I BANDITI DELLA EEPUBBLICA VENETA BANDITI I DELLA REPUBBLICA YENETA DI POMPEO MOLMENTI EDIZIONE SECONDA RIVEDUTA E NOTEVOLMENTE AUMENTATA FIRENZE R. CESSIONABI " BEMPORAD LIBBERIA DELLA Via del FIGLIO EDITRICE Proconsolo, 1898 FELICE 7 PAGGI Kc se-i HARVARD C0LLE8E LIBRARY GIFT OF MRS. THOMAS WENTWORTH KIGGINSON MRS. iVIAftCARET HIGGtNSON BARNEY UCI 9 1940 LETTERARIA PROPRIETÀ DKGLI tLO\Ltif. _ EDITORI R. E BEMPORilD tiRENZK,Tip.di L. Franceschini e FIGLIO IS. Ci, Via dell'Anguillara, INDICE Capitolo Briganti Primo. — profughi antichi Discordie veneti moderni e nella sanguinose - I - naova Venezia Capitolo Secondo. Naove magistrature — delle Azione secolo XIV Capitolo Bandi Terzo. veneta Quarto. Capitolo degli Capitolo altri e L'assassinio di - giana Capitolo e di italiani nel secolo stranieri XVI dizioni Con- - I bandi - 77 decadenza La patrizi d'Illasi conte il - 107 veneziani del e Leonardo veneta Un Governo il e Podestà di cidio omi- - di Capitano d'Arcano del morte Verona Luogotenente 183 Canova .... I Settimo Capitolo paesi I ministri del Udine nei banditi castello - La - 89 I banditi La — nel terraferma di — Sesto. Capitolo 17 Veneta Quinto. Pesaro del feudalità la — stati - congiure - conquiste e Repubblica Le costume venete supplizi e Le — Repubblica sul crociate - della 1 Pag. banditi della — altre province Ottavo. — I della banditi Marca Terraferma friulani Triviveneta. 158 189 Indice vili Capitolo - Bergamo e CAPITOLO e Nono. Le terre di confine — - La soldatesca Pag. 237 Brescia Decimo. — I banditi della Kiviera di Salò della Yalcamonica - I feudatari e i bali - Le venture av- 269 del conte Galliano Lechi Capitolo Undicesimo. — Capitolo — ultimi Dodicesimo. feudatari Il conte Alemanno Fine della Gàmbara. 301 Eepubblica Gli - 339 PREFAZIONE La edizione prima breve del saggio di ebbe si creda ai fortuna soliti ipocrita senza più retto la ogni più ritratto volte delle fifeddi vita, La ma nell'arte. Forlimpopoli tutto tieri volen- segue atroci casi ; anche umano, annoiati. nella di sopra virtù oneste e efficacia Passatore dovuta di cenziare li- per riconosco io là scelleraggine, tetra Non ristampa una virtuoso, e narrazione esercitarla ha d'autore L'animo all'argomento. il artifizi libro tori, let- insperata. modestia, del fortuna sento, pre- ai ampliato, raccomandare e la ed una che libro, nuovo rinnovato Banditi^ questi e di il dove lascia molte virtù è bene sempre non il esempio, Ad è senza dub- PREFAZIONE bio più artistico di le vecchie Tra Luigi Gonzaga. san carte e i documenti di di stato della veneta Repubblica, dei tra i sapientiprovvedimenti magistrati e gli avveduti e prudenti trovai consiglidegli uomini politici, cata, solqualche volta la vita veneziana come lampo di sinistra per un ardenti nella loro selvaggia luce, da passioni fierezza. Leggendo la narrazione ridi certe imprese sanguinose, e guerra siio]ia nella mia vano di ribaldi e mente di le voci baldanzose che posero feroci, privatalor volontà ben di sopra alle leggi,compiendo azioni di obbrobrioso coraggio.E non mi parve inutile particolare la per la storia notare di i nomi quei micidiali,e ricordare alcune geste malvage, che fanno risorgerequasi un'ombra del passato.Le storie generali non sono mai sufiìcientia farci pienamente i popolie 2iioni: alle azioni solenni devono le noscere cona- pagnarsi accom- gli aneddoti, e i casi privati intrecciarsi coi pubbliciavvenimenti. dei si fa menzione Qui adunque non PREFAZIONE XI politici,che richiederebbero profondo esame degli instituti di reati si ricordano ma solo taluni un verno, go- pi esem- di pervertimento e di malvagità, i quali,per le circostanze da cui furono dare accompagnati, possono qualche curioso al tempo, particolare intorno vita alla A e al costume. ammiratore me, di Venezia fu fatto rimprovero suo governo, con questo libro illuminato la città bensì esser debito dello dei difendere gli uomini mai non può Ma io credo scrittore popoli dalle gare pur- gne, menzo- dalle nie, calun- il vero, tacere aver anche riuscir qualche volta molesto patrio.Cercai altre volte,con all'amor l'autorità dei talune accuse tacqui né documenti, di provar contro Venezia, ma dissimulai c'era instituti di di fosca luce Repubblica. la storia ma se la e del e nella civili vita quanto e di di falso false non rotto cor- negli politici.Del resto, Venezia fu peggiore, come non taluna vorrebbero, di molti altri paesi,né la vita della longeva Repubblica d'altre e PREFAZIONE XII fu infelice più lo passato, il diritto la forza vuol alle il come oggi ; soltanto dando le apparenze, salvare azioni sue l'età nel- civile, la forza creò, nostra per Anche triste. e giustizia. di nome Certo, fra le meraviglie di spaventevoli che scene, si commissero più forse atroci ? Non mandrins e cese fran- criminale? pazzìa donne ; i I cheggiato sac- aver ciulli, fan- incendiato, sgozzarono sventrarono bristi ancora la rivoluzione Avignone, dopo di non uomo scelleratezze è un'orrenda fondamente pro- i moderni rattrista,ma dei diritti dell' propugnatori ziana vene- l'animo tempi andati, dei vita la funestarono settem- della gì'infermi e Bicétre, violarono ammazzarono Salpetrière e di uccisero impuberi orfanello, annegarono l'Abbazia in massa poveri innocenti; ala e strapparono e Gruillin divorarono arrostite degli aristocratici furono di i rivoluzionari i cuori tavola a ; e commettere giarono man- le membra i Comitati associazioni e zionari rivolu- ordinate l'intent al- impunemente PKEPAZIONE i ini più iniqui assassini. E pur noi figlidi cotesti mostri, e al pur ricordo di costretti ad tali ci diciamo dendo inorri- atrocità,siam inique che ammettere feconde di utili rispietatezza,ma sultamenti piombarono le vendette popolari per Né sulla vecchia pare, per mi generazioni di società francese. verità, che le odierne mente uomini, sieno soverchia- miglioridelle passate. Possiamo dir proprio che oggi la quiete sia assicurata e meno frequente ci si presenti lo spettacolo di delitti impuniti e di nefandezze tollerate Tiburzi banda nel recenti in Sicilia Viterbese, gesto e della rono mostra- la impotenza del Grola profonda corruitaliano, ma zione di certi paesi,dove i ribaldi non non sono denunziati, ma protetti solo non verno pure anzi Maurina banda della ? Le dai ricchi, che pagano Pochi anni sono, loro in una un buto. trinotte grassatoricircondarono in Sardegna, sacTortoli cheggiarono d'ottobre, cento il paese di una o seicento casa, spararono fucilate, ammazzarono que cin- XIV e PREFAZIONE ferirono E parecchie persone, senza sere esdisturbati dagli agenti di polizia. in Sardegna, aggiunge uno tore scritvisitò che ed efficacemente queir infelice che patrimonio a quasi con ed Il invidia, galantuomo parte è una invece banda bottino del a di mercio, com- abile. uomo sindaco era riservata era di considerato è un un dato guar- ritiratosi dal povero Il capo e delitti,è chiamato è sardi si è fatto di industriale bravo un furia il malandrino, paese, notoriamente scrisse de- un serabile. mi- di grassatori un gio, villag- dei briganti avvocato e tato depuper giunta! I grossi un al Parlamento tributo tanti, ai latiun proprietaripagano i giudici percepiscono denaro dalle parti interessate, e il Groverno, afferma serve sempre di e lo scrittore citato, si gliere consiqualche brigante come intermediario, rilasciandogli un salvocondotto. Ora, di tempi dei fronte non a simili sembrano nostri. Quelli che fatti, i molto hanno chi vec- giori pegpra- PREFAZIONE tica modi, ne uomini, gli con civiltà di malvagità degli argomenti di prevenire e vecchia Moniga del Garda, la i i metodi Legge non usati San al in 1898. P. MOLMENTI. per mi sano posgli de- paragone pratica agli dalla Marco giorni. gennaio sofia, filola poi delitti, di messi nostri di Quanto scapitare dei legge, né diminuito dispone punire espedienti diversi progresso Repubblica molto che animi. cui in e hanno che proprio pare né alcuna, né molto confessare devono forza XV dai verni Go- Peimo Capitolo antichi Briganti Discordie è ammettere la propria potenza obbedire e all' sia pare in diede che Tutte rapina 1. — domini le e MoLMEUTi, lingue alla Banditi, potenza hanno per e alla mento argoalbori arder fonti testà pola ma gloria. altra con paesi, conseguente prime ecc. virtù, quasi si accordano l'uccisione / la non rubare, e fu umani ciò privilegi, onori, poiché non piacenze com- Ma paese. servì, negli pena, ottenere d'uccidere, i loro loro. di origine guerrieri sommi ^rte, la ad più passioni, maggiori ogni popoli e dominio, violenza 1 gastigo nazioni, e fra e diritto del proprie delle in e nere forza, rite- misura una età ogni tempi di delle stata la legge delle que, qualun- potere un come impeto sempre in che sola come Venezia. naova da impedito veneti profughi I - nella sangninose che ciò Fare moderni e pliati am- la fama nel mostrare dei possessi. 1 Per Banditi della esempio, un Repubblica Veneta il latino praedium praedari,(^) A dominar gli eventi non tempi procellosi, bontà e la nei Tequità,ma e prodezza del casati hanno altri tempi E per dei loro finito sulle forche la forza prerogativenefande, si creano una il loro raccolti ordinaria si restaura e la idee Lombroso, L'uomo di ne in galera. leva a roni, ba- giustizia le nei loro più audaci, servono di come la società che milizia contro che in conservare chiudono si fortifica."2) Il fu la culla del qualitàd'uomo Il delitto è in se la sovranità castello feudale stri illu- feudale,i i malfattori e brigantaggio o si disciplinata cercando pubblico e castelli, ove, più capostipitetale,che sdegnando piegarsialle di ordine valgono la dell'ingegno Molti tutelare la società dall'anarchia e da a costringer fortuna, l'arte sottile braccio. sarebbe quando la deriva brigantaggioe inquisitopassòper delinqueìite, pag. 32. un em requi- Torino, 1884. fra le primordi della società compreso azioni meno criminose. Ciò appare specialmente nelle lingue, molte delle qualiesprimono con una sola parolaV idea del crimine In sanscrito Kshi, annientare, finire, e della proprietà. uccidere,devastare,possedere. Amahi (copto)carpire, cacciare,possedere. Jaras (ebreo)prese, possedè. Il vale arrischiare^ ecc. greco 7rci;a(o d'onde il pirata, (2) WiNSPEARE, St. degli abusi feudali,pag. 5. Napoli, sui — — 1883. — delia 1 Banditi Veneta liè'pithhìica di il triste privilegio mente streguadi Romolo eroi antichi si potrebberogiudicaremolti fondatori e paese. Alla stessa un di mosi. regni e guerrierifa- Così, pur ripudiandoTopìnione del il quale ucciso,pel bene dà lode comune e propria,il fratello Remo però che è certo il vincitore di da il sotto nome suoi,fu Quirino. Né, e adorato non antichi del eroi i Francesi Sigoveso-e forse scelleratamente erano i sotto parlare senza Brenne, rifiuterebbero ai loro trasformato di figli ministro Lodovico il all'abiezione del dei di di nome leggendario tal vicinanza E Belloveso. cupidi di minio do- propriopadre,e recchi pa- Gapetingì, la terra sì,che buon e il Pio,specieLotario, la mala che in nume, d'Irminsul,al pari di Romolo, dai senatori ucciso Arminio, nato Teutoburgo,tanto più che,avvelede' uno di Roma di porre i Germani isdegnerebbero non collegaTito Tazio, al fondatore accanto aver per l'ambizione non il e di Romolo a chiavelli, Ma- pianta cristiana tutta aduggia frutto rado ne se schianta, Carlo carceriere dei figli d'Angiò,lo spietato Manfredi,il carnefice di Corradi no? Non usciamo dei secoli umana, dall'età di mezzo, non abbia reso sebbene piìimite la sebbene,nei tempi moderni, fra dare l'anrazza molte CapitoloPi'imo visioni di sangue, potrebbe arrestarci, più di tutte,l'ombra del lo temuta la della i alla stra fine- una popolo con suo Normanni, che resero tente po- furono essi eroici Francia,non briganti? Fedeli di IX, da Louvre, bersagliareil Ma schioppetto. e di Carlo renda or- religionedi Odino, dre pa- escono incendiario, strage,predatore, Scandinavia mettere a a iiiba e a sangue vengono l'Europa,s'impadronisconodella Francia, difrancesi dimora, per per consuetudini,per linguaggio.Poi Normandia sale sul trono codice penale crudele tutela i di animo, per un eseguito e perfinoi diportidegli opprivilegi pressori del paese. Una getta sulla Russia un'altra e di mano quei piratisi vi stabilisce sull'Italia per fondarvi un un da crudeli da carneficine, da devastate, da saccheggiati, scandinava se non città segnate fiere vendette,da province da distrutte, immanità non impero, ste regno. Que- rapide,meraviglioseconquistesono saga di un e Inghilterra, crudelmente e duca conventi d'ogni maniera. ha, orribile quadro di racconti La stumi, co- seduzioni,adulteri, di vendette,uccisioni,stragi. incesti, Hastings in in Russia, i Francia e in Inghilterra, Rurico figlidi Tancredi di masnadieri. d'Altavilla La normanni in Italia sono tipi venturieri implacabileferocia degliav- empie di terrore l'Europa. I Banditi della RepubblicaVeneta il pirata infestoall'Inghilterrra, Lodbrog, preso dal sassone in una fossa piena Ella,è gittato di vipere, morte, è per ma, conforto all'orribile ch'ei provava, quando lui ilricordo della gioia di sangue. Godefrido i ferrigrondavano rugiada Treincendia Tongres, Colonia, Bonn, Juliers, danesi la capves, Metz e fa stallaai puledri di Carlo Magno in Aquisgrana. Sigefrido, j"ella fratellodi lui, mette a sacco e a fuoco le sponde dell'Oisa e, al ritorno, uccide l'arcivescovodi prima di minacMa^onza.Roberto Guiscardo, L'iarel'imperod' Oriente, labria corre e predala Cae Ruggero, chia prima di fondare la monardelle due Sicilie, si gettaalla strada, ruba i massime i mercanti, che si recavano passeggeri, ad Abalfi.Evidentemente sentenza non e' è nella storia piìifallace di quellache abbiano sempre torto. Così l'alba d'uno dei Stati d'Italia, che i violenti più forti ed ordinati poi seppe far uscire la prosperità è segnatada tale ferociadi delle leggi, abbia pocome costumi,da sembrar prodigioso tuto difendersi dagli inimici didentro e di fuori, in opulenzae gloria. e crescere rapidamente nazione adulta è male, Foi-se ciò che in una ]mò essere un bene per un giovine paese, che alla e di vigore, s'atfaccia, pienodi gagliardia vita. CapitoloPrimo i Quando cercarono Italia, nel V secolo barbariche nelle la pietàe pericoli, "tura diverso comune in cui furono diversa sanguinosi.La da Aquileia,da popolatele preminenza fra di i patriarchidi Grado isole tino, Ai- di e vano Aquileia, accende- L51 sventura comune soverchiarsi rinfocate della a ora dai discutere i diritti di il timore cessato l'eguaglia nel- dei barbari elementi,anelanti i vari vicenda. in sui ricchi conviveano ciascheduno,e poveri e gelosiefra turalmente quali na- avea, non lasciato ma i in tutte le nazioni soglionoessere primi momenti, le gare e esse, i sanguinosiduelli fra maggiormente quegli umori, sorsero sven- Treviso,da Oderzo,da Asolo,il tempo di nuove. laguna, i isole della originedei profughivenuti da vasioni in- petuose il sorgere di rivalità im- di contrasti e rifugioalle un i ricordi della impedirono non di Veneti,postialle porte orientali Le Greci,ora inteme a discordie, dai vicini dominatori terraferma,diedero originealle due e a continui partiveneto-grecae veneto-italica, mutamenti di governo. In Eraclea,la capitale delle isole,fu eletto nel 697 un Duce: pochi anni dopo, nel 737, ducale e ai popolo si preferìl'annuo dei militi: ma si ritornò il dogi del governo stancò governo stri dei Mae- passaticinque anni, nel 742, e per le togliere cause di ri- ^ I Banditi della vnlita si trasferìla Repubblica Veneta Alle a Malamocco. capitale renti, ^'àVB (Ielle due oppostefazioni e dei maggiole vendette del popolo, RI aggiungevano il rollile, quando il doge tentava rendere dinaassociandosi quale il* siirò il poterevitalizio, si ribellava, uccideva, li^lio, qualeil fratello, È un fiero delirar di battaglie incfr^niliava. e di Nel 717, Eraclea è assalita dagliabislrafj;}. l,anl.ì di Equilio, che danno morte al doge AnaIV'sioe ai suoi fidi.Nel 737,il dogeOrso Ipato h ucciso a furore di popoloe, dopo quattroanni, è il Malestro dei militi, Giovanni Fabriciaco, df postoe abbacinato. Nel 755,Galla si ribella \i[ doge Diodato,lo imprigiona, lo accieca, e scorso usiirpa il ducato per poco più d'un anno, tracontro Galla il quale,il popoloinsorge dell'infelice suo antecessore. 0 ^lidà la stessa pena deNel 764, alcuni nobili congiurati pnniiono il doge Monegarioe glistrappanogli oltIu, Circa TSOl, il doge Giovanni Galbaio, manda il figlio laulnre dei Bizantini, a Grado che inchinava ()Hr iissassinarviquel Patriarca, ili 1 ranchi. Il figlio di Galbaio prended'assalto la città, il Patriarca e lo fa predimprigiona ici ture dalla torre piùalta del castello.Dopo tre iunìì, il doge Galbaio e il figlio Maurizio debIjotiofuggirda Venezia per sottrarsialle vende! [f di una congiura,ordita dal nipotedel- CapitoloPrimo fatto doge patriarcadi Grado. Obelerio, Tucciso neir 804,dopo lungamente aver patria,è della di lui dove più per la sede del sul spettacolo, portato,miserando neir isola di Anche sicurtà doge e mici ne- il teschio decapitatoe preso, lido di Malamocco. coi tramato Rialto, s'era,neir 810, trasferita del governo, di rado le contese, inspirate non quotarono non airambizione, alla rapina. all'odio, Sotto la ducèa di Giovanni (829Partecipazio 836),il tribuno Garoso,ordita il doge, che fuggì in ed fu accecato trucidati. 11 in patria,fu che rasi i sua chiostro capellie Le di la suprema patore poiché l'usur- poco, i suoi e esiliato, volta preso del dai Germani un per V imperatore presso giani parti- ritornato doge Partecipazio, restavano ancor avuto alla Francia ad ottenere Lodovico,riuscì ma dignitàdello Stato, tro congiuracon- una la ai e dopo aver serbata barba, punizione ri- fu cacciato in traditori, Grado, ove famigliepiù Garoso, dagli amici, morì. illustri venivano fra loro al i Basegi,i Polani,da una Giustiniani, i Barbolani,i Solvo dall'altra. parte; gli Istoili, sangue 11 : i doge Pietro Tradonico,il 2 aprile864 trucidato presso Zaccaria,non mano di la porta della già in tumulto i cui congiurati, di nomi chiesa di popolo,ma erano fra i era San per più 10 I Banditi delia illustri di Venezia: Repubblica Veneta Gradenigo,Gandiano,Gala- Faliero. brisino, Il dovette, doge seguente,Orso I Partecipazio, per intercessione dell' imperatoreLodovico,perniettere il ritorno in patriaa potenti famiglie i Flabanici, di banditi, i Caquali i Barbolani, delle antiche loro abitazioni loprini, e, in compenso tarla demolite,fu ad essi conceduta per abir isola di Spinalunga, che,secondo alcuni, Giudecca reno fu appunto chiamata perchè fu tersciti. aggiudicatofzudegà) ai cittadini fuoru(^) sinistra luce di rivolte civili,circonda Una la bieca figuradi Pietro Pietro Gandiano III si associò violento figliuolo, e padre,poi,con nel del doge governo molti occultamente il tro con- strò fautori, gli si mo- apertamente ribelle. Forse divenuto IV. Il il quale,volendo insidioso, solo,prima macchinò regnar il Gandiano il rebbe palazzo sa- luogo di strage,se molta parte popolo,levatosi in arme, non avesse fatto Gondannato a prigionieroil figlio sciagurato. perdere il capo, andò salvo per la compassione destata dal la pena in e gli fu padre infelice, un commutata perpetuo bando. Pietro si ritirò (i) Galltcciollt,Meni, ren., I, 121. I Banditi della 13 brio furono insepolti, Giovanni Veneta Jìepnhhlica raccoltidalla di un pietà Gradenigo. Rotto la ducèa (979-991) contese s'accesero fra i Morosini (fausanguinose Lori deiralleanza bizantina e dell'indipendenza e i Galoprini, gheggiavano vanazionale) che,coi Candiano, sotto la proun governo dispotico, tezione ordirono una contedesca.I Galoprini giura che avvisati di morte contro i Morosini, in dì di Tribuno Memo all'infuori lompo,si misero in salvo tutti, di Stefano Uomenico, spentodal ferro proditorio mentre Caloprino, loprini, usciva di chiesa. I Ga- si rifugiarono per timore della vendetta, ria?costamente presso l'imperatore Ottone,alla generalein Verona,e con promesse e al qualegià indussero V imperatore, proi^htere sorrideva il pensiero di sottomettere Venezia, di portarla guerra contro la patria. Ottone vietò intanto a tutto l'Impero iltraffico con Venezia, esuli distrussele case degli che per rappresaglia le donne e i traditorie ne condusse prigioni mal sopportando di vivere I Galoprini, l'anciulli. chiesero ed ottennero raminghitra glistranieri, Ma ilperdono, e tornarono alle lagune. nei Morosini. Una sera, gliodi non erano spenti tornavano dal palazzo seduli in una barchetta, aldel Galoprino, ducale alle loro case tre figli fuassalitidai Morosini, lurrlipd'improvviso, Uiela Capitolo Primo popolo si vendicò trucidati. Il rono stragi,deponendo chiudendo e doge Memo, debole il Pronti con minore inetto. e Olivolo. ardimento giacche le cronache autorevolezza più antiche che leggenda significare si animavano ogni discordia, sol che comune, e la di mano I la di chiesa di notte Triestini presso la tutti di tale valore un offendesse l'adunarsi Jilivolo,il miglia la fa- fantasia delle polare podei zate fidan- secondo dì fossero vescovo molti cassetta corsari vuole le loro sciolti, coi capellidiBiancovestite, benedette. una maggiore giovane repubblica? veneto costume ornate di rappresentare le molestie febbraio, perchè dal nozze in spose cittadini, assopita meglio, la patria? 0 contro nella i lo straniero ha voluto piratislavi e per leggendario, parlano.Forse ne non colore ofiFese furono delle ratto ha L'avvenimento sapeano respingerele interrotte dal istante tante chiostro un le rivalità cittadine Così esterne. Era in di i veneti agliinterni contrasti, non un 13 in tenevano gioielli, la dote. contenente (arcella)^ inosservati giunsero nella riva,e l'indomani,durante la rapirono cerimonia,irrupperonella cattedrale, le donne, e chiamato si diressero ancora preda. Il Doge, delle verso Gaorle,a un porto, donzelle^ per dividersi la incontanente raccolse alcune / Banditi della Veneta l{e2)ubhlica li raggiunse gune nelle lanavi,inseguìi pirati, di Caorle, fece stragee ricondusse in ne le spose. patria Il sommo della veneta potenza, nel periodo delle origini, fu raggiunto sotto il dogatodi Pietro Oiseolo II Colla pacatatranquillità (991-1008). del riformatore, ordinò lo Stato e rimosse le cause a volte blandendo, d'ira, punendoa volte giiumori;con tenace opera e pratica di trattati negoziseppe conchiudere vantaggiosi colle gentivicine e lontane; ottimi argocon menti di governo seppe rendersi benevoli il Cesare bizantino e T imperatore con tedesco; Taudacia del soldato e la trionfò sui e del capitano prudenza narentani e conquistò V Istria pirati le ciLtà marittime della Dalmazia. Ma le cruente discordie, acquetatedal saggio ^^^ dopo la sua morte governo dell'Orseolo, In una a quando a quando risorgevano. con« il successore del doge Pietro, giuradi ottimati, Ottone Orseolo fu preso (1008-1026) e, la barba,confinato a Costantinopoli. i-asa^li della barba e spedito raso a CostantiDeposto, (ij Le dii^cordie anche sotto il dogatodeU^Orseolo si del tutto.Con un atto del 997, ma non cessarono acquetarono^ il popolopromettevadi non più suscitar forti tumulti setììtio iiuti.iimu sturmuw). Capitolo fu nopoli, 0 dovè popolo, ad darsi afiferrare il il tumulto, il dogi, dello Ben fazioni. i bando o cinque a ragione forse dell'età dal modo, E levatosi in in un nastero mo- (10791084), i che Normanni. il uccise plebe di 697 figli Stato, cinque e Gentranico, nalmente, Fi- doge tale Vi- II. compresi in la ira Domenico ritirarsi a Selvo 1172, dall' un del validamente Michiel tal fuga potere. Domenico doge Gentranico salvarsi l'esilio obbligò popolo nel In Per supremo combattuto avea Pietro alla dopo riuscito, Orseolo, 15 successore (1026-1032). Barbolano del il anche I*ì'imo e al i fratelli abdicarono, deposti, di 1172, cinque cinquanta associati al capo furono nove in bando ciati cac- e cecati ac- trucidati. il Machiavelli più d'ogni mezzo, abbia altro provato nota come Gomune il furore nezia, Veitaliano delle nmmiiiiiinnmiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinnmnuiiiiiiinnMiiiiiMM"mmitiMtiMtMi Capitolo Nuove Secondo magistratarevenete costume - Le Azione - congiuredel delle crociate secolo XIV - Bandi e sul plizi. sup- Venezia seppe gliscompiglicittadineschi, di pochipotenti, salvarsi dall'ambizione che miravano Fra divenir a e dair imperizia e libertà, la moltitudine. La uomini e di in Il Governo in il temuto di suo nome, e poneva ogni studio e di per ricondurre fuori,senza a battere com- disperderle prepotenze omicide. primi tempi i carichi più importantidel esercitati direttamente erano doge; poi,nel 1094,sMnstituì — ceva, fa- dentro riunire le forze nelle discordie civili o nelle esecutivo il e rispettato. gì'inimici Z dalla licenza della gloriae potenza, e quietenella città, per Nei opprimendo ricchezze, allargavaT imperio mare, fuori d'Italia stato giovane repubblicacresceva dominio, saliva suo la signoridello Moi«ME|(Ti, I Banditi f ecc. il tere podal magistratodel I Banditi della \i^ BepuhhlicaVeneta che tolseal doge il dirittodei processi Proprio, e nella prima metà del secolo XIU e civili, jirnali [iirono creatii cinqueAnziani della Pace, luomini gentiincaricatidi giudicare sulle frequenti Per frenare le impreseaudaci vì^sB della plebe. fin dai più iltn malandrini s'erano instituiti, ai qualisi agvrrchi tempi,i Capicontrada, giunser e per rischiararele poi i Capisestiere^ il governo ortortuose e mal sicure, dinò, vie strette, nel 1128,fossero innalzati qua e là tabernacolini con immaginisacre,dinnanzi allequali ardevano lampadeper tutta la notte. Nel 1181, bandì la prima legge il doge Orio Malipiero rriniinalesotto il nome di Promissione del Ma- corretta e riformata poi dal doge Enrico Ivjivio^ liaiidolo(1192-1205), e infine con ripubblicata dal dogeJacopo molte aggiunte, neli232, Tiepolo. alla sicurezza delle strade e al Per invigilare il 1250,due SiU\K\n ordine furono nominati, di notte^accresciuti, sotto la ducèa di Rifjnun iiìi^ri fino a sei, Zeno (1253-1268), perchèognuno di uno dei sei sestieridella V ispezione avesse Ma nella vita sociale dei Veneziani dei Signoridi notte,esist.nel Civico Capitolare di Venezia,pubbl.da F. Nani Mocenigo. Venezia, {ij V. Muaeo s'erano del Tempo, 1877. tì|». 2Ù I Banditi della Veneta Bepuhhlica lìopola leggedel 1297 del doge Piero Granel che toglieva ogni azione popolare rlenigo, della cosa pubblica, molte passioni reggimento la vita tennero,per tutto il secolo XIV, agitata veneziana e tra patrizi e popolosi destò un fiero antagonismo. atti di prepotenzadei noi quali, ciavano incominliili, dopoi privilegi ottenuti, Non mancavano uomini sprezzare que'mercanti e quegli di mare, ch'erano pur sempre la forza a che all'ira trovavano e città, grete uno sfogo0 in aperterivolte o in sedalle qualiusciva più valida congiure, tere, che si tentava di abbatq nella aristocrazia, t*^ Tra i fieriprovocatori di guerra civile, che tennero in travagli la repubblica vi sono a!enne di faziosi. e ardite figure non volgari Amore di libertà e odio al Gradenigo, che voluto ridur nelle mani dei patrizi avea ogni Marin Bocconio a infiammare spinsero potere, calda parola alcuni amici,i quali giuracon rono ad atterrare le portedel di essere pronti Gran Consiglio rinnovando il doge, e massacrare lo antiche e feroci vendette popolari. Ma il Goe la ricchezza della (0 Lazzarini,Marino 1897. séiititìi, Fallerò^pag. 75. Venezia,Vi- 21 CapitoloSecondo il Bocconio arrestò vigilante verno i suoi e plici, com- che finirono tutti impiccati. congiura del Alla da Tiepolo, Baiamente da il al potere.Il 15 di lui Marco suocero scesero forte con I ribelli furono il taluni paragonatoa Bruto, più ragione,creduto con altri, anelante seguì quella di Bocconio ambizioso, un giugno 1310,Baiamente, Guerini e alcuni altri patrizi, d'armati sulle vie. mano il Guerini sconfitti, ovunque Tiepolo cacciato figlio uccisi.Baiamente e in perpetuo esiglio. Fra le congiure ordite dal propositodi rivendicazione Tambizione di è che poteano offese, del doge, d'animo brama di Ma alla sua attribuita doge a e regno celebre quale s'è già private superbo, ma fu la la ficiente cagione ef- congiura del Fallerò,decapitato scala giuramento prima la baldanza al violento aprile1355, sulla il al dal- tutt'al più irritare la fierezza giungere al della il 16 intorno Fallerò, poeticaleggenda.Non una fiero o tramate civile, qualche potente, la più quella di Marin creata popolo,con dove i di entrare ambizione sciagurata dogi in palazzo. fu pretesto presuntuosa dei nobili. La Gaspare Zancaruol ribelle alcune ^^^ mette parole che vano da- ne Cronaca in bocca spiegano (1) Cit. dal Lazzarint, op. cit.,pagg. 88, 89. della [ Banditi 22 assai bene mal dissimulan gì'intendimenti. Il Faliero, le mire ambiziose, aveva temente impruden- esclamato f/udioche UepubblicaVeneta io : Sarò molto piuj exaitato al presente^ben che sia doxe son hi fra luti li Prima altrj. (liaccennare al desiderio di molti ^i faza rason e fftrj e chadauno de però avea possa vìver seguro cura azò cittadini, ponissa li prosontnosie se liEseverità dei avuto in caxa salvò anche magistrati time" sua. in que- s\u occasione la libertà veneziana. non giustizia inflessibile, guardandoalla solo pnlenza e alPautorità degliuomini, non ma |iìmiva ogni minaccia alla libertà, gastii^ava acerbamente chiunqueosasse solo proferire all'onore della Repubparoleingiuriose 1ilIca. Per esempio,nel 1355 a Nicoletto Greco da Castello, occasione exclamationis,,,, contra staet honorem si strapparonogli ium dominationis^ "') e nello stesso anno Nicoletto Grasso firi'hi; da Murano ad aver fu condannato la tagliata in un anno co carJìn^aae a rimanere mezzo detto male parole dello stato le per aver La veueziano. ^^^ Venezia non dello stato;eppure nessun governo fi) Arch. di stato. Cons, X, misti,reg. 5. ^n il capo risparmiavaneppure Id.,ibid.,e. 37, t. quanto e. 35. il 2:i Secondo Caììitolo circondò veneziano non Così il supremo di poteri,di maggior la più leggem magistrato,se offesa al rispetto. e pompa doge nel punita.Trovo, ad esempio,che Antonio un doge a in Silato,per carcere I Vendramin, poi bandito e fu chiuso vita. (^) a della indipendenzadella patrianon pericoli venivano alcune da soltanto volte minacciati erano dei anni alcun dal di fuori,dalle alla e 1373 era I Carraresi - anche mezzo, quanto si ci furono non li (1) Sanudo, lasciavano intentato notizie di aver consiglisegretidella nobili,che amando alla e pubblica, Re- ipare il de- politicadei la Repubblica patria.Scopertii traditori, punì esemplarmente.(^^ Ven. Cron* 35, t. (Bibl.Marc. (2) Nel Negli Venezia tra guerra più del dovere,servirono della Padova. iniquo,per trattava nei e nemici Repubblica,specie Carraresi, signori di 1372 Padova. ma cospirazioni, interne gelosiedei Signorivicini e. 1476 la elezione biasimata aver di Andrea mente severa- era o Vita dei It. CI. VII, Cod. Dogi, parte III, DCCCI)* confesso di 1385, Pietro Giustiniani, aver avuto pratichecon Francesco il vecchio da Carrara, per tradire i segretidi Stato, fu decapitato. Nel 1404,furono corrotti che furono dall'oro di Francesco Novello da Carrara tre preti, ad essere condannati propagginatiin tre buche sca^ vate fra le due colonne della Piazzetta di San Marcoi *l'i I lìnnditidella Tiepìihhlka Veneta I (krraresi ricorsero anche all'assassinio litico, poveneziani più per liberarsidei patrizi osi ilialla loro Alcuni sicarimandali a politica. Venezia con da Francesco da tale proposito da una furono denunciati alla signoria (larrara, 11 capo di essi, meretrice e quasituttiarrestati. fu condotto Barlolomeo detto Grataria, confesso, chiatta a Rialto, ebbe la mano cisa, resovra una strascinato a coda di cavallo per le vie in fine a San Marco, della città, su di un palco, le due intanto fu squartato, colonne, (^) gridava alta quache il Comandador a voce Altri compagnidel Grataria Tem la sua colpa. furono anch'essisquartati i porcis'ammazcoinè dice Tantica cronaca in beccheria^ -ano come altriancora o condannati l'apafava; impiccati al carcere e poi banditi.(^^ Tuttavia gliattentatida partedel Carrarese occulte trame contro non e nuove terminarono, da altriproi \eneziani furono svelate e seguite cessi, fra i qualiquello di un Lorenzo muratore da Ferrara, che scopertoe presp nel marzo in mezzo (1)Il Comandador^era il ministro incaricatodi far compiere le leggi e e di pubblicar gliordinidel giudice al popoload alta voce. leggendole (i)LazzatuNi, Storie intm'no ila Carrara - in Francesco il Vecchio Arch. Veneto,anno Nuovo (t.X. p. II),pag. 325 a e seg. le gride, V, num. 20 2r" CapitoloSecondo 1373, fu condotto del Con eguale severità dei crimini i reati contro la sicurezza pene con la bando con facoltà di uccidere galera;la la tormenti la e le Tetre di mutilazione dei cittadini. Dieci erano a tempo in vita ; o i qualche membro; morte, in pubblico o in segreto. carceri,descritte paurosamente da poeti e romanzieri,atroci orride le meno nivano pu- trovato il colpevole, il carcere confine; suo si politici punizionecorporalein aggiunta;il multe fuori del da "^) Consigliodei inflitte dal e in bando dal distretto veneziano. e colonne strappatij^liocchi cacciato per sempre così malconcio Venezia le due mezzo Marco,gli furono di San Le in ne prigioni, i ma supplizi, le pene non acerbe meno negli altri paesi.^^^ (1) Lazzarini, Stork (2) Un tedesco viaggiatore da Ulma, Faber descrivendo Sanctae^ Arabiae Terrae cit. come la più beUa furono da lai visitate,fa del quattrocento,frate Felice libro (Evagatoìium nezia, et Egypt% Stuttgartiae, 1849) Vedi quante città e la più preziosa in un suo questo curioso confronto tra le ceri car- « compatriottitedeschi ; Non solum autem pietatem exhibent bis qui digni sunt, sed et inis qui severae incurrunt, Carsummas justitiae enim sub deambulatorio sunt contra ceres rcorum palatii publicam plateam respectum habentes,patentibusfene- « stris « captivirespicere possant et dei veneziani « 4L « e queHe de' suoi lucidi,quae ferreis cancellis manus sunt clausae,per extendere et cam quas as- I 26 Un della Banditi antico bando Repubblica la crudeltà dei e fa veneto Veneta giudizi crudeli stumi co- nei tempi,in supplizi, cui,in ogni paese, la legge diveniva i i conoscere dalle erano spietatae resi circostanze fatali. Il 21 novembre 1391, Tommaso Jacopo Tanto, pievano di infernale in duas per la messa, porta, appena quartas di vino terra. Tommaso colloqniamhabere « synam transeuntìbas enormìbus « ceribus " ter « reorum excessibns detìnentar multas e il morte crudelissimi nisi tortores « queant.Aliam « consumunt plectendi, eleemoprò tamen. est ista nna, car- In- quod inhumani^ terribìles,obscnri) in aliquìs accedit « paaperes plectendisant, in et profundisturrium, humidi, frigidi, pentibnset bufonibus plenis^longe ab strati,nec lo fece stramazzare Veramtamen peterepossnnt.... qui la prete, lo tolerabilibns arctìoribas, sunt di Venezia. pievano furono et si sunt crudelitates Teutonicorum carceres e in dietro il povero sulla testa tantibus « il prete Giovanni vide entrare « a di malvasia Gorna'ro,nascosto maglio un a « lica della basi- pievano Tanto,col pretesto condusse Tommaso colpìcon uccidere Carampane, solingacontrada in casa Il Marco. di vendere " di accordo, stabilirono di San e Maurizio,stretti prete Giovanni,mansionario certo una San Gornaro consolator hominibus ad miseros qui terreant, minantur pietatemexbibunt enim nonnnnquam eos Veneti reìs,etiam brevibus penis.» ser* le seque- illos^ et tormorte àK I Banditi della Repì4hhlicaVeneta dato ricettoal sun Gornaro,al quale,in nesmodo e per nessuna si sarebbe circostanza, mai fatto grazia. Il pievano Tanto fu invece confi ìivesse annato finirla a rampanile S. sua Marci vita in cavea et aqua, ^'^ in pane Le terribilipene minacciate al inflittecon già state ad suspensa erano Gornaro, crudele raffinatezzaa uno che una notte di noGiovanni, Domenico vrmbre del 1370,feriva mortalmente lisi di Eraclea, vescovo n'aro, per derubarlo. Due chiamati Pietro e Gatecomplicidell'assassino, il primo ucciso e squartato, la sein na, furono, conda del naso mozza e bandita. "2) bollata, la quale,nel 1410, schiava tartara, E una il patrizio avvelenato il suo padrone, avea Barbo, srhiavo per nome percossa, fu pur condannata ad condotta pelGanal Grande,legata ad v.h" Tavea Meni. (1) Gallicciolli, un esser paloe Ven,, lib.Ili,cap. II,§ 48. — gabbia di legno,sospesa a metà del rnmpaniledi San Marco, e nella qualesi rinchiudevano i delinquenti, agli espostialle asprezze delle stagioni, ed ìiiyulti della plebe.Il cibo consisteva in pane acqua fjiicavea t;d era era una dato ai condannati una con funicella. Tale durò fino al 1518, ma secondo il Gallicciolli, ìij\ece in (In uso uso anche nel 1542. nella gabbiao c/ie"a,un plizio sup- si trova fu Appunto in quest'anno stino pretebestemmiatore Ago- di Santa Fosca. (SU Tassini,Alcune ]iag.34. Venezia, 1867. delle più clamorose condanne ecc., Capitolo Secoìido da tormentata quindi a coda della Piazzetta Frequenti e pei ladri colpi di tenaglia,e di cavallo Ano e severi venivano i provvedimenti peculato e d'estorsione. Il dei dazi)essendo (ufficio nel 1414, per somma del ordì ove dato essersi stato alla Terna- condannato, appropriatouna grossa pubblicodenaro,fuggìin Romagna congiureai bando e Preso persona. colonne (*" patrizioGiorgioBragadin,ufficiale ria trascinata alle due colà abbruciata. i rei di e 20 danni della condannato nel patria.Gli nell'avere 1417, fu nella e torturato e fu cato. appic- (2) Ai delitti tenevano dietro pronte e inesorabili le pene. (1) Tassini, op. cit.,pag. 62. (2) Fino i nomi dei agli ultimi tempi della Repubblica, del pubblicodenaro furono espofrodatori e dei depredatori sti lazzo a pubblicainfamia. Sotto i porticidel cortile del PaDucale esistono ancora parecchielapidi,delle quali è curioso riportarqui due esempi: Gio. Paulo Vivaldi già contador all'officio " MDCCIII nello del dazio del vin, e Gasparo Salvioni già scontro - stesso rei di officiorestarono grossissimointacco del vino. " banditi cassa infedeli e come delFofficio del dazio Nonciata, ch'esercitava la carica di masser alli bandito li 5 decembre 1713, capitalmente consegliodi dieci per intacco considerabile de fuori dall'eccelso pegni a della ministri » Antonio pegni di come grave fu tio, pubblicoe privatopregiudi » 30 I Banditi "oi della Repubblica Veneta che pei 1480,alcuni ebrei di Portobuffolè, loro riti pasquali aveano sgozzatoun bambino furono arsi vivi in Piazzetta di San cristiano, reo Marco;nel 1482,Bernardino Correr, patrizio, di sodomia,fu decapitato; nalo nel 1483,condanal tagliò della mano destra e poi alla deche un Gofritto, raiitlazione pc; olano di nome Dalle Boccole; massacrato il patrizio avoa cato appicnel 1488,fra le due colonne della Piaz7AÀUj il nobile padovanoNicolò de Lazzara per contro la Repubblica aver nalo cospirato ; imprigionel 1498, per aver rivelato segreti della dei Pregadi, Antonio Hcpubblicail segretario il qualeessendo morto in carcere, fu so].andì, alla forche, e via via altridesjtnso,cadavere, altre condanne,i cui particolari Jiltì^ possono trovarsi nei Registri dei Giustiziati, nello Raspe, in cui si annotavano liljri le sentenze criminali, nei Diari e nelle Vite dei Dogi del Sanudo, Annali del Malipiero in parecchie e cronache. lu'gli due condanne,non avvalorate da alcun dura ancor documento irrefragabile, viva la meijinriatra il popoloveneziano; le condanne di e del povero Fornareto.Nel 1503, ìiifftfit) Inganegher Carnel 1520,certo Biagio it probabilmente jiiii luganegher ^nii-io (salsicciaio), preparava nella sua colle carni di bambini da lui involatie bottega, Di CapitoloSecondo un trucidati, di cui golo, eccellente sguazeto^specie d'intin- ghiottii popolanidi van Venezia. assassino fu trascinato Scoperto,Tatroce di 31 coda a cavallo,tanagliato, decapitatoe sbranato. A si chiama Venezia ancora sorgeva la infame ove Da Riva di Biagio il luogo bottega, adeguataal grande pietàpopolare è una il del povero nome suolo. invece condato cir- È noto, Fornareto. perchè il fatto divenne argomento di drammi naio, di poesie,che, nel 1507, Pietro Fasiol, fore fu condannato a morte, sotto l'imputazione di aver Poco dopo ammazzato un uomo. del Fasiol,il vero sore uccieseguitala condanna scoperto.La fallace tradizione fu crede la le due che lampade, sul fianco della Basilica sera espiazionedel grave errore tuttora accese di San all'immaginedella Madonna, dinanzi lare popo- Marco, ardano dai commesso in neti ve- magistrati. Ma cenno i Diari delle due condanne, ripeto,non né delle Quarantie Criminali, registri i del Sanudo, così diligenteraccoglitore d'ogni notizia Gioverà a anche far lieve. addolcire, questa pagina di XVII, e. 42, 43),che descrive le pene i fieri costumi, viemeglioconoscere dei che il progredire t. fanno tempi non Marino con valeva ad Sanudo (Z)/an, terribile efficacia nel 1513, ad inflitte, alcuni gio- 33J I Banditi della Veneta liepiibblica rei di delitticomuni: « Da poidipatrizi, fo Consejo di X, simplice, et steteno fino snar lizentilhomeni.... ore do di note et expediteno Sier Lorenzo Polani di sier Bernardin, per che zuoba el sia impicatoin aver robato, le do coione poi disinar mezo Sier Baldisera da Molin qu. sier Nadalin, qu. sier Marco da la Madalena, qual avrà la con- yani « € * ^ « € « * le danason al collo per ladronezi et assassinabatch'el sia descopà nientifacti, (mazzolato) ut supra. Sier Alexandro squartado, di sier Michiel el consier, «: Navaier, per lach'el sia de€ dronezi e assassinamenti facti, in la sopradita ^ come conscopa e squartado, fradelli danason,ict supra. Vicenzo e Agustin fo fiolidi Antonio de la Seda "( diti Gontarini, fo prior che li diti per ladronezi al Lazareto, che i siano discopadi € e assassinamenti facti, ut supra ^ et squartadi, Dolfln qu. sier Domenego,al *c Sier Antonio ^ qualeè sta fattoilsalvoconduto per uno mexe, et è venuto,per il qualsi ha abuto la verità tìimolte cose, ut supra^ che li sia sparagna ^ la vita, ^ e che '1 sia confinato in Gypro con fo fiolnataia ducati 5000....Marco da Leze, « € turai di sier Domenego qu. sier Juan, Matio « Barbo fo fiolnaturai di Domino Agustin canoDonado pyctor (K nico di Padova^ et JanuliGreco, " ^ « *^ tuto et CapitoloSecondo « « absenti chiamadi,incolpadi latrocinii e asut supra^ che li ditti siano bansassinamenti, e " diti di terre « da "( « "c 33 sì luoghinostri, e terra,et il Leze venendo da mar come in le forze sia le do coione,con discopàet squarta in mezo taia ducati 1000; li altri tre,venendo, siano apìcadicon taia ducati 500 Michiel « Cornelio € da « fo trovato " fo € rato,e cussi « Et altro nominato € expedito,è € tonsura, over « morir « Nicolò € biasteme, et fato soldato « Beneto « retenuti « salvocondoto « vene « lieto in Canareio ^ à inteso da sier Antonio « il dito sier Hieronimo « bando « Or « sti 5 che 3. San fìol naturai Ganzian,per da in dolo,ma Marzilian quando sarà andò sera a Andriol prexon, per casa prima sarà Michiel fato di sier bandito Nicolò,qual era Padoa per di domino el qual è sta quelloche poi Crivello, e questi,mandò dai et dirà manifestò gran Cai dimandar a cose, li fo dato questi tali aver di quella donna uù Dolfin, dia morir MOLMENTi, / Banditi ^ et fato il deetc. mpra^ qual però Michiel sia absolto dil expediticussi questimalfactori: T- fo non di sgradato,over a .... Stella esser cussi. Sier Hieronimo qu. sier Jacopo fo retenuto,ch'el sia libe- questa in sier esser non la p....a San e prexi i altri, uno di cavati di ecc. camera fono quee man- 34 Banditi I della liepuhblica Veneta basso, e sciolto il Conscio « dati da "c Orsato " Trivixan « le prexon « Gonseio « veano « mandò: € li disse: « Disse itermn « Rispose il « Allora « e « sia taià là testa. « condanation Zustinian,Pavogador di Gao di X a Che « Anzolo a facta ozi nel tutti cinque, che zuoba sier Alexandre i do- Navaier di- morte, Signori?» Tavogador Squartadi,e il Navaier: apicato.» squartadi? » come Sarete descopadi.» morti,e Agostindisse li altri in zenochion sarà E « come : « E » vui Polani « di X: Gao rimasene (1) I bandi Sier X, juxta il solito andono morir. E « sier e dir la deliberation a di X almeno Signori, cussi publicàa ne partiva.Dita si Rialto. ^^) » i decreti deUa Repubblica si chiudevano con questa frase: sia proclamato sulle scale di San Marco di Bialto, Le leggi infatti si pubblicavano dal Comane dador prima su quel tronco di colonna di porfido capovolto, che sorge a un angolo della chiesa di San Marco, e poi di chiesa di San aUa fronte di colonna e al Gobbo costume « ove « li « Gobbo « colonna « non per altro,ad malfatori,come andassero ricurva di Pietro che esser erano quando era in grida; da Salò a mette una tien la scala che che il Gobbo guardo (1541).Ri- un « Jera per ladro, Marco Rialto,andavano far tale effetto, et corta Barba: terminato fu terminado una chiamata frnstado da San pietra viva, che delle sommità cui di Bialto scrive la Cronaca in Venetia di statua una scultura Bialto, buona « di Rialto, sopra granitoegiziano,alla scaletta,sostenuta da di Giacomo a a Rialto, basar il ascende alla più questi tali però fu posto in. la T Banditi 36 Repubblica della fradello « quel Agustin so « era « pato « ch'era « role,e « e « sta' scopato, andò « lani....In « Molin « apicar el « e « li dete € tutti compita questa justitia, « si dolseno « di « parte e « tro li fo dato di la si voltoe,e qual compagno, in camisa. E subito di ancora la etc. zentilomeni, Nel del modo desta et li poi fono con discalzo zoso e morite. Et piaque, ma maxime in squartati terra. le 4 quat- » cui si eseguivano raccapriccio. un prete Bortolo da per tradimento di Marano dal conte venne di tal zoveni parte solite di questa avea era ogni quarto posto sopra sarano 1513, et vardava etiam manara E Po- apicoequesto, el il boia di la morte pa- ch'el fosse morto era non Mohn, impicarel a ch'el questo mezo il sco- drio le copa, el boia la forca su fo disse alcune manara cazete; e poi credendo Il racconto che et bel zovene, grande 18 anni et etiam il quarto coperto.De li altri, e le pene di zovene morto, disse poco come Veneta in Friuli Cristoforo Mortegliano, aperte le porte del stello ca- guidati agliimperiali, "*" fu Frangipani, condotto rato Mortegliano è narnella Cronaca curiosi particolari (1507-1524)di con tori Battista di Cergneu pubblicataa Udine dai dotGiovanni di Udine, 1895). Joppi e Marchesi {AttidelV Accademia (1) Il tradimento di fra Bortolo di :H7 CapitoloSecondo al averlo Il boia,dopo supplizio. colpidi credendo atterrato, mannaia attaccollo alle forche. Sanudo fosse morto continua ligato» (Diart^t. XYIII, e. 48),« si « prete « gambe; « zono « la persona, « esso « trato « tisse non esser trarli saxi et le crudeli quasi come Lo morte. cussi tanto li fo pur neir indole Andrea doge 1476,avea tre si Bortolo, come uccise un omicidio è da cussi riferisce finìla bando un nudo, Sa- vita il primo figliuoli, trovava di ufficiai Sanudo, con (i) Cronaca Veneta ogni a ima Che dei per modo Vite dei un il zo mar- quali,di freza sia stato ilVendramin colposo, Ad curiose. ^') bandito esilio, in barcha. lare, singo- eletto il 5 Vendramin, scrive il dubitare. (Bibl.Marc. onesto spettacolomiserando, esclama accompagnato da circostanze nome sen- » punizionierano Sanudo stesso Il comen- el meritava. come sua le li zonzeva, compiacimento: Et con esso la volta di la testa et di tempo, che perfino il saggio e lo il moveva apresso resentirsi: crudel dopo vete la fin.... morite; siche credo a una a cussi et monstrava che morto ancor tutti chi li era unde a Tanto del E « parecchi con chè^ pera caso semplice bandito del figliuolo Dogi, cit.,p. Ili, e. 35, It.,ci. VII, cod. DCCCI). I 38 della Banditi abbandonato doge da vestito Savio fatto avrebbe ritornare s'accese per ciò il doge, coir Capi dei dei e dove la con quale che trovati et in 2000 un senza per patriarca furante i Landò di esulare le a Roma, i di anni in chi a prexon quelli Alvise ser benché tamen a Venezia. e così con- preti^ essendo tra saldate. cuserà. ac- Landò arcivescovo Costantinopoli, era partite furon dannati con- officio e 5 (furto)e molestato, essere dovette e e una tutti taia che fratello,il quale, di Candia bandito sapere glieri Consi- passare ogni con dicarsi, ven- per dei deliberava: habito ove il Landò e ^ Bisogna avea fece stagino terra ducati paglno doge inimicizia, e, in lo dovette relegato ed il per fossero questa Vendramin Dieci, che Venezia, approvazione si dite trasgre- Vendramin, era fiera una criminalmente seio^ ancora al Tra morì. tempo poco 11 arrestare. Landò, fossero immediatamente Latisana, a dire Yenezia, a Alvise ser volendo non a lasciava s'egli non parte di Rodi-. Ma cavaliere leggi, mandò le dopo ritornava l'esilio, Terraferma, di Veneta Repubblica se ne stato stava, Il Patriarca i Vendramin Capitolo Le La Fino al rivolto il secolo delle Nelle sul armi, sue politica di ferma, rese molte esempio secolo Treviso, Vicenza, unità una in e, durante Crema', Udine Rovigo di la e un parte il e e tutto del grande con I furono, il secolo Polesine, Friuli, Brescia, Cremona* sua men e nazione. terraferma, Feltro, Belluno, Verona, che italiane, anticipando, province acquisti in con italiane. Venezia, sicura la forza la con lotte men raccogliere a importanti alle e parte, dominio suo stessa luminoso, XIV, il se riuscì ma e e termferma, trovato avea esaltazione, Stato alla potenza prese instituti terre vedendo tempo, vicine, suoi alle e la avea non mare serrassero Signorie conquiste mare al questo lei si de' Repubblica non Da autorevolezza delle se feudalità. la e la XIV, a terraferma. veneta pensiero minaccia la Eepubblica intorno come di conquiste d'Oriente. lontane Terzo più nel XV, dova, Pagamo, Ber- Banditi / •lU della di queste Alcune Bepuhbìica Veneta altre province acquistate, le consen-arono consegnatesi, i propri e amministrare per sovrintendente si quellidella pitano Ca- e un giustizia, alle rendite. e fici uf- sola persona. una ordinamenti nuovi a a come feudalità. feudali Grinstituti e e un principali si trovò allora di fronte veneto costumanze nuove la importanza,questidue raccoglievanoin Il Governo non nei domini ignoti ai erano di San Marco alcune neziani Ve- terre minio sotto l'alto dogovernate da gentiluomini, erano della 1145 nel "*^ Polani. mai a due dei e il Venezia castella Ossero, del doge figliuoli radici, ne, torri ed cia veneti,la cui serie comin- potere e le messo sorte con Ma tirannico Arbe Repubblica,come rette da conti feudali dei la alla difesa città di minor Nelle costumi,limitandosi nelle città mandare Repubblica a Podestà i e privilegi leggie glistatuti col feudalesimo, nequizie,non sue fra le a lagune,erano rendere potenti,più Pietro audaci più dolorose suo avea mai i pricci ca- le umiliazioni vassalli. (2) Dopo che, nel 1204,l'imperobizantino cadde (i) Stefani, I conti feudali di Cherso Veneto, tomo (2) Veramente feudale su taluni e Ossero. chivio (Ar- III, pag. 1). anche in Venezia immobili, ma di città vi nessuna fy.qualchemarca importanza. Capitolo ferino le armi per Enrico Dandolo, ai Veneziani toccarono radi Franchi dei collegate da condotti neirArcipelago,le Ponto Bussino,le molti Tessagliae Siccome isole parte delle feudo lontane isole veneziani, che ne di l'obbligo con madre si sarebbe nelle le lodi del chiese se con feudatari, il diritto di in molte dai Doge forza dal consuetudini, se, quei cittadini a Le e di non Ognuno Gerusalemme possedimentiveneziani della di vassallaggio cantare far di mercio com- questi prendendo norma, la scritto feudale, conquistadi Assise di Gerusalemme. Assise di conquista, di assistenza in Codice Signorieuropei,dopo (0 in specialee propria,avea governarsida rasanta, detto dei una gran di concedere di tributo, un coi Veneziani. non in queste esaurita patria,di prestar giuramento di guerra, di pagare nità sovra- l'alto dominio riconoscere ligioalla Repubblica e caso la come fatto la avessero mercio. com- lago dell'Arcipe- riconoscere terre deirOriente alcune della opportuni al alcune Spo- tale orien- marittime e deliberò forze, sue le e viso, di- Propontidee veneziana,la Repubblicasentì imprese fu la costa e della altri lidi voluto aveano non il paese e contrade però dei Veneti, e le Cicladi le coste dell'Adriatico, del 41 furono in Levante. ^^^ Ter- Per tradotte ad sif- uso 42 fatta divisione di delta Banditi / di feudi ebbero Stampalia,i Sanudo quelledi Tine rigo,ecc. In tal modo feudale e Veneta i Querini V isola quella di Andros, i Ghisi Micone,i quelladi Veniero si formò nelle isole titoli di grande nobiltà una Quando trovò Venezia già dovè in Veiiezia stabilito forte il e marchesi franchi,che regione quella forma lontani (1) Lo tempi spiritodella avevano di alla passioni.La feudalità pubblicaeneque « Insignis nobilitas agunt.... € principisdignationem etiam « ceteris robnstioribus « tur, « ipsecomitatus « gnaque « eipem « robur nec inter suum iam comites habet,iudicio et comitum dai duchi e e in tutta la nei (^' della cavalleria è chiaramente (Germ.,XIII, XIV) aatem ac retta dominio, nota già « ncque stata stesa Germania. da Tacito accennato « erano non regime feudale, maggior parte di quelle terre era prima dai duchi longobardi,poi « veri acquistò la terraferma,vi aperto alle più violente campo « furon duchi, conti,marchesi, e semplici cittadini. non più Ce- greche,i cui Signoriebbero principisovrani,là se Bepuhblica privatae rei : nisi « Nihil armati patrum merita magna adulescentalìs assignant : aut pridem probatisadgreganaspici.Gradus quin etiam eius quem sectantur ; ma- aemulatio, quibus primus apud prin- locus, et principum cai plurimiet acerrimi hae vires,magno dignitas, semper electoiuvenum rum globo circumdari ; in pace decus,in bello Illum (il principe) defendere, tueri, sua praesidium.... comites. quoque Haec fortia facta gloriae eius assignare praecipuum / 44 disordine Banditi delia Repubblica dalle sventure e può Veneta sortire qualche la feudalità, fra tanti mali, portò efifetto, buon con il benefìcio se di rendere di più agevolare le sicuri i zioni, comunica- di trasporti, teggere pro- i trafficie di in qualcheparte ripopolare di un colle, sulla sponda di r Italia. Sulla cima un turrite sorgeano ad grave, abitavano più le città del regno dei marchesi e dei di libero sopra i castelli nella poterono veder Mentre coltivavano quando nio domi- periali, conti,governatori im- l'antica idea del prender casa e sottraendosi al italico, forma presero a vano impera- diserte. (^) Neppur regionipiù sterili e corsero i baroni ove padrone,a sopportare ogni asprezza, fatica ogni dimore, uomini, che, obbligatiad eseguirei voleri del le luoghiopportuni, apparissero fiume,ovunque sveglian reggimento,ri- Municipio latino,e obbligandomolti signori le città, infelici miglioratala alla rendita rali plebi ru- loro fondiaria zione. condi- zata cristalliz- nei castelli si contrapponeva nelle città il reddito che dell'artigiano indipendente, nei mentre traffici e nelle industrie questo reddito industriale terribile al reddito del Comune si elaborava cittadine, movea guerra feudale,creando- la grandezza nella campagna italiano, (DPeNina, Ttivoìuz, Wltaìia, XI, VII. non Capitolo si sentivano effettidella rivolta popolare. i benefici t^" Chiuso dominava 45 Terzo dale ròcca,il signorefeunell'aspra sulle campagne, ancora ottenendo e dal brigantaggio. proventi dall'oppressione ricchi I nobili castellani si chiamavano liberi;masnadieri gli agricoltori arimanni guardie del glebagliuomini annessi Questi ultimi lavoravano. erano possedere, pari degli armenti al clem torre et ancillis in la sentinella i povere di male ibi guivano se- bus omni- cum vel abitantibus^ ibi- Dal battifredo della più alta pertinentibus. annunciava dalle potevano partedel fondo la sorte delle terre vendute servis alle terre nulla come riguardati (^^ e coltivavano, che lo castellano ; aldioni i servi emancipati; servi dì che valvassori; colla campana primi albori,e capanne, a nutriti, scarsamente e giornatadel Ogni triste i servi e disobbedienza fango e della perte co- gleba, incominciare al signorepunitacon erano talvolta abietti cui si vedeano (1) Loria, Teoria cap. II. di segno la faticoso lavoro. morte, e alla disobbedienza dagli uffici più corno quel a intonacate paglia,uscivano col o economica la spinti condan- della costituzione politica, Torino, 1886. (2) I coloni feudali trovano degliultimi tempi dell' un riscontro nei coloni impero. mani ro- 46 quellodi nati,come del delia Banditi I padrone, di le rane, tacere JiepuhbìicaVeneta tirare batter braccia a l'acquanei le quando fossi per far signore del doveano di partorire, camminare piede,0 facendo passi innanzi due di portare un ubriachi e dar per motivo stanchi dalle fatiche rapine.Non del servo continuamente e nella libertà dai costretti ad dietro, in- uno o un pane di risa ai signorotti degliomicidi e delle degliuomini allodii. (^)Senza protetto dal potente padrone, minacciati vescovi e nella dai proprietà baroni,erano offrire il loro allodio al signore,che lo restituiva in da solo di fìngersi castello, dei piccoli di proprietari liberi, la sicurezza e rapa, infelice la sorte meno un quattro paia di buoi, i chiavistelli del di baciare oziosi tirato da carro un sopra castello con una uovo, il cocchio e qualità di benefìcio, uomini liberi in clienti e a giaci can- coi vassalli, contratti di patronato, di di raccomandazione, bastando fedeltà. E, non alla cupidigiadei feudatari i tributi, si imposero le angarie, obbligando delle signoriea non tutti gli uomini ter povender le propriese non dopo smaltite le derrate del padrone, di valersi del mulino, del (1) V allodio parte del suolo di la era su cui proprietà. vera proprietàfondiaria,ossia V individuo esercitava un una ritto pienodi- 47 Capitolo Terzo la per suoi del mensa la sanguinosa e più dei piene Fatto scismi La sicuro dai Germani. Paolino il continente rimanendo sede e Grado, a avvenuti anche cuni al- e dal papa dai Longobardi,poi quella favorita gradense era ; dai II stabilì che Grado del Veneto cui obbedivano e WiNSPEARE, Franchi 731 e dai le il pontefice Gregorio essere la metropoli dell'Istria ; Aquileiadel diciassette diocesi. Ma op. zantini, bi- Sergio111 (687-701), dovesse ridestarsi i mal di l'aquileiense li,patriarcad'Aquileia,fé' cessare e nel disputeteologiche, (i) l'invasione tutte le isole della laguna. Sotto il papato di a tese con- fu ristabilita la metropoli religiosi, dai veneti prima ostinate e stata trasferita metropolidi Aquileia,pur Grado. d'odio di Grado. barbari,era la divenuta Friuli,sotto durante d'Aquileia, patriarcale sede più bero i qualiebd'Aquileia, dei Patriarchi coi Patriarchi in vita tenace controversie La la feudalità ebbe regione veneta il dominio la per messe, ^^1 ecc. Nella la cultura dei feudatario, per fondi,per l'aratro, per vendemmia d' prestareservizi gratuiti di canone, un signore (banalUas)^ gandone pa- del forno, del torchio Friuli, non darono tar- sopitirancori,rap- cit.,cap. vili. •i8 Banditi I presentando Grado la chiesa l'elemento straniero leia,dove per fu Bejmbblica Veneta della avea molto nazionale,mentre azione sua il tempo nobili,i quali,divenuti paese, vi portarono le dalla al IV Arrigo Friuli,la discordie statuti. e sedettero crudeli,tennero dispotici, il messale in il a canto alla mitrati,che percorsero (i) Oltre comuni cento della Patria Aquileia.In originevi il contado coi il dei romani, ostante Carlo i divieti Magno (803), masnadieri tipo leggendario del friulani,pur riconoscendo era aveano salli vas- (^" spada,veri la propri statuti. presiedutodal Patriarca del Patriarca, si reggevano Parlamento contea Aquileia,alcuni, non Capitolaredi e e dalle ambizioni gelosidei propri diritti concili la donazione Dopo Carniola tal'altra dalle ribelli, prelatiche nuovo siastico, grande principatoeccle- un agitatotalora dei molti consuetudini,le forme, di marca patria, seco patriarcaSigeardo,la d'Istria divennero i loro nel proprietari feudalità. della le violenze Fra soglio patriarcale Baviera, conducevano specie dalla del Aqui- lustri occupato da prelatiappartenenti ad il- prosapie tedesche, che di in con parte un due vescovo, vranità so- Il di pitoli, ca- i rappresentanti delle cinque abati, quattro preposti, comunità, nobili e i quattro membri ministeri aliy dei gli sculdasci o prelatij baroni delle giudici liberi, comunità. Capitolo Terzo dei secoli XV bandito 49 XVI. e Tali Popone e Voldarico. Nel II investiva del 1019,rimi)eratoreEnrico chierico d'Aquileiaun patriarcato Wolfgango, nome nel detto dai soldato 1022 Greci, cancelliere pone, nostri cronisti Po- nelle i Puglie contro "^" cappellano imperiale. o del Consanguineo di tedesco di Mainwerk vescovo Pa- deva derborn, il quale, per parte di madre, discenil nuovo dalla casa imperialedi Sassonia, Patriarca,che al cospicuo lignaggio aggiungeva protezionedi la Enrico II Salico,(2) riaccese le liticon (0 parzialee il Grado,implorando dalla fond. al J084)y che il Patriarca, ch'ei scasare crede aver patto segretocoi due fratelli Orseolo, Pano Doge cidere Vene/ja, l'altro Patriarca di Grado, congiuratiad ucla libertà nelle lagune, per iniziare una specie di avuto di vuol di Corrado gestedi Popone,è storico acato, delle nella narrazione seguo ma [Stor.di Ven. II GfròRER e un dispotismodinastico. Popone da sono (2) Un Ma le di Corrado il diritto di coniar il de e Kubeis, sarebbe d' Italia,che abbia regno. Il PuscHi del 1028 moneta battuto del a avrebbe stato moneta, {L^atelier nwnétaire abbiano della pace 4. — incominciato a di Costanza. MoLMBMTi, / Banditi^ ecc anche Popone, che, il in accettata secondo tutto des Patriarches coniar moneta cesso con- primo principe quilée.Macon, Protat, 1887) crede invece che non patriarca storici confermate. troppo autorevoli diploma il Liruti malvage imprese se i non il d''A' patriarchi al tempo 50 I da papa Benedetto della Banditi Bepubblica Veneta Vili,la reintegrazionedei suoi diritti sui mitrati dubbi incertezze,finì- invece e dismise non per ciò i suoi lasciò gli l'occasione, còlta altari Cronaca, chiese e e corpi di santi,e alcuni Grado la e ne andò Venezia dopo soldati dentro ricchezze. 1 Veneti sue a 1042 di tradimento sua e, dopo duomo nel la aver città, accorsero chiarò allora di- giato saccheg- aver possedimentidella repubblicain nel ferma, terra- s' impossessò nuovamente Grado, la città in fiamme mise a trovare. prelatorapinatoremoriva emulo subito Ma Popone fu Volda- (1162),altro patriarcaaqui- brandì leiense,il quale, deposto il pastorale, spada e, occupò a alla testa di alcuni tradimento Dandolo, che doge il dopo improvvisamente. delle gesto di rico dei conti Tre ffen Il di chiese,abbattè gli altari,rapì quanto preziosopotè ancora Un mato ar- nella Popone riacquistarono. guerra i se guarnigionedi una delle spogliata le corse monasteri,fece violenza alle monache, saccheggiòi tesori,rapì e Grado. propositi e, il Dandolo quanto scrive a a di strusse, invadere, nel 1024,Pisola di Grado,di- a messa mare confer- col privilegidella metropoli i Popone gradensi.11 Papa, dopo feudatari friulani, Grado, cacciandone si Vitale Michiel rifugiòa salpò la il patriarca Venezia. subito con un 52 I Banditi infatti si trova (nota uno « Non « un « presi i « Franconia, « la « d'ogni autorità « fuso « luogo « cati « luogo « colpidella mannaia; « in « rono « morte « di loro caddero « vare « in « beneplacitodella altro paese Il i della siano stati teste tante luogo così spesso tanti male un principidello i in vita,e oltraggi;in vittime talora a sua clientela (1) Zahn, Udine, 1884. anche in tanti conser- luogo,come nessun stessa dipendè feudale. Patriarca,pei privilegiconcessi da' suoi i ancora luogo nessun in nessun stato soffri- della lotta per nobiltà nessun sotto d'altra parte ma dif- rifabbridistrutti, signori caddero di Friuli,questa autorità Ottoni,con della così atterrati ; in nuovo l'autorità suprema; e e in Friuli.... In nobili,come poscia di e Svevia com- dove Brandeburghesi, delle risse e il disprezzo tanti castelli furono nessun Magno sua germanico, le Marche Tamor illegalità, tra acuto) "'" storico dell' Impero distretti feudali e Veneta Repubblica della dal » da Carlo gli successori,particolarmenteda- titoli e concedeva, poteriprincipeschi, volta,investiture armata, avendone I castelli tedeschi in feudali in ad cambio Friuli, trad. pag. una il 14. 53 Capitolo Terso di giuramento essere "^) d'alto dominio. Il Friuli,r ben Istria Carniola la e castelli di centottanla alla difeso ne' suoi diritti sempre sovranità 0 diritto di ampio, meno andando spiegare talvolta, (0 di I prelatidavano Avvocati Visconti Mon. (De Kubeis, feudale diritti annessi doveva Eccles. difendere all'alto dominio armis et vassalos in minacciato armi dalle invasioni i chierici di dolore : « Una le trattar volta « ròcche « prelatidelle chiese, per né i vescovi campum le armi Vili abate i di cinti l'abbondanza di dizio giualle Chiaravalle, accento con castella Ma corazza. delle ritto di- (872-882), chiamato aveano non in sangue armi, esclamava andavano ac eartim, con Saraceni, avea le chiese di nome signore,giacché il delle Gallie. Guidone i vescovi vedendo dei o vocato Aqnil, fol. 531).L'Av- proibivaai prelatidi versar Giovanni guerra. Però il pontefice in Tuffici cere jus di- et canonico 0 il res adem eziandio del e advocatorum erat loro i guerra, talvolta anche vassallis^hello jura tuerif militesque ac zione giurisdi- laici il titolo ai baroni Munus ( Vicecomites). educere. dal privilegiodi col alla feudali, che presero EccUsiarum feudatari, getti sog- Ottenuta patriarcale. con principel'investitura, più vano comprende- cose ora e i tempo- stragiquei beni che doPaltò vrebbero « spendere in favore dei poveri.» Come clero obbedisse alle leggiecclesiastiche, chi insegninoi patriarfiggere d'Auxerre, il quale fé' crocid'Aquileiae quel vescovo « rali,difendono uno che col ferro aveva (ved.Cantù, Stoi'ia e colle fuggire un uccello da caccia Univ., Epoca X, 1. X, e. XII). fatto I Banditi vessilli i signoriritornavano gentilizi, facendo castello, sventolare per essi loro rossa, la libertà la violenza e violenza, al bandiera la ^^^ Ma personale. di libertà segno Bepiihhlica Veneta della nava suo- la sola era avidi del diritto.Irrequieti, perversi, misura ricchezze, quando piaceridelle distratti dai violenti erano non caccio dal o dei rumor dalle loro alture piombavano di viti, con- a saccheggi, a ad assassinamenti,a rapine.Erano spogliazioni, a volgaripredoni da strada volta da Duino, che nel da Monfalcone di secolo 1281 Villalta i molestava Trieste,o a Ugone come tori viaggiai signori come che, negli ultimi anni del XIII,imprigionavanoe spogliavanotutti i viandanti in (1) Uno strada sulla Germania, o da che i come Gividale duceva con- signoridi Spilim- conosciut singolarediritto feudale era stato ridal Patriarca di Aquileiaai signoridi Ragodella chiesa Aquileiense, al primogenito gna. Sotto il dominio dei Ragogna competeva il privilegio (jus figendi)di levare a suo del Patriarca, un libito dalla mensa piatto coi cibi sovrappostie di tenerselo e goderselocome cosa sua strano Sciitellam : cibariis de que mensa intus Patriarchali. curia e sera. Pinzano, pag. 80. domini essente Patriarche, quandocumque [Thesaurus Ecd, AquiL cum bus omni- ipse esset pag. in 84). 11 il piatto mattina poteva anche pigliarsi Degant, I signori di Magagna, di Toppo e di maggiore della pag. e casa* 18. Udine, 1894. — Zahn, I castelli,ecc. Capitolo Ter bergo, che da Brlinn 1329 nel lungo co Giovanni coglievanoun la via lo derubavano e di 130 ^^) a volta spregiatori d'ogni d'argento ; i signoridi Prampero, come più giustodiritto, che, nel 1355, dopo aver ricevuto dal vescovo monete di Concordia di danaro somma Agitatinei contrasti di gli affetti, famigliarie che incominciava pur quei truci uomini da bruciava Gorizia, (1) Un caso ai mercanti gran rumore. Stefano castello simile Jacob Essi gli nea Ecco Da ed tenuti e scacciava ne del secolo XIV la metà Polle fermati entro e impafanciulli, dronitosi Butrio verso Cortoletti di Venzone. chiesa,con e Loffler, Hans furon società, sconosciuti. una di avvenne lor Butrio,capitanodel più di cinquanta fra donne del la violenza. germanici, erano tutto terribili. Nicolò di conte del Cusano, risplendereanche a stituzione re- rispettoalla donna, instituti cavallereschi esempi di quellacupa il la per castello dell'usurpatogli glieloriprendevano con dì bel un una altri,che levò in ciò nacque ostaggioda una lunga che diede per risultato la promessa questionediplomatica, del patriarca Bertrando dolo, Dand'Aquileiaal dogo Andrea di proteggere i mercanti pel Friuli; i prigionierifurono prima giurare che non avrebbero con e viennesi che transitavano ma rilasciati, mai quei di Venzone. (Zahn, Austro 83, Vienna, 1877). tentato dovettero di vendicarsi Friulana, pag. 57 t Éanditi 56 della seminude le signoredi Manzano con parenti;Taddeo gentildonne sue nel di Guido e nivano Soffumbergo ve- chiudeva signordi Socchieve rapiva,rin- propriocastello stuprava parecchie e due nobili donzelle. A Tolmezzo tante violenti offese donne da GregorioArcoloniani nel collo,nel volto perchè lasciato di un il nelle e padre da dote, in modo che coi nemici (1) Margotti, Donne restituirle la castellani scotevano dovuta vogliosodi aquileiense, univano e la con ^') signore,recandogliguerra si casa Cornare. loro si invelenivano dova ve- dei veneziani la devozione animati signorotti, Camino, a di,rado i avea costretta non e le fu Fedifraghie spergiurii mitrato trigna, propriama- cacciata di la meschina ricorrere alle elemosine coltello di Torcia,fu dai parenti Jacobuccio,conte che indossava, senza pelliccia sola la testamento Beatrice marito popolo; colpidi mani, nel delle zione premedita- con molti legato,e del defunto furor di a uccideva agguato, con tirannelli all'onor arrecavano ammazzati essere ed di uxoricidio; accusati irrefragabili prove Roberto e Veneta llepuhblica dal e al Patriarca, morte. assoluto duro del Monache, impero, talento di le ire. E i nobili il Fra sistere, re- ribelli come patriarcato, pag. 44. Firenze,1884. Capitolo Terzo nel cui la Comunità 1219,in colla chiesa 57 di Treviso,in lotta stipulavaun'alleanza aquileiense, coir intervento parecchicastellani del Friuli, con di Ezzelino de' da Visconti,o Rodolfo Romano IV d'Austria al moveva una podestàVisconte del che il duca 1361,allora nel come della Torre e di guerra vico Ludopatriarca reggiato sterminio,favo- dai ribelli della Patria. Alle le E di baroni,eccitali i erano che Gorizia, nel 1350 pianura di Richinvelda Bertrando era ai merli feudatario si era di nel 1352, appendeva Sofifumbergoun e faceva fellone, squartare la tramata quando e di Lussemburgo, figlio del castello di Filippode Portis,nel nella spegnevano Genesio: Boemia, che di re da Enrico il nonagenariopatriarca dei conti di San il patriarca Nicolò Giovanni guivano se- rappresaglie. quando conte rivolte cui in Gividale palazzo in congiura contro Udine, il patriarca Bertrando. Tra le famiglieche più ebbe eredi il Friuli in gnori violenze,furono i simente Ragogna, casata antica,che probabil- omicidi angustiecon di tennero dal e Margravio di il potere, la nobiltà, i essi l'uccidere ma tre fratelli non fu fierezza di Ragogna Stiria da' suoi Per possedimenti. soltanto vendetta genio bestiale. ammazzano o o 1260, Nel Ossalco pacità, ra- e Gio- 58 I Banditi della della superstiti ultimi vannino, Veneta Repubblica famiglia Ven- doglio.Sigifredodi Ragogna, nel 1268, è tra di Concordia. gliuccisori di Alberto de Colle,vescovo Il nobile e Federico,signore di Pinzano luogotenente del mette a di duca Carinzia,nel 1272, Cividale,imprigionando sacco facendo parecchi cittadini,e viva Sofìa Fioretto. Gli annali una secolo XIV dei e di pieni delle son del Friuli del violenze e di colla comunità Varmo menzione di commessi da coi due Nel fanno dai di la nubio valle del Da- nefaria brama altri giunti con- della Il Parlamento gli assassini, clamandol proil feudi,e l'esercito della il castello Pinzano uccidono allora al bando Bertrando,raccolto patriarca chiesa, stringe Pinzano, che tien duro disperatatenagia per quarantaseigiorni.Si ignora che di e 1343, per nome. decaduti con Della dominavano dalla Ragogna dello stesso d'assedio coi documenti Ragogna commerciale Venezia. mette i vecchi quei temerari, che eredità,alcuni Patria ghe bri- aggressioni,di rapine, di furti, strada a di ' e ; castelli di grande delle Pordenone, coi signori di Flasperg, di Savorgnan, Torre,coi bruciar coi nobili vicini di Montereale Ragogna Maniago, pitando deca- e la sorte dei perdetteroil ma ribelli, possesso e la si sa di certo giurisdizionedi 00 I fiamme Alla ferocia si Gli abitatori vedeano a scendere monti dal dalle devastar E campagne. atterriti calar delle campane, che feroci selve mandare a dieri masna- campi rintocchi il divampar annunciavano armate, seguiteda arroncatori A quel e delle da comanni. sac- donati plebirurali, abban- le segno era stormo a degli incendi, lo irrompere improvviso bande giù borghi, sacco il silenzio dei interrotto dai tratto non il feudatario maniero suo disertar case, a un sbucar o allorché campagne, taglieggiare, guardavano dai a delle ^2) spietati. Tesser rispondevacon ^^^ le macerie. sepoltisotto restarono e lìepuhblica Veneta lìanditi della stiame fuggivano in gran fretta col beloro arredi,riparandonelle borgate i mansi^ co' e le della mura sede del rendeva brevi riposidella [liDegant, I in Signori grammatica nel e versi della presso a nanza, padrolui cer- coloni livellari o servi. "^) Nei pace, il (2) La strage di Torre lamentazione e quei miseri,che suoi rifugio, dietro sciuto barone, il quale, cre- comando coir istinto del cavan salvo cortine,o ponendosi in di munite di Eagogna^ commosse a Gentile retorica in i popolo come ecc. molti da Cividale baroni, animi e Eavenna, del inspiròuna maestro Friuli,dove di morì 1404. (3) Antonini, Il Friuli mientale, lardi, 180.^. pag. 194. Milano, Val- Capitolo Terzo i baroni il come imbarazzi dai til erano Patriarca, prestatoriad crudi postiin usura, per la piìi parte toscani,dai quali il Friuli potè liberarsi, sol divennero i Veneziani quando signori del "*" patriarcato. Non le minori erano di mura Patriarchi dimora. i Udine, specie dal vi trasferirono dWquileia il quale Nel le sovrano, 1388, il papa in sua il più laide femmine, dei loro civile nel come patriarcato residenza IX, in Gividale. troncare per eran un tro al- del Sobieslavek, figliuolo Moravia,odiosa figura, per ricercati i FilippodWlencon, Bonifazio Giovanni Patriarca, di cui intervalli la nominò lunghe e sanguinosediscordie, marchese entro eleggere il proprio pastore conferiva la 1237, la guerra al cardinale pose i danni VI, togliendoal capitolo il diritto di commenda una ad crudelissima Arse 1381, quando Urbano e travaglie le i lazzi dei caccie,le letti cui i di- carezze giullarie di zioni le adula- : i compiacimentimaggiori, parassiti seminar discordie, compir vendette,perseguir colPodio i buoni. '2) Ondechè Giovanni,al quale (1) Antoninj, op. cit.,pag. 214. (2) Il prof.Vincenzo Marchesi in un suo studio,Giovanni di Moravia (Udine,1883) cerca di scusare il feroce prelato, e dargliqualche lode,non foss'altro per la tenacia con la 62 I la virtù degli altri volse Banditi della Repubblica colpa e rimprovero,si era perseguitare gliamici a e Savorgnano,capitanodel di uomo e gravie al cui ma patria, 1385 di Comune fu condannato Andriotti,il più del dì Savorgnano, e dopo delle del Generi fra servigie al bando i carezze ste, che gli mostrava lo uccise quale proseguiil anche nelle del suo meglio le 1394 padre suo detta, ven- d'E- insanguinate spiò il turpe Udine, lo costò ac- colpi di pugnale. Il cada- disegnodi rendersi pagine del Marchesi, il ed insolente tra aveva studiar la del Castello di a con madre. Orsina sovente giorno del prelatonegli orti Ma che Tristano, nome lui dalla in vesti paterne, un e rei, blandendo i l'odio per stimolata che addolorato, assistito alla morte dissimulando uccisione dell'ucciso. Ma, figliuoli questi,il maggiore,di fanciullo in ancora Patriarca, fingesseil contrario,mostrandosi condannando tempo, assassinato 1389, del renti gliade- molto non Savorgnano. Questa fu di consentimento del prelato Detalmo capo amato che an- ascritto aveva nel ed stimato chiesa lo stesso da nota eni lo Udine, prudenza E prima, da giudiciservi patriziato. moravo nel in Venezia, che nel a i clienti di Federico costumi,la severi solo non autorità, Veneta tiranno. principeassoluto. moravo appare dele cru- Capitolo Terzo vere, sepolto da Maria del 63 chiesa nella prima fu trasferito in Castello, notte per sottrarlo al furore del elesse Tristano Il dominio a di Santa duomo nella popolo,il quale capitano di Udine. ormai stava patriarcale la triste vita,e alla successione per i duchi tutti, di alla muovere di Gorizia, d'Austria, impazienti conquistacolla nezia, violenza. Ve- era prudente temporeggiatrice, pronta coglierel'occasione a nobili del Friuli, a alla come delle vie cui Ai civili dissidi e sempre i ingrazionirsi per guardava cupidamente regione,che l'avrebbe del principali i Ca- agognavano i Conti minesi,i Carraresi, gliScaligeri, sopra finire padrona resa commercio transalpino. alle cupidigieesteriori, s'erano da ultimo aggiunteanche le ambiziose mire di di Sigismondo re d' Ungheria,favorite dominio dal patriarcaLodovico di Teck;^^)per cui a molti friulani mettere nell'animo il paese sotto la ritenendo i sorse fosse questo tumulti,a (i) Lodovico di protezione un buon San rimedio un arginealla di Teck fu Tultimo porre dei duchi il desiderio di Marco, a mare fer- invadente sovrano patriarca vico d'Aquileia. Dopo che Venezia dominò sul Friuli,Lodotentò riavere il patriarcato colPaiuto degliUngheri, che furono la respintidalle armi venete, ma segnarono loro ritirata con atti della più crudele ferocia. precipitosa 64 Banditi I feudalità delia Repubblica frenare tedesca,a Veneta cupidigiedegli le eserciti arciducali. in vero, allorché E s' innalza Marco San storia la Friuli e, sotto manda un sentimento di ree del scono Udine, fini- di patriarcato Una tanti anni e al signorotti vita una gente forte, fine al risvegliato subito di ristorare l'ordine nei cercò dare sotto accanato dignitosamenteoperosa. svolgimento e sano un miglioramento alla le di riconoscendo vita un maggio 1420, atti pubblicie solenni con da Padova, di Antcmio del fu Delfino del fu purché pagasse statuti stesso e relezione approvata dal del di di di reggersi consuetudini allo stato 300 ducati conservandogliil godimento d'ogni e e del Comune al Comune gli antichi del fu Fino Freduccio Biachino,oratori Vito,concedette secondo del fu Francesco Bartolomeo Daniele il 28 di Rizzardo istanza Daniele, di Enrico San sue, Doge, ad Guidotto,di da San il tico pra- tando popolare,rispet- franchigiemunicipali.Per esempio, del fu di il proprio destino,corre nidi di delitti, castella, popolo,per dei e mura feudale. del le la pressura paesi,di la bandiera a cui rispondegioiosa gridodi trionfo, del Venezia 1420 sanguinosa vigorosa,conscia voce sulle Tanarchia Aquileiae la nel Fanno, altra dita ren- propriopodestà o capitano, Doge, cui dovea giurare obbe- Capitolo Terzo capitanodi Il podestàe dienza. 65 Sacile doveva giudicein appello delle sentenze nunziate proin San Vito,cui em nella festa concesso essere di San i proGiorgiod'ognianno eleggersi pri uflQziali.I giudicielettivi giudicavanole col Rettore cause e criminale regolatasecondo gli statuti e del Friuli,ma il giudizio pello d'ap- era le consuetudini riservato alla era la tore, (daziodoganale)spettanteal Rettorio quale erano soggettele ville del terri- muta al di San Vito diminuivano dovere^non doveano atto regolarela materia fatto in giuridico la Signoriasi dei si i feudatari il loro molestati. Le essere validi,e restavano e che facevano territorio, ogni altro e abitanti. Non loro i e i diritti del castello ; abitanti nel di Signoriaven(3ta. Non si spettantialla comunità, i dazi aumentavano ne veneziano,la proceduracivile tenze sen- tro addie- riservava e del guastatori reggiare. car- "^) In questa forma gliantichi si riconoscevano statuti comunali. Ma la quiete fu in breve turchesche,che (M Libri misero della Commemoriali pubbl.dalla DeputazioneVeneta voi. Vili. 5. — MoLMENTi, I Banditi j ecc. turbata a vasioni in- dalle sangue Repubblica, - e a Regesti cumenti di St. Patria, serie I, Do- I 66 Banditi Veneta Bepuhblica della rapina la patria,e dalle turbolenze dei signori ambiziosi,i qualirimpiangevano il men dei Patriarchi. dominio Venezia Stato,non se forza la voleva al singolo,ne di farsi centro diritti e vedeva A di buon sovrani privilegi occhio questo proposito bene la sicurezza Machiavelli,come sieno nate per il feudalesimo, Repubblica società ristretta e una lo potenza individuale personale. La concedere non conto tenuto volentieri accettare sanzionava la solitaria, mai in quanto componevano non poteva che Venezia avendo non infatti, delle persone, e severo un pendente. quasi indi- quella città gentiluominicon il osserva la felicità di e stati in esservi non uomo castella e dizioni, giuris- blica avvegnaché perniciosiin ogni Repubsieno sempre castella a Fra • l'autorità Repubblica e feudale la quei signori,che stati sudditi. avevano e mandavano co- della fredda,ordinata,severa, bieca,incomposta,selvaggiapotestà c'era odio esistevano come dissidio, e ire e scordie di- tra la rapace nobiltà castellana e l'aristocrazia commerciante e l'una feroce e coi traffichi; coU'operosità l'altra temperata dalla prudenza.^^^ insolente, (1) Un che solo separava esempio varrà l'una a delle dimostrare aristocrazia chita lagune,arric- il profondoabisso dalPaltra. Mentre pei no- 08 I Banditi della D'altra parte,pur lari potè, per le Friuli,dove sudditi nobili friulani feudali di qua che d'Austria di Venezia. di là del e Parecchi ad continuavano delineandosi evidenza con Venezia fini per tra troppo bello era fin dal Francesco tanto e per com'erano interessi, l'Austria Per luogotenentea Udine^ relazione sua Friuli bella .e più che gli arciduchi Sorgevano questionianche per li sudditi « Michele € et servirsi del sale del Ser."»» Arciduca « centra « osservato di Biana) quelloche Secr, della Centa di Nebola « nostri per il era esser al ne al havete ditore Provvescritto {parrocchiaSan presenteastretti ragionesi del sale. la vendita lettere vostre cessaria, ne- tentavana Così, il 3 gennaio 1570, il Collegio scriveva «Nelle il sto, acqui- la Patria del di Cividale: valere,, poteri così profondamente Michiel,scriveva nella Doge, essere gioni ra- troppo comodo e il 1553 le maggiore sempre l'Austria/') e i tra domint aver confine,e le rivalità fra due discordi Leti. cerca- i sudditi tratto tratto faceano andavano e comuni,, ogni lusinga e beneficio,conciliarsi i castellani Friuli liberi specienel feudatari, i vicini arciduchi con vano, ai avversa ragionipopò- politica,dichiararsi necessità manifestamente (*) tutelando Veneta rispettandogli statuti de' e non al Bepuhblica a comprar Carlo, il che è deve creder che sia stato passato.» Arch. di Stato, CollegiOyIV, (1568-1570). 69 Capitolo Terzo i confini. "^" E il violarne Mocenigo, il ad luogotenenteGerolamo agosto 1574 27 altro scriveva: il Ser.™** arciduca più ?€ cerca ^ che ^ verni,che -« sti alla ("'castellani) ^ da lei,et già ^ di Udine ^ gippani,Golloredi, Godroippi,Attimis 4c altri. » con beneficij, con li dà delle ^2) Per favoriva di procurava et il popolo e i nobili delle città troppo gliinteressi dei feudatari delle campagne. € La il Senato piegareall'obbedienza non il 19 Compagnia Feudatari dei SS."^* della Città hanno « dienza € la condition de cavalli et huomeni (1) Arcb. Udine La 49. nel 1875. nozze a Udine veva scri- quella Tobe- con Pubblici,migliorando del del relazione (2) Id., Belazioni, ecc., La iitampata per j con adempito sempre di Stato,Beìazioni B.A colle blan- 1640: settembre tutti gliordini in volte, Giustinian « a e l'ordine nobilesco. luogotenenteGirolamo Doge, E rade negli ultimi tempi,riuscivano al molti et a anche Infatti il prime FranStrasoldi, Luogotenentie a go- levargli delle fatti i -dizie con la Repubblica gliostacoli, accortamente, e destreggiarsi ofiFendere non le ambizioni devotione famiglieet tante Carlo, città di voltar que- sue sua Non scansare continuava mentre et promesse come obbligati, sono « nel- creta, Friuli, CollegioV, Se- Michiel Belazione nel l86l onde e a fu stampata a del Mocenigo fu Venezia nel 1877. 70 Banditi I € Tultima " Sig/ Provveda « tento. rassegna dal molto rimasto son 1702,scriveva con- mal al vicino Udina propositodi a friulani accusava i nobili fidi della Repubblica libello,che e certo d'esser affezionati Imperatore: Sarà « Corraro partenza del rEcc.*"*^ la Correr, luogotenente in al 1701 sudditi doppo "^^ » Bernardo E Veneta Repubblica della memorabile sempre « datarijdella Patria,che « scrittura di la Fede tocchi da de Feu- velenosa affettionati maligno Autore,come . « ad altro « non se « Deputatinon « de loro animi « ne « mando « stro far arder che potei trattenerli, Principe,non scuotessero, e per ne delicati. Ne riportaiquel di dover da tanto l'infame scrissi all'Ecc.^**e loro di mano per i nobili di Massimiliano difesa di San sembreranno mitezza (1) Arch. Marco graditocom- pubblico mini- scritto....» ^^i i tedeschi friulani combattessero sotto le tuttavia le loro- mi rappresentasseroli sentimenti Benché, nel lugliodel 1509,contro in de mezzo di Udine,, mura improntate a soverchia di Venezia,^^^ parole dei luogotenenti di Stato,Belazioni, ecc. "2) Id. Ibid. (3) E Cergnen però da nella notare Cronaca che cit. non anche Giovanni solo si mostra Battista di ossequente. 71 Capitolo Terzo quando si pensi che le emulazioni tra la veneta Tambila imperiai signoria fomentarono e datari, la rapacitàdei feuzione, la frode, l'audacia, i quali diventarono ubbidienti meno e e si videro variar di parte più atti alle discordie, secondo che gl'interessi. e consuelur accogliendoalcuni privilegi Così feudalesimo, il del dini variavano le difficoltà che cendo Governo, vin- venelo i nuovi accompagnano domini, fece, sin dalle prime, leggi e provvedimenti per dar sesto, norma al sommettere ^^^ non si accettavano non diritti, aUa antique ohservanzie che, meno esante (1) Nei Libri leggide senza esigevanoi Veneziani^ma do- ferma af- della Patria casteUani poche eccezioni,ì affezionati al governo erano le si richiedevano si i titoli consuetudinari, esame di consentire blico. capriccioprivato l'ordine pub- Quindi ai feudatari dei loro prove da modo feudale,in ritto limiti,al di- e veneziano. Commemoriali della Repubblica si trovano concessi ai feudatari del Friuli. Per esempio, privilegi il 30 maggio 1420, il Doge fa sapere che ad istanza di molti Giovanni sone, del fa Simone e anche rappresentanti di Ulvino glialtri accolto sotto Tobhedienza aveva del fu Enrico consorti di Venezia di di Valva- quellacasa, tutta la casa l'esercito stessa,colle condizioni fatte dal governatore generaledel- veneziano, e verso rendite la e lasciandola fn possesso di tutti i diritti godeva sotto i patriarchidi Aquileia» delle antiche prestazioni. corrisponsione che 72 I cumenti delle ottenute Banditi inoltre che da della da potesse feudi aver e nella signoriestraniere, ducale al Veneta investiture. Si ordinava suddito nessun principio Repubblica di Nicola missione pro- tare (1471), per evitenlativi di dispotiche padronanze,si vietò domidoge di possedere alcun feudo extra Tron nium. i feudatari V'erano più civile, potevano godere del e mero podestà di gladio^ con facoltà Signoriadella Repubblica per misto Tutti doveano morte. a il Serenissimo diritti di osteria dichiararsi e Ducale Dominio obbligava di nel centi giusdidi portava e di della e mura mantenere e di San nome terre,che doveano la indipendenza provazionedel castello dello Stato o ecc. difendere, per Marco, il castello maschi nei passare Il feudatario nore l'oe le denti discen- Tap- Senato. Era vietato di ricoverare nelle ville veneto, si riserbava occorrenza raferma, ter- imbottatura,i esclusa ogni cessione, senza legittimi, nel zia, Vene- beccheria,delle acque, delle dei mercati caccio,delle strade, e Talta riconoscere qualsiasialtro reggimentodella i dazi delle sT imperio,con cioè di condannare In molti feudi la investitura da podestà che e i giusdicenti, limitata, meno 0 sola semplici,con e dipendenti i generalmente il diritto di e guastatori carri e avere la banditi blica Repubad ogni di fornire il sale. Capitolo Al Consigliodei per ciò che spettava di Le Dieci Ma per Doge,della e dei semplicidai ben dsl custodire e Principatoe di richiamare al dovere a riconoscere Talta Serenissima,il decreto,diviso quelle occhio con regal i pròminio^ do- suo feudatari, signoria della pubblicò,nel 1586, Senato in ; feudi^ considerati i per riluttanti mare Rettori della Terraferma. vigilele giurisdizionie e gnoria, Si- Serenissima cinque di governare prio patrimonio dal dei cinque grandi o ministri, Savi di Terraferma feudi al Senato, feudale. la materia intomo del dei sei Savi dei talvolta anche e giurisdizionesi facevano con Collegio, composto 73 riguardavail pubblico erario, trattare investiture Terzo base quattordici articoli, un della giurisprudenzafeudale veneta, "') col quale si la nota si richiedeva regolavano le investiture, esatta dei beni,si prescriveva il pagamento del i servizi da prestarsi canone, si determinavano in tempo di guerra, ecc. (1) Bonifacio, Commentario Senato Veneto fatta Vanno 1586, nio, 1604. Altre leggi relative pubblicatein Parti prese di Codice vari a ecc. legge delVEccmo. Venezia, Sanzo- questo argomento tempi, in foglivolanti. dalVEccmo. feudi (dal 1547 feudale la sopra Senato al in diversi Fra furono le altre tempi in 1667). Venezia, Pinelli. della Serenissima Eepubblica di stampato, nel 1779-1780, dal Pinelli. Venezia : teria ma- Il fu L'anno appresso instituiti i Provveditori furono coi insieme di per la concessione dei Provveditori o 1616, il Nell'anno resi allo Stato si investiture di feudi,ma Cornare,che cede alla Repubblica Cipro, non dovè la rinnovazione per mero nu- fu accresciuto di altri due. servigieminenti con minare, esa- pubbliciconsultori giuristi, delle investiture. I Veneta incaricati feudi,tre patrizi, sopra le istanze Repubblica della Banditi I 74 sembrare r investitura della terra corona di sufficiente compenso di Caterina a la vano premia- Asolo,cum arce sua, ac jurisdictionihus ejusque habentiis^ pertinentiis^ dcmiinium^ actionibus cum et omnibus juribus^ possessionibus, reddipertinentiissuis, introitibus^ tibus^proventibus^emolumentis^usibus^utilUatibus, aquis^vallibus, paludibus, nemoribus, sllvis, mero pascuis^ m^ontibus, collibus^ giada quacuvfique et state. nelle Fino numero, mixto et omnimoda agli ultimi tempi province soggette et della i feudi rio impe- alia potè- Repubblica, erano in da particolari statuti. Così regolati i castelli provincia del Friuli, e buon nella le terre di Cor- dovado, Sumaga, Rosazzo,Sesto,Brugnera, Poreia, Spilimbergo,Valvasone, Prata, Osopo,Tarcenta, Codroipo ed altri di minore importanza. Nel San Salvadore,ValipaTrevigiano:Collalto, reno. Mei,Gesana,Tarzo,Cordignano,San Dona di Piave,San Polo. Nella provinciadi Brescia •???????????????????????inumMmmmmummMMmtMmtmMiiiMwM Capitolo I Banditi paesistranieri nei nel secolo XVI Il Qdaeto I bandi - potere feudale odi casalinghie - Condizioni della lasciava deglistati italiani KepubblicaVeneta. in tutti i paesi odi timento pubblici,fiere calamità,sovver- d'ogni pacificoordine. La Germania, ad esempio, nel piena baroni anarchia e da rancori sorse denaro, disertavano borghi,devastavano il bestiame. Molti di la di fatte ed e flitto, con- ricevute dal ingiurie, fese. of- cozzo rauhritters^ i quali rubavano grassazione, case, mandavano campagne, furono ma assassini, fra perpetuo il la terribile setta dei ossia cavalieri della in era chiesa,gì'imperatori,i nemicizie tante di tante ire lampo la le città libere durava alimentato Fra tra e secolo XIY a via conducevano volgariladroni alcuni, nati triste lor vita sacco di aveano generosità, qualche impeto e nobile lerati scel- gnaggio, li- qualche cavaliere- delia Banditi I 78 che Bepuhbìica Veneta la gente li onorava, ammirava, esaltava quasi capitanifamosi di guerra. Queste SCO, COSÌ bieche figurecolpisconola fantasia popolareperchè hanno il la virtù che il popolo più ammira, delle coraggio,e l'epopearomanzesca razze germaniche rappresentò in questi tipidi che quelle forze personali, società famosi così le leggende le ballate poeticale Gailingen,la vanità e di gentileverso le Fritz de si quellacupa società, Ruban Hans Gattendorf, Jachsberg,Albrecht Nest, i due due Roy, de il condano cirdi avventure memoria vive rocia impasto di fee di coraggio, donne, agitatonei lui si accompagnarono de cui di generosità, di Inghilterra germaniche Strano cortese in la in Iscozia Rob e fresca in Franconia. e trasti con- fece rauhritter de Neuerstein, Kràhenheim, Goetz de Herman terribile, de Bachenstein,Ditmar due Bern- deWurm- lupo feroce.Infestavano le terre stein,detto il terribile di Roth, i Wolf tutti, più andavano città, e i Krey de Peillstein, Krammerer, lieimere e, le e luce una Eppelein von a Hood Robin di ancor dominavano inquietae scomposta. Come sono diti ban- fino alle porte di Norimberga, ingiuriavano,danneggiavano, svergognavano nemici, ma agii amici benevoli La e potenza di e e alle donne i si mostravano cortesi. costoro avanzò tanto,che i lan- 79 Capitolo Quarto il burgraviodi Norimberga e perfino zichenecchi, Tautorità potevano opporsi alla imperialenon loro temerità. "*" In Francia sotto Carlo i Borgognoni^ VI, i Mazzuolatori^ gliZingari^gliArmagnacchi^ erano di antichi i i quali dopo sicuro trovavano e soldati di ventura di e ganti, bri- le uccisioni saccheggi e boschi asilo nei snade ma- di Rouvray di Estrellere. Nel banda 1680, una la distruzione di piratiinglesiseminò il terrore nel e Belgioe in terra, Inghil- disponendo perfinodi cinquecentonavi, e giungendo a fondare della Provvidenza nemici di tutto Ai erano tempi di repubblica air una col motto: Amici di se isola stessi, il mondo. GiorgioIII,le strade di Londra infestate da micidiali aggressori, que quantunterribile fosse la ammorbata cadaveri l'aria dal dei così giustizia puzzo che da rendere spandevano briganti,appiccatia centinaia i al mese. Sotto il regno resi II,i viaggi erano pieni di pericolida numerosi a (1) di Giacomo cavallo. Trautmann, Fra Eppélein seiner Zeit mit diesem i e audaci piìi celebri von ritterlichen Gailingen und landrini ma- si ricor- tvas Eulenspiegelund sich seinen 1852. spieszgesellenim Frdnkischenzugetra^en.YT"nkfurt, 80 I il dano Bandai educato Richmond bovari deglialtri quale del ladri: il soltanto paggio del ballata,in una odiatore dei anche forza,e duca tributa un cui ad emergere, presso la gli avidi metà sconvolti. In Napoli XV, potè dire quale « vuol non paghi di e Santità » Macaulay, sì dare an- allora ai rubare,e più forti e ai cameriere un Vili più greto se- il (1484-1492), ai banditi: innanzi, perchè Dio del peccatore,ma Nei fino dalla dai banditi fieramente si dava bene va Hist cose ad Romagna, tredici anni del Gregorio XIII (1572-1585), parve (ij vagi mal- e ebbero Non salvocondotti la morte viva. la Innocenzo venduto avea Vostra di a e erano Romagna tristi il permesso quel passioni. ree del secolo e ardore,quando le libertà, sua precipizioe ruina. di gante bri- liberale private che pubbliche incominciavano Il regno rapine quel e acquistavano nuovo ritegnole più di ricchi, i^) in Italia penisola,perduta in Duval salvarli dalle rappresentato animoso istinti la Claudio un Biss,appiccatonel 1695,sul sol diritto parea della 1688, figliodi che riscuoteva Nord, per si cantava era Un il Nevison : Veneta Cambridge; a ch'era stato masnada, capo Bepubblica Kind, appiccatonel prete ed dai della of England, III, 38. anzi che pontificato il brigan- CapitoloQuarto dovesse taggionon continue erano libero scambio ostacolo favoriva e le affamavano d'asilo accordato delle Le guerre più ritegno. al commercio e impoverivano aver le campagne; 81 dai del leggiproibitive il diritto popolazioni; sciatori dagliambafeudatari, le dalle chiese, potenze,dai conventi, rendeva potente il malandrinaggio, quale il papa non poteva opporre se non pochi mal pagatie peggio condotti, mal fidi, soldati, oppure qualche squadra di bravi reclutati fra al i manutengoli e i lenoni di Roma. ^^^ ladri, Innumerevoli masnade,che portavano il furto, da uomini la rapina, erano capitanate Fomicidio, d'alto lignaggio, quali i Colonna,gliOrsini, gli i i Caraffa,i Savelli, i Piccolomini, i RuSforza, dei banditi, sunzione e il numero sticucci, prima dell'asal sogliodi Sisto V, variava da dodici se pur non era a ventisettemila, corrispondente, delle milizie regolari al numero soldate assuperiore, dai principi d' Italia.^^^ Alfonso Piccolomini duca di Montemarciano, fu lietamente XIII dai fecero una di 370 omicidi, di Gresotto il pontificato gorio accolto, nobili di Roma, che in suo onore reo gran cavalcata. Ne a sanare il male. (1) Grottanelli, Alfonso Piccolomini,p.7.Firenae, 1892. (2) GozzADiNi,Giovanni PepoU ZanicheUi,1879. 6. •— MoLMBMTi, / Bandi Ut ecc. e Sisto logna, V, capo I. Bo- della I Banditi 82 valsero i rimedi aver Sisto V, il quale,dopo del nare a stermipontificato suo ne' suoi della Toscana fino all'anno 1 592,in cui la descrisse Il Manzoni banda sua di fu e le Napoli, dispersa insuperabilmentele sorti dal prepotenti, del società milanese di Chiesa Vili. da Clemente dei della del regno e perversare im- Sciarra devastò Stati. Marco il Patrimonio impunemente (m. 1590) il brigantaggioblasonato vide nuovamente frontiere della vita declinar sul ribaldi, i Veneta energicidi glianni speso Repubblica Napoli basterà della seno lenze vio- duta deca- e pel regno seicento, sol ricordare che dopo la morte disciolto l'esercito accampato (1528), di Napoli,molti baroni continuarono mura gantaggio, guerra nelle Puglie sotto forma di bri1559 i briganticapitanati e che nel di Lautrec sotto le la da Marcone Orrende dove il posero poi le l'assedio condizioni principecoi nell'identica in Cotrone. queglistaterelli, suoi sudditi si comportava guisache taluni ribaldi feudatari coi lóro vassalli. Varrà dei a Gonzaga per tutti esempio. un fin investito, Un ramo dal di Castiglione, Medole .1478,del principato paesistaccati Solferino, era dal dominio dei Gonzaga di principale di stato Mantova. e della linea Ogni maniera soprusie di delitti segnò la dominazione dei Tolti gli antichi priviSignori di Castiglione. 84 Banditi I di tazione Bepuhhlica della frequentile iniquità erano severità, dei banditi e, due specienei volte vani i molte Veneta ultimi vano riuscisecoli, provvedimenti,le leggi, Nella città, ove minacce,i gastighi. le il governo, le violenze poteano molte sufficiente con vigilanzadei la che radici, avea del governo, era meno erano rese quanto fieri, più gravi ancor degliStati vicini. Gli vano per delitti si acconcia- più contaminati al servizio dei da stipendiati capitani, e a sangue, di un o le terre vicine mandandole si poneva che signorotto, vendette,in modo, non meno sotto la infame diceva desolavano Repubblica non via per « " la distruggere in caduna blica » ben diceva protezione i il Guicciardini, popolie provederche lasciava mala e i paesiquelli intentata pianta." derli. offen- alcuna L'è ufficio governata et instituta RepubilSenato del 15 ottobre 1504 € ruba da soddisfare odi aveva come a che quelli pagatiper difenderli, pagatiper La sto que- lizia Gessala la guerra, quellamiquel principe. sciolta dal servizio militare, si raccogliticcia, spandeva per che punità e l'imefficace, i decreti, per dalla soldatesca mercenaria 0 mersi repri- ni Le condiziopoteano estirpare. non della terraferma uomini volte in terraferma energia,ma Rettori risiedeva la « in una ne deliberazio- sua dar opera e sopra tutto sia servata, et giustizia li de- CapitoloQuarto € linquentiper € rati dalli « delitti meritamente « secondo « clination « con Ma mezzi incorrer la studio non siano che per pene, li loro et in- costume SignoriaNostra in ciò libe- dovriano,al che, naturai peculiare sua ogni indireti supplitijet il 85 ha sempre » vigilato. i un'indomita tenacia delinquenti opponevano aglisforzi del governo così che nel 161 i, Provveditore di Terraferma, Filippo Pasqualigo, magistratoinstituito per visitare le toglieregli abusi, facea al V. S.* vengono uccisi « di « giunti a quelliche « somma « casse « puterebbe aver « importanza.» La uomini, e molto in una ricevuto E i bandi grande che, ag- banditi,ascende a rotta una Venezia man- di grande fu studiata nel e politico terre dì cercava menti monu- sue di amministrar soggette al pubblicatiin (1) Arch. di Stato, Belaz, parvero suo è cuma rioso leggi, quei minuti provvedimenti, sapienza le qualiessa giustizianelle migliaia "^" altresì l'esame coi Stato fazione di guerra, il principeri- organamento di civile Nello considerabile, quale,se Repubblica di mirabile sono " ogni anno " così numero di Venezia Doge osservazione: questa affliggente di province e varie Sindici suo la dominio. occasioni ser- 1611. Iftqniìtitori. S6 I Banditi vono chiarire a della Repubblica alcuni qualche importanza,del Uno Michele da Verona e Vicenza fosse unita alla veronese diverse ordine nuovo e la morte e di 1406 diti ai ban- lo sfratto et che an- Gologna alla provinciavicentina,ne Vicentiae est regi- della Repubblica cresciute popolazioni reggere consuetudini Fra cose. era e la una non e di prigione,la speciedi in frequente, ad vi sazione, tran- vi ricorrevano modo che miglie, abitare, colle loro fa- lavoro trovavano le Parti lera ga- del territorio della Repubblica, luoghi fuori in al avvezze alcuni rettori di Terraferma costretti colpevoli, (1) Tutte che Cologna,benché il bando volentieri i maggio provinceaggiunte al dominio,non nuove in tante 12 sia dato giustoil governo impresa facile era senza se. "^) Per quanto nelle data Coloniae locus — de per men Ter- quadro. gran Steno,e comanda dal territorio di non non particolari, è in continente, doge in i pospiù antichi bandi,risguardanti sessi dei nel del di governo il metodo a colorire rafernàa, Veneta prese in diversi promovendo tempi la in materia di qualifaccio menzione, furono stampate o ducale in Calle, delle Rosse, o Bampazetto,tipografo mosa ForPinelli, pure tipografoducale, a Santa Maria banditi, deUe dal dal calle del Trovo mondo quindiinutile novo^ citare o ogni dai Meietti e volta le fonti. Deuchino. Capitolo Quarto pubblicaricchezza. il Consiglio dei danno: Col decreto nostri enormibus 13 di Pregadicerca Rectores « 87 toglierequesto parte Terrae;non a lum " quasi prò « committitur « delinquentibusde « stris a parte Terrae: et per hunc « diti nostri prò omni « dunt « et territoria aliena « bitantur « habitantur homicidio,vel delieto, quod omni regiminibussuis,dant in hoc territoria disha- ex et loca et terrae et fiunt bona. Poi altre deliberazioni nobis perchèi 17 - sua fuori di Venezia 30 nella stessa agosto 1531-11 tagliesi dovesse scuola tanta avessero di Santa (12 gennaio casa uno pena o avesse pagnato accom- colpitodal del reo che bando (Cons. X, dicembre tanta i condannati 1545), perchè e salvocondotti cessa con- perchè sulle 1545), pagare il cinque per cento alla Maria di Giustizia, la quale con diligentiae delittiatroci fosse non gennaio 1506),perchè colui dato ricetto in incorresse bandi vembre quindicimigliaoltre i confini (12 no- facoltà di accordare avesse subdita non » 1443),perchè ai Rettori 1502 va- familiis per loca eorum et no- sub- modum disperdunturet casu : bannum terris et locis omnibus vagabundi cum efficacia per so- sed casibus,vel delictis, « prò giugno 1438, spesa alla morte i di gnava accompa- (Cons.X, 22 agosto banditi,non meditati cere colpevolidi potesseroessere assolti, Banditi I andassero qualora nelle della Veneta BepiMlica mandassero o galeredell'armata,come altri a da uomini (Gons. X, 28 gennaio 1572),oppure il servizio di becchini servir remo sero accettas- (Gons.X, 22 glio lu- 1576),ecc. I decreti si succedevano efficacie qualchevolta di contumacia in materia La legge vi i criteri gradazioni sue contumaci erano di durn^ con difesa,e termini banditi banditi e vi detti ad difesa. ^^^ Ma alla lanti. oscil- erano definitivo, pei quali non rimedio pre sem- non contraddittori. Anche stabilito avea nella contumacia: in modo ma severi, più era mquiren- quando il tava eccidei delitti e dei contumaci moltiplicarsi lo zelo dei magistrati a rendere rigopiù rosa si aggravavano la persecuzione, dell'accusato assente,al le accordate garanzie, Quando i in di mesi haverà quelliche novi i quali banditi^ et atrocissimi banditi ad saranno rono, impensieridelitti^ inquirendumper 16 tempo d^ apresentarsi dapoi finitoil reggimento di quel Rettor li banditi. Se se come del 15 ottobre nengo, s' "2) Reggimentinostri^ habbino di essi (2) tempi più calmi. li territori pieni di tutto il dì commettevano tutti li allora qualesi toglievano reggitoriseriamente vedendo (1) Tutti le condizioni non si tro presentavano,si procedevacon- avessero confessato (Bando 1504). BoNOMi, Il Castello di Cavernago pag. il delitto. 374. Bergamo, 1884. e i cordi Marti- 8^) Capitolo Quarto al Governo parve Vuno Valtro^e decise cori' di accordare ma al spediente consumar bandito,che Vero è che si andava Ad spingeva a et per purum non era non mai il 29 - glio lu- dovessero setta con et homicidium commettere un il che vero men et delitto per altro. un Battista Guerini esempio, nel 1528,il patrizio uccideva,con culo dove i banditi puramente ma insidias^ vendicarne che ordinava di persone^ Governo altro bandito. un - ammazzati per non ucciso avesse scudi trecento prudente riserbo cacciar la prudenza! a adunation di con 1489,si essere pure di assolvere, non premio un li tristi synistro^certo sub ferita de punta una da Alvise Cipro, servo oc- di in Tiziano, il grande pittore.Il reo, bandito cidendo uccontumacia, potècompiutamente riabilitarsi, altro bandito. un Se l'uccisore anche i premio,non da insidie M. (1) fosse stato non galantuomini dovevano ricompensa alle - ^^^ e buone bandito,poiché pure avere una azioni,si raddoppiavail trascurando di proteggerel'omicida da vendette (M. C.,10 gennaio 1522 G.,26 giugno 1524). Signori di notte (reg.22 garìa (7 ott. 153B)cit. di G. voi. XXXV, pag. 406. e 29) Saccardo e Raspe ntWArch. dclVAvo- Veneto, 0(^ Onde del che occorse Repubblica Veneta della Banditi I il 12 Dieci Consigliodei luglio1638, i Capi dessero licenza del conte ScipioneLeone, uccisore bandito,di portare,per vita,gli archibugi lunghi sua dalle lo Stato nostro leggi^ per solamente le città murate^ così leggi^ di lui nel convenendo publico Dal benefìcio del come è curii et anco in permessi sito per tran- per permesse operationi servitio. "^) denaro conveniente^il padre che 0 questi se figliuolo, ucciso il avesse il genitore, ammazzato avesse la esclusi, erano moglie, e, in parola,i una i parentipiù prossimi,perfino1 generie Ma poteva bandito di grado I che etiam da (i) Arch. un di 1638, 12 jul. o morto ^ nelle ville coglieva acun simo strettis- in (30 agosto 1531). Stato continuavano ad essere e qualche provvedialternative, mento, improntatoa da case fusse congionto sangue dello reggitori combattuti li ceri. suo- chi principale, reo nelle sicurava e offesoet impune essere tagliadel la stessa con le poter per alle buon^ premio in il marito della carrozza di parimente come vaglio Pro- sicurezza et onero certo Nicolò città di Venetia portar le armi medesime dalle cavallo a a certa altro per era indulgenza, converso stato, Cons. X severo, 19, (Secreti), guito sussee il ri pag. 43 - t., 92 Banditi I offesiet morti della et in vamente alcun^altro più caso 0 perpetuo Vappresenteràuiuo assolto dal Vhavesse di : se così di altro ouer della casOy essi mandanti morte^ onero giustizia^sia etiandio bandito quellopresenterà la vivo taglia ut ogni nelle forze dal suo ma supra; del tutto esclusi di siano un di come assolto similmente conseguisca et sato^ pen- conseguisca la taglia^che et queWistesso caso^ giustizia, sia bando^ diffiniti' luoghi nostri^ammazzerà et mandante^ di pena mandatario^ uno le terre tutte bandito nelle forze della bando suo et con homicidio per furto^homicidio per atroce Veneta bandito et cadaun : ammazzando puro Repubblica poter mai conseguir il beneficiodella loro liberatione. I Dieci ricorrevano Stato,sollecitandoli anche a procurare possibiledi far uccidere promettendo nel bando^ di E che (1) Archivio oct. 1617. condition ancora di bandito ogni complicità liberation alcuna^ di coloso, peri- o di ogni requisito quella quantità di agli Inquisitoriparerà, ^^y altri decreti con 12 ostante et premio legge^ denari impunità via ogni per qualche delitto et medesimo non F di agi'Inquisitori triste di vando ripetevano altri ordini,osser- uniformità,come Stato, Cons. X nelle 16, (Secreti), terre et pag. 34, 93 Capitolo Quarto della luochi dal Fin Dieci e di severissimi le sede i banditi contro i Rettori autorità ordini il Consigliodei (22 settembre), 1468 moveva sequtione del stato condotto homeni « cuni "i man « romper, « zer « preson; « tegnir cum corse a e le carcere la porta del fese tutte le le tale,« el un suoi cum quello de populo a la favilla che grande stato,e nuocere, provocatidalla qualche volta del Stato Fiorenza qual cosa le possibileper cose cavalier vita da alla di conversi a un mutation e si ordinava Zenoa altro de et voio Le » bellioni ri- distruzione vano pote- zente stati erano in pericolo fine^et rezimento altre un i tumulti solo un E le piccolacausa, Repubblica, come temerità o a mena tra- et de morte. e congregatìon de ree in arme palazotentando quello del man de al- capo et, ripreso,risposedicendo: el con- per seguacicum più pericolosenascono piccolaè cita,et homini Albona, essendo il fatto che in in de gregano^ con- dominio, nostro I Dieci citavano colori è occision de i Rectori de disobedientia le conventicule diversi sotto quale pubblicava e impedire i Rustici quale amplissima con Terraferma per et fine de le et mettere com- a delitti. di eccessi più grandi i continuassero Repubblica si cita. ai Rettori delle : monio testi- Per la terre città, I Banditi 94 e castelli di delle campagne molto e di exilio o pena ad puoco^ la perpetrada opera de che ma atroci, sicari^banditi 16 arms portade et nostro quali SignoreDio stesso insidie con e e menti tradi- molta con eccessi^ della E giustitia. eccellentissimo insieme i quali postisi banditi, e di che prezzolati, Serenissima,si la di altri scelerati empivano disperazionele non conducevano a quei di gue, san- cari terre. Si- sudditi erano il siglio Con- prendeva straordinari partiticontro di miseria a soli commettevano detestandi gennaio 1577,lo et la vano 1560, i Dieci avverti- banditi non chiederà ri- ^^^ adunatione con si commettevano offesadel Rector,come pure uomini non de preson, o i era tratto^et del le 16 dicembre Ancora,il avanti quellivillani per fosse andati. adunation crimini arbitrio condition la pena de danari o de assunanze di multe. e di tre squassi de corda a Veneta città di esilio gli abitanti invece poi Bepuhhlica proibirenelle sotto pena homeni^ Per della servire della alcuni lcandone cacompiendo d'ogni sorta misfatti, signorotti, il uiuer molte et altre molte comodità^ e dopo alle imprese si ritiravano tranquilli ree patrie loro,a godere il frutto delle loro fatiche. (i) Ardi, di Stato in Brescia, Arch, Bissali y a car. 106. Territoriale^ Reg. 1, 95 Capitolo Quarto ingiungevano che I Dieci liena d?atutti li forastieri da i quali servivano giuridittione^ ovvero armati accompagnavano non chicchessia, professioneche quella della spada^ avendo altra fossero banditi dallo Stato,sotto pena, di Marco di giustizia fra due le orecchie al Non et poi buoni essendo riferito dal Manzoni. esageratie falsi nel lombardo, (2) Con da in reso decreto del 7 1577 11 bravo di il nome Lombardia a vire ser- cinque. galea ^2) fossero pubblicatoin romanzo anni et naso galea una piediper questodecreto del al bando anteriormente del posti esser di San il ministro tagliatoil colonne coi ferri ai remo (1) Appariscein e palco^per eminente un sopra presi, se nella piazza irremissibilmente avere bravi,"*) puniti di bravi, nel 1583 dipintocon colori chio Cooper,è dunque più vecveneto, dal Manzoni con gennaio 1558 tanta verità. si stabiliva che i dannati con- galeranon dovessero vogare alla catena per uno spaziomaggiore di dodici anni. Il provvedimentoera inspirato alla pietàe air utilità. Si vede per esperientia dice alla « « la Parte « in « crede : « di dieci - che dalli condannati.... di vogar vita sua, non però che 0 - si riceve sempre che quel uno dodici anni, si vede servitio,che buon babbi alla catena si vogato per spatio manifestamente, che ri- "i. alPessercitio et altri accidenti,si fanno spetto all'età, del tutfo inhabili a. poter più longamente servir;oltre € che stanno « gnoria nostra « riceve da loro il necessario servitio ; oltra che « « « « di continuo, ha come tal disperati, la spesa del pane, del che la Si- et vestirli, non questitali, vedendosi prividi poter in alcun tempo esser liberati, di fuggireet in molte cercano per ogni via et mezzo occasioni potrianoportar diversi malefici.]. » 96 Banditi / tagliodella col dei che poi nelle tenevano colla e si servivano fomentavano^ banditi e per anni venti del per anni Repubblica, di taglia pari,con gione pri- propriecase, fossero stati sudditi della venti,se se valida più dieci. Quelli bravi,li // ricevevano Bepuhblica Veneta mano anni per e della lire 600, forastieri. Già,fin dal 30 agosto 1531, si avvertiva che « essendo i banditi diffidati et fuori della pro- « tettione del « cipe nemici,e « et da lui chiamati detestanda et ricoverati .protetti « ciò meritano « anco « che sallo, « sia del feudo devono escluso. essendo privati, esser i banditi case » deciso che (^) bene esser e perfeudatari, favorisce li nemici nelle di de' feudi legge feudale che avveniva dai suoi Prin- abbominevole non generatione, « per delPistesso Principe,anzi del Ma Patrono suo poiché talvolta armati né altrui, quel Vas- si si introducevano aixìire aveva così molti decreti ordinavano scacciarli, « li Comuni « far « prenderliet guitarli, sonar et università campana immunità 1560 e delle ville dovessero martello,et anco con ucciderli benefizi. Un Tarmi ». se- tendo promet- decreto del 16 dicembre permetteva di uccidere (1) Bonifacio, Comm. che feudale, pag. 18G. l'assassino 97 CapitoloQuarto perseguendoloanche sulle fragranti, terre non soggettealla Repubblica. Per recidere il male, non si avea ripugnanza di ricorrere perfino e tenebrosi. a mezzi perfidi in còlto Trovo, tra le vecchie curiosa lettera carte,una al Capitanodi Padova (iOnov. degliInquisitori 1662)circa Vessihizione che veniva fattada dot di di vita col privar quei banditi che veneno nella sommità ricoverati Ricco^e che del monte infestavano il territorio di Padova. la coscienza delle parole Troviamo « « € e — da poli scru- tempi il significato la lettera continua prima di risolverne la missione,versa stro dubbio,se alle stesse persone, che possa fidare in si riscono, € potente « essi « mente « colo,che resti colto € per accidente « fetto « V. E. « certezza « lamento « dei che non : preparata la materia; ma anco « « Se è assalita degliInquisitori tanto varia col mutar — stavano mano contro li Banditi medesimi no- si offe- un'arma contro grande da voglierla -piacesse ; e se impiegandolaanco e il così chi ad fedel- vi sia perionde qualche innocente, disgratia possa sortir Fefdiverso dall' intentione. Si compiaccia riflettere a questi punti,disponere la del o per buon ordine dei et avisarci distin- fondamenti,con quali si pensi dirigerel'impresa, perchè levate dai nostri animi risolveremo con queste dubietà, più ^?, — Momenti, / Banditi ^ ecf 98 della J Banditi « franchezza « niente e Bepuhhlica Veneta quello che proprio.» "*) incaricavano I Dieci conoscessimo i conve- rappresentantidella Repubblica nei paesistranieri di occuparsinon di farsi ma diplomatiche, soltanto di faccende cutori eseanche,quando Topportunitàil richiedesse, della trovo,in data Bailo di di Marco un bandito Boldìi, patrizio, farlo levare che questi, senso di di vita pitato ca- le veva do- modo di via per veneno della "^^ Stato,Inquisitori,B.'' 61. (2) Ibid.,Cons. X, 11 (Secì'eti), pag. 120 vecchi FuLiN, Errori Antonelli,1882. un governi esclusivi vorrebbero, taluni di tutti i a spe- animo nel nostro comuni ma ribrezzo, come (1) Arch. - e documenti dans politique che Pavvelenamento t. Venezia, nuovi. Il conte di Mas Latrie lesse 9\V Accadèmie et belles lettres nna Inscriiytions nement fosse et sicuro o eccitano veneziana. politica des dallo Stato delitti.Se il Boldù cauto^ secreto dienti (8) parla meglio glifosse sen^brato.Occulti come non si il Bailo, secondo Costantinopoli, con istruzioni, e Dieci lettera al 1576,una (2) nella quale Costantinopoli, a 0 febbraio 22 diversi enormi per Registridei Nei giustizia. e la memoria su L'empoison- répuhliquede Venise,per provare l'assassinio furono, nel XV e XVI colo, se- ordinarie del governo di Venezia. Teoria che le pratiche il signor Vladimiro Lamanski, in un libro intitolato Séa^ets d^état de Venise, tentò con suffragare documenti, scelti e interpretati senza un gran lume numero di critica. di 100 I Banditi della quelli che € sforzi € pacìficamente; « riposoet « et per « et « ne, et douendosi della sicure,che Quando dose dei le persone della d' così mal poi erano importanza andò nel al d' Gontarini Repubblica I, nel viaggio da Giacomo gastighi. vano dove- non armati. copioseguardiedi senza Francesco guivano accresciuta,se- soliti città le strade muoversi commune ogni possibileprouuisio- qui, con le minacce Fuori per il dei maluiuenti estirpatione far E » ecc. quietiet deglihabitanti questa Città, facile malfattori di uiuere cercano sicurezza più Veneta Repubblica re Verona 1609 basciatore am- Inghilterra fu Milano a da armati alcuni aggreditopresso Desenzano di archibugio, i quali spararono contro uno dei cappellettidella Restò dopo : € Ho « fini di « mutandoli « poca « tempi € « ammazzato rifugionell'osteria cercato 0 gliere. poterlo co- senza uno degli presi e legatigli altri,che e Doge invece scorta avuto sempre questo stato,la di ninna di luoco in aveano di Sirmione. scrive l'avventura con da scorta Il Gontarini Milano fino alli me, de' al con- capelletti, luoco, et ciò per sicurtà,chp poter caminare, si ha senza gressori ag- a le la questi debite guardie,per il -stato della Ser.** V. commettendosi giornalmente diversi assassinamenti, KH Capitolo (piarlo esclamazioni tante « con € piai.» Fra et querelleche niente *^) la dalla pubblicati dei bandi forma rozza Repubblica,si vedono delinearsi quelle corti di tacoli ricetdi terraferma, quei cupi castelli, signorotti bile inesauri- argomento d'ogni scelleratezza, secolo. del nostro le dal rocche la Troppe le torri merlate,che tano rappresen- dei popoli oppressi, richiamano dei feroci di antenati. Ma nella delle nelle il e tempo storie di sangue, ferocia le violenze accresciuto avesse dell'età di dei avesse non gli ozi bastando (1) Leti. i i disordini,i un litti, de- come mitigatoi malvagi istinti, la volgaritàdelle passioni. le guerre, nei loro Brown, Bagguagli revano scor- e non castelli, banchetti,le caccio,le pag. 308. Venezia, 1838, dette, ven- c'era nipoti,mostravano della pace cit. dal nelle mezzo rurali,fatte più rade I nobili rate, fer- mazze imprese sanguinarie degli gagliardo:invece sentimento moria me- le stanze e armature, di alabarde,di ricordi alla signori,i ponti levatoi,gli oscuri androni,gli atri ornate metà descritte volte furono sommessione la tracotanza prima aspetto,che sinistro paurosa della romantica alla letteratura del cavalcate Sanudo, p. a Ili, della / Banditi 102 soddisfare vano inquietaambizione,si sfoga- la loro in in provocazioni, prodezzescellerate, in risse,concedendo alla superba e illegale protezione di peggior razza serie Nella trovo Repubblica Vemta di uno gente. lunghissimadei bandi curioso,mandato veneti,ne fuori il 10 agosto 1565. Il Tribunale sua dei feudo guinetto), asilo mormoratione Chi a della diversi et è accennato non a Sanguanè(SanSignoria, presso Verona, si banditi,il che è con grave risentimento i feudatari di erano venuto esser che nel castello di conoscenza dava Dieci,afferma ne dei fedeli sudditi. il cui Sanguinetto, in questo che commettevano ne nome in bandi cessivi, suc- in odio alle un'azione leggi? Da del 1546 ricorso alla Serenissima un che, in quel tempo, il parisce ap- guinetto, castello di San- luogomunitissimo,era possedutodalle famiglieVenier, Martinengo (1) Marin di la e abitò Sanudo, il grande cronista, Sanguinettoil 1479, al tempo era lo morbo regia nostra patria Venezia. Occupato da Verme, condottiero dei veneziani, fu dato da docta Leonessa,cognato a tre del "^^ Leoni. nel castello grande Alvise in feudo Gattamelata, et I ri- a ne Dal tile Gen- poi dato in ritata fioledil dieta magnifico Gentile,la prima ma- in Francesco Lion, padovano; la seconda Martinengo,bresciano ; la terza in in Alessandro nardo LeoVe- Capitolo Quarto infatti : dicono correnti di « detto « sì giurisdition « Marc' Antonio « m. « e loco essendo « Sanguinetto con civil da la 1 e ^^' a Bressa IV li gio mag- Marco asilo ai allora i Consiglidi fra sicari, promisero i alcun di quali (^" d'omicidio. di solennemente più, in avvenire, ricapito né ad mento affida- bandito. Sanudo, niero, patrizioveneto. di Itinerario Il Sanudo terraferma nei [Arch. Veneto,t. XXII, pag. 35). — mentari (pag.97) ricorda di della guerra Ferrara Sanguinetto,luogo (feudo)di Alessandro Coniancora Venier, avuncolo carissimo. (1) Ant. Arch. Veron. e. nier Ve- i castellani come PellegrinoParmigiano, reo I feudatari mio de Sanguinetto,si Dieci,anche oltre i Sanguinettodessero dar noi Francesco,figliuoli e accolti Verona, che confermavano non in Martinengo. ai banditi occupavano, certo sue coi relativi dimenti parte del castello, posse^^" Restavano adunque giurisdizioni. e Quanto » Lion, acquistavanoda sua i Lioni le fò Pelegrin, m. Padoa. 1557, (ìentile Lionello di Girolamo tutte Martinengo da Ijeonardo Lion pervenuto criminal come fò de Venier Alessandro Hieronimo hv^ - Camera Fiscale,Feudi, proc. 112^ 12. (2) Ibidem, Ibid.,proc. (3) Ibid. LL, 157. — Arch. del 54. Comune, Atti dei Consigli,voi* 104 I Banditi delia Bepuhblica Veneta gastighiper quanto severi dei governi non poterono mai toglierei voleri perversi,e le castella dei signorotti dar continuavano a ricetto ai malfattori, i quali,colla risolutezza e dell' imporsi, pre semdell'agire potevano essere efficace aiuto nelle lotte private.E un nei villaggi, nelle città, nei borghi, nella stessa Venezia,molti per timore o per bisogno erano fautori dei banditi ; li aiutavano, li albergavano avviso d'ognicosa davano e, anziché tradirli, che si movesse centra loro. E poi nell'opinione fu mai considerato un pubblica il bandito non delinquentevolgare; pel suo ardimento, per la spavalderia vogliosae gelosadi supremazia,rappresenta la legge signiladdove la ribellione, fica tiva V è quindi una simpatiaistinoppressione. Ma i e riflessa per chi è in lotta col potere politico, che,nella volgarecredenza,è colle armi a danno che circonda mantenuto dei deboli. Il fàscino il ribelle può salire nale persoa una specie presso le donne, che grande efficacia, quiete le colpe inalle virtìi tranquille preferiscono Inoltre nella vita di non guerresche. che rispondono, pochi banditi si trovano fatti, almeno apparentemente, agli intenti supremi assoluta. Il bandito,che deruba della giustizia e e uccide il ricco, ma soffre od ha è pronto a fame, rappresenta una soccorrere speciedi chi ri- bellione della se delitto il e In morale. non la stessi, ('" sé di che legge, coprire vecchi tutti ed taluni spiriti la ucciderli, il rigido molte quale altre ma perdono, governo, il quale, anni, dopo ebbe reggenza (1) Lombroso, (2) GozzADiNi, avvenne aver dalla di Vuomo op. che più, e di il avea contro la diritto di a non dello stesso Signoria I. pag. sini, Or- Lodovico Corfìi.^^) delinquente^ zanti, sprez- concedere anche 538. do- alcuna se briganteggiato veneta cit., cap. glianza ugua- indomiti poteva il favore come i ribellione volte volte ma neirumile sopra la volta qualche erano è non malvage, le azioni quelli, riconoscevano non generosità tempi, cietà, so- stromento uno illuder per rappresentavano società, pure per legge, ubbidire, veano questa nei ma quasi fondo vernice una combatter per diventa della ingiustizie le contro generosa 105 Quarto Capitolo per T cuni al- tante impor- della I Banditi 108 barbarie vile dalla nella europee Molti dominio. pieni di tuttora senno arditamente facendosi andava finiva In da alla forza difficile che tempi ad uomini è e la dolcezza le intime e a che l'animo rendono visa di- dre, leggiain poco già la una rire prefe- a grazia,non in violenze. opposti,e e alla patriala che malvagi violenti, si gano spie- della mente l'ingegno a positi pro- accanto come s'incontrano accanto a era Appunto le forze morali cuore, pitiinfami, così troviamo da frivolezze nei qualil'altezza austeri, abbassano il costume e energie,anelanti di decadenza pari a quella del che lungo tempo accennava effetti vari ed con seno rilassato.L'anima e arditi, prorompessero nei nel però da niera, stra- gagliardepassioni. società,che una il e burbanza a poco coll'acquetarsi turbata non il tesoro della corruzione molle ogni pevano accorgimento, sa- erano afiFettimeschini da pace, di ma l'Italia, penetratii germi tenze po- reggitoridello Stato, e dell'aristocrazia stesso maggiori Westfalia,ma opporsialla dominante diplomatici, mancando nobili dei pendo interrom- non de' suoi di pace le andavano più anno e fra le moderatrice chiamata era ottomana, tradizioni gloriose le Veneta Repubblica uomini alle digie cupi- tissimi, guerrieriforvita fanno gloriosa, servire la 109 CapitoloQuinto ad spada ogni prepotenza Appartenevano al decadente Morosini,il Grimani, fln,che Riva, Alvise rifulsero d*eroi- nelle stesse consuetudini patrizi,che privatav'erano vigoroso ed il braccio della vita serbavano Tanimo ogni iniquitàed contro ogni prepotenza. Notevole,per esempio, di Almorò mento del campo Morosini,il quale in Maria Tardicia cac- una nel costume, si dava toro,che, com'era di Santa zaro Laz- e Marcello,Giuseppe Dol- di Candia nella guerra E anche smo. Tommaso patriziato il Da Mocenigo,Lorenzo ogni delitto. ad e fu assalito da Formosa, quattro sgherrimascherati,i quali gliaizzarono contro spada,e dopo li comprati da di è Chi quando gli fu nella dato guerra dalle Lo detto chi prova contro Eugenio di Morosini del colui? soggiunse: « Ed popolo, che di e era i Turchi Savoia finestre del del toro, meravigliato si dice voglio con grande Ebbene non ineguale.Il principe Savoia, che del valore avesse afiFrontò gliassalitori, assisteva alla caccia palazzoFriuli " del nel combattimento Eugenio sguainò la famigliapatrizia, una T ammirazione fugò,tra s'intromise ucciso il cane, aver sicari e Il Morosini feroce mastino. un valore andrò volle in come del me. masse: escla» E gioventù personale 1688, il principe io conoscere da lui. » il forte no I delia Banditi e glidivenne patrizio conserva. ancora della vita alveo,e suo nel come rappresentatonella Venezia Pesaro. Lazzaro trascorsa nell'ozio correre e Mocenigo tra i colla si combattevano là dove presente sempre nardo Leo- e nezza giovidesta si piaceri, Can- galeraa sua battaglieda giganti, pericoloda ci sia gloriosavittoria una cietà, so- essere la e dopo gloriada conquistare, o una di questa età da due Mocenigo,dopo va gridodella patria, dia,dove bene,può Lazzaro patriziaudacissimi: di v' è in questa di eccessivo male aspetti boso. specie di gonfioremor- una grandezza floscia, così nel i vari ma ingranditi, appaiono come Quel che nata foga disordi- una dell'arte, dal trabocca che è dro qua- come questotempo nell'animo dell'uomo, a nelle manifestazioni al gliregalò un e famigliaMorosini la Vi è amico Correggio,rappresentante la Vergine, del che Veneta Repubblica a tenuta ot- aver Scio, sforza il e quando, terribile passaggiodei Dardanelli, furore e di grandezza,sta per giungere nella scoppiala polveriera e un'antenna sul Ma cassero il balestra precipitando, a di stantinop Co- nave sua sfracellato l'invitto. coraggio,quando si intenti, muta alla fierezza non spesso in sia volto a bili no- dosi e destanferocia, impara crudeltà. Così nel mento mo- di transizione fra il periodoglorioso della CapitoloQuinto il Repubblica e ribollivano e non trascorrendo, se figuradel cavaliere, ultimo gagliardieconservavano, che e vita di la scorretta andare si lasciavano in ^^ severe. il coraggio. bagliore, del quale quei giovanipatrìzi, ad cenza ogni piìistrana li- tutelato da Stato,pur uno non delle vecchie Pesaro,il bando Tale Leonardo mostra volte,iniquamente, rare che tipidi prepotenti,, in certi forze timori,si decomponeva quasi colpe,senza senza decadimento, molte suo la vecchia IH leggisavie il Pesaro dall'adolescenza, Fino nesco, ma- tante ne libertino, fece, accattabrighe, narlo da obbligareil Consigliodei Dieci a condanparecchie volte. Il 28 febbraio 1601,passando con alcuni giovinastri le finestre di Lucrezia sotto fidanzata del nobile chiamare la di insolenze feste il per contro il stampato, ma di Venezia nella per avea stesso di chia vec- v'era quelle gli appartamenti fogge bizzarre acconciature, per fu anche narrato le giorno Minotto,una casa veneziane,mirabili (1) Il bando Storia del fece un'imbasciata Lion, col quale sera in nozze ricchissimi, per delle Lion, il Pesaro Lucrezia,lasciandole ruggine.La festa di Paolo Baglioni, delle vesti e lo scintillìo delle gemme Pesaro,dato fuori difficilmente vita il 3 si trova. aprile1601, Nella mia privata (p. Ili, e. Ili)ho diffusamente le avventure del Pesaro. 112 I più e Banditi di tutto per donne Bepuhblica Veneta della veneziane. la bellezza nardo ballo,giunse Leo- il Durante veduto Pesaro,il quale avendo della Paolo il Lion,che di Lion, si delle compagni alla pronto. Il Pesaro Minotto,si casa festa,dove I ribaldi trucidò poi corsero uno nacque tutte erano essi ritornò con ferì la Lucrezia. e quanti incontravano. una sedia,difendeva la sua con mano Paltra mano sposa adoma di grandissimoprezzo. gioielli di torcie in una, venuta Minotto,il quale,roteando le con scompiglioinfernale. Le del e amici, le stanze per spente,tranne golo an- uscì allora alcuni il Lion spade sguainate,ferendo Ne ad unì imprese,e sue un essi,insultando ad avvicinò rimbeccò in Baglioni,insieme sala la Lucrezia con delle maestosa di perle soldato Un che, più deglialtri animoso, tentava straniero, proteggere con tre tagliate che la dita di spada glisposiMinotto,ebbe una poterono fuggireriuscirono non trepidazionea Più Finalmente mano. bandito,il volte che non menare a chiudersi nelle stanze. e con r aiuto di alcuni bravi et hnomini che teneva ma a stipendinon Noale, a Mirano, luoghivicini alla dissima gran- la stizia, giu- nuava agguantarlo,conti- vita facinorosa a' suoi con sfidava Pesaro riusciva ad quelli a e tirannica, pure Mestre da a ed Dominante, commetteva spada^ zia, Vene- altri d'o- /S^^^/ 5^^s^ii"ta rapino» estorceva ^^^^iini, 1 ammazzava, amtava ricattava, bastonava donne mercanzie, paf^nva i creditori con ^"^una volta si presentòin casa ÉLi ' 113 evintoloQuinto e arctibosate. di un Caliman ebreo,volendo forzare gliarmadi e le casse. Il allora che la ma povero ebreo faceva resistenza, mogliedi Caliman vide che il Pesaro stava per il marito aizzare contro un grosso e terribilemastino, consegnòin frettale chiavi al prepotente salva negliarmadi. che rubò a man patrizio, di partire Prima sputò in faccia alla donna, ed obbligòil vecchio Caliman ingiuriandola, avere a fargli cinquantaducati. per T indomani bella fanciulla Un'altra volta,veduta una la quindicenneballare in una sagra campestre, due mesi,poi Pahla tenne con fé'rapire, se cuni bandonò. La poveretta fu posta,per opera di aldel Soccorso di Venezia, pietosi, nell'ospizio A tanto era giuntoil Pesaro,da bastonare chi s'attentasse molte volte per pura perversità Privato della nobiltà e di tuttii beni guardarlo. fu condannato a sùabilìj mobili^ presenti^ futuri^ morte in contumacia, cento una con tagliadi treminacciando severissime pene a ducati, chi gliofferisse asilo od avesse rapporticon lui. Furono pure condannati i suoi compagni, fra i qualiun Gabriele Morosini. Per conoscere 8. MoLMBNTi, — le tristicondizioni I Banditìtecc. degliultimi 114 della I Banditi due secoli della dei soliti incliti come in e la società funestano ogni luogo,è gloriosinomi e far menzione Repubblica,senza '^^ che delitti, ogni tempo Veneta Bepubblica bastevole in notare mente pubblica- fossero banditi,per colpeignominiose.Ne citerò solo alcuni. Mario Malipiero odiava della tanto patrizia famigliaRimondo, di farlo ritrasse ad la aspettarein vittima,fu era in istrada sceso secolo lo empiè condanne due Porta. Ne di coir intento e una è vivo furono serva per con Porta Piantella, suo drone pa- a coda la tradizione di cavallo,decapitato che per alleviare e il essere un a coda di vallo ca- randa pure, nel 1780, Venedrudo Stefano Fantini. L'infame donna, suo avea ammazzato squartato il cadavere,ne in strascinato Decapitatifurono aiutata dal Fantini, e di fuggire,ma preso rato fu, nel 1710, lacecappelletti, via, per la quale dovea cisterne e condannato, il popolopietoso copridi materassi il Piantella. aver popolo Lucia. Potè nome squartato.Narra le pene del la git- Piantella fredda crudeltà il dopo alquantigiorniJa due con tanaglieroventi, strascinato e tra il il ricordo. Il ancora rubare,uccise che e di ferite. Alle singolarmentecelebri,quelledi Giuseppe Veneranda Malipierosi sicari,aiutati dal dai tatosi sopra il Rimondo (1) NeU^ultimo il il lì presso. Giunta casa una assalita Malipiero,che che deliberò dove nella via solito di passare, era giunto con- parati da tre assassini. Pre- ammazzare adunque gli ucciditori Rimondo suo un canale. avea il marito gittatii e poi dopo brani in due di ducati fettori duemila Audacissimo allora fu regnante.La Zeno dal uscire Zeno scendeva che suoi del potesse gennaio 1627, di uccidere nel cortile del Giganti fu e pistoiesi ferito^ qualcuno, il e inseguiti, chiusero montati la porta per gondole sopra contro del Alvise rapitauna di figliuola un dalla chiesa afferrata d' per onesto di San non sparvero di- contanent seguìin- Dieci ciava lan- Paruta, il pagnato^ giornodi Pasqua, accom- da e coadiuvato spalleggiato avea satelliti^ i all'approdo aprile1641, il Consigliodei quale, la mattina e di bando. la sentenza altro bando Prima Corner fra i canali oscuri. Al delitto un assalito lasciato in terra per morto. accorrere lo baro barinhunia/no^ modo manarini palazzoducale,ne Il 3 do- Consigliodei Dieci. Quando satelliti presto presto corsero essere e il patrizio vittima,che sua Corner,con e Stato. gente sicaria nascostosi e inaudito^con maltrattato di e arme la scala dei dai sicari del e del 7 sera palazzoducale aspettòla vea dì e dei confini dello deliberò il Corner scelerata^ Renier i confini del GiorgioCorner,figliuolo preparationi di con Veneta entro quattromilafuori ducati doge Repubblica della I Banditi 116 bellissima mercante, usciva La fanciulla, scherani quanto si divincolasse suoi giovinetta, mentre Bonaventura. improvviso dagli alcuni e del patrizio, fu gridasse, CapitoloQuinto cacciata da forza in per gondola,che guidata rapidamente s'alJonlanò. Nel quattro remi bando furono Guglielmo Michele da e condotti sopra essere Bonaventura,dov'era dovea boia appesala al a del loro Santa la per il ratto ; cavallo tra Trovandosi in una stato casa terra a le due Durante San Marco Granduca di Toscana di denaro, rimase debitore una a un del debitore sempre quale superbo,furioso,manesco, coti richiesto, Labia, sempre capitati. de- a modi asprie ingiuriee in a dal 1640 somma grossa Pisani uogheri e a Domenico Mocenigo di alquanti giorniil Labia potè pagare Il di Labia, ch'era 1646, oltre alla perditadi ricorse e et giuoco, Camillo paggio del rimase coda a con giovani patrizi al ma mino cam- volta alcuni una da il cadauno strascinati di mano torturati essere colonne quivi il Taltra quattro botte di tanagliaaffocataper poi fattiscendere San condurli chiatta, stessa loro tagliar doveano acqua, a pib valida,e pari attaccarla al collo. per presi,do- chiatta mano collo,sulla Croce stati una avvenuto tagliarloro varino Na- bravi Marostica, Paruta,i quali,se fossero veano e una compresi anche da Bassano del 117 dì 134 163. Dopo il Pisani, Mocenigo, il dopo aver violenti minacce vano in- il pagamento, di morte. incontrato sull'avviso, un 118 Banditi I della di giorno,sul ponte cacciò Rialto,il che veniva verso fuori pistolae Mocenigo, una il dal di lui nelle di berato li- la vita. Ma a Fiandra vedendosi seconda una Donato, soldato finche implacabile, il furore il dì Donato lo stese morto con che lo murare pugnalatanella Schiena. non lontani la fuga,lo fosse preso, e la pronta perpetuarei rancori governantimandarono delle due già con lapidenel Broglioper la vile vendetta per d'oro il dal Libro se decapitazione una vato tro- Ducale del reo, salvatosi alla rodeva, e Palazzo in luglio1652,cancellava nome odio famiglieun dimora,con pubblicobando Repubblica,senza 9 sto que- Mocenigo potè appagare Labia una mania. Ger- la vita. Da volta malaugurato un di e perduto implorò fatto s'accese tra le due i il potuto evitare nome di guerre Mocenigo ottenne del il contro ventò s'ave bottegaa pigliareun'arma contro Camillo,mentre sopraggiungeva Il La aspetto, vicina valoroso ed sparò ditore, cre- pericoloil pessimo patriziocorse fratello del Labia un torvo con chiedendo terra feroce suo la avendo quale colpo si gettò a una Jiepuhblica Veneta famigliea i tenere 1656 e ceva fa- dare ricor- tanto, Ingiustizia. e le vendette, più giovanimembri pubblici uffici in paesi,finche inducendo l'altra, poterono, nel dannava con- l'una comporre parte e la ricon- CnjyitoloQuhìiù ciliazione fra i rimettere a Mocenigo Domenico i e ogni tempeste deir ira,che vante, combattè in faccia alla bando Un un altro tre sere di galeazzein tra Mocenigo, di 7 contro grande pistoleera suo entrato e del Cavalli, di nobili. Il concorso attaccato aver Nicolò con il Salvatore. Si rappresentava VE- nella sala v'era lite rari, teme- Giovanni, il quale nome di due prima,armato Mocenigo,dopo più gennaio 1670,colpiva musica rismena^ poesia delFAurely, e i lie- J'" patria del capitale nel teatro di San le nuova gloria,che rialzò acquistandouna nome incominciò primo sempre Qaetate tro sopraffatto ogni al- avea comandante nominato e Labia, e quindi pena. sentimento,il Mocenigo vita 119 delibei'atamente Sebastiano di essi le due die restò bene Foscarini,sparò stiano^ Sebacontro una pistole, offesoe V altra contro Nicolò trafiggendolonelle parti più considerabili^ con^ pericoloevidentissimo FilippoMaria bandito Qualche volta in (1) Bullo, sentìni, 1879. I rifa. Parula, imputato di furti e di omicidi,fu volgaridelitti della il 28 mezzo s' infiltra la Labia in aprile1717. alla serie di questi mestica. lugubretragediado- Venezia^ pag. 29. Venezia, Vi- I Banditi 120 In della privata raccolta una '^^ mi fa dato Dandolo Vincenzo insigne e Bollani di che « fece l'altro hieri confessare « era « que « et « Adele, ma « santa. in della Rio la diede di dicesi ammazzò; 1602. fatto accadde Giovanni Lucrezia donna che moglie sua le cin- stiletto nella gola gli non la predica la notte era una per uccisa €he fuggiree riuscì a al bando con decapitazione, di ducati duemila. a Venezia Franceschina e. se trentasei avea Dieci decretò a taglia, Della di Venezia. sato spo- il chi lo la povera Il Sanudo, fu condannato rompesse glio lu- anni. l'arresto del in tumacia con- confine,alla avesse preso, infelice donna nevano rima- vise, Livio,Alquattro figliuoli, e Livio II, i quali, orfani madre, col padre bandito,senza raccolta del avea 1584. Quando Cappellonel fu dell' il Sanudo Martino Consigliodei (1) La Giudecca, alla perchè la contrada Sanudo Un » L'atroce della nel lfil3. 11 seguente,su un ser a Bollani,teologo Croce la notte Cappello et hore, li scritta queste parole:« con menti docu- e grafa, lettera auto- Canea, morto « sta codici tempo, da Domenico vescovo finisce di leggere una logora dal mezzo Veneta Bepuhhlica compianto comm. sostanze Federico Stefani, 121 CapitoloQuinto al Consigliodei Dieci,per al si rivolsero salvocondotto padre un nere otte- la seguente con supplica:^'^ « Serenissimo Illustrissimi « Non € Serenità Principe^ Signoripatroni Clementissimi, et di quel piedi di Eccellentissimo Consigliocaso di a' giamai comparve et miserabile più di stato Franceschina ser Clarissimo di essa de honor di babbi capitaleil in (0 Questo molta sudetto medesimo e raggioneavenne gli altri Serenità et del in bando Consigliocondanò Padre, per nostro et innocentissime un esterminio padre per suspetti Giustitia di Vostra detto Eccellentissimo povere per gnora di levar la vitta à la si- causa madre, con la Santa noi voluto la mala che nostra sorella Sanudo Zuanne Signor il detto nostro havuto nostra che casa crimabile sia il la- Sanuda, Livio, Alvise, Alvise;poi che avendo disaventura degno secondo,fratelli e et Livio del figlioli fo de noi simo pietosis- ne maggior compassionedi quelloche Vostra creature il che siamo tempo prive del padre. documenti che riguardanoil rintracciati cortesemente furono,per mia richiesta, di Stato neìV Archivio dal state re- defunto comm. Veneto, voi. XXXII, nudo Sal'Archivio nel- Cecchetti,e pubblicati pag. 182 e seg. 122 / della Banditi della del governo, madre, ci non fossero alcune con noi gran mendicar il pane. ridota già anime noi alcuno fortuna,che di i beni prottega ne si non lacrime,prive ha vendo non ogni sostentamento, che quello che et effusione di può esprimeresenza de Jiepuhhiica Veneta de Dio, tano eserci- che carità,saressimo se costretti a tanto io infelice Sanuda Per alla ettà di anni delli fratelli et sorelle disdotto siamo esempio di miseria,et il resto con mabile et lacri- vero restaressimo preda quando d'ognipiù infelice et lacrimabil successo dala immensa pietà della Serenità Vostra, et dala religiondi queir Eccelso Consiglio non fossimo con corsi. benignamente socpietosa mano Per riparar adunque à total esterminio di cinque povere tutti cinque Vostra honeste et di nobile li con Serenità di creature sventurate et conditioni, prostrati ginocchià terra a' piedidi Eccellentissime et delle Vostre che Signorie,le supplicamo humilissimamente per si la passion di conceder degnino cause, salvo padre,di tempo et et figliole al le sudette lacrimabil infelice detto pur nostro al vitto di noi suoi sicurezza l' del- specialmentea honestà Signor nostro, due, acciochè possinel detto provedere,non ma figlioli, honor per condotto soli anni Ghristo Giesh gue san- di noi devotissime serve la infelici femine di Vostra sue Sere- 124 I della Banditi BepìibblicaVeneta poverina di mia moglie terminò la vita,et io per la innocentemente giustasententia di queirEc- celso Consigliorestai in perpetuo et capitalmente et pietà bandito;piacquepoiair infinitabenignità della Serenità Vostra stato di la mia senza di lustriss SignorieIl- delle Vostre compassionaril Eccellentissime, et misero e quelleinfelicissime creature,che presentiaet dar sesto alle è stato permesso solo mi non della mia cose ho povere mie sostanze,ma et delle casa potuto mediante graziadi Dio,cavandomi, posso dire,il in monasterio bocca,colocar de dui che mi ritrovo della Reverenda di Padova, la mia una Serenità di San Vostra la pane di figliuola, dalla fede bavere,come Abbadessa date an- de doi salvo conduto male, concedermi anni; nel qual tempo, sarebbero governo Bernardino resteiù certificata. ne cellentis Hora, PrincipeSerenissimo,SignoriEcavvicinandosi anni et trattandosi salvacondutto, del suddetto dell'esterminio et ultima core al per delle Vostre stretto con- ciò lacrimoso, insieme a figliuoli, piedi di et di cadauna et di tante povere bando, ricorro afflittissimo et sudetti miei rovina creature,quando io fussi et innocentissime ritornare la fine delli due Vostra co con '1 li nità Sere- strissime SignorieIllu- Eccellentissime,et le supplicamo per le viscere di Jesu Ghristo Signor nostro,che 125 Capitolo Quinto veglinofarci gratiadi prorogar il sudetto salvocondotto,per altri tre anni, ovoro per quel di Vostra tempo che pareràalla pietàet clementia Serenità di et quelFEccelsoet religiosissimo Consiglio, obbligandomi et infelicissime povere continuo di cadauno Illustrissime con humilissimo mi raccomando. Il nel Dieci al 1609 Cappello la « e che Al nome atti 30 € di nel un il Sanudo e allora, supplica, nio; altro bien- 1612 tro; per quattal modo chiedeva carta di pace, che il ai parenti gli fu sciata, rila- è questa: marzo Piero che fu di neratlone da E cinque.Si giunse per di Dio e della Santissima Trinità^ 1621. Considerando di et Sanudo la identica anni; per tre per anni. la proroga del 1621 ; marzo m' inchino prolungòal altri due per nel 1616 rie Signo- » 1607 nel delle vostre affetto riverente presentandoegli sempre ottenne del pregar alle quali, Eccellentissime, et Consigliodei salvocondotto di creature queste stra per la lunga vita di Vo- l'eterno Dio et Serenità, tutte con io ser Carlo Carlo fortuna,sotto el a di Capello fu ser cidenti kav.,li sinistri ac- quali Fhumana è sottoposta, et commiserando et gecom- 126 I Banditi della Repubblica Vemta passionandoli infelici avvenimenti negli altri; mente sperandoper ciò dal Signor Dio esser maggiorrimetto ogni offesa,che io havessi protetto, ricevuta da mio nudo fu de innanzi cognato, il N. H. ser Zuanne Sa- Alvise; promettendolida qui fine ad por ogni malevolentia,pregando ad ambedue la buona qualunque et il ser o concedi Signor Dio Pasqua odio perdono de et il ut supra. ogni offesa. Io Carlo Capello Io Piero Capello S/ Paulo fui presente et interveniente della suddetta Io Livio fo del pace.. de Sanudo sottoscriver la pace. Allora Omobono dei il Sanudo nel di liberar due sopradettacarta ricorse al aveva al banditi concesso o Taramelo,retentione Sebastian chibusi glio quale il Consivoce e facoltà relegatia tempo L' et » e o in Mazzi di appresentatione Pizzone,per delatione ecc. di di Santo comune perpetuo « per Tinterfettione di Francesco detto feci Zuanne » Bergamasco Dieci ser et sbarco d'ar- fu liberato dal bando. dei Decemviri fu suggerita dalla indulgenza o dalla parzialità pietàpei figliuoli pel bandito La giustizia del fiero Tribunale patrizio? poteva da protezioni, qualchevolta esser vinta da favori, CapitoloQuinto da interessi? Veramente cita parzialità 1491 ranno € El Dose il Malipiero{Annali, pag. fla de « q. Francesco- « in « duto « cent'anni,e Zorzi Nani, in S. Orsato tutti do una Moresini a opera è sta fatto salvo Morosini,e esso in Apostoli;e può Gonsegio di X, che miti. 698) al- maridà (AgostinoBarbarigo)ha nezza € esempio di iniqua un : € a 127 a Alvixe Zorzi bandidi era con- per per sodo- » Ma, per dire,le vero alte raramente protezioni Narra il Sanudo rigidagiustizia. t. XII, e. 137, 186, 188) che il patrizio {Diari, bando col contrabGaspareValier,volendo accrescere il suo patrimonio,uccise,nel 1511,un nato ufficiale delle gabelledi Treviso e fu condanalla morte. Il nome, le parenteleillustri, cida bellissimo dell'omila giovanileetà,l'aspetto impietosironoi veneziani: e prima andò nio ad impetrargrazia ai Dieci il patriarcaAnto- vincevano la Gontarini,et fo liberation poi molti dil eonsejo di altri gadori,Giovanni che Dolfin, nelle ai X via dicendo,la si conveniva patriziparlarono in condannato,ma Nicolò mandato invano. Da ultimo Trevisan,Piero esercitavano civili e de- exeguir, del favore i tre Avo- Gontarini il ministero e blico pub- si rono criminali, presentaDieci,supplicandofosse almeno sospesa cause Banditi I 128 così ai pietosiAvogadori: « di questo " cussi si levono « et fo preso € dori.... et vien « seno al Aon di più degni levative a suso privarliin perpetuo dito,poche e - Ihoro, casa di avoga- mancoe fus- non » ragionedi Stato dovea nanzi piegaredin- rigor della legge.Così, nel IV scriveva ai suoi carissimi 1585,.re grandi et et confederati veneziani, collegati pregandoli amici a graziaredal bando il conte gadro,la guai grazia^ diceva da siete tutti tre et andono confinati. Perfino la giudici risposero magistrato^perhò " Enrico Bepuhbìica Veneta GÌ' inflessibili condanna. la della il Avo- Re, ricevendola speriamo^ /laveremo voi^come Ottavio a singoiargra- (^) E Caterina aggiungeva le tiflcatione. sue preghieredel Tamba- reale scìatore di Francia di Camera, Sua Maestà monsignor mandato di molti al Doge la luomo genti- causa affermando delitti, esser pi^zo della obbediencia questo gentilhomo^tanta desiderava di Glas spezialmente per dispostoad era nell'avvenire di e dinanzi effetto^ perorarono l'Avogadro,reo Anche figliuolo. alle era et tal delche none can- et devocione con Yaffetione cui : suquesta grazia.^^^ Il Doge rispose (i) Arch. di Stato,Esj^os.Brine, voi. VI, 1585. (2) Ibidem, e. 85 t., 20 marzo 1585. e. 84 braio t.,9 feb- 129 CapitoloQuinto Ma e graziae spondere. ri- non alche dalle loro ristavano Savio Tiepolo, del tore il Procurapreghiere, Consigliodi settimana, soggiunse« seccamente a semplice salvocondotto. E al gentiluomo di camera, un Tambasciatore non rifiutò la il Senato che accordò si riservò i^' e et maleum Inter incudem mus che bene era non tar ten- altro. » (^J Il valevano non a parentadocospicuoe diminuire a coloro,a cui erano le potenti aderenze cambiare le pene non determinate, essendo o fra i governantiquella necessità illanguidita la forte rassegnadel dovere,che avea inspirato zione dei dogi "^) e Foscari, Soranzo fatto tacere avea e Francesco la tenerezza stato, Espos. Piincy voi. VI, di Arch. Giovanni e. 86 li) pa- t.,20 1585. marzo (2) Ibidem, e. (3) Soranza 87 t.,31 1585. marzo Soranzo,mogliedi Nicolò Querini, fu, come alla conche aveano giura partecipato parentidei ribelli, di Baiamonte dannata Tiepolo,cacciata in bando e poi conalla reclusione perpetua,mentre il padreGiovanni di Francesco Foscari, Soranzo era doge di Venezia. Il figlio col Turco, fu torturato, stretto illecitepratiche accusato di aver di carcere condannato ad un anno e poi esiliato a di partireper l'esilio, Candia. Prima supplicòil padre, spose: Il doge ridoge di Venezia, di farlo ritornare in patria. tutti i Jacomo non cercar 9. — »a, più MoLMENTi, e obedissi altro. / Banditi, ecc. a quel che vuol la terra et 130 Banditi I delia di Andrea nell'animo terna è infracidano, facile ad anche giustizia, condizioni corrotta raccolto nelle fra molti menzione si trova dalle cronache la forza non 1638, Nel si non ucciso era poteva di la promessa vana il trovato avesse dalla dizione tra- volle forse incarnare 1500).Un donna e giovane toltole per udire la sua uno Vane trovare. casa Suo Avogadore del Comune, ed egli stesso chiese la molti condanna taiéli parole:Im'pichélo, dinnanzi padre Andrea la tèsta* E (12 una al Senato come Pubblico, con figliuolo la condanna gio mag- ba^sà Morosini, il Ministero del chi a anni, al Morosini, avendo esercitava micida l'o- ricerche, del Sanudo zoiello^fu condotto sentenza. le quattromila ducati nei Diari di gistrati. ma- gentiluomo, e un colpevole.Dopo (») Il fatto è raccontato è documenti, ma questo fatto la circospezionedei veneti in le e sentenze sue confermato popolare,la quale neta ve- questo esempio, di nei e la non efficace, poco Scemò insipiente. ne sagacia.Valga non resero e ruzione cor- le circostanze quando intendimenti o la falsano. Ma o sociali là fu ne' suoi cui timore infoscarsi; Fammutiscono 0 la Morosini,richiedente in tempi difficili, giustizia quando glianimi La ne Veneta ^^) figlio. del la condanna Eepuhblica queste fu guitaese- 132 I fu data però Banditi metà la di della Bepubbìica della abbandonare Veneta coir taglia per ingiunzione il sempre ritorio, ter- veneto f*^ (1) nelle di 11 sue conclusione minazione, Giovanni conte (Nov. Novelle : E Venezia, tu Da Schio V, Venezia, dovevi gran in senno raccontando 1865) fama ? perire fatto questo esclama di a spietata guisa do- Sesto Capitolo I ministri il e del Governo Capitanodi e il - Un omicidio Verona nel castello d' Illasi L'assassinio - Luogotenente di Udine - La del conte cano d'Ar- del Podestà morte di Caneva. nella Se così gran quali neppur potestàdei la temuta dalla malfare volte il malo avrebbero e fino taluni del governo odi e Per dei da' suoi esempio dovuto tenersi nimicizie ministri. veniva a di fatte l'ufficio altissimo principaliattori, per da ogni pre sem- non Anzi, molte quelli * che dignitosie tranquilli, magistratie correvano ad del governo, lontananza servito ben comoda prendeano occasione gistrati ma- uomini potea rimediare,nella terraferma scellerati mero nu- dini, disor- e succedeano brigantiblasonati, di ai capitales' incontrava una ministri e le uflBciali vita esecrabile ricevute e e fra offese. pe '1 casato d'uno tragichecircostanze. 1 Banditi 134 Veneta Tiepiibblica potrebbero fornire che quelle bieche ballate, di frusta novelle cui argomento o a di una quelle tetre ebbe di 1592, nel nel feudo Verona, Nella del 24 mattina di d' Santi,massaro due alla riferito alla si trovava in morto d'arme. A Pompei era diceva (1) e Questa "Ricerche quasicon Andrea amici, a truce le identiche parolein detestahili fatti si propone costume. narrato un Pavea non il Grifo stato Ginevra sassinato as- Pompei. corse, insieme rintracciare (Torino,Bonx, 1892) ma andato d' Illasi, fosse di Santi istoria ho quanto e Santi che del dalla stessa contessa alcuni ammazzato stato brolo del conte un pubblica voce Il denunziante denunziare niva quarto d'ora, ve- un moglie drea An- Verona del Grifo casa seguirlo. Dopo a la Girolamo del 22 la mattina con conti 1592, compariva Illasi, per GregorioGrifo,uomo che dei di giorniprima, fosse si diceva, il conte e dicembre criminale alla cancelleria forzato castello XI. (1) secolo messer contato rac- che risale al Pompei, illustre famigliaveronese, come, tapta d'essere diffusamente occorso in quel Illasi, di una a il romanticismo dovizia,merita il fatto d' della nel il cadavere, volume: potea non Studi ripeterla lihro,che col racconto di dare unMdea dei tempi e del Vòo CapitoloSesto in immerso nella chiesa Il 26 lago di sangue, e lo trasportò del paese. dell'ospedale un dicembre,i Rettori perchè vedesse quindiciferite chiamata mesi cadavere di e incominciò a ciasse incomintrate riscon- di e pistoiese celliere can- e stile, Grifo,moglie dire nei come passatiVirginio Orsini,governatore Verona,^^^ venuto avuto di campo di castello del nel villeggiare a Girolamo,avesse conte ragionare signora coìitessa Ginevra. Pare fosse quello con la un curioso modo di detta della a mandò, insieme ragionare, giacché pre sem- — vedova disimpegnare conte il col siw volendo — palazzo Grifo,la quale,poiché l'amore la il furono costituto Giara quindi a essa dell'ucciso, il cadavere Sul il processo. mandavano al spiattellava il Verona^vi a Ginevra, contessa è delle donne di compagno signor liero, ciar- fetto viaggiol'af- che portava all'Orsini.Gregoriorisposesubito : 0) tana Signora^non — VirginioOrsini,del e Fiandra fV qtoestacosa ramo perchè casa dei marchesi di Lamen- principideU'Amatrice, dopo aver sotto gli Spagnuoli nel 1583, fa combattuto al in servizio dei Veneti. Nel Fu in 1589, fu fatto dal papa governatore di Ancona. ripresoal servizio veneto nel 1591, e nel 1594 seguì Ungheria in era il duca Vincenzo soccorso I di Mantova, che degliImperlalicontro generaledella cavalleria straniera i Torchi. si Nel in Francia. era cato re- 1596, / Banditi 136 Pompei ha non della mai avuto lei di rimando: Ma tentar^ percìièV posso far di ho contentato mondo, arrivato appena della contessa: sta Angelina,la s'accorse che padrona tutto il Grifo e, forse lui,se giorno il conte armati di la — — Ma A in entrarono castello, una degli uomini, sassinamento Illasi ; ma Ginevra; et una voce a mini uo- nella letto malato, am- Compare^bisogna levar cui Gregorio: ben e a altre qual animo. stanza,dove Il scuse. Giunti erano al postati ap- alcuni, anche dalla strada che Sono — seguire il conte, e, secondo e bel un molti con si trovava ci volevano con può figurarsi la contessa buona era non entrò d'archibugioe pistole, Grifo fu costretto a vestirsi ognuno moglie. Girolamo, insieme disse il conte. — sua Clara,risolse la in Verona Gregorio,che impotente. la e svignò a forse di paura. su^ dormì gelosiadi mestiere,riferì per il Grifo che aria per qualchecosa^ segretidella nei era a della contessa, cameriera il confidente Avvisato rola; pa- zione raccomanda- quellanotte conte, il quale,secondo al di uccidere camera in — la grossa. ha, e aggiunse non Se tu sentirai ti movere non quieto^ non Verona, si cacciò a — che fatta capo forse deirultima memore — vogliocon- lo ancora^ Cosa — di nelV honor, tarra Compare^ — manco. Gregorio,uomo e letto, BepuhhlicaVeneta disse: si sentì il 0 Jesu,,.. et CapitoloSento lo il conte c/i'el era corte ancliora brolo fuori della nel in fecestrapegar 137 vivo. Questa la deposizionedella su la per del fatto voce conti Per anche giù era dai le vie della Verona, dove in corsa formicolava principali si facevano alcune e folla, Tanto che la et cosa primo aspetto.Il scrivevano la chiara,come dicembre 31 al serenissimo intorno lo ciò ch'era a potevano 1592, i Rettori principedi Venezia, Poiché del VirginioOrsini fondamento passato il alla successo mezo di quelli riusciti a fallaciragionamenti conte però Girolamo,fatta alla capitano Carlo de Ferrari. nuovo del conte col la verità della verità si trova deposizionedel presenza per quanta fossero non li sempre popolo.L'accento nella con avvenuto, sapere^ nulla,oltre saper casa. parrebbea posta per intender avessero sua parata, lasciò di questa partenza,come proposito industria frastuono città. era non tutta la mala questi,vista improvvisamente la Ma nel gridavano crucifige voci il capitano Orsini del i il popolo: propositi sentire contro che Intanto testimoni. Pompei godevano di grandissimaautorità. d'ira a mata confer- vedova, negava nore l'offesafatta all'o- Pompei, questi,desideroso di verità si sapesse di come questo fatto^risolvette che fosse rarlo nar- con non giustizia, protesta però ch'egli 138 I Banditi intendeva si dovesse maniera alcuna per criminalmente lui cedere pro- che l'Orsini, però contro quanto aWoffesa per Veneta Hepuhblica della cavagliero ricevuta^come che parerà d'honore^prenderà quella risolutione^ convenevole in il conte tale. L'Orsini caso Girolamo all'intrinseca e favori amicizia in diabolico un levar Vonore conte Girolamo,si alla conti pensiero pei, Pomvoler di di valse e servitore, un lettere con servitore di cameriera La d'arme, casa^ dal nella a stanza una un'altra che sorella, una bella levò gorio Gre- di Ginevra. del il fatto allo stesso Il suo postumi rimorsi « da ad mar fratello, conte mattina, la moglie,nuova di letto in camisia narrò quale,meditando il fidentemente con- Girolamo conte bella et avveduta con vendetta,dissimulò assalita da « tutto della Ginevra. terrihile stato indegno ma quale confidentemente lo confessò sue trodotto quale nottetempo fu in- sorella la marito antico Angiolinaraccontò Pompei, niera lei sempre risolse di corrompere finalmente respinto, Grifo,uomo da èssendo lecitò sol- amba- con come detta signora a voler consentire alle sciate^ Ma sfrenatevoglie. guardo ri- signora Ginevra^ moglie del tentò,co^ e punto ai tanti onori e famigliadei ricevuti dalla entrato avendo non — que adun- narra — una sdegno,ma Lucrezia, si quasiinfuriata, canto del marito I 140 Senza Banditi della Repubblica Veneta rini indugi,Tavogadore Marco Guefrapporre partivaper Verona, istruiva il processo, quale i testimoni quelle della assenti,e fatto che erano Uguale sposta ri- moglie sua della contessa conferma di far sapere ogni requisitione et cameriera in statuita la Madonna sizioni depo- le dell'Angiolina, e ad come alVhora ritrouate si luogo nella tato, appar- La Campagna. terribile sua sero fos- fessione conplicità, sem- maggioriparticolari quanto con giàdepostoil marito. avea Un le fossero. piìiutile espedientedi stimò detto risposta settimane Ginevra Querini all'avogadore avrebbe al palazzo in si richiedevano parenti che della contessa il conte fanti i fanti al castello d' Illasi.Avvertito ebbero dai molte ignorava dove si farle in Verona n'ebbero e da casa lina, Angio- Querini,giacchei Pompei, padronidi di e sere es- agevol cosa vogarlasi presentarono de' conti che i fu non alla presenza del venire Ginevra contessa cameriera,ma sua nuova importantidovevano Deposizioni circostanza. dell'A aggiunsero alcuna non nel sabato dopo sera, orazioni,la sue a canto coirOrsini. che stanza Allora cosa contessa e dopo essa si vide Gregorio Grifo si alzò chiedeva. e detto aver Ginevra fuoco,allorché al sull'uscio della cena era duta se- apparire insieme domandò l'Orsini al- 141 CapitoloSesto a risposeil governatorevenendo Signora, — — spada mezza avendo — accolti né mai dirle che voce favorire della si ostina se della perditadi perdita, mia si è dedicato Non — Ginevra tutto questi i sono — si che con com'è che prove di affezione Il Grifo allora prese cercando rOrsini dama soggiunse mia fede ad di stima. e che non luomo gentiebbe non — partealla conversazione, far intendere alla contessa cavaliere pari,ed un marito, dal quale mio della causa — una ella,signor Virginio,rompe lermi vo- servigi. termini usano non che cavaliere, un ai di lei soluto ri- sono a sarà graziasua, furono non lettere mi messaggi,ne a che veduto da essere non esservi e non disdegnare, il avesse amante suo cavalier — confederato. Intimidita da dai parte, e forse suggerimentidi Ginevra contessa una gli si non lamo — avrebbe Macchiato mandato, a Ginevra — non al fosse tolta la tutti fatti Tenore per e si circa dalla Ginevra, le disse da somministrare veleno se al fine si lasciò vincere un'ora,nell'accomiatarsi le avrebbe po' persuasa Gregorio,la messer il quale,trattenutosi all'Orsini, arrese che un a sarà mai a mezzo del Grifo,un marito,imperocché, vita,il conte Giro- , pezzi. mio marito vero, — rispose signorVirginio, Banditi I 142 che io acconsenta la anco levargli a perderla Veneta Bepubblica della vita,e ferisco pre- anziché veder lui così ingiustamen mia perire. — E di rimando Se — Signoriasi vostra penserò io E l'Orsini: dal toglierlo a più, l'Orsini senza Parendo alla poi mondo se in consueto fosse raccolto se presto. — andò. Ginevra che per più del fosse conte tando dubi- e pensieroso, una eglia cognizionedell'avvenuto, mattina,alzatasi di buon'ora lo stile del mano e ben ne contessa giornidi seguitoil alcuni rifiuta avvelenarlo, marito dal letto, prese glielo offerse e in cendogli di- : perchèavendole levato merito,e confessando altri lo Ed a luccisione casa domandar casa a da chiederle che mi a se era Grifo: del quella vera; — siete stato è vero, quelloche ha mia. messer menato contessa Il conte « che cosa (del Grifo),e sua Non io modifico allora il nostra, alla presenza dissi: che la antiquataortografia, confessato andò mio, prima quali parole, che con nella racconta tornò l'error — ecco soltanto ingiustamentel'onore,la risoluta sappia,sono ammazzi. avea dia la morte, Signorconte.Vossignoriami — io mi gli signor conte lo alla menò Allora io gli Gregorio,che il signorVir- Capitolo Sesto ei mi Allora — Dio cose. rispose: stile del che signorconte,senza disse: e quelloche stato son nella vostra Allora,vinta — a tirar lo con ha condotto camera — sto Cri- un è vero, ginio signor Vir- vostra saputa. collera, gli cominciai ad cominciò lui dell'uscio per alla volta verso il senza dalla e stile, fessi con- signorconte. la faccia con tu Dio, perdonami; sì, — nello signorconte esso del di una Voglio che — la verità alla presenza lui si voltò fatto mai diedi delle mani vedesse,e glidissi : Allora Signora,messer — io abbia Allora — saputa mia? senza camera, guardi, che queste mi mìa Della ginio 143 andar Gottardo servitor antico di vedendo che andar fuori. Lì era nostra,il quale casa cacciò mano fuggire, ad un pistoiese, e gli dette non so quanti colpi me e lo stese in terra. Allora gli messi attorno lettate, collo stile, e gli tomai a dare delle altre sti- egli voleva fu morto. fino che Angelina funesta sera da parte sua, in come narra lasciata la contessa avesse dire Tufficio. Udì a » poi nella quella chiata inginoc- stanza della di voci,vi accorse, vide GregorioGrifo et il sisi affacciò all'uscio, gnor padrona io li gran contrasto Governatore die vidi^ tornai nella (etto, — un Prudente la et quando dispogliavano^ mia cameriera! camera — E et andai a qui il processo si delia I Banditi 144 ferma,"^) è lecito ma che sia andato come sa si vedrà arguire,come il Grifo criminali si ne abbia Veneta Bepuhblica finire, a in appresso, pagato per tutti. I processi esistono: dell'Avogarìapiìinon minai esa- quelli del Consigliodei diligentemente Dieci le e Raspe, nulla. Il fatto dovea dato fu mi non ma destato aver successe^ delle cose colpa,ove non continua il ne Paruta,scrivendo « da suoi in Roma Mi disse Roma, Si sarebbe potuto trovare negli Atti processo Verona, che dal dei che « certi a era nuto ve- questo a sulle tal fatto. Facciamo che (i) Arch. Roma, non mancano di Stato, 16 vanno tonio di An- famiglieveronesi parlano alcune ture, conget- adunque forse di Quarantia ottobre i manoscritti di nale, comu- quelliche mancassero sul al Maleficio quella Biblioteca al 1600. E neppure Torresani qualche notizia Giudici esistono in proprionon 1580 (2) satisfare » (2) ufficio.» se posta per a per aggregata questi contorni,e che castelli in cenno Verona Iv/iera a alcuna. aveva si fa deliberato di viversi per adesso aveva di quali però more, ru- gran un giacchenei dispaccidel Paruta che avea abbandonato dell'Orsino, trovar 1593. verisimiglianza. Criminale^ f. 31. CapitoloSesto La T Orsino questionetra ed ebbe colle armi Il 10 il e 145 fu risoluta Pompei fine cavalleresca? una aprile1594, Domenico Nicolò Dolfin, dei Dieci, Dona,Almorò Pisani, capidel Consiglio scrivevano ai Rettori di Verona, chiedendo copia di alcuni cartelli di sfida, che giravano per diverse ciuà^a fiiiedi provvedere in quel modo che et sarà di scambiati sfida, la leggi cartelli copiadi parecchi tra l'Orsino scrive da aprile, dichiarandosi agliordini il 4 che essere e provediatedi per Et Asti al conte Girolamo suoi « quindicigiornistarò a vostra campo perciòmandate troverà appresso il concerto: che che gli si cavaliero, il duello non don il Ser.™° userà avuto Medici Repubblicaporta 10. — MoLHENTi, l stima alle loro Banditi, ecc. » che luogo,giac- scriveva ai Rettori i signoriVirginio passare per quella città,fossero compiiti in quel farli certi della molta sta.... richie- di Mantova cortesia. aver dovendo Antonio transito, legittimoprocuratore neiragoslo1595,il Senato e tutte prometto, sotto paroladi deve Verona,come o a arbitrio, tutto per Orsino io a mi di avendo non sicuro che Ma sino, Pompei.L'Or- nelFarmi,accettando quelle che voi dite a mio parte di che il e dire o la delle osservanza quieteuniversale dei sudditi. Dopo dieci giorni, i Rettori mandavano di la bijsogno per et modo che possa che delVaffettione particolari persone. 146 « Banditi I presentereteanche, » continua Li Senato, « di refrescamenti 50 tra tutti due. Il povero » parte del la di ducati il valore per ^i) , Pompei, conte si fosse se potuto veder Verona, avrebbe in Veneta B"puhblica della trovato trattato con refrescamenti il suo odiato nemico. Ma qualche volta saldano partitesi le sulla terra,giaccheTOrsini,dopo Vili Clemente e miserando (1) Arch. (2) la e spettacoloin di ^2) Roma. stato, Senato, Secr. I. R., VirginioOrsini,generaleal soldo di alle Grotte dalla milizia còrsa di papa nel 1597. Suiruccisione deirOrsini « Per pagare scudi 3000 farà il Cardinale Clemente di haver « riere della nostra in Clemente mano premio provincia della di chi legato,scudi tremila ordinerà de ciso uc- Vili, menti, questidocu- et che recognitione Mentana. Cerasio etc. ordinarete ad Aless.o Doni Mons.r paghi Francia, fu distributione la Virginio della ammazzato 122. in Roma: secondo per il e. curiosi sono trovati nell'Arch. di Stato di fu fatta pubblico testa sua tenti agli in- dalle milizie IV, £u ucciso di Enrico bato pertur- aver servire ecclesiastico, per lo stato anche Marca theso- (d'Ancona)che il Cardinale S. Clemente buirli per sborsarli et distrialli soldati còrsi ed altri secondo la divisione da moneta farsi dal detto Legato,quali se li fanno pagare per premio di haver ammazzato et recognitione VirginioUrsino dalla Mentana, che cosi pagativogliamo gli siano accettati et fatti buoni palazzodi nelli conti di detta th«soreria. Data Monte Cavallo, questo di « 20 Clemens nel nostro settembre Papa VIIIs 1597. », / 14S Banditi della della secolo Xeirullimo prestar fede senza di parecchireggitori furono Repubblica i cattivi esempi più frefjuenti Anche Veneta Bepubhhea a che l'alto. dal- venivan chi vuol Terraferma gere dipinbecilli, im- come ubbriaconi, dediti agli inetti,biliosi, di mancatori aìnorazzi, lussuriosi, ^^" non si però che, fra può negare ve non numero, il grande tristi stati alcuni siano ne sini, fede,assas- e corrotti. Gussoni Tale,ad esempio, il patrizio di Udine. Marito di gentile,arse donna a gelosia del d'Arcano, che faceva gotenentessa, la quale pare occhio Una il di carnevale sera al Castello via ritornava a a un la sua piedia certo del vedesse sua teatro, e la rappresentazio gnata accompa- il d'Arcano dama, casa, essendosi madre di mal servente. I7'27,finita maggior padre, a suo A alla Look assidua non e Francesco giovane ed elegantecavalier nel ne bellissima conte corte una nente luogote- e unito alle se per sue punto, dilungatosidi relle. so- pochi passi dalla comitiva,T infelice giovane fu, tra le tenebre da un che il nascosero colpo di pistola.Tutti Makchesi, al Senato Le Veneziano. Beìaz, dei ad sicario,ucciso una voce ta) accusa- Luogotenenti del Udine, 1803. Friuli 140 Capitolo Sesto del misfatto rono si agitò in modo in in il da un Gussoni,e anno il convincimento difetto serie prove Negli ultimi piccolo paese del nei della anni fu mandato, Friuli, cosi chiamati dove ebbero Repubblica di il castello Corner, podestà,uno podestà un 1790, Pietro nel di contrada del avvenimento « dia: « dei morte non si con del del conte da particolari una sue l'autore ardiva Francesco Lucrezio Palladio accenna ricca e dalla parlarne. » nei è narrata suoi possedutidal conte Gropplero in Udine, Goldoni in Udine, Udine, 1889. v. La con Diari con casa era comme- dell' omicidio ; vi d'Arcano ar- (cap. XVI) antica i vano, racconta- ad Udine, Memorie e ria mise- il Corner fucilata neir uscire ninno Barnaba, della paese si trovava gentiluomo di conosceva ma sospetti, 1727 nelle « ucciso un Cesare tutti i vizi cinquantanni fa, che qneste parole: Un stato San connubio I vecchi Goldoni,che nel truce di mini pubblico quei gentiluo- dal nascono colla vanità. un sollevò quei nobili harnahoUi^ di dalla case difetti,che « il di Canova la terra e decaduti,nei quali erano al condanna, di terraferma. governare (1) Il facendo ma giudici, la cando man- non mezzo, legaliper Tuccisione remore A e rinchiuderlo a fu liberato. ^'^ Gussoni gran chiamare ri- obbligarela Signoriaa fretta il prigione.Dopo città la Luogotenente, e erano tragica molti inediti, Joppi, Carlo 150 / rivo Banditi Caneva a stava Repubblica seguitoda usciva ne nella quale lettiga, una nella che, portata e cominciò Il mai. farsela a a Una fare il Giacomo Poletto Stella,fra del i contado corteggiar le Lucchese Giovanni Caneva, lui in donna dall'ostessa, rissa si accese uccisero il Un osteria al furie i gravi versi: i tre non mancano si circostanze, del serenissimo da colà la giovinastri di tre villani ! per far montar occorreva fu E mandata soldati,i quali incendiare signor Giambattista Tira Scacciati più appartata,e Decemviri. compagnia z' altro volevano liete carono podestà,attac- risoluta,andarono e ammazzato sulle che detto podestà. più di quel che muse, Conte, gelosia,o osteria. punto che patrizioveneto grossa gazze, ra- giovanotti da del una forte C'era una focosi mossi o dalla signora amica istigati briga con detto Battista Falcin più scioperatie tutti in un'altra giunto, giovanotti del luogo, Pietro e di podestà, Corner, appena coi bero conob- gradasso. certi sera del casa frequentare le osterie,a a Veneta signoradi Venezia,che pochi una non della mai il paese. Perfino Doge le nelle tristi e nelle commossero, Caroldi sen- e tentava con fra altri il di placar questi brutti 151 CapitoloSesto Placati, 0 Prence ira tua, che Cessi Miseri Chi sa, che è Errammo, Non Ma chi Farsi Ardir ; della interdetto fu vedemmo agli empi venne Sol ^ori ; E mancò non che ritornello in orrore muova un fallir neppur da mentre e il Poletto erano a e il faceto, castigar. di i là dai confini dopo qualche birri, una di sagra Stato,li ebbe Lucchese, che parte popolana, un i Veneziani scapparono Stella,che e la satira così: farve territorio dello il poleo dei Luterani, attirarli ad e voti. afflitto Peggior Repubblica,ma lo tristo Canevotti, I tre omicidi nel reo e Barbari A seppero al fato si cantava, tra il serio Verranno della campo dell' altrui delitto. cominciava e paese lo scampo, autor funebri onor popol fido,che per lampo. egri,atterriti,immoti offrimmo, Perdon, pietà; ti Sol inciampo. della feral vicenda? maggior Ahi 1 deir illustre Estinto Tuo il potea sul sanguinoso men fa punitor sospenda? tragediaorrenda il fulmin ver bontà tua a già Noi noi! ali I la tremenda Aagasto ; ebbe parte. Furono paesello un attaccarono una pallain il e pettotrapassato presitutti il Lucchese rirono fe- paccio, pol- un a Venezia,lo trasportati persuasero mese, e tre, Stella moribondo 152 a confessarsi tal forte fra Marco. Il Il confessione, colonne della lo statara e che nel aveva » e non i portava contado che chiese ragazzino, veneto, nel che corti, lo mai Stella. estrarre. « Era nn ricordo Un la palla, 1878, nel di uomo una San caduta morto come fosse cosa polpaccio. rispondeva potuta calzoni di "^^ liberato. SteUa, allo cato impic- alla e Caneva, di fu piazzetta fu disse dis- non e carcere, Stella Chiaradia, Simone che, in morì in Venezia a Lucchese il sua Poletto cav. salvando Invece compagni. ma Repubblica narrava hirri, a' la due le Veneta deirassassinio, entrambi: da tempo vita la guarirono (1) Eepuhhlica autore modo della della JHanditi / grande in usava specie di della tiratagli quel ciolo, noc- nissima Seredai Capitolo della I banditi Marca della Trivigiana e Terraferma ai riconosceva Lega di solo guerra, città,in quel a vicini delle mata libero estendere e colla « Alemanni, « uguale veduto e di che fatto. La sui tori terri- delle armi capitaledella 1227, « Ho le terre alla Marca di impero propriaautorità virtù non all' struzioni co- mosa ani- scriveva: lia,ho propri volse Triviglana.Nel « comune, rinascimento, si la leggidivenne Buono a restando nome dei fatto parte della cittadine,munirsi supremazia pitidi una avea indipendente,aver magistrati,milizie da peratore cui T im- Tesercizìo Pontida, potè governarsi acquistare un'azione province altre (tt83),per comuni regali,Treviso,che diritti di veneta. di Gostanza la pace Dopo Settimo mi fu dato la bontà chia^ Marca teo Mat- il veneziano percorso dei e parte d'Ita- Franchi trovare Trivigiana,per e una degli parte ricchezza, 154 potenza « Tra della Banditi I * altra pgni e dei l'agitazione traffichi, dei cure delle e fiere,s'intrecciavano il culto tutti E le fontane siede intra coi e castelli valsero pellativ l'ap- al paese, amorosa Rialto di Piava (2). fazioni di dentro, le città sanguinose con potentisignoridel contorno, dove in tanto Muratori,una feroci,e e delle discordie erano detta del di Brenta umori malvagi s'accendevano e valleresche ca- bellezza alla e cati mer- vano prosperitàe grandezza,ribolli- fra tanta i al valore gioiosa marca che vicine ^^K » feste le che leggiadri, quei costumi di Ma, più desiderata cosa imprese guerresche,la provvisione delle le leggi,le e Veneta Bepubblica alte come numero da selva. E quante mischie debbono aver alle mura sembrare, a le sonato agli urli mescolate grida dei vincitori, intorno i dei riti, fe- Romano, di Gollalto, di Montalbano, di Cornuda, di Camino, di San di Zenone, di Asolo,di Valmareno, di Orgnano, di Scorze,diOnigo, di Gordignano,di Lorenzaga! Quantunque del Comune riconosciuta Trivigiano non (i) RoLANDiNUS, It. avessero Chf,, lib. II, Purg., e. IX, v. Signoria solo i minori e. 10 Scr.,Vili). (2) Dante, la 26, 27. (MuEATOBi, feu- Ber. I5t) Banditi / « del « bricato « belico di « fortissima torre,che faceva « tutto « zione Signore,che città bando dal castello Padovani, i si e Vicentini dopo dannava con- e i a sere presi,d'es- fossero di cavallo coda rispose uscendo infestando per le e gliuole fi- co' suoi i vicini. I Tri- i e Friulani,e tutti della al castello di San tre mesi sieme, in- Badoer, podestà di Marco dal desiderio Treviso,animati si avviarono il popolo collegaronocoi Veneziani, i guidati da di vendetta, Zenone, lo presero, assedio,e dei fecero nanzi inscellerata strage.Decapitarono, Romano agli dilaniarono occhi le di del padre, i un cavallo fu l'esercito, vive e ridotto giorniseguentialla fanciulli le due membra; abbruciate moglie furono alla coda se pena, Alberico vigianiallora muni- degliEzzelini poi impiccati,la moglie e per la moglie e perpetuoAlberico, trascinati arse. I pompa e pronunciavasentenza di tutti i beni i maschi tutto se Podestà,rannate di campane, suon di lui,con figliuoli Da nell'om- bellissima una di e » il Treviso a a armati stanze ; quello s' inalzava d'ogni sorta. di confisca la molte quel contorno, piena di molta Intanto a ogni magnificenzafab- con copiosodi era Veneta Repubblica della : e e figliuole ne la Alberico,legato trascinato informe a traverso cadavere. carnificina furono spesi CapitoloSettimo dairesercito San Zenone nel radere quellidi e 157 al suolo Romano il castello di di Fonte e poco discosti, t^) Ritornato in Treviso il Da i Camino, il buon formidabili 0) La Cronaca di Pietro « « « tutto « più non li boschi « sto « « « fautori, Fonte, facendo nel contado avversari. e le case Il Caminese zelino, Gerardo, contemporaneo di Ez- con « per lo esercito strascinato « « coi loro tadino cit- Posero sbaio uno lugubre brevità: di legno in bocca ad Alberico.... poi in sua presentiagli furono ammazzati tutti sei li figliuoli de : li cadaveri li quali furono tagliatiin pezziet gittatiper tutto lo in sua essercito. La moglie et figliuole presentiaabbruciate: egli posto a coda di un cavallo fu quel giorno narra « rocche città dei Castelli, tumulto un li sconfisse presso poi distruggerele « in Castelli,li fé' bandire finalmente de' 1284, capitano nel Camino, nominato, i « col Ghibellini, di Dante. Gherardo generale della città,vinse in fra i bianchi,da Gherardo di nome pullulav ri- rinascevano discordie, civili i contrasti Guelfi,col Il Da e reggimento di rossi^guidatida Gherardo nome e dello seme ardenti il libero 1260. e talmente infranto cbe si discernea ; et le pasto dei per Il reliquiefurono gittatene lupi,questo fu a di 24 d'ago- seguente giorno a del furor popolo fu dato principioa rovinare il castello di San Zenone, il qual fu in pochi giorni fin su li fondamenti rovinato. Dopo il medesimo del Pedemonte. fu fatto » a Eomano et a molti altri castelli 158 Banditi I il governo resse della B^mbblica Veneta per ventidue anni perspicaciain ogni negozio e astuta i in sollevare i poveri,da ai amici, ai quali si del benefattore il fondamento Torbido invece di Gherardo: benigno dagli mente, soverchia- popolo,e da poter porre dei il governo glia. fami- sua figliuoli Ricciardo, primogenito,superbo (1312); (^) arrogante,fu spento da congiurati Guecello, fratello al bando messo e da contesa contrada,da a di Cane signoria. travagliata sotto la casa della delle emulazioni dalle vive si pose di ma libertà, sua dalle armi Minacciata Ricciardo, taglie batcongiure,tumulti,ribellioni, contrada da di successore dopo pochi mesi la riacquistò Treviso e rare ono- le comodità principatonella del e salutato esser mostrava tale liberalità ricevere somministrare in forastieri, necessarie e in depressi, tale con a casa. Scala,agitata parti,la protezioneimperialeed città ebbe a governatori per alcuni anni i Conti di Gorizia. Nel 1329,aspre lotte e ostinati assedi fecero cadere sotto gliScaligeri, Treviso,che,dopo dieci (i) Alla superbiadi di lui, ordita da Alteniero e. IX congiura contro degliAzzoni,allude Dante nel Ricciardo e alla del Paradiso: E dove Tal Che Sile e signoreggia già per s^accompagna Cagnan lui e va con carpir la test'alta si fa la ragna. CapitoloSettimo anni di mala Scala a fu ceduta signoria, Friuli dentro contenere de' di alle andava fu Selva,rifabbricato di nel Collalto, 1343 ville dei Gamposampiero, Pezzano, presso che nel lenta a datari feu- dava guar- mura alle e gerli distrug- presentasse,come uguagliatoal di che loro,i Repubblica l'occasione si 1341,quando nella ai termini corruccio non castelli, ogni volta nel La Marca. senso con Repubblica. più facile impresa fu della ruzioni, brevi inter- sino alla caduta della Venezia della torri da Martino Venezia,il cui dominio,con durò Per 159 da terreno Tolberto il castello nel 1355 Treviso, nel 1378 e il castello Schi- di Tre- la ròcca di Gessalto e Solighettodei Gaminesi. Ne ai le nuovi più potentifamigliepotevano sottrarsi ordinamenti,che modificavano le condizioni fondamente pro- dei e giusdicenti, quando, nel secolo XV, la veneta Signoria,pur confermando lebre gli aviti privilegiai Gollalto,cestirpelongobardastabilitasi nella Marca, riserbava a se Falto dominio, Rambaldo XIU, giovinettodi sedici anni, sdegnato di veder vrane, spogliatii suoi contadi delle prerogativesolasciava Y Italia, ed arruolatosi come ventava dine semplice soldato nell'esercito austriaco, il comandante Germania una nuova supremo famiglia. e fondava in Banditi / 160 Anche della nella Marca Veneta Repubblica imperverearonole atrocità, furono ordite congiuresoffocate signoreggiòil furore, nel sangue nei castelli ma coglisbandeggiamenti (1355), o non trivigiani tanti abbominevoli quellidel Friuli, in così ereditarie, le vendette menli da i mutamenti e commisero distrusse di la popolo,a cui patrizio veneto, l'immane il veneziano. Infatti un dente pru- Badoer, un Treviso e dava coman- la nefanda si sarebbe compiuta,senza il tacito Venezia,che faceva cittadini nelle città lotte tremende e per a intento Tempesta e gli Az- nel secolo XIV, quella speciedi dispotismodinastico, comunale, zuffe tra vicine, ravano supremazia civica,mi- s'impiantò in molte libertà timento assen- quindi assoggettarsele. fra i la gedia tra- eleggereappunto zoni,cheinsanguinaronoTreviso che eccidio che uè confederato, aveano a flagello, estraneo podestàdi era influenza acquistarvi Le terribile un rimase non podestài suoi come spaventose crudeltà l'esercito di suoi, famiglia del tiranno,fu vendetta governo, per come gastigodi Dio,e un i e credenza,passarono umana la Marca traverso sì e ribili ter- facili i tradi- di parte.Ezzelino tante ogni superare come eccessi, frequentile tragediedomestiche,così così che come avvennero, non parti d'Italia erano, come in sulla Friuli, famigliae famiglia,tra congiunti e CapitoloSettimo castellani congiunti,tra si diverse Trivigianoerano dominava che castellani, del costume e da spiritoirrequietoe sedizioso lo qui V indole municipioitalico, là il romanesimo feudalità tedesca; in nel quelledel Friuli. del vinse bilmente orri- fra loro. scannavano condizioni del paese Le Là e 161 breve della cupa resistette e germanico,qui il predominio straniero durò vigoroso per tutto r evo di mezzo, e a farlo scomparireoccorse un lungo corso di tempo. Il territorio sminuzzato fra giurisdizioni la difficoltà paesane e straniere, i degli accessi,la copia dei torrenti, monti manze copertidi selve, le singolaricostula pubblichefavorivano eminentemente V indole violenta e forza cieca e orgogliosa, instabile della classe dirigentedella Patria. il Friuli Inoltre che costume di mancava potesse dare : ma capitale, a Telemento provare Udine fin dal impulso tardi fu primo centro un a più umano riconosciuta suo nità, d'u- sorgere come ebbe le rivalità della scaduta gli astìi e estiva dei Patriarchi. "^^ La Gividale,dimora mento corte del Patriarca, non rappresentavaun elesocietà di conquiuna nazionale,ma (1) Degani, Il Castèllo Udine, 22 apr. 1897, 11. — X, anno MoitMSMTi,/ Banditi d^Arcano 1 ecc. nam. (Pagine friulane^ 2). 162 I delia Banditi Bepubblica Veneta delle sta, continuatrice tradizioni e scomposto mancava Treviso Invece Telemento La zioni feudalesimo altrove nei nel Camino, dove Da nella Marca ancora come imitazione celebre 1214. a attinse delle risplendevaanche quali fu d'amore mato pri- commerciale. e costumi, rimaneva le feste,tra il penetrata nelle institu- e della cavalleria usanze libertà dalla specie di retaggio.La una a dalsopraffatto fu fiorita cavalleresca, che e prendere a vita economica cultura meglio tardò nazionale,che prosperitàdi atta feudale. non e il civile, cupo supremazia una l'anarchia dominare quel mondo A alemanne. franche,sassoni, longobarde, La del quella corte stello Ca- di Gherardo della imitazione nelle corte di era Provenza,si accoglievanopoeti e trovatori, dalla gaia scienza^ e ralleglrata cantastorie Orlando e dicevano Carlo congiungevano tuttora come Magno. Tuno erano di Collalto poco Bambaldo E le i miti gesto di stranieri si leggende paesane. Così appare in un sinistro bagliordi leggenda i casteUi Collalto (^) di edificato nel discosto,di San Vili. francese piazze i alle il castello dei (1) Due in sulle e la tradizione famiglia: questaprincipesca 1110 Salvatore da Eusedisio eretto nel tro, T, l'al1306 da I Banditi 164 Altri fantasmi da alcun senso melanconica le mura della BepuhhlicaVeneta femminili,circondati di terrore, ma non già da un' infinitae richiamano dolcezza, alla memoria di GoUalto. una Sale,dal silenzio dei secoli, pensosa col nimbo bella immagine della santa intorno del conte Tolberto, la figlia quale abbandonava le ampie e ricche sale del di San nel monastero castello, per seppellirsi Biagioa Venezia,da lei fondato e dove finì in tarda età la purissimavita (1262). Ad altri amori men santi fu scena, dopo tre il castello dei Collaito,il bel nido^a cui secoli, gelosiale sue quevolgevacon appassionata rele vana, GasparaStampa, la dolce poetessapadodi dolore (1554), morta dopo che l'amante al suo capo: Giuliana Gollaltino dava la mano Giulia Torella di di sposo alla chesa mar- Montechiarugolo. vita tra quellamura Che varia e agitata ! Ora i pontilevatoi risonavano dello scalpitìo che riconducevano, di dei cavalli, ricoperti polveree di sangue, gli armati di Schinella, del casotto le mura stello che,nel 1413,sconfiggeva avito,le bande del capitanoimperiale FilippoScolari (PippoSpano);ora feste e ludi cavallereschi si succedevano nella principesca dimora di San Salvatore, nel 1599,in cui come il conte Antonio bandiva,con inaudito splen- CapitoloSettimo dorè,un torneo ire,le di minacce fra sanguinose,un generositàcavalleresca lalto. Per anche tempi, le lotte e tilde Mafigliuola Scotto. fra la tristizia dei Anche senso della nozze Alberto col conte le per le 165 animava i Gol- nel 1585,i ragionidi giurisdizione, fratelli Pirro coi e Fulvio in discordia erano cuginiMarzio senza vivi,in Gollalto, cissima fero- ed Orazio. Mancato ai loro parente, il prole,un Giambattista, Fulvio,per assicurare alla sua conte famigliaTeredità feudale,partìincontanente di Lombardia cento archibugeria cavallo, con e, passando per lo stato veneziano,giunse al Gaove stello, giàsi trovava Marzio,il quale si ritirò e fortificò nella la porta sotto preghieredella trovato intervenne,fé' dare nel Se che non che per lo un stato il Senato forte senza numero senza stesso alla di San monastero riparavaa sto contra- il cadavere esequie,alle quali egli onorata e insepolto,con Giambattista,ancora conte alle madre, fuggiva sua allora entrò dove castello, nel Bianca coi suoi fidati Conegliano.Fulvio netti. falco- Marzio, cedendo contessa occultamente si trincerava piantava alcuni e la notte Durante Fulvio ròcca,mentre salma del lenni so- mente pietosatomba Bernardino. Veneto, mal d'armati licenza,chiamò tando sopporpassasse a Venezia I il conte Fulvio comandò della Banditi 166 questimovimenti. di il marchese le storie della poi mente valorosa- anch'essa non paia ap- stirpe violenta, una valore "2", per pubblica Re- di Fiandra. ^^" guerre come fede gloriosaper fu presso questa famigliadei Gollalto dalle pure passare cognato. Il tutto lo stato nelle a d'Austria,e suo Fulvio,morto combattendo battimenti, com- con Mantova Gonzaga allora da il conte Benché ora arciduca genti,a sue Federico bandì luoghi reprimere per stratagemmi riuscì con quivi,licenziate arme Feltro,ed di Ferdinando stato Senato in dei e dire, CoUalto,in luogo d'obbe- Il la via ora ma di Treviso di mettersi prese Veneta e in pari tempo giustificarsi, a alla milizia circonvicini nello Repubblica da funestata e per senno, una terribile stragedomestica. Nel 1481,il conte Vinciguerra Gollalto fu ammazzato Carlo conte dai zio,per suo naturali figliuoli gittimaz essersi opposto alla le- fiduciosi degli assassini, nel possesso di San BONIPACTO, Ist, (2) Fidi almeno quando Lodovico veneziano, anche Bonapartee lo angheresi. per re i stesso di dere succee li) bel- Trivigi,lib.^XII,pag. 536. Ungheria CoUalto, vescovo di il forte Salvatore, quanto comportavano d' del come invase i i tempi,giacché nel 1356 lo Stato Caminesi, gliOnigo, i di Ceneda alzarono le bandiere 167 CapitoloSettimo che castello, lissimo domina Coneglianesela pianura della Un altro meno remoti,fu ròcca di lini,abate I secolo nel da Bagnacavallo,aveano, in feudo il castello di Valmareno Trivigiano, già appartenente al doge avito,vissuto da schiatta di guerrieri, una fra le torri merlate cresciuto in tempi bisognava commetterle obbedì alla nei o sua tradurlo Paolo V, il l'abate patirle, passò poi (2) Nel nelle carceri quale avea Montello,fa ana lini da Bagnacavalloe Brandolino. così cessario ne- Il Venezia. con Ne- ciava collina,dove incomindei benedettini e di Collalto. in fendo al condottiero Brandolino al celebre Erasmo Nel astuzia Gattamelata. per la sua rinunciò per tre mila ducati alla sua investito di cantonio Mar- trovò già avuto dei conti giurisdizione 1436, la Repubblica concesse di Valmareno Dieci in antico in contado natura perversa (i) Qaest'abazia,posta sopra il bosco del del castello qualile ingiustizie che, nel 1605,il Consigliodei papa Brando- ^^" Faliero. t^J Nato Marin piìicelebri e XVII, Marcantonio di Narvesa. 1436, ottenuto Nella il paese di Ci- tristi più venuti Brandolini, nel Trivigiano,in tempi sovrastante dei uno banditi del Marca. teatro di paurose vicende. Valmareno, nasceva son, del castello lieti colli del dai nobile Brando-* da Narni, dett 1439, il o il Gattamelata metà, della quale fu dèlia I Banditi 1G8 Repubblica Veneta ragionidi contesa,pretendevache nezia dolini e altro prete della un risma,fossero sua affidati al fóro ecclesiastico ; il Bran- il Senato ma con leggi e rispose spettare al principe dettar giudicare la gente, e in questo così chierici come fermezza laici insistenze molte lanciò r doverglisommessione. Dopo minacce, alla fine il pontefice e al qualeVenezia,senza interdetto, degli atti del culto,rispose di cui fu anima con quell'energiadignitosa, fra Paolo Sarpi. Che cosa fosse il prete Branpoi,veramente volea giudinon dolini,che la Curia Romana cato dai magistratiordinari, io non dirò;lascio smettere uno per il descriva fratello suo, un del quale le ecco parole: Piegò « l'animo a Brandolino conte scandalo et padre, violando nostro stupore universale dell' humanità, et contro esso il q. ™ travagliare prima povero con il debito di tura na- d'ogniragione,promovendo et de lui tanto rito beneme- difficoltà et pretensioni, padre ingiustissime venne passandoa termini così duri et acerbi,che conegli per ripararsiimplorare l'autorità suprema dell' Ecc.mo pieno Collegio, per non mortificati, mali effettidel Tribunale il che furono suo se et dell' Ecc.mo però del animo in restarono verso tutto di lui parte vani et i la CapitoloSettimo nostra, onde casa ridotto hormai infelice età,trafitto dalle grave a 169 finì li dell'animo continue della di mezo a veneno sua me, pur suo in mi di far levare chiesa campestre Lugato, il quale '1 co d' horrore. riempie la vita,trattò fratello, una bate ab- sia stato autore, cosa, che ne morte, desideroso la sua esso morte, che d'essa sua pensarla solamente Dopo senza dalla da natura, dalle paroleproferite al tempo scio ango- giornisuoi, non sospettoet afflitione di molti,causate mala chio vec- un con colpahaveva certa per in a gnia compaGiordan da ser es- bandito,dicendoli,et pregandolo instanteche mente da lui ricevesse stato bandito poi, che egli sarebbe borsa di molti una ongari,che rappresentò air bora, et trovandosi poi meco veniva caccia,come volta,mi dasse alcuna a una il qual Giordano,ricusando, venne archebusata, poi « et riferirmi, a Ne havendo diede di potuto al veneno, mano Mareno prima et li diede casa ponesse nostra, come con occasione certa veneno, faceva di cidare, tru- et ha havuto trattato con un nuto veforestiero, ad habitar nel contado di crudelissimo in lungo Angeluccio marescalco poco de il ferro farmi con questo passato carnevale Antonio il tutto. rivelarmi ampolla di Val con quore li- perchèpraticando famigliarmente,la certa cena, che do- 170 Banditi 1 della fare insieme vevimo et mi in Non Veneta scodella di una brodo, facendogliperciòaltissime avvenenasse, promesse. Bepubblica riuscì né anco divina per lontà vo- questo empio dissegno, poiché havendo io fatto sedere tavola a che creanza per Angeluccio,né esso hebbe non servisse, lendo vomodità co- d'efifettuarla. doppo Et t Angeluccio compuntosi, et esso pentitosicommunicò presentiagettò sul abbrugiandosifece che alcuno durò, cavallo manifesta appresento con già un et anno della quale pistola, piazza di Cisone Per che le con et Tanimo non vi puotè veneno, Angeluccio quale questo fatto, et innanzi anco di et che io ste que- cose di molte sicuramente non sone. per- mente chiara- conosco è indurato una nella armato sempre presenza mia sbararmi rio nel deside- privarmi di vita,o Tesseguirà, quando fatto di molti esso stare abbate,nella quale mezo tutte suo loro lente, puzzo- trattati della morte va nella quali et affetto di 0 nero esso questa mia, et insidie, alla anco così de tutto prova certe fuggìdi quel contado, ne lettera ad una ultime se de casa ampolla,la quale essa fumo che Ano a et scrisse tentò fuoco presente.Et doppo ciò montato dà ivi praticava,et ove persone il tutto in con ferro Analmente vi provega, et molt'altri sudditi di come ha quel con- 172 Banditi I qualche salo della Tabate anno son, fra le colline cui su intento i suoi mal a potuto sul aveano costumi,e fare. famiglia.Il oravi solennità simo altro vivis- dolini, cuginidel denti de di alcuni e Gison,alla due stili dal col urtarono di e gomito due cagione di la tra Sede Disp. delVAmb. carceri di Eoma. castello di il mio contese scoppiasseroin Contarini a Cod. Alcune Yalmareno, nia, 1882. : Vecchie chiesa,poi sono sati pas- la Sereniss. B^fnibblica. 108 (Biblioteca Boma^ o. MXIV). storici credettero il Brandolino carte, trovate mostrano come morto neirarchivio abbia veramente nelle del nito fi- vedi il maggiori particolari Storie,pag. 83 e seg. Venezia, Onga- terribile abate. Per libro in una rono avventa- travagli che et apostolicaet Marciana, It. ci. VH, (1) Parecchi l'abate figlidel- due si Sguainati i ferri, tante longhi dei fratelliBran- gli uni suglialtri, prima stato fino ai arcobusi tempio, i dolini. Bastò,perchè le ire zuffa tremenda. conti Bran- armati parecchi bravi,tutti Uscendo moda. bravi,tre suoi ch'essi prete,accompagnati an- truce stocchi,di della maggio 1616, votiva nella chiesa di naturali figliuoli pre sem- nel sangue del 25 mattino Ma di era oltre l'abate, con quale assistevano, da ^^^ cuore Tanimo Sopra ogni il desiderio di vendicarsi sua Gi- a natie,alle falde del poggio, i casi occorsi niente mutato ritornare potè il castello di Valraareno. s' inalza lui,ne Veneta Repubblica 173 CapitoloSettimo continuando sul in cui noso, sanguitafferuglio il sagrato uccisi. L^abate parecchi rimasero Marcantonio, uscito sul cimitero,fu percosso da uno dei dell'archibugio tentando fuggir verso casa, fu sulla testa col calcio suoi da cugini,e e finito con sopraggiunto loro sulla faccia. ^^) e capo La fu non giustizia della rissa alcuni tre, altri finalmente mesi al le calamità e terre storia dei di le città convicine. tempi e VaUis Jacobo Citerò si in prova ricongiungono tenne uomini alto luogo la illustri per BranAbbas Maij 1616. Domnus Mareni, et Ottavius ejus fìlius,una q. Dni. Zuanis trucidarunt, et Mareni quiescunt (Beg. Parr, » contadi,e die XXV Comes Dno. i dei costumi. famigliaCapra, la quale fra (!)....« e quei provinciasi ripetevano una storie di Vicenza Nelle se cati. du- cento fierissimi in che episodipersonali, alcuni soni per mesi pagamento di infestavano nelle cum tre soldati al sei,altri nemici quiete avea ribaldi,che dolinus condannati negli altri paesisoggettialla Repubblica la i casi cipali gli autori prin- e loro spese a del Friuli per Anche severa sanguinosafurono mantenere a Campo alla ferite sul nove Brandolini, vicarius in Ecc" della Chiesa di S. Petri Ci- sepalti Valmareno), 174 valore e di scelleratezza. ^^^ e Odorico 1591, il conte Nel Veneta Be^hhlica ingegno, ofifreperò taluni esempi per di temerità da della Banditi I Almerico monsignor Capra acquistava 18,500 per ducati la celebre Rotonda^ costruita dal Palladio. Quell'euritmico Palladio,per stesso dirla colle edificio, che, per è un'armonia più delle misure trame oscure proporzioni divenire nostri^dovea delli occhi delle il loco le parole dello delle e più que obli- imprese. editto del Un doge di Venezia fa sapere per deliberazione deireccellentissimo dei banditi di Dieci,fossero Vicenza, Marzio Odorico Consiglio Capra, conte padre Capra, suo come, ed altri ventiquattrogalantuomini. Odorico Capra era ardito il bando temerario,che e Dieci,dimorava col la seguito di quaranta i dai 0) renzO) e la roba mercanti per Carré cinquanta ville sotto nome 1882. di d' nidi, tiran- volendo nari da- imprestito." semplice capriccioavea e cari, si- esercitando,così e agli artisti, Lampertico, Scritti storici Mounier, « dei mente libera- dopo, crudelissime bandi, come basta,ma Le o maggior parte banditi,nelle levando Non Vicentino,abitando nel Rotonda, Longara avanti ostante non sì letterari,pag fatto 350. Fi- Capitolo Settimo 175 parecchi dai ferire ed ammazzare ed imputato in particolared'aver era « 1644 li 24 agosto d'archibugiata impedendo casa, formazion per la sola gli era fatti un suo e che il cadavere pria pro- di non continuamente, ancorché più, che la di tutti li banditi autoritàdi fosse se sedur logo testimoni lui esser nemico altrimenti,ecc. che i suddetti azioni " guardia (^^ figliuolo suo : " volendo fosse di vero rico- medesima come » aveano di — suo pilitosto figliolo I Dieci aggiungevano commesso tante malva- scientemente, dolorosamente,pensatamente con (l) Cit. dal sua procurando poi di franchigia, stizia perchè deponessero nella giu- che ge pagare malviventi, e arrogandosi nella assicurargli di tal poi accusato detto bandito e far » sepolto. della Rotonda casa sua archi- colonnello, anche venisse pratica con tenuto guisse se- accolto altri in Marzio, il padre di Odorico,era d'aver non avergli a dovuto; non sua prigioneil tenente uccidere,facendo casa nella tossicare in ragione quello che Rai- fatto sbarare di processo; altro;fatto trucidare ucciso autorità,che con bugiate al tale;fatto sicari, Francesco tedesco sola; d'aver accopato un suoi barbarie Lampertico. inumana, contro la ra- / 176 Banditi gione delle come in genti,e fu bandito altro Onorio, nome nato, condandue piedi.Il delitto stole pi- costui di superato, in temerità,quelli de' suoi parenti. avea di causa Porto,da i conti Mentre vale dire a per dal uscivano d'anzianità, lui dice precedenza^come maggio, odiati,per il bando rivalità di duomo, Onorio del grado e in aguato alquanti suoi bravi si fé'ad assaltare con Porto, che armi tre modi, appiccatocon essere pendenti dai 13 Capra, di parecchisuoi bravi,e con preso, ad se tutti li mali con ^^^ " processo. 1619, un Nel Repubblica Veneta della furono al di dieci in circa numero che armati delle mortalmente i d^al- non semplici spade,,parte feriti, parte riuscirono a ricaricate fuggire.Onorio,compiuto l'assassinio, le armi per la Né in vista dei piazza,a "veneti,si ritirò, di Alvise casa simili a Rettori audaci Capra. ribalderie Per l'indulgenzadella giustizia. rivolgai libri delle Provvisioni vicentino si imbatte Il 17 denaro del ottobre a clavis per Mastro (1) Git. dal Lam 1524 Antonio ipsum civitate et extra nelle datis et causa era poco pretesto che uno nell'Archivio seguentipartite. si dà una funaio somma prò sogis di et fatiendi furchas in ligandi duos fures..,. qui fue- pertico. Capitolo Settimo et fatiendi civitatem^ suspensiet portatiextra runt solarolum super 177 eìrulsifuerunt oculi quo quibus" testibus falsis. dam septembre1525 4 Adì se fu alla famegliode Vincendo Francesco da cardia Schio cum capto furto.Da conti posteriori appare che la per si dava trenta volte almeno un tura tor- ogni quattro mesi. Il 23 maggio, il 1627 et al altro la un a agosto si compensano facta,... per sticia 19 e Castelin testa talgiarla lengua de massera per far portar li e bre novem- fu talgiàla per far fiorentinet fustigarla il 14 persone per la ju- li dona una man più e ordigni da Domenico li cavar occhi. ^^" Padova frequentigliscompigli,gli le uccisioni, danne cone molte schiamazzi,le ferite, A erano di bando e a si trovano a nobili mini uo- di zuJBfe e di morti. Una rei studenti, lapidesopra date la porla della Scuola di anatomia il 7 all'Università ricorda come, fosse bandito Giovanni Battista Tonesio per haver proditoriamenteassassinato Guido et vuto (1) 12. Albanese Antonio nel suo iniquissima et lettor ca/usa giugno 1657, il dottor interfetto stissima publicoper ingiudel promajori ha- dottorato. Vicenza, 1886. BoRTOLAN, Supplizi e prigioni^ — MoLUEHTi, / Banditi ^ ecc. 178 I Mostro Banditi della di barbarie dei sentenza 10 Bepuhblica dHnhumanità e Giovanni bravi dal bando dei Dieci sco France- quenti fre- Antonio rio Se- il fornaretto^ ritratti pida ra- con Sorio d'età d'anni Antonio € la commettere Gambarotto, detto efficacia: in A Io aiutavano crudeltà^ atti di due chiama maggio 1655, il conte Capodilista, padovano. e Veneta 30 moretto, pochimustacchi,senza circa,picelo, barba, con detto volte vestito negra, gabbana simile; Zuanne corrotto,con rotto destesa zazzera Gamba- solito fornaretto, fornaro,o da altre far il fornaro,giovined'anni 25 in circa, a grande,secco, pollo castagno,senza barba,con colare poca lanuggine di mustacchi.. " Capace di calil Capodilista, volendo sfarsi diogni delitto, di Jjodovico un la vittima accompagnare di chiesa nella Terniinata la esci circondato predica,il sul sagrato, e da un con una e alcuni suoi mentre Lioni nulla confessione, li sbarrò spirò Inanima, tando, sospet- bravi, lo colpì con et con dicendo il Lioni deva chiedell'agonia confessore, gli si avvicinò mano, Padova. quivi il Capodilista, fra i rantoli pistolain a schiena. Cadde et svillaneggiandolo, il che designataalla predica villaggiovicino un nella un'archibugiata semivivo Lioni,ordinò al Sorio di l'assassino, rie iniqua barbaesser colpendolo nella havendoli quella la testa, per impeditolcon que- I Banditi 180 catturato della Ferrara a il ravanello,anche negato il consegnato alla giustizia e veneta, fu chiuso nei Veneta Bepuhhlica Piombi, Se fra i tormenti ostinatamente, delitto fu assolto suo che avendo non fatto libero. e tava, Consigliocittadino di Padova decreil 31 dicembre nella 1661,un monumento della eroica sala della Ragione alla memoria Lucrezia,^^^ il figliodella vittima, Ferdinando, covando in cuore della vendetta,apla brama postò Finche il dì il ravanello un lo uccise. Ferdinando dei Dieci,ma Corte in fu bandito benevoli trovò Combattè di Vienna. la lui per tardava stessa la che monumento, la tra iscrizione : Lucretiam — Pudicizia Venerare de Dondis Marchioni bras maritales asserens faces casto rosis manibus dici XXXI (2) e ab Orciani tori soffrendo dì,più non crezia, rappresental'immagine di Lula Costanza, è scolpitaquesta et victimam Aeneae Haec uxorem. de Obizzo- inter noeti SicqueRomanam vicit. Tantce dicavit anni Globia, Lucrezia LocATELLi, Lucrezia rono impetra- s tene- tedas, furiales recentis Tarquinii gloriam Decembris viennese Horologio,Py estinxit. banc salì ai personaggi Pudicitiae simulacrum nibas cruore Molti tro con- grazia dalla Repubblica,che ad accordarla. Un (1) Sai Consiglio Turchi, e e corte e accoglienzealla primi gradi della milizia. ^^) e dal valorosamente Ungheresi,Transilvani eminenti via di Padova una aram suse Civitas MDCLXL Lucretiam Heroinae temerato ingene- patavina Decreto — degli Ohizzi, Padova, 1853. OrologiodegliObizzi. Padova, — 1886. 181 CapitoloSettimo r dosi indugio,Tesiliato ruppe il confine e avviana Padova,giunto a Sandrigo presso Vicenza, cadde col cavallo vicino nel in fossato un fu ricoverato e castello dei conti Sessi. Finché r infermità ebbe cure gliuola bella fi- dalla amorose durò di del Sessi,Lucilla,giovane vedova Nievo. nei soliti romanzi Come nella come e vita,fra quei due giovani s'accese la fiamma dalla d'amore, la si sarebbe podestà di il fante Vicenza. è non il lettore la graziadel soliti accade se Il conte come inferiore. "*" Verona ebbe Giovanni bravi accorto Da chiede e lettera conteneva — E tutto finì — troppo marito nei come non sempre Nievo ventò di- stenza un'esi- l'Austria governatore del- triste nominanza ce) per le auda- novella del argomento di una Schio (Novella XXII, Venezia, 1861). Questo fatto forma conte già l'ira dell'asilo; degli Obizzi,trascorse suo e s'ode lettera. Quella pur vide felice di pena ap- non Sessi,tra vita; la vedova solita marchesa A è Marchese. nella pietà e sera l'immunità una ne romanzi,e Una seguitodai solo di consegnare — presto alla porta di strada: è il fante lo spavento, reclama ma lita so- promessa celebrato fosse ottenuta. grazia battere il martello e dalla riconoscenza,seguitadalla matrimonio, che del alimentata un 182 I cissime della Repubblica Veneki ribalde geste il conte e Volendo Banditi in egli avere ricchissima Giusti. Procolo fanciulla della isposauna famigliaLeonardi,ne riuscendo ottenerla,il 23 luglio 1675, seguito dai fratelli Zenovello ed Ascanio da e andò paratiad ogni rischio, abitavano i Leonardi, Pojano,ove a in colla forza,strappò la giovinettadalle della madre, arditamente di Anche La di morte Inoltre si murò in nobiltà preso e tempo condotto altro nobile e sue pag. Tassini, Alcune 252. rona Ve- fu delitto, il della città, una colonna d' infamia. il conte Procolo potè al esser ^^) supplizio. che a Verona fu il conte violenze raccontate patirle, (1) la confisca dei beni. fuori Giusti, eretta crudele bonifacio. Le a e pubblicare pubblica piazza di sulla quel luogo poco Stato. rei,se fossero presi, lapide,rammemorante Dopo Un per bando tutti i a distrutto il palazzo dei e scovo Porta Ve- e dello i confini Repubblica fece una braccia varsi. complici poterono colla fuga sal- perditadella la San Felice Verona, varcò casa e passando biroccio, un sotto Castel i suoi la pena in la pose suoi mini, alquantiuo- introdottosi e ad con delle si dimostrò Rizzardo sono, merario te- di Sam- da tale ch'ebbe forma piti clamorose così ingenua- condanne ecc., CapitoloSettimo da invitare schietta, mente distanza tanta a T nell'animo Neir istanza sventure. fu incaricato di pure, sollevassero non dal di il ritratto che Rizzardo gli e Maldura : altri e dico il causi- d' huo- Protettor « diti, de ban- ricoverator necessarjagli usi et leggi,anco umane suoi fronte dei personaggi a pari.» Esperimentatiinvano debitore i modi amichevoli,il Maldura, gli ordini secondo dei delle costumi, sprezzatore et conculcatore divine naro, de- Anna certa a le narra somma Sambonifacio malvaggi,ricettator gli uni Maldura esigere una Borgondio.Vivo mini se sorriso, del 1738,il Nell'agosto fa del conte suoi tempo, Alessandro dovuto Maria al così iniqui soprusi. indignazione il caual Doge e agli Inquisitori sidico veronese sue di 183 col cedendo pro- della tenne otgiustizia, dal magistratoil sequestro dei raccolti, mandò tal fine l'agentedella Borgondio, e a facendolo accompagnare, per timore di soprafifazioni,dal pubblico Comandador, o, come oggi si direbbe,usciere. Si presentarono per sequestrare il raccolto,ma qui il Maldura « « si cambiò piombate dalla scandalosa e Gommand.' di il raccolto esso in delle percosse, et con di bastonate detestabile violenza restituitiin Città continua mèsse una Co. Rizzardo » sopra con e l'Agente la sola provvista l'interno spasimo 184 I del loro avendo eccidio, Banditi facio convertito delia in li frutti de uso il uscì il prepotente Sambonidominio suo Sambonifacio,scherniti danno senza e senza si trovavano ne Mentre po' perchè di peggio, paura nunziare, che ardissero de- caggine negligenza e dappo- la il temerario tribunali,ne un e altrui. » giustizia. pigliava ardimento, il nava Maldura,ofifeso e minacciato, abbando- povero la difesa della di Verona Pietro brutto nel provvedutodi di e della le da eccessive parte più intima ma sino nel il e Scala Co. Riz- sue di bastone rente tor- con canna propriemani, pagnate accom- verbali ingiuriefino con delicata, pubblicoOfficio avvicina preliminareun insecuzione triplicata rifuggioe della parlarmi, mi gravissimepercosse con piedi Raggione il fu il discorso d' India grossa il Mal- narra » mato uomini, dal quale chia- due di voler in atto sulla fede a' appostazione pubblico Palazzo sidico cau- uificio di difensore. suo ritrovai giorno « in « podestà il Borgondio.Ma Barbarigoobbligava il continuare a zardo i terrore dei ministri della del dannatissimo legittimapotestà pena, testimoni po' per un dura e beni, passaticon gli offesi tacevano, per Un Veneta titolo della Giust.* in possesso e E Repubblica nella barbara nella mia mana, inu- fugga de' Pegni, in cui salvezza,ma non curai pro- ostante 185 Capitolo Settimo anche quel luogo percosso in mi potendomi piìireggere, mandandoli vita la e gittaia la atti il Co. Sambonifacio. d' giusto,fece il praticare ricorsi non né fiero Venezia. vivo della "Serenissima ricoverato esilio dalla volontario dell'onor gato da mio, tanto un nell'uso del e scappato più morto Dominante Patria,dal Foro necessario nonché della e ministero le ragionidi persona del giusto commando oppressa, della a che col dalla vezza alla sal- vita,profli- publico vilipendio,per proprioonorato minante. Do- causidico,dopo nella ma lagrimantemia famiglia, di pubblica Rappresentanza Pallido,tremante, sono la al Maldura carpicelodi busse, era « mi alla ne scere cono- di mantenere lo sfortunato Intanto quel imparar a intendere Tribunali ai mente final- » Qualche magistrato,invece legge e pietà em- narmi furibondi,esprimendosi docondizione vita,a addi- tanta con vita civile. Gessò la ingiustizia dagli terra già* naturale,prostituita quanto alla di lui crudel violenza et non ripercosso aver sostenuto per ubbidienza pubblica Rappresentanza. " E per il Maldura esser (1) Arch. salvato di implora Taiuto degliInquisitori da ulteriori Stato,Inq. di (') disgrazie. Stato, 1741-1752, B.a 106. 186 I Il 22 di Banditi Verona, il a conte le il non si potesse tollerare E il con che a inganno tradimento compiuto il V di in ne dal accettato Verona e potè del Il ucciso. e reo, il versi,che se poetico mostrano : non a re quale condanna della mezzo dal l' invito, di di animo sturbati di- nato abbando- La blica Republa segna con- in carcere, alla morte, scriveva che e l'ucciso Sardegna un da via,fuggirono Torino. chiuso provano un pria pro- padrone ravvolsero delitto, ripararono ottenere vigiliadella atterriva nel dicare. ven- Nogarola, aiutato sopravvenir della gente, il cadavere con casa coperta, per gettarlonell'Adige,ma una gno sde- ingiuria del rivale fé' chiamare dal fé' celebrare mezzo vergogna, la morte con lacchè, assalito suo il servo, da senza Cipolla,il quale,avendo fu in preferìil riempì cosa lamo Giro- conte Nogarola, il quale pensò che altra vendetta un in tempo Questa nozze. dal e della fanciulla metter senza aspetto,amoreggiata Nogarola Cipolla.Il padre Cipolla e supplizio.Era gentiluomo, il quale aveva bellissimo dal tempo un alFestremo ricco un di figliuola una giovane patriziopure Giambattista Nogarola, era Venezia in in Verona Veneta Repubblica 1764, un marzo condotto della vivido sti que- ingegno la morte non Capitolo Ottavo I banditi Si è già detto in Friuli le terribili come sanguinose del scemando della ordinata friulani. Patriarcato molte friulana. Soltanto a quella rude di a poco Marco. poco sui biechi lento degli anni capitalepenetrarono e nel alto lo anche fra le del 1530 la desolazione strepitodelle col e a la armi commedia della Spilimbergo,dove strage,era dei fieri tradotta da stelli ca- vita. Così un risuonato e signoridi Spengeberg, si rappresentava loggiauna gredir pro- dèi mura la fini fica bene- gentiliusanze foggiarononovellamente carnevale dì,tra le nobiltà avere feudatari,solo correvano oc- sformare tra- i costumi politidei patriziveneti poterono azione Ma tempo lungo per e le sembianze e di San Repubblica vicende dassero d'Aquileiaan- fredda,severa, l'azione sotto tazioni agi- crudeli sotto la Plauto. Tra- 190 I Banditi duttore era della Bepuhblica il conte Veneta il conte Adriano, attore di Troilo di discendenti ambidue Spilimbergo, nato quella feroce stirpegermanica,che avea domiil paese, e contava esempi di ardimento nel 1309, e fierezza perfìnnelle donne. Infatti, Richilde di Spilimbergonel castello di Zuccola, sta avea gagliardamente tenuto tepresso Gividale, alle armi tedesche Stubenberg.Due androni del secoli dolce figuradi una dagli inni poeti e delle anime del conte fanciulla e rocche friulane costumanze nell'antica di trice e veneziane nel ricordo figlia Spilimbergo, da Ponte, patrizia portavano nelle cupe unì veneziane), alla quella dello spirito:fu colta moderna suonatrice letteratura, viola,di liuto ed cellente ec- cantaarpicordo, soavissima,ed istruita da Tiziano Vecellio nell'arte della dal di di Giulia (lenozze del volto vasti bionda,glorificata immortale veneta bellezza di Spilimbergopa'ssavala Irene gentili. Adriano Corrado dopo, invece,pei castello di dei da condotte mondo, ancora, coi A pittura. il ma suo diciannove anni sparì bellissimo volto sorride grandiocchi pienidi pensiero,dalla tela di Tiziano. Come i tempi eran il castello grida e di mutati! Un giornodel 1556, Spilimbergo risonava tutto intorno sventolavano di festose serici loni, gonfa- lampeggiavanoarmi, scintillavano gioielli, 191 CapitoloOttavo svolazzavano Bona piume. duca in armonia dimora Polonia, non col e figliuolo ducato suo si fermava e fu ove nel Giulia,vedova andando Spilimbergo, Regina contessa dalle due Adriano, e ed Emilia. "^^ La canto, donava Ma altri d'oro catena una ospitiregaliaveano le vecchie tra soggiorno colla di mura a ciascuna. trovato (1) La trascritta Cronaca e di Adriano, annotata Sua Maestà donne, aveva da V. seco e facea di Emilio Candido regina Bona a quattrocentobocche testa (1554-1564) Joppi(Udine,1886) della il vivido rappresentare Plauto,Carlo V, alla Udinese sall'arrivo particolari « albergo Spilimbergo. alle lettere traduzioni sue col e padre di Irene,giovaneancora, dedicava ingegno le aveano musica Nell'ottobre del 1532, quando il conte il lia Giu- creava che le e alle due fanciulle, cavaliera^ allietato il breve sar fis- a Bari,passava pel al castello di del conte vere vi- potendo splendidamente dalla accolta figlieIrene di del marito morte di Sigismondo I, re Friuli Sforza,figliadel Galeazzo, dopo la Gian ondeggiavano fiocchi, tentennavano cappe, ha curiosi Spilimbergo. fra uomini e damigelledi Polonia assai belle e due vecchie d^ Italia ; aveva alquantibaroni polacchibenissimo in ordine, con fodere di zibellini ed altre preziosepelli, ed erano aveva otto in tutto da ottocento cavalli. » Il Mandruzzato (Bagni d'Abano, parte I, pag. 56, Padova, 1789) dije che la Begina dal Friali andò ai bagni di Abano. 192 del della Banditi I Bepubblica col esercito, passava, SUO pel Signoria, veneta Friuli beneplacitodella s'arrestava e dopo limbergo.L'Imperatore, per Spi- a avere, colla ficazione paci- Norimberga, quotatii dissidi di la confederazione unita tutta e Veneta ributtar di le minacce il maggiormente germanica Solimano,scendeva quarantamilauomini in Italia con giosi reli- per rafforzare sulla protettoratopolitico suo penisola. Un' ampia dell' esercito Carlo V a e Spilimbergo,si fratello di Adriano. Antonio che era con dalla tormentato dormì piacevano l'animo i non Dai ospitatoil duca gotta e dovea tre notti forse luoghi e turbato farsi Spilimbergo. a chi — sa? — dalie melanconie ancora spiaciute di cui fresche, opulentee leggiadrefanciulle, mistiche,non le tobre ot- Leyva, il prode guerrierodi Pavia, di portare.Carlo V Gli fu 25 Odoardo. il conte Roberto e Spilimbergo, Spilimbergoil a alloggiòpresso fratelli Adriano di diario un "^^ imperatoregiunse e in trova Roberto conte passaggio dello storico arrivo di imperialee (1499-1540)del L' del curiosa descrizione gli saranno neppur è fertile il suolo del Friuli. Ascoltò nella chiesa (1) Pubbl. a Udine del paese nel 1884 nica alla dome- la messa, dal dott V. sotto Jpppi. un 193 Capitolo Ottavo e finita la messa cremisi, toccandoli colla spadasulle guance creò cavalieri, Gian Enrico,Muzio e Bartolomeo e sulle spalle, baldacchino di damasco Bartolomeo,bambino di sei mesi, Spilimbergo. ornata avea una lunga veste di raso cremisino, di d'oro di panno sulle d'oro vezzo un al collo del l'Imperat cinquanta ducati. Fu presentato aldallo zio Adriano,che lo teneva di valore e durante ma braccia, si mise chiamata la cerimonia bino il bam- fu e per acquetarlo strillare, a la nutrice € et li dette la tetta. » qual era grandee bella T Imperatore Uscendo di chiesa, la la balia col poppante, incontrò nuovamente sorridendo richiese: e È questo il cavaliere che piangea? — Messer — sì — risposela nutrice. è curioso seguire il potente monarca di vita e di costumi? Ma tra questa semplicità anche tra i semplicicostumi il titolo di cavaliere era ambito,e Carlo,che non si facea pregare Non cavalieri otto creò concederlo, per netti giova- Spilimbergo,tra i quali,nota Roberto,« il più piccolonon havea dei nobili il cronista scarpe in pie che portava zoccoli le calze bianche cum fu gran e fruste dir per il Friul che de e 18. — MoLXBHTi, / Banditi, ecc. sorella sporche,che si dicea i cavalieri » E conclude (toppe). che sembra propriodei de li tacconi sua con nostri una servazione, os- giorni: I Banditi 194 della Bepubblica li altri cavalieri rimasino € in tanta esserne per Il conte Roberto,dopo riputation cui a nel notato aver suo nisce fiassistito, avea par curioso massime, che mi alcune con poca copia.» gli avvenimenti Diario cum Veneta di riferire: è Quando € dico e compra abondantia,senza de vendi; experto La « più bella tilhomo,è da De € vino e di e così a star a giarpoco e far roba? star magna « che Non Sta € mai dice a che è bonhora cavalli etiam due e e vetri sparagnar cose, man sii il proverbio: avanzerai; sta coperto e viverai. e haver e gen- » amistà cum homini liberali, faran hanno ne 30 poco di coperto,donde sollicito, sparagna se SoUicitar vuol sano da poterlovender non e far mercantia non si vuol Cosa salvarlo ; venderlo ha vino uno e » far mercantia che pentirse, Nota terre. pretio » giustamercantia comprar meglio quando Ruberto. mihi e non è bon biave,quando crede altro pensar cum Va] che e quando non prodigoa tuo dispetto ti affronteranno, e non ecceptuar niuno. il tuo a casa » e poche parole. meglio comprar un campo per ducati venderlo per Queste massime che borghese, 36. » saggie e avrebbero primitive da fatto fremere tico pradi I Banditi 196 della credendo ehiozotta, si Bepuhblica Veneta che fosse di bito supeschadori, Tristano Savorgnanocon homini adesso alla gondola del conte dove che restò morto et li si attacorino, messe Alovise et Alovise il conte mis. Batista Goloretto et mis. Jacomo Zorzi calonicho Al li suoi di Gividale. » Savorgnan fuggitivofu dato colla confisca dei delle sue beni il bando colla e pitale ca- zione distru- in Udine. case Savorgnan,di nome Giacomo, nel del 1554,uccideva nel castello di Ariis marzo fratello Scipionee feriva gravemente sua suo venne avmadre. Giara Friuli. Ecco in qual modo Tatroce caso : « Venne a parola con sua altro Un madre e in detta e madre sua il prese per la barba detto sign.Jacomo cacciò mano quel corse il signorScipioneal li dette stoccata in una doi una punte di detta alla dove remore, che natica, e spada e non netrava pe- ferita attraverso una la schiena,qual appena si scorgeva, impauritoil signorScipionesi serrò tal che la torrisella e dopo pochette di spaziodi un gito a spasso al detto risella e dicendo che Savorgnano,qual era alla detta tocastello, che aprisse, quotate,risposedebolmente la un muro in detta pancia supina per dal letto dove in Gornelio tempo gì messer calato a s'era esser che camera le erano cose non poteva, e il ritrovò lui caduto con venendo gittatealla porta e così CapitoloOttavo aprendo e un gli occhi poco spirò.La madre disse né sapendo credendo « Io » guarita,caso signorJacomo ferito detto aver moro compassioneche di fatto detto delitto il subito : è veramente pieno di pietàe veramente 197 non signor mandar dia spada,corse perdono a sua madre qual giacevain terra,dove detta sua madre li perdonò e Fabdicendo che meritato si aveva braccio, quellee tello maggior ferite.Ma sapendo poi che detto fra- Scipione,gittandovia morir Tale dietro lui. è il racconto scrisse una al si voleva morto, non era la aquetare anzi » di Emilio interessante Cronaca dai fratelli Livio della Udinese Alvise pettata schiop- una di Parti- 1570,mentre, qual Deputato città, accompagnava mente solenne- Udine a il Luogotenente Giustinian. Stampa di riottoso signorotto questotempo anche che a visitare a suo una del 9 ottobre a un terzo Venezia,in Giudecca,uccideva andato con dal 1 554 Giovanni e alla chiesa del Carmine a Candido, che ucciso 1564,"^"e fu anch'egli stagno,il 10 dicembre leva vo- zio e tirannico manico, Savorgnan,Germonastero un della Ascanio,il quale era sorella monaca. 1581,che Alla condannava perpetuo bando, alla perditadelia Citata di sopra, a fu pag. 191. tenza sen- manico Gerti) no- I Banditi 198 riparando nel a L'audacia nei » e le vie di di Nicolò 1320, le Savorgnan, il a sangue del nel popolo gli odi udinese tratto un avversa alla famosa prima uccisi in i fuoco di pitanati Venezia, ca- del e inchinata queireccidio quali Luigi o castella fautore alla ribelle il vedì strage del gio- amici Marco dal molte caldo poi E sfogaronoterribilmente San a Furono e il patriae Savorgnan,e gliStrumieri^la parte Torre, consunte Udine vorgnan Sa- Savorgnan istigava tra gentiluomini, a Tristano la e vescovo patriarcaGiovanni. gliZamberlani dai Impero. li rami spietatetra Agostino appresso 1511, Antonio fra nobili inimicizie cadeva grasso, in cui si dei Gradisca famiglia più potente anni vendicava febbraio 25 Gorizia,di nate insanguigli Andreotti avevano Udine; nel 1392, sotto i colpi Concordia;due padre la Savorgnan, Savorgnan di dosi metten- Talterigia« risurgeanoper e del Friuli. Nel i Osoppo e banditi,coi quali corse il territorio di e rispose diando. Duino, uccidendo, saccheggiando,incen- di e castello di di trecento capo il Friuli suo beni, Tassassino dei confisca alla biltà, Veneta Bepubblica della guaste venti nella governo l' alrecchi pa- Della case provincia.Da veneto, passato rato parte imperiale,Antonio, dichiae bandito, fu ammazzato mentre 199 Capitolo Ottavo usciva da e di chiesa Giannenrico in Villaco,il di Spilimbergo,da GiorgioGoUoredo che nel sangue 27 1512, marzo Girolamo da GiangiorgioZoppola, Savorgnanvendicarono gli e del carono giovedìgrasso. Ceressi rifugioin Ungheria,e ritornati in neta, patriacon un salvocondotto della Signoriaverifiutarono la taglia di cinque mila ducati dito. d'oro,che loro spettavaper Tuccisione del banil tempo 11 sangue non saziava le vendette, colò non mitigava le ire,enei 1518 il canonico NiSavorgnan,figlionaturale di Antonio,era da un Capoucciso a Villaco da un Golloredo, riaco e da un nio De Candidis,e nel 1550 AntoSavorgnan,giovane di venticinqueanni,era orrori e le desolazioni del GoUoredo offesa ancora e ne da in Udine ammazzato da e Marzio,Giovanni derico Fe- e Capriaco. Una Girolamo cagionava un' altra,e per molti anni i ferimenti i duelli, le zuffe, continuarono le uccisioni tra i Savorgnan i Golloredo e e altri nòbili friulani. Atroci odi domestici tra per casi che friulana gli Strassoldo,casata geste guerresche e per ne seguirono sono dal Strassoldo, La 1509 narrati Cronaca al insigne ricchezze. I truci scrittura di chi fu testimonio avvenimenti. fari d'af- per contese sorsero 1603,è e in tica un'an- partedi quegli di Soldoniero narrazione sem* di / Banditi 200 delh Repubblica Veneta plice e colorita, ingenua delle avventure fine ad e tempo un della famigliaStrassoldo e della f'J vita friulana in quel secolo tristo e glorioso. I fratelli Federigoe Soldoniero di Strassoldo, rimasti orfani del di sotto la tutela tendeva a nel padre uno 1553, furono zio,che disonesto con in raccogliersi offese ne iniqui propositidi eccidi. e 1561,Giovanni Giuseppedi dei uno aguato della del figli alcuni con infedele,postosi tutore suoi soldo, Stras- il bravi,presso fine con- signoriaimperialedi Belgrado,attese cugino Federigo, diretto Ghiarmazis e con sotto cadde uno alla villa di sua lo colpìa schioppetto la mammella in dal subito morto il verso core. sul dimento tra- derigo Fesassino l'as- cavallo,ma pago, incrudelì anche non lo se proveri, risparmiaronoallo zio aspririmcui ne nacquero odi, rancori, liti, Il 4 ottobre il il e non per in segno di- tutto mano patrimonio della famiglia.I due orfani accorsero posti cadavere, e dopo coprì di ferite, averlo trascinato sul imperiale,forse temendo striaca più dell'au- territorio di giustizia la nel Cronaca Canonico Marco, corse a varsi sal- castello di Valvasone. Soldoniero, pienodi 0) San furore di Soldoniero Ernesto e pensò d'angoscia, di Strassoldo Degani. Udine, 1895. per cura del Vapiioh a Ottavo 201 raccoglierela spoglia delF ucciso, far tosto Udine, e la fé' trasportare a funerali solenni con Poi le diede sepolturanel Duomo. chiedendo a Gabriello giustizia si presentò gotenente Morosini,luo- d'Udine, il quale risposedi far nulla,credendosi V omicidio fosse stato non ter po- universalmente nella commesso che zione giurisdi- Soldoniero allora, imperiale. accompagnato da quattro suoi buoni uomini d^arme, Gradisca dal capitanoGiacomo quale, dopo molte potè finalmente d' eccezioni micidiale cugino incompetenza, Giuseppe al bando, insieme Soldoniero complici.A a Attimis,dal che Giovanni ottenere di Strassoldo fosse condannato co' suoi de andò premeva fosse bandito anche che il dalla Repubblica, gotenente poichénulla potea ottenere dal luodi Udine, il quale temeva nascessero e coll'Austria Venezia contestazioni dinnanzi quella dei d' inganni e riescivano servivano per dei Dieci. a denaro Dopo il molte Colloredo,si perfinoa rompere cor- del Consiglio segretario contenzioni per questione col capitanodi Gradisca,dopo giurisdizione esser il recò alla parentele,come era confine,si Ma glialtri Strassoldo Signoria. dormivano, e facevano muovere tenti po- non di di stato avvenuto provato dai testimoni che l'omicidio sul territorio veneto, fu procedimento in contumacia e lo compiuto Strassoldo, 202 I insieme dalla della Banditi coi Repubblica bando al complici,messo Signoriacon veneta Veneta anche confisca tagliae dei beni. L'ucciso Federigoavea lasciato un figliuolo di anni dieci, Gian Francesco, al quale per nome Soldoniero pensava tener luogodi padre,avendo tendo già fatto propositodi restar celibe. Ma rifletpoi all'avvenire della famigliasi decise di pigliarmoglie per alcune ragioni,le quali la vendetta fosse un mostrano un come diritto, destino dovere,un anche Soldoniero. Non come leali,religiosi, tenermi dal dello narrazione Federigo mio poi fratello di in flollo nominato uno circa,per haver al ditto mio mi non ogni ragione essendo mio fratello che Francesco mio fratello per rebbe rata mai esser bandito di terre promesso voler maritare, di casa in esser mia che assasinato mis. Zuan nepote et fioUo del q."»mio gentilhomo nato potutofare di era et stato così venendo unico per la morte et facendola Zuan siderando ogni ragione di maritarmi,con- al utile et honore per viva fu amazato, anni deliberato fratello di fui sforzato per posso lassato il q.m mis. se che haveva, quando Francesco, X della sti, one- Strassoldo: da Et avendo € brano qualche recare gli uomini per di suo più che et non non fare vendetta padre,sì certo come che sarebbe lochi di questo havahono- fece, statto imperio et 204 in I Banditi la SU della scalla,li fu adesso primo colpo li tagliònetta brazzo et li dette 12 poi colpo anche uno restò morto sì formato per Francesco due si salvò compagni dove che spigoUo"^) scutta,in casa torre. Al rumore Strasoldo suo si sollevò ritirandosi populo di martello et corsero che da mis. altrimenti (1) La drio Gradi- a Belgradino per sul suo quellidi casa sua, tutti li soldati et il armi a di campana son piedi drio fin dentro Gradiscuta,dove che non Ottavio li fu risposto erano in cavallo a casa sua et li suoi partironodi stra, no- Savorgnano fiollo del parte ne andati. Et così ritornorino Francesco salvare a et si salvò con Belgradoin casa sigando mis. Bernardino Mario Antonio in lo li suoi la porta de per fratello et di signor Mario Belgrado.Et di mis. Ottavio il conte lo processo per nipotecon si andò fatto che talmente apar mio jurisditione Reggia essere et li si et poi subito del nostro al destra del mano ufficio di ditto mis. Zuan spada et in ferite tagliandogli in tutto Jo la con la la testa come Veneta R^ubblica che spigollo^ friulano, non può ortOf broìo^ cortile. parte sapeva dove in aver fussero trova altro Zuan quel giorno si et andorino non a Belgrado.Mis. a homini Gradiscuta voce et a posto in salvarsi nessan che significato zionario didi 205 Capitolo Ottavo a Chiarmazis Esarnicho iurisditione sotto essere per Finche per adoperavano per la ottenere Gian » Torre,i Frangipane Della fine ai terribili metter da riconciliazione poter finalmente fra gli Strassoldo. fu liberato dall'esigilo, e Francesco largariga di sangue fraterno corsa Soldoniero, pensando forse come così chiaro di i nuvoli compensi lenne so- offesa,i signoripiìiillustri e tanto fecero domestici, odi Godroipo esigere soddisfazione i Savorgnano,i Friuli, si in poi dava Bernardino,il fratello del morto, an- alla crudele del di de li signoridi d'Austria. casa Venezia a et gìurisditione nostra dopo nella famiglia, dì un mente molti,filosofica- conchiude: Che " € il signor Iddio la paze et noi tutti in Ma T come fieri quei amore è spiriti e prosperi lungamente la da Soldoniero cugino Bernardino. il sentimento della La non morte. in mezzo immagine anche piìi dure potea perdonare neppur guinosa san- assiduamente vendetta alle in sulla tomba quest'anima mite, buona, credente fino al Soldoniero,che sapeva conservarsi anche " l'elogio dal- chiaramente dell'ucciso fratello teneva desto charitade. carità durassero dimostrato funebre,scritto del et amore in giudizio. prereno se- sità, avver- dinnanzi alla I Banditi 206 " della BepubhlicaVeneta 1603. Adi 20 setembrio. Nota che lo Strasoldo serpente,lassò la scorza, confesare guisadi a Bernardino sig. velenoso volendose non mente altra- pochecon li ordeni de la santa chiesia, come quelloche,vivendo con si mostrò al pocha fede et con manche carità, mondo, fu sepultoet tirato sopra uno carro di boi a Belgradocon pocha honorevolezza et ne et antiquasepultura la nostra comuna a presso Zuan Josefo traditore fu posto.» Ne pur molto ne tan laudativa era stata la logia necro- fatta da SolnipoteGian Francesco, anni prima.Liberato dal doniero,quattordici Gian Francesco bando,dopo la riconciliazione, si ritirò nella sua villa di Ghiarmazis, ove nava meun' ignobile vita fra le gozzoviglie e gli del amorazzi. Ondechè vita per la sua disordinata et mala morì, il 1590,a quarantanni. Virtuosi e buoni furono invece i due che Soldoniero ebbe dalla contessa figliuoli Adriana di Valvasone;ma il minore fu tolto a quindici anni, nel 1582, all'affettodel padre,e il primogeni Giovanni Federico, ammogliato con morì nel 1600 la contessa Rutilia di Brazzaco, a quarantaquattro anni,lasciando otto bambini la signorasua consorte « e, nota Soldoniero, di anni 25 in circha,pregna in mesi n^ 6 in circa,che lo Sig.Mio la adiuti a discargarsi 207 CapitoloOttavo et li dia in bene altro uno Soldoniero non rale,mettendo imposto con il donna da al chiamare a letto,« timore a di voler sue se loro se sante essere avia, con pregherà come sopra il santissimo fece chiamare le havesse di che ducati dovesse dare al n'' X tinua con- offesi poi fece terli commetet me ceri suo- M. a tenirli nel a cendo, tutto,et che così fa- poi pregare paradiso et requìa.Et la sudetta parimente le parimente perdono lei,et di poi ordinò Christo a et datoli ingiuriate, poveri,lassando a Bolle,con di là si et li dimandò elemosine i mai pregarmi lei dolersi al passaggio parolle.Et obidienti Sig. Idio fantesche La perdono,» havesse ne del darmi poi et dimandò ne li flolli et così le Adriana da Soldoniero è narrata santamente s'apparecchiò assai belle fu cui figliuolo, semplicitàcommovente. una Soldoniero,« con puerpe- questa terra,e fatti chiamare suo torir par- Federico. di Giovan di Rutilia febbre una alla luce il nono parole di povera a Le speranze del buon » Federigo. la signora si effettuarono, e nome morte habbia et che fu tolta di vita da Rutilia La longa vita si dovesse et occasione di cune disponeteal- dare a diversi Sagramento del Signor lesìi et clìesi prò vice tantum ali R^^ Padri San Francesco Zocholanti che di Sisi per visitare dando an- quel I Banditi 208 della BepubblicaVeneta santissimo corpo in rimissione de li suoi cati pecet del suo carissimo consorte ducati n® X, et stando sempre chiamando in cervello et nominando li suoi pecperdonarli stro chati, passòdi questa a migliorvita,con node infinitodolore et di tuttiet specialmente la signoraMartia sua diarissima madre. » sempre Fra i contrasti la buona Dio et e a le discordie friulane appare canto acimmagine paterna di Soldoniero, alla sua vecchia compagna, circondato E di quante cure circonda quella nipoti. « compagniadi floUi et floUe,» e di quale potino, acerbo dolore gliè causa la morte di un niammalatosi in villa ! Fatte « le esequie, si partissimo tutti per Udene, lassando lui in di anni n° 7, che mi il qualeera paradiso, portò con lui il core. » 0 dolce vecchio ! doniero Nelle ultime paginedella sua Cronaca,Solad Udine commesso narra un misfatto, da ritenerlo caso tanta audacia, tòrsi mai con più sentito ali giorninostri^che non erano poi e calmi. gioniimolto tranquilli Dal conte Trojanetto d'Arcano,bandito per tlivem omicidi, nacquero Rizzardo e Agricano. Un giovane della stessa famiglia d'Arcano,di vedendo sua orfano di padre, nomo Francesco, delicol cuginoAgricano, madre amoreggiare nrù di ammazzarlo,per impedireun matrimoda nove - nocivo ai suoi interessi.« E trovandosi uno CapitoloOttavo la chiesia nel castello di Archano giornone li fu adosso messa, 209 così fu da et li sparò una Francesco esso morto. a pistolaet » stava bando, ei non ridi chieder pace a Rizzardo, fratellodelinutilmente. Non nere potendo otteTucciso,ma deliberò un' atroce venla riconciliazione, detta. Mentre Francesco Et « deliberò di Soldoniero una « di Udene in era » continua notte venir et andarsene compagni così di notte ala Rizzardo Archano,che stava et sforzar trorino in casa, et et masime casa per finestra sopra la una sua non sopra con casa ostante la Cronaca la alcuni di mezzo esso suoi mis. il Domo, strada,et che raglia mu- en- quellidi madre, che fu sorella del var sig.rVarmilio di Varmo, sentite et fece leet impizar lo lume, et impizada,scomenzorino a chridare alta voce: Inimici^ Inimici^ q.™ li fu subito spenta la luce. al secondo » Rizzardo miva che dor- si svegliòdi sopras^ piano,e salto,balzò dal letto,impugnò una pistola ad affrontare gliaggressori. Ma essendo corse la resistenza di un solo uomo tro conimpossibile parecchiarmati,versando sangue da molte Rizzardo si rifugiò nella stanza,fra le ferite, braccia della madre, inseguitodagliassassini che li detero infinite et anche la madre^ cortelate, che zigava et li pregava a donargelo, fu feritadi modo Francesco d'Arcano, che lui et lei morsero. 14. — HoLMBXTi, 1 Banditi^ ecc. 210 Banditi I la compiuta mettendosi della Bepuhhlica Veneta strage ritornò d'onde in salvo il 10 co' suoi del gennaio I detestabili fatti di XVIII secolo archivio scritta da di i rimorsi in lunga una di di del tera, let- è lettera forse viava alle- colpepiù gravi nello triste conforto un veniva av- Miscellanea^ una Stato. ^^^ La col racconto trovava e Ciò — friulano il quale prigioniero, un delle sue, nobile un fra le carte conservata nel veneto sicari. 1603. narrati sono venuto, era spettacolodi chi soffriva più di lui. II conte Domenico Friuli. Orfano del di mal affare,fu Bestemmia largo, e il 17 esser anni accusato Magistratodella di carte. L' Altan prese di pubblicarono contro chiuso in dogado,sotto camerotto un pena, se aW oscuro il contro lui il preso, per continui. ^^^ venti (1) Vedi al gente con agosto 1725 gli Esecutori dalla città e bando di stretta amicizia baro per Bestemmia la Vito di Venezia, e a in San nacque genitoriin giovane età, titoli nobiliari, di fortuna, ma povero ricco di andò Altan il mio libro : Vecchie zia, Storie,pag. 138. Vene- Ongania, 1882. (2) Bando Sentenza e Esecutori fiicoAlthan. contro degV Ulustriss. la hiastemia Stamp. Pinelli. gnori et JEccellentiss.Si- contro il co. Dome- 212 I Banditi quando, la del sera di San storto della Martino Ah ! conte — assassinato gennaio 1726, sul ponte in Venezia,fu colpito da 4 archibugiata. una 'RepubblicaVeneta Altan^ mi gridò cadendo ^^ j il poveretto, e trasportatoin casa, ebbe appena restrema il tempo di ricevere unzione,prima Il l*" aprile 1726, il in tan, che Consigliodei al bando contumacia anche questa volta J^J Non si sia lasciato si poi perchè sa pigliarecome Giulia vecchia sua di annodare un (Foscari?),che Ma a San andato a cercarsela,giacche,non con ma d'^età^ in trovare a il tempo un'osteria Francesco buonissima a pare si mangiare huomo Calegari, spia^ un proprio che maiolo si trovò d'alma tal si- casa di intrigocolla iBgliuola Luca. gnarsela svi- in Venezia venne ed ebbe, anche ganza, a il mariuolo Barnaba; di qui andò San a dannava con- topo in trappola; un Fos.^ donna fu Dieci riuscito era mascherato,alloggiòin una nima l'a- capitaleTAl- dopo qualche tempo, infatti, stava di rendere Dio. a gnora hai uno di e sa ar- sia come, bere più sieme intosto quei furbi li tenevano in petto,e pedinavanoi furfanti, li appostavano,per acchiapparli poi con comodo. che (1) Arch. a. 2-7. di Stato, Cons. X, Criminal, Reg. 143 (1726), 213 Capitolò Ottavo spuntar del giorno dipoi,Domenico Allo San per Geminìano, quando, gli si fece incontro con Bastiano sava passua presa, sor- Bonapace, grande della Serenissima,accompagnato da due armati. Gli legarono i polsi,glifrugarono indosso e gli sequestrarono due pistole stile a cariche,uno lancinola,tre cartuccie, cinque chiavi di valigia,diciassette zecchini, bacco, tre scatole da taquattro ducati e due filippi, una d'argentoe due di tartaruga,che il galante mariuolo destinava guardateche Messer — di razza TAltan presente! — d più cuoceva stati tolti due alle sue ogni altra pacchi di carte il farsetto. Fu e in preghiere via per ogni tan dei col resto, condannato fu certa,deliberò morire finire i « (1) Arch. 185 t. Oh! con esclamava di stato, Cons. notte chiesina,ove egli« un se del conciò s'ac- la morte coraggio,ma giornilegatosovra » Al- Domenico Poiché Domeneddio. con in alle tentavano nel capo. ^^" Nella fu condotto novembre conte il prigione,e parenti nobili,che salvarlo,il sero fosquantina cin- una ottobre,dal Consigliodei Dieci,sordo 30 5 chiuso al- gli cosa di lettere nascoste,insieme sotto Ma ganze. era leva glido- famia. palcp d'in- quando X, Cornuti, Beg. 177, e. fossi 182 t. I Banditi 214 4( della di Palazzo in corte così uccidesse mi Buona o Giustizia, in chiesina entrò morte, di Maria di Santa fraternita mattina, la Con- Alla pubblicamente. » le archi- una morirei,che volentieri bugiata,quanto più « Veneta Bepuhhlica per della gnare accompa- il quale era già pronto ed eleganl'Altan, temente vestito. Raccomandò farlo non « « crocchio un Benedette dotto donne, che il disse per ! questo passo a francescano dell'anima « mi Salito sul ho cose dal ri- padre di rivolgere e dalle lasci in il grazia, » di qua boia,per sermon- e, nella quasi mezz'ora, che tanto e modo che il conte 4( funzione. » Avvertito di ricevere la poco dai dopo aver che « Non di dubi- farai sì la tua padri essere gloriadel s' inginocchiò, pregò il boia colla nistro rivolse al triste mi- giustizia queste parole: tare,no, aspetta un tato, agi- gliscappasse non paura foga di là mani, glidava qualche stretta « e voce: son terrene già disposto;e camminava discorrere, tempo vostra causa palco,diresse al popolo un cino, che durò di alta Ammonito » di lasciare le sfoghi col mondo. fune, in ad la calca. : « Padre, pensieroalle celesti, rispose « del di donne di resse si di- passo fermo soffrire, quindi con attraverso luogo del supplizio, al Ad. al boia prima Santo ormai Paradiso, levarglila rucca par- gridato: Popolo,addio, mise Capitolo Ottavo il collo sotto Maria Santa ^') il boia della la Scuola andava a di pigliare i il cadavere accompagnare al cimitero, stito d'ogni vespogliòil giustiziato lo lasciò e Finché la mannaia. di Giustizia torcetti per 215 in Scuola,e camicia. Ritornati i vedendo il cadavere telli fra- senza il quale non abiti,rimproverarono il carnefice, volle rendere la roba rubata,rispondendo con lugubre scherzo,trovar girello sangue essere per del Consigliodei i Capi a restituire i vestiti Fra i proprio di doversela Ma suo. Dieci T indomani lo obbligarono che dell'Altan, furono ciati. bru- tristissimo più tristi banditi friulani, il conte Lucio Della credibili. Sulla ferrugigna rupe di Duino, alle cui s'alza la frange Tonda dell'Adriatico, dei Torriani di fu Torre, i delitti del quale appaiono più spaventosiche si nere te- Valsassina,fiera e falde ròcca sinistra ima- che signoreggine di quella superba schiatta, giò, un Milano, ebbe tempo, coi Visconti e, dopo si sparse in altre La (1) I San linea le disfatte di regionid'Italia Torriana di Duino e e Paolo. presso contese Lombardia, in Germania. discendeva si seppellivanoprima giastiziati Zaccaria, e dal secolo XVIII Giovanni lunghe nel cimitero da di la chiesa dei santi I Banditi 216 Alemanno, di della Bepubhlica nel morto 1272, figlioprimogenito del Pagano, capitano nipote di Alemanno, Febo sua mento, per stabile dimora e di popolo Milano, e Il Raimondo, patriarcadi Aquileia. fratello di la Veneta fu padre il essere nel 1274, I,trasportò, sulle di Giovanni di primo del rive Taglia- detto fwrtono, datore il fon- Friuli. Il di lui,Febo III,divenne figlio della potente famiglia,che ebbe possedimenti e diritti in Gorizia e nel Pel duplice matrimonio di Raimondo Torre, prima ultimi Lodovica con poi e Walsee, finalmente Sagrado,padroni vantando Trieste, porto di San di della strada Chiara, Giovanni al per boschi, or ai sudditi di con l'audacia veneti riescirono e che dai Signori di conduce a il i Torriani Trieste,ora per confini,sostenendo Monfalcone, sulla appartenne sempre (1)PicKLEB,!^ Castello di Duino. 311, 813, 365. "^^ Timavo, di le armi i Tor- sulla dogana presso privilegi colla vicina L'agro della Duino, poi dagli Hofer. litigavanospesso con Friuli. del castello di Duino, V investitura posseduto dai Signori guasti con vasti rampolli della famiglia Hofer, riani ottennero in questa linea, nato i pretesidiritti.E anche riva alla più infesti. sinistra dell'Isonzo, Repubblica, Trento, 1872, pag. 308, 217 Capitolo Ottavo e la quel di lembo bandiera di San fu austriaci, Stati fra i due Marco, altresì fra i Veneti Francesco della e Venezia di e nel giovinezza,da dagli pure non Vienna, Raimondo di così torbida 1623, ebbe perfino il inimicarsi Ai sudditi veneti faceva patireogni sorta lettere, sevizie. Con animo deliberato dì, seguitodai recò la sotto abbattere a suoi di casa colpi di neiresercito ad di ogni violenza, di Duino, artiglieri suo un nemico e Dopo cannone. imperiale,dopo capitano di Trieste,vinto tedio dre. pa- sequestrava grani e vino, intercettava un ma i Torriani. e Febo, primogenito Torre, morto rea circondato di contrasti causa governidi sventolava cui su territorio, dai si la fece litato mi- aver stato esser rimorsi o dal si fece prete. L' altro lippo, figliodel conte Raimondo, Gian Fiammogliatosicon una Gonzaga, congiunta col pretesto del parentado illustre, dell'Imperatrice, si fé' donare grandi sostanze per tal modo, contro i di in dalla casa vedova matrigna, le Torriana, mettendosi, fiero contrasto quali difese,con coi fratelli, aguati,minacce e a pubblicibandi, il possesso di Duino. Anche Venezia recò non poche molestie,ingiuriando, lizie quando fu creato capitano di Porpeto,le mi- della nuova fortezza di Palmanova, eretta I Banditi 218 della Repubblica Repubblica nel 1593, come i turchi. Con le Vivendo il Torriani questionipei confini in affrontarlo sapendo si passioni propugnacolo quellidi Monfalcone continue e Veneta poi erano Sagrado. con continuo un pericolo, combatterlo,le e ringagliardivanoe giunse con punto di audacia,da presentarsi uomini e ordinare la del casa di Corte contro Capitano.La Repubblica bandì da' suoi Stati la Vienna, e tal a quanta centocin- di moschetteria scarica sue di Monfalcone alla saracinesca una tro con- 1' insolente fece rimostranze quale si limitò a alla qualche paterno rimprovero,e poi si valse della spada di Gian Filippoper sgominare la avvenuta rustici, Protervo il violento e figliodi nel lui da le braccia e altro di Piuma. Gian Filippo,fu e le gambe a un ferocia lo fé' poi uccidere veneto. Torriani,di nome Carlo, temerario ste superbo, fu capitano e governatore di Trienel 1666, e Fanno capitano del appresso contado con un del suo la quel il 12 febbraio 1697,presso sicario, un Venzone, sul dominio Un paridi brutale Novelli, con conte al su FilippoGiacomo, il quale,dopo fatto fiaccare aver 1635, sollevazione dei di Gorizia. A conte questione Petazzi,entrò nottetempo in avversario moglie di Gorizia,avuta un e lo trucidò. A Vienna magistrato;ne il favore casa rapì im- 220 1 Banditi legio di Gesuiti. di rente tirannico,insoffevolle la conda gio- andar con Di piaceripih sregolati. ai e uscir di fra qualche tempo veneziana, lasciandosi al vizio forte aspetto,assai destro in ogni bellissimo di D'animo Veneta rimase vita e "^" Bepuhblica Lucio ogni disciplina, collegioe foga della esercizi,nel trattar le armi, nel niera maneggiare ma- ogni cavallo, per quanto indomito,presto glivennero e noia a desiderò le consuetudini ritornare nella nesche, cittadi- libertà della campagna. In Friuli già erano i suoi orrendamente imprese. Lucio emulazione da vita di mal umane, sortito da di e natura. la incominciò a triste darsi circon- calpestarle affare,a compiacendoall'istinto fetti Sperando che gli af- a famiglia potessero toglierlo quella vituperio,la madre (i) Giuseppe Marcottì storico scrisse sul pensò di Lucio Conte ammo- un manzo ro- (Milano,Treves, 1888),nel qualea fatti veri fatti inventati, sciupandocosi l'attrattiva, son mescolati che la storia ha dell'autore per sé stessa. Sono, ad gli amori di Lucio del carnefice, antico compagno Ad malvagie sé in nascere male gente di e illustri per sentì del leggi divine ferino cugini,figlidel fratricida, ogni modo, '"ltaesattezza. le avventare a zione esempio,inven- Vienna, e il personaggio di scuola del Conte. sono principali narrate con Capitolo Ottavo gliarlocon e del Madrisio,figliuola del Friuli. Gli Martino San giovinettabuona una di Eleonora 221 il 29 modesta, castellano di sponsalifurono lebrati ce- dei 1712, fra la esultanza marzo dei vassalli, il fragoredei parenti,l'allegrezza conviti. Alla la gioiaromorosa madre, colFanimo tristi le la misera non Madrisio,la più un di Treviso alterco colla ancora Consigliodei contro il lattante,che nel suo poveretta.Il colpo sfracellò il cranio e coniugale, moglie,imbestiando sulla Dieci Torriani,il nelF intimità il bastone cadde deviando per presto le tribolazioni. Già due Podestà furore,alzò gliuolo fi- potesse alla luce^^^" mandar quale, malvagio anche in da gentilee compita vaga^ stati lanciati dal erano truce Anche propinatoil veleno. avesse incominciarono dal sgomenti e sospetto che il senza che la natiora damaj e da turbato po, presagi,la madre, che, dopo qualche tem- moriva, bandi prendeva parte non la madre del si bino bamteneva al petto. Per torsi alla noia il a e alle lagrime della Torriani,nel carnevale Venezia, e il giovedìgrasso (1) lat. della vita e tragicamorte del glie, mo- 1717,andò comparve del Co. Lucio sulla Della contemp. udinese. Pnbbl. nel periodico V, 21 luglio1892. Pagine FriulanCf nam. TorrCj di anonimo della I Banditi 222 piazza di Marco San meravigliataair Alle annodò lagune Gran il plausodella e, : essa intrigocon un capo depredando la Marco, i Dieci di San del della cale Du- bravi, reclutandoli i cui a bandi,la giustizia Per gV Inquisitori. e di un più non e dendo provve- defraudare feudi,col dispensarelicenze d'armi sottoscrizione contrabbandi e si dovea di con coi sigillo, e di certi biglietti obbedire per forza. La di cordon non a Noale un Torriani in Udine verde conobbe Treviso a numero il e coccarda e la sua quenti fre- masnada sua dell'assisa ricoperta cappelloa larghe falde Lucio con a cui requisizione^ sicari,che raggiunseperfinoil quattrocento, era rario, l'e- dei suoi le tasse mai pagava losi, più perico- audaci mantenimento, col gior mag- numero gran fra i banditi fra i contrabbandieri al loro Cancelleria maritale,fuggìcon casa si circondò sicurezza lissima bel- una Rosalba, moglie Friuli,schernendo in folla, spettacolo. nome o Cancelliere, tirato da calesse un insolito donna, di di con fra cavalli croati, piccoli sei Veneta Repubblica di torriana : colla verde, tra- distintivi neri. più alcun ligiò ritegno.Sva- nare pubblico corriere;fé' basto- due che gliaveano mato fergabellieri, contrabbando; a un cappellanodi casa ruppe con le costole. Vivea tale colla sua pubblicoscandalo,da ganza obbli- CapitoloOttavo il gare il modo ribaldo. Ma e scrivere Luogotenente a cercare odorando Padovano, dove rafforzò la il conte razza, partìper Noale,sul i Torriani Noale A infido il vento Venezia, per di buona mastino era a di arrestare piìisicuro Lucio 223 possedevano un masnada, sua coir intento di recarsi alla fiera di Sant'Antonio sfidando 6 giugno la veneta così impossibilità^ nella ormai audacemente un giustizia, dispacciodel di ritenzione^sima lui ma/ni- festo pericolo di gravissimi inconvenienti. Torriani,briaco di vanità,quanto più bravi, carichi tutta rosso, per di Padova, guidando le governo, e biasimandone di la tardità allora compresero agiresul seguitoda' ogni sbaraglio,e si nei si coli, cir- rispettodel e la viltà. I che il decoro serio. All' indomani, Lucio, dispostodall'abitudine osare, esci in armatura di trotto gran cominciò piazze a parlaresenza rettori veneti imponeva a da stole^ pi- e sei cavalli. Intanto ragunata assai gente, alla mano, lente, inso- scavezzi^pugnali carrozza, tirata da per vedeva giornodi Sant'Antonio, girò,vestito nel era il dispettandole condanne, seguito e, sua E più diventava tanto questa in'esolutezza, la dova, Pa- a degli Inquisitoridi Stato, di 1717 far eseguire la trenta lazzo. pa- di suoi mosse e dalla natura a tutto ferro, coll'archibugio scherani,pronti ad verso le case, dove 224 Banditi I Be^hblica Veneta deliberato i cappelletti^ alloggiati Stavano Fu de' suoi da accolto caddero bravi allora aspra e della la ad Invano veduto conte, invano di Stato mandarono di Padova con in i birri furono del sulle tracce uccisi, e braccio, un rotta,fuggi non vicino. convento zuffa divenne parecchi furono Lucio,colpitogravemente sicura alcuni scarica,e una feriti.La terribile: e ad affrontarl un dendo veun zagliati sguingli quisitori In- al Podestà espresso dispacciocontenente un l'ordine di fare ogni possibilee più opportuna inquisizioneper avere il furfante. (^" di del benedettino, i Padovani suo vedevano i bravi "2) I Dieci lasciato ogni indugio,pubfrattanto, blicavan terribile bando un Della dentro taglia di Torre, con lo Stato e di (1) Arch. di contro morte duemila ducati quattromila fuori,togliendogli il titolo di conte, confiscandogli i beni B.a castello Torriani,fatti prigionieri, penzolar dalle forche. il nelle mani morto rifugionel e cercava mentre Villalta, o travestito da Lucio lasciava Padova vivo Stato. Ing. di Stato, 17 e ordi- giugno 1717, 61. (2) Si facciano attaccar alle forche alVosservatione Si procuri d^haverli nelle popolo.... scrivevano al Podestà gP Inquisitori Stato, loc. cit. mani di o vivi Padova. o del morti Arch. j di 225 Capitolo Ottavo nando del la demolizione Udine a e nani magnificopalazzoTer- l'erezione di una furiosamente da tutte le colonna fame. in- (^) Lucio, cercato capìche questa volta metter senza e giustizia, sieme passò il confine,si recò, in- tempo in mezzo, colla V ancor Dieci sottrarsi della ricerche alle di impossibile era Rosalba sua impudenza di e di qui ebbe Gorizia, mandare al Consiglio dei a colla qualequel cuore supplica, una parti, pietà invocava V abbandonata la senza graziaper compassione consorte e deW abbandonata del- prole. Poi,lasciata Rosalba,si gettòa nuovi carpì a dame certe si mischiò bandito moltissime in tali rischievoli anche da Gorizia imprese,da da e a Tolmino, dove^scrive rifugio battendo la carriera delle gravide molte femmine anclie da di Farra,in soldo,suo TI anche palazzo — e irag. nello stesso MoLXBHTi, e mwtt demolito ecc. vita., / Bandi avea bassa la sposato a tiy ccc nel cercare biografo, Co. vette vita^do- di StrasGorizia Lucio, Pagine 1717. ed sf'era^ nella villa Rizzardo del esser disonestà^rese perder fascicolo delle Torriani (2) Ist. della 15. del conte casa cugino,che dei solite Si ridusse finalmente (li Ist. delia vita Vedi non dover il citato di alta quel Itcogo^ per ^^^ fuggire. amorazzi, gioie ed ori e ecc. Friulane — : I 22t) certa della Banditi Maria Anna Eepubblica Veneta Malvicchia,di bassa zione, condi- due colò Nifigliuoli, Il Torriani sedusse prima la e Lodovica. la quale,dopo alcuni madre, poi la figliuola, scrive l'anonimo come biografo, mesi, non potè, il tumido nascondere ventre. Per placarela cupa superbia del fratello Nicolò,che vedea la casa piena di obbrobrio,il Della Torre prometteva, la moglie,di sposar la sedotta fanciulla; morta infernale congrega, la madre e il figlio e in una fra loro quale Strassoldo e' Lucio, consigliatisi V uccisione dovessero pigliare, tramarono partito della misera Eleonora,che viveva coi figliuoli colò Noale. Seguendo il feroce proponimento,Nia dalla quale avuto avea Strassoldo,accompagnato da Sgognico, una andò con sua dalla cortesia Noale, accolto a vittima. povera disegno; Ih trovò entrò immersa nella stanza nel sonno, uomo, con Di e della stosa fe- notte, conchiusione l'assassino procede alla truce suo Orsola travestila da ganza lieta faccia certa del contessa. col calcio della poi a pistolale fracassò il cranio ; ^^^ montato colla sua con amasia, riparò, fuga precavallo, scagliòsopra la testa coi quali aperto il cecolpi, spietatissimi fi) Il citato biografoscrive: « col calcio tre « rebro,le lanciò le cervella « centissimo sangue e « le causò lo sbalzo dell' ìhdo- sino sotto i travi della camera stessa. » 228 I Banditi I della fatti esaminar e dimostrata nomìnata o Garìssizza, absenti questa Città Città Teri*e,e cadauno Sgognico sopra- citati. inamente legiti ma lllico li suddetti siano, di Venezia, luoghi del Navilii Lucio, di Marianna sia Orsica \ Capi Avogadori i da loro volta \ Cons." Vogliono che a gli imputati,apparì la reità di Strassoldo, et Orsola, « Veneta magistratiimperialiformarono il processo; colò Repubblica e e s'intendano Dogado, Dominio e in l'altre da tutte terrestri, e nostro armati, e disarmati banditi rittimi, ma- perpetuo. Rompendo d'essi il confìn, et essendo questa Città preso, sia condotto in all'ora solita fra le due Colonne di San et Marco, sopra un eminente solaro le sia per il Ministro di la testa,sì che si separidal busto e mora. giustizia tagliata Con tagliaalli Capitorio interfettori, fede fatta legittima deirinterfettione quattro mille no se ducati doi in Terre aliene de delli denari immediate di della esborsati Cassa di a 0 overo interfettor, entro loro Beni se suo commesso Stato, e saranno, ne interfettori overo o o chi bavera contraddittione, potendo anco il lo da questo Consiglio, o captori, e commessi, legittimi procuratori da essi senz'alcuna mille il a ser es- loro causa captor, conseguirliberamente minima difficoltà la taglia e senz'alcnna beneplacito predettada esserle contata d'ogni sorte di denaro, e da quellaCamera dello Stato,ove più le piacessea sua maggior sodisfattione. e più compita Conseguiràin appresso oltre la taglia stessa,voce e facoltà di liberar un condannato in prigione, o relegato in vita,0 a tempo, overo bandito per qual si sia caso, nn di qual si sìa conditione niun eccettuato,benché havesse Tanttobandi, e condanne da questo Consiglio, o con a suo « fì 229 Capitolo Ottavo di Nicolò. La e Lodovica dalla provarsi immuni Della L'empio rità di delle si sia condition di di processo, pace il processo, di di strettezza vi fosse qual lettura ballotte, e nato, effettiva,e d'esser espressamente nomi- li condannati ogn'altrache potesseescogitarsi (eccettuati cadesse, per materia di Stato,et intacco di Cassa)e se ac- et chMn tal captura,0 interfettione captor,0 interfettor habbino detti contessa. che nella sentenza tempo, poterono adempitili requisiti havesse non ostante non strage della Torre, durante esso, ancorché Leggi,e l'Orsola e li suoi il morto legitimilieredi li su- e taglie intieramente beneficij, concessi restasse da esserle in ogni glia qual si voin provìsione, o come parte,così generale, particolare in contrario, alla quale in tal caso sia derogato.Dovendo oltre la taglia,e voce sopradettapromesse esser ste corrispoanco agP Officiali de PrincipiEsteri,che ne facessero caso la captura,e Tutti « di qual la metà con de voti ostante non consegna. li loro futuri e mobili, stabili,presenti, Beni si sia sorte, attioni essistenti,et etiam fidei e ragioniin qualunque commissi, e feudi loro loco rante, vita du- la legitima,e tabellionica rispettoalla persona del Co. Nicolò Strassoldo vivente dano Patre,siano, e s' intenet applicati confiscati, giusta le leggi,et all'ordie nario delPAvogariadi sorte, ninno fatti da e di un niun anno in Commun. Tutti li Contratti eccettuato, che qua valor,come s'intendano se fatti non da essi di qualunque fossero stati tagliati,cassi,e nulli, fossero,dovendo gl'A- haver riguardoa quellisoli,che conoscessero vogadori di Commun loro e reali,e secondo la conscienza legittimi terminar ciò che le parerà di giusti mira tia,con particolar cVoviar le fraudi,che potesseroesser uditio deUa « Li Communi confìscation delle state concertate a gi pre- predetta. Ville,Contadi, e luochi del Domi- 280 I Banditi divenne baldanzoso con a campana debbano dalla presente sentenza, viene che in questa con alcuni Galera anni per tretanto luce, e tutte le in tempo una essendo non Terre, e tutto, in di essi luocbi ne ritenti,restino tutto per quanto le notitia loro, il Medauno ca- al Remo dMnhabilità prigionede derlo pren- Deputati,sia condannato caso e si babbi che tenuti interfettion ha- o altri simili mancato dieci,et in mancando sia stato bavera loro,che di presa, havuta et s' ingegnava siano capitasse, ogni diligenzaper usar commesso, dighi,Degani, Massari, incerti, riversò abiette, promessi e medesimi de occhi erano caso beneficii li Con d'essi martello, et et Veneta parole,che ciascheduno dove vivo, 0 morto, ver timido. ed supplichevoli nostro sonar Repubblica dimessa,con voce rendere nio della in à star al- Condannati serrata banditi perpetuo da luochi,e punitid'altre in pene alla secondo la trasgressione. « 0 Se alcuna altro ditione persona che havesse Nobile, o Cittadino Beni nello Stato di suddito nostro, qual grado, o con- ni un' eccettuato,etiam che fosse congionto voglia, alcuno d'essi in qualunque grado di parentela,darà con in alcun tempo mai, o in questa città, alli medesimi in o vore, qual si voglia luoco dello Stato nostro, o fuori d'esso,fali accetterà in Casa sua, indirizzo,denaro, ricapito, si caminerà essi,li scriverà,li avviserà,li somministrerà con bavera agiuto di qualunque sorte, overo 0 e qual si sia pratica, in cada 0 intelligenza con essi, Nobile, (essendo pena Cittadino)d'esserli confiscati li Beni di qualunque sorte gioni capitandonelle forze di star anni dieci in una delle Prialla luce, e non de Condannati serrata capitando nelle forze Dogado, armati, nnni e e resti Bandito da tutto lo disarmati dieci di in da Stato questa Città di Venezia, da terra, e da mar, perpetuo prigione, rompendo il Navilij sopradettadi essendo Confin;non la pena con e Capitolo Ottavo la sui colpa complici lunghi mesi, il Gradisca dell' imperatore Carlo hnomo servir da Eemo gV Ordini della Camera né essendo Se alcuno li ferri alli deir Armamento habile a tal sia e riceverà li li Fauttori, e il denonciante,et Accusator contro Se alcuno farlo Capi di bavera o tenuto per altra via dove voce secreto) definitivamente torità in non ostante, alla rate espresse, e dichiaRicettatori delli sopradetti, li beneficii soprae- habbia qual si sia tempo, che cuno al- potrà ammazzarlo, non esso si attrovasse, si che per nelle mani, e facoltà ser conseguirà(oltrel'es- di liberar un di Cassa. Non possano mai Bandito con l'aut- Confinato,o Relegatoin vita o, a che non fossero adempitili requisiti un Leggi, eccettuati Intacco « siano devoluti perpetuoda questo Consiglio,e overo d'esso, tempo 0 viserà, av- sopra notitia in notitia sì habbia sua delle li sopradetti, capitarnelle forze della Giustizia,et avviserà li questo Consegliocon Lettere,con sottoscrittione, senza, la e particolar nostro di qual immediate d'essi s'attrovi nello Stato, e o tinui, con- salvati,overo s'intendano e possedessero, Signoria Nostra oltre le pene o dieci havesse nello Stato che « tutti agiutatinella detta Giurisdittione s'intenda decaduto,e privo della Giurisdittione stessa, Fendo, e da tutti li Beni Feudali, e Giurisdittioni, e et nati Condan- piedicon per anni voglia,che eccettuato di che o permetterà quivismodo li spalleggierà accettati VI, sopra. Feudo o propria Giurisdittione, 0 in desimo servitio,star debbi per il me- come sia cbi si si sia sorte, ninno Galera una sopra con tempo in Frigion « Dopo se. Nobile, o Cittadino, oltre la Confiscation Beni, sia posto a per iscusar per giugno 1723, giungeva la sentenza il Contraffattor de 26 231 li Condannati per materia dal presente Bando di Stato, liberarsi per qual 232 I che condannava dato e di Banditi tutti della JRepuhhlicnVeneta per 0 gratia,voce, liavere,in di Intacco nella drgra- essere gli onori^ prerogative^nobiltà^titoli tanagliatocon privilegi^ sì sia ad il Della Torre o cui facoltà che alcuno virtù in habbino mai fosse havesse^o di Stato, la materia fossero eccettuate Cassa, ne di Parte General ad essi de diti, Ban- compresi,se vi saranno non espressamente nominati, il che però non Balle de Consiglieri, tutte le nove con possa farsi se non tatte le 17 del sud etto Conseglio ridotto, e Capi,e poi con Lette prima le colpe, al suo e la presente perfetto numero, sentenza; quale tanaglia infuocata una di militar publicoservitio,ne in interfettion d'altro qual in si raccordi,o denontie,ne per via di ne Bandito, voglia tempo, condotto, né ad istanza de altra causa qual si da data fosse o ogni sorte di testo preo uguale, o superiore,ne anco qualità,né Prencipi,né via di salvo- per qnal per si voglia di guerra Mar a cbi né da Magistrato eletto auttorità, sia facoltà di liberar banditi le loro persone espressamentenominate sotto la consegna con in tempo o privata,né meno pubblica, vogliaKappresentanteda Terra, o da qual si con esser con se non saranno la forma sopra accennata. Non ad essi fatta gratiaalcuna di sospeneietion, dichiaration,alteration,remission,compensation, della vation di strettezze,o altra imaginabilediminution « possa esser presentesentenza se non con Parte proposta dal Ser."»» tutte le 9 Balle, e Capi,e presa con Consiglieri, Principe, tutte le 17 del medesimo e poi con Consiglioridotto come et intiero numero, e perfetto, sopra al suo sempre con precedente lettura di tutto cavato esser non se « In con di Cassou, né preso le strettezze ogni d'essi tentasse il processo, il caso, in che che quale non possa sia letto,e deliberato sopradette. in qual si voglia tempo qualsivogliamodo mai la sua cadauno liberatione non 238 Capitolo Ottavo due volte nel petto,indi pra mi vivo^ e poi ruotato e la palco (lecapitoto, eminente sopra un'asta. Airultimo momento testa posta da ordine un so- precedente effettivo depositonella Cassa di questo Consigliode ducati 4 milla correnti per ciascheduno applicatia beneficio di oltre li soliti Aggionti,in pena di ducati mille al essa Capo in Settimana, che proponesse nessun'altra parte in che la noal Segretario, tasse, e di ducati 500 questo proposito, da esserglitolta da cadauno de Consiglieri,Capi, senz'altro Conseglio. et Avogadori di Commun La Casa Dominical seguito posta in Noal, nella quale fu esmedesima la esser possa proposta se con non « l'antedetto omicidio enonne habbia immediatamente applicatoil tratto da de Commun Materiali giusto l'ordinario dell'Avogaria con facoltà alli Avogadori di amministrar ragionesopra il tratto che dalla loro giustitia fossero medesimo per quei riccorsi, ad demolita esser creduti e recinto medesimo di « fondamenti, Di più in alcun convenienti. di sorte e da alcuna, ma restar non et nel possa tempo debba del sito, erigersifabrica mai esso fondo fondo vacuo, sempre pubblicaragione. Doverà inoltre nel demolita Casa sito più esposto,e cospicuodella eretta esser una Colonna le con seguenti parole: scolpite « Lucio 1722 per frolla Toire E cajyitahnenteli proditoria commissione tradimento « Bandito sia dal Co, Nicolò d'Omicidio Strassoldo et 16 marzo essequitocon (hsola Sgognico, in Noal, e publicato stampato colle colpe, et in questa Città. Kxc.»**' ConsJ* Gasparo Arch. di 1721-1722. Con Stato in Filza num. decreto 8 X.»» Secretano Marinus. Venezia, Consigliodi X. » Criminal 135. aprile 1722, il Consiglio dei X, secon- 2B4 Banditi / Vienna della Repubblica Veneta risparmiavaal condannato vivo. Andando ogni viltà : al di fermezza. '^^ Non La Strassoldo con palco ginocchioni, il e ventisette ancora avea Nicolò figlio furono Marianna e tanagliati decapitati. volto con la sentenza ordinava Strassoldo, che, fra divenuta forse la madre. di veder Ma della vita anch'essi avea tanni, quarancolò Ni- All'orrendo tacolo spet- assistesse la vane gio- del carcere, le pene lungo deliquiomise un e sciagurata, strage de' suoi. Fu la anni. ingrato^ben robusta; non appena diciannovenne. era in dimise Lucio supplizio, volle salire il tato ruo- paroledi sincero pentimentoe di rassegnata atti e era essere le miò rispar- poi dando man- le istanze di altre fosse chiaramente famiglieStrassoldo,che volevano scrizione designatoTassassino modificò così la in- sulla colonna capitalmente li di omicidio colò figliodel sola Sgognico, (1) Nella 16 Co, nizzardo le carte di lui e che la in La per vita tradimento da del Conte concernenti al fianco del conte del conte l'uccisione Giacomo Lucio dito ban- missione proditoria com- dal Fara per Co. Niet Or- nin, Giuseppe Ma- Passeriano,esiste Confidenza di Giovan stava della Torre Strassoldo raccolta Manoscritti ora Ludo 1722 marzo esseguitocon già in Venezia ed (num. 624) contenente: TorrCy con d'infamia: un volume Lucio della della moglie dente Piatti, confidarlo in mano Nel periodico Pagine Friulane (num. VI, giustizia. 18 agosto 1892) il dott. Joppi fece uno spogliodi alcune sul delitto e sul processo. lettere,che danno particolari alla Capitolo Le terre Nono dì confine Bergamo Si paese, per i bovi : forti dei la Terraferma Fra vi restano che Ma fronte alle condizioni ogni temix) e la e poteva lontane, tanto più vedevano le flcente ministri leggi,difettosa la forza armata. invece era della senza non Il governo impigliate, la le mal province tutelate la sparsinelle giustizia, riuscivano mai erano la o stizia giuscurate tra- procedura, insufdei L'ordinamento studi,senza di capitalemancavano esteso, saldo,potente: trovava legge personale,inefficaci la sicurezza ogni luoghi? legami, e, quanto più e in ordinato,le leggi sono le mosche le rompono. . in quanto bene tela di ragno Brescia. e tutti che ripeteda soldatesca La — diti ban- i modesti città di Terraferma, senza attitudine, a indovinarne scarsi delatori: ne raggio, couna. avevano 238 I Banditi della Repubblica Veneta copiagrandissimai malvagi:glioflFesitacevano per di paura peggio.Leonardo Moro Marco e in Terraferma, nel provveditori Giustinian, scrivevano : « Assassini si commettono « nelle « nessuno inquisisce, Renier fatto « bocca la severità è venuto del leggi e non esecrande luogo teneva l'audacia vecchio ragione al davano de confin o « per la vicinanza " fanno « anco L'uomo (i) Beh ladri et nelli boschi della Patria comandare rac- gere distrug- che le persone certezza di un commettere certi o ricetto di rotti signo- assassin. scorrendo loro a " I banditi de' confini si habitano et prohibiti»scriveva il Manzoni del birbanti, proverbioveneto: di Udine Pietro luogotenente che terribile, nelli, 1865. di per di confusione lecito d'andar nel 1585 il » d'immunità. paesidi confine,divenuti Gente ngore colla prepotenti, azioni. Ma aprir osato cessavano fossero impedite di castigo^ pesante I e E Paolo » in luce. fare in modo gli omicidi,di facinorose giustizia Principe,sfoderavano applicarsicon di vie, ho processi, ha nessuno nome delle la se e, intentato reo nessun Dieci,in I «Ho ricerche,ma e nelle dà informazioni. 1732: nel 4L chiese piazze,nelle 1621 Friuli. volle Gritti."^) dipingere Venezia, tip.Aiito- CapitoloNono colori indelebili con in castello dei un torri nella E neirinnominato,risiedeva che Visconti, Valsajna ove Stato fra il milanese San 289 e inalzava sue il confine di bergamasco, terra di passava il le Marco, ^*) di i conti Brescia e il Lodrone, che, sui Trentino, estendevano sui comuni di confini la loro tra risdizio giu- Lodrone,Darzo, Bon- done, Magasa,Turano,Persone,Belone, Moema si dimentichi dei benefici ricevuti, e Armo, ora alleavano cogliimperialiai danni della Repubblica, battevano ora, sotto il vessillo di San Marco, commai fidi, le schiere tedesche, inquieti e sempre sudditi ai infesti colle loro sempre prepotenze Serenissima,i quali,stanchi della insorgevano terribili. Terribile talvolta, vero popolare,che colpì a la vendetta anni Nato verso il conte il Achille quattro venti- Lodrone. di 1530,nipotedel (i) Il Castello dell'Innominato o fu in gran sorgeva capitano nella Valsajna Valsavina, che ha lo sbocco sul torrente Galavesa Vercurago,all'estremo confine dell'attuale presso provincia di topografiadei Promessi Sposi,pag. 123 e seg. Milano, 1895).Parlando del confine lecchese il Eipamonti (Hist.Urbis Mediolani, Est in ea regionevallis Sancti Marlib. XXII) scrive: tini qnae dicitar receptaculumfere exulum, quia mediis, € Bergamo verso il Lecchese. (Bindoni,La « « sive extremis « tatem in ter duo praebent. » imperia terris,confinia securi* 240 Banditi I vedova, ad la madre fu Bresciano,dove aver per quale cadde nella e tale a morto perdono di supplica, una tanto tornò, insieme coi e Ippolito,nelle sue forse Dopo nello stato fu non L' la di degli abitanti avo Bernardino, glioni^ Co- della terre Achille da del Valle lungo tempo paterno del i conti e di Trento grassazionie dall'avo medola vero era di tutte omicidi le del commessi. si Colleoni, dei Lodroni e di e avea assolto sioni, rapine,estor- il quale più Achille, delle felici ossa discendente cugini,essere di pena confini;e più tardi coi di rio, giovane feudata- proibito,sotto avea Todio sollevato pazienzae di uscire da certi vescovo se fratelli Ottone quei paesi contro dovuto, coi fratelli dal in delle morte, agli abitanti delle Pievi di Condino Bono neto, ve- estranea medola Stado. suoi due sere es- Lodrone stesso prepotenza, che di esaurita Lodrone. rissa, una rannia quei pessimi proponimenti di ti- Chiese,con aveano ad Udine, il giovane /ideia questo IlV^^ ne e Repubblica, dìsseso dalla esser sul capitano generale Bartolomeo del feliciossa a dallo ragione,accennata la Leno contadino. un ed giovinetto, a dalla di poter ritornare ottenne conte abitare Pralboino a Parma riparatoa si recò bandito parte preso Veneta Bepubblica Golleoni,Achille Bartolomeo con della Ne verso di- che dalla mostrava degli altri pa- 241 CapitoloNoìio renti zio fatto Uberto,avea col del quale avea due i 1554, fecero Lodrone Bagolino in gella,andò scuse intimare a quattro mercanti di mercanti, Vincenzo ammenda intimandoglidi di risposerocol fare intesa pietàperi'innocente modo in malo di conte testa dai morti Ottone V assalto al nel potesse dendo chie- Conti Respinti lotta fu molto parecchidi aspra ciascuna palazzodel gagliardamente Ottone dentro,mentre fra i golino, di Ba- armati condannato. Achille,il quale faceva fuori. La si combatteva e dura e al dero cad- parte: Achille trati enprimi.I Bagolinosi, vincitori, il palazzo,vi fecero prigioniero fratello dei La mati infiamLodrone, i Bagolinosi, sdegno,diedero al di gare pa- proteste mossero Lodrone, e si presentarono ai verso di Lodrone. abominio condotti dai consoli impedire,e diceva dagli abitanti tanto sue senz' altro approntare piazza di sulla loro che parve far le loro,e scudi. Alle mille essendo cosa Gug- che, si paroleingiuriose, la forca qual loro. sero palazzo dei Conti,i quali lo mi- al dello sventurato e di e a Sabbia, di presentarsi Val per certe per di Ottone egli pronunciatecontro aver lice, infe- un questione.Un giorno fratelli Achille in carcere, tosto quali,lo seppellirevivo avuto solo dei quattro Uno dei materni, i Pallavicino,uno e Lodroni,Ippolito, lo terzo portarono a 242 I Banditi della Repubblica Veneta Bagolino,dichiarando finche tutti i in Tirolo senza Bagolinosiche fossero non ostaggio, come stavano tornati Ottenuto lavorare a alle loro case, le terre dei molestati, passando per essere Lodroni. di tenerlo questo, rilasciarono il conte t*) Ippolito, Queste vendette popolari, piombavano più più efficaci dei gastighidella giustizia e lenta ed incerta. Il Governo di veneto, il nobile dir vero, a il male accusare di la lena avea sempre vivamente, intorno minacce curava e a buone nel e del 1507, allora (1) paesani.Le Papaleoni, t. a nella più opportuni ragioni si sostenevano destinate alla fazione delle guasto, che fu Bonghi da Bergamo fanti diretti armi. Le milizie paesane, scorrerie di far ciò che i decreti venivano cattive proibire.Le con mezzi reale,i nuovi a non pene, e, per dirla dei decreti Manzoni, all'apparire comprimere i violenti,questi cercavano continuare ma stuolo uno col loro forza si stancava non porvi rimedio,giacché violento,con bravi,non per pide ra- V, p. II, pag. 4G7 dato di di e Lodrme seg. instituite incarico a tanzio Lat- seimila raccogliere milizie nuove Achille state erano difesero {Nuovo 1893). Arch. stre- neto-, Ve- 244 della I Banditi delle ordinanze Repubblica Veneta e militari, soldatesca finì per essere nelle campagne temuta poco e la meno nel 1575, il Luogotenentedi Ancora rispettata. Udine Lorenzo Bragadin scriveva che alcune di cernide compagnie "^) ma e erano coll'andare del benissimo nate^ discipli- tempo i Luogotenenti i Provveditori furono costretti a confessare che nelle gl'inscritti chiamate,e non il i cernide capitani,ignorantio esercitavano alcuna propriodovere. qual cernide Le razza alle disonesti, né adempivano autorità, cernide pilinelle neppur obbedivano non armi di soldati non e si si addestravano ginare può imma- riuscivano. « Le dal servizio mirifuggenti litare e da^suoi rischi, che bisogna tenerle € continuamente « guardatee rinchiuse, perchè " non fuggano ai loro casolari. » Così,in una relazione del 26 maggio 1717,Giovanni Sagredo, di Udine. I fanti italianie dalmati, luogotenente i cappelletti e glistradiotti a cavallo rade volte escivano dalle città, ov'erano di guarnigione, e mandati alla caccia dei ladri e degli erano se nati. di rado feriti e bastotornavano non assassini, La sbirraglia reclutata dalla peggior era si accordava od era coi malfattori, e feccia, codarda a tal segno, che un bravo faceva fagli) « Antica sono tanto Bel. sulle condizioni della Patria Udine, tip.Zavagna, 1863. del Friuli, Nono (Japitolo peverada, che gire una nel significava gergo di birri. compagnia una 245 Quale potere ed autorità la avesse milizia, meglio faranno manifesto i seguentibrani di i Rettori relazione, che,fin dal 1579, mandavano di " « ai Bergamo Il Castello di dei Capi del Consiglio Urgnano Gio. Domenico conte è Dieci abitato ora Albani,il quale dà : dal ri- € capitoad ogni sorta di gente, che sono poi accade pensiero tiranni di quella terra, ne di mandare a fare esecuzione,perchè mal- € menano € che andandovi « uomini € lo lassarono € € « € € la Corte,come per fare preso, al Contestabile occoi'se fu da quegli esecuzione, legatoet bastonato per morto, et non si tanto che puotè ve- decognizionedi questo fatto come ardisce testificarla glialtri, perchènessuno Contestabite dovette per e lo stesso verità, nir in paura « stello di " cade 4i oltre che 4i aver « stra,temono « tano 4c che (1) di fare la ommettere € Malpaga pensar loro di querela.Nel medesimamente non Caac- esecuzione,perchè Martinengopretendono far fare quei Conti della la giurisdizione Serenità Yo- che si contengliufficiali, dal Podestà di esser castigati piuttosto andarvi. tanto » "*" BoNOMi, Il castello di Cavernago,pag. 409. 246 della I Banditi In tal huomini^ macellari nobili feudatari, la citata relazione li chiama come Veneta provinciadi Bergamo città e la dai sconvolte erano de guisa la Bepubhlica dei Rettori. dal Fino cizia grande inimiillustri famiglie bergamasche 1554,-era fra le due sorta una tivi degliAlbani e dei Brembati. Dopo vari tentadi sanguinosevendette,vi fu chi propose r idea di una del a pace, questa, anche e rappresentante veneto, ch'era Morosini,dovea quel tempo (1563) un celebrarsi ai durante piedidei la celebrazione si e scompiglioin lo precipitanosul in lo feriscono fuori di Vari presenti. conte Achille che cinque o uomini sei un tato trasportutti baleno e scomparvero, dalle mura mati ar- Brembati appena spirò.In fuggirono,saltando mente precisa- e tutti i quellidella famigliaAlbani essi nemente solen- improvvisotafferuglio modo, chiesa a sacri altari. Ma, della Messa airelevazione,un mette missione per intro- della armati, esecutori con città, della strage,dopo pochigiorniarrestati in vari luoghi, condotti Ma a Venezia e veri gliistigatori Domenico, Giovanni prontamente messi di a morte. quel truce delitto i conti Battista e il loro rolamo padre Gi- Albani,allora generaledella Serenissima, se la per cavarono con qualche anno poco, giacchefurono confinati in un' isola deir Adriatico. Da 247 CapitoloNono padre,chiamato quel luogo d'esilio poi il conte a Roma, fu elevato aglionori della con Pio il Ghislieri si era recato I porpora V, contratta fin da quando per l'amicizia i suoi sacra rigoriper tare Bergamo ed eserci- in della conto Inquisizione. si figlidell'Albani,creati principiromani, delle armi,militando professione diedero alla Francia "e in Oriente. altro nobile Un del secolo e fortunatamente con che Boselli,nato fece ne di Santa per di l'acquisto per Giustina crimini e raccolse di Padova. Il conte d'ogni sorta,commessi nello rifugiarsi Stato di ste. Protetto da potè durarla una un e masnada jna finalmente per lui il giorno del meritato abile stratagemma attirato LoCHis, Altra Patrie,almanacco pace ecc., doc. rli Bergamo leazzo, Gasul più perfezionarele numerosa pezzo, vento con- volte Milano,dove però non anche (1) del conto Serenissima,dovette di continuare una ApostoloZeno, territorio della mancò Scipione, padre, perchè tanto lodata da la metà verso conte militò in Francia libreria molto poi del padre degenere onore famosa appaltatordi delitti, vero Galeazzo XVII ^^^ bergamasco, crudele,orgoglioso, un tirannico, fu il conte in per in sue gè- di bravi arrivò Con gastigo. aguato, il conte neUe Notisiie pubblicati glianni 1888 e 1889. 248 I Banditi fu arrestalo Galeazzo condotto e processo, à della a sul Milano. territorio Si formò prontamente il giorno24 dicembre e cremonese 1705,in che in Milano voce i suoi alFestremo corsa fidi avrebbero il liberarlo, ^^^ supplizio. tentativo per Boselli il mezzo grandeapparato di forze,perchèera un un RepubblicaVeneta fatto fu dotto con- grande famigliaMartinengo^^ tolomeo eredi,per ragionedi matrimonio, di Bargamasco, Colleoni,ebbero feudi anche sul Ber- Un della ramo come a Malpaga e Gavernago,e palazzo Alessandro Martinengo a Bergamo. Il conte uffici pubdopo aver tenuti importanti Colleoni, blici, in nel 1630 ritornò nel castello di alternando di però la sua rodomontate e di ventanni in (M della pace "^" stello ca- nengo Il Marti- di facinorose di fieri 1633, in contro colPaltro Scarpizzolosul Bresciano. riempìgli ozt Nel dimora Gavernago, certa delitti, per cui visse più morì. esilio a Caravaggio, ove si pubblicaronoingiurie Brescia, dama. Ne nacquero ripetuti LocHis, Un patriziobergamasco^ecc., nel cit. Ah manacco. (2) I Martinengo sono della originari terra di nengo Marti- il lor domicilio Bergamasco,ma tenevano sempre due grandi palazzi, in Brescia,erigendovi uno presso l'altro in via San Carlino sant'Alessandro (oggi Bàbler), La famigliaMartinengo-Colleoni (oggi sede del R. Liceo). nel 1885. in Gavernago, si estinse col conte Venceslao,morto nel (8) BoNOMi, Il castello di Cavernago, 249 CapitoloNono conflitti fra cavalieri bresciani. Il conte si pose, nengo, bella una venticinqueuomini e di mattina,alla cavallo a dal esci archibugio, suo si diresse alla volta di nago, città,passò a il traverso Martitesta di di armati spada castello di Gaver- Brescia,entrò in della corso Palata,si luogo ove stavano il conte Camillo saglio Martinengo con alquanticompagni e li fé' berfermò nel scarica di una a Gli archibugiate. liti assa- seguìun combattimento sulla pubblicavia. Compiuto questo fatto con il conte Alessandro fuggì straordinaria celerità, ripassandodalla porta San Giovanni,senza che presero le armi e ne ardisse fermarlo alcuno Un'altra recarglimolestia. o volta si recò con ('" suoi bravi alcuni di Gandino, prendendo alloggionella casa Francesco certo Renardi, « nella quale entraa con modo imperiosoet violento alcuni « rono 4i delli sette suoi bravi....per preparare " non « delli habitanti le robe di con il arrivo suo della chiesa e et fece suonare con Per » le casa quelle giare festeg- campane A Gandino archibugiate. parecchigiorni,co7i molto ter- mettendo comspavento di quellipoveri habitanti^ eccessi et detta terra. sparar molte si trattenne rore di conte,ma esso la contraria in con tutto maniera alle (i) BoNOMi, Il castello di imperiosa^ violenta leggi.Queste le parole Cavemago, pag. 377-378. 1 250 Banditi della Repubblica bando, da cui venivano del 1627, il conte tribunali di 16 Martinengo, sarebbe in favore del far testamento quale avrebbe l'amico. vuol poi Galzavecastello uccider proditoriamente tradimento si ^^^ Martinengo, e di come non, zognera solito,men- sulla tomba scolpita seguenteepigrafe, Caravaggio: CINERES COMITIS ALEXANDRI HOC SUB MARTINENGI COLLEONIBUS DE MARMORE CONDLNTL'R QUI REBUS MAXIMUM ADVERSIS IN VIRTUTIS, SPECIMEN ET a Martinengostesso, del la memoria far credere la fatto sfatti mi- indotto stato questo nefando Da purgare si vuol in Troiano Il Calzaveglia, Scarpizzolo. complice dei del il asserivano ospite nel glia,nobile bresciano,suo di il luglio1634, contro fatto assassinare aver pubblicatadai era testimonianze alcune 26 gennaio bravi. ^^^ i suoi Martinengoe il bresciani, Martinengo,che reo il colpiti, terribile sentenza Un'altra Veneta PATIENTIìE POSTERIS SUCCESSORIBUS ANNO yERA /ETATIS LABORIS RELIQUIT QUIETIS SU.E CHRISTIANA (1) BONOMT, Op. cit.,pag. 880. (2) Id., Ibid.,pag. 380. ET LXXII MDCLXXV LOCUM 252 della I Banditi eletto da Carlo san Bepubblica Borromeo a Veneta il Lazzaretto reggere (li San Gregorio in Milano, per fortezza d'animo, il servizio e con per stabilirvi l'ordine e rare, assicula la disciplina rilassata. E il padre Paolo esercitò la dittatura santa la con energia,descritta da parole del Ripamonti : « bocca « fra « stesso « cretasse,minaccioso « lui di « e « serie degli uomini armato, e il ben venne che baldanzeggiavanofra le mi- trascorso il imprese, perdurò tempo delle ardite neir indole spiritoindomito, non un'alterezza le eroiche i fieri tentativi francese, pugne contro sciani bre- le la travagliato avevano di di e dai città riscossa, i cospigli stranieri, ratori un le patriaerano state sguainatedai divennero Porcellaga, troppe volte pronte alle vendette spade,che cordi ri- orgoglio.Ma difesa della Brusato goscio an- cessate: l'orribile saccheggio erano decapitati, nei quali all'amarezza si mescolava sentimento e scompagnato erano primordi del cinquecento, la servitù dei I^e agitazioni e dignitosa. che cittadine, a a bisogno.» dopo uno in sui E truce. lui de- volle,o giudicasseo e in i furti, e reprimerele libidini, castigare glialtri vizi nobili e vivono dei satelliti di i racconti col e sua ste que- i patiboli, le corde,e Paolo,i carnefici, Anche da Ancora « bordinazione su- un dì privatee l'energiadegli 253 Capitolo Nono animi andò Una setta dei di rubatori mata ammazzatori, chia- e in Canonici^teneva uccidendo provincia, la bestiami,abbruciando che agitazionee e biade. Ogni cone bric- grossava fare in- il mal amava e vento spa- uomini,predando case roba voleva zioni. soddisfa- atroci disperdendosiin la turba. "*" (U 1580 mandarono di Brescia I Bettorì qnesto Proclama faori il 26 Canonicos cantra et eoa gio mag- hospi- tantes: Aloyse Zorzi Bettori di et li CI.™» S." Franc.^ Desiderando « Brescia di commissione S. S. CI.» a prendereet et dal Ecc.»»» Senato armati nonici, quali vanno cosi curti et de altre arme, la forma sotto di 20 praticaet diabolica la amazare sicarii,vagabondi et banditi mini alla mente Ser.t^ et alla anttorità datta et sua e conforme distretto, suo cessa con- del presente di scatiare, et segaitare, proposito estirpare in mese la Cap.^ per Longo Podestà et Ser.m* Signoria meritissimi boggidi Cacosi d'archibugi longhi come cavallo centra a a piedi come chiamati Do: del Ser.mp delle Parti setta de hno- cosi per torio questo terri- diando insiinquietando, per li altri,infestando, li habitanti in esso, viandanti et et dannificando come anco forestieri.... " minacciano " 1^ pena di darne " per 2o d^ seguentipene: della vita aiutasse ò " le avesse obbligo, per denunzia obbligo ai e con chi li tre confisca dei beni loro avesse tasse, per chi ricet- ; intelligenza forzatamente alloggiati, giornidopo ; Comuni et prendere seguitare, di amazare « dare campana a martello cadauno di detta setta;« 254 I Baìiditi E gr incendi,le da miseranda, era divisioni privatie le vie e domestiche Nel 1558, famiglieprincipali. tro ScipioneMartinengo veniva spento da un aldel quale era Girolamo, Martinengo,il nome un e Veneta saccheggiamenti, spesse ; odi violenze tra le ire ferveano coi percosse, le morti afflitta da era funestate Repubblica la campagna mentre la città della madre la misera figlifinire due da uno dell'estinto Paolo Scipionevide la vita di morte Nassino, tri al- sanguinosa: V altro da Carlo Ave- roldi. Nello stesso Chiara i e ^^^ Fisogni. banditi,nel 1575, due le vecchie ma Dei Fisogni si carte non esiste obbligopei Capì delle ordinanze 4/* Villa niele, Da- e alla accennano Solo niva avve- trovano fratelli: Silvestro duplice bando. del « Martinengo di Enea il conte fra un' altra fiera rissa anno, una gione ra- sup- dì aiutare ì Comuni. » fu trasmesso Il Proclama Bergamo di e anche Crema, ai Podestà ai Kettori dì Verona, di di Chiari,dì Asola Lonato, al Capitano della Valcamonica, ai Vicari e di vaio, di Ro- Pontevico, Calvisano,Manerbio, Gottolengo,Ghedi, Gavardo, Iseo, Gambara, Montechiaro, Castrezzago, Quìnzano, Pom piano,e di Stato in e. al Provveditore Brescia,Canc.^ degliOrzi Pretoria Nuovi Reg. Ducali, (Arch. num. 8, 123). (I) Arch. Ducali, num. di Stato 3, e. in 22. Brescia,Canc*"^ Pretoìidy Reg. CapitoloNono plicain cui i due donati, rievocando 255 fratelli chiedono la memoria del loro Fisogni,di felice memoria^ Orazio combattuto^patito e di nobiltà speso. col (^) cugino vano quale ave- Orazio gni, Fiso- siderio antica,di alto valore,nel de- di fama di d'esser per-^ taglia bat- capitanava nella gloriosa, Lepanto la Santa Eufemia^ galerache portava le genti bresciane,le quali combatte quella memorabil in reno bile mira- giornatacon ^^J coraggioe pertinacia. della violenza,della vendetta, spettacolo Lo dell'omicidio Brescia continuo. era tutta era commossa fatto audacissimo. Una stata accolta nella suoi Brunelli, Lucrezio e (1) Arch. Ducali, num. (2) In una casa e. della sua valore verso I due Brescia, CancM in orfana, e peo Pom- fratelliNicolò Pretoria, Bey. 142. del Senato del 9 Gennaio lettera di Sebastiano una la molta di Geronimo zii materni. deliberazione inimica, nel fede un Gàmbara, cognatidi Teodora, Stato 7, Fisogno giorno spaventata per nobile fanciulla sopracamito et con il stato gran nostro, (Ardi, di Stato,Senato contro dimostratione si adoprò Mar, v. da il per 2". Hora- spezialmente felicissima vittoria havuta quale havuto presente guerra bressano 1571 Yenier, la quale che egliha sotisffattione servitio prestato nella buon tio di ad è accennato computa e gennaio 1569, ricchissima, Maggi,d'anni quattordici, Teodora era Il 22 nel V armata della molta grandissimo 40, pag. 148). con \, 256 I Banditi vedendo mal della Bepubblica Veneta volentieri la fanciulla sotto la tutela si accompagnarono Brunelli, e insieme a forte mano Averoldi, dei a due degli di bravi presentaronominacciosi alla casa Brunelli. Qui,fatto chiamare Pompeo Brunello,richiesero si fosse loro consegnata Teodora,e avutone le trassero spade ed invocando aiuto,correva a chiudersi stanza. I ribaldi allora sfondarono cacciato casa, gettandoalte strida la fanciulla atterritae mentre in entrarono fiuto, ri- un nella le sua porle, e giù di una naturale conciato un scala,e malamente figlio di Pompeo, che tentava la difesa, penetrarono nelle stanze di Teodora,la afferrarono, e, per la misero in quanto si divincolasse e stridesse, una Pompeo carrozza e Brunelli rotoloni la condussero del Cremonese. in loro un stello ca- ^' . Il 22 gennaio 1584 avveniva meno clamoroso,ma non Lucia Fisogni, ricchissima di padre era rapitada un La madre sconsolatissima et lì altro un meno mento rapi- rato. scelle- fana orfanciulla, Isidoro Olmo. parenti di famiglia nobilissima et delle principali^ domandavano al doge qualche consolatione (1) Arch. Ducali^ num. di Stato in 6, e. 5^. di così Brescia,Cane* grande in- Preforiay Beg, CapitoloNono fu giuria.L'Olmo 257 al bando messo con tagliadi lire mille. (^) fra tutte,la Clamorosa di Martinengo,uomo dai Francesi e il di di Giorgio grande animo, mato chia- assalito superbo italiano^ morto, nel 1546,al Foro mano tragicafine sgherricondotti dei da da una' Mercanti, Luigi Avogadro. di Giorgio,che si Martinengo,figlio alla Corte di Francia,ritornato rapidamente in patria, vendicò nel sangue degliAvo- Sciarra trovava gadrila del padre. Questi fieri contrasti, queste morte popoloil concetto nel accrescevano atroci uccisioni della potenza coraggiodei loro autori. "2) Brescia, pervenuta alla Repubblicaveneta nella guerra viscontea del 1426,era governata da un biati podestàe da un capitano, patriziveneti scame del ogni sedici mesi. Nel ConsiglioCivile sedevano i cittadini nobili, ^^) dai qualisi traevano i podestà, i capitani, e i vicari dei Le in cui si divideva la prodistretti, vincia. benché soggettealla terre feudali, da famiglie noci) signoreggiate Repubblica,erano Arcli. di Ducali, num. Stato 9, e. |7. — esempio la Mof^MTi, Brescia, Cancro Pretoria,Beg, 138 t. «2) Odoeici, Storie (3) Per in bresc, IX, 191, 199. Valcamonica / Bandi$if ecc, era un CapitaneatOf 258 I bili,che facendo Banditi della Bepubblica valere alcune d'Italia antichi dominatori esenzioni della e reclamavano e pubblica, Re- stessa le ottenute privilegidi dazi, di prediali,di e tasse, di largizioni degli indipendenti dal reggimento si ritenevano della città Veneta transiti, ^^^ In balzelli,di taglie,di queste contese, i Gàmbara, i Federici,gli Avo- gadri,i Martinengo,gliEmilii,i Soardi,gli Averevano roldi,i Provaglio,i Foresti,i Fenaroli,ricor- veneto, il quale giuocava di al Senato frasi ambigue, di mezzi troncavano le non ma del falsa tutlo Houssaye la il Daru e termini, che differivano, ^^^ questioni. pittura che fanno tumultuosa massima di subiti e di Stato,usava ricorrendo ai risoluti Già non è de la reggimento popolo d'indole la Repubblica, per fatti, una gènza, particolareindul- più presto che (^) partiti. fin dal 1454 il omicidio, che (1) Odorici, Storie (2) Ibidem. Ibidem, IX, 155. vico podestà di Brescia,Lododecreto pubblicatoun Repubblica, col quale (3) il alle blandizie Foscarini,avea per Amelot del veneto Brescia, dove, essendo in E forse si liberavano avessero quei banditi ottenuto bresc, IX, 152 e della seg. il perdono 260 I Banditi della Bepuhblica dopo quela di delitti, poi ogni mettevano fracasso gran le,questioni tenevano e un Veneta di minacce, lungo tempo spese so- catoio, nel dimenti- cosa giacche la stessa forza legale finiva col di i privilegi riconoscere le impunità,gli asili, classi. Non alcune il diritto armi lo d'asilo, Repubblica veneta il della una Difatti, suoi sbirri del Residente casa tina, mat- 0 parecchi sbirri cui uccisi. E il presidenteArese conforme al jus delle Vi momenti furono la nella città il cui più Vivendo volendo e trovò ciò Brescia,in cui la giustizia, la difficoltàdei governo tempi perduto ogni furono e adunque ottocento i Bresciani da ammazzate provincia,infette nella di duemila la rimasero tempo del podestàGiovanni al Lezzo,sotto della in perversità degliuomini, avea potere, come ricar sca- genti.^^) potendo vincere non era veneto, quale,per punire tanto ardimento,fece feriti e stesso Residente Milano? a alla da fucilate, e colle bargellodi Milano, co' passato dinanzi il affermato forse avea da persone. fra tanti diti, ban^^" mali, Repubblica provvederealla quiete provinciae Cantù, Com. al proprioonore, stor., pag. (2) Bianchi, Diario furono 36. (1600-1743),voi. I,pag. Qaerinianain Brescia, Cod. num. ti) man- 48). 15. (Bibl. CapitoloNono dati due là Inquisitoriin Terraferma,V Taltro al di qua e 261 Leonardo del Mincio. Mocenigo.Savio nel Brescia andò A risolvere le cose, neireseguirle presto e animoso, tutto della contro giustizia tempo, ai quietar molti mali assai felice stato la acquistòcosì sembrare Dio un cronista gran ridurre e decretò in suo onore Fra la qual e fuori,da cosa del l'espressione i bresciani vare conser- memoria, si onorata iscrizione da collocarsi una i banditi del secolo nobili bresciani Schilini due La del 16 sera per uno del suo si trovano Occanoni Maggi, un un recchi pa- gennaio 1625,il Ottavio conte da' suoi bravi,si metteva, in aguato sulla porta spietato capriccio, palazzoe sparava parecchiearchibugiate alcuni contro la per Il Provveditor Nel sarà : XVII (1601-1604). giustiziati Calini,accompagnato « e Broletto, (i) nel e città secondo Mocenigo lunga e ordine in buon in nome Bianchi. E volendo del in breve colla forza e provincia.Per — in favore colpevoli, seppe l'astuzia,coU'audacia con al di uno via, ferendone Generale margine anche che giustizia, ufficiali di del cit. Diario questa 8i canceìlo/ronoanche stata » ci) Repubblicacon- del cancellata le altre, mortalmente. uno della vano passa- Bianchi Vanno 1692 si legge: quando 262 della I Banditi dannava il Galini Il 12 di aver taglie^svaligiaticorrieri, Ricevuta lettera,che una fé' gettare nel insolente, brutale fiume malvagità fece ospitein sua bravi alla jBne decreto si tentò un te, pre- di starlo. arre- stava ne se Monticello,che fu nel castello di dell' li tieri^ carret- gli parve assassinare Invano casa. ordine demolito,per Francesco dei Rettori, bandito aprile1640,era Avogadro, perchè disgustato^ — la sentenza — sassini, as- Oglio il messo: ei Dispettandola giustizia, co' suoi di Provaglio,reo delle mandre^ spogliatiaffittuali messo Con petuo per- "^) Nicolò aver ecc. per al bando divano agosto 1634, i Rettori di Brescia banil conte di Veneta i suoi bravi e dominio. dal Bepuhblica di alcune persone, così ordinato avea di ucciderle. Tomaso 17 e Paolo fratelli Capriolifurono, il agosto 1682,banditi dal Consigliodei Dieci, privi del (1) Arch. carattere di Stato e in titolo di conti Brescia. Canc.« e nobili, per Pretoria, Reg. In margine si legge qnesta 17, e. 17 t. Ducali, num. 1627. Da manannotazione : " A di 24 Genaro posteriore dato delPni.nao Sig.Podestà, et per esecutione di lettere « ducali del di 12 instante è stato depenato il nome et « — « cognome « è stata « del contrascritto pubblicatala sua publica,servatis servandis. S.r Conte Ottavio, et liberatione " sotto a la di d.** Loggia 263 CapitoloNono colpe gravissime lugliodello 28 prima, il bando celebre Ma enormi. et stesso altri nobili bresciani contro un anno 1682,un pione veneti,qualiSci- e rini,Cristoforo Valier,Marcantonio osceni quello nei da a di accusati di Loredano,ecc., È Caterina. Santa noto dali scan- anche come si fosse di Venezia monasteri sani, Pi- Brescia,specie in di monasteri nei Gàmbara, Bon, Andrea Papafava,Alessandro Domenico Qui- Avogadro,Francesco Maggi, Camillo Costanzo mese pubblicatodai Dieci, stato era circa manifestata e come, lungo tempo profonda la corruttela, quelliche nasteriis monialium il dato ultimi Ducatus tempi della in si fosse conventi molti piacevoliluoghi di liete consuetudini mo^ Negli m^oneghini. o Repubblica trasformati e Venetiarum, di monachini nome s'erano fornicationesin commettevano mondane. Yi ganti ele- si tenevano trali, teaconcerti,spettacoli conversazioni, in festini, Nei cui si annodavano conventi bresciani liberamente chiavi quando meglio loro lungo di tali scandali € regge il (1) monache e uscivano ne conclude di recarvi "*) Odobici,Stor. bresc, IX, 286 : « Non solo dei un e seg- di coWuso ma piaceva.L^Odorici a cuore ducevano si intro- pure non persone, alcune contraffatte amorosi. intrighi parla mi man- 264 € dati € sero € cenza « e « non € vi si leggono mai i mettersi in secolo del 30 l'animo minacciate non dal governo principalicolpevolipoterono salvo. XVIII troviamo che senza Le pene ma terribili, sera quellanuda con parola dei processidel tempo, che ripugni.» banditi è narrato secolo un cinica Nel Bepubhlica Veneta speditiai colpevoli perchè si presentasai tribunali, dove quanto può la lie di erano La della I Banditi una i bandi continuano donna di nobile i tra e famiglia. agosto 1772,la famigliaEmilii, composta della madre, del figliodon Lodovico, canonico,e di due cenando, quando e delle una sorelle sorto figliee un nubili,se alterco tra la madre avendo s'ebbe figliale rispetto, stava ne questa fratello dal al mancato canonico, schiaffo. rimproveri acerbi,uno ferma Daria, d'indole strana, d'infigliuola insieme con L'altra salute,prese le partidella sorella si ritirò l'oltraggio stanza,meditando vendetta nella atroce tanto mente r calmarsi erano visitata aveano e ad a una modi cortesi colla rappacificarsi sua mestica do- care. di farla cari- giuntia casa Emilii la Daria,abbattuta e con sua perturbatauna ordinandole pistola, Intanto amici,che irata nella propriand ap- quanto insensata. Il giorno appresso consegnò di nascosto una e taluni citante, febbri- a consigliata madre e;Col 265 CapitoloN"mo da uomo fratello, E i Anche al di pace giovane donna in entrata bandita sotto essendo stata stiti supplicavano che di sana mente, la in un letto a rità. ca- lato, ma- esser senza moriva. pochi momenti agli intimi suoi,pensò anni e di buon accettasse trovavasi duta ve- il subito di fuggir da di morte, pena presa, i Daria, il delitto confessando indifferenza feroce sei bontà stanza, scaricò la pistolacontro che fratello, Fu per portava l'ambasciata amico un canonico,che nella con Daria consigliparve grado,ma la tutti stimato scia. Bre- dopo ma parentisuper alla fratricida mai non fosse risparmiat affattoistupidita, ora di vita,e seppellita, per effetto zia, gra- perpetuo. E la preghierafu carcere esaudita. ^^^ I severi a stavano provvedimenti del governo non bavendicare le ingiurie, tinuavano e i potenticona settembre comandare 1712, Martinengo,per (1) Bando del e q. daUa aUa cod. nam. delVEcc. Emili due. PineUi. famigliaEmilii Bibl. 80). Cons. dei X nobile e daUa di Le 27 Alessandro Giovanni bastonato aver Stamperia 1773. leggi.Così,il bandito si trova sentenza Emilio alle Bat- contro Brescia, 28 ria Danaro Gen- scritte suppliche mano- stessa Daria tengono appar- Queriniana di Brescia [F(mdo DucoSf / Banditi 266 tista Bepubblica Veneta Lucchini,maggiore della riducendolo I della fiatodi morte^ a prepotenti,che se fra le alla il limite non ecc. della loro turrite delle loro mura atte gloriecastellane, ad vissuto in sui ròcca suo coraggio, certo un tradizioni punto di fiere l'ardimento. accrescere come Era, pei feudatari, il ricordo di Valerio volontà,e, oltre il paladinesco,certe vano mette- dimore,disprezzavano ricchezze,il casato, anche d'onore Brescia, protervianon ogni dovere,aveano, le Piazza di orgogliodi un casta Paitone,il forte castellano, primordi del cinquecento.Nella di Monticelo,presso Nave, fiorì di cresciuta nelle scorrerie potenza e di ricchezza, Dissuadendo procellose. briga con anche dai rude più lui,divenne attratti rivali, Anima seppe i complessa temuto dal da audaci rispettato e bagliordella tuna. for- dotata, riccamente e tar accat- alla aggiungere la cortesia, alla soperchieriala l'astuzia, alla fierezza schiettezza la generosità, destrezza il valor e al culto delle arti dilettose di cavalleresche avventure belle parevano temperare imperiosoc'era nella sua e e delle armi L' gentili. l'amore quel natura: che istinto delle cose di crudo e fra le violenze e di virtù. generosità Calmo quando ogni cosa gli andava a grado, che a qicello opposizioni, impetuoso'se trovava sapea mescolare atti di di assassino pugnale i dal castellani delitti, in forse se i gloria con tristi tempi rinomanza d' ingegno, in se le se le si fossero e rata ono- doti a essere seguenti, di di avessero non vòlte fra fama o nei taluno luogo buone potente. pre- bero sareb- potuto onesti circostanze le sformò tra- gagliarde lasciar dato atti si e generazioni avessero con malvage energie dalle l'eroe del- dissoluto avrebbe nome tipi ardito lavoro, potuto qualche guirono se- condizioni, altre nel avrebbe nobili ricordato in gagliarde state ; età, lerio. Va- Paitone così nature di oscuro, rurale quelle altra Valerio profilo signorotto Forse rivale feudatario il degenerato; nel di da compro Serissimo figura gagliarda -Alla quei traditore, un Martinengo, Bartolomeo Veneta Bepuhhlica della Banditi I 268 starsi acquimano o vertito con- deiranimo, miglior segno. Decimo Capitolo di Salò I banditi della Eiviera e i buli. secolo Nel Le — e bresciana,una Salve chiamava l'Ariosto mia cara amato Ch^a te a sol madre e Non farne tigri,non Nascono L' acerba Pieni lioni venenose palese; pia nutrice gravi offese. e serpenti non a Tuman a dar greggie e si veggon d'erbe per gentilie Spargendograziosie di buono largo dono. e morte, allor che mansuete Scherzar te cortese in te, nemici erbe Non Ma a Fenice, e agli altri mille Spogliandolidi quanto avean fatio Per idillio: ricco paese l' alto valor chiaro Natura un seme : possenti non si teme ; lieti armenti li campi insieme, vaghi fiori cari odori* a regione felice tu guisa di leggiadraalma Mostri tessa poe- si grata sembra dal Ciel Lechi. la coro^ faceva, della patria, e I feudatari — Galliano Gàmbara, pitturache Tanto Ha Veronica Aonio al santo del conte avventure XVI, gentile che Febo della Valcamonica. e I Banditi 270 della producevagli abitatori e simili a di Salò in dilettosi.La rivier.a specchiodel e i coUicelli Benaco viti a di masnadieri Veneta sorriso di natura, la terra fra tanto Ma Repubblica e il di banditi e molli lieti, se, fra ispecie, il nitido dei cedri profumo era ulivi, e non nido fecondo un d'ogni sorta,d' alto lignaggioe plebei. Si Carlo san la narra che la parola il Borromeo, ardente di carità di quale, nel 1580 Riviera,abbia potuto determinare passato e Chierico, di Bertazzolo a visa un'improv- fatto dimenticare redenzione,abbia da banditi,terrore una pagnia com- della contrada. Sembra san però che, in fatto di conversioni, avesse la mano Federigo,giaccheil continuare dal santo aggiravanel incutendo conte a capo da tale paura, sei anni de' suoi quest^annoappunto Sforza Pallavicino,chiamato sì trova a arbitro in di Salò una si scherani, impedire al di attraversar quel paese. pontificio Il palazzo,che fu eretto,nel 1578 (1) In cugino suo vita,inspiratigli mutar cardinale,dopo Trentino Carlo Avogadro, invece propositidi nei di felice meno ribile ter- un così detto Salò,al Avogadro,capi di al conte visitò Nunzio ^^" a Bar- il marchese questionesorta Fontana, comandante della compagnia della Riviera nella guerra contro il Turco, e tra la Comunità Antonio di Salò Mazzoleni e Cornelio vessilliferodella stessa compagnia.Vo- CapitoloDecimo barano Salò dal marchese supremo delle presso duce 271 Terraferma,divenne Sforza milizie di luogo un di sanguinosi Sisto,riparòPaolo Giordano Bracciano,il quale, dopo aver Orsini papa nel castello di Cerreto la figliadi venete Qui, per fuggirealla vendetta di avvenimenti. di vicino, Palla- strangolata prima moglie Isabella, I de' Cosimo duca in Medici, uccise un Peretti, nipote di Sisto V e Vittoria Accoramboni, bellissima aguato Francesco della marito divenne che valsero luoghi,non il r aver il vivido Ma Barbarano. del corpo dell'Orsini poi sposa quale poco e seguì a dei la bellezza dell'animo Paolo dano, Gior- dopo morì, lasciando tutto con all'Accoramboni, suo lo risg.naredagli acciacchi a dai rimorsi e aere e Virginio, natoglida figliuolo del pregiudizio Isabella. Riarse per di sdegno degli Orsini,e Lodovico,fratello a defunto,corse Salò,circondò il palazzo non Barbarano, ma potè impadronirsi di leva avere ciò lo del di essi Tonore ognuno e il diritto di custodir lo dai valorosi Rivieraschi stendardo, spiegato a Lepanto,e bitro, l'ar- ch'era stato nella guerra di giàcapitanogeneraledelle armi veneziane insegna fosse Cipro,decise che la gloriosa consegnata alla Comunità. in Salò per palazzoin soprav vegliarealla Barbarano. Lepanto,pag. 23. Il marchese Pallavicino Fossati, La Biviera Salò,1890. del costruzione e la abitava grandioso di battaglia 272 I Banditi della Bepuhhlica Veneta si ritirò la quale fuggì a Padova, ove Vittoria, nel gli palazzoCavalli agli Eremitani,pentitade- errori trascorsi anche Ma qui la pensierorivolto col e perseguitavaTedio Orsini,il quale in dicembre il 23 del era — fé'circondare — alcuni i quali sicari, finestra penetrarono nelle una di Lodovico notte oscura 1585 da palazzo Cavalli un' Dio. a il per della Ac- stanze Flaminio, fratello di lei,fé' per porsi opebbe agliassalitori, ma, gravemente ferito, coramboni. tempo di trascinarsi presso il letto della appena che sorella, genuflessadinnanzi si trovava crocifisso. I sicari,dopo aver di raccomandarsi le vesti di dosso. Vittoria che nudata vestita nel l'ebbero,le Le cuore. Gesù,perdona supplicavache quei feroci, così,ma piantaronoun parole della ultime ai Flaminio, le strappavano l'anima,mentre la lasciassero morir un donna, intimandole sulla povera si avventarono finito a miei pugnale vittima Non nemici. rono: fuavea compiuto ventiquattroanni. Dopo cinque giorni,il Venezia scriveva « tina per « a « corda € dovico 4i stette ore 16 a Firenze ordine di qua nel castello di seta Residente color così: « in Ieri mat- (Venezia)fu strozzato di con Padova una vermiglio,il signor Lo- Orsini. Il cadavere espostotutto toscano il di esso giornonella signore chiesa di Capitolo Decimo 273 " nella chiesa e quindifu sepolto Sant'Agostino, di Santa Maria dell' Orso,ove riposanole ossa « del 4c dell'avo padre e suo. » '^^ furono torturatie I sicaridi Lodovico impiccati. chesi palazzoa Barbarano,presso Salò,dai marPallavicini passò in proprietà del conte Camillo MartinengoCesaresco da Brescia, lento viointorno al nome del quale sorsero signorotto, II Gran e di Duca favolose e paurose leggende.Amato dal Toscana, che lo caricò di onori fu invece bandito, gli affidò missioni importanti, si sa neta non perchè,dalla RepubblicaVee 1690. (^i nel morì L'edificio maestoso, che si e sorge fra dal popolo,nel el palazz del dialetto, suo Camill. ^'^ coni (1) Arch. filza 3085. (2) Così ms. specchianel lago è ancora mato chiagiardinibellissimi, di Firenze,Corrisp. da Venezia, Cit. dal Geottanelli, Alfonso Ficcolomini, ecc. dei MartinengoCesaresco, si leggenegliAnnali il conte Francesco Martinengo. di Stato presso (^) I cronisti bresciani può era Pallavicino L'esame CamiUo. in cni TÌ8se il conte carte conoscono non con esattezza Tetà di alcune vecchie barano questenotizie. Nel 1640, il palazzodi BarAlessandro di proprietàdel marchese ancora dare da Parma. Nel 1651, in marzo, il cornane prestòal conte Camillo Martinengo certi arazzi il palazzodi Barbarano. Nel 1687, il conte adomare Salò intervenne e i di cappuccini 18. — HoLMXKTi, ad una transazione fra Barbarano. / Banditi Nel ,ecc. di per millo Ca- di Salò l'arciprete il conte 1691, 25 aprile, della I Banditi 274 La Riviera Benacense a era punizione dei malfattori più sicure In sui la vita primi valevano rendere a degli abitanti. ^^" XV, ragionidi del secolo anni sassini, as- frequentein Salò le sostanze e di da bande corsa le forche alzate di ne Veneta Bepubhlica in Salò Francesco Ro- della cittadino milanese,capo stipite vellio, glia, fami- conducevano commercio segnalò più tardi che si è ricordato Fra i Rovellio 1677. Le il 17 novembre nato dal Rovellio sciano. brepatriziato nel Cesare usate sopraffazioni masero ridipendentidell'Arzaga ai suoi strade quest'uomo crudele ardivano appena se da travagliate i viandanti superbo,che e per andare ai muoversi mercati, destà passare presso il castello di lui. Il Po- doveano Salò,desiderando di così erano dei memoria lungamente impresse nella paesivicini. Le Luigi, provvederealla quiete ' del paese, chiesto ottenuto e Antonio Martinengo,nipote ed domandò al Provveditore l'ordine del conte erede di Salò che ord'arresto, Camillo gli venisse prestata cuginiCarlo, Lodovico e Marco Martinengo Cesaresco, i quali pretendevanoaUa i assistenza contro del conte nel palazzodi corso Camillo. Camillo,che Salò. Si dal 1651 Egli d'estimo era al nato del 2 avuto aveva il suo Antonio sione succes- domicilio può dunque affermare,che nel riodo pe- 1690, si svolsero i fatti del conte nel 1612 maggio : lo attesta una sua lizza po- 1632, nella quale si dà venti anni. (1) Bettoni, St. della Riviera II, 233. di Salò. Brescia, 1888, 276 1 Banditi deli Bepubhliea Veneta condiscendenze. or si piegava a colpevoli repressioni, queste ultime Di in della fatto avvenuto un tale di nel trovo maggio esempio un del 1566. Battia un Paolo,figliuolo da stino fornaio di Salò,fu una notte svegliato alcuni giovinastri, che lo invitarono a scendere Un per andare Paolo casa nome in barca fu assalito ma fretta, appena che da quei tristi, spuntonateet « che « ostante « cava, che per « tanto « essendo « timo « spiritum,uno « dolo sentito dir le suddette « in lo lassorno che di terra come de Dio ferite, morto, detto infelice cridando amor li domo « altre crudelissime tante « uscito di si vestì in « « di Desenzano. al mercato non li suppli- li concedessero et tempo che si potesseconfessare; cridando partiti in spirar: manus nell'ul- il meschino tuas.Domine^commendo di essi ritornò indietro havenet parole, di nouo cinquecrudelissime ferite sopra la testa con lai crudeltà, che tutte le cervella è gliuscì.» Questa deposizione raccapricciante lo ferì de padredell'ucciso,in una supplicadiretta al doge di Venezia. Battistino continua : « Ma quello. che PrincipeSer.™®, fatta da Battistino, il povero « anche « mi « matina « « appresso della Morte de detto mio tormenta et crucia,si è che fig.^® essendo la quelli, che commisero tale assassinamento, et che si attrouò nel proprio fatto il Mag.^°Gap.®di sequente ritenuto un servitor di 277 CapitoloDecimo « Salò,da poi « che « malo « che indicii, « in babbi tolto il chiamati auanti constituto, suo li altri il Processo, et fatto che espurgasse è tra detto con for- et imputati, retento,V ha nelli messo « et lo luogo,che ogni uno glipuò parlar, la forma et da lui intender può instruire, « delli soi « padre me non constituti, sii doluto, et « dal che mi « che « che che è nasciuta ostante che ciò mi a io pouero sia opposto suspicione, più possa la potenza di detti Malfattori, la giustizia. Il padre implora quindi » il processo certa una compilatonon dal Capitano di Salò,ma dagliAvogadoridi Comune. E pare^ fossero vani sospetti, non perchèil Senato,dopo uditi i Rettori di Brescia, ordina che sia commessa la al Podestà di cosa alcuni anni fece immortale Così,in Adriano di Cancelleria Q. nome veneziano. feroci. giorno di lugliodel 1580, un si presentava alla Cavallari, pittore, un del Clarissimo Provvedi tor di Salò involto sotto il braccio. (1) Antichi voi. il Veniero,il quale,dopo a Lepanto di glorisplendere ria colpevoledebolezza i magistrati, paro, a guisadi risempre, facevano seguire, maniere un era atti di incerti con Verona, ^^J eh' quel Sebastiano allora Ad sia e. Arch. veronesi. Arch. 80, 81. ApertoV del involto Comune, Ducali, / Banditi 278 della si trovò la testa di Il uomo un bandito Cavallari, un' del nel aveva Provveditore, La testa busto 1578, da Arco, bandito omicidio di Bertoldo di zato, ammaz- foro Trento,Cristo- di Maderno. spiccata dal stata di Salò. presentarlaalla Cancelleria potè liberamente aver pur esso, per nella chiesa era rato spa- il vicecancelliere di Riva un per Adriano aver per poi aggreditoe nella campagna commesso sanguinante. ancor archibugiatacontro Bertoldo Veneta Eepubblica e sicuramente star^ habitar^praticar nel territorio della Repubblica, mondo ogni colpa."^) da ormai (1) Questo decreto trebbe, la ferocia del costume € Liberatio Ser Adriani perpetuo de " Noi Frane.® interveniente tutte terre de haver del Salodio ab eius bauDO Podestà et Piero Eettori di Brescia et del q. M. per Foscari destretto, suo Tinstantia tata presen- di Cavalari Dionisio de Adriano nome per la pittore,suo di tello, fra- detto Adriano espone che ritrovandosi fratello bandito per il Clar.mo Eegimento di Salò,de la per suo de pictoris Longo Ser Antonio per Salò : l'Ecc'aa Corte di noi Podestà con si pa- non terris et locis etc. Ser.n»a Sig.ria di Venetia intesa meglio rappresenta,come et luoghi del sbarato Clar.mo contra qual lui un Ser.mo Dominio archebaso Proveditor,come publicatasotto liberar in virtù delle et Zonta de' 22 zugno 1573 contra nella dì 30 il Vice Kancellier sententia bannitoria luglio1578 partideirill.mo et 13 marzo imputation per ; et dosi volen- Cons.** di X.ci 1579, ha seguitato ChristophoroBertoldo da Archo publico da esso Cl.^o Eegimento di Salò de siccario tutte dito et banterre et 279 CapitoloDecimo Infuriava brigantaggio. ciassette Zuane Zenone di Tremosine,che per didi delitti e anni riempì la contrada Un di il l'audacia sgomento, ebbe fucilata una bresciano solo osò laogi per ha ver, homicidio fu ucciso assassino come pensato con neUa come il terribile arrestare 1580 ; et ritrovato 1617, nel in chiesa di Maderno, sotto pablicata Christophoroalli 30 esso Salò. bandito,che sententia bannitoria saa il mandatario, commesso et archebaso con messa, Ganassoni,podestàdi sette anni dopo la chiesa,durante in Bernardino Nessuno uccidere di 21 et zo mar- di gno giti- de Elva de Trento, pross.^passato nella campagna loco non di più distante dalli confini del Ser.mo Dominio Yenetia de cinque miglia,ramazzò la testa dal spicandoli busto, et presentandola nella veditor di Salò, dove credeva poter dal detto formato bando, et Salò sopra a et ad suo Pro- conseguirla liberatione quella; visto la interfettione noi mandato a in come del Cl.^o Cancelleria il processo phoro detto Christo- del in esecution de lettere nostre date instantia del detto Antonio et fratello del interveniente p.toAdriano; aspettandoa Noi questo carico,secondo la della lezze deirill.mo Cons.° di Xci et Zonta, disposition de ultimo agosto prossimopassato;vista un^altra instantia fatta per d.*^Antonio di sopra nella quale come per nome dimanda suo che à.^ Adriano bando,stante bandito fratello sia liberato dal la p.tainterfettione di di come suo sopra; Christophoro, esso visto il bando d.^ p.to de Adriano de' 30 21 de' luglio1578 et quello di esso q. Christophoro destà tolte per il Pomarzo 1580; viste le giustificationi de Riva del de detto Trento circa la et Christophoro, recognitionedel come in davere ca- quelle;vista 280 I La Banditi Valle della Eepuhblica Camonica più tranquilla. era non Veneta fu Famigerato per bassezza e scelleraggine Giorgio Vicario,nato in Pisogne nel 1695. Dopo esser stato bandito,per aver ammazzato in rissa una una un schiera grossa tori, ladri,buli,birri,diser- di contrabbandieri, e, giudicie tenendo continuò giudizi, a i niente per vivere nella terra uccidendo, bastonando, intromettendosi natia nelle i di nemico, si fece capo suo liti dal facendo giudicarle quistioni, suo da Gap."Leonello Brugnola stipendiato M.tà Cattolica, in quella;viste le leggi del tenor come prelibatoIll.mo Cons.** di X.ci ; et finalmente viste et la fede del strenuo Sua del considerate tutte le altre et considerate ; invocato per vemo il di nome nostra pronuntia et liberemo d.^ Adriano questa meritano che cose Christo,dal qual etc. detta con vedute esser ecc."»a interfettore Corte del p t» assolChri- stophoroBertoldo dal p.to suo bando de' 30 luglio1578 et eh' el conseguiscaet conseguirdebba la tagliacontenuta nel bando del d.o Christophoroordinando che siano scritte lettere al CLmo Proveditor di Salò che voglia farlo cassare et depenar detto bando da ogni libro, raspa, filza et membrana dove si trova scritto,talmente che per l'ave- nire, quellononostante, d.** Adriano possi liberamente et sicuramente andar, star,habitar et praticarin Salò et in tutti li altri luogia lui bando prohibiti e come per esso faceva et poteva far innanzi liberatione che fosse bandito,et che la publicar(sic)nelli lochi soliti a intelUgentia d'ogn'unoetc. Pubbl. in Brescia il 31 gennaio 1581. (Archiviodi Stato di Brescia,Cane.» Pretoria Beg. di Ihusua cali, num. 8 a car. 168 t.) 281 CapitoloDecimo roba archibugio,appropriandosila imboscate mandando e sulle sguinzagliati molti impegni infame il conte Lelio Martinengo,da di e comunanza con s'accordò bandito un GiuseppeTocchi,costrinse firmare debitore di grossa il il premeva atroce NeU'Àrcli. di un soccorso con nel stello ca- brigantiche in del certo taglio, suo dì il un sozio suo si dichiarava gli ebbe ritirato appena turpe slealtà consegnò la necessità vendetta, si della di Venezia al Il Tocchi,cui Brescia, potè,colla di Stato a promessa esiste di 8apj[^lica Giuseppe Faastini,abitante in Pisogne,cLe implora dal Doge. 11 Faastini, dopo esser stato dissipato acerbe Bartolomeo tutti da bastonate altri cariOfcon lontano a di Vicario,stretto Tocchi,quale bandito. fece condurre 1 dimora Non somma. denaro,con Comune Bargnani, coi cui con lettera, una i tra Marcantonio sua nei dintorni. Il scorazzavano nei Barco, il quale, bandito stabilita la Malonno, birri, richiedevano Bartolommeo patriziobresciano,e omicidio i bricconi,anche altri come grandidella città, per malconci tracce. ^^) sue Le azioni di simile loro tendendo altrui, dalla persona compagni cioè Geir.^^ Bardella.,Carlo detta terra dalla del di e ana Sig, Giorgio Vidi lui et fratello, Quinto fratelliFrancesconi, Pisogne, era costretto a starsene Il Vicario non solo non propriapatria. i propri debiti, a quel che dice il Faastìni,ma permetteva che né anche gli altri debitori pagassero. gava panon 282 I Banditi uccidere della il bandito Bepuhblica assalito camonica, e, la testa,la troncatagli in foglied' alloro fredda crudele e che ad la e in Val- nascostamente il tano Capi- dal Vicario,ottenere ritornò libertà, la Veneta lo uccise, e traditore, condì sale,l'avvolse col portò a Venezia. vendetta destò Ma tale al Senato, orrore negò la tagliaal Tocchi,obbligandolo la città. "^) abbandonare i Mettendo banditi i contro banditi,opprimendo la pestilenza gli scellerati cogli scellerati, abbassata per un dopo piliferoce. Infatti, la Val Gamonica del Vicario Capitanodi intorno di da sgherri,con da guerra, Gamonica. riva anni, atter- delle raccolta Giacomo 1768, al Podestà dei sudditi unione d'armi Pansarini e informazioni prepotenze, che con que gestoini- Il 14 settembre Brescia chiedendo palesemente esercitate e che tale, sicurezza e molti Stato scrivevano alle arbitrarie delle sostanze non fu emulo. di gl'Inquisitori vice un risorgevapresto poco, a danno venivano di fazionari e munizioni della Valle ^^^ Il Podestà avea già ricevuto e mandato agli (1)Fé d'Ostiani,GiorgioVicario. Trieste,tip.del Lloyd austr.,1855. (2) Arch. Bett di di Stato in Brescia Venezia, Inq. di 1763, 1768, B.a 24. Stato, Leti, ai 284 della J Banditi solenti,che toglievanodi intimavano 0 mille di pagar di natore gover- dal si tenente legati ai de- vietavano quattromilalire,o di Tirano al rei, o zecchini, colla violenza consegnare dei militi ai birri i mano terribili minacce con di Sondrio facevano Veneta Repubblica prender parte alla Dieta dei Grigioni. Dopo rini i funestato aver la ripassavain Valcamonica, parrochiad impedendo messa perseguiva a e lui avverso, dei 0 il alzato ribaldo,ne o Dreno da padrone per varie non della paura reprimere e castigareil contro il Pansarini Il litto, autorità il de- i Consoli di presentare di tanti delitti.Quando muovevano zianti nego- rubando. volendo non la valle la notizia che chiamò il come dei case tanta a arrischiandosi le denunzie per temuto potendo Capitano di si mostrasse ricchi,spogliandoe essere Valle, non fieramente arbitro, le per messo, per- e di litiganti, i chiunque entrava Pansarini,aveva da tra si costituiva uccideva il suo di nobili fanciulle s' intrometteva rapirle, grato 0 di forza alle ecclesiastica, senza si portava alle dimore per costringeva ove Tautorità di celebrar Pansa- i sacramenti amministrare concubine,usurpava sue il Valtellina, buon gli parti,da Dreno di soldati nerbo assassini si smarrì si sparse e i droni, la- d'animo, ma a Dienno, in 285 Capitolo Decimo buli copia gran scherani e taluno degolo;spedì li riunì e fidi de' suoi palledi fucile ; strada della comandati tempo tra venivano, passava i furti canti e difficile, per del misteriose e temuto fanciulle sicuri e che neW e dopo riuscito Mica sovrana serva il e brigante,ricorsero il che Giacomo mano^ da (^^ satelliti. di (2) Id. Ibid. Stato,loc. cit. di cauti^ di alcun tale var pri- è certo^ scon- però^ che^ riconosciuta cui vie Pansarini^senza modo colpo^ sia modi impegno derivarne in a al Podestà con in sé V castigod'^esempioe (1) Arch. birri sarebbe impadronirsi impossibile, sia per disordine^ma maritate. ^^^ dire non assumesse essecuùone ballo,dove ai persona, di vita il nominato e giorno,e che scrissero e terribili, di trovar il feste da e vedendo Gl'Inquisitori secreti nome allegramente le violenze e intervenire costringevaa Brescia lui,di fratello di minor suoni tra riuscito sulla lizie E, così agguerrito, aspettandole minon sera e spolette Valle,guardateda quaranta uomini, che la armi e piantòparecchie colubrine dal Vincenzo. il in fretta preparare di Capo a tromboni Ponte, per raccogliere fucili, fece .d'ogni fatta, al Ce- la pu- derivato^onde terrore a^ suoi guaci se- della I Banditi 286 Intanto il Pansarini e il volo. di grinquisitori veneto loro Tribunale che, al Residente essendo stato il Pansarini come deva pren- anni, il 3 giugno 1772, tre Stato scrivevano Milano a contro f^^ il furfante satelliti, i suoi Dopo Veneta pubblicava il bando si mentre Bepuhhlica riferito al si trovasse o nei dintorni, quella città, s'impegnava in attività del rappresentantedi Venezia sicure,e rivolgersi poi a a dar al conte il reo, che, affidato tradotto sarebbe Il Residente fatto che si stati, a Podestà al di venzione con- consegnare Bergamo, si Venezia. Cesare Vignolarisposeche eseguirele indagini,ma be avreb- aggiungeva godeva da lungo tempo la protezione anni conte Firmian, il quale, due il Pansarini del sidente per iscritto pregato appunto il Re- prima, aveva di chiedere Il Pansarini dimorato ora negli a il perdono del al Senato antecedenti anni nella Svizzera Milano,or Grigioni,ove, dopo ed facesse tizie no- di Fir- mian, perchè al bisogno,in virtù della fra i due la reo. aveva e nei tempo, fu liberato alcun assolto. Non audaci meno i malfattori I feudatari (1) Bando che del 12 di gari, questi malfattori vol- di nobile lignaggio. più agitaronola provinciadi gennaio 1769, m. v. CapitoloDecimo Brescia nella seconda vo, e che del secolo decimotta- metà qualierano rimasti i difettidi una casta, furono il conte Galliano andava trasformandosi, nei Lochi, il "*) Erano che manigoldipiù perversi, con Bome, in Stendhal Naples le 1826, t. I,pag. 88-92)racconta di bresciano conte un ai (2) Intorno Fé Fé Il conte cui ho mons. mi Fé gnore, dei gesto bizzarre manzesche ro- e Vitelleschi. ana sua memoria l'Ateneo al- il conte notizie,che cito a piedi pagina.Cosi i huli o classi,in cai si distinguevano essi stessi si chia" confidenti, come I huli signorotti. salariati vivevano li pagava che li manteneva, che ogni impresa.Gli spadazzini, e si*- col li comandava facevano per da bravi per da se, da sé si mantenevano, proprioconto, vivevano standosi ris, (Pa- ricorda le varie nel bresciano mavano, Florence studiosissimo delle patriestorie. d'Ostiani, la memoria inedita,in prestòcortesemente molte trovato scherani, feudatari e ai buli di Brescia, lesse bresciano,nel 1887, Luigi mons. parola nuova et il e aiutati dai di buli,^^^ Questa specie si chiamarono (1) Lo Gàmbara Alemanno conte MartinengoGesaresco. conte male 287 però,previamercede, anche ad uccidere o prefar del poi altri,che, senza né feudatari, né signorotti, né bravi di professione, essere facevano i prepotenti pagni comper proprioconto ed avevano sudditi altri huli, e questi dicevansi harù 0 roni). (baper conto Lo altrui. Ve Stendhal libro citato (t.I, pag. nel seguente annotazione: a Les € vers louaient, « M. « encore, « tendu € de le faire assassinar Kolland au un erano ne et adroits hulijgens hardis 1775, pour assassiner. Voir 103) ha la le Voyage se de (leministre).On prétendqu'onen trouverait besoin,dans les environs de Brescia. J'ai en- jennehomme menacer par ses sérieusement bt^ìi.» son ennemi I Banditi altrove col conosciuti la le Veneta sima bravi^era floridis- famiglienobili,parte propriasicurezza, parte dei di circondarsi cercarono nelle più La vanità e rendevano lucroso ricercato il e portar più potenti era per le come e famiglienobili violenze, la insolenza era un dei e bili no- il triste uf- molti per un arrischiati la livrea delle vanto un averne per più ribaldi. cio di buio ai di nome più vigorosonei soprusie aiuto dei Repubblica Brescia,dove a per della famiglie ribaldi, lustro Favore propriservigii ribaldi più famigerati. Un aneddoto, raccolto in una cronaca, proverà ciò Due più evidenza.^) con Masperoni,parlavano,una un loro senza tema una che affermava così sera del Gàmbara, era un così certa suo Il Ma- intenzione ziosa, mali- buio,venutoglida gagliardoe si offeriva da poter senza spontaneamente ai pericoli, sfidare i parve pungesse più ardimentosi. L^\vogadro,cui la vanterìa,risposepregando il Masperoni di mandargli questo audace,che conoscere, (1) L^aneddoto studio e 1724, dei buli^ magnificandone l'ardimento. speroni,non casa Avogadro un gentiluominibresciani, sa La nel suo castello di Lumez- è riferito da PVancesco nobiltà siderava de- Bettoni in an suo bresciana, pubblicatonel volume 1882, pag. 26. Brixia, Brescia, tip.Apollonio, CapitoloDecimo zane, tuttavia se di arrischiare la temeva non 289 sidie. montagne di Valtrompia,piene d' inil quale La sfida fu raccolta dal Masperoni, vita tra le alla tornato al cosa sua Gussago,raccontò ogni avvertendolo protetto, suo cui andava a di casa incontro. Il buio,stimolato si fece nella vanità, non del sicuro pericolo pregete e preso un da portare in regalo frutta, al conte Avogadro,s' incamminò subito per la s' imbattè Valtrompia.Poco lungida Lumazzane gadro, Avoscherani di casa in fatti in due gagliardi di bellissime cesto che di con tornarsene buio pigliominacciosa a casa, se avea gV intimarono cara la vita. Il del Masperoninon si perdetted'animo e riuscì ad ucciderli scagliatosi sugliavversari, Ripresala via giunse al castello di Lumezzane, e tranquillosi presentò al conte porgendoglii saluti del suo padrone e il cesto ambedue. di frutta. L'Avogadro,non domandò se per senza riosità, impazientecu- via nulla fosse accaduto al buio,il qualesenza risposeche fatto ottimo avea incontrati due aveva dovuto lettera in l'ottimo }9, — sbarazzarsene pedirgli imcidendoli. uc- TAvogadro,ammirato, donò al buio piena d'oro,e l'accomiatò con una cui si congratulava col Masperoniper E borsa scomporsi salvo che viaggio, i quali voleano ragazzacci, il passo, una di sinistro acquisto. MoLifSHTi,7 ecc, Banditi^ 290 1 Con Banditi della tali costumi la Aera i invettiva Chi e Brescia lor tro con- curva e Lechi,figliodi di Francesca 1739. nel fra piena corte,e uccider fanno sott^essi non Galliano testa Pietro nei schiena. di Bagnoli conte primi anni l'allegrasocietà,che in cui a obliava decadenza,strinse sua amicizie,fra e Maccarinelli,nacque Vissuto la spensieratezza nezia, Ve- nella rose nume- quella di Giorgio Baffo, rono, poeta vernacolo,i versi del quale fu- osceno la per fatti prima volta, a pubblicare a 1771. Conforti fu per e spese Brescia a si dice, Galliano, conte 1766, sposò una tristi giornidella sventura, conforto sfidato Mortogliil figlio, salvezza. si attorniò di buli e di sua villa di Stendhal (1) Fi; d'Osti ANI, ms. gni d'o- Montirone, banditi,iniziando quelle imprese,dipintecon falsi dallo bile no- che nipote,giovinediciottenne, sua lui,nei nel cosa, si ritirò nella perverse del quanto (') Ritornato e giusta in- di Vittorio Alfieri han impuniti signorotti scherani Di nel pare soverchiamente non bresciani: signorotti Vili r Repubblica Veneta nella cit. colori Vie de esagerati Napolèon^ 292 Banditi I della città circondato che da Repubblica uomini provinciaegliavesse oltre a ribalderie sotto i suoi uomini,prontia dini or- tere commet- "^J contrabbandi. e Si diceva armati. nella duemila Veneta telli per tale efetto. Il frenare l'audacia dei due giovini fracolle vie ordinarie riesce difficilissimo, attesa la nota opulenza, le aderenze,ed il qualunque,benché occultata guai mezzi viene verità. sul conte Faustino Ma » informato male la frase si il confidente o i palpabile dovea essere Infatti pronunciavaun arrischiato giudizio. usata dal Maggi: per quanto comunemente o crede,è molto memorie fanno condusse tradizione Una vaga. fede invece i fratelli. La Faustino incusso, mediante timore mite in sono male come indole e viva ancor si rassomigliassero la nobile aperto contrasto cure si- e vita che colPanimo vivo le ossa iroso e vendicativo del fratello. Anche pertinace, di Faustino giaccionolontane dai suoi e riposanoconfuse, e desiderio,coi morti suo per 1800, darante nel ralice egli, esule volontario,mori Dalla moglie.Dol'assedio di Massena. tra i quali il celebre diciannove figli, Genova, in Bielli,ebbe nunciata dell'An- francescani monaci dove generale Teodoro. (1) Cosi da Brescia, in data confidente Gio. Batta di mese ucciso sedeva gennaio fu un in certo una le finestre del Per publica stato Brescia in e La dei 16 dello sera con esecrando Galeano tatrice Nicolini l'autore di si barbaro fama Qaesti.è quel medesimo in « 1766, scrive il scorso tradimento giovineEovetta d'onesta estrazione, mentre situata sulla Piazza e sotto bottegadi caffè, pubblicoPalazzo deU'Ecc.mo Rappresentante. voce il conte Maggi: 3 febbraio Lechi del figlio che tolse con fu C. mano all'ufficiale e soldati che palazzo pubblico per comissione omicidio è Pietro armata .... la can- la conducevano dell'Eccmo p. (j^. Decimo Capitolo Avvenuta l'uccisione di certo forse confidente e pubblica indicò ventanni di dopo avere del Tomicida insieme a con un invano Città a con Oltre Grimani. duemilla meno che portano sotto la arme n. delitto il enorme ha Egli in in forza to segai sempre anco armati, pel quale mottivo deirEcc.mo anco in per fri sof- Bappresentante di donne materia cosse per- computa che presentementeabbia ai Besidenti incute Stato Milano, 1765-1791, a 159. di Stato,in quisitori a sino dal di Gallean ricorsa era data Vienna : 11 € a perfino ottobre Abbiamo 1788, sicura Glln- scrivono l'ambascia al- notizia,che di del Tribunal nostro, si siano CapitalecolPidea per interessare la Corte Siccome però importa che unitamente di procurare a non favore abbia incarico di rilevare colla portati in mezzi, ed appoggi del detto ciò succedere,cosi sarà merito di V.* Ecc.z* gionge r Vienna. pagnia lugliodecorso, partitada Brescia in comdi lei padre,la Co. VirginiaConforti,moglie Lecchi,ora soggettoper gravicolpealla giustizia mese del a tale gli torio fra la Città ed il Terripersone d* ogni sorte e fanno bandi contrab- (1) La contessa Lechi cotesta in ciò va esequi siche in questiPaesi protezione, ogni ordine di Persone. » Arch. di - B.» lui,(i" penisò. sua suggezionead Inq. di Stato,Lett voce moglie, incirca di bando violenze molte ferite inferte,si e per lo d^ nomini correzione severa una che La facinorosamente,caminando vivere scorta Piombi. interceduto per snbi la pena d' un anno maneggi di sno Padre. ciale uffi- restato Lechi,che fu arfido,e condannato nei Lecbi continuato Senato, la suo carcere Febrano, nel peUo Bappresentantein allora,e ordini supremi delPEccelso; per dei 2d3 in a marito. suo modo vernn cui se si in- e prudenza desterltà, 294 con I Banditi invitto animo, potè effettuarsi uscito a Repubblica prepararglila fuga, che il 27 1785. marzo tetto del sul montò di lenzuola Escito con fino brevemente a e Rialto. L' all'ansia di d'acqua,stette dopo ma sua Un una e più dinnanzi interrogato, quell'uomo tutto al dante gron- perplesso, momento un Lochi,non guida il mantello egli gondola e e al panni, prese pure stesso il cappello, traghettodi ^*" partì. maligno epistolografo. Luigi Ballarini, raccoglitoredegli aneddoti sua mettesse però facendo, il fuggitivocom- così rifatto di Rialto della primo lo condusse via, ma Rialto. Cammin dalla e la lanciò al accostò le vive insistenze del gli indicò a per si mata corda, for- una passante chiedendogli qual via gata, se- Ducale, vicino all'approdo dall'acquasi Lochi, aveva si tagliatea striscio, nuotò nell'acquae disordine Il Palazzo sottoposto canale Canonica. Veneta la parete del carcere, che per calò nel della delle pruriginosi, qualunque tentativo che a questooggettovenisse fatto, di adoperarsi in ogni caso cosicché per impedirne l'effetto, dalla Corte o da Ministri non si assuma parte, ed impegno alcuno in questo affare. Di quanto le riuscirà di scopriree di ogni di lei operato ce ne darà pronto raInq. di Stato, Lett degli Amb.^* a Vienna, guaglio." - 1782-1797, B.a n. 177. 0) FuLm, Giacomo Casanova Venezia, 1877. e gV Inq, di Stato,-}^,23. 295 CapitoloDecimo perfideinsinuazioni,delle scrive « a il Casanova; « mezzo « più efficaci. » ma dei E ancora: « Si ha « al Lechi « lingue poi € TEcc.mo Che e certo che per uno Gabriel i che e stromenti costò ducati ventimila Diedo. TEcc.mo tra la » moglie del è certo ma naro per de- corruzione parte dei magistrati. guardiani,il custode,il medico, convinti agevolatola fuga,furono aver finche il conte severamente lui,si fermò in Valtellina. ^^J Una (i; MoLMENTf, Studi 276. poco lettera e ricerche di niti, pu- pigliavail largoe Galliano tirando riparavain Tirolo. Ma quivinon aria per chi Le- Stato vi sia stata, negare, ipotesidella le cattive stati divisi tra siano può assolutamente da il validissimo con di degliInquisitori Y neziana, ve- quella del valore fuggirdai Piombi, e dicono escludersi I Lechi, qualche connivenza si non da in zecchini,potè avere per società propositodi questa fuga:(^) Questa fuga supera « assassine,che della morente pei crocchi correvano ciarle passò e a buona Bormio di degliInquisitori (Un maldicente), pagina di Venezia,pag. 28" Torino, 1892. (2) Bazzoni, Le estr. dair^rc^i. Annot, degli Inq. Stor. /«.,S. HI, T. XI, P. I, 1870. 296 I Banditi della Stato al Presidente di Milano eccita il Presidente dei a Bepubblica Veneta far a (11 giugno 1785), Governo pratichecol Grigioniper poter riavere il conte Galliano disposizionedel Trilnmale^importando grado^per ogni più un di tanti reo uccel di bosco, ne ridiventare uccel neir indole nel e Napoli e a ritornare a a I tempi il veneto Genova, anche da donna gire fuguna dendola moglie, offen- Ja e di sposa. ^^^ grossi,e a scia Bre- altro a sare pen- provveditoreavea e tato mu- agli altri banditi,i quali lungi,tenevano, per le loro aderenze, inquietala provincia. sempre Nel senza dovette ma Bormio, portando seco si facevano al Lechi che nulla costume, pei suoi biechi dignitàdi intanto venuto di- facile farlo cosa ma passioni, dimenticando rapitafanciulla, nella era gabbia. le smodate Logoro per e di soggiacere a il conte era mo som- ragione^ che gravi delitti abbia ") Ma ormai castigo. al meritato fini fu essenziale a 1796,le milizie del nella opposizione, famosa, e (1) Arcli. dì Stato (2^f% num. D' città per fiere resistenze il territorio diveniva battagliefra lano, R* Bonaparteentravano, - austriaci Inq. di 159. OsTiANi,ras. cit. campo e di guinose san- francesi. Sul Stato. Leti, al Bes. di Mi- CapitoloDecimo castello di Brescia sventolava il vessillo di San dileggio, marzo 1797, i partigianidi sùbite la cose ebbe alcun' nella mente mutazione di contro Francia la ove valli, dì nelle valli Salò,il popolo la vecchia difendere libertà nuova cittadina desiderio piano e che altrove in per levatisi in nelle era nel il 18 ma rivolta non a proclamavano piano e Stato,^^) ma alle armi corse Marco, La dei sudditi fieramente più nel eco quasi ancora nuove, repubblica bresciana. non e, di speranze ÌÒ1 e pendenza indi- la fallacia forestiera. Il la Lechi, che odio covava Repubblica veneta, novità così fredde come accoglienze, col nella propositodi i nuovi (i) Neppure maggioranza Brescia - « « trovò ove Valtellina, sollevarla e di tornò ri- farle accettare fece deglialtri, spregiatore in Brescia fautore il popolo si mostrava della rivoluzione. Narra un nella Diario ab- sua di nea, (nellaMiscella- 1892, pubbl.dalla E. DeputazioneVen. di Storia Serie IV, voi. XII, pag. 12) che sulla scia piazzadi Breil popolo non grida di Libertà ed Eguaglianza € che con corrispose poco aplauso anzi sorti dalla moltìtudine delle gridadi: Evviva San Marco: e questegrida furono replicate. » alle € fautore natale, ove contemporaneo agli avvenimenti anno Patria in contro ordinamenti. di se, Altiero ardente fu città sua fierissimo I Banditi battere della cancellò il patibolo, ma libertà, l'albero della dalla l'antica bandiera torre ^^" queir ingiuria. che ostinato naparte, per Il cammino per da "2) Nel una dei Ostiani, ms. (2) Id. ibid. venne cit. in dine moltitu- assalito Ma, come nulla minacce, per una mangiatoia.Indi conte glio lu- scendere dalla e in 23 ciarono villaggiincomin- fu in breve chiuse del per stormo ingiuriee fucilato. Il cadavere d» Bo- mattino tre de' suoi. il riottoso giudizio, (1) Fé dal recasse fidi,si Molina a a inaspritalo ad che accomodamenti. la ferocia dell' indole,per turba impedire titi par- suonare in portato sop- raggiungere i deputati,già irata il Lechi proruppe avrebbe sto propositi più to- si suoi le campane prigionierocon Contado,il popolo in 1797, arrivato a togliere mise Bormio. Lombardia, nei aiuti ed cercare inalzò Lochi, insofferente Bormio fretta alcuni in Armati del tenace, volle Deputazione di volle male mostrandosi d'opposizioni, strusse berlina,di- gli stemmi, quando fé' comprendere che una della la colonna Bormio a Veneta Repubblica e fatto lo portava domato, cui la stalla, legandolo fatto tumultuoso fu tratto dalla stalla e gettatonell'Adda,e Undicesimo Capitolo più compiuta figuradi L'ultima Stato Gàmbara. Alemanno Il conte fu veneto Alemanno il conte ad egli apparteneva bandito nello Gàmbara; gobarda famigliad'originelon- una mini, do- potente per maritaggiillustri, per per uffici civili e militari. di tradizione,venuto dall'abate di Leno della capostipite luogo casato valore ricchezza,per ebbe "^) della Fra terra di Brescia secolo i XII ; di Alberico,fondatore di una (1) beata LiTTA, Fam. Odobici. di Gàmbara, più lombarda Alberto,il degliUmiliati Paola, morta celebri. nel da è il quel illustri del nell'assedio del Barbarossa di la infeudato famiglia,che capitanodella Lega Alghisio, nel ed particolarmentedegni di sono altissimi per Amilao, secondo Germania celebre nome. e suo menzione dei Valvassori difensore del 1186; nel 1239; 1505; di Vero- Genealogia Gambata di F- 302 I Banditi nica, la ceJebre della Bepuhhlica Veneta poetessa,moglie Gilberto signor a di morta nel 1550; di Uberto, Correggio, cardinale,morto nel 1549; di Gianfrancesco, scovo vedi Viterbo e cardinale, nel 1587,ec. morto Fra i tristi, la storia ricorda una glie Subrana,model bandito Giovanni,che nel 1394 fé' tagliare la lingua a una donna, che avea sparlato di lei ; Francesco e Gianfrancesco, che, il di Ghiaradadda 14 maggio 1509, alla battaglia tradirono le insegnevenete per passare al campo nemico ; Scipione, assassino capo di masnadieri, di due suoi cuginie condannato,nel 1588,alla Giovan Francesco,bandito dalla pena capitale; Veneta nibale, Repubblica il 7 settembre 1597 ; (')An- 1603 nel co' suoi bravi con nel frate accusato e la e bandito tagliadi 13, n. (2) Nella anche e. stessa il Bando Alemanno, 1686. di di Però Cigole. nel un di turpitudini; quale peggioripassionidi si una ^^^ soperchiatrice. Pretoria, Beg. t. Cancelleria contro di Cesare Castellano 197 ducati ; cento (1) Arch. di Stato in Brescia,Cancelleria Bucali, anch' ei 1642, di ogni maniera tutte le perversa 1622 nel finalmente compendiano casta e Leandro Cigolae Pretoria Gàmbara di Pietro Brescia, avvenuta questo Leandro (Beg. Due.) esiste in Ant. ed altri per l'uccisione Maria Cellatica Correggio il 7 bre otto- apparteneva ai Gàmbara 303 Capitolo Undicesimo Il conte altro Alemanno e della e Pralboino,feudo Corvione,di casa insieme nuove volle vedova, alle che aggiungere an- col conte nozze tinengo Cesaresco,nella del casa stello ca- Milzano con La un gri, Alle- 1734,nel marzo Gàmbara. postume gioie di madre quelle di Clarina contessa il 2 nacque, veronese, di di Alemanno, figliuolo postumo Carlo quale fu Mardotto con- Alemanno, che, fino dalla puerizia,ap? prese trattare a destrezze della le armi caccia. La pei: temperare le lo ad e esercitarsi nelle madre, debole troppo inquietevoglie del figliuolo, alle compagnie più lasciò,fanciullo, mal- in lui i germi pesdistruggere simi, che doveano partorirefrutti sanguinosi. tori del Gàmbara di parecchiscritAlle biografie di còse bresciane,aggiungerò notìzie che in luce inediti,recando attingoa documenti ^^) alcun che di nuovo o compiendo il già noto. vage, ne seppe (1) Scrissero con diffusione del Gàmbara : Odobici, nelle 8t Bresciane,voi. IX, nella Genealogia Gàmbara del Litta),neUa — Francesco gionamenti di cit — forma intorno F. di Cronaca Gàmbaba, figliod'Alemanno, storia bresciana. — Bettoni, nella Brescia storico. romanzo ad Alemanno del conte di Brescia, strenna di Stato. nuove ne' snoi Ba- Ostiani, nel d' del secolo trasse Gàmbara, notizie Ta. 1852. per Fé L' Odorici dall'archivio Zoppola.Molte veiieto Archivio — (Fam. ms. passato, in le memorie di proprietà poteiritrovare nel Banditi I 304 vecchie Dalle che uomo, della carte vive Bepuhblica Veneta fuori esce V imagine reale dinnanzi presente e l' del- agli occhi. Alemanno anni di e avea già si mostrava risse,e dissipatoin modo, che, il occuparsene Stato,in Rettori di e quale 10 a rinvenire dovea non senz' altro scandalosa di Brescia posto gli occhi fu esso ad arrestarlo di stato Brescia, 1749-1750. (2)Ibidem, - e esso conte^ di vista condotta del patrimonio i Rettori avessero sovra un abate tale da del obbligare il rinchiuderlo nella ròcca il di visto bersaglio, (i) Arch. invitano quanto poi al ravvedimento Alemanno Governo ai arrestato. (^" Per ciò che essere giovinettopare conte 1749 abbandonato esser turbolento f^J e facoltàdi della l'amministrazione Gàmbara; del maggio soggetto fornito di probità Vazienda concerneva del dovette famiglia, Alemanno, conte qualora persistessenella dovea tendo po- violente Brescia,parlano delle irregolari assumere per nulla di Governo. Difatti gV Inquisitori direttioni del i Rettori della lettera del una quindici voglioso di garbugli, gli ammonimenti il i compiuti appena lui carattere portato Inq. di Stato, Lett. ai Rettori Busta n.'' 21. 25 maggio 1749. ibid.^ di Capitolo Undicesimo 305 alla violenza. ^^)Compilatosollecitamente e al conte Tabate affidatal'amministrazione Gàmbara di scorta ben delle rendite avendo Benedetti, rifiutato tale incarico, il conte LuigiAvogadroe Alemanno, il processo a un milizia guardato da sotto e la fu faito partire graduato ufficiale^ un per alla volta di Venezia,sotto la sorveglianza "^*e Padova. ^*) di Verona,^^i Vicenza, dei capitani Il Tribunale degliInquisitori lo fece da prima rinchiudere poi considerato che da giole colpedel Gàmbara doveano provenire vanile e dall'assidua inesperienza praticacon lo relegòper quattro anni persone depravate, nel castello di San Felice in Verona, a fine di nei allontanarlo addito Il Piombi,ma dalle occasioni al raddrizzo della di considerazione al diligente Saverio trattava incaricò di castello di San Felice V Arpesani per osservare^ (1)Arch. di Stato. Inq. di Stato ^^^ azienda. sua Capitanodi Verona, poiché si persona dar pericolosee visita ingegnere marcare Lett. j una di e rife- degliInquisitori ai Eettori di Brescia, 14 giugno 1749. (2) Ibidem, Lett. del Gap."Benedetto di Brescia,2 luglio1749. (3) Ibidem, Lett. del Gap.** Vincenzo Valmarana Pisani ai Eettori ai Rettori di Brescia,2 luglio 1749. (4) Ibidem, Lett. del Gap.'' Daniele Dolfin ai Rettori di Brescia, 2* luglio1749. (5) Ibidem. Parte degli Inquisitori, 17 agosto 20. — MoLMXHTi, / Banditi f ecc. 1749. 306 I Banditi rive e in se mòdo quei della il debito suo, osservazione aurea fuggire dal castello tutto agevole lo alla sua pare meriti tempo e ! mezzi senza coi avvertendo da scrizione importantede- e Felice,che i restauri hanno trasformato mi che riferita, speciedopo essere per mezzi^ premetteva di San castello e et esser curiosa una esser il difficilissimo esser — scampo relazione del luogo piuto fuga.E TArpesani,com- la accuratamente — Veneta recinti vi potesse tentare per Bepuhblica il tante l'impor- edifìcio."^) Il castello di « San « gnere)è « monte « città: è di figurairregolaree « al terreno che « quali nelli andati « fu eretto « suo « consistente « fronte « dalle « Valpantena,et ' In v' è una situato sul (scriveV inge- Felice rinchiuso e intiero a sue dalle occupa, e eminente più ed ai ne' ben del questa adattata riguardiper moderni più li tempi recinti formano complesso.Un' struttura,senza opera a il di corno fossa,che col suo e che mezzogiornoriguardala città, ale resta a separata di Giovanni levante a dalla li) ponente dalla Valdonega,co- castelli di descrizioni di diffusa relazione sul Castello i Commentari di muraglie ampliato.Tre tal materia intitolato il dorso da Lezze al Senato e in sulle un mura Codice fortificati, di Brescia, (H. V. I.) Catasto,presso la Queriniana di .Brescia. Vedi delV Ateneo bresciano pe^l 1892, pag. 46. I Banditi 308 della Bepubblica Veneta € altro ed oltre li caselli per le « v' è alcun' altra fabrica. Tutto € le € non € buona « vi sarebbe € lo scampo « avesse spìrito, propriemuraglie d'una alle lascia luoco ben e angolo tale che Podestà di tal chi, munito d' di Verona e al mandava sacerdote,non addestrarlo per nei dogmi nelle savie più regolare di bia si vedrà bara savie in appresso. fosse le (1) Arch. di stato Lett. di Sav. 5 pel a pio men della che dotto^ cattolica ^^i Come atte ab Intanto,nel 1752, cambiar procurar ligione re- sime prudenti mas- e aria subito ammonizioni, - conte gradito, giacché il al prigionieroirrequieto lo e ne Inq^,di Stato. Anni darono man- ^^^ generaledi Palma, incominciò né di e mezzo fortezza di Palmanova. Provveditore ma non » "^" intraprenderlo. contegno, gl'Inquisitori gli fecero Al caso prudentimassime, e lui delle approfittato nella agiutodi scritto così diligentementedecastello, soggiorno poco un V somministrasse non dall'ingegnerveronese, Alemanno che altezza, fughe senza la volontà il il castello ha longa fune, nel qual a che Pare non sentinelle, il Gàm- dei le capi, gratta- minacce, 1741-52. B.'^ 106. Arpesanial Podestà di Verona, 22 agosto 1749. (2) Ibidem, Lett. degli Inquisitori, 13 settembre 1749. (3) Ibidem, Lett. degliInquisitori ai Rettori di Palma, luglio1752. Busta 75. Capitolo Undicesimo custodia impedirono al più vigilante la ne turbolento Gr mandarono Inquisitori ai rettori di Brescia,Como il vita una cascare rona, Padova, Vicenza, Ve- dì un sicuro randagia,col l'altro fra o Tugne della- Serenissima. messione. Tira valida ausiliatrice in Giulia Gàmbara, V incauta alla fuga di vilissime persone duto a se trascorso. in di quale turba una indotto eh' il 6 trice sedut- il giovane egli era giugno 1753, un a a ren- il suo (1) Arcli. di Stato - Padova, fu Lett. ufficiale ricevere il Gàmbara, fatto scendere che approdò, in burchiello, 25 afjlitione somma una sitori, Vicenza,per ordine degliInqui- quale, condotto Palma, una Poiana. avea sei soldati al confine un som- ^^^ mandava il la E trovò conoscendo e stesso^riflettendo Il Podestà e e al vicentino riconfortata conte, assicurava della sbirraglia, contessa sua maritata pericolo zia,la una Giulia,dopo contessa per tare riagguan- per pensò di placare,coirumiltà La dini or- fuggiasco,il quale,dopo qualche tempo, di stanco immantinente Bergamo e conte ^^^ fuggire. di il modo di trovare severi di 309 suU'imbru- ai degliInquisitori Eettori di aprile1753. (2) Ibidem, Lett. 1."*giugno 1753. della contessa Giulia Gàmbara Poiana 310 I nire,alla dove i Banditi Piazzetta di San birri degliamici della Dalmazia « ricovero.... Procuri « buoni « buon « desideriamo che sentiero ha e pio desiderio, Il Gàmbara nella Francesco ^^^ Ma maestro alcuni ne aveano (1) Arch. devii da una cui del legato re- libertà, poteva città il Provveditore suoi di casa, recandosi una Barach, mattina Zara, richiese - poco Lett. per del pesce i quali risposero che pescatori, quel e si potessero concedere Antonio di rale gene- camerieri Certo prigioniero. di Stato quel sentiero costumi certa Grimani, avea al mercato e di in il buon i buoni che maggiori agiatezze un buon argomentare da questo fatto. godeva di accompagnare ad benevolenza. ed intrapreso, » il pratichipersone qualinon sussisti. si possono di che* mercè costumi le spese fu come eh' babbi (cosìgliInquisitori) Ci preme suo parentie mostra a maggior inspirato « a dei Zara, e la lettera degli Inquisitori fosse tutte le dendo atten- efiBcaci. Alemanno state erano a un Venezia,^^^ Alemanno. al Provveditore era a le raccomandazioni Veramente mandato Marco degli Inquisitoristavano il conte Governo Repubblica Veneta della già impegnato da poco altre al Capitano degliInquisitori Vicenza, 5 giugno 1753. (2) Ibidem, Inci., B.* 47. Lett. 24 settembre 1753. Capitolo Undicesimo Il Barach persone. che a dare soggiunse arrogantemente del domestico un conte costrinse e rifiuto, un 311 il venditore,certo in una Gàmbara, stanza sua il povero tre in a terra a coU'altra molti che spezzò il bastone si Ma anche la di Pralboino la e della abbattere ogni maniera audace da cui a con (1) Arcb. di stato - un castelli feudo non uguali da opprimere, ruppe delle si ad permiseogni sciuta albagìa,accre- leggi. Eel. inserta nella lett. 30 B.* 48 . 1755. se scellerata dalla insufficenza nei ignota la parola intemperanze,e impresa mazia, Dal- bedire gente pronta ad obera vedendo inferiori da d' il 23 settembre bresciano,che potè Signoredi di Gorvione. potentie o licenziato. ^^^ generaledella vita dissoluta sua verità,non fu di Stato, lasciava ridegliInquisitori amplissimo,circondato ai soggiacere occhio,e un in libertà il conte ricominciare di ven- ribalderìa del Gàmbara il Provveditore ordine per e ed indi Repubblicachiuse 1756 col colpi di bastone^sino questa nuova su bligò spada, ob- stendersi stramazzo imo quella positura a la mano pescatore di sopra il Mazzorana fé'chiamare appuntandoglial petto una e tenendo pistolae ciò fu Come Mazzorana, a consegnargliil pesce. riferito al lecito era non gno giu- I Banditi 312 Bepuhhliea Veneta (cosìnella seduta del Consigliodei Risulta « della € Dieci del € egli nel € contegno di privataautorità per € cesse 23 gennaio 1759) come territorio di Brescia lecito di valersi di sostenesse un certo reo si fa- cui truppa di numerosa banditi e contrabbandieri sgherri, parte dei quali fossero serventi e domestici suoi, gli altri di lui dipendenti. « » ^^^ Nel maggio del 1757,la terra di Gavardo era rade da contrabbandieri, soliti non percorsa volte a scambiare archibugiatecoi birri della Repubblica.Un dì passava pel paese di Galviloro uflBcio, un aveano sano, dove i gabellieri € « armato uomo da altro un cavallo,seguito indi a pure armato a cavallo. a I poco birri, rincorsero quest'ultimo,lo raggiunsero, insospettiti, lo arrestarono lo resistenza, quando era dei birri seppe Capo conte tanto del conte neir animo del governo — in lo invitò anzi con lui. parte di chi dovea (1) Arch. 23 di Stato gennaio 1759. dPuna percossero il cavalcante — e il poichéeglivoleva e - oppor fianconata. Ma che Gàmbara, l'arrestato ordinò più di tutti poteva fosse rimesso in sto to- il libertà fabilment trattenendosi afquartiere, Ma tanta umiliazione, da tener Cons, X alta la dignitàe Criminal^ filza num. il 149, Capitolo Undicesimo decoro dei Calvisano corte Al birri,incominciarono Ma invece e deW dalle fu potè al conte di del la sostanza Dieci comandò, Alemanno e e cuore ^ con la gli ai suoi pubblico scherani, al giornitre,di presentarsi di Pralboino vuota di bunale Tri- imprese, aiutato gennaio 1759. - mine ter- provveduto effetto, perchè il conte preferìla dimora Gorvione,continuando di di Stato detto ^^) alle aule dei Dieci e passato si sarebbe contumacia. et Alemanno, Arch. la clavicola destro^ch-e essendoglipenetrata comparendo non grida uscì bieche racolo, mi- per Venezia, per diffendersiet escolparsi absenza La accolto scampar palla fra imputazioni^altrimenti et subito sola di vita. ora di 23 una omero termine far a certo Sacco,fu gabelliere, povero Consigliodei bando, cui trafittagli poi lasciò un' nel un colpitoda sommità Il dei birri, e scarica,da una a delle fucilate s'affacciò alla rumore finestra il capo da che Gàmbara, limghe,i quali,postisidinnanzi e quartiere dei fuoco. in del alla dopo aver di picchiarforte,mandò il modo una quindicinade' suoi bravi,muniti mulinato al bastava pubblici poteri,non burbanza perversa d'armi 313 dalla Cons. X le sagacia,dal Criminal, filza num. sue ci) de- 149, 314 I Banditi naro, dalla ^^) a Poco curando temeraria cavallo Bepuhbh'ea parentelae più percorreva con della liberamente la terra di così i suoi provare quale si che a more. tidosso, ad- avea lo Stato. Un Brescia giorno, passando Ghedi, seguitoda una fino ai denti. intimidazioni,che delitti mancavano testimoni,non e e terribili le dal tutto il bando quindicinadi buli,armati Erano che baldanza,andò per Veneta satori accu- sempre trovandosi a la persona deporglicontro. Dn nobile Giambattista Maggi, che avea case era possedimenti vicini al Gorvioiie, larmente particoattentasse fatto segno alle bara. Colla faccia d'uom persecuzionidel giusto,il gli si profferivaamico, gli aizzava fedel ministro dalle delle sue si Molinari, Per rifugiòa la neppure solo,tra gli scherani del Conte che aveano parte mano della si Nei Necrologi del giustizia. Gio. Batt. legge:8 maggio 1764 Salò, fu impicato questa mattina Marco, Co.^ di X tova, Man- mae- preso dopo,in Magistrato alla Berlingoto,di Giacomo^ d'anni 29, di 8. varsi sal- qui inseguitodai manigoldi del al delitto di Calvisano, cadde, quattro anni Sanità manno Ale- mente nascosta- ma scelleratezze. Gàmbara, fuggìa Venezia,ove (1) Uno conte Carlo certo insidie,il Maggi anche ma contro Gàm- preso in dal Bosco in contrafazion di Biviera mezzo di d.^ Podavin bando di alle colonne per VEc."* 316 I Banditi qualche avere della da conto Veneta Bepuhhlica saldare Conte, fu col dai gambareschisorpreso, una notte,nella propria lacciato giaceva a letto malato. Alcasa, mentre e legato,fu trasportatoa Gorvione,e qui in presenza di Alemanno poi riportatosemivivo e tal Pasino Un pagò bastonato con da Gardone in dei birri. E tenente Rossi di servigidel Conte, e n' fu certo gelosiadi suo paese. Valtrompia, ferita il rifiuto al Gàmbara una un al d' uccidere ucciso,per Gussago,ch'era dato, man- stato ai licenziato stato era gue, san- a per donne. Preti,frati, conti,nobili,reggentidi coloni furono,più fattori, o meno, nità, comu- mente grave- offesi, ingiuriati, scherniti,minacciati, ricattati. Il prete Giovanni di amici Battista Tinini Gottolengo,esciti una a tre e suoi partitadi caccia,e avvicinatisi ai confini del feudo dai sorpresie inseguiti Corvione,furono del Gàmbara. trovare I i bravi,postati alla alcuno e In di dagli scherani cui i campo fatti Gottolengo.Ma permettevano che se rifugiati, fame, dovettero vennero un chiesa di porta,non uscisse,per morire bravi malcapitatipoterono fuggiree nella scampo di lero vol- non arrendersi a screzione di- vione. tradotti ai confini del Cordeserto i furono poveretti inginocchiareed esortati a 317 Capitolo Undicesimo le loro anime raccomandare del di Conte ucciderli in in Quando spettacolo. scherzo,die truce i suoi quantità di calci di rilasciare il schiaffi e Asola, uccisero bastonati presi, in fretta confini di nello TranquillinoTosio,colon- in portati e Barchi,presso a Gàmbara. del cane un gliinsulti. Il conte dalle prete prodigiosa una e il bastonate. pensione,dimorante ricorrere al del barbaro cessare accompagnarli ai I servi del conte in di gli parve ordine di amici, e con Gottolengo, e ilGàm- macchia, godeva una dero die- i miseri mentre lagrimee gridadisperate, bara,nascosto dine or- nel seppellirli e stesso. Al terribile annunzio campo e Dio, essendo a trionfo fra Furono gli scherni Tosio volea in sulle Consigliodei minacce, fu Dieci ; ogni cosa, pagando rito poi,atter- ma ad costretto prime accomodare santa sessoprassello per zecchini. Qualche volta s' introduceva in di violare e della era una bastonava moglie; d'onesta casa donna una il marito talaltra era gettava a si recavano avevano terra e in bravo una povera la violava. Se al Castello a gliuola, della fi- chieder rispostascherni alle accorso un e che tava gente, ten- in presenza alla strada boino,che assaltjiva la del Conte cameriere un grida di Pral- donna, gli oppressi ne giustizia, contumelie. I Banditi 318 Più di delia fu il crudele Repubblica Veneta di caso una la quale,rifiutando Isorella, povera sposa le disoneste proposte del seguire, Conte,fuggì in altro paese. Fatta inpresa e condotta dinnanzi al Gàmbara, la misera dai e fu fatta spogliareignuda e bastonata tal furore da manigoldicon e fatta condurre averla alle della caduto vene morbosa una l'infelice in libidine, stanza una uonao volle voglie. sue Per mandato al tal vista il triste lacerato il corpo. A sentì ribollir nelle illividito averne del Gàmbara, un dragone al Repubblicauccise vizio ser- antico bravo un e quando il dragone si recò disgrazia, Castello, per ricevere il pattuito prezzo del in sangue, sicario s' incaricò di un l'incomodo un'archibugiata ammazzare con testimonio. Allorché giunserogli ufficiali dei dragoni,per prender il Gàmbara notizia del fatto, si dimostrò dolente in guisa da persuaderegli ufficiali che l'uccisione era forza armata giacchése si lasciava trovava sembiante uomini di non (1) Lo stemma un gambero coU'assisa vedere. E pubblicidazi,osavano rosso sormontava mezzo. lo scudo. se colParme e oltre,facendo gli ufficialidei proteggerei diritti dello dei Gàmbara nel la resto persuaderfacilmente, gambero, ^^) passava del temuto Del casualmente. avvenuta consisteva in L'aquilanera uno a due scudo teste con ronate co- CapitoloUndicesimo sicuri di Stato,erano andare migliorvita, a il rischio il direttore del dazio in corse come 319 che ritornando da Venezia fu a Brescia, d'essere ucciso dai gambareschi sulla Lonato. Per grossa mancia una permettevaanche di sale di bottegadi strada di avvenire voleri agliingiusti sottomettersi si pellein salvare la punto un dovette del Conte e galare re- il quale Molinari, al apertaal Corvione tener ridendosi contrabbando, delle leggi. Imbaldanzito il Gàmbara ipocrisia, più risoluti Nel feudo suo altri omicidi Sabbia,sul Val e tovano Man- egliimperava tirannicamente, malavveduto pronunciare osava era paroladi rivolta, sepoltonelle gioni pridel Corvione. Nel 1762,essendo stato riferito una ad Alemanno contro di lui al terribili che la Comunità divisato di mandare avea in così si Comunità ad implorareai piedi protezione. il perdono e la della forza, anche Nell'aspetto e' è brutale, il nome memoriate presentò in paese con sì da persuaderesenza piglio, indugio Reggentidella del Conte un di Gàmbara dei Dieci, esci Consiglio parolee minaccevole i i suoi sicari sul Veronese. qualche se mandò commettere a Pralboino,in a e solo litto impunitàe coprendo il de- coir violenze e dair sempre del Gàmbara non so che di divenne se eccessiva e ma attrattiva, orrendamente fa- 320 I Banditi che più moso, della Bepubbliea dal freddo misfatti, dai cui alcune tradimento,con Veneta e atroce volte accompagnava il delitto. dì,verso Un inseguendo lo feudo notte nel castello. L' nel alla residenza il badò, ma ospitarli per del del mezzo in dì Broletto, Capitano veneto. sanguinosidei due giorni prima ospitati Paolo di Rizzi,tenente Brescia,di a e e il inoltre di alamaro scrittoio^ suo a B.* 1079. di Stato - Inq. birri infelici, conte richiese manno. Aleplare esem- di e di una razzieri coun dra squa- per cameriere Molinari. stare arre- frugare in ogni nicchio^ di tutte le lettere (1) Arch. carro, Pralboino altro simile o vi alla testa di soldati di recarsi il Gàmbara Si ordinava Nessuno compagnia una fronte Stato ordinarono mettersi dei suoi distaccamento di birri dal la città conturbata di Gl'inquisitori gastigo. a ed Brescia, giorno dopo scoperchiatoil Tutta quella indomani, un pesantecarro, i cadaveri apparvero li accolse incontro, loro di verzura, entrava abbandonato il lando Conte,il quale, dissimu- volle anzi e tutto ricolmo era del sdegno, andò cortesemente birriveneti, contrabbandiere,varcarono un del conQne il tramonto, alcuni di possessarsi e d' imripostiglio e le carte. ^^^ Il Stato, Proc. Crim. (1764), 321 CapitoloUndicesimo Rizzi tenente assalta Pralboino, il del Conte rovistato dopo aver frugatopei mobili e e per 20 Alemanno novembre scherzoso avea « Non « 0 in libertà.... State in « etemo " ImplorateBalam, se so se allo Il Gàmbara del ne riere, came- lettere."*) il preso da contentarsi ac- volo, e, il Bologna in tono agente di Pralboino: suo un porte,ma ogni canto, deve 1764,scriveva ad giorao,a ogni masserizia, di portar via alcune Il conte le Castello, apre né tracce trova non sul far del arriva,in siate vivo morto, se in prigione o altrimenti pianto veglia, vostri.... I zaflB (birri) sono scuro.... non sarete di comprese aver bel salam. »^*) un stancata la pazienza dei governanti, e non potendo indulgente nissima, più arrischiarsi di toccare gli Slati della Serefeudo si condusse a Monticelli d'Ongina, dei piacentini marchesi Casali, ottenendo dal duca di Parma facoltà di dimora. Nei primi anni del esilio passò qualche tempo a Genova, vi suo la marchesa conobbe in Carbonara e la condusse moglie. prestoil ritrovo di brigate di conviti romorosi,di giochirischiosi, allegre, Monticelli divenne (1)Arck Francesco di stato Grimani. - 12 Lett. del Eizzi al agosto 1764. (2) Ibidem,Inq., B.* 1079. 21. — MoLMxxTi, / Banditi, ecc. Gap. di Brescia 322 del allegrae presso il Ponte cassa ritraeva e ne rilasciando Accadde aver di San i denari Alemanno, sul Marco delle Clisi, che somme Brescia,lo assalta, apre la firmata dal qualche volta condotto a a toglieparecchiemigliaiadi ducati, alle guardie, per colmo di derisione, ricevuta una da di che piatta s'apparte da Monticelli, aspetta il traino,conduttore Venezia poi bastavano non dì,d'ordine bel di ribaldi mano Veneta dissoluti. Ma varia vita un proscritto, una Eepuhblica di uomini il convegno così ietta Banditi I suo a Gàmbara. che negli altri i di commettere. la Alemanno, dopo iniqueazioni,volle termine modo, ^^^ giustiziaoppressa, eh' delitti, Tanto ei nendo pumorso ri- avea non è vero, che telare, tu- ognuno si foggiauna giustiziaa sua posta. Nel 1772,fra Parma e Monticelli scorazzava banda di masnadieri,contro la quale nulla una avea potuto la cavalleria del Duca, che in qualche combattimento esce dal era suo col favor della lotta una (2) Idem, Ibidem. manno Ale- sale, bravi,as- notte,i malandrini,e dopo a ne Parma, del carnefice. ^^^ (1) Odokici, Storie malconcia. castello co' suoi molti ostinata, e conduce prigionieri mano uscita bresciane,IX. uccide,molti ove fa finirono per rivc^. 324 « « « € détta I Banditi Repubblica Veneta Augusto della Serenità V.,vero eseniEmulatore di Misericordia e Grazia, plarissimo ilmarito conoscitore perfetto delia presentando ben meritata pubblica » E proindignazione.... segue Trono che affermando errori rende la rimembranza triste il Conte ed in continua indidogliaprodutricedi frequenti amarissima di salute; assicurando sposizioni metodo cristiano costante dei passati invocando pietàa del di vita favore e suo più retto del suo tegno; con- dello sventurato sizione marito,che rassegnato a qualunque dispoadorerà quelledeliberazioni corrispondenti per certo al misericordioso in grembo quale sospira di del.suo Sovrano^ stabilire la ^^^ Alla supplicadella famiglia, addolorata ne al cuore segue sua glie mo- un'altra dei uniti per dimostrare coniugi Gàmbara, di agliEcc.™* Inquisitori di dover vivei^e lontani Stato Tacerbissinia disgrazia dalli Stati deW amatissimo estero dominio. Invocano esuli Principe^ quindi che in al conte Alemanno, il quale per la sua salute non può di espiare vivere in luogorinchiuso, sia concesso la vita passata,in qualunquecastello o fortezza, purché in aria aperta.^^^ Finalmente,il conte (1) Arck di stato 1773. (2)Ibidem. - Inq. Frac, Civ.,B.* 1042, 27 glio lu- 325 Capitolo Undixiesimo Alemanno asserire Inquisitori, per sciagure,quella l'anima e il cuore la tutti i bella collera del potenza. Gàmbara, e aver ridurlo più umano e di Dio vivo di in- aver beneficofra implorando la più degli Inquisitori, la sopra terra^per la loro dei coniugi supplicheipocrite per le per le valide raccomandazioni dei parenti degliamici,Alemanno potèottenere di 1' esilio di Monticelli in quello di stato relegatonella torbida gioera vinezza. Zara rimase due anni, e dopo nuove mutato Zara, dove A insistenze da e nuove parte della famiglia, che il Conte gli fu gia, colla Una gli divider- a quasi un e sue ^') che Pih a giunse terra, E finisce Principidella immagine che è la rimembranza pietà del Doge la e fra tutte le come, soltanto scheletro di morte corsa rivolgeal Principee agli si stesso avea speranza di un in Venezia di andare concesso comandazioni, rac- a tentissim po- Ghiog- compiuto perdono. lettera destà degliInquisitoridi Stato al Podi Chioggia,accompagnava, il 25 settembre 1777,Alemanno, il quale dovea essere posto sotto sicura custodia, non essendoglipermesso di allontanarsi dai recinti del castello, di ne (1) Arch. febbraio di stato 1775. - Inq. Proc, Civ., B.* 1042 — 28 326 / Banditi della EepuhhlicaVeneta alcuna persona, ad eccezione con rapporti ^^^ della moglie e del figliuolo. rato Finalmente,il 26 settembre 1778,^^^ fu libedalla relegazione, coirobbligo peròdi presentarsi zia, al segretario a VenedegliInquisitori dove passòallegramente qualchetempo, per dell'indole nulla calmato nei fervidi trasporti vaer sua. il Gàmbara avea avuto dalla Tesilio, marchesa Carbonara, tre figliuoli : Uberto, moglie, Brunoro,Francesco. ^^) I due primi erano morti ebbe gran parte l'ultimo, Francesco, giovinetti, bresciani del 1797. ^^^ Il manei rivolgimenti li) Durante Arch. di Stato (2)L*Odorici e contro il Gàmbara - Inq.,B.» 40. altri storicibresciani dicono che il bando fa il pronunciato la liberazione avvenne sai documenti dell'Archivio di Stato. 23 gennaio 1760, nel 1782. Le date vanno e corrette (3)Francesco nacque il 21 dicembre 1771. Vita del gen. scritta da lui medesimo,pubbl.da F. Odorici Fr, Gàmbara (in Lett. (4)Nel di di bresciani e veneto Condulmier. Ma Salò Venezia, insorsero contro il e i zionati dintorni,affe- Gàmbara, che fa al supplizio, e sarebbe stato condannato prigioniero, cesco Napoleonenon fosse giuntoin tempo a salvarlo.Franfu uno dei cinquebresciani che recarono a Napoleone della Repabblica la nomina a presidente Cisalpina. fatto se Francesco,facendosi capo di un'orda vi rovesciò il goa Salò, bergamaschi, irruppe verno della Reil rappresentante e fé' prigioniero pubblica, Almorò a Famiglia. Trieste,1859, pag. 37). 1797,il conte Mori nel 1848. Il 327 Capitolo Undicesimo di Alemanno trimonio contessa,perduta dietro Miniscalchi conte della amante Alle scissure Le di delle ed ^^^ di contessa poi di promesse adultera Verona; domestiche La fu avventurato. non pratica col Alemanno, palese Secondo. San seguì il divorzio. il avvezzare leggi,di suddito essere svanivano ossequioso j all'obbedie figliuolo segnato ras- reduce appena dal domato quando l'ardore non lungo esilio, dagli anni,e le vive passionisi riaccendevano fra le amicizie rinnovellate,o nei convegni di uomini arditi,vagheggiandocon lo spirito inquietoxischievoli imprese. Sulla riviera di rivedere fu vista seguire il le rive del dolci della conte diportiin (1) NeU'Archivio l6 carte relative privato di a un Carbonara, vedova del col conte Angiolo Miniscalchi. Co, [SentinellaBresciana, sul e 8 ottobre di conte golfo di della 1888). Salò. ""^" esistono contessa Gàmbara Alemanno Gàmbara cia cac- Trailo,o Miniscalchi casa Alemanno cavallo, a partitedi debito di lire 7900 Marianna (2) Fossati, Il nelle barca famiglia, povera di Gardoncello turità, ma- giovinezza, Alemanno, o Clisi, per lissima, giovinettabel- Una amore. buona, quantunque fra i boschi nei dì nei d' avventure di lungo nella robusta gliamici,Alemanno, rinnovò, come focose si ricondusse Salò,ove in Riviera 328 Banditi I Il 5 Bepuhblica geonaio 1779, il ad l'amante appunto il marito di maritava conte famiglianon la casa; ma un Se veniva di- poco che non il voleano tuperare piìioltre vicongiuntodella donra, di rinnovata e quando l'amatore, acceso trafitto; fiamma, a alimento cui porgeano chiusa torma una a impedire,sdegnato, la tresca,caide osò si vide in fretta al quale fu posto fanciullo, un di Alemanno. nome la e Veneta cliente,che da indi un padre che della la porta,fé' scalar di bravi e rapì la gli ostacoli, le finestre da moglie dal talamo. ^^) Ne questa fu la racconta, durante sola avventura il suo di lui sì che soggiorno nella viera Ri- Benacense. Un dedito giovinastrosprezzatord'ognilegge,ma al Conte per lunga e fedel servitù,aggirandosi un di dì, accompagnato da una buli,nei sobborghidi Salò,attaccò birri e (1) La cadde malamente ferito. I suoi mano rissa coi buli,ve- rose, langamente palme amorapitacolse ancora e leggiadrae animosa, anche oltre i qaaransempre e t^anni,molceva le care gaerreschealle milizie cisalpine francesi nei primordidel secolo nostro. Il piccolo Alemanno morto era fancinlletto,ed an suo fratello più giovane di nei Veliti Reali e qualche anno, segai la grande armata tanti altri lasciò la vita nei gorghi della Beresina. come bella Fossati, loc. cit. 329 Capitolo Undicesimo dendosi fuga molto si e a recarono si diedero soldati, potendo,pel suo non luogo al della Il scende in mezzo, co' suoi salto alla casetta,dalla a fra lo e del a i por tempo senza Salò,fa dare a la fa trasportarein barca sponda all'opposta Corvione spiaggia, e Pralboino a risoluzioni ^^^ improvvise.Prova (1) Fossati, loc ròcca di I casa golfo,dove del V, e da e mente maggior- la brama ciò delle ricorso al un cucina ove erano sulle rovine a Pralboino con prigione. tica l'an- Massimiliano stati alloggiati erigeva un castello di Corvione palazzo.Nel la vecchia alla corsero sentiva faceva demolire Gàmbara, Carlo e lo trae cit. Alemanno (2) Il conte e (^) riardere l'indole antica servivano nere te- eglistesso,con aspettandocavalcature,che maestoso Tas- parte di terra,per dirotta al castello di Corvione. e die. guar- delle armi, le grida di contumelia strepito le minacce s'impadronisce terribili, salvamento A da custodita mentre difensori, giacente,lo stavano casetta una afferra carico d^armati, battello, un e bada Salò,lo portarono il caso, Conte,conosciuto al conte stato,trasportare mischia, in prospettante il lago, ben alla colli vicini. I grave di il ferito nelle carceri vicino l'accaduto narrar villeggiavasui che Alemanno, birri dèi meno 1' ampio focolare ampio esistono e cora an- i canili che 330 I Doge, del Repubblica Veneta 1782,della popolazionedi marzo boino, con cui si esponevano la tirannia il detta Banditi suoi tutto ciò che dalle aiutato suoi aderenti. per cui Dopo fosse stato come guai fine sa avrebbe fatto - né il terra^e che, sotto in e Capi caccia^andavano a farsi protettori di da voleva uno cestello di 0 dovevano poggiar la robba. feriva^si a mettere com- vantando pubblicapiazza in terra E cento piccolo un pagar altre la gabella rìe anghe- nitente sopportare gliabitanti dall' impe- sotto feudatario, i ai mercati Gàmbara, fruttio altro^conveniva perdere e diritto di affittarlain modo gli appartenesse col se in cielo ne giochi proibiti e Il ravano nar- di Ministrali nome diritti feudali, pretendevache la che colpiva uomini, che star alle fiere altre ribalderie. menza cle- giudicare Dio potevano non mera ritornato in paese 1778, si facesse circondare i delitti combssi per e di Pralboino il Conte,appena come detto aver la frecciata - ! gr Inquisitori gli abitanti nel sola volendolo glisuggeriva, litti tutti i de- a bandito,e dopo graziato, per soliti degli iniqui trame accennato aver perchè sovrana^ suo capriccio infami stato era il parte inaudita voleva ed esigevacon iniquisentimenti^ prepotenza a Alemanno, feudatario e coi titolo di quale,col del conte la barbarie e parte a Pral- insidiava la cui ombra alle si robbava^ Vergini la pudicicia^ I 332 Banditi fece importuna, lo bandito come che della Bepuhblica Veneta lo mandò di Brescia, al Tribunale indugio lo senza denunciandolo prendere,e fé' imbarcare sopra galera. una Gli abitanti di Pralboino delle loro voler a razione enume- bunale miserie, supplicando il Tri- prendere ed sollecito eflBcace roce. perpetue di quel fe- le minacce riparocontro la finivano "^) Gli con Inquisitori, Podestà di e a della popolazione,afflitta da feudatario. « la detestabile « nel conciliarsi « nel Ministero « può impegnare il Governo « nella « che « essere Le (1) Arch. la benevolenza onde condotta Supplicainserta "*)Ibidem, Lett. e - tutto ad num. nella lettera 11 Inq., 11 vigile esser che potessero riguarda.» lo Podestà furono Inq,,B.* marzo ciò che d'impedirean- procurare degli ordini del feudatario d'ogni ordine riconoscere in ciò che di Stato e gravemente di detto accortezza informazioni asilo al (aggiungonogì'Inquisitori) nostri emanati mazioni infor- estorsioni Turba « gli animi l'esecuzione al zioni costume, sulle condi- « sua minute Pralboino,facile gente di mal del violenze di 1782 marzo Brescia,chiedevano sul feudo banditi lettera il 27, anni marzo 1782. 1782. (^) sollecite 1782-1787 CapitoloUndicesimo e talida decidere il Tribunale ^83 a deliberare it Barchi. "^) Gerla mattina Giacomo fermodell'agente il conte Alemanno,che si trovala allora fu svegliato nel suo letto da Cria Venezia, stofolodei Grislofoli, il temuto fante iki Cal^ che gliordinò, in nome del Tribunale Supremo, di recarsisubito dal Segretario degFInquisitori. Il conte Alemanno si vestì in fretta e andò dal che gì' sino a nuovo ordine Segretario, ingiunse di non uscir da Venezia, sotto pena della suprema da « (scrive indignazione. Figuratevi il 24 aprile Venezia, 1782,un nobile bresciano) che spasimo € figuratevi, glisia venuto indosso « poternesaper hi raper tal comando,senza € gione.La domenica mattina nacque t|uesto € e la sera cerimoniale, seppe il secondo dell'arrestodell'agente. Esso Nulla si sa dippiu. « dice di Alemanno « conte « e par che rimproverarsi, « « « « « € avere non se di che la passi con tutta dopo h stato fino sempre a giocareal ponte dell'Angelo alle quattordici impreteribilmente ore, come solca fare anche tutte le notti prima; par che possa aver un temper altro impossibile, eglinon perchè peramentodi resistera tanto, Anche l'indifferenza. (1)Arch. di stato - insertanena Supplica le notti In^.,B.* nam. lettera 17 27,anni 1782-1787 1782. aprile Banditi I 884 della che Repubblica dalle « dorme mai « pranzo fa sempre « di « e la anche smagliare questa volta le reti della (^) » il conte libertà.(^) riesci Alemanno il 22 e giustizia, scriveano grinquisitori Brescia,facendoglinoto, a suo rimesso in moto sempre al 1782 di dopo vita colla contessa sua dice di divertirsi assai. Ma 19. Il alle 15 Secondo,la quale è San Veneta Gàmbara nella Dopo qualche tempo a glio lu- Capitano lume essersi primiera sua il Barchi anche fu liberato. Gr la loro pubblica indignazione che ammonimenti, in popolazione con asilo de persone conte che Pontefice Pio sommo Ferrante Avogadro, di Stato - e nel possesso à VI pubbL il merita a cettava pre- è per Inq., B.* 27. la dei feudo so xe pubblica Venezia, Lettera del Pellegrini,pag. 2. Brescia,Bersi, 1877. (2) Arch. e perchè non imparzialità, si aggiungeva che e privileggi, (1) Il timore Pralboino,di assistere di tranquillaquella Comu/nità u/n cuni al- sero quali fos- dimostrano ammoniva degl'Inquisitori, il feudatario la sgressione, tra- leggi.Il Capitano di Brescia, alle ordine di caso il lungo esilio, il lui,dopo Fobbedienza in solito, feudatario all'irrequieto davano per al minacciando, come Inquisitori, nozze Paganuzzi- Capitolo Undicesimo indignazion^e bassi so di violenze ministri ordine i ministri de e allontanare immediatamente che banditi, sa tutti i birri. E gli ordini anche L'approfitti « e sia rifformada € non « tanti avvenimenti € derse Ma dare del dei col fervorino più che vita sua alle civil,de censura. censure che » ren- (^) sto dispo- era ed all'indulgenza,giacche, coll'an- tempo, si vedono, non senza sorpresa, al fiàmbara per Difatti, quando, nel 1792,pelrincarimento grani, il popolo bresciano il rappresentantedella Repubblica,per Alemanno, ilnome plebe un del misto senso differenza fautore del di Stato (2) Francesco lo stemma - intermediario, quale incuteva di rispettoe ancor nella di paura. figliuoloFrancesco,caldo "^)Alemanno francesi, degliinnovamenti (1) Arch. sordini, di- minacciava come quetare gli animi, scelse, A modo, occasion,dopo nuove nella : presente condotta in sua gli stessi magistratiricorrere aiuto. congedare dell'amonizion soggetto alla il governo di e finivano succeder a ancora airoblìo la tutti i feudo di dimettere rifuggiadi^ là il Podestà « abbia quindi ingiuntodi dal el Tribunal dairufBcio piuttosto son ogni angarie^che afflige Gli venia di persone. 335 Inq.,B.* Gàmbara, nel patrizioe 27 - 22 mutamento rinunciò luglio1782. del strusse 1797, di- ai diritti feudali. Banditi I 336 vide Repubblica Veneta rincrescimento con di San détta cui Marco, a creati tanti finire la avea si fece tante mosse impicci.Negli Repubblica ultimi contese anni e il diavolo si vide spesso il Gàm- cappuccinoe forse nella preghiera chiesa,a cercar il conforto dell'anima,agitatada amari ricordi. bara in Morì il 29 Gli ^^^ Corvione. sepoltoin esser sopravvisseper parecchianni GiorgioLuigi,che uterino madre matrimonio Carlo con il fratello la contessa Alemanno, ebbe, nel di secondo Allegri, 1744, dal nei piliesperto dissimulatore Martinengo,se qualche volta era pericoli, (1) Sulla cauto tomba sua sollecito e suo Meno Martinengo. feroce,ma il volle gennaio 1804,a Pralboino,ma ad del tello, fra- entrava uscirne. : legge questa epigrafe si DO-M QUOTIDIANUM • PopuLO • • Anno • ADHUC • VlATOR Alcuni anni or del conte Alemanno piccolachiesa sono, DE • • VlVENS GÀMBARA MDLCCCIV • • • Mense • Ianuakii XXIX Die Precamini SACRIFICIUM TUMTJLUM • Alemanus Decessit * Aediculam • SlBI StATUIT Hoc ET • HOSPES Animab • l'avello fu Requiem e il teschio scoperchiato fu collocato sul cornicione di Corvione. scheletro,nell'avello. Ma ora si trova interno della ripostosnUo Undicesimo Capitolo 337 mai la tenacia del calcolatore mancandogli nei propositi infami. Stimò a persistere ognimezzo, purchéconducente al suo intento^ e nel castello di Orzivecchi meditò lodevole, soddisfece a vendette, tale prucon delitti, dente da sfuggir mistero, sempre alle punizioni della legge. Morì a Brescia il 14 dicembre 188:?. pur non ' 22. — MoLxsOTi, I Banditi,ecc. 340 I Stato che tu ti Banditi della serbati avesse alcuni anzi,per Venezia i suoi insti- non era giore, peg- miglioredeglialtri aspetti, dei la mollezza paesi,e grandezza,cadente una puri e forti i suoi ordinamenti? e Veneta Repubblica fu Feffetto di costumi ragione del naturai per tempo. della Tristi le condizioni terra nessuna maschi feroci, € certi animali « per « sole, attaccati alla « smuoveano una € che € quando " faccia « notte si ritrovavano « nero, d'acqua e radici. avevano del francesi perseveranza si levavano ancora La nel come e in di pan viveano » E i contadini 1789, Arturo nel Francia decimo la invece servitù province,con dell'età di IppolitoTaine cura e di uomini: erano l'agricoltura secolo. minuta dei nelle personale si tutte e una feudalità, apparentemente spenta sotto Richelieu,durava molte articolata voce descriveva tempo. suo frugavano e invincibile, piedi,mostravano in tane Bruyère Young giudicava che era in ed in effetto il La Così terra, che specie di una umana femmine, sparsi e abbruciati dal neri, lividi, la campagna, con si vedevano Marco San soggettaa in terraferma,ma sue il dini, consuetuin manteneva le vergogne e le gherie an- mezzo. nelV Ancien Regime^ con in lui particolari, non quella disgiunta Dodicesimo Capitolo dal ha largoe profondo, giudizio MI seria fattodella mi- francese nel secolo decorso zione descri- una terribilmente efiBcace. minciarono del popoloincol'oppressione in Francia poco dopo la metà del XVII. Nel 1715,morirono di fame e di La miseria secolo e miseria sei milioni di persone, e il vescovo di Ghartres asserivache gliuomini mangiavano erba come i montoni, e morivano come mosche. di Glermont vescovo E, nel 1740,il Massillon, scriveva: « 11 popolo delle nostre camFerrand, « pagne vive in una orribilemiseria, senza letti, « senza masserizie; per una metà dell'anno esso di pane, d'orzo e d'avena, suo « manca perfino nelle unico cibo. » Il re, i nobili e il clero, « si facevano cui mani erano concentratituttii poteri, i loro i loro capricci, pagare il loro lusso, che dilettidal popolo e dai piccoli proprietari, non contavano nulla ed di tasse in erano di 54 ragione per e converso vati gra- di perfino 100 di rendita. E finche v' erano 71 per miseri morenti fame,la cameriera della reginaspendeva il capitano di caccia 30,000lirein candele, 20,000lire in colombi,e a corte v'erano 295 48 medici è farmacisti^ 75 cappellani, cuochi, ventava del tempo,il male diGol proceder 45 lettori. mento insanabile. Non più soltanto il sentis'imla disperazione della miseria, ma di I Banditi 342 padronivadella se E delia Repubblica povera gente, la quale popolo siderava de- non la morte. non in Italia quale era e Veneta la vita? Nobili oppressori commercio oppresso, industria e inceppatidai monopoli, agricolturaimpedita dai dalle e privilegi manimorte, proprietàmal difesa, libertà sconosciuta. Le terre dello Stato Pontificio, giacevanopiù d'un lungo l'Adriatico, quinto infruttifere. Negli di Clemente dodicimila XIII,si registrarono omicidi,di cui Napoli,i paesimancavano segnidella civiltà e, al dire del regno abbondavano e della servitù e vasti letta, Col- impronte della tirannide carceri massicce, monasteri castella, : vescovili case è le sterminate,pochi palagi tra fortificati, In alcuni tuguri e capanne. si sola quattromilanella di Nel capitale. di tutti i del pontificato ultimi anni infinito di numero villaggiil popolo bestie,dalla inclemenza come riparava, stagionisotto graticcie nelle delle grotte. Dopo questi e molti altri esempi, che si potrebbero citare,pensando alle condizioni,per quanto zia, misere,delle provincesoggette a Vene- e' era vide « Bergamo Viva Il Daru a da ancor San da gridare con lontano Marco ! Renzo, quando : » stesso,quantunque fieramente Venezia, non può negare che la avverso Repubblica 34S Dodicesimo Capitolo abbia offertoai suoi popoli un governo regolare., fermo^savio^economo^ un^ amministrazione molto con quelladegli paragonandola specie saggia^ in balìa di laceratidalle fazioni, Stati vicini, (') tirannuzzi. « Ad ognimodo » bene osserva un vole autore- isterico del « « « « « « « « « « « « « € « « ProsperoAntonini^ Friuli, tra le condizioni material [ istituendorapporti che erano e morali del Friuli e dell'Istria, in dominio dei Veneziani lo scorso secolo, delle accene le condizioni di queiterritori i qualitrovavansi sottoposti nate province, Vecome all'Austria, egliè facilepersuadersi si nezia italiana, e certo con più sapienza, alla prosperità dei a provvedere adoperasse il che la Repubblica non sudditi; angariava con non gravitributi, popolo, l'opprimeva levava soldati per forza, tolleiava non non il peculato dei le esorbitanze baronali, ne e con ne le ruberie dei cortigiani, magistrati, favobuone leggimanteneva l'abbondanza, i progressi riva l'incremento delle arti, delle scienze.» In Istria, percorsa durante il secolo XVIII da ladroni diversi di religione e di stirpe profughi rumeni, albanesi, morlacchi, montenegrini, — (1)Daru, Storia della Bep.di Venezia, lib.XXXV, g IIL 344 Banditi I della Veneta Bepubhlica serbi,illirici, liburni,erzegovesi,ecc. da nezia Vefrequentie terribili pestilenze, saputo affezionarsi avea la con giustiziapronta considerati leggi — i lata,il commercio delle derrate veneto, Tolio 4 tempi a 5 al e Lo stesso chiaramente soldi era 26 boccale,e popolazione buone proprietàtuie- la — ravviato. indica la imparziale,le e il frumento male: soldi vagliata tra- — che prezzo si viveva non lire 26 allo staio a alla libbra,il così tutto in vino a zione. propor- "*) Le ragionidella decadenza molteplicie consanguinei,dall'ozio, dall'egoismo,andava se più chiudendosi idee che vano incomincia- sempre stessa,e le audaci ad scoperte, i crescenti nuove della civiltà,benché non potevano, decrepito e sfatto,beneficamente idee feudali e le idee divise,si la vecchia (0 Gap. un univano Le città e Parenzo, 1892. operare. le castella per le ormai corpo così filosofiche, Repubblica,ciascuna Tamaro, XXV. sovra bisogni ignoti fra fossero lagune, non forme, ri- di il desiderio agitareil mondo, le furono generata indole. L'aristocrazia de- di diversa dai matrimoni in veneziana Le fondament pro- minacciare secondo le sue deìV Istria, voi. I, Dodicesimo Capitolo mosse Ma S45 A chi pareva di andar iniziali. a chi troppoindietro. ormai al feudalismo nanzi, troppoin- più se la spolpata di una non froUaggine servilità, gorìa scossa a quando a quando dalla malvagiavidel delitto: o riottosio impecoriti. DI alcuni feudatarimalvagi ho narrato, colla scorta dei documenti, i più nella triste le geste;ma solitudinedella loro bicocca passavano i giorni in un morbido anneghi ttimento.Non commerci, cui mannon non cava industrie, guerre : la mano il brando arruggil'occasionedi stringere nito degliavi,non credeva dignitoso spianarsi nel lavoro plebeo. Le spese di rappresentanza^ affidatail più l'amministrazione dei patrimoni dellevolte a mani infide, le gitea Venezia asi patrimoni, così che i nobili di sottigliavano terraferma conservavano la sola vanità del titolo^ il corrispondente duto, senza Se,come si e vepotere. in alcune rócche tetre e minacciose, su si tramavano biechi e sanguinosi qualcherupe brulla, in molte altre, non meno disegni, nali, sinistreall'aspetto, nelle lunghe serate inverla famiglia del feudatario si raccoglieva focolare della cucina, mentre intorno all'ampio il vento sibilando dalle finestremal chiuse, dui faceva onvetrini a piombo filato, verdognoli non restava 346 I Banditi delia Repubblica dulare le tenui fiammelle donne facevano vicine si quando questa esistenza trascinantesi ricorre della altre il in un canna e il delle o e ancora le il presentimento risveglio popolare: nuove chie vec- dottrine langa canna Alla quattrolucìgnoli. lacerna a tre o lo smoccolatoio,il fasellino Sand, colle tinte romantiche Mauprat menti raffina- delle rispetto il per maglie e terribile una late deso- castelli penetrava idee e l'orrore appesi con coperchino. Berry. in alcuni nuove d'argento,a sono descrisse in che an- effettuò furono incredibili da e prossimo e sì chiama d'ottone (2) La le campagne altri il culto tradizioni vaso rori, er- purissimo del brigantaggiofeudale ferocie la luce e pregiudizi ed molti malvagità.^^^ Ma di i nobili imprese fino agli ultimi giorni oscene (i) Cosi regioni dove siero pen- coraggio di compierlo.Certo il monarchia, e di o delitto, ad orrende da onde, torpida nullaggine, il a E la rivoluzione sue dal però il sentimento e sue che in in Francia le mondo macchiata o mezzo aveano dovere il rosario. travolgere nelle a signore, terrore guerrieri catafratti, guarda a questo rurali,in il contrade,sgranava venne a della fiorentina.(^) Le mentre calzetta, da tanti discendente delle la Veneta di mezzo la vita feroce di alcuni secolo fa, feudatari del 348 I Banditi vano le loro della spade così Bepubbliea Veneta quella 'del padre,aggiungendo sopra nuovo un bagnato di ramo genealogico,i all'albero tutti innestati sullo stesso cui rami gue san- erano di fedeltà tronco e d'onore. ^^) Si comprende così nobile vecchie suo i fondamenti malgrado quegli affetti e di baronali e Marx, si e il religiosa, senta per culto egli stesso,il come futura. ammirazione riconosca logicorivoluzionario, dell'esaltazione società altare trovarono delle tradizioni vorrebbero stesso compreso che distruzione della lo come di anche imporre rispetto delle antiche e comprende manieri gli esempi come che sulla intera idee porre Si ciò vita,debbano coloro a per nei freddo che il fremito cavalleresco siasmo, entu- tica, degliuomini all'ancolo si sieno affogate nell'acquagelidadel calborghesia,la quale ha egoisticodi una la dignitàpersonale, valutato quanto si paga la libertà di ha proclamato il nudo interesse, commercio senza scrupolie Pavido pagamento a pronti contanti. Ma non degna di molto rispettoera invece la vita di molti feudatari veneti negli ultimi le alte melanconie ^1) Costa -i8,1879. de Beaubegard, Vn homme Pad^autrefois. CapitoloDodicesimo della tempi Repubblica. Per ci vorrebbe ritrarla darci bricconi umani rispetti o imbecilli del tempo, egli però ci un suo di penetrar del maniero aveano barbuta. Stato lo fé' guardingo e scandali sorrisi, impedì però La e società lo con sguardo "^) è commedia tefosco, presso Napoli,ma T indole dei manifesti fanno personaggi li deve castello del qualche la provvisione il Goldoni scrive da Leoni da fatta me del certo averlo Friuli degli altri nelle a W II sue della a Mon- parlata del conosciuto caratteri Memorie vi il e Florindo compilarvi Feudatario, commedia e del Veronese. Veronese^allorquando Impresariodelle nelle nativi il in fatti In- ridicoli^ (cap.XIII), feudo Sanguinetto^ questo signore per verbale. o la e del marchese Veneto, e l'originale commediografo gli la parrucca preso il posto del cimiero della ziana, vene- minuetti,non feudale,dove scena e vanesio. Se la gelosa far la satira dell'alta tutta codino satira fino rapidoabbozzo,una dello sorveglianza nel fedele dei nobili e garbatadel giovane feudatario fu di pitturacompiuta ha lasciato sale Goldoni. impedito al grande commediografo una cauto i e denza, evi- con di Carlo la penna E di vero, quantunque i timori abbiano 349 del conte fui condotto un rendite della processo giurisdi- in tre atti in prosa. I 350 Banditi della zione è Pantalone della dei nanzi chinate din- si sarebbero le cappe ai farsetti.Ma anche ormai anclie le pecorelledella essere tosate almeno il carità^da chi,osserva beveva fasseva gnente. e no dispostoa rispondere il popolo si sentiva capriccidel feudatario,pagando, ai Pantalone col tributi in tante Ma altro e allora le Goldoni tutto finisce Florindo, reso la Sindaci i vanno a dai cauto feudalità della dopo ma il 1797, incominciò veneta popolo,che fu il nità Comu- contenti. Così casa commedie, l'autore tragediae i senso, pagando legno. del e feudatario, per dice come di disastri, sposa Rosaura, figlia dai i contadini finivano anche de il marchese e pericolie un monede commedia nella bene, arguto buon suo popolo, voleano giurisdizione^ con Arlecchino,magnava^ Anche Veneta Bisognosi, rappresentante già sentiva prossimo il borghesia,che tempo in cui Sepubhlica la la recitò in francese. A Venezia la quando la gaiezzae feudalità non però,eziandio società si andava la le corruzione, misero una festoso in cercaria al consuetudini Ridotto,e piazzaSan Marco canzonatoria che facevano rurali, dissolvendo radice. I mai i loro zecchini e negliultimi tempi, risuonar fra della patrizi perdevano il popoloarguto guardava con i nobili rodomonti gli sproni sul la- CapitoloDodicesimo strico. Anche e fra le ma violenti, 351 v'erano lagune in città più po' la giustizia un po' l'indole del paese un efiBcace, di le soperchierie possibili di terraferma. Goldoni,la del buon Brighelladi « Eh, lustrissimo certe Venezia no Ottavio,dopo coro? de- con dei deglisgherri, la mia godere patentidi miei zione. proteservi. » rimando: patron,questo prepotenza. Sotto i malviventi sgheri e tezion,e a delle E cielo i dia comme- vivere,e vivere volessero loro con del voce Nella senso. fossero vi se malviventi,che viver la patrimonio,esclama: suo Vediamo da certi castellani Moglie^^^ il marchese Darò vano rende- non ancora soccorre posso fare per Che « Qui voce la Buona sciupatoil prepotenti bulae,che le se sto xe paese benedetto i trova no pro- lontan de qua, usa pratica,e se no no le se poi » praticar. Un quadro brioso feudatari è di vivace e neti ve- scrittore immaturamente uno sottratto alle speranze della vita dei e alle dell'arte: allegrezze IppolitoNievo. 11 castello di Fratta a sporgenze, rientrature, sue torri (i) Atto e colle e rivestite col gran torricelle, I, scena Vili. facciate tutte a colle d'edera, ponte levatoio 852 I Banditi delia Bepubhlica Veneta scassinato dalla coi cortili pienidi fangoe della frontoni vecchiaia,coi col pollerie, di cappella dalla gotici, panile cam- schiacciata pigna saluti del fulmine,risorgedal pei ripetuti mucchio di rovine pianura friulana. nella solitudine mesta E nella immensa suo della cucina,nera di fuligginesecolare,ingombra per tutti i sensi da enormi da colossali, credenze,da sterminate,solcata e della notte da di Fratta: umile la processia di bosso T sdrucito, pronto chi avea buoni settimo delle comandante ma, nei di ventre; il vecchio che dar pugni e ragione zecchini dell'alta e il Conla corda le dabile, Cernide,dal cipiglioformi- còlto pericoli, del portinaio sempre castello e dal mal armaiuolo, scienza, parecchiomicidi sulla codi rappaciarsi trovato il modo buio,con avea celliere, Can- slogatureguarivano,alla giorno;il capitanoSandracca, garbo che peggio,al mano raccogliere a poiché sapeva all'uoposollevar tanto latto, scar- ascella;il esecutiva,cognominato giustizia ciaossi un sotto tra sempre tasca; il Cavalcante,incaricato bassa con gallonatadi pezzuoladel padrone e dispostoa nei in e giorno dale congregazionefeu- cenere pezzuola turchina la del ora colla signorConte castellano, il la tabacchiera e ogni la tutta color zimarra lunga in vole ta- quantitàincognitadi gatti una bigi e neri,rivive armadi CapitoloDodicesimo da Domeneddio, cantando raccogliendoimmondizie con e concimare 353 mattina lungo sera vie, per affitto dal in Campetto, avuto un le a (*" Conte. stuporeangosciosovinse glianimi quando Uno nei silenziosi castelli e giunse la fra le notizia della caduta Pareva popolose borgate della veneta pubblica. Re- immortale quel governo glorioso per gesto guerreschee sapienzacivile, per civiltà e potenza ! Molti fra quei patrizi che, a avevano Venezia,nella sala del Gran Consiglio, assistito al gran addolorati si matricidio, e trassero parte in dis- avviliti.Parecchi altri invece, del patriziato corrotto,mal rappresentanti sopportandola perditadegli antichi privilegi, ultimi lasciavano le lagune nelle loro ville dove andavano e nei loro castelli di e potevano esercitare e dove agli occhi avea ancora la gente avendo la visione bene ancora dei appreso una a dimorare terraferma, pero larva d' im- tuttavia, dinnanzi non grandi signori, a ribellarsi contro le prepotenze. Le patrizioFoscarini dopo la caduta della Repubblica, possono mostrare P andare del mondo di passagin quel momento gio di avventure dalle vecchie (1) NlBVO, 23. — un alle nuove Confessionid'un MoLMSHTi, / Banditi^ ecc. idee. ottuagenario,cap. I. 354 Le mi varie vicende raccontate da tratto tratto slanciarsi colla le della fino Davanzo, che, robusta sua di bovi il sensale patrizio testimonio un pochianni fa,portava la facendo del veneto Giovanni vita, certo Veneta Bepubblica strane e furono sua a della Banditi I memoria, Treviso a sue vecchiaia, ticando dimen- e prosaiche, per cure nel fedelissima, ancor passato e rivivere ai tempi della combattuta e procellosagiovinezza. finì,della antica schiatta dei Quando Venezia Foscarini rimanevano non Giacomo della letteratura ricca baronfa una a vastissimi,che le due ove Ga' Cotoni Mosto, San dei tenute e Stino e 48,000 campi Il cavalier a a la unica e chiamavano il fiume di Livenza, Oderzo. di a suprema di Francia di Fossa,Torre Oderzo. Si computava proprietàdei a Nato nel fumi, ed ritenere 1768,allorché era riverito, ancora la era sua legge.Tutte gli mettevano circa fratelli Foscarini. Giacomo, primogenito,stava pieno bambino veneziana. Gorbolone, per divergereposcia e si manteneva da si Foscarini, salendo Ragadura,. Gorgo a fratelli, Corfù, a.veano possedimenti dall'estrema Gaorle, Sant' Elena, Bocca toccavano due non Giuseppe,nipoti del doge Marco, e l'insignestorico Oltre se stato orrore, il patriziato sciuto cre- assuefatto volontà le idee dinario d'or- come nuove e nute ve- quando 356 1 Banditi chierie,che a non rischio di della Repubblica rade volte lo bene aver Veneta messo avevano le accarezzate zie patri- sue spalle. In vita di scapestrato, gl'intrighi quella sua d'amore luogo.E le allegredella usanze continuare un certo Ma tutta la tradizione il nome qualcuno in campagna ossequiosa ond'era saltasse la al mosca i Un ed bel mattino i traverso il seminudi donna Era nei faceva poca, che a le prepotenze per D'altra parte qualiil popolo da sé, e giustizia d'estate del duta perDio nella cappello e la aver al casolare in cucina. In un di dimenando una bionda Polidoro. Oderzo, le sue Nelle nel ricciuta e villa di sua ed mazza camminato suo un angolo due giocavano,mentre, stava seppe 1816, S.E.Giu- annoiandosi campi. Dopo giunse entrò era trizi. pa- quale criterio. con Gorgo, prese pezza, tempi pazienzasi Foscarini a dei e parecchievolte protervo patrizio, incominciavano poi cora an- circondato naso in seri imbarazzi. sa leva egli vo- impedivano s'era imbarcato la primo durava ove Foscarini,non del città rispettoper gli eredi la sua autorità, che non e dei il al Foscarini tenuto aveano sul uscì lunga fittaiuolo bambini una focolare, paiolo la polenta. contadina,la ria Ma- domeniche, alla messa di rosee sode come pe- guance e 357 Capitolo Dodicesimo sche duracine,i suoi suoi capellidel colore facevano occhi grandi della azzurri spiga matura, la più bella tutti la sposa proclamare da i e dei dintorni. Allorché il Foscarini fé' per abbandonare sedia una del continuò padrone sorriso di il angolo un che col mestolo della resistenza in si animò i bambini dietro alla contadina dal non darsi suo questa volta la TafiFerrò e e e a gridando, fuggire quel s'aspettava per fuggenteallungando afferrarla. Ma ventati spa- puntigliodel patrizio,, il volendo non rifugiòin si mano strillare. a Il Foscarini portico. contrasto,e, stringerle schermì, lasciò cucina,mentre seguìsogghignando la il con e, baldanzose, gagliardamente.Maria, divincolandosi riesci a liberarsi da quellastretta sotto polenta, contadina fé' per e vita. Maria si davano La la le forme e la donna la paiolo e cenno un scarini di scodellare. Il Fo- alla bella vezzosa ver^o mani colle ad done compiacenza sinistra,ammiran- testa si chinò paiolo e per offrire rimescolare a il momento si avvicinò la il ria Ma- cucina,la ma inatteso, all'ospite finche venisse un in entrò vinto,corse le braccia rarsi libe- Maria, per persecutore,alzò il mestolo lasciò andare Giuseppe con forza sentì sulla faccia salire una fiamma al per e lo rini. Foscaal viso, 358 I Banditi ci vide non delia più e nel dorso si dell'erpice angoscia.Il che alle accorrevano visto l'orrendo grida.Il dalla tasca che una e la cadde rimase per tadina, con- prato vicino, marito la Oderzo si Il Foscarini Gorgo, trovò modo trovarsi colla carrozza della Maria, il Foscarini Ma fuoco sul tadino, con- salvarsi dalla verso siepe,e fuggìattra- che stradale, a strada masseria dei Si suonò il presto, in sguinzagliò traccia bosco di il cocchiere di nel nascosto certa una conduce dopo mezzanotte, galoppo da Gorgo e si mezza si diffuse ben d'avvertire tocco casa nel e per stecchito, dell'omicida. a urlo campi. di sbirraglia sullo un parentidella fece pistola, notizia del misfatto La i Tuccisore. gente minacciosa, saltò i diede nuca spettacolo,si slanciò furibondo falcetto contro trasse portico.I infissero nella falciando stavano suirerpice, il sotto Foscarini finché impietrito, istante col rovescioni della poveretta,che di suprema un cadde e colle punte all'insù denti in ferro sulla povera all'assalto brutale rinculò barcollando, vacillò disteso Veneta furente si slanciò e donna, che Repubblica una a Gaorle. da si aflacciò Torre a di Mosto, Gaorle,alla porta della Davanzo, fittaiuoli campanello al Infatti, partiva di carrozza fermava di notte ora e del il vecchio alla finestra. — Foscarini. padrone di Sua Eccel- Capitolo Dodicesimo lenza Giuseppe fino Il Davanzo Il il ripartìcon quale,com'è di fare alcuna da alcuni se e si arrischiava notte era sulla ordine del Foscarini, battè alla piazza di del porto Trovatemi vela e barca quell'orae a Mille spallee un testa letto. capitano, che carrozza. Una perplesso. poco fretta? poi ma Per dar an- mente rapida- si strinse nelle obbedì. grossa pronta,spiegò le vele il Davanzo s' imbarcavano l'ancora : pitano ca- grossa barca al tanta con carrozza porta del congetture passarono sua breve, una e la sportellodella capitano rimase per la e per Davanzo, per indugio una senza disse il Foscarini — dove? In Gaorle. Il lo fé' alzare da s'era presentato allo Il tucciato, rincan- rompere alta,quando ancora giunse a stava ne dal bene minuti, viaggiatore. nuovo non credersi, domanda, toccava il silenzio. primo — compagni ac- comando. un che figliuolo, un guardandosi La era e diciott^anni, dopo carrozza T — padrone fé' vestire i appena Gaorle. del al Davanzo figlioGiovanni vostro a desiderio Un la disse il cocchiere — che desidera — 35^ per e barca dopo pescherecciafu due scarini giorni il Fo- giungevano a Gapo d'Istria, sopra Alessandria una nave, che d'Egitto. levava I Banditi 360 I due della di ventina al Cairo. L'umore era non era mutata prima. E in è certo ma come, moglie di per La un riceveva ne qui intrigomaledetto. un erano rata sciopepigliarsi d'im- niodo trovò il Foscarini teva po- non alla vita tornare anche in gran tal modo in e di amante si Non ebbe, sa la con durò che ripesco, qualche tempo ignorato. bellissima schiava si trovava Ma la tresca traditrice al colPamante Bey, che col del si rivolse al serbata la triste sorte in un fuggitodal dal avvertito la sulle glie mo- furie cilicio e e scarini, il Fo- contro indubbiamente finire i suoi tempo, a Cairo. Mutato poi stata di sotterraneo fedele lanza vigi- piante dei piedi.L'ira quale sarebbe impalato,se, alla digiuno,col sulle una luogo appartato. accusarono montò colle bastonature offeso in a lungo isfuggì non castigòl'infedele marito da turca, accompagnata degli eunuchi, i quali e Foscarinz inquietae potente Bey, un del capricci,che che poscia la terribile avventura; Denaro tutti i dria Alessan- recarono gaio V indole lievi;potea ne si giornie fratello Giacomo, levarsi di ad dopo mutato copia dal pochi fermarono sempre avventure. nuove Veneta si viaggiatori una non Bepubblica non nome, non giorni si fosse scosto na- fosse nottetempo pagnato accom- sempre Davanzo, approdò a Corfù, Capitolo Dodicesimo dove possedevanouna i Foscarini acquistatapoi dai Marcello. riuscendo giorni, non di attenderlo recatosi sera Davanzo non di della nome bellezza ebbe al osservare dalla quale ballerina, gli occhi. Amalia Bertiny, infatti d'una ballerina,era Foscarini non più riposo.Più bella,più fresca,più veduta. Ma, quel che la sempre Un a più diceva che Bertiny alla desideri a Gorfù Davanzo, nelle amata l'impresario all'albergo la volta di dando ballerina, Gorfù. dell'Amalia nove anni Qui parve si acquetassero 1 incomposti dell'anima rimase mai aver zecchini,e quindi partiva cento nell'amore del Foscarini, padre felice di tre Foscarina,Amalia, Adelaide,e di fanciulle, bambino Ma per d'amore nome e traente at- bella. bel dì fece chiamare in compenso il non eroe, l'ultima donna del teatro,si fé' cedere colla di egli confessava del nostro avventure e avventura. nuova abbagliante.Giuseppe donna era veniente con- lui,partìalla al teatro, fece slaccare sapeva una bellissima una tale il stanza Parigi. Qui doveva Una alcuni dopo Grecia la baronia, vasta Ma all'inquietoanimo volta 361 un Felice. di felicità non si vive, l'andar del tempo, la borsa diveniva smilza, giacchepiù rade si facevano sempre e col- più le rimesse I Banditi 362 in danaro dellckBepuhblica Veneta fratello Giacomo, essendo del le ste va- condannato di Giuseppe Foscarini, proprietà in Il contumacia, sequestrate dal fìsco. lier Giacomo, stufo di accontentare i capricci che dello scapestrato fratello, gli scriveva di mettere tempo la testa liberamente rimasto colle ultime borsa, Giuseppe chiamò l'Amalia e li fece prescrizione, poteva il Davanzo, gli affidò partiretutti e di Giacomo Oderzo, allorché di posta, e carrozza una e due dal la patrizio,cui del sposa non ogni maniera nel Giuseppe. Il la e riguardi.E furono vent'anni,ritornava un era punto discorsivo, le liete e il mese, un del coglienze, acbiluomo no- esilio di Oderzo. a Giacomo, benché gli brillava l'animo cognata nuova Giuseppe Foscarini,dopo e il Davanzo difetto le vecchie allorché,trascorso Il cavalier entrava presentòa Sua pari cordiali gli abbracciamenti oltre dino giar- sUo cancello cavalier accolse di Italia, dato accomo- vi scendevano facevano gentilicostumanze, per F aver stava ne la ballerina. Il Davanzo Eccellenza con se della razzolature dopo promettendo raggiungerli, alcuni negozi. Il cavalier tino, bel mat- Un Veneto. nel tornare era e geva aggiunpartito, a della che, valendosi cava- fosse poco in fondo sivo espan- affettuoso, di poter riabbracciare il 864 Banditi I Foscarini Coi Davanzo voi Il Davanzo rimase il patriziousciva l'uscio dietro tra i due fratelli si e minacce Il cavalier La Oderzo narrarono di il a in montò carrozza ordine a Giuseppe como Gia- si fossero udite e la nezia. Ve- partì per lasciava carrozza ballerina,che piangeva, i Il capelli. di condurre un alcuni Davanzo- l'Amalia Ber- brigantinogreco, la Corfìi,coi suoi figli. Foscarini dopo qualche anno, si morto stabilì di molto a Giacomo, che le ricchezze e molti assottigliate sulle campagne. Venezia, e il fratello s'accorse raccogliendol'eredità, s'erano Eccellenza e un'altra stessa Trieste,d'onde ricondusse grande Davanzo,glidiede urlava,si strappava tiny il come Sua stesso Giuseppe,irto,severo, ringhioso sera avuto chiando sbatac- di morte. col Davanzo aveva — terribile scoppio un frantumi, e quanto mai, chiamò ordini,poi ad venne stanza fosse ito in grida que Dun- dallo Quel giorno se. a d' ira. I domestici specchio della parigina? smarrito fiato, senza il la nobile — canzonandomi? tradivate, mentre spavento, la verità. torve baldracca una mi pure tonda e occhiate sue è che non il povero scherzava,e saettando gridò il patrizio, — delle Davanzo sposa si non Veneta BepiMlica netta spiattellò Dunque — della debiti pesavano . CapitoloDodicesimo Alcune di poco si vendettero in terre quelleche poco nelle mani a 365 e le rendite fretta, restavano,finirono ancora 'ff?r"y^-y^^W^ a dei creditori impazienti. lontana, non pensando mai alla famiglia Giuseppe, dalla mala e piega punto impensierito de' suoi affari, continuò la vita allegra, finché, colle improvvidespese, diede fondo agliultimi rimasuglidel suo avere. Nel 1839,il cavalier GiuseppeFoscarini moriva in fra buia ed umida una gli stenti Così e la miseramente di un stanzuccia a terreno, povertàpiù squallida. finirono parecchirappresentanti mondo eh' era stato per sempre distrutto. il popolodelle cittàanche Dopo campagne a poco a la gente delle chezza poco si rialzava dalla fiac- a cui Taveano dotta condalFavvilimento, E i giovani, ché benle violenze dei potenti. 0 nati fra le vane promesse di una mendace della straniera e le onte o tra i danni libertà, moti e rea tempipaurosi servitù, guardavanocome in cui il volere di pochiparlava quei giorni e teneva più alto della giustizia gli umili in dezze le nefansoggezionetirannica. E tra i delitti, e francese la la bestiale violenza della rivoluzione sante conquiste, apparivanopur come dei dirittidell'uomo e l'eguaglianza proclamazione nella legge. I 366 E Banditi della la rivoluzione invero,quando bandiere le con i della Convenzione popoli dalle i rottami seppellìsotto signorie, la tirannide francese corse, della vittoriose redimendo l'Europa, tuUa Veneta Bepubbìica dei ardue vecchi forza,le pretese stelli ca- della i privilegi della imbecillità, ingiustizia, fami gl'intitolidella usurpazione.Certo, l'evoluzione i progressi che, ideali, apparecchiaquasisempre vi ma feconda,si ogni cosa come anche necessaria cui sembra a nelle vicende momenti sono fanno a poco dei popoli,in la rivoluzione Era forse necessario che la tirannide dovesse non esser bastando a poco, distrutta col ferro temperarlae vale medie- col e tale. bru- fuoco, mitigarlale a per quanto savie ed ardite. Era forse colla disciogliere forza forme, ricessario ne- quella compagine di privilegi, di pregiudizi, fatta d'interessi, vigorosa dai secoli,per poter la libertà civile,che è uomini la coscienza penso dei sconvolgimento mondo tetro e •one e del debba Francia a denzione, re- ribile quel tertutto se di misfatti cadde pare, nonostante in cui la rivoluzione sentenza fede, la un lenze, e di vioignorante di pregiudizi di abiettezza mi di la agli popoli.E allora che la società moderna come assicurare in frantumi, in gli orribili eccessi, trascorse,non Taine, il quale chiamò il trionfo della brutalità sulla sia giustala la rivolu- intelligenza. Dodicesimo Capitolo Le larve del 3G7 pre; spariteper semi muraglioni, i barbacani, i torrioni non d' inspirazione al pittore se non servono e al poeta;il sibilodel vento tra i merli dirutidelle passatosono tetre rócche sembra mondo e di la voce lamentevole di un macchiato d'ogni efferatezza, defunto, alle rovine sorge la luce fecondatrice dei nuovi fermenti di una vita che s'infutura mezzo splendenei secoli.Accanto alla miova s'innesta il truce ricordo.Dalle piaprosperità nure dominate dai'mozzi castellisalgono su le voci della vita e del lavoro, arrivano all'orecchio allegre le gridafestose dei reduci dai mercati, il muggitodei buoi, il canto dei galli che si rispondono i colpi di cascina in cascina, chi, secdei martellisulle incudini.E in argentini la fattoria, fondo,tra la verzura folta, biancheggia della vecchia rócca. costruita colle pietre e FINE.
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