10/10/2014 CAMBIAMENTO CLIMATICO, ACQUE E DISSESTO IDROGEOLOGICO Grandi frane: la rupe di San Leo (RN) Prof.ssa Lisa BORGATTI Università di Bologna DICAM Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali San Leo Calcari di San Marino e arenarie della Formazione del Monte Fumaiolo Placca di San Leo (ortofoto, 2007) «Argille Scagliose» 1 10/10/2014 San Leo Modello evolutivo di Cancelli e Pellegrini (1987) PLACCA ROCCIOSA -> LATERAL SPREADING con crolli e ribaltamenti ai margini della placca SUBSTRATO ARGILLOSO -> movimenti plastici e lenti (colate e scivolamenti) CAUSE: • contrasto di rigidità tra la ammasso roccioso e il substrato argilloso • stress tensionali nell’ammasso roccioso • grado di fratturazione dell’ammasso roccioso • flusso delle acque sotterranee all’interno della placca • frane per colata alla base della placca e progressivo scalzamento al piede Franosità storica Vista da Sant’Igne e Acquerello di Mingucci (1626). 1a: Porta di Sotto; 1b: ponte levatoio; 2: larga porzione di terreno franata; 3: attuale bordo della placca; 4:quartieri scomparsi. Benedetti et al. (2013); Guerra e Nesci (2013) 2 10/10/2014 Franosità storica Acquerello di Mingucci (1626) e stampa di Bleau (1633) 1a: scarpata; 2: deposito. Benedetti et al. (2013); Guerra e Nesci (2013) Stampa di Mortier (1700) Tanzini (2011) Franosità storica Schizzo (dal 1748 al 1757) Si individuano due frane nel lato nord della placca rocciosa. Archivio Storico Comunale di San Leo, Carteggio, c.13 f. 4.12. Benedetti et al. (2013) 3 10/10/2014 Franosità storica Benedetti et al. (2013) Vista da incrocio Fornace – Sant’Igne e foto di Cassarini (1894) 1: blocco crollato; 2: blocco spostato; 3: blocco non spostato; 4: blocco ruotato Franosità storica Vista da Le Celle e foto di Belli 1920– 1930. A: area confrontabile; 1: bordo della scarpata attuale; 2: contatto calcareniti-argilliti; 3: corpo di frana; 4: settore crollato Benedetti et al., 2013 4 10/10/2014 Franosità storica Fotografie della rocca a. Anni ’30 b. Prima del 1949 c. 1949 d. Schema delle discontinuità Da Tanzini (2011) Franosità storica Vista da Sant’Igne e foto di Marchini (1946-1950). 1: blocco crollato; 2: blocco spostato e/o ruotato; 3: blocco non spostato Benedetti et al., 2013 5 10/10/2014 Franosità storica Fotografie della rocca a. 1962 b. Anni 70 Da Tanzini (2011) Franosità recente Evento dell’11 Maggio 2006 Crollo (50.000 m3) Rio Maggio Un crollo di roccia ha interessato il lato nord della placca, innescando una colata di terra e riattivando uno scivolamento di terra alla base della parete stessa. Scivolamento/colata di terra riattivato Colata di terra Vm = 4.2 cm/h – 1.0 m/d 2006 landslide in San Leo, Benedetti et al., 2011 6 10/10/2014 Franosità recentissima Il 27 febbraio 2014 un crollo in roccia ha interessato il lato nord est della placca rocciosa. Circa 330.000 m3 di materiale si sono staccati da una parete subverticale, alta 100 m, su un fronte di 300 m. Franosità recentissima Il crollo ha causato la retrogressione della scarpata principale, mettendo a rischio alcune abitazioni ed edifici pubblici, che sono stati evacuati a seguito della promulgazione di una ordinanza e di piano di protezione civile Foto Servizio Tecnico di Bacino della Romagna 7 10/10/2014 Crollo del febbraio 2014 Borgatti et al., submitted Crollo del febbraio 2014 Borgatti et al., submitted 8 10/10/2014 San Leo Modello evolutivo di Cancelli e Pellegrini (1987) PLACCA ROCCIOSA -> LATERAL SPREADING con crolli e ribaltamenti ai margini della placca SUBSTRATO ARGILLOSO -> movimenti plastici e lenti (colate e scivolamenti) CAUSE: • contrasto di rigidità tra la ammasso roccioso e il substrato argilloso • stress tensionali nell’ammasso roccioso • grado di fratturazione dell’ammasso roccioso • flusso delle acque sotterranee all’interno della placca • frane per colata alla base della placca e progressivo scalzamento al piede Lavori in corso… 1. Modello geologico di riferimento 3. Caratterizzazione dei materiali 2. Caratterizzazione dell’ammasso roccioso 6. Modello geotecnico e numerico 4. Modello idrogeologico 5. Spostamenti • Comprensione dei principali fattori che influenzano la stabilità del sistema e delle loro interazioni; • Ipotesi sull’evoluzione dei fenomeni di instabilità a lungo e breve termine • Misure di mitigazione? 9 10/10/2014 1. Modello Geologico Landuzzi (2012) E’ D’ D E Badioli (2012) 1. Modello Geologico E’ D’ D E Badioli (2012) 10 10/10/2014 2. Caratterizzazione dell’ammasso roccioso: raccolta dei dati Rilievo tradizionale Fotogrammetria Close-Range TerrestrialLaserScanner 2008 e 2011 Scans 2013 Scans 2. Caratterizzazione dell’ammasso roccioso: analisi dei dati IMMERSIONE INCLINAZIONE TLS e fotogrammetria close range PERSISTENZA Identificazione delle famiglie di discontinuità Analisi cinematiche e analisi di stabilità DIPS SWEDGE (Rocscience) SPAZIATURA LUNGHEZZA MEDIA COLTOP 3D (Jaboyedoff et al. 2004), POLYWORKS (Innovmetric) JOINT ROUGHNESS COEFFICIENT Rilievo tradizionale Parametri meccanici delle discontinuità JOINT COMPRESSION STRENGTH APERTURA RIEMPIMENTO 11 10/10/2014 Dal TLS: individuazione delle famiglie di discontinuità e analisi cinematica a) Nuvola prima della frana 2014 b) Nuvola dopo la frana 2014 Analisi in COLTOP Viste della nuvola di punti con i software utilizzati per le analisi (Polyworks e COLTOP) Dal TLS: volume della frana del 2014 Scansione pre frana Differenza tra le superfici prefrana e post-frana proiettata sulla nuvola di punti della scansione post frana. Scansione post frana @DICAM UNIBO Laboratorio di Rilievo e Geomatica LARIG In blu e viola le aree di distacco, in rosso e giallo le aree di accumulo 12 10/10/2014 Dal TLS: sezioni pre e post frana Scansione pre frana Scansione post frana Sezione 3 Sezione 3 Sezione 17 Sezione 17 Dal TLS: dimensioni dei blocchi del deposito di frana 300 blocchi mappati (33,3% del volume totale) larghezza 3.3 max 30.7 min 0.4 90 • Lunghezza • Larghezza • Valore medio 80 70 Numero di misure lunghezza 6.4 60 50 40 30 20 10 0 1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 Dimensione (m) Lunghezza del lato equivalente (m) 0 5 10 15 20 25 30 100 1 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 1 % di volume inferiore a % di blocchi con lato medio superiore a 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 10 10 100 1000 10000 100000 Volume del blocco (m3) 13 10/10/2014 3. Caratterizzazione dei materiali Calcareniti e arenarie (Formazioni di S. Marino e Monte Fumaiolo) @ DICAM UNIBO Laboratorio di GeoIngegneria e Risorse Naturali LAGIRN Argille varicolori @ Ruhr Universitaet, Bochum (D) 4. Modello idrogeologico 14 10/10/2014 4. Modello idrogeologico Superficie piezometrica media Rilievo delle sorgenti - Dati di pioggia - Dati climatici - Dati di copertura del suolo FEFLOW Equivalent Porous Medium (EPM) approach Variazione della superficie piezometrica nel periodo antecedente alla frana del 2014 Valori iniziali di permeabilità e immagazzinamento equivalenti da rilievo geomeccanico - Dati di monitoraggio delle sorgenti in continuo - Livello della falda da misure in foro di sondaggio Calibrazione con dati di monitoraggio 5. Spostamenti: analisi interferometrica e rilievo delle deformazioni sugli edifici Movimenti delle placche rocciose della Valmarecchia (RM) Dati interferometrici (PST): • ERS periodo 1992-2000 • Envisat periodo 20032008 Rilievo di deformazioni sugli edifici 2 PS Time (Berti et al., 2013) 5 15 10/10/2014 6. Modellazione numerica 1. FLAC 3D - comportamento della placca rocciosa - ruolo del contrasto di deformabilità - evidenze morfologiche e lineamenti strutturali Geometria semplificata - 2. PHASE 2 Back analysis della frana del 2014 Erosione e rimaneggiamento nelle argilliti basali Frattura principale Frannturazione dell’ammasso Geometria reale 3. 3DEC - Simulazione 3D della frana del 2014 - Ruolo delle famiglie di discontinuità - differenti strategie per inserire le discontinuità 3DEC con geometria reale e 3 famiglie di discontinuità fully persistent 3DEC con geometria reale e tre famiglie di discontinuità a grado di persistenza differente @ Simon Fraser University, Vancouver, BC, Canada Lavori in corso… 1. Modello geologico di riferimento 3. Caratterizzazione dei materiali 2. Caratterizzazione dell’ammasso roccioso 6. Modello geotecnico e numerico 4. Modello idrogeologico 5. Spostamenti • Comprensione dei principali fattori che influenzano la stabilità del sistema e delle loro interazioni; • Ipotesi sull’evoluzione dei fenomeni di instabilità a lungo e breve termine • Misure di mitigazione? 16 10/10/2014 Lavori in corso… dopo la frana del 2014 1. Modello geologico di riferimento 3. Caratterizzazione dei materiali 2. Caratterizzazione dell’ammasso roccioso 6. Modello geotecnico e numerico 4. Modello idrogeologico 5. Spostamenti • Comprensione dei principali fattori che influenzano la stabilità del sistema e delle loro interazioni; • Ipotesi sull’evoluzione dei fenomeni di instabilità a lungo e breve termine • Misure di mitigazione? 6. Modellazione numerica Foto di C.C. Lucente (2013) Quale è il ruolo del rimaneggiamento e della erosione delle argilliti alla base delle pareti rocciose? 17 10/10/2014 Quale è il ruolo del rimaneggiamento e della erosione delle argilliti alla base delle pareti rocciose? • Sorgenti • Colate di terra • Erosione a rivoli e diffusa • Piping • Pseudo carsismo 6. Modellazione numerica: Phase2 Analisi a ritroso del crollo del 2014 a. Sottoescavazione al piede dell’ammasso roccioso b. Frattura principale in coronamento c. Livello di argille rimaneggiate alla base della placca d. Falda acquifera ospitata nella placca e. Famiglie di discontinuità Sezioni pre e post frana da rilievo TLS 18 10/10/2014 Phase2: Sezioni analizzate Sezione 3 Sezione 3 Sezione 17 Sezione 17 a. Rimozione progressiva di livelli di argilliti per simulare l’erosione Sezione 3 19 10/10/2014 a. Rimozione progressiva di livelli di argilliti per simulare l’erosione Sezione 3 – Modello di base b. Rimozione progressiva di livelli di argilliti per simulare l’erosione + frattura principale Sezione 3, stage 14 20 10/10/2014 b. Rimozione progressiva di livelli di argilliti per simulare l’erosione + frattura principale Stage 11 Stage 12 Stage 13 Stage 14 b. Rimozione progressiva di livelli di argilliti per simulare l’erosione + frattura principale Shear Strength Reduction Factor Sezione 3 1,6 6 1,4 7 1,2 8 9 10 SRF 1 11 12 13 14 15 16 0,8 17 18 19 ssr area 0,6 0,4 0,2 0 0 5 10 15 20 meters of removed clay 25 30 35 21 10/10/2014 c. Rimaneggiamento delle argilliti basali + frattura principale 50 m 5m 25 m 10 m Sezione 3 c. Rimaneggiamento delle argilliti basali + frattura principale 10 m 25 m 50 m 22 10/10/2014 60% 70% 80% 85% Alterazione spinta 50 metri all’interno della placca,con progressivo aumento del grado di alterazione 90%: il modello 90% non converge c. Rimaneggiamento delle argilliti basali + frattura principale 70% 80% Alterazione diffusa all’interno della placca 85% 90% 23 10/10/2014 Conclusioni • La città di San Leo convive con fenomeni di instabilità dei versanti documentati da diverse centinaia di anni; • I fenomeni franosi che si verificano attualmente ricalcano gli eventi storici in quanto a tipologia e magnitudo; • La frequenza dei fenomeni storici più rilevanti appare essere legata a condizioni climatiche avverse, verificatesi durante la Piccola Età Glaciale; • La frana del 2014 segue anni caratterizzati da importanti nevicate tardive ed eventi piovosi intensi; • Dati topografici, geologici, geomorfologici, idrogeologici, geomeccanici etc. sono stati interpretati in un modello geologico di riferimento che è la base per un modello numerico che indaga le cause predisponenti e innescanti dei fenomeni a medio e lungo termine; • Il ruolo delle argilliti basali appare fondamentale nell’evoluzione dei fenomeni di instabilità dei versanti, sia dal punto di vista idrogeologico che meccanico. Grazie della vostra attenzione e… molte grazie a: Gianluca Benedetti, Paolo Berry, Gabriele Bitelli, Mario Gabrielli, Cristiano Guerra, Alberto Landuzzi, Claudio Corrado Lucente, Gianfranco Marchi, Olivia Nesci, Luigi Perotti, Gian Andrea Pini, Roberto Romeo, Tom Schanz, Doug Stead e tanti tanti altri, non ultimo Maurizio Pellegrini Lisa Borgatti, Federico Cervi, Alberto Landuzzi, Francesca Petronici & Margherita Cecilia Spreafico DICAM Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali ALMA MATER STUDIORUM Università di Bologna Viale Risorgimento, 2 40136 Bologna tel. 051-2093103 fax 051-2093114 skype lisaborgatti email [email protected] www.dicam.unibo.it 24 10/10/2014 Franosità recentissima 25 10/10/2014 3. Caratterizzazione dei materiali Caratterizzazione delle argilliti • • • • • • • • • • Distribuzione granulometrica Contenuto d’acqua Porosità Densità Permeabilità Suzione in situ Limiti di Atterberg Curva caratteristica SWCC Prova di taglio Edometro Clay-shale: Laboratory test TEST Initial state Loading conditions Device Duration of the test saturated permeability (constant head test, constant gradient) undisturbed sample hydraulic gradient: confining pressure: 50kPa (1) and 2400 kPa (2) Triaxial cell (1), Mr.Agus multipurpose cell (2) 1-2 weeks Oedometer (collapse test) undisturbed sample (in-situ water content) 1. consolidation: 9.37-18.75-37.5-75-150 2. add water 3. continue loading steps: 300-600-800 Standard Oedometer cell 1-2 weeks samples can get water from the bottom Oedometer (Determination of Stiffness) undisturbed sample (saturate before loading) (test1) max sig.v=1000 kPa unloading at 200 kPa (test2) max sig.v=25 MPa unloading at 1000 kPa Standard Oedometer cell High stress cell 3 weeks 3 weeks (1) 12.5-25-50-100-200-5012.5-25-50-100-200-400800-(1000) (2)12.5-25-50-100-200400-800-200-50-100-200400-800-1600-2400-36005400-8100-12150-1822525000 In-situ suction undisturbed sample Aqualab 1/4 h Pressure plate (axis translation technique) + vapour equilibrium technique (VET) several months Notes SWCC determination undisturbed sample ATT: 10-50-250-500-1000-1500 kPa VET:2-10-22-37-80-220 MPa Shear test (in sito suction) undisturbed sample (test1) sigv=405-716-1120 kN/m2 (test2) sigv=50-100-150 1 week for each test apply in sito suction before shear test Shear test for residual parameters saturated condition, disturbed sample, same density of undisturbed sample consolidate, than unload the sample 1. consolodation phase (max 1120 kN/m2) 2.unloading 3.reload to 50 kPa 4. shearing at 50 kPa 3 days to get residual parameters 26 10/10/2014 Material Properties Rock slab properties from RocLab: Sgci =99 GSI =50 Mi =17 D=0 (peak properties), D=0.7 (residual properties) One of the properties that most influences the behaviour of the model is the rock slab tensile strength. With the value determined using RocLab, the model doesn’t reach the stability: Clay-shale properties derived from literature and lab tests. (Cohesion, friction angle and tensile strenght increased with deep) Plastic models Section 17 not stable, higher parameters until SRF>1 New parameters: GSI 65 Tensile strength 1,25 27 10/10/2014 Inserting the joint on the top Why? - Similar fractures detected in the post 2014 landslide survey - In the model the formation of areas with high shear strain values behind the cliff may lead to the formation of similar fractures Properties: Parameters Enser Lab tests after 2006 landslide: Friction angle: 17-26 gradi, medio 24 gradi Residual friction angle: 10-16 gradi, medio 14 gradi Cohesion: 0-25 kPa, media 10 kPa (0,010 MPa) Residual cohesion: 0-5 kPa 80% Reduction: Properties changed in Stage 7 •Young's modulus: 300 MPa (factor = 0.2) •Peak tensile strength: 0.0096 MPa (factor = 0.2) •Residual tensile strength: 0.009 MPa (factor = 0.2) •Peak friction angle: 5.6 degrees (factor = 0.2) •Peak cohesion: 0.008 MPa (factor = 0.2) •Residual Friction Angle: 3.92 degrees (factor = 0.2) •Residual Cohesion: 0.0064 MPa (factor = 0.2) 28 10/10/2014 5. Spostamenti SISTEMA 101 2 clinometri di superficie 1 fessurimetro 1 inclinometro fisso 2 estensimetri 3 celle di carico 1 piezometro 1 centralina meteo PERIODI DI MISURA dal 15/5/04 al 9/5/05 dal 15/9/07 al 17/12/09 SISTEMA 102 4 estensimetri 2 inclinometri fissi a due canali PERIODI DI MISURA: dal 18/12/04 al 14/4/05 (solo estensimetri) dal 21/5/07 al 6/11/07 dal 29/5/09 al 14/11/09 6. Modellazione: FLAC 3D • Analisi del comportamento generale della placca • Verifica del rapporto tra il contrasto di deformabilità e lo sviluppo di stress nella placca • Inserimento dei principali lineamenti strutturali Geometria semplificata 3D CONTINUO PICCOLA SCALA Stress nella placca (sezione) e conseguente depressione al centro della stessa (in basso) Geometria da DTM Vista della placca dall’alto, y=Nord FLAC 3D: intera placca Phase2: area del crollo del 2014 (sezione) Inserimento nel modello dei lineamenti strutturali individuati sul terreno e da foto aeree (sezione) 3DEC: area del crollo del 2014 CODE_BRIGHT: area della frana del 2006 29 10/10/2014 6. Modellazione: 3DEC • Simulazione 3D del crollo del 2014 (cinematica del crollo) • Ruolo dei sistemi di discontinuità 3D DISCONTINUO MEDIA SCALA • Effetto del diverso grado di sottoescavazione al piede dell’ammasso roccioso dovuta al flusso dell’acqua • Effetto dell’introduzione di sistemi di discontinuità “fully persistent” o con persistenza stimata da rilievi Grado di escavazione al piede dell’ammasso roccioso: - stimato da rilievo TLS - Ipotizzato da modello idrogeologico 6. Modellazione: CODE_BRIGHT GID In collaborazione con il Prof. Tom Schanz, Ruhr Universitat Bochum Nguyen-Tuan L., Spreafico M.C., Datcheva M., Borgatti L., Schanz T. , A coupled hydro-mechanical analysis of slope instability processes in San Leo (RN, Italy), Proceedings of the 22nd UK Conference of the Association for Computational Mechanics in Engineering, 2 – 4April 2014, University of Exeter, Exeter. • Effetto della presenza della falda all’interno dell’ammasso roccioso sulla formazione degli stress • Comparazione di due modelli costitutivi viscoplastici basati sul Modified Barcelona Basic Model (BBM-VP), che tiene in considerazione il grado di saturazione e sul modello Drucker Prager (DP-VP), indipendente dalla suzione • Comportamento delle argilliti Impossibile v isualizzare l'immagine. 30
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