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Responsabile - Lodovico Antonini
RASSEGNA STAMPA
Anno XV - 20/11/2014
A cura di Bruno Pastorelli – [email protected]
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Sommario
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MF-MILANO FINANZA giovedì 20 novembre 2014
Banche L'Abi conferma la linea pregiudiziale su Scatti e Tfr. Duri i sindacati - Sul contratto tutti con Profumo
- L'esecutivo dell'associazione bancaria ha confermato il pieno sostegno alla propria delegazione - Oggi il
nuovo statuto che eviterà altri casi Mussari e Berneschi. Taglio del 5% alle quote associative
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IL SOLE 24 ORE giovedì 20 novembre 2014
Fabi: le Bcc siglino l'intesa per prime
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IL SOLE 24 ORE giovedì 20 novembre 2014
Contratto. Per i sindacati il solo riconoscimento del potere d'acquisto non basta e minacciano lo sciopero Abi pronta allo showdown - Sì al recupero dell'inflazione ma blocco strutturale degli scatti
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LA REPUBBLICA giovedì 20 novembre 2014
Banchieri, addio superbonus - più controlli - ecco i paletti di Via Nazionale sugli stipendi
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IL MESSAGGERO (SU 15 EDIZIONI) giovedì 20 novembre 2014
Stress test, le banche sul piede di guerra - `Proteste in Abi: mandato a Patuelli per un intervento sul
governo e su Bankitalia
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CORRIERE DI SIENA/VITERBO/UMBRIA e MAREMMA giovedì 20 novembre 2014
Sileoni, segretario generale Fabi: "I banchieri cambino atteggiamento. Tagli? Potrebbero ridursi lo
stipendio del 30%" Contratto, i bancari pronti a scendere in piazza
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BRESCIA OGGI/L'ARENA e GIORNALE DI VICENZA giovedì 20 novembre 2014
Da Bankitalia una stretta su compensi e bonus
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Anno XV - 20/11/2014
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GIORNALE DI VICENZA giovedì 20 novembre 2014
CREDITO COOPERATIVO. Il contratto regionale sarà fino al 30 dicembre Bcc, stop integrativo Fabi:
"Faremo muro" Novella (Federveneta): «Tuteliamo tutti i posti» Azzolin (Fabi): «Scade a fine anno,
coltello alla gola
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ITALREPORT 19 11 2014
CONTRATTO BANCHE CREDITO COOPERATIVO
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Articoli
MF-MILANO FINANZA giovedì 20 novembre 2014
Banche L'Abi conferma la linea pregiudiziale su Scatti e Tfr. Duri i sindacati - Sul contratto
tutti con Profumo - L'esecutivo dell'associazione bancaria ha confermato il pieno sostegno
alla propria delegazione - Oggi il nuovo statuto che eviterà altri casi Mussari e Berneschi.
Taglio del 5% alle quote associative
di Luca Gualtieri e Antonio Satta
La rottura delle trattative sul contratto dei bancari è sempre più probabile. L'esecutivo dell'Abi, riunito
questa mattina a Roma, ha chiarito che la posizione annunciata ai sindacati dal capo-delegazione
dell'associazione, Alessandro Profumo, è quella di tutti i banchieri. All'Abi nessuno parla di pregiudiziali, ma
resta il fatto che le banche vogliono una riduzione strutturale del costo del lavoro e che questa passa
inevitabilmente per la sterilizzazione dei meccanismi di adeguamento automatici (scatti di anzianità e
rivalutazione del Tfr). Margini residui sulla parte economica della trattativa (recupero dell'inflazione a parte)
sono rinviati alla contrattazione aziendale. «Il comitato esecutivo di Abi ha pienamente confermato la linea
portata avanti fino ad oggi con la solita compattezza che il presidente sa assicurare», ha detto infatti Profumo
lasciando l'incontro, mentre il presidente Antonio Patuelli gli ha confermato pubblicamente «la fiducia e la
stima» e «tutto il nostro appoggio». Discorso chiuso, quindi? A sentire le repliche dei sindacati sembrerebbe
di sì. La Fabi, che sta tenendo a Roma il consiglio nazionale, aveva minacciato lo sciopero addirittura il
giorno precedente l'esecutivo. «Se i banchieri continueranno ad adottare la linea intransigente, siamo pronti
a scendere di nuovo in piazza», ha dichiarato proprio il numero uno Lando Sileoni. Se non si arriverà tra le
parti a una condivisione del percorso per chiudere l'intesa entro fine anno, è insomma assai probabile che i
sindacati decidano di convocare le assemblee dei lavoratori per iniziare azioni di mobilitazione e da parte dei
banchieri potrebbe conseguire una nuova disdetta del contratto vigente e prorogato al 31 dicembre. L'ultimo
sciopero della categoria del credito (il primo da 13 anni) è stato il 31 ottobre dello scorso anno con massicce
adesioni dei lavoratori.
Ieri intanto il mondo sindacale si è occupato anche del delicato rinnovo contrattuale del credito cooperativo:
«Se Federcasse rinnovasse il contratto nazionale di categoria dei 37 mila lavoratori del credito cooperativo
prima dell'Abi, sarebbe un bel segnale di differenza e autonomia», ha dichiarato Sileoni durante il confronto
con Alessandro Azzi, presidente di Federcasse. «Vogliamo un contratto che tenga insieme la salvaguardia dei
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lavoratori, del salario e del sistema», ha ribadito Sileoni durante la seconda giornata del consiglio nazionale.
E fanno il viso dell'arme anche gli altri sindacati, come la Fiba Cisl, il cui segretario Giulio Romani vuole
spiegare ai lavoratori «che non è il momento di avere paura. Si sta giocando una partita storica perché i
banchieri vogliono sfruttare la perdurante crisi economica per liberarsi del sindacato, per avere mano libera e
fare a meno del sistema bancario». Parole molto simili a quelle di Agostino Megale, segretario della FisacCgil: «I banchieri devono smetterla di scaricare le difficoltà e le criticità del settore sui lavoratori,
assumendosi invece la responsabilità di ridurre i loro compensi, dando l'esempio in tempi di difficoltà. I
lavoratori i sacrifici li hanno già fatti, adesso tocca a loro».
All'Abi però sono convinti che la trattativa, benché molto complessa, possa proseguire, non solo nei due
giorni di incontri già fissati (25 e 26 novembre). Oggi intanto il comitato di presidenza dell'associazione
approverà il nuovo statuto. Le regole, che dovrebbero evitare in futuro nuovi casi Mussari e Berneschi. Tra i
vari punti, infatti, c'è la decadenza dagli incarichi in associazione per chi perde la posizione di vertice nel
proprio istituto e la sospensione automatica per chi viene raggiunto da un provvedimento che lo privi della
libertà personale, bastano, insomma, gli arresti domiciliari.
Ieri, intanto è stato approvato il bilancio preventivo 2015 dell'Abi che prevede per il secondo anno
consecutivo una riduzione delle spese inglobando anche i costi del personale e delle strutture informatiche di
«PattiChiari», che non peseranno più su capitoli aggiuntivi a carico degli associati, di conseguenza le quote
associative scenderanno del 5%. (riproduzione riservata)
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IL SOLE 24 ORE giovedì 20 novembre 2014
Fabi: le Bcc siglino l'intesa per prime
«Se Federcasse rinnovasse il contratto prima dell'Abi, sarebbe un bel segnale di differenza e autonomia. È
necessario che l'associazione datoriale delle Bcc sia unita al proprio interno». È l'invito lanciato dal segretario
generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, al presidente di Federcasse, Alessandro Azzi, intervenuto ieri al
consiglio nazionale della Fabi. Azzi ha spiegato che la presenza di rappresentanti dei lavoratori negli organi di
governance delle Bcc è un argomento «su cui confrontarsi con moderazione ed equilibrio, con particolare
considerazione al tema che riguarda la loro presenza negli organi di controllo». Le Bcc, inoltre, aggiunge
Azzi, ora «devono confrontarsi con la Bce e ciò avrà ricadute sul sistema e sul loro modo di operare
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IL SOLE 24 ORE giovedì 20 novembre 2014
Contratto. Per i sindacati il solo riconoscimento del potere d'acquisto non basta e minacciano
lo sciopero - Abi pronta allo showdown - Sì al recupero dell'inflazione ma blocco strutturale
degli scatti
Cristina Casadei
Dicono i banchieri: il settore bancario nel suo insieme ha una capacità di generazione di ricavi e di
sostenibilità dei costi che è limitata dal contesto esterno. Quindi è già un elemento di positività discutere
della componente potere di acquisto, nel negoziato per il rinnovo del contratto dei 309mila bancari.
Aggiungono: non è possibile avere altri elementi strutturali, come gli scatti, per esempio, che vanno eliminati,
con ricadute sul calcolo del Tfr e, in prospettiva, sulle buste paga e sul costo del lavoro. Strutturalmente,
dicono i banchieri. Quando sentono la disponibilità dei sindacati, come ha detto per esempio il segretario
generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, a sedersi al tavolo e a parlare ma a patto che il blocco sia
nell'ambito di questo contratto, rispondono, i banchieri, che questo significa non risolvere il problema.
Dal 25 novembre, martedì prossimo, Abi e i sindacati si metteranno al tavolo per rivedere insieme tutti i
temi della trattativa che già qualche virata la ha fatta. Se in un primo momento, su richiesta dei sindacati,
erano stati aperti due cantieri su area contrattuale e inquadramenti, dopo i primi incontri, ancora una volta
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su richiesta dei sindacati, i due temi sono stati riportati al tavolo principale per avere una visione complessiva
del negoziato. Anche i banchieri del resto ritengono che le cose vadano tenute tutte insieme e che ogni
controparte deve avere coscienza, chiaramente, dei punti rilevanti per l'una e per l'altra. Concedendo da una
parte e dall'altra. Finora Abi sembra che sia disposta a concedere il riconoscimento dell'inflazione che,
secondo un primo calcolo sarebbe pari all'1,85%, ossia un aumento di poco superiore a 50 euro, in media. I
sindacati, in cambio, dovrebbero arretrare su scatti e tfr che però secondo un loro calcolo pesano molto di più
di 50 euro: quindi lo scambio sarebbe decisamente in perdita per i lavoratori. Di qui le posizioni emerse al
termine dei consigli nazionali di Fabi, Fiba, Fisac e Uilca che minacciano all'unanimità uno sciopero se i
banchieri non cambiano posizione.
Uno scenario improbabile, dopo la giornata di ieri. «Il Comitato esecutivo di Abi ha pienamente confermato
la linea portata avanti fino ad oggi con la solita compattezza che il presidente sa assicurare», afferma
Alessandro Profumo che guida la delegazione di Abi nel negoziato per il rinnovo del contratto. Sugli
interventi strutturali, quindi, niente passi indietro dei banchieri che, come riassume il presidente di Abi,
Antonio Patuelli, confermano «la fiducia e la stima ad Alessandro Profumo» che ha «tutto il nostro
appoggio», aggiunge. Nel prossimo incontro, il 25 novembre a Milano, si andrà allo showdown. Il comitato
affari sindacali di Abi dove in queste settimane si sono susseguite discussioni molto aperte e intense su come
dipanare l'intricata matassa del contratto andrà avanti compatto, i sindacati decideranno di conseguenza.
Certamente uno sciopero in questo momento creerebbe non poche difficoltà. Per chi diventa più difficile la
partita si vedrà, eventualmente, dopo. La disdetta del contratto del 31 dicembre non sembra in discussione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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LA REPUBBLICA giovedì 20 novembre 2014
Banchieri, addio superbonus - più controlli - ecco i paletti di Via Nazionale sugli stipendi
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IL MESSAGGERO (SU 15 EDIZIONI) giovedì 20 novembre 2014
Stress test, le banche sul piede di guerra - `Proteste in Abi: mandato a Patuelli per un
intervento sul governo e su Bankitalia
R O M A Rivolta dei banchieri contro Bce e Eba a proposito degli stress test sui quali Bankitalia ha
espresso un certo dissenso evidenziato dal vicedirettore generale Fabio Panetta. I risultati
dell'esercizio esercizio sono stati definiti penalizzanti dai banchieri perché non hanno considerato la
specificità degli istituti italiani che risentono del convincimento di essere patrimonialmente deboli. Per
questo l'esecutivo esecutivo Abi, svoltosi ieri a Roma, ha dato mandato ad Antonio Patuelli e
Giovanni Sabatini per un'azione azione di sensibilizzazione su governo e Bankitalia affinché
trasmettano la protesta a Eurotower e all'Autorità Autorità guidata da Andrea Enria. Proprio
quest'ultimo ultimo sarebbe stato il bersaglio dei vari interventi critici. Assenti Carlo Messina (Intesa),
Federico Ghizzoni (Unicredit) e Giuseppe Castagna (Bpm). Dei presenti, alcuni hanno preso la parola
sia sul tema dell'esercizio esercizio europeo, sia sul rinnovo del contratto oggetto di un faticoso
negoziato con i sindacati. Ieri Lando Sileoni (Fabi) ha invitato Federcasse a chiudere il contratto
delle Bcc prima di quello Abi. La prossima riunione fra le parti si terrà a Milano martedì 25 con
prosecuzione il 26 e 27: l'esecutivo esecutivo ha confermato il mandato a trattare alla commissione
guidata da Alessandro Profumo. Il presidente di Mps sarebbe intervenuto nel dibattito oltre che sul
contratto anche sugli stress test: Siena e Carige sono le uniche banche italiane bocciate per un deficit
di 2,9 9 miliardi su un campione di 13, di cui 9 rimandate dopo gli esami sugli attivi (aqr) e
riabilitate a seguito delle azioni di rafforzamento attuate nei nove mesi 2014. EBA SUL BANCO
DEGLI IMPUTATI Le banche italiane hanno una loro specificità, hanno detto Profumo, Roberto
Nicastro, Victor Massiah che non è stata considerata nello svolgimento del test del quale Bankitalia
(lo ha svelato Panetta) ha fatto verbalizzare la sua contrarietà: la decisione dell'Eba Eba di escludere
i titoli di Stato dal portafoglio afs, cioè delle attività disponibili alla vendita. I banchieri hanno
protestato anche per un esercizio che ha penalizzato le banche commerciali come le italiane (con
minori rischi) rispetto alle universali. E sottolineato il timore che il maggior capitale richiesto per le
banche sistemiche (tra cui Unicredit) possa essere esteso agli altri istituti. Dopo l'esecutivo esecutivo,
si è riunito il consiglio dell'Abi Abi che ha approvato le modifiche statutarie che saranno varate oggi
dall'assemblea assemblea straordinaria. r. dim
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CORRIERE DI SIENA/VITERBO/UMBRIA e MAREMMA giovedì 20 novembre 2014
Sileoni, segretario generale Fabi: "I banchieri cambino atteggiamento. Tagli? Potrebbero
ridursi lo stipendio del 30%" Contratto, i bancari pronti a scendere in piazza
ROMA "Vogliamo proseguire la trattativa di rinnovo del contratto, ma le banche devono cambiare
radicalmente atteggiamento, altrimenti siamo pronti a scendere di nuovo in piazza. Se i banchieri
continueranno ad adottare la linea intransigente, si dovranno assumere la responsabilità di
un'eventuale eventuale rottura del tavolo di confronto, davanti ai lavoratori e all'opinione opinione
pubblica. Abbiamo chiesto risposte chiare sui temi dell'area area contrattuale, degli orari di lavoro,
dei demandi alla contrattazione aziendale e di gruppo, ma finora non ci hanno voluto rispondere, se
non in modo generico. Quanto alla pregiudiziale del blocco del costo del lavoro, posta dall'Abi Abi,
proponiamo ai banchieri di dare l'esempio esempio diminuendo del 30% gli stipendi di quei 300
supermanager che guadagnano in media 1,9 9 milioni l'anno anno. Sarebbe un gesto di grande
sensibilità sociale". Questo il messaggio lanciato da Lando Maria Sileoni, segretario generale della
FABI, il principale sindacato dei bancari, nel corso del 120? consiglio nazionale della FABI, che si è
aperto ieri a Roma e si concluderà il 20 novembre. All'evento evento partecipano circa 1700 i
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Anno XV - 20/11/2014
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delegati sindacali venuti da tutta Italia per la trattativa sul rinnovo del contratto degli oltre 309 mila
bancari italiani, giunta ormai la giro di boa. Presenti, in qualità di ospiti, anche i protagonisti del
mondo bancario italiano, tra i quali Alessandro Profumo (Presidente Comitato Affari sindacali e
lavoro di Abi e di Mps), i capi del personale di tutti i maggiori gruppi creditizi italiani, e Lando
Maria Sileoni, Segretario generale della FABI. La trattativa per il rinnovo del contratto nazionale
degli oltre 309mila mila bancari italiani è iniziata a maggio, e stando al comune impegno delle parti,
dovrebbe concludersi entro il 31 dicembre. Le posizioni di banche e sindacati sono, tuttavia, ad oggi
molto distanti e si rischia la rottura.
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BRESCIA OGGI/L'ARENA e GIORNALE DI VICENZA giovedì 20 novembre 2014
Da Bankitalia una stretta su compensi e bonus
La Banca d'Italia stringe su compensi e bonus dei vertici bancari recependo le direttive Ue e i principi stabiliti
dagli organismi internazionali. Spicca il divieto di bonus superiori alla parte fissa della retribuzione per il
personale che si assume rischi e la soglia per il compenso del presidente del cda fissata alla parte fissa della
retribuzione di ad o dg.
Negli ultimi due anni le retribuzioni sono state tagliate per effetto del crollo degli utili, che in alcuni casi ha
azzerato i bonus e in genere la parte variabile. In alcuni casi le retribuzioni sono ancora a sei zeri e per molti
sindacati sono inaccettabili.
Oltre a ridurre l'assunzione di rischi, la Banca d'Italia punta a far contenere i costi per esigenze di patrimonio
e redditività.
Il costo degli oltre 300mila dipendenti del settore, è il muro su cui si sta infrangendo la trattativa fra Abi e
sindacati per il rinnovo del contratto. L'incontro del 25 novembre a Milano rischia di terminare in una
rottura che porti anche allo sciopero generale. L'Abi ha appoggiato la linea fin qui tenuta dal presidente del
Calsi Alessandro Profumo che nei giorni scorsi ha posto come condizione la cancellazione degli automatismi
nella dinamica del costo del lavoro vista la situazione di crisi del settore e dell'economia.
La condizione è inaccettabile per i sindacati. Fabi e Fiba Cisl che hanno chiesto all'Abi di cambiare posizione,
pena mobilitazioni fino allo sciopero
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GIORNALE DI VICENZA giovedì 20 novembre 2014
CREDITO COOPERATIVO. Il contratto regionale sarà fino al 30 dicembre Bcc, stop
integrativo Fabi: "Faremo muro" Novella (Federveneta): «Tuteliamo tutti i posti» Azzolin
(Fabi): «Scade a fine anno, coltello alla gola
PADOVA - La Federazione veneta delle banche di credito cooperativo ha formalizzato lo scorso 14
novembre - ma lo ha reso noto solo ieri - la disdetta del Contratto integrativo regionale, i cui effetti
rimarranno in vigore fino al 30 dicembre 2014. I sindacati Fabi, Dircredito, Fisac/ Cgil, Sincra/ Ugl
Credito, Uilca parlano di «atto grave perpetrato a danno di tutti i lavoratori della regione» e di
«incapacità di Federveneta di essere parte negoziale attendibile». Il Cir coinvolge le 32 banche del
credito cooperativo veneto e riguarda 5mila mila dipendenti, mille dei quali operano nelle 7 Bcc del
Vicentino. «Tale scelta peraltro - illustra una nota della Federazione Bcc -, risulta in linea con la
contrattazione nazionale di sistema, tuttora condotta da Federcasse (l'associazione associazione
nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e Casse rurali), che di recente ha confermato la
disapplicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro a partire dal 1 febbraio 2015. La disdetta
del contratto integrativo regionale - prosegue la nota - si configura quindi come un gesto dal forte
significato politico che le Bcc venete hanno manifestato all'unanimità unanimità, incaricando la
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RASSEGNA STAMPA
Anno XV - 20/11/2014
A cura di Bruno Pastorelli – [email protected]
Federazione di procedere in questa direzione. L'obiettivo obiettivo è quello di riscrivere il contratto
regionale secondo regole nuove, in linea con l'attuale attuale situazione economica e del settore
bancario, a cui il credito cooperativo appartiene. «Sin dall'inizio inizio della trattativa - spiega il
presidente della Federazione veneta, Ilario Novella - abbiamo ribadito la necessità di pervenire alla
definizione di un nuovo contratto regionale in linea col mutato contesto di mercato, molto diverso
rispetto a quello dal quale ha preso origine il vigente contratto. Sarebbe del tutto incoerente continua - non tener conto di quanto avvenuto negli ultimi tempi nelle nostre banche, conseguenza di
quanto si è verificato sul piano economico, produttivo e sociale. Lo facciamo con l'obiettivo obiettivo
di tutelare tutti i posti di lavoro, come fatto finora, evitando percorsi già attuati dal sistema bancario
nazionale. Ci auguriamo - auspica - che le relazioni con le sigle sindacali possano riprendere a breve
con atteggiamento costruttivo reciproco». Non sembrano orientate al fair play le dichiarazioni di
Delfo Azzolin, vicentino, responsabile veneto Fabi: «La disdetta al 30 dicembre 2014 quando il
contratto è in scadenza il 31 dicembre è un coltello puntato alla gola che vuole metterci fretta. Ma
non ci stiamo. Da parte nostra sarà muro contro muro, abbiamo già interessato nostri legali, come
abbiamo reso noto anche ai dipendenti, per una valutazione della questione. E a brevissimo tutte le
sigle sindacali s'incontreranno incontreranno per un'analisi analisi e per affrontare lo stato di
agitazione, siamo pronti allo sciopero». Resta una buona dose di rammarico «per come la
Federveneta ha voluto "premiare" i lavoratori che, per il tramite delle organizzazioni sindacali si sono
fatti carico delle varie crisi aziendali pagando con il loro stipendio il risanamento delle banche in
difficoltà. Ne terremo conto - affermano - quando ci chiameranno per la gestione delle prossime crisi
aziendali». Con la disdetta del Cir - per il sindacato - ad essere penalizzati soprattutto i giovani e i
preposti. Ora è una corsa contro il tempo. ? R.B
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ITALREPORT 19 11 2014
CONTRATTO BANCHE CREDITO COOPERATIVO
SILEONI (FABI) LANCIA APPELLO AD AZZI (FEDERCASSE) “SE FEDERCASSE RINNOVASSE
CONTRATTO PRIMA DI ABI, SAREBBE UN BEL SEGNALE DI DIFFERENZA E AUTONOMIA” L’appello
lanciato durante il 120° Consiglio nazionale della FABI
“Se Federcasse rinnovasse il contratto nazionale di categoria dei 37mila lavoratori del credito cooperativo
prima dell’Abi, sarebbe un bel segnale di differenza e autonomia. È necessario che l’associazione datoriale
delle Bcc sia unita al proprio interno perché, questo consente di portare avanti un confronto sereno con i
sindacati. Vogliamo un contratto che tenga insieme la salvaguardia dei lavoratori, del salario e del sistema”.
Questo l’appello che Lando Maria Sileoni, Segretario generale della FABI, ha lanciato ad Alessandro Azzi,
presidente di Federcasse, durante l’uno contro uno “BCC: un contratto per la difesa della categoria e del
movimento cooperativo”, organizzato nell’ambito dei lavori del 120° Consiglio nazionale della FABI, in
programma a Roma fino a domani.
Come il settore Abi, anche quello del credito cooperativo è, infatti, alle prese con il rinnovo del contratto
collettivo di categoria, il cui recesso è stato recentemente prorogato al 31 gennaio 2015.
Durante l’incontro Sileoni ha poi ribadito che “la presenza dei lavoratori nei consigli d’amministrazione delle
banche di credito cooperativo è fondamentale e che questa è una proposta avanzata dai sindacati nella
piattaforma contrattuale rivendicativa
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A. Einstein
Due cose sono infinite: l'Universo e la stupidità umana, ma sulla prima ho ancora dei dubbi!
.c.
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.c.
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