di
i rimorsi
in
lunga
una
di
di
del
tera,
let-
è
lettera
forse
viava
alle-
colpepiù gravi
nello
triste conforto
un
veniva
av-
Miscellanea^
una
Stato. ^^^ La
col racconto
trovava
e
Ciò
—
friulano
il quale
prigioniero,
un
delle sue,
nobile
un
fra le carte
conservata
nel veneto
sicari.
1603.
narrati
sono
venuto,
era
spettacolodi chi soffriva più di lui.
II conte
Domenico
Friuli. Orfano
del
di mal
affare,fu
Bestemmia
largo, e
il 17
esser
anni
accusato
Magistratodella
di carte. L' Altan
prese
di
pubblicarono contro
chiuso
in
dogado,sotto
camerotto
un
pena,
se
aW
oscuro
il
contro
lui
il
preso,
per
continui. ^^^
venti
(1) Vedi
al
gente
con
agosto 1725 gli Esecutori
dalla città e
bando
di
stretta amicizia
baro
per
Bestemmia
la
Vito
di
Venezia, e
a
in San
nacque
genitoriin giovane età,
titoli nobiliari,
di fortuna,
ma
povero
ricco di
andò
Altan
il mio
libro
:
Vecchie
zia,
Storie,pag. 138. Vene-
Ongania, 1882.
(2) Bando
Sentenza
e
Esecutori
fiicoAlthan.
contro
degV Ulustriss.
la hiastemia
Stamp. Pinelli.
gnori
et JEccellentiss.Si-
contro
il
co.
Dome-
212
I Banditi
quando,
la
del
sera
di San
storto
della
Martino
Ah ! conte
—
assassinato
gennaio 1726, sul ponte
in Venezia,fu colpito
da
4
archibugiata.
una
'RepubblicaVeneta
Altan^ mi
gridò cadendo
^^
j
il poveretto, e
trasportatoin casa, ebbe appena
restrema
il tempo di ricevere
unzione,prima
Il l*" aprile 1726, il
in
tan, che
Consigliodei
al bando
contumacia
anche
questa volta
J^J Non
si sia lasciato
si
poi perchè
sa
pigliarecome
Giulia
vecchia
sua
di annodare
un
(Foscari?),che
Ma
a
San
andato
a
cercarsela,giacche,non
con
ma
d'^età^
in
trovare
a
il tempo
un'osteria
Francesco
buonissima
a
pare
si
mangiare
huomo
Calegari,
spia^
un
proprio che
maiolo
si trovò
d'alma tal si-
casa
di
intrigocolla iBgliuola
Luca.
gnarsela
svi-
in Venezia
venne
ed ebbe, anche
ganza,
a
il mariuolo
Barnaba; di qui andò
San
a
dannava
con-
topo in trappola;
un
Fos.^
donna
fu
Dieci
riuscito
era
mascherato,alloggiòin
una
nima
l'a-
capitaleTAl-
dopo qualche tempo,
infatti,
stava
di rendere
Dio.
a
gnora
hai
uno
di
e
sa
ar-
sia
come,
bere
più
sieme
intosto
quei furbi
li tenevano
in petto,e
pedinavanoi furfanti,
li appostavano,per acchiapparli
poi con comodo.
che
(1) Arch.
a.
2-7.
di Stato, Cons. X, Criminal,
Reg. 143 (1726),
213
Capitolò Ottavo
spuntar del giorno dipoi,Domenico
Allo
San
per
Geminìano, quando,
gli si
fece
incontro
con
Bastiano
sava
passua
presa,
sor-
Bonapace,
grande della Serenissima,accompagnato
da due armati. Gli legarono i polsi,glifrugarono
indosso
e
gli sequestrarono due pistole
stile a
cariche,uno
lancinola,tre cartuccie,
cinque chiavi di valigia,diciassette zecchini,
bacco,
tre scatole da taquattro ducati e due filippi,
una
d'argentoe due di tartaruga,che
il galante mariuolo destinava
guardateche
Messer
—
di
razza
TAltan
presente!
—
d
più
cuoceva
stati tolti due
alle
sue
ogni
altra
pacchi
di carte
il farsetto. Fu
e
in
preghiere
via per
ogni
tan
dei
col resto,
condannato
fu
certa,deliberò morire
finire i
«
(1) Arch.
185
t.
Oh!
con
esclamava
di stato, Cons.
notte
chiesina,ove
egli«
un
se
del
conciò
s'ac-
la morte
coraggio,ma
giornilegatosovra
»
Al-
Domenico
Poiché
Domeneddio.
con
in
alle
tentavano
nel capo. ^^" Nella
fu condotto
novembre
conte
il
prigione,e
parenti nobili,che
salvarlo,il
sero
fosquantina
cin-
una
ottobre,dal Consigliodei Dieci,sordo
30
5
chiuso
al-
gli
cosa
di lettere nascoste,insieme
sotto
Ma
ganze.
era
leva
glido-
famia.
palcp d'in-
quando
X, Cornuti, Beg. 177,
e.
fossi
182
t.
I Banditi
214
4(
della
di Palazzo
in corte
così
uccidesse
mi
Buona
o
Giustizia,
in chiesina
entrò
morte,
di
Maria
di Santa
fraternita
mattina, la Con-
Alla
pubblicamente. »
le
archi-
una
morirei,che
volentieri
bugiata,quanto più
«
Veneta
Bepuhhlica
per
della
gnare
accompa-
il quale era già pronto ed eleganl'Altan,
temente
vestito. Raccomandò
farlo
non
«
«
crocchio
un
Benedette
dotto
donne,
che
il
disse
per
!
questo passo
a
francescano
dell'anima
«
mi
Salito sul
ho
cose
dal
ri-
padre
di rivolgere
e
dalle
lasci in
il
grazia,
»
di qua
boia,per
sermon-
e, nella
quasi mezz'ora,
che
tanto
e
modo
che il conte
4(
funzione.
»
Avvertito
di ricevere
la
poco
dai
dopo
aver
che
«
Non
di
dubi-
farai sì la tua
padri essere
gloriadel
s' inginocchiò,
pregò il boia
colla
nistro
rivolse al triste mi-
giustizia
queste parole:
tare,no, aspetta un
tato,
agi-
gliscappasse
non
paura
foga
di là
mani, glidava qualche stretta
«
e
voce:
son
terrene
già disposto;e
camminava
discorrere,
tempo
vostra
causa
palco,diresse al popolo un
cino, che durò
di
alta
Ammonito
»
di lasciare le
sfoghi col mondo.
fune, in
ad
la calca.
: «
Padre,
pensieroalle celesti,
rispose
«
del
di donne
di
resse
si di-
passo fermo
soffrire,
quindi con
attraverso
luogo del supplizio,
al
Ad.
al boia
prima
Santo
ormai
Paradiso,
levarglila
rucca
par-
gridato: Popolo,addio, mise
Capitolo Ottavo
il collo sotto
Maria
Santa
^') il
boia
della
la Scuola
andava
a
di
pigliare i
il cadavere
accompagnare
al cimitero,
stito
d'ogni vespogliòil giustiziato
lo lasciò
e
Finché
la mannaia.
di Giustizia
torcetti per
215
in
Scuola,e
camicia.
Ritornati
i
vedendo
il cadavere
telli
fra-
senza
il quale non
abiti,rimproverarono il carnefice,
volle
rendere
la roba
rubata,rispondendo con
lugubre scherzo,trovar
girello
sangue
essere
per
del
Consigliodei
i
Capi
a
restituire i vestiti
Fra
i
proprio
di doversela
Ma
suo.
Dieci
T indomani
lo
obbligarono
che
dell'Altan,
furono
ciati.
bru-
tristissimo
più tristi banditi friulani,
il conte
Lucio
Della
credibili.
Sulla
ferrugigna
rupe di Duino, alle cui
s'alza la
frange Tonda dell'Adriatico,
dei Torriani
di
fu
Torre, i delitti del quale
appaiono più spaventosiche
si
nere
te-
Valsassina,fiera
e
falde
ròcca
sinistra ima-
che signoreggine di quella superba schiatta,
giò,
un
Milano, ebbe
tempo,
coi Visconti
e,
dopo
si sparse in altre
La
(1) I
San
linea
le disfatte di
regionid'Italia
Torriana
di
Duino
e
e
Paolo.
presso
contese
Lombardia,
in Germania.
discendeva
si seppellivanoprima
giastiziati
Zaccaria, e dal secolo XVIII
Giovanni
lunghe
nel cimitero
da
di
la chiesa dei santi
I Banditi
216
Alemanno,
di
della
Bepubhlica
nel
morto
1272, figlioprimogenito
del
Pagano, capitano
nipote di Alemanno, Febo
sua
mento,
per
stabile dimora
e
di
popolo
Milano, e
Il
Raimondo, patriarcadi Aquileia.
fratello di
la
Veneta
fu
padre
il
essere
nel 1274,
I,trasportò,
sulle
di Giovanni
di
primo
del
rive
Taglia-
detto fwrtono,
datore
il fon-
Friuli. Il
di lui,Febo III,divenne
figlio
della potente famiglia,che
ebbe
possedimenti e diritti in Gorizia e nel
Pel duplice matrimonio
di Raimondo
Torre, prima
ultimi
Lodovica
con
poi
e
Walsee, finalmente
Sagrado,padroni
vantando
Trieste,
porto di San
di
della
strada
Chiara,
Giovanni
al
per
boschi, or
ai sudditi
di
con
l'audacia
veneti
riescirono
e
che
dai
Signori di
conduce
a
il
i Torriani
Trieste,ora
per
confini,sostenendo
Monfalcone, sulla
appartenne
sempre
(1)PicKLEB,!^ Castello
di Duino.
311, 813, 365.
"^^
Timavo,
di
le armi
i Tor-
sulla dogana presso
privilegi
colla vicina
L'agro
della
Duino, poi
dagli Hofer.
litigavanospesso
con
Friuli.
del castello di Duino,
V investitura
posseduto dai Signori
guasti
con
vasti
rampolli della famiglia Hofer,
riani ottennero
in
questa linea, nato
i
pretesidiritti.E
anche
riva
alla
più
infesti.
sinistra dell'Isonzo,
Repubblica,
Trento, 1872, pag. 308,
217
Capitolo Ottavo
e
la
quel
di
lembo
bandiera
di
San
fu
austriaci,
Stati
fra i due
Marco,
altresì fra i Veneti
Francesco
della
e
Venezia
di
e
nel
giovinezza,da
dagli
pure
non
Vienna,
Raimondo
di
così torbida
1623, ebbe
perfino il
inimicarsi
Ai sudditi veneti
faceva patireogni sorta
lettere,
sevizie. Con
animo
deliberato
dì, seguitodai
recò
la
sotto
abbattere
a
suoi
di
casa
colpi di
neiresercito
ad
di
ogni violenza,
di Duino,
artiglieri
suo
un
nemico
e
Dopo
cannone.
imperiale,dopo
capitano di Trieste,vinto
tedio
dre.
pa-
sequestrava grani e vino,
intercettava
un
ma
i Torriani.
e
Febo, primogenito
Torre, morto
rea
circondato
di contrasti
causa
governidi
sventolava
cui
su
territorio,
dai
si
la fece
litato
mi-
aver
stato
esser
rimorsi
o
dal
si fece prete.
L' altro
lippo,
figliodel conte Raimondo, Gian Fiammogliatosicon una Gonzaga, congiunta
col pretesto del parentado illustre,
dell'Imperatrice,
si fé' donare
grandi sostanze
per tal modo,
contro
i
di
in
dalla
casa
vedova
matrigna, le
Torriana, mettendosi,
fiero contrasto
quali difese,con
coi
fratelli,
aguati,minacce
e
a
pubblicibandi, il possesso di Duino. Anche
Venezia
recò non
poche molestie,ingiuriando,
lizie
quando fu creato capitano di Porpeto,le mi-
della
nuova
fortezza di
Palmanova,
eretta
I Banditi
218
della
Repubblica
Repubblica nel 1593, come
i turchi. Con
le
Vivendo
il Torriani
questionipei confini
in
affrontarlo
sapendo
si
passioni
propugnacolo
quellidi Monfalcone
continue
e
Veneta
poi erano
Sagrado.
con
continuo
un
pericolo,
combatterlo,le
e
ringagliardivanoe
giunse
con
punto di audacia,da presentarsi
uomini
e
ordinare
la
del
casa
di
Corte
contro
Capitano.La Repubblica bandì
da' suoi
Stati
la
Vienna,
e
tal
a
quanta
centocin-
di moschetteria
scarica
sue
di Monfalcone
alla saracinesca
una
tro
con-
1' insolente
fece rimostranze
quale
si limitò
a
alla
qualche
paterno rimprovero,e poi si valse della spada
di Gian
Filippoper sgominare la
avvenuta
rustici,
Protervo
il
violento
e
figliodi
nel
lui
da
le braccia
e
altro
di Piuma.
Gian
Filippo,fu
e
le
gambe
a
un
ferocia lo fé' poi uccidere
veneto.
Torriani,di
nome
Carlo, temerario
ste
superbo, fu capitano e governatore di Trienel 1666, e Fanno
capitano del
appresso
contado
con
un
del
suo
la
quel
il 12 febbraio 1697,presso
sicario,
un
Venzone, sul dominio
Un
paridi
brutale
Novelli, con
conte
al
su
FilippoGiacomo, il quale,dopo
fatto fiaccare
aver
1635,
sollevazione dei
di Gorizia. A
conte
questione
Petazzi,entrò nottetempo in
avversario
moglie di
Gorizia,avuta
un
e
lo
trucidò. A Vienna
magistrato;ne
il favore
casa
rapì
im-
220
1 Banditi
legio di
Gesuiti.
di
rente
tirannico,insoffevolle
la
conda
gio-
andar
con
Di
piaceripih sregolati.
ai
e
uscir di
fra
qualche tempo
veneziana, lasciandosi
al vizio
forte
aspetto,assai destro in ogni
bellissimo
di
D'animo
Veneta
rimase
vita
e
"^"
Bepuhblica
Lucio
ogni disciplina,
collegioe
foga
della
esercizi,nel
trattar le
armi, nel
niera
maneggiare
ma-
ogni cavallo,
per quanto indomito,presto
glivennero
e
noia
a
desiderò
le consuetudini
ritornare nella
nesche,
cittadi-
libertà della
campagna.
In Friuli
già
erano
i suoi
orrendamente
imprese. Lucio
emulazione
da
vita di
mal
umane,
sortito da
di
e
natura.
la
incominciò
a
triste
darsi
circon-
calpestarle
affare,a
compiacendoall'istinto
fetti
Sperando che gli af-
a
famiglia potessero toglierlo
quella
vituperio,la madre
(i) Giuseppe Marcottì
storico
scrisse sul
pensò di
Lucio
Conte
ammo-
un
manzo
ro-
(Milano,Treves, 1888),nel qualea fatti veri
fatti inventati, sciupandocosi l'attrattiva,
son
mescolati
che
la storia ha
dell'autore
per
sé stessa. Sono, ad
gli amori
di Lucio
del carnefice,
antico compagno
Ad
malvagie
sé
in
nascere
male
gente di
e
illustri per
sentì
del
leggi divine
ferino
cugini,figlidel fratricida,
ogni modo,
'"ltaesattezza.
le avventare
a
zione
esempio,inven-
Vienna,
e
il personaggio
di scuola del Conte.
sono
principali
narrate
con
Capitolo Ottavo
gliarlocon
e
del
Madrisio,figliuola
del Friuli. Gli
Martino
San
giovinettabuona
una
di
Eleonora
221
il 29
modesta,
castellano
di
sponsalifurono
lebrati
ce-
dei
1712, fra la esultanza
marzo
dei vassalli,
il fragoredei
parenti,l'allegrezza
conviti. Alla
la
gioiaromorosa
madre, colFanimo
tristi
le
la misera
non
Madrisio,la più
un
di Treviso
alterco colla
ancora
Consigliodei
contro
il
lattante,che
nel
suo
poveretta.Il colpo
sfracellò il cranio
e
coniugale,
moglie,imbestiando
sulla
Dieci
Torriani,il
nelF intimità
il bastone
cadde
deviando
per
presto le tribolazioni. Già due
Podestà
furore,alzò
gliuolo
fi-
potesse alla luce^^^"
mandar
quale, malvagio anche
in
da
gentilee compita
vaga^
stati lanciati dal
erano
truce
Anche
propinatoil veleno.
avesse
incominciarono
dal
sgomenti e
sospetto che il
senza
che la natiora
damaj
e
da
turbato
po,
presagi,la madre, che, dopo qualche tem-
moriva,
bandi
prendeva parte
non
la madre
del
si
bino
bamteneva
al petto.
Per
torsi alla noia
il
a
e
alle
lagrime della
Torriani,nel carnevale
Venezia, e
il
giovedìgrasso
(1) lat. della vita
e
tragicamorte
del
glie,
mo-
1717,andò
comparve
del Co. Lucio
sulla
Della
contemp. udinese. Pnbbl. nel periodico
V, 21 luglio1892.
Pagine FriulanCf nam.
TorrCj di anonimo
della
I Banditi
222
piazza di
Marco
San
meravigliataair
Alle
annodò
lagune
Gran
il plausodella
e,
:
essa
intrigocon
un
capo
depredando la
Marco, i Dieci
di San
del
della
cale
Du-
bravi, reclutandoli
i
cui
a
bandi,la giustizia
Per
gV Inquisitori.
e
di
un
più
non
e
dendo
provve-
defraudare
feudi,col dispensarelicenze
d'armi
sottoscrizione
contrabbandi
e
si dovea
di
con
coi
sigillo,
e
di
certi biglietti
obbedire
per forza. La
di cordon
non
a
Noale
un
Torriani
in
Udine
verde
conobbe
Treviso
a
numero
il
e
coccarda
e
la
sua
quenti
fre-
masnada
sua
dell'assisa
ricoperta
cappelloa larghe falde
Lucio
con
a cui
requisizione^
sicari,che raggiunseperfinoil
quattrocento, era
rario,
l'e-
dei suoi
le tasse
mai
pagava
losi,
più perico-
audaci
mantenimento, col
gior
mag-
numero
gran
fra i banditi
fra i contrabbandieri
al loro
Cancelleria
maritale,fuggìcon
casa
si circondò
sicurezza
lissima
bel-
una
Rosalba, moglie
Friuli,schernendo
in
folla,
spettacolo.
nome
o
Cancelliere,
tirato da
calesse
un
insolito
donna, di
di
con
fra
cavalli croati,
piccoli
sei
Veneta
Repubblica
di
torriana
:
colla
verde, tra-
distintivi neri.
più
alcun
ligiò
ritegno.Sva-
nare
pubblico corriere;fé' basto-
due
che gliaveano
mato
fergabellieri,
contrabbando; a un cappellanodi casa
ruppe
con
le costole. Vivea
tale
colla
sua
pubblicoscandalo,da
ganza
obbli-
CapitoloOttavo
il
gare
il modo
ribaldo. Ma
e
scrivere
Luogotenente a
cercare
odorando
Padovano,
dove
rafforzò la
il conte
razza,
partìper Noale,sul
i Torriani
Noale
A
infido
il vento
Venezia, per
di buona
mastino
era
a
di arrestare
piìisicuro
Lucio
223
possedevano un
masnada,
sua
coir intento
di recarsi alla fiera di Sant'Antonio
sfidando
6
giugno
la veneta
così
impossibilità^
nella
ormai
audacemente
un
giustizia,
dispacciodel
di
ritenzione^sima
lui
ma/ni-
festo pericolo di
gravissimi inconvenienti.
Torriani,briaco
di
vanità,quanto più
bravi, carichi
tutta
rosso, per
di
Padova, guidando
le
governo,
e
biasimandone
di
la tardità
allora
compresero
agiresul
seguitoda'
ogni sbaraglio,e
si
nei
si
coli,
cir-
rispettodel
e
la viltà. I
che
il decoro
serio. All' indomani, Lucio,
dispostodall'abitudine
osare, esci in armatura
di
trotto
gran
cominciò
piazze a parlaresenza
rettori veneti
imponeva
a
da
stole^
pi-
e
sei cavalli. Intanto
ragunata assai gente,
alla mano,
lente,
inso-
scavezzi^pugnali
carrozza, tirata da
per
vedeva
giornodi Sant'Antonio,
girò,vestito
nel
era
il
dispettandole condanne, seguito
e,
sua
E
più diventava
tanto
questa in'esolutezza,
la
dova,
Pa-
a
degli Inquisitoridi Stato, di
1717
far eseguire la
trenta
lazzo.
pa-
di
suoi
mosse
e
dalla natura
a
tutto
ferro,
coll'archibugio
scherani,pronti ad
verso
le case, dove
224
Banditi
I
Be^hblica
Veneta
deliberato
i cappelletti^
alloggiati
Stavano
Fu
de' suoi
da
accolto
caddero
bravi
allora aspra
e
della
la
ad
Invano
veduto
conte, invano
di Stato mandarono
di Padova
con
in
i birri furono
del
sulle tracce
uccisi,
e
braccio,
un
rotta,fuggi non
vicino.
convento
zuffa divenne
parecchi furono
Lucio,colpitogravemente
sicura
alcuni
scarica,e
una
feriti.La
terribile:
e
ad affrontarl
un
dendo
veun
zagliati
sguingli
quisitori
In-
al Podestà
espresso
dispacciocontenente
un
l'ordine di fare
ogni possibilee più opportuna
inquisizioneper
avere
il furfante.
(^"
di
del
benedettino,
i Padovani
suo
vedevano
i bravi
"2)
I Dieci
lasciato ogni indugio,pubfrattanto,
blicavan
terribile bando
un
Della
dentro
taglia di
Torre, con
lo Stato
e
di
(1) Arch.
di
contro
morte
duemila
ducati
quattromila fuori,togliendogli
il titolo di conte, confiscandogli
i beni
B.a
castello
Torriani,fatti prigionieri,
penzolar dalle
forche.
il
nelle mani
morto
rifugionel
e cercava
mentre
Villalta,
o
travestito da
Lucio
lasciava Padova
vivo
Stato.
Ing.
di
Stato, 17
e
ordi-
giugno 1717,
61.
(2) Si
facciano
attaccar
alle
forche alVosservatione
Si procuri d^haverli nelle
popolo....
scrivevano
al Podestà
gP Inquisitori
Stato, loc. cit.
mani
di
o
vivi
Padova.
o
del
morti
Arch.
j
di
225
Capitolo Ottavo
nando
del
la demolizione
Udine
a
e
nani
magnificopalazzoTer-
l'erezione di
una
furiosamente
da tutte le
colonna
fame.
in-
(^)
Lucio, cercato
capìche questa volta
metter
senza
e
giustizia,
sieme
passò il confine,si recò, in-
tempo in mezzo,
colla
V
ancor
Dieci
sottrarsi
della
ricerche
alle
di
impossibile
era
Rosalba
sua
impudenza di
e di qui ebbe
Gorizia,
mandare
al Consiglio
dei
a
colla qualequel cuore
supplica,
una
parti,
pietà invocava
V abbandonata
la
senza
graziaper compassione
consorte
e
deW
abbandonata
del-
prole.
Poi,lasciata Rosalba,si gettòa nuovi
carpì a
dame
certe
si mischiò
bandito
moltissime
in tali rischievoli
anche
da
Gorizia
imprese,da
da
e
a Tolmino, dove^scrive
rifugio
battendo
la carriera
delle
gravide molte femmine
anclie da
di
Farra,in
soldo,suo
TI
anche
palazzo
—
e
irag.
nello stesso
MoLXBHTi,
e
mwtt
demolito
ecc.
vita.,
/ Bandi
avea
bassa
la
sposato a
tiy ccc
nel
cercare
biografo,
Co.
vette
vita^do-
di StrasGorizia
Lucio,
Pagine
1717.
ed
sf'era^
nella villa
Rizzardo
del
esser
disonestà^rese
perder
fascicolo delle
Torriani
(2) Ist. della
15.
del conte
casa
cugino,che
dei
solite
Si ridusse finalmente
(li Ist. delia vita
Vedi
non
dover
il citato
di alta
quel Itcogo^
per
^^^
fuggire.
amorazzi,
gioie ed ori e
ecc.
Friulane
—
:
I
22t)
certa
della
Banditi
Maria
Anna
Eepubblica Veneta
Malvicchia,di
bassa
zione,
condi-
due
colò
Nifigliuoli,
Il Torriani sedusse prima la
e Lodovica.
la quale,dopo alcuni
madre, poi la figliuola,
scrive l'anonimo
come
biografo,
mesi, non potè,
il tumido
nascondere
ventre. Per placarela cupa
superbia del fratello Nicolò,che vedea la casa
piena di obbrobrio,il Della Torre prometteva,
la moglie,di sposar la sedotta fanciulla;
morta
infernale congrega, la madre
e il figlio
e in una
fra loro quale
Strassoldo e' Lucio, consigliatisi
V uccisione
dovessero pigliare,
tramarono
partito
della misera Eleonora,che viveva coi figliuoli
colò
Noale. Seguendo il feroce proponimento,Nia
dalla
quale
avuto
avea
Strassoldo,accompagnato da
Sgognico, una
andò
con
sua
dalla
cortesia
Noale, accolto
a
vittima.
povera
disegno;
Ih trovò
entrò
immersa
nella stanza
nel
sonno,
uomo,
con
Di
e
della
stosa
fe-
notte,
conchiusione
l'assassino procede alla truce
suo
Orsola
travestila da
ganza
lieta faccia
certa
del
contessa.
col calcio della
poi a
pistolale fracassò il cranio ; ^^^ montato
colla sua
con
amasia, riparò,
fuga precavallo,
scagliòsopra la testa
coi quali aperto il cecolpi,
spietatissimi
fi) Il citato biografoscrive:
«
col calcio tre
«
rebro,le lanciò le cervella
«
centissimo sangue
e
«
le
causò lo sbalzo dell' ìhdo-
sino sotto i travi della
camera
stessa.
»
228
I Banditi
I
della
fatti esaminar
e
dimostrata
nomìnata
o
Garìssizza, absenti
questa Città
Città Teri*e,e
cadauno
Sgognico
sopra-
citati.
inamente
legiti
ma
lllico
li suddetti siano,
di
Venezia,
luoghi del
Navilii
Lucio, di Marianna
sia Orsica
\
Capi
Avogadori i
da
loro volta
\
Cons."
Vogliono che
a
gli imputati,apparì
la reità di
Strassoldo, et Orsola,
«
Veneta
magistratiimperialiformarono
il processo;
colò
Repubblica
e
e
s'intendano
Dogado,
Dominio
e
in
l'altre
da tutte
terrestri,
e
nostro
armati, e disarmati
banditi
rittimi,
ma-
perpetuo. Rompendo
d'essi il confìn, et essendo
questa Città
preso, sia condotto in
all'ora solita fra le due Colonne
di San
et
Marco, sopra un eminente solaro le sia per il Ministro di
la testa,sì che si separidal busto e mora.
giustizia
tagliata
Con tagliaalli Capitorio interfettori,
fede
fatta legittima
deirinterfettione
quattro mille
no
se
ducati
doi
in Terre aliene de
delli denari
immediate
di
della
esborsati
Cassa di
a
0
overo
interfettor,
entro
loro Beni
se
suo
commesso
Stato, e
saranno,
ne
interfettori
overo
o
o
chi bavera
contraddittione,
potendo anco
il
lo
da
questo Consiglio,
o
captori,
e
commessi,
legittimi
procuratori
da essi senz'alcuna
mille
il
a
ser
es-
loro
causa
captor,
conseguirliberamente
minima
difficoltà la taglia
e senz'alcnna
beneplacito
predettada esserle contata d'ogni sorte di denaro, e da
quellaCamera dello Stato,ove più le piacessea sua maggior
sodisfattione.
e
più compita
Conseguiràin appresso oltre la taglia stessa,voce e
facoltà di liberar un
condannato
in prigione,
o
relegato
in vita,0 a tempo, overo
bandito per qual si sia caso,
nn
di qual si sìa conditione niun eccettuato,benché havesse
Tanttobandi, e condanne da questo Consiglio,
o
con
a
suo
«
fì
229
Capitolo Ottavo
di Nicolò. La
e
Lodovica
dalla
provarsi immuni
Della
L'empio
rità di
delle
si sia condition
di
di processo, pace
il processo, di
di
strettezza
vi fosse
qual
lettura
ballotte,
e
nato,
effettiva,e d'esser espressamente nomi-
li condannati
ogn'altrache potesseescogitarsi
(eccettuati
cadesse,
per materia di Stato,et intacco di Cassa)e se ac-
et
chMn
tal
captura,0 interfettione
captor,0 interfettor habbino
detti
contessa.
che nella sentenza
tempo,
poterono
adempitili requisiti
havesse
non
ostante
non
strage della
Torre, durante
esso, ancorché
Leggi,e
l'Orsola
e
li suoi
il
morto
legitimilieredi li su-
e taglie intieramente
beneficij,
concessi
restasse
da
esserle in
ogni
glia
qual si voin
provìsione,
o
come
parte,così generale,
particolare
in
contrario, alla quale in tal caso sia derogato.Dovendo
oltre la taglia,e voce
sopradettapromesse esser
ste
corrispoanco
agP Officiali de PrincipiEsteri,che ne facessero
caso
la
captura,e
Tutti
«
di
qual
la metà
con
de voti
ostante
non
consegna.
li loro
futuri
e
mobili, stabili,presenti,
Beni
si sia sorte, attioni
essistenti,et etiam
fidei
e
ragioniin qualunque
commissi,
e
feudi
loro
loco
rante,
vita du-
la
legitima,e tabellionica rispettoalla persona
del Co. Nicolò Strassoldo vivente
dano
Patre,siano, e s' intenet applicati
confiscati,
giusta le leggi,et all'ordie
nario
delPAvogariadi
sorte, ninno
fatti da
e
di
un
niun
anno
in
Commun.
Tutti li Contratti
eccettuato, che
qua
valor,come
s'intendano
se
fatti
non
da
essi
di qualunque
fossero
stati
tagliati,cassi,e nulli,
fossero,dovendo
gl'A-
haver riguardoa quellisoli,che conoscessero
vogadori di Commun
loro
e
reali,e secondo la conscienza
legittimi
terminar
ciò che le parerà di giusti
mira
tia,con particolar
cVoviar
le
fraudi,che potesseroesser
uditio deUa
«
Li
Communi
confìscation
delle
state concertate
a
gi
pre-
predetta.
Ville,Contadi, e luochi del
Domi-
280
I
Banditi
divenne
baldanzoso
con
a
campana
debbano
dalla
presente sentenza,
viene
che
in
questa
con
alcuni
Galera
anni
per
tretanto
luce,
e
tutte
le
in
tempo
una
essendo
non
Terre,
e
tutto,
in
di
essi
luocbi
ne
ritenti,restino
tutto
per
quanto le
notitia
loro, il Medauno
ca-
al Remo
dMnhabilità
prigionede
derlo
pren-
Deputati,sia
condannato
caso
e
si babbi
che
tenuti
interfettion ha-
o
altri simili
mancato
dieci,et
in
mancando
sia stato
bavera
loro,che
di presa,
havuta
et
s' ingegnava
siano
capitasse,
ogni diligenzaper
usar
commesso,
dighi,Degani, Massari,
incerti,
riversò
abiette,
promessi
e
medesimi
de
occhi
erano
caso
beneficii
li
Con
d'essi
martello, et
et
Veneta
parole,che
ciascheduno
dove
vivo, 0 morto,
ver
timido.
ed
supplichevoli
nostro
sonar
Repubblica
dimessa,con
voce
rendere
nio
della
in
à star al-
Condannati
serrata
banditi
perpetuo da
luochi,e punitid'altre
in
pene
alla
secondo
la
trasgressione.
«
0
Se
alcuna
altro
ditione
persona
che havesse
Nobile, o Cittadino
Beni
nello
Stato di
suddito
nostro,
qual grado, o
con-
ni un' eccettuato,etiam che fosse congionto
voglia,
alcuno d'essi in qualunque grado di parentela,darà
con
in alcun tempo mai, o in questa città,
alli medesimi
in
o
vore,
qual si voglia luoco dello Stato nostro, o fuori d'esso,fali accetterà in Casa sua,
indirizzo,denaro, ricapito,
si
caminerà
essi,li scriverà,li avviserà,li somministrerà
con
bavera
agiuto di qualunque sorte, overo
0
e
qual si sia pratica,
in
cada
0 intelligenza
con
essi,
Nobile,
(essendo
pena
Cittadino)d'esserli confiscati li Beni di qualunque sorte
gioni
capitandonelle forze di star anni dieci in una delle Prialla luce, e non
de Condannati
serrata
capitando
nelle
forze
Dogado,
armati,
nnni
e
e
resti
Bandito
da tutto
lo
disarmati
dieci di
in
da
Stato
questa Città
di
Venezia,
da terra, e da mar,
perpetuo
prigione, rompendo
il
Navilij
sopradettadi
essendo
Confin;non
la pena
con
e
Capitolo Ottavo
la
sui
colpa
complici
lunghi mesi, il
Gradisca
dell' imperatore Carlo
hnomo
servir
da Eemo
gV Ordini della Camera
né essendo
Se alcuno
li ferri alli
deir Armamento
habile
a
tal
sia
e
riceverà li
li
Fauttori, e
il denonciante,et Accusator
contro
Se alcuno
farlo
Capi
di
bavera
o
tenuto
per altra via dove
voce
secreto)
definitivamente
torità
in
non
ostante,
alla
rate
espresse, e dichiaRicettatori delli sopradetti,
li beneficii soprae-
habbia
qual si
sia
tempo, che
cuno
al-
potrà ammazzarlo,
non
esso
si attrovasse, si che per
nelle mani,
e
facoltà
ser
conseguirà(oltrel'es-
di
liberar
un
di Cassa.
Non
possano mai
Bandito
con
l'aut-
Confinato,o Relegatoin vita o, a
che non
fossero adempitili requisiti
un
Leggi, eccettuati
Intacco
«
siano
devoluti
perpetuoda questo Consiglio,e
overo
d'esso,
tempo
0
viserà,
av-
sopra
notitia in
notitia sì habbia
sua
delle
li
sopradetti,
capitarnelle forze della Giustizia,et avviserà li
questo Consegliocon Lettere,con sottoscrittione,
senza,
la
e
particolar
nostro di qual
immediate
d'essi s'attrovi nello Stato, e
o
tinui,
con-
salvati,overo
s'intendano
e
possedessero,
Signoria Nostra oltre le pene
o
dieci
havesse
nello Stato
che
«
tutti
agiutatinella detta Giurisdittione
s'intenda decaduto,e privo della Giurisdittione stessa,
Fendo, e da tutti li Beni Feudali, e Giurisdittioni,
e
et
nati
Condan-
piedicon
per anni
voglia,che
eccettuato
di
che
o permetterà
quivismodo li spalleggierà
accettati
VI,
sopra.
Feudo
o
propria Giurisdittione,
0
in
desimo
servitio,star debbi per il me-
come
sia cbi si
si sia sorte, ninno
Galera
una
sopra
con
tempo in Frigion
«
Dopo
se.
Nobile, o Cittadino, oltre la Confiscation
Beni, sia posto a
per
iscusar
per
giugno 1723, giungeva
la sentenza
il Contraffattor
de
26
231
li Condannati
per materia
dal presente Bando
di Stato,
liberarsi per
qual
232
I
che
condannava
dato
e
di
Banditi
tutti
della
JRepuhhlicnVeneta
per
0
gratia,voce,
liavere,in
di
Intacco
nella
drgra-
essere
gli onori^ prerogative^nobiltà^titoli
tanagliatocon
privilegi^
sì sia
ad
il Della Torre
o
cui
facoltà
che
alcuno
virtù
in
habbino
mai
fosse
havesse^o
di Stato,
la materia
fossero eccettuate
Cassa, ne
di Parte
General
ad
essi
de
diti,
Ban-
compresi,se
vi saranno
non
espressamente nominati, il che però non
Balle de Consiglieri,
tutte le nove
con
possa farsi se non
tatte le 17 del sud etto Conseglio ridotto,
e Capi,e poi con
Lette prima le colpe,
al suo
e la presente
perfetto
numero,
sentenza;
quale
tanaglia infuocata
una
di militar
publicoservitio,ne
in
interfettion d'altro
qual
in
si
raccordi,o denontie,ne
per via di
ne
Bandito,
voglia tempo,
condotto, né ad istanza de
altra
causa
qual si
da
data
fosse
o
ogni
sorte
di
testo
preo
uguale, o superiore,ne
anco
qualità,né
Prencipi,né
via di salvo-
per
qnal
per
si
voglia
di guerra
Mar
a
cbi
né da Magistrato eletto
auttorità,
sia facoltà di liberar
banditi
le loro persone
espressamentenominate
sotto
la consegna
con
in tempo
o privata,né meno
pubblica,
vogliaKappresentanteda Terra, o da
qual si
con
esser
con
se
non
saranno
la forma
sopra
accennata.
Non
ad essi fatta
gratiaalcuna di sospeneietion, dichiaration,alteration,remission,compensation,
della
vation di strettezze,o altra imaginabilediminution
«
possa
esser
presentesentenza
se
non
con
Parte
proposta dal Ser."»»
tutte le 9 Balle,
e Capi,e presa
con
Consiglieri,
Principe,
tutte le 17 del medesimo
e poi con
Consiglioridotto come
et intiero numero,
e
perfetto,
sopra al suo
sempre con precedente
lettura di tutto
cavato
esser
non
se
«
In
con
di
Cassou, né preso
le strettezze
ogni
d'essi tentasse
il processo, il
caso,
in
che
che
quale
non
possa
sia letto,e deliberato
sopradette.
in qual si voglia tempo
qualsivogliamodo
mai
la
sua
cadauno
liberatione
non
238
Capitolo Ottavo
due
volte nel petto,indi
pra
mi
vivo^ e poi
ruotato
e la
palco (lecapitoto,
eminente
sopra un'asta. Airultimo
momento
testa
posta
da
ordine
un
so-
precedente
effettivo depositonella Cassa di questo Consigliode ducati
4 milla correnti per ciascheduno
applicatia beneficio di
oltre li soliti Aggionti,in pena
di ducati mille al
essa
Capo in Settimana, che proponesse nessun'altra parte in
che la noal Segretario,
tasse,
e di ducati 500
questo proposito,
da esserglitolta da cadauno
de Consiglieri,Capi,
senz'altro Conseglio.
et Avogadori di Commun
La Casa Dominical
seguito
posta in Noal, nella quale fu esmedesima
la
esser
possa
proposta se
con
non
«
l'antedetto
omicidio
enonne
habbia
immediatamente
applicatoil tratto da
de Commun
Materiali giusto l'ordinario dell'Avogaria
con
facoltà alli Avogadori di amministrar
ragionesopra il tratto
che dalla loro giustitia
fossero
medesimo
per quei riccorsi,
ad
demolita
esser
creduti
e
recinto medesimo
di
«
fondamenti,
Di
più
in
alcun
convenienti.
di sorte
e
da
alcuna, ma
restar
non
et
nel
possa
tempo
debba
del sito,
erigersifabrica
mai
esso
fondo
fondo
vacuo,
sempre
pubblicaragione.
Doverà
inoltre nel
demolita
Casa
sito
più esposto,e cospicuodella
eretta
esser
una
Colonna
le
con
seguenti
parole:
scolpite
«
Lucio
1722
per
frolla Toire
E
cajyitahnenteli
proditoria commissione
tradimento
«
Bandito
sia
dal
Co, Nicolò
d'Omicidio
Strassoldo
et
16
marzo
essequitocon
(hsola
Sgognico,
in Noal,
e publicato
stampato colle colpe,
et
in
questa Città.
Kxc.»**' ConsJ*
Gasparo
Arch. di
1721-1722.
Con
Stato
in
Filza
num.
decreto 8
X.»»
Secretano
Marinus.
Venezia, Consigliodi X.
»
Criminal
135.
aprile 1722,
il
Consiglio dei X,
secon-
2B4
Banditi
/
Vienna
della
Repubblica Veneta
risparmiavaal condannato
vivo. Andando
ogni viltà :
al
di
fermezza.
'^^
Non
La Strassoldo
con
palco ginocchioni,
il
e
ventisette
ancora
avea
Nicolò
figlio
furono
Marianna
e
tanagliati
decapitati.
volto
con
la sentenza
ordinava
Strassoldo,
che, fra
divenuta
forse
la
madre.
di veder
Ma
della
vita
anch'essi
avea
tanni,
quarancolò
Ni-
All'orrendo
tacolo
spet-
assistesse la
vane
gio-
del carcere,
le pene
lungo deliquiomise
un
e
sciagurata,
strage de' suoi. Fu
la
anni.
ingrato^ben robusta;
non
appena diciannovenne.
era
in
dimise
Lucio
supplizio,
volle salire il
tato
ruo-
paroledi sincero pentimentoe di rassegnata
atti e
era
essere
le
miò
rispar-
poi
dando
man-
le istanze di altre
fosse chiaramente
famiglieStrassoldo,che volevano
scrizione
designatoTassassino modificò così la in-
sulla colonna
capitalmente li
di omicidio
colò
figliodel
sola
Sgognico,
(1) Nella
16
Co, nizzardo
le carte
di lui
e
che
la
in
La
per
vita
tradimento
da
del Conte
concernenti
al fianco del conte
del
conte
l'uccisione
Giacomo
Lucio
dito
ban-
missione
proditoria com-
dal
Fara
per
Co. Niet
Or-
nin,
Giuseppe Ma-
Passeriano,esiste
Confidenza di Giovan
stava
della Torre
Strassoldo
raccolta Manoscritti
ora
Ludo
1722
marzo
esseguitocon
già in Venezia ed
(num. 624) contenente:
TorrCy con
d'infamia:
un
volume
Lucio
della
della
moglie
dente
Piatti, confidarlo in
mano
Nel periodico
Pagine Friulane
(num. VI,
giustizia.
18 agosto 1892) il dott. Joppi fece uno
spogliodi alcune
sul delitto e sul processo.
lettere,che danno particolari
alla
Capitolo
Le
terre
Nono
dì confine
Bergamo
Si
paese,
per
i bovi
:
forti
dei
la Terraferma
Fra
vi restano
che
Ma
fronte alle condizioni
ogni temix) e
la
e
poteva
lontane, tanto più vedevano
le
flcente
ministri
leggi,difettosa
la forza armata.
invece
era
della
senza
non
Il governo
impigliate,
la
le
mal
province
tutelate
la
sparsinelle
giustizia,
riuscivano
mai
erano
la
o
stizia
giuscurate
tra-
procedura, insufdei
L'ordinamento
studi,senza
di
capitalemancavano
esteso, saldo,potente:
trovava
legge
personale,inefficaci
la sicurezza
ogni
luoghi?
legami, e, quanto più
e
in
ordinato,le leggi sono
le mosche
le rompono.
.
in
quanto bene
tela di ragno
Brescia.
e
tutti che
ripeteda
soldatesca
La
—
diti
ban-
i modesti
città di Terraferma,
senza
attitudine,
a
indovinarne
scarsi delatori:
ne
raggio,
couna.
avevano
238
I
Banditi
della
Repubblica Veneta
copiagrandissimai malvagi:glioflFesitacevano
per
di
paura
peggio.Leonardo
Moro
Marco
e
in Terraferma,
nel
provveditori
Giustinian,
scrivevano
: «
Assassini si commettono
«
nelle
«
nessuno
inquisisce,
Renier
fatto
«
bocca
la severità
è venuto
del
leggi e
non
esecrande
luogo
teneva
l'audacia
vecchio
ragione al
davano
de
confin
o
«
per la vicinanza
"
fanno
«
anco
L'uomo
(i) Beh
ladri
et
nelli boschi
della
Patria
comandare
rac-
gere
distrug-
che
le persone
certezza
di
un
commettere
certi
o
ricetto di
rotti
signo-
assassin.
scorrendo
loro
a
"
I
banditi
de' confini si
habitano
et
prohibiti»scriveva
il Manzoni
del
birbanti,
proverbioveneto:
di Udine Pietro
luogotenente
che
terribile,
nelli, 1865.
di
per
di
confusione
lecito d'andar
nel 1585 il
»
d'immunità.
paesidi confine,divenuti
Gente
ngore
colla
prepotenti,
azioni. Ma
aprir
osato
cessavano
fossero impedite di
castigo^
pesante
I
e
E Paolo
»
in luce.
fare in modo
gli omicidi,di
facinorose
giustizia
Principe,sfoderavano
applicarsicon
di
vie,
ho
processi,
ha
nessuno
nome
delle
la
se
e,
intentato
reo
nessun
Dieci,in
I
«Ho
ricerche,ma
e
nelle
dà informazioni.
1732:
nel
4L
chiese
piazze,nelle
1621
Friuli.
volle
Gritti."^)
dipingere
Venezia, tip.Aiito-
CapitoloNono
colori indelebili
con
in
castello dei
un
torri nella
E
neirinnominato,risiedeva
che
Visconti,
Valsajna ove
Stato fra il milanese
San
289
e
inalzava
sue
il confine
di
bergamasco, terra
di
passava
il
le
Marco, ^*)
di
i conti
Brescia
e
il
Lodrone, che,
sui
Trentino, estendevano
sui comuni
di
confini
la loro
tra
risdizio
giu-
Lodrone,Darzo, Bon-
done, Magasa,Turano,Persone,Belone, Moema
si
dimentichi dei benefici ricevuti,
e Armo, ora
alleavano cogliimperialiai danni della Repubblica,
battevano
ora, sotto il vessillo di San Marco, commai fidi,
le schiere tedesche,
inquieti
e
sempre
sudditi
ai
infesti colle loro
sempre
prepotenze
Serenissima,i quali,stanchi
della
insorgevano terribili. Terribile
talvolta,
vero
popolare,che colpì a
la vendetta
anni
Nato
verso
il conte
il
Achille
quattro
venti-
Lodrone.
di
1530,nipotedel
(i) Il Castello dell'Innominato
o
fu in
gran
sorgeva
capitano
nella
Valsajna
Valsavina, che ha lo sbocco sul torrente Galavesa
Vercurago,all'estremo
confine
dell'attuale
presso
provincia di
topografiadei
Promessi
Sposi,pag. 123 e seg. Milano, 1895).Parlando
del confine lecchese il Eipamonti
(Hist.Urbis Mediolani,
Est in ea regionevallis Sancti Marlib. XXII) scrive:
tini qnae dicitar receptaculumfere exulum, quia mediis,
€
Bergamo
verso
il Lecchese.
(Bindoni,La
«
«
sive extremis
«
tatem
in ter duo
praebent.
»
imperia terris,confinia securi*
240
Banditi
I
vedova, ad
la madre
fu
Bresciano,dove
aver
per
quale cadde
nella
e
tale
a
morto
perdono
di
supplica,
una
tanto
tornò, insieme
coi
e
Ippolito,nelle
sue
forse
Dopo
nello stato
fu
non
L'
la
di
degli abitanti
avo
Bernardino,
glioni^
Co-
della
terre
Achille
da
del
Valle
lungo tempo
paterno del
i conti
e
di Trento
grassazionie
dall'avo
medola
vero
era
di tutte
omicidi
le
del
commessi.
si
Colleoni,
dei Lodroni
e
di
e
avea
assolto
sioni,
rapine,estor-
il quale più
Achille,
delle felici
ossa
discendente
cugini,essere
di
pena
confini;e più tardi
coi
di
rio,
giovane feudata-
proibito,sotto
avea
Todio
sollevato
pazienzae
di uscire da certi
vescovo
se
fratelli Ottone
quei paesi contro
dovuto, coi fratelli
dal
in
delle
morte, agli abitanti delle Pievi di Condino
Bono
neto,
ve-
estranea
medola
Stado.
suoi
due
sere
es-
Lodrone
stesso
prepotenza, che
di
esaurita
Lodrone.
rissa,
una
rannia
quei pessimi proponimenti di ti-
Chiese,con
aveano
ad
Udine, il giovane
/ideia questo IlV^^
ne
e
Repubblica,
dìsseso dalla
esser
sul
capitano generale Bartolomeo
del
feliciossa
a
dallo
ragione,accennata
la
Leno
contadino.
un
ed
giovinetto,
a
dalla
di poter ritornare
ottenne
conte
abitare
Pralboino
a
Parma
riparatoa
si recò
bandito
parte
preso
Veneta
Bepubblica
Golleoni,Achille
Bartolomeo
con
della
Ne
verso
di-
che dalla
mostrava
degli altri
pa-
241
CapitoloNoìio
renti
zio
fatto
Uberto,avea
col
del
quale avea
due
i
1554,
fecero
Lodrone
Bagolino in
gella,andò
scuse
intimare
a
quattro mercanti
di
mercanti, Vincenzo
ammenda
intimandoglidi
di
risposerocol fare
intesa
pietàperi'innocente
modo
in malo
di
conte
testa
dai
morti
Ottone
V assalto al
nel
potesse
dendo
chie-
Conti
Respinti
lotta fu molto
parecchidi
aspra
ciascuna
palazzodel
gagliardamente
Ottone
dentro,mentre
fra i
golino,
di Ba-
armati
condannato.
Achille,il quale faceva
fuori. La
si
combatteva
e
dura
e
al
dero
cad-
parte: Achille
trati
enprimi.I Bagolinosi,
vincitori,
il
palazzo,vi fecero prigioniero
fratello dei
La
mati
infiamLodrone, i Bagolinosi,
sdegno,diedero
al di
gare
pa-
proteste
mossero
Lodrone, e si presentarono ai
verso
di
Lodrone.
abominio
condotti dai consoli
impedire,e
diceva
dagli abitanti
tanto
sue
senz' altro approntare
piazza di
sulla
loro che
parve
far le
loro,e
scudi. Alle
mille
essendo
cosa
Gug-
che, si
paroleingiuriose,
la forca
qual
loro.
sero
palazzo dei Conti,i quali lo mi-
al
dello sventurato
e
di
e
a
Sabbia, di presentarsi
Val
per certe
per
di
Ottone
egli pronunciatecontro
aver
lice,
infe-
un
questione.Un giorno
fratelli Achille
in carcere,
tosto
quali,lo
seppellirevivo
avuto
solo dei quattro
Uno
dei
materni, i Pallavicino,uno
e
Lodroni,Ippolito,
lo
terzo
portarono a
242
I
Banditi
della
Repubblica Veneta
Bagolino,dichiarando
finche tutti i
in Tirolo
senza
Bagolinosiche
fossero
non
ostaggio,
come
stavano
tornati
Ottenuto
lavorare
a
alle
loro
case,
le terre dei
molestati,
passando per
essere
Lodroni.
di tenerlo
questo, rilasciarono
il conte
t*)
Ippolito,
Queste vendette
popolari,
piombavano più
più efficaci dei gastighidella giustizia
e
lenta ed
incerta.
Il Governo
di
veneto,
il nobile
dir vero,
a
il male
accusare
di
la lena
avea
sempre
vivamente,
intorno
minacce
curava
e
a
buone
nel
e
del
1507, allora
(1)
paesani.Le
Papaleoni,
t.
a
nella
più opportuni
ragioni si
sostenevano
destinate alla fazione delle
guasto,
che
fu
Bonghi da Bergamo
fanti
diretti
armi.
Le milizie paesane,
scorrerie
di
far ciò che i decreti venivano
cattive
proibire.Le
con
mezzi
reale,i nuovi
a
non
pene, e, per dirla
dei decreti
Manzoni, all'apparire
comprimere i violenti,questi cercavano
continuare
ma
stuolo
uno
col
loro forza
si stancava
non
porvi rimedio,giacché
violento,con
bravi,non
per
pide
ra-
V, p. II, pag. 4G7
dato
di
di
e
Lodrme
seg.
instituite
incarico
a
tanzio
Lat-
seimila
raccogliere
milizie
nuove
Achille
state
erano
difesero
{Nuovo
1893).
Arch.
stre-
neto-,
Ve-
244
della
I Banditi
delle ordinanze
Repubblica Veneta
e
militari,
soldatesca finì per
essere
nelle campagne
temuta
poco
e
la
meno
nel 1575, il Luogotenentedi
Ancora
rispettata.
Udine Lorenzo
Bragadin scriveva che alcune
di cernide
compagnie
"^) ma
e
erano
coll'andare del
benissimo
nate^
discipli-
tempo i Luogotenenti
i Provveditori furono costretti a confessare che
nelle
gl'inscritti
chiamate,e
non
il
i
cernide
capitani,ignorantio
esercitavano alcuna
propriodovere.
qual
cernide
Le
razza
alle
disonesti,
né adempivano
autorità,
cernide
pilinelle
neppur
obbedivano
non
armi
di soldati
non
e
si
si addestravano
ginare
può imma-
riuscivano.
«
Le
dal servizio mirifuggenti
litare e da^suoi rischi,
che bisogna tenerle
€
continuamente
«
guardatee rinchiuse,
perchè
"
non
fuggano ai loro casolari. » Così,in una
relazione del 26 maggio 1717,Giovanni Sagredo,
di Udine. I fanti italianie dalmati,
luogotenente
i cappelletti
e glistradiotti a cavallo rade volte
escivano dalle città,
ov'erano di guarnigione,
e
mandati
alla caccia dei ladri e degli
erano
se
nati.
di rado feriti e bastotornavano
non
assassini,
La sbirraglia
reclutata dalla peggior
era
si accordava
od era
coi malfattori,
e
feccia,
codarda a tal segno, che un bravo faceva fagli)
«
Antica
sono
tanto
Bel. sulle condizioni della Patria
Udine, tip.Zavagna, 1863.
del Friuli,
Nono
(Japitolo
peverada, che
gire una
nel
significava
gergo
di birri.
compagnia
una
245
Quale potere ed
autorità
la
avesse
milizia,
meglio faranno manifesto i seguentibrani di
i Rettori
relazione,
che,fin dal 1579, mandavano
di
"
«
ai
Bergamo
Il Castello di
dei
Capi del Consiglio
Urgnano
Gio. Domenico
conte
è
Dieci
abitato
ora
Albani,il quale dà
:
dal
ri-
€
capitoad ogni sorta di gente, che sono poi
accade pensiero
tiranni di quella terra, ne
di mandare
a fare
esecuzione,perchè mal-
€
menano
€
che andandovi
«
uomini
€
lo lassarono
€
€
«
€
€
la
Corte,come
per fare
preso,
al Contestabile
occoi'se
fu da quegli
esecuzione,
legatoet bastonato
per morto, et
non
si
tanto
che
puotè ve-
decognizionedi questo fatto come
ardisce testificarla
glialtri,
perchènessuno
Contestabite dovette per
e lo stesso
verità,
nir in
paura
«
stello di
"
cade
4i
oltre che
4i
aver
«
stra,temono
«
tano
4c
che
(1)
di fare la
ommettere
€
Malpaga
pensar
loro
di
querela.Nel
medesimamente
non
Caac-
esecuzione,perchè
Martinengopretendono
far fare
quei Conti
della
la giurisdizione
Serenità Yo-
che si contengliufficiali,
dal Podestà
di esser
castigati
piuttosto
andarvi.
tanto
»
"*"
BoNOMi, Il castello di Cavernago,pag. 409.
246
della
I Banditi
In tal
huomini^
macellari
nobili feudatari,
la citata relazione
li chiama
come
Veneta
provinciadi Bergamo
città e la
dai
sconvolte
erano
de
guisa la
Bepubhlica
dei Rettori.
dal
Fino
cizia
grande inimiillustri famiglie bergamasche
1554,-era
fra le due
sorta
una
tivi
degliAlbani e dei Brembati. Dopo vari tentadi sanguinosevendette,vi fu chi propose
r idea
di
una
del
a
pace,
questa, anche
e
rappresentante veneto, ch'era
Morosini,dovea
quel tempo (1563) un
celebrarsi ai
durante
piedidei
la celebrazione
si
e
scompiglioin
lo
precipitanosul
in
lo feriscono
fuori di
Vari
presenti.
conte
Achille
che
cinque
o
uomini
sei
un
tato
trasportutti
baleno
e
scomparvero,
dalle
mura
mati
ar-
Brembati
appena
spirò.In
fuggirono,saltando
mente
precisa-
e
tutti i
quellidella famigliaAlbani
essi
nemente
solen-
improvvisotafferuglio
modo,
chiesa
a
sacri altari. Ma,
della Messa
airelevazione,un
mette
missione
per intro-
della
armati, esecutori
con
città,
della
strage,dopo pochigiorniarrestati in vari luoghi,
condotti
Ma
a
Venezia
e
veri
gliistigatori
Domenico, Giovanni
prontamente messi
di
a
morte.
quel truce delitto i conti
Battista
e
il loro
rolamo
padre Gi-
Albani,allora generaledella Serenissima,
se
la
per
cavarono
con
qualche anno
poco,
giacchefurono confinati
in un' isola deir Adriatico.
Da
247
CapitoloNono
padre,chiamato
quel luogo d'esilio poi il conte
a
Roma, fu elevato aglionori della
con
Pio
il Ghislieri si
era
recato
I
porpora
V, contratta fin da quando
per l'amicizia
i suoi
sacra
rigoriper
tare
Bergamo ed eserci-
in
della
conto
Inquisizione.
si
figlidell'Albani,creati principiromani,
delle armi,militando
professione
diedero
alla
Francia
"e in Oriente.
altro nobile
Un
del
secolo
e
fortunatamente
con
che
Boselli,nato
fece
ne
di Santa
per
di
l'acquisto
per
Giustina
crimini
e
raccolse
di Padova. Il conte
d'ogni sorta,commessi
nello
rifugiarsi
Stato di
ste. Protetto da
potè durarla
una
un
e
masnada
jna
finalmente
per lui il giorno del meritato
abile
stratagemma attirato
LoCHis, Altra
Patrie,almanacco
pace
ecc., doc.
rli Bergamo
leazzo,
Gasul
più
perfezionarele
numerosa
pezzo,
vento
con-
volte
Milano,dove però non
anche
(1)
del
conto
Serenissima,dovette
di continuare
una
ApostoloZeno,
territorio della
mancò
Scipione,
padre, perchè
tanto
lodata da
la metà
verso
conte
militò in Francia
libreria molto
poi
del
padre
degenere
onore
famosa
appaltatordi delitti,
vero
Galeazzo
XVII
^^^
bergamasco, crudele,orgoglioso,
un
tirannico,
fu il conte
in
per
in
sue
gè-
di bravi
arrivò
Con
gastigo.
aguato,
il conte
neUe Notisiie
pubblicati
glianni 1888 e 1889.
248
I Banditi
fu arrestalo
Galeazzo
condotto
e
processo,
à
della
a
sul
Milano.
territorio
Si formò
prontamente
il giorno24 dicembre
e
cremonese
1705,in
che
in Milano
voce
i suoi
alFestremo
corsa
fidi avrebbero
il
liberarlo,
^^^
supplizio.
tentativo per
Boselli
il
mezzo
grandeapparato di forze,perchèera
un
un
RepubblicaVeneta
fatto
fu
dotto
con-
grande famigliaMartinengo^^
tolomeo
eredi,per ragionedi matrimonio, di Bargamasco,
Colleoni,ebbero feudi anche sul Ber-
Un
della
ramo
come
a
Malpaga e
Gavernago,e palazzo
Alessandro
Martinengo
a
Bergamo. Il conte
uffici pubdopo aver tenuti importanti
Colleoni,
blici,
in
nel 1630 ritornò nel castello di
alternando
di
però
la
sua
rodomontate
e
di ventanni
in
(M
della pace
"^"
stello
ca-
nengo
Il Marti-
di facinorose
di fieri
1633, in
contro
colPaltro
Scarpizzolosul Bresciano.
riempìgli ozt
Nel
dimora
Gavernago,
certa
delitti,
per cui visse più
morì.
esilio a Caravaggio,
ove
si pubblicaronoingiurie
Brescia,
dama.
Ne nacquero
ripetuti
LocHis, Un patriziobergamasco^ecc., nel cit. Ah
manacco.
(2) I
Martinengo
sono
della
originari
terra
di
nengo
Marti-
il lor domicilio
Bergamasco,ma tenevano
sempre
due grandi palazzi,
in Brescia,erigendovi
uno
presso
l'altro in via San Carlino
sant'Alessandro (oggi Bàbler),
La famigliaMartinengo-Colleoni
(oggi sede del R. Liceo).
nel 1885.
in Gavernago,
si estinse col conte Venceslao,morto
nel
(8) BoNOMi, Il castello di
Cavernago,
249
CapitoloNono
conflitti fra cavalieri bresciani. Il conte
si pose,
nengo,
bella
una
venticinqueuomini
e
di
mattina,alla
cavallo
a
dal
esci
archibugio,
suo
si diresse alla volta di
nago,
città,passò a
il
traverso
Martitesta di
di
armati
spada
castello di Gaver-
Brescia,entrò in
della
corso
Palata,si
luogo ove stavano il conte Camillo
saglio
Martinengo con alquanticompagni e li fé' berfermò
nel
scarica di
una
a
Gli
archibugiate.
liti
assa-
seguìun combattimento
sulla pubblicavia. Compiuto questo fatto con
il conte Alessandro fuggì
straordinaria celerità,
ripassandodalla porta San Giovanni,senza che
presero le armi
e
ne
ardisse fermarlo
alcuno
Un'altra
recarglimolestia.
o
volta si recò
con
('"
suoi bravi
alcuni
di
Gandino, prendendo alloggionella casa
Francesco
certo
Renardi, « nella quale entraa
con
modo
imperiosoet
violento alcuni
«
rono
4i
delli sette suoi bravi....per preparare
"
non
«
delli habitanti
le robe di
con
il
arrivo
suo
della chiesa
e
et
fece
suonare
con
Per
»
le
casa
quelle
giare
festeg-
campane
A Gandino
archibugiate.
parecchigiorni,co7i
molto
ter-
mettendo
comspavento di quellipoveri habitanti^
eccessi
et
detta terra.
sparar molte
si trattenne
rore
di
conte,ma
esso
la
contraria
in
con
tutto
maniera
alle
(i) BoNOMi, Il castello di
imperiosa^ violenta
leggi.Queste
le
parole
Cavemago, pag. 377-378.
1
250
Banditi
della
Repubblica
bando, da cui venivano
del
1627, il conte
tribunali
di
16
Martinengo, sarebbe
in favore del
far testamento
quale avrebbe
l'amico.
vuol
poi
Galzavecastello
uccider
proditoriamente
tradimento
si
^^^
Martinengo,
e
di
come
non,
zognera
solito,men-
sulla tomba
scolpita
seguenteepigrafe,
Caravaggio:
CINERES
COMITIS
ALEXANDRI
HOC
SUB
MARTINENGI
COLLEONIBUS
DE
MARMORE
CONDLNTL'R
QUI
REBUS
MAXIMUM
ADVERSIS
IN
VIRTUTIS,
SPECIMEN
ET
a
Martinengostesso,
del
la memoria
far credere
la
fatto
sfatti
mi-
indotto
stato
questo nefando
Da
purgare
si vuol
in
Troiano
Il Calzaveglia,
Scarpizzolo.
complice dei
del
il
asserivano
ospite nel
glia,nobile bresciano,suo
di
il
luglio1634, contro
fatto assassinare
aver
pubblicatadai
era
testimonianze
alcune
26 gennaio
bravi. ^^^
i suoi
Martinengoe
il
bresciani,
Martinengo,che
reo
il
colpiti,
terribile sentenza
Un'altra
Veneta
PATIENTIìE
POSTERIS
SUCCESSORIBUS
ANNO
yERA
/ETATIS
LABORIS
RELIQUIT
QUIETIS
SU.E
CHRISTIANA
(1)
BONOMT, Op. cit.,pag. 880.
(2)
Id., Ibid.,pag.
380.
ET
LXXII
MDCLXXV
LOCUM
252
della
I Banditi
eletto da
Carlo
san
Bepubblica
Borromeo
a
Veneta
il Lazzaretto
reggere
(li San
Gregorio in Milano, per
fortezza d'animo, il servizio e
con
per
stabilirvi l'ordine
e
rare,
assicula
la disciplina
rilassata. E il padre Paolo esercitò la
dittatura
santa
la
con
energia,descritta da
parole del Ripamonti :
«
bocca
«
fra
«
stesso
«
cretasse,minaccioso
«
lui di
«
e
«
serie
degli uomini
armato,
e
il
ben
venne
che
baldanzeggiavanofra le mi-
trascorso
il
imprese, perdurò
tempo delle ardite
neir indole
spiritoindomito, non
un'alterezza
le eroiche
i fieri tentativi
francese,
pugne
contro
sciani
bre-
le
la
travagliato
avevano
di
di
e
dai
città
riscossa,
i cospigli stranieri,
ratori
un
le
patriaerano
state
sguainatedai
divennero
Porcellaga,
troppe volte
pronte alle vendette
spade,che
cordi
ri-
orgoglio.Ma
difesa della
Brusato
goscio
an-
cessate:
l'orribile saccheggio
erano
decapitati,
nei quali all'amarezza
si mescolava
sentimento
e
scompagnato
erano
primordi del cinquecento,
la servitù
dei
I^e agitazioni
e
dignitosa.
che
cittadine,
a
a
bisogno.»
dopo
uno
in sui
E
truce.
lui
de-
volle,o giudicasseo
e
in
i furti,
e reprimerele libidini,
castigare
glialtri vizi
nobili
e
vivono
dei satelliti di
i racconti
col
e
sua
ste
que-
i patiboli,
le corde,e
Paolo,i carnefici,
Anche
da
Ancora
«
bordinazione
su-
un
dì
privatee l'energiadegli
253
Capitolo Nono
animi
andò
Una
setta
dei
di rubatori
mata
ammazzatori, chia-
e
in
Canonici^teneva
uccidendo
provincia,
la
bestiami,abbruciando
che
agitazionee
e
biade.
Ogni
cone
bric-
grossava
fare in-
il mal
amava
e
vento
spa-
uomini,predando
case
roba
voleva
zioni.
soddisfa-
atroci
disperdendosiin
la turba. "*"
(U
1580
mandarono
di Brescia
I Bettorì
qnesto Proclama
faori
il 26
Canonicos
cantra
et eoa
gio
mag-
hospi-
tantes:
Aloyse
Zorzi
Bettori
di
et
li CI.™» S." Franc.^
Desiderando
«
Brescia
di
commissione
S. S. CI.»
a
prendereet
et
dal Ecc.»»» Senato
armati
nonici, quali vanno
cosi
curti et de altre arme,
la
forma
sotto
di 20
praticaet diabolica
la
amazare
sicarii,vagabondi et banditi
mini
alla mente
Ser.t^ et alla anttorità datta et
sua
e
conforme
distretto,
suo
cessa
con-
del presente
di scatiare,
et segaitare,
proposito
estirpare
in
mese
la
Cap.^ per
Longo Podestà et
Ser.m* Signoria meritissimi
boggidi Cacosi d'archibugi
longhi come
cavallo centra
a
a
piedi come
chiamati
Do:
del Ser.mp
delle Parti
setta de hno-
cosi per
torio
questo terri-
diando
insiinquietando,
per li altri,infestando,
li habitanti in esso, viandanti
et
et dannificando
come
anco
forestieri....
"
minacciano
"
1^ pena
di
darne
"
per
2o
d^
seguentipene:
della vita
aiutasse ò
"
le
avesse
obbligo,
per
denunzia
obbligo ai
e
con
chi li
tre
confisca dei beni
loro
avesse
tasse,
per chi ricet-
;
intelligenza
forzatamente
alloggiati,
giornidopo ;
Comuni
et
prendere
seguitare,
di
amazare
«
dare campana
a
martello
cadauno di detta setta;«
254
I Baìiditi
E
gr incendi,le
da
miseranda,
era
divisioni
privatie
le vie
e
domestiche
Nel 1558,
famiglieprincipali.
tro
ScipioneMartinengo veniva spento da un aldel quale era Girolamo,
Martinengo,il nome
un
e
Veneta
saccheggiamenti,
spesse
; odi
violenze
tra le
ire ferveano
coi
percosse, le morti
afflitta da
era
funestate
Repubblica
la campagna
mentre
la città
della
madre
la misera
figlifinire
due
da
uno
dell'estinto
Paolo
Scipionevide
la vita di morte
Nassino,
tri
al-
sanguinosa:
V altro da
Carlo
Ave-
roldi.
Nello
stesso
Chiara
i
e
^^^
Fisogni.
banditi,nel 1575, due
le vecchie
ma
Dei
Fisogni si
carte
non
esiste
obbligopei Capì delle ordinanze
4/*
Villa
niele,
Da-
e
alla
accennano
Solo
niva
avve-
trovano
fratelli: Silvestro
duplice bando.
del
«
Martinengo di
Enea
il conte
fra
un' altra fiera rissa
anno,
una
gione
ra-
sup-
dì aiutare ì Comuni.
»
fu trasmesso
Il Proclama
Bergamo
di
e
anche
Crema, ai Podestà
ai Kettori dì Verona, di
di
Chiari,dì Asola
Lonato, al Capitano della Valcamonica, ai Vicari
e
di
vaio,
di Ro-
Pontevico, Calvisano,Manerbio, Gottolengo,Ghedi,
Gavardo, Iseo, Gambara, Montechiaro, Castrezzago,
Quìnzano, Pom
piano,e
di Stato in
e.
al Provveditore
Brescia,Canc.^
degliOrzi
Pretoria
Nuovi
Reg. Ducali,
(Arch.
num.
8,
123).
(I) Arch.
Ducali,
num.
di
Stato
3,
e.
in
22.
Brescia,Canc*"^ Pretoìidy Reg.
CapitoloNono
plicain cui i due
donati, rievocando
255
fratelli chiedono
la memoria
del loro
Fisogni,di felice
memoria^
Orazio
combattuto^patito e
di nobiltà
speso.
col
(^)
cugino
vano
quale ave-
Orazio
gni,
Fiso-
siderio
antica,di alto valore,nel de-
di fama
di
d'esser per-^
taglia
bat-
capitanava nella
gloriosa,
Lepanto
la Santa
Eufemia^ galerache
portava le genti bresciane,le quali combatte
quella memorabil
in
reno
bile
mira-
giornatacon
^^J
coraggioe pertinacia.
della violenza,della vendetta,
spettacolo
Lo
dell'omicidio
Brescia
continuo.
era
tutta
era
commossa
fatto audacissimo.
Una
stata accolta nella
suoi
Brunelli,
Lucrezio
e
(1) Arch.
Ducali,
num.
(2) In
una
casa
e.
della
sua
valore
verso
I due
Brescia, CancM
in
orfana,
e
peo
Pom-
fratelliNicolò
Pretoria, Bey.
142.
del Senato
del 9 Gennaio
lettera di Sebastiano
una
la molta
di Geronimo
zii materni.
deliberazione
inimica, nel
fede
un
Gàmbara, cognatidi Teodora,
Stato
7,
Fisogno
giorno
spaventata per
nobile fanciulla
sopracamito
et
con
il stato
gran
nostro,
(Ardi, di Stato,Senato
contro
dimostratione
si
adoprò
Mar,
v.
da
il
per
2". Hora-
spezialmente
felicissima vittoria havuta
quale
havuto
presente guerra
bressano
1571
Yenier, la quale
che egliha
sotisffattione
servitio prestato nella
buon
tio
di
ad
è accennato
computa
e
gennaio 1569,
ricchissima,
Maggi,d'anni quattordici,
Teodora
era
Il 22
nel
V armata
della
molta
grandissimo
40, pag. 148).
con
\,
256
I Banditi
vedendo
mal
della
Bepubblica Veneta
volentieri la fanciulla sotto la tutela
si accompagnarono
Brunelli,
e insieme
a forte mano
Averoldi,
dei
a
due degli
di bravi
presentaronominacciosi alla casa Brunelli.
Qui,fatto chiamare Pompeo Brunello,richiesero
si
fosse loro consegnata Teodora,e avutone
le
trassero
spade ed
invocando
aiuto,correva
a
chiudersi
stanza. I ribaldi allora sfondarono
cacciato
casa,
gettandoalte strida
la fanciulla atterritae
mentre
in
entrarono
fiuto,
ri-
un
nella
le
sua
porle, e
giù di una
naturale
conciato un
scala,e malamente
figlio
di Pompeo, che tentava la difesa,
penetrarono
nelle stanze di Teodora,la afferrarono,
e, per
la misero in
quanto si divincolasse e stridesse,
una
Pompeo
carrozza
e
Brunelli rotoloni
la condussero
del Cremonese.
in
loro
un
stello
ca-
^'
.
Il 22
gennaio 1584 avveniva
meno
clamoroso,ma non
Lucia Fisogni,
ricchissima
di padre era rapitada un
La
madre
sconsolatissima
et lì
altro
un
meno
mento
rapi-
rato.
scelle-
fana
orfanciulla,
Isidoro Olmo.
parenti
di famiglia
nobilissima et delle principali^
domandavano
al
doge qualche consolatione
(1) Arch.
Ducali^ num.
di
Stato in
6,
e.
5^.
di così
Brescia,Cane*
grande
in-
Preforiay Beg,
CapitoloNono
fu
giuria.L'Olmo
257
al bando
messo
con
tagliadi
lire mille. (^)
fra tutte,la
Clamorosa
di
Martinengo,uomo
dai Francesi
e
il
di
di Giorgio
grande animo,
mato
chia-
assalito
superbo italiano^
morto, nel 1546,al Foro
mano
tragicafine
sgherricondotti
dei
da
da una'
Mercanti,
Luigi Avogadro.
di Giorgio,che si
Martinengo,figlio
alla Corte di Francia,ritornato rapidamente
in patria,
vendicò nel sangue degliAvo-
Sciarra
trovava
gadrila
del
padre.
Questi fieri contrasti,
queste
morte
popoloil concetto
nel
accrescevano
atroci uccisioni
della potenza
coraggiodei loro autori. "2)
Brescia,
pervenuta alla Repubblicaveneta nella
guerra viscontea del 1426,era governata da un
biati
podestàe da un capitano,
patriziveneti scame
del
ogni sedici mesi.
Nel ConsiglioCivile sedevano i cittadini nobili,
^^)
dai qualisi traevano i podestà,
i capitani,
e
i vicari dei
Le
in cui si divideva la prodistretti,
vincia.
benché soggettealla
terre feudali,
da famiglie
noci)
signoreggiate
Repubblica,erano
Arcli. di
Ducali,
num.
Stato
9,
e.
|7.
—
esempio la
Mof^MTi,
Brescia, Cancro
Pretoria,Beg,
138 t.
«2) Odoeici, Storie
(3) Per
in
bresc, IX, 191, 199.
Valcamonica
/ Bandi$if ecc,
era
un
CapitaneatOf
258
I
bili,che
facendo
Banditi
della
Bepubblica
valere
alcune
d'Italia
antichi dominatori
esenzioni
della
e
reclamavano
e
pubblica,
Re-
stessa
le
ottenute
privilegidi dazi, di prediali,di
e
tasse, di
largizioni
degli
indipendenti dal reggimento
si ritenevano
della città
Veneta
transiti, ^^^ In
balzelli,di taglie,di
queste contese, i Gàmbara,
i
Federici,gli Avo-
gadri,i Martinengo,gliEmilii,i Soardi,gli Averevano
roldi,i Provaglio,i Foresti,i Fenaroli,ricor-
veneto, il quale giuocava di
al Senato
frasi
ambigue, di
mezzi
troncavano
le
non
ma
del
falsa
tutlo
Houssaye
la
il Daru
e
termini, che differivano,
^^^
questioni.
pittura che
fanno
tumultuosa
massima
di subiti
e
di
Stato,usava
ricorrendo
ai risoluti
Già
non
è
de
la
reggimento
popolo
d'indole
la Repubblica, per
fatti,
una
gènza,
particolareindul-
più presto che
(^)
partiti.
fin dal
1454
il
omicidio, che
(1) Odorici, Storie
(2) Ibidem.
Ibidem, IX, 155.
vico
podestà di Brescia,Lododecreto
pubblicatoun
Repubblica, col quale
(3)
il
alle blandizie
Foscarini,avea
per
Amelot
del veneto
Brescia, dove, essendo
in
E forse
si liberavano
avessero
quei banditi
ottenuto
bresc, IX, 152
e
della
seg.
il
perdono
260
I Banditi
della
Bepuhblica
dopo
quela di delitti,
poi ogni
mettevano
fracasso
gran
le,questioni
tenevano
e
un
Veneta
di minacce,
lungo tempo
spese
so-
catoio,
nel dimenti-
cosa
giacche la stessa forza legale finiva col
di
i privilegi
riconoscere le impunità,gli asili,
classi. Non
alcune
il diritto
armi
lo
d'asilo,
Repubblica veneta
il
della
una
Difatti,
suoi
sbirri
del Residente
casa
tina,
mat-
0
parecchi sbirri
cui
uccisi. E
il
presidenteArese
conforme
al jus delle
Vi
momenti
furono
la
nella
città
il cui
più
Vivendo
volendo
e
trovò
ciò
Brescia,in cui la giustizia,
la difficoltàdei
governo
tempi
perduto ogni
furono
e
adunque
ottocento
i Bresciani
da
ammazzate
provincia,infette
nella
di duemila
la
rimasero
tempo del podestàGiovanni
al
Lezzo,sotto
della
in
perversità
degliuomini, avea
potere, come
ricar
sca-
genti.^^)
potendo vincere
non
era
veneto,
quale,per punire tanto ardimento,fece
feriti
e
stesso Residente
Milano?
a
alla
da
fucilate,
e
colle
bargellodi Milano, co'
passato dinanzi
il
affermato
forse
avea
da
persone.
fra tanti
diti,
ban^^"
mali,
Repubblica provvederealla quiete
provinciae
Cantù, Com.
al
proprioonore,
stor., pag.
(2) Bianchi, Diario
furono
36.
(1600-1743),voi. I,pag.
Qaerinianain Brescia, Cod.
num.
ti)
man-
48).
15.
(Bibl.
CapitoloNono
dati due
là
Inquisitoriin Terraferma,V
Taltro al di qua
e
261
Leonardo
del Mincio.
Mocenigo.Savio
nel
Brescia andò
A
risolvere le cose,
neireseguirle
presto e animoso, tutto
della
contro
giustizia
tempo,
ai
quietar molti
mali
assai felice stato la
acquistòcosì
sembrare
Dio
un
cronista
gran
ridurre
e
decretò in
suo
onore
Fra
la
qual
e
fuori,da
cosa
del
l'espressione
i bresciani
vare
conser-
memoria, si
onorata
iscrizione da collocarsi
una
i banditi
del secolo
nobili bresciani
Schilini
due
La
del 16
sera
per
uno
del
suo
si trovano
Occanoni
Maggi, un
un
recchi
pa-
gennaio 1625,il
Ottavio
conte
da' suoi bravi,si metteva,
in aguato sulla porta
spietato
capriccio,
palazzoe sparava parecchiearchibugiate
alcuni
contro
la
per
Il Provveditor
Nel
sarà
:
XVII
(1601-1604).
giustiziati
Calini,accompagnato
«
e
Broletto, (i)
nel
e
città
secondo
Mocenigo lunga e
ordine
in buon
in
nome
Bianchi. E volendo
del
in breve
colla forza
e
provincia.Per
—
in favore
colpevoli,
seppe
l'astuzia,coU'audacia
con
al di
uno
via, ferendone
Generale
margine
anche
che
giustizia,
ufficiali di
del cit. Diario
questa
8i canceìlo/ronoanche
stata
»
ci)
Repubblicacon-
del
cancellata
le altre,
mortalmente.
uno
della
vano
passa-
Bianchi
Vanno
1692
si
legge:
quando
262
della
I Banditi
dannava
il Galini
Il 12
di
aver
taglie^svaligiaticorrieri,
Ricevuta
lettera,che
una
fé' gettare nel
insolente,
brutale
fiume
malvagità fece
ospitein
sua
bravi
alla jBne
decreto
si tentò
un
te,
pre-
di
starlo.
arre-
stava
ne
se
Monticello,che fu
nel castello di
dell' li
tieri^
carret-
gli parve
assassinare
Invano
casa.
ordine
demolito,per
Francesco
dei
Rettori,
bandito
aprile1640,era
Avogadro, perchè disgustato^
—
la sentenza
—
sassini,
as-
Oglio il messo:
ei
Dispettandola giustizia,
co' suoi
di
Provaglio,reo
delle mandre^
spogliatiaffittuali
messo
Con
petuo
per-
"^)
Nicolò
aver
ecc.
per
al bando
divano
agosto 1634, i Rettori di Brescia banil conte
di
Veneta
i suoi bravi
e
dominio.
dal
Bepuhblica
di alcune
persone,
così
ordinato
avea
di ucciderle.
Tomaso
17
e
Paolo
fratelli
Capriolifurono, il
agosto 1682,banditi dal Consigliodei Dieci,
privi del
(1) Arch.
carattere
di
Stato
e
in
titolo di conti
Brescia.
Canc.«
e
nobili,
per
Pretoria, Reg.
In margine si legge qnesta
17, e. 17 t.
Ducali, num.
1627. Da manannotazione : " A di 24 Genaro
posteriore
dato delPni.nao Sig.Podestà, et per esecutione di lettere
«
ducali del di 12 instante è stato depenato il nome
et
«
—
«
cognome
«
è stata
«
del contrascritto
pubblicatala sua
publica,servatis servandis.
S.r Conte
Ottavio, et
liberatione
"
sotto
a
la
di d.**
Loggia
263
CapitoloNono
colpe gravissime
lugliodello
28
prima, il
bando
celebre
Ma
enormi.
et
stesso
altri nobili bresciani
contro
un
anno
1682,un
pione
veneti,qualiSci-
e
rini,Cristoforo Valier,Marcantonio
osceni
quello
nei
da
a
di
accusati di
Loredano,ecc.,
È
Caterina.
Santa
noto
dali
scan-
anche
come
si fosse
di Venezia
monasteri
sani,
Pi-
Brescia,specie in
di
monasteri
nei
Gàmbara,
Bon, Andrea
Papafava,Alessandro
Domenico
Qui-
Avogadro,Francesco
Maggi, Camillo
Costanzo
mese
pubblicatodai Dieci,
stato
era
circa
manifestata
e come,
lungo tempo profonda la corruttela,
quelliche
nasteriis monialium
il
dato
ultimi
Ducatus
tempi
della
in
si fosse
conventi
molti
piacevoliluoghi di
liete consuetudini
mo^
Negli
m^oneghini.
o
Repubblica
trasformati
e
Venetiarum,
di monachini
nome
s'erano
fornicationesin
commettevano
mondane.
Yi
ganti
ele-
si tenevano
trali,
teaconcerti,spettacoli
conversazioni,
in
festini,
Nei
cui si annodavano
conventi
bresciani
liberamente
chiavi
quando meglio
loro
lungo
di tali scandali
€
regge
il
(1)
monache
e
uscivano
ne
conclude
di recarvi
"*)
Odobici,Stor. bresc, IX,
286
:
«
Non
solo dei
un
e
seg-
di
coWuso
ma
piaceva.L^Odorici
a
cuore
ducevano
si intro-
pure
non
persone,
alcune
contraffatte
amorosi.
intrighi
parla
mi
man-
264
€
dati
€
sero
€
cenza
«
e
«
non
€
vi
si
leggono
mai
i
mettersi
in
secolo
del 30
l'animo
minacciate
non
dal governo
principalicolpevolipoterono
salvo.
XVIII
troviamo
che
senza
Le pene
ma
terribili,
sera
quellanuda
con
parola dei processidel tempo, che
ripugni.»
banditi
è narrato
secolo
un
cinica
Nel
Bepubhlica Veneta
speditiai colpevoli
perchè si presentasai tribunali,
dove quanto può la lie
di
erano
La
della
I Banditi
una
i bandi
continuano
donna
di nobile
i
tra
e
famiglia.
agosto 1772,la famigliaEmilii,
composta della madre, del figliodon Lodovico,
canonico,e
di due
cenando, quando
e
delle
una
sorelle
sorto
figliee
un
nubili,se
alterco tra la madre
avendo
s'ebbe
figliale
rispetto,
stava
ne
questa
fratello
dal
al
mancato
canonico,
schiaffo.
rimproveri acerbi,uno
ferma
Daria, d'indole strana, d'infigliuola
insieme
con
L'altra
salute,prese le partidella sorella
si ritirò
l'oltraggio
stanza,meditando
vendetta
nella
atroce
tanto
mente
r
calmarsi
erano
visitata
aveano
e
ad
a
una
modi
cortesi
colla
rappacificarsi
sua
mestica
do-
care.
di farla cari-
giuntia casa Emilii
la Daria,abbattuta e
con
sua
perturbatauna
ordinandole
pistola,
Intanto
amici,che
irata nella
propriand
ap-
quanto insensata. Il giorno
appresso consegnò di nascosto
una
e
taluni
citante,
febbri-
a
consigliata
madre
e;Col
265
CapitoloN"mo
da
uomo
fratello,
E i
Anche
al
di pace
giovane
donna
in
entrata
bandita
sotto
essendo
stata
stiti supplicavano che
di
sana
mente,
la
in
un
letto
a
rità.
ca-
lato,
ma-
esser
senza
moriva.
pochi momenti
agli intimi suoi,pensò
anni
e
di buon
accettasse
trovavasi
duta
ve-
il
subito di
fuggir da
di morte,
pena
presa, i
Daria,
il delitto
confessando
indifferenza
feroce
sei
bontà
stanza, scaricò la pistolacontro
che
fratello,
Fu
per
portava l'ambasciata
amico
un
canonico,che
nella
con
Daria
consigliparve
grado,ma
la
tutti stimato
scia.
Bre-
dopo
ma
parentisuper
alla fratricida
mai
non
fosse risparmiat
affattoistupidita,
ora
di
vita,e seppellita,
per effetto
zia,
gra-
perpetuo. E la preghierafu
carcere
esaudita. ^^^
I severi
a
stavano
provvedimenti del governo non bavendicare le ingiurie,
tinuavano
e i potenticona
settembre
comandare
1712,
Martinengo,per
(1) Bando
del
e
q.
daUa
aUa
cod.
nam.
delVEcc.
Emili
due. PineUi.
famigliaEmilii
Bibl.
80).
Cons. dei X
nobile
e
daUa
di
Le
27
Alessandro
Giovanni
bastonato
aver
Stamperia
1773.
leggi.Così,il
bandito
si trova
sentenza
Emilio
alle
Bat-
contro
Brescia, 28
ria
Danaro
Gen-
scritte
suppliche mano-
stessa
Daria
tengono
appar-
Queriniana di Brescia [F(mdo DucoSf
/ Banditi
266
tista
Bepubblica Veneta
Lucchini,maggiore della
riducendolo
I
della
fiatodi morte^
a
prepotenti,che
se
fra le
alla
il limite
non
ecc.
della
loro
turrite delle loro
mura
atte
gloriecastellane,
ad
vissuto
in sui
ròcca
suo
coraggio,
certo
un
tradizioni
punto
di
fiere
l'ardimento.
accrescere
come
Era, pei feudatari,
il ricordo di Valerio
volontà,e,
oltre il
paladinesco,certe
vano
mette-
dimore,disprezzavano
ricchezze,il casato, anche
d'onore
Brescia,
protervianon
ogni dovere,aveano,
le
Piazza di
orgogliodi
un
casta
Paitone,il forte castellano,
primordi del cinquecento.Nella
di
Monticelo,presso
Nave,
fiorì di
cresciuta nelle scorrerie
potenza e di ricchezza,
Dissuadendo
procellose.
briga con
anche
dai
rude
più
lui,divenne
attratti
rivali,
Anima
seppe
i
complessa
temuto
dal
da
audaci
rispettato
e
bagliordella
tuna.
for-
dotata,
riccamente
e
tar
accat-
alla
aggiungere la cortesia,
alla soperchieriala
l'astuzia,
alla fierezza
schiettezza
la
generosità,
destrezza
il valor
e
al culto delle arti dilettose
di cavalleresche
avventure
belle parevano
temperare
imperiosoc'era
nella
sua
e
e
delle armi
L'
gentili.
l'amore
quel
natura:
che
istinto
delle
cose
di crudo
e
fra le violenze
e di virtù.
generosità
Calmo
quando ogni cosa gli andava a grado,
che a
qicello
opposizioni,
impetuoso'se trovava
sapea
mescolare
atti di
di
assassino
pugnale
i
dal
castellani
delitti,
in
forse
se
i
gloria
con
tristi
tempi
rinomanza
d'
ingegno,
in
se
le
se
le
si
fossero
e
rata
ono-
doti
a
essere
seguenti,
di
di
avessero
non
vòlte
fra
fama
o
nei
taluno
luogo
buone
potente.
pre-
bero
sareb-
potuto
onesti
circostanze
le
sformò
tra-
gagliarde
lasciar
dato
atti
si
e
generazioni
avessero
con
malvage
energie
dalle
l'eroe
del-
dissoluto
avrebbe
nome
tipi
ardito
lavoro,
potuto
qualche
guirono
se-
condizioni,
altre
nel
avrebbe
nobili
ricordato
in
gagliarde
state
;
età,
lerio.
Va-
Paitone
così
nature
di
oscuro,
rurale
quelle
altra
Valerio
profilo
signorotto
Forse
rivale
feudatario
il
degenerato;
nel
di
da
compro
Serissimo
figura
gagliarda
-Alla
quei
traditore,
un
Martinengo,
Bartolomeo
Veneta
Bepuhhlica
della
Banditi
I
268
starsi
acquimano
o
vertito
con-
deiranimo,
miglior
segno.
Decimo
Capitolo
di Salò
I banditi della Eiviera
e
i buli.
secolo
Nel
Le
—
e
bresciana,una
Salve
chiamava
l'Ariosto
mia
cara
amato
Ch^a
te
a
sol madre
e
Non
farne
tigri,non
Nascono
L' acerba
Pieni
lioni
venenose
palese;
pia nutrice
gravi offese.
e
serpenti
non
a
Tuman
a
dar
greggie e
si veggon
d'erbe
per
gentilie
Spargendograziosie
di buono
largo dono.
e
morte, allor che
mansuete
Scherzar
te cortese
in te, nemici
erbe
Non
Ma
a
Fenice,
e
agli altri mille
Spogliandolidi quanto avean
fatio
Per
idillio:
ricco paese
l' alto valor chiaro
Natura
un
seme
:
possenti
non
si teme
;
lieti armenti
li
campi insieme,
vaghi fiori
cari odori*
a
regione
felice
tu
guisa di leggiadraalma
Mostri
tessa
poe-
si grata
sembra
dal Ciel
Lechi.
la
coro^ faceva, della
patria, e
I feudatari
—
Galliano
Gàmbara,
pitturache
Tanto
Ha
Veronica
Aonio
al santo
del conte
avventure
XVI,
gentile che
Febo
della Valcamonica.
e
I Banditi
270
della
producevagli abitatori
e
simili
a
di Salò in
dilettosi.La rivier.a
specchiodel
e
i coUicelli
Benaco
viti
a
di masnadieri
Veneta
sorriso di natura, la terra
fra tanto
Ma
Repubblica
e
il
di banditi
e
molli
lieti,
se,
fra
ispecie,
il nitido
dei cedri
profumo
era
ulivi,
e
non
nido fecondo
un
d'ogni sorta,d' alto
lignaggioe plebei.
Si
Carlo
san
la
narra
che
la
parola
il
Borromeo,
ardente
di carità di
quale, nel 1580
Riviera,abbia potuto determinare
passato
e
Chierico,
di
Bertazzolo
a
visa
un'improv-
fatto dimenticare
redenzione,abbia
da
banditi,terrore
una
pagnia
com-
della contrada. Sembra
san
però che, in fatto di conversioni,
avesse
la
mano
Federigo,giaccheil
continuare
dal
santo
aggiravanel
incutendo
conte
a
capo
da
tale paura,
sei anni
de' suoi
quest^annoappunto
Sforza Pallavicino,chiamato
sì trova
a
arbitro in
di
Salò
una
si
scherani,
impedire al
di attraversar
quel paese.
pontificio
Il palazzo,che fu eretto,nel 1578
(1) In
cugino
suo
vita,inspiratigli
mutar
cardinale,dopo
Trentino
Carlo
Avogadro, invece
propositidi
nei
di
felice
meno
ribile
ter-
un
così detto
Salò,al
Avogadro,capi di
al conte
visitò
Nunzio
^^" a
Bar-
il marchese
questionesorta
Fontana, comandante
della compagnia della Riviera nella guerra contro il Turco, e
tra
la Comunità
Antonio
di Salò
Mazzoleni
e
Cornelio
vessilliferodella stessa
compagnia.Vo-
CapitoloDecimo
barano
Salò
dal marchese
supremo
delle
presso
duce
271
Terraferma,divenne
Sforza
milizie
di
luogo
un
di
sanguinosi
Sisto,riparòPaolo Giordano
Bracciano,il quale, dopo aver
Orsini
papa
nel castello di Cerreto la
figliadi
venete
Qui, per fuggirealla vendetta di
avvenimenti.
di
vicino,
Palla-
strangolata
prima moglie Isabella,
I de'
Cosimo
duca
in
Medici, uccise
un
Peretti,
nipote di Sisto V e
Vittoria Accoramboni,
bellissima
aguato Francesco
della
marito
divenne
che
valsero
luoghi,non
il
r
aver
il vivido
Ma
Barbarano.
del corpo
dell'Orsini
poi sposa
quale
poco
e
seguì a
dei
la bellezza
dell'animo
Paolo
dano,
Gior-
dopo morì, lasciando
tutto
con
all'Accoramboni,
suo
lo
risg.naredagli acciacchi
a
dai rimorsi
e
aere
e
Virginio,
natoglida
figliuolo
del
pregiudizio
Isabella. Riarse per
di
sdegno degli Orsini,e Lodovico,fratello
a
defunto,corse
Salò,circondò il palazzo
non
Barbarano, ma
potè impadronirsi di
leva
avere
ciò lo
del
di essi Tonore
ognuno
e
il diritto di custodir lo
dai valorosi Rivieraschi
stendardo,
spiegato
a
Lepanto,e
bitro,
l'ar-
ch'era stato
nella
guerra
di
giàcapitanogeneraledelle armi veneziane
insegna fosse
Cipro,decise che la gloriosa
consegnata alla Comunità.
in Salò per
palazzoin
soprav
vegliarealla
Barbarano.
Lepanto,pag.
23.
Il marchese
Pallavicino
Fossati, La Biviera
Salò,1890.
del
costruzione
e
la
abitava
grandioso
di
battaglia
272
I Banditi
della
Bepuhhlica Veneta
si ritirò
la quale fuggì a Padova, ove
Vittoria,
nel
gli
palazzoCavalli agli Eremitani,pentitade-
errori trascorsi
anche
Ma
qui
la
pensierorivolto
col
e
perseguitavaTedio
Orsini,il quale in
dicembre
il 23
del
era
—
fé'circondare
—
alcuni
i quali
sicari,
finestra penetrarono nelle
una
di Lodovico
notte
oscura
1585
da
palazzo Cavalli
un'
Dio.
a
il
per
della Ac-
stanze
Flaminio, fratello di lei,fé' per porsi
opebbe
agliassalitori,
ma, gravemente ferito,
coramboni.
tempo di trascinarsi presso il letto della
appena
che
sorella,
genuflessadinnanzi
si trovava
crocifisso. I
sicari,dopo
aver
di raccomandarsi
le vesti di dosso. Vittoria
che
nudata
vestita
nel
l'ebbero,le
Le
cuore.
Gesù,perdona
supplicavache
quei feroci,
così,ma
piantaronoun
parole della
ultime
ai
Flaminio,
le strappavano
l'anima,mentre
la lasciassero morir
un
donna, intimandole
sulla povera
si avventarono
finito
a
miei
pugnale
vittima
Non
nemici.
rono:
fuavea
compiuto ventiquattroanni.
Dopo cinque giorni,il
Venezia
scriveva
«
tina per
«
a
«
corda
€
dovico
4i
stette
ore
16
a
Firenze
ordine
di qua
nel
castello
di seta
Residente
color
così:
«
in
Ieri mat-
(Venezia)fu
strozzato
di
con
Padova
una
vermiglio,il signor Lo-
Orsini. Il cadavere
espostotutto
toscano
il
di
esso
giornonella
signore
chiesa di
Capitolo Decimo
273
"
nella chiesa
e quindifu sepolto
Sant'Agostino,
di Santa Maria dell' Orso,ove riposanole ossa
«
del
4c
dell'avo
padre e
suo.
»
'^^
furono torturatie
I sicaridi Lodovico
impiccati.
chesi
palazzoa Barbarano,presso Salò,dai marPallavicini passò in proprietà
del conte
Camillo MartinengoCesaresco da Brescia,
lento
viointorno al nome
del quale sorsero
signorotto,
II
Gran
e
di
Duca
favolose
e
paurose
leggende.Amato
dal
Toscana, che lo caricò di onori
fu invece bandito,
gli affidò missioni importanti,
si sa
neta
non
perchè,dalla RepubblicaVee
1690. (^i
nel
morì
L'edificio maestoso, che si
e
sorge fra
dal
popolo,nel
el palazz del
dialetto,
suo
Camill. ^'^
coni
(1) Arch.
filza 3085.
(2) Così
ms.
specchianel lago
è ancora
mato
chiagiardinibellissimi,
di
Firenze,Corrisp. da
Venezia,
Cit. dal Geottanelli, Alfonso Ficcolomini,
ecc.
dei MartinengoCesaresco,
si leggenegliAnnali
il conte Francesco
Martinengo.
di
Stato
presso
(^) I cronisti bresciani
può
era
Pallavicino
L'esame
CamiUo.
in cni TÌ8se il conte
carte
conoscono
non
con
esattezza Tetà
di alcune
vecchie
barano
questenotizie. Nel 1640, il palazzodi BarAlessandro
di proprietàdel marchese
ancora
dare
da Parma.
Nel
1651, in marzo,
il
cornane
prestòal conte Camillo Martinengo certi arazzi
il palazzodi Barbarano. Nel 1687, il conte
adomare
Salò
intervenne
e
i
di
cappuccini
18.
—
HoLMXKTi,
ad
una
transazione fra
Barbarano.
/ Banditi
Nel
,ecc.
di
per
millo
Ca-
di Salò
l'arciprete
il conte
1691, 25 aprile,
della
I Banditi
274
La Riviera Benacense
a
era
punizione dei malfattori
più sicure
In sui
la vita
primi
valevano
rendere
a
degli abitanti. ^^"
XV, ragionidi
del secolo
anni
sassini,
as-
frequentein Salò
le sostanze
e
di
da bande
corsa
le forche alzate di
ne
Veneta
Bepubhlica
in Salò Francesco
Ro-
della
cittadino milanese,capo stipite
vellio,
glia,
fami-
conducevano
commercio
segnalò più tardi
che si
è ricordato
Fra i Rovellio
1677. Le
il 17 novembre
nato
dal Rovellio
sciano.
brepatriziato
nel
Cesare
usate
sopraffazioni
masero
ridipendentidell'Arzaga
ai suoi
strade
quest'uomo crudele
ardivano
appena
se
da
travagliate
i viandanti
superbo,che
e
per andare ai
muoversi
mercati,
destà
passare presso il castello di lui. Il Po-
doveano
Salò,desiderando
di
così
erano
dei
memoria
lungamente impresse nella
paesivicini. Le
Luigi,
provvederealla quiete
'
del paese, chiesto
ottenuto
e
Antonio
Martinengo,nipote ed
domandò
al Provveditore
l'ordine
del conte
erede
di Salò
che
ord'arresto,
Camillo
gli venisse prestata
cuginiCarlo, Lodovico e Marco
Martinengo Cesaresco, i quali pretendevanoaUa
i
assistenza contro
del conte
nel
palazzodi
corso
Camillo.
Camillo,che
Salò. Si
dal 1651
Egli
d'estimo
era
al
nato
del 2
avuto
aveva
il
suo
Antonio
sione
succes-
domicilio
può dunque affermare,che
nel
riodo
pe-
1690, si svolsero i fatti del conte
nel
1612
maggio
:
lo attesta
una
sua
lizza
po-
1632, nella quale si dà venti
anni.
(1) Bettoni, St. della Riviera
II, 233.
di Salò.
Brescia, 1888,
276
1 Banditi
deli
Bepubhliea Veneta
condiscendenze.
or si piegava a colpevoli
repressioni,
queste ultime
Di
in
della
fatto avvenuto
un
tale di
nel
trovo
maggio
esempio
un
del
1566.
Battia un
Paolo,figliuolo
da
stino fornaio di Salò,fu una
notte svegliato
alcuni giovinastri,
che lo invitarono a scendere
Un
per andare
Paolo
casa
nome
in barca
fu assalito
ma
fretta,
appena
che
da quei tristi,
spuntonateet
«
che
«
ostante
«
cava, che per
«
tanto
«
essendo
«
timo
«
spiritum,uno
«
dolo sentito dir le suddette
«
in
lo lassorno
che
di
terra
come
de
Dio
ferite,
morto,
detto infelice cridando
amor
li domo
«
altre crudelissime
tante
«
uscito di
si vestì in
«
«
di Desenzano.
al mercato
non
li suppli-
li concedessero
et
tempo che si potesseconfessare;
cridando
partiti
in
spirar:
manus
nell'ul-
il meschino
tuas.Domine^commendo
di essi ritornò indietro havenet
parole,
di
nouo
cinquecrudelissime ferite sopra la
testa con
lai crudeltà,
che tutte le cervella
è
gliuscì.» Questa deposizione
raccapricciante
lo ferì de
padredell'ucciso,in
una
supplicadiretta al doge di Venezia. Battistino continua : « Ma quello.
che
PrincipeSer.™®,
fatta da Battistino,
il povero
«
anche
«
mi
«
matina
«
«
appresso della Morte de detto mio
tormenta
et
crucia,si
è che
fig.^®
essendo la
quelli,
che commisero
tale assassinamento,
et che si
attrouò nel proprio
fatto il Mag.^°Gap.®di
sequente ritenuto
un
servitor di
277
CapitoloDecimo
«
Salò,da poi
«
che
«
malo
«
che
indicii,
«
in
babbi
tolto il
chiamati
auanti
constituto,
suo
li altri
il Processo,
et fatto che espurgasse
è
tra detto
con
for-
et
imputati,
retento,V ha
nelli
messo
«
et lo
luogo,che ogni uno glipuò parlar,
la forma
et da lui intender
può instruire,
«
delli soi
«
padre me
non
constituti,
sii doluto,
et
«
dal che
mi
«
che
«
che
che
è nasciuta
ostante che
ciò mi
a
io pouero
sia
opposto
suspicione,
più possa la potenza di detti Malfattori,
la giustizia.
Il padre implora quindi
»
il processo
certa
una
compilatonon dal Capitano
di Salò,ma
dagliAvogadoridi Comune. E pare^
fossero vani sospetti,
non
perchèil Senato,dopo
uditi i Rettori di Brescia,
ordina che sia commessa
la
al Podestà di
cosa
alcuni
anni
fece
immortale
Così,in
Adriano
di
Cancelleria
Q.
nome
veneziano.
feroci.
giorno di lugliodel 1580, un
si presentava alla
Cavallari,
pittore,
un
del Clarissimo
Provvedi tor di Salò
involto sotto il braccio.
(1) Antichi
voi.
il
Veniero,il quale,dopo
a Lepanto di glorisplendere
ria
colpevoledebolezza i magistrati,
paro,
a guisadi risempre, facevano seguire,
maniere
un
era
atti di
incerti
con
Verona, ^^J eh'
quel Sebastiano
allora
Ad
sia
e.
Arch. veronesi. Arch.
80, 81.
ApertoV
del
involto
Comune, Ducali,
/ Banditi
278
della
si trovò la testa di
Il
uomo
un
bandito
Cavallari,
un'
del
nel
aveva
Provveditore,
La
testa
busto
1578,
da Arco, bandito
omicidio
di
Bertoldo
di
zato,
ammaz-
foro
Trento,Cristo-
di Maderno.
spiccata dal
stata
di Salò.
presentarlaalla Cancelleria
potè
liberamente
aver
pur esso, per
nella chiesa
era
rato
spa-
il vicecancelliere
di Riva
un
per
Adriano
aver
per
poi aggreditoe
nella campagna
commesso
sanguinante.
ancor
archibugiatacontro
Bertoldo
Veneta
Eepubblica
e
sicuramente
star^
habitar^praticar nel territorio della Repubblica,
mondo
ogni colpa."^)
da
ormai
(1) Questo decreto
trebbe, la ferocia del costume
€
Liberatio Ser Adriani
perpetuo de
"
Noi
Frane.®
interveniente
tutte
terre
de haver
del
Salodio ab eius bauDO
Podestà
et
Piero
Eettori di Brescia et
del q. M.
per
Foscari
destretto,
suo
Tinstantia
tata
presen-
di Cavalari
Dionisio
de Adriano
nome
per la
pittore,suo
di
tello,
fra-
detto Adriano
espone che ritrovandosi
fratello bandito per il Clar.mo Eegimento di Salò,de
la
per
suo
de
pictoris
Longo
Ser Antonio
per
Salò
:
l'Ecc'aa Corte di noi Podestà
con
si pa-
non
terris et locis etc.
Ser.n»a Sig.ria
di Venetia
intesa
meglio
rappresenta,come
et
luoghi del
sbarato
Clar.mo
contra
qual
lui
un
Ser.mo Dominio
archebaso
Proveditor,come
publicatasotto
liberar in virtù delle
et Zonta
de' 22
zugno
1573
contra
nella
dì 30
il Vice
Kancellier
sententia
bannitoria
luglio1578
partideirill.mo
et 13
marzo
imputation
per
;
et
dosi
volen-
Cons.** di X.ci
1579, ha seguitato
ChristophoroBertoldo da Archo publico
da esso Cl.^o Eegimento di Salò
de
siccario
tutte
dito
et banterre
et
279
CapitoloDecimo
Infuriava
brigantaggio.
ciassette
Zuane
Zenone
di Tremosine,che per didi delitti e
anni riempì la contrada
Un
di
il
l'audacia
sgomento, ebbe
fucilata
una
bresciano
solo
osò
laogi per
ha ver,
homicidio
fu ucciso
assassino
come
pensato con
neUa
come
il terribile
arrestare
1580 ; et ritrovato
1617,
nel
in
chiesa di
Maderno,
sotto
pablicata
Christophoroalli 30
esso
Salò.
bandito,che
sententia bannitoria
saa
il
mandatario, commesso
et
archebaso
con
messa,
Ganassoni,podestàdi
sette anni
dopo
la
chiesa,durante
in
Bernardino
Nessuno
uccidere
di
21
et
zo
mar-
di
gno
giti-
de Elva
de Trento,
pross.^passato nella campagna
loco non
di
più distante dalli confini del Ser.mo Dominio
Yenetia de cinque miglia,ramazzò
la testa dal
spicandoli
busto, et presentandola nella
veditor di Salò, dove credeva poter
dal detto
formato
bando, et
Salò sopra
a
et
ad
suo
Pro-
conseguirla liberatione
quella; visto
la interfettione
noi mandato
a
in
come
del Cl.^o
Cancelleria
il processo
phoro
detto Christo-
del
in esecution de lettere nostre date
instantia del detto Antonio
et fratello del
interveniente
p.toAdriano; aspettandoa Noi questo carico,secondo la
della lezze deirill.mo Cons.° di Xci et Zonta,
disposition
de ultimo agosto prossimopassato;vista un^altra instantia
fatta per d.*^Antonio
di sopra nella quale
come
per nome
dimanda
suo
che à.^ Adriano
bando,stante
bandito
fratello sia liberato dal
la p.tainterfettione di
di
come
suo
sopra;
Christophoro,
esso
visto il bando
d.^
p.to de Adriano
de' 30
21
de'
luglio1578 et quello di esso q. Christophoro
destà
tolte per il Pomarzo
1580; viste le giustificationi
de
Riva
del
de
detto
Trento
circa
la
et
Christophoro,
recognitionedel
come
in
davere
ca-
quelle;vista
280
I
La
Banditi
Valle
della
Eepuhblica
Camonica
più tranquilla.
era
non
Veneta
fu
Famigerato per bassezza e scelleraggine
Giorgio Vicario,nato in Pisogne nel 1695.
Dopo esser stato bandito,per aver ammazzato
in
rissa
una
una
un
schiera
grossa
tori,
ladri,buli,birri,diser-
di
contrabbandieri,
e,
giudicie
tenendo
continuò
giudizi,
a
i
niente
per
vivere nella terra
uccidendo, bastonando, intromettendosi
natia
nelle
i
di
nemico, si fece capo
suo
liti dal
facendo giudicarle
quistioni,
suo
da
Gap."Leonello Brugnola stipendiato
M.tà Cattolica,
in quella;viste le leggi
del tenor come
prelibatoIll.mo Cons.** di X.ci ; et finalmente viste et
la fede del strenuo
Sua
del
considerate
tutte
le altre
et considerate ; invocato
per
vemo
il
di
nome
nostra
pronuntia
et liberemo
d.^ Adriano
questa
meritano
che
cose
Christo,dal qual etc.
detta
con
vedute
esser
ecc."»a
interfettore
Corte
del
p
t»
assolChri-
stophoroBertoldo dal p.to suo bando de' 30 luglio1578 et
eh' el conseguiscaet conseguirdebba la tagliacontenuta
nel bando del d.o Christophoroordinando che siano scritte
lettere al CLmo
Proveditor
di Salò che voglia farlo cassare
et depenar detto bando
da ogni libro, raspa, filza et
membrana
dove
si trova
scritto,talmente
che
per
l'ave-
nire, quellononostante, d.** Adriano
possi liberamente et
sicuramente
andar, star,habitar et praticarin Salò et in
tutti li altri luogia lui
bando prohibiti
e
come
per esso
faceva et
poteva far
innanzi
liberatione
che
fosse
bandito,et
che
la
publicar(sic)nelli lochi soliti a intelUgentia d'ogn'unoetc. Pubbl. in Brescia il 31 gennaio 1581.
(Archiviodi Stato di Brescia,Cane.» Pretoria Beg. di Ihusua
cali, num.
8
a
car.
168
t.)
281
CapitoloDecimo
roba
archibugio,appropriandosila
imboscate
mandando
e
sulle
sguinzagliati
molti
impegni
infame
il conte
Lelio Martinengo,da
di
e
comunanza
con
s'accordò
bandito
un
GiuseppeTocchi,costrinse
firmare
debitore
di grossa
il
il
premeva
atroce
NeU'Àrcli.
di
un
soccorso
con
nel
stello
ca-
brigantiche
in
del
certo
taglio,
suo
dì il
un
sozio
suo
si dichiarava
gli
ebbe ritirato
appena
turpe slealtà consegnò
la necessità
vendetta, si
della
di Venezia
al
Il Tocchi,cui
Brescia,
potè,colla
di Stato
a
promessa
esiste
di
8apj[^lica
Giuseppe Faastini,abitante in Pisogne,cLe implora
dal Doge. 11 Faastini, dopo esser
stato dissipato
acerbe
Bartolomeo
tutti da
bastonate
altri
cariOfcon
lontano
a
di
Vicario,stretto
Tocchi,quale bandito.
fece condurre
1
dimora
Non
somma.
denaro,con
Comune
Bargnani,
coi
cui
con
lettera,
una
i
tra
Marcantonio
sua
nei dintorni. Il
scorazzavano
nei
Barco, il quale, bandito
stabilita la
Malonno,
birri,
richiedevano
Bartolommeo
patriziobresciano,e
omicidio
i
bricconi,anche
altri
come
grandidella città,
per
malconci
tracce. ^^)
sue
Le azioni di simile
loro
tendendo
altrui,
dalla persona
compagni cioè Geir.^^
Bardella.,Carlo
detta terra
dalla
del
di
e
ana
Sig, Giorgio Vidi
lui
et
fratello,
Quinto fratelliFrancesconi,
Pisogne,
era
costretto
a
starsene
Il Vicario non
solo non
propriapatria.
i propri debiti,
a
quel che dice il Faastìni,ma
permetteva che né anche gli altri debitori pagassero.
gava
panon
282
I Banditi
uccidere
della
il bandito
Bepuhblica
assalito
camonica, e,
la testa,la
troncatagli
in
foglied' alloro
fredda
crudele
e
che
ad
la
e
in Val-
nascostamente
il
tano
Capi-
dal
Vicario,ottenere
ritornò
libertà,
la
Veneta
lo uccise, e
traditore,
condì
sale,l'avvolse
col
portò a Venezia.
vendetta
destò
Ma
tale
al Senato,
orrore
negò la tagliaal Tocchi,obbligandolo
la città. "^)
abbandonare
i
Mettendo
banditi
i
contro
banditi,opprimendo
la pestilenza
gli scellerati cogli scellerati,
abbassata
per
un
dopo
piliferoce. Infatti,
la Val Gamonica
del Vicario
Capitanodi
intorno
di
da
sgherri,con
da
guerra,
Gamonica.
riva
anni, atter-
delle
raccolta
Giacomo
1768,
al Podestà
dei sudditi
unione
d'armi
Pansarini
e
informazioni
prepotenze, che
con
que
gestoini-
Il 14 settembre
Brescia chiedendo
palesemente esercitate
e
che
tale,
sicurezza
e
molti
Stato scrivevano
alle arbitrarie
delle sostanze
non
fu emulo.
di
gl'Inquisitori
vice
un
risorgevapresto
poco,
a
danno
venivano
di fazionari
e
munizioni
della
Valle
^^^
Il Podestà
avea
già
ricevuto
e
mandato
agli
(1)Fé d'Ostiani,GiorgioVicario. Trieste,tip.del Lloyd
austr.,1855.
(2) Arch.
Bett
di
di Stato in
Brescia
Venezia, Inq. di
1763, 1768, B.a 24.
Stato, Leti,
ai
284
della
J Banditi
solenti,che toglievanodi
intimavano
0
mille
di pagar
di
natore
gover-
dal
si
tenente
legati
ai de-
vietavano
quattromilalire,o
di Tirano
al
rei,
o
zecchini,
colla violenza
consegnare
dei militi
ai birri i
mano
terribili minacce
con
di Sondrio
facevano
Veneta
Repubblica
prender parte alla
Dieta dei
Grigioni.
Dopo
rini
i
funestato
aver
la
ripassavain Valcamonica,
parrochiad
impedendo
messa
perseguiva
a
e
lui avverso,
dei
0
il
alzato
ribaldo,ne
o
Dreno
da
padrone
per
varie
non
della
paura
reprimere e castigareil
contro
il Pansarini
Il
litto,
autorità il de-
i Consoli
di presentare
di tanti delitti.Quando
muovevano
zianti
nego-
rubando.
volendo
non
la valle la notizia che
chiamò
il
come
dei
case
tanta
a
arrischiandosi
le denunzie
per
temuto
potendo
Capitano di
si mostrasse
ricchi,spogliandoe
essere
Valle, non
fieramente
arbitro,
le
per
messo,
per-
e di
litiganti,
i
chiunque
entrava
Pansarini,aveva
da
tra
si costituiva
uccideva
il suo
di nobili fanciulle
s' intrometteva
rapirle,
grato 0 di forza
alle
ecclesiastica,
senza
si portava alle dimore
per
costringeva
ove
Tautorità
di celebrar
Pansa-
i sacramenti
amministrare
concubine,usurpava
sue
il
Valtellina,
buon
gli
parti,da
Dreno
di soldati
nerbo
assassini
si smarrì
si sparse
e
i
droni,
la-
d'animo, ma
a
Dienno, in
285
Capitolo Decimo
buli
copia
gran
scherani
e
taluno
degolo;spedì
li riunì
e
fidi
de' suoi
palledi
fucile ;
strada della
comandati
tempo
tra
venivano, passava
i furti
canti
e
difficile,
per
del
misteriose
e
temuto
fanciulle
sicuri
e
che
neW
e
dopo
riuscito
Mica
sovrana
serva
il
e
brigante,ricorsero
il
che
Giacomo
mano^
da
(^^
satelliti.
di
(2) Id. Ibid.
Stato,loc. cit.
di
cauti^
di
alcun
tale
var
pri-
è
certo^
scon-
però^ che^
riconosciuta
cui
vie
Pansarini^senza
modo
colpo^ sia
modi
impegno
derivarne
in
a
al Podestà
con
in sé V
castigod'^esempioe
(1) Arch.
birri sarebbe
impadronirsi
impossibile,
sia per
disordine^ma
maritate. ^^^
dire
non
assumesse
essecuùone
ballo,dove
ai
persona,
di vita il nominato
e
giorno,e
che
scrissero
e
terribili,
di trovar
il
feste da
e
vedendo
Gl'Inquisitori
secreti
nome
allegramente
le violenze
e
intervenire
costringevaa
Brescia
lui,di
fratello di
minor
suoni
tra
riuscito
sulla
lizie
E, così agguerrito,
aspettandole minon
sera
e
spolette
Valle,guardateda quaranta uomini,
che
la
armi
e
piantòparecchie colubrine
dal
Vincenzo.
il
in fretta
preparare
di
Capo
a
tromboni
Ponte, per raccogliere
fucili,
fece
.d'ogni
fatta,
al Ce-
la
pu-
derivato^onde
terrore
a^ suoi
guaci
se-
della
I Banditi
286
Intanto
il Pansarini
e
il volo.
di
grinquisitori
veneto
loro Tribunale
che,
al Residente
essendo
stato
il Pansarini
come
deva
pren-
anni, il 3 giugno 1772,
tre
Stato scrivevano
Milano
a
contro
f^^ il furfante
satelliti,
i suoi
Dopo
Veneta
pubblicava il bando
si
mentre
Bepuhhlica
riferito al
si trovasse
o nei dintorni,
quella città,
s'impegnava
in
attività del
rappresentantedi Venezia
sicure,e
rivolgersi
poi
a
a
dar
al conte
il reo,
che, affidato
tradotto
sarebbe
Il Residente
fatto
che
si
stati,
a
Podestà
al
di
venzione
con-
consegnare
Bergamo,
si
Venezia.
Cesare
Vignolarisposeche
eseguirele indagini,ma
be
avreb-
aggiungeva
godeva da lungo tempo la protezione
anni
conte Firmian, il quale, due
il Pansarini
del
sidente
per iscritto pregato appunto il Re-
prima, aveva
di chiedere
Il Pansarini
dimorato
ora
negli
a
il perdono del
al Senato
antecedenti
anni
nella Svizzera
Milano,or
Grigioni,ove, dopo
ed
facesse
tizie
no-
di Fir-
mian, perchè al bisogno,in virtù della
fra i due
la
reo.
aveva
e
nei
tempo, fu liberato
alcun
assolto.
Non
audaci
meno
i malfattori
I feudatari
(1) Bando
che
del 12
di
gari,
questi malfattori vol-
di nobile
lignaggio.
più agitaronola provinciadi
gennaio 1769,
m.
v.
CapitoloDecimo
Brescia nella seconda
vo,
e
che
del secolo decimotta-
metà
qualierano rimasti i difettidi una casta,
furono il conte Galliano
andava
trasformandosi,
nei
Lochi, il
"*) Erano
che
manigoldipiù perversi,
con
Bome,
in
Stendhal
Naples
le
1826, t. I,pag. 88-92)racconta
di
bresciano
conte
un
ai
(2) Intorno
Fé
Fé
Il conte
cui ho
mons.
mi
Fé
gnore,
dei
gesto bizzarre
manzesche
ro-
e
Vitelleschi.
ana
sua
memoria
l'Ateneo
al-
il conte
notizie,che cito a piedi pagina.Cosi
i huli o
classi,in cai si distinguevano
essi stessi si chia"
confidenti,
come
I huli
signorotti.
salariati vivevano
li pagava
che li manteneva,
che
ogni impresa.Gli spadazzini,
e
si*-
col
li comandava
facevano
per
da bravi
per
da se, da sé si mantenevano,
proprioconto, vivevano
standosi
ris,
(Pa-
ricorda le varie
nel bresciano
mavano,
Florence
studiosissimo delle patriestorie.
d'Ostiani,
la memoria
inedita,in
prestòcortesemente
molte
trovato
scherani,
feudatari e ai buli di Brescia, lesse
bresciano,nel 1887,
Luigi mons.
parola
nuova
et
il
e
aiutati dai
di
buli,^^^
Questa specie
si chiamarono
(1) Lo
Gàmbara
Alemanno
conte
MartinengoGesaresco.
conte
male
287
però,previamercede, anche
ad uccidere
o
prefar del
poi altri,che, senza
né feudatari,
né signorotti,
né bravi di professione,
essere
facevano i prepotenti
pagni
comper proprioconto ed avevano
sudditi altri huli, e questi dicevansi harù
0
roni).
(baper conto
Lo
altrui. Ve
Stendhal
libro citato (t.I, pag.
nel
seguente annotazione:
a
Les
€
vers
louaient,
«
M.
«
encore,
«
tendu
€
de le faire assassinar
Kolland
au
un
erano
ne
et adroits
hulijgens hardis
1775, pour assassiner. Voir
103) ha la
le
Voyage
se
de
(leministre).On prétendqu'onen trouverait
besoin,dans les environs de Brescia. J'ai en-
jennehomme
menacer
par
ses
sérieusement
bt^ìi.»
son
ennemi
I Banditi
altrove col
conosciuti
la
le
Veneta
sima
bravi^era floridis-
famiglienobili,parte
propriasicurezza,
parte
dei
di circondarsi
cercarono
nelle
più
La vanità
e
rendevano
lucroso
ricercato
il
e
portar
più potenti era
per le
come
e
famiglienobili
violenze,
la insolenza
era
un
dei
e
bili
no-
il triste uf-
molti
per
un
arrischiati
la livrea delle
vanto
un
averne
per
più ribaldi.
cio di buio
ai
di
nome
più vigorosonei soprusie
aiuto
dei
Repubblica
Brescia,dove
a
per
della
famiglie
ribaldi,
lustro Favore
propriservigii ribaldi più famigerati.
Un aneddoto, raccolto in una
cronaca, proverà
ciò
Due
più evidenza.^)
con
Masperoni,parlavano,una
un
loro
senza
tema
una
che
affermava
così
sera
del
Gàmbara,
era
un
così
certa
suo
Il Ma-
intenzione
ziosa,
mali-
buio,venutoglida
gagliardoe
si offeriva
da poter senza
spontaneamente ai pericoli,
sfidare i
parve pungesse
più ardimentosi. L^\vogadro,cui
la
vanterìa,risposepregando il
Masperoni di mandargli questo audace,che
conoscere,
(1) L^aneddoto
studio
e
1724, dei
buli^ magnificandone l'ardimento.
speroni,non
casa
Avogadro
un
gentiluominibresciani,
sa
La
nel
suo
castello di Lumez-
è riferito da PVancesco
nobiltà
siderava
de-
Bettoni in
an
suo
bresciana, pubblicatonel volume
1882, pag. 26.
Brixia, Brescia, tip.Apollonio,
CapitoloDecimo
zane,
tuttavia
se
di arrischiare la
temeva
non
289
sidie.
montagne di Valtrompia,piene d' inil quale
La sfida fu raccolta dal Masperoni,
vita tra le
alla
tornato
al
cosa
sua
Gussago,raccontò ogni
avvertendolo
protetto,
suo
cui andava
a
di
casa
incontro. Il buio,stimolato
si fece
nella vanità, non
del sicuro pericolo
pregete
e preso
un
da portare in regalo
frutta,
al conte Avogadro,s' incamminò
subito per la
s' imbattè
Valtrompia.Poco lungida Lumazzane
gadro,
Avoscherani di casa
in fatti in due gagliardi
di bellissime
cesto
che
di
con
tornarsene
buio
pigliominacciosa
a
casa,
se
avea
gV intimarono
cara
la vita. Il
del
Masperoninon si perdetted'animo e
riuscì ad ucciderli
scagliatosi
sugliavversari,
Ripresala via giunse al castello di
Lumezzane, e tranquillosi presentò al conte
porgendoglii saluti del suo padrone e il cesto
ambedue.
di frutta. L'Avogadro,non
domandò
se
per
senza
riosità,
impazientecu-
via nulla
fosse accaduto al
buio,il qualesenza
risposeche
fatto ottimo
avea
incontrati due
aveva
dovuto
lettera in
l'ottimo
}9,
—
sbarazzarsene
pedirgli
imcidendoli.
uc-
TAvogadro,ammirato, donò al buio
piena d'oro,e l'accomiatò con una
cui si congratulava
col Masperoniper
E
borsa
scomporsi
salvo che
viaggio,
i quali voleano
ragazzacci,
il passo,
una
di sinistro
acquisto.
MoLifSHTi,7
ecc,
Banditi^
290
1
Con
Banditi
della
tali costumi
la Aera
i
invettiva
Chi
e
Brescia
lor
tro
con-
curva
e
Lechi,figliodi
di Francesca
1739.
nel
fra
piena
corte,e uccider fanno
sott^essi non
Galliano
testa
Pietro
nei
schiena.
di Bagnoli
conte
primi anni
l'allegrasocietà,che
in
cui
a
obliava
decadenza,strinse
sua
amicizie,fra
e
Maccarinelli,nacque
Vissuto
la
spensieratezza
nezia,
Ve-
nella
rose
nume-
quella di Giorgio Baffo,
rono,
poeta vernacolo,i versi del quale fu-
osceno
la
per
fatti
prima volta, a
pubblicare a
1771.
Conforti
fu per
e
spese
Brescia
a
si
dice,
Galliano,
conte
1766, sposò una
tristi giornidella sventura, conforto
sfidato
Mortogliil figlio,
salvezza.
si attorniò di buli
e
di
sua
villa di
Stendhal
(1) Fi; d'Osti ANI,
ms.
gni
d'o-
Montirone,
banditi,iniziando quelle
imprese,dipintecon
falsi dallo
bile
no-
che
nipote,giovinediciottenne,
sua
lui,nei
nel
cosa, si ritirò nella
perverse
del
quanto
(')
Ritornato
e
giusta
in-
di Vittorio Alfieri
han
impuniti signorotti
scherani
Di
nel
pare soverchiamente
non
bresciani:
signorotti
Vili
r
Repubblica Veneta
nella
cit.
colori
Vie
de
esagerati
Napolèon^
292
Banditi
I
della
città circondato
che
da
Repubblica
uomini
provinciaegliavesse
oltre
a
ribalderie
sotto i suoi
uomini,prontia
dini
or-
tere
commet-
"^J
contrabbandi.
e
Si diceva
armati.
nella
duemila
Veneta
telli
per tale efetto. Il frenare l'audacia dei due giovini fracolle vie ordinarie riesce difficilissimo,
attesa la nota
opulenza, le aderenze,ed
il
qualunque,benché
occultata
guai mezzi
viene
verità.
sul conte Faustino
Ma
»
informato
male
la frase
si
il confidente
o
i
palpabile
dovea
essere
Infatti
pronunciavaun arrischiato giudizio.
usata dal Maggi: per quanto comunemente
o
crede,è molto
memorie
fanno
condusse
tradizione
Una
vaga.
fede invece
i fratelli. La
Faustino
incusso, mediante
timore
mite
in
sono
male
come
indole
e
viva
ancor
si rassomigliassero
la nobile
aperto contrasto
cure
si-
e
vita che
colPanimo
vivo
le ossa
iroso e vendicativo del fratello. Anche
pertinace,
di Faustino giaccionolontane dai suoi e riposanoconfuse,
e
desiderio,coi morti
suo
per
1800, darante
nel
ralice
egli, esule volontario,mori
Dalla moglie.Dol'assedio di Massena.
tra i quali il celebre
diciannove figli,
Genova,
in
Bielli,ebbe
nunciata
dell'An-
francescani
monaci
dove
generale Teodoro.
(1) Cosi
da
Brescia, in data
confidente Gio. Batta
di
mese
ucciso
sedeva
gennaio fu
un
in
certo
una
le finestre del
Per
publica
stato
Brescia
in
e
La
dei 16 dello
sera
con
esecrando
Galeano
tatrice Nicolini
l'autore di si barbaro
fama
Qaesti.è quel medesimo
in
«
1766, scrive il
scorso
tradimento
giovineEovetta d'onesta estrazione, mentre
situata sulla Piazza e sotto
bottegadi caffè,
pubblicoPalazzo deU'Ecc.mo Rappresentante.
voce
il conte
Maggi:
3 febbraio
Lechi
del
figlio
che tolse
con
fu C.
mano
all'ufficiale e soldati che
palazzo pubblico per
comissione
omicidio
è
Pietro
armata
....
la
can-
la conducevano
dell'Eccmo
p.
(j^.
Decimo
Capitolo
Avvenuta
l'uccisione di certo
forse confidente
e
pubblica indicò
ventanni
di
dopo avere
del
Tomicida
insieme
a
con
un
invano
Città
a
con
Oltre
Grimani.
duemilla
meno
che
portano
sotto la
arme
n.
delitto il
enorme
ha
Egli
in
in forza
to
segai
sempre
anco
armati, pel quale mottivo
deirEcc.mo
anco
in
per
fri
sof-
Bappresentante
di donne
materia
cosse
per-
computa che presentementeabbia
ai Besidenti
incute
Stato
Milano, 1765-1791,
a
159.
di Stato,in
quisitori
a
sino dal
di Gallean
ricorsa
era
data
Vienna
:
11
€
a
perfino
ottobre
Abbiamo
1788,
sicura
Glln-
scrivono
l'ambascia
al-
notizia,che
di
del Tribunal
nostro, si siano
CapitalecolPidea
per interessare la Corte
Siccome però importa che
unitamente
di procurare
a
non
favore
abbia
incarico di rilevare
colla
portati in
mezzi, ed appoggi
del detto
ciò
succedere,cosi sarà merito di V.* Ecc.z*
gionge r
Vienna.
pagnia
lugliodecorso, partitada Brescia in comdi lei padre,la Co. VirginiaConforti,moglie
Lecchi,ora soggettoper gravicolpealla giustizia
mese
del
a
tale
gli
torio
fra la Città ed il Terripersone
d* ogni sorte e fanno
bandi
contrab-
(1) La contessa Lechi
cotesta
in ciò
va
esequi
siche in questiPaesi
protezione,
ogni ordine di Persone. » Arch. di
-
B.»
lui,(i" penisò.
sua
suggezionead
Inq. di Stato,Lett
voce
moglie,
incirca di bando
violenze
molte
ferite inferte,si
e
per lo
d^ nomini
correzione
severa
una
che
La
facinorosamente,caminando
vivere
scorta
Piombi.
interceduto per
snbi la pena d' un
anno
maneggi di sno Padre.
ciale
uffi-
restato
Lechi,che fu arfido,e condannato
nei
Lecbi
continuato
Senato, la
suo
carcere
Febrano,
nel
peUo Bappresentantein allora,e
ordini supremi delPEccelso;
per
dei
2d3
in
a
marito.
suo
modo
vernn
cui
se
si in-
e prudenza
desterltà,
294
con
I Banditi
invitto
animo,
potè effettuarsi
uscito
a
Repubblica
prepararglila fuga, che
il 27
1785.
marzo
tetto del
sul
montò
di lenzuola
Escito
con
fino
brevemente
a
e
Rialto. L'
all'ansia di
d'acqua,stette
dopo
ma
sua
Un
una
e
più
dinnanzi
interrogato,
quell'uomo tutto
al
dante
gron-
perplesso,
momento
un
Lochi,non
guida il mantello
egli
gondola
e
e
al
panni, prese
pure
stesso
il
cappello,
traghettodi
^*"
partì.
maligno epistolografo.
Luigi Ballarini,
raccoglitoredegli aneddoti
sua
mettesse
però
facendo, il fuggitivocom-
così rifatto di
Rialto
della
primo
lo condusse
via, ma
Rialto. Cammin
dalla
e
la
lanciò
al
accostò
le vive insistenze del
gli indicò
a
per
si
mata
corda, for-
una
passante chiedendogli qual via
gata,
se-
Ducale,
vicino
all'approdo
dall'acquasi
Lochi,
aveva
si
tagliatea striscio,
nuotò
nell'acquae
disordine
Il
Palazzo
sottoposto canale
Canonica.
Veneta
la parete del carcere, che
per
calò nel
della
delle
pruriginosi,
qualunque tentativo che a questooggettovenisse fatto,
di adoperarsi
in ogni caso
cosicché
per impedirne l'effetto,
dalla Corte
o
da Ministri
non
si
assuma
parte, ed
impegno alcuno in questo affare. Di quanto le riuscirà di
scopriree di ogni di lei operato ce ne darà pronto raInq. di Stato, Lett degli Amb.^* a Vienna,
guaglio."
-
1782-1797, B.a n. 177.
0) FuLm, Giacomo
Casanova
Venezia, 1877.
e
gV Inq, di Stato,-}^,23.
295
CapitoloDecimo
perfideinsinuazioni,delle
scrive
«
a
il
Casanova;
«
mezzo
«
più efficaci. »
ma
dei
E
ancora:
«
Si ha
«
al Lechi
«
lingue poi
€
TEcc.mo
Che
e
certo che
per
uno
Gabriel
i
che
e
stromenti
costò ducati ventimila
Diedo.
TEcc.mo
tra la
»
moglie del
è certo
ma
naro
per de-
corruzione
parte dei magistrati.
guardiani,il custode,il medico, convinti
agevolatola fuga,furono
aver
finche
il conte
severamente
lui,si
fermò
in Valtellina. ^^J Una
(i;
MoLMENTf, Studi
276.
poco
lettera
e
ricerche
di
niti,
pu-
pigliavail largoe
Galliano
tirando
riparavain Tirolo. Ma quivinon
aria per
chi
Le-
Stato vi sia stata,
negare,
ipotesidella
le cattive
stati divisi tra
siano
può assolutamente
da
il validissimo
con
di
degliInquisitori
Y
neziana,
ve-
quella del
valore
fuggirdai Piombi, e
dicono
escludersi
I
Lechi,
qualche connivenza
si
non
da
in
zecchini,potè avere
per
società
propositodi questa fuga:(^)
Questa fuga supera
«
assassine,che
della morente
pei crocchi
correvano
ciarle
passò
e
a
buona
Bormio
di
degliInquisitori
(Un
maldicente), pagina
di
Venezia,pag. 28"
Torino, 1892.
(2) Bazzoni, Le
estr. dair^rc^i.
Annot,
degli Inq.
Stor. /«.,S. HI, T. XI, P. I, 1870.
296
I Banditi
della
Stato al Presidente
di Milano
eccita il Presidente
dei
a
Bepubblica Veneta
far
a
(11 giugno 1785),
Governo
pratichecol
Grigioniper poter riavere
il conte
Galliano
disposizionedel Trilnmale^importando
grado^per ogni più
un
di tanti
reo
uccel
di
bosco, ne
ridiventare uccel
neir indole
nel
e
Napoli e
a
ritornare
a
a
I
tempi
il veneto
Genova,
anche
da
donna
gire
fuguna
dendola
moglie, offen-
Ja
e
di sposa. ^^^
grossi,e
a
scia
Bre-
altro
a
sare
pen-
provveditoreavea
e
tato
mu-
agli altri banditi,i quali
lungi,tenevano, per
le loro
aderenze,
inquietala provincia.
sempre
Nel
senza
dovette
ma
Bormio, portando seco
si facevano
al Lechi
che
nulla
costume, pei suoi biechi
dignitàdi
intanto
venuto
di-
facile farlo
cosa
ma
passioni,
dimenticando
rapitafanciulla,
nella
era
gabbia.
le smodate
Logoro per
e
di
soggiacere
a
il conte
era
mo
som-
ragione^ che
gravi delitti abbia
") Ma ormai
castigo.
al meritato
fini fu
essenziale
a
1796,le milizie
del
nella
opposizione,
famosa, e
(1) Arcli. dì Stato
(2^f%
num.
D'
città per fiere resistenze
il territorio diveniva
battagliefra
lano, R*
Bonaparteentravano,
-
austriaci
Inq. di
159.
OsTiANi,ras. cit.
campo
e
di
guinose
san-
francesi. Sul
Stato. Leti, al Bes. di Mi-
CapitoloDecimo
castello di Brescia
sventolava
il vessillo di San
dileggio,
marzo
1797, i partigianidi
sùbite
la
cose
ebbe
alcun'
nella mente
mutazione
di
contro
Francia
la
ove
valli,
dì
nelle valli
Salò,il popolo
la vecchia
difendere
libertà
nuova
cittadina
desiderio
piano e
che altrove in
per
levatisi in
nelle
era
nel
il 18
ma
rivolta
non
a
proclamavano
piano e
Stato,^^) ma
alle armi
corse
Marco,
La
dei sudditi
fieramente
più
nel
eco
quasi
ancora
nuove,
repubblica bresciana.
non
e,
di
speranze
ÌÒ1
e
pendenza
indi-
la fallacia
forestiera.
Il
la
Lechi, che
odio
covava
Repubblica veneta,
novità
così
fredde
come
accoglienze,
col
nella
propositodi
i nuovi
(i)
Neppure
maggioranza
Brescia
-
«
«
trovò
ove
Valtellina,
sollevarla
e
di
tornò
ri-
farle accettare
fece
deglialtri,
spregiatore
in Brescia
fautore
il
popolo si
mostrava
della rivoluzione. Narra
un
nella
Diario
ab-
sua
di
nea,
(nellaMiscella-
1892, pubbl.dalla E. DeputazioneVen. di Storia
Serie
IV, voi. XII, pag. 12) che
sulla
scia
piazzadi Breil popolo non
grida di Libertà ed Eguaglianza €
che con
corrispose
poco aplauso anzi sorti dalla moltìtudine delle gridadi: Evviva San Marco: e questegrida
furono replicate.
»
alle
€
fautore
natale, ove
contemporaneo agli avvenimenti
anno
Patria
in
contro
ordinamenti.
di se,
Altiero
ardente
fu
città
sua
fierissimo
I Banditi
battere
della
cancellò
il patibolo,
ma
libertà,
l'albero della
dalla
l'antica bandiera
torre
^^"
queir ingiuria.
che
ostinato
naparte, per
Il
cammino
per
da
"2)
Nel
una
dei
Ostiani, ms.
(2) Id. ibid.
venne
cit.
in
dine
moltitu-
assalito
Ma,
come
nulla
minacce, per
una
mangiatoia.Indi
conte
glio
lu-
scendere
dalla
e
in
23
ciarono
villaggiincomin-
fu in breve
chiuse
del
per
stormo
ingiuriee
fucilato. Il cadavere
d»
Bo-
mattino
tre de' suoi.
il riottoso
giudizio,
(1) Fé
dal
recasse
fidi,si
Molina
a
a
inaspritalo
ad
che
accomodamenti.
la ferocia dell' indole,per
turba
impedire
titi
par-
suonare
in
portato
sop-
raggiungere i deputati,già
irata il Lechi
proruppe
avrebbe
sto
propositi
più to-
si
suoi
le campane
prigionierocon
Contado,il popolo
in
1797, arrivato
a
togliere
mise
Bormio.
Lombardia,
nei
aiuti ed
cercare
inalzò
Lochi, insofferente
Bormio
fretta alcuni
in
Armati
del
tenace, volle
Deputazione di
volle
male
mostrandosi
d'opposizioni,
strusse
berlina,di-
gli stemmi,
quando
fé' comprendere che
una
della
la colonna
Bormio
a
Veneta
Repubblica
e
fatto
lo portava
domato,
cui
la
stalla,
legandolo
fatto tumultuoso
fu tratto dalla stalla
e
gettatonell'Adda,e
Undicesimo
Capitolo
più compiuta figuradi
L'ultima
Stato
Gàmbara.
Alemanno
Il conte
fu
veneto
Alemanno
il conte
ad
egli apparteneva
bandito
nello
Gàmbara;
gobarda
famigliad'originelon-
una
mini,
do-
potente per maritaggiillustri,
per
per
uffici civili
e
militari.
di
tradizione,venuto
dall'abate
di Leno
della
capostipite
luogo
casato
valore
ricchezza,per
ebbe
"^)
della
Fra
terra
di Brescia
secolo
i
XII ; di
Alberico,fondatore
di
una
(1)
beata
LiTTA, Fam.
Odobici.
di
Gàmbara,
più
lombarda
Alberto,il
degliUmiliati
Paola, morta
celebri.
nel
da
è il
quel
illustri del
nell'assedio del Barbarossa
di
la
infeudato
famiglia,che
capitanodella Lega
Alghisio,
nel
ed
particolarmentedegni di
sono
altissimi
per
Amilao, secondo
Germania
celebre
nome.
e
suo
menzione
dei Valvassori
difensore
del
1186;
nel
1239;
1505; di Vero-
Genealogia Gambata
di
F-
302
I Banditi
nica, la
ceJebre
della
Bepuhhlica Veneta
poetessa,moglie
Gilberto signor
a
di
morta
nel 1550; di Uberto,
Correggio,
cardinale,morto nel 1549; di Gianfrancesco,
scovo
vedi Viterbo e cardinale,
nel 1587,ec.
morto
Fra i tristi,
la storia ricorda una
glie
Subrana,model bandito Giovanni,che nel 1394 fé' tagliare
la
lingua a una donna, che avea sparlato
di lei ; Francesco
e Gianfrancesco,
che, il
di Ghiaradadda
14 maggio 1509, alla battaglia
tradirono le insegnevenete per passare al campo
nemico ; Scipione,
assassino
capo di masnadieri,
di due suoi cuginie condannato,nel 1588,alla
Giovan
Francesco,bandito dalla
pena capitale;
Veneta
nibale,
Repubblica il 7 settembre 1597 ; (')An-
1603
nel
co' suoi
bravi
con
nel
frate accusato
e
la
e
bandito
tagliadi
13,
n.
(2) Nella
anche
e.
stessa
il Bando
Alemanno,
1686.
di
di
Però
Cigole.
nel
un
di turpitudini;
quale
peggioripassionidi
si
una
^^^
soperchiatrice.
Pretoria, Beg.
t.
Cancelleria
contro
di Cesare
Castellano
197
ducati ;
cento
(1) Arch. di Stato in Brescia,Cancelleria
Bucali,
anch' ei
1642, di ogni maniera
tutte le
perversa
1622
nel
finalmente
compendiano
casta
e
Leandro
Cigolae
Pretoria
Gàmbara
di Pietro
Brescia, avvenuta
questo Leandro
(Beg. Due.) esiste
in
Ant.
ed altri per l'uccisione
Maria
Cellatica
Correggio
il 7
bre
otto-
apparteneva ai Gàmbara
303
Capitolo Undicesimo
Il conte
altro Alemanno
e
della
e
Pralboino,feudo
Corvione,di
casa
insieme
nuove
volle
vedova, alle
che
aggiungere an-
col conte
nozze
tinengo Cesaresco,nella
del
casa
stello
ca-
Milzano
con
La
un
gri,
Alle-
1734,nel
marzo
Gàmbara.
postume gioie di madre
quelle di
Clarina
contessa
il 2
nacque,
veronese,
di
di
Alemanno, figliuolo
postumo
Carlo
quale fu
Mardotto
con-
Alemanno, che, fino dalla puerizia,ap?
prese
trattare
a
destrezze
della
le armi
caccia. La
pei: temperare le
lo
ad
e
esercitarsi nelle
madre, debole troppo
inquietevoglie del figliuolo,
alle compagnie più
lasciò,fanciullo,
mal-
in lui i germi pesdistruggere
simi,
che doveano
partorirefrutti sanguinosi.
tori
del Gàmbara
di parecchiscritAlle biografie
di còse bresciane,aggiungerò notìzie che
in luce
inediti,recando
attingoa documenti
^^)
alcun che di nuovo
o compiendo il già noto.
vage,
ne
seppe
(1) Scrissero
con
diffusione del Gàmbara
:
Odobici, nelle
8t
Bresciane,voi. IX, nella Genealogia Gàmbara
del
Litta),neUa
—
Francesco
gionamenti di
cit
—
forma
intorno
F.
di
Cronaca
Gàmbaba,
figliod'Alemanno,
storia bresciana.
—
Bettoni, nella Brescia
storico.
romanzo
ad Alemanno
del conte
di Brescia, strenna
di Stato.
nuove
ne' snoi Ba-
Ostiani, nel
d'
del
secolo
trasse
Gàmbara,
notizie
Ta. 1852.
per
Fé
L' Odorici
dall'archivio
Zoppola.Molte
veiieto Archivio
—
(Fam.
ms.
passato, in
le memorie
di
proprietà
poteiritrovare nel
Banditi
I
304
vecchie
Dalle
che
uomo,
della
carte
vive
Bepuhblica Veneta
fuori
esce
V
imagine
reale dinnanzi
presente e
l'
del-
agli
occhi.
Alemanno
anni
di
e
avea
già
si mostrava
risse,e dissipatoin modo, che,
il
occuparsene
Stato,in
Rettori
di
e
quale
10
a
rinvenire
dovea
non
senz' altro
scandalosa
di Brescia
posto gli occhi
fu
esso
ad arrestarlo
di stato
Brescia, 1749-1750.
(2)Ibidem,
-
e
esso
conte^
di vista
condotta
del
patrimonio
i Rettori
avessero
sovra
un
abate
tale da
del
obbligare il
rinchiuderlo nella ròcca
il di
visto
bersaglio,
(i) Arch.
invitano
quanto poi al ravvedimento
Alemanno
Governo
ai
arrestato. (^" Per ciò che
essere
giovinettopare
conte
1749
abbandonato
esser
turbolento
f^J
e
facoltàdi
della
l'amministrazione
Gàmbara;
del
maggio
soggetto fornito di probità
Vazienda
concerneva
del
dovette
famiglia,
Alemanno,
conte
qualora persistessenella
dovea
tendo
po-
violente
Brescia,parlano delle irregolari
assumere
per
nulla
di
Governo. Difatti gV Inquisitori
direttioni del
i Rettori
della
lettera del
una
quindici
voglioso di garbugli,
gli ammonimenti
il
i
compiuti
appena
lui
carattere
portato
Inq. di Stato, Lett. ai Rettori
Busta
n.'' 21.
25 maggio 1749.
ibid.^
di
Capitolo Undicesimo
305
alla violenza. ^^)Compilatosollecitamente
e
al conte
Tabate
affidatal'amministrazione
Gàmbara
di
scorta
ben
delle rendite
avendo
Benedetti,
rifiutato tale incarico,
il conte
LuigiAvogadroe
Alemanno,
il processo
a un
milizia
guardato da
sotto
e
la
fu faito partire
graduato ufficiale^
un
per alla volta di
Venezia,sotto la sorveglianza
"^*e Padova. ^*)
di Verona,^^i Vicenza,
dei capitani
Il Tribunale degliInquisitori
lo fece da prima
rinchiudere
poi considerato che
da giole colpedel Gàmbara
doveano provenire
vanile
e dall'assidua
inesperienza
praticacon
lo relegòper quattro anni
persone depravate,
nel castello di San Felice in Verona, a fine di
nei
allontanarlo
addito
Il
Piombi,ma
dalle
occasioni
al raddrizzo
della
di considerazione
al
diligente
Saverio
trattava
incaricò di
castello di San Felice V
Arpesani per
osservare^
(1)Arch. di Stato. Inq. di Stato
^^^
azienda.
sua
Capitanodi Verona, poiché si
persona
dar
pericolosee
visita
ingegnere
marcare
Lett.
j
una
di
e
rife-
degliInquisitori
ai Eettori di Brescia, 14
giugno 1749.
(2) Ibidem, Lett. del Gap."Benedetto
di Brescia,2 luglio1749.
(3) Ibidem, Lett. del Gap.**
Vincenzo
Valmarana
Pisani
ai Eettori
ai Rettori
di Brescia,2
luglio 1749.
(4) Ibidem, Lett. del Gap.''
Daniele
Dolfin
ai
Rettori
di Brescia, 2*
luglio1749.
(5) Ibidem. Parte degli Inquisitori,
17 agosto
20.
—
MoLMXHTi,
/ Banditi
f
ecc.
1749.
306
I Banditi
rive
e
in
se
mòdo
quei
della
il debito suo,
osservazione
aurea
fuggire dal
castello
tutto
agevole lo
alla
sua
pare meriti
tempo
e
!
mezzi
senza
coi
avvertendo
da
scrizione
importantede-
e
Felice,che
i restauri hanno
trasformato
mi
che
riferita,
speciedopo
essere
per
mezzi^ premetteva
di San
castello
e
et esser
curiosa
una
esser
il
difficilissimo
esser
—
scampo
relazione
del
luogo
piuto
fuga.E TArpesani,com-
la
accuratamente
—
Veneta
recinti vi potesse
tentare
per
Bepuhblica
il
tante
l'impor-
edifìcio."^)
Il castello di
«
San
«
gnere)è
«
monte
«
città: è di
figurairregolaree
«
al terreno
che
«
quali nelli andati
«
fu eretto
«
suo
«
consistente
«
fronte
«
dalle
«
Valpantena,et
'
In
v' è
una
situato sul
(scriveV inge-
Felice
rinchiuso
e
intiero
a
sue
dalle
occupa,
e
eminente
più
ed ai
ne'
ben
del
questa
adattata
riguardiper
moderni
più
li
tempi
recinti formano
complesso.Un'
struttura,senza
opera
a
il
di
corno
fossa,che col
suo
e che
mezzogiornoriguardala città,
ale resta
a
separata
di Giovanni
levante
a
dalla
li)
ponente dalla Valdonega,co-
castelli
di descrizioni di
diffusa relazione sul Castello
i Commentari
di
muraglie
ampliato.Tre
tal materia
intitolato il
dorso
da Lezze al Senato
e
in
sulle
un
mura
Codice
fortificati,
di Brescia,
(H. V. I.)
Catasto,presso la Queriniana di .Brescia. Vedi
delV Ateneo
bresciano
pe^l 1892,
pag. 46.
I Banditi
308
della
Bepubblica Veneta
€
altro ed
oltre li caselli per le
«
v' è alcun' altra fabrica. Tutto
€
le
€
non
€
buona
«
vi sarebbe
€
lo scampo
«
avesse
spìrito,
propriemuraglie d'una
alle
lascia luoco
ben
e
angolo
tale
che
Podestà
di tal
chi, munito
d'
di Verona
e
al
mandava
sacerdote,non
addestrarlo
per
nei
dogmi
nelle savie
più regolare di
bia
si vedrà
bara
savie
in appresso.
fosse
le
(1) Arch. di stato
Lett. di Sav.
5
pel
a
pio
men
della
che
dotto^
cattolica
^^i
Come
atte
ab
Intanto,nel 1752,
cambiar
procurar
ligione
re-
sime
prudenti mas-
e
aria
subito
ammonizioni,
-
conte
gradito,
giacché il
al prigionieroirrequieto
lo
e
ne
Inq^,di Stato. Anni
darono
man-
^^^
generaledi Palma,
incominciò
né
di
e
mezzo
fortezza di Palmanova.
Provveditore
ma
non
» "^"
intraprenderlo.
contegno,
gl'Inquisitori
gli fecero
Al
caso
prudentimassime,
e
lui
delle
approfittato
nella
agiutodi
scritto
così diligentementedecastello,
soggiorno poco
un
V
somministrasse
non
dall'ingegnerveronese,
Alemanno
che
altezza,
fughe senza
la volontà
il
il castello ha
longa fune, nel qual
a
che
Pare
non
sentinelle,
il Gàm-
dei
le
capi,
gratta-
minacce,
1741-52. B.'^ 106.
Arpesanial Podestà di Verona, 22 agosto 1749.
(2) Ibidem, Lett. degli Inquisitori,
13 settembre 1749.
(3) Ibidem, Lett. degliInquisitori
ai Rettori di Palma,
luglio1752. Busta 75.
Capitolo Undicesimo
custodia impedirono al
più vigilante
la
ne
turbolento
Gr
mandarono
Inquisitori
ai rettori di
Brescia,Como
il
vita
una
cascare
rona,
Padova, Vicenza, Ve-
dì
un
sicuro
randagia,col
l'altro fra
o
Tugne
della- Serenissima.
messione. Tira
valida
ausiliatrice in
Giulia
Gàmbara,
V incauta
alla
fuga
di vilissime persone
duto
a
se
trascorso.
in
di
quale
turba
una
indotto
eh'
il 6
trice
sedut-
il giovane
egli era
giugno 1753, un
a
a
ren-
il
suo
(1) Arcli. di Stato
-
Padova, fu
Lett.
ufficiale
ricevere il Gàmbara,
fatto scendere
che approdò, in
burchiello,
25
afjlitione
somma
una
sitori,
Vicenza,per ordine degliInqui-
quale, condotto
Palma,
una
Poiana.
avea
sei soldati al confine
un
som-
^^^
mandava
il
la
E trovò
conoscendo
e
stesso^riflettendo
Il Podestà
e
e
al vicentino
riconfortata
conte, assicurava
della sbirraglia,
contessa
sua
maritata
pericolo
zia,la
una
Giulia,dopo
contessa
per
tare
riagguan-
per
pensò di placare,coirumiltà
La
dini
or-
fuggiasco,il quale,dopo qualche tempo,
di
stanco
immantinente
Bergamo
e
conte
^^^
fuggire.
di
il modo
di trovare
severi
di
309
suU'imbru-
ai
degliInquisitori
Eettori di
aprile1753.
(2) Ibidem, Lett.
1."*giugno 1753.
della contessa
Giulia Gàmbara
Poiana
310
I
nire,alla
dove
i
Banditi
Piazzetta di San
birri
degliamici
della Dalmazia
«
ricovero.... Procuri
«
buoni
«
buon
«
desideriamo
che
sentiero
ha
e
pio desiderio,
Il Gàmbara
nella
Francesco
^^^ Ma
maestro
alcuni
ne
aveano
(1) Arch.
devii da
una
cui
del
legato
re-
libertà,
poteva
città il Provveditore
suoi
di casa, recandosi
una
Barach,
mattina
Zara, richiese
-
poco
Lett.
per
del pesce
i quali risposero
che
pescatori,
quel
e
si potessero concedere
Antonio
di
rale
gene-
camerieri
Certo
prigioniero.
di Stato
quel
sentiero
costumi
certa
Grimani, avea
al mercato
e
di
in
il buon
i buoni
che
maggiori agiatezze
un
buon
argomentare da questo fatto.
godeva di
accompagnare
ad
benevolenza.
ed
intrapreso,
»
il
pratichipersone
qualinon
sussisti.
si possono
di
che*
mercè
costumi
le spese
fu
come
eh' babbi
(cosìgliInquisitori)
Ci preme
suo
parentie
mostra
a maggior
inspirato
«
a
dei
Zara, e la lettera degli Inquisitori
fosse
tutte le
dendo
atten-
efiBcaci. Alemanno
state
erano
a
un
Venezia,^^^
Alemanno.
al Provveditore
era
a
le raccomandazioni
Veramente
mandato
Marco
degli Inquisitoristavano
il conte
Governo
Repubblica Veneta
della
già impegnato da
poco
altre
al Capitano
degliInquisitori
Vicenza, 5 giugno 1753.
(2) Ibidem, Inci.,
B.* 47. Lett. 24 settembre
1753.
Capitolo Undicesimo
Il Barach
persone.
che
a
dare
soggiunse arrogantemente
del
domestico
un
conte
costrinse
e
rifiuto,
un
311
il
venditore,certo
in
una
Gàmbara,
stanza
sua
il povero
tre
in
a
terra
a
coU'altra
molti
che
spezzò il bastone
si
Ma anche
la
di Pralboino
la
e
della
abbattere
ogni maniera
audace
da
cui
a
con
(1) Arcb. di stato
-
un
castelli
feudo
non
uguali da
opprimere, ruppe
delle
si
ad
permiseogni
sciuta
albagìa,accre-
leggi.
Eel. inserta nella lett. 30
B.* 48
.
1755.
se
scellerata
dalla insufficenza
nei
ignota la parola
intemperanze,e
impresa
mazia,
Dal-
bedire
gente pronta ad obera
vedendo
inferiori da
d'
il 23 settembre
bresciano,che potè
Signoredi
di Gorvione.
potentie
o
licenziato. ^^^
generaledella
vita dissoluta
sua
verità,non
fu
di Stato,
lasciava
ridegliInquisitori
amplissimo,circondato
ai
soggiacere
occhio,e
un
in libertà il conte
ricominciare
di
ven-
ribalderìa del Gàmbara
il Provveditore
ordine
per
e
ed indi
Repubblicachiuse
1756
col
colpi di bastone^sino
questa nuova
su
bligò
spada, ob-
stendersi
stramazzo
imo
quella positura a
la
mano
pescatore di
sopra
il Mazzorana
fé'chiamare
appuntandoglial petto una
e
tenendo
pistolae
ciò fu
Come
Mazzorana, a consegnargliil pesce.
riferito al
lecito
era
non
gno
giu-
I Banditi
312
Bepuhhliea Veneta
(cosìnella seduta del Consigliodei
Risulta
«
della
€
Dieci del
€
egli nel
€
contegno di privataautorità per
€
cesse
23
gennaio 1759) come
territorio di
Brescia
lecito di valersi di
sostenesse
un
certo
reo
si fa-
cui
truppa di
numerosa
banditi e contrabbandieri
sgherri,
parte dei
quali fossero serventi e domestici suoi, gli
altri di lui dipendenti.
«
» ^^^
Nel maggio del 1757,la terra di Gavardo
era
rade
da contrabbandieri,
soliti non
percorsa
volte a scambiare
archibugiatecoi birri della
Repubblica.Un dì passava pel paese di Galviloro uflBcio,
un
aveano
sano, dove i gabellieri
€
«
armato
uomo
da
altro
un
cavallo,seguito indi
a
pure armato
a
cavallo.
a
I
poco
birri,
rincorsero quest'ultimo,lo raggiunsero,
insospettiti,
lo arrestarono
lo
resistenza,
quando
era
dei birri seppe
Capo
conte
tanto
del conte
neir animo
del governo
—
in
lo invitò anzi
con
lui.
parte di chi dovea
(1) Arch.
23
di Stato
gennaio 1759.
dPuna
percossero
il cavalcante
—
e
il
poichéeglivoleva
e
-
oppor
fianconata. Ma
che
Gàmbara,
l'arrestato
ordinò
più
di tutti poteva
fosse rimesso
in
sto
to-
il
libertà
fabilment
trattenendosi afquartiere,
Ma
tanta umiliazione, da
tener
Cons, X
alta la
dignitàe
Criminal^ filza
num.
il
149,
Capitolo Undicesimo
decoro
dei
Calvisano
corte
Al
birri,incominciarono
Ma
invece
e
deW
dalle
fu
potè
al conte
di
del
la sostanza
Dieci
comandò,
Alemanno
e
e
cuore
^
con
la
gli
ai suoi
pubblico
scherani,
al
giornitre,di presentarsi
di Pralboino
vuota
di
bunale
Tri-
imprese, aiutato
gennaio 1759.
-
mine
ter-
provveduto
effetto,
perchè il conte
preferìla
dimora
Gorvione,continuando
di
di Stato
detto
^^)
alle aule dei Dieci
e
passato
si sarebbe
contumacia.
et
Alemanno,
Arch.
la clavicola
destro^ch-e essendoglipenetrata
comparendo
non
grida uscì
bieche
racolo,
mi-
per
Venezia, per diffendersiet escolparsi
absenza
La
accolto
scampar
palla fra
imputazioni^altrimenti
et
subito
sola di vita.
ora
di
23
una
omero
termine
far
a
certo Sacco,fu
gabelliere,
povero
Consigliodei
bando,
cui
trafittagli
poi
lasciò un'
nel
un
colpitoda
sommità
Il
dei birri, e
scarica,da
una
a
delle fucilate s'affacciò alla
rumore
finestra il capo
da
che
Gàmbara,
limghe,i quali,postisidinnanzi
e
quartiere dei
fuoco.
in
del
alla
dopo aver
di picchiarforte,mandò
il modo
una
quindicinade' suoi bravi,muniti
mulinato
al
bastava
pubblici poteri,non
burbanza
perversa
d'armi
313
dalla
Cons. X
le
sagacia,dal
Criminal, filza num.
sue
ci)
de-
149,
314
I Banditi
naro,
dalla
^^)
a
Poco
curando
temeraria
cavallo
Bepuhbh'ea
parentelae più
percorreva
con
della
liberamente
la terra di
così
i suoi
provare
quale si
che
a
more.
tidosso,
ad-
avea
lo Stato. Un
Brescia
giorno,
passando
Ghedi, seguitoda
una
fino ai denti.
intimidazioni,che
delitti mancavano
testimoni,non
e
e
terribili le
dal
tutto
il bando
quindicinadi buli,armati
Erano
che
baldanza,andò
per
Veneta
satori
accu-
sempre
trovandosi
a
la
persona
deporglicontro.
Dn nobile Giambattista
Maggi, che avea case
era
possedimenti vicini al Gorvioiie,
larmente
particoattentasse
fatto segno
alle
bara. Colla faccia d'uom
persecuzionidel
giusto,il
gli si profferivaamico,
gli aizzava
fedel ministro
dalle
delle
sue
si
Molinari,
Per
rifugiòa
la
neppure
solo,tra gli scherani del Conte che
aveano
parte
mano
della
si
Nei Necrologi del
giustizia.
Gio. Batt.
legge:8 maggio 1764
Salò, fu impicato questa mattina
Marco,
Co.^ di X
tova,
Man-
mae-
preso
dopo,in
Magistrato alla
Berlingoto,di Giacomo^ d'anni 29,
di 8.
varsi
sal-
qui inseguitodai manigoldi del
al delitto di Calvisano, cadde, quattro anni
Sanità
manno
Ale-
mente
nascosta-
ma
scelleratezze.
Gàmbara, fuggìa Venezia,ove
(1) Uno
conte
Carlo
certo
insidie,il Maggi
anche
ma
contro
Gàm-
preso
in
dal Bosco
in
contrafazion
di Biviera
mezzo
di
d.^
Podavin
bando
di
alle colonne
per
VEc."*
316
I Banditi
qualche
avere
della
da
conto
Veneta
Bepuhhlica
saldare
Conte, fu
col
dai
gambareschisorpreso, una notte,nella propria
lacciato
giaceva a letto malato. Alcasa, mentre
e
legato,fu trasportatoa Gorvione,e
qui
in presenza
di Alemanno
poi riportatosemivivo
e
tal Pasino
Un
pagò
bastonato
con
da
Gardone
in
dei birri. E
tenente
Rossi
di
servigidel Conte, e
n'
fu certo
gelosiadi
suo
paese.
Valtrompia,
ferita il rifiuto al Gàmbara
una
un
al
d' uccidere
ucciso,per
Gussago,ch'era
dato,
man-
stato ai
licenziato
stato
era
gue,
san-
a
per
donne.
Preti,frati,
conti,nobili,reggentidi
coloni furono,più
fattori,
o
meno,
nità,
comu-
mente
grave-
offesi,
ingiuriati,
scherniti,minacciati,
ricattati.
Il prete Giovanni
di
amici
Battista Tinini
Gottolengo,esciti
una
a
tre
e
suoi
partitadi
caccia,e avvicinatisi ai confini del feudo
dai
sorpresie inseguiti
Corvione,furono
del Gàmbara.
trovare
I
i bravi,postati
alla
alcuno
e
In
di
dagli scherani
cui i
campo
fatti
Gottolengo.Ma
permettevano che
se
rifugiati,
fame, dovettero
vennero
un
chiesa di
porta,non
uscisse,per
morire
bravi
malcapitatipoterono fuggiree
nella
scampo
di
lero
vol-
non
arrendersi
a
screzione
di-
vione.
tradotti ai confini del Cordeserto
i
furono
poveretti
inginocchiareed
esortati
a
317
Capitolo Undicesimo
le loro anime
raccomandare
del
di
Conte
ucciderli
in
in
Quando
spettacolo.
scherzo,die
truce
i suoi
quantità
di
calci
di rilasciare il
schiaffi
e
Asola, uccisero
bastonati
presi,
in fretta
confini di
nello
TranquillinoTosio,colon-
in
portati
e
Barchi,presso
a
Gàmbara.
del
cane
un
gliinsulti. Il conte
dalle
prete
prodigiosa
una
e
il
bastonate.
pensione,dimorante
ricorrere al
del barbaro
cessare
accompagnarli ai
I servi del conte
in
di
gli parve
ordine
di
amici, e
con
Gottolengo,
e
ilGàm-
macchia, godeva
una
dero
die-
i miseri
mentre
lagrimee gridadisperate,
bara,nascosto
dine
or-
nel
seppellirli
e
stesso. Al terribile annunzio
campo
e
Dio, essendo
a
trionfo fra
Furono
gli scherni
Tosio volea in sulle
Consigliodei
minacce, fu
Dieci ;
ogni cosa, pagando
rito
poi,atter-
ma
ad
costretto
prime
accomodare
santa
sessoprassello
per
zecchini.
Qualche volta
s' introduceva
in
di violare
e
della
era
una
bastonava
moglie;
d'onesta
casa
donna
una
il marito
talaltra
era
gettava a
si
recavano
avevano
terra
e
in
bravo
una
povera
la violava. Se
al Castello
a
gliuola,
della fi-
chieder
rispostascherni
alle
accorso
un
e
che
tava
gente, ten-
in presenza
alla strada
boino,che assaltjiva
la
del Conte
cameriere
un
grida
di Pral-
donna,
gli oppressi
ne
giustizia,
contumelie.
I Banditi
318
Più
di
delia
fu il
crudele
Repubblica Veneta
di
caso
una
la quale,rifiutando
Isorella,
povera
sposa
le disoneste proposte
del
seguire,
Conte,fuggì in altro paese. Fatta inpresa e condotta dinnanzi al Gàmbara,
la misera
dai
e
fu fatta
spogliareignuda e bastonata
tal furore da
manigoldicon
e
fatta condurre
averla alle
della
caduto
vene
morbosa
una
l'infelice in
libidine,
stanza
una
uonao
volle
voglie.
sue
Per mandato
al
tal vista il triste
lacerato il corpo. A
sentì ribollir nelle
illividito
averne
del
Gàmbara, un dragone al
Repubblicauccise
vizio
ser-
antico bravo
un
e quando il dragone si recò
disgrazia,
Castello,
per ricevere il pattuito
prezzo del
in
sangue,
sicario s' incaricò di
un
l'incomodo
un'archibugiata
ammazzare
con
testimonio. Allorché
giunserogli ufficiali dei dragoni,per prender
il Gàmbara
notizia del fatto,
si dimostrò dolente
in guisa da persuaderegli ufficiali che l'uccisione
era
forza armata
giacchése
si lasciava
trovava
sembiante
uomini
di
non
(1) Lo stemma
un
gambero
coU'assisa
vedere. E
pubblicidazi,osavano
rosso
sormontava
mezzo.
lo scudo.
se
colParme
e
oltre,facendo
gli ufficialidei
proteggerei diritti dello
dei Gàmbara
nel
la
resto
persuaderfacilmente,
gambero, ^^) passava
del temuto
Del
casualmente.
avvenuta
consisteva in
L'aquilanera
uno
a
due
scudo
teste
con
ronate
co-
CapitoloUndicesimo
sicuri di
Stato,erano
andare
migliorvita,
a
il rischio il direttore del dazio in
corse
come
319
che ritornando da Venezia fu a
Brescia,
d'essere ucciso dai gambareschi sulla
Lonato. Per
grossa mancia
una
permettevaanche di
sale di
bottegadi
strada di
avvenire
voleri
agliingiusti
sottomettersi
si
pellein
salvare la
punto
un
dovette
del Conte
e
galare
re-
il quale
Molinari,
al
apertaal Corvione
tener
ridendosi
contrabbando,
delle
leggi.
Imbaldanzito
il Gàmbara
ipocrisia,
più
risoluti
Nel
feudo
suo
altri omicidi
Sabbia,sul
Val
e
tovano
Man-
egliimperava tirannicamente,
malavveduto
pronunciare
osava
era
paroladi rivolta,
sepoltonelle gioni
pridel Corvione. Nel 1762,essendo stato riferito
una
ad
Alemanno
contro
di lui al
terribili
che
la Comunità
divisato di mandare
avea
in così
si
Comunità
ad
implorareai piedi
protezione.
il
perdono e la
della forza,
anche
Nell'aspetto
e' è
brutale,
il nome
memoriate
presentò in paese con sì
da persuaderesenza
piglio,
indugio
Reggentidella
del Conte
un
di Gàmbara
dei Dieci,
esci
Consiglio
parolee
minaccevole
i
i suoi sicari
sul Veronese.
qualche
se
mandò
commettere
a
Pralboino,in
a
e
solo
litto
impunitàe coprendo il de-
coir
violenze
e
dair
sempre
del Gàmbara
non
so
che di
divenne
se
eccessiva
e
ma
attrattiva,
orrendamente
fa-
320
I Banditi
che
più
moso,
della
Bepubbliea
dal freddo
misfatti,
dai
cui alcune
tradimento,con
Veneta
e
atroce
volte accompagnava
il delitto.
dì,verso
Un
inseguendo
lo
feudo
notte
nel castello. L'
nel
alla residenza
il
badò, ma
ospitarli
per
del
del
mezzo
in
dì
Broletto,
Capitano veneto.
sanguinosidei
due giorni prima
ospitati
Paolo
di
Rizzi,tenente
Brescia,di
a
e
e
il
inoltre di
alamaro
scrittoio^
suo
a
B.*
1079.
di Stato
-
Inq.
birri infelici,
conte
richiese
manno.
Aleplare
esem-
di
e
di
una
razzieri
coun
dra
squa-
per
cameriere
Molinari.
stare
arre-
frugare in ogni nicchio^
di tutte le lettere
(1) Arch.
carro,
Pralboino
altro simile
o
vi
alla testa di
soldati
di recarsi
il Gàmbara
Si ordinava
Nessuno
compagnia
una
fronte
Stato ordinarono
mettersi
dei suoi
distaccamento
di birri
dal
la città conturbata
di
Gl'inquisitori
gastigo.
a
ed
Brescia,
giorno dopo scoperchiatoil
Tutta
quella
indomani, un pesantecarro,
i cadaveri
apparvero
li accolse
incontro,
loro
di verzura, entrava
abbandonato
il
lando
Conte,il quale, dissimu-
volle anzi
e
tutto ricolmo
era
del
sdegno, andò
cortesemente
birriveneti,
contrabbandiere,varcarono
un
del
conQne
il tramonto, alcuni
di
possessarsi
e d' imripostiglio
e
le carte. ^^^ Il
Stato, Proc. Crim.
(1764),
321
CapitoloUndicesimo
Rizzi
tenente
assalta
Pralboino,
il
del
Conte
rovistato
dopo aver
frugatopei mobili
e
e
per
20
Alemanno
novembre
scherzoso
avea
«
Non
«
0
in libertà....
State in
«
etemo
"
ImplorateBalam, se
so
se
allo
Il Gàmbara
del
ne
riere,
came-
lettere."*)
il
preso
da
contentarsi
ac-
volo, e, il
Bologna in
tono
agente di Pralboino:
suo
un
porte,ma
ogni canto, deve
1764,scriveva
ad
giorao,a
ogni masserizia,
di portar via alcune
Il conte
le
Castello,
apre
né
tracce
trova
non
sul far del
arriva,in
siate vivo
morto, se in prigione
o
altrimenti pianto
veglia,
vostri....
I zaflB (birri)
sono
scuro....
non
sarete
di
comprese
aver
bel salam. »^*)
un
stancata
la pazienza
dei governanti,
e non
potendo
indulgente
nissima,
più arrischiarsi di toccare gli Slati della Serefeudo
si condusse a Monticelli d'Ongina,
dei piacentini
marchesi Casali,
ottenendo dal duca
di Parma
facoltà di dimora. Nei primi anni del
esilio passò qualche tempo a Genova, vi
suo
la marchesa
conobbe
in
Carbonara
e
la condusse
moglie.
prestoil ritrovo di brigate
di conviti romorosi,di giochirischiosi,
allegre,
Monticelli divenne
(1)Arck
Francesco
di stato
Grimani.
-
12
Lett. del Eizzi al
agosto 1764.
(2) Ibidem,Inq., B.* 1079.
21.
—
MoLMxxTi,
/
Banditi,
ecc.
Gap. di
Brescia
322
del
allegrae
presso
il Ponte
cassa
ritraeva
e
ne
rilasciando
Accadde
aver
di San
i denari
Alemanno,
sul
Marco
delle
Clisi,
che
somme
Brescia,lo assalta,
apre la
firmata
dal
qualche
volta
condotto
a
a
toglieparecchiemigliaiadi ducati,
alle guardie,
per colmo di derisione,
ricevuta
una
da
di
che
piatta
s'apparte da Monticelli,
aspetta il traino,conduttore
Venezia
poi
bastavano
non
dì,d'ordine
bel
di ribaldi
mano
Veneta
dissoluti. Ma
varia vita
un
proscritto,
una
Eepuhblica
di uomini
il convegno
così
ietta
Banditi
I
suo
a
Gàmbara.
che
negli altri
i
di commettere.
la
Alemanno, dopo
iniqueazioni,volle
termine
modo,
^^^
giustiziaoppressa,
eh'
delitti,
Tanto
ei
nendo
pumorso
ri-
avea
non
è vero, che
telare,
tu-
ognuno
si
foggiauna giustiziaa sua posta.
Nel
1772,fra Parma e Monticelli scorazzava
banda di masnadieri,contro la quale nulla
una
avea
potuto la cavalleria del Duca, che in qualche
combattimento
esce
dal
era
suo
col favor della
lotta
una
(2) Idem, Ibidem.
manno
Ale-
sale,
bravi,as-
notte,i malandrini,e dopo
a
ne
Parma,
del carnefice. ^^^
(1) Odokici, Storie
malconcia.
castello co' suoi
molti
ostinata,
e conduce
prigionieri
mano
uscita
bresciane,IX.
uccide,molti
ove
fa
finirono per
rivc^.
324
«
«
«
€
détta
I Banditi
Repubblica Veneta
Augusto della Serenità V.,vero eseniEmulatore di Misericordia e Grazia,
plarissimo
ilmarito conoscitore perfetto
delia
presentando
ben meritata pubblica
» E proindignazione....
segue
Trono
che
affermando
errori rende
la rimembranza
triste il Conte
ed in continua
indidogliaprodutricedi frequenti
amarissima
di salute; assicurando
sposizioni
metodo
cristiano
costante
dei passati
invocando
pietàa
del
di vita
favore
e
suo
più
retto
del
suo
tegno;
con-
dello sventurato
sizione
marito,che rassegnato a qualunque dispoadorerà
quelledeliberazioni corrispondenti
per certo al misericordioso
in
grembo
quale sospira di
del.suo
Sovrano^
stabilire la
^^^ Alla supplicadella
famiglia,
addolorata
ne
al
cuore
segue
sua
glie
mo-
un'altra dei
uniti per dimostrare
coniugi Gàmbara,
di
agliEcc.™* Inquisitori
di dover vivei^e lontani
Stato Tacerbissinia disgrazia
dalli Stati deW amatissimo
estero
dominio.
Invocano
esuli
Principe^
quindi che
in
al conte
Alemanno, il quale per la sua salute non può
di espiare
vivere in luogorinchiuso,
sia concesso
la vita passata,in qualunquecastello o fortezza,
purché in aria aperta.^^^ Finalmente,il conte
(1) Arck
di stato
1773.
(2)Ibidem.
-
Inq. Frac, Civ.,B.* 1042, 27
glio
lu-
325
Capitolo Undixiesimo
Alemanno
asserire
Inquisitori,
per
sciagure,quella
l'anima
e
il
cuore
la
tutti i
bella
collera
del
potenza.
Gàmbara,
e
aver
ridurlo
più
umano
e
di Dio
vivo
di
in-
aver
beneficofra
implorando
la più
degli Inquisitori,
la
sopra
terra^per
la loro
dei coniugi
supplicheipocrite
per le
per le valide raccomandazioni
dei parenti
degliamici,Alemanno
potèottenere di
1' esilio di Monticelli in quello di
stato relegatonella torbida gioera
vinezza.
Zara rimase due anni, e dopo nuove
mutato
Zara, dove
A
insistenze
da
e nuove
parte della famiglia,
che il Conte
gli fu
gia, colla
Una
gli
divider-
a
quasi un
e
sue
^')
che
Pih
a
giunse
terra, E finisce
Principidella
immagine
che
è la rimembranza
pietà del Doge
la
e
fra tutte le
come,
soltanto
scheletro di morte
corsa
rivolgeal Principee agli
si
stesso
avea
speranza
di
un
in Venezia
di andare
concesso
comandazioni,
rac-
a
tentissim
po-
Ghiog-
compiuto perdono.
lettera
destà
degliInquisitoridi Stato al Podi Chioggia,accompagnava,
il 25 settembre
1777,Alemanno, il quale dovea essere
posto
sotto sicura custodia,
non
essendoglipermesso
di allontanarsi dai recinti del castello,
di
ne
(1) Arch.
febbraio
di stato
1775.
-
Inq. Proc,
Civ., B.* 1042
—
28
326
/ Banditi
della
EepuhhlicaVeneta
alcuna persona, ad eccezione
con
rapporti
^^^
della moglie e del figliuolo.
rato
Finalmente,il 26 settembre 1778,^^^ fu libedalla relegazione,
coirobbligo
peròdi presentarsi
zia,
al segretario
a VenedegliInquisitori
dove passòallegramente
qualchetempo, per
dell'indole
nulla calmato nei fervidi trasporti
vaer
sua.
il Gàmbara avea avuto dalla
Tesilio,
marchesa Carbonara,
tre figliuoli
: Uberto,
moglie,
Brunoro,Francesco. ^^) I due primi erano morti
ebbe gran parte
l'ultimo,
Francesco,
giovinetti,
bresciani del 1797. ^^^ Il manei rivolgimenti
li)
Durante
Arch. di Stato
(2)L*Odorici
e
contro il Gàmbara
-
Inq.,B.»
40.
altri storicibresciani dicono che il bando
fa
il
pronunciato
la liberazione
avvenne
sai documenti
dell'Archivio di Stato.
23
gennaio 1760,
nel 1782. Le date
vanno
e
corrette
(3)Francesco nacque il 21 dicembre 1771. Vita del gen.
scritta da lui medesimo,pubbl.da F. Odorici
Fr, Gàmbara
(in Lett.
(4)Nel
di
di bresciani e
veneto
Condulmier.
Ma
Salò
Venezia, insorsero contro
il
e
i
zionati
dintorni,affe-
Gàmbara, che fa
al supplizio,
e sarebbe stato condannato
prigioniero,
cesco
Napoleonenon fosse giuntoin tempo a salvarlo.Franfu uno
dei cinquebresciani che recarono
a Napoleone
della Repabblica
la nomina
a presidente
Cisalpina.
fatto
se
Francesco,facendosi capo di un'orda
vi rovesciò il goa Salò,
bergamaschi,
irruppe
verno
della Reil rappresentante
e fé' prigioniero
pubblica,
Almorò
a
Famiglia. Trieste,1859, pag. 37).
1797,il conte
Mori
nel 1848.
Il
327
Capitolo Undicesimo
di Alemanno
trimonio
contessa,perduta dietro
Miniscalchi
conte
della
amante
Alle scissure
Le
di
delle
ed
^^^
di
contessa
poi di
promesse
adultera
Verona;
domestiche
La
fu avventurato.
non
pratica col
Alemanno, palese
Secondo.
San
seguì il divorzio.
il
avvezzare
leggi,di
suddito
essere
svanivano
ossequioso
j
all'obbedie
figliuolo
segnato
ras-
reduce
appena
dal
domato
quando l'ardore non
lungo esilio,
dagli anni,e le vive passionisi riaccendevano
fra le amicizie rinnovellate,o nei convegni
di uomini
arditi,vagheggiandocon lo spirito
inquietoxischievoli imprese.
Sulla
riviera di
rivedere
fu vista
seguire il
le rive del
dolci
della
conte
diportiin
(1) NeU'Archivio
l6 carte relative
privato di
a
un
Carbonara, vedova del
col conte
Angiolo Miniscalchi.
Co,
[SentinellaBresciana,
sul
e
8 ottobre
di
conte
golfo di
della
1888).
Salò. ""^"
esistono
contessa
Gàmbara
Alemanno
Gàmbara
cia
cac-
Trailo,o
Miniscalchi
casa
Alemanno
cavallo,
a
partitedi
debito di lire 7900
Marianna
(2) Fossati, Il
nelle
barca
famiglia,
povera
di Gardoncello
turità,
ma-
giovinezza,
Alemanno,
o
Clisi,
per
lissima,
giovinettabel-
Una
amore.
buona, quantunque
fra i boschi
nei
dì
nei
d'
avventure
di
lungo
nella robusta
gliamici,Alemanno,
rinnovò, come
focose
si ricondusse
Salò,ove
in
Riviera
328
Banditi
I
Il 5
Bepuhblica
geonaio 1779, il
ad
l'amante
appunto il
marito
di
maritava
conte
famiglianon
la casa;
ma
un
Se
veniva
di-
poco
che
non
il
voleano
tuperare
piìioltre vicongiuntodella donra,
di rinnovata
e quando l'amatore,
acceso
trafitto;
fiamma,
a
alimento
cui porgeano
chiusa
torma
una
a
impedire,sdegnato, la tresca,caide
osò
si vide
in fretta
al quale fu posto
fanciullo,
un
di Alemanno.
nome
la
e
Veneta
cliente,che da indi
un
padre
che
della
la porta,fé' scalar
di bravi
e
rapì
la
gli ostacoli,
le finestre da
moglie
dal talamo.
^^)
Ne
questa fu la
racconta, durante
sola avventura
il
suo
di lui sì
che
soggiorno
nella
viera
Ri-
Benacense.
Un
dedito
giovinastrosprezzatord'ognilegge,ma
al Conte per lunga e fedel servitù,aggirandosi
un
di
dì, accompagnato
da
una
buli,nei sobborghidi Salò,attaccò
birri
e
(1) La
cadde
malamente
ferito. I suoi
mano
rissa coi
buli,ve-
rose,
langamente palme amorapitacolse ancora
e
leggiadrae animosa, anche oltre i qaaransempre
e
t^anni,molceva le care gaerreschealle milizie cisalpine
francesi nei primordidel secolo nostro. Il piccolo
Alemanno
morto
era
fancinlletto,ed an suo fratello più giovane di
nei Veliti Reali e
qualche anno, segai la grande armata
tanti altri lasciò la vita nei gorghi della Beresina.
come
bella
Fossati, loc. cit.
329
Capitolo Undicesimo
dendosi
fuga
molto
si
e
a
recarono
si diedero
soldati,
potendo,pel suo
non
luogo
al
della
Il
scende
in mezzo,
co' suoi
salto alla casetta,dalla
a
fra lo
e
del
a
i
por tempo
senza
Salò,fa dare
a
la
fa trasportarein barca
sponda
all'opposta
Corvione
spiaggia,
e
Pralboino
a
risoluzioni
^^^
improvvise.Prova
(1) Fossati, loc
ròcca di
I
casa
golfo,dove
del
V,
e
da
e
mente
maggior-
la brama
ciò
delle
ricorso al
un
cucina
ove
erano
sulle rovine
a
Pralboino
con
prigione.
tica
l'an-
Massimiliano
stati alloggiati
erigeva un
castello di Corvione
palazzo.Nel
la vecchia
alla
corsero
sentiva
faceva demolire
Gàmbara,
Carlo
e
lo trae
cit.
Alemanno
(2) Il conte
e
(^)
riardere l'indole antica
servivano
nere
te-
eglistesso,con
aspettandocavalcature,che
maestoso
Tas-
parte di terra,per
dirotta al castello di Corvione.
e
die.
guar-
delle armi, le grida di contumelia
strepito
le minacce
s'impadronisce
terribili,
salvamento
A
da
custodita
mentre
difensori,
giacente,lo
stavano
casetta
una
afferra
carico d^armati,
battello,
un
e
bada
Salò,lo portarono
il caso,
Conte,conosciuto
al conte
stato,trasportare
mischia, in
prospettante il lago, ben
alla
colli vicini. I
grave
di
il ferito nelle carceri
vicino
l'accaduto
narrar
villeggiavasui
che
Alemanno,
birri
dèi
meno
1' ampio focolare
ampio
esistono
e
cora
an-
i canili che
330
I
Doge, del
Repubblica Veneta
1782,della popolazionedi
marzo
boino, con
cui si esponevano
la tirannia
il
detta
Banditi
suoi
tutto ciò che
dalle
aiutato
suoi
aderenti.
per cui
Dopo
fosse stato
come
guai fine
sa
avrebbe
fatto
-
né
il
terra^e che, sotto
in
e
Capi caccia^andavano
a
farsi protettori di
da
voleva
uno
cestello di
0
dovevano
poggiar
la robba.
feriva^si
a
mettere
com-
vantando
pubblicapiazza
in
terra
E
cento
piccolo
un
pagar
altre
la gabella
rìe
anghe-
nitente
sopportare gliabitanti dall' impe-
sotto
feudatario,
i
ai mercati
Gàmbara,
fruttio altro^conveniva
perdere
e
diritto di affittarlain modo
gli appartenesse col
se
in cielo
ne
giochi proibiti e
Il
ravano
nar-
di Ministrali
nome
diritti feudali,
pretendevache la
che
colpiva
uomini, che
star
alle fiere
altre ribalderie.
menza
cle-
giudicare Dio
potevano
non
mera
ritornato in paese
1778, si facesse circondare
i delitti combssi
per
e
di Pralboino
il Conte,appena
come
detto
aver
la frecciata
-
!
gr Inquisitori
gli abitanti
nel
sola
volendolo
glisuggeriva,
litti
tutti i de-
a
bandito,e dopo
graziato,
per
soliti
degli iniqui
trame
accennato
aver
perchè
sovrana^
suo
capriccio
infami
stato
era
il
parte
inaudita
voleva ed esigevacon
iniquisentimenti^
prepotenza
a
Alemanno,
feudatario e coi
titolo di
quale,col
del conte
la barbarie
e
parte
a
Pral-
insidiava
la cui ombra
alle
si
robbava^
Vergini la pudicicia^
I
332
Banditi
fece
importuna, lo
bandito
come
che
della
Bepuhblica Veneta
lo mandò
di Brescia,
al Tribunale
indugio lo
senza
denunciandolo
prendere,e
fé' imbarcare
sopra
galera.
una
Gli abitanti di Pralboino
delle loro
voler
a
razione
enume-
bunale
miserie, supplicando il Tri-
prendere
ed
sollecito
eflBcace
roce.
perpetue di quel fe-
le minacce
riparocontro
la
finivano
"^)
Gli
con
Inquisitori,
Podestà
di
e
a
della
popolazione,afflitta da
feudatario.
«
la detestabile
«
nel
conciliarsi
«
nel
Ministero
«
può impegnare il Governo
«
nella
«
che
«
essere
Le
(1) Arch.
la benevolenza
onde
condotta
Supplicainserta
"*)Ibidem, Lett.
e
-
tutto
ad
num.
nella lettera 11
Inq., 11
vigile
esser
che
potessero
riguarda.»
lo
Podestà furono
Inq,,B.*
marzo
ciò che
d'impedirean-
procurare
degli ordini
del
feudatario
d'ogni ordine
riconoscere
in ciò che
di Stato
e
gravemente
di detto
accortezza
informazioni
asilo al
(aggiungonogì'Inquisitori)
nostri
emanati
mazioni
infor-
estorsioni
Turba
«
gli animi
l'esecuzione
al
zioni
costume, sulle condi-
«
sua
minute
Pralboino,facile
gente di mal
del
violenze
di
1782
marzo
Brescia,chiedevano
sul feudo
banditi
lettera il
27, anni
marzo
1782.
1782.
(^)
sollecite
1782-1787
CapitoloUndicesimo
e
talida decidere il Tribunale
^83
a
deliberare it
Barchi. "^) Gerla mattina
Giacomo
fermodell'agente
il conte
Alemanno,che si trovala allora
fu svegliato
nel suo
letto da Cria Venezia,
stofolodei Grislofoli,
il temuto fante iki Cal^
che gliordinò,
in nome
del Tribunale Supremo,
di recarsisubito dal Segretario
degFInquisitori.
Il conte Alemanno
si vestì in fretta e andò dal
che gì'
sino a nuovo
ordine
Segretario,
ingiunse
di non uscir da Venezia,
sotto pena della suprema
da
«
(scrive
indignazione.
Figuratevi
il 24 aprile
Venezia,
1782,un nobile bresciano)
che spasimo
€ figuratevi,
glisia venuto indosso
«
poternesaper hi raper tal comando,senza
€
gione.La domenica mattina nacque t|uesto
€
e la sera
cerimoniale,
seppe il secondo dell'arrestodell'agente.
Esso
Nulla si sa dippiu.
«
dice di
Alemanno
«
conte
«
e par che
rimproverarsi,
«
«
«
«
«
€
avere
non
se
di che
la passi
con
tutta
dopo h stato
fino
sempre a giocareal ponte dell'Angelo
alle quattordici
impreteribilmente
ore, come
solca fare anche tutte le notti prima; par
che possa aver un temper altro impossibile,
eglinon
perchè
peramentodi resistera tanto,
Anche
l'indifferenza.
(1)Arch. di stato
-
insertanena
Supplica
le notti
In^.,B.*
nam.
lettera 17
27,anni 1782-1787
1782.
aprile
Banditi
I
884
della
che
Repubblica
dalle
«
dorme
mai
«
pranzo
fa sempre
«
di
«
e
la
anche
smagliare
questa volta
le reti della
(^)
»
il conte
libertà.(^)
riesci
Alemanno
il 22
e
giustizia,
scriveano
grinquisitori
Brescia,facendoglinoto, a suo
rimesso
in moto
sempre
al
1782
di
dopo
vita colla contessa
sua
dice di divertirsi assai.
Ma
19. Il
alle
15
Secondo,la quale è
San
Veneta
Gàmbara
nella
Dopo qualche tempo
a
glio
lu-
Capitano
lume
essersi
primiera
sua
il Barchi
anche
fu liberato.
Gr
la loro
pubblica indignazione
che
ammonimenti,
in
popolazione con
asilo de persone
conte
che
Pontefice Pio
sommo
Ferrante
Avogadro,
di Stato
-
e
nel possesso
à
VI
pubbL
il
merita
a
cettava
pre-
è
per
Inq., B.* 27.
la
dei
feudo
so
xe
pubblica
Venezia, Lettera del
Pellegrini,pag. 2. Brescia,Bersi, 1877.
(2) Arch.
e
perchè non
imparzialità,
si aggiungeva che
e
privileggi,
(1) Il
timore
Pralboino,di assistere
di
tranquillaquella Comu/nità
u/n
cuni
al-
sero
quali fos-
dimostrano
ammoniva
degl'Inquisitori,
il feudatario
la
sgressione,
tra-
leggi.Il Capitano di Brescia,
alle
ordine
di
caso
il
lungo esilio,
il
lui,dopo
Fobbedienza
in
solito,
feudatario
all'irrequieto
davano
per
al
minacciando, come
Inquisitori,
nozze
Paganuzzi-
Capitolo Undicesimo
indignazion^e
bassi
so
di violenze
ministri
ordine
i
ministri
de
e
allontanare
immediatamente
che
banditi,
sa
tutti i birri. E
gli ordini
anche
L'approfitti
«
e
sia rifformada
€
non
«
tanti avvenimenti
€
derse
Ma
dare
del
dei
col fervorino
più che
vita
sua
alle
civil,de
censura.
censure
che
»
ren-
(^)
sto
dispo-
era
ed all'indulgenza,giacche,
coll'an-
tempo, si vedono, non
senza
sorpresa,
al fiàmbara
per
Difatti,
quando, nel 1792,pelrincarimento
grani, il popolo bresciano
il
rappresentantedella Repubblica,per
Alemanno, ilnome
plebe
un
del
misto
senso
differenza
fautore
del
di Stato
(2) Francesco
lo stemma
-
intermediario,
quale incuteva
di
rispettoe
ancor
nella
di paura.
figliuoloFrancesco,caldo
"^)Alemanno
francesi,
degliinnovamenti
(1) Arch.
sordini,
di-
minacciava
come
quetare gli animi, scelse,
A
modo,
occasion,dopo
nuove
nella
:
presente
condotta in
sua
gli stessi magistratiricorrere
aiuto.
congedare
dell'amonizion
soggetto alla
il governo
di
e
finivano
succeder
a
ancora
airoblìo
la
tutti i
feudo
di dimettere
rifuggiadi^
là
il Podestà
«
abbia
quindi ingiuntodi
dal
el Tribunal
dairufBcio
piuttosto
son
ogni
angarie^che afflige
Gli venia
di persone.
335
Inq.,B.*
Gàmbara, nel
patrizioe
27
-
22
mutamento
rinunciò
luglio1782.
del
strusse
1797, di-
ai diritti feudali.
Banditi
I
336
vide
Repubblica Veneta
rincrescimento
con
di San
détta
cui
Marco, a
creati tanti
finire la
avea
si fece
tante
mosse
impicci.Negli
Repubblica
ultimi
contese
anni
e
il diavolo
si vide spesso il Gàm-
cappuccinoe
forse nella preghiera
chiesa,a cercar
il conforto dell'anima,agitatada amari ricordi.
bara
in
Morì
il 29
Gli
^^^
Corvione.
sepoltoin
esser
sopravvisseper parecchianni
GiorgioLuigi,che
uterino
madre
matrimonio
Carlo
con
il fratello
la contessa
Alemanno, ebbe, nel
di
secondo
Allegri,
1744, dal
nei
piliesperto dissimulatore
Martinengo,se qualche volta
era
pericoli,
(1) Sulla
cauto
tomba
sua
sollecito
e
suo
Meno
Martinengo.
feroce,ma
il
volle
gennaio 1804,a Pralboino,ma
ad
del
tello,
fra-
entrava
uscirne.
:
legge questa epigrafe
si
DO-M
QUOTIDIANUM
•
PopuLO
•
•
Anno
•
ADHUC
•
VlATOR
Alcuni anni
or
del conte Alemanno
piccolachiesa
sono,
DE
•
•
VlVENS
GÀMBARA
MDLCCCIV
•
•
•
Mense
•
Ianuakii
XXIX
Die
Precamini
SACRIFICIUM
TUMTJLUM
•
Alemanus
Decessit
*
Aediculam
•
SlBI
StATUIT
Hoc
ET
•
HOSPES
Animab
•
l'avello fu
Requiem
e il teschio
scoperchiato
fu collocato sul cornicione
di Corvione.
scheletro,nell'avello.
Ma
ora
si trova
interno della
ripostosnUo
Undicesimo
Capitolo
337
mai la tenacia del calcolatore
mancandogli
nei propositi
infami. Stimò
a persistere
ognimezzo, purchéconducente al suo intento^
e nel castello di Orzivecchi meditò
lodevole,
soddisfece a vendette,
tale prucon
delitti,
dente
da sfuggir
mistero,
sempre alle punizioni
della legge.
Morì a Brescia il 14 dicembre 188:?.
pur
non
'
22.
—
MoLxsOTi, I Banditi,ecc.
340
I
Stato che
tu ti
Banditi
della
serbati
avesse
alcuni
anzi,per
Venezia
i suoi insti-
non
era
giore,
peg-
miglioredeglialtri
aspetti,
dei
la mollezza
paesi,e
grandezza,cadente
una
puri e forti
i suoi ordinamenti?
e
Veneta
Repubblica
fu Feffetto di
costumi
ragione del
naturai
per
tempo.
della
Tristi le condizioni
terra
nessuna
maschi
feroci,
€
certi animali
«
per
«
sole, attaccati
alla
«
smuoveano
una
€
che
€
quando
"
faccia
«
notte
si ritrovavano
«
nero,
d'acqua e radici.
avevano
del
francesi
perseveranza
si levavano
ancora
La
nel
come
e
in
di pan
viveano
»
E
i contadini
1789, Arturo
nel
Francia
decimo
la
invece
servitù
province,con
dell'età di
IppolitoTaine
cura
e
di
uomini:
erano
l'agricoltura
secolo.
minuta
dei
nelle
personale si
tutte
e
una
feudalità,
apparentemente spenta sotto
Richelieu,durava
molte
articolata
voce
descriveva
tempo.
suo
frugavano e
invincibile,
piedi,mostravano
in tane
Bruyère
Young giudicava che
era
in
ed in effetto
il La
Così
terra, che
specie di
una
umana
femmine, sparsi
e
abbruciati dal
neri, lividi,
la campagna,
con
si vedevano
Marco
San
soggettaa
in
terraferma,ma
sue
il
dini,
consuetuin
manteneva
le vergogne
e
le
gherie
an-
mezzo.
nelV Ancien
Regime^ con
in lui
particolari,
non
quella
disgiunta
Dodicesimo
Capitolo
dal
ha
largoe profondo,
giudizio
MI
seria
fattodella mi-
francese nel secolo decorso
zione
descri-
una
terribilmente efiBcace.
minciarono
del popoloincol'oppressione
in Francia poco dopo la metà del
XVII. Nel 1715,morirono di fame e di
La miseria
secolo
e
miseria sei milioni di persone, e il vescovo
di Ghartres asserivache gliuomini mangiavano
erba
come
i montoni,
e morivano
come
mosche.
di Glermont
vescovo
E, nel 1740,il Massillon,
scriveva: « 11 popolo
delle nostre camFerrand,
« pagne vive in una
orribilemiseria,
senza
letti,
«
senza
masserizie;
per una metà dell'anno esso
di pane, d'orzo e d'avena,
suo
«
manca
perfino
nelle
unico cibo. » Il re, i nobili e il clero,
«
si facevano
cui mani erano concentratituttii poteri,
i loro
i loro capricci,
pagare il loro lusso,
che
dilettidal popolo
e dai piccoli
proprietari,
non
contavano nulla ed
di tasse in
erano
di 54
ragione
per
e
converso
vati
gra-
di
perfino
100 di rendita. E finche v' erano
71 per
miseri morenti
fame,la cameriera della reginaspendeva
il capitano
di caccia
30,000lirein candele,
20,000lire in colombi,e a corte v'erano 295
48 medici è farmacisti^
75 cappellani,
cuochi,
ventava
del tempo,il male diGol proceder
45 lettori.
mento
insanabile. Non più soltanto il sentis'imla disperazione
della miseria,
ma
di
I Banditi
342
padronivadella
se
E
delia
Repubblica
povera
gente, la quale
popolo
siderava
de-
non
la morte.
non
in Italia quale era
e
Veneta
la vita?
Nobili oppressori
commercio
oppresso,
industria
e
inceppatidai monopoli, agricolturaimpedita
dai
dalle
e
privilegi
manimorte, proprietàmal
difesa, libertà sconosciuta. Le
terre
dello
Stato
Pontificio,
giacevanopiù d'un
lungo l'Adriatico,
quinto infruttifere. Negli
di Clemente
dodicimila
XIII,si registrarono
omicidi,di
cui
Napoli,i paesimancavano
segnidella
civiltà e, al dire del
regno
abbondavano
e
della servitù
e
vasti
letta,
Col-
impronte della tirannide
carceri massicce, monasteri
castella,
:
vescovili
case
è
le
sterminate,pochi palagi
tra
fortificati,
In alcuni
tuguri e capanne.
si
sola
quattromilanella
di
Nel
capitale.
di tutti i
del pontificato
ultimi anni
infinito di
numero
villaggiil popolo
bestie,dalla inclemenza
come
riparava,
stagionisotto graticcie
nelle
delle
grotte.
Dopo questi e molti altri esempi, che
si potrebbero
citare,pensando alle condizioni,per
quanto
zia,
misere,delle provincesoggette a Vene-
e' era
vide
«
Bergamo
Viva
Il Daru
a
da
ancor
San
da
gridare con
lontano
Marco
!
Renzo, quando
:
»
stesso,quantunque fieramente
Venezia,
non
può
negare
che
la
avverso
Repubblica
34S
Dodicesimo
Capitolo
abbia offertoai suoi popoli
un
governo
regolare.,
fermo^savio^economo^ un^ amministrazione molto
con
quelladegli
paragonandola
specie
saggia^
in balìa di
laceratidalle fazioni,
Stati vicini,
(')
tirannuzzi.
«
Ad
ognimodo
»
bene
osserva
un
vole
autore-
isterico del
«
«
«
«
«
«
«
«
«
«
«
«
«
€
«
«
ProsperoAntonini^
Friuli,
tra le condizioni material [
istituendorapporti
che erano
e morali del Friuli e dell'Istria,
in dominio dei Veneziani lo scorso secolo,
delle accene le condizioni di queiterritori
i qualitrovavansi sottoposti
nate province,
Vecome
all'Austria,
egliè facilepersuadersi
si
nezia italiana,
e certo con
più sapienza,
alla prosperità
dei
a provvedere
adoperasse
il
che la Repubblica
non
sudditi;
angariava
con
non
gravitributi,
popolo,
l'opprimeva
levava soldati per forza,
tolleiava
non
non
il peculato
dei
le esorbitanze baronali,
ne
e con
ne le ruberie dei cortigiani,
magistrati,
favobuone leggimanteneva
l'abbondanza,
i progressi
riva l'incremento delle arti,
delle
scienze.»
In
Istria,
percorsa durante il secolo XVIII da
ladroni diversi di religione
e di stirpe
profughi
rumeni, albanesi,
morlacchi,
montenegrini,
—
(1)Daru, Storia della Bep.di Venezia,
lib.XXXV, g IIL
344
Banditi
I
della
Veneta
Bepubhlica
serbi,illirici,
liburni,erzegovesi,ecc.
da
nezia
Vefrequentie terribili pestilenze,
saputo affezionarsi
avea
la
con
giustiziapronta
considerati
leggi
—
i
lata,il commercio
delle
derrate
veneto, Tolio
4
tempi
a
5 al
e
Lo
stesso
chiaramente
soldi
era
26
boccale,e
popolazione
buone
proprietàtuie-
la
—
ravviato.
indica
la
imparziale,le
e
il frumento
male:
soldi
vagliata
tra-
—
che
prezzo
si viveva
non
lire 26 allo staio
a
alla
libbra,il
così
tutto
in
vino
a
zione.
propor-
"*)
Le
ragionidella decadenza
molteplicie
consanguinei,dall'ozio,
dall'egoismo,andava
se
più
chiudendosi
idee che
vano
incomincia-
sempre
stessa,e le audaci
ad
scoperte, i crescenti
nuove
della civiltà,benché
non
potevano,
decrepito e
sfatto,beneficamente
idee
feudali
e
le
idee
divise,si
la vecchia
(0
Gap.
un
univano
Le
città
e
Parenzo, 1892.
operare.
le castella
per
le
ormai
corpo
così
filosofiche,
Repubblica,ciascuna
Tamaro,
XXV.
sovra
bisogni
ignoti fra
fossero
lagune, non
forme,
ri-
di
il desiderio
agitareil mondo,
le
furono
generata
indole. L'aristocrazia de-
di diversa
dai matrimoni
in
veneziana
Le
fondament
pro-
minacciare
secondo
le
sue
deìV Istria, voi. I,
Dodicesimo
Capitolo
mosse
Ma
S45
A chi pareva di andar
iniziali.
a chi troppoindietro.
ormai al feudalismo
nanzi,
troppoin-
più se
la spolpata
di una
non
froUaggine
servilità,
gorìa
scossa
a quando a quando dalla malvagiavidel delitto: o riottosio impecoriti.
DI
alcuni feudatarimalvagi
ho narrato,
colla scorta
dei documenti,
i più nella triste
le geste;ma
solitudinedella loro bicocca passavano i giorni
in un morbido anneghi
ttimento.Non commerci,
cui mannon
non
cava
industrie,
guerre : la mano
il brando arruggil'occasionedi stringere
nito
degliavi,non credeva dignitoso
spianarsi
nel lavoro plebeo.
Le spese di rappresentanza^
affidatail più
l'amministrazione dei patrimoni
dellevolte a mani infide,
le gitea Venezia asi patrimoni,
così che i nobili di
sottigliavano
terraferma conservavano
la sola vanità del titolo^
il corrispondente
duto,
senza
Se,come si e vepotere.
in alcune rócche tetre e minacciose,
su
si tramavano
biechi e sanguinosi
qualcherupe brulla,
in molte altre,
non
meno
disegni,
nali,
sinistreall'aspetto,
nelle lunghe serate inverla famiglia
del feudatario si raccoglieva
focolare della cucina,
mentre
intorno all'ampio
il vento sibilando dalle finestremal chiuse,
dui
faceva onvetrini a piombo filato,
verdognoli
non
restava
346
I
Banditi
delia
Repubblica
dulare
le tenui fiammelle
donne
facevano
vicine
si
quando
questa esistenza
trascinantesi
ricorre
della
altre
il
in
un
canna
e
il
delle
o
e
ancora
le
il presentimento
risveglio
popolare:
nuove
chie
vec-
dottrine
langa canna
Alla
quattrolucìgnoli.
lacerna
a
tre
o
lo
smoccolatoio,il fasellino
Sand, colle tinte romantiche
Mauprat
menti
raffina-
delle
rispetto
il
per
maglie
e
terribile
una
late
deso-
castelli penetrava
idee
e
l'orrore
appesi con
coperchino.
Berry.
in alcuni
nuove
d'argento,a
sono
descrisse in
che
an-
effettuò
furono
incredibili
da
e
prossimo e
sì chiama
d'ottone
(2) La
le campagne
altri il culto
tradizioni
vaso
rori,
er-
purissimo del
brigantaggiofeudale
ferocie
la luce
e
pregiudizi ed
molti
malvagità.^^^ Ma
di
i nobili
imprese fino agli ultimi giorni
oscene
(i) Cosi
regioni dove
siero
pen-
coraggio di compierlo.Certo
il
monarchia, e
di
o
delitto,
ad
orrende
da
onde,
torpida nullaggine, il
a
E
la rivoluzione
sue
dal
però il sentimento
e
sue
che
in
in Francia
le
mondo
macchiata
o
mezzo
aveano
dovere
il rosario.
travolgere nelle
a
signore,
terrore
guerrieri
catafratti,
guarda a questo
rurali,in
il
contrade,sgranava
venne
a
della fiorentina.(^) Le
mentre
calzetta,
da tanti
discendente
delle
la
Veneta
di
mezzo
la vita feroce di alcuni
secolo fa,
feudatari del
348
I
Banditi
vano
le loro
della
spade
così
Bepubbliea Veneta
quella 'del padre,aggiungendo
sopra
nuovo
un
bagnato di
ramo
genealogico,i
all'albero
tutti innestati
sullo stesso
cui
rami
gue
san-
erano
di fedeltà
tronco
e
d'onore. ^^)
Si
comprende
così nobile
vecchie
suo
i fondamenti
malgrado
quegli affetti
e
di
baronali
e
Marx, si
e
il
religiosa,
senta
per
culto
egli stesso,il
come
futura.
ammirazione
riconosca
logicorivoluzionario,
dell'esaltazione
società
altare
trovarono
delle
tradizioni vorrebbero
stesso
compreso
che
distruzione
della
lo
come
di
anche
imporre rispetto
delle antiche
e
comprende
manieri
gli esempi
come
che sulla intera
idee
porre
Si
ciò
vita,debbano
coloro
a
per
nei
freddo
che il fremito
cavalleresco
siasmo,
entu-
tica,
degliuomini all'ancolo
si sieno affogate
nell'acquagelidadel calborghesia,la quale ha
egoisticodi una
la dignitàpersonale,
valutato quanto si paga
la libertà di
ha proclamato il nudo
interesse,
commercio
senza
scrupolie Pavido pagamento
a
pronti contanti.
Ma non
degna di molto rispettoera invece
la vita di molti
feudatari veneti negli ultimi
le alte melanconie
^1) Costa
-i8,1879.
de
Beaubegard,
Vn
homme
Pad^autrefois.
CapitoloDodicesimo
della
tempi
Repubblica. Per
ci vorrebbe
ritrarla
darci
bricconi
umani
rispetti
o
imbecilli del
tempo, egli però ci
un
suo
di penetrar
del maniero
aveano
barbuta.
Stato lo fé' guardingo e
scandali
sorrisi,
impedì però
La
e
società
lo
con
sguardo
"^) è
commedia
tefosco,
presso Napoli,ma
T indole
dei
manifesti
fanno
personaggi li
deve
castello del
qualche
la provvisione
il Goldoni
scrive
da
Leoni
da
fatta
me
del
certo averlo
Friuli
degli altri
nelle
a
W
II
sue
della
a
Mon-
parlata
del
conosciuto
caratteri
Memorie
vi
il
e
Florindo
compilarvi
Feudatario, commedia
e
del Veronese.
Veronese^allorquando
Impresariodelle
nelle
nativi
il
in
fatti
In-
ridicoli^
(cap.XIII),
feudo
Sanguinetto^
questo signore per
verbale.
o
la
e
del marchese
Veneto, e l'originale
commediografo
gli
la parrucca
preso il posto del cimiero
della
ziana,
vene-
minuetti,non
feudale,dove
scena
e
vanesio. Se la gelosa
far la satira dell'alta
tutta
codino
satira fino
rapidoabbozzo,una
dello
sorveglianza
nel
fedele dei nobili
e
garbatadel giovane feudatario
fu
di
pitturacompiuta
ha lasciato
sale
Goldoni.
impedito al grande commediografo
una
cauto
i
e
denza,
evi-
con
di Carlo
la penna
E di vero, quantunque i timori
abbiano
349
del
conte
fui condotto
un
rendite della
processo
giurisdi-
in tre atti in prosa.
I
350
Banditi
della
zione è Pantalone
della
dei
nanzi
chinate din-
si sarebbero
le cappe
ai farsetti.Ma
anche
ormai
anclie
le pecorelledella
essere
tosate almeno
il
carità^da chi,osserva
beveva
fasseva gnente.
e no
dispostoa rispondere
il popolo si sentiva
capriccidel feudatario,pagando,
ai
Pantalone
col
tributi in
tante
Ma
altro
e
allora le
Goldoni
tutto finisce
Florindo, reso
la
Sindaci
i
vanno
a
dai
cauto
feudalità
della
dopo
ma
il
1797,
incominciò
veneta
popolo,che
fu il
nità
Comu-
contenti. Così
casa
commedie,
l'autore
tragediae
i
senso, pagando
legno.
del
e
feudatario,
per
dice
come
di
disastri,
sposa Rosaura, figlia
dai
i contadini
finivano
anche
de
il marchese
e
pericolie
un
monede
commedia
nella
bene,
arguto buon
suo
popolo,
voleano
giurisdizione^
con
Arlecchino,magnava^
Anche
Veneta
Bisognosi,
rappresentante
già sentiva prossimo il
borghesia,che
tempo in cui
Sepubhlica
la
la
recitò
in francese.
A
Venezia
la
quando
la
gaiezzae
feudalità
non
però,eziandio
società si andava
la
le
corruzione,
misero
una
festoso in
cercaria
al
consuetudini
Ridotto,e
piazzaSan
Marco
canzonatoria
che facevano
rurali,
dissolvendo
radice. I
mai
i loro zecchini
e
negliultimi tempi,
risuonar
fra
della
patrizi
perdevano
il popoloarguto
guardava con
i nobili
rodomonti
gli sproni sul
la-
CapitoloDodicesimo
strico. Anche
e
fra le
ma
violenti,
351
v'erano
lagune
in città più
po' la giustizia
un
po' l'indole del paese
un
efiBcace,
di
le soperchierie
possibili
di terraferma.
Goldoni,la
del buon
Brighelladi
«
Eh, lustrissimo
certe
Venezia
no
Ottavio,dopo
coro?
de-
con
dei
deglisgherri,
la mia
godere
patentidi
miei
zione.
proteservi.
»
rimando:
patron,questo
prepotenza. Sotto
i malviventi
sgheri e
tezion,e
a
delle
E
cielo i
dia
comme-
vivere,e vivere
volessero
loro
con
del
voce
Nella
senso.
fossero
vi
se
malviventi,che
viver
la
patrimonio,esclama:
suo
Vediamo
da
certi castellani
Moglie^^^ il marchese
Darò
vano
rende-
non
ancora
soccorre
posso fare per
Che
«
Qui
voce
la Buona
sciupatoil
prepotenti
bulae,che
le
se
sto
xe
paese
benedetto
i trova
no
pro-
lontan de qua,
usa
pratica,e
se
no
no
le
se
poi
»
praticar.
Un
quadro
brioso
feudatari è di
vivace
e
neti
ve-
scrittore immaturamente
uno
sottratto alle speranze
della vita dei
e
alle
dell'arte:
allegrezze
IppolitoNievo.
11 castello
di
Fratta
a sporgenze,
rientrature,
sue
torri
(i) Atto
e
colle
e
rivestite
col gran
torricelle,
I, scena
Vili.
facciate
tutte
a
colle
d'edera,
ponte levatoio
852
I Banditi
delia
Bepubhlica Veneta
scassinato
dalla
coi cortili
pienidi fangoe
della
frontoni
vecchiaia,coi
col
pollerie,
di
cappella dalla
gotici,
panile
cam-
schiacciata
pigna
saluti del fulmine,risorgedal
pei ripetuti
mucchio
di rovine
pianura friulana.
nella
solitudine
mesta
E nella immensa
suo
della
cucina,nera
di
fuligginesecolare,ingombra
per tutti i sensi
da
enormi
da
colossali,
credenze,da
sterminate,solcata
e
della notte da
di Fratta:
umile
la
processia
di bosso
T
sdrucito,
pronto
chi
avea
buoni
settimo
delle
comandante
ma,
nei
di ventre; il
vecchio
che
dar
pugni e
ragione
zecchini
dell'alta
e
il Conla corda
le
dabile,
Cernide,dal cipiglioformi-
còlto
pericoli,
del
portinaio
sempre
castello
e
dal
mal
armaiuolo,
scienza,
parecchiomicidi sulla codi rappaciarsi
trovato il modo
buio,con
avea
celliere,
Can-
slogatureguarivano,alla
giorno;il capitanoSandracca,
garbo che
peggio,al
mano
raccogliere
a
poiché sapeva all'uoposollevar
tanto
latto,
scar-
ascella;il
esecutiva,cognominato
giustizia
ciaossi
un
sotto
tra
sempre
tasca; il Cavalcante,incaricato
bassa
con
gallonatadi
pezzuoladel padrone e dispostoa
nei
in
e
giorno
dale
congregazionefeu-
cenere
pezzuola turchina
la
del
ora
colla
signorConte castellano,
il
la tabacchiera
e
ogni
la
tutta
color
zimarra
lunga
in
vole
ta-
quantitàincognitadi gatti
una
bigi e neri,rivive
armadi
CapitoloDodicesimo
da
Domeneddio, cantando
raccogliendoimmondizie
con
e
concimare
353
mattina
lungo
sera
vie, per
affitto dal
in
Campetto, avuto
un
le
a
(*"
Conte.
stuporeangosciosovinse glianimi quando
Uno
nei silenziosi castelli e
giunse la
fra le
notizia della caduta
Pareva
popolose borgate
della veneta
pubblica.
Re-
immortale
quel governo glorioso
per gesto guerreschee sapienzacivile,
per
civiltà e potenza ! Molti fra quei patrizi
che, a
avevano
Venezia,nella sala del Gran Consiglio,
assistito al gran
addolorati
si
matricidio,
e
trassero
parte
in dis-
avviliti.Parecchi altri invece,
del patriziato
corrotto,mal
rappresentanti
sopportandola perditadegli antichi privilegi,
ultimi
lasciavano
le
lagune
nelle loro ville
dove
andavano
e
nei loro castelli di
e
potevano esercitare
e
dove
agli occhi
avea
ancora
la gente avendo
la visione
bene
ancora
dei
appreso
una
a
dimorare
terraferma,
pero
larva d' im-
tuttavia, dinnanzi
non
grandi signori,
a
ribellarsi contro
le
prepotenze.
Le
patrizioFoscarini dopo
la caduta della Repubblica, possono
mostrare
P andare del mondo
di passagin quel momento
gio
di
avventure
dalle vecchie
(1) NlBVO,
23.
—
un
alle
nuove
Confessionid'un
MoLMSHTi,
/
Banditi^ ecc.
idee.
ottuagenario,cap. I.
354
Le
mi
varie
vicende
raccontate
da
tratto
tratto
slanciarsi colla
le
della
fino
Davanzo, che,
robusta
sua
di bovi
il sensale
patrizio
testimonio
un
pochianni fa,portava la
facendo
del veneto
Giovanni
vita, certo
Veneta
Bepubblica
strane
e
furono
sua
a
della
Banditi
I
memoria,
Treviso
a
sue
vecchiaia,
ticando
dimen-
e
prosaiche,
per
cure
nel
fedelissima,
ancor
passato e rivivere ai tempi della combattuta
e
procellosagiovinezza.
finì,della antica schiatta dei
Quando Venezia
Foscarini
rimanevano
non
Giacomo
della
letteratura
ricca baronfa
una
a
vastissimi,che
le due
ove
Ga' Cotoni
Mosto, San
dei
tenute
e
Stino
e
48,000 campi
Il cavalier
a
a
la
unica
e
chiamavano
il fiume
di
Livenza,
Oderzo.
di
a
suprema
di Francia
di
Fossa,Torre
Oderzo.
Si computava
proprietàdei
a
Nato
nel
fumi, ed
ritenere
1768,allorché
era
riverito,
ancora
la
era
sua
legge.Tutte
gli mettevano
circa
fratelli Foscarini.
Giacomo, primogenito,stava
pieno
bambino
veneziana.
Gorbolone, per divergereposcia
e
si manteneva
da
si
Foscarini,
salendo
Ragadura,.
Gorgo
a
fratelli,
Corfù, a.veano possedimenti
dall'estrema
Gaorle,
Sant' Elena, Bocca
toccavano
due
non
Giuseppe,nipoti del doge Marco,
e
l'insignestorico
Oltre
se
stato
orrore,
il patriziato
sciuto
cre-
assuefatto
volontà
le idee
dinario
d'or-
come
nuove
e
nute
ve-
quando
356
1
Banditi
chierie,che
a
non
rischio di
della
Repubblica
rade
volte lo
bene
aver
Veneta
messo
avevano
le
accarezzate
zie
patri-
sue
spalle.
In
vita di scapestrato,
gl'intrighi
quella sua
d'amore
luogo.E
le
allegredella
usanze
continuare
un
certo
Ma
tutta
la tradizione
il
nome
qualcuno
in campagna
ossequiosa ond'era
saltasse la
al
mosca
i
Un
ed
bel
mattino
i
traverso
il
seminudi
donna
Era
nei
faceva
poca,
che
a
le prepotenze
per
D'altra
parte
qualiil popolo
da sé, e
giustizia
d'estate del
duta
perDio
nella
cappello e
la
aver
al casolare
in cucina. In
un
di
dimenando
una
bionda
Polidoro.
Oderzo, le
sue
Nelle
nel
ricciuta
e
villa di
sua
ed
mazza
camminato
suo
un
angolo due
giocavano,mentre,
stava
seppe
1816, S.E.Giu-
annoiandosi
campi. Dopo
giunse
entrò
era
trizi.
pa-
quale criterio.
con
Gorgo, prese
pezza,
tempi
pazienzasi
Foscarini
a
dei
e parecchievolte
protervo patrizio,
incominciavano
poi
cora
an-
circondato
naso
in seri imbarazzi.
sa
leva
egli vo-
impedivano
s'era imbarcato
la
primo
durava
ove
Foscarini,non
del
città
rispettoper gli eredi
la sua autorità,
che non
e
dei
il
al Foscarini
tenuto
aveano
sul
uscì
lunga
fittaiuolo
bambini
una
focolare,
paiolo la polenta.
contadina,la
ria
Ma-
domeniche,
alla
messa
di
rosee
sode
come
pe-
guance
e
357
Capitolo Dodicesimo
sche
duracine,i
suoi
suoi
capellidel
colore
facevano
occhi
grandi
della
azzurri
spiga matura,
la
più bella
tutti la sposa
proclamare da
i
e
dei dintorni.
Allorché
il Foscarini
fé' per
abbandonare
sedia
una
del
continuò
padrone
sorriso di
il
angolo
un
che
col mestolo
della
resistenza
in
si
animò
i bambini
dietro
alla
contadina
dal
non
darsi
suo
questa
volta
la
TafiFerrò
e
e
e a
gridando,
fuggire
quel
s'aspettava
per
fuggenteallungando
afferrarla. Ma
ventati
spa-
puntigliodel patrizio,,
il
volendo
non
rifugiòin
si
mano
strillare.
a
Il Foscarini
portico.
contrasto,e,
stringerle
schermì, lasciò
cucina,mentre
seguìsogghignando la
il
con
e,
baldanzose,
gagliardamente.Maria, divincolandosi
riesci a liberarsi da quellastretta
sotto
polenta,
contadina
fé' per
e
vita. Maria
si davano
La
la
le forme
e
la donna
la
paiolo e
cenno
un
scarini
di scodellare. Il Fo-
alla bella
vezzosa
ver^o
mani
colle
ad
done
compiacenza sinistra,ammiran-
testa
si chinò
paiolo e per offrire
rimescolare
a
il momento
si avvicinò
la
il
ria
Ma-
cucina,la
ma
inatteso,
all'ospite
finche venisse
un
in
entrò
vinto,corse
le braccia
rarsi
libe-
Maria, per
persecutore,alzò il mestolo
lasciò andare
Giuseppe
con
forza
sentì
sulla faccia
salire
una
fiamma
al
per
e
lo
rini.
Foscaal
viso,
358
I
Banditi
ci vide
non
delia
più
e
nel
dorso
si
dell'erpice
angoscia.Il
che
alle
accorrevano
visto l'orrendo
grida.Il
dalla tasca
che
una
e
la
cadde
rimase
per
tadina,
con-
prato vicino,
marito
la
Oderzo
si
Il Foscarini
Gorgo, trovò
modo
trovarsi colla
carrozza
della
Maria,
il Foscarini
Ma
fuoco sul
tadino,
con-
salvarsi dalla
verso
siepe,e fuggìattra-
che
stradale,
a
strada
masseria
dei
Si suonò
il
presto,
in
sguinzagliò
traccia
bosco
di
il cocchiere
di
nel
nascosto
certa
una
conduce
dopo mezzanotte,
galoppo da Gorgo e si
mezza
si diffuse ben
d'avvertire
tocco
casa
nel
e per
stecchito,
dell'omicida.
a
urlo
campi.
di
sbirraglia
sullo
un
parentidella
fece
pistola,
notizia del misfatto
La
i
Tuccisore.
gente minacciosa, saltò
i
diede
nuca
spettacolo,si slanciò furibondo
falcetto contro
trasse
portico.I
infissero nella
falciando
stavano
suirerpice,
il
sotto
Foscarini
finché
impietrito,
istante
col
rovescioni
della poveretta,che
di suprema
un
cadde
e
colle punte all'insù
denti in ferro
sulla povera
all'assalto brutale rinculò barcollando,
vacillò
disteso
Veneta
furente
si slanciò
e
donna, che
Repubblica
una
a
Gaorle.
da
si aflacciò
Torre
a
di Mosto,
Gaorle,alla porta della
Davanzo, fittaiuoli
campanello
al
Infatti,
partiva di
carrozza
fermava
di notte
ora
e
del
il vecchio
alla finestra.
—
Foscarini.
padrone di
Sua
Eccel-
Capitolo Dodicesimo
lenza
Giuseppe
fino
Il Davanzo
Il
il
ripartìcon
quale,com'è
di fare alcuna
da
alcuni
se
e
si arrischiava
notte
era
sulla
ordine
del Foscarini, battè alla
piazza di
del porto
Trovatemi
vela
e
barca
quell'orae
a
Mille
spallee
un
testa
letto.
capitano, che
carrozza.
Una
perplesso.
poco
fretta?
poi
ma
Per
dar
an-
mente
rapida-
si strinse nelle
obbedì.
grossa
pronta,spiegò le vele
il Davanzo
s' imbarcavano
l'ancora
:
pitano
ca-
grossa barca
al
tanta
con
carrozza
porta del
congetture passarono
sua
breve, una
e
la
sportellodella
capitano rimase
per la
e
per
Davanzo, per
indugio una
senza
disse il Foscarini
—
dove?
In
Gaorle. Il
lo fé' alzare da
s'era presentato allo
Il
tucciato,
rincan-
rompere
alta,quando
ancora
giunse
a
stava
ne
dal
bene
minuti,
viaggiatore.
nuovo
non
credersi,
domanda,
toccava
il silenzio.
primo
—
compagni
ac-
comando.
un
che
figliuolo,
un
guardandosi
La
era
e
diciott^anni,
dopo
carrozza
T
—
padrone
fé' vestire
i
appena
Gaorle.
del
al Davanzo
figlioGiovanni
vostro
a
desiderio
Un
la
disse il cocchiere
—
che
desidera
—
35^
per
e
barca
dopo
pescherecciafu
due
scarini
giorni il Fo-
giungevano a Gapo d'Istria,
sopra
Alessandria
una
nave,
che
d'Egitto.
levava
I Banditi
360
I due
della
di
ventina
al Cairo. L'umore
era
non
era
mutata
prima. E
in
è certo
ma
come,
moglie di
per
La
un
riceveva
ne
qui
intrigomaledetto.
un
erano
rata
sciopepigliarsi
d'im-
niodo
trovò
il Foscarini
teva
po-
non
alla vita
tornare
anche
in gran
tal modo
in
e
di
amante
si
Non
ebbe,
sa
la
con
durò
che
ripesco,
qualche tempo ignorato.
bellissima
schiava
si trovava
Ma
la tresca
traditrice al
colPamante
Bey, che
col
del
si rivolse
al
serbata
la triste sorte
in
un
fuggitodal
dal
avvertito
la
sulle
glie
mo-
furie
cilicio
e
e
scarini,
il Fo-
contro
indubbiamente
finire i suoi
tempo,
a
Cairo. Mutato
poi
stata
di
sotterraneo
fedele
lanza
vigi-
piante dei piedi.L'ira
quale sarebbe
impalato,se,
alla
digiuno,col
sulle
una
luogo appartato.
accusarono
montò
colle bastonature
offeso
in
a lungo
isfuggì
non
castigòl'infedele
marito
da
turca, accompagnata
degli eunuchi, i quali
e
Foscarinz
inquietae
potente Bey,
un
del
capricci,che
che
poscia
la terribile avventura;
Denaro
tutti i
dria
Alessan-
recarono
gaio
V indole
lievi;potea
ne
si
giornie
fratello Giacomo,
levarsi
di
ad
dopo
mutato
copia dal
pochi
fermarono
sempre
avventure.
nuove
Veneta
si
viaggiatori
una
non
Bepubblica
non
nome,
non
giorni
si fosse
scosto
na-
fosse nottetempo
pagnato
accom-
sempre
Davanzo, approdò
a
Corfù,
Capitolo Dodicesimo
dove
possedevanouna
i Foscarini
acquistatapoi
dai
Marcello.
riuscendo
giorni, non
di
attenderlo
recatosi
sera
Davanzo
non
di
della
nome
bellezza
ebbe
al
osservare
dalla quale
ballerina,
gli occhi.
Amalia
Bertiny,
infatti d'una
ballerina,era
Foscarini
non
più riposo.Più bella,più fresca,più
veduta. Ma,
quel che
la
sempre
Un
a
più
diceva
che
Bertiny alla
desideri
a
Gorfù
Davanzo, nelle
amata
l'impresario
all'albergo
la
volta
di
dando
ballerina,
Gorfù.
dell'Amalia
nove
anni
Qui
parve
si acquetassero 1
incomposti dell'anima
rimase
mai
aver
zecchini,e quindi partiva
cento
nell'amore
del
Foscarini,
padre felice
di tre
Foscarina,Amalia, Adelaide,e di
fanciulle,
bambino
Ma
per
d'amore
nome
e
traente
at-
bella.
bel dì fece chiamare
in compenso
il
non
eroe, l'ultima donna
del teatro,si fé' cedere
colla
di
egli confessava
del nostro
avventure
e
avventura.
nuova
abbagliante.Giuseppe
donna
era
veniente
con-
lui,partìalla
al teatro, fece
slaccare
sapeva
una
bellissima
una
tale il
stanza
Parigi.
Qui doveva
Una
alcuni
dopo
Grecia
la
baronia,
vasta
Ma
all'inquietoanimo
volta
361
un
Felice.
di felicità non
si vive,
l'andar del tempo, la borsa diveniva
smilza, giacchepiù rade si facevano
sempre
e
col-
più
le rimesse
I Banditi
362
in danaro
dellckBepuhblica Veneta
fratello Giacomo, essendo
del
le
ste
va-
condannato
di Giuseppe Foscarini,
proprietà
in
Il
contumacia, sequestrate dal fìsco.
lier
Giacomo,
stufo di accontentare
i
capricci
che
dello scapestrato fratello,
gli scriveva
di mettere
tempo
la testa
liberamente
rimasto
colle
ultime
borsa, Giuseppe chiamò
l'Amalia
e
li fece
prescrizione,
poteva
il
Davanzo, gli affidò
partiretutti e
di
Giacomo
Oderzo, allorché
di posta, e
carrozza
una
e
due
dal
la
patrizio,cui
del
sposa
non
ogni
maniera
nel
Giuseppe. Il
la
e
riguardi.E furono
vent'anni,ritornava
un
era
punto discorsivo,
le liete
e
il
mese,
un
del
coglienze,
acbiluomo
no-
esilio di
Oderzo.
a
Giacomo, benché
gli brillava l'animo
cognata
nuova
Giuseppe Foscarini,dopo
e
il Davanzo
difetto le vecchie
allorché,trascorso
Il cavalier
entrava
presentòa Sua
pari cordiali gli abbracciamenti
oltre
dino
giar-
sUo
cancello
cavalier
accolse
di
Italia,
dato
accomo-
vi scendevano
facevano
gentilicostumanze,
per F
aver
stava
ne
la ballerina. Il Davanzo
Eccellenza
con
se
della
razzolature
dopo
promettendo raggiungerli,
alcuni negozi.
Il cavalier
tino,
bel mat-
Un
Veneto.
nel
tornare
era
e
geva
aggiunpartito,
a
della
che, valendosi
cava-
fosse poco
in fondo
sivo
espan-
affettuoso,
di poter riabbracciare
il
864
Banditi
I
Foscarini
Coi
Davanzo
voi
Il Davanzo
rimase
il
patriziousciva
l'uscio dietro
tra i due
fratelli si
e
minacce
Il cavalier
La
Oderzo
narrarono
di
il
a
in
montò
carrozza
ordine
a
Giuseppe
como
Gia-
si fossero
udite
e
la
nezia.
Ve-
partì per
lasciava
carrozza
ballerina,che piangeva,
i
Il
capelli.
di condurre
un
alcuni
Davanzo-
l'Amalia
Ber-
brigantinogreco,
la
Corfìi,coi suoi figli.
Foscarini
dopo qualche anno,
si
morto
stabilì
di molto
a
Giacomo,
che le ricchezze
e molti
assottigliate
sulle campagne.
Venezia, e
il fratello
s'accorse
raccogliendol'eredità,
s'erano
Eccellenza
e
un'altra
stessa
Trieste,d'onde
ricondusse
grande
Davanzo,glidiede
urlava,si strappava
tiny
il
come
Sua
stesso
Giuseppe,irto,severo, ringhioso
sera
avuto
chiando
sbatac-
di morte.
col Davanzo
aveva
—
terribile scoppio
un
frantumi, e
quanto mai, chiamò
ordini,poi
ad
venne
stanza
fosse ito in
grida
que
Dun-
dallo
Quel giorno
se.
a
d' ira. I domestici
specchio della
parigina?
smarrito
fiato,
senza
il
la nobile
—
canzonandomi?
tradivate,
mentre
spavento,
la verità.
torve
baldracca
una
mi
pure
tonda
e
occhiate
sue
è che
non
il povero
scherzava,e
saettando
gridò il patrizio,
—
delle
Davanzo
sposa
si
non
Veneta
BepiMlica
netta
spiattellò
Dunque
—
della
debiti pesavano
.
CapitoloDodicesimo
Alcune
di
poco
si vendettero in
terre
quelleche
poco nelle mani
a
365
e le rendite
fretta,
restavano,finirono
ancora
'ff?r"y^-y^^W^
a
dei creditori impazienti.
lontana,
non
pensando mai alla famiglia
Giuseppe,
dalla mala
e
piega
punto impensierito
de' suoi affari,
continuò la vita allegra,
finché,
colle improvvidespese, diede fondo agliultimi
rimasuglidel suo avere.
Nel 1839,il cavalier GiuseppeFoscarini moriva
in
fra
buia ed umida
una
gli stenti
Così
e
la
miseramente
di
un
stanzuccia
a
terreno,
povertàpiù squallida.
finirono parecchirappresentanti
mondo
eh' era
stato per sempre
distrutto.
il popolodelle cittàanche
Dopo
campagne
a
poco
a
la
gente delle
chezza
poco si rialzava dalla fiac-
a cui Taveano
dotta
condalFavvilimento,
E i giovani,
ché
benle violenze dei potenti.
0
nati fra le
vane
promesse
di
una
mendace
della straniera
e le onte
o tra i danni
libertà,
moti
e rea tempipaurosi
servitù,
guardavanocome
in cui il volere di pochiparlava
quei giorni
e teneva
più alto della giustizia
gli umili in
dezze
le nefansoggezionetirannica. E tra i delitti,
e
francese
la
la bestiale violenza della rivoluzione
sante conquiste,
apparivanopur come
dei dirittidell'uomo e l'eguaglianza
proclamazione
nella legge.
I
366
E
Banditi
della
la rivoluzione
invero,quando
bandiere
le
con
i
della
Convenzione
popoli dalle
i rottami
seppellìsotto
signorie,
la tirannide
francese corse,
della
vittoriose
redimendo
l'Europa,
tuUa
Veneta
Bepubbìica
dei
ardue
vecchi
forza,le pretese
stelli
ca-
della
i privilegi
della imbecillità,
ingiustizia,
fami
gl'intitolidella usurpazione.Certo, l'evoluzione
i progressi
che,
ideali,
apparecchiaquasisempre
vi
ma
feconda,si
ogni cosa
come
anche
necessaria
cui sembra
a
nelle vicende
momenti
sono
fanno
a
poco
dei
popoli,in
la rivoluzione
Era forse necessario che la tirannide
dovesse
non
esser
bastando
a
poco,
distrutta col ferro
temperarlae
vale
medie-
col
e
tale.
bru-
fuoco,
mitigarlale
a
per quanto savie ed ardite. Era forse
colla
disciogliere
forza
forme,
ricessario
ne-
quella compagine
di privilegi,
di pregiudizi,
fatta
d'interessi,
vigorosa dai secoli,per poter
la libertà civile,che è
uomini
la coscienza
penso
dei
sconvolgimento
mondo
tetro
e
•one
e
del
debba
Francia
a
denzione,
re-
ribile
quel tertutto
se
di misfatti cadde
pare, nonostante
in cui la rivoluzione
sentenza
fede, la
un
lenze,
e di vioignorante di pregiudizi
di abiettezza
mi
di
la
agli
popoli.E allora che
la società moderna
come
assicurare
in frantumi,
in
gli orribili eccessi,
trascorse,non
Taine, il quale chiamò
il trionfo della brutalità sulla
sia
giustala
la rivolu-
intelligenza.
Dodicesimo
Capitolo
Le larve del
3G7
pre;
spariteper semi muraglioni,
i barbacani,
i torrioni non
d' inspirazione
al pittore
se non
servono
e al
poeta;il sibilodel vento tra i merli dirutidelle
passatosono
tetre rócche sembra
mondo
e
di
la
voce
lamentevole di
un
macchiato d'ogni
efferatezza,
defunto,
alle rovine sorge la luce fecondatrice
dei nuovi fermenti di una vita che s'infutura
mezzo
splendenei secoli.Accanto alla miova
s'innesta il truce ricordo.Dalle piaprosperità
nure
dominate dai'mozzi castellisalgono
su le
voci della vita e del lavoro,
arrivano all'orecchio
allegre
le gridafestose dei reduci dai mercati,
il muggitodei buoi,
il canto dei galli
che
si rispondono
i colpi
di cascina in cascina,
chi,
secdei martellisulle incudini.E in
argentini
la fattoria,
fondo,tra la verzura folta,
biancheggia
della vecchia rócca.
costruita colle pietre
e
FINE.