In edicola Fr. 2.– / € 1,35 Lasfida Lagara LA MERCEDES NON FA SCONTI IN BAHRAIN MORO A PAGINA 14 A PAGINA 15 UN PROGETTO OLIMPICO IN ROMANDIA SCHIRA A PAGINA 45 La società Domenica 6 aprile 2014 Settimanale di attualità, politica, sport e cultura Anno XVI • Numero 13 L’iniziativa Reuters PER “FEDRINKA” IL DOPPIO È UN PASTICCIO Reuters Losport 9 771660 968900 GAA 6600 LOCARNO –– N. 13 13 Copia in omaggio (in edicola Fr. 2.– / € 1,35) Lo shopping? Fatevi guidare dagli odori www.caffe.ch [email protected] GUENZI ALLE PAGINE 18 e 19 TORREFAZIONE DI CAFFÈ TEL 091 791 22 26 FAX 091 791 01 90 www.caffe-carlito.com [email protected] L’analisi/1 Sulle black list siamo come Davide contro Golia PAOLO BERNASCONI * A Ilpizzino llarme generale! La Banca Notenstein del Gruppo Raiffeisen vieta i prelievi cash ai clienti dei Paesi Ue. Stesso divieto da parte di Ubs ed altre banche per prelievi sopra i 250'000 franchi. Recenti sentenze della Pretura di Lugano danno ragione ai clienti e obbligano le banche a pagare. Queste però resistono: senza ordine specifico del pretore per ogni cliente non si ammettono prelievi. Ma qual è lo spauracchio che inquieta gli istituti di credito? Le black list. La messa alla gogna internazionale degli Stati cosiddetti “non cooperativi” nello scambio di informazioni di carattere fiscale e degli Stati “non conformi” che hanno una legislazione non aderente agli standard minimi dell’Ocse. È una storia antica, un magma che ribolle da decenni e che, dal 2008, complice la grave crisi economica mondiale, ha raggiunto l’orlo del cratere e ormai dilaga lavicamente. Tralasciando la preistoria, partiamo dal rapporto Ocse del 1998, realizzato su richiesta del G7 al vertice di Lione del giugno del 1996. Il rapporto inaugurava il concetto di “concorrenza fiscale dannosa”. Manco a dirlo, Lussemburgo e Svizzera si astennero dal votarlo. Già allora l’Ocse etichettava i piccoli Stati come “bracconieri fiscali”, accusati di concorrenza fiscale sleale per attirare ingenti investimenti esteri diretti, investimenti mobiliari, come servizi finanziari e sedi per imprese multinazionali. Ma fu solamente nei suoi rapporti del 2001, del 2004 e del 2006, che l’Ocse cominciò ad utilizzare e ad affinare il nuovo meccanismo delle black list. segue a pagina 33 L’analisi Convogli strapieni? Macché. Il reportage del Caffè sfata una leggenda metropolitana Lacronaca Clamorosa svolta nelle indagini per il colpo di Ascona Quel male oscuro della democrazia “Vai a ‘colpo’ CHANTAL TAUXE sicuro ad Ascona”. oachim Gauch ha osato. Nel Con questo corso della sua visita ufficiale slogan i Paesi dell’Est puntano del 1 aprile, il presidente tedesulle vacanze in sco - riferendosi al voto sull’immiriva al Verbano. grazione - ha osato affermare che In bicicletta. J L’incontro Verdi di... rabbia ma riconfermano Sergio Savoia coordinatore Cohn Bendit: “Non sono certamente un pedofilo!” ZANTONELLI A PAGINA 46 LE 300 PIÙ BELLE AUTO D’OCCASIONE! Guido Rosa la democrazia diretta, a volte, presenta qualche “svantaggio”. E che può rappresentare un “grosso pericolo” quando i cittadini sono chiamati a pronunciarsi su argomenti complessi, difficili da comprendere in tutte le loro implicazioni. La sua amichevole franchezza è stata mal interpretata. La nostra democrazia diretta sarebbe tanto perfetta da non sopportare neppure la minima critica. Quelli che si offendono, dovrebbero sapere che la nobiltà del sistema democratico risiede proprio nell’ammettere le critiche. segue a pagina 10 Lapolitica I rapinatori erano in un hotel, sospetti su una dipendente rto Un’nseto di ot pagine o rn all’inte MAZZETTA A PAGINA 11 SPIGNESI A PAGINA 7 IL CAFFÈ 6 aprile 2014 3 La polemica L’inchiesta Sui frequentati vagoni romandi il posto si trova (quasi) sempre Reportage del Caffè sui collegamenti ferroviari più usati in Ticino dai pendolari. Per scoprire che i convogli raramente sono tutti occupati N el 2013, per la prima volta nella storia, le Ffs hanno superato il milione di passeggeri al giorno. Ciò non toglie che il tasso d’occupazione dei treni non raggiunge che il 31% in media sulle linee principali, per non parlare di quello sulle linee regionali al 22%. Anche all’ora di punta, la situazione è tutto fuorché allarmante: in Svizzera romanda i treni sono pieni al 65% delle loro capacità tra le 6 e le 9 del mattino e tra le 16 e le 19 la sera. Come spiegare, allora, l’enorme differenza tra la realtà delle cifre e la percezione di una situazione sempre più stressante per i convogli troppo affollati? Per una giornata, il settimanale L’Hebdo ha viaggiato lungo la Svizzera romanda. Ecco il diario di bordo di venerdì 14 marzo, scritto unicamente in vagoni di seconda classe, sempre situati in coda o in testa ai treni. Ore 5.33, tra Ginevra e Losanna. La stazione di Cornavin si sveglia, i caffè sono ancora chiusi. Il treno è quasi vuoto fino a Morges. Alcuni lavoratori, all’alba, prolungano la notte sonnecchiando, ma altri hanno già avviato il loro computer. Ore 6.42, da Losanna a Ginevra. È un diretto che compie il tragitto in 33 minuti. Il treno non è sovraffollato, il primo vagone è addirittura mezzo vuoto: la maggior parte degli scompartimenti è occupata da due persone. Difficile fare conversazione a quest’ora del mattino. Un giovane preferisce tuffarsi nella musica del suo iPhone. “Mi piace rimanere nella mia bolla”, si scusa. Ore 7.21, Ginevra-Losanna. Un treno regionale a due piani, molto meno pieno di quanto ci si potrebbe immaginare a quest’ora sull’arco lemanico. Yves, Treni... “sfollati”, sui binari Ffs si viaggia in solitaria La caccia poco fruttuosa alle carrozze stipate, a bordo nelle ore di punta fra turisti e studenti P puntualità. Tranquillità. Comodità. Il vanto delle Ferrovie federali svizzere (Ffs). Un mito che talvolta s’infrange tra le lamentele dei passeggeri: treni troppo affollati, collegamenti regionali che stressano soprattutto i pendolari che non trovano posti a sedere. Proteste alimentate anche in occasione del voto del 9 febbraio per i troppi stranieri che affollerebbero i convogli. Vero? Il Caffè ha voluto verificare direttamente salendo su questi treni. Due mezze giornate su e giù dai convogli, treni regionali, Intercity ed Eurocity, alla ricerca del tutto esaurito. Una sorta di caccia alle carrozze stipate, risoltasi, però, con un solo vero pienone, quello riscontrato la mattina presto su un treno in partenza da Chiasso. Per il resto vagoni occupati, ma solo in parte, frequentati certo, ma spesso anche quasi deserti. Il mezzo di trasporto preferito in Ticino resta chiaramente l’automobile. E infatti i treni più usati sono gli Intercity e gli Eurocity, quelli che trasportano in maggio- ranza passeggeri svizzero-tedeschi. È questo il risultato del test del nostro giornale, con un reportage dalla rete ferroviaria ticinese per vedere se il fenomeno dei vagoni sovraffollati è sentito qui come nel resto del Paese. In realtà, a Sud delle Alpi sembra impossibile trovare traccia delle cifre record annunciate dalle Ffs per il 2013, che per la prima volta nella loro storia hanno trasportato più di un milione di passeggeri al giorno. Sarà perché il Ticino è una regione periferica, ma sull’orario online nessun treno è segnalato con un’occupazione molto alta, sporadici sono pure quei convogli contrassegnati dall’avvertenza: “Prevista un’occupazione alta”. Predominano invece le indicazioni di treni poco o mediamente occupati. Malgrado le lamentele dei pendolari della rotaia, al di fuori delle fasce di punta, dalle 7 alle 8 del mattino e dalle 16.30 alle 18 di sera, ci si ritrova su vagoni quasi deserti. Emblematica, al proposito, l’immagine serale della stazione di Bellinzona: alle18.30 del tutto vuota. OMAR RAVANI mai riempito. Ma i posti liberi sono ancora parecchi; per ogni fila c’è almeno un paio di persone ad occupare i sedili. GIOVEDÌ 27 MARZO 13.34 REGIONALE LOCARNO-GIUBIASCO Il treno del primo pomeriggio a scompartimento unico è praticamente vuoto. I posti occupati saranno una quindicina, metà dei quali da parte di studenti. A Cadenazzo sale altra gente: qui c’è la coincidenza anche per chi arriva da Milano Malpensa e da Luino. Luisa, che usa sempre questo treno per andare a Bellinzona dice: “Mi piace viaggiare con questi convogli. Sono spaziosi e favoriscono la conversazione, sebbene non ci sia mai una grande affluenza. Il treno mi permette di sgranocchiare qualcosa, anche se in fretta e furia, mentre viaggio. Purtroppo gli orari e le sedi irregolari del mio lavoro mi impediscono di mangiare più di un’insalata o di un panino”. 14.06 REGIONALE GIUBIASCO-CHIASSO Il convoglio, anche questo un Tilo a scompartimento unico, è già ben frequentato. Sono moltissimi gli studenti, sia quelli che hanno il pomeriggio libero, sia quanti (forse) si sono concessi una “bigiata”. Anche sull’autostrada, che corre a fianco della ferrovia per lunghi tratti, il traffico è piuttosto intenso. Arrivati a Lugano i giovani scendono per lasciare spazio a viaggiatori più avanti con l’età. Alcuni si fermano a Mendrisio, evidentemente diretti verso i centri commerciali. Un paio di ragazzi rimangono sul treno. Uno di loro confessa: “Preferisco prendere il regionale, perché così posso chiacchierare con i miei amici. Se ho bigiato? Mah, forse…”, ammette ridendo. 15.28 REGIONALE CHIASSO-LUGANO Dopo un’attesa di una ventina di minuti a Chiasso, riprendiamo lo stesso treno che fa il tragitto inverso. Stavolta non c’è molta gente, ma a Mendrisio qualche ragazzo sale. Paolo è raggiante. “Ho finito prima del solito al lavoro, così ne approfitto per andare a fare un giro in centro a Lugano. Con l’abbonamento Arcobaleno posso farlo quando voglio. Questi treni mi piacciono, anche se a volte vorrei che andassero un po’ più velocemente”, dice. Intanto, giunti a destinazione, il vagone si è or- L’affollamento Ore 15 appena passate, dal treno ben frequentato escono molti studenti. È uno dei pochi casi in cui l’occupazione dei posti è senz’altro soddisfacente Il vuoto Sono le 18.30 passate da poco alla stazione di Bellinzona, ma non si vede pressoché anima viva attorno ai binari in attesa dei prossimi convogli Molte le critiche dall’arco lemanico alle Ffs, ma le cifre parlano chiaro 17.10 TRENINO FLP LUGANO-PONTE TRESA Ci si attende una grande ressa, considerando l’orario e il fatto che il treno porta ad un passo dal confine italiano, su quello che dovrebbe essere un collegamento comodo per i frontalieri. Sorprendentemente, però, il trenino è sì ben affollato, ma più che altro da allievi delle scuole medie di ritorno dalla rassegna “Espo professioni”. Non sembra di vedere lavoratori italiani, anche se tra Bioggio e Magliaso sale qualche operaio in tuta e con l’accento lombardo. Anna, una casalinga che prende spesso questo treno per andare in città, conferma l’impressione. “Il treno è molto ben frequentato, ma non succede quasi mai che qualcuno debba stare in piedi. E di frontalieri non se ne vedono molti, probabilmente preferiscono impegolarsi in colonna con le loro automobili”. Infatti, dando un’occhiata alla vicina strada, c’è una grande numero di macchine che occupa la cantonale: almeno due terzi delle auto sono targate “VA”. 17.40 TRENINO FLP PONTE TRESA-LUGANO Partenza in 5 persone, arrivo in 15. Non si può certo dire che questa sia una corsa molto usata. Al contrario, quando s’incrociano i convogli che vanno nella direzione opposta, si nota che sono ben più occupati. D’altronde l’orario è quello del deflusso da Lugano. E alla stazione di capolinea si fatica a scendere per la calca di coloro che vogliono accaparrarsi un posto a sedere. Camminando verso la stazione delle Ffs, dall’altra parte della strada Piero sta sorseggiando una birra sulla terrazza del bar della Stazione. “Scrivetelo pure: trovo scandaloso che qui per fare pipì ci voglia un franco - sbotta deciso -. Inoltre, quando stavano facendo i lavori nelle toilette, avevano piazzato dei wc provvisori Toi-Toi che erano in condizioni pietose. Se penso che a Meggen, dove vive mia zia che vado a trovare spesso, durante i lavori nella stazione hanno costruito apposta una baracca in legno, mi viene una rabbia…” Assieme a lui Michela, che invita il cronista a salire su uno dei treni che passeranno di lì a poco, e avverte: “Dalle 16.30 alle 18.30 muoversi su quei vagoni è impossibile”. La comodità Quattro posti, due persone. Una scena che si è ripetuta più volte. Marito e moglie non vogliono intrusi 18.12 INTERCITY LUGANO-BELLINZONA Seguendo il suggerimento di Michela si riparte dunque verso nord. Ma l’Intercity non è per nulla pieno. Forse è solo una certa percezione soggettiva del concetto di occupazione eccessiva: in tutti gli spazi ci sono una o due persone, ma i posti liberi si trovano, eccome. Viene da pensare che chi viaggia in treno, se non trova uno spazio tutto per sé, non si sente a proprio agio. Dev’essere così, perché i sedili ancora da occupare sono davvero molti. 18.55 INTERCITY BELLINZONA-LOCARNO È il treno che arriva da Zurigo, ma questo non significa che sia affollato, anzi. I pochi passeggeri hanno tutti l’aria molto stanca, vuoi per il viaggio, vuoi perché probabilmente hanno appena terminato una giornata di lavoro. Discussione in svizzero tedesco tra due amiche: “Ecco perché adoro il Ticino. Qui tutti sono meno stressati, e si nota anche sui treni- si compiace una delle due-. Vedi? Non c’è praticamente nessuno. Altro che da noi. Su qualsiasi treno sali, è sempre una lotta per trovare un posto a sedere”. Inevitabile ripensare a quanto diceva Michela appena una mezz’oretta prima… VENERDÌ 28 MARZO 6.02 REGIONALE BELLINZONA-CHIASSO La capitale sonnecchia ancora, come d’altronde il cronista. In treno, su tutto il convoglio, i viaggiatori si contano sulle dita di una mano. Qualcuno in più sale a Lugano, ma alle altre fermate nemmeno l’ombra di un passeggero. Nessuno parla, anche perché con chi lo farebbe? In un’ora si arriva a Chiasso dove finalmente si nota un po’ più di movimento. La solitudine Dalla confusione alla calma più assoluta, sono le 8.30 del mattino tra Bellinzona e Biasca su un treno regionale 7.12 REGIONALE CHIASSO-BELLINZONA Già alla partenza almeno la metà dei posti è occupata, in gran parte da frontalieri. A Balerna sale Carlo, che lavora a Bellinzona e ogni giorno prende lo stesso treno. “Siamo fortunati a salire ad una fermata tra le prime - osserva -. Fra qualche fermata non ci sarà più posto. Da Capolago in avanti, molti devono farsi il viaggio in piedi”. E infatti è così: a Mendrisio San Martino, ad esempio, TRA LOSANNA E GINEVRA La tratta ferroviaria tra Losanna e Ginevra è molto frequentata, ma L’Hebdo non ha trovato il “sold out” informatico e padre di tre figli già adulti, è a proprio agio. “È sufficiente ritardare appena appena il proprio orario per viaggiare confortevolmente. L’orrore l’ho vissuto durante un impiego di quattro mesi in Francia con l’Rer parigino. Lì dovevo sempre restare in piedi su treni veramente sovraffollati”. Salito a Morges sullo stesso treno, Stéphane, analista economico, è più critico, ma riconosce che la situazione è migliorata dopo l’introduzione del nuovo orario, nel dicembre 2012, quando le Ffs hanno aumentato del 30% l’offerta di posti a sedere in Svizzera romanda, soprattutto tra Losanna e Ginevra. “Prima era spesso un inferno tra Morges e Vevey. Mi è capitato di non tro- moltissima gente preme per salire. Il perché lo si scopre guardando all’esterno dove, poco lontano, su uno spiazzo sterrato sono parcheggiate un centinaio di automobili, tutte con targa italiana. A Lugano scendono in molti, ma a salire sul convolglio sono ancora più numerosi. Ora sono quasi tutti studenti che vanno a Bellinzona. È la prima e unica volta che nel reportage del Caffè si viaggia in un vagone davvero stipato. “Non credo che le Ffs possano fare di più - osserva Carlo -. Hanno provato ad aggiungere recentemente un treno che parte alle 7.18 da Chiasso, ma anche quello è sempre pieno”. vare posto per sedermi”. […] Ore 16.30, sul quai di Losanna. È la fine della settimana e i pendolari hanno fretta di rientrare a casa. Nelle loro conversazioni, il tema dei passeggeri indisciplinati è sempre presente. Marianne, assistente sanitaria, che viaggia verso Ginevra è molto arrabbiata. Non ne può più della vita di pendolare al punto che, prossimamente, si trasferirà a Losanna. “Nelle stazioni di Losanna e Ginevra il flusso di passeggeri è tanto denso, quanto caotico: le Ffs dovrebbero organizzarlo meglio. E sui treni c’è troppa inciviltà. Molte persone non hanno alcun riguardo verso gli altri e non usano il porta bagagli sopra i sedili. I controllori non La compagnia Malgrado il rumore che giunge dall’altoparlante rotto, c’è chi riesce a prendere sonno. L’Eurocity è ben riempito, ma non stipato 8.39 TRENO REGIONALE BELLINZONA-BIASCA Frastornati dalla ressa, si sale a bordo del primo treno che punta a nord. È un regionale che, in una ventina di minuti, porta a Biasca. Il vagone è praticamente vuoto, fatta eccezione per qualche pensionato probabilmente stufo di starsene a casa. Il contrasto è davvero forte: dalla confusione alla calma totale. 9.25 EUROCITY BELLINZONA-CHIASSO Tornati nella “Turrita” con un regionale che attraversa la Riviera, è il momento di salire su un Eurocity che, in un’ ora abbondante, porterebbe a Milano Centrale. È un convoglio di Trenitalia, l’altoparlante è guasto e gracchiante. Al posto delle comunicazioni di servizio ai passeggeri, un fastidioso e continuo fruscio indispettisce un signore di una certa età che sta leggendo l’“Aargauer Zeitung”. Si lamenta con il capotreno che, in un tedesco maccheronico, gli spiega che purtroppo non può farci nulla. Malgrado il rumore, si sta comodi, anche se l’occupazione è molto buona e copre la maggioranza dei posti a disposizione. Arrivati a Chiasso il cronista si alza per scendere dal treno, ma è bloccato dagli agenti della Guardia di finanza che chiedeno i documenti. La fermata, infatti, è già su suolo italiano… 10.28 TRENO REGIONALE CHIASSO-LUGANO Su questo ennesimo regionale regna la calma assoluta, almeno fino a Mendrisio, quando salgono due classi di scuola media dirette a “Espo Professioni”. Il loro vociare risveglia i pochissimi pas- Il trenino I vagoni delle Flp sono poco sfruttati dai frontalieri. Moltissimi invece gli studenti hanno mai il coraggio di intervenire”. Una vera requisitoria contro le Ffs, al termine della quale, Marianne concede: “Tutto andrebbe molto meglio se la gente fosse più educata”. […] Ore 16.48, sul treno Losanna-Morges-Nyon-Ginevra. La conferma delle parole di Marianne è nel vagone di testa del treno. Ad un primo sguardo, la situazione appare molto tesa. I passeggeri che viaggiano in coppia o in gruppo devono tutti separarsi. Ma, a conti fatti, restano 26 posti liberi (su 86) sulla tratta Losanna-Morges, poi altri 10 tra Nyon e Ginevra. Il margine di sicurezza per evitare che, secondo la definizione delle Ffs, il treno sia sovraffollato, scende al 12%. […] Epilogo, mercoledì 19 marzo ore 7.15, da Losanna a Ginevra. Incontrato al termine del reportage, Vincent, cliente regolare delle Ffs sull’arco lemanico, si irrita per una lettura che definisce “parziale” da parte de L’Hebdo. “Non siete saliti sui treni davvero sovraffollati. Prendete il diretto Losanna-Ginevra delle 7.15. Vedrete!” Rieccoci quindi sul Quai di Losanna in questo mercoledì radioso. Alessandra, segretaria ricezionista che da 7 anni è pendolare tra Losanna e Ginevra, confida i suoi timori. “Sì, i treni sono pieni nelle ore di punta. È una bagarre tutti i giorni. La gente non esita a schiacciarti, non hanno alcun riguardo”, si lamenta. Questa mattina, però, Alessandra gode di una pace regale. È sola nel suo scompartimento nel vagone di testa, dove solo 42 posti (su 86) sono occupati. “Oggi è piacevole – concede -. Ma per un abbonamento generale da 3’750 franchi l’anno, non trovate che abbia diritto ad un certo comfort?” seggeri da un inopportuno assopimento. Se non fosse stato per loro, la sveglia l’avrebbe data il capotreno una volta giunti al capolinea. 11.12 INTERCITY LUGANO-BELLINZONA Il convoglio diretto a Basilea è occupato soprattutto da turisti. Anche qui la percezione personale gioca il suo ruolo: la prima impressione è di un treno molto pieno. La realtà, invece, è diversa: molti passeggeri hanno messo sui sedili valigie e giacche per stare più comodi e non essere disturbati. Due giovani donne conversano tra di loro in inglese. Una dice: “È bello prendere questo treno, non c’è mai troppa gente. Ad Arth Goldau, invece, dovremo sbrigarci se vogliamo trovare un posto quando cambieremo convoglio”. Vanno a Zurigo: altri numeri, altra popolazione, altro affollamento. 11.54 INTERCITY LOCARNO-BELLINZONA Che il treno arrivi dalla Svizzera tedesca lo si capisce appena saliti a bordo. La lingua dominante è lo “Schwyzerdütsch”. Gran parte dei passeggeri sono persone già avanti con gli anni. I giovani sono immersi nei loro pensieri, con le cuffie sulle orecchie ad ascoltare musica. Per essere sicuri di non essere disturbati allungano le gambe sui sedili, nel vagone ce ne sono una mezza dozzina. Ma nel loro insieme danno l’impressione che ci sia più gente rispetto alla realtà. A Locarno, la conferma: i passeggeri sono al massimo una cinquantina. P.s. Il cronista del Caffè ha poi fatto per controprova ancora un tragitto di andata e ritorno tra Locarno e Bellinzona in un orario di punta (tra le 16.30 e le 18). Anche in questo caso, però, i vagoni sono risultati tutt’altro che pieni. www.vw-™utžfahržeuge.ch <wm>10CAsNsjY0sDQ30jUwMDYxNwcAM53XEA8AAAA=</wm> <wm>10CFWKMQ6DMBAEXšRrd©_MYa6M6FCKiN4Noub_VQhdpBlNM9uWreLxtb739ZNEDxXAPCJnqcIjKY8qTzgk0BeaheiY__470Towfk_BjQZZbCoYnZN1tnod5xfXB©ySdQAAAA==</wm> Non importa come sarà il futuro: il vostro veicolo commerciale VW lavora, lavora, lavora. U™ veicolo commerciale VW è il miglior i™vestime™to per il futuro, perché ™oi di Volkswage™ pe™siamo già oggi al doma™i. E dotiamo tutti i modelli di tec™ologie pio™ieristiche che aume™ta™o la parsimo™ia, dimi™uisco™o i costi e proteggo™o co™duce™te, passeggeri ma a™che e soprattutto l’ambie™te. Affi™ché possiate sempre e ovu™que fare affidame™to sul vostro veicolo commerciale. Gražie a voi siamo da ci™que a™™i il ™umero 1 i™ Svižžera. Perciò approfittate adesso della ™ostra offerta speciale. VW Veicoli Commerciali. 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È grave tutto ciò, perché non si è ancora capito che nel fenomeno chiamato “Rivoluzioni Arabe” appaiano due aspetti fondamentali che avranno delle conseguenze enormi per la geopolitica del mondo arabo e non solo. Il primo è che posizionando il nostro sguardo in direzione del triangolo Qatar-Siria-Arabia Saudita possiamo vedere come si stia giocando una partita micidiale, quella del controllo dell’Islam politico. E non è un caso che l’Arabia Saudita e il Qatar abbiano richiamato i rispettivi ambasciatori: all’interno dell’Islam politico, nell’arco che va dai Fratelli Musulmani passando per i Salafisti e gli Jihadisti di varie obbedienze, chi controllerà l’Islam politico nei prossimi anni definirà la stabilità o meno del mondo musulmano. Perché in questo preciso momento l’Islam politico non è morto, è in crisi. Ma la sua stessa crisi è ancora capace 179 358 2.680 Nazionalità dichiarate al momento dello sbarco 332 1.025 2.619 348 Senegal :BB< 810< "C60: ):-:BB6/ !%# )+06:7:36+/ "6, (?1@6019B1 0177>’?0691 016 %106.6 *$ 4*:3761?1 7+ 76-1?B, 06 01.601?1 +7 ;+D619B1= &:25 ÃʾÑ!è.èÄ9-"145š.4)Ñè°òÞ$°¼°¬½Ãñʾ ÃʾÑ!&8+)1ï"-& -¼©Êšìš3’66³5-)š(4-/ï0ÑÌï6"9Ê/ͦ’¬Þšè¬èì+;Á4Ýæ,;šÄ;,ªÀö, ³,,"©$ææšèì¹,$.ì æ2š !úö!Á"62éÅòûÞÈ ò)060.Ãñʾ :86B+B: 016 8106.6 ’&,)’ % ** -&$ ( ...(%%$& !#*&,!( " 547 1.753 1.247 14.753 23.133 1.030 3.980 29 2.700 2.179 142 118 391 84 0 627 281 10.112 80 75 0 2012 9.834 2013 al 31/12 al 31/12 1.612 2013 al 21/3 1.264 1.674 Isole Pelagie Altre località Sicilia Puglia Calabria Altre località italiane 2014 al 21/3 755 I NUMERI DEL DRAMMA DEI PROFUGHI 684 1.314 Sono passati 3 anni da quando è iniziato quello che noi chiamiamo il “Risveglio Arabo” o le “Rivoluzioni Arabe”, per mesi e mesi le notizie si sono susseguite a intervalli sempre più ravvicinati, dalla Libia alla Tunisia, passando per l’Egitto. Poi nuovi regimi si sono installati a seconda dei contesti politici. In Egitto inizialmente fu la Fratellanza Musulmana, poi il caos e l’esercito egiziano intervenne data la grave crisi economica e l’incapacità dei Fratelli Musulmani a governare efficacemente. In altri Stati, come la Tunisia, si è arrivati ad un negoziato e quest’ultimo è il Paese che fornisce la più alta probabilità di riuscita della sua scommessa storica. Ma in altri Paesi domina ancora il caos. In Libia una situazione di dissidenza fra regioni che ancestralmente si odiano avvicina sempre di più la nazione ad una guerra civile, dove fattore etnico e fattore religioso rischiano di aprire le porte ad una micidiale deflagrazione, non solo per il Nord Africa ma anche per l’Africa sub-sahariana. Il Bahrein sembra essere sotto tutela dell’Arabia Saudita, tutto tace. Ma quello che appare più sorprendente è che in realtà le notizie da quella parte dell’Occidente non arrivano quasi più. O quando arrivano sono estremamente frammentarie. È il male della nostra epoca, la notizia sembra essere una specie di fazzoletto di carta usa e getta, si usa solamente quando fa effetto, dopodiché tutto viene dimenticato. Ma i processi storici non funzionano così e c’è un volto molto sottovalutato di questa storia: è l’onda dei profughi che continuano ad arrivare, solo a fine marzo più di 1500 nel canale di Sicilia e alla frontiera fra Turchia e Siria, migliaia e migliaia di siriani arriva- giore razionalizzazione e cooperazione in materia di immigrazione, in realtà si ritrova ad essere ancora sola, completamente sola, in un Mediterraneo che torna ad es79 76 sere alla deriva. 0 438 0 Certo, non c’è 2.077 1.892 72 molto da stupirsi, 1.699 2.782 1.480 se l’Europa contiTurchia Grecia nua ad essere in 0 crisi sarà difficile Siria Tunisia definire una nuoAltre 69 10.134 Egitto va politica di im0 190 44 Libia 142 migrazione. Ma è 0 39 908 27.314 proprio nei mo39 9.215 menti di crisi che 2.294 5.087 bisogna prendePakistan 4 1.401 re delle decisioni. Ad esempio con l’urgenza di convocare una Conferenza europea Nigeria Eritrea sull’immigrazioAltre Sudan Somalia ne creando un nazionalità Commissario euMali Fonte: La Stampa ropeo in grado di coordinare le diverse situazioni di spingere il mondo arabo verso Le tappe/2 che si svilupperanno finché il Menuove deflagrazioni. Il secondo diterraneo e la sua sponda Sud aspetto di queste rivoluzioni arabe IN SIRIA non ritroveranno un equilibrio. sono i profughi, praticamente Nel febbraio Per questo, però, è necessario l’unico elemento visibile e tangibidel 2011 creare una volontà politica lungiiniziano le le di ciò che sta succedendo in rivolte contro mirante. Perché mentre le ondate quella parte del mondo. il presidente di profughi si riverseranno sulle Questa situazione vede tuttora Bashar alcoste, il rischio di conflitti sulla l’Europa completamente impreAssad sponda Nord non potrà che auparata a governare questa crisi, mentare razzismo e islamofobia. anche perché l’architettura giuriIN MAROCCO Tutti punti che rendono fragili le dica sul quale si strutturano queste Alla fine di ondate di profughi è ancora legata febbrario 2011 nostre pubbliche opinioni. Se c’è una lezione da imparare alla Convenzione di Ginevra del a Rabat e Casablanca da queste rivolte arabe è che in re1951. A quando il mondo era divimanifestazioni altà il Mediterraneo non può esseso in due blocchi e i flussi dei proper chiedere re visto come frontiera, territoriale fughi o rifugiati politici non assule riforme o simbolica, ma è l’epicentro di mevano assolutamente l’aspetto tutte le contraddizioni della nodi esodo quasi biblico di migliaia e IN ALGERIA stra Europa. Forse sarebbe ora che migliaia di persone che cercano riQui le proteste i dirigenti europei rileggano le pafugio. È dunque nel quadro di un nascono dopo gine del grande storico Fernand palese vuoto politico che si sta l’aumento Braudel sul Mediterraneo, li posvolgendo un dramma storico sotdei prezzi. In trebbe aiutare ad andare al di là to i nostri occhi. L’Italia, ad esemparticolare del semplice appuntamento eletpio, dopo la politica del Mare Nopane, olio e torale. strum che prometteva una magzucchero PIAZZA TAHRIR Due immagini degli scontri che si sono succeduti nella piazza Tahrir al Cairo 2.728 1.223 KHALED FOUAD ALLAM La riorganizzazione geografico-politica dello spazio euro-asiatico è entrata in una nuova fase dopo l’Ottantanove, quando si trattò di ridisegnare i confini degli Stati che erano usciti dalla disgregazione dell’Unione Sovietica. L’impatto di quell’evento non fu probabilmente valutato in tutta la sua complessità e difficoltà. Tanto è vero che non ci si chiese che sarebbe stato di ciascuno dei nuovi Stati, una volta cher fossero stati messi in grado di camminare sulle loro gambe, scegliendo le proprie linee di sviluppo. E non solo quelle economiche ma anche quelle politiche. In alcuni casi, le cose andarono “de plano”: la Cecoslovacchia si divise in due; le tre repubbliche baltiche si ripresero la loro nobile marginalità; la Polonia si schiacciò sul capitalismo, e l’Ungheria si buttò a destra. Ma per altri, la variabile decisiva di fronte alla quale prendere posizione riguardava lo spostamento a est o a ovest dei loro orizzonti. Est voleva dire la rassicurante, ma poco autonoma, soggezione a Mosca, giocata non pià sull’ideologia, ma sul rublo. Ovest significava invece, insieme all’euro, l’accettazione di un sistema politico uniformato a quelli ben più vecchi, ormai, dei Paesi fondatori dell’Unione, cioé di democrazia parlamentare. Nella maggior parte dei casi la scelta è stata la seconda. E di conseguenza diversi nuovi Paesi sono entrati nell’Unione (oggi sono 28). Ma proprio l’ampliamento si è rivelato, invece che una prova del successo della proposta, un appesantimento della situazione complessiva. Tanto più di fronte all’imprevisto arrivo di una crisi economica internazionale che le istituzioni dell’Unione non hanno saputo tener fuori dai confini comuni. Mal comune, mezzo gaudio, si potrebbe dire; ma le cose non sono così semplici: basta vedere il caso ucraino per capirlo. Una parte del Paese si è girata a ovest e un’altra a est; la prima è in preda a lacerazioni ideologiche molto forti: non solo populismo, ma oltranzismo neo-fascista; la seconda, che non si riconosce nei meccanismi liberistici occidentali, vorrà consolidare i collegamenti con la Russia. Ma a fine maggio ci saranno le elezioni europee, nelle quali il tema principale sarà: cercare di far rinascere l’Unione o lasciarla declinare? Sui 751 seggi che si distribuiranno, ai Paesi ex-socialisti ne toccheranno 199, quasi un quarto dunque, tanti quanti basteranno per decidere la sorte dell’Ue. Ed essendo i soci fondatori e più anziani a loro volta preda dell’incertezza, questa votazione sarà una prova decisiva per il futuro dell’Europa. IL CAFFÈ 6 aprile 2014 6 attualità Una campagna di prevenzione per combattere violenze e abusi in allarmante crescita L’iniziativa Il fenomeno IL SONDAGGIO Secondo un sondaggio dell’Osservatorio internazionale contro la violenza a scuola, il 12% degli studenti svizzeri è vittima di abusi. LO STUDIO Il 10% dei ragazzi tra 16 e 17 anni e l’8% dei ragazzi tra 18 e 19 anni, secondo uno studio di Pro Juventute, sono stati vittime di episodi di cyberbullismo. MAURO SPIGNESI N on c’è soltanto il bullo, c’è la vittima, ma soprattutto ci sono i “supporter”, gli spettatori, qualche volta attivi, troppo spesso complici passivi. Tre profili, tre identikit di un fenomeno che sta conoscendo un’allarmante espansione. Una espansione certificata dai numeri. Uno studio di Pro Juventute ha, difatti, calcolato che un adolescente su 5 nelle scuole svizzere ne è vittima. Un sondaggio dell’Osservatorio internazionale contro la violenza a scuola, indica invece un 12 per cento di ragazzi vittime di umiliazioni, insulti, discriminazioni o furti. “Per questo oggi è importante stimolare i ragazzi, renderli consapevoli dei seri rischi che corrono”, spiega Aline Esposito, mediatrice e responsabile del piano Contro il bullismo nelle scuole arriva in classe la Croce rossa di prevenzione del conflitto per scuole e aziende della Croce rossa ticinese. Proprio la Croce rossa ha appena lanciato il progetto “Saidelbullismo”, attualmente in “fase pilota” che sta interessando alcune classi del Luganese. “Noi puntiamo a lavorare direttamente con i ragazzi - precisa Esposito - perché hanno bisogno di parlare. Sembra poco, ma non è così. Il grande problema del bullismo è che chi è coinvolto non parla”. Gli esperti della Croce rossa, poi, lavoreranno per tratteggiare i profili, ovvero capire chi è il bullo, chi è la vittima, ma anche chi fa parte di quella terza categoria di cui non si parla tanto che sono gli “spettatori” del bullismo. “Quelli che si limitano a guardare - sottolinea Esposito -, o che si voltano dall’altra parte, quelli che fanno il tifo. Nella dinamica sociale attorno a cui ruota il bullismo, questa categoria è fondamentale. Perché senza di loro i bulli non avrebbero quella spinta, quel consenso che li porta ad andare avanti”. Il problema è che gli “spettatori” devono capire che in qualche modo sono complici. E dunque devono saper dire basta. Ma non sempre hanno il coraggio di andare controcorrente, spesso hanno paura che la loro scelta li porti fuori dal gruppo, hanno paura di diventare a loro volte vittime. Ecco perché programmi come quello lanciato dalla Croce rossa con gli educatori, che vanno ad assistere in qualche modo anche gli insegnanti e i genitori, sono impor- tanti. “I ragazzi - spiega l’esperta - hanno necessità di strumenti concreti per reagire. Devono sapere se e come denunciare un sopruso, con chi parlarne. Non solo gli spettatori, ma anche le vittime e il bullo. Uscire dalla spirale che si innesta non è sempre facile”. E non è facile in particolare per il cyberbullismo, la declinazione più avanzata di questo fenomeno sociale. Alla linea d’emergenza di Pro Juventute le chiamate sono in aumento. LE SCUOLE Stando a diversi studi internazionali il bullismo affonda le sue radici nella scuola. Qui è necessario intervenire per prevenirlo e combatterlo. Chiamano ragazzini fotografati in situazioni imbarazzanti, con le loro immagini postate sui social network che scatenano calunnie e attacchi. “Il cyberbullismo è estremamente pericoloso - avverte Aline Esposito - perché non dà tregua. Con l’avvento degli smartphone ha subito un’ accelerazione. Le vittime sono costantemente prese di mira, il bullo in questo caso non vede la sua vittima in faccia, c’è una certa deumanizzazione che porta ad accanirsi di più. Il fatto di usare un social network diventa una sorta gioco e spesso non ci si rende conto del male che si fa”. Il progetto “Saidibullismo”, dopo questa prima fase pilota, a settembre decollerà definitivamente in altre classi del secondo ciclo di scuola media e nelle superiori. Le fasce d’età più a rischio. [email protected] Q@maurospignesi d÷ ©÷©—Ï ³—Å—³Ï z .Å ©.϶Ï÷ì ( W^A[]Q >LS >JA _QINL9OQX /ϳt ã.Ú .Å Ï—QÏ÷Ït|ú /ϳt ã.Ú .Å Ï—QÏ÷Ït Åt÷÷© …t¶—ÏÅt gt— ˝t y©¶˙— 9[[^OAZA ^P =Z9>>L9P]A TAZ Hccc EZ9P>JL [APb9 >JA N9 [^9 E9]]QZL9 E9NNL[>9X 1TT^ZA >QOA TQ[[QPQ ^P TL>>QNQ 9N=AZIQ PAL *ZLILQPL? ^P L[]L]^]Q PAN *L^Z9 Q ^P IL9Z@LPLAZA PANN9 69NNA !9N9P>9 T9I9ZA W^A[]Q [9N9ZLQ OLPLOQ TAZ QIPL 9^[LNL9ZLQX /ϳt ã.Ú .Å© ©ˇ.ã|ú !QOA T^S ^P9 TL>>QN9 9bLAP@9 [QTZ9__L_AZA 9N TZLOQ 9PPQ [A @A_A T9I9ZA [^=L]Q 9 ]^]]L ^P [9N9ZLQ OLPLOQ @L Hccc EZ9P>JL C A NQ []A[[Q _9NA 9P>JA TAZ ^P9 @L]]9 >JA NQ]]9 TAZ [QTZ9__L_AZAX ÃʾÑ!è.èÄ9-"Ñ45-"1-°$$ìì’1¬½Ãñʾ ÃʾÑ!&7+Ýì- $©Á;ò˙š7Áª*ÄÁ)Ì;°©8û&¼(-Ý*ÅÅÁ:,/ªòé0ÊÍ -5)5ÄÅì+3(8ì/3ÓÀ):$ÓÄ(ÓÝÍúÈìû˙5-1(èÞ¦-;;:+ ¹ú1éú/¬3¦5(ú2Ãñʾ d÷ ©÷©—Ï ³—Å—³Ï g© tQÏg z .Å ©.϶Ï÷ì )L[[9ZA NQ []A[[Q L@AP]L>Q [9N9ZLQ TAZ ]^]]A NA 9]]L_L]; A ]^]]A NA ZAILQPL B E^QZL @9NN9 ZA9N];U ,PQN]ZA? LP >9[Q @L >ZL[L Q @L ^P EZ9P>Q ]ZQTTQ EQZ]A? 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Reto Ceschi Fabio Schnellmann Dal prossimo giugno sarà il responsabile dell’Informazione della Rsi. Un augurio per il non facile compito al popolare giornalista che è anche un vero uomo-azienda con un percorso professionale interno di 27 anni. Clamoroso sorpasso del Plrt sulla Lega nella gara a chi la spara più grossa contro i frontalieri. Merito del deputato liberale che ha proposto di pagare il 20% del loro stipendio coniando il franco ticinese, da spendere esclusivamente nel cantone. 7 I ‘rapinatori in bici’ erano in hotel, sospetti su un’impiegata dell’albergo Erano alloggiati in un hotel, come semplici turisti, almeno due dei cinque componenti della “banda della bici” che il 25 marzo scorso ha rapinato la gioielleria Tettamanti di Ascona. E nell’hotel, che si trova in centro a Locarno, i due avrebbero in qualche modo avuto la collaborazione di una dipendente, già sentita dalla polizia. È questa la clamorosa svolta nelle indagini sul blitz di Ascona. Intanto, emerge anche un altro inquietante particolare: poche ore prima del colpo una telefonata alla polizia comunale di Ascona aveva segnalato la presenza di due persone sospette. Dunque almeno due dei cinque rapinatori, si è scoperto, avevano stabilito la loro base “sicura” a Locarno. E qui hanno potuto contare sull’aiuto dell’impiegata dell’hotel, una donna rumena, alla reception, che non li avrebbe regolarmente registrati in albergo, anche se su questo fatto non c’è ancora conferma ufficiale. Che qualcosa non quadrasse, tuttavia, gli investigatori evidentemente lo hanno capito, tanto che hanno sentito la donna. Ora, si tratta di capire se la dipendente dell’hotel sapeva che i due componenti della banda erano in Ticino per una rapina, o se fosse all’oscuro di tutto e magari ha ceduto a una loro richiesta, non immaginando poi le conseguenze a cui sarebbe andata incontro. Una svolta nelle indagini che è anche collegata al fermo di due dei cinque rapinatori di cui il Caffé ha scritto settimana scorsa. Intercettati casualmente dalla polizia cantonale per un controllo circa una settimana prima che entrassero in azione nella goielleria sotto i portici nel lungolago di Ascona. Quando gli agenti hanno chiesto loro i documenti, hanno presentato dei passaporti li- Clamorosa svolta nelle indagini sul colpo alla gioielleria di Ascona tuani e spiegato d’essere alloggiati in un hotel di Locarno. Insomma, cittadini di un Paese lontano, difficile per la polizia fare in poco tempo le opportune verifiche, capire con certezza se i due, che avevano pure comprato alla Brico di Losone un cacciavite e del nastro adesivo, avessero dei precedenti penali. Per questo, dopo il fermo di 24 ore, e senza elementi nuovi, erano stati rilasciati. L’inchiesta adesso si è focalizzata sul soggiorno, non registrato, a Locarno dei due lituani Ma dopo la rapina di Ascona gli investigatori hanno sicuramente collegato quei volti ripresi dalle telecamere con quelli dei due fermati lituani e, soprattutto, con l’hotel dove avevano detto di alloggiare. Ed è possibile che srotolando la matassa, partendo da questo importante dettaglio, si sia arrivati alla nuova pista delle indagini con l’individuazione dell’impiegata dell’albergo. Nelle immagini diramate dalla polizia cantonale si vedono chiaramente i banditi in fuga in sella alle bici che avevano rubato qualche giorno prima. L’ultima, di colore rosso, sarebbe stata ritrovata, ma non ci sono conferme ufficiali, lunedì scorso nei pressi della stazione di Locarno. Un’altra è stata abbandonata subito dopo il “colpo” in via Rondonico ad Ascona e altre due non lontano dall’aerodromo, sempre ad Ascona. Tre punti differenti, dunque, che confermerebbero l’ipotesi che i rapinatori abbia- L’IRRUZIONE L’arrivo dei rapinatori in bici sul lungolago di Ascona e la rapina nella ricostruzione illustrata di Guido Rosa Il retroscena Una donna segnalò degli individui sospetti LA GIOIELLERIA IN PIAZZA I rilevamenti nel lungolago di Ascona dopo la rapina alla gioielleria Tettamanti Per la rapina alla gioielleria Tettamanti emergono altri inquietanti particolari. Poche ore prima del colpo una donna ha telefonato alla polizia comunale di Ascona, segnalando la presenza di due persone sospette. Persone che la donna ha poi riconosciuto nelle foto dei rapinatori diramate dalla polizia cantonale e pubblicate dai giornali. Circostanze che lei stessa conferma: “Io - dice - il mio dovere l’avevo fatto”. Di più, la signora, non vuole aggiungere, perché gli inquirenti, afferma, le hanno imposto il più stretto riserbo. Secondo le informazioni del Caffè la donna, dopo aver visto le foto sui quotidiani, avrebbe ritelefonato alla polizia per confermare che due dei rapinatori in bicicletta erano le persone che lei aveva voluto segnalare con la sua prima chiamata. I cinque banditi hanno agito a volto scoperto, sicuri, evidentemente, che nessuno li potesse ri- no preso strade diverse dopo aver portato via l’ingente bottino dalla gioielleria Tettamanti. Quello che emerge con certezza, a oltre dieci giorni dalla rapina, sulla quale la Polizia cantonale non rilascia alcuna informazione “perché l’inchiesta è ancora in corso”, è che la banda è formata da veri professionisti del crimine. [email protected] Q@maurospignesi I fatti Una telefonata d’allarme alla polizia comunale poche ore prima dell’irruzione TiPress MAURO SPIGNESI conoscere. Un dettaglio che porta a pensare che i cinque non siano schedati e che difficilmente si possa risalire a loro soltanto dai tratti della loro faccia. Inoltre, se effettivamente i rapinatori sono arrivati da Paesi lontani, come lasciano supporre i due lituani che alloggiavano in un hotel di Locarno e che erano stati fermati dalla polizia cantonale pochi giorni prima del colpo, non sarà facile rintracciarli nel caso siano già riusciti a lasciare la Svizzera. Ma nel loro piano comunque qualcosa è andato storto. I due lituani, fermati dalla polizia dopo aver acquistato un cacciavite e del nastro isolante alla Brico di Losone, hanno portato gli inquirenti all’albergo di Locarno e ai sospetti sulla dipendente rumena che non li avrebbe regolarmente registrati. Una prima pista concreta che potrebbe dare un preciso orientamento alle indagini. 1 IL CONTROLLO Due dei cinque rapinatori, entrambi lituani, il 17 marzo vengono fermati per un controllo nel Locarnese 2 IL FERMO I due dicono di alloggiare in un hotel di Locarno, erano in possesso di un cacciavite e del nastro adesivo 3 L’IDENTIFICAZIONE Gli oggetti trovati sono potenziali attrezzi da scasso. Dopo il fermo di 24 ore due sono rilasciati 4 LE BICICLETTE Un paio di giorni prima della rapina ad Ascona, martedì 25 marzo, la banda ruba 5 biciclette 5 LA RAPINA Martedì 25 marzo, alle 15 circa, in piazza ad Ascona, i 5 hanno svaligiato la gioielleria Tettamanti 6 LA SVOLTA Le indagini seguono anche la pista dell’hotel e affiorano i sospetti su una dipendente rumena Mille ore in più di coda in auto ogni anno Lo studio Sulla circonvallazione di Lugano il traffico è cresciuto del 4% Ti-Press La curiosità Il record nazionale dell’attesa al volante si registra a Zurigo. Il momento più “caldo” il martedì mattina Che sia per congestionamento di traffico, incidenti, cantieri o altro, dal 2000 ad oggi le ore che gli automobilisti svizzeri passano incolonnati sono passate da circa 8mila a circa 20mila. E solo nell’ultimo anno preso in esame da Viasuisse le code originate dall’eccessivo flusso di traffico hanno visto un aumento di un ulteriore 7%, pari a 1.043 ore. A incidere maggiormente sull’incremento del volume è stato soprattutto il traffico lavorativo, i pendolari, che negli ultimi dodici anni sono aumentati di 230mila unità. Uno studio realizzato dall’Ufficio federale di statistica, Geostat, Navteq e Credit Suisse ha inoltre individuato i punti viari dove si è avuto il maggior incremento di traffico. Il primato va al San Gottardo che, tra il 2011 e il 2012, ha registrato un aumento del 22% dei transiti, ma al nono posto troviamo la circonvallazione di Lugano con un +4,1%. In realtà, sulla base dei flussi di traffico lavorativo (che caratterizza l’85-90% del volume delle attese al volante) è stato stilato un “indice code dei pendolari” che dimostra come gli ingorghi d’auto si concentrino attorno agli agglomerati urbani. In questa speciale classifica Lugano si piazza al settimo posto nazionale e Bellinzona al 19esimo. Regina negativa di questa classifica è Zurigo, che vede statisticamente la sua giornata nera del traffico nel martedì, alle 7.15 del mattino per la precisione. E sono tre gli agglomerati della grande area zurighese che si piazzano nella top ten delle Il Ticino nella top ten delle file di macchine di pendolari e il Gottardo si blocca a giorni alterni code. Anche a Ginevra, seconda nella classifica, non si scherza visto che il tempo perso negli incolonnamenti stradali è solo del 4% inferiore a Zurigo. Terza Losanna. Paradossalmente, poi, la sensazione è che più si ampliino i tratti stradali congestionati, incrementandone la capacità, più aumentano le code. La tratta della nazionale dell’ A1 al Bareggtunnel vicino a Baden, ad esempio, è stata portata da quattro a sette corsie. Ebbene, con l’apertura della seconda galleria, il traffico medio nei giorni lavorativi ha registrato un incremento del 36% nell’arco di soli dieci anni. Pure le autostrade, però, contribuiscono non poco ad incrementare il totale delle ore passate immobili alla guida. In un anno il maggior incremento, con 844 ore in più d’attesa, spetta alla A1, mentre la A2 ne ha subite “solo” 484. È anche vero, però, che i 421 chilomentri della A1 assorbono quasi il 40% dei 9954 milioni di chilometri-veicolo percorsi negli ultimi quattro anni sulle strade del Paese. Fatto sta che, secondo l’Ufficio federale delle strade (Ustra), nel 2012 le auto in Svizzera sono rimaste in coda il 4% in più rispetto all’anno precedente, per un totale di 19.921 ore. Cioè 830 giorni, più di due anni! E la cosa preoccupante, secondo sempre i dati dell’Ustra, è che nello stesso periodo preso in esame l’aumento dei chilometri percorsi sull’intera rete viaria nazionale è aumentanto in misura risibile: +0,3%. Come dire che i chilometri percorsi ogni giorno sono gli stessi, ma richiedono il 4% in più di tempo per percorrerli. e.r.b. HIGHLIGHTS OFFERTE VALIDE FINO AL 19 APRILE 2014 (FINO AD ESAURIMENTO SCORTE) Su tutti gli elettrodomestici in aggiunta sconto del 10% con la carta Manor. 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Hani Abbas, 36 anni, è un richiedente d’asilo e oggi vive Neuchâtel Cercando la libertà dal profumo di rosa tra bombe e cecchini D FRANCO ZANTONELLI “Soltanto una pallottola poteva fermare i disegni” “Ho disegnato immagini che non riescivo a togliermi dalla mente, frammenti di corpi squarciati, i cadaveri dei miei amici più cari. Ho continuato a disegnare, pensando che solo una bomba o una pallottola mi avrebbero potuto fermare a Damasco, via Beirut, ad Estavayer-le-Lac, nel canton Friburgo, per sfuggire alla folle guerra civile siriana, che non ammetteva le sue vignette irriverenti. È il destino del cartoonist Hani Abbas che, da cinque mesi, ha ottenuto lo statuto di richiedente d’asilo, in Svizzera, sulle sponde del lago di Neuchâtel. A questo 36 enne di origine palestinese è stata fatale una rappresentazione poetica, quasi un’invocazione di normalità, che il regime di Bachar al-Assad non ha digerito. È bastato un disegno che qui da da noi si riterrebbe, mal che vada, delicatamente ironico, per far saltare la mosca al naso al dittatore: il ritratto di un soldato che si stacca da un plotone schierato con le armi in pugno, si inginocchia e si gusta il profumo di una rosa rossa. Il fiore che, però, è anche il simbolo dell’ormai abortita primavera siriana. Di qui l’accusa, rivolta al vignettista, di aver inneggiato alla diserzione. Anche perché, poco prima che sui social network venisse pubblicato quel disegno, aveva destato sensazione il gesto di ribellione di un alto ufficiale, che aveva abbandonato l’esercito, in segno di protesta contro la politica di feroce repressione degli oppositori di Assad. Da quel momento il profilo Facebook di Hani Abbas viene violato più volte, il suo conto in banca è bloccato, la sua abitazione, nella capitale siriana, sorvegliata dagli uomini dei servizi segreti. “In Siria se dici la verità, oppure ti metti semplicemente a descriverla con una matita, finisci in prigione -racconta-. E quando sei dentro prima o poi ti uccidono”. Una situazione drammatica: “C’è un mio amico e collega, Akram Ruslan, con cui lavoravo ad Al Jazeera, che è finito La vita Il lavoro La vignetta I rischi A DAMASCO LE MINACCE Hani Abbas, 36 anni, palestinese di origine, una moglie è un figlio, viveva a Damasco. Faceva il cartoonist pubblicando vignette satiriche. Una sua vignetta con un soldato che ha in mano una rosa simbolo della Primavera siriana non piace al regime. E qui cominciano i guai. in una delle carceri dei servizi di sicurezza. Ormai sono passati due anni e, a quanto mi risulta, è ancora vivo. Ma molti altri, davvero tanti, sono morti”. Già pri- “In Siria se dici la verità, oppure ti metti soltanto a descriverla con una matita, finisci diritto in prigione” ma della rivolta la vita di chi faceva il cartoonist era difficile, c’era una linea rossa che non si poteva superare, rappresentata La fuga L’attesa LE INDAGINI CAMPO PROFUGHI LA SVIZZERA Quando la vignetta viene pubblicata il regime blocca il conto in banca di Abbas e controlla la sua abitazione nella capitale siriana. Abbas fugge con la sua famiglia e arriva al campo profughi di Yarmouk, 110mila persone. Lì vivono ancora i genitori e suo fratello. Dopo aver rischiato la vita più volte, Abbas arriva in Svizzera. Da cinque mesi vive a Neuchâtel ma figlio e moglie sono ancora in Palestina. dal presidente e dal suo entourage. “Poi, quando quelli come me - riprende Hani Abbas - hanno voluto descrivere la rabbia del popolo contro il regime, le cose sono tragicamente precipitate. Per continuare a testimoniare questa rabbia sono stato costretto a fuggire. Mi aveva convocato la polizia per interrogarmi, ed ero certo che le cose si sarebbero messe male, per me. Anche se non avrei mai pensato di andar via da Damasco”. All’inizio con la moglie ed il figlio piccolo, Hani Abbas si nasconde nel campo profughi di Yarmouk, nei sobborghi della capitale. Yarmouk è venuto su dal niente nel 1957, da quando ospitava dei rifugiati palestinesi, sfuggiti a uno dei tanti conflitti arabo-israeliani, quello del ’56 in cui lo Stato ebraico occupò il “Correvo con mio figlio in braccio sotto una pioggia di missili, non so come ho fatto a sfuggire alle morte” Sinai. Yarmouk è una piccola Gaza, un fazzoletto di territorio di poco più di due chilometri quadrati dove, oggi, vivono am- Fotografa il logo del Caffè e vinci un giorno a Europa-Park a pagina 20 Scansiona il logo con massate oltre 110 mila persone. “Lì ero nato, a Yarmouk vivono ancora i miei genitori e mio fratello, mi sentivo protetto, poi le truppe di Assad hanno cominciato a bombardare il campo- ricorda-. Eppure, nonostante le bombe e i cecchini, io e la mia famiglia abbiamo resistito altri cinque mesi. Durante i quali non ho mai smesso di disegnare. Non avevo abbastanza parole per descrivere l’orrore di cui ero testimone, allora lo descrivevo con la mia matita”. Le cose che lui disegnava raccontavano storie terribili di morte e sofferenza: “Immagini che non riuscivo a togliermi dalla mente, frammenti di corpi squarciati, i cadaveri dei miei amici più cari. Ho continuato a disegnare pensando che solo una bomba o una pallottola mi avrebbero potuto fermare, fino a che la situazione è diventata talmente pericolosa che, con mia moglie e mio figlio, ce ne siamo andati anche da Yarmouk”. Ci sono stati momenti particolarmente intensi della sua esperienza a Damasco o nel campo di Yarmouk, che Hani Abbas non dimenticherà mai: “Non riuscirò mai a togliermi dalla mente quella volta in cui mi sono trovato a correre, sotto una pioggia di bombe e di proiettili, con mio figlio in braccio. Piangevo e, francamente, non so come abbiamo fatto a cavarcela”. Ripensa al suo Paese, alla guerra e aggiunge: “In Siria la vita è orribile. Non so quante notti insonni abbiamo trascorso, io e mia moglie, facendoci forza l’uno con l’altra, mentre intorno a noi piovevano i missili”. Anche nel campo profughi la situazione era diventata insostenibile, il vignettista e i suoi famigliari decidono di rifugiarsi in Libano, meta di altre centinaia di migliaia di siriani, in fuga dagli orrori della guerra civile. “In Libano, a Beirut, sono rimasto parecchi mesi. Poi ho chiesto asilo alla Svizzera, mi hanno accolto ed eccomi qua. Mia moglie e mio figlio, al momento, sono ancora a Beirut ma spero mi raggiungano presto”. Di tutte le vignette che ha disegnato e pubblicato su Facebook a una Abbas è rimasto più affezionato: “È quella del soldato che esce dal plotone per assaporare il profumo della rosa. Perché quel fiore sa di libertà”. [email protected] IL CAFFÈ 6 aprile 2014 10 IL PUNTO CHANTAL TAUXE 1/ barometro delle promesse Un divorzio consumato sull’altare democratico La politica... dalle parole ai fatti Ciò che si è realizzato, rinviato o che è in attesa del giudizio popolare Fra il dire e il fare... c’è di mezzo il mare. Soprattutto in politica dove fra parole e fatti il tempo sembra essere infinito. Quanto tempo occorre per realizzare una riforma? Per dare concretezza ad una decisione politica? Per alcuni temi la decisione è immediata o quasi. Per il taglio ai sussidi ai premi di cassa malati, “unica misura strutturale” secondo il ministro Paolo Beltraminelli, l’iter ancora in corso non supererà i sei mesi, sempre che superi il voto popolare. Per altre come il freno alla spesa, poi diventato freno al deficit, il cammino è lunghissimo: sono passati 11 anni dalla prima proposta e ora si attende il verdetto popolare. Sul lungo periodo, ma confortante, l’esito di altri progetti: in vent’anni il Ticino è riuscito a darsi una struttura universitaria, a cui si aggiungerà un Master in medicina. Altri problemi subiscono stop e ripartenze o lunghi confronti, come l’amnistia fiscale o la legge sulla prostituzione che rischia di diventare un tormentone. (1-continua) Finanze L’amnistia fiscale alla prova delle urne L’annuncio “Farà riemergere capitali da reimmettere nel circuito economico”, aveva sostenuto il ministro delle Finanze Laura Sadis nel 2010 proponendo l’amnistia fiscale cantonale e dando seguito così ad una iniziativa parlamentare precedente di Plrt, Ppd, Lega e Udc. Aggiungendo però che: “Sarebbe stata una soluzione migliore un’amnistia fiscale generale federale”. “Lex prostituzione” Plrt e Ppd all’attacco L’annuncio “È una legge chiara, senza tecnicismi”, aveva detto il ministro leghista Norman Gobbi nel gennaio del 2013 presentando la riforma della legge sulla prostituzione. Precisi gli obiettivi: tutelare la quiete pubblica, proteggere dallo sfruttamento, fissare una normativa per l’esercizio della prostituzione e per la gestione dei locali erotici, garantire alla polizia la possibilità di ispezione senza mandato del Ministero pubblico. Cosa è successo Ad oltre un anno dalla presentazione tutto è fermo in Commissione della Legislazione. Contrario in particolare il Ppd: secondo il deputato Maurizio Agustoni la nuova legge che regolamenta ogni minuzia “ rischia di essere interpretata come una specie di vademecum del magnaccia”, una guida all’insediamento di un bordello nel Ticino, mentre in tutta Europa si sta andando verso la punibilità del cliente. Voce non isolata. Anche il Plrt con Giorgio Galusero ha proposto di vietare tutti gli annunci erotici, in difesa dei minori. Proposta che ha visto la forte reazione di Lorenzo Quadri, direttore del Mattino, giornale che ospita paginate d’annunci a luci rosse. Tempi lunghi, insomma, per la nuova legge. Forse per questo Gobbi ha preannunciato la sua ricandidatura: “I temi di questo Dipartimento sono difficilmente di breve durata. Hanno bisogno di 2-3 legislature”. Il taglio ai sussidi e le giravolte leghiste L’annuncio “Farò il possibile per convincere i ticinesi dell’equità di questa misura che tutela chi è in difficoltà, senza creare particolari problemi per gli altri”, aveva detto Paolo Beltraminelli, ministro della Sanità, difendendo la modifica per il calcolo dei sussidi ai premi di cassa malati (ne usufruiscono 111 mila ticinesi). “L’unica riforma strutturale del preventivo 2014”, aveva aggiunto Beltraminelli. Cosa è successo La proposta del governo sostenuta anche dalla Lega è stata approvata dal parlamento nel novembre dell’anno passato. In pratica si è trattato di un taglio lineare del 4%, per un risparmio di 14,4 milioni di franchi nel preventivo 2014. Contrari Verdi, Udc, Mps, Area liberale e Ps; lanciato il referendum, pienamente riuscito con oltre 10 mila firme, si andrà a votare il prossimo 18 di maggio. Ma se nella discussione parlamentare la Lega s’era spesa in difesa di “tagli”, ora sembra aver cambiato parere. Il deputato Michele Guerra che aveva difeso la riduzione dei sussidi come giusto adeguamento alle mutate abitudini dei ticinesi, è stato quasi messo sotto accusa. Contestato il suo sostegno a queste misure definite “importanti vittorie” necessarie per il risanamento delle finanze. Il ministro leghista Claudio Zali prima e il cordinatore della Lega Attilio Bignasca poi, hanno preannunciato un cambio di orientamento sul voto. Quel freno che arriva con il moltiplicatore L’annuncio “Essenziale è il controllo anno per anno, mese per mese, della spesa pubblica. A questo riguardo appare uno strumento più che mai necessario la legge sul freno alla spesa”, aveva detto l’allora ministro delle Finanze Marina Masoni sostenendo il suo progetto: l’aumento delle uscite dello Stato non può essere superiore alla percentuale di crescita del Prodotto interno lordo. Cosa è successo Presentato nel 2003 il progetto di legge sul freno alla spesa di Masoni restò fermo per nove anni in Commissione della Gestione. Finché Laura Sadis, nuovo ministro delle Finanze, presentò un’alternativa: il freno al deficit con tanto di moltiplicatore. Il governo dovrà presentare conti in pareggio, l’eventuale deficit non potrà superare il 4% (il 5% in periodi di crisi). Se si supera scatta con il moltiplicatore cantonale un aumento delle imposte: decisione che deve essere presa dal parlamento con la maggioranza di due terzi. Il provvedimento è stato approvato lo scorso mese di gennaio, dopo lunghe discussioni. In particolare l’Udc con Marco Chiesa aveva ripreso il progetto di Masoni, bocciato in aula. Essendo stato il principio inserito nella Costituzione, il popolo dovrà decidere (si vota il 18 maggio). Sul fronte del no: Area liberale, Udc, Ps, Verdi, Mps. E forse anche la Lega, che pare aver cambiato idea. Ti-Press Socialità Sicurezza Cosa è successo Il progetto di amnistia presentato da Sadis è stato bocciato in parlamento nel marzo 2012, a seguito di un ripensamento della Lega (e non solo). Ma l’idea non è stata abbandonata. Su imput del presidente del Plrt Rocco Cattaneo, l’iniziativa, a cui si sono aggiunti Udc, Ppd, Lega e Verdi è stata riproposta lo scorso anno ed è stata approvata in Gran Consiglio nel novembre del 2013 (solo 15 i contrari: il Ps, il Movimento per il socialismo e il verde Fausto Beretta-Piccoli). Il provvedimento prevede per gli anni 2014-2015 uno sconto fiscale del 70% per chi non è stato in regola con il pagamento delle imposte negli ultimi dieci anni. I primi 20 milioni recuperati saranno destinati ad un fondo per l’occupazione. Contro l’amnistia fiscale cantonale si sono opposti socialisti e i sindacati che hanno lanciato un referendum, riuscito con 7.500 firme. Si voterà il prossimo 18 maggio. Istruzione Fiscalità CLEMENTE MAZZETTA Il Master di medicina nei prossimi tre anni L’annuncio “L’università è un treno da non perdere”, aveva detto nel 2009 l’allora ministro dell’educazione, cultura e sport Gabriele Gendotti al Caffè. Il governo aveva appena istituito un gruppo di lavoro per valutare la possibilità di introdurre, anche in Ticino, una formazione medica a livello clinico. Cosa è successo Il gruppo di lavoro ha elaborato un piano di fattibilità, ha preso i giusti contatti; il ministro intanto è cambiato. Ma il Ticino, comunque, non ha perso il treno. Il Master di medicina diventerà realtà entro il 2017. Manuele Bertoli, attuale consigliere di Stato, presentando la proposta di istituzione di un Master in medicina umana all’Università della Svizzera italiana, ha potuto dire che “il Ticino entra nel terzo millennio guardando in modo deciso verso la ricerca, l’innovazione e il mondo della scienza”. Si prevede un Master in medicina umana, della durata di tre anni, in collaborazione con l'Università di Basilea e con l’Istituto di Ricerca in Biomedicina di Bellinzona. I costi sono stimati in 23 milioni di franchi, di cui 7 a carico del Cantone. Il messaggio governativo sarà discusso entro l’anno in parlamento e prevede, oltre al Master, anchel’istituzione di una futura facoltà di scienze biomediche che avrà sede a Bellinzona. Joachim Gauch ha osato. Nel corso della sua visita ufficiale del 1 aprile, il presidente tedesco - riferendosi al voto sull’immigrazione - ha osato affermare che la democrazia diretta, a volte, presenta qualche “svantaggio”. E che può rappresentare un “grosso pericolo” quando i cittadini sono chiamati a pronunciarsi su argomenti complessi, difficili da comprendere in tutte le loro implicazioni. La sua amichevole franchezza è stata mal interpretata. La nostra democrazia diretta sarebbe tanto perfetta da non sopportare neppure la minima critica. Quelli che si offendono, dovrebbero sapere che la nobiltà del sistema democratico rispetto alle dittature o alle monarchie, risiede proprio nell’ammettere le critiche. Di favorire l’obiezione costruttiva e soprattutto di sentirsi legittimo al punto da non temere il rimettersi in causa. Gli svizzeri farebbero bene ad ascoltare la riflessione di Gauck, perché è il presidente di un Paese che è sprofondato nella barbarie più assoluta santificando le emozioni popolari. La Germania, che ha superato il suo passato nazista, ma anche la parentesi comunista ad Est, è un Paese durevolmente vaccinato contro lo sfruttamento della volontà popolare. Il suo “edificio costituzionale” prevede ogni sorta di garanzia per evitare le derive. Ma quello di Gauck non è un caso isolato. La nomina questa settimana di Arnaud Montebourg, quale ministro dell’Economia nel nuovo governo francese, ha conferito una risonanza particolare alle sue dichiarazioni sulla “lepenizzazione” della Svizzera e sul “suicidio collettivo” che rappresenterebbe il voto del 9 febbraio. I governanti dei Paesi vicini hanno decisamente perso la mansuetudine d’antan nei nostri confronti. L’indignazione non è ben accolta. L’analisi Vox appena presentata ci informa sulle motivazioni dei votanti il 9 febbraio. È una vera bomba. Segnala una profonda mancanza di fiducia nei confronti del Consiglio federale e dell’Unione europea, soprattutto tra i simpatizzanti dei partiti di destra. Ancor più clamoroso per i partiti ancorati alla soluzione bilaterale - come i liberali radicali e i democratici cristiani - il fatto che il 90% tra chi ha votato sì all’iniziativa dell’Udc sarebbe pronto ad accettare pure la pardita degli accordi bilaterali quale conseguenza. Gli europei, insomma, non comprendono né il nostro funzionamento istituzionale, né i nostri obiettivi, e noi ce ne infischiamo. Una maggioranza degli svizzeri pensa seriamente che l’accesso ai mercati europei potrebbe essere limitato con lo scopo di ridurre l’afflusso di stranieri, e che sarebbe davvero meglio così. Questo si chiama divorzio. In tutto e per tutto. E si può seriamente dubitare che il processo di conciliazione che tenta ora il Consiglio federale porti a dei risultati. IL CAFFÈ 6 aprile 2014 L’ASSEMBLEA Sergio Savoia (50 anni) e a fianco la copresidente nazionale Regula Rytz (52); sotto, Greta Gysin (31) e Gerry Beretta Piccoli (68) 11 Ti-Press Ti-Press L’assemblea Il movimento ambientalista si spacca sulla figura del leader, che viene rieletto Ti-Press CLEMENTE MAZZETTA L a nuova strada dei Verdi è iniziata ieri, sabato, a Bellinzona, con Sergio Savoia riconfermato coordinatore. “E la prossima sfida sarà portare uno di noi in Consiglio di Stato, con una lista dove ci sarò io, ma anche Greta Gysin: tutti assieme, lealmente”, ha concluso Savoia cercando alla fine di “ricucire” con gli oppositori interni, in un’assemblea che l’ha messo sotto processo. Una raffica di accuse - di essere populista, filoleghista, di non essere più ambientalista, di avere più simpatie nell’Udc che nei Verdi, di non saper ascoltare, di fughe in avanti – che Savoia ha ascoltato dal fondo della sala, in silenzio, dopo aver rinunciato in modo plateale al discorso iniziale. E dire che l’assemblea - un centinaio di presenti, 82 gli aventi diritto al voto - era iniziata nel migliore dei modi. Con la copresidente dei Verdi svizzeri Regula Rytz, che, pur ribadendo la diversa posizione nazionale sulla votazione del 9 febbraio, ha riconosciuto “la particolare e delicata situazione del Ticino” e il buon lavoro dei Verdi ticinesi. Con Claudio Zanini, il coordinatore del gruppo di lavoro che ha il compito di riorganizzare il movimento ambientalista, che ha ribadito il sostegno a Savoia “il miglior coordinatore possibile”. Niente. Appena aperto il dibattito è partito il “fuoco amico”. Unico bersaglio Savoia, su cui si sono esercitati in particolare i Verdi luganesi. Stefan Krebser di Sessa, do- Travolto dalle critiche e “verde di rabbia” Savoia è riconfermato po aver precisato che si era anche sondata la disponibilità di Greta Gysin ad assumere il ruolo di coordinatore ma invano, ha aggiunto: “L’importante è non confermare la fiducia a Savoia”. Per Raffaela Castellari di Sessa: “Savoia non è più adatto a guidare i Verdi”. E Mattia Schmid di Lugano ha rincarato: “Non ci serve un leader che parla alla pancia”. Per Danilo Baratti di Lugano è ora di dire basta a certi discorsi: “Mi sconcertano i toni populistici del nostro coordinatore”. Poi Kaj Klaue di Savosa: “No a queste fughe in avanti, che Savoia si faccia un suo movimento personale”. Il tutto intervallato dalle dichiarazioni dei so- stenitori del nuovo corso di Savoia. Pier Luigi Zanchi di Locarno: “Chi non cambia muore o rimane infelice”. Fabio Guarneri di Monteceneri: “Quella di Sergio è la strada giusta”. Melitta Jalkanen di Lugano: “Restiamo uniti”. Rolando Bardelli di Balerna “Non facciamoci del male”. Giuseppe Valli di Morbio inferiore: “Sono deluso: non siamo mica boy scouts. In politica si discute. Chi non vuole Sergio che si proponga”. Claudia Crivelli di Mendrisio: “No a questa gogna per Sergio”. Elena Bacchetta di Mendrisio: “Criticare senza portare alternative è poco verde”. Francesca Machado di Locarno: “Se siamo cresciuti lo dobbiamo a Sergio”. Infine anche Greta Gysin, dopo aver ribadito le sue distanze da Savoia, ha spiegato di non volersi candidare a coordinatrice perché incinta (sarà mamma a giugno) e perché “cambiare ad un anno dalle elezioni non è una strategia vincente. Ma occorre correggere l’attuale rotta, dobbiamo garantire la biodiversità delle opinioni e avere un linguaggio rispettoso verso l’avversario politico”. Parole che hanno smosso Savoia, che è intervenuto, visibilmente provato, anche un po’ risentito, rivendicando le sue scelte. “Ho sempre detto quello che volevo fare: sono l’unico politico che viene trattato in questo modo per aver vinto le elezioni, per aver portato i Verdi dal 2,8 al 6,8%. Però mi sono conquistato almeno un diritto, quello di farmi mandar via. Se questo partito non mi vuole, ha il dovere di dirmelo. Mi prendo tutte le colpe, ma se mi date le colpe voglio anche i meriti”. Un discorso duro, a tratti sprezzante verso gli avversari interni. Invece di placare gli animi, ha coalizzato l’opposizione che ha chiesto il voto segreto. Savoia s’è giocato tutto, forse troppo. Ma alla fine l’ha spuntata: con 47 voti su 82 votanti, è stato rieletto coordinatore; 14 voti sono andati Gysin e 6 a Gerry Beretta Piccoli, che s’era ritirato e poi rimesso in corsa all’ultimo momento. Una dozzina gli astenuti. Un voto che segna il nuovo inizio per i Verdi, con Savoia che deve fare i conti con un’opposizione interna, al momento senza guida. [email protected] Q@clem_mazzetta L’opinione/1 L’opinione/2 Dpo vo dsfejup ej DIG 21p111/m b vo ubttp epjoufsfttf boovp fggfuujwp dpnqsftp usb jm 5/6 & f jm 7/:& )gbtdjb efj ubttj epjoufsfttf* f vob evsbub ej 47 nftj sjtvmub vo dptup upubmf efhmj joufsfttj usb DIG 7:4/91 f DIG 2p175/71/ Jm ubttp epjoufsfttf ejqfoef ebmmb tpmwjcjmju° efm dmjfouf/ Bwwfsufo{b mfhbmf; mb dpodfttjpof ej dsfejuj ³ wjfubub tf dpoevdf b vo joefcjubnfoup fddfttjwp )bsu/ 4 MDTJ*/ DSFEJU.opx ³ vo nbsdijp ej CBOL.opx TB- Ipshfo/ “I temi ecologici hanno per tutti grande importanza” “I problemi fondamentali dell’umanità, a mio parere, oggi sono quelli dati dalla rottura dell’equilibrio fra politica e economia, rappresentata dal capitale finanziario, e i rischi delle catastrofi ambientali sempre più incombenti”. Per Pietro Martinelli, ex consigliere di Stato socialista, diventando sempre più importanti i temi del cambiamento climatico, dell’energia, della tutela del territorio, del rapporto economia-ambiente, oltre che quelli dell’economia tout court, la “ragione sociale” dei Verdi mantiene sempre una forte validità nonostante la fuoriuscita dal nucleare”. Anche se le questioni ecologiche hanno ormai contaminato tutto lo scenario politico-partitico. “Giusto ampliare lo spazio d’azione: tutto dipende dalla coerenza con i propri ideali” L’EX MINISTRO Pietro Martinelli, 80 anni, è stato ministro dal 1987 al 1999 “Come sempre tutto dipende da come queste istanze sono portate avanti, dalla coerenza interna – aggiunge Martinelli -. La scelta dei Verdi di voler rivendicare un interesse politico a tutto campo e di non chiudersi nel solo campo ambientale, mi sembra non solo legittima, ma anche necessaria. Entrando in parlamento, negli esecutivi, ci si deve occupare di più questioni. Il problema piuttosto è di non essere incoerenti fra il nocciolo originario e le nuove posizioni che si assumono sul tema del lavoro, dello sviluppo, della crescita. Perché fra sviluppo liberista e ambiente prima o poi il conflitto emerge”. Quanto al fatto se i Verdi, sopravvissuti alla fine del nucleare, sopravviveranno alla forte leadership di Sergio Savoia, Martinelli, non si esprime: “Bisognerebbe chiederlo ai Verdi. Di certo Savoia esaspera le sue virtù e i suoi difetti”. Sjtusvuuvsbsf p sjbssfebsf mpbcjub{jpof qspqsjb; ³ qpttjcjmf bodif dpo vo dsfejup qsjwbup@ TÄ- dpo DSFEJU.opx Dbtb b vo ubttp epjoufsfttf b qbsujsf ebm 5/6&/ W Pqfsb{jpof ej dsfejup sbqjeb f tfnqmjdf W 1911 51 51 53 pqqvsf dsfeju.opx/di0dbtb Vob tpmv{jpof tj uspwb tfnqsf Ora sono diventati “politematici” come gli altri partiti P er il politologo Oscar Mazzoleni è un dato di fatto che i temi ambientali abbiano conquistato legittimità anche in altri partiti. “È ormai un tema trasversale, anche se sono soprattutto le associazioni di base quelle che mettono al centro dell’agenda politica le questioni ambientali, dalla difesa del piano di Magadino, alla lotta contro il traffico, alla conservazione del patrimonio architettonico…”, sostiene Mazzoleni, secondo cui la questione se convenga o meno ai Verdi trasformarsi da movimento ambientalista in partito politematico, è già risolto. “Questo cambiamento è già avvenuto nei fatti. È il guadagno e il prezzo del successo. Perché entrando nelle istituzioni, costituendo un grup- “La questione fondamentale è conciliare le nuove scelte con la loro anima originaria” IL POLITOLOGO Oscar Mazzoleni, 45 anni, politologo responsabile dell'Osservato rio della vita politica regionale dell'Universita? di Losanna po parlamentare, i Verdi si sono dovuti esprimere su tutte le questioni d’attualità, hanno dovuto sviluppare proprie posizioni sulle più disparate tematiche. Pertanto la questione diventa piuttosto quella dell’identità, di come in questo contesto si mantiene la propria originale specificità”. Cioè, di come l’apertura a nuovi temi si possa conciliare con la ragione sociale, originaria dei movimento. “E con questo – conclude Mazzoleni – diventa sempre più rilevante il tema dei rapporti e delle alleanze con le altre forze politiche”. Detto con altre parole: verso quale sponda politica guardare. Ovvero come si può conciliare un’anima verde che è stata sempre vicina alla sinistra, con posizioni che hanno come baricentro, in termini di alleanze, partiti che sulla questione degli stranieri e della libera circolazione si collocano a destra. IL CAFFÈ 6 aprile 2014 13 economia La concorrenza 1 2 L’IRLANDA Google, Facebook, Pfizer, Johnson & Johnson, Amazon, Citigroup e Apple sono sbarcate in Irlanda. 3 4 L’OLANDA Le holding estere, nel Paese dei tulipani sono aumentate del 34% in due anni, contro il 22,5% della Svizzera. L’INGHILTERRA La corporate tax della Gran Bretagna, cioè il tasso previsto d’imposta sulle società estere scenderà presto sino al 20 per cento. L’AMERICA L’imposizione fiscale per le aziende negli Stati Uniti è del 35 per cento, rispetto al 12.5 per cento previsto in Svizzera. La fiscalità elvetica perde appeal La battaglia per attirare imprese si gioca a colpi di detassazione e servizi GIORGIO CARRION Se è vero che il “corporate tax rate”, cioè il tasso d’imposta sulle società, in Svizzera nel 2014 è sceIn Eigerstrasse, a Berna, la noso al 17,92% - contro il 25% di tizia che Yahoo, il colosso dei serOlanda ed Austria, 23% di Gran vizi internet, ha scelto di trasferire Bretagna, ma anil suo quartier geneche rispetto al rale in Irlanda è sta- I TREND 12,5% di Irlanda – a ta un altro shock. Addetti AUSTRIA IRLANDA Addetti 509.472 rendere meno atAll’Amministrazio152.785 Presenza di imprese estere trattiva la Confedene federale delle Presenza di imprese estere 2007 2008 2009 2010 2009 2010 2011 2012 razione alle holcontribuzioni non 8.762 8.925 9.057 9.433 987 985 1.004 1.033 ding internazionali l’hanno presa bene. 9500 1100 sono altri fattori: La Svizzera, sebbeburocrazia non ne abbia circa 11misempre snella, logila holding estere in2007/2010 stica sfavorevole, sediate, sente sem2009/2012 +7.6% +4.6% incentivi fiscali inapre più la pressione 8500 900 deguati. Dal 2015, di altre piazze fiscali Le provenienze poi, la corporate europee. Google, Le provenienze Germania Svizzera Italia Usa Olanda Usa Gran Bretagna Germania Francia Italia tax di Londra scenFacebook, Pfizer, 3.850 1.118 543 476 471 531 103 95 43 28 derà al 20% e ben si Johnson & Johnson, sa come questa Amazon, Citigroup piazza finanziaria e Apple sono solo SVIZZERA Addetti sia gradita per ruoalcune delle azien446.000 Presenza di imprese estere lo, centralità e peso. de attratte dalla po2009 2010 2011 2012 Nel rapporto sulle litica tributaria ir8.724 9.534 9.752 10.687 misure di rafforzalandese, il cui codi11000 mento della comce prevede aliquote petitività elaborato molto favorevoli aldal dipartimento le aziende straniere 2009/2012 delle Finanze nel - il 12,5%, contro il +22.5% dicembre scorso, si 35% imposto in 7000 legge: “Per rafforAmerica - che aproLe provenienze zare l’attrattiva delno una sede nel Germania Usa Gran Bretagna Francia Italia la piazza imprendiPaese. Ma non c’è 2.574 1.613 1.164 1.079 407 toriale svizzera dosolo Irlanda: Gran vrebbe anche esseBretagna, Austria e OLANDA GRAN BRETAGNA Addetti Addetti re esaminata la Olanda hanno visto 935.310 n.d. Presenza di imprese estere possibilità di elimicrescere esponen- Presenza di imprese estere 2008 2009 2010 2011 2010 2011 2012 2013 nare alcuni oneri fizialmente la pre8.110 8.435 10.390 9.062 10.489 10.516 10.451 scali”. Scelte non senza di holding 11000 7.710 1100 semplici, perché estere. Nel Paese dei s’incrociano con gli tulipani sono crestatuti fiscali applisciute del 34% in cati dai Cantoni aldue anni, contro il 2010/2013 2008/2011 +15% le società holding. 22,5% della Svizze- 7000 +34% 900 “Gran Bretagna, ra. I settori Le provenienze Paesi Bassi, ma an“Ci inquietiamo (in % sul Commercio Servizi ManifatIct e Servizi Altri Usa Irlanda Olanda Germania Italia che Lussemburgo e se la Fiat sposta la numero all’ingrosso alle imprese turiero comunicaz. finanziari servizi 2.447 753 540 401 118 34 13.5 15.9 7.4 7.4 21.8 Belgio - spiega Sasede fiscale in Gran di imprese) Fonte: Il Sole 24 ore muele Vorpe, reBretagna anziché in sponsabile Centro Svizzera - commenta Dalmazio Zolesi, manager di L’intervista L’opinione di Alberton responsabile del centro competenze Inno3 di Supsi di competenze tributarie di Supsi - attirano molte società che fanno Helvia, società luganese di coninnovazione grazie a specifici sulenza aziendale - ma non ci alstrumenti di tassazione privilelarmiamo se le start-up ad alta giata dei redditi da licenza”. Strutecnologia create dai giovani immenti come ‘patent-box’ o ‘licenprenditori elvetici non trovano ce-box’. “Anche la Svizzera - conun adeguato accesso al mercato “La Svizzera continua a dominare le classifiche in asset strutturali, sia in incentivi economici”. clude Vorpe - si appresta ad introdel credito, o se non beneficiano sulla competitività e l’innovazione. I risultati lo diCi sono aree da potenziare? “La Svizzera non eccelle ancora sul grado ter- durre questi mezzi per compendi alcun credito d’imposta per i mostrano, sia in termini di Pil che per l’occupaziocosti di ricerca e sviluppo soste- ne”. Siegfried Alberton, economista e docente della ziario di formazione, ma quella di base e superiore sare la possibile sparizione delle nuti. Oppure di una ridotta tassa- Supsi, difende la fama dell’economia elvetica. sono adeguate. Ci sono poi alcune difficoltà per av- società a statuto speciale cantozione per gli utili frutto dalle opeL’attrattività sulle imprese multinazionali viare iniziative imprenditoriali. Vanno aumentati nale”, che la Ue sostiene falsifichire dell’ingegno realizzate”. Progli investimenti nel settore educativo, la formazio- no la libera concorrenza. Per ora sembra però diminuita. Perché? solo il Canton Nidvaldo ha fatto prio questi punti sembrano di“Non credo sia diminuita. Dal punto di vista ge- ne superiore scientifica e nella produttività”. Sono da temere gli effetti del referendum del uso del modello ‘licence-box’. In ventati gli atout dei Paesi concor- nerale va detto che promuovere incentivi econoTicino è pendente un'iniziativa 9 febbraio sull’immigrazione? renti: l’Olanda è considerata al- mici, fiscali, anche, ma non solo, a sostegno dell'in“È prematuro esprimersi sugli impatti effettivi, parlamentare dell’Udc. l’avanguardia per fiscalità, libera novazione, è una condizione necessaria ma non circolazione, infrastrutture digi- sufficiente, per garantirsi la competitività naziona- anche perché non si sa ancora come l’esito del voto [email protected] verrà implementato in misure concrete. Sono le e internazionale”. Perché, allora, altri Paesi garantiscono in- dell’avviso che il pragmatismo svizzero e il realismo di molti Paesi europei aiuteranno a trovare Samuele Vorpe: “Molti centivi sempre più allettanti? Dalmazio Zolesi: “Incentivi senza basi strutturali e infrastruttu- nuove vie di collaborazione che, del resto, per usano strumenti di “Dobbiamo rali solide e continuamente adattate nel tempo quanto concerne il management, i quadri, i tecniallarmarci se le start non sono efficaci. Anzi, possono creare importanti ci, pre-esistevano all’accordo sulla libera circola- tassazione privilegiata up dei giovani non risvolti finanziari. L’esempio arriva da molti Paesi zione delle persone. Europa e Svizzera hanno biso- per calamitare europei oggi in difficoltà. Non è il caso della Svizze- gno l’una dell’altra”. trovano credito” aziende innovative” ra che, al contrario, investe in modo equilibrato sia tali, protezione e costo dei brevetti. “La strategia di sviluppo basata sulla concorrenza fiscale - aggiunge Zolesi - è un tema speculativo e sussidiario rispetto alla costruzione delle necessarie condizioni quadro per l’incentivazione e lo sviluppo dell’economia autoctona di una nazione. È qui che oggi gli svizzeri stanno per- dendo terreno. E non deve ingannare l’incremento del tasso di crescita di imprese in Ticino nel 2013, principalmente indotto dagli imprenditori italiani”. “Investire di più nella formazione” I NUMERI LORETTA NAPOLEONI Dall’armadio delle banche ora escono gli scheletri Continuano ad uscire dall’armadio bancario gli scheletri: questa settimana la Comco, la Commissione della concorrenza svizzera, ha messo sotto osservazione alcune banche, l’accusa è di aver manipolato a proprio vantaggio il mercato dei cambi. Tra queste ci sono le svizzere Ubs, Credit Suisse e Julius Bär, le americane Jp Morgan e Citigroup e le britanniche Barclays e Royal Bank of Scotland. Il valore giornaliero delle transazioni sul mercato dei cambi, va ricordato, è enorme: circa 6 mila miliardi di dollari, facile intuire l’ampiezza dei guadagni semplicemente influenzando di pochi centesimi i tassi. L’opera di pulizia nel settore bancario continua anche da parte delle istituzioni sovranazionali. La Commissione europea, ad esempio, ha appena multato 11 gruppi per un totale di 301 milioni di euro, tra questi c’è anche Goldman Sachs che ha dovuto pagare 37 milioni di euro per la sua partecipazione nel sistema europeo di comunicazioni transoceaniche via cavo. L’accusa era la creazione di un cartello attraverso il quale i costi di accesso per gli utenti non riflettevano più quelli di libero mercato. Ma a guidare la crociata anti corruzione bancaria sono ancora gli Stati Uniti, ed in particolare il ministero di Giustizia. Proprio recentemente Credit Suisse ha dichiarato perdite pari a 476 milioni di franchi svizzeri (534 milioni di dollari) perché ne ha dovuto mettere da parte 468 milioni, nel caso in cui risulti confermata l’accusa di frode fiscale. Secondo gli americani la banca ha aiutato circa 22 mila clienti ad evitare di pagare al fisco 10 miliardi di dollari (la banca sostiene che si tratta di massimo 7 miliardi). Quest’anno Credit Suisse ha già pagato 275 milioni di franchi per chiudere tutti i procedimenti legali relativi alla vendita di mutui sub-prime a Fannie Mae e Freddie Mac, i due più grossi conglomerati immobiliari americani. Fino ad oggi la multa più elevata imposta ad una banca svizzera da parte delle autorità statunitensi è stata di 780 milioni di dollari, pagati dalla Ubs. Se Credit Suisse non proverà la propria innocenza passerà al primo posto della hit parade delle multe bancarie. Dove finiscono tutti questi soldi e da dove arrivano? Facile rispondere, il fisco americano e l’Unione europea nel caso di Goldman Sachs li intascano ed i correntisti li pagano attraverso spese bancarie più elevate. Pestoni, Guerra e Chiesa IN TELE convocati da Simpson VISIONE Sean Simpson ha scelto i primi 22 Dopo una buona qualifica e l’ottavo posto in griglia, Raffaele Marciello ha incontrato qualche difficoltà nella gara d’esordio del campionato Gp2. La prima delle due prove in Bahrain ha visto il pilota di Caslano al 18° posto finale giocatori per la fase d’avvicinamento ai Mondiali di Minsk. Tra di essi per le prime amichevoli figurano anche i ticinesi Pestoni, Samuel Guerra e Chiesa. Prima rivale, mercoledì 9, la Svezia. losport domenica 6 aprile 13.40 LA2 Tennis: Svizzera-Kazakistan mercoledì 9 aprile 20.20 LA2 Calcio: Champions League In attesa del Basilea c’è l’aggancio del Gc Una sconfitta “storica” per il Bayern Monaco Il primo atto della finale premia subito il Lugano domenica 6 aprile 16.50 LA2 Formula1: Gp Bahrain giovedì 10 aprile 20.50 LA2 Calcio: Valencia-Basilea martedì 8 aprile 20.20 LA2 Calcio: Champions League sabato 12 aprile 20.00 LA2 Hockey: Playoff. Finali Seppur con una partita in più rispetto ai rivali del Basilea, il Grasshopper ha trovato l’aggancio alla testa della classifica in Super League battendo 2-0 lo Zurigo con doppietta di Caio. Nell’altro anticipo, il San Gallo batte 4-1 l’Aarau. Sconfitta a sorpresa in Bundesliga per il Bayern Monaco. La battuta d’arresto per 1-0 contro l’Augsburg è in qualche modo storica, perché arriva senza gol all’attivo (una prima per Guardiola) e dopo 53 partite senza perdere. Con un secco 3-0 il Lugano volley ha aperto nel migliore dei modi la finale del massimo campionato svizzero contro il Schönenwerd. Eloquente il punteggio dei parziali per Banderò e compagni che hanno vinto 25-18, 25-17, 25-15. L’iniziativa Domenica 6 aprile 2014 BELINDA BENCIC Grande impresa quella compiuta dalla promessa sangallese al torneo Wta di Charleston, dove allo stadio dei quarti di finale ha superato l’italiana Sara Errani, riuscendo così ad entrare tra le migliori 100 della classifica Wta Ora la Romandia pensa al 2026 per le Olimpiadi A PAGINA 45 Il tennis Davis Federer e Wawrinka non brillano e il Kazakistan sogna l’impresa IL PUBBLICO DEL PALEXPO Seppur sostenuti dai sedicimila dell’impianto ginevrino, i rossocrociati non sono riusciti ad avere la meglio sulla coppia kazaka Reuters Reuters tutti i protagonisti servizio al duo kazako andando a condurre per 4-2. Un vantaggio gestito a dir poco male da parte del basilese e del vodese che, quando si sono trovati a dover chiudere la frazione, hanno concesso a Golubev e Nedovyesov la possibilità di effettuare il controbreak per riportarsi sul 54. Conservate le battute da entrambe le parti, la soluzione del secondo set è arrivata dal fatidico tie break. Subito il minibreak. Immediatamente in entrata. Con il duo elvetico che non è poi più riuscito a mettere in difficol- SUGLISPALTI FEDERER Continua il buon momento per il basilese che è tornato in grande forma GOLUBEV Prestazioni di alto livello per il kazako che dopo il singolare vince il doppio WAWRINKA Il vodese deve riuscire a ritrovare la costanza del proprio gioco LAAKSONEN Il bernese sembra aver capito la lezione dopo il periodo di esclusione LÜTHI Per il capitano di Davis il punto importante è quello di tener alto il morale LAMMER Per lo zurighese una delle ultime apparizioni con la nazionale di Coppa Davis L’hockey Il Friborgo riapre la sua serie e lo Zurigo ha il match point Sull’altro “versante” delle semifinali, nella sfida tra Zurigo Lions e Ginevra (senza lo squalificato Picard), Ryan Keller deve aver deciso di vestire i panni dell’ago della bilancia, visto che a cavallo tra il primo e il secondo tempo l’at- MASSIMO SCHIRA in Si può certamente parlare di pasticcio doppio in Coppa Davis. Davanti al tutto esaurito del Palexpo di Ginevra, il duo rossocrociato composto da Roger Federer e Stanislas Wawrinka non è riuscito ad avere la meglio, ieri, sabato, sui kazaki Andrey Golubev e Aleksander Nedovyesov, che si sono imposti per 6-4, 7-6 (7-5), 4-6, 7-6 (8-6) in poco meno di tre ore di gioco. Una sconfitta che permette al Kazakistan di portarsi in vantaggio per 2-1. Non è comunque tutto compromesso per la squadra elvtica che, oggi, domenica, può contare sui due singolari che dovrebbero dare ai rossocrociati il biglietto per le semifinali di Davis, evitando nuovi pasticci. Un match che è cominciato immediatamente tutto in salita per il duo elvetico, che, in entrata della prima frazione di gioco, si è fatto strappare il servizio. Un vero colpo al morale per Federer e Wawrinka, che hanno cercato di rientrare in partita, senza però trovare le soluzioni giuste. Un break poi risultato decisivo per Golubev e Nedovyesov che, mantenendo saldamente la battuta, hanno portato a casa il primo set per 6-4. Una falsa partenza che proprio non ci voleva per la coppia rossocrociata, che ha subito cercato di reagire, strappando - nel sesto gioco del secondo set - il 15 Kloten e Ginevra al tappeto e le semifinali continuano Pasticcio doppio MASSIMO MORO Ti-Press Impresa della Bencic a Charleston con la sua prima qualifica alle semifinali battendo Sara Errani tà la coppia kazaka che ha fatto suo il game decisivo per 7-5, mettendosi così in tasca anche la seconda frazione di gioco per 7-6. Trovatosi con le spalle al muro il duo svizzero è riuscito finalmente ad alzare il proprio li- MASSIMO SCHIRA LE COPPE TRA NOVITÀ E CROLLI L a settimana dell’andata dei quarti di finale nelle coppe europee permette già di ragionare su alcuni cambiamenti nella geografia del calcio continentale. In Champion’s League, ad esempio, il Paris Saint Germain degli sceicchi pare aver superato l’ultimo scalino che lo separava dalle superpotenze europee. A suon di milioni, si potrebbe obiettare, ma l’equazione soldi uguale vittoria non è sempre scontata. D’altra parte, l’egemonia tecnico-tattica del Barcellona sembra in chiaro declino ed è “bastato” un Atletico Madrid super aggressivo (anche sopra le righe) per far emergere alcuni limiti, forse insospettati alla vigilia per i catalani. Continua, invece, l’ascesa del Bayern Monaco, che nonostante il pareggio di Manchester non dovrebbe avere grossi problemi a strappare la qualifica per le semifinali. A crollare per davvero sono però stati Borussia Dortmund e Chelsea, in crisi di gioco, più che di risultati. Grande conferma, infine, dal Basilea in Europa League. Nonostante una difesa traballante, i renani hanno fatto un sol boccone di un Valencia fin troppo sicuro di sé. vello di gioco, e nel quinto game ha carpito il servizio ai kazaki per portarsi sul 3-2. Al contrario del secondo set e con Federer a spronare un Wawrinka estremamente falloso, i rossocrociati sono riusciti a gestire magistralmente il prezioso break, chiudendo per 6-4. Sulle ali dell’entusiasmo Federer e Wawrinka hanno cercato nel quarto set di mettere sotto pressione Golubev e Nedovyesov, che sono però riusciti nell’impresa di cancellare diverse palle di break e agguantare così nuovamente il tie break. Un gioco decisivo (il quarto in due giorni, purtroppo tutti persi) che ha visto la coppia rossocrociata in vantaggio in diverse occasioni ma che ha infine permesso ai kazaki di chiudere il match per 8-6. Intanto si conosce la prima semifinalista di coppa Davis, visto che i detentori del titolo, la Repubblica Ceca ha superato il Giappone per 3-0 pur senza il leader Tomas Berdych. Per quanto riguarda il settore femminile un plauso lo si deve doverosamente fare alla giovane promessa elvetica Belinda Bencic, che al torneo Wta di Charleston è riuscita a qualificarsi per le semifinali. Allo stadio dei quarti, la sangallese è riuscita nell’impresa di batterel’italiana Sara Errani per 4-6, 6-2, 6-1. Una vittoria che permette alla diciassettenne di entrare tra le migliori 100 della classifica Wta. [email protected] Una vittoria che ha dell’incredibile da una parte, una gara dominata dall’altra. E la magia dei playoff prosegue con il Friborgo che costringe a gara-6 il Kloten con un successo da cardiopalma e con lo Zurigo che conquista il primo match point contro il Ginevra. Per cercare di raddrizzare la sfida e avere maggior incisività offensiva, Kossmann rinuncia a Monnet, rivoluzionando in parte i terzetti offensivi. La presenza in attacco in un primo tempo molto tattico ed attento, però, è soprattutto del Kloten, che approfitta anche degli sviluppi dell’unica superiorità numerica per provare ad installarsi nel terzo del Gottéron. Anche se, poi, lo 0-0 del ventesimo di certo non sorprende. A sorprendere, invece, è il fatto di vedere un secondo periodo totalmente diverso. Con il Friborgo che finalmente prova a partire a razzo, ma si fa infilare dopo 56 secondi da Romano Lemm, che lancia gli aviatori verso una fase di nuovo predominio sul ghiaccio. Interrotto solo da una superiorità numerica dei padroni di casa e da un grande “shift” della “paradesturm” Sprunger-Bykov-Hagman, che conferma però le parole di Kosmann, tirando molto, ma non trovando la via della rete. Una situazione che affligge i friborghesi anche nel terzo conclusivo, dove la pressione di Mauldin e compagni si fa sentire, ma non riesce a far cedere un Martin Gerber comunque in versione extra lusso. Almeno fino ad incredibili 4 secondi dal termine, quando Sprunger spinge dentro un pareggio che porta tutti all’over time. Che paradossalmente diventa il periodo più piacevole del match, con diverse occasioni che portano al gol di Pouliot, che manda tutti a gara-6. taccante canadese porta a sette il suo bottino personale di reti nella sola serie di semifinale. Portando nel contempo la sua squadra avanti per 2-0 in gara-5. Con gli zurighesi che si permettono anche il lusso di sciupare un numero quasi in- credibile di occasioni da gol. Un copione che non muterà più fino al sessantesimo, con i Lions che resistono senza nemmeno troppo soffrire al disperato assalto finale del Servette. [email protected] LaNhl Assist di Josi contro Hiller e Luca Sbisa POCHI GOL E TANTE OCCASIONI Partita intensa e decisa da un gol a 4 secondi dal 60’ che porta Friborgo e Kloten all’over time dove il Gottéron trova il modo di portare la sua sfida a gara-6 La presenza ormai costante di giocatori svizzeri in National Hockey League fa si che, regolarmente, vadano in scena sfide incrociate tra connazionali. È il caso del “derby” giocato nella notte tra venerdì e ieri, sabato, tra i Nashville Predators di Roman Josi e gli Anaheim Ducks di Jonas Hiller e Luca Sbisa. Una partita che ha visto Josi tra i protagonisti del 5-2 in favore della franchigia del Tennessee, visto che ha fornito l’assist per il punto d’apertura della serata. Meno brillante, per contro, la prova di Hiller, che ha vissuto una serata di staffetta con il collega Frederik Andersen. Nei 37’05” passati sul ghiaccio, l’estremo difensore ha respinto 13 dei 17 tiri contro la sua porta. Sbisa, invece, ha giocato quasi 19 minuti, chiudendo con un bilancio neutro. I Ducks sono già da tempo qualificati ai playoff, mentre per Nashville le possibilità sono poche. In pista è poi sceso anche Damien Brunner con New Jersey nella sfida vinta dai Devils per 2-1 contro Washington. Per l’attaccante ex Zugo bilancio di -1 e quasi 16 minuti di impiego. New Jersey resta quindi in corsa per un posto nei playoff. La Formula 1 Il calcio Continua il dominio Mercedes Il Servette passa di misura al Lido e il Wohlen pareggia Nelle qualifiche del Bahrain Nico Rosberg precede Hamilton Il Locarno perde ancora ed è sempre più ultimo Anche in Bahrain continua il dominio Mercedes. Nelle qualifiche andate in scena, ieri, sabato, la prima fila è andata tutta alla scuderia tedesca. In questa occasione la pole position è andata a Nico Rosberg, che ha preceduto il compagno di squadra e leader del Mondiale, Lewis Hamilton. Una qualifica ricca di sorprese con una seconda fila a dir poco inedita. Con la penalizzazione comminata all’australiano della Red Bull Daniel Ricciardo, retrocesso di dieci posizioni per i fatti del Gran Premio di Malesia, la terza posizione è andata al finlandese della Williams Valtteri Bottas che ha preceduto il messicano della Force India, Sergio Perez. In questa occasione c’è da segnalare la quinta posizione ottenuta dalla Ferrari di Kimi Raikkonen che, per la prima volta in stagione, è riuscito a far meglio del compagno di scuderia Fernando Alonso, che non è andato Altro “ko” per il Locarno, altri punti per il Wohlen. Si complica la situazione in Challenge League per i “bianchi”, che ieri, sabato, hanno perso 1-0 in casa contro il Servette proprio mentre i rivali diretti per la salvezza strappavano un punticino al Wil. Il distacco dalla coppia Wohlen-Chiasso è ora di 4 punti. Ad un avvio di gara piuttosto positivo da parte dei padroni di casa - ancora orfani del play maker Hassel, che parte dalla panchina fa seguito una crescita da parte Ti-Press dei ginevrini. Che però nel computo delle occasioni da rete del primo tempo sono superati dai bianchi di Maccoppi. Che con Buess, Pacarizi e la traversa di Pignalberi sfiorano il vantaggio, anche se rimane il oltre la nona posizione sulla griglia di partenza. “Per ora ci sono stati circuiti favorevoli alla Mercedes, ma ne arri- veranno altri, speriamo a noi più adatti - ha dichiarato Alonso -. Quindi dobbiamo limitare i danni perché questi punti potrebbero essere importanti più avanti. Non siamo certo soddisfatti e NICO ROSBERG Il tedesco della Mercedes ha conquistato la pole position, quinta in carriera, sul tracciato di Sakhir Reuters Marciello diciottesimo all’esordio nella Gp2 sappiamo che dobbiamo migliorare, ma per adesso serve un po’ di pazienza”. Il grande deluso di giornata è senza dubbio il campione del Mondo della Red Bull, Sebastian Vettel che, con un solo giro nella seconda parte delle prove, non è riuscito a qualificarsi per la lotta alla pole, terminando all’undicesimo posto, poi decimo, grazie alla penalità di Ricciardo. “Non è stato un giorno facile - ha sottolineato Vettel -. Tutto questo fine settimana è stato complicato. Su un giro di pista siamo ancora un po’ in ritardo nei confronti della Mercedes, ma contiamo su un buon ritmo di gara”. Una qualifica da dimenticare, infine, per la Sauber, che sul tracciato di Sakhir hanno messo in mostra le difficoltà che sta attraversando in questo periodo la scuderia di Hinwil. Con Esteban Gutierrez che ha terminato in quindicesima posizione, mentre Adrian Sutil addirittura al diciottesimo posto. m.m. rammarico per una certa mancanza di freddezza sottoporta. Stesso copione in avvio di ripresa, con Buess che si fa letteralmente ipnotizzare dal portiere avversario dopo un bel passaggio di Pignalberi. E come spesso capita nel calcio, chi sbaglia… paga. Manca un quarto d’ora al termine quando Roux anticipa Regazzi in piena “zona rossa”, fredda Pelloni e regala tre punti al Servette. Due trasferte nel programma domenicale di Lugano e Chiasso, con i bianconeri di Livio Bordoli che rendono visita al Bienne, avversario solitamente ostico, mentre i rossoblù hanno il difficile compito di andare a strappare punti pesanti sul campo della capolista Vaduz. m.s. 14/2014 n ! o n re a de D r e p 30% sulla carne fresca al banco Sconto valido da lunedì 7 a sabato 12 aprile 2014. Offerta valida in tutti i negozi Coop con banco macelleria. Lasocietà Latendenza Ilsesso SIAMO TUTTI INDAFFARATI GUAI A SVAGARSI CON LA SIESTA IN UFFICIO TI RICARICHI TROVO L’UOMO DELLA MIA VITA, MA NON MI ECCITA A PAGINA 25 A PAGINA 31 ROSSI A PAGINA 30 traparentesi 6 aprile 2014 ilcaffè PASSIONI | FAMIGLIAPASSIONI | STILI | |BENESSERE BENESSERE|| SPORT SPORT PAUSA CAFFÈ CAFFÈ Animalia Niente lumache nel piatto del vostro cane BOLTRI A PAGINA A PAGINA YX 20 Il marketing olfattivo incrementa gli affari. L’odore influenza le nostre scelte. Essenze profumate anche nell’arte, nella moda e nel mondo dello spettacolo Quando si acquista P PATRIZIA GUENZI naso rendendo in prestito il pensiero di Patrick Süskind che nel suo romanzo “Il profumo” scriveva “Colui che domina gli odori, domina il cuore degli uomini”, potremmo aggiungere che domina pure il portafoglio. Da anni gli esperti hanno capito che odori, essenze, fragranze, effluvi spingono ad aprire con più facilità il borsellino. segue a pagina 18 con il A CAROLINA CENNI PERCOMINCIARE PATRIZIA GUENZI DONNE CAMBIATE PASSO! B è, se lo dice lei dobbiamo davvero crederci. In un saggio, la donna simbolo dell’editoria online boccia la corsa al binomio potere-soldi. Arianna Huffington, che ha superato i 60 anni, è la nuova portabandiera del “lavorare meno, lavorare meglio”. Una rivoluzione dolce, la definisce la fondatrice, presidente e direttrice dell’Huffington Post Media Group nel suo libro “Cambiare passo” (Rizzoli), da poco in libreria. Insomma, facciamo ciò che davvero ci rende felici, insiste la Huffington. I ritmi di vita di oggi sarebbero da infarto anche per gli uomini. Non c'è più tempo nemmeno per dormire e la conseguenza è una società di individui stressati con problemi fisici importanti, soprattutto al cuore, disturbi alimentari e un costo altissimo in termini di felicità. Lavorare 80 ore a settimana ed essere reperibili 24 su 24 porta al logoramento fisico e non dovrebbe essere la chiave per raggiungere la vetta. Il prezzo per questo modo di pensare e di vivere è decisamente troppo alto e insostenibile, scrive. Ma avverte: tocca sopratuttto alle donne tentare un’altra strada. Proviamoci! Fotografa il logo del Caffè e vinci un giorno a Europa-Park Scansiona il logo con a pagina 20 vete mai provato a cronometrare quanto tempo impiegate a fare la spesa al supermercato? Ve lo diciamo noi: circa 22 minuti, sei in più di sei anni fa. Prima, aggirandovi tra le corsie piene di prodotti, vi lasciavate tentare dallo sfizio: una stecca di cioccolato, un pacchetto di patatine alla paprika, una gazzosa. Piccole coccole acciuffate all’ultimo minuto dagli scaffali, dirigendovi alla cassa. Ecco, quello stile di shopping non esiste più. segue a pagina 19 IL CAFFÈ 6 aprile 2014 19 parentesi tra La società La spesa Più tempo tra gli scaffali profumati, ora la spesa è diventata consapevole Lo shopping? È solodiquestione A vete mai provato a cronometrare quanto tempo impiegate a fare la spesa al supermercato? Ve lo diciamo noi: circa 22 minuti, sei in più di sei anni fa. Prima, aggirandovi tra le corsie piene di prodotti, vi lasciavate tentare dallo sfizio: una tavoletta di cioccolato, un pacchetto di patatine alla paprika o una gazosa. Piccole coccole acciuffate all’ultimo momento dagli scaffali, dirigendovi alla cassa. Ecco, quello stile di shopping non esiste più. naso Vaniglia, cedro, gelsomino, cocco, lavanda... un marketing olfattivo che incrementa gli affari L’olfatto umano LA MEMORIA LA PERCEZIONE IL BENESSERE Ricordiamo ciò che vediamo dopo un mese con un’accuratezza del 40%. Ricordiamo un odore dopo un anno con un’accuratezza del 65%. Il senso dell’olfatto è così potente che dell’odore di una puzzola percepiamo lo 0,000.000.000.000.71 di un grammo del suo fetore. I test dimostrano un miglioramento dell’umore del 40% per chi è esposto a odori piacevoli. I GUSTI ALLA NASCITA LA VARIETÀ Il senso dell’olfatto è responsabile dell’80% dei sapori che riusciamo a percepire quando mangiamo. L’olfatto è il primo tra i cinque sensi che si sviluppa nel grembo materno. Un individuo medio è in grado di riconoscere addirittura più di 10mila odori differenti. L’ORIGINALITÀ L’ORIENTAMENTO L’INCONSCIO Così come succede con le impronte digitali non esistono al mondo due esseri umani che hanno lo stesso odore. Il nostro apparato olfattivo è in grado di individuare con siccurezza la direzione da cui proviene un determinato odore. Il 75% delle nostre emozioni può essere generato da un odore che abbiamo già sentito in passato. TAPPE ODOROSE Singolare mostra itinerante, ideata dall’Usi, che mette a dura prova i nostri nasi PATRIZIA GUENZI P rendendo in prestito Patrick Süskind che nel suo romanzo “Il profumo” scriveva “Colui che domina gli odori, domina il cuore degli uomini”, potremmo aggiungere che domina pure il portafoglio. Da anni gli esperti hanno capito che essenze, fragranze, effluvi spingono ad aprire più volentieri il borsellino. È il marketing degli odori, in cui le aziende investono migliaia di franchi. Come dimostra il giro d’affari di Scent Air, impresa che produce bombolette create apposta per far lievitare le vendite, ben 1.500 aromi diversi. Tra i suoi clienti, grandi magazzini, negozi di giocattoli, catene alberghiere, casinò, night club, parchi divertimento e uffici che puntano su aromi esclusivi per stimolare i propri clienti: vaniglia, mandarino, mogano, iris, chiodo di garofano, fico. Tant’è che, vuoi per la scelta infinita di prodotti, vuoi per il piacere di respirare questa bontà, circonfusi tra vari aromi oggi impieghiamo più tempo a fare la spesa. E proprio sugli odori, ha puntato l’obiettivo persino una mostra itinerante ideata dall’Università della Svizzera italiana - “Ficcanaso al parco” - ora in esposizione a Monza, nella Villa Mirabello. Ma anche chi convive con un animale sa benissimo quanto l’odore giusto calmi, rilassi e rassereni Fido e Fufi. Insomma, un profumo per ogni circostanza. “In realtà, l’idea di influenzare i comportamenti per mezzo di stimoli olfattivi non è certo nuova – spiega Vanni Codeluppi, sociologo dei consumi -. Si La mostra chiama neuromarketing, un modo elementare, direi, per incentivare gli acquisti. Ma non va dimenticato che la mente umana è molto più complessa e sono parecchie le dinamiche in gioco”. Ad esempio, il rapporto coi commessi o il proprietario, se siamo o meno in compagnia di qualcuno che in un modo o nell’altro influisce sulle nostre scelte. “Senza dire della razionalità, delle esperienze di vita, pure fondamentale”, aggiunge Codeluppi. Già, eppure vi sfidiamo a non entrare nel panificio da cui esce un intenso aroma di biscotti al cioccolato o al cocco, spruzzato per catturare clienti a qualsiasi ora della giornata, o nel fast food che profuma di pancetta e carne per stimolare meglio l’appetito . E se non riuscite a schiodarvi dal bancone del negozio di televisori e computer sappiate che è perché state aspirando un aroma di vaniglia e mandarino. “Ficcanaso al Parco” dal Ticino sbarca a Monza Un’esposizione tutta da sniffare un viaggio tra puzze ed effluvi I l titolo è accattivante, il viaggio pure. A Monza, a Villa Mirabello, sino al 15 luglio c’è “Ficcanaso al Parco”, un’esposizione olfattiva ideale per tutti coloro che vogliono percorrere un viaggio insolito, quello delle sensazioni “a naso”, una mostra ideata dall’Università della Svizzera italiana (Usi). Dopo il grande successo di pubblico in Ticino, varca il confine e va nella meravigliosa cornice naturalistica del parco di Monza. “Da qualche anno lavoriamo intorno ai sensi, sia con esposizioni che con laboratori – spiega al Caffè Fabio Meliciani, collaboratore de l’Ideatorio dell’Usi -. Così è nata l’idea di affrontare anche il tema dell’olfatto che, fra tutti i cinque sensi, è in fondo quello meno conosciuto. La mostra nasce proprio così, dunque. Cento e passa odori che vanno dalle puzze più terribili ai profumi più sublimi con tante curiosità: come vengono realizzati i profumi, quali sono gli ingredienti segreti che compongono i più famosi e via odorando. Un viaggio... in punta di naso, insomma”. “Ficcanaso al parco” è stata realizzata prima a Lugano, solo per le scuole, poi al castello di Sasso Corbaro a Bellinzona aperta al pubblico e infine ad Ascona, in occasione di Asconoscienza. Dopodiché l’Ideatorio dell’Usi ha pensato di proporla anche in Italia, e l’occasione è stata proprio a Monza. Un gran bel biglietto da visita sia per il Ticino che per l’Università della Sviz- Con giochi e curiosità, alla scoperta di qualcosa in più di sè zera italiana. Il percorso, da seguire, ovviamente “a naso”, va dalla fisiologia dell’olfatto alla chimica degli odori, dalle fragranze di piante e animali ai profumi. È possibile pure giocare con le puzze più disgustose, magari apprezzandone per una volta l’utilità, ma soprattutto deliziarsi con i profumi dei fiori facendo riemergere ricordi ed esperienze di vita. A “Ficcanaso al Parco” si annusa fra giochi e curiosità, alla scoperta di Dalla pasta alla frutta, si pianifica tutto. Tanti i dubbi che ci bloccano facendo le compere qualcosa in più su di sé, sul mondo e sul nostro cervello. Articolata in diverse sezioni, la mostra si snoda dalle fragranze di piante e animali ai profumi: l’origine degli odori, la loro chimica, gli effluvi del vino, l’olfatto animale, la botanica odorosa, fetori e profumi, la comunicazione e i feromoni e i quadri olfattivi. Il nostro naso, così silenzioso e discreto, è dotato di una fisicità che non cessa d’imbarazzare e incuriosire. Esplorato dalla letteratura, dalla filosofia e dalle scienze, l’olfatto ha conservato uno statuto ambiguo, perché insieme al senso del sacro, del ricordo e dell’immaginazione ha nutrito anche l’erotismo e le arti della seduzione. Senza i molteplici recettori non potremmo apprezzare il cibo né sentire l’odore delle altre persone. Anche il campo della nostra immaginazione ne risulterebbe ridotto. Ma né l’ambiente, né l’esperienza, né la cultura ci hanno insegnato a prenderci cura della varietà degli odori. Ecco quindi un’esposizione fatta solo per l’olfatto, una volta tanto il protagonista dei cinque sensi. c.c. Lo stesso se vi siete incantati nel reparto di abbigliamento maschile, allungate il naso e vi accorgerete che nell’aria c’è odore di mogano. E ancora. Nei casinò di Las Vegas, ad esempio, con le sale che odorano di violetta gli scommettitori spendono il 45% in più. Invece, la piña colada sparsa sulla pista della discoteca prima dell’apertura scatena i ballerini. Ma pure le grandi star, da anni utilizzano aromi durante i concerti per spingere il pubblico a scatenarsi. “La Disney nei suoi parchi lo fa da decenni, aromi di tipo alimentare per invogliare il pubblico ad andare al ristorante”, ricorda il sociologo. Comunque sia, l’uso a scopo commerciale del nostro naso rende. Le imprese sono sempre alla ricerca di nuovi mezzi per sfidarsi a colpi di vendite e le moderne tecniche per stimolare il mercato rispondono ad ogni esigenza. Quanto sia importante il nostro olfatto lo dimostra uno studio americano effettuato nei laboratori di neurogenetica della Rockefeller University di New York, secondo cui l’uomo è in grado di riconoscere fino a un trilione, ovvero mille miliardi, di odori diversi. L’olfatto è l’unico tra i cinque sensi che va dritto al cervello, inoltre le narici hanno pure una loro memoria: a distanza di un anno, riusciamo a riconoscere un odore in modo preciso nel 65% dei casi. Quindi le aziende investono pure sul ricordo olfattivo. Così, se Süskin mirava ad avere il potere sul cuore degli uomini con un profumo in grado di soggiogare chiunque, il neuromarketing punta a farci estrarre con più facilità il borsellino. [email protected] Q@PatriziaGuenzi lo si è trasformato in un mestiere, un occhio al prodotto, al prezzo e pure alla salute. Via libera dunque agli alimentari ad hoc per chi soffre di intolleranze o fastidiose allergie, e grande successo del biologico. Non per niente secondo l’associazione Bio Suisse gli svizzeri sono i più grandi consumatori bio del mondo. Uova, pane, legumi, latticini, ma pure frutta e, in minor misura, formaggi e carne. I prodotti biologici preferiti dagli non conoscono crisi: le vendite sono in costante aumento (1,44 miliardi di franchi di cifra d'affari l’anno scorso) e la crescita del settore è due volte superiore a quella dell'insieme del mercato alimentare. Nel 2013 la spesa pro capite in Svizzera per prodotti biologici è stata di 187 franchi. Anche i supermercati, da tempo, hanno a disposizione un’ampia scelta di prodotti naturali e bio. La frutta biologica, ad esempio, è sempre fresca e di stagione, non ha assorbito sostanze chimiche di sintesi dannose alla salute e può essere mangiata con la buc- Agli svizzeri va il primato mondiale nel consumo di prodotti biologici Gli acquirenti paragonano i brand, leggono le etichette, confrontano i prezzi Ora si pensa bene prima di infilare un prodotto nel carrello. Si sosta tra le corsie, anche perché tra profumi e musica non si sta poi così male. Non è solo questione di spendere bene i propri soldi, di comperare con un occhio al risparmio. C’è molto di più. Il ragionamento ha preso il sopravvento su impulso e fretta. Non si piglia più la prima cosa che capita, ma si cerca con attenzione il prodotto e la marca giusta e, nel dubbio, si paragonano brand, si leggono etichette e si confrontano prezzi, ingredienti e date di scadenza. Un metodo scientifico, verrebbe da dire. Inoltre, si consultano le offerte, si fa un elenco dettagliato di ciò che ci occorre e le carte fedeltà vanno alla grande. Razionalità è la nuova parola d’ordine. L’istinto non ci guida più. Ci fermiamo davanti agli scaffali, prendiamo in mano le confezioni e, con calma, facciamo confronti. E i tempi della spesa si sono allungati del 20% rispetto al passato. In sostanza, riempire il carrel- cia. Buona e gustosa, mantiene intatto il sapore, contenendo meno acqua e più vitamine. Così pure verdure e legumi, raccolti senza forzare la crescita delle piante, contengono molta fibra, tante vitamine e proteine, e sono saporiti e nutrienti. Insomma, più che alla quantità ora si punta sulla qualità. Alimenti più sani e controllati. I punti vendita sono scelti con cura, perdendo anche tempo prezioso, ma ne vale la pena. Se si tratta della salute della nostra famiglia pazienza e tenacia non sono mai sufficienti. Una domanda sorge però spontanea a questo punto: in una società sempre più frenetica, questi sei minuti in più dove li abbiamo trovati? A qualcosa avremo dovuto rinunciare. Ma ne è valsa sicuramente la pena. c.c. La curiosità Anche per il cane e il gatto aromi utili e molto salutari G NELL’ARIA O SUL PELO L’essenza si può strofinare sulla cute dell’animale o diffonderla nell’aria li oli essenziali di ginepro, legno di rosa, basilico, verbena, tea tree, lavanda, incenso, camomilla, rosmarino, rosa, legno di rosa, finocchio, eucalipto, mirra, timo, sandalo, maggiorana, melissa e via elencando non spingeranno Fido e Fufi a diventare dei compratori compulsivi, ma si riveleranno una mano santa per l’animale a livello cutaneo, circolatorio, digerente, endocrino e nervoso. Utilissimi in caso di fatica, stress, depressione, separazioni, traslochi, diarrea/stitichezza, gastrite, ma anche per combattere allergie, disturbi di origine psicosomatica con relative allergie, assicurano gli esperti. Oli che possono venir strofinati sul pelo, oppure essere diffusi nell’ambiente. Tuttavia, qualche accorgimento va adottato. Attenzione a prendere una boccettina di essenza e strofinarla sul pelo dell’animale. I gatti, ad esempio, già sono molto sensibili e in generale non si entusiasmano per gli odori. Se il vostro micio di casa sparisce al contatto con un profumo significa che non gli piace. Meglio non insistere. Per loro, anziché lo strofinamento sulla cute, quindi, utilizzate una lampada-diffusore così da sfruttare meglio le essenze che si diffondono nell'aria, senza stressare il micio. Ecco qualche consiglio: rosmarino, lavanda e ylang-ylang per gatti attivi di notte; neroli, rosa e camomilla romana in caso di stati di gelosia; salvia sclarea per combattere il raffreddore e melissa per tranquillizzarli. Per il cane, invece, melissa e camomilla romana se è nervoso e agitato; rosa o neroli se lo vedete triste o se ha appena subito una perdita; eucalipto o mirto contro le malattie da raffreddore e alle vie respiratorie; camomilla blu o elicriso perché calma e lenisce ferite lievi; geranio se l’animale è stanco ed esausto e anche per combattere diverse patologie della cute. Infine, contro parassiti e zecche, 1-2 gocce da massaggiare sulla cute di albero del thè e lavanda. Un utile consiglio per la cura delle zampe è il burro di karitè. Ha proprietà emollienti ed essendo privo di sostanze chimiche se anche il cane si lecca non c’è alcuna controindicazione. p.g. Lo spettacolo I loghi emotivi sono la tendenza del momento, inondano gli spazi e la mente Arrivano i fragrance designer, arte e moda lasciano la scia I n principio fu Jovanotti. Ed era solamente il 1999. Il celebre cantante introdusse nel suo tour i profumi. “Sarà uno show che coinvolgerà tutti i sensi, anche l'olfatto”, annunciò Lorenzo. E così fu. Per la prima volta, infatti, aromi e odori avvolsero il pubblico segnando i diversi momenti del concerto. Un apposito macchinario diffondeva dal palco verso la platea essenze, rigorosamente naturali, di limone, mare, erba tagliata, patchouli, caffè e menta. “Un concerto è un’emozione non ripetibile commentava Jovanotti -. Esserci è tutta un’altra cosa, ancor di più se ci sono i profumi, l'unico mezzo di comunicazione che non si può registrare e riprodurre. L'olfatto è uno di quei sensi che appartengono al presente". Come dargli torto? In seguito, altri cantanti hanno impregnato di profumo i loro vocalizzi, copiate da parecchie discoteche internazionali famose. Oggi la chiamano scenografia olfattiva e sta prendendo sempre SCENOGRAFIA DA RESPIRARE Gli aromi vengono diffusi tra il pubblico ai concerti o a teatro più importanza perché ci si è finalmente resi conto di quanto bistrattato fosse stato fino ad ora il senso dell’olfatto. Il concerto di profumi è la massima espressione di ciò, l’obiettivo infatti è trasportare lo spettatore in un viaggio all'interno di sé stesso attraverso le sue memorie olfattive per dare vita ad un concerto di emozioni. Le scenografie odorose hanno il potere di trasformare le performance artistiche in vere espe- rienze sinestetiche, dove la fusione dei sensi, vista, udito e olfatto, si fonde in un tutt’uno con l’evento. Profumare uno spettacolo teatrale, ad esempio, rinforza e guida lo stato d'animo del pubblico, aggiungendo spessore alla realtà. Ma non solo. Gli attori possono avvalersi di profumi personalizzati realizzati su misura per il personaggio che interpretano così da entrare meglio nella parte. Già da tempo, in Francia, il cinema Rex di Parigi organizza le antepri- me di alcuni film con allestimenti olfattivi mirati a rinforzare l'effetto realistico delle immagini. Ma non è tutto. Oggi, sta prendendo sempre più piede il cosiddetto logo olfattivo e sono tanti i brand famosi che si affidano ad un “fragrance designer”, ovvero un designer di profumi, per creare il proprio: Gucci, Geox, Abercrombie & Fitch e Diesel, tanto per citarne alcuni. Un logo comunica l’intero sistema di valori dell’azienda, la sua immagine. Rispetto alla comunicazione tradizionale, il logo olfattivo ha il vantaggio di occupare interamente lo spazio, pervadendo in toto l’ambiente in cui è diffuso. Può essere utilizzato su supporti materiali oppure sparso negli ambienti. Diffondendo l’odore durante eventi legati all’azienda si può pure indirizzare il pubblico verso una data risposta emotiva, che scatterà puntuale con la percezione dell’odore, sul prodotto o nei negozi che lo vendono. Insomma, arte e moda lasciano la scia. c.c. 20 Assoluto Il dettaglio Optical Giacchino con collo alto e bordo di pizzo su pantaloni capri a vita bassa e sandali in tinta, Les Copains Bianca la borsa a trapezio con tasca ricamata di Mulberry Le righe bianche e nere creano l’effetto optical nell’abito lungo di Roccobarocco tra animalia l’abito parentesi Immacolato, romantico e minimal andare in bianco è di gran moda LINDA D’ADDIO I l non colore per eccellenza, il bianco, continua ad essere in vetta alla hit delle tinte più cool della bella stagione. Assoluto, immacolato, romantico oppure minimale e rigoroso, rimane un classico che ogni estate si rinnova grazie ai tessuti e alle forme. Versatile, elegante, sportivo o bon ton, si indossa a tutte le ore del giorno e della sera. Al contrario del nero, che assorbe il calore, è fresco e di conseguenza è ideale anche per le giornate più calde. Bellissimo in versione totale, si abbina a qualsiasi altra tinta, basica, delicata o esagerata essa sia. Sembra un controsenso, ma si può anche combinare tono su tono perché infinite e sfaccettate sono le sue diverse sfumature, che spaziano dall’ottico al gesso passando per i grigi. Assoluto e totale. Così lo preferiscono gli stilisti che ogni estate lo reinterpretano e lo rinnovano. Ideale per chi ha paura di cadere in tentazione con le tinte pastello rimane comunque una scelta di stile ineccepibile. Si adatta al giorno, alla sera, alla vita cittadina e a quella sportiva. Spolverini, giacche, abiti, gonne, pantaloni, anche gli accessori vanno in bianco. Per la sera il longdress cangiante senza spalline dalla linea fluida di Hussein Chalayan o il minidress con inserti di pizzo di Alberta Ferretti. Per chi ama lo sport wear c’è la combinazione stile tennis di Diesel Black Gold, camicia smanicata in voile su gonna a portafoglio, o il total white di Lacoste, bomber su canotta e miniskirt. Diverse le proposte in bianco assoluto anche per il giorno: tailleur con gonna svasata di Micha- Spolverini, giacche, abiti, gonne, pantaloni, anche gli accessori sono neutri el Kors, salopette in denim bianco di Replay, abito chemisier smanicato di Salvatore Ferragamo, tuta lunga di Gianfranco Ferrè, camicia e pantaloni per Daks e Paul Smith. Bianco il cappello con coda di Philosophy by Natalie Ratabesi, bianca la tracolla di Borbonese, bianchi anche i grandi occhiali da sole con banda-logo di Gucci. In combinazione con le altre tinte, si sposa perfettamente con tutti i neutri e con i basici di stagione: grigio, blu e naturali. Si abbina alle tinte safari: sabbia, kakhi, verde savana, fango, tortora. Smorza le tinte accese: rossi, fucsia, bluette, viola, verdi, gialli e aranci. Completa i look pastellati di gran moda di questa primavera estate. Camicia bianca e gonna grigia svasata per Tod’s. Smorza il rosso delle coulotte e il turchese del bomber nel look sportivo di Andrea Incontri. Si combina con le proposte pastello di Burberry Prorsum e con l’outfit glicine di Drome. In coppia al suo esatto contrario, il nero, l’optical rimane una costante di ogni primavera. Un mix intramontabile rinnovato nelle stampe, che spaziano dagli inserti a contrasto ai motivie ai tagli grafici e geometrici fino alle più nuove declinazioni floreali, etniche o paisley. Un inserto a fascia black muove il bellissimo abito lungo a sirena in crêpe di seta dalla linea scivolata di Roccobarocco. La versione giorno di Chanel del bianco & nero gioca con i tessuti maschili che vestono tailleur o tubini da indossare con blazer e giacchini. Predilige la stampa paisley Dkny su abiti o completi ideali per la vita cittadina. I profili doppi a contrasto caratterizzano il cappottino bianco di Miu Miu. Scrivete Inviate le vostre domande al veterinario del Caffè [email protected] Potete scrivergli anche entrando nella pagina web del sito www.caffe.ch cliccando sulla rubrica “Qua la zampa” Alla larga dalle lumache, cibo pericoloso per il cane La domanda La risposta di Stefano Boltri E Q gregio dottore non è certo una novità quella che sto per dirle. Mi riferisco all’esistenza di un’infezione da parte di un verme che si localizza a livello polmonare. Ora per me la cosa è più che mai attuale in quanto al mio golden di circa quattro anni è stata diagnosticata una malattia polmonare riferibile ad Angiostrongylus vasorum. Dopo qusta diagnosi ho pensato di rivolgermi a lei per avere alcuni chiarimenti, in particolare sulle modalità di contagio, sulla presenza di zone a rischio ed eventuali comportamenti sempre considerati pericolosi. Inoltre le sarei grato se mi fornisse informazioni sulla eventuale terapia. Grazie mille. ualora la diagnosi fosse confermata, le posso dire che l’angiostrongilosi è una malattia parassitaria causata da un nematode: Angiostrongylus vasorum. In realtà i parassiti adulti si localizzano a livello di arteria polmonare dell’ospite definitivo, rappresentato dal cane domestico e anche dai canidi selvatici. Dopo l’accoppiamento le femmine depongono le uova che entrano nel circolo sanguigno e raggiungono i capillari polmonari dove evolvono a larve che risalendo l’albero respiratorio, una volta raggiunta la faringe vengono deglutite ed esplulse con le feci. A tal punto, come in molte altre malattie parassitarie, deve intervenire un ospite intermedio, qui rappresentato dalle lumache. Il cane mangia le lumache infestate ed il ciclo ricomincia. Purtroppo, in caso di infestazioni massicce possono venire colpiti più organi ed in assenza di un adeguato trattamento antiparassitario, l’esito è spesso infausto. I sintomi che lei ha notato nel suo cane sono tipici, e cioè il facile afffaticamento, la presenza di tosse e dispnea dovute proprio alla bron- Combinato La classica camicia bianca si abbina perfettamente alla gonna svasata grigia nel look di Tod’s. co polmonite parassitaria e all’ipertensione nel circolo polmonare. Nei casi più gravi possono comparire segni di compromissione cardiaca come ascite, pallore delle mucose e soffi cardiaci fino anche ad episodi di sincope. Ovviamente in tali e gravi casi la morte può sopravvenire per il progressivo peggioramento della funzionalità cardio polmonare. Il rischio di infestazione è variabile in relazione alla presenza più o meno massiccia degli ospiti intermedi, ma anche al modo di vita del cane che se trascorre la maggior parte del tempo all’aperto rischia di mangiare più lumache di un cane che vive in città. Un altro fattore da non trascurare è l’età, i cani giovani sono più curiosi e giocherelloni oltre che predatori. L’Angiostrongilosi è decisamente in aumento forse a causa di una maggiore attenzione, ma anche dalle moderne procedure diagnostiche. Per la terapia esistono oggi molecole molto efficaci rappresentate dalla milbemicina ossima e dal moxidectin spot-on. Fotografa il logo del Caffè e vinci un giorno a Europa-Park * Scarica l’app per smartphone Logograb e scatta una foto alla testata del giornale - Scarica l’app gratuita “Logo Grab” per smartphone - Usa la funzione grab e scansiona il logo “il caffè” ovunque lo vedi (edicola, distributori, bar, ecc.) - Clicca il simbolo e inserisci la tua e-mail per essere eventualmente contattato Scansiona il logo con * L’ingresso è valido per una famiglia (4 persone) IL CAFFÈ 6 aprile 2014 21 tra parentesi Vivere ino Lo studio 100 anni a L’aspettativa di vita si allunga ...e i ticinesi sono in prima fila Corbis DURATA MEDIA DELLA VITA IN SVIZZERA L’ASPETTATIVA DI VITA degli svizzeri in relazione all’età 100 Donne Uomini 90 80 Alla nascita A 30 anni a 50 anni a 65 anni 70 a 80 anni 1980 72.4 79.2 44.5 50.4 26 31.3 14.3 18.2 6.2 7.6 60 1990 74.1 81.2 46.1 52.2 27.7 33.1 15.6 19.8 6.3 8.7 50 2000 77.4 83.1 48.7 53.8 29.9 34.5 17.3 21.1 7.6 9.4 2010 80.2 84.6 50.9 55.2 31.8 35.5 18.9 22.2 8.4 10.2 oggi 80.5 84.7 51.2 55.2 32.1 35.7 19.9 22.1 8.4 10 0 1900 1910 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020 2030 Fonte: Ustat EZIO ROCCHI BALBI I l sogno di vivere fino a cent’anni non è poi così un sogno. Ci siamo vicini, vicinissimi, visto che gli svizzeri che saranno teenager nel 2030 possono tranquillamente confidare di raggiungere mediamente i novant’anni, e le teenager tre anni in più. Basta scorrere gli ultimi rilevamenti dell’Ufficio federale di statistica (Ustat) sulla mortalità della popolazione per accorgersi quanto si siano allungate, anno dopo anno, le speranze di vita. Solo dall’inizio del terzo millennio, ad esempio, i maschi sono passati da una media di 76,9 anni a 80,5 mentre le donne da 82,6 a 84,7. Insomma, uno per l’altro, circa tre anni a testa, e non è poco. E il fenomeno della “quarta età”, che vede come alfiere il Ticino, cantone-record per longevità, è ben lungi dall’essere esaurito. Anzi, leggendo i numeri dell’Ustat, si scopre che quella che era già considerata la “rivoluzione grigia”, per i demografi si è trasformata in una “rivoluzione bianca”. Anche se, come ricorda il geriatra Graziano Ruggieri (vedi intervista nella pagina) l’importante non è diventare ultracentenari costi quel che costi, ma rimanere “fit”, funzionalmente validi, nella quarta età. L’Ustat, in collaborazione col Servizio cantonale di ricerca, ha incrociato i dati storici della mortalità cantone per cantone dagli inizi del secolo scorso ai giorni nostri, adottando un modello matematico che permette di presagire l’aumento delle speranze di vita fino al 2030. Meglio premettere subito che le donne saranno sempre più longeve degli uomini, anche se il divario si accorcia. Se Il geriatra nel 2000, alla nascita, il “vantaggio” femminile della speranza di vita sugli uomini era di 4,1 anni, fra quindici anni scenderà a 3,6 anni. E comunque la generazione degli anni Cinquanta può già fare affidamento sul fatto che il 4,4% dei maschi e il 9,2% delle femmine ha buone possibilità di soffiare sulle candeline del genetliaco secolare. Un anniversario che, per i nati all’inizio dello scorso secolo, si realizzava nello 0,5% dei casi. I livelli di sopravvivenza, però, non sono omogenei, indipendentemente dal considerare in questa “rivoluzione bian- ca” sia allungamento della vita o della vecchiaia. Il Ticino, nelle elaborazioni Ustat, grazie alle donne si ritrova leader nelle classifiche di aspettative di vita nelle due categorie più importanti: quella degli over 50 e quella di chi ha già 65 anni. Un primato che divide col canton “Una vecchiaia ancora più vecchia, la quarta età ora non è un’illusione” “N o, non è un’idea utopica, a cent’anni ci si arriverà”. Il sogno di festeggiare il secolo è più che realistico per il geriatra Graziano Ruggieri, primario della clinica riabilitativa Hildebrand di Brissago, che vede nella Svizzera, e soprattutto nel Ticino, le condizioni ideali per raggiungere l’ambito traguardo. “È così, perché abbiamo tutti gli strumenti per puntare in alto: un buon welfare, i fattori ambientali, prestazioni mediche e soprattutto la prevenzione. E ricordo che già ora il Ticino è tra le regioni più longeve al mondo”. Si riferisce all’alto tasso di ultracentenari nel cantone? “No, non è importante superare il secolo, quello che conta è la longevità funzionale, quella che ti permette, come suggeriscono tutti i biodemografi, un ulteriore invecchiamento nella vecchiaia. Un’età avanzata sì, ma funzionalmente efficiente”. Ed è l’obiettivo che ci si aspettava? GRAZIANO RUGGIERI Geriatra e primario della clinica riabilitativa Hildebrand di Brissago “Gli scenari dipinti dagli epidemiologi negli anni ’70 e ’80 andavano in due direzioni. Il primo studio prevedeva già una crescita delle speranze di vita, anche se vari programmi medici pronosticavano con l’aumento della longevità anche un aumento delle malattie croniche più frequenti negli anziani: da quelle cardiovascolari, agli ictus, ai tumori. Tutte patologie che aumentano la mortalità”. Si erano sbagliati? “No, quello studio non possiamo considerarlo ancora smentito, anche perchè parliamo di malattie che non sono certo state sconfitte, per tacere di quelle ancor più tipiche dell’età come la demenza senile. Personalmente, però, preferisco l’altro studio non meno importante”. Che escludeva l’aumento di malattie? “No, si invecchia, le malattie aumentano, ma buona parte degli anziani non è relegato allo stato semi- vegetativo, ma rimane ‘fit’, funzionalmente valido”. Possiamo quindi aspettarci un futuro ottimista, sia in termini di longevità, sia come capacità di essere funzionali, indipendenti nella terza età? “Ma già adesso è così. Provi ad andare a dire ad un 65enne se si ritiene ‘vecchio’. Anzi, risponderà che sta così bene da poter parlare di una seconda giovinezza. Sì, forse è meglio parlare ormai di una quarta età”. Si è “vecchi”, quindi, solo ai fini statistici? “Per i demografi, finora, si prendeva in considerazione un confine ‘amministrativo’, quello dell’età della pensione. E le statistiche finiscono per tener conto dell’età in cui il cosiddetto ‘ciclo produttivo’ è terminato. Ma la vita è un’altra cosa e questa crescita delle aspettative, statisticamente, ci conferma che abbiamo decenni davanti. L’importante è affrontarli con il piglio giusto e con le funzionalità adeguate”. Ginevra. Per i maschi, invece, anche se per pochi mesi, primeggia ancora Ginevra con Basilea campagna e Nidwaldo. L’asticella della longevità è dunque fissata sempre più in alto, in un’epoca ossessionata dai test clinici, dalla prevenzione sanitaria e dalla ricerca genetica. E il tutto, naturalmente tenendo conto – grazie ad una complessa equazione - anche dei fattori di rischio, delle malattie e dello stile di vita. Il risultato per un 40enne medio in buona salute, ad esempio, è sapere che può serenamente proiettarsi fino agli ottanta. Con un rischio di mortalità che è circa dell’uno per mille. L’unico aspetto negativo di questa rivoluzione demografica è il rischio di far saltare le strutture del welfare, i sistemi pensionistici e gli orientamenti della sanità. Ma questa è un’altra storia. Quello che conta è aspettarsi uno scenario di anziani attivi e sani, capaci di “invecchiare nell’invecchiamento”, come ricorda il dottor Ruggieri, mantendendo il loro passo in una società che va di corsa. La rivoluzione bianca è appena iniziata, ma già sapere che ogni svizzero che oggi va in pensione avrà a disposizione più di vent’anni di vita, è una bella media. [email protected] Q@EzioRocchiBalbi IL CAFFÈ 6 aprile 2014 22 tra leauto parentesi La nuova berlina Mercedes-Benz cambia misura per diventare ancora più comoda e attraente La classe si riassume in una C STEFANO PESCIA S e osservate con attenzione l’estetica molto curata della nuova Classe C non faticherete a giungere a una conclusione. La proposta di Mercedes-Benz nella categoria medio superiore è la sintesi di una berlina d’eccellenza come la lussuosa Classe S. Le uniche chiare differenze sono naturalmente le dimensioni della vettura e il prezzo. Rispetto al modello precedente la nuova Classe C si orienta a una maggiore comodità. Il passo (2,84 m) si è allungato di 8 cm, facendo aumentare di 9,5 cm la lunghezza della vettura (4,68 m) e di 4 cm la larghezza (1.81 m). Più spazio per i passeggeri, ma non solo, perchè il modello si adegua anche nel volume del bagagliaio che con 480 litri supera il livello del modello precedente. Il confortevole abitacolo trova un ulteriore conferma del cambiamento nell’aggiunta di diversi sistemi di sicurezza e di assistenza alla guida innovativi che abbiamo testato sulla pista della Bosch. Tra questi anche il Collision Preventions Assist Plus di serie, che dispone, oltre al Brake Assist adattivo in grado di proteggere dalle collisioni IN BREVE Un raffinato esempio di sistemi a prova di sicurezza Le caratteristiche LA CONSOLLE Internamente, il modello propone, sopra la consolle un innovativo display centrale sospeso sulla plancia già a velocità superiori a 7 km/h, un’ulteriore funzione. Di fronte al pericolo di collisione e all’assenza di reazioni da parte del guidatore, il sistema può eseguire anche una frenata automatica, partendo da una velocità massima di 200 km/h, e quindi attenuare la gravità dell’impatto con veicoli che viaggiano a velocità inferiori o che si stanno fermando. Fino ad una velocità di 50 km/h il sistema frena anche in presenza LE SOSPENSIONI Può essere equipaggiata con sospensioni pneumatiche (Airmatic) sull’asse anteriore e posteriore di veicoli fermi e riesce ad evitare i tamponamenti fino a 40km/h. Inoltre, la dotazione della nuova berlina prevede tre assetti dinamici (Comfort, Avantgarde ribassato di 15 mm e un assetto sportivo ribassato di 15 mm). La nuova Classe C è la prima vettura del segmento che, in alternativa alle opzioni indicate, può essere equipaggiata con sospensioni pneumatiche (Airmatic) sull’asse anteriore e po- L’ABITACOLO Il confortevole abitacolo trova un ulteriore conferma del cambiamento nell’aggiunta di diversi sistemi di sicurezza steriore. Internamente, il modello propone, sopra la consolle un innovativo display centrale sospeso sulla plancia. Rispetto alla concorrenza si evidenzia per lo schermo gigante tattile dalle dimensioni e dalle funzioni simili a un i-pad. Altrettanto nuovo per la Classe C è il display head-up. Le principali informazioni vengono mostrate anche sul parabrezza direttamente nel campo visivo del guidatore. Il sistema segnala velocità di marcia, limiti di velocità, istruzioni di navigazione e visualizza le indicazioni del Distronic. Da alcune settimane il modello è disponibile con due motori benzina C180 (156 Cv) e C 200 (184 Cv) e un motore turbodiesel C 220 Blue Tec (170 Cv) e cambio manuale a sei marce. Su richiesta è disponibile il cambio automatico 7G-Tronic Plus. La nuova Classe C è in vendita in vendita a partire da 41’500 franchi, in una speciale versione “Swiss Star Edition” C 200. Per personalizzare la vettura, al di là della dotazione di serie, sono disponibili tre diverse versioni di design e di equipaggiamento per gli esterni e per gli interni. Nella versione Avantgarde la Classe C acquista il profilo di una berlina sportiva, come Exclusive riflette uno status superiore e un’eleganza moderna, mentre la versione Amg Line conferisce un’immagine molto sportiva. La trazione integrale permanente 4Matic, sarà disponibile da settembre 2014, per migliorare ulteriormente trazione e stabilità di marcia. La Mazda Mazda anticipa il prototipo Hazumi, ovvero la prossima Mazda 2. Sarà a 5 porte, lunga 4,07 m, con un passo di 2,58 m e in prima mondiale con il motore diesel Skyactiv-d 1.5 (emissioni di Co2 inferiori a 90 g/km). La Porsche Da maggio arrivano le nuove Boxster Gts con 330 Cv e Cayman Gts con 340 Cv. Un nuovo binomio dalle prestazioni ancora più sportive, con il potenziato motore centrale sei cilindri di 3,4 litri SULLE STRADE DELLA VAL DI BLENIO ACQUACALDA In città, autostrada o tra il verde, si guida a tutto relax Il centro Pro Natura tragitto 83 km LOCARNO Da Locarno ad Acquacalda per scoprire efficienza e comfort con zero emissioni L a nuova VW Jetta Hybrid si distingue fondamentalmente dalle altre vetture del marchio tedesco per due fattori principali. Il primo è legato alla caratteristica che si tratta del secondo modello della casa (dopo la Touareg Hybrid) ad ospitare sotto il cofano un propulsore benzina ed uno elettrico in grado di garantire dei consumi davvero contenuti, ma nel contempo di fornire delle eccellenti prestazioni, come comprovato dal nostro test. Il secondo fattore è la silenziosità: una serie di accorgimenti (fra cui uno scarico di nuova concezione, il parabrezza fonoassorbente e cristalli laterali anteriore con uno spessore maggiore) hanno permesso di realizzare la vettura più silen- ziosa mai offerta da Vw in questa categoria. Per la prova su strada scegliamo un percorso che ci mostri le qualità della vettura nel traffico cittadino, in quello fuori abitato e in autostrada. Un tragitto di circa 83 km che da Locarno ci porta in alta valle di Blenio, ad Acquacalda, al Centro Pro Natura Lucomagno dove, nella stagione estiva, è possibile partecipare a una serie di attività tra il verde, godendosi lo splendido panorama che offre la “Valle del sole”. Per questo viaggio di circa un’ora e 20 minuti siamo al volante di una vettura che sicuramente più di altre può definirsi ecologica. Con un’efficienza energetica di categoria A (e soli 95 g di Co2 emessi ogni 100 km), La scheda VW Jetta Hybrid Motore 4 cilindri ibrido benzina Cilindrata (ccm) Cambio 1’395 DGS a 7 rapporti CV 150 Coppia max. 250 da 1’600-3’500 gir./min. 0-100 km/h (s) 8,6 (casa) Velocità massima (km/h) 210 (casa) Consumi (l/100 km) 4,5 (test) Prezzo (vettura test) 45’200 franchi i suoi consumi ridotti (poco oltre i 4 litri per 100 km) e la sua silenziosità si può viaggiare fino a 70 km/h per una distanza di 2 km in modalità esclusivamente elettrica (dunque a zero emissioni). Ed è proprio durante il primo tratto nel percorso urbano, che abbiamo modo di apprezzare i vantaggi di questo riuscito propulsore ibrido. Quest’ultimo è dotato di una frizione di separazione integrata fra i due motori che provvede a disaccoppiare completamente il motore benzina da quello elettrico, consentendo inoltre di ricaricare la batteria a ioni di litio durante le frenate. Anche la guida fuori abitato e in autostrada è risultata confortevole e rilassata. Va comunque detto che la Jetta Hybrid con i suoi 170 Cv consente di effettuare manovre di sorpasso in tempi brevi e in tutta sicurezza. Giunti in Valle di Blenio visitiamo la Chiesa romanica di San Carlo di Negrentino sopra Prugiasco, nota per gli affreschi e l’architettura. Raggiungiamo poi il centro Pro Natura di Acquacalda, dove fra escursioni, corsi e seminari tra le bellezze del paesaggio ce n’è davvero per tutti i gusti. Prima del rientro, tappa ristoratrice al grotto Milani di Ludiano. Da qui, coccolati dal comfort garantito da questa nuova VW Jetta, ripartiamo per il rientro a Locarno. e.s. IL CAFFÈ 6 aprile 2014 23 tra parentesi La tecnologia 1 milione WhatsApp ha un milione di utenti nuovi ogni giorno e una crescita del 100% annua 3 dicembre V entidue anni e sentirli tutti. Se del tramonto degli sms si parla da un po’, il 2014 potrebbe passare alla storia come l’anno della fine definitiva del messaggino via cellulare. Quella tecnologia che, adesso, sembra antidiluviana, ma che all’epoca, negli anni ‘90, ci dava l’idea di essere proiettati nel futuro. Gli sms non li utilizza quasi più nessuno. Con l’avvento degli smartphone sono stati soppiantati dalle varie applicazioni di messaggistica istantanea: WhatsApp, iMessage, Telegram, Viber, Line, Wechat e Hangouts, tanto per citarne qualcuna. A confermarlo arriva anche uno studio di Comparis.ch, secondo cui in Svizzera il 93 per cento dei proprietari di smartphone tra i 15 e i 29 anni comunica tramite un’app di instant messaging, mentre tra quelli al di sopra dei 50 anni la quota raggiunge quasi il 50 per cento. Insomma, tre utenti svizzeri di smartphone su quattro utilizzano un’app di messaggistica per comunicare on line. E su 100 utenti di servizi di instant messaging, al momento ben 91 usano WhatsApp, che regna incontrastato. In tutte le E l’sms inisce in sofitta, già vecchio a soli 22 anni fasce di età, infatti, è quello più utilizzato. Dal nonno al nipote, tutti comunicano grazie alla mitica app dal logo verde. Ciao ciao sms, dunque. Tutta colpa di questa “nuova” messaggistica istantanea, che oltre a essere gratuita é perfetta per foto, video, link e tutto il materiale extra-testo di cui si compongono i messaggi tra amici, partner e colleghi nell’era di Internet. Perché accontentarsi di uno scambio di parole a pagamento, quando si può avere amatissima dagli adolescenti di tutto il mondo. Dopotutto WhatsApp ha spento appena quattro candeline e già conta 250 milioni di utenti attivi in tutto il pianeta. Ha un milione di nuovi utenti ogni giorno e una crescita annua del 100%. Ma non solo, visto che recentemente ha agguantato anche un altro record: quello dei 27 miliardi di messaggi inviati e ricevuti nell’arco di sole 24 ore. Per non parlare di Viber e Skype, i servizi di telefonia gratuita via gratis all’istante un pacchetto multimediale? Non è un caso se Mark Zuckerberg ha sborsato per WhatsApp 16 miliardi di dollari e ne ha offerti 3 a Evan Spiegel per Snapchat, l’applicazione per foto che si autodistruggono in pochi secondi, Era il 3 dicembre 1992 quando l’ingegnere Papworth inviò “Merry Christmas” web. Altra mazzata per gli sms. Tra gli infiniti vantaggi della messaggistica istantanea, c’è anche quello di poter partecipare alle conversazioni di gruppo, una pratica così diffusa che il “New York Magazine” l’ha battezzata il “Rinascimento delle amiche del cuore". Secondo la rivista americana, la chat di gruppo sarebbe l’equivalente di un “pigiama party” non-stop, in cui scambiarsi confidenze e segreti ininterrottamente. Un tè virtuale, in poche parole. E le conversazioni sono così complicate da rendere impossibile la vita dei ficcanaso sospettosi: trovare l’informazione che si cerca tra miliardi di faccine, resoconti inutili, video di animali e foto di articoli di giornale è un lavoro da veri Sherlock Holmes. Insomma, poco più che ventenne e già (quasi) in pensione. Un simbolo di altri tempi, finirà in una teca di vetro al museo delle telecomunicazioni assieme al telegrafo e alla macchina da scrivere con una didascalia che reciterà: “Era il 3 dicembre 1992 quando un ingegnere di 22 anni, Neil Papworth, inviò il primo messaggino a un dirigente della Vodafone. Il testo, due semplici parole: "Merry Christmas". c.c. Il primo testo mobile della storia è stato inviatoil 3 dicembre del 1992 per augurare Buon Natale 250 milioni Dopo 4 anni di vita, WhatsApp è arrivato a segnare i 250 milioni di utenti attivi in ogni angolo del pianeta 16 miliardi Mark Zuckerberg, patron di Facebook, ha sborsato per comprare WhatsApp 16 miliardi di dollari 3 miliardi È la cifra offerta sempre da Zuckerberg a Evan Spiegel per Snapchat, l’app per foto che si autodistruggono in pochi secondi E:9, 9:C6J6,) ;?,JJ6 ’%@@6 ;6F ,@C,9@6:9, +,77% 3%?%9J6% :;;E?, %@@6(E?%J6:9,< 99;6.??$?*4* <B&1?6( / $441 )1 0$;$4F1$8 <B ?B??1 1 36)*221 699B;* = 3*<1 )1 $<<1’B;$F164* $B?6A 14 63$0016 <B B<?*; * !6)0E: $,? /:?CE9%* +% %(6% 7, ’E:9, 9:C6J6, %’’:9+%9:< !((:9, E9%) :?%* %77>%(=E6@C: +6 E9% %(6%* ;:C,C, ’,9,1(6%?, +6 2 %996 +6 3%?%9J6% :;;E?,* 69 %7C,?9%C6G%* +6 A 8,@6 +6 %@@6(E?%J6:9, %EC: 69 :8%336: @E E@C,? , ":+3I< #:9 68;:?C% =E%7, :0,?C% @(,376%C,) 7% =E%76C& %(6% @:++6@/% %;;6,9: 376 @C%9+%?+ @G6JJ,?6< ! 67 ?%;;:?C: ;?,JJ:5;?,@C%J6:96 - @,8;?, , (:8E9=E, 68’%CC6’67,< $’1$: !$ <’*2?$ 91C $<?B?$ )*22$ "D1FF*;$: ÃʾÑ!è.èÄ9-"145š.49.152šÌÄ;°¬½Ãñʾ ÃʾÑ!&8+úì) $3©!"0ú3.(˙$ÍÄ4’š©2"ú4úæ7ªòÅÄö;š(7òò³ !137*Å5ò9°ÁÓ(°ÊÄÓÈ))2!;9$$646Å.Þ¦23è8³0˙Ó1˙¬ÝÄ*³.ÊÁûæ¼09èÑÁ:*ÑÃñʾ #4$ 4B6D$ $’1$ 9B7 *<<*;* D6<?;$ 01% )$ -;: + 5GG:, @ HHH<+%(6%<(4 K.KK KKK DDK C &61JP* T*><0* D1J PSPP< < T1<-B>< @SBT< !*-<*. 1KP1@K<B@1 :J*PS<P* 01>>* :*J*@V<* 0< R *@@< ED1J S@ PBP*>1 0< 8 *@@<FG #*J*@V<* 1 !*-<* KK<KP*@-1. 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Da cosa? Dal lavoro, dal privato, dagli impegni in generale. In una parola: dalla vita. Siamo stati sopraffatti dalla vita. Sempre di corsa, impegnati e stressati. Non possiamo neanche concederci una pausa. Non ne abbiamo la possibilità. Il tempo ci scivola dalle mani e, in men che non si dica, arriviamo alla fine della giornata. 24 ore non ci bastano più, le giornate dovrebbero averne almeno 36. Perché essere super impegnati è diventato un obbligo sociale. Ci si lamenta dei troppi impegni, ma si fa anche a gara a chi ne ha di più. Essere super indaffarati è uno status, ci fa sentire importanti. “C’è una tendenza ad occuparsi eccessivamente, perché conferisce un’aurea di efficientismo in un contesto di iperproduttività che ci fa sentire divi - spiega al Caffè Duccio Canestrini, antropologo -. In termini molto spicci, si tratta del ‘western style’, ossia lo stile di vita occidentale. Una cosa di questo tipo sarebbe impensabile in altre culture. Siamo molto lontani da stili di vita contemplativi, che hanno ritmi ben diversi, di altre popolazioni come quella orientale. Abbiamo bisogno di riempirci la vita perché siamo lavoristi”. E il bello è che comincia tutto da piccoli. Addirittura con i cartoni animati: “Sono in ritardo! Non mi posso trattenere! È tardi! È tardi, sai? Io sono già in mezzo ai guai! Neppure posso dirti ‘ciao’: ho fretta! Ho fretta, sai?”, ricorda un indaffarato Bianconiglio ad Alice nel Paese delle meraviglie, che nel libro di Lewis Carroll scoprirà però un’altra dimensione del tempo. Tre, quattro anni appena e, in- si © ilca ffè indaffarati s Bo né Re consciamente, di comincia a fare i conti con l’ansia di non farcela. La paura di non riuscire a portare a termine tutti gli impegni della giornata. I più piccoli non fanno a tempo ad iniziare la scuola dell’obbligo che hanno già una giornata degna di un manager. A scuola dalla mattina presto fino a metà pomeriggio. E poi c’è chi gioca ad hockey o a IL NOSTRO OROLOGIO Secondo uno studio abbiamo 5 ore di tempo libero a settimana in più rispetto al 1960 “Stressati sin da piccoli con un’agenda fittissima. Mentre annoiarsi ogni tanto fa bene” calcio e chi va in piscina. Ma vuoi non imparare a suonare almeno uno strumento musicale? Certo che no, infiliamoci anche lezioni di piano. E l’inglese? Oggi non si può non studiare e, soprattutto, è impensabile attendere le medie. Meglio subito, tanto ci sono giusto un paio d’ore libere il giovedì pomeriggio. I bambini non fanno più i bambini. Il gioco fine a sé stesso è una pausa che non ci si può concedere neanche a sei anni. Un lusso. Il tempo deve essere impiegato. Dobbiamo farlo fruttare. “Sono già stressati da piccoli con un’agenda fittissima prosegue l’antropologo -. E va a finire che non hanno tempo per annoiarsi che, di tanto in tanto, come sottolineano gli psicologi, è utile. Per i bambini è importante elaborare silenziosamente le informazioni che ricevono. È chiaro che se sono sempre impegnati con qualche attività non hanno modo di farlo”. Ma a peggiorare le cose c’è la nostra percezione del tempo che manca. Perché è vero che siamo oberati di impegni, ma chi studia l’organizzazione del tempo sostiene che siamo meno occupati di quel che pensiamo. A sostenerlo è John Robinson, sociologo dell’Università del Maryland. Grazie ad uno studio il ricercatore ha raggiunto la conclusione che, nonostante questa percezione di mancanza di tempo, in realtà in media ne abbiamo molto di più. Rispetto al 1960 abbiamo guadagnato 5 ore di tempo libero a settimana, le donne addirittura 30. E quindi come la mettiamo? Forse quello che manca non è il tempo libero, ma quello che ciascuno dedica a sé. Il tempo per godersi anche solo un momento. “Sempre più persone hanno la tentazione di mollare tutto e cambiare vita - conclude Canestrini -. Ripartire da zero. Perché si arriva ad un punto che questo stile di vita misurato con l’efficienza, il denaro e l’occupazione diventa insostenibile. Conviene assolutamente prendersi un po’ di tempo per sé”. Con le buone o con le cattive. Perché se essere super impegnati fa status, poter dire di avere del tempo per sé stessi fa decisamente più effetto. [email protected] Q@simplypeperosa Gino Buscaglia Rosy Nervi Reza Khatir Marco Zappa PRESIDENTE DI CASTELLINARIA, FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CINEMA GIOVANE BELLINZONA ANIMATRICE RADIOFONICA RETE3 FOTOGRAFO MUSICISTA Sono sempre impegnato in qualcosa che mi piace, mi realizza e che condivido. Qualcosa che rende il mio tempo pieno ma non pesante Solo adesso sto imparando a dire no. Non è mica facile, ma si arriva ad un punto in cui non c’è più vita e si è costretti a dire: “Adesso basta” Gli impegni sono un obbligo sociale. Si corre per guadagnare tempo e quando si ha tempo lo si riempie di impegni. È un circolo vizioso Il mio tempo è sempre impegnato con la musica. Per me lavoro e hobby si mescolano a tal punto da non capire più qual è l’uno e qual è l’altro ’( ,."33+ # ’),+.0*0" ) 00"*3’+*" ((L10+ &" +),".0"< (; J=M;?4PQM;K EFE GB477BFEF 4 E;NNQEFH ,;M ;SBP4MC; EFE 7B NFEF N;?M;PBH FD; BE F?EB N;PPFM; 7FDD;M7B4C; 6BNF?E4 N7;?CB;M; ; 4=>:4MNB QEB74D;EP; 4 G4MPE;M :B IQ4CBP5< 10+ *1+2 + !L+ /’+*"8 ’( 2".+ $$." 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"*%40* *, 5*$))*- 5’01- *+ (4340- I PIATTI TIPICI IL CAFFÈ 6 aprile 2014 LA FONDUE LA POLENTA Turisti presi per la gola a lezione di cucina dai grandi chef nostrani IL RISOTTO Il piatto tipico per eccellenza, non c’è turista che non voglia imparare. Una delle ricette tradizionali con più varianti. Servono gruyère e vacherin. La tendenza parentesi Non c’è grotto che non lo proponga. E allora perché non imparare? TORTA DI PANE I contadini bernesi mangiavano a colazione questo piatto a base di patate. Un dessert antico nato per riciclare gli avanzi del pane. Una torta non troppo dolce ideale sempre Per i piccoli Cuochi in erba crescono divertendosi a spadellare B CAROLINA CENNI I turisti vanno presi per la gola. Anche in Ticino. Non solo passeggiate, lago, montagna, relax. La buona cucina si può rivelare un eccezionale motivo di attrazione. Non solo per fare assaggiare piatti e menu tipici della regione, ma per accogliere gli ospiti anche in cucina e, perché no?, insegnargli i trucchi del mestiere. Eccoli i turisti che in valigia, assieme alla macchina fotografica, infilano carta e penna per carpire ogni singolo trucco delle cucine dei ristoranti. Svizzero tedeschi e francesi, ma anche germanici e olandesi desiderosi di imparare i segreti della perfetta cottura del risotto giallo, del mix ideale di farine per la polenta e della carne più adatta al brasato. Li chiamano “culinary traveller” e fanno la gioia di chi organizza i corsi di cucina. “Abbiamo iniziato per la prima volta l’anno scorso verso la fine della stagione, corsi aperti a tutti, anche a turisti che hanno dimostrato di apprezzare - dicono all’Hotel Esplanade di Minusio -. La proposta consisteva in tre o quattro sessioni per imparare a realizzare un menu completo, dall’antipasto al dolce. Pensiamo di replicare anche quest’anno”. Pure al Giardino di Ascona hanno fiutato il trend. “Organizziamo sia corsi per piccoli gruppi, su richiesta, che, nell’ambito di programmi settimanali, aperitivi in cucina per vedere come si destreggiano i nostri chef Rolf Fliegauf, due stelle Michelin, del ristorante Ecco, e Christian Scharrer dell’Aphrodite. Ai clienti piace molto osservare due grandi all’opera”. Anche sull’agenda di GastroTicino ogni tanto ci sono “lezioni” per turisti: tra IL BRASATO Per imparare il perfetto mix di farine da usare occorre fare molta esperienza. IL RÖSTI 27 “Ne abbiamo fatte alcune a tema enogastronomico e di galateo, anche in lingua straniera, tedesco e inglese”, spiega Valentina de Sena, responsabile della formazione professionale. Per tutti i “culinary traveller” il mantra sembra essere la tradizione. A loro interessano piatti classici della regione, come il risotto, la polenta, il brasato, la fondue o i rösti. Con un occhio di riguardo, però, alle materie prime che devono essere di ottima qualità, possibilmente biologiche e a chilometro zero. Non c’è un preciso identikit di chi frequenta questi corsi di cucina. C’è un po’ di tutto. Turisti ovviamente appassionati di gastronomia: tante donne, uomini di mezza età, ceto medio alto, amanti dell’ottima enogastronomia e desiderosi di imparare a destreggiarsi autonomamente ai fornelli. Talvolta coppie senza figli, fidanzati e single che dicono basta ad una vita fatta di pasti fuori casa o scatolette e vogliono finalmente essere in grado di invitare qualcuno a cena e stupirlo con qualche novità. Per tutti loro, al rientro in patria, tanta esperienza e un carico di prodotti “made in Switzerland”: formaggi, cioccolato, farina bona, salumi… I corsi di cucina sono un’ottima occasione per scoprire dal vivo le tradizioni culinarie locali in un ambiente piacevole e informale. Indossati grembiule e cap- pello, si partecipa attivamente alla creazione dei piatti, il vino è rigorosamente locale, gli ingredienti a chilometro zero e i prodotti stagionali provengono da un orto, magari a pochi passi dalla cucina. Insomma, ecco come trascorrere una serata diversa dal solito, in compagnia, conoscendo altre culture e tradizioni. Perché l’apertura verso il prossimo passa anche dalla tavola. [email protected] Q@simplypeperosa asta dare un’occhiata all’incredibile quantità di corsi di cucina per bambini, disponibili un po’ in tutto il Ticino, per capire una cosa: anche i piccoli vogliono stare ai fornelli, esattamente come i genitori. E non poteva essere altrimenti. Programmi tv, libri, riviste e chef celebrati come vere e proprie star hanno fatto sì che cucinare diventasse un’attività alla moda e, anche, divertente. Ed è su quest’onda montante che a Lugano, nella scuola InCucina, si organizzano corsi pensati apposta per infarinare le mani dei bimbi. Qualche esempio? Con “la colazione americana” i mini chef imparano a preparare un vero e proprio “breakfast” a stelle e strisce, a base di pancakes allo sciroppo di frutti di bosco, brownies al cioccolato, smoothie alla banana e scones salati. “Mini tortine decorate” è, invece, un corso di cake design, sempre rivolto ai bambini, per creare una mini torta igloo, decorata con la pasta di zucchero e contornata da simpatici pinguini. E poi ci sono “i vasetti fioriti”, per imparare a fare i muffin dalla forma non convenzionale: le piccole manine dei bimbi e un po’ di fantasia li trasformeranno in vasetti di fiori. In vista della Pasqua ecco gli “ovetti colorati”, i più piccoli decorano le uova di cioccolato trasformandoli in pecorelle, pulcini e coniglietti. Anche alla Chef School Lugano Marina Schisa i corsi per chef formato mini partono già dai cinque anni d’età e sono frequentatissimi. Vere e proprie “cooking class”, dove s’impara a sfornellare. Infine, esistono pure i corsi organizzati dal Cantone, come “cucino con il papà”: padri e figli (dai 6 ai 12 anni) in cucina insieme per imparare semplici ricette. E la mamma, finalmente, riposa un po’. Programma fedeltà per i clienti di Manor Food in Ticino Preparare i propri piatti migliori con i migliori utensili da cucina: nel periodo dal 2 aprile al 22 luglio 2014, i clienti di Manor Food in Ticino potranno usufruire di uno speciale programma fedeltà in collaborazione con il produttore della marca Zwilling. I clienti riceveranno un bollino per ogni CHF 10.di spesa effettuata nei supermercati Manor Food aderenti all’iniziativa di Lugano, Balerna, Vezia, Viganello, S. Antonino e Ascona. E, acquistando determinati prodotti dei marchi partner, si vedranno consegnare altri bollini. Una volta raccolti almeno 30 bollini, i clienti potranno scegliere tra 11 prodotti diversi di Zwilling da acquistare a un prezzo agevolato. Potranno infatti avere fino al 95% di sconto. Manor premia la fedeltà dei propri clienti ticinesi con un allettante programmaloyalty. Protagonista dell’iniziativa è Zwilling, rinomato produttore di coltelli con sede a Solingen, che realizza prodotti in acciaio inox di primissima qualità come coltelli, utensili da cucina, forbici, batterie di pentole o posate per consumatori attenti alle marche che apprezzano qualità e design e amano cucinare in compagnia. La marca gode di una fama eccellente anche nel settore della gastronomia professionale. Manor dà ora ai propri clienti l’opportunità di acquistare questi prodotti a un prezzo assolutamente agevolato: si potrà arrivare fino al 95% di sconto. La procedura è semplicissima: i clienti riceveranno un bollino per ogni CHF 10.- di spesa effettuata nei supermercati Manor Food aderenti all’iniziativa di Lugano, Balerna, Vezia, Viganello, S. Antonino e Ascona. E, acquistando determinati prodotti di marca come ad esempio Barilla, Lindt, Suchard, Pommery e molti altri, si vedranno consegnare ulteriori bollini da incollare in un’apposita tessera. Una volta raccolti almeno 30 bollini, i clienti potranno scegliere tra 11 prodotti diversi di Zwilling. I bollini e le tessere della raccolta saranno disponibili dal 2 aprile al 22 luglio 2014 e le tessere con almeno 30 bollini potranno essere utilizzate fino al 9 agosto per acquistare un prodotto Zwilling a prezzo agevolato. Il successo dei supermercati Manor Food si basa sul concetto dei mercati con prodotti freschi. In un ambiente mediterraneo viene offerta una ricca selezione di prodotti provenienti da Paesi vicini e lontani. Dalla frutta e la verdura al pesce e alla carne, passando per il pane bio della panetteria interna: Manor Food riesce a esaudire qualsiasi desiderio. Anche la lavorazione di molti prodotti freschi avviene direttamente davanti ai clienti. Un’ampia gamma di vini selezionati completa l’offerta alla perfezione e trasforma ogni acquisto in un viaggio alla scoperta di specialità locali, regionali e internazionali. Per ulteriori informazioni si prega di rivolgersi a: Manor SA • Valter Marconi • Marketing • Tel. +41 91 912 76 95 [email protected] • www.manor.ch Pagina a cura di Ferrovie Federali Svizzere Dal 7 aprile al 25 maggio si può ottenere la speciale offerta “carta giornaliera” per tutta la famiglia Doppio vantaggio con le offerte RailAway Voglia di evasione ma anche desiderio di stare con i propri cari. Cosa c’è di meglio di una bella gita alla scoperta degli incantevoli itinerari turistici del Ticino e della Svizzera? A queste esigenze risponde in modo perfetto la carta giornaliera famiglia, una speciale tessera che consente a uno o due adulti di portare con sé da un bambino a un massimo di cinque, l’importante è che abbiano fino ai sedici anni compiuti. Non è necessario, tra l’altro, che gli accompagnatori siano i genitori. L’offerta è valida anche per i nonni, le madrine e i padrini, gli zii o gli amici di famiglia. Insomma, si compra la carta al prezzo di 85 franchi e si può viaggiare per un giorno intero con i mezzi pubblici, senza limite di orario, in tutta la Svizzera. E’ l’ideale per chi vuole conoscere e visitare i meravigliosi luoghi turistici elvetici: una pausa relax insieme ai propri cari. Le Ffs lanciano la promozione proprio per andare incontro a un bisogno che in primavera comincia a farsi sentire con sempre maggiore insistenza, quando il clima migliora e le giornate si allungano. È que- LEGUIDE &GLIITINERARI Il progresso dell'uomo e la sfida dei trasporti tutto in un… museo Viaggi formato famiglia sto il momento adatto per viaggiare e per non lasciarsi sfuggire l’iniziativa promozionale, tanto più che la carta giornaliera famiglia può essere acquistata anche da chi non possiede né l’abbonamento metà prezzo o l’AG, né la carta Junior. Unica condizione da rispettare sono i posti in seconda classe, il cambio non è infatti consentito. Che fare, allora, per prendere al volo questa accattivante e conveniente occasione? Semplice, basta rivolgersi agli sportelli ferroviari, ai distributori di biglietti, onli- Maggiori informazioni Stazioni Ffs ffs.ch/famiglia Informazioni e prenotazioni: AutoPostale Svizzera SA Regione Ticino Viaggi e Vacanze 6501 Bellinzona Tel. +41 (0)58 448 53 53 fax +41 (0)58 667 69 24 [email protected] www.autopostale.ch Più di tremila testimonianze della storia dei trasporti, uno studio televisivo, simulatori di volo, spettacoli multimediali, Swissarena e cineteatro: questo, e molto altro ancora, è il Museo Svizzero dei Trasporti di Lucerna, un luogo dove si può conoscere in maniera emozionale, apprendere facendo esperienze, imparare divertendosi. Ecco, queste sono le carte vincenti di uno dei musei più visitati della Svizzera. Le ragioni del successo sono molto semplici: qui si respira la cultura immergendosi ne al sito ffs.ch/famiglia, al Rail Service 0900 300 300 (Chf 1.19/min. da rete fissa svizzera) oppure scaricare la speciale applicazione Mobile Ffs dal 7 aprile al 25 maggio 2014. A questo va aggiunto che con la carta giornaliera famiglia si può usufruire inoltre degli sconti sulle prestazioni supplementari per le offerte combinate RailAway Ffs in vendita in ogni sportello ferroviario o anche online su ffs.ch/acquistare-online. Doppio vantaggio! D’altronde c’è solo l’imbarazzo della scelta, davvero tante sono le proposte per questa primavera all’insegna dell’evasione. Il Ticino, in particolare, è ricco di mete allettanti. Qualche esempio? Il Monte Tamaro è il naturale punto di partenza, a poca distanza dalle città, per una gita in famiglia tra sentieri tutti da scoprire e numerose altre proposte turistiche. Chi, invece, vuole tuffarsi nel più totale divertimento, non deve fare altro che andare allo Splash e Spa Tamaro con scivoli, piscine ma anche un centro Spa. I patiti delle escursioni hanno nella traversata Tamaro-Lema un’occasione speciale di evasione mentre per i più piccoli (ma anche per i grandi) è la Swissminiatur di Melide la meta migliore, dove sembrerà di avere tutta la Svizzera a portata di mano. Per gli appassionati della storia dei trasporti, infine, c’è il museo del fermodellismo a Mendrisio nella Galleria Baumgartner con oltre ottomila esemplari in mostra. in un mondo fatto di grandi idee e di fantastici progetti. È la sfida dell’uomo verso il progresso che trova a Lucerna la sua più emblematica rappresentazione. Lo sforzo di evoluzione può essere toccato con mano e compreso fino in fondo. Ora, poi, c’è un motivo in più per visitare il Museo Svizzero dei Trasporti, visto che RailAway Ffs lancia una grande offerta valida dal 1° al 30 aprile 2014. La proposta comprende il 30% di sconto sul viaggio in treno di andata e ritorno a Lucerna e sull’ingresso al museo (con o senza l’ingresso al cineteatro). Non ci sono dubbi, allora, approfitta in fretta dell’offerta perché il Museo Svizzero dei Trasporti ti sta aspettando. Maggiori informazioni Stazioni Ffs ffs.ch/verkehrhaus - ffs.ch/acquistare-online ***%&!$)#(% " +"(.&- #’%&/ )##"+2 &’ #’’* "& +*--#"#,# /)P/.* +#)-. +#, ’# $(&%’&#N #)&(/ %" ’2&* ( & + $, *! - +., ! # ,4 ,4 3 6 1 7 74 74 0 3 ÃʾÑ!è.èÄ9-"145š.˙9.’ö쪬½Ãñʾ ÃʾÑ!&8+Ì1ì-&3ûݬöÓÑ85ªÅ2$$ª¬1.0©9"Á3¹ÍÑ:Ñ°*òû/(ªè¹"&;Å8,)À53ö):*4Á935+Á¬9’,š-ö¼ÊÌÓ1&Í’-+Ì/83òöÁÑ/ÝÞï ïÑòÓ ª½½Ãñʾ !’%* $,)".*/, *, ’ +,#22* "% !’%* #,’%)#D ,)&) *"+ *) )1 -.--% % ’)!"&&% +"(.&- *"+ &" #’%$&%" .( *+"00) " "0%)(&"2 $E3L>8 3??3 ABFHE3 B::8EH3 C8E ?8 :3@>=?>86 !?>B $E3A7HBJE6 (8=3A8 $E3A7HBJE6 $E3A7 -58A>56 -58A>5 1@B76 $E3A7 #FC3586 $E3A7 &3A=BB 0+ 8 $E3A7 .E3:>5 0+ FBAB BE3 7>FCBA>4>?> 3??B FH8FFB CE8LLB 78??3 E>FC8HH>K3 K8EF>BA8 5B@C3HH3D 7 8F8@C>B6 5BA !?>B $E3A7HBJE F> E>FC3E@>3 :>AB 3 :ED < ;MMD9 ID J !ECI %Q2G6WIZQ ZWA7GWCOZ7 JNY S<5 << D1US< !05 JJ=H 3F X5 <5< EUJ__ DF5 JYS > !* Y UDF5 32W7>IQC2 6C 7;;C3C7G^2 7G7Q>7WC32 "5 KQ7^^I 32W2EI>I ;QN JT H__N9 F7GI KQ7FCI ?.2D7BI;;@ ;QN X <__N9 F7GI KQ7FCI ?$2FCE] *;;7Q@ ;QN J___N9 L Y KQ7FCI QCRKN [2GW2>>CI 3EC7GW7 WIW2E7 6C ;QN = <__N9M : ;QN JY =__N9 L: KQ7^^I !ECI 7QECG7 ZWA7GWCOZ7 JNY S<5 << D1US< !05 JJ=H 3FX5 <5< EUJ__ DF5 JYS > !* Y UDF5 32W7>IQC2 6C 7;;C3C7G^2 7G7Q>7WC32 #MN (I67EEI CEEZRWQ2WI LIK^CIGC CG3ENM4 !ECI %Q2G6WIZQ -\CRR #6CWCIG .!7 H_5 TT D1UH_ !05 8H8 3FX5 =5< EUJ__ DF5 J_= > !* Y UDF5 32W7>IQC2 6C 7;;C3C7G^2 7G7Q>7WC32 5 KQ7^^I 32W2EI>I ;QN YX 8X_N9 F7GI KQ7FCI ?.2D7BI;;@ ;QN Y ___N9 F7GI KQ7FCI ?$2FCE] *;;7Q@ ;QN J___N9 : ;QN Y_ 8X_N9N 02EIQ7 F76CI 67EE7 7FCRRCIGC 6C !* Y 6C WZWWC C [7C3IEC GZI[C [7G6ZWC CG -[C^^7Q2 J=8 >UDFN *;;7QW7 [2EC67 RZ [7C3IEC K2QWC3IE2QC K7Q C 3EC7GWC KQC[2WC KQ7RRI C Q2KKQ7R7GW2GWC ,7G2ZEW 3A7 267QCR3IGI 2EEPCGC^C2WC[2 CG 32RI 6C RWCKZE2 67E 3IGWQ2WWI 7 CFF2WQC3IE2^CIG7 62E _JN_=NY_J= 2E XJN_<NY_J=N IL CAFFÈ 6 aprile 2014 29 tra parentesi Il nuoto i consigli CAPRIASCA Il centro balneare dell’Arena sportiva aprirà il 10 maggio: una vasca olimpionica 50 m, una per il gioco, un’isola con vasca Jacuzzi e una vasca per i bimbi. Una rampa agevola l’entrata in acqua dei disabili TAMARO Lo Splash e Spa Tamaro è un moderno e spettacolare acquaparco dotato di piscine e scivoli. Qui è possibile trascorrere l’intera giornata con tutta la famiglia, in un clima di autentico relax e benessere MASSIMO SCHIRA L’ acqua di piscine, lidi e centri benessere come condizione ideale per raggiungere una migliore salute psicofisica. Con l’aumento delle temperature, torna a salire anche la “febbre” degli amanti delle nuotate o anche del semplice relax legato alle tante offerte nel cantone. Una “mappa del bagnante” che è andata completandosi negli ultimi anni, con piscine rinnovate, ma anche con la nascita di veri e propri centri acquatici che offrono prestazioni a 360 gradi. Sempre, però, legate all’acqua, elemento che di certo non manca in Ticino e che - come dimostra l’importante progetto di recupero delle terme di Acquarossa - potrebbe avvalersi di nuove proposte nel prossimo futuro. Tra i luoghi più frequentati da chi ama il fitness acquatico, il Lido di Lugano rappresenta un vero e proprio punto di riferimento. “L’attività è tradizionalmente intensa e si è già avviata con l’apertura durante la settimana per chi cerca il relax con i Relax, sport e piacere, un tuffo nel benessere bagni di sole - spiega Roberto Mazza, direttore del Dicastero sport cittadino -. L’offerta si completerà poi da inizio maggio, con l’apertura delle piscine scoperte, mentre a Carona, altro luogo prediletto dai luganesi, l’apertura è prevista per metà maggio”. A conferma di come, dopo i mesi invernali, costretti al coperto, già la primavera scaldi la voglia di qualche tuffo . Accanto a chi attende la riapertura delle corsie delle piscine all’aperto per iniziare ad accumulare chilometri a vigorose bracciate, è certa- mente in crescita il numero di persone che approfittano della vicinanza di centri benessere come lo Splash&Spa di Rivera o il Termali e Salini Spa di Locarno - per non citare che quelli che hanno aperto più di recente i battenti - per sfruttare l’acqua come elemento di relax. In tutte le sue forme, dall’idromassag- gio al vapore dell’Hammam, passando per le vasche con acqua salata o ionizzata. Un’offerta che strizza l’occhio pure ai più giovani, che, oltre al desiderio di fitness, cercano qualche scarica ulteriore di adrenalina, magari lanciandosi in uno dei tanti scivoli a disposizione nei centri balneari o esibendosi Il medico “Ottimo per muscoli e cuore” F a bene alle articolazioni, coinvolge tutti i gruppi muscolari e dal punto di vista metabolico rinforza il sistema cardio circolatorio. Sono solo alcuni dei benefici effetti del nuoto sottolineati dal dottor Danilo Togninalli, chirurgo ortopedico. “Ma non per forza è necessario nuotare, basta anche solo l’attività in acqua, fa bene a tutti, bimbi e anziani - aggiunge il medico -. Chi ha problemi soprattutto alle spalle può semplicemente giocare, muovere le braccia perché lo fa con più facilità visto che in acqua il peso si riduce e agevola i movimenti”. Non solo. Il nuoto ha un effetto antalgico, lenisce il dolore in chi soffre di artrosi e artriti. Soprattutto l’acquagym aiuta a combattere disabilità e dolori che coinvolgono le parti inferiori del corpo: ginocchia, piedi e zona lombare. “L’unico svantaggio, se così vogliamo chiamarlo - riprende Togninalli -, è che non caricando peso, grazie all’effetto dell’acqua, non si rinforzano gli arti inferiori. Ma ripeto, per tronco, schiena e spalle è un’ottima terapia, da consigliare a tutti”. p.g. LOCARNO dalle piattaforme per i tuffi. Anche per quanto riguarda i prezzi, il ventaglio è ampio e si adatta a tutte le tasche. In media, si va da una decina di franchi per l’accesso ai vari lidi con piscina sparsi per il cantone, fino ad una cinquantina per una giornata completa di divertimento e relax in un parco acquatico. In mezzo, molte tariffe intermedie, che comprendono in generale l’accesso solo parziale alle strutture o la rinuncia a qualche “benefit” come il noleggio dell’accappatoio o dell’asciugamano. A confermare la grande passione dei ticinesi e dei turisti per l’acqua, anche la scelta della città di Lugano di prolungare, già da oggi, la stagione balneare fino a fine settembre. “La richiesta in questo senso è insistente già da diverso tempo - conferma ancora Roberto Mazza -. E ora abbiamo deciso di accontentare anche gli irriducibili del Lido. Quelli che non temono di buttarsi in acqua anche quando le temperature non sono più quelle del mese di luglio”. Del resto, in Ticino non è raro assistere a bagni fuori stagione… a volte già a gennaio. [email protected] Q@MassimoSchira tutti i giovedì da aprile 2014 dopo il successo dello scorso anno, tornano le serate dedicate alle donne. Vinci un weekend VIP a St. Moritz! evento sponsorizzato da: contatti Via Stauffacher 1 6901 Lugano T. +41 91 973 7111 Tel +41 (0)91 210 25 25 lugano@ gsellundpartner.ch CHIASSO California acqua&wellness, piscine, scivoli toboga da 140 m, giochi d’acqua, onde artificiali, idrogetti e cascate; due vasche per bambini collegate da due scivoli, un percorso galleggiante e vasche idromassaggio A Russo (Val Onsernone) 2½ da chf 589’000 3½ da chf 895’000 4½ da chf 1’160’000 5½ da chf 1’370’000 G&P Immobiliare GmbH Via Besso 59, CH-6900 Lugano SAVOSA A-Club fitness&wellness si trovano tre vasche e un grande scivolo: da 25 m e da 16 m. Una vasca ludica: profondità 130 cm (con zone da 70 cm), temperatura 33°, con idromassaggio e scivoli Osteria degli Amici Standard Minergie, Sauna, Fitness e Piscina esterna Nuovo progetto · Residenza Alvina Vendesi appartamenti eleganti a Cureglia L’offerta del Lido di Locarno è davvero ampia: piscina esterna, per i bimbi e per svago, olimpionica, per tuffi, termale, coperta, per i piccoli e gli adulti, e pure una piscina a fondo mobile coperta Aperto: da Marzo a Ottobre Martedì-Domenica: 9.00/19.30 Tel. +41 91 780 43 43 È gradita la prenotazione Cucina nostrana - Menu tradizionale - Capretto nostrano Claudio Belloli IL CAFFÈ 6 aprile 2014 30 tra I RISCHI parentesi Le donne sono a rischio perché trascurano i segnali dell’ictus BenEssere Il sesso femminile presenta alti fattori di rischio neurologici. Più longevo è quindi numericamente più esposto Non badano a disturbi di coscienza Trascurano le palpitazioni indice di fibrillazione atriale Le donne ignorano o sottovalutano i sintomi dell’ictus Così arrivano tardi alle cure mediche, in condizioni peggiori rispetto agli uomini, con la conseguenza di esiti più gravi CRISTINA GAVIRAGHI S arà forse per leggerezza o per il loro innato spirito da crocerossine, che le spinge a occuparsi prima degli altri che di se stesse, che le donne non sanno riconoscere quando arriva un ictus. Sono consapevoli della gravità della patologia e che occorre chiamare al più presto i soccorsi, ma non sanno quando farlo perché non sono in grado di distinguerne le avvisaglie. Sarebbe questo il risultato di un sondaggio dell’American Heart Association pubblicato sulla rivista Stroke e coordinato da Lori Mosca, docente di medicina alla Columbia University. Nell’indagine sono state reclutate 1200 donne sopra i 25 anni per valutare quale fosse il loro grado di conoscenza sulla pericolosità dell’ictus e sui sintomi che lo caratterizzano. Se quasi tutte, otto su dieci, sapevano che, in caso si fosse presentata la patologia, occorreva chiamare subito il pronto intervento, solo il 51% di loro identificava in un’improvvisa debolezza o intorpidimento di un lato del viso, delle braccia o delle gambe i segni di un ictus incipiente. La percentuale poi scendeva di qualche punto se si considerava un altro sintomo tipico del disturbo in esame come la difficoltà nel parlare. Infine, meno di una donna su quattro si sarebbe messa in allarme per un improvviso mal di testa, per inspiegabili vertigini o per disturbi visivi. “Un sondaggio del 1997 attestava all’11% la Questo amore nostro La lettera A 40 anni trovo l’uomo della mia vita, ma sessualmente non mi attira per nulla Q Sottovalutano i mal di testa anche se forti e improvvisi uarant’anni e finalmente credo di essermi innamorata dell’uomo giusto. Lui è il tipo d’uomo che ogni donna può desiderare di incontrare e che desideravo tanto e da tanto tempo. Gentile e galante, generoso e affidabile, intelligente e divertente e pieno di attenzioni. Non so che cosa potrei aspettarmi di trovare più di così in un uomo. Ci siamo incontrati cinque mesi orsono e capiti fin da subito. Anche perché abScrivi a LINDA ROSSI biamo molti interessi in comune, psicoterapeuta e sessuologa dallo sport alla cultura. Ma c’è un Posta: Linda Rossi – Il Caffè ma, un ma importante... Lui dal Via Luini 19 - 6600 Locarno punto di vista fisico non mi attira proprio. Non provo desiderio sesE-mail: suale nei suoi confronti, ma ho solo [email protected] voglia di ricevere affetto. Per dire il vero qualche rapporto sessuale l’abbiamo, ma io non mi sento coinvolta e non riesco a lasciarmi andare. Ce la sto mettendo tutta per farmelo piacere anche perché una volta ho letto, forse nella sua rubrica, che la donna parte dal cuore facendosi piacere l’uomo del quale si è innamorata, mentre l’uomo si innamora della donna che lo attira. Spero ancora che accada il “miracolo”, se non si sblocca qualcosa non so se posso proseguire questa storia. Mi può dare un aiuto? quantità di donne bene informate sull’ictus -puntualizza Mosca -, i nostri dati mostrano un miglioramento, ma non basta; c’è ancora molto da fare per istruire e sensibilizzare il sesso debole su questo tema”. Compito, quest’ultimo, di estrema importanza secondo gli esperti, proprio perché l’incapacità di riconoscere i sintomi dell’ictus potrebbe essere un ostacolo per ridurre la mortalità e la disabilità correlata a questa patologia che colpisce Non sono in grado di distinguere i segnali, come un forte mal di testa, debolezza o intorpidimento ogni anno negli Usa 425mila donne, 55mila in più degli uomini, lasciando dietro di sé molte vittime e notevoli impedimenti funzionali. “È fondamentale riconoscere subito un ictus quando sopraggiunge per ricorrere a un trattamento in tempi brevi, in modo da salvare vite umane e limitare i possibili danni”, conclude l’esperta. L’ictus è caratterizzato dall’occlusione di un’arteria che rifornisce una data area del cervello e prima viene ripristinato il flusso sanguigno verso la zona cerebrale colpita, maggiori probabilità avrà il paziente di sopravvivere e di riprendersi senza riportare significativi deficit neurologici. La terapia trombolitica, deputata alla disostruzione dell’arteria, è però veramente efficace solo se somministrata entro circa quattro ore dalla comparsa dei primi sintomi. Ecco perché saperli riconoscere subito è di vitale importanza. In realtà però, come rivelano precedenti studi, la difficoltà a identificare i segni dell’ictus non sarebbe una prerogativa femminile, riguarderebbe in una certa misura anche gli uomini. Le donne però vivono più a lungo e sono perciò numericamente più colpite dalla patologia. Inoltre il sesso femminile presenta altri fattori di rischio per l’ictus, oltre ai classici ipertensione, colesterolo alto, fumo, obesità, come assumere la pillola contraccettiva, soffrire di emicrania e l’eventuale sviluppo di ipertensione in gravidanza. Ci sono poi sintomi, meno comuni di quelli più conosciuti, più caratteristici, anche se non esclusivi, degli ictus “in rosa” come un improvviso dolore al petto, nausea, singhiozzo e respiro corto. Tutto questo ha spinto l’American Heart Association a divulgare recentemente nuove linee guida per la gestione dell’ictus indirizzate in modo specifico alle donne. Indipendentemente dal sesso, però, qualsiasi improvviso cambiamento che interessa la sfera neurologica dovrebbe sempre mettere in guardia e spingere in fretta a chiedere un aiuto medico. La risposta di Linda Rossi Mantenga più distanza da lui creando un po’ di mistero e forse il desiderio arriverà S e da un lato non posso che complimentarmi con lei per aver finalmente incontrato l’uomo dei suoi sogni con il quale trascorrere la vita insieme e in piena felicità, dall’altro mi pongo alcune domande sul motivo per cui lei non si sente attratta fisicamente da lui. Le girerò queste domande così sarà lei a rispondere riuscendo magari a darsi quelle spiegazioni che le potrebbero far capire che cosa può eventualmente fare per risolvere il suo problema. Una prima domanda-considerazione che mi viene da farle è: lui, che rientra nei suoi codici d’attrazione sentimentale, non rientra per nulla nei suoi codici d’attrazione sessuale, neanche mettendocela tutta? Perché è ben vero quello che lei ha scritto dicendo che la donna impara a essere attratta dall’uomo che ama, ma direi che ci sono certi gusti che almeno un po’ vanno rispettati. D’altro lato vorrei chiederle se nella sua vita relazionale passata lei era più avvezza a sentirsi attratta da uomini che la tenevano sulle spine, che creavano molto mistero attorno alla loro persona, tanto da diventare desiderabili, poiché, si sa, dal mistero nasce il sogno e dal sogno il desiderio. In questo secondo caso la invito a mantenere un po’ di distanza, fisica e psichica, per darsi la possibilità di sognare questo uomo meraviglioso. Anche se potrebbe non bastare. Se così fosse farei due ipotesi ulteriori. La prima è che lei proprio non provi attrazione sessuale nei suoi confronti e quindi deve capire quali sono gli aspetti del suo corpo o dei suoi modi di fare che non sopporta e, se possibile, lui potrebbe cambiare. Informandolo, ovviamente, con la dovuta delicatezza. La seconda ipotesi consiste nel fatto che lei potrebbe non aver sviluppato la sua componente sessuale e, per provare attrazione e desiderio sessuale nei confronti di un uomo, necessita di essere destabilizzata sul piano sentimentale. La invito a tentare il massimo, poiché un uomo come lui non lo trova a ogni angolo di strada. X£smz{ Xms{ p»U¡q{ Yuxmz{ IL CAFFÈ 6 aprile 2014 31 tra parentesi La tendenza PATRIZIA GUENZI U n pisolino allunga la vita e aumenta la produttività. Da Napoleone a Bill Clinton, tanti famosi personaggi l’avevano già capito. E oggi la via del successo passa, anche, da una pausa, lontani da scartoffie, pc e telefono. Comodamente seduti, o sdraiati, poco importa, l’essenziale è rilassarsi, imporre una frenata ai frenetici ritmi quotidiani. Un trend che sta vieppiù prendendo piede e che è approdato nell’ Europa del nord, quella a sud la pennichella pomeridiana l’ha scoperta da secoli. Partito in sordina negli Usa, grazie alle nap room, le stanze siesta, messe a disposizione da grandi aziende tipo Nike, Microsoft e Nasa, si sta pian piano allargando al mondo intero. Anche alle superefficienti Germania e Svizzera, dove nessuno nega più l’importanza di un salutare, seppur breve, break. “Tutto sommato non fa male un momento di ozio in ufficio, anche se la nostra attività ci impone ritmi che lasciano poco spazio alle pause – osserva Olimpio Pini, di Pini Associati, Lugano, azienda premiata qualche anno fa con il “Great Place to Work”, per l’ambiente di lavoro definito eccellente sulla base delle valutazioni dei dipendenti -. Comunque, per evitare che il personale resti tutta la giornata chiuso dentro quattro mura gli ‘imponiamo’ di uscire per la pausa pranzo”. Per dare qualche suggerimento sul modo migliore per ricaricare le batterie, alcuni grandi alberghi hanno sviluppato offerte speciali. Il Grand Resort di Bad Ragaz, Il Grand Resort di Bad Ragaz offre un programma di prevenzione del burn-out Pisolino Con la pennica in ufficio ti ricarichi e lavori meglio ad esempio, propone un programma di prevenzione del burnout per imprenditori, manager e quadri di azienda insegnando utili esercizi di rilassamento, tipo yoga, da svolgere anche davanti a una scrivania. Ma anche brevi se- La novità dute di meditazione sono un ottimo rimedio. Il mito dello stakanovista è sul viale del tramonto; i risultati - anche per l’azienda - arrivano se siamo in forma, meno stressati. Una breve pausa aumenta la creatività, l’apprendimento e migliora le prestazioni. Non a caso da un test internazionale realizzato sui controllori di volo emerge che la performance sul lavoro migliora con soli venti minuti di pisolino pomeridiano. E se ancora abbiamo Pochi minuti di meditazione rigenerano mente e corpo Un salutare break a gambe incrociate F are un break con la meditazione è un ottimo sistema per rilassare mente e corpo in pochissimi minuti. Impratichendosi non richiederà più del tempo di un caffè, ma i benefici saranno molto più efficaci. Non c’è niente di meglio della meditazione per affrontare una vita stressante e frenetica. L’hanno scoperto pure i manager impegnati nell’ultimo World Economic Forum di Davos che, estasiati, quest’anno si sono lasciati sedurre dal seminario del monaco Matthieu Ricard e della star del cinema Goldie Hawn. Una filosofia che sta conquistando sempre più imprenditori, manager, banchieri e professionisti. Non per niente dirigenti e staff di alcune delle più grandi aziende della Silicon Valley, come Goo- gle, Facebook e Twitter, frequentano regolarmente lezioni di meditazione. Anche fior di broker di una delle banche più ricche del mondo, la Goldman Sachs, ogni tanto si accucciano a gambe incrociate. Heston Blumenthal, cuoco famoso, personaggio tv e scrittore britannico, fondatore e proprietario del ristorante The Fat Duck a Bray nel Berkshire, prima di infilarsi grembiule e cappello dice “omm”. Mentre il campione di golf Tiger Woods ha confidato che da quando medita mette più facilmente la palla in buca. Alla ricerca del proprio karma, insomma, si dedicano un po’ tutti. Fa star bene, ricarica e mette in pace col mondo. Una disciplina anti stress per arrivare a sera meno stanchi e stressati. Provare non costa nulla. dubbi diamo un’occhiata alle opere di Dalì, che faceva break quotidiani, sicuro che accrescessero le sue visioni pittoriche. Così Einstein, che nel dormiveglia dava una ripassata alle sue teorie, mentre Churchill non ha saltato una siesta per tutta la 2a guerra mondiale. I benefici in termini anche fisici sono indubbi. Per chi riposa una ventina di minuti il pomeriggio cala del 30% il rischio di infarto, mentre si rafforza la memoria a breve termine. Google, che in America ha fatto da apripista nel concedere la “pennichella”, ha messo a disposizione delle seggiole-culla per i suoi dipendenti creativi. In Giappone, il lavoratore può invece sfruttare la geniale invenzione di una ditta di Kobe: il “desk-airbag”, o “airbag da scrivania”, su cui poggiare la testa e cedere all’abbraccio di Morfeo. Ma la pausa siesta ha trovato sponda persino tra i tedeschi, o almeno in Bassa Sassonia, dove il direttore del municipio di Vechta l’ha regolamentata per i suoi impiegati. Inizialmente, le nap room sono nate in quelle aziende internazionali, con collaboratori provenienti da ogni parte del mondo, a cui serviva uno spazio in cui riprendersi dal fuso orario. Per chi, invece, non può isolarsi, uno studio di Madrid ha brevettato il “cuscino struzzo”: fatto a mano, in tessuto lavabile, costa circa 100 franchi e permette di potersi isolare completamente in qualsiasi luogo, poggiando la testa su un tavolo o sulla scrivania. Consigliabile a chi non può allontanarsi dal posto di [email protected] lavoro. Q@PatriziaGuenzi All’inizio le “nap room” servivano ai collaboratori per riprendersi dal fuso orario I BENEFICI 30% in meno di possibilità di avere un infarto per chi riposa il pomeriggio una ventina di minuti 40% di aumento della creatività dopo una siesta 20 minuti di siesta aumentano enormemente la capacità di apprendimento rafforzando e stimolando la memoria a breve termine 30% è l’aumento delle prestazioni dopo una siesta CONTRO LA STANCHEZZA BERE PIÙ ACQUA La disidratazione è una subdola causa di affaticamento SMETTERE DI FUMARE Gli ex-fumatori notano un aumento d’energia del doppio o triplo quando smettono di fumare MANGIARE UN PEZZETTO DI CIOCCOLATO Dona una forte scarica di endorfina LUCERNE FESTIVAL A PASQUA 5 – 13 aprile 2014 Grande apertura della stagione festivaliera Sa, 5.4. Bernard Haitink | Chamber Orchestra of Europe | Gautier Capuçon Schumann Sinfonien n. 1 e n. 4 | Concerto per violoncello Me, 9.4. András Schiff | Cappella Andrea Barca | Solisti Beethoven Missa solemnis Ve, 11.4. Gustavo Dudamel | Orchestra sinfonica della Radio bavarese Beethoven Sinfonie n. 6 Pastorale | Strawinskij Le Sacre du Printemps Sa, 12.4. Andris Nelsons | Orchestra sinfonica della Radio bavarese | Solisti Wagner Parsifal. Esecuzione in forma di concerto del Terzo Atto Biglietti e informazioni: +41 (0)41 226 44 80 | www.lucernefestival.ch r I biglietti pe del va ti es e on l’edizi 14 20 festival al sponibili d saranno di 14 10 marzo 20 © 2014 Warner Bros, Ent. Gravity novità su On Demand Trattenga il respiro! Scopra con Plus Combi il nuovo mondo dell’intrattenimento, che coniuga televisione, Internet e telefonia in un unico dispositivo. Vivere distanze televisive infinite 140 canali digitali, 35 in qualità HD garantita con funzione di replay e di registrazione, oltre a un’ampia gamma di film a portata di telecomando con On Demand Navigazione superveloce per tutti Fino a 125 Mbit/s con la rete via cavo in fibra ottica con WLAN inclusa Acquisti entro il 09.04. per un premio una tantum di Per restare sempre connessi Telefonate gratis per 1 000 minuti su tutte le reti mobili svizzere e illimitate sulla rete fissa svizzera1 50.– Accredito di CHF 50.– per l’acquisto di un prodotto 3 in 1 con Horizon o DigiCard. Lo scopra ora! 0800 66 0800 oppure upc-cablecom.ch Più prestazioni, più emozioni. Horizon Plus Combi CHF 95.–/mese. È necessario disporre di un collegamento via cavo HD con canale di ritorno di upc cablecom o di una delle sue reti partner. Nelle abitazioni in locazione, i costi per questo collegamento (di norma CHF 29.05/mese) sono in genere compresi nelle spese accessorie. Offerta e prezzi validi fino al 09.04.2014. Durata minima contrattuale: 12 mesi. Con riserva di modifica dei programmi e dei prezzi. Disponibilità geografica limitata. 1 Dai collegamenti gratuiti sono escluse le chiamate verso i numeri di servizio e business a pagamento nonché i numeri di connessione Internet dial-up e i numeri di accesso per offerte prepagate e calling card. Le chiamate sulla rete mobile svizzera sono gratis fino a 1 000 minuti al mese, dopo di che vengono fatturate a CHF 0.40/min. Lemostre L’ambiente L’incontro LA GRANDE ARTE NEGLI ITINERARI DI PRIMAVERA PICCOLI SPRECHI QUOTIDIANI E ADDIO ORO BLU COHN-BENDIT “IO NON SONO UN PEDOFILO” GUARDA ALLE PAGINE 34 e 35 RAVANI A PAGINA 43 ZANTONELLI A PAGINA 46 travirgolette ilcaffè 6 aprile 2014 RIFLESSIONI D’AUTORE SOCIETÀ | TENDENZE | PROTAGONISTI UNA SETTIMANA UNA PAROLA Oltre il cibo Torna il pane sulla scena del gusto MORO A PAGINA 36 Blacklist Le banche svizzere e la clientela straniera. La lotta contro l’evasione fiscale e la minaccia delle liste nere. Un braccio di ferro cominciato nel 1998 PAOLO BERNASCONI Docente di diritto penale dell’economia segue dalla prima pagina V enivano identificati i criteri generali e omogenei, che dovevano essere soddisfatti da parte di tutti gli Stati e specialmente da parte dei Paesi riconosciuti da anni come “paradisi fiscali”. Essenzialmente, la black list rappresenta un attacco alla reputazione di un determinato Paese, con lo scopo di dissuadere gli investitori e gli operatori dal far capo alle istituzioni di quel Paese, considerato come immeritevole della “fiducia” del mercato. Non solamente l’Ocse, ma anche il Fondo monetario internazionale, il Forum sulla stabilità finanziaria, il Foro globale sulla trasparenza fiscale, il Gruppo di azione finanziaria internazionale contro il riciclaggio approfondirono i criteri per far rientrare un determinato Paese nella categoria dei paradisi fi- Si tratta di un attacco alla reputazione di un determinato Stato, con lo scopo di dissuadere gli investitori scali e quindi per farne oggetto della nuova arma disincentivante, ossia la lista nera. Alcune indagini hanno in realtà verificato che l’impatto delle liste nere sul piano dello sviluppo economico del Paese che ne è vittima, può anche essere relativamente modesto. Non è però possibile trarre conclusioni generali, poiché questo impatto dipende molto dalla situazione economica e politica generale e da quella riguardante il singolo Paese. Sta di fatto però che tutti gli Stati membri dell’Ocse oppure dell’Unione europea, e comunque quelli più attivi sullo scacchiere finanziario, monetario e bancario internazionale, fanno il possibile per superare i continui test ai quali sono sottoposti. Anche nel parlamento svizzero viene continuamente fatto riferimento al “peer review” in materia fiscale, che avrà luogo nella metà 2015. Gli si accompagnano in anni alterni, test riguardanti la conformità ai criteri antiriciclaggio, nonché ai criteri anticorruzione. L’efficacia deterrente delle liste nere è allarmante: ne sanno qualcosa le 14 banche svizzere che sono ancora nel mirino dei procedimenti penali-fiscali negli Usa, come pure quel centinaio di banche che ha pensato bene di partecipare all’ormai famigerato programma allestito dagli Usa per le banche elvetiche annunciato il 29 agosto 2013. Ma ci sono anche meccanismi più sofisticati, ben conosciuti dagli operatori a cavallo del confine italo-svizzero: la prima misura risale al 1999, quando venne introdotto il principio dell’onere della prova a carico del contribuente italiano, che dichiarava di allontanarsi, mediante cambiamento di residenza, dalla sovranità fiscale italiana. Di conseguenza, tutti coloro che trasferiscono la residenza in Svizzera o in altri Paesi considerati come paradisi fiscali dalla legislazione italiana, continuano ad essere considerati come residenti in Italia e, di conseguenza, tassati su tutti i redditi ovunque essi siano prodotti. Piuttosto incisiva anche l’applicazione ai paradisi fiscali della norma sulle cosiddette Cfc/Control Foreign Companies, in base alla quale, per esempio riguardo alla Svizzera, il contribuente italiano che detiene una partecipazione in una società elvetica a regime fiscale privilegiato (come una società holding, una società ausiliaria oppure di sede), viene tassato sui redditi della società medesima. Risale già al 2002 la regola secondo cui i costi sostenuti da parte di un’impresa italiana per l’acquisto di beni tramite una società svizzera, non sono deducibili fiscalmente, salvo quando il contribuente riesca (grazie ad un onere burocratico piuttosto pesante) a dimostrare che l’impresa elvetica non è una società di sede e che le operazioni effettuate non sono fittizie bensì effettive. Come soddisfare la richiesta di essere cancellati da una black list e di essere inseriti in una white list ? Bisogna essere conformi agli standard Ocse e anche a quelli dell’Ue. Dal momento che il governo italiano ha appena radiato dalle sue liste nere Paesi come San Marino, le Maldive e il Sultanato del Brunei, la Svizzera si attende un trattamento perlomeno equivalente. La difficoltà risiede nel continuo aggiornamento di questi standard, per cui, malgrado gli sforzi di rapido adattamento della nostra legislazione a questi standard, l’obiettivo perseguito continua a rimanere in corsa. E adesso anche la Svizzera deve correre, assieme ad altri 44 Paesi per adeguarsi al “Common Reporting Standard”, un sistema automatico di scambio di informazioni multilaterali appena elaborato dall’Ocse. Questa è una delle spiegazioni delle difficoltà, per i negoziatori svizzeri, di far procedere le trattative per un accordo globale fiscale con l’Italia. Ormai c’è poco da offrire in contropartita, visto che il sistema Rubik non può piacere all’Italia, poiché non piace (più) all’Unione Europea. Per di più, anche la Svizzera cerca ancora soddisfazioni: chiede un accesso agevolato per le sue banche al Il nostro Paese deve correre, assieme ad altre 44 nazioni per adeguarsi al “Common Reporting Standard” mercato bancario italiano che, ovviamente, temendo la concorrenza diretta, si oppone.Riguardo poi alla possibilità per le autorità fiscali italiane di ottenere informazioni nell’interesse di procedimenti non solo per frode fiscale, ma anche per evasione, dichiarazione infedele e per l’accertamento fiscale, basterebbe loro presentare richieste al fisco svizzero, chiedendo di essere messe al beneficio della clausola della nazione più favorita, ossia di quegli oltre 40 Paesi, in favore dei quali il parlamento elvetico ha già concesso, a partire dal 2 aprile 2009, queste ampie facilitazioni. E fermiamoci qui per non inoltrarci sul campo minato dell’accordo per i ristorni sulle imposte dei frontalieri, tanto più che oggi parlamento e governi ticinesi stanno impavidamente applicando la strategia di Davide contro Golia, dimenticando che questo Golia non è stupido e che questo Davide è privo di fionda, e anche di pietre. DOMENICA LIBERO D’AGOSTINO COME SI RIESCE A SBARACCARE UN AEROPORTO I l De profundis per l’aeroporto di Agno l’ha intonato da Lugano la municipale socialista Cristina Zanini Barzaghi: “È un malato terminale”. A sottoscriverne l’atto di morte è intervenuta subito la sezione cittadina dei Verdi, secondo cui “non c’è la massa critica di passeggeri per poter sopravvivere”. Dunque, meglio staccare la spina. Proprio quando dopo decenni di attesa si è riusciti a sbloccare l’allungamento della pista, che ha rappresentato sinora uno dei più pesanti handicap per lo sviluppo dello scalo. Il sindaco Marco Borradori ha ribadito l’impegno della Città per un credibile piano di rilancio. Ma con l’aria di smobilitazione che tira a Lugano, non c’è da essere ottimisti. Se lo scalo di Agno interessa davvero tutto il Ticino, il Cantone dovrebbe al più presto fare qualcosa. IL CAFFÈ 6 aprile 2014 35 tra virgolette coloriitineranti Lemostre T Viaggio alla ricerca delle radici più profonde dell’Espressionismo Da Matisse e Reiter” a “Der Blau go Kunsthaus Zuri gio ag m 1 Fino all’1 P rima ed unica tappa europea di una rassegna concepita negli Stati Uniti, e che dopo Zurigo migrerà a Los Angeles e a Montreal, la grande mostra “Da Matisse al Blauen Reiter” vuol essere un viaggio attraverso la storia dell’arte tra Otto e Novecento alla ricerca delle radici dell’Espressionismo. Considerato come un fenomeno tedesco autoctono, in realtà l’espressionismo fu un movimento di ispirazione cosmopolita, caratterizzato da fruttuosi scambi soprattutto con l’arte francese di fine Ottocento. Per non dire poi che il termine venne coniato nel 1911 dal critico tedesco Worringer non già per designare l’arte germanica del momento, quanto piuttosto per indicare riassuntivamente (più tardi si sarebbero fatti i dovuti distinguo) tutta quell’arte antinaturalistica, dai colori accesi o dalle evidenti deformazioni prospettiche e disegnative, che andava caratterizzando le tendenze avanguardistiche di inizio secolo XIX da Parigi a Vienna e Berlino: dalle Secessioni sempre più frequenti nelle varie regioni europee ai postimpressionisti e puntinisti, dal sintetismo ai Nabis, dai fauves ai primitivisti e all’incipiente cubismo. Un’arte insomma “espressionista” che, fin nel termine, si contrapponeva all’impressionismo: ritenuto troppo descrittivo e retinico, estroflesso, per poter rappresentare la complessità dell’animo umano e le problematiche del tempo. Non si trattava più di descrivere o rappresentare emotivamente la stupore dello sguardo attraverso lo sfrangiarsi della luce e la mobilità del tocco; bensì di calarsi nell’esperienza soggettiva ed emozionale del vivere (anche della gioia di vivere, Matisse!) per tirarne fuori (ex-premere) un’interpretazione personalizzata e diretta, al di là di regole e filtri accademici, esaltando con il colore ed il segno l’energia che prorompe dall’interno e si riversa sulla tela. Oggi, a distanza di un secolo, per noi l’espressionismo è quel fenomeno soprattutto tedesco chiaramente identificabile nella sue date e differenziate poetiche: “Die Brücke”, 1905; “Der Sturm”, 1910; “Der Blaue Reiter”, 1911. Questo non significa però che sia un prodotto autoctono e senza legami con quanto capitava allora nelle varie capitali artistiche come intende dimostrare la rassegna zurighe- PAUL CÉZANNE Grandi mele, 1891/92 se. A parte i viaggi, i soggiorni di studio dei vari artisti, le mostre itineranti, la circolazione delle immagini… a monte, ed in comune, c’è l’emergere di una sensibilità nuova, moderna che si traduce in una affinità di ricerca e di nuovi linguaggi. Ciò che in mostra si vede bene: non solo grazie alla documentazione scritta di lettere, cataloghi dell’epoca, scambi e contatti tra i vari artisti, ma soprattutto nell’esposizione che allinea, con sorprendenti accostamenti, oltre 80 dipinti e una trentina di opere grafiche di diversi artisti: per esempio dipinti di Van Gogh o Matisse vicino a quelli di Kirchner o Schmidt-Rottluff per evidenziarne palesi relazioni formali. Nel complesso, una selezione ben mirata di artisti, con opere molto belle, tutte del periodo preso in esame (i primi due decenni del secolo XIX), alcune delle quali allora esposte con certezza in Germania in occasione di mostre personali o collettive sull’arte francese, e quindi viste anche dagli artisti del posto. Ciò che presuppone un notevole lavoro di ricerca a monte ed ha coinvolto nel prestito ben 40 istituzioni mondiali. eclettismo simbolico Gli itinerari dell’arte sbocciano in primavera, dal Vallese a Zurigo, da Milano al Ticino CLAUDIO GUARDA formato natura ra le tante mostre che fioriscono a primavera, ne abbiamo selezionate alcune tra le più ricche o stimolanti del folto panorama espositivo; per quanto succintamente ne segnaliamo qui altre tre meritevoli di attenzione. Si comincia con il Museo di Ascona (con propaggini che coinvolgono la Pinacoteca Casa Rusca di Locarno e il Museo Onsernonese di Loco) che, continuando nella sua rilettura della storia culturale e artistica del cantone, pone oggi in debita luce la vicenda artistica più che quarantennale della coppia tedesca Alfred e Gisela Andersch. Grande scrittore antinazista, Alfred è stato narratore, poeta, saggista e sceneggiatore sempre animato da uno spirito democratico, mentre Gisela è stata una pittrice astratta sull’onda degli orientamenti razionalisti e puristi del Bauhaus e di De Stijl. A riguardarci da vicino è il fatto che i due nel 1958 vengono a vivere in Ticino, prendendo dimora a Berzona (dove risedeva anche Max Frisch), di- ventando tra gli animatori della cultura locale, pur mantenendo i contatti con intellettuali e artisti internazionali in Germania e in Italia. La mostra diventa così un prezioso contributo per ricostruire e integrare il flusso delle presenze più rimarchevoli dentro il paesaggio geografico-culturale del Cantone Ticino negli anni ‘50/60. In linea con le sue precedenti esposizioni di arte grafica, in particolare quella sul Piranesi, il Max Museo di Chiasso riscopre invece l’incisore Luigi Rossini (1790-1857) l’ultimo grande illustratore delle meraviglie di Roma e Pompei, nelle cui opere si legge il percorso che dall’iniziale Neoclassicismo lo porta verso il gusto romantico e pittoresco. Al Castello Visconteo di Pavia si continua, sull’onda del successo di Monet, presentando il decano degli impressionisti, Camille Pissarro, figura centrale all'interno del gruppo ma caratterizzato da un percorso tutto suo tanto a livello tematico quanto stilistico. Grazie al suo forte temperamento e ai suoi consigli divenne inoltre punto di riferimento per molti giovani artisti dell'epoca – basti pensare a Gauguin e Van Gogh – svolgendo un ruolo fondamentale nell’evoluzione dell'arte di fine Ottocento. doppiopercorso mo Il Divisionis Arnaud, re er Fondazione Pi Lens (Vs) Fino al 22 aprile La pittura “en plein air” tradotta con la mobilità di piccoli tocchi di colore Se l’appartenenza al territorio si eleva a creazione artistica È GUSTAV KLIMT Fregio di Beethoven, 1902 Gustav Klimt Milano Palazzo Reale, io gl lu 13 al Fino L a rassegna che Palazzo Reale di Milano dedica a Gustav Klimt (1862-1918), indiscusso maestro della Secessione Viennese, non è un’antologica, bensì una mostra tematica suddivisa in sezioni che focalizzano alcuni aspetti, soggetti o momenti rilevanti nella sua storia artistica. Le prime tre si concentrano sugli anni della formazione (su cui troppo spesso si sorvola) che ebbe il suo punto culminante non in un’accademia tradizionale, bensì in una scuola di Arti e Mestieri annessa al Museo di Arti Applicate dove, accanto alla pittura “storicistica” allora in grande auge grazie a un maestro come Hans Makart, si apprendevano pure tecniche diverse come il mosaico e la lavorazione dei metalli, e un vasto repertorio di motivi decorativi tratti da Mescolare linguaggi, stili ed epoche con la raffinatezza poetica di Klimt varie epoche e culture. Erano gli anni in cui tutta la Vienna imperiale, in particolare la Ringstrasse, si parava di nuovi e grandiosi edifici monumentali in vari stili per i quali si richiedevano “artisti” capaci di decorare interni e facciate di palazzi, sia pubblici che privati, con un eclettico e sontuoso repertorio storico-teatrale di forme e costumi. Ma accanto alla pittura storicista, quella formazione sviluppava anche l’amore per la manualità artigianale, la lavorazione dei metalli, la preziosità dei materiali, per la raffinatezza delle cornici (Liberty e Art Nouveau non sono lontani!) che Klimt aveva derivato dal padre e incrementato con i fratelli Ernst e Georg: è con loro che fonda il primo sodalizio artistico che gli dà un nome e fa ricevere le prime commesse pubbliche. Tutti questi aspetti, una volta da lui ricondotti a sintesi e reinventati, diventeranno fondamentali nell’elaborazione della poetica secessionista viennese come si può vedere nella sezione centrale tutta dedicata al Fregio di Beethoven fatto nel 1902, in occasione della XIV Mostra della Secessione (qui in una copia fedele a dimensione reale) in cui tema e linguaggio pittorico vanno ben oltre il naturalismo o lo storicismo. Concepito come un’opera d’arte totale che corre a fascia su tre pareti, con richiami che vanno dalla la pittura vascolare greca alla pittura egizia o etrusca, il Fregio ha come tema è la contrapposizione tra le forze del Male e del Bene che si contendono un Cavaliere il quale per raggiungere la felicità deve attraversare un mondo ostile e pericoloso dominato da elementi malvagi, prima di arrivare all’Eden fiorito e sentire esplodere L’Inno alla gioia, simbolo salvifico dell’arte e dell’amore. Analogamente anche lo stile mescola i linguaggi e le epoche, accoglie stilizzazione e linearismo, tridimensionalità e bidimensionalità, alterna musicalmente pieni e vuoti, nonché elementi ornamentali eclettici o simbolici derivanti anche da antiche culture. Chiudono la mostra le sezioni dedicate a tre generi assai cari a Klimt: il paesaggio, il ritratto e il nudo femminile colti nelle diverse fasi della vita di questo pittore ma anche geniale artista che, nella sua opera, ha saputo fare sintesi tra storicismo, istanze simboliste e nuovi linguaggi contribuendo in modo rimarchevole al rinnovamento dell’arte europea tra ‘800 e ‘900. sentieri lucci,“Dai Flavio Pao 989-2013” nascosti. 1 le d’Arte Museo Cantona le ri Fino al 27 ap R ealizzata per i suoi ottant’anni, la mostra che si dispiega sui tre piani del museo cantonale vuol essere un omaggio alla figura di Flavio Paolucci, nato a Torre nel 1934, artista molto schivo ma di lineare continuità e di singolarissima voce nel contesto ticinese. Fin dal titolo, Sentieri nascosti, la mostra rimanda a quegli angusti luoghi di passaggio in cui uomo arte e natura si incontrano. Si tratta allora di epifanie o rivelazioni in cui la natura, per un momento, sembra svelare una parte nascosta di sé. Per la verità, questo dialogo, realizzato per di più con gli strumenti che la natura stessa offre, parte in lui da molto lontano, anche se nel tempo ha conosciuto modalità realizzative diverse. In effetti il Museo Cantonale gli aveva già dedicato un’ampia antologica nel 1988 che raccontava lo sviluppo della sua ricerca dagli esordi pittorici, sostanzialmente informali, sul finire degli anni ’50, fino al mo- LE ESPOSIZIONI La Fondazione Pierre Arnaud FLAVIO PAOLUCCI “L’uovo fuori dal nido”, 2011, bronzo, legno e colore mento in cui maturava, nei primi anni ’70, una concezione d’arte e di pensiero fondati sulla coscienza della propria profonda e radicata appartenenza al territorio e alla natura. Ventisei anni dopo la prima mostra, ecco che questa si cala in quelli successivi, dal ’90 a oggi, consentendo per un verso di mettere riassuntivamente a fuoco la linea della sua intera ricerca artistica lungo un cinquantennio, ma soprattutto di coglierne spostamenti e specificità recenti. La prima delle quali mi pare vada identificata nella assunzione sempre più diretta del dato di natura, in particolare di rami, tronchi e foglie fatti poi fondere in bronzo: con un marcato spostamento quindi rispetto a un passato in cui l’elemento naturale veniva assunto nella sua pura naturalità (legno, roccia, cenere) e poi elaborato manualmente dall’artista tanto nella sua forma quanto nella sua pelle. Oggi è come se l’artista-artefice si fosse I DIVISIONISTI L’hospice et le phare di Georges Seurat, 1886; qui sotto, Lo specchio della vita Giuseppe Pellizza da Volpedo, 1900 messo un po’ da parte per lasciare maggior spazio possibile alle forme, fuse poi in bronzo, della natura: la quale ha comunque bisogno di qualcuno che agisca, selezioni, isoli per lei gli elementi, le dia insomma voce, facendo funzione di mediatore. Da qui la seconda: rispetto al passato, tale processo si manifesta oggi in modulazioni di più immediata leggibilità, in forme diventate più dirette e meno intellettuali e criptiche, per quanto si avvalgano ancora di un “alfabeto aperto” di segni e simboli, ma usato con maggiore parsimonia e ridotto all’essenziale, talvolta quasi celato, quanto basta per mantenere in piedi un fragile equilibrio, o proiettato nella dimensione del fantastico e del poetico: con lastre e vetri a creare riverberi di luce e trasparenze che amplificano lo spazio, o con uova, perle, quadrati, cerchi che diventano anche soli e lune. Allora linguaggio dell’uomo e linguaggio della natura si incontrano. con piacere che si dà il benvenuto ad ogni nuova istituzione culturale. Sul poggio che fa di Montana-Crans un balcone affacciato sulle Alpi Vallesane, nel piccolo villaggio di Lens, spicca oggi una moderna costruzione con vetri a specchio che riflettono il paesaggio circostante. È la Fondazione Pierre Arnaud, inaugurata nel dicembre scorso e concepita espressamente per esposizioni di alto livello: due all’anno, incentrate sul moderno, dal 1850 al 1950, ma con un aggancio diretto anche al territorio che le ospita, vale a dire l’arco alpino come entità originaria. L’intento è quello di far vedere come i migliori pittori che vi hanno operato (dai Giacometti ad Hodler, da Amiet a Segantini) non fossero degli isolati, ma artisti ben consapevoli delle recenti tendenze europee. Inaugura la stagione una grande esposizione sul Divisionismo: più di cento dipinti, con opere e nomi davvero notevoli, che raccontano la storia e l’intento di quel movimento in Europa. Se la grande rivoluzione operata dagli impressionisti consisteva nel tradurre l’emozione della pittura en plain air attraverso la mobilità del colore e lo sfrangiamento della luce, grazie a piccoli tocchi di colori puri accostati direttamente sulla tela secondo il loro libero sentire; nel 1884 Seurat, Signac, Maximilien Luce vollero invece dare un fondamento oggettivo al processo visivo e pittorico, creando una frattura tra l’impressionismo “romantico” di Monet e Renoir e quello “scientifico” detto anche Neo-impressionismo o Divisionismo. A monte, evidentemente, operava in loro la grande fede nella scienza e nel metodo, tipici del positivismo. Passando tra le opere esposte si legge un doppio percorso: da una parte il confronto diretto tra i principali maestri del divisionismo svizzero e quelli europei in particolare francesi, italiani e belgi; dall’altra l’allentarsi dello spirito scientifico e analitico della prima ora per cui il puntinismo di Seurat diventa poco alla volta tacca, segno, macchia che traghetta verso l’incipiente espressionismo, come ben si vede in Amiet. 36 Pan carré homemade Sciogliere 20 g di lievito di birra in 200 g d’acqua e 100 g di latte, entrambi tiepidi. Unire ½ kg di farina “0” setacciata, 20 g di zucchero, 10 g di sale e lavorare bene l'impasto. Alla fine unire 70 g di burro (morbidissimo) e lavorare bene l'impasto con forza finché non si staccherà dalle mani. Far tra virgolette lievitare per un'ora coperto con della pellicola. Imburrare uno stampo da pan carré. Mettere l'impasto nello stampo (senza rimpastarlo!) e dargli la forma dello stampo. Far lievitare per circa 40 minuti. Cuocere a 200° gradi per 40 minuti nella parte bassa del forno (in modo che il calore arrivi dal basso). Il grande ritorno del vecchio pane sulla scena del gusto I n principio era il pane. Con tutta la sua carica sacrale. Spighe recise, chicchi macinati, divinità delle messi invocate per garantire la sussistenza delle comunità. Poi è arrivata la fatwa globale contro i carboidrati e molti hanno abiurato l’antica religione del grano. Accusato di far crescere il giro vita. Infatti gli uomini, racconta Michael Pollan nel suo best seller “Il dilemma dell’onnivoro”, avendo troppe opzioni alimentari a disposizione, hanno cominciato ad eliminare volontariamente alcuni alimenti, compreso quello che per millenni era stato il cibo per antonomasia. Così il carburante della rivoluzione neolitica era diventato cheap. Ma i cicli della storia sono sempre più brevi. Le mode vanno, vengono, qualche volta ritornano, come le nuvole di De André. Così assistiamo al grande ritorno di baguettes, ciabatte, rosette, michette, bagel, bretzel, crostoni e focacce. Non solo portati a casa in rustici sacchetti o farciti di ogni bendidio nei caffè. Ma sbocconcellati direttamente nei panifici, sempre più spesso trasformati in vere e proprie botteghe del gusto. Che però hanno poco a che fare con la tradizione panettiera. Si tratta di un vintage alimentare di ispirazione americana. Che oscilla tra New Age e Nonna Papera. Sacchi di farina sistemati ad arte, come in un’installazione di Jannis Kounellis. Pale di legno appese alle pareti, in stile museo della civiltà contadina. Madie riutilizzate come sedie e ruvidi tavoli da lavoro trasformati in consolle. Bilance di ottone ossidato sistemate nelle vetrine con piramidi di crusca e avena. Commesse che somigliano a massaie amish e camerieri country che sembrano usciti da Sette spose per sette fratelli. Basta vedere che cosa sta succedendo a Milano. La città dell’assalto ai forni di manzoniana memoria, brulica di bakery assediate da una clientela che trova trendy darsi appuntamento per il brunch davanti a una pagnotta, purtroppo spesso mal cotta. E se una volta per moltiplicare i pani ci voleva un miracolo, adesso la moltiplicazione la fa il mercato. Che fa il miracolo di farci comprare a prezzi da ricchi quello che una volta era un cibo da poveri. di CAROLINA Ingredienti per 8 persone - 500 g di farina “0” 150 g di farina integrale 370 g di acqua tiepida 25 g di lievito di birra 3 cucchiai abbondanti di basilico tritato finemente 2 cucchiai di prezzemolo tritato finemente 1 rametto di timo 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva 2 cucchiaini di sale 1/2 spicchio d’aglio tritato finemente All’aglio e erbe aromatiche ELISABETTA MORO LA RI ETTA oltreilcibo Baguettes, ciabatte, rosette, michette, bagel, bretzel, crostoni e focacce. Oggi è trendy darsi appuntamento davanti a una pagnotta In una ciotola mescolare le due farine e il sale. In un bicchiere sciogliere il lievito nell’acqua tiepida. Aggiungere l’acqua con il lievito sciolto alle farine e l’olio, le erbe e l’aglio tritati. Mescolare e impastare bene, ma delicatamente fino ad ottenere un impasto morbido. Trasferire l’impasto in una ciotola pulita e unta con un po’ d’olio e far lievitare per un’ora e mezzo. Trascorso questo tempo rovesciare l’impasto (senza impastare!) nello stampo a ciambella unendo le due estremità per chiuderlo e schiacciandolo un po’ in modo da togliere le bolle d’aria (se si usa uno stampo da cake mettere l’impasto lì dentro e premere per eliminare l’aria). Far lievitare per 45 minuti. Accendere il forno a 220° gradi. Spennellare di olio il pane e infornare per 5 minuti, spennellare di nuovo e cuocere per 15 minuti. Abbassare la temperatura a 190° gradi e cuocere per altri 20 minuti. $% +’&’ <HH=3 ()"--’ $ " ( ,.871; 1.8 HA=H4 .8 DH=H4=DH<4 <::=3 D::=3 =M ?=A !;9 /E;9; *./82C <H=<> #;;582 &2GE@ <H <A # 9?8 +4+.<< , ’+5=C62 "DE67= 1 !C+4/ 8;> #$F , B1?GD8?GG &)*# 98?.8G: , %057<3+ 8? # , (’ B;G @ %3-<7 $!%3 -+.,- ,-$ %1#( "<97< 0D5 J7F6 DF0;4 =MA 9?8 4D@<@< +,.,* &$’! )H97D37 D365C:< >5C F0295F ,7458738 9?8 +++++- 6.84- ,.,* /*$,$- ,3C55; )C<F53F<C /& .;7I5CD09 GK 9?8 +++@6; -,.,* $&"#! ’(&)! )"&% , 4!",%4 $* !-25.’ #/. ,! 0*6 !,4! 1*2/,57*/.% !$ 5. 01%77/ 2)/#+& $%10)5 3*11% B5:?9% ,010%1* !3?*9)0:(5A3? )%1 D<8D.8@D6. %1 @[email protected] "53 (A2A1%’01* (53 %1?90 ’A530=%??0B0?& )0 :(53?58 #515 6 7*CC5 7*9 (10*3?*8 035 %) *:%A902*3?5 :(59?*8 "306(:,0/( #44,&83#6,9# 1(3 ,"#’ 0 6#%-(6 ,/ 68660 ,- .0/’0 *,$ # 1#36,3( ’# ! )27; #- .(4( 5 04HF0 5 40;;7 09 47D>90L 5 !0;;7 4<IHF7 099B03@H0 5 .D< 7;4527F< 459 I<9H:5 47 40F7 FFF=79C2?17@0;E9C=06 " ’) $&)! ’&%$&! ! )$+$))! $& +,++! %! #%$%$( IL CAFFÈ 6 aprile 2014 37 tra virgolette La protesta Catalogna La forte autodeterminazione è nel vocabolario catalano Secessione Autodeterminazione, sovranità, nazione sono parole che fanno parte del vocabolario politico catalano da tempo.L’indipendentismo catalano non è certo nato nel 2012, quando una manifestazione di 1,5 milioni di persone ha dato il via al referendum di autodeterminazione previsto per il 9 novembre 2014. Referendum annunciato dal presidente della Generalitat della Catalogna Artur Mas l’inverno scorso, ma che il 25 marzo è stato dichiarato “illegittimo” dal Tribunale costituzionale spagnolo.Nel corso del XX secolo la Catalogna ha assistito a due proclamazioni d’indipendenza: nel 1931 e nel 1934. Le neonate repubbliche s’inserivano in un’ipotetica repubblica federale spagnola, che in realtà non esisteva. Furono di corta durata, perché Madrid ristabilì l’ordine. Scozia Storiche e velleitarie voglie d’indipendenza tra lotte, referendum e le farse irredentiste EZIO ROCCHI BALBI S embra incredibile che la parola “secessione” possa essere rivendicata sia dalla Catalogna, che vanta il primo, inutile proclama d’indipendenza negli anni ‘30, sia dalle sgangherate truppe della Serenissima che, sgominate in settimana dai Carabinieri, puntavano ad un’improbabile autonomia del Veneto equipaggiati con un carro armato fai da te. Ancor più incredibile che alcune di queste spinte indipendentiste si richiamino al “modello svizzero”, alla confederazione di Stati . Dimenticando che federazione deriva dal latino “foedus”, alleanza; esattamente il contrario della divisione insita nella secessione. Certo è strano, proprio nel monento in cui la globalizzazione sembra aver raggiunto il suo culmine, assistere ad una frammentazione, o almeno a rivendicazioni di autonomia dai propri Paesi. Eppure, anche se il movimento per l’indipendenza politica ha molte madri, paradossalmente una di queste è proprio la globalizzazione, perché la sovranità territoriale specialmente nel campo del commercio e della politica monetaria può portare benefici tangibili. “Storicamente questo non avviene, infatti, finché l’economia dello Stato centrale assicura sicurezza e benessere - ricorda lo storico Maurizio Binaghi, autore con Roberto Sala de “La frontiera contesa” -. In tempi di crisi, invece, riecco apparire il miraggio, o l’idea romantica del ritorno alle proprie tradizioni culturali, alla propria ‘identità’. Ma l’identità in sè non esiste, è una costruzione, e devi essere bravo a costruirla e, soprattutto, deve avere un retroterra ideale condiviso”. Eppure negli ultimi vent’anni si è assistito ad un’ondata di scissioni geopolitiche senza precedenti, alla creazione di tante realtà territoriali di minore estensione che si son ritrovate in possesso di qualcosa di simile alla piena sovranità. Solo il crollo dell’Unione sovietica, ad esempio, ha portato alla creazione di quindici nuove nazioni, e l’ultimo referendum - legale costituzionalmente o meno che sia - ha aggiunto alla collezione la Crimea. La Jugoslavia ha dato vita a sei nazioni diverse, e ben pochi di questi nuovi Stati hanno scelto di unirsi di nuovo sotto la TANK IN S.MARCO Il finto tank dei “serenissimi” a S.Marco nel ‘97 “grande Serbia”. Anzi, il parlamento della provincia serba del Kosovo ha approvato una dichiarazione unilaterale d’indipendenza dalla Serbia, subito ratificata con insolita celerità dall’Unione euro- pea. E gli scozzesi, che possono rievocare un passato di indipendenza politica (come, teoricamente, i cittadini del Texas) , potrebbero benissimo scegliere di separarsi dal Regno Unito in una votazione prevista nell’autunno di quest’anno. In Belgio fiamminghi e valloni vivono da “separati in casa”, e in fondo la scelta della Ddr di fondersi con la sorella maggiore occidentale rappresenta l’eccezione che conferma la regola. “Alcune spinte secessioniste sono così paradossali da generare fenomeni incomprensibili - aggiunge Binaghi -. L’eurodeputato leghista Borghezio è stato applaudito a Lugano parlando di ‘federalismo etnico’, ventilando di fatto l’annessione del Ticino alla ‘Padania’... Insomma, le piccole patrie si mangiano una con l’altra”. [email protected] Q@EzioRocchiBalbi Più di trecento anni di rancore nei confronti dell’Union Jack Per la prima volta le spinte secessioniste degli scozzesi potrebbero portare ad una spaccatura dal Regno Unito con la creazione di un nuovo Stato. L’ultimo sondaggio sul referendum, che si terrà il prossimo 18 settembre, registra infatti i pro-secessione al 40% e gli indecisi al 15%: un risultato mai riscontrato in passato. È un referendum scaturito da un rancore nei confronti della Corona malcelato da tre secoli, dal 1707, quando gli inglesi “convinsero” il fiero popolo scozzese ad entrare nella Union Jack. Ma è dai tempi del Vallo di Adriano, quando gli scozzesi erano conosciuti come “pitti, che s’invoca l’indipendenza dalla Corona. Una secessione, in realtà, arrivò nel 1314 dopo la battaglia di Bannockburn, ma venne ricomposta per volere di Sua Maestà. Le parole L’ANALISI Amare conseguenze di un fallimento LUIGI BONANATE I l federalismo unisce i separati; la secessione divide gli uniti. Il federalismo testimonia di una intenzione ottimistica rispetto alla crescita di una collettività. Il secessionismo è l'amara conseguenza di un fallimento. Il federalismo dà vita a Stati solidi, dal punto di vista territoriale e organizzativo; la secessione spezza vincoli e accordi precedenti. Non per questo il federalismo è sempre perfetto e non lo è neppure la secessione. Quelli che oggi chiamiamo Stati Uniti si sono federati, nel 1776; ma nel 1861 si dilaniarono giungendo fin sull'orlo della secessione. La storia della statualità è pronta a stupirci. Per difendere la Cecoslovacchia unita l'Occidente resistette a Hitler nel 1939, ma alla fine del 1992 si è divisa in due, senza che ne derivasse alcun conflitto. Il federalismo possiede dunque sia una versione internazionalistica, dato che sovente lo si sceglie per porre fine a dei conflitti (anche di lunga data), sia un'altra, interna, che guarda invece al funzionamento dello Stato, per migliorarne le performances. La Confederazione svizzera (che in realtà è una vera e propria federazione) nasce nel 1848 dando vita a uno Stato nel quale ciascun Cantone è sovrano a casa sua e tutti insieme condividono una stessa sovranità. Un miracolo? Un pasticcio? Tutt'altro. La logica statuale che presiede alla scelta federale nasce da una constatazione banalissima, che noi in realtà applichiamo tutti i giorni nella nostra vita: cerchiamo infatti di affrontare i problemi che ci troviamo di fronte facendolo nel modo più prossimo e stretto possi- bile, cioé entrando al loro interno, per così dire, e trattandoli secondo le circostanze del caso. È la stessa cosa che in molti ambienti e culture si chiama "sussidiarietà", principio secondo cui meglio può affrontare una situazione chi è maggiormente a contatto con essa. Questo principio consiglia dunque di non passare sempre dal centro per andare in periferia, ma di stare attaccati ai problemi reali. Qualche volta, però, la vita in comune si fa difficile, possono sorgere incomprensioni. Non ce lo si dovrà nascondere, pur nella consapevolezza che non è detto che "più piccolo" sia sempre meglio che "tutti insieme". Anzi: la grande crisi finanziaria che da diversi anni ci attanaglia difficilmente sarà risolta con la fuga solitaria: un Veneto senza Italia sarà straniero ovunque e non potrà neppure comprarsi dei veri carri armati! SECESSIONE Dal latino “secessionem”, derivato da “secedere”, separarsi. Rappresenta la separazione di un gruppo da un’entità sociale o politica a cui apparteneva; la separazione di un territorio da uno Stato di cui faceva parte, per costituirsi in un’entità statale autonoma FEDERAZIONE Dal francese “fédération”, dal latino “foederationem”, dal tardo latino “foedus”, alleanza fra i popoli, legame, vincolo. Rappresenta l’unione politica di Stati che mantengono in diversi settori le proprie leggi particolari e competenze, ma hanno una costituzione comune e si riconoscono in un governo federale IL CAFFÈ 6 aprile 2014 38 virgolette tra libri Storia di una badante che fotografava la vita Pubblicò le fotografie su internet, il successo di pubblico fu immediato. Vide un necrologio, telefonò ai parenti - così almeno credeva - e seppe che stavano portando alla discarica il contenuto della stanza abitata dalla donna: vestiti, scarpe, mucchi di vecchi giornali, ritagli di cronaca nera. Acchiappò tutto quel che poteva e che in una vita da solo non sarebbe mai riuscito a mettere in ordine. Scoprì che Vivian Maier aveva lavorato come badante o baby sitter, con molto tempo libero a disposizione per scattare fotografie. Usava una Rolleiflex che te- neva appesa al collo, utile per inquadrare e scattare senza dare troppo nell’occhio e guardando in faccia i soggetti. Nei suoi autoritratti, la vediamo riflessa in una vetrina o in uno specchio. Era alta, con scarpe da Mary Poppins, senza figli né marito e non parlava mai di sé (nel film, grazie a un campanile, Maloof e Siskel ritrovano le sue origini francesi). Scavando un pochino, esce il lato Diane Arbus: una bimba portata in gita a un mattatoio, un bambino in bicicletta travolto da un’auto e Vivian Maier che invece di soccorrerlo scatta fotografie. LE IMMAGINI NEL BAULE Diretto da John Maloof e George Siskel il docufilm che ricostruisce la storia della fotografa di strada americana scomparsa nel 2009 È il Grande Fratello ma trent’anni dopo S ono passati 30 anni dall’anno in cui George Orwell ha ambientato il suo romanzo simbolo: “1984” (Mondadori). Nel frattempo, il Grande Fratello ha dato il nome a un reality, e si è incarnato in tutta le tecnologia che ci spia, scheda e controlla. L’unica cosa che non si è avverata è una nuova dittatura, con un Partito unico che governa l’Oceania, blocco contrapposto all’Eurasia. Nel romanzo non è chiaro se il Grande Fratello esista davvero o sia solo un simbolo inventato dal Partito. Il suo “era uno di quei ritratti fatti in modo che, quando vi muovete, gli occhi vi seguono. Il Grande Fratello vi guarda, diceva la scritta in basso”. Lo stesso Emmanuel Goldstein, il ribelle tra i protagonisti del MARCO BAZZI romanzo, sostiene che questo dittatore in realtà è un’icona, una personificazione del Partito. Goldstein, racconta Orwell, era stato un importante esponente del Partito all’epoca della Rivoluzione, “ma poi si era impegnato in attività controrivoluzionarie ed era stato condannato a morte. Dopodiché era evaso e misteriosamente scomparso”. Contro di lui vengono organizzati i quotidiani “Due Minuti d’Odio”. Il programma cambiava ogni giorno, “ma Goldstein ne era sempre l’interprete principale. Tutti i crimini commessi successivamente contro il Partito, tutti i tradimenti, gli atti di sabotaggio, le eresie, le deviazioni, erano un’emanazione diretta del suo credo”. Winston Smith, altro protagonista, ci accompagna in una Londra immaginaria, dentro una società governata dal terrore e dal sospetto, dove ogni cittadino è potenzialmente una spia, e la Psi1984 George Orwell copolizia persegue chiunque metta in discussione il regime. (Mondadori) Perfino la storia, e la cronaca, vengono riscritte e adattate alle esigenze del Partito. Il controllo sull’informazione è totale. Per esempio, “il Partito diceva che l’Oceania non era mai stata alleata dell’Eurasia. Lui sapeva che appena quattro anni prima l’Oceania era stata alleata dell’Eurasia. Ma questa conoscenza, dove si trovava? Solo all’interno della sua coscienza, che in ogni caso sarebbe stata presto annientata”. Chi controlla il passato, diceva lo slogan del Partito, “controlla il futuro. Chi controlla il presente, controlla il passato”. Vinci VIAGGI ITINERARI PERILETTORI Partecipa al concorso del Caffè e vinci un buono valido per 4 persone incl. pernottamento nella medesima stanza in uno dei cinque hotel**** a tema, ricca colazione dal buffet e biglietti d’entrata al parco per 2 giorni. IL FESTIVAL DI BREGENZ Per essere estratti basta inviare una e-mail a [email protected] indicando i propri dati (nome, cognome e indirizzo completo) entro venerdì 11 aprile 2014 dal 25 al 26 agosto 2014 Il Festival di Bregenz, negli anni 2013 e 2014, ha rappresentato e riproporrà l’opera originaria di Mozart (una delle più rappresentate opere a livello mondiale) risalente al 1791. Bisogna risalire al biennio 1985-86 per ritrovare in cartellone la rappresentazione di Mozart originale sul palco galleggiante di Bregenz. Regista per l’occasione è il direttore del festival David Pountney accompagnato dallo scenografo Johan Engels. Hanno già partecipato insieme al Festspielhaus nel 2010 con l’opera “La Passeggera” suscitando molto scalpore e interesse. giochi, la giostra ‘mul-mul’ (simpatiche creature simili a grandi batuffoli di cotone), lo snack bar ‘Jack’s deli’ e la boutique Arthur, dove i fan di queste coraggiose creature possono soddisfare più di un desiderio. Inoltre nel Magic Cinema 4D durante la giornata si susseguono le proiezioni del nuovo cortometraggio “Arthur”. Il teatro all’aperto nel quartiere italiano sarà invece il regno dell’allegria brasiliana e di tanto ritmo: qui infatti Euromaus, la mascotte del parco, presenta il suo nuovo spettacolo “La Copa del Mundo – Euromaus in Brasile”. Europa-Park è la destinazione ideale per un fine settimana con la famiglia. Per il pernottamento potrete scegliere tra uno dei cinque hotel**** a tema, la foresteria Gästehaus “Circus Rolando” ed il Camp Resort con la sua atmosfera da selvaggio west. do 6 aprile SlowUp Ticino Ritorna slowUp Ticino! Un percorso di 50km tra Locarno e Bellinzona interamente chiuso al traffico stradale da percorrere in bicicletta, a piedi, coi pattini, ecc. e 11 soste con ristorazione e animazione per tutta la famiglia! L’evento è gratuito, non mancate me 9 aprile CON FER CON FE R E ENZ N ZA I L PIACE R E D I I M PARAR E E LA PAU RA D I NON R I USCI R E Ore 20.15 L'apprendimento non si può imporre, ma possiamo favorirlo. E' la motivazione che ci fa riuscire oppure è la riuscita che ci motiva ? E quando non c'è la riuscita, come facciamo ad essere motivati? Con Aurelio Crivelli*, psicopedagogista e docente presso il Dipartimento della formazione e dell'apprendimento- SU PSI Aula Magna della SM di Tesserete. ATEL A TE LIER IER Che cosa sono i dinosauri, impariamolo disegnando Ore 14.00-17.00 Laboratori allo Spazio Officina con il Paleoartista Fabio Pastori Per bambini da11 a 15 anni Spazio Officina informazioni / iscrizione obbligatoria [email protected] T +41 (0)91 695 08 88 . si ti enti amen tam nta unt pun ppu app gli ap degl nda de gend ’ age L’a L L’ lia! iglia famig la fa ta la ttta tutt er tu er pe p EVE NTO EVE NTO ©Bregenzer Festspiele / Anja Köhler Per informazioni e prenotazioni contattare: Mondial Tours - Piazza Pedrazzini 7a, 6600 Locarno; Tel. 091 752 35 20; Fax 091 752 35 18 e-mail: [email protected] E EVE VE N NTO TO Giocolandia Dalle 13.00 alle 18.00 Autentico villaggio del divertimento per i più piccoli e le loro famiglie all'interno del quale accadrà di tutto: spettacoli teatrali e circensi, show di magia, animazioni, spettacoli di burattini, atelier e numerose attrazioni (trampolini, castelli gonfiabili, mini zoo, cavalcata con i pony, ecc. ...) in grado di fare la felicità dei più piccini. A Biasca - Pista del Ghiaccio. 699.a persona in camera matrimoniale Stellin Internet Router Wi-Fi GRATUITO 100/10 Mbit/s 50/5 Mbit/s 30/3 Mbit/s 15/1.5 Mbit/s 500/50 Mbit/s 1000/100 Mbit/s 24.90 44.90 64.90 114.90 174.90 224.90 mese mese mese mese mese mese e a D Servizio clienti: 091 220.00.00 ticino.com 100% ticinese Più velocità a minor costo FiberSpeed ,B e l li n z ona Europa-Park, il parco divertimenti più grande della Germania, inaugura il 2014 con nuovi giochi e spettacoli. La nuova attrazione “Arthur – nel regno dei Minimei” (che aprirà nel corso della primavera), è la fedele trasposizione della scenografia di “Arthur e i Minimei”, trilogia di grande successo firmata da Luc Besson. L’attrazione indoor più elaborata nella storia di Europa-Park è nascosta sotto un’immensa cupola di 15 metri su un’isola magica, circondata da due ruscelli e dal bosco incantato dei Grimm. Sotto terra ecco apparire la fedele trasposizione delle terre narrate da Luc Besson nei suo romanzi. Un volo di 550 metri nell’universo sotterraneo conduce attraverso sette fantastici regni da vivere attraverso tutti i sensi. Una fantastica avventura per tutti gli ospiti (bambini a partire dai 4 anni, alti più di un metro). Troverete anche la Poppytower, una torre a caduta libera di dieci metri a forma di papavero, il paradiso degli scivoli, l’area La presente offerta viene formulata a nome e per conto di Mondial Tours MT SA, Locarno gn M età Mary Poppins e metà Diane Arbus. Insomma, una creatura che sembra ricombinata da un redivivo dottor Frankenstein. È il più azzeccato ritratto di Vivian Maier, fotografa di strada che alla sua morte, nel 2009, lasciò agli eredi che non aveva 100 mila negativi. Li ha ritrovati John Maloof – i primi erano in un bauletto messo all’asta e pagato 400 dollari circa. In Ticino, abbiamo potuto vedere l’anno scorso i suoi scatti alla Biennale dell’Immagine di Chiasso, in una mostra collettiva intitolata “Ogni sguardo un passo”. Se l’avete persa potete rimediare sul ricchissimo sito internet intitolato alla fotografa, che i fan - non ancora i musei - mettono a fianco di Weegee e Robert Doisneau. Un documentario che sta facendo tironfalmente il giro dei festival – “Alla ricerca di Vivian Maier”, diretto da John Maloof e George Siskel - ricostruisce la storia della fotografa sconosciuta in vita e ora celebrata da decine di mostre. In mezzo, un colpo di fortuna, John Maloof, come suo padre e suo nonno, girava per cantine, soffitte, mercatini e aste, in cerca di oggetti da rivendere. Aperto il baule, non trovò le solite stampe con compleanni e Babbi Natale, buoni solo per i parenti. C’erano fotografie scattate per strada, splendide e professionali: signore chic con il cappellino, barboni, manichini smembrati in vetrina, edicolanti, vecchi cinema con le insegne a lettere mobili. Cercò su Google il nome di Vivian Maier: niente di niente. “Alla ricerca di Vivian Maier”, documentario di successo su un’ artista di strada schermi MARIAROSA MANCUSO Più canone di rete fissa ticino.com VoIP, CHF 25.-/mese IL CAFFÈ 6 aprile 2013 39 tra virgolette L’appuntamento Teatro San Materno Piazza di Ascona Cinema Otello Teatro del Gatto Hotel Tamaro A LOCARNO Teatro Kursaal EZIO ROCCHI BALBI A lmeno per una settimana Ascona e dintorni indossano i panni di capitale dell’avanguardia della parola. La parola nell’accezione più vasta del termine, vista la capacità di spaziare dagli Eventi letterari al Monte Verità ai workshop del libro, dall’arte alle proposte cinematografiche dello spin-off primaverile del Pardo fino alla “cultura” rap spalmata nel programma più sperimentale, Youtopia. Se la Primavera Locarnese, dal 10 al 15 aprile, trasforma l’intera regione in una piattaforma culturale di livello internazionale, alla sua seconda edizione ad Youtopia tocca forse il compito più ambizioso: avvicinare i più giovani al mondo della letteratura. E lo fa mescolando la dimensione visiva, la musica, inedite performances artistiche e concedendosi pure una tavola rotonda finale dove discutere idee di utopia e di visioni per il futuro. “Se l’anno scorso la nostra prima partecipazione ha mosso i suoi timidi passi iniziali, in questa seconda edizione non nascondiamo le nostre ambizioni - dice Natasha Bandecchi, coordinatrice ticinese di Youtopia -. Resta naturalmente la nostra matrice sperimentale, ma l’obiettivo è toccare tutte le forme di comunicazione al di là della parola scritta. Il nostro target è coinvolgere i giovani, confrontare con loro le visioni odierne del futuro e anche modi diversi di affrontare un testo, L’obiettivo è di coinvolgere i giovani, confrontare le visioni odierne del futuro prossimo Arte e letteratura sono ritmate a tempo di “rap” magari al ritmo del rap”. La musica, effettivamente, ha un ruolo da protagonista un po’ in tutto il programma di Youtopia, costellato di concerti, installazioni luminose ed esibizioni acrobatiche. La colonna sonora non può che essere il rap, il genere musicale più giovane, che vede i musicisti coinvolti sia nei workshop, sia in veste di “docenti” per gli studenti delle medie di Barbengo che vedranno salire in cattedra, al posto dei soliti “sori”, rapper come Bandit, Tinguely dä Chnächt, Mimmo Digita e Dario. E con obbligo di frequenza dal 9 al 12 aprile. “Abbiamo affidato a nomi di spicco della scena rap svizzera un ‘rhyme workshop’ sottolinea Bandecchi -. I ragazzi avranno la possibilità di elaborare e studiare i testi che saran- no recitati pubblicamente nel ‘contest’ del 12 aprile nella piazza di Ascona con Maxi B nelle vesti di ‘maestro’ prima del suo concerto. La creazione di rime e schemi di rime, la costruzione della canzone, gli argomenti di ricerca e la scrittura di testi saranno a tempo di rap”. In che modo la musica possa sostituire la parola come mezzo di comunicazione lo si L’animazione Un’affascinante girandola di eventi speciali itineranti T ra poeti, scrittori, registi e archistar l’evento culturale dedicato al mondo della letteratura e del cinema offre itinerari intellettualmente impegnativi. Nello stesso tempo, però, sia gli Eventi letterari, sia Youtopia, sia L’immagine e la parola prevedono momenti di animazione per larghe fasce di pubblico. L’iniziativa più originale, ad esempio, spetta a Youtopia che si concede una “radio ufficiale” per tutta la durata della manifestazione. Sarà la web-radio “Julie Fm”, infatti, a coprire integralmente tutte le performance. Dal Monte Verità ad Ascona, comunque, nel corso degli Eventi letterari si assisterà ad un’affascinante girandola di appuntamenti itineranti con protagonisti dell’editoria ticinese, artigiani del libro e anche un inedito mercato con tanto di rilegatori, calligrafi e restauratori a portata di mano. Un mercato che ospiterà anche una particolare mostra di volumetti realizzati dai bambini di quinta elementare di Ascona, con apposito workshop creativo diretto da Suzanne Schmollgruber. Sempre ad Ascona, poi, in Casa Serodine trova spazio la scienza con “Sensorium”, la palestra dei sensi messa a punto dall’Ideatorio dell’Usi. E giusto per dimostrare che la letteraura si può portare in piazza, l’ospite d’onore della kemesse sarà “Piazzaparola”, la manifestazione che da qualche anno, da Lugano a Locarno, si cimenta nel presentare testi e opere “live”. Per l’occasione saranno coinvolti autori internazionali e scrittori esordienti, con un occhio di riguardo sulle opere per l’infanzia, magari accompagnando musica a narrazione. Capiterà così di vedere abbinati un classico e voci contemporanee, come all’albergo Tamaro che ospiterà - dedicato ai bambini delle elementari - la raccolta di scherzi e avventure “Di tutti i colori in tutti i tempi”, col preciso intento di trasformare la magia della parola scritta in un esercizio di fantasia multidisciplinare. potrà apprendere anche grazie al laboratorio Ioic Campus, con insegnanti di musica ed esperti dell’Institute of Incoherent Cinematography. I ragazzi si confronteranno con la sononorizzazione del cinema degli albori, il cinema muto con i primi primi film di fantascienza come “Le voyage dans la lune” di Georges Méliès, del 1902, e senza disporre degli effetti digitali da Oscar che Martin Scorsese ha potuto usare per il suo “Hugo Cabret”. “L’unione tra arte moderna e tecnologia, vista con gli occhi degli artisti, è un altro punto di forza di Youtopia che non nasconde la sua voglia di stupire conclude Natasha Bandecchi elencando le installazioni luminose di Robert Biedermann sul Lungolago di Ascona e le danze acrobatiche su tessuti aerei di Miss Mess -. Mentre una sintesi di tutte le arti, al teatro Kursaal di Locarno, avverrà con la sonorizzazione dal vivo de ‘L’Inhumaine’ di Marcel L’Herbier con un’orchestra di dieci musicisti improvvisatori diretti da Simon Berz”. Il taglio giovane e sperimentale della rassegna è dato anche dal fatto che tutti gli eventi, workshop e concerti saranno completamente gratuiti. Unica eccezione la parte più “seriosa” del programma: la tavola rotonda “Future & Visions” che chiuderà domenica prossima al teatro del Gatto di Ascona gli eventi in cartellone. [email protected] Q@EzioRocchiBalbi Sonorizzare un film muto dal vivo con un’orchestra di dieci elementi a disposizione Offerte tOP Le migliori occasioni dei vostri specialisti. www.upsa-ti.ch Mercedes-Benz Automobili SA Succursale Lugano-Pazzalo Via Pian Scairolo 31 6915 Pambio-Noranco 091 986 45 45 [email protected] www.merbagretail.ch/lugano Via Franco Zorzi 43 6500 Bellinzona Tel. 091 821 40 60 www.della-santa.com www.autoscout24.ch SMART FORTWO MERCEDES-BENZ SL 350 MERCEDES-BENZ A 250 MERCEDES-BENZ SLK 55 AMG MERCEDES-BENZ E 350 Colore esterno: nero, Anno da: 2012, Chilometraggio: 14000 km, Carburante: Benzina, CV: 71, Prezzo: CHF 11’900.-. Colore esterno: bianco, Anno da: 2013, Chilometraggio: 6400 km, Carburante: Benzina, CV: 306, Prezzo: CHF 99’900.-. 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Colore esterno: blu, Anno da: 2011, Chilometraggio: 32000 km, Carburante: Benzina, CV: 184, Prezzo: CHF 25’900.-. Colore esterno: grigio met., Anno da: 2013, Chilometraggio: 8000 km, Carburante: Benzina, CV: 150, Prezzo: CHF 26’800.-. www.autoscout24.ch/1532639 www.autoscout24.ch/1673399 www.autoscout24.ch/2196965 www.autoscout24.ch/2214983 www.autoscout24.ch/2250546 tognetti auto Tognetti Auto Via San Gottardo 139 6596 Gordola Tel. 091 735 15 50 Garage Tarcisio Pasta SA Via Monte Ceneri 1 6593 Cadenazzo Tel. 091 850 20 10 www.tpasta.ch ALFA ROMEO GIULIETTA AUDI A7 VW T5 AUDI A4 VW PASSAT Colore esterno: grigio, Anno da: 2012, Chilometraggio: 25200 km, Carburante: Benzina, CV: 235, Prezzo: CHF 29’400.-. Colore esterno: blu, Anno da: 2013, Chilometraggio: 5000 km, Carburante: Diesel, CV: 245, Prezzo: CHF 78’400.-. Colore esterno: marrone, Anno da: 2013, Chilometraggio: 10800 km, Carburante: Diesel, CV: 140, Prezzo: CHF 49’900.-. Colore esterno: grigio, Anno da: 2011, Chilometraggio: 90490 km, Carburante: Diesel, CV: 143, Prezzo: CHF 26’400.-. Colore esterno: argento, Anno da: 2013, Chilometraggio: 33600 km, Carburante: Diesel, CV: 140, Prezzo: CHF 31’900.-. www.autoscout24.ch/2103899 www.autoscout24.ch/2158453 www.autoscout24.ch/2163288 www.autoscout24.ch/2183955 www.autoscout24.ch/2285248 JAGUAR XF ASTON MARTIN DB9 VOLVO V60 AUDI RS6 PORSCHE 911 Colore esterno: grigio met., Anno da: 2013, Chilometraggio: 10500 km, Carburante: Diesel, CV: 200, Prezzo: CHF 54’900.-. Colore esterno: bordeaux met., Anno da: 2008, Chilometraggio: 20860 km, Carburante: Benzina, CV: 457, Prezzo: CHF 109’800.-. Colore esterno: antracite met., Anno da: 2012, Chilometraggio: 22000 km, Carburante: Diesel, CV: 215, Prezzo: CHF 46’900.-. Colore esterno: antracite met., Anno da: 2010, Chilometraggio: 25870 km, Carburante: Benzina, CV: 580, Prezzo: CHF 79’900.-. Colore esterno: argento met., Anno da: 2007, Chilometraggio: 58850 km, Carburante: Benzina, CV: 480, Prezzo: CHF 69’900.-. www.autoscout24.ch/1817367 www.autoscout24.ch/1912723 www.autoscout24.ch/2090391 www.autoscout24.ch/2106431 www.autoscout24.ch/2217314 Per mantenere in forma la cabriolet Arriva l’estate e con lei la stagione delle cabriolet. Con i consigli per la cura di AutoScout24 la vostra cabriolet resterà a lungo in perfetta forma. la pelle scolorisca ci vuole una buona dose di cura periodica. Per pulirla rapidamente è suficiente stroinarla di tanto in tanto con un panno di stoffa umido. Per pulirla a fondo è opportuno usare prodotti speciici. Quanto ai sedili in stoffa rimangono belli più a lungo con un trattamento impregnante e lavaggio a schiuma. I prodotti di cura idonei per gli interni sono reperibili presso garagisti, grandi stazioni di servizio e al mercato edile. Manca ormai pochissimo a giugno. È dunque ora di tirar fuori la cabriolet dal garage. Questo piacere estivo ha però il suo prezzo. Soprattutto interni e capote necessitano di particolare cura. Protezione solare per gli interni Per viaggiare a cielo aperto innanzitutto deve esserci il sole. Ma il sole danneggia gli interni della vettura. Per evitare che Attenzione agli impianti di lavaggio! Attenzione anche al lavaggio dell’auto! Soprattutto le cabriolet datate con capote in tela non dovrebbero essere lavate negli impianti di lavaggio. È preferibile pulire la capote con una soluzione delicata di acqua saponata. Benché le moderne capote in tela cerata siano resistenti agli impianti di lavaggio auto, la pulizia ad alta pressione può danneggiare la gommatura della tela dei soft top. Il risultato? Perdite dal tetto. Anche in questo caso è preferibile rimuovere le macchie con acqua saponata o con il tubo dell’acqua. Per la pulizia periodica a secco è suficiente una spazzola morbida. Attenzione agli escrementi degli uccelli! Occorre rimuoverli immediatamente, altrimenti essendo acidi rovinano la capote con conseguenti orribili scolorimenti. Per gli hard top in metallo o alluminio basta invece seguire i consigli per la normale cura delle berline. Occorre tuttavia accertarsi sempre che le guarnizioni tengano bene. Volete vendere la vostra auto? È facilissimo! Beneiciate anche voi, quali venditori, del raggio d’azione e della notorietà di AutoScout24! A partire da soli CHF 59.00, la vostra vettura apparirà nella vetrina di oltre quattro milioni di potenziali acquirenti. Visitate www.autoscout24.ch per maggiori informazioni sulle nostre offerte. Offerte tOP Le migliori occasioni dei vostri specialisti. www.upsa-ti.ch Winteler & Co. SA Via Mondari 7 - 6512 Giubiasco Tel. 091 850 60 60 www.winteler.ch Garage Rivapiana SA Via Rinaldo Simen 56 6648 Minusio Tel. 091 735 89 31 www.rivapiana.ch Via Sonvico 3a 6948 Lugano / Porza Tel. 091 942 01 55 www.autoresega.ch Emil Frey SA Auto-Centro Noranco-Lugano Via Cantonale 6915 Pambio-Noranco Tel. 091 960 96 96 www.emil-frey.ch/lugano www.autoscout24.ch SMART FORTWO MERCEDES-BENZ E 300 MERCEDES-BENZ C 63 AMG MERCEDES-BENZ A 200 MERCEDES-BENZ Sprinter Colore esterno: nero, Anno da: 2007, Chilometraggio: 51900 km, Carburante: Diesel, CV: 45, Prezzo: CHF 10’800.-. Colore esterno: grigio, Anno da: 2013, Chilometraggio: 3300 km, Carburante: Benzina, CV: 252, Prezzo: CHF 66’900.-. Colore esterno: nero, Anno da: 2012, Chilometraggio: 19900 km, Carburante: Benzina, CV: 457, Prezzo: CHF 62’500.-. Colore esterno: nero, Anno da: 2012, Chilometraggio: 13900 km, Carburante: Benzina, CV: 156, Prezzo: CHF 37’900.-. Colore esterno: giallo, Anno da: 2008, Chilometraggio: 157321 km, Carburante: Diesel, CV: 184, Prezzo: CHF 15’500.-. www.autoscout24.ch/1945860 www.autoscout24.ch/1965004 www.autoscout24.ch/2265328 www.autoscout24.ch/2284318 www.autoscout24.ch/2290623 BMW 116i BMW 320d Aut. Touring BMW 320d Aut. Gran Turismo BMW 525d Aut. xDrive BMW 535d Aut. GT xDrive Colore esterno: nero, Anno 01.2010, Chilometraggio: 59000 km, Carburante: Benzina, CV: 122, Prezzo: CHF 18’500.-. Colore esterno: nero met., Anno 09.2012, Chilometraggio: 10000 km, Carburante: Diesel, CV: 184, Prezzo: CHF 47’400.-. Colore esterno: marrone met., Anno 06.2013, Chilometraggio: 6000 km, Carburante: Diesel, CV: 184, Prezzo: CHF 67’100.-. Colore esterno: argento met., Anno 11.2012, Chilometraggio: 10000 km, Carburante: Diesel, CV: 218, Prezzo: CHF 55’900.-. Colore esterno: blu met., Anno 10.2011, Chilometraggio: 42343 km, Carburante: Diesel, CV: 299, Prezzo: CHF 59’900.-. www.autoscout24.ch/2147122 www.autoscout24.ch/1325675 www.autoscout24.ch/1752938 www.autoscout24.ch/1325626 www.autoscout24.ch/1943928 BMW X5 MAZDA 6 PORSCHE 911 FIAT PANDA LAND ROVER DISCOVERY Colore esterno: bianco, Anno da: 2008, Chilometraggio: 64160 km, Carburante: Diesel, CV: 286, Prezzo: CHF 43’800.-. Colore esterno: nero met., Anno da: 2013, Chilometraggio: 4400 km, Carburante: Diesel, CV: 175, Prezzo: CHF 43’900.-. Colore esterno: nero met., Anno da: 2004, Chilometraggio: 30800 km, Carburante: Benzina, CV: 320, Prezzo: CHF 48’500.-. Colore esterno: arancio, Anno da: 2013, Chilometraggio: 2450 km, Carburante: Benzina, CV: 85, Prezzo: CHF 18’600.-. Colore esterno: blu met., Anno da: 2012, Chilometraggio: 100 km, Carburante: Diesel, CV: 245, Prezzo: CHF 56’800.-. www.autoscout24.ch/1157823 www.autoscout24.ch/1439559 www.autoscout24.ch/1781232 www.autoscout24.ch/2040160 www.autoscout24.ch/2275777 TOYOTA VERSO LEXUS CT LEXUS RX AUDI A4 SUZUKI SWIFT Colore esterno: nero met., Anno da: 2013, Chilometraggio: 19927 km, Carburante: Benzina, CV: 147, Prezzo: CHF 22’900.-. Colore esterno: grigio met., Anno da: 2013, Chilometraggio: 7790 km, Carburante: Benzina/Elettrica, CV: 136, Prezzo: CHF 34’900.-. Colore esterno: bianco met., Anno da: 2011, Chilometraggio: 69580 km, Carburante: Benzina/Elettrica, CV: 299, Prezzo: CHF 49’900.-. Colore esterno: bianco, Anno da: 2010, Chilometraggio: 63077 km, Carburante: Diesel, CV: 143, Prezzo: CHF 29’900.-. Colore esterno: blu met., Anno da: 2009, Chilometraggio: 27500 km, Carburante: Benzina, CV: 92, Prezzo: CHF 12’900.-. www.autoscout24.ch/2034141 www.autoscout24.ch/2090680 www.autoscout24.ch/2092603 www.autoscout24.ch/2178579 www.autoscout24.ch/2206151 Via delle Scuole 49 6963 Pregassona Tel. 091 940 48 36 www.garagestadio.ch Via Lugano 8 - 6982 Agno Tel. 091 612 48 00 www.robbianiautomobili.ch Via Mola 22 6850 Mendrisio Tel. 091 646 81 65 www.forestauto.ch NISSAN MURANO NISSAN JUKE INFINITI G RENAULT MÉGANE INFINITI FX Colore esterno: bianco met., Anno da: 2009, Chilometraggio: 113250 km, Carburante: Benzina, CV: 256, Prezzo: CHF 19’900.-. Colore esterno: nero met., Anno da: 2011, Chilometraggio: 65350 km, Carburante: Diesel, CV: 110, Prezzo: CHF 16’900.-. Colore esterno: nero met., Anno da: 2012, Chilometraggio: 8500 km, Carburante: Benzina, CV: 320, Prezzo: CHF 44’500.-. Colore esterno: nero met., Anno da: 2009, Chilometraggio: 28600 km, Carburante: Benzina, CV: 131, Prezzo: CHF 12’400.-. Colore esterno: grigio met., Anno da: 2009, Chilometraggio: 29600 km, Carburante: Benzina, CV: 390, Prezzo: CHF 46’500.-. www.autoscout24.ch/2126894 www.autoscout24.ch/2126898 www.autoscout24.ch/2142020 www.autoscout24.ch/2283737 www.autoscout24.ch/2286289 PEUGEOT RCZ MINI MINI HYUNDAI iX35 HYUNDAI iX20 HONDA JAZZ Colore esterno: bianco met., Anno da: 2013, Chilometraggio: 10 km, Carburante: Benzina, CV: 200, Prezzo: CHF 44’900.-. Colore esterno: argento, Anno da: 2004, Chilometraggio: 80000 km, Carburante: Benzina, CV: 90, Prezzo: CHF 8’900.-. Colore esterno: bianco, Anno da: 2010, Chilometraggio: 63000 km, Carburante: Benzina, CV: 163, Prezzo: CHF 15’900.-. Colore esterno: grigio met., Anno da: 2011, Chilometraggio: 46000 km, Carburante: Benzina, CV: 125, Prezzo: CHF 15’900.-. Colore esterno: rosso, Anno da: 2009, Chilometraggio: 37400 km, Carburante: Benzina, CV: 100, Prezzo: CHF 11’500.-. www.autoscout24.ch/1458990 www.autoscout24.ch/1843696 www.autoscout24.ch/2005052 www.autoscout24.ch/2236197 www.autoscout24.ch/2276152 PEUGEOT 207 SEAT ALTEA SUBARU IMPREZA NISSAN ALMERA PEUGEOT 307 Colore esterno: rosso, Anno da: 2007, Chilometraggio: 66000 km, Carburante: Benzina, CV: 150, Prezzo: CHF 9’500.-. Colore esterno: rosso, Anno da: 2007, Chilometraggio: 79000 km, Carburante: Benzina, CV: 150, Prezzo: CHF 9’990.-. Colore esterno: grigio met., Anno da: 2010, Chilometraggio: 35500 km, Carburante: Diesel, CV: 150, Prezzo: CHF 17’500.-. Colore esterno: bordeaux met., Anno da: 2005, Chilometraggio: 37600 km, Carburante: Benzina, CV: 116, Prezzo: CHF 10’900.-. Colore esterno: grigio met., Anno da: 2005, Chilometraggio: 111500 km, Carburante: Diesel, CV: 110, Prezzo: CHF 7’700.-. www.autoscout24.ch/1608215 www.autoscout24.ch/2244516 www.autoscout24.ch/2251466 www.autoscout24.ch/744121 www.autoscout24.ch/98181 Garage BONFANTI SA Agenzia TOYOTA, LEXUS e DAIHATSU Via Morée, 6850 Mendrisio Tel. 091 646 90 28 www.garagebonfanti.ch HONDA JAZZ 1.4 Comfort Aut. RENAULT CLIO 1.6 SPW Aut. SUZUKI SPLASH 1.2 GL Top 5P. MAZDA 2 1.5 Sport 3P. LEXUS CT HYBRID Impression Azzurro met., 07.2009, 27’000 km, Benzina, CV 100, Full Optionals, +4 gomme neve, Garanzia 12 mesi, Collaudo, CHF 12’900.-. Grigio met., 02.2012, 28’500 km, Benzina, CV 112, Full Optionals, Navi, +4 gomme neve, Collaudo, Garanzia 12 mesi, CHF 14’900.-. Grigio met., 08.2008, 94’000 km, Benzina, CV 86, Full Optionals, Collaudo, Garanzia 12 mesi, CHF 7’500.-. Grigio met., 10.2009, 47’500 km, Benzina, CV 103, Full Optionals, Collaudo, Garanzia 12 mesi, CHF 10’800.-. Veicolo Demo, Bianco perla, 01.2014, 1’800 km, Benzina/Elettrica, CV 136, Gomme neve, Aut., Garanzia di fabbrica, CHF 32’600.-. www.autoscout24.ch/1580192 www.autoscout24.ch/2024906 www.autoscout24.ch/2074327 www.autoscout24.ch/2264999 www.autoscout24.ch/2265005 IL CAFFÈ 6 aprile 2014 42 tra virgolette 8. 6. 7. 4. 2. 1. 5. 3. 10. 3.000 Spagna 6.700 Canada 9.200 22.800 Svizzera Germania 1.292.800 10.400 12. Australia Usa Francia 9. 5.600 Italia 8.700 Austria Gran Bretagna 2.900 11. 14. 13. 2.500 Brasile Argentina 2.200 15. Sudafrica 1.800 1.400 Thailandia Liechtenstein 1.600 1.000 DOVE VIVONO I PENSIONATI SVIZZERI Numero di beneficiari di una rendita Avs, dicembre 2012 Fonte: Ufficio federale delle assicurazioni sociali/Credit Suisse Il fenomeno S ono un esercito le “pantere grigie” svizzere che hanno deciso di passare la loro terza età - anzi, ormai si può parlare di quarta età - fuori dai confini nazionali. Grazie anche al franco forte, che in ogni Paese del mondo mette al riparo dal caro vita la rendita maturata con anni di lavoro, nell’ultimo decennio la percentuale degli oltre 150mila pensionati rossocrociati che ha deciso di “svernare” all’estero, indipendentemente dalla stagione climatica, è aumentata in misura esponenziale. Stando ai dati dell’Ufficio federale della statistica, infatti, gli over 65 che emigrano, dal 2004 ad oggi sono aumentati con percentuali che oscillano, a seconda della destinazione, dal 20 al 60%. Ma il fatto di poterselo economicamente permettere non è la sola giustificazione del fenomeno. Un bel contributo, secondo il geriatra Guido Ongaro, lo offrono anche le ottime condizioni di salute che gli svizzeri sfoggiano nella terza età. “È evidente che i 65 anni di oggi non corrispondono a quelli del passato - spiega il caposervizio di Geriatria all’ospedale San Giovanni di Bellinzona -. Le condizioni generali di salute, il livello di reattività e di attivismo non permettono più di definire ‘vecchio’ un 65enne. Poi bisogna anche dire che in certi Paesi, come ad esempio la Thailandia, la qualità delle strutture mediche offre buone garanzie”. Ma sono i Paesi con il barometro fissato sul bello stabile quelli ultimamente più ambiti. Certo, i Le “pantere grigie” emigrano al caldo Aumenta l’esercito dei pensionati svizzeri che si concede un posto al sole nella terza età dati dell’Ufficio federale delle assicurazioni (vedi infografia), indicano che la maggior parte dei pensionati svizzeri con rendita Avs rimane in patria, ma sono ormai tredici su cento quelli che si sono trasferiti all’estero. Anche considerando che una buona parte di questi - italiani, francesi, tedeschi o Il numero di over 65 espatriati è cresciuto nell’ ultimo decennio con percentuali dal 20 al 60% spagnoli - sono immigrati di prima generazione che rientrano a “godersi la pensione” nel loro Paese d’origine, i numeri parlano chiaro. Dall’Australia all’Argentina, dal Brasile alla Thailandia fino al Sudafrica, la bussola che guida i nostri pimpanti over 65 è il sole. “Gli espatriati della terza età preferibilmente puntano a Paesi dal clima accogliente - spiega Florian Baccanaud, dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero (Ose) -, possibilmente tropicale, e dove il costo della vita è molto meno elevato rispetto alla Svizzera. Come esempio posso benissimo citare, tra le destinazioni ultimamente più ambite, Filippine e Thailandia”. Nel borsino del “buen retiro” i Paesi dell’area sud asiatica del Pacifico hanno scalzato quella del Maghreb che, dopo i disordini della Primavera araba, hanno fatto crollare le quotazioni di Marocco, Tunisia ed Egitto dal palmarès delle destinazioni. Inutile negare, però, che oltre alla voglia di sole e mare, per i pensionati elvetici il portafoglio è un incentivo non da poco. Le stime dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), infatti, indicano chiaramente come la rendita percepita dagli svizzeri, rispetto al guadagno netto durante la vita lavorativa, sia allettante. Anche considerando i redditi bassi (quelli che, più o meno, corrispondono alla metà del salario medio del Paese), l’Ocse indica che la pensione si s’attesta attorno l’80 per cento del salario netto incassato quando si lavorava. E con una rendita di circa 3000 franchi, che in patria costringerebbe a tirare la cinghia, a Phuket, in Thailandia, le nostre pantere grigie vivono alla grande la loro seconda giovinezza. Anzi, la terza e - perché no? - pure la quarta. e.r.b. IL CAFFÈ 6 aprile 2014 43 tra virgolette L’ambiente L’EVOLUZIONE DEL CONSUMO L’evoluzione del consumo d’acqua medio e massimo per abitante al giorno Litri al giorno per persona 900800700600500400300200- OMAR RAVANI È 1000- 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 Fonte: Ssige quel che riguarda i nostri utenti posso definita l’“oro blu” e a giusta dire che in generale i ticinesi sono conragione. Centinaia di milioni sumatori virtuosi - assicura Jenny Rudi persone nel mondo non spini della Aziende Industriali di Lugahanno accesso diretto all’acno -. Il consumo medio giornaliero per qua potabile, mentre nei Paefamiglia è di circa 600 litri, un valore si ricchi, come la Svizzera, si spreca alche rientra nella media cantonale e l’inverosimile. Ben 162 i litri d’acqua svizzera”. potabile che ogni svizzero utilizza tutti i Una quantità che pare in contraddigiorni per i suoi bisogni. Quasi la metà zione con i dati di uno studio dell’Uffisolo per lavarsi e il water. Grande decio federale di statistica, secondo cui tentrice, con circa un miliardo di metri Lugano è in testa per il consumo d’accubi di acqua a disposizione, la Confequa pro capite in Europa. Circa la metà derazione può andare fiera delle sue riserve idriche. Tanto che, se invece di CONSUMO D’ACQUA nelle economie domestiche svizzere “oro blu” fosse “oro nero”, cioè pe- Le percentuali per i diversi usi trolio, sarebbe più 50ricca di Kuwait ed Emirati Arabi 4029.5% messi assieme. 30Tuttavia, la Svizze19.6% 18.6% 15% 12.8% ra si comporta a 20volte da formica, a 102.2% 2.3% volte da cicala nell’uso di questa 0Wc Bagno preziosa risorsa. I Doccia margini di miglioramento ci sono e pure ampi; basterebbe cambiare alcune pessime abitudini. Ad esempio, chiudere il getto dell’acqua mentre ci si insapona, si fa la barba o si lavano i denti. Ma anche scegliere la doccia anziché il bagno, o utilizzare con criterio il doppio pulsante del water. Basterebbe lavare l’auto soltanto negli autolavaggi come anche innaffiare orti e giardini solo di sera. Piccoli accorgimenti che farebbero la differenza, ma che faticano a scalzare vecchie e cattive abitudini. Anche le aziende idriche comunali possono contribuire a limitare gli sprechi, tenendo sotto controllo gli acquedotti. La rete idrica nazionale, infatti, in media perde il 13% dell’acqua per difetti nelle tubature. Una percentuale statisticamente accettabile secondo gli esperti, ma che se azzerata potrebbe portare a risparmiare 143 milioni di metri cubi del prezioso liquido. Come non guasterebbe una maggiore sensibilizzazione della popolazione per un consumo più accorto. “Per Piccoli sprechi quotidiani che disperdono l’“oro blu” Lavatrice Cucinare Bevande Bucato a mano Altro Lavare i piatti Fonte: Ssige CAPTAZIONE D’ACQUA IN SVIZZERA Acqua di lago Acqua di Fonte Captazione d’acqua (Mio. m3) Acqua sotterranea Abitanti Abitanti (Milioni) 1600- -8 1400- -7 1200- -6 1000- -5 800- -4 600- -3 400- -2 200- -1 -0 01950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 Fonte: Ssige di quanto consumato è però assegnato all’uso industriale e al raffreddamento degli immobili. Anche l’acqua fornita per questiscopi è erogata dall’Ail. Ecco il perché di un dato statisticamente così alto. “ Né va dimenticato che c’è la possibilità di variare la quantità di acqua erogata a seconda delle richieste - aggiunge Ruspini -. Va da sè che un palazzo di vari appartamenti ha bisogni diversi rispetto ad una casa unifamiliare”. A Lugano, a mancare non sono certo le fonti di approvvigionamento. Più del- LEABITUDINI la metà dell’acqua proviene dal sottosuolo del Piano del Vedeggio, mentre un quarto è di sorgente. Un altro quinto proviene dal Ceresio, mentre una piccola percentuale dalle Aziende delle acque potabili dei paesi vicini. Un esempio di come le risorse idriche, in Ticino, come nel resto della Svizzera, paiono essere quasi inesauribili. Ma non per questo bisogna sprecare, come ricorda, ad esempio, il Wwf in un suo studio: in Ticino ogni abitante ha a disposizione più di 7.000 m3 di acqua pro capite. Molti di più della soglia considerata a rischio di 1000 m3 a testa. Una situazione comoda, quindi, ma certamente non garantita per sempre. Non va dimenticato, infatti, che l’acqua oggi a disposizione sul pianeta è pari a circa un terzo di quella disponibile negli anni Cinquanta. E tra mezzo secolo, secondo le ultime proiezioni, molto probabilmente si sarà ulteriormente dimezzata. [email protected] QOmarRavani Il Laboratorio cantonale: “Le sorgenti ticinesi sono ottime” La “minerale” che esce dal rubinetto è buona come quella già in bottiglia T ra le carte da giocare nel futuro del Ticino, quella del potenziale idrico è certamente una delle più interessanti. A livello di produzione di energia, certo, ma anche in ambito più casalingo o gastronomico. “In alcuni casi, la qualità dell’acqua che esce dal nostro rubinetto è da considerarsi minerale a tutti gli effetti – assicura Marco Jermini, direttore del Laboratorio cantonale -. In generale, poi, l’acqua in Ticino è davvero ottima e sostenerne il consumo è una buona idea. Soprattutto se consideriamo le migliaia di chilometri che l’acqua minerale che acqui- MARCO stiamo percorre a volte per arri- JERMINI vare sino a noi. Distanze che han- Direttore del no anche un impatto ambientale Laboratorio che può essere evitato bevendo cantonale acqua del rubinetto e a chilometro zero”. Ogni tanto, le cronache riportano però qualche intoppo nella distribuzione idrica, casi comunque limitati rispetto al consumo complessivo. “Si tratta di eventi occasionali, che non mettono in alcun modo in discussione la qualità generale dell’acqua ticinese – osserva ancora Jer- mini -. Si tratta di percentuali irrisorie che non giustificano in alcun modo il parlare di ‘problemi’ per la potabilità dell’acqua”. Ma approfittare di questa qualità significa anche cambiare radicate abitudini, che, come spesso accade, sono dure a morire. Il consumatore preferisce l’acqua molto fresca e minerale, perché dal profilo organolettico risulta più piacevole. “Bè, basterebbe lasciar scorrere un po’ di più l’acqua dal rubinetto per abbassarne la temperatura, ovviamente senza esagerare suggerisce il direttore -. Interessanti pure i sistemi che permettono di gassare l’acqua in casa. Se ad un’ottima acqua aggiungiamo il gas e la mettiamo in frigorifero, ecco che avremo un prodotto del tutto simile a quello che troviamo in commercio, se non migliore”. Un’idea che potrebbe essere sfruttata dai ristoranti che vanterebbero così un’acqua “mineralizzata in casa” a chilometro zero. Una possibilità che, in qualche caso, già viene sfruttata e che rappresenta pure un buon fattore di marketing. m.s. Pagina a cura di GastroSuisse e GastroTicino LARISTORAZIONE & L’ALBERGHERIA Invito ai soci di GastroTicino di partecipare numerosi GastroDiritto Calendario assemblee delle Sezioni L’Iva incassata è da pagare Aprile e maggio sono, come di consueto, i mesi durante i quali si svolgono le assemblee sezionali di GastroTicino. Occasioni importanti per rinsaldare i legami tra i soci, ma anche per esporre i propri desideri e problemi ai vertici sezionali e cantonali. Ecco le date, con l’invito a partecipare numerosi. GastroBellinzona Alto Ticino domani, lunedì 7 aprile alle ore 16 al Ristorante Stazione a Malvaglia. GastroMendrisiotto martedì 29 aprile al Ristorante Al Gaggio di Novazzano, alle ore 15. GastroLugano lunedì 5 maggio alle ore 16.00 all’Hotel Delfino di Lugano. GastroLagoMaggiore mercoledì 7 maggio alle ore 14.30 alla Prodega di Quartino. Infine, segnaliamo che l’assemblea dei delegati di GastroTicino, avrà luogo lunedì 12 maggio al Centro Monte Verità di Ascona; assemblea aperta al pubblico alle ore 11. L’Iva è una tassa che penalizza l’esercente nell’ambito concorrenziale con altre strutture di vendita al minuto, a cominciare dai take-away. È nondimeno una tassa federale - votata dal popolo - che alla fine paga il consumatore. L’esercente (salvo che non abbia optato per la cosiddetta aliquota a saldo) può per contro dedurre all’autorità federale la parte che lui medesimo aveva pagato nell’acquisto dei prodotti, compresi quelli per la lavorazione. Il prezzo praticato dall’esercente è dunque comprensivo dell’Iva e del prezzo che avrebbe fatto pagare senza la tassa. Si tratta quindi di una somma che ogni commerciante assume per conto dell’Amministrazione federale e che conteggia con una voce contabile separata (e che spesso gli è restituita quale abbuono). Non è quindi corretto lamentarsi degli importi Iva da pagare ogni tre mesi, poiché sono somme già appositamente incassate e che dovrebbero già essere liquide. m.g. TrenHotel: “sì” Anche la sezione GastroMendrisiotto sostiene un progetto dalle importanti ricadute economiche per tutta la regione GastroMendrisiotto sostiene il progetto “TrenHotel”, che ritiene molto importante per l’economia e l’immagine della regione; contribuendo come piccolo sponsor è convinta che gli esercenti e albergatori della regione possano essere presentati in modo efficace attraverso i canali di promozione che saranno utilizzati dal progetto. Due rappresentanti di GastroMendrisiotto siedono inoltre nel comitato centrale di GastroTicino. “Qui - spiega la Sezione locale in un comunicato - hanno avuto modo di discutere del progetto TrenHotel, di visionare i dettagli e di quindi definire la stretta collaborazione che GastroTicino e TrenHotel hanno intenzione di sviluppare grazie al progetto cantonale, sostenuto dall’Ufficio delle misure attive, chiamato GastroSOS. Questa collaborazione è basata sulla convinzione che il progetto TrenHotel sia così innovativo e particolare da rappresentare un’ottima opportunità per presentare il progetto GastroSOS a un pubblico internazionale. Forti della convinzione che le esperienze maturate e la professionalità di chi avrà la responsabilità del progetto, garanti ranno un sicuro successo d’esercizio, oltre a un importante ritorno d’im- concreto sia stato costruito, questo progetto ha passato l’esame della Commissione della gestione e del Consiglio comunale di Chiasso, della giuria che ha valutato i progetti arrivati alla piattaforma cantonale MiTi; il progetto è stato inoltre visto e rivisto da Ffs e Hupac che han seguito il progetto nel tempo, ma anche da tutti gli sponsor che, solo sulla base dei documenti del progetto, hanno già confermato la loro adesione. Ora spetta ai cittadini di Chiasso decidere. Il rischio per questo progetto è che, con un’occupazione del 30%, si chieda a Chiasso di partecipare con 300mila franchi per coprire il disavanzo. Il rischio è però anche che Chiasso guadagni dei soldi, nel caso in cui l’occupazione fosse superiore al 52%; soldi che saranno destinati per progetti futuri. Chiasso ha un progetto importante, che molti tecnici hanno guardato e valutato positivamente, un progetto al quale anche gli organi comunali preposti hanno detto sì, così come i commercianti di Chiasso. Gli esercenti di Chiasso affiliati a GastroMendrisiotto e non, sono stati coinvolti sin dall’inizio nell’elaborazione del progetto e confermano, dunque, il proprio sostegno all’iniziativa. a.p. degli esercenti magine”. TrenHotel è un progetto unico nel suo genere, ma è anche l’unico progetto concreto - prosegue GastroMendrisiotto - che il nostro Cantone e in particolare la nostra regione, può vantare di avere per presentarsi al pubblico internazionale che Expo 2015 Milano convoglierà dalle nostre parti. Chiasso si è fatta promotore di un progetto che sarà utile all’economia della città, della regione e probabilmente anche del Cantone, perché vuole avere l’occasione di profilarsi e di farsi conoscere attraverso uno dei più importanti elementi Il servizio ai clienti sarà professionale e di qualità di connotazione, quello che maggiormente impregna la realtà cittadina: i binari, i treni, il trasporto di merci e passeggeri attraverso le Alpi. Chiasso è la città promotrice di questo progetto e avrà un impatto d’immagine rinnovato, grazie alla promozione legata al progetto. Nel confermare l’approvazione del progetto è vero che si può intravedere un rischio economico, dato la necessità formale di dovere mantenere tutte le entrate e le uscite legate al progetto TrenHotel sul conto del comune. Ma senza che il progetto sia ancora partito e senza che ancora nulla di Settimana dopo settimana l’analisi di tutti i temi, gli studi, gli argomenti, i problemi e le norme dell’offerta di ristoranti e alberghi. Una pagina indispensabile per gli operatori del settore & AgendaNews Soci e non soci sui siti internet di GastroTicino e turistici: le regole Promuovere il proprio locale, la propria attività e i propri eventi su internet è diventato ormai fondamentale. Sempre più clienti, turisti e appassionati di eno-gastronomia, si affidano al web e ai telefoni di ultima generazione per orientare le proprie scelte. Ecco perché da quasi un decennio i soci di GastroTicino sono inseriti gratuitamente su ristoranti.ch, il motore di ricerca ufficiale degli esercizi pubblici ticinesi, sul sito di Ticino Turismo (ticino.ch) e su diversi altri portali dei partner. Su internet, però, si invecchia presto. Per questa ragione la federazione degli esercenti albergatori ticinesi sta rifacendo completamente i propri siti, aggiungendone uno dedicato alla formazione professionale. Ebbene, in questa occasione occorre dare maggiore professionalità all’immagine e alla presentazione dei ristoranti. Vediamo quindi le nuove disposizione per gli associati. La premessa è che oggi figurano con le proprie schede nelle sezioni dedicate alla ristorazione dei siti ristoranti.ch e ticino.ch, solo i soci che hanno risposto alle periodiche comunicazioni di iscriversi ai portali (news-letter, articoli su Il Caffè, assemblee sezionali, istruzioni sui siti, ecc.). Chi non lo ha fatto, non è presente con una scheda o è presente solo con l’indirizzo. La prima cosa da fare, quindi, per essere visibili sui nuovi siti, è di compilare e rispedire il formulario apposito dal sito di GastroTicino. Anche i non associati che vogliano inserire il solo indirizzo del locale su alcuni dei siti citati, inviino nome e indirizzo. Ma c’è di più. Oggi occorre essere presenti con un testo multilingue e con foto di buona qualità. Per questo motivo, tra qualche settimana sul sito di Ticino Turismo e ristoranti.ch (così come sui siti di alcuni Enti turistici locali), saranno visualizzate solo le schede dei locali che invieranno a GastroTicino il materiale richiesto. Salvo eccezioni che valuterà GastroTicino, saranno presenti i locali che hanno una valenza turistica; vale a dire che, per esempio, non figureranno le mescite aziendali o locali che non hanno servizi di ristorazione. Il sito ristoranti.ch, sarà a disposizione esclusivamente dei soci di GastroTicino. La federazione valuta di caso in caso se i criteri per essere presenti sono rispettati. La cerimonia ufficiale di consegna e la premiazione delle medie migliori a Lugano durante EspoProfessioni presenta: I pizzaioli ticinesi “sfornano” i nuovi diplomati Foto Garbani - Caseificio Agroval Airolo Sono 7 gli allievi che hanno superato l’esame per l’ottenimento del Diploma cantonale di pizzaiolo, al termine dei corsi organizzati da GastroTicino. La cerimonia di consegna dei diplomi o degli attestati (a dipendenza che il candidato abbia un anno di pratica in pizzeria come richiesto dal regolamento) si è svolta di recente nello stand di Hotel & GastroFormazione durante EspoProfessioni. Ecco i nomi dei promossi: Fabrizio Scoppettuolo, Cadro (miglior media 5.1); Borja Zaragoza Simarro, Luino (miglior media 5.1); Ennio Cirello, Ligornetto; Savino Di Paolo, Chiasso; Giuseppe Maiorano, Bellinzona; Matteo Massarenti, Cagno; Toni Vrazev, Muralto. Dal 1998 i diplomati sono in totale 109. Ulteriori informazioni sui corsi e sugli esami sul sito di GastroTicino nella sezione formazione professionale. Alla cerimonia erano presenti Gianmarco Petrini (direttore Divisione formazione professionale), Marco Huber e Gabriele Beltrami (presidente e segretario cantonale GastroTicino), Giuseppe Piffaretti (presidente Commissione d’esame) e Valentina De Sena (responsabile formazione professionale GastroTicino). GT18032014 Con l’estate è piacevole ripararsi dal sole e gustare un ottimo pranzo. Per chi ha una terrazza ecco un’occasione da non perdere: si vende un ombrellone di 9m di diametro, colore bianco/grigio, marca Glatz, in perfetto stato. Info 079 331 00 99. oreaggio m a Undi form re in otlotranti 50 ris Eventuali interessati potranno contattarci al seguente indirizzo: GASTROTICINO - Via Gemmo 11 - 6900 Lugano - Tel. 091 961 83 11 - Fax 091 961 83 25 - www.gastroticino.ch OFFERTE SCRITTE CON INDICAZIONE DELLA CIFRA. NON SONO DATE INFORMAZIONI TELEFONICHE SCEF 045 PROCEDURE DIVERSE CON LE AUTORITÀ (NUOVO) Obiettivi conoscere le corrette procedure da svolgere con le diverse autorità (civile, amministrativa, penale) per evitare inutili sprechi di tempo e denaro. Insegnante avv. Marco Garbani Data e orario 8 aprile 2014, 08.30-12.00 Costo CHF 50.00 soci / CHF 100.00 non soci IL SERVIZIO IN SALA Obiettivi acquisire le basi e le regole del servizio in sala, saper operare in modo autonomo, con precisione e professionalità nell'ambito del servizio. Insegnante Flavio Riva, insegnante Scuola Esercenti e membro Unione Svizzera Maître d'Hôtel e AMIRA Date e orario 10 e 17 aprile 2014, 9.00-17.00 Costo CHF 270.00 soci / CHF 320.00 non soci MINIPIZZE FANTASIA (NUOVO) Obiettivi saper fare in modo autonomo un impasto della pizza, saper applicare le tecniche di spianatura, essere in grado di procedere alla porzionatura, conoscere i vari ingredienti e le quantità in base alle proprie esigenze, saper farcire con prodotti di qualità, essere in grado di riprodurre forme diverse e semplici per l'allestimento di un buffet di aperitivi. Insegnante Giovanni Zinna, formatore e pizzaiolo diplomato Data e orario 14 aprile 2014, 13.30-17.30 Costo CHF 80.00 soci / CHF 130.00 non soci IL CAFFÈ 6 aprile 2014 45 tra virgolette L’iniziativa Un progetto romando riaccende la fiaccola dei Giochi del 2026 L’alleanza tra Ginevra, Vaud e il Vallese per nuove Olimpiadi invernali in Svizzera MASSIMO SCHIRA L’ idea di riportare in Svizzera i Giochi invernali non è certo tramontata con il no popolare di un anno fa nei Grigioni. Anzi. Proprio il voto negativo sulla candidatura di Davos e St. Moritz per il 2022 ha “riacceso la fiaccola” in altre regioni del Paese. In Romandia, dove i cantoni di Ginevra - che sarebbe la sede principale Vaud e Vallese hanno intavolato la discussione per un’eventuale candidatura congiunta per l’edizione 2026. Un’idea che nasce con al centro il concetto di sostenibilità, lontana anni luce dalla “grandeur” russa di Sochi e basata in gran parte su strutture esistenti o progetti già in corso di realizzazione. “Oltre l’80% delle infrastrutture necessarie sono già disponibili - spiega al Caffè Guy Mettan, poliedrico ex presidente del parlamento ginevrino, tra i promotori della candidatura -. E ad esse vanno aggiunti anche i progetti che saranno presto realizzati, come la nuova pista di ghiaccio a Ginevra o il rinnovo di quella di Losanna. Il nostro concetto, insomma, va dalla zona di Crans Montana a Ginevra”. Uno dei problemi sempre “caldi” quando si parla di candidature olimpiche è infatti proprio quello della creazione di impianti che si trasformano rapidamente in cattedrali nel deserto dopo re della regione di Albertville non sono lontane - afferma Mettan -. Per il bob, poi, potrebbero esserci delle sorprese, con una pista smontabile”. E già si sussurra di un progetto innovativo del Politecnico di Losanna e di un tracciato provvisorio disegnato proprio tra le vie del capoluogo vo- l’evento. Su tutti le piste di bob e i trampolini del salto. Torino 2006 insegna. “Abbiamo riflettuto pure su questo aspetto e visto che il Comitato olimpico permette che una gara si disputi al di fuori dai confini del Paese organizzatore, ci potremmo rivolgere alla Francia, difatti le struttu- dese.Nelle parole di chi a questo progetto già crede molto, non manca comunque qualche preoccupazione. Due in particolare: villaggio olimpico e ottimizzazione dei trasporti. “Ci saranno evidentemente delle difficoltà da affrontare, ci mancherebbe - conferma Met- LE POSSIBILI SEDI DELLE GARE NEL RAGGIO DI 100 KM La storia Lucerna Neuchâtel Berna MALLEY RINNOVATA La pista di Malley sarà rinnovata e ospiterebbe l’hockey. Forse il bob proprio in città Chaux-Neuve Morges Les Rousses Monts Jura GINEVRA 20 km Gstaad LOSANNA Ulrichen Münster Les Diablerets CRANSLeysin Villars MONTANA Châtel Sion Morzine Nendaz Veysonnaz Champéry Le GrandVerbier Bornand Champex 50 km La Clusaz LA PRAILLE Lo Stade de Genève si presta bene anche per le cerimonie olimpiche Chamonix Megéve 100 km Albertville FRANCIA La Plagne ITALIA Dall’epopea di St. Moritz fino al “furto” di Torino L Friborgo Le Brassus tan -. Per il villaggio olimpico, ad esempio. Ma anche qui abbiamo delle idee. Come quella di sfruttare i progetti urbanistici che stanno nascendo a Ginevra. Uno su tutti, il nuovo quartiere residenziale della Praille da cui potremmo prendere in prestito case ed appartamenti. La tempisti- PISTE COLLAUDATE Le piste di Montana già oggi ospitano lo sci di alto livello. Come pure quelle di Veysonnaz a storia del rapporto tra la Svizzera e le Olimpiadi invernali è molto ricca e singolare. Dall’epopea delle due edizioni di St. Moritz (nel 1928 e 1948, preistoria dello sport), fino al “furto” perpetrato da Torino per l’edizione 2006 ai danni di Sion, città che a candidarsi ci ha provato non meno di tre volte. Compreso il 1976, quando i Giochi furono assegnati a Denver, ma si disputarono poi ad Innsbruck - che li aveva ospitati 12 anni prima - visto che la sede negli Stati Uniti non poté usufruire di fondi pubblici. A pensare di poter ospitare le Olimpiadi invernali - pur senza arrivare ad una candidatura formale o completa - sono però state anche le città di Losanna negli anni Novanta, Ginevra per l’edizione 2008 e Berna per quella del 2010. La capitale federale si ritirò poi dalla corsa a causa di un referendum popolare che sollevò forti dubbi sull’investimento legato all’organizzazione. La soluzione intercantonale o regionale che parte ora da Ginevra sembra avere maggiori chance di riuscita. ca, del resto, coincide”. Usare, insomma, le nuove abitazioni dapprima per ospitare gli atleti delle Olimpiadi, e poi metterle sul mercato. “Oppure si potrebbe pensare ad un progetto nel Chablais, la regione a cavallo tra Vaud e Vallese, un’altra zona piuttosto pregiata”, aggiunge il promotore. La relativa distanza tra le principali “location” del progetto Ginevra 2026 impone poi una riflessione sui trasporti. E anche in questo caso il concetto di regione lemanica entrerebbe in gioco. “Per muoversi su un territorio tutto sommato esteso, serviranno trasporti efficienti - nota Mettan -. E con il rinnovamento, già previsto, della stazione di Ginevra, l’idea sarebbe quella di sfruttare il lato sud del Lemano, raggiungendo il Vallese attraverso Evian per arrivare ad Aigle, perché una ferrovia già esiste, seppure incompleta. L’investimento sarebbe meno oneroso rispetto al triplo binario sul lato di Losanna. Con qualche decina di milioni di euro si realizzerebbe un’infrastruttura importantissima per tutto lo sviluppo dell’agglomerato metropolitano del Lemano, non solo per i Giochi”. L’idea è lanciata, insomma, e presto per i cantoni coinvolti sarà il momento di sedersi attorno a un tavolo e valutarne la fattibilità. [email protected] Q@MassimoSchira ⁄<º™‡¶<<‹<‚8 Ex"⁄¤M⁄i ‚<fl ˇª{•` .<‚™ª` ‚ à{`‚ fl< 8<flfl ‚<Õ< {‚ |Õ{àà<ª ‥‹‥ ˇª{fl< ‥⁽⁾s |ˇ`ª™ D<ª{<‚ x<º`ª™ D{<º.x 6`.<‚™{s flfl<‚ ™`ª{ 8{ ºº`.{ à{`‚{ ºˇ`ª™{Õ< < º.{ .flË- ˇ`ºº`‚` ˇª`Õ ª< nª ™Ë{™ •<‚™< { ‚`º™ª{ flfl`nn{s {fl .`•ˇª<‚º`ª{` º.{{º™{.`s fly`FF<ª™ 8{ ™™{Õ{™! ºˇ`ª™{Õ< 8<fl .<‚™ª` ´{‚.flv {fl ‚Ë`Õ` ˇ ª.` ÕÕ<‚™Ëª ˆ < Õ<ª< {‚F` ºËflfl< ˇ{º™< 8{ º.{ 8{ F`‚8` ‚<fl E`•ºv Mº.ª{à{`‚{ ´ˇ`º™{ fl{•{™ ™{ˆ flfly{‚8{ª{àà` <‡• {fl º.x‚<<ºˇ`ª™Ðºˇ`ª™F<ª{<‚ª<º`ª™v.xs ŠŠŠvºˇ`ª™F<ª{<‚ª<º`ª™v.x # ´8 n{Ën‚`ˆu ‚Ë`Õ ˇ{ ™™ F`ª• {‚™<ª‚<™ ˇ<ª . •ˇ{ ºˇ`ª™{Õ{ ·M⁄ i c ŠŠŠvº.x‚<<ºˇ`ª™v{‚F` OBUJPOBMFT TDIOFFTQPSU [FOUSVN Eib| • "\:⁄|0J • ¶"\\M| IL CAFFÈ 6 aprile 2014 46 tra l’incontro virgolette Chi è Famoso come “Dani il rosso” è stato uno dei leader del ‘68 francese. Per 20 anni deputato dei Verdi nel parlamento Ue e guida riconosciuta degli ambientalisti in Germania “Io non sono certo un pedofilo” FRANCO ZANTONELLI “S e dovessi definirmi direi che sono un bastardo, per via delle mie origini mezzo tedesche e mezzo francesi”. Riesce sempre a sorprendere quel vecchio ragazzo 69enne di Daniel Cohn-Bendit, che rimane pur sempre il mitico “Dani il rosso” del ‘68. Poi, per aiutarlo ad addolcire il termine, lo rimandiamo a Georges Moustaki e alla sua famosa canzone “Le Meteque”. “Ecco, sì, sono anch’io un meteque, uno straniero, mi sembra quello il termine giusto. Non fosse altro - precisa -che per il fatto che sono nato nel sud della Francia, da genitori emigrati dalla Germania nel 1933”. Per intenderci gli anni bui dell’avvento di Hitler al potere. “Vede - ci tiene a sottolineare Daniel Cohn-Bendit - già solo questa è stata un’avventura, come peraltro buona parte della mia vita”. Un’avventura di cui, giovedì scorso, con una festa si è chiuso un altro capitolo, quello di deputato per i Verdi al Parlamento Europeo. Dopo 20 anni CohnBendit ha deciso, infatti, di non più ripresentarsi per una nuova legislatura. “Alla mia età era giusto smettere, non potevo pensare di arrivare fino a 74 anni”. Per lui l’esperienza di Strasburgo ha avuto un particolare significato: “Devo dire che, soprattutto negli ultimi anni, è stato molto interessante il potersi confrontare con altre culture politiche”. L’Europa sempre più allargata, insomma, non poteva che stimolare la vivacità intellettuale di un uomo come Cohn-Bendit. “Guardi è stata un’esperienza indimenticabile, come pure le altre della mia vita, compresa quella nella sinistra extraparlamentare e il periodo del ‘68 - dice anche se oggi prevale una tendenza a giudicare in termini severi il ‘68 -. Ma l’emozione di quel periodo, la voglia autentica di cambiare la società, sono stati indiscutibili e autentici. È pur vero che abbiamo detto e scritto cose sbagliate, ma l’analisi a freddo, fatta oggi, a mio parere non riesce a comprendere l’evoluzione di quel momento storico degli anni ‘60”. “ Je ne regrette rien”, dunque, per citare il leitmotiv di una delle più famose canzoni di Edith Piaf. La quale, dal canto suo, pure era affascinata dalle persone senza terra, visto che fu molto vicina a Georges Moustaki di cui si ricorda sempre la sua composizione più famosa, quel “Le Meteque”, appunto, in cui si riconosce Cohn-Bendit. Lui, del Maggio francese tiene ad evidenziare un aspetto fondamentale: “Ha contribuito parecchio a cambiare la nostra società”. Nei filmati dell’epoca lo vediamo, molto preso dal proprio ruolo di leader mentre, a Parigi, arringa, impugnando un megafono, una folla di giovani aspiranti rivoluzionari. Talmente convinti del loro ruolo da arrivare a far traballare, addirittura, un personaggio del carisma di Charles De Gaulle. “Vietato vietare”, “Godetevela senza freni”, “Corri compagno, il vecchio mondo ti sta dietro”, alcuni degli slogan urlati nelle piazze. I tumulti del Maggio francese costarono, a Daniel Cohn-Bendit, l’espulsione dal Paese. Venne rimandato in Germania dove, fino al ‘73, lavorò in un asilo nido anti-autoritario di Francoforte, per poi diventare caporedattore di un periodico legato agli ambienti dell’anarchia. Se vogliamo il percorso tipico del post-sessantottino, con la differenza che, rispetto ad altri compagni Cohn-Bendit rifiutò la violenza, optando per la militanza nel movimento ecologista di cui, in Europa, è diventato uno dei leader più autorevoli. Ma, intanto, mentre lui trascorreva 20 anni da parlamentare europeo, per i Verdi, la sinistra cambiava faccia, fi- L’uomo del ‘68 Daniel Cohn Bendit La politica in Europa Cohn-Bendit è stato una figura di spicco del movimento Verde europeo del parlamento dell’Ue no a presentarsi, almeno in Francia, ora con il volto davvero poco rivoluzionario del neo-premier socialista Manuel Valls, il cui arrivo alla guida del governo non è per nulla andato giù agli ambientalisti francesi che hanno preferito restarne fuori. Qual è l’opinione di Daniel Cohn Bendit sul governo Valls che, non dimentichiamolo, ha pure ripescato l’ex-moglie del Presidente Hollande, Ségolène Royal, affidandole il ministero dell’Ambiente. “Vediamo, non c’è fretta, sono contrario a giudicare un governo che ha così pochi giorni di vita. Sono scettico, è vero, però voglio aspettare almeno qualche settimana, prima di esprimere un parere definitivo. Non vorrei, per spiegarmi meglio, trovarmi nei panni di quei tifosi che, dopo appena cinque minuti che è iniziata una partita di calcio, pretendono già di sapere come andrà a finire. Quindi, stiamo a vedere”. Fatto sta che, oggi, la sinistra europea si presenta con la faccia di giovani politici del tipo Manuel Valls o Matteo Renzi. Tutta un’altra musica, rispetto al passato. Inevitabile chiedergli se gli piaccono o no? “Cosa vuole che le dica. Io sono un ecologista, rispetto a me hanno un altro atteggiamento. Nel senso che ho l’impressione che dei problemi dell’ambiente capiscano poco. Dunque, resta il fatto che loro sono maggioranza, mentre noi ecologisti, al momento, siamo troppo deboli”. Come dire che, volenti o nolenti, ci si deve andare a patti. Se Daniel Cohn-Bendit rimane, quindi, per certi versi attendista, nei confronti di una sinistra che, comunque, non sembra apprezzare, più intransigente è il suo atteggiamento nei confronti della Svizzera per il risultato dell’iniziativa popolare dello scorso 9 febbraio. “Sono pronto a ripetere quello che penso, la Svizzera vuole i vantaggi dell’apertura del mercato europeo, ma rifiuta la libera circolazione delle persone. Quindi io sostengo che senza libera circolazione delle persone non si può avere libera circolazione del mercato. In Francia - rincara abbiamo un detto che calza perfettamente con l’atteggiamento svizzero. Noi diciamo che non si può, contemporaneamente, mangiare il burro e pretendere di vendere il burro. O una cosa o l’altra”. Fatto sta che l’immagine di Cohn-Bendit che tuona dal suo scranno al parlamento di Strasburgo contro la Confederazione, lo ha reso inviso a molti svizzeri. Tanto che, in vista del suo arrivo, la settimana prossima ad Ascona, per partecipare ad un convegno cui interverranno altri intellettuali europei, c’è chi non ha esitato a rievocare un aspetto controverso del suo passato: alcuni passaggi del libro “Grand Bazar”, pubblicato da Cohn-Bendit nel ’75, tratto dalla sua esperienza nell’asilo di Francoforte in cui si ritrovò a lavorare, dopo l’espulsione dalla Francia. Ebbene, in quel libro si possono leggere frasi che indurrebbero a ritenere che l’ex-leader del Maggio francese abbia avuto, a suo tempo, un’attrazione malsana, nei confronti dei bambini. Frasi che indignarono il presidente della Corte Costituzionale tedesca, Andreas Vosskuhle, il quale lo scorso anno si rifiutò di consegnare a Cohn-Bendit un premio prestigioso, per il suo impegno in favore della democrazia. A una domanda su quella vicenda, rimbalzata sui media di mezza Europa, “Dani il rosso” non si sottrae, anche se è visibilmente imbarazzato. “Stiamo parlando di 40 anni fa”, dice. Il problema è che questa storia se la sta portando dietro ormai dal 2001, quando venne sbandierata dalla stampa britannica. “Non sono un pedofilo, la pedofilia è un crimine”, replica. Ma non sono rari i dibattiti, in tv, in cui quelle frasi sciagurate gli vengono rinfacciate. C’è chi sostiene che sono il frutto di una malintesa esasperazione della rivoluzione sessuale, figlia del ‘68. Che, tra le tante responsabilità, rischia di doversi assumere, pure, quella di aver strizzato l’occhio ad atteggiamenti verso cui, oggi, non c’è alcuna compiacenza. Se, poi, sia giusto confinare la figura di CohnBendit in quegli scritti infelici è un altro paio di maniche. [email protected] IL CAFFÈ 6 aprile 2014 47 leopinioni “Per le aziende che puntano all’eccellenza, avere sede in Ticino oggi non è più un problema, anzi…”. Ad affermarlo è Alcide Barberis, direttore della Humabs BioMed di Bellinzona, azienda di biotecnologia che sviluppa anticorpi per applicazioni cliniche partendo dalle scoperte del prestigioso Istituto di Ricerca in Biomedicina (Irb) diretto dal professore Antonio Lanzavecchia. Il suo parere è molto autorevole, perché Barberis ha un curriculum di assoluto prestigio: bleniese, 55 anni, dottorato in biologia molecolare all’Università di Zurigo, post doc a Harvard, ricercatore al San Raffaele di Milano, docente e capogruppo ricerche all’Uni di Zurigo. E ancora: fondatore di una società di biotecnologia venduta a un’azienda americana poi acquisita dalla Novartis, direttore scientifico alla Telormedix di Bioggio e da un anno approdato a Bel- FUORI DAL CORO GIÒ REZZONICO GIÒ REZZONICO linzona. È con lui che prosegue il viaggio nell’ “Altro Ticino”, quello aperto al mondo e alle sfide della globalizzazione. L’impresa diretta da Barberis occupa 13 persone e ha sede a Bellinzona per- ché trae la sua linfa vitale dalla collaborazione con l’Irb. Oggi non ci sono problemi a reclutare personale specializzato in Ticino, spiega Barberis. D’altra parte i nostri ricercatori sono cittadini del mondo, ma risiedono volentieri nel nostro Cantone. Uno dei nostri ultimi acquisti, un polacco che ha studiato a Chicago e ha conseguito il dottorato a Zurigo specializzandosi in ingegneria degli anticorpi, è stato felice di trasferirsi vicino a Locarno, dove veniva per seguire il Festival del cinema. La Humabs BioMed è una tipica “spin-off” nata sui risultati di ricerca dell’Irb, con l’obiettivo di “trasformare” le scoperte scientifiche in prodotti commercializzabili. Oggi la Humabs ha quattro contratti di licenza per altrettanti medicinali con importanti aziende farmaceutiche. I ricavi di queste collaborazioni permettono di finanziare l’attività a Bellinzona. Uno dei quattro farmaci viene già sperimentato su pazienti, altri lo saranno presto. Se si riveleranno efficaci ed entreranno in produzione per poi essere RENATO MARTINONI LIDO CONTEMORI Il difensore che salva la vita all’avversario La società benpensante adesso punisce gli orsi Caro Diario, a volte dallo sport ci vengono esempi di altruismo che dovremmo raccogliere e tradurre in comportamenti. Quel che è successo domenica scorsa, durante la partita tra Dnipro e Dinamo Kiev, è un momento da libro “Cuore“. Un fatto alla De Amicis, che riconcilia con la dimensione più vera e più nobile di un confronto atletico, tecnico, tattico, senza mai trascurare però il fattore umano. Le immagini hanno fatto il giro del mondo, commuovendo. Il capitano della squadra di casa, Oleg Gusev, cade, vittima di una potente ginocchiata del portiere Denis Boyko. Istanti drammatici. Giocatore a terra, immobile. Si saprà poi che Gusev aveva perso i sensi e sarebbe morto per soffocamento, come già purtroppo successo su altri campi. Jaba Kankava, difensore avversario, con prontezza di riflessi e di azione, si butta sull’uomo che rantola, gli apre con forza la bocca, estraendogli la lingua. Lo staff sanitario fa il resto. Diagnosi finale: trauma cranico, mascella lesionata e un dente perso, ma pelle salva. IL CALCIO è gioco di squadra, è genio individuale, certo, ciascuno con le sue doti personali, fisiche e di estro, ma prima di tutto è l’esaltazione del “noi“, del collettivo; è difesa e attacco, voglia di fare gol e di impedirlo, corsa a vincere dei 22 in campo. Ma, più dei tre punti in palio ci sono valori che fanno la differenza e il gesto compiuto da Kankava ha un significato che surclassa anche la più spettacolare rete. CON IL SUO GESTO samaritano, il difensore della Dnipro ha illuminato di bellezza e grandezza lo scenario globale del calcio, esaltando lo sport. Che meraviglia se riscoprissimo, insieme, il senso del “noi“ che ci viene da un rettangolo verde di gioco, da una partita, e che da questo particolare si allargasse al generale, con il suo valore di esempio, di modello per ciascuno. La società non può ridursi a pura “espressione geografica“, dove le persone si fronteggiano aspre e ruvide. La solidarietà deve essere la maglia di tutti. CIASCUNO DI NOI ha bisogno dell’altro, perché siamo fragili e basta un niente a metterci fuori gioco: non solo da una partita, ma dalla vita stessa. Come collettività ci serve con urgenza un nuovo umanesimo. Se noi credessimo di più nei nostri rapporti interpersonali, il clima del vivere certo cambierebbe. La partita di Kiev e l’episodio del soccorso dimostrano che l’uomo ha le mani per salvare la vita, per accarezzarla, per darle il posto, la dignità e il primato che sempre merita. Sopra ogni contesa e sopra ogni risultato. FRANCO LAZZAROTTO ilcaffè Un famoso romanziere che vive isolato in mezzo alle campagne ha fatto scrivere su una parete esterna della propria casa: “I soli sono soli e fanno luce”. Pare un gioco di parole ma non lo è. L’astro che illumina la Terra sta lì, nell’universo, solitario come un cane. Eppure è fonte di vita e senza di lui su questo pianeta non ci sarebbe neanche una formica. C’è un misto di fierezza e di malinconia in questo pensiero. Anche perché comunemente si dice che l’uomo è un animale sociale. E che per questo deve stare con gli altri. Se non lo fa, gli altri lo chiamano orso o, peggio, misantropo. E si può essere orsi o, peggio, misantropi, nell’era di “twitter” e dei telefonini, mentre si dissipa il tempo cinguettando su tutto e su tutti? Sui polpacci della signora Obama e sulle scelte politiche del marito, sulle strategie monetarie della Banca Europea e sui bunga bunga del Berlusca? Pare proprio impossibile, dopo il tempo dei santi nel deserto, che si nutrivano di pane e acqua, e degli eremiti che vivevano in compagnia dei leoni, scegliere ancora la via della solitudine. Pena l’emarginazione e l’isolamento. Resta che il bisogno di silenzio, nel chiasso incessante vomitato da ogni poro della terra, sembra aumentare sempre di più. E poi perché mai un tale non può decidere di andare, solo soletto, per la propria strada? Magari “contro” qualcuno o “contro” qualcosa? Il fatto è che chi non sta in gruppo, prima o poi, viene punito dalla società. Mai con le parole grosse, anzi sempre senza rumore. Di rado mettendolo in croce, il più delle volte condannandolo perfidamente all’isolamento. Meglio dunque militare in un partito, bianco o nero che sia, meglio entrare in una congrega, massonica o religiosa, piuttosto che inoltrarsi nei gineprai dell’individualismo critico. Meglio seguire la corrente, come si fa nelle calli di Venezia: così nessuno si perde. Anche se poi ogni medaglia ha il suo rovescio. La solitudine è difficile da sopportare. Ma non di rado garantisce libertà di pensiero e di azione. Chi sceglie di andare da solo inquieta i benpensanti perché disorienta una società abituata a incasellare tutto quanto. Solo così essa si sente sicura. Gli orsi sono vagabondi e scelgono sentieri raramente calpestati. Per questo occorre eliminarli in fretta e in silenzio. O, se non si può, bisogna almeno relegarli in gabbia. Sparito il limbo, non del tutto certo che ci sia l’inferno, dove cacciarli, è meglio far fuori quelli che marciano contro, quando ancora vivono. Anche se sono soli. E mandano una luce che quasi nessuno però vuole vedere. Invitato a un event per uno speech dopo il break faccio un workshop DOMENICA PER PENSARE Settimanale di attualità, politica, sport e cultura commercializzati, la società bellinzonese avrà diritto a una percentuale sulle vendite.L’attività della Humabs si fonda su una straordinaria scoperta di Lanzavecchia: la clonazione di anticorpi umani. Quando ci ammaliamo, per esempio di influenza, nell’organismo entrano in funzione degli anticorpi per combattere la malattia. Tra essi alcuni sono particolarmente efficaci. L’équipe dell’Irb è riuscita ad isolare proprio i più attivi. Quando questa scoperta si trasformerà in un farmaco sarà possibile iniettare questi anticorpi nei pazienti per combattere la malattia. Ciò sarà utile soprattutto a chi, a causa di interventi o patologie, ha un sistema immunitario indebolito. Il nostro piccolo Ticino, per una volta, potrebbe davvero essere al centro di una scoperta di valore internazionale: ma da noi chi se ne accorge? FOGLI IN LIBERTÀ COLPI DI TESTA GIUSEPPE ZOIS compilazione di uno speciale doodle, stile multiple choice, per dare i giusti imput al conference man. La giornata, anzi il big day, inizia con la distribuzione di headphones per simultanea translation destinata a chi poco conosce l’ indigeno idioma nel quale si sarebbero espressi - a giusta difesa dell’italianità gli oratori. Ed allora, schiacciato l’“on” del beamer, via con il classico, ma orami bolso powerpoint e le sue slides sulle quali si possono leggere parole di chiaro stampo fiorentino quali human resources - know how - mission - social program - brainstorming – dress code - problem solving - marketing e businnes plan il tutto oralmente infarcito da una miriade di “ok?” completanti i concetti. Direttore responsabile Lillo Alaimo Vicedirettore virgolette C’è posto anche in Ticino per chi punta all’eccellenza IL DIARIO Hello, Frank, how are you? Ti mia màa e mi? Così salutai giorni fa, spiazzandolo invero un tantino, il giovane rappresentante del gigante giallo fiero di consegnarmi uno speciale quanto emblematico invio attraverso il quale venivo invitato a un event, poche righe dopo ribattezzato meeting e più in là convention. Mi si indica la location unita al pass code per il parking, il conference room number dove si terrà lo speech e davanti al quale si potrà ritirare presso una smiling hostess il personal badge, ci si confermano uno standing brunch dopo il secondo break e uno standing dinner al termine dei workshops. Iscrizione via e-mail, twitter, whats app, più trendy se si fa uso di instagram, il tutto previa tra Libero D’Agostino Caposervizio grafico Ricky Petrozzi Finalmente ci si annuncia che siamo attesi per un primo coffee time accanto al front desk dove i responsabili del food e del beverage ci delizieranno con red and white wines d’annata, soft drink, finger food oltre all’ormai immancabile sushi. Insegnandomi l’esperienza che se subito in questi frangenti non ti attivi passerai un momento quaresimale, saluto con gli occhi, per evidente implosione boccale, un amico di giornata il quale si lamenta di essere appena rientrato dalla Big Apple americana e di soffrire ancora il jet lag. Una signorina, tacco 12 e distacco 24, guardando sconsolata lo splendente sole esterno afferma che oggi avrebbe di gran lunga preferito fare un po’ di walking, snorkeling, clim- Società editrice 2R Media Presidente consiglio d’amministrazione Marco Blaser Direttore editoriale Giò Rezzonico DIREZIONE, REDAZIONE E IMPAGINAZIONE Centro Editoriale Rezzonico Editore Via B. Luini 19 - 6600 Locarno Tel. 091 756 24 40 - Fax 091 756 24 39 [email protected] - [email protected] PUBBLICITÀ Via Luini 19 - 6600 Locarno Tel. 091 756 24 12 Fax 091 756 24 19 [email protected] bing, carving e verso sera un po’ di spinning. Mi sposto di un foot e mi ritrovo fra due elegantissime misses - nate nell’alto Over Ceneri, ma ora con loft lacustre – le quali stanno dissertando sulle loro fiammanti sneekers, sulla nuova e oggi imprescindibile shopping bag sostituente l’ormai defunta pochette dove si possono comodamente mettere eyeliner, water proof rimmel, lipstick, fard ed eventuale push up di riserva. Ma il the best viene raggiunto con la presentazione di una local music cover band con la quale mi sono poi a lungo intrattenuto, ovviamente in lingua... straniera, poiché trattasi di musicisti di una intonatissima, nostrana bandella. Girottava infine, fra glasses and dishes, RESPONSABILE MARKETING Maurizio Jolli Tel. 091 756 24 00 – Fax 091 756 24 97 DISTRIBUZIONE Maribel Arranz [email protected] Tel. 091 756 24 08 Fax 091 756 24 97 un reporter incaricato di poi produrre una photogallery per i media. A fine first lunch, in time, rientrarono tutti. Gli altri. Non ce l’ho fatta e prima di essere travolto da improvviso burnout - complice pure un sms di un collega che mi chiedeva “a che ora party”? - sono rincasato, ho preso carta e penna ed ho inviato ai miei amici rimasti in sala l’invito a trovarsi presso il granitico grottino di mia sorella dove avremmo gustato un imperdibile Dab Tsg Cs, leggi disnàa ala bona, tücc setà giò cüntandola sü ! Fu un successone e salutandoli, assieme all’alba, dissi loro che se lo avessero voluto ci si sarebbe event-ualmente potuti ritrovare. Entusiasti, risposero però tutti……“okay”! STAMPA Ringier Print - Adligenswil AG - Druckzentrum Adligenswil 6043 Adligenswil - Tel. 041 375 11 11 - Fax 041 375 16 55 Tiratura (dati Remp ‘12) 56’545 Lettori (dati Mach ‘12-’13) 106’000 Abbonamento annuo Fr. 59.– (prezzo promozionale) C’è un ricercatore negli Stati Uniti che si chiama John Robinson e studia le agende. Per questo è noto anche come “Papà Tempo”. Analizza gli impegni segnati giorno dopo giorno e cerca di capire se siamo davvero indaffarati come crediamo di essere. C’è una ricercatrice negli Stati Uniti che si chiama Ann Burnett, dagli anni Sessanta raccoglie lettere dalle vacanze, cercando di capire se ci divertiamo abbastanza per tornare a casa magari stanchi ma felici. Come scrivevamo sempre in fondo al tema “Racconta la passeggiata scolastica”, usando da ragazzini quel bel passato remoto in via di estinzione (ora anche la virgola è data per moribonda). Hanno cominciato con agende e lettere cartacee, ora i mezzi sono cambiati ma la sostanza dei loro studi rimane la stessa. Analizzano il nostro tempo impegnato, il nostro tempo libero e il tem- Ammettere d’avere tempo non ci fa sentire importanti CITOFONARE MANCUSO MARIAROSA MANCUSO po che i sapientoni chiamano “contaminato”: è quando rispondiamo a una mail di lavoro mentre stiamo entrando in un ristorante (ma anche quando guardiamo i gattini carini su YouTube dal computer dell’ufficio). I due stanno in un saggio scritto da Brigid Schulte, moglie madre e giornalista del Washington Post. Si candida a libro più antipatico dell’anno. Non tanto per il titolo – che in italiano potremmo tradurre con “Sopraffatti: lavoro, amore e divertimento quando il tempo scarseggia” (in originale: “Overwhelmed: Work, Love, and Play When No One Has the Time”). Urta la tesi: non siamo tanto occupati come crediamo di essere. Brigid Schulte consulta esperti di ogni tipo, dai linguisti ai curiosoni del tempo altrui, e tutti la mettono di fronte all’orribile verità. Le ore libere ci sarebbero, anche nella vita di una madre lavoratrice abituata al multitasking. Siamo noi che non riusciamo a farne buon uso. Lo spezzettiamo in quarti d’ora passati a navigare su internet o a esprimere opinioni su twitter, a mandarci e a rimandarci mail con copia a decine di colleghi, quando basterebbe una telefonata. In altri quarti d’ora passati a meditare sulla lista delle priorità – faccio pri- ma questo o quest’altro? - quando basterebbe affrontare una qualunque delle faccende, e levarci il pensiero. Siamo artisti del rimando, come scrive nella sua mini-biografia Annalena Benini, giornalista del Foglio: “Non fare oggi quello che potresti fare, piangendo, domani”. Perdiamo un sacco di energie per spiegare al prossimo nostro quanto siamo occupati, e gli altri ci restituiscono il favore. “Papà Tempo” ha scovato nell’agenda di Brigid Schulte trenta ore libere alla settimana. Si capisce che lei voleva ucciderlo, ma essendo una giornalista seria riferisce il risultato. È che oggi ammettere di avere tempo per noi, conferma una collega che ha messo in pratica con successo la regola del non lamentarsi, fa sentire inutili, poco importanti, fuori dal mondo. “Mi affanno, dunque sono” è il nuovo irresistibile motto. 6 aprile 2014 Il Paese nel racconto popolare www.caffe.ch [email protected] Il romanzo della realtà Gli eBook del Caffè La finestra sul cortile 30 / Storie di quotidianità familiare ANONYMOUS Ragazza madre svizzero tedesca. Precisa e rispettosa di ogni norma. Trentacinquenne, impiegata in un’agenzia immobiliare. Suo figlio Gabriel ha 11anni. Pensionato, vedovo e piacione. Ama le enciclopedie. Sua figlia, Giulia, divorziata, ha un bimbo di 6 anni, Nathan. Non ama gli stranieri. I fatti e le persone narrati in queste storie sono di pura invenzione. Anche le cose pensate o sottintese non hanno alcun legame con la realtà. Ma così non sempre è per i luoghi, le circostanze e gli episodi da cui prendono le mosse i racconti. La ragazza a luci rosse U Quarantacinquenne, divorziata da un medico. Impiegata in un grande magazzino. Bella, elegante e... con molti amanti. Maestro elementare. Sua moglie, in casa tutto il giorno, è una patita di music pop. S’è ingrassata a dismisura. Il figlio Nick ha 6 anni. Arrivano dalla Croazia. Fanno tutti e due gli assistenti di cura. Lei è disoccupata, oltre che molto sexi. ONLINE La raccolta dei racconti caffe.ch/citofoni na sera che le stelle brillavano, il Carlo Caverzasio si trattenne più del solito nella corte con il Lüis Vosti. Era sabato e ai due, quando la temperatura si faceva meno fredda, piaceva starsene sulla panca a chiacchierare. Ma più che chiacchierare, sarebbe meglio dire confidarsi. D’altra parte il Lüis era un oracolo per quella casa di ringhiera. Vedovo, pensionato, settantadue anni suonati. Soprattutto equilibrato. Il Carlo, maestro elementare e persona perbene, aveva da tempo una fissa. La prostituzione. Ma non perché d’un tratto fosse diventato un... pervertito. No, che andate a pensare! Lui alla sua Rita voleva bene eccome, nonostante quell’incredibile apatia che la teneva in casa tutto il giorno. Musica e riviste gossip. Ma questa è tutta un’altra storia, di cui il Lüis e il Carlo avevano più volte parlato. Ora al Caverzasio interessava ’sta benedetta storia della prostituzione... “dilagante”. «Ma è mai possibile che qui se ne parli come se fosse qualcosa di cui vantarsi... I night trasformati in locali a luci rosse, i motel in, come li chiamano?, postriboli. Addirittura un ministro..., si ricorda Lüis lo scorso autunno quello scandalo?, un ministro che aveva ricevuto nel suo studio il..., e sì, proprio lui, il tenutario di un bordello che qualche giorno prima, due o tre giorni prima mica un mese o un anno, era stato addirittura arrestato...». Pur avendo abbassato la voce per far sì che le sue parole non entrassero negli appartamenti, dalle finestre delle cucine ancora socchiuse, il Carlo non riusciva a frenare la sua rabbia. «Si calmi, si calmi Carlo! Ma che cosa vuol farci ormai?! Qui è così, vorrà mica cambiare la testa dei politici, della gente...» «Vorrei far capire che dietro queste case, questi postriboli come li chiamano elegantemente - per non dire bor-de-lli, perchè questo sono - dietro a questi postriboli ci sta la criminalità, lo sfruttamento, ci stanno violenza, sofferenza e guadagni.» Il Caverzasio, ogni tanto alzandosi e risedendosi sulla panca, dava un’occhiata al cielo stellato. Sembrava non essere ancora nero. A lui pareva ancora blu, blu scuro (forse per quelle stelle così brillanti), ma non nero. Un po’ come la speranza che nutriva. Far capire “alle autorità” lui definiva così Cantone, Comuni, magistratura... - che la prostituzione, non sarà reato porco di un cane, ma è reato quel che ci sta intorno. «Ecco Lüis, mi viene in mente un esempio. È un po’ come i soldi del contrabbando di sigarette. Qui non esistono certi reati fiscali, ma santo cielo!, i contrabbandieri per fare quel che fanno, agiscono in modo criminale, intrecciano le loro attività con quelle delle organizzazioni mafiose». Caspita, pensava il Lüis preoccupato che quella rabbia non filtrasse per le finestre accese e ancora socchiuse, caspita com’è preparato il Carlo! «Va bene, ho capito. Ma che ci può fare lei?». «Senta Lüis. Mi deve aiutare a trovare una di queste ragazze. Magari una di quelle del locale qui vicino...». Il Caverzasio spiegò nei dettagli la sua idea. Da quella sera nella corte passarono alcune settimane. Il Lüis e il Carlo riuscirono a mettersi in contatto con una... e sì, prostituta, come chiamarla altrimenti! Lo fecero anche grazie al Bardelli, quello di Carugate, l’amico milanese del Lüis. Là, nei pressi della tangenziale est dove “Se non apri le gambe ti ammazzo. E io cosa dovevo fare!? Aprivo il mio corpo” abitava, ce n’erano un’infinità. Aveva scoperto che alcune, le africane, dopo un certo periodo venivano spostate in Svizzera. Molte andavano nella Svizzera tedesca. Altre in Ticino. Il Bardelli ne trovò una che, di lì a poco, avrebbe raggiunto la Svizzera. Perfetto, faceva proprio al caso del Carlo! Senza entrare nei dettagli, per carità di patria, quei tre riuscirono a convincere Henna. Sì, Henna, si chiamava veramente così. Dopo essersi fatti raccontare la sua storia - avevano fatto una veloce trasferta a Carugate una domenica pomeriggio - per quando sarebbe arrivata in Ticino, erano riusciti ad organizzare una serata nella sala dell’oratorio parrocchiale. Il don Sandro aveva detto sì. E con entusiasmo. La Henna sul palco, nascosta da un lenzuolo che faceva da sipario. Si vedeva solo la sua ombra oltre naturalmente a sentirsi il suo racconto, sollecitato da alcune domande del Carlo. “La verità sulla prostituzione. Chi sono veramente le ragazze dei locali a luci rosse. Isa racconterà la sua storia”. Era questo il manifestino stampato e il comunicato mandato ai media. Isa, evidentemente si trattava di un nome di fantasia per proteggere la ragazza, quella sera all’oratorio fece il pienone. E giornali, radio e tv ne parlarono per giorni e giorni. «Avevo 21 anni e a Benin City, in Nigeria, frequentavo una scuola di cuoca. Eravamo sei fratelli. Un’amica di mia mamma diceva che in Italia si guadagna bene. Nel 2007 sono partita con lei sino al Lagos con un pullman. Eravamo in tanti. Poi su un barcone sino a Lampedusa. Dopo qualche tempo sono venuti a prendermi (Henna non ha mai spiegato chi) e mi hanno portata a casa. Lì madame, dovevamo chiamarla così, mi ha detto di iniziare a lavorare. Ero contenta. Eravamo a Milano, mi avevano detto. Ho capito di che lavoro si trattava. Avrei voluto scappare ma non avevo documenti né soldi. Incontravo dalle nove del mattino alle otto di sera, in campagna, anche dieci quindici clienti. Tu non parlare, fai quello che ti chiedono in macchina o in strada. Era questo l’ordine. Ho visto di tutto. Se non apri le gambe ti ammazzo. E io cosa dovevo fare!? Aprivo il mio corpo. Alla sera ci riportavano a casa. Per settimane e per mesi. Io non potevo tenere nemmeno un euro. Mettevo tutto in una cassettina. Dovevo pagare il mio debito, diceva madame. Aveva fatto anche lei questo lavoro e ora stava con un amico italiano. Dopo qualche anno che lavoravo, ogni giorno mi portavano a Bergamo, ho detto che non volevo più, il mio debito l’avevo pagato. Madame, che era africana come me, mandò a Benin City suo fratello. Andò a casa dei miei genitori. Voleva che mio padre gli desse per conto mio dei soldi, sapevano che ne avevo inviati un po’ a loro, da quando madame mi lasciava qualcosa di quel che guadagnavo. Lui si rifiutò e lo uccisero. Poi..., poi mi hanno, credo, venduta ad un’altra organizzazione. Da un anno sono nelle campagne intorno a Milano. Ma di notte. E mi hanno detto che presto sarei dovuta partire per la Svizzera. Hanno pensato a tutto loro». Quando Henna finì di parlare, si spense il faretto che proiettava la sua ombra sul lenzuolo. Henna piangeva. Don Sandro andò da lei. Il Carlo passò il microfono al Lüis. Su uno dei tanti libri raccolti con riviste e giornali (era la sua passione) - “L’Aforismario” regalato dal mensile “Ville e Giardini” - il Lüis aveva trovato una frase. La lesse a chiusura della serata. «Più una società è stanca, più ammira nella prostituzione la caduta dei suoi stessi ideali».
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