VISION N. 49 - Unindustria Reggio Emilia

POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, DCB REGGIO EMILIA
MARZO 2014
49
Vision
il punto di vista degli industriali reggiani
welfareaziendale
18
32
52
Welfa-RE
Osservatorio
Cuneo fiscale
sulla Società Reggiana
58
Ricerca
e Innovazione
Imprese Reggiane
2
n° 49
MARZO 2014
Rivista trimestrale
di Unindustria Reggio Emilia
Vision
il punto di vista degli industriali reggiani
05
L’OPINIONE
Giovanni Montorsi
06
IMPRESE REGGIANE
18
ARTICOLO DI COPERTINA
Welfa-RE
20
WELFARE AZIENDALE A MISURA DI TERRITORIO
Giovanni Scansani
26
IL WELFARE AZIENDALE NON È UN COSTO MA UN INVESTIMENTO
Intervista a Antonio Manzoni
Direttore Responsabile
Giulio Paterlini
Redazione
Assoservizi srl
Progetto grafico
Hammer Communication srl
30
WELFARE, LE ESPERIENZE AZIENDALI A REGGIO EMILIA
32
OSSERVATORIO SULLA SOCIETÀ REGGIANA
35
IL “SENTIMENT” DEI REGGIANI
Enrico Finzi
43
LA PERFORMANCE DELLE IMPRESE MANIFATTURIERE
DELLA PROVINCIA DI REGGIO EMILIA 2010-2012
Stefano Cenni e Riccardo Ferretti
Editore
Assoservizi Srl
Via Toschi 32 – 42100 Reggio Emilia
Stampa Tecnograf spa
Stampato e diffuso in 7.500 copie
Pubblicità
Pubblì - Concessionaria Editoriale srl
C.so Vittorio Emanuele 113 • Modena
Tel. 059 212194
Gli articoli presentati possono non rispecchiare le posizioni
di Unindustria Reggio Emilia
che comunque li ritiene un contributo
sul piano dell’informazione e dell’opinione.
52
CUNEO FISCALE
53
PRESSIONE FISCALE
Dolores Carnemolla
56
LE RICHIESTE DELLE IMPRESE IN MATERIA FISCALE
Alberto Viappiani
58
RICERCA E INNOVAZIONE
60
REGGIO EMILIA E LA SFIDA DELL’ECONOMIA GLOBALE
DELLA CONOSCENZA
Arturo Tornaboni
62
INTERVISTA AD AIMONE STORCHI
64
HORIZON 2020
Renato Brevini
68
RETE IES
70
DAL SISTEMA
74
VOLONTARIATO
76
UNINDUSTRIA NOTIZIE
Unindustria Reggio Emilia
Via Toschi 30/A - 42121 Reggio Emilia
tel. 0522 409711• Fax 0522 409793
www.unindustriareggioemilia.it
MAGGIO 2014: RAFFORZARE L’EUROPA
PER RAFFORZARE L’ITALIA
Gli industriali italiani sono da sempre animati dalla visione degli Stati Uniti
d’Europa. Una scelta che, mai come in questi mesi, è messa in dubbio da
quanti accusano l’Unione di ogni male. All’euro, così come all’Unione incompiuta possiamo dare molte colpe, ma non quella di aver danneggiato
la nostra competitività, le cui fragilità, come ben sappiamo, ha radici ben
piantate nell’enorme debito pubblico, nell’inefficienza, nell’iniquo sistema fiscale, nella burocrazia, nei profondi squilibri territoriali e nella grave
crisi di fiducia nei confronti della politica.
Oggi è in Europa che si trovano alcune delle leve indispensabili per la
crescita. In tale prospettiva ci auguriamo che il Governo Renzi operi nell’ambito europeo per contribuire a trovare convergenze istituzionali e
soluzioni comuni alla crisi. Alle politiche del solo rigore devono seguire
l’opinione
interventi che privilegino una crescita basata sull’industria. Sono indispensabili maggiori aperture, prima fra tutte la possibilità di scorporare la
spesa produttiva dal calcolo del deficit. Occorre introdurre obbligazioni
per finanziare infrastrutture e un programma di sostegno all’occupazio-
Giovanni Montorsi
Vice Presidente Unindustria Reggio Emilia
con delega all’internazionalizzazione
ne, dai giovani a coloro che perdono il lavoro in età matura. In tale prospettiva è indispensabile che nei prossimi giorni venga perfezionato il
cosiddetto Industrial Compact, vale a dire il patto europeo sull'industria
predisposto dalla Commissione in questi mesi.
Il 2014, come sappiamo, prevede due scadenze europee particolarmente significative per ciascuno di noi: le elezioni di maggio e, in autunno,
l’insediamento della nuova Commissione in concomitanza con il Semestre di Presidenza italiana del Consiglio UE. Nelle prossime settimane
Confindustria presenterà il proprio Manifesto dedicato all’Europa. Un documento che proporrà all’attenzione generale le dieci priorità per il prossimo ciclo istituzionale, indicando gli assi di intervento essenziali per
contribuire allo sviluppo del sistema produttivo europeo. Nei prossimi
mesi Unindustria Reggio Emilia proporrà all’attenzione dei reggiani questo Manifesto per contribuire, in tal modo, a un importante momento di
confronto sui destini dell’Unione Europea e del Paese.
Imprese Reggiane
imprese
reggiane
Si invitano le Aziende Associate della provincia di Reggio Emilia a segnalare notizie e avvenimenti sulle loro attività all’Ufficio Comunicazione di
Unindustria Reggio Emilia, tel. 0522 409723, e-mail: [email protected]. La scelta sarà poi compiuta dalla redazione di Vision.
CARLO IOTTI
L’azienda reggiolese attiva nel campo della progettazione, produzione e commercializzazione degli accessori
bagno ha partecipato per la prima volta a MosBuild, la
più importante fiera russa dedicata al mondo ceramico e
dei sanitari, svoltasi a Mosca. Con il team di Italia Bathroom ha presentato la sua collezione di alta gamma e rigorosamente “made in Italy”, che attinge dalla tradizione
artistica italiana. L’impresa ha anche appena realizzato
due nuove linee - Liberty e Diva Jewel - che seguono i
trend del momento. La collezione Liberty propone ango-
lari per box doccia in ottone cromato, ideali per risolvere
con efficacia i problemi di spazio degli ambienti moderni,
in uno stile minimal ed elegante. La stanza da bagno s’illumina grazie alla presenza di cristalli Swarovsky che decorano ed impreziosiscono la collezione Diva Jewel:
complementi d’appoggio (sapone, dosatore, bicchiere)
in vetroresina poliestere. Carlo Iotti inoltre è online con il
nuovo sito web. L’azienda infatti ha deciso di investire in
comunicazione e marketing aggiornando il proprio portale con una nuova grafica e nuovi contenuti.
La realtà di Albinea, specializzata in progettazione, sviluppo e produzione di tecnologia e soluzioni per impianti di mungitura, ha da sempre profuso grande impegno
nella ricerca e nel mantenimento di nuovi mercati. Forte
della sua presenza in oltre 70 paesi nel mondo, nei quali
esporta il 90% del turnover annuale, sbarca in Bangladesh. L’approdo in questo paese è stato “non convenzionale”, in quanto la strategia applicata è stata condotta mettendo in primo piano il training e la formazione dei
partners commerciali. Il Bangladesh è un paese a forte
vocazione zootecnica con un consumo pro-capite di soli
35 kg di lattiero-caseari, ma conta una popolazione di
160 milioni di persone con una “middle-class” in costante crescita, che sta mutando le abitudini alimentari
verso una condotta sempre più occidentale. La mungitura in Bangladesh è per la stragrande maggioranza manuale, ma la crescita dei consumi di latte e derivati obbligherà sempre più i produttori ad un’inversione delle
loro abitudini, verso la mungitura meccanizzata, per poter conferire - all’industria di trasformazione - un prodotto dal punto di vista organolettico di qualità e di sicura
igiene. Con questa impegno InterPuls conferma il suo
ruolo attivo nello sviluppo della filiera lattiero-casearia
nel sud est asiatico supportando con tecnologia e formazione i “Milk Producers” locali.
DONELLI VINI
Per la prima volta il Lambrusco di Sorbara Dop Spumante Brut Scaglietti (annata 2012) dell’azienda emiliana è stato segnalato da tre autorevoli guide, punto di riferimento accreditato per il pubblico e per gli operatori
del settore: la guida I Vini d'Italia de l'Espresso, e le due
guide del Gambero Rosso, Vini d’Italia 2014 e Berebene Low Cost 2014. Su oltre 25.000 vini assaggiati, la
guida I Vini d'Italia de l'Espresso ha premiato il Lambrusco di Sorbara Dop Spumante Brut Scaglietti con tre
bottiglie, evidenziando le caratteristiche: “pulito, fresco,
toni fruttati vivaci, palato di limpida precisione esecutiva,
molto gustoso”. Allo stesso vino, la guida Vini d’Italia
2014 del Gambero Rosso ha assegnato il prestigioso
riconoscimento dei due bicchieri. Su 45.000 campioni
degustati da un team di oltre 60 esperti, l’etichetta Donelli Vini è stata segnalata con una menzione speciale al
rapporto qualità/prezzo particolarmente favorevole. Dalla guida Vini d’Italia 2014 del Gambero Rosso alla guida Berebene Low Cost, sempre del Gambero Rosso,
diffusa in questi giorni, il passo è stato brevissimo. Il
Lambrusco di Sorbara Dop Spumante Brut Scaglietti ha
conquistato anche il premio qualità/prezzo Berebene
Low Cost tra più di 2.500 vini esaminati per ogni regione, reperibili in enoteca, in grado di esaltare le caratteristiche del vitigno e di raccontare il territorio. Secondo la
guida Berebene Low Cost: “il Sorbara 2012 è agile ed
elegante, fresco e disteso”. Anche la bottiglia testimonia
il felice incontro tra qualità, tradizione e design. Essenziale e dal profilo sinuoso, è stata progettata da Sergio
Scaglietti, il designer modenese celebre “sarto” della
Ferrari.
TECNOVE
Tecnove, tra i maggiori clienti di SSAB ha partecipato alla tre giorni di eventi dello Swedish Steel Prize: un concorso che premia le migliori innovazioni nel campo degli
acciai alto-resistenziali. All’evento di premiazione, celebrato a Stoccolma presso il Waterfront Congress Center, hanno partecipato oltre 500 persone di 45 nazionalità diverse ed è stato abbinato alle visite a due degli stabilimenti SSAB nel sud della Svezia: Börlange e Oxelösund. Il cuore dell’evento è stata sicuramente la cerimonia di premiazione e la serie di conferenze che l’hanno
preceduta. Il tema della giornata era Steel Moments e
tutti gli interventi hanno riguardato i momenti di definizione personale e professionale dei relatori e, su scala diversa, quelli di ogni lavoratore, responsabile, amministratore di una qualsiasi impresa. La conferenza è stata
aperta dal discorso di benvenuto di Martin Lindqvist,
presidente e CEO di SSAB. È intervenuto successivamente Jan Carlzon, ex presidente della Scandinavian Airlines, il cui discorso ha riguardato il momento della verità
quando il lavoratore incontra direttamente il cliente finale
e da questo incontro nascono le idee dalle quali scaturiscono i principali miglioramenti di un qualsiasi prodotto.
Infine, sono intervenuti Anna Bråkenhielm, produttrice televisiva, e Robert Kusén, vice presidente di SSAB One.
L’evento si è concluso con la cena di gala e la cerimonia
di premiazione che ha visto vincitore Mack Trucks con le
sue innovative sospensioni a “doppia Y” per camion che
migliorano le prestazioni di manovrabilità e stabilità e riducono gli spazi di frenata.
INDUSTREE
Prosegue con successo la collaborazione tra Mobiquity,
business unit di Industree Group specializzata nello svi-
7
Imprese Reggiane
6
INTERPULS
Imprese Reggiane
8
luppo di prodotti per la comunicazione mobile, e BlackBerry, che ha portato alla pubblicazione dell’app Immobiliare.it per smartphone BB10. Disponibile in download
gratuito dallo store di BlackBerry da inizio dicembre
2013, l’app Immobiliare.it è un altro importante progetto
che si aggiunge ai precedenti (Radio Deejay, Repubblica, Vini d'Italia 2013, Ristoranti d'Italia 2013, Il Sole24Ore) realizzati per BB10. Immobiliare.it permette la
ricerca degli immobili più vicini (in affitto, in vendita, da
costruire) e la loro localizzazione attraverso tre diverse
modalità: selezionando il comune, indicando l’indirizzo
oppure disegnando la propria area di interesse direttamente sulla mappa. È possibile impostare anche altri
parametri come il prezzo, il numero dei locali e anche un
luogo diverso da quello in cui ci si trova. La versione appena lanciata è stata progettata seguendo attentamente le guidelines di BlackBerry ed è ottimizzata per garantire la visualizzazione su schermi di ogni dimensione,
anche quelli degli smartphone dotati di tastiera Qwerty.
Offre la possibilità di salvare gli annunci preferiti e di
contattare direttamente l’agenzia immobiliare o il privato
che propone l’immobile.
TECNOPRESS
Tecnopress srl, azienda di Novellara leader nello stampaggio lamiera, costruzione stampi e saldatura metalli,
ha festeggiato il trentennale della sua fondazione in occasione della cena aziendale di fine anno, tenutasi presso il ristorante La Bussola. Dal 1983 infatti l’impresa di
proprietà della famiglia Cantarelli si occupa di stampaggio lamiera, saldatura metalli e costruzione stampi ed è
evoluta nel tempo diventando fornitrice di riferimento
per componenti metallici di importanti industrie. Nella
serata il management ha ringraziato gli oltre trenta dipendenti che erano presenti con le loro famiglie e ha
provveduto a consegnare loro attestati e gadget in ricordo della serata. Dopo il discorso e i ringraziamenti la
serata si è trasformata in festa dove operai, impiegati e
titolari hanno cantato e ballato fino a tardi, dimenticando
ruoli, organigramma e formalità.
ACCEDIS
Nata nel 2007, Accedis è una società di Consulenza Direzionale che fornisce soluzioni su misura per gli imprenditori e l’alta direzione. La società è formata da un
gruppo di professionisti senior con esperienza multidisciplinare e multisettoriale che da oltre 20 anni suppor-
tano le aziende con competenza, autorevolezza e managerialità in qualsiasi ruolo funzionale. Accedis collabora
inoltre con la Facoltà di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Torino. Queste peculiarità permettono ad Accedis di operare sia con le piccole e medie imprese che
con gruppi internazionali. I punti di forza di Accedis in
area strategica sono: supportare i cambi generazionali e
le start up, sviluppare progetti di internazionalizzazione
completi, implementare progetti di controllo di gestione
personalizzati “bottom-up”, definire le strategie di marketing e supportare l’area HR & Organizzazione, secondo
i principi della formula Accedis: conto economico =
persone + organizzazione. I punti di forza di Accedis in
area gestionale sono: ottimizzare i flussi e i processi
aziendali aumentando la redditività, migliorare l’efficienza nelle aree industriale e logistica, formare le risorse
sul campo per raggiungere l’indipendenza gestionale e
integrare in modo univoco la gestione ordinaria di tutte
le aree funzionali aziendali con: le necessità di compliance normativa, le specifiche richieste di clienti particolari, le necessità amministrative e contabili, le necessità del controllo di gestione, il sistema informativo esistente. Accedis ha sede legale ad Alba (CN) e sedi
operative a Reggio Emilia, Modena, Torino e Casale
Monferrato.
PRATI GROUP
L’azienda scandianese Prati Group ha presentato in
anteprima internazionale alla Fiera Domotex, che si è
svolta ad Hannover in Germania, il suo nuovo prodotto
per esterni denominato Hortus Woven. La novità che
Prati ha proposto ha riscontrato un grande interesse
tra gli oltre 40 mila visitatori che hanno fatto tappa a
questa importante kermesse del settore della pavimentazione, a cui hanno preso parte 1.400 aziende espositrici provenienti da 60 paesi. Hortus Woven inoltre è
stato esposto nell’area della fiera dedicata all’innovazione, dopo che una giuria di sei membri ha selezionato 62 innovazioni, verificandone le caratteristiche e il
punteggio nelle categorie: rilevanza per il target di riferimento, innovazione tecnologica, design e qualità. L’azienda inoltre ha ospitato nella sede di Bosco di Scandiano un corso di formazione relativo alle nuove frontiere della decorazione degli interni, a cui hanno preso
parte un centinaio di persone tra artigiani, architetti e
professionisti del settore. L’incontro a carattere formativo è stato introdotto dal Presidente di Prati Group,
Andrea Prati, che ha illustrato i nuovi progetti e i nuovi
CANOSSA EVENTS
C'è un luogo in Italia che ha dato vita ad alcuni dei più
grandi creatori di auto e che ancora oggi è la patria di
alcuni dei più famosi produttori al mondo di ‘sogni su
quattro ruote’. Nel 2000, all’inizio del nuovo millennio,
un gruppo di appassionati di Modena ha iniziato questo
progetto denominato Modena Cento Ore Classic, che è
diventato rapidamente uno degli eventi più apprezzati
dai migliori collezionisti e gentlemen drivers di tutto il
mondo. L’edizione 2014 si terrà dal 3 all’8 giugno tra
Modena, il cuore della Motor Valley, e Firenze, la culla
del Rinascimento, con una nuova serata sul mare nella
splendida Forte dei Marmi. La sezione “velocità” offrirà
un percorso da 4 giorni e 1.000 km, con 12 prove speciali sugli Appennini e 2 gare nei circuiti di Imola e Mugello, per un totale di circa 100 km di gare in pista e
100 km di prove speciali. La sezione “regolarità” seguirà
lo stesso percorso, offrendo 12 prove di media su strade chiuse al traffico e 12 prove cronometrate negli stessi circuiti, per un totale di 50km di giri in pista e 100km
di prove di media. Per entrambe le sezioni, paesaggi
mozzafiato e strade entusiasmanti. Al termine di ogni
giornata, le serate offriranno l’opportunità di rilassarsi e
di godere di una piacevole atmosfera: rinomati chef,
grandi vini toscani, locations uniche, intrattenimento musicale, cultura e arte, fino alla Serata di Gala conclusiva
nella “Accademia Militare di Modena”, all’interno dell’antico palazzo ducale.
ARCOLORS.COM
Comfort Zone, divisione skincare del Gruppo Davines,
ha commissionato ad Arscolor Interactive lo sviluppo
della campagna "spa longevity week" finalizzata a convertire i fan di Facebook in nuovi clienti. L’iniziativa è stata promossa attraverso la pagina Facebook di Comfort
Zone, resa maggiormente interattiva dallo sviluppo di
due tab: "longevity week" dava accesso ad una pagina
nella quale veniva comunicata la campagna e da cui era
possibile scaricare il coupon che dava diritto al trattamento scontato, per poter accedere al quale era neces-
sario cliccare su “mi piace”. In questo modo si raggiungeva il duplice obiettivo di aumentare i fan e di popolare
un database con lead commerciali (db building). "Store
locator", permetteva di individuare su una mappa geolocalizzata, centri benessere e spa aderenti all’iniziativa.
La campagna è durata circa sei settimane, ha comportato un aumento del 30% dei prodotti venduti nei centri
estetici su un totale di circa 15.200 prodotti venduti e
7.900 trattamenti realizzati, riuscendo nell’impresa di
portare gli utenti dall’ambiente online a quello offline: da
Facebook alle spa.
BREVINI FLUID POWER
Brevini Group sperimenta la dimensione dell’impresa “a
rete”. Il primo terreno di collaborazione mirata tra Brevini
Power Transmission, Brevini Fluid Power, BPE Electronics, OT Oil Technology, VPS e Iotti Cilindri saranno le
attività di marketing avanzate, quelle a valore aggiunto.
Brevini Network sarà una “rete aperta” e come primo
obiettivo si propone di condividere “a valore aggiunto”
strumenti operativi di sostegno alla vendita sia tradizionali sia digitali. Al meeting di avvio di Brevini Network
hanno partecipato Renato Brevini, Presidente Brevini
Group, Brevini Fluid Power e Brevini Power Transmission, Maurizio Brevini per Brevini Fluid Power, Stefano
Iotti (Iotti Cilindri di Reggio Emilia), Angelo Becchi (BPE
Electronics di Novellara), Fabrizio Cattani (Ot Oil Technology di Parma), Loris Saccani (VPS di Bologna). Il
team marketing Brevini Fluid Power farà da “motore”
per la nuova impresa a rete.
EMAK
Emak spa (MTA, STAR), uno dei maggiori player a livello
globale nella produzione e nella distribuzione di macchine, componenti e accessori per il giardinaggio, l’agricoltura, l’attività forestale e l’industria, rende noto che nell’esercizio 2013 il Gruppo ha registrato un fatturato
consolidato di 355,4 milioni di euro, in lieve crescita rispetto ai 354,8 milioni di euro dell’esercizio 2012. Le
prime stime mostrano un significativo miglioramento della posizione finanziaria netta passiva, scesa a circa 80
milioni di euro rispetto ai quasi 100 milioni di euro di fine 2012, principalmente grazie alla generazione di cassa prodotta dalla gestione operativa. I dati definitivi relativi all’esercizio 2013 saranno resi noti in occasione del
Consiglio di Amministrazione che approverà il progetto
di bilancio il 14 marzo 2014.
POSTE ITALIANE
Poste Italiane ha lanciato un nuovo progetto “PosteCloud”. La potenza del Cloud Computing consiste principalmente nell’erogazione di servizi e applicazioni non
più installate localmente presso infrastrutture del cliente, ma presso un’infrastruttura condivisa. Poste Italiane
possiede le capacità distintive necessarie per assicurare ai propri clienti un servizio ai massimi livelli: dalle elevate competenze tecnologiche, al rispetto della legislazione vigente in fatto di privacy, fino a una rete vendita
e di assistenza competente e capillare. PosteCloud si
articola in tre tipologie di offerta: virtualizza – permette
di utilizzare i server di Poste Italiane riducendo i costi
infrastrutturali IT; digitalizza – comprende i servizi di gestione documentale elettronica; comunica e collabora partnership tra Poste Italiane e Microsoft per la distribuzione di Office 365 integrata con i servizi cloud di
Poste Italiane: pec, firma digitale, conservazione sostitutiva.
GRISSIN BON e REGGIANA GOURMET
Alla vigilia della partecipazione della Grissin Bon alle
Beko Final Eight di Coppa Italia, tutta la prima squadra
e lo staff tecnico della Pallacanestro Reggiana si sono
ritrovati al Ristorante Adriano per partecipare al pranzo
organizzato dall’azienda sponsor Reggiana Gourmet
proprio in onore dei biancorossi. Il simpatico convivio ha
avuto come protagonisti assoluti i deliziosi prodotti dell’azienda che ha sede a Bagnolo: tutti gli invitati hanno
infatti molto apprezzato i cappelletti ed i tortelli e non si
sono fatti mancare il bis. Hanno fatto gli onori di casa il
presidente di Reggiana Gourmet Gianluca Salsi ed il
socio Matteo Cugini, accompagnati da Giorgio Cimurri,
promotore dell’accordo tra la Pallacanestro Reggiana e
Reggiana Gourmet. Al termine dell’incontro Gianluca
Salsi ha consegnato ad ogni giocatore un omaggio con
i prodotti di Reggiana Gourmet, mentre la squadra, per
ringraziare del piacevole pranzo, ha regalato ai rappresentanti dell’azienda la maglia da gioco del capitano Michele Antonutti firmata da tutti i giocatori.
ARTONI TRASPORTI
Impegni concreti per guardare al futuro: nel corso dell’anno, pur permanendo complessità ed incertezze legate all’andamento dell’economia italiana, Artoni Trasporti
investirà in nuovi progetti che garantiranno un amplia-
mento del portfolio verso nuovi settori merceologici, un
miglioramento dei servizi e dell’efficienza operativa. Sono infatti in fase d’implementazione la nuova linea di trasporti a temperatura controllata per il settore farmaceutico ed il nuovo piano organizzativo che posizionerà
sempre più il principale servizio aziendale nella messaggeria veloce. Tra gli impegni del piano industriale quinquennale che ha già fatto registrare significativi risultati
di miglioramento – tra cui il ritorno alla redditività operativa positiva – rientra inoltre l’accordo sottoscritto in
tempi rapidi coi sindacati di categoria, che ha aperto
una nuova fase di dialogo mirato al contenimento di costi ma soprattutto alla valorizzazione della professionalità che Artoni esprime da oltre 80 anni. Artoni, grazie a
questo sforzo comune di lavoratori e impresa, potrà così
garantire il mantenimento dei livelli occupazionali in tutte
le sedi operative attraverso l’utilizzo di ammortizzatori
sociali quali la cassa integrazione ordinaria e la mobilità
volontaria In questo contesto gli obiettivi economico-finanziari del gruppo prevedono per l’anno in corso un
fatturato sostanzialmente stabile ed un ulteriore miglioramento della marginalità.
ISI PLAST
Isi Plast spa, azienda leader in Italia nella produzione di
contenitori in plastica per il settore industriale, alimentare ed eco sanitario, continua il proprio cammino verso il
miglioramento del proprio lavoro. L’azienda - per raggiungere gli obiettivi prefissati - assicura che le prestazioni ambientali vengono controllate e sono in continuo
miglioramento. In relazione con la compatibilità ambientale, l’impresa definisce e comunica con regolarità a tutto il personale gli obiettivi da perseguire nell’ambito della salute e sicurezza sul lavoro, tendendo ad una integrazione sempre più completa tra i tre sistemi: “qualità”,
“sicurezza” ed “ambiente”. ISI Plast ha concluso il 2013
confermando il raggiungimento di importanti obiettivi in
termini di qualità, come la garanzia di riutilizzo del 100%
dello scarto riciclato nel processo produttivo, e la totalità degli articoli riciclabili grazie all’aumento esponenziale degli articoli realizzati in mono materiale. Il conseguimento di questi obiettivi dimostra l’impegno concreto e
quotidiano dell’azienda, in termini di qualità ambientale.
Allo stesso tempo ISI Plast ha impiegato ingenti risorse
nella crescita del personale, aumentando le ore dedicate alla formazione, con lo scopo di soddisfare sempre
meglio e con la massima professionalità i bisogni e le
necessità della clientela e del mercato.
11
Imprese Reggiane
Imprese Reggiane
10
servizi che l’azienda ha deciso di implementare nel
2014. Sono seguiti gli interventi di un tecnico dimostratore che ha presentato in diretta l’applicazione fisica dei prodotti e di un funzionario commerciale che ha
evidenziato i fattori chiave per proporre le finiture decorative alla clientela.
Imprese Reggiane
12
CASARINI
L’azienda Casarini di San Martino in Rio ha lanciato sul
mercato una nuova generazione di sollevatori elettrici denominata Maxan, nata per rispondere alle esigenze di sicurezza, efficienza e risparmio delle aziende, garantendo
un beneficio in termini di salute per i lavoratori. Questa
innovativa tipologia di macchinari è concepita in modo
versatile e personalizzabili con apposito organo di presa,
assecondando le esigenze dei clienti. Inoltre è sinonimo
di garanzia e risparmio poiché non necessita dell’uso di
patentini per la guida, non è sottoposta a controllo normativo e la manutenzione è ridotta al minimo. Inoltre, grazie al particolare sistema di sollevamento elettronico a
batterie, questi macchinari sono ecologici perché utilizzano energia pulita. Il loro impiego è possibile in molti
campi e con la versione inox sono utilizzabili anche nei
settori alimentare, farmaceutico, biomedicale e chimico.
E-LAND
E-land srl, società specializzata nella progettazione e
nella realizzazione di soluzioni di knowledge management, ha realizzato PUMAEnterpriseSearch, il motore di
ricerca per le aziende che vogliono avere sempre a portata di mouse tutti i documenti che rappresentano il patrimonio informativo dell’organizzazione. PUMAEnterpriseSearch è un motore di ricerca semantico che consente di analizzare i documenti attraverso tecniche avanzate
di intelligenza artificiale e di information retrieval, integrando gli algoritmi statistici e linguistici con specifiche
ontologie di dominio elaborate dagli esperti di E-land.
A differenza dei “classici” strumenti di ricerca non si limita alla fase di analisi, ma consente bensì di classificare i documenti sulla base del significato degli stessi, visualizzando i risultati della ricerca attraverso due modalità: alla lista dei documenti si affianca infatti un’interfaccia innovativa che consente all’utente di navigare attraverso una mappa grafica interattiva. PUMAEnterpriseSearch ha inoltre una caratteristica particolare rispetto
agli altri motori di ricerca, ovvero la possibilità di indicizzare qualsiasi tipo di documento indipendentemente
dalla loro allocazione fisica ma senza trasferire i dati dalla posizione originaria. PUMAEnterpriseSearch crea una
struttura dalla quale è possibile gestire tutta la conoscenza aziendale: dai documenti sul file server, alle mail,
ai documenti storicizzati nei vari software di gestione
documentale, alle pagine web, ecc., proteggendo cosi
gli investimenti già effettuati su altri strumenti e nel con-
tempo realizzare un unico punto di accesso alle informazioni garantendo altresì la sicurezza di accesso secondo
le politiche aziendali.
BENASSI
L’azienda ha ampliato il suo core business nel settore infrastrutture con l’implementazione della tecnologia “senza scavo” per quanto riguarda la manutenzione e riabilitazione delle condotte fognarie, acquedottistiche, gasdotti ed oleodotti. Questa tecnologia permette la riabilitazione in maniera non invasiva (senza scavo) di qualsiasi tipologia di condotta e di qualunque diametro. Ovviamente i risparmi in termini di tempi e costi sono notevoli in quanto è possibile riabilitare chilometri di condotte in pochi giorni. L’azienda ha da poco terminato la riabilitazione della condotta offshore che trasporta diesel
nel deposito Esso di Palermo. La linea lunga 1 km è stata riabilitata da mare verso terra in 1 settimana. È stato
il primo intervento in Italia di questo tipo ed il primo intervento eseguito dalla Exxonmobil, l’azienda petrolifera
americana più importante al mondo.
ITINERE
Itinere, dopo il lancio dell’attività di business incoming,
si è presentata ufficialmente come agenzia di viaggi e
turismo. Ha attivato per il 2014 nuovi pacchetti e si appresta a proporre tour e visite guidate studiati ad hoc.
L’azienda, per dimostrare quanto sia importante la qualità e il livello del servizio di ospitalità per fidelizzare i
propri clienti, ha lavorato affinché il territorio e le sue
aziende possano essere supportate nell’accoglienza dei
propri ospiti. Oltre ad offrire ai business visitors un servizio di transfer per aeroporti e stazioni, promuove il patrimonio culturale, ambientale ed enogastronomico valorizzandolo e presentandolo, in pacchetti strutturati. L'agenzia si propone come guida alla scoperta di Reggio
Emilia, Città del Tricolore, presentando la storia di questo territorio e del settore vinicolo che lo caratterizza,
assaporandone le peculiarità e gustandone gli aromi.
Sono previste degustazioni del re dei formaggi, il famoso Parmigiano-Reggiano, direttamente in un caseificio
della zona, di aceto balsamico tradizionale e molto altro
ancora.
BLULINK
Blulink comunica che Stefano Setti, direttore tecnico
Imprese Reggiane
14
dell’azienda è stato confermato nel ruolo di Direttore
Research & Innovation del PMI-NIC (Project Management Institute - Northern Italy Chapter) in occasione dell’assemblea, prolungando così la sua partecipazione attiva a questa importante associazione. Setti svolge da
anni attività di ricerca e di consulenza su Project e Risk
Management ed è autore di libri e pubblicazioni su temi
di management e organizzazione, oltre ad aver svolto
una lunga attività come docente a contratto presso la
Facoltà di Scienze della Comunicazione e dell’Economia dell’Università di Modena e Reggio Emilia, nell’ambito dei temi dei Sistemi Informativi e della Gestione
dell’Innovazione. L’azienda e i colleghi hanno rivolto le
proprie congratulazioni al dott. Setti per questo importante e impegnativo incarico.
UMANA
Il fenomeno delle reti d’impresa ha vissuto una consistente crescita nell’ultimo anno, passando dalle 553
Reti di ottobre 2012 alle 1.167 dello stesso mese del
2013: un successo considerevole, per uno strumento
che offre alle PMI la possibilità di affrontare sfide che
prima erano fuori dalla loro portata.
Un fenomeno che coinvolge anche il territorio di Reggio
Emilia, dove si contano oggi 54 contratti di Rete, per un
totale di 89 soggetti aderenti. Per questo Umana, Agenzia per il lavoro presente nel reggiano con le filiali di
Reggio Emilia, Reggiolo e Sant’Ilario d’Enza, nel rinnovare la propria convenzione nazionale con Confindustria
per il 2014, ha ritenuto di inserire anche una novità dedicata in particolare alle Reti d’Impresa e alle aziende
che vi aderiscono. Umana, che a dicembre scorso ha
organizzato il convegno “reti d’impresa e gestione delle
risorse umane” in collaborazione con RetImpresa, si
propone in questo modo come partner delle Reti per la
gestione del personale, utilizzando gli strumenti che le
sono propri. A fianco delle opportunità offerte dal Contratto di Rete, infatti, sono emerse nuove esigenze per
quanto riguarda la formazione, la valorizzazione e la gestione delle Risorse Umane. Esigenze per le quali Umana ha quindi costruito una proposta su misura, candidandosi a supportare le Reti quasi come un ufficio del
personale. Ad esse vengono offerti servizi specifici e
condizioni di massimo vantaggio: analisi gratuita delle
esigenze in termini di gestione delle Risorse Umane,
mappatura delle competenze presenti nella Rete ed evidenziazione delle esigenze, formazione gratuita per professionalità specifiche o per competenze trasversali,
mentre le condizioni di massimo favore riguardano l’utilizzo della somministrazione a tempo determinato, a
tempo indeterminato (staff leasing) e dell’apprendistato
in somministrazione.
BREVINI POWER TRANSMISSION
Brevini Power Transmission inizia in modo positivo l’anno 2014 grazie al potenziamento della propria rete commerciale. Le due nuove società filiali, aperte in Messico
e in Turchia, stanno portando nuovi clienti in settori di
mercato ad alto potenziale. Brevini de Mexico lavora in
sinergia con la consolidata filiale Brevini U.S.A. e segue
numerosi grandi clienti nord americani che hanno attività industriali delocalizzate nell’area messicana. Sono
clienti sofisticati, che trovano nella capillare presenza
Brevini un motivo concreto di soddisfazione e di business. Brevini de Mexico sta inoltre sviluppando il mercato saccarifero e l’industria delle estrazioni minerarie.
Brevini Reduktor a Istanbul trae beneficio dal trend positivo del mercato turco e medio orientale. Infatti, al di là
delle turbolenze finanziarie congiunturali, la Turchia sta
diventando una vera potenza manifatturiera. Brevini Reduktor lavora nel settore siderurgico, nel trattamento acque e nella cantieristica navale.
WARRANT GROUP
Warrant Group ha appena costituito, nella forma della
società consortile a responsabilità limitata, un laboratorio di ricerca denominato “Officina dell’Innovazione”,
giuridicamente equiparato alle Università e ai Centri di
Ricerca. Si tratta di una fucina creativa e dinamica, di
nuove idee e di nuovi progetti, orientata principalmente
alla ricerca industriale con l’obiettivo di trasferirne poi i
risultati alle aziende e i cui utili saranno interamente
reinvestiti nelle attività di ricerca e di trasferimento tecnologico. In particolare, le attività di ricerca saranno
condotte sia direttamente, attraverso le competenze e
le strutture tecnico/organizzative interne e dei Laboratori di Ricerca partner, sia attraverso le joint venture, le
collaborazioni e le partnership, con strutture universitarie e professionali altamente qualificate, docenti e ricercatori universitari, e centri di ricerca presenti sul territorio nazionale, europeo e internazionale, pubblici e privati. I servizi spazieranno dalla ricerca industriale per mettere a punto nuovi prodotti, processi o servizi allo sviluppo precompetitivo vero e proprio; dal trasferimento
tecnologico al public funding.
Focus su prodotti alimentari; nanoscienze, nanotecnologie e materiali; biologia, medicina,
biotecnologie ed elettromedicale; energia ed
efficienza energetica; meccanica e meccatronica; costruzioni. Con particolare riguardo alle nuove tecnologie di produzione e industriali. Come la stampante 3D che rivoluzionerà il
mondo del business.
ERREVI SYSTEM
Errevi System, società reggiana specializzata
in consulenza ICT strategica, si è aggiudicata
una gara pubblica indetta dal Comune di Modena, per la fornitura di soluzioni e consulenza per il rinnovo dell’infrastruttura di storage.
Punto di forza dell’azienda reggiana è stato il
punteggio tecnico, che le ha permesso di superare le 13 aziende competitor riconosciute
a livello nazionale. Per Errevi System questo
risultato rappresenta un’ulteriore conferma
dell’elevato livello di competenza raggiunto,
che anno dopo anno viene riconosciuto dal
mercato, permettendole di consolidare e incrementare anche i risultati economici. Anche
la divisione Business Solutions guadagna
nuove quote di mercato; grazie infatti alla soluzione di Engineering Document Management dedicata a general contractors e società di ingegneria, Errevi System ha concluso un nuovo progetto con un’importante
realtà lombarda leader, anche sui mercati
esteri, nella produzione di compressori e impianti frazionamento aria. Alla luce di questi
successi, l’azienda inizia il 2014 con un importante piano di sviluppo territoriale, che la
porterà entro il 2016 a rinforzare la propria
presenza in Lombardia e in Veneto.
PREGEL
Si è da poco conclusa la 35° edizione del Sigep di Rimini, la più importante fiera internazionale della gelateria, pasticceria e panificazione artigianali. Per PreGel, l’azienda reggiana leader nel settore degli ingredienti per gelateria e pasticceria, questa manifestazione è
stata l’occasione per superare il già grande
successo ottenuto nella precedente edizione
Imprese Reggiane
16
e per riaffermare una volta di più il suo ruolo di punto di
riferimento indiscusso e di trendsetter nel settore. Lo
stand PreGel, con i suoi oltre 1000 metri quadri, è stato
centro assoluto di interesse della manifestazione, e a
PreGel appartengono sia il lancio della novità più acclamata del Sigep, che il premio più ambito del salone: il
gelato artigianale di Violetta, frutto di un accordo esclusivo con Disney Italia, ha avuto un fortissimo successo
di pubblico e grande risonanza mediatica (un servizio
sul TG5 e numerosi riferimenti sulla stampa); il premio
“Mille idee per un gusto-gelato dell’anno”, conferito dall’Associazione Italiana Gelatieri, è stato assegnato alla
ricetta Etrusco, creata da Roberto Galligani, membro
del team di gelatieri PreGel. La chiave del successo di
PreGel è sempre la stessa da quasi 50 anni: innovazione continua, presidio dei mercati ed un forte rapporto
con la clientela.
MEDICI ERMETE
È stata ospite della cantina Medici Ermete una delegazione di opinion leader americani esperti del settore
agroalimentare, in visita a Reggio Emilia e città limitrofe.
A guidare la delegazione Derek Mercer responsabile del
bar di Spiaggia, il locale preferito da Michelle Obama
che nel menù del suo rinomato bar propone, a fianco di
alcuni champagne, 50 tipi di vini italiani, tra i quali spicca il lambrusco Medici Ermete accompagnato da ricette
a base di Parmigiano Reggiano e aceto balsamico. Il
potenziale dei prodotti agroalimentari reggiani all’estero
è elevatissimo, basta farne conoscere l’originalità, la genuinità e la semplicità. Da anni Medici Ermete pratica
con successo l’incoming di opinion leader sul nostro
territorio per esportare i valori più genuini della tradizione agroalimentare.
REDOX
La prototipazione rapida delle schede elettroniche è
sempre più un problema. La tecnologia delle schede è
arrivata a gestire il montaggio dei componenti con precisione di pochi centesimi di millimetro. Componenti come BGA, Fine Pith, e passivi 0201 necessitano di posizionamento e montaggio automatico. In passato le campionature di schede erano assemblate a mano all’interno del laboratorio, oggi non è più possibile per le dimensioni ed il tipo di componenti utilizzati. Qualsiasi
azienda deve quindi andare incontro a spese ingenti
perché per assemblare pochi pezzi necessita di impianti
uguali a quelli di produzione e il tempo di assemblaggio
è normalmente lungo, perché si usano per la campionatura le stesse macchine della produzione. Redox ha realizzato, grazie anche a un finanziamento della Regione
Emilia Romagna, un progetto finalizzato alla riduzione
dei tempi e dei costi per la preventivazione on-line e la
prototipazione di schede elettroniche, con caratteristiche innovative. La preventivazione avviene completamente on-line in meno di un minuto, con un risparmio di
alcuni giorni, normalmente impiegati nella preventivazione tradizionale. Gli impianti produttivi sono ridotti al minimo, le lamine spesso non sono necessarie, con risparmio di tempo e di costi. On line esistono aiuti e documenti per la realizzazione dei PCB per gli utenti meno
esperti. Il programma Free Commodity automatizza la
gestione dei componenti. La codifica Redox, consente
di usare i componenti a bordo macchina senza l’impiego di manodopera. In cambio della manodopera risparmiata Redox regala i componenti, con notevole vantaggio del cliente. Le prototipazioni sono assemblate su
una linea dedicata alle piccole produzioni, quindi il tempo di risposta è breve, massimo 3 giorni. I vantaggi per
l’utente (laboratorio, scuola, università, azienda) sono un
notevole risparmio sui costi (montaggio più economico e
componenti passivi gratis) e sui tempi (preventivo immediato, scheda in pochi giorni).
TEDESCHI GOMMA SINTETICA
L’azienda Tedeschi Gomma Sintetica srl - che da oltre
60 anni produce articoli tecnici in gomma per l’industria
e ha sede a Cadelbosco di Sopra - sta implementando
un progetto di riorganizzazione dei processi in ottica
lean manufacturing. Questo impegno è stato intrapreso
per venire incontro alle attuali esigenze del mercato,
sempre più orientato alla richiesta di piccoli volumi e di
prodotti personalizzati. I nuovi processi consentiranno
all’impresa di fornire un servizio migliore nella riduzione
dei tempi di consegna, una maggiore flessibilità nel realizzare la grande varietà di articoli richiesti ed una maggiore elasticità nel rispondere all’esigenza di basse
quantità. Questo obiettivo permetterà alla Tedeschi
Gomma di soddisfare pienamente le esigenze delle
aziende clienti che già applicano la produzione “snella”
al loro interno. L’azienda ha ottenuto la certificazione
ISO 9001:2008 nell’anno 2010, rinnovata nel maggio
2013 con assenza di non conformità, giusto riconoscimento dell’impegno di tutto il personale alla corretta implementazione del Sistema Qualità aziendale.
il welfare
19
una rete di opportunità
Il progetto “Welfa-RE” promosso da Unindustria Reggio
Emilia prevede principalmente tre aree di intervento.
IL PROGETTO DI WELFARE AZIENDALE
DI UNINDUSTRIA REGGIO EMILIA
In un contesto in cui le risorse per i servizi e il welfare pubblico sono sempre meno
e i bisogni della popolazione aumentano sempre più, a fronte anche di fenomeni
di invecchiamento demografico, le imprese possono svolgere un ruolo cruciale, integrando l’azione del pubblico. È in questo ambito e clima che possono nascere
nuove forme di attenzione da parte delle aziende alle necessità dei dipendenti, oggi
definite come iniziative di “Welfare Aziendale". Non sempre le dimensioni contenute e le poche risorse a disposizione permettono però all’impresa di attuare iniziative idonee a sostenere i bisogni espressi dai propri collaboratori.
Il Progetto Welfa-RE di Unindustria Reggio Emilia offre una rete di servizi a cui
ogni singola azienda può accedere in base alle proprie necessità. Si tratta di un’iniziativa volta a diffondere la cultura del welfare aziendale e a offrire alle imprese elementi e strumenti di facilitazione nell’attivazione di piani di welfare. In particolare prevede l’attivazione di un portfolio di convenzioni con enti e società che
possono offrire servizi, a condizioni agevolate e pacchetti diversificabili e personalizzabili in base alle necessità delle aziende, dei dipendenti, delle dimensioni aziendali e, naturalmente, delle possibilità di investimento.
Gestione del reddito
Grazie alla partnership con Welfare Company, è possibile per l’azienda acquistare a costi agevolati per i propri dipendenti voucher spendibili nella maggior parte dei supermercati della provincia. È stata inoltre creata una card che
consente ai dipendenti di ricevere una scontistica significativa presso diversi esercizi commerciali della provincia,
cartolerie, teatri, studi medici e dentistici e così via.
Gestione dei figli
Attraverso la convenzione con Coopselios, potranno essere attivati campi estivi e invernali a tema e laboratori didattici (settimane in fattoria, campus in lingua; campus musicali; ecc.) per offrire un’assistenza qualificata ai figli dei
dipendenti. L’accesso al campus può avvenire anche senza interventi di costo per l’azienda, ma con la semplice adesione gratuita al progetto e il pagamento a carico del dipendente di una tariffa agevolata. Inoltre sarà possibile usufruire di specifici posti riservati in alcuni asili nido convenzionati e progettare percorsi di doposcuola anche per ragazzi fino alla terza media.
Gestione degli anziani
Con il supporto di Italiassistenza, può essere attivato un
call center dedicato ai dipendenti delle aziende che aderiranno pagando un contributo annuale. Il call center permetterà di offrire in tempi rapidi (due ore per le veglie diurne e notturne urgenti e 24 ore per gli altri servizi convenzionati) e a costi convenzionati le prestazioni di assistenza socio-sanitaria per i propri parenti anziani o disabili residenti anche fuori provincia.
GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO
Promuovere la cultura del Welfare all’interno delle aziende,
anche in quelle di dimensioni più piccole, favorendo la diffusione delle best practices, in particolare presenti sul ter-
ritorio diffondendo la conoscenza di strumenti e opportunità.
Mettere a disposizione delle aziende associate una rete di
servizi e opportunità a cui ogni azienda potrà accedere in
base alle proprie specifiche necessità e possibilità di investimento.
Fornire attraverso partner specializzati una consulenza personalizzata per l’attivazione di piani di welfare aziendale e
la predisposizione degli strumenti relativi.
Offrire soluzioni che, attraverso la conciliazione dei tempi
di cura e di lavoro, possano auspicabilmente avere ricadute positive in termini di aumento della serenità sul lavoro dei collaboratori aziendali nonché della presenza sul lavoro e, auspicabilmente, della produttività aziendale.
Offrire soluzioni che sappiano tradursi in un abbattimento dei costi per l’azienda e nella valorizzazione degli importi da questa erogati verso i propri dipendenti.
Promuovere azioni rivolte verso le istituzioni locali e i parlamentari locali perché alle iniziative di welfare siano riconosciute più ampie agevolazioni contributive e fiscali.
È stato presentato il 21 gennaio scorso presso la sede di Unindustria Reggio Emilia il Progetto “Welfa-RE”. Un’iniziativa
rivolta alle imprese associate per supportarle nell’introduzione di innovative forme di welfare aziendale. Nel corso dei
lavori, dopo i saluti del Presidente Stefano Landi, sono intervenuti, tra gli altri, Stefania Sala (Artioli & Sala Consulting)
che ha illustrato la leva strategica delle tecniche di motivazione del personale nei momenti di crisi. È stata poi la volta di Giovanni Scansani (Welfare Company) che ha illustrato le potenzialità di un sistema integrato di welfare aziendale. Infine, Antonio Manzoni (RWA Consulting - De Filippo &
Associati) ha concluso concentrandosi sui vantaggi fiscali di un sistema di welfare aziendale.
Articolo di copertina
Articolo di copertina
18
Articolo di copertina
20
di Giovanni Scansani
CEO Welfare Company Srl - Milano
WELFARE AZIENDALE COME WELFARE INTEGRATIVO
Tendenze irreversibili come la riduzione delle opportunità
derivanti dal Welfare Pubblico, l’incremento della durata
della vita media, il progressivo invecchiamento della popolazione, le difficoltà di conciliazione tra tempo di cura e tempo di lavoro, la crescita dell’occupazione femminile e la riduzione dimensionale della famiglia (prima, storica e tuttora, spesso, fondamentale “agenzia” di Welfare) si traducono in bisogni che riguardano tutti coloro che lavorano
e che, quindi, toccano da vicino tutte le imprese, di qualsivoglia dimensione e settore, nelle cui organizzazioni questi aspetti della vita entrano direttamente. Queste sono alcune delle macro-evidenze che spiegano le ragioni della
crescente domanda di Welfare integrativo espressa dai lavoratori italiani. Una condizione dell’oggi presa in seria considerazione da quelle aziende che hanno compreso come
non si possa più prescindere dalla necessità di stabilire un
nesso diretto tra il conseguimento degli obiettivi di business ed il soddisfacimento delle esigenze di benessere della popolazione aziendale. Ed è bene anche aggiungere che
il Welfare Aziendale non è più un argomento riservato solo
alle grandi imprese: è, infatti, considerato sempre più come
un elemento strategico anche da parte delle PMI. Certamente, in base alla dimensione aziendale, cambiano gli spazi di manovra che la “leva fiscale” consente di sfruttare in
funzione della riduzione del “cuneo”, con un evidente maggiore vantaggio per le grandi realtà, ma ciò non toglie che
anche le PMI possano disporre di un sufficiente spazio ope-
rativo per trovare alcune iniziali risposte aiutate, in alcuni
casi, da una leva che potremmo definire “territoriale” e che
le PMI sono in grado di azionare con maggiore facilità. Alludiamo a tutti quei casi in cui i governi locali (Regioni, Province e talvolta singoli Comuni) o le associazioni rappresentative del mondo dell’impresa, attivano servizi dedicati in stretta collaborazione con l’offerta di Welfare disponibile sul territorio di riferimento, creando virtuose sinergie
con il privato sociale e con operatori specializzati in servizi di supporto ai PWA: il “Progetto Welfa-RE” rientra esattamente in questa casistica ed è un’opportunità per le imprese reggiane che, se sfruttata opportunamente, oltre a
generare ricadute locali positive, potrà avere anche il pregio di rappresentare un esempio “esportabile” in altre aree
territoriali.
AGEVOLAZIONE FISCALE PER IL WELFARE AZIENDALE
I nuovi bisogni all’ordine del giorno giustificano nuove logiche di management delle Risorse Umane e nuove prospettive dalle quali guardare al ruolo sociale che le imprese sono chiamate a svolgere. Tutto ciò, beninteso, in base
a logiche che non sono di tipo paternalistico.
Il Welfare Aziendale è per l’impresa un investimento strategico pianificato prefissando ben precisi ed attesi livelli di
ROI con i quali non solo rifinanziare nel tempo il PWA, ma
poter incrementare le performance di alcuni indicatori fondamentali per la corretta gestione dell’impresa (tra questi:
attrazione e conservazione in Azienda dei collaboratori migliori, produttività, qualità, efficienza, accresciuto coinvolgimento del personale rispetto al raggiungimento dei risultati di business e sviluppo, sotto il profilo del complessivo
trattamento previsto per i dipendenti, di una capacità distintiva dell’impresa rispetto ai suoi diretti concorrenti).
Per centrare gli obiettivi del budget da destinare al PWA ed
ottenere gli attesi ritorni economici e di “clima”, le Aziende sono
aiutate da una disciplina fiscale un pò datata ma, pur sempre favorevole (Artt. 51 e 100 del D.P.R. 22/12/1986 n.917).
Contraendosi (e in molti casi azzerandosi) i margini di manovra sulle componenti cash delle retribuzioni, la riscoperta di questa disciplina fiscale ha fornito la base normativa per intervenire, soprattutto nel quadro della contrattazione di secondo livello.
Vi sono, però, alcuni aspetti critici. Da un lato, s’incontra
il limite rappresentato dalle soglie di defiscalizzazione e
di esenzione contributiva (che sono anacronistiche rispetto alla funzione di sostegno al potere di spesa che dovrebbero assicurare ai lavoratori: chissà perché le imposte si
pagano a valori correnti, mentre le esenzioni o le deducibilità restano ferme per decenni agli stessi importi o alle
21
Articolo di copertina
I
l Welfare Aziendale non è una “scoperta” dell’oggi. Le sue prime manifestazioni risalgono a quasi duecento anni or sono, praticamente quando nacque
la fabbrica. Da allora, passando per le tante fasi dello sviluppo del mondo del lavoro, l’attenzione per gli
uomini e le donne impiegati nei processi produttivi è maturata nel passaggio dal concetto di “forzalavoro” a quello di “capitale umano” e ha trovato crescente importanza nella contrattazione collettiva, fino
ad assumere decisamente la definizione di Welfare Aziendale e con questo binomio caratterizzare specifiche parti degli accordi di regolazione del rapporto di lavoro.
Oggi siamo di fronte ad una “ri-scoperta” dei meccanismi
del Welfare in azienda aiutata dall’emersione di una ricca
casistica di Piani di Welfare Aziendale (PWA) la cui adozione o il cui ampliamento è stato favorito dagli effetti della crisi economica e dal manifestarsi di “nuovi bisogni”, derivanti dai cambiamenti socio-demografici iniziati ben prima della crisi, ma che la crisi ha più rapidamente spinto verso la ricerca di risposte.
trattualmente assunti dall’Azienda proprio con l’intento di
riconoscere il rimborso, totale o parziale, della fruizione
di servizi di rilievo sociale (laddove, invece, se riconosciuti in maniera unilaterale e quindi come liberalità ne è pre-
vista l’esenzione fiscale e la decontribuzione). È del tutto evidente che penalizzando la bilateralità si finisce per
negare ciò che invece, sempre più spesso, le parti sociali mirano ad introdurre proprio nell’ambito della contrat-
tazione (sia di primo che di secondo livello).
Un aggiornamento normativo sarebbe necessario anche
sul fronte della soglia di esenzione per i fringe benefit di
cui all’Art. 51, comma 3 del T.U.I.R.: la soglia defiscalizza-
ta stabilita per escludere dal reddito imponibile le prestazioni ricevute in natura (qui rientrano iniziative meritorie tra
le quali il “carrello della spesa” o la concessione di voucher per gli acquisti) è ferma a €. 258,23 da moltissimi anni
e non è mai stata neppure adeguata all’indice ISTAT.
Fortunatamente altri importanti ambiti d’intervento (spese
per asili nido, borse di studio, campus estivi) non incontrano limitazioni (Art. 51, comma 2, lett. f-bis) del T.U.I.R.
e su questa base un primo impianto di Welfare Aziendale è certamente realizzabile, anche in contesti d’impresa
di piccole dimensioni.
Per le PMI (ma non solo) diventa interessante poter costruire legami di rete con la finalità di arrivare a rappresentare una
sufficiente “massa critica” in grado di ottenere sul mercato
condizioni migliorative per offrire ai lavoratori prestazioni e
servizi altrimenti più costosi, così come ricco di possibilità
si sta dimostrando il terreno delle iniziative territoriali di tipo
associativo che si pongono la medesima finalità.
MENO CASH... PIU’ CASH. CON I “FLEXIBLE BENEFIT”
Dove conduce, sul piano strettamente economico, l’introduzione del Welfare in Azienda? Si sta consolidando uno
scenario nel quale la contrattazione ha condotto ad un’evoluzione delle politiche retributive che, muovendo da iniziali logiche esclusivamente monetarie, è pervenuta a più
strutturate e (per i dipendenti) più gratificanti formule di cd.
total reward, nelle quali una parte della retribuzione fissa
e/o di quella variabile (premio di produzione) può essere
riconosciuta o convertita, a seconda dei casi, in una serie di beni, servizi e prestazioni coerenti con le necessità
del singolo collaboratore (e/o della sua famiglia) o con quelle di categorie omogenee di dipendenti.
Questa impostazione apre le porte all’introduzione di un
insieme di misure che l’azienda offre ai lavoratori con l’intento di:
• aumentare il benessere individuale e/o familiare dei dipendenti sotto il profilo economico e sociale;
• generare positivi effetti sul piano organizzativo (riduzione assenteismo; maggiore produttività);
• perseguire obiettivi di ottimizzazione fiscale e contributiva (con apprezzabili saving gestionali in riduzione del “cuneo fiscale”);
• aumentare il potere d’acquisto per i beneficiari dei PWA
e per le loro famiglie (che ricevono beni, servizi e prestazioni che comunque avrebbero dovuto acquistare sul mercato, ma fruendo di un beneficio fiscale altrimenti assente e di condizioni economiche di miglior favore, perché
espresse da una domanda “collettiva” che l’azienda o una
rete di imprese o un provider specializzato ha potuto far
valere presso le realtà di offerta).
• aumentare il valore del capitale umano (grazie all’incremento dell’engagement dei dipendenti ed una migliorata capacità di attrazione e fidelizzazione degli elementi migliori);
• introdurre o sviluppare nuove e costruttive relazioni con
le OO.SS. e i lavoratori;
• accrescere l’immagine aziendale grazie all’attenzione che,
in tal modo, può essere rivolta anche verso altri stakehol-
23
Articolo di copertina
Articolo di copertina
22
medesime aliquote), dall’altro lato, vi è il tema della grande contraddizione che riguarda proprio alcune delle
principali materie del Welfare Aziendale: ci si riferisce all’indeducibilità che colpisce gli impegni che siano stati con-
Articolo di copertina
24
der tra i quali la stessa la Collettività locale (il Welfare Aziendale, infatti, genera ricadute positive nei termini di una domanda aggiuntiva di beni e servizi che non potrà che riguardare l’economia del territorio, essendo quella domanda il
risultato di bisogni espressi in loco da chi in quel territorio vive e lavora: il Welfare Aziendale ha, infatti, il pregio di
non essere delocalizzabile).
Caratteristica dell’introduzione del Welfare in Azienda, per-
professionali. Per l’Azienda i benefici più rilevanti dell’esternalizzazione sono quelli che derivano dal supporto ricevuto in tutte le fasi del programma (da quelle di analisi preliminare, ideazione e costruzione del PWA, sino alla sua
gestione amministrativa ed alla sua manutenzione nel tempo). L’esternalizzazione dei servizi di supporto consente,
inoltre, il mantenimento della massima libertà di scelta circa il fornitore al quale i dipendenti intendono rivolgersi: il
ché questo consegua diffusamente i suoi obiettivi, dev’essere una tendenziale completezza dell’offerta rispetto alle
esigenze individuali e famigliari dei lavoratori che potranno, così, avvalersi in maniera flessibile del Welfare integrativo.
lavoratore, infatti, è in tal caso sempre libero di rivolgersi
a quello a lui più gradito o a quello al quale si stava già rivolgendo prima dell’introduzione del PWA.
Alcune soluzioni innovative e di immediata applicazione possono essere poste a corredo del PWA incrementandone
il valore complessivamente percepito perché hanno un interessante impatto sul “vissuto” economico della complessiva manovra, rappresentando servizi a valore aggiunto destinati a dare al PWA una dimensione più completa.
OUTSOURCING E SERVIZI A VALORE AGGIUNTO
L’operatività dei Piani di Welfare Aziendale può essere potenziata grazie all’outsourcing e all’assistenza di provider
È il caso, ad esempio, dell’introduzione di soluzioni basate sulla concessione di Voucher in funzione di Buoni Acquisto ad integrazione del reddito
(sfruttando, anche in tal caso, la fiscalità favorevole): nelle impostazioni più evolute questi titoli di
servizio, pur circolando su reti predefinite, consentono di accedere ad una sufficiente gamma di beni
e servizi che, coerentemente con le finalità del
PWA, completano il panorama dell’offerta messa
in campo dal datore di lavoro.
Inoltre, l’introduzione di Voucher di questo tipo consentirà al dipendente di fruire di una serie di sconti e di promozioni che i partner dell’operatore gestionale (in genere “catene” di supermercati,
punti vendita dei principali marchi del settore dell’abbigliamento, della cura della persona, degli accessori per l’infanzia, dell’ottica, dello svago e della cultura) solitamente offrono sotto forma di coupon che corredano il carnet dei Voucher stessi
(un'altra fonte di incremento del valore economico complessivo messo a disposizione del dipendente, senza alcun costo aggiuntivo per il datore
di lavoro).
Il “Progetto Welfa-RE”, oltre a specifici Voucher del
tipo appena descritto, introduce anche un servizio reso disponibile sul territorio tramite una Rete
Dedicata composta da realtà commerciali e di servizio le cui offerte sono coerenti con gli obiettivi
generali del Welfare Aziendale: presso tali realtà
i dipendenti potranno rivolgersi ed essere riconosciuti come beneficiari del “Progetto” semplicemente esibendo un’apposita Card associata a promozioni e sconti in grado d’incrementare il valore complessivo delle opportunità offerte dal Piano (la Card
è accettata da operatori locali appartenenti a differenti ambiti merceologici e di servizio: dall’abbigliamento alle palestre, dagli alimentaristi ai prodotti per la cura della casa e della persona, sino
agli studi medici ed odontoiatrici).
In definitiva, quindi, anche le PMI hanno un sufficiente ventaglio di opportunità con le quali attivare, se non un completo Piano di Welfare Aziendale, almeno un primo set iniziale di formule di sostegno sulle quali poter costruire nel tempo un percorso con i propri dipendenti destinato ad incrementare il valore del capitale umano in azienda che,
come sappiamo bene, è uno degli asset fondamentali per affrontare la competizione ed aspirare ad
un duraturo successo.
il welfare aziendale
non è un costo
ma un investimento
Intervista a Antonio Manzoni di RWA Consulting, società di consulenza
specializzata nello sviluppo di programmi di welfare aziendale
Cosa si intende per welfare aziendale e perché cresce l’attenzione
e l’importanza per queste iniziative?
Sotto il “cappello”, ormai di linguaggio comune, di “welfare aziendale” stanno
tutti quegli interventi contrattati o unilateralmente decisi dall’azienda orientati al sostegno delle esigenze personali e familiari dei lavoratori. A prima vista
il welfare aziendale di oggi non è molto differente dalle iniziative “paternalistiche” di alcuni decenni fa o alle ancora precedenti erogazioni chiamate “provvidenze”. Ciò che è cambiato in realtà è il tessuto aziendale, economico e so-
ciale oltre alle criticità che la crisi, ancora in corso, ha manifestato negli ultimi anni. Da una parte le difficoltà del welfare pubblico, dall’altra il manifestarsi di nuovi bisogni da parte dei lavoratori. Tanto più che tali bisogni sono sempre più differenziati e richiedono risposte non solo monetarie ma soprattutto
in termini di servizi direttamente fruibili da parte delle persone. Sempre più di
frequente la sfida dell’innovazione del welfare aziendale è stata colta anche
dal sindacato, che ha incontrato e mediato le proposte aziendali stipulando accordi innovativi che in molti casi hanno permesso di “autofinanziare” le iniziative e renderle stabili nel tempo. Ma queste osservazioni da sole non
spiegano il recente successo del welfare aziendale. Sempre di più l’impresa è conscia che il benessere del proprio dipendente è fattore di maggiore fidelizzazione e produttività, tanto del singolo quanto del gruppo.
L’utilità dimostrata dalle esperienze esistenti sia in termini di efficienza aziendale che di benessere dei lavoratori mostra che un’ulteriore fase di sviluppo del welfare aziendale non solo è possibile, ma merita il sostegno di tutti,
anche del potere pubblico.
La normativa vigente limita o incentiva l’utilizzo di welfare aziendale?
Non entro nel merito degli articoli 51 e 100 del TUIR e delle Circolari/Risoluzioni ed interpretazioni a supporto ma è inevitabile andare alla fonte: TUIR, ovvero Legge 917 del 1986. Un impianto normativo che ha circa 30 anni! Difficile rispondere se limita o disincentiva il WA, sicuramente non ne aiuta lo sviluppo ed anche la tenuta nel tempo. Mi spiego: l’impianto normativo dell’articolo 51 è molto semplice, in poche parole dice che sono reddito di lavoro dipendente tutte le somme ed i valori percepiti all’interno del rapporto di lavoro
stesso. Sempre l’Art. 51 individua poi specifiche deroghe al principio della tassabilità delle somme e dei valori erogati alla generalità dei dipendenti, nel senso che tali norme individuano espressamente alcuni componenti che non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente o vi concorrono soltanto parzialmente. È evidente che le aziende sono interessate, specialmente in questi
ultimi anni, a riscoprire ed avviare iniziative che, non costituendo reddito di lavoro, non hanno imposizione fiscale in capo al dipendente e contributiva in capo
all’azienda. Il punto di attenzione dunque è: quali sono le iniziative che il TUIR
ci dice che non costituiscono reddito di lavoro ed i limiti di valore?
frontarlo con modelli di misurazione adeguati. Le variabili da considerare sono
diverse perché lo sviluppo di un Programma di Welfare Aziendale può coinvolgere più funzioni aziendali ed i ritorni possono essere sia qualitativi (clima
aziendale, fidelizzazione, relazione con gli stakeholder, comunicazione e immagine aziendale, ecc) ma anche quantitativi (es: produzione, livello di assenteismo, costi diretti ed indiretti, effetti finanziari e fiscali, ecc). Diviene quindi necessaria un’attenta analisi delle variabili (ogni azienda/settore può avere le sue)
e la loro “misurazione” e ponderazione. Non possiamo negare che per avviare iniziative di Welfare Aziendale sono necessarie risorse economiche (e finanziarie, almeno in prima fase) ma è anche dimostrato che i ritorni ci sono, si vedono e si misurano. Dobbiamo quindi considerare il Welfare Aziendale non come
un costo ma come un investimento. A volte, nel dubbio, prima di prendere una
decisione dovremmo farci una domanda: quanto mi “costa”, o meglio mi potrebbe costare domani, il non fare nulla oggi (cioè nessuna iniziativa di Welfare Aziendale)?
Quindi quali consigli si sente di dare alle aziende?
Non è necessario avviare un programma di WA particolarmente articolato perché sia di successo, ma sono importanti alcuni accorgimenti. Innanzitutto conoscere i propri dipendenti: per “conoscere” intendo inquadrare il mix di genere (donna/uomo), le classi di età, la composizione della loro famiglia (non
solo i “fiscalmente a carico”). Questo perché per soddisfare dei bisogni è necessario individuarli e conoscerli. In secondo luogo informarsi sulle “buone prassi” che altre aziende hanno avviato, perché si possono rivelare importanti punti di riferimento. Inoltre occorre porre la giusta attenzione alle risorse economiche e finanziare (analisi di costo/beneficio) necessarie, perché non rimanga un’iniziativa isolata ma stabile nel tempo, solo così si avranno ritorni tangibili ed importanti. Infine è importante considerare il welfare all’interno delle politiche aziendali strutturali, indipendentemente che sia considerato come fattore retributivo o di incentivazione, come veicolo per cambiamenti organizzativi o come semplice attenzione al benessere del proprio dipendente (e della
sua famiglia).
Il welfare aziendale può essere alla portata delle PMI?
Le grandi e le piccole-medie imprese si trovano in situazioni molto diverse in
relazione alla possibilità di avviare programmi di welfare e di trarne vantaggio.
Fino ad ora sono state principalmente le grandi aziende ad aver avviato programmi strutturati di WA, ma oggi le PMI hanno molte più opportunità rispetto solo a pochi anni fa. C’è stata una diffusione di informazioni sul WA (attraverso media, convegni, incontri, ecc.) che ha permesso anche alle PMI di accedere ad una conoscenza strutturata sul tema senza dover investire in formazione ed evitando così che il WA rimanesse un fenomeno circoscritto alle
grandi imprese. Il mercato inoltre si è arricchito di nuovi fornitori di welfare e
di providers di servizi, che hanno sviluppato anche infrastrutture di supporto
(portali) che, con limitate personalizzazioni (quindi limitati costi), permettono
lo sviluppo e la gestione delle iniziative anche alle PMI. Infine ci sono iniziative che nascono dal territorio, attraverso le istituzioni e le associazioni, che stanno avviando soluzioni di sistemi condivisi di WA – proprio come WelfaRE per
Reggio Emilia – che consentono di aumentare la capacità innovativa e attrarre “massa critica” per sviluppare politiche integrate di territorio.
29
Articolo di copertina
Articolo di copertina
28
Sono iniziative e limiti del 1986. Iniziative che rispecchiavano le esigenze di
una popolazione di 30 anni fa e limiti rimasti invariati. Gravi incertezze riguardano anche le condizioni di vantaggio fiscale per l'utilizzazione delle opere e
dei servizi di utilità sociale (Art 100): le ultime risoluzioni prevedono che esse
debbano essere “volontariamente sostenute”, e ciò sembra, ingiustamente, escludere il vantaggio fiscale se il beneficio è contemplato da un accordo. Questo
vuol dire non poter inserire le iniziative previste nella “contrattazione collettiva” (non sarebbe “volontaria”, ma contrattuale).
E tutto ciò cosa significa?
Due sono le osservazioni da sottolineare. Innanzitutto che negli ultimi anni si
stanno sottoscrivendo molti accordi di 2° livello che hanno introdotto iniziative di WA. In secondo luogo che l’Art 100 individua, tra le altre, iniziative di “utilità sociale” tra cui anche l’assistenza ad anziani e/o persone con disabilità. Se
consideriamo che uno dei bisogni più importanti, evidenziati dalle indagini fra
i lavoratori dipendenti è oggi proprio l’assistenza a persone anziane (genitori) e/o non autosufficienti, diviene evidente come l’Art 100 del Tuir non sia allineato alla realtà odierna. Con queste poche premesse diviene per me facile
dire che la normativa vigente limita il WA, perché non è più allineata al contesto economico e sociale di oggi.
Quale sarebbe il primo ostacolo da eliminare per un miglior sviluppo del WA?
Più che ostacoli da eliminare ci sarebbe da chiedersi quale dovrebbe essere
l’obiettivo del WA. Prima dicevo che il WA di oggi, in termini di iniziative, non
è molto distante dalle “provvidenze” del passato (anche perché sono le stesse consentite dal quadro normativo, allora come oggi), quindi sarebbe interessante collocare il WA nel contesto economico e sociale di oggi e soprattutto domani. Oggi ci ritroviamo, da un lato, lo Stato che fatica a mantenere un
livello adeguato di welfare e, dall’altro, una popolazione con bisogni mutati ed
aumentati, per effetto di fenomeni socio-demografici (anziani e grandi-anziani, non autosufficienza, ecc), o socio-economici (occupazione giovanile, diminuzione del potere d’acquisto, riduzione delle reti sociali di protezione, ecc).
In questo contesto le imprese possono pertanto svolgere un ruolo cruciale integrando l’azione del pubblico, sviluppando sinergie di iniziative e risorse. È
evidente però che se si chiede alle aziende, quindi ad un soggetto privato, di
rendere stabili delle iniziative di welfare aziendale nel tempo, anche per integrarsi e diventare complementari e sussidiarie al welfare State, è necessario
un disegno organico. Mi riferisco ad un quadro normativo di riferimento, sia fiscale che di lavoro, che ne stabilizzi i vantaggi e li renda più aderenti al contesto economico e sociale di oggi; all’individuazione delle iniziative di integrazione fra welfare state e WA, individuando ed incentivando le azioni/iniziative
a maggior impatto sui bisogni sociali emergenti e preminenti, e a misure ed
azioni di diffusione e conoscenza.
Quanto costa dunque intraprendere la strada del Welfare Aziendale?
L’impegno delle aziende, in termini di Welfare Aziendale, si è da subito orientato all’individuazione di modalità di valutazione e rendicontazione delle misure avviate. Gli strumenti utilizzati, solitamente, hanno rilevato l’aderenza delle
misure ai bisogni dei dipendenti, la soddisfazione dei lavoratori rispetto a quanto realizzato e la qualità del clima interno all’organizzazione. Ma il Welfare Aziendale è anche un tema economico (per le aziende) ed è quindi necessario af-
WELFARE
le esperienze aziendali a Reggio Emilia
WALVOIL
Da sempre l’azienda Walvoil ha mostrato attenzione e
sensibilità alle tematiche del welfare aziendale, in sinergia con il territorio. Queste indicate sono alcune delle iniziative realizzate recentemente.
Progetto ‘smoke free’: campagna di sensibilizzazione e promozione della salute.
Realizzazione nel 2011 di
un corso pilota di 15 ore
di formazione/informazione per 11 partecipanti; alla conclusione del percorso, effettuato in collaborazione con il servizio
medico ‘Luoghi di Prevenzione’, centro regionale gestito da ASL, Comune, 2 persone hanno smesso
di fumare.
Convenzioni a favore dei dipendenti con
varie strutture: negozi, banche, servizi,
sport, salute, formazione, ecc...
Servizio di Navetta Aziendale Reggio/sede di Bibbiano/Reggio (istituito nel 2011 – media di 50 utilizzatori
giornalieri).
Progetto di conciliazione “Qualità al tempo” (maggio 2012 – maggio 2014): presentato in collaborazione con l’azienda Lombardini srl e in sinergia con l’Amministrazione Comunale di Reggio Emilia, ha visto l’assegnazione
di un finanziamento ex legge 53/00, per la realizzazione di un mix di interventi fra servizi di supporto esterno alla conciliazione e servizi interni aziendali “salvatempo”, con l’evidente finalità di sistematizzare buone prassi,
offrendo opportunità di facilitazione e conciliazione dei tempi di lavoro e vita ed introducendo servizi alle persone. Il
progetto ha permesso di attivare i servizi di fattorino azien-
dale; campi estivi, soggiorni estivi, tempo lungo asili e servizi di doposcuola per figli di dipendenti.
Sono inoltre state attivate politiche aziendali di attenzione
nella concessione del part-time e della flessibilità oraria a
dipendenti per esigenze familiari.
SERIGRAFIA 76
Le dipendenti donne di Serigrafia 76 rappresentano una
maggioranza schiacciante, molte delle quali hanno figli in
età prescolare e scolare. La necessità di pensare e strutturare azioni innovative a favore della conciliazione è sorta spontanea, nell’ottica di migliorare la gestione dei tempi tra vita, lavoro e famiglia, migliorare la qualità della vita
dei dipendenti, favorire un miglior clima aziendale e raggiungere migliori risultati in termini di produttività.
La “Giornata della mamma che lavora” è un’attività pensata per tutte le mamme lavoratrici, oltre che i papà, per far
conoscere il posto di lavoro ai propri figli e trascorrere del
tempo con loro all’interno dell’azienda.
Il servizio di baby-sitter aziendale è completamente finanziato dall’azienda. È indirizzato ai figli dei dipendenti e funziona a chiamata. Serigrafia 76 inoltre ha realizzato una convenzione con una struttura storica del territorio montecchiese (Campo Estivo Comunale), che consentirà ai figli dei
dipendenti in età compresa tra i 5 e i 12 anni, di partecipare gratuitamente al campo estivo, da fine giugno a metà
agosto, per tutti i giorni lavorativi, mattina e pomeriggio.
Infine, l’iniziativa denominata “Benessere Donna” si concretizza attraverso un ciclo di seminari, totalmente dedicati alla salute delle donne, in cui intervengono medici che
forniscono suggerimenti e spiegazioni utili a migliorare la
conoscenza del proprio corpo.
REXNORD FLATTOP EUROPE
Rexnord Flattop Europe srl ha partecipato, nel 2011, al bando emesso dal Ministero Politiche per la Famiglia, volto alla
realizzazione di azioni positive per la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro, presentando un progetto arti-
LOMBARDINI
Per Lombardini le persone sono la risorsa strategica più
rilevante, il cuore di tutto il processo. Lombardini investe
ingenti risorse nel processo di formazione e sviluppo delle differenti carriere, per raggiungere livelli di eccellenza e
rispettare ognuna delle individualità che fanno dell’azienda uno dei leader mondiali di settore.
L'azienda crede che, nel mercato competitivo odierno, le
aziende abbiano la responsabilità in primis di mantenere
e sviluppare il business, ma anche di creare un ambiente
di lavoro che abbia un impatto positivo sul benessere fisico, psichico, emozionale e sociale delle persone che delle aziende fanno parte.
In Lombardini la persona è considerata come unica e il rispetto delle persone come driver per ispirare le migliori policy di Welfare Aziendale, per creare un luogo di lavoro in
cui le persone si sentano di valere.
Per questo l’azienda ha tra l’altro aderito al Progetto per
la conciliazione dei tempi di lavoro e di cura della famiglia
finanziato dalla L. 53/00 anno 2012/2014 in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia e Walvoil proponendo
azioni quali:
• Fattorino Aziendale
• Campi estivi per i figli dei dipendenti 0-12
• Soggiorni estivi per bambini 6-12
• Dopo scuola per bambini 6-12
• Prolungamento dell’orario di scuole materne e nidi della provincia
• Supporto, in collaborazione con strutture del territorio, a
dipendenti con carichi familiari pesanti
• Traduttore dei segni per i dipendenti sordomuti
• Convenzioni per i dipendenti (negozi, servizi, salute...)
31
Articolo di copertina
Articolo di copertina
30
colato il cui fine era riuscire a dare un aiuto ed un servizio
aggiuntivo a tutti i dipendenti con figli ma senza appoggi
familiari.
Il percorso “family friendly” dell’azienda di Correggio ha quindi ottenuto il finanziamento per sovvenzionare servizi di dopo
scuola, baby parking e campi estivi per tutti i figli dei dipendenti.
Grazie a questo progetto ed al finanziamento ottenuto, i
dipendenti che ne hanno fatto richiesta, hanno potuto usufruire di questi nuovi servizi. Dopo l’open day di ottobre
2010, dedicato ai familiari dei dipendenti, ed il children’s
day, in ottobre 2011, che ha rivolto particolare attenzione
ai figli dei dipendenti, Rexnord ha voluto con il progetto “family friendly” dare un ulteriore segno di attenzione nei confronti dei propri collaboratori, dando una risposta alle effettive esigenze delle famiglie.
osservatorio
sulla società reggiana
33
Società reggiana
Società r
32
“SENTIMENT”dei reggiani
il
osservatorio sulla società reggiana
di Enrico Finzi
sociologo, presidente AstraRicerche
TRA SPERANZA E INCERTEZZA
Mercoledì 11 dicembre 2013 al Teatro Ariosto, Unindustria Reggio Emilia ha organizzato il tradizionale Incontro di fine anno dal titolo “2014: tra speranza e incertezza”. Un nuovo momento di riflessione sulle prospettive per il 2014 per comprendere da un lato le dinamiche territoriali, dall’altro i temi caldi dell’agenda del
Paese. Nel primo caso attraverso l’annuale indagine realizzata da Enrico Finzi, Presidente di AstraRicerche, che mira a raccogliere l’opinione dei cittadini reggiani
sulla città ed il proprio futuro; nel secondo attraverso l’intervista di Andrea Cabrini, Direttore Class CNBC Italia, ad Alberto Orioli, Vice Direttore de Il Sole 24
Ore, sulle previsioni nazionali ed internazionali.
Nel novembre 2013 è stata realizzata l’ormai tradizionale indagine demoscopica che Unindustria Reggio Emilia commissiona da sette anni ad AstraRicerche: essa è stata realizzata tramite 500 interviste telefoniche somministrate col
metodo CATI (Computer Aided Telephone Interviewing) a un campione rappresentativo dei cittadini italiani maggiorenni residenti a Reggio Emilia e nella provincia, pari a circa 425.000 adulti.
La prima informazione raccolta ha riguardato la percezione dell’andamento della crisi economico-sociale in questo territorio. Ebbene, il campione si spacca
all’incirca a metà tra coloro (48%) che percepiscono il continuo aggravamento della crisi e coloro (45%) che avvertono invece il suo rallentamento, seppur irregolare, ‘a macchie di leopardo’ (ossia con cospicue differenze a seconda delle aree geografiche e/o dei settori produttivi). Gli ottimisti, dunque, prevalgono di poco, considerando che il 7% degli intervistati è certo che una ripresa diffusa sia in atto. Le risposte in dettaglio si possono vedere nella tabella A.
È interessante notare che il pessimismo è maggiore della media presso i giovani 18-34enni (54%), le casalinghe (54%), gli appartenenti ai ceti medio-bassi e bassi (63%) ma anche gli imprenditori/dirigenti/professionisti (61%). Il picco si registra tra i lavoratori autonomi, visto che i commercianti, gli esercenti
e gli artigiani toccano un drammatico 78%.
Il ‘clima’ appare in lieve miglioramento rispetto a un anno fa, quando coloro che
si dicevano certi dell’ulteriore peggioramento arrivarono al 56%. Da questo punto di vista, almeno a fine 2013, la società reggiana si presentava sul filo del
crinale, seppur con un’incertezza meno cospicua rispetto al resto del Paese,
convinto nello stesso momento che la crisi continui a ‘picchiar duro’ per oltre
il 60% dei nostri connazionali.
Sin qui abbiamo visto il dato generale. Viene ora da chiedersi quale sia la condizione socio-economica degli intervistati e dei loro cari: diamo un’occhiata alla
‘torta’ che segue. Come si nota, tale condizione appare non positiva per il 54%
degli intervistati: per l’esattezza molto negativa per il 18% e negativa per un doppio
Società reggiana
35
Società reggiana
34
36%. Anche qui le accentuazioni negative riguardano i lavoratori autonomi (78%),
le casalinghe (63%), i salariati (59%), i soggetti con reddito personal/familiare medio-basso e basso (77%) ma anche gli imprenditori/dirigenti/professionisti (61%).
L’ATTUALE SITUAZIONE PERSONALE
Quanto al trend dell’ultimo anno, esso appare non confortante, se è vero che
gli insoddisfatti del proprio status sono cresciuti di sette punti percentuali (dal
47% al 54%). Quel che è certo è che, pure in questa provincia, il 2013 è stato un anno particolarmente difficile per le famiglie: basti dire che il 59% degli
intervistati dice di aver risparmiato meno negli ultimi dodici mesi, il 54% di avere ridotto i consumi e il 22% di esser stato costretto a ‘tagliare’ la qualità dei
beni e dei servizi acquistati. Tale arretramento complessivo ha coinvolto maggiormente i gruppi sociali medio-bassi e bassi, i salariati e i lavoratori autonomi con le casalinghe, i membri di famiglie numerose.
Nel contempo, il confronto tra i Reggiani e l’insieme degli Italiani segnala una
rilevante peculiarità della provincia: in tutta la Penisola, infatti, coloro che a
fine 2013 descrivevano come negativa o molto negativa la propria condizione materiale ammontavano a ben il 75%, con un divario di ventun punti percentuali rispetto al reggiano. Giocano qui alcuni vantaggi rilevanti di questa
provincia: la maggior forza del sistema produttivo, un minor impatto della disoccupazione e del precariato, un miglior funzionamento dello Stato Sociale, il carattere stesso della popolazione (più attivo, battagliero e solido che
altrove).
Tale gap a favore dell’area è ancora più accentuato sol che si considerino le
previsioni a un anno fatte dagli intervistati con riferimento a sé e ai propri cari:
infatti, al termine dell’anno scorso solo il 30% degli Italiani prevedeva un qualche miglioramento della propria situazione socio-economica o – in taluni casi
– la sua ‘stabilità positiva’; i Reggiani si dimostravano invece ottimisti in quasi la metà dei casi (per l’esattezza per il 49%).
A ben guardare, tale differenziale tra quest’area e l’intero Paese è sempre esistito ma colpisce il suo incremento progressivo nel tempo: fu infatti del 4% nel
2010, del 5% nel 2011, del 6% nel 2012 e del 19% nel 2013. Il recente, forte allargarsi della ‘forbice’ indica con ogni probabilità che Reggio e la provincia sono al ‘giro di boa’, anticipando il resto dell’Italia, il che lascia sperare che
il 2014 sia qui davvero un anno di svolta positiva.
Una conferma viene dall’analisi del pessimismo dei Reggiani a un anno, il quale risulta consistente (42%) se l’attenzione si fissa sull’Italia, minore se si concentra sulla regione emiliano-romagnola (29%), ancora inferiore se si riferisce
alla provincia (24%), infimo se riguarda l’intervistato (23%). Qui il confronto
coi dati nazionali mette in luce un evidente calo del mood negativo, anche per
quel che attiene al Paese nel suo insieme (negli ultimi dodici mesi si è passati dal 52% al 42%).
A proposito di immagine del futuro, come di consueto è stato esplorato anche il sentiment dei Reggiani per quel che riguarda loro stessi e le loro famiglie: ebbene, come mostra la ‘torta’ riportata nella pagina seguente, il campione si spacca a metà, con gli ottimisti che sfiorano il 49%: specie i laureati (62%), gli imprenditori/dirigenti/professionisti (67%), i soggetti con status superiore alla media (70%), coloro che hanno 0-14enni in famiglia (55%).
All’opposto, il pessimismo va poco al di sopra del 51%, risultando concentrato soprammedia tra i lavoratori autonomi (ben 89%), le casalinghe (61%),
i salariati (58%), i soggetti con alla licenza elementare o media (61%), coloro che hanno reddito e consumi medio-bassi/bassi (64%), i non internauti (58%). Tale ‘fotografia’ risulta sostanzialmente allineata a quella della fine
del 2012.
37
Società reggiana
Società reggiana
36
LA CRISI A REGGIO E PROVINCIA (Tabella A)
Secondo la tradizione di questo Monitor periodico, svolto da AstraRicerche
per Unindustria Reggio Emilia, sono state analizzate le previsioni a cinque anni
espresse dagli intervistati per quel che attiene a Reggio e alla sua provincia:
esse possono essere lette nella tabella qui sotto, la quale fornisce per ogni
voce il voto medio in una scala da 1 (massimo del pessimismo) a 10 (massimo di ottimismo).
LE PREVISIONI CIRCA I TREND A MEDIO TERMINE DI ALCUNI ASPETTI DI REGGIO EMILIA
E DEL REGGIANO: VOTI MEDI
In altri termini, la maggioranza dei residenti adulti è certa che entro la fine del
2018 si registreranno peggioramenti significativi per quel che attiene alla qualità etica della classe dirigente (58%), alla sicurezza (55%) e al risparmio delle famiglie (53%); quasi la metà ipotizza un aggravamento riguardante la giustizia sociale (48%) e l’occupazione stabile e dunque non precaria (48%) oltre che per l’accoglienza degli extracomunitari (46%); un certo pessimismo riguarda anche i trends a medio termine della qualità e dell’efficienza delle amministrazioni locali (44%), della tutela dell’ambiente (42%) e dell’occupazione dei giovani (41%).
Ma si osservano anche previsioni maggioritarie nettamente positive circa l’export delle imprese reggiane nel mondo (59%), la competitività delle aziende
della provincia (53%), il sistema sanitario (51%); sfiorano il 50% le ipotesi predittive riferite ai rapporti familiari (47%) e al mix di scuola, università e formazione anche aziendale (46%); infine, una performance discreta vale per quel
che attiene all’evoluzione positiva della qualità della vita (41%).
L’insieme dei dati considerati obbliga a parlare di coesistenza di luci e ombre.
Tra le prime spiccano quelle legate alle imprese del territorio, le quali – ancor
più che nel recente passato – si configurano come un grande punto di forza
della società reggiana. Ormai è lontana l’epoca dell’ostilità anti-industriale e
– più in generale – anti-imprese: queste ultime risultano legittimate e sostenute dal consenso collettivo in quanto fornenti occupazione e reddito, protagoniste dello sviluppo e dell’auspicata ripresa della provincia, oggetto di una
sorta di identificazione ‘local-patriottica’ che le rende assai più amate delle imprese italiane in generale.
Può essere interessante fare un confronto con il Monitor realizzato alla fine del
2012. Rispetto ad allora si registra un modesto incremento del pessimismo
a medio termine circa l’integrazione degli extracomunitari, i rapporti familiari e
le attività culturali. All’opposto, è significativo l’aumento dell’ottimismo collettivo circa lo sviluppo economico della provincia, legato anzitutto all’export, il
turning point dell’occupazione non precaria (in particolare quella dei giovani),
le stesse possibilità di crescita professionale, la diminuzione della diseguaglianza sociale, il mix strade/ferrovie/trasporti, quello scuola/università/formazione,
mentre appaiono un po’ meno spesse – rispetto a un anno prima – le preoccupazioni prospettiche circa l’ordine e la sicurezza e persino la qualità etica della classe dirigente (da anni il maggior punto debole della società reggiana).
È stato poi approfondito il tema dell’‘agenda’ a Reggio e nella provincia, ossia delle cose da fare, degli obiettivi da perseguire: il tutto anche tenendo conto del prossimo appuntamento elettorale. Diverse domande sociali risultano
largamente maggioritarie, a volte con un consenso pressoché universale: esse
riguardano la necessità di favorire la crescita e l’occupazione, di accrescere
il sostegno ai ceti e agli individui più deboli, di favorire il credito alle imprese
(incluse quelle cooperative) che lo meritano, di difendere il Welfare. Non basta: la gran parte degli intervistati (ed elettori) segnala l’importanza di accrescere gli investimenti in cultura e ricerca, di tutelare maggiormente l’ambiente, di sviluppare la green economy, di indurire la lotta alla criminalità (sia quella ‘micro’, sia specialmente quella grande e organizzata), di valorizzare le donne in ogni ambito.
I Reggiani risultano assai attenti anche ai modi e agli strumenti del governo
locale: condividono la ricerca del consenso e della coesione sociale, l’ascol-
39
Società reggiana
Società reggiana
38
IL SENTIMENT AUTORIFERITO A BREVE
Sala del Tricolore – Municipio di Reggio Emilia
41
Articolo di copertina
Società reggiana
40
to e il coinvolgimento dei cittadini, la collaborazione tra pubblico e privato (nell’ambito della quale si auspica una maggior produttività del ‘pubblico’). Si nota,
rafforzantesi negli anni, una critica serpeggiante alla governance e al government, desiderati più aperti e trasparenti, da modificare profondamente tramite una significativa auto-riforma della politica e delle amministrazioni.
Quanto alle richieste specifiche, domina il tema della mobilità, ossia del miglioramento della viabilità e dei trasporti nella Bassa e nell’Appennino (84%) oltre che dei trasporti pubblici nel capoluogo (78%). Per quel che attiene a quest’ultimo, l’intera provincia chiede il recupero e il rilancio del centro storico (74%)
oltre che lo sviluppo della cosiddetta ‘Area Nord’ (70%). Si afferma anche per
la prima volta la domanda di uno sviluppo organico della cosiddetta ‘Area Vasta’, a partire dalla stazione centro-padana e su vari assi estesi anche ad altre province (Mantova, ecc.: 65%). Forte appare anche il desiderio, per la prima volta registrato da questo Monitor, di una maggior vivibilità serale dei paesi e delle città (il 65% li vorrebbe più animati, vivaci, illuminati, ecc.). E colpisce infine l’attenzione ad un tema specifico come quello dello sviluppo della
Fiera anche tramite alleanze (62%).
La conclusione è, nell’insieme, positiva: Reggio Emilia e la sua provincia appaiono pronte a decollare dopo i quasi sei anni della più grave crisi dal Dopoguerra; guardano con prudente ottimismo al proprio futuro, pur tra tante ansie e preoccupazioni; pretendono buon governo, nell’ambito di un potenziale
accrescersi della mobilità elettorale; confermano il tradizionale orientamento
all’innovazione.
A quest’ultimo proposito va ricordato che solo il 16% degli intervistati si descrive come conservatore dell’esistente o addirittura re-azionario (nel senso
del ritorno nostalgico al ‘bel tempo andato’); l’84% si definisce favorevole al
cambiamento, anche se ora gli innovatori moderati (62%) sono quasi il triplo
di quelli forti e intensi (22%). I duri anni passati, infatti, hanno determinato non
tanto il rigetto dei mutamenti quanto la perdita d’intensità della cultura dell’innovazione (gli innovatori moderati nell’ultimo biennio sono ‘volati su’ dal 48%
al 62%). Appaiono cresciuti i bisogni di rassicurazione e di protezione ma, nel
complesso, i Reggiani continueranno a schiacciare l’acceleratore, a non arroccarsi, a scommettere sul nuovo tentando di costruirlo.
Società reggiana
LA PERFORMANCE
DELLE IMPRESE MANIFATTURIERE
DELLA PROVINCIA DI REGGIO EMILIA
2010-2012
di Stefano Cenni e Riccardo Ferretti
LE AZIENDE CHE RESISTONO
È stata presentata nel corso di un convegno dal titolo “Le aziende che resistono”
nella sede di Unindustria Reggio Emilia, l’indagine “La performance economica,
patrimoniale e finanziaria delle imprese manifatturiere reggiane nel triennio 20102012”, svolta dall’Associazione in collaborazione con le Università di Modena e
Reggio Emilia e di Bologna. Dopo la presentazione di Alberto Viappiani, vice Presidente Unindustria con delega a Credito Fisco e Finanza d’Impresa, i risultati della ricerca sono stato oggetto degli interventi di Riccardo Ferretti, Ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari Università degli Studi di Modena e Reggio
Emilia e Cefin, e Stefano Cenni, Ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari Università degli Studi di Bologna e Cefin.
L’analisi inoltre ha offerto l’occasione per un confronto, moderato da Elisabetta
Gualandri, Ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari - Dipartimento
di Economia Marco Biagi, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e Cefin, sui cambiamenti intervenuti in uno dei sistemi produttivi da sempre considerato fra quelli maggiormente trainanti il PIL del Paese e sugli scenari che ci attendono.
Alla tavola rotonda, che è seguita, hanno partecipato: Luca Lorenzi, Presidente ABI
Emilia Romagna, che ha illustrato gli scenari emergenti nella nostra provincia sul
versante del credito alle imprese; Marcello Pagnini, Dirigente Banca d’Italia della sede di Bologna, che ha parlato del trend dell’economia reggiana nell’ultimo triennio, confrontandola con quella regionale e tracciando le prospettive emergenti; infine Simonetta Monica Talmelli, Presidente Piccola Industria Confindustria Emilia Romagna, ha incentrato il suo intervento su come sta cambiando l’impresa manifatturiera in Emilia Romagna.
STEFANO
CENNI
RICCARDO
FERRETTI
In questo studio, che costituisce un parziale aggiornamento dell’analoga indagine risalente al 2011 e relativa al triennio 2007-2009, ci poniamo le stesse domande di allora. Qual è stata la performance economico-finanziaria delle imprese manifatturiere reggiane? Quanto hanno inciso le dimensioni aziendali e il settore di attività? Si intravede un legame fra risultati e strategie? Quanto sono utili le informazioni extra-contabili (sulle strategie di crescita, sull’innovazione, sulla governance…) per dar conto delle diversità nella capacità di reazione alla crisi? Quale la condizione del rapporto banca-impresa? Come nel
2011 abbiamo cercato di rispondere a tali domande analizzando, innanzitutto, i dati di bilancio del triennio successivo, 2010-2012. Informazioni prevalentemente qualitative sulle strategie, sulla governance, sui risultati attesi per
il 2013-14, sulle scelte di finanziamento e i rapporti con le banche sono stati acquisiti tramite la somministrazione di un nuovo questionario a un campione di imprese associate.
IL CONTESTO
Il rinnovato interesse per queste domande discende dal mancato ritorno ad
una stabile crescita dell’economia italiana: infatti se il Pil ai prezzi di mercato
è aumentato dell’1,9% (1,3% in volume) nel 2010 e dell’1,7% (solo 0,4% in
volume) nel 2011, nel 2012 si è invece ridotto dello 0,8% (e di ben il 2,4%
in volume) ed è atteso in calo anche nel 2013. Inoltre le difficoltà delle banche nella provvista all’ingrosso, in particolare sulle scadenze non brevi, e la loro
accresciuta avversione al rischio, dovuta alla continua crescita delle partite anomale, si è riverberata sulle scelte di affidamento. Nel 2012 il credito alle imprese è diminuito per la seconda volta dall’inizio della crisi finanziaria e ha continuato a farlo anche successivamente (Banca d’Italia, Relazione per l’anno 2012,
Tav. 14.6). I prestiti bancari sono scesi del 2,5% nei dodici mesi terminanti a
marzo del 2013: la contrazione è stata più severa per le piccole imprese e nel
comparto manifatturiero, ovvero in comparti e settori di imprese che costituiscono l’ossatura del tessuto imprenditoriale reggiano. Diversamente dal pas-
43
Società reggiana
42
I RISULTATI DELL’INDAGINE
In questa congiuntura problematica, i ricavi delle imprese manifatturiere reggiane, dopo una ripresa del fatturato nel biennio 2010-11, nel 2012, nonostante
il calo del Pil nominale, non hanno fatto registrare contrazioni significative. Il ritorno alla crescita del fatturato, dopo i crolli del 2009, è stato guidato dalle imprese maggiori che si sono meglio difese nel 2012, quando la recessione si è
intensificata. Metà dei settori ha registrato una crescita del fatturato, di entità
apprezzabile, però, solo in due di essi. Diversamente da quanto accaduto nel
2007-2009, solo gli investimenti in immobilizzazioni finanziarie hanno mostrato una dinamica sostenuta. Il finanziamento degli investimenti è stato assicurato prevalentemente dall’aumento dei mezzi propri e dall’autofinanziamento: il
rafforzamento patrimoniale iniziato nel 2007-2009 è proseguito, sebbene con
minore intensità, anche nel triennio 2010-12, accompagnato dal contenimento dei debiti, soprattutto di quelli non finanziari. Le Micro e Piccole imprese continuano a finanziarsi quasi esclusivamente a breve scadenza: solo nelle Grandi la quota dei debiti finanziari scadente entro l’esercizio è scesa al 50%.
INDICI DI INDEBITAMENTO
di finanziamento del circolante: per realizzare tale operazione, in presenza di
un flusso comunque positivo di investimenti, esse hanno anche dovuto attingere a proventi di natura straordinaria e al rafforzamento dei mezzi propri, precedentemente menzionato.
La redditività industriale misurata attraverso il ROA-Return On Assets, sempre positiva nel triennio, è calata principalmente nel 2012; anche la redditività netta dei
mezzi propri (ROE) è scesa, ma in modo marginale anche grazie alla limitata variabilità del peso delle imposte, attestata stabilmente attorno al 50%. La quasi totalità dei settori ha comunque chiuso in utile in ciascuno degli anni considerati.
INDICI DI REDDITIVITÀ
Appare però in aumento la quota di imprese in perdita (cioè con ROE negativo) e anche di quelle con redditività industriale negativa (cioè con ROA/ROS
negativo): i valori 2012 si collocano a metà strada fra i minimi del 2007 e i massimi del 2009. L’occupazione, inoltre, non pare destinata a salire: il rapporto
tra costi del lavoro e costi totali di produzione risulta infatti stabile, al 20%, come
nel triennio precedente, e il ricorso agli ammortizzatori sociali è ritornato ai livelli del 2009.
QUOTA DI ROE E ROA (ROS) NEGATIVI
Con l’inasprirsi della crisi nel 2012 stimiamo che le imprese reggiane, per assicurare non solo il servizio dei debiti in essere ma anche il loro rimborso (in
parte imposto dal sistema bancario), abbiano ridotto al minimo il fabbisogno
45
Società reggiana
Società reggiana
44
sato la dinamica negativa ha riguardato, seppure con minore intensità, anche
imprese in condizioni finanziarie più equilibrate (cfr. Rapporto sulla stabilità finanziaria, n. 5, 2013). La riduzione dei prestiti bancari è stata causata sia dal
calo degli investimenti da parte delle imprese, sia dall’adozione di politiche creditizie restrittive da parte degli intermediari, attribuibili in larga misura all’incertezza della situazione economica generale e all’elevata rischiosità di specifici
settori e imprese. Nel 2012, infine, anche se lievemente i tassi bancari sono
risultati più elevati rispetto al precedente biennio. L’aumento del costo medio
del credito, in particolare sulle operazioni a breve termine, è stato maggiore
per le imprese con meno di 20 addetti: rispetto al 2008 il differenziale con le
aziende medio-grandi si è ampliato in tutti i settori di attività economica, in particolare nella manifattura.
riducono i debiti finanziari nel 2012. L’analisi dei dati economico-finanziari 2011
e 2012 evidenzia una correlazione positiva e statisticamente significativa della quota export sia con il margine sulle vendite che con il rendimento dei mezzi propri in entrambi gli anni.
La proprietà familiare continua ad essere l’assetto proprietario prevalente e a
mostrare una elevata chiusura al top management esterno. Le imprese fami-
SOSTENIBILITÀ DEBITI
Solo nelle Grandi imprese la quota di reddito industriale lordo assorbita dagli oneri finanziari non è aumentata in modo significativo: la minore sostenibilità del debito delle imprese più piccole è provata anche dal rapporto “Debiti
Totali/Ebitda”, che in tutti gli anni supera sensibilmente quello delle imprese
medio-grandi. Tre settori sono riusciti a contenere o a ridurre l’incidenza degli oneri finanziari sul reddito industriale lordo (“Apparecchi elettrici, elettronici e strumentazione”, “Fabbricazione di macchine, apparecchi e veicoli” e “Altre manifatture), solo uno quella sui ricavi (“Fabbricazione di macchine, apparecchi e veicoli”); infine soltanto tre settori sono stati in grado di ridurre il rapporto “Debiti finanziari/Ebitda” (“Tessile e abbigliamento”, “Chimica, gomme
e materie plastiche” e “Fabbricazione di macchine, apparecchi e veicoli”).
Le informazioni extra-contabili acquisite tramite il questionario hanno consentito alcuni approfondimenti. Dall’incrocio fra le caratteristiche strutturali e gli
indicatori reddituali, le imprese meno performanti appaiono quelle non appartenenti a gruppi (autonome), di piccola o media dimensione, operanti nel comparto dei beni di consumo (più nel 2011 che nel 2012) e inserite in filiere produttive nel ruolo di puro fornitore. Molti di questi elementi strutturali (piccola
o media dimensione, non appartenenza a gruppi, produzione di beni intermedi e di consumo) caratterizzano peraltro anche le imprese che maggiormente
liari tendono ad essere più dotate di mezzi propri, meno indebitate verso terzi, con redditività e margini inferiori soprattutto nel biennio 2011-12.
Lo sviluppo per vie interne sul mercato nazionale si conferma la strategia di
crescita prevalente, pur in presenza di una maggiore consapevolezza dei limiti di tale strategia (più nel comparto dei beni intermedi e di investimento che
in quello dei beni di consumo) e di una ridotta scala aziendale. Per il superamento dei vincoli dimensionali ci si affida non tanto a forme di crescita esterna tradizionali (M&A, consorzi, ATI) quanto ai più recenti contratti di rete capaci di assecondare le esigenze di autonomia ancora largamente presenti fra
le PMI, migliorando tuttavia tre criticità: fare innovazione; internazionalizzarsi;
accrescere la competitività (si veda in proposito Con-correre per competere.
47
Società reggiana
Società reggiana
46
Gli oneri finanziari hanno registrato un incremento di oltre il 20% nel triennio
nonostante la sostanziale stabilità dell’indebitamento complessivo: in particolare, l’aumento avvenuto nel 2012 pare dovuto in larga parte all’incremento del
costo dei debiti. Nonostante i ricavi in crescita, il rapporto tra oneri finanziari
e fatturato ha fatto segnare un cospicuo aumento, che risulta ancora superiore per il rapporto tra Oneri finanziari ed Ebitda (con l’Ebitda in calo nel periodo). Inoltre il rapporto “Debiti finanziari/Ebitda” è aumentato in misura molto
più accentuata di quello con i debiti totali al numeratore: anche se il livello dell’indicatore si mantiene ben al di sotto delle 5 volte, soglia generalmente considerata di criticità, la percentuale di imprese con troppi debiti finanziari in confronto alla generazione di reddito industriale (rapporto “Debiti finanziari/Ebitda” superiore a 5 volte o negativo) è sensibilmente cresciuta, pur rimanendo
inferiore ai livelli record del 2009.
mento. Nettamente migliori sono invece la aspettative sulle esportazioni. Se
ne desume, per conseguenza, un andamento decisamente negativo del fatturato nazionale. Sostanzialmente equivalente la quota di imprese pessimiste
e ottimiste sulla dinamica degli utili, sia operativi, sia netti.
Per il 2014, nonostante il generale ottimismo, i beni di consumo continuano
ad avere previsioni di fatturato e utili meno favorevoli di quelle dei beni d’investimento e intermedi, ancora una volta a causa del mercato nazionale. A livello settoriale, continua la sofferenza economica del settore ‘Tessile e abbigliamento’, con previsioni ancora negative per fatturato nazionale e utili, e la
neutralità del settore ‘Altre manifatture’, con ottimisti e pessimisti in sostanziale equilibrio. Fra gli ottimisti i settori ‘Alimentari e bevande’ e ‘Metallurgia e prodotti in metallo’ appaiono i più prudenti.
di un’innovazione votata all’efficienza sul piano operativo e all’efficacia nel rapporto col mercato, in linea con la crescente importanza della componente “servizio”,
più in generale delle componenti immateriali, anche in ambito manifatturiero.
L’ostacolo principale sulla via dell’innovazione è sempre rappresentato dalla
difficoltà nel reperire personale qualificato. Una difficoltà che non riguarda solo
i profili tecnico-scientifici, ma anche quelli gestionali (organizzazione e marketing), a ulteriore riprova dell’affermarsi di una cultura di prodotto più ampia.
Le attese per il 2013 vedono una leggera prevalenza delle aziende che prevedono una diminuzione del fatturato rispetto a quelle che si attendono un au-
Relativamente alla finanza d’impresa, le risposte delineano una situazione caratterizzata da due elementi di fondo. Da un lato, confermando quanto emerso nella passata rilevazione, le imprese rispondenti attribuiscono alle problematiche finanziarie scarsa rilevanza per il successo aziendale, salvo quando
condizioni di debolezza reddituale e patrimoniale non rendano l’accesso al credito più difficile e costoso. Dall’altro, esse denunciano maggiori criticità nell’ottenere dalle banche i finanziamenti desiderati: il razionamento del credito
ha interessato nel 2012 un’azienda su quattro del campione, risultando in crescita, sia rispetto agli anni precedenti la crisi finanziaria, quando solo il 12,6%
49
Società reggiana
Società reggiana
48
Le reti d’impresa tra territorio e globalizzazione, 2013, a cura di Paolo Preti e
Raffaello Vignali). Il fenomeno dei contratti di rete è comunque ancora contenuto fra le imprese reggiane; in Regione, le prime province per numero di contratti di rete sono Modena e Bologna (dati RetImpresa).
L’orientamento all’export vede primeggiare i beni d’investimento che superano, nell’ordine, i beni intermedi e quelli di consumo. Le quote di esportazioni
più elevate si riscontrano, in media, fra le imprese che negli anni precedenti
la crisi del 2008-09 hanno effettuato importanti scelte strategiche e che appaiono più orientate all’innovazione, specialmente di prodotto e di marketing.
Restando in tema di innovazione emerge un maggiore interesse verso le tipologie più legate alla comunicazione interna (innovazione organizzativa e gestionale) e esterna (innovazione di marketing) che non al prodotto o al processo. Quin-
Società reggiana
50
delle imprese della provincia avrebbe desiderato più credito, sia al triennio 200810, quando il fenomeno riguardava un’impresa su cinque; questa tendenza si
accentua leggermente nel 2013, con l’eccezione delle imprese Grandi. Il razionamento sopportato dalle imprese rispondenti resta comunque inferiore al
dato nazionale del settore industria pari al 37,6% nel 2012.
I PROFILI DELLE IMPRESE
Dall’utilizzo congiunto di informazioni contabili ed extra-contabili, sono emersi cinque raggruppamenti di imprese (cluster) che si differenziano per risultati e profilo strutturale. I profili di questi cinque “modelli” possono essere così
sintetizzati:
• i cluster meno performanti sul piano reddituale sono i due a focalizzazione
domestica, peraltro i più consistenti per numero di imprese;
• la maggiore dimensione media si riscontra nel gruppo più performante (Best),
mentre quella minore ricorre nel gruppo meno performante (Worst) e in quello
delle imprese la cui redditività è scesa maggiormente nel triennio (Fallen angel);
• l’assenza di una relazione univoca fra la destinazione della produzione o l’appartenenza a una filiera e la performance operativa. Più importante appare
il posizionamento nell’ambito della filiera, in particolare quello apicale;
• i due cluster più deboli nella performance operativa presentano la maggiore incidenza di imprese che negli anni precedenti la crisi del 2008-09 non
avevano effettuato importanti investimenti nella gamma di prodotto, nel marchio o nell’internazionalizzazione produttiva e/o commerciale;
• i cluster più solidi (alta patrimonializzazione e bassa incidenza di debiti e oneri finanziari) sono quelli che attribuiscono alle problematiche finanziarie il rilievo minore;
• il numero di banche, medio e mediano, con cui le imprese intrattengono rapporti raggiunge i valori massimi nei due cluster finanziariamente più deboli
e minimi nei due cluster finanziariamente più solidi. Questa relazione diretta fra criticità della condizione finanziaria e numero di rapporti bancari lascia
supporre che il ricorso a un più ampio numero di banche sia, per l’impresa,
un modo per contenere i rischi di razionamento del credito, e per le banche,
una strategia per frazionare gli affidamenti e ridurre le perdite in caso di insolvenza del debitore.
Nel complesso, le imprese analizzate hanno migliorato la copertura patrimoniale e gli effetti di una congiuntura nuovamente avversa sono apparsi, in media,
meno pesanti di quelli registrati nel biennio 2008-09. I livelli di redditività permangono tuttavia bassi, mentre la quota di imprese in situazione di criticità operativa (redditività industriale negativa) e finanziaria (soggetta a razionamento) torna ad essere non trascurabile. Al momento l’export appare l’elemento più importante nel discriminare i livelli di performance ed è in aumento il numero di
imprese a focalizzazione domestica che rischiano un progressivo declino se non
si assisterà ad una ripresa della domanda interna. Siamo dunque in presenza
di un sistema a due velocità nel quale, per riprendere le parole del Presidente
Stefano Landi pronunciate in occasione dell’Assemblea Generale di Unindustria Reggio Emilia, del 26 giugno scorso: «sono sempre più evidenti le difficoltà delle piccole imprese, soprattutto quelle attive sul mercato locale o nazionale». Qualche segnale incoraggiante sul fronte della crescita dimensionale è visibile, ma l’intensità del processo non è del tutto soddisfacente.
Cuneo fiscale
PRESSIONE FISCALE
aumenta il cuneo fiscale e contributivo sulle aziende e sui lavoratori dal 2009 al 2011
di Dolores Carnemolla InfoManager
CUNEO FISCALE-CONTRIBUTIVO E PRESSIONE FISCALE NELLE
IMPRESE REGGIANE
Il cuneo fiscale-contributivo, vale a dire l’incidenza delle imposte (IRPEF e relative addizionali) e dei contributi (INPS e INAIL) sulla retribuzione dei lavoratori
dipendenti e assimilati, risulta essere nel nostro Paese tra i più alti al mondo. Un
triste primato che, unitamente a quello della pressione fiscale generale rischia di
compromettere qualsiasi speranza di ripresa a breve del mercato interno. Unindustria Reggio Emilia ha voluto comprendere meglio la composizione del cuneo
fiscale-contributivo e la sua dinamica temporale e settoriale, al fine di individuare gli spazi e le possibili misure da adottare e non più rinviabili per permettere ai
lavoratori di percepire una busta paga effettiva più pesante. È nata così l’indagine sviluppata da Infomanager, società specializzata nella elaborazione di dati economici e finanziari, per opera di Riccardo Silvi e Filippo Cicognani professori rispettivamente di Economia Aziendale e Diritto Tributario presso l’Università di
Bologna. Lo studio è stato realizzato utilizzando la grande mole di dati disponibili all’interno del database di Assoservizi Srl, società del gruppo Unindustria, che
elabora e gestisce oltre 20.000 cedolini paga annuali. Il cuneo fiscale e contributivo delle imprese reggiane è stato ricostruito sulla base dei dati di 188 aziende e
calcolato a partire dalla somma delle singole voci del costo del lavoro e del reddito netto spettante al lavoratore. All’interno dell’indagine è stato riservato uno spazio anche all’analisi della pressione fiscale sulle imprese, tema strettamente collegato a quello del cuneo fiscale.
Nel 2012 le imprese della provincia di Reggio Emilia presentano un’incidenza degli oneri fiscali e contributivi a carico di imprese e lavoratori pari al 46,71%
del costo del lavoro, mentre nel 2011 la pressione fiscale delle imprese di Reggio Emilia è in media del 51,94%, in significativo aumento rispetto ai dati del
2010 e 2009.
Questi i risultati emersi da uno studio condotto da InfoManager per Unindustria Reggio Emilia: sulle aziende reggiane una pressione fiscale al +12% rispetto al 2009 ed un incremento pari al 3% del cuneo fiscale e contributivo
nel triennio preso in esame. È evidente la situazione di svantaggio competitivo in cui si trovano le imprese italiane rispetto alle concorrenti, sottoposte a
regimi fiscali più favorevoli. L’indagine, elaborata da Riccardo Silvi - professore di sistemi di misurazione della performance aziendale dell’Università di Bologna - è stata presentata dai vertici dell’Associazione degli industriali di Reggio Emilia nella sede di Unindustria in Via Toschi.
Il cuneo fiscale e contributivo delle imprese reggiane è stato ricostruito sulla
base dei dati di 188 aziende e calcolato a partire dalla somma delle singole
voci del costo del lavoro e del reddito netto spettante al lavoratore. Nel 2012
le imprese della provincia di Reggio Emilia presentano un’incidenza degli oneri fiscali e contributivi a carico d’imprese e lavoratori pari al 46,71% del costo
del lavoro, dato in aumento di quasi l’1% rispetto al valore calcolato nel 2011
e del 2,4% nei confronti di quello 2010. Per quanto riguarda l’incidenza del
cuneo fiscale per classe di impiego, gli operai si attestano al 43% circa, gli
impiegati e intermedi al 48% circa e i dirigenti al 58%. La distribuzione degli
oneri fiscali e contributivi tra lavoratore e azienda è tendenzialmente equa: il
22,4% viene trattenuto ai lavoratori mentre il 24,3% è versato dalle imprese
sotto forma di contributi a fini previdenziali e non.
Per quanto riguarda le Piccole Imprese, nel 2012, si registrano valori del cuneo fiscale simili a quelli riscontrati a livello aggregato: il cuneo fiscale è pari
a circa il 46% del costo del lavoro, di cui poco più della metà è a carico del
datore di lavoro (53,5%) e il restante 46,5% è a carico dei lavoratori. Le Medie Imprese sono quelle che mostrano le percentuali più elevate di cuneo fiscale in tutto il triennio; in particolare sono gli impiegati a risentire maggiormente dell’effetto dimensione, infatti, il cuneo fiscale di questi è più elevato rispetto a quello calcolato per la stessa classe d’impiego operante in imprese
appartenenti alle altre classi dimensionali: 48,2% nel 2012, 48% nel 2011 e
47,4% nel 2010. In riferimento alle Grandi Imprese, nel 2012, così come nel
biennio precedente, i dirigenti si ritrovano un netto teorico più elevato rispetto a quelli impiegati nelle imprese di dimensioni inferiori; ciò grazie ad un’in-
53
Cuneo fiscale
52
CUNEO FISCALE REGGIO EMILIA, 2010-2011
CONFRONTO REGGIO EMILIA – PAESI OCSE (DATI 2011)
55
Cuneo fiscale
Cuneo fiscale
54
PRESSIONE FISCALE REGGIO EMILIA, TRIENNIO 2011-2009
2011
2010
2009
2010
2011
2012
cidenza degli oneri fiscali e contributivi a carico del lavoratore, sul costo del
lavoro totale, in media più bassa di 3 punti percentuali nei confronti di quella
calcolata per i dirigenti operanti nelle altre realtà imprenditoriali. I contributi a
carico del datore di lavoro sono invece maggiori in queste grandi realtà, con
un dato al 2012 pari al 46,4% sulle trattenute totali contro il 43,3 delle piccole e medie imprese e il 43,1 delle imprese di Micro dimensioni.
Dall’analisi complessiva sul cuneo fiscale risulta che, un aumento di 100€ netti in busta paga, costa alle aziende italiane 191€, mentre solamente 142€ a
quelle americane e 148€ a quelle inglesi. Per le imprese reggiane, il dato risulta comunque elevato: per lo stesso aumento, una impresa reggiana, in media,
corrisponde 186€ totali. A differenza di quanto accade in Italia, nella provincia
di Reggio Emilia le trattenute tendono a gravare maggiormente sul lavoratore.
I dati ottenuti dall’elaborazione (per l’anno 2011) sono stati poi confrontati con
quelli presentati nello studio OCSE “Confronto del cuneo fiscale tra i principali paesi OCSE - 2011”. Secondo il rapporto dell’OCSE 2011, in Italia, il cuneo fiscale è pari al 47,6% del costo del lavoro, valore in aumento di quasi 2
p.ti percentuali rispetto al 2010 e del 4,2% nei confronti del suo valore calcolato al 2005: pur in presenza di campioni e metodologie diverse le imprese della provincia di Reggio Emilia presentano nel 2011 un dato convergente con quello presentato nel Rapporto OCSE.
Pressione fiscale
Le imprese analizzate sono circa 1980, suddivise in 4 differenti aggregati: micro, piccole, medie e grandi. Risulta che le piccole e medie imprese subiscono una pressione fiscale maggiore, rispetto a imprese di medie e grandi dimensioni. L’incidenza fiscale sui redditi pre imposte delle imprese nel 2011 è risultata pari al 51,94%, di oltre 5 punti (45,17%) superiore a quella registrata nel 2010. Tale pressione tende a diminuire all’aumentare delle dimensioni
aziendali e della redditività. Con riferimento alla pressione fiscale emerge un
progressivo aumento della stessa (+12% rispetto al 2009). Tale aumento è
sostenuto principalmente dal comparto delle Telecomunicazioni e dal settore
delle Apparecchiature Elettriche. Al contrario, settori come Alimentari e Gomma e Plastica mostrano una tendenziale riduzione della pressione fiscale lungo tutti e tre gli esercizi considerati.
I valori di pressione fiscale calcolati per le imprese reggiane del settore telecomunicazioni segnalano un progressivo aumento della stessa nel 2011 rispetto al primo anno d’analisi. In controtendenza solamente le Micro Imprese che,
rispetto al 2009, registrano una riduzione dell’8% della pressione fiscale. Nel-
la categoria Medie Imprese, il campione, composto da 5 aziende, presenta una
elevata eterogeneità: al suo interno 4 aziende hanno tassi di crescita del fatturato nel 2010 rispetto al 2009 molto elevati, che hanno giustificato un maggior ricorso alla forza lavoro impiegata e agli investimenti realizzati. Ciò ha comportato un aumento, in termini assoluti, delle imposte (in particolare dell’IRAP),
e il conseguente incremento della voce Imposte Totali derivante dal Bilancio
Somma. Dall’analisi della relazione tra redditività (ROI) e pressione fiscale del
settore delle Telecomunicazioni non è emersa l’esistenza di una correlazione
tra le variabili: la tassazione del costo del lavoro sembrerebbe essere costante (in termini relativi), dunque indipendente dalla redditività del capitale investito. In particolare lo studio condotto mette in evidenza la relazione tra Marginalità (ROS) e Redditività del Capitale Investito (ROI) con incidenza del costo per addetto: all’aumentare del costo per addetto, gli indicatori di redditività aziendale tendono ad aumentare. Ciò potenzialmente, potrebbe derivare
dalla presenza, in alcune aziende, di personale altamente qualificato (e maggiormente retribuito) in grado di trainare l’azienda verso risultati migliori.
Il calcolo della pressione fiscale delle imprese alimentari ha fatto emergere che
i valori calcolati per la pressione fiscale sono i più bassi riscontrati nell’intera
analisi effettuata, e questo per tutto il triennio considerato. Il calo progressivo dell’incidenza delle Imposte sul Reddito Ante Imposte è da ricondurre nel
2010 ad una diminuzione dell’ammontare delle imposte totali e a un reddito
pre-imposte invariato rispetto al 2009. Nell’anno più recente, invece, nonostante le imposte aumentino del 6,25% rispetto al 2010, il reddito pre-imposte incrementa del 7,23%, facendo registrare una pressione fiscale inferiore, anche
se di poco, rispetto al valore calcolato nel 2010. L’analisi per classi dimensionali ha evidenziato che nelle medie imprese, ma ancor più nelle aziende di grandi dimensioni, la pressione fiscale è esigua, soprattutto nel biennio 2010-2009.
Tale situazione è riconducibile ad una maggior capacità delle imprese di ottenere buoni risultati dalle loro gestioni extra-operative (ROG e reddito ante
imposte tendono tendenzialmente a coincidere negli anni 2010-2009).
“Sebbene il cuneo fiscale e contributivo e la pressione fiscale dipendano in
larga misura dalla condizione della Finanza Pubblica e dalle scelte politiche spiega Riccardo Silvi - i risultati mostrano come sia possibile generare risorse finanziarie attraverso la crescita delle dimensioni aziendali, per via interna
o esterna, ed il recupero di efficienza e redditività”.
Cuneo fiscale
56
LE RICHIESTE DELLE IMPRESE
IN MATERIA FISCALE
di Alberto Viappiani
Vice Presidente Unindustria Reggio Emilia con delega a Credito, Fisco e Finanza d’Impresa
ALBERTO VIAPPIANI
I risultati dell’indagine realizzata da Infomanager evidenziano senza ombra di
dubbio la situazione di grave svantaggio in cui le imprese italiane si trovano
ad operare rispetto alle concorrenti estere, sottoposte a regimi fiscali più favorevoli. È necessario pertanto sottolineare i dati più significativi emersi dallo studio.
Innanzitutto è emerso che il cuneo fiscale-contributivo nel triennio 2010-12,
partendo da livelli già elevati, ha subìto un ulteriore incremento, essenzialmente per effetto dell’aumentata incidenza della fiscalità diretta locale (addizionali IRPEF regionale e comunale). È pertanto fondamentale per le nostre aziende che in futuro si eviti che a una riduzione della componente “statale” dell’IRPEF – peraltro sempre promessa ma fino ad ora mai realizzata – corrisponda un aumento di quella “locale”, con effetti di azzeramento, se non addirittura di sovra-compensazione, dei benefici.
In secondo luogo, il cuneo fiscale-contributivo, per
la maggior parte dei settori studiati, risulta direttamente proporzionale al grado di responsabilità
assunto dal lavoratore passando – a livello aggregato – dal 27,94% degli apprendisti al 58,66% dei
dirigenti. Questo crea un evidente effetto distorsivo a scapito delle imprese a maggior valore aggiunto che investono di più sul capitale umano.
Inoltre, sebbene il cuneo fiscale-contributivo e la
pressione fiscale dipendano in larga misura dalla condizione della finanza pubblica e dalle scelte politiche, i risultati dell’indagine – che mostrano una riduzione della pressione fiscale all’aumentare delle dimensioni aziendali – suggeriscono che
è possibile generare risorse finanziarie attraverso
la crescita delle dimensioni aziendali per via interna o esterna (ad esempio attraverso la costituzione di reti di imprese) e il recupero di efficienza e
redditività.
In conclusione, la riduzione del cuneo fiscale-contributivo, come raccomandano al nostro Paese le
principali istituzioni nazionali ed internazionali, è la
principale e più urgente azione da compiere: essa
aumenta il reddito disponibile di famiglie e imprese, sostiene i consumi e restituisce competitività
al mondo produttivo.
Confindustria aveva auspicato, nel corso degli ultimi mesi, un segnale forte di discontinuità all’Esecutivo, chiedendo di destinare alla riduzione del cuneo fiscale-contributivo risorse nell’ordine di 1520 miliardi già nel 2014. Quello che si è palesato all’interno della legge di stabilità 2014 (L. 27 dicembre 2013 n. 147), – a parte l’aumento delle
deduzioni IRAP sul costo dei dipendenti neoassunti a tempo indeterminato – è al contrario un intervento di portata limitata, di ammontare pari a circa 1,5 miliardi, non in grado, a nostro avviso, di generare effetti rilevanti sull’economia e che rischia
di essere assorbito senza produrre alcun apprezzabile cambiamento.
Sosteniamo invece con forza, la proposta, emersa nelle scorse settimane, di destinare alla riduzione del cuneo fiscale-contributivo le risorse derivanti dalla spending review dell’apparato statale e della politica; deve essere chiaro tuttavia, che
affinché si generi l’effetto shock necessario per
fare ripartire l’economia, dovrà trattarsi di una revisione della spesa radicale e non di una semplice limatura dei costi.
Ricerca e Innovazione
59
Ricerca e Innovazione
58
FIRMA DEL PROTOCOLLO DI INTESA:
IL SOSTEGNO E LA GOVERNANCE DELL’INNOVAZIONE
IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA
A un mese dalla restituzione alla città del riqualificato capannone 19 dell’area Reggiane, sede del Tecnopolo, al Centro Internazionale Loris Malaguzzi è stato presentato il progetto di riqualificazione dei capannoni 18 e 17 delle ex Officine Reggiane, da destinarsi a nuove attività produttive e servizi di terziario avanzato. La
presentazione di questo nuovo progetto sull’Area Reggiane è avvenuta nel corso
dell’incontro “Il Parco Innovazione, Conoscenza e Creatività: dal Tecnopolo al Capannone 18. Dieci anni di innovazione e un patto per il futuro di Reggio Emilia”,
promosso da Rei – Reggio Emilia Innovazione in occasione del suo decennale, da
Iren Rinnovabili e dal Comune di Reggio Emilia. A conclusione dell’evento è stato firmato il Protocollo d’intesa per il sostegno e la governance dell’innovazione in
provincia di Reggio Emilia, da parte del sindaco vicario del Comune di Reggio Emilia Ugo Ferrari, della presidente Provincia di Reggio Emilia Sonia Masini, del rettore Università degli studi di Modena e Reggio Emilia Angelo Oreste Andrisano,
dell’allora presidente della Camera di commercio di Reggio Emilia Enrico Bini,
del presidente della Fondazione Pietro Manodori Gianni Borghi, del Presidente di
Unindustria Stefano Landi, della presidente di Legacoop Simona Caselli, del consigliere di Confcooperative Francesco Gregori, del presidente di Cna Nunzio Dallari, del presidente di Confartigianato Imprese Modena-Reggio Emilia Erio Luigi Munari, del presidente di Iren Rinnovabili Ettore Rocchi e del presidente di Rei –
Reggio Emilia Innovazione Aimone Storchi.
GLI IMPEGNI
Con il Protocollo d’intesa, i sottoscrittori s’impegnano a sostenere l’innovazione presso le imprese della provincia di
Reggio Emilia, attraverso il perseguimento di alcuni obiettivi:
a) Affermazione della cultura dell’innovazione.
Promuovere la cultura del miglioramento continuo e dell’innovazione in ogni sua forma come migliore assicurazione
di sviluppo, competitività e longevità per le imprese;
b) Innescare il circolo virtuoso dell’innovazione.
Avvicinare le imprese al mondo della ricerca e sostenerle nell’implementazione di progetti innovativi attraverso logiche di partnership, di integrazioni di sistemi e di tecnologie, di rete e di filiera, puntando, nello stesso tempo, a una qualificazione dell’offerta e delle infrastrutture di servizio presenti localmente;
c) Realizzare compiutamente un centro reggiano per il trasferimento tecnologico.
Costruire nel tempo un soggetto locale deputato al presidio dei temi dell’innovazione e del trasferimento tecnologico
in favore delle imprese di ogni dimensione e appartenenti ai principali settori produttivi presenti localmente;
d) Innalzamento delle competenze e delle professionalità.
Supportare e incentivare l’inserimento in azienda di figure giovani ad alta professionalità ed estendere la preparazione di docenti e studenti su tematiche tecnico-scientifiche d’avanguardia.
Ricerca e Innovazione
di Arturo Tornaboni Direttore Reggio Emilia Innovazione
ARTURO
TORNABONI
Secondo i più autorevoli osservatori la rivoluzione tecnologica prossima ventura riguarderà non solo l’interazione tra biotecnologie, robotica e informatica
ma anche la rivoluzione digitale, l’Internet delle Cose, la capacità di sfruttare i
big data e l’intelligenza artificiale. I dieci miliardi di “oggetti” oggi connessi alla
Rete potrebbero diventare cinquanta miliardi nel 2020. Si annuncia così un mondo nel quale ci saranno non solo nuovi modi di gestire la comunicazione e la
collaborazione, ma anche sensori incorporati in macchine utensili, aerei, auto,
semafori, strade e abiti. Si profila il Fog computing, vale a dire una intelligenza
distribuita che in futuro permetterà di ridurre gli sprechi d’energia e migliorare
la manifattura, i trasporti, la qualità della vita, del lavoro e del tempo libero. La
caratteristica comune alle tecnologie richiamate è di essere applicabili, sotto
forma di “innovazioni d’uso”, nei principali settori del made in Italy. Ci troviamo
di fronte a un’opportunità che interessa un’ampia platea di imprese manifatturiere e di servizi. Si conferma così una precisa vision: la politica per l’innovazione deve partire dalla nostra specificità, vale a dire dalle cose in cui le nostre imprese sono più originali e migliori rispetto ai competitori del mondo. In uno scenario come questo la “conoscenza” diventa sempre di più una risorsa sociale.
In altri termini, gli investimenti necessari per produrre e propagare la conoscenza non possono più essere delegati solo alla singola impresa. Diventa sempre
più manifesto, infatti, il ruolo dei tanti soggetti che, all’interno di una filiera e del
territorio, contribuiscono alla realizzazione di un’innovazione. Come ha ben illustrato il Rapporto della Camera di Commercio, il sistema locale dell’innovazione si presenta come una piramide. Da una parte, un’ampia base di imprese
che inseguono a fatica l’innovazione, dall’altra, un vertice formato da un gruppo ristretto di aziende che la praticano già con successo. Una simile situazione impone la ricerca dei modi attraverso i quali rendere accessibili le conoscenze più evolute all’intero sistema produttivo reggiano.
Un esercizio che deve tener conto delle specificità della nostra manifattura costituita da imprese capofila e da centinaia di piccole aziende legate tra loro in
filiere e distretti. Per questa ragione a Reggio Emilia dobbiamo adottare so-
sioni, l’accesso a soluzioni e know how – disponibili in Italia e nel mondo – altrimenti inaccessibili. Nel 2012,
come molti di voi ben sanno, Reggio Emilia Innovazione ha
sottoscritto con la Regione l’accordo che la abilita come
interfaccia tra le imprese, il Tecnopolo locale e la Rete regionale alta tecnologia. In questi stessi anni il Comune di
Reggio Emilia è impegnato nel recupero dello spazio delle ex Reggiane nel quale si avvia a diventare operativo il
Tecnopolo. La presenza, nello stesso luogo, del Polo della meccatronica e di Reggio Emilia Innovazione, contribuirà
a formare una “rete di comunicazione e scambio” tra le imprese più strutturate e quelle di piccole dimensioni.
La complessità del progetto, l’assenza di dipendenza gerarchica tra gli attori locali e dunque l’esistenza di un modello organizzativo a “legame debole”, ci hanno spinti a proporre agli stakeholder la sottoscrizione di un Protocollo d’intesa il cui titolo è “Sostegno e governance dell’Innovazione in provincia di Reggio Emilia”. Il dato “politico” di mag-
Arturo Tornaboni, dopo essersi occupato di R&D in ambito universitario ed aver contribuito alla creazione della rete dei
TTO – uffici di trasferimento tecnologico – del sistema della ricerca pubblica, si è trasferito a Reggio Emilia per occuparsi di
Ricerca e Sviluppo, con focus particolare sulle energie rinnovabili, in ENIA prima e IREN poi. Attualmente ricopre l’incarico
di Direttore Generale di REI – Reggio Emilia Innovazione, centro per di certificazione accreditato e azienda deputata all’attività di supporto alla ricerca e ricerca industriale. Il suo impegno attualmente è particolarmente dedicato all’insediamento di
REI nel contesto del nuovo Tecnopolo di Reggio Emilia, alla ricerca di nuovi strumenti di foundraising e di avvicinamento al
mondo della ricerca del mondo delle piccole imprese, imprese
artigiane e makers.
gior rilievo – riferito al richiamato Protocollo sottoscritto nel
dicembre scorso – è il pieno e ufficiale riconoscimento di
Reggio Emilia Innovazione come punto di riferimento locale per le iniziative riconducibili all’innovazione e per la definizione delle conseguenti iniziative territoriali. Ciò significa, in altri termini, che la governance dell’innovazione nel
territorio reggiano sarà, via via e in forma sempre maggiore, coordinata e attuata da Reggio Emilia Innovazione. Un
ruolo che si fonda, prima di tutto, sull’ulteriore sviluppo delle relazioni con l’Università di Modena e Reggio Emilia, sulla collaborazione attiva con le principali Associazioni di categoria interessate e su un coordinamento di intenti e di
obiettivi con gli Enti locali e con la Camera di Commercio
di Reggio Emilia.
61
Ricerca e Innovazione
Reggio Emilia
e la sfida
dell’economia globale
della conoscenza
60
luzioni leggere, accessibili, adattative e flessibili. Ciò di cui
abbiamo bisogno è un facile accesso alle conoscenze di
nostro interesse indipendentemente da dove queste hanno origine. Oggi l’attività prevalente di un soggetto che si
occupa d’innovazione – penso naturalmente a Reggio Emilia Innovazione – deve essere il presidio delle relazioni con
le realtà che sviluppano, nel mondo, ricerche e possibili applicazioni. Tutto ciò con l’obiettivo di rendere le conoscenze accessibili alle aziende reggiane di ogni dimensione e
appartenenti a diversi settori, primi fra tutti, la meccanica,
la meccatronica e l’agroalimentare. Perseguire questo fine
richiede non solo una visione di lungo periodo, ma anche
risorse umane, capacità tecniche, organizzative e relazionali declinate anche su una dimensione internazionale. Conseguire tutto ciò è possibile solo a condizione che il sistema locale si predisponga a superare ostacoli, a gestire contrasti e ricollocare fattori economici e risorse umane da un
impiego all’altro.
Oggi, la sfida del sistema economico reggiano è rappresentata dalla creazione di un soggetto capace di intermediare tra ricerca, imprese e territorio ponendo particolare
attenzione alle attività di trasferimento tecnologico. Sono
almeno cinque gli elementi di vantaggio determinabili da
una simile iniziativa. Il primo è l’ampliamento delle capacità
di innovare. Il secondo è la crescita delle competenze disponibili in azienda. Il terzo è il contributo attivo all’aumento del valore delle produzioni. Il quarto è dato dall’attivazione di reti d’impresa per sviluppare collaborazioni tra aziende e tra queste e l’Università. Il quinto, infine, è l’assistenza alle piccole e medie imprese per la partecipazione a bandi e progetti di ricerca e sviluppo in ambito nazionale ed
europeo. Tutto ciò rappresenta, implicitamente, anche il presupposto per favorire, nel tempo, la creazione di imprese
innovative attraverso spin-off o start up.
Reggio Emilia Innovazione – nata come espressione di una
pluralità di attori economici, amministrativi e universitari –
rappresenta il soggetto ideale per perseguire gli obiettivi
sommariamente richiamati. Il suo mestiere è destinato a diventare, sempre di più, una vera e propria attività integrata a vantaggio diretto e indiretto dell’intero sistema locale. Diretto, in quanto riferita espressamente alle imprese
appartenenti alle maggiori filiere locali. Indiretto, in quanto il peso di queste stesse imprese in termini di occupazione e produzione di ricchezza raggiunge, a Reggio Emilia, percentuali poste ai vertici europei e dunque determinati per concorrere e garantire il benessere e la qualità della vita dell’intera comunità. Non solo. Reggio Emilia Innovazione opera secondo il principio mutualistico indispensabile per consentire, anche alle imprese di piccole dimen-
intervista ad Aimone Storchi
Presidente Reggio Emilia Innovazione
AIMONE
STORCHI
Reggio Emilia Innovazione compie dieci anni, quale è il bilancio e, soprattutto, quali sono le prospettive?
Si tratta di un bilancio certamente positivo. Innanzi tutto dobbiamo ricordare
che il decennio al quale facciamo riferimento ha visto una grande trasformazione segnata dalla globalizzazione, dalle nuove tecnologie, dal ruolo crescente della conoscenza e, naturalmente, dalla crisi. In questo decennio REI è riuscita non solo a crescere e consolidarsi, soprattutto nell’area dei laboratori,
ma anche a contribuire a far si che maturasse, localmente, la consapevolezza circa il ruolo che l’innovazione gioca e giocherà nel riposizionamento competitivo del nostro sistema produttivo.
Sono molti i segnali che testimoniano e confermano il percorso evolutivo che
negli ultimi anni ha interessato il nostro territorio: mi riferisco, tra gli altri, alla
politica regionale dedicata all’innovazione; all’avvio della rete dei tecnopoli locali; agli Stati generali del Comune di Reggio Emilia; al recupero dell’Area Nord
e alla progettazione degli insediamenti correlati alla conoscenza e all’innovazione con l’avvio del riuso dell’ex area delle Officine Reggiane. Oggi esistono le condizioni di “contesto” indispensabili per sostenere l’iniziativa di Reggio Emilia Innovazione nel sempre più importante trasferimento tecnologico in
favore delle piccole e medie imprese. Quanto alle prospettive di REI posso
affermare che si fondano su una vision semplice e ambiziosa nello stesso tempo. REI deve diventare il soggetto capace di connettere le imprese reggiane
con le scoperte e le conoscenze tecnologiche realizzate in Italia e nei centri
di ricerca del mondo. Ciò significa che dobbiamo impegnarci per rendere più
innovativa e intraprendente l’industria e le filiere che abbiamo e non immaginare di cambiarle con altre che invece non abbiamo.
Quale è oggi il modello di riferimento per Reggio Emilia Innovazione?
L’obiettivo è come rendere accessibili le più evolute conoscenze all’industria
locale. Una sfida complessa per noi, soprattutto perché priva di riferimenti. Vede,
da noi si è manifestata la volontà di realizzare soggetti come REI o come il tecnopolo, mentre, altrove, molto spesso, sono nate prima operazioni immobiliari nobilitate poi da nomi altisonanti come Incubatori o Parchi tecnologici e scien-
REGGIO EMILIA INNOVAZIONE E I SUOI LABORATORI
Reggio Emilia Innovazione dispone di due tipologie di laboratori per un totale di oltre 2000 mq dislocati in 4 edifici: i laboratori di prova e certificazione, totalmente gestiti da REI ed operanti in regime di qualità UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005; e i laboratori di ricerca industriale a prevalente collaborazione con spinoff, start-up e/o gruppi di ricerca del locale dipartimento d’ingegneria dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Nel primo
caso si tratta di sei laboratori che coprono i seguenti settori:
EMC – Compatibilità Elettromagnetica, PFE – Prove Funzionali
ed Elettriche, MVR – Macchine, Vibrazione e Rumore, END – Endurance (Affidabilità e Durata), EML – Motori Elettrici, Laboratorio ISOBUS. I Laboratori di Ricerca Industriale sono invece nove
e in essi si sviluppano direttamente competenze specifiche utilizzando le tecnologie più innovative: EMC & RF – Compatibilità
Elettromagnetica e Radio Frequenza, Energy Power, Energy Control, FPM – FluidPower for Mechatronics, HMI – Human Machine Interface, LAC – Logistic & Automation Consulting, ATEn –
Aeronautics Termofluidodinamics Energy, Costruzioni ECOBUILDING.
Reggio Emilia Innovazione è un Organismo Notificato NB 1232
per la Direttiva 2004/108/CE (EMC – Compatibilità Elettromagnetica), la Direttiva 99/5/CE (R&TTE – Apparati Radio & TLC), la Direttiva 2000/14/CE (rumore macchine operanti all’aperto). Possiede inoltre la validazione come organismo di ricerca dalla Commissione Europea 20.03.12 e gli accreditamenti ACCREDIA n° 107
UNI CEI EN ISO/IEC 17025 :2005 e ITALCERTIFER, ed è un Laboratorio di Ricerca industriale e trasferimento Tecnologico della Rete Regionale Emilia Romagna ad Alta Tecnologia per i settori meccanica – materiali e energia – ambiente. A questi si aggiunge l’iscrizione all’Albo dei Laboratori di Ricerca del MIUR.
È inoltre membro di EAI European Alliance for Innovation, ECANB
Group of Notifies Body under the EMC Directive, IEEE Institute
of Electrical and Electronics Engineers, CISPR D italian delegate, RTTE Compliance Association, ASTP e socio del CEI – Comitato Elettrotecnico Italiano (5 comitati tecnici) e dell’UNI – Ente
Italiano di Unificazione.
63
Ricerca e Innovazione
Ricerca e Innovazione
62
tifici che non sempre si sono dimostrati all’altezza delle attese. Paradossalmente, il fatto di partire da pochi elementi consolidati non rappresenta per noi un limite perché nel
mondo dell’innovazione un prato verde è sempre il luogo
migliore sul quale edificare.
Sono ben consapevole che noi non abbiamo la massa critica di Torino o Milano, ma REI può contare non solo sul
ruolo attivo degli Enti locali (Comune e Provincia) e sulla
condivisione di obiettivi, ma anche su ben definite opzioni strategiche come il rapporto di osmosi con le imprese
appartenenti alle principali filiere locali: dalla meccanica all’agroalimentare; la centralità del legame con il mondo universitario e, in particolare, con alcune facoltà dell’Università di Modena e Reggio Emilia che è essa stessa una rete
di sedi; la visione d’area vasta che ci orienta non alla competizione con altri territori, ma alla collaborazione, all’integrazione e alla condivisione di risorse e conoscenze; infine, la consapevolezza che il core business di REI è la costruzione di relazioni e il trasferimento alle imprese di informazioni e di possibili soluzioni.
Sappiamo, naturalmente, che il nostro presente e soprattutto il nostro futuro, si misurano con la necessità di crescenti dotazioni finanziarie. Nel corso del 2014 ci impegneremo per dare attuazione ai contenuti del Protocollo
e per sottoscrivere ulteriori accordi e convenzioni con quegli stakeholder che, per ruolo istituzionale o per funzione
associativa, sono più vicini al mondo delle imprese e a quello dell’innovazione…
Perché è importante il Protocollo di intesa che è stato sottoscritto?
Vede, il Protocollo sottoscritto nel dicembre scorso rappresenta un vero e proprio “spartiacque”. Ci sono voluti anni
per giungere al “giro di boa” rappresentato da questo “Accordo territoriale”. Un sistema locale dell’innovazione non
è un monolite organizzato gerarchicamente, con qualcuno che dirige e altri che eseguono, ma un insieme di soggetti autonomi. La metodologia di ascolto, confronto e condivisione che abbiamo praticato nel corso del 2013 ci ha
permesso non solo di definire con precisione gli obiettivi
futuri, ma anche di condividerli. La presenza dei maggiori stakeholder locali nella nostra compagine e la loro unità
d’intenti indicano, anche simbolicamente, che sussistono
le condizioni indispensabili per fare di REI non solo un originale centro di trasferimento tecnologico, ma anche il soggetto deputato a coordinare le molteplici attività locali riconducibili all’innovazione. La strada è tracciata: REI deve
diventare, sempre di più, uno strumento collettivo il cui fine
è realizzare progetti e attività che nessun singolo stakeholder potrebbe realizzare da solo.
HORIZON 2020
fare Ricerca e Innovazione a livello europeo
Lo strumento finanziario di attuazione dell'Unione, volto a garantire la competitività
globale dell'Europa
di Renato Brevini Vicepresidente Unindustria Reggio Emilia
con delega a Innovazione, Ricerca e Qualità
RENATO BREVINI
L’11 dicembre 2013 sono stati pubblicati i primi bandi del nuovo Programma
dell’Unione Europea per la ricerca e l’innovazione “Horizon 2020”, che gode
di una dotazione di oltre 70 miliardi di euro ed è attivo per un periodo di sette anni (2014-2020). Le novità, oltre al potenziamento del budget di circa il
30%, sono legate innanzitutto alle procedure che sono improntate ad una maggiore semplificazione con l’obiettivo di facilitare la partecipazione da parte di
piccole e medie imprese e la possibilità di presentare progetti di innovazione
e non solo di ricerca.
Nello scorso settennato va rilevato che il Programma Quadro ha visto una partecipazione non adeguata delle imprese italiane. Gli altri paesi invece hanno
sfruttato maggiormente questa importante opportunità di finanziamento. L’obiettivo di Unindustria Reggio Emilia è quindi di far crescere la cultura sui progetti europei e accrescere il numero di imprese associate che partecipano ai
bandi europei per realizzare progetti di ricerca e innovazione. Crediamo sia strategico per il nostro territorio.
Viste queste opportunità e questi vantaggi promuovere e
sostenere la partecipazione delle imprese associate ai bandi di Horizon 2020 è di fondamentale importanza, così come
dare vita ad una rete di soggetti (Università, centri per l’innovazione e consulenti esperti nella presentazione e gestione di progetti europei) che possono affiancare le imprese in questa sfida unendo le competenze e promuovendo sinergie tra i diversi attori.
Siamo convinti che il problema tecnico della presentazione del progetto non sia il vero problema della scarsa partecipazione italiana ai bandi europei. Fare progetti europei vuol dire innanzitutto realizzare un progetto strategico
ad alto rischio (non è ricercare contributi) e definire un programma di investimento (in cui la UE supporta l’azienda
in questa attività molto rischiosa) per ricercare e realizzare un prodotto, un processo, un servizio che non sono ancora presenti sul mercato.
Occorre partire non dal bando, ma da una buona idea, da
una soluzione di un problema non ancora immaginata o che
è stata magari pensata per un altro settore e poi ricostruire la catena del valore per individuare i partner a livello internazionale con cui realizzare il progetto.
I progetti di ricerca e di innovazione sono infatti progetti
di costruzione di partnership nella catena del valore.
65
Ricerca e Innovazione
64
Per questo abbiamo organizzato alcuni momenti di presentazione di Horizon 2020 con particolare riferimento al nuovo strumento dedicato alle pmi e al pilastro dedicato all’Industrial leadership (scheda nr. 1 e nr 2 ndr).
Per partecipare con successo a questo tipo di progetti le
imprese infatti devono approcciarsi correttamente e quindi è necessario:
– Avere un forte commitment: occorre investire tempo, risorse umane ed economiche (per qualificare il proprio
progetto a fronte di una forte competizione);
– Acquisire la cultura di base (es. regole base di partecipazione, terminologia es. KET, Sfide Sociali, differenza
tra Ricerca e Innovazione, …);
– Partecipare con una logica di medio periodo (continuare a provare anche dopo un eventuale insuccesso…) e partire con l’elaborazione
del progetto prima dell’uscita del Bando;
– Avere un’idea davvero innovativa rispetto
allo stato dell’arte del proprio settore (per
questo occorre fare riferimento ad esempio alle Banche dati dei progetti già realizzati e ai temi indicati nei Work programmes
pubblicati).
Se sono richiesti alcuni importanti requisiti, d’altra parte vi sono numerosi vantaggi derivanti dalla partecipazione ai progetti europei, tra cui:
– Finanziare la propria attività di ricerca
(125% dei costi diretti sostenuti) e l’innovazione (95% dei costi diretti sostenuti)
con contributi a fondo perduto senza uguali a livello nazionale. È infatti prevista la copertura dei costi diretti della ricerca
(100%) e dell’innovazione (70%) + 25%
dei costi diretti come costi indiretti (esempio progetto di ricerca: costi diretti = 100,
costi indiretti = 25, costi totali = 125, contributo UE = 125).
– Networking, ovvero entrare in una rete di
soggetti che fanno ricerca e innovazione a livello europeo facendo conoscere il proprio marchio.
– Internazionalizzare l’azienda con l’opportunità di entrare in nuovi mercati, conoscere partner commerciali, ecc.
– Sviluppo culturale: si fa ricerca e innovazione ad altissimo livello, il personale coinvolto partecipa a progetti
complessi in un contesto internazionale, ecc...
– Conoscere e collaborare con Centri di ricerca e Università a livello internazionale.
HORIZON 2020 IN PILLOLE
Unico programma, regole più semplici, bandi con scadenze
plurime, oltre 70 miliardi di euro il budget a disposizione.
Modalità di partecipazione: ricerca collaborativa (minimo tre aziende di tre paesi diversi, regola generale per
sviluppare progetti di Ricerca & Innovazione o progetti di
innovazione), ma anche da soli (strumento riservato alle piccole e medie imprese).
Finanziamento: costi diretti - massimo il 100% dei costi eleggibili totali (eccetto per le azioni più vicine al mercato, dove il limite massimo è fissato al 70%); costi indiretti - tasso forfettario pari al 25% dei costi diretti ammissibili.
Approccio: Top Down (approccio tradizionale: i progetti proposti dalle aziende devono rispondere ai topics definiti nei WP - Work programme), ma anche Buttom Up (progetti proposti liberamente rispetto ad obiettivi più generici sempre contenuti nei WP).
Ricerca, ma anche Innovazione: finanziamenti a copertura dell’insieme delle attività che vanno dalla ricerca al mercato. Maggiore supporto all'innovazione e alle attività vicine al mercato (testing, piloting, dimostrazioni di nuove tec-
nologie) e a tutte le forme di innovazione (business models,
social innovation). Uso estensivo di strumenti finanziari con
effetto leva.
Lo Strumento PMI: strumento trasversale ai pilastri 2 e 3
su temi indicati nei vari Work programm e articolato in tre fasi.
Formato da tre Pilastri:
1 Excellent Science – ES (4 programmi/assi)
Per generare l’eccellenza scientifica, sostenere le migliori idee e sviluppare le competenze, per fare dell’Europa un polo di attrazione per i migliori ricercatori mondiali.
2 Industrial leadership – IL (3 assi)
Per creare una leadership industriale europea e incoraggiare investimenti in R&I in Europa, promuovendo la diffusione delle KET - Key Enabling technologies (ad es.ICT,
nanotecnologie, microelettronica, biotecnologie, materiali avanzati e sistemi di produzione) e quindi lo sviluppo di nuovi prodotti innovativi che contengono più tecnologie abilitanti (asse 1: Leadership in enabling and industrial technologies - LEIT).
3 Societal Challenges – SC (7 sfide)
Per affrontare i problemi della società e sostenere attività lungo la catena “ricerca di laboratorio - accesso al
mercato”.
Per le imprese risulta di particolare interesse l’asse 1 Leit
del secondo pilastro Industrial Leadership, ed il terzo pilastro Societal Challenges.
scheda 2
TECNOLOGIE ABILITANTI FONDAMENTALI – KEY ENABLING TECHNOLOGY
(KET)
Si tratta di sei tecnologie abilitanti fondamentali e trasversali a tutti settori produttivi ad alta intensità di conoscenza
e di ricerca e su cui la UE ha deciso di
investire: nanotecnologie, micro/nanoelettronica, biotecnologie industriali, materiali avanzati, fotonica e
tecnologie avanzate di produzione.
Queste tecnologie abilitanti sono di
fondamentale importanza per plasmare
l’innovazione e la competitività future della UE. Si prevede che il mercato globale delle KET passi dai 650 miliardi di euro circa del
2008 a oltre 1.000 miliardi di euro nel 2015.
Tutte le industrie di punta a livello mondiale nel setto-
re automobilistico, chimico, aeronautico, aerospaziale,
sanitario, dell’energia, ecc. utilizzano le KET.
Con il Programma Horizon 2020 l’UE ha deciso di sviluppare in Europa l’applicazione su scala industriale delle KET
e incentivare lo sviluppo di prodotti basati sulle KET.
Queste tecnologie forniscono infatti le basi tecnologiche necessarie a un’ampia gamma di applicazioni di prodotti innovativi, assolutamente necessari per fronteggiare le sfide della società.
Hanno rilevanza sistemica perché alimentano il valore della catena del sistema produttivo e hanno la capacità di
innovare i processi, i prodotti, i servizi in tutti i settori economici.
La maggior parte dei prodotti e dei servizi sul mercato
nel 2020 è ancora sconosciuta ma il motore principale del loro sviluppo sarà l’applicazione delle KET.
Esempi di prodotti basati su KET sono:
– i LED fotonici ad alto rendimento;
– le batterie avanzate, che combinano materiali avanzati e nanotecnologie finalizzate all’elettromobilità;
– i biochip che combinano materiali avanzati, nanoelettronica e fotonica in campo diagnostico;
– i pneumatici a basso attrito basati sulle biotecnologie
industriali;
– i nanocomponenti, di origine nanoelettronica, destinati ai telefoni cellulari, ecc.
scheda 3
SOCIETAL CHALLENGES – 7 SFIDE SOCIALI
– Health, demographic change and wellbeing (ict e salute, farmaci innovativi, prevenzione malattie, ...);
– Food security, sustainable agriculture, marine and maritime research, and the bio-economy (incrementare
la produzione di generi alimentari, commercializzare
prodotti alimentari più sani, sicuri e tracciabili, ...);
– Secure, clean and efficient energy (edifici ad emissione zero, riscaldamento da rinnovabili, bioenergia,
celle a combustibile ed idrogeno, fornitura di energia
a basso costo, ...);
– Smart, green and integrated transport;
– Climate action, resource efficiency and raw materials
(materie prime tradizionali: migliorare estrazione, lavorazione e riciclo; trovare materie prime alternative meno
inquinanti, ...);
– Inclusive, innovative and reflective societies (scienze
sociali ed umane);
– Secure societies (fronteggiare i disastri naturali e causati dall’uomo, sicurezza del web, ...).
67
Articolo di copertina
Ricerca e Innovazione
66
scheda 1
Firmato il contratto di rete IES
che coinvolge quattro imprese
uattro imprese, operanti nel settore della robotica
e dell’automazione industriale hanno sottoscritto
il contratto di rete IESnet (Italian Engineering Solutions net). Si tratta di Project Group srl di San Polo d’Enza, SA.VI. srl di Reggio Emilia, CO.ME. Engineering srl di
Cento di Ferrara e Tech-Euroengineering srl di Torino.
Unindustria Reggio Emilia ha promosso e sostenuto con
forza questo progetto che fa incontrare gli imprenditori e
li fa dialogare tra loro, oltre a stimolare la collaborazione
tra imprese per realizzare progetti comuni di ricerca e di
internazionalizzazione. L’Associazione da tempo ha creato lo Sportello Reti per informare e assistere le imprese interessate al contratto di rete, uno strumento che aumenta la massa critica e le aiuta a rafforzarsi, soprattutto in questo prolungato periodo di crisi.
“Questo tipo di rete – ha sottolineato Paolo Monti, Amministratore Delegato di Project Group – è importante perché insieme possiamo progettare e realizzare in modo autonomo e completo soluzioni integrate”. Fausto Ferretti, amministratore di SA.VI, dice: ”Imprese piccole come le nostre si mettono insieme per competere meglio e intercettare nuovi clienti in Italia e all’estero”. Mario Sgambuzzi titolare di CO.ME., aggiunge: “È una bella opportunità di confronto e di crescita culturale per gli imprenditori stessi”. Gianni Azeglio, Presidente di Tech-Euroengineering, conclude
dicendo: “È fondamentale unire le competenze di aziende
con elevate competenze tecniche specifiche del settore per
offrire ai nostri clienti un servizio sopra lo standard”.
Il contratto di rete è finalizzato allo svolgimento di attività
comuni con l’obiettivo di aumentare la competitività sul mercato delle imprese in rete attraverso l’offerta di linee d’automazione per l’industria “chiavi in mano” o di singoli componenti della linea integrando le competenze di natura tecnica e commerciale ed i prodotti delle singole imprese.
In particolare le aziende della rete si propongono di individuare nuove opportunità di mercato a livello nazionale e
internazionale come fornitori qualificati di progetti completi d’automazione industriali-retrofit, isole robotizzate di ca-
Q
rico-scarico, macchine per l’industria siderurgica e meccanica in generale, costruzioni di linee d’automazione principalmente nel settore delle macchine industriali, presse
idrauliche, linee di forgiatura, laminatoi radiali assiali, linee
di trasporto e movimentazione, revamping, ecc.
Tali obiettivi saranno raggiunti tramite lo sviluppo congiunto di progetti e la condivisione di soluzioni innovative con
riferimento a piattaforme tecnologiche, servizi e prodotti,
scambio di informazioni tecniche e commerciali.
La rete d’impresa è una soluzione che consente da una parte di aumentare la competitività delle singole aziende condividendo servizi, informazioni, infrastrutture (laboratori, SW,
ecc.) e dall’altra di accrescerne la massa critica e quindi
la capacità di fornire sistemi meccatronici per la produzione industriale con l’obiettivo di ascoltare la richiesta del cliente, proponendo una soluzione altamente tecnologica e soprattutto, fornendo un unico referente nell’intero progetto.
IMPRESE COINVOLTE:
Project Group srl, San Polo d’Enza (RE)
Automazioni industriali. Si occupa di progettazione e realizzazione di soluzioni meccatroniche, software di processo, costruzione di quadri d’automazione generale, isole robotizzate e impiantistica elettrica in generale.
SA.VI. srl, Reggio Emilia
Metalmeccanica. Si occupa di progettazione e costruzione attrezzature meccaniche di precisione.
CO.ME. Engineering srl, Cento (FE)
Lavorazioni meccaniche. Si occupa di progettazione ed esecuzione di movimentazione e manipolazione robot, logistica impianti e stesura layout.
Tech-Euroengineering srl, Torino
Costruzioni meccaniche. Si occupa di progettazione e realizzazione di presse idrauliche, laminatoi radiali assiali, linee automatiche, impianti acqua quencing, costruzioni meccaniche, valvole idrodinamiche.
Un sogno
che è
diventato
realtà
LEONARDO RIGHI PRESENTA
IL SUO NUOVO PROGETTO:
IL RISTORANTE NOSTRANO CHE PUNTA
SULLE ECCELLENZE
DELLA TAVOLA REGGIANA
Leonardo Righi, storico imprenditore reggiano di prodotti alimentari, noto alle cronache per
la poliedricità delle sue passioni, ha dato vita
ad un nuovo progetto sempre nell’ambito del
food, ma declinato nel comparto ristorazione.
Si tratta di un ristorante che ha chiamato Nostrano, specializzato nella promozione di tutte le eccellenze della tavola del territorio, che
ha sede a Reggio Emilia in via Dante Da Torricella, 44 (www.ristorantenostrano.it).
“Ho sempre lavorato per passione - dice Righi - ed erano anni che avevo questo desiderio: aprire un ristorante che parlasse interamente reggiano e che sapesse coniugare la
tradizione con la modernità. Un ristorante
nel quale un reggiano si potesse sentire orgoglioso di essere tale anche a tavola, specialmente se in compagnia di ospiti forestieri o
stranieri. Perché io stesso, nella mia carriera
di imprenditore mi sono spesso trovato in difficoltà, alla ricerca di una tavola che parlasse con sincerità del territorio e non mi facesse sfigurare. Così, io che non ho mai avuto paura ad osare, nonostante la crisi, in vecchiaia,
forse come ultimo canto del cigno, ho voluto
togliermi questa soddisfazione. Avvalendomi
di un importante studio di architettura e sulle ali della mia esperienza e di una passione
per le cose ben fatte che non mi abbandona
mai, con la scusa di aiutare mia figlia e mio genero, che a quanto pare sono rimasti contagiati dal mio entusiasmo, ho iniziato una nuova avventura che mi ha fatto ritornare giovane ed orgoglioso di sentirmi reggiano.”
69
Imprese Reggiane
Rete IES
68
Dal Sistema
70
Check-Up Service
unico referente Unindustria per la formazione
su igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro
Da gennaio 2014 Check-Up Service è diventato, tra le società di sistema di Unindustria Reggio Emilia, unico referente
per le attività di formazione integrata in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro.
L’ente – attivo in questo ambito dai primi anni ottanta e divenuto nel tempo leader di mercato – ha rafforzato lo staff interno e la rete dei propri consulenti al fine di continuare ad assicurare una competenza professionale piena ed affidabile in un’ampia gamma di specializzazioni, in primis nel settore di medicina del lavoro.
L’informazione e la formazione nella gestione della sicurezza sono un punto fondamentale della prevenzione dei rischi
e della tutela della salute dei lavoratori, in questo senso il D.Lgs. 81/08 e l’Accordo Stato Regioni del 21-12-2011 e del
22-02-2012 fissano l’obbligo, per tutti i soggetti coinvolti, di aggiornamento periodico nell’ottica della formazione continua. Inoltre lo sviluppo tecnologico e la crescita produttiva hanno sicuramente moltiplicato i fattori di rischio, sia all’interno sia all’esterno degli ambienti di lavoro.
Le imprese manifestano l’esigenza, sempre più marcata, di rivolgersi a strutture specializzate, in grado di offrire un valido e tempestivo supporto per affrontare e risolvere le problematiche relative alla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.
Check-Up Service, che ha sede a Reggio Emilia in Via Piccard 18, risponde a questa esigenza progettando ed organizzando corsi di formazione in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro, rivolti a tutte le figure aziendali, avvalendosi di docenti in possesso di adeguati requisiti e titoli professionali e con lunga esperienza di attività di formazione aziendale.
L’ente è in grado di seguire sia aziende strutturate e di grandi dimensioni, che piccole e medie imprese con un numero di addetti contenuto.
I corsi possono essere svolti in aula e in modalità e-learning, tramite l’utilizzo di corsi on-line di sicuro vantaggio per
le aziende.
INFORMAZIONI
FORMAZIONE
• Prospero Ferrarini: [email protected] • Tel. 0522 369015
• Antonella Cigarini: [email protected] • Tel. 0522 369026
MEDICINA DEL LAVORO
• Annalisa Marchetti: [email protected] • Tel. 0522 369014
www.checkup-service.net
Dal Sistema
72
LA FORMAZIONE CONTINUA
per affrontare nuove sfide
intervista a Maria Licia Ferrarini, Presidente CIS, Scuola per la gestione d’impresa
•
MARIA LICIA
FERRARINI
È arrivata a tutte le imprese, nelle scorse settimane, la nuova proposta di percorsi formativi interaziendali di CIS
Scuola per la Gestione d’impresa, già impegnata ad approfondire con i referenti delle aziende le tante opportunità di crescita e sviluppo per il personale delle imprese. Si tratta di una nuova proposta progettata insieme alle
aziende, che nasce dall’ascolto del territorio e da esigenze concrete. Ne parliamo con Maria Licia Ferrarini, Presidente CIS.
Presidente, quali sono le nuove proposte di CIS per il 2014?
L’offerta nasce dell’integrazione profonda con il territorio,
dall’ascolto e dal coinvolgimento continuo delle imprese
nelle attività sviluppate, anche nel merito dei contenuti. Ogni
anno infatti CIS organizza un incontro aperto a tutte le aziende per raccogliere i feed back sui corsi interaziendali e capire le nuove esigenze. È l’opportunità per mettere alla prova gli spunti colti durante l’attività e i progetti che abbiamo ipotizzato per l’anno successivo. Da questi incontri escono idee
progettuali, contenuti per nuovi interventi ed anche suggerimenti logistici, dagli orari più opportuni ai giorni della settimana che per le imprese sono più idonei alla formazione. Nella
nuova programmazione le aziende possono così ritrovare risposte concrete alle esigenze espresse.
•
Parliamo del Catalogo Corsi interaziendale, qual è il tema centrale per il 2014: avete un filo conduttore, qualche idea che
vi ha guidato?
Il punto di partenza è la volontà di creare percorsi di formazione continua: le imprese che ci seguono devono poter ritrovare, anno dopo anno, i temi di loro interesse affrontati da
punti di vista diversi. Questo permette di approfondire e de-
•
clinare le problematiche, sperimentare le competenze acquisite sul campo e poi tornare nuovamente in aula, per confrontarsi sui risultati con i colleghi ed i docenti ed imparare cose
nuove. Dando continuità all’apprendimento si crea una sorta di community professionale che coinvolge collaboratori e
manager di varie aziende con gli stessi interessi e, spesso, il
medesimo ruolo. Questo per noi è un grande valore aggiunto, favorito anche dal coinvolgimento dei docenti fin dalla fase
di progettazione, in quanto sono loro stessi che alimentano il
confronto in aula, la conoscenza tra i partecipanti e la linearità formativa.
Quali sono gli argomenti a cui è stato dato più spazio?
Il catalogo corsi 2014 ha un’offerta molto ampia, si parla
di oltre 120 titoli che spaziano dalla formazione tecnica all’approccio manageriale, dagli strumenti alle competenze trasversali. I contenuti e le metodologie sono pensati per rispondere sia alle esigenze delle PMI che di realtà più grandi. I temi
trattati sono quelli più vicini alle imprese, a supporto di progetti strategici. Un esempio è l’internazionalizzazione, affrontata da più punti di vista: l’aspetto legale, fiscale, contrattualistico per passare alla negoziazione internazionale e alle stra-
•
Ha citato l’internazionalizzazione, di grande interesse, soprattutto per le PMI che hanno necessità di affacciarsi su nuovi mercati. Può descriverci nel dettaglio questi progetti specifici?
In questo caso l’implementazione e la flessibilità della proposta alle necessità dei mercati è fondamentale. CIS parte da
un’importante esperienza in ambito linguistico: “CIS Language Division” sviluppa attività da 25 anni e rappresenta un’eccellenza del territorio per la metodologia didattica, specifica
per adulti, i contenuti legati al Business e l’offerta formativa
in tutte le lingue straniere. Da questo contesto abbiamo proposto e sperimentato nelle aziende corsi di public speaking
e negoziazione internazionale in lingua inglese. Inoltre, un selezionato team di docenti sviluppa tematiche trasversali e commerciali nelle principali lingue Europee, per erogare stessi percorsi formativi e medesimi contenuti anche nelle sedi estere di multinazionali. Siamo partiti dalla formazione linguistica
per arrivare a un approccio interculturale che completa le competenze e potenzia le opportunità di business. Per gli aspetti legali, societari e di contrattualistica internazionale, la formazione e l’attività di consulenza è sviluppata da professionisti del territorio e di altre regioni, che collaborano stabilmente con la Scuola per interventi interaziendali e focus mirati su
progetti specifici.
Oltre all’internazionalizzazione quali sono i temi più di interesse per le imprese, in questo momento?
Un aspetto molto sentito in questi ultimi anni è il controllo
strategico, la lettura e la comprensione dei dati dell’impresa,
organizzare un sistema di monitoraggio per la propria attività
o acquisire strumenti per comprendere altre realtà imprenditoriali. In un mondo che deve sempre più lavorare in rete e in
cui le connessioni sono strategiche, poter valutare da ogni punti di vista i potenziali partner, i fornitori e naturalmente anche
i competitor è un fattore di vitale importanza. Altro ambito fondamentale è la formazione tecnica, per un’area a forte vocazione manifatturiera è vitale lo sviluppo delle competenze e l’aggiornamento per l’ambito logistico, acquisti, produzione, con
forte attenzione per l’efficienza e la razionalizzazione dei processi. Si tratta di temi prioritari, che vengono affrontati inizial-
•
mente con gruppi di imprese, per valutare le opportunità e conoscere i docenti, poi, in uno step successivo, si sviluppano
percorsi mirati in azienda, anche sostenuti da finanziamenti,
con progetti che incidono su efficienza e competitività.
Da quanto ci ha descritto il ruolo dei docenti è molto importante per la vostra attività. Come vengono selezionati? Quali sono le partnership con i vostri collaboratori?
Si parla di partnership proprio perché con i docenti la scuola instaura un rapporto duraturo, di collaborazione e sinergia.
Si tratta di consulenti conosciuti da tempo e di nuovi collaboratori, cercati costantemente per offrire alle imprese nuovi
spunti e competenze rinnovate. Per questo CIS lavora in stretto contatto con gli enti di Confindustria dell’Emilia Romagna
e di altre regioni, in un confronto continuo che si sviluppa nello scambio di esperienze, di attività e consulenze svolte dai
docenti, partecipazione congiunta a progetti formativi. Attraverso questa rete siamo in grado di progettare con le imprese percorsi formativi coinvolgendo i docenti dall’inizio, il personale della scuola garantisce il presidio metodologico, fornisce referenze per i professionisti coinvolti, coordina gli interventi curati da consulenti di ambiti tematici diversi. Un criterio di scelta che utilizziamo per valutare i consulenti è l’esperienza diretta che hanno svolto in azienda, abbiamo constatato che chi ha sperimentato il lavoro all’interno di un’organizzazione ha maggiore capacità di comprendere il contesto e proporre interventi efficaci. Il personale CIS partecipa
inoltre all’attività d’aula, oltre alla valutazione dei partecipanti siamo in grado di riportare anche una valutazione diretta e
di restituire le percezioni dell’aula al docente, in una logica
di miglioramento continuo.
•
Una visione molto chiara per l’attività dell’anno appena iniziato, quali sono in sintesi gli obiettivi?
CIS è l’Ente di Formazione di Unindustria Reggio Emilia e
vuole essere la scuola di riferimento per le imprese del nostro
territorio. Per questo puntiamo su competenza e flessibilità,
per cogliere esigenze anche molto diverse e per offrire ciò che
realmente serve alle aziende e alle persone che vi lavorano.
Abbiamo creato un’offerta ampia, ad esempio percorsi adatti alle grandi aziende e progetti più idonei per piccole e medie realtà, affianchiamo le imprese per attività formative specifiche, a sostegno delle strategie, cercando anche le opportunità di finanziamento. Il nostro primo obiettivo è seminare
la cultura della formazione continua, in una logica di miglioramento e di sviluppo delle risorse umane, in linea con i cambiamenti in atto ed i nuovi scenari economici: ritengo che questo sia il più importante investimento che un’azienda possa
fare, soprattutto in un periodo così complesso e difficile.
•
73
Dal Sistema
tegie commerciali e di marketing, con l’utilizzo di canali tradizionali e l’integrazione delle nuove opportunità offerte dal
Web. Oltre al catalogo la Scuola ha progettato alcuni percorsi di alta formazione per lo sviluppo manageriale, l’attività commerciale e il controllo strategico che completano le proposte
formative. Si tratta di circa sei incontri, a seconda del percorso, che si sviluppano con cadenza mensile e permettono una
formazione completa e la sperimentazione sul campo.
Volontariato
74
olontariato
PIAZZA GRANDE SBARCA A REGGIO EMILIA
Piazza Grande, il giornale di strada di Bologna, sbarca a Reggio Emilia. E da febbraio i ragazzi con le pettorine fosforescenti si vedranno anche in piazza Prampolini. Nei giorni in
cui celebra il ventennale della sua fondazione, quello che è
stato il primo giornale di strada italiano annuncia l'uscita a
febbraio del primo numero dell'edizione locale reggiana. I partner locali dell'associazione Amici di Piazza Grande Onlus,
che edita il giornale, sono l'associazione Papa Giovanni XXIII,
l’associazione Dar Voce e il Forum Terzo Settore.
A Reggio Emilia Piazza Grande proporrà il modello che ha
consentito a tante persone senza dimora di avere un'opportunità di reddito ma anche un giornale che possa rappresentarli e affrontare temi vicini alla marginalità sociale.
Le persone che vorranno impegnarsi nella diffusione del
giornale riceveranno dieci copie gratuite e le proporranno
in strada chiedendo un'offerta libera. Successivamente potranno impiegare il ricavato per acquistare altre copie presso la redazione al prezzo di 0,75€ per rivenderle in strada sempre a offerta libera (il giornale non ha prezzo di copertina). In questo modo, i diffusori ricavano un reddito minimo e il giornale recupera fondi per la produzione del numero successivo.
“Per noi – ha spiegato Matteo Iori, presidente dell’associazione Papa Giovanni XXIII – è la prosecuzione di un lavoro iniziato già nel 2006 in collaborazione con Arci e la
coop La Quercia, per realizzare un giornale di strada anche a Reggio Emilia”. “A 16 anni dalla pubblicazione del
primo numero del periodico DarVoce Informa oggi – dice
il presidente Umberto Bedogni – si cerca un salto di qualità per incontrare la città sui temi cari al centro di servizio
per il volontariato. Arrivare in strada con la diffusione del
giornale, ma anche costruire, con il giornalismo, una forma di volontariato ancora poco diffusa, sono traguardi per
noi molto interessanti”. Cittadini, operatori del sociale e giornalisti da oggi scrivono un mensile insieme. Leonardo Tan-
a cura di Darvoce
credi direttore di Piazza Grande Bologna, racconta:
“Piazza Grande non è solo un giornale di strada. A Bologna nel corso dei suoi vent'anni di vita è diventata un'associazione che ha saputo intervenire sulle politiche cittadine rivolte alla povertà estrema modificandole nel senso
di una maggiore partecipazione degli stessi soggetti
marginali”. Le colonne del giornale di strada saranno arricchite dai contributi speciali di firme del giornalismo reggiano e non, di scrittori e figure di spicco del panorama culturale. La redazione invece sarà composta da giornalisti volontari, studenti, operatori sociali con il coordinamento della redazione bolognese di Piazza Grande in collaborazione con tutti i partner reggiani. Riguardo alla linea editoriale, l'idea è quella di parlare di marginalità ed esclusione sociale dando spazio alle storie personali, cercando punti di
vista autorevoli ma non scontati e provando ad affrontare
con diverse angolature temi come le nuove povertà, la precarietà del lavoro, la migrazione, il carcere, le varie forme
della dipendenza, ma anche lo sfruttamento del territorio,
il consumo sostenibile oppure le manifestazioni culturali e
artistiche indipendenti. Il giornale sarà mensile, le uscite
previste sono 10 nel corso dell'anno, la foliazione di 16 pagine di cui la metà dedicata a una tema di interesse nazionale e le restanti dedicate a quanto avviene in città. La
direzione editoriale del Piazza Grande reggiano è affidata a un nome autorevole del giornalismo cittadino, Liviana Iotti, mentre il direttore responsabile sarà Mauro Sarti, giornalista e docente alla facoltà di Scienze della Comunicazione di Bologna già coinvolto nella realizzazione
del giornale di strada bolognese. Due i caporedattori Laura Pasotti e Vincenzo Cavallarin. Nel comitato editoriale compaiono i nomi di Matteo Iori, Riccardo Faietti, Umberto Bedogni e Leonardo Tancredi.
L'invito a collaborare con la redazione è esteso a tutti quelli che pensano di poter mettere a disposizione le proprie
TRE SPORTELLI, A GUASTALLA, CORREGGIO
E SCANDIANO PER L’AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO
Diventa più concreta la rete di solidarietà provinciale
per cittadini e famiglie
A distanza di due anni dall’inizio della sperimentazione presso la cancelleria del Tribunale di Reggio, l’Amministratore
di sostegno fa il debutto in altri tre distretti socio sanitari
della nostra provincia. A Guastalla, Correggio e Scandiano nei prossimi giorni apriranno i battenti tre nuovi sportelli informativi – gestiti totalmente da volontari – per agevolare i cittadini, i volontari ed i familiari di soggetti deboli nel
disbrigo delle pratiche per l’avviamento e la gestione del ruolo di amministratore di sostegno, figura che affianca chi ha
perso la sua autonomia e non è in grado di provvedere ai
proprio interessi e bisogni economici, patrimoniali e fisici.
Le aperture degli sportelli sui tre distretti soci sanitari della nostra provincia sono voluti e realizzati dalle associazioni Sostegno e Zucchero, Fa.Ce. ABC, Anffas Correggio
in collaborazione con Tribunale di Reggio Emilia, DarVoce, Comune di Reggio Emilia, Unione dei Comuni Tresinaro Secchia, Ausl di Reggio Emilia, Unione Bassa Reggiana, Unione Val d’Enza, Unione Pianura Reggiana, Servizio Sociale Unificato distretto di Castelnovo ne’ Monti e
la Provincia Reggio Emilia.
A Guastalla lo sportello è in piazza Matteotti 4 presso la sede
del distretto sociosanitari. I giorni di apertura sono il martedì dalle 9 alle 12,30 e sabato dalle 9 alle 12. Si può prendere appuntamento telefonando al 328-6932512 o man-
dando una mail all’indirizzo: [email protected].
Lo sportello di Correggio ha sede in via Vittorio Veneto 34/d
presso la Fondazione Dopo di noi e Anffas e l'orario di apertura che osserverà lo sportello, sarà martedì dalle 9 alle 12
e giovedì dalle 15 alle 17,30. Per informazioni è possibile
telefonare al numero 328-3651778 o mandare una mail all'indirizzo: [email protected].
Lo sportello di Scandiano è in via Don P. Borghi 6. Aperto il lunedì dalle 14,30 alle 17, di preferenza su appuntamento, e il mercoledì dalle 9 alle 12. Per informazioni è possibile chiamare il numero 328- 6960861 o mandare una
mail all'indirizzo: [email protected].
RIPRENDONO LE ATTIVITÀ
DEL LABORATORIO/SCUOLA ZEROFAVOLE
Dal mese di febbraio, fino a luglio 2014, il laboratorio/scuola di teatro ZeroFavole, oltre alla conduzione stabile di Stefano Masotti, vedrà la collaborazione di Valeria Raimondi
ed Enrico Castellani, attori, registi e fondatori della compagnia veronese Babilonia Teatri, per un totale di circa 30
ore di attività, realizzata al sabato pomeriggio dalle ore 14:30
alle ore 17:30, presso la sede di Let’s Dance in via XX settembre n 1 a Reggio Emilia.
Con Babilonia Teatri si propone la prosecuzione della ri-
cerca di un'identità artistico/creativa originale in cui integrare ad uno sguardo di tipo pedagogico, obbligato quando si coinvolgono attori disabili e non o giovani in situazione o condizione di marginalità e disagio, una sfida per
la creazione di una compagnia teatrale a tutto tondo, che
sia in grado di produrre spettacoli di teatro d’arte da rappresentare nei circuiti nazionali. La collaborazione tra Babilonia Teatri e ZeroFavole serve inoltre a consolidare un
percorso di formazione permanente sulle tecniche del “Teatro per l'integrazione sociale”, che mira a costituire un “Teatro Stabile delle Differenze”.
Il laboratorio/scuola Teatrale è aperto a persone disabili e
non, ragazzi, studenti, attori in formazione, attori, volontari interessati al teatro, operatori di teatro sociale. È possibile per
tutti coloro che sono interessati, assistere ad uno o più degli incontri settimanali. Informazioni allo 0522 550048.
75
Volontariato
V
competenze al servizio di questo progetto sociale. Per farlo basta scrivere a [email protected]
Per chi volesse fare una donazione per sostenere il progetto è pronto un conto corrente bancario dedicato, di seguito gli estremi:
Banco Emiliano • Iban IT72K0862312803000250113423
Intestato a Associazione Centro Sociale Papa Giovanni XXIII
Onlus
Unindustria notizie
Unindustria
notizie
Unindustria notizie
76
77
È iniziato nel mese di dicembre al Liceo “Ariosto-Spallanzani”, in collaborazione con l’Associazione Progetto
Cina, il primo corso di cinese nella
scuola superiore reggiana, un’altra
occasione di arricchimento della già nutrita offerta formativa del Liceo cittadino. L’iniziativa rientra all’interno di un’iniziativa sperimentale per la diffusione
della lingua e della cultura cinese
nelle scuole superiori delle provincie
di Modena e Reggio Emilia promossa
dall’Associazione Progetto Cina, in accordo con l’Ufficio Scolastico Regionale. L’Associazione Progetto Cina è
un’associazione nata a Modena nel
marzo 2012 per adesione di diversi
soci fondatori quali: Università degli
studi di Modena e Reggio Emilia,
Unindustria Reggio Emilia, Provincia di
Reggio Emilia, Confindustria Modena,
Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e Comune di Modena. L’Associazione persegue finalità culturali, formative, scientifiche e di promozione delle relazioni fra Italia e Cina di interesse per l’Università, per il sistema delle imprese, per le istituzioni e per la società del territorio di riferimento.
CREI-AMO L’IMPRESA!:
IL CONCORSO PER STUDENTI
PROMOSSO DAI GIOVANI
IMPRENDITORI E DEDICATO
AD EXPO 2015
I ragazzi della 4A indirizzo tecnico
agrario dell’Istituto D’Istruzione Superiore “Antonio Zanelli” sono già al lavoro. A Reggio Emilia è cominciata con
loro, infatti, la nuova edizione del progetto regionale “Crei-amo l’impresa”,
realizzato dal Gruppo Giovani di Confindustria Emilia Romagna in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale e AlmaLaurea. L’esperienza fa parte delle azioni previste dal Protocollo
d’intesa tra il Ministero della Pubblica
Istruzione e Confindustria. Come per
gli altri anni, si tratta di un percorso –
che finora ha coinvolto 1200 studenti - che vede i Gruppi Giovani di Confindustria delle varie province della regione lavorare con le scuole con l’obiettivo di far conoscere agli studenti degli Istituti secondari il mondo del lavoro e dell’azienda e avvicinarli alla cultura d’impresa e all'autoimprenditorialità. Coordinati dalla dirigente scolastica dello Zanelli Rossella Crisafi e dagli insegnanti della 4 A esperti nelle varie discipline, Enrico Giuliani di Oto Spa,
Matteo Monti di Project Group Srl e
Paola Bondavalli di Telm Srl, del Gruppo Giovani di Unindustria Reggio Emilia, sono i business angels che hanno
illustrato agli studenti il lavoro che li coinvolgerà per l’intero anno scolastico.
Quest’anno il progetto è dedicato a
EXPO 2015, l’esposizione internazionale che si terrà a Milano da maggio ad
ottobre 2015 e sarà dedicato al tema
“Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”.
Gli elaborati finali dovranno essere inviati a Confindustria Emilia-Romagna
entro il 16 maggio. Saranno valutati da
una Giuria composta dal Presidente di
Confindustria regionale, dal Direttore
generale dell’Ufficio Scolastico Regionale e dal Direttore di AlmaLaurea.
MANAGER DELLA RICERCA
INDUSTRIALE E PROGETTISTI
EUROPEI ESPERTI DI
HORIZON 2020
Ha preso avvio nel mese di gennaio il
primo corso per "Manager della ricerca industriale", finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e organizzato da
CIS, Scuola per la gestione d’impresa di Unindustria Reggio Emilia, con
il sostegno di Club Meccatronica,
Aster, Fondazione Irso e Antares. Il percorso è nato all’interno del “Progetto
Nord”, coordinato dalla Fondazione
Irso, con l’obiettivo di coordinare le
strutture di ricerca delle regioni del
Nord Italia in vista di Horizon 2020, il
nuovo programma quadro di ricerca
europeo. A partecipazione gratuita, prevede una durata complessiva di 10
mesi, fornisce 500 ore di lezioni, 40 di
project work e 250 di stage. È realizzato in collaborazione con laboratori di
ricerca e imprese e permette di raggiungere competenze di ideazione, stesura e presentazione di progetti di ricerca ed innovazione. Al termine dell’esperienza formativa i laureati tecnici potranno trovare occupazione presso le aree Ricerca e Sviluppo di
aziende, con mansioni di ricerca e gestione di finanziamenti, contatti con le
Università e ricerca applicata. I laureati in discipline umanistiche, giuridiche,
statistiche ed economiche potranno
trovare occupazione presso imprese,
società di consulenza o come liberi
professionisti per la progettazione in
ambito UE, in particolare nell’area ricerca, innovazione e formazione.
L’EINAUDI DI CORREGGIO
PROPONE IL TRIENNIO
MECCATRONICO-PLASTICO
L’Istituto Tecnico “Luigi Einaudi” di Correggio, nell’ambito dell’indirizzo meccatronico, da due anni ha attivato
l’opzione ministeriale legata alla tecnologia delle materie plastiche, in collaborazione con il Gruppo Gomma e Materie Plastiche di Unindustria Reggio
Emilia. Nel corso degli anni abbiamo
conseguito, unico caso in regione e tra
i pochi a livello nazionale, l’opzione ministeriale specifica per il triennio meccatronico-plastico – ha spiegato la Preside Cristina Marchi –. L’inserimento
dello studio dei materiali plastici mira
a formare giovani diplomati con una
preparazione tecnica più completa, ver-
satile e in linea con la struttura del tessuto manifatturiero locale”. Il corso di
studi si avvale di docenze curate da
esperti esterni e del supporto delle imprese del distretto che, attraverso visite guidate, interventi di specialisti e
stage aziendali, integrano l’esperienza formativa. Gli studenti possono usufruire inoltre di un laboratorio attrezzato da strumenti e macchine adatte alle
prove e alle sperimentazioni, in cui è
stata collocata una pressa per stampaggio donata dal Gruppo Gomma
Materie Plastiche di Unindustria e
dall’azienda Negri Bossi, leader nel settore della progettazione e produzione
di macchine per la lavorazione delle
materie plastiche, su cui i ragazzi effettuano prove pratiche e tecniche.
COMPETIZIONE TRA COLLEGHI:
COME MIGLIORARE IL CLIMA
AZIENDALE
Ha preso avvio con l’inizio dell’anno il
nuovo ciclo di incontri WoMen in
change, promosso dal Gruppo Terziario. Nel primo appuntamento Caterina
Pettinato ha parlato di "Competizione
tra colleghi: come migliorare il clima
aziendale", nel secondo Andrea Grassi ha affrontato il tema "Confrontarsi
con clienti e fornitori...Problem Solving
strategico!". Per entrambi gli eventi la
sede è stata quella della storica impresa Lombardini srl di Reggio Emilia. Nel
primo incontro si è affrontato il tema della fisiologica e naturale competizione
sul luogo di lavoro: non così negativa,
ma, se gestita, può rivelarsi stimolante e altamente positiva. Competizione
e conflitto oscillano sempre in perfetto equilibrio sulle attività lavorative
delle persone e solo una comunicazione efficace, un continuo
rafforzamento della propria flessibilità
mentale, permettono alla competizione di diventare opportunità, imparando a riconoscere gli elementi da cui può
nascere il conflitto e scansandoli al momento giusto per trasformarli in collaborazione. Il secondo incontro è stato
focalizzato sulla tensione nelle dinamiche cliente-fornitore, sempre più frequente nelle attuali condizioni di mercato. Spesso, per risolverle, si attuano
compromessi che, nella maggior parte dei casi, non soddisfano completamente né l’una né l’altra parte. Le conseguenze si riflettono sulle marginalità
delle commesse, sulla fidelizzazione tra
le aziende e sui rapporti umani tra i soggetti che le devono gestire. Nel corso
dell’incontro sono state illustrate alcune strategie che permettono di focalizzare il Problem Solving sulla generazione di “soluzioni di valore”: risolvere il
conflitto permettendo alle controparti
di raggiungere i propri obiettivi.
GOOGLE E CLUB DIGITALE:
RICERCA, SEO E SEM PER
CONQUISTARE NUOVI CLIENTI
ONLINE
Il Club Digitale ha avviato l’anno con
un interessante incontro dal titolo
"Google e Club Digitale: Ricerca,
SEO e SEM per conquistare nuovi
clienti online". Il 7 febbraio scorso Giacomo Gnecchi Ruscone, Search
Quality-Outreach Strategist di Google ha
spiegato ai presen-
ti come funziona il motore di ricerca più
famoso al mondo e quali risultati restituisce. Infatti, dentro al motore di ricerca si può essere visti ma non guardati. Così Stefano Iotti di Arscolor Interactive è intervenuto sul tema “Acquisire clienti con internet e i motori di ricerca”, illustrando la differenza tra Il
Search Engine Optimization, o SEO,
che unisce tutte quelle tecniche per far
emergere un sito nei risultati di ricerca, e il SEM, ovvero Search Engine
Marketing, ovvero le azioni di marketing implementabili grazie ai motori di
ricerca. Successivamente è stata analizzata la case history aziendale di Kohler-Lombardini, azienda reggiana produttrice di motori diesel. Enrico Traino, Direttore Vendite e Assistenza
Lombardini srl e Francesca Rubbiani,
Direttore Marketing Lombardini srl
hanno descritto il percorso che ha portato al riposizionamento strategico
del brand e l’uso del canale online a
supporto delle strategie commerciali,
ovvero il progetto "Bold and Gracious".
79
Unindustria notizie
Unindustria notizie
78
PRIMO CORSO DI CINESE
Unindustria notizie
80
CONVERSAZIONE CON RENZO
RICCI – POLTRONESOFÀ
In un momento in cui le vendite di divani in Italia subiscono contrazioni a
doppia cifra, c’è chi, sempre a doppia
cifra, chiude bilanci in positivo. Valorizzazione del marchio e del patrimonio commerciale, valorizzazione delle
eccellenze artigiane e uno sguardo attento alla continua evoluzione dei processi d’acquisto dei clienti anche nel
settore dei beni durevoli. Poltronesofà
rappresenta un modello di riferimento per la sistematica attenzione ai gusti del consumatore finale e per l’ampiezza della gamma che offre a tutti una
reale possibilità di acquisto. Queste le
motivazioni che hanno portato il Gruppo Giovani a confrontarsi con il fondatore dell’azienda, Renzo Ricci, ospite
della sede di via Toschi per portare la
propria esperienza. 56 anni, imprenditore, Ricci appartiene ad una famiglia
di mobilieri reggiani, ormai giunta alla
terza generazione. Insieme ad altri
membri della famiglia, controlla Ricci
Casa Spa, che fin dagli anni ’60 costituisce un punto di riferimento in Emilia nella grande distribuzione del settore arredamento. Nel 1996 ha creato il brand poltronesofà ed aperto il primo negozio, avviando l’espansione su
tutto il territorio nazionale, fino ad arrivare ad oggi con una catena di 139
punti vendita monomarca, di cui 55 gestiti direttamente e 84 legati da contratti di franchising stipulati con importanti imprenditori locali.
LE GIORNATE DEL CREDITO
Ha preso avvio il nuovo ciclo di seminari in pianificazione e controllo di gestione dedicato ad imprenditori e responsabili amministrativi, sviluppato
dall’Area Credito, Fisco e Finanza
d’impresa in collaborazione con Mondaini & Partners. Quattro pomeriggi di
approfondimento nella sede di Unindustria Reggio Emilia con l’obiettivo di
illustrare ed arrivare a padroneggiare
le metodologie da applicare in ciascuna delle fasi che compongono il processo di pianificazione e controllo
delle prestazioni aziendali. Ogni intervento viene arricchito dalla trattazione
di casi aziendali per verificare il concreto utilizzo delle nozioni apprese allo
scopo di facilitarne il trasferimento all’interno dei rispettivi contesti lavorativi di provenienza.
BUSINESS MODEL INNOVATION
WORKSHOP
Il Gruppo Giovani Imprenditori ha
organizzato un workshop per introdurre i partecipanti alla conoscenza pratica di base del Business Model Canvas, uno strumento strategico che utilizza il linguaggio visuale per creare e
sviluppare proprio modelli di business
innovativi. L’esigenza di progettare
nuovi modelli di business è spesso
correlata a situazioni nelle quali l’attuale strategia “entra in crisi” e va migliorata, innovata o adattata per resistere ai cambiamenti di un mercato dinamico, oppure perché si vogliono aprire nuovi scenari. Ideato da Alexander
Osterwalder, questo modello ha rivoluzionato il modo di “rappresentare”
un business model, rendendo possibile a tutti la comprensione di elementi complessi che riguardano il funzionamento di un’intera azienda. Attraverso tool di analisi di realtà imprenditoriali esistenti sul panorama nazionale
ed internazionale e l’applicazione pratica del metodo, l’iniziativa ha permesso di stimolare il pensiero creativo e
potenziare la capacità ideativa applicata alla propria realtà aziendale, trovando un’immediata fruibilità del modello e dei suoi strumenti nel lavoro
quotidiano.
NUOVO MEZZO D’INTERVENTO
PER I VIGILI DEL FUOCO
Reggio Emilia ha un nuovo mezzo d’intervento in casi d’emergenza o d’incendio. È stata presentata, presso la sede
dei Vigili del Fuoco, la nuova piattaforma aerea di soccorso donata da Unindustria Reggio Emilia e Fondazione
Manodori. Importante l’apporto fornito
dalla locale sezione dell’Associazione Nazionale dei Vigili del Fuoco del Corpo Nazionale. Il veicolo, già operativo, potenzia il dispositivo di soccorso del Comando provinciale nelle operazioni in altezza in numerosi casi di intervento: incendi, soccorsi a persona, verifiche, rimozione di rami o calcinacci pericolanti, salvataggio di animali. Sono oltre 300 all’anno gli interventi effettuati sul territorio provinciale con l’utilizzo dell’autoscala in dotazione e su cui potrà da oggi intervenire anche questo nuovo mezzo, costato 170mila euro. La nuova piattaforma, rispetto all’autoscala, permette di
operare fino a 28 metri di altezza, trasportando nel cestello fino a tre persone con
attrezzature per un peso complessivo
massimo di 300 kg. Il cestello è dotato di supporti barella per il recupero di
infortunati, monitor erogatore d’acqua per
gli incendi e di alimentazione elettrica per
eventuali utensili, è inoltre auto protetto dal calore di un eventuale incendio da
uno schermo d’acqua prodotto da un
erogatore dedicato. Le caratteristiche di
compattezza dell’autotelaio e le peculiarità del braccio snodato permettono
particolari doti di ‘agilità’, sia come guida che come piazzamento del veicolo
e raggio di azione del braccio stesso. Alla
consegna del mezzo, oltre al comandante Ugo D’Anna, al Presidente di Unindustria Stefano Landi, al Presidente e alla
Vice Presidente della Fondazione Manodori Gianni Borghi e Cristina Carbognani, ha preso parte anche il prefetto
di Reggio Emilia, Antonella De Miro.