BIOFEEDBACK TRAINING 1 Stefania Durando - Istituto Watson PRINCIPIO PSICOFISIOLOGICO stabilisce come ad ad ogni cambiamento fisiologico sia associato un parallelo cambiamento nello stato mentale ed emozionale e viceversa ad ogni cambiamento nello stato mentale ed emozionale sia associato un cambiamento corrispondente e adeguato nello stato fisiologico (Green, Green e Walters, 1970) Le possibilità di intervento sui pazienti sono: - sull’AMBIENTE (modifica stimoli) - sull’INDIVIDUO (percezione degli CORTICALE o SOTTOCORTICALE stimoli) a livello La TCC agisce a livello corticale, la risposta sottocorticale (innescata dal RINENCEFALO – sistema limbico) è automatica e quindi più difficile da gestire. 4 Stefania Durando - Istituto Watson Parliamo di EMOZIONI il cui linguaggio è molto diverso da quello dei pensieri e la cui centralina non è situata a livello corticale. La ristrutturazione cognitiva, per la sua stessa definizione, non modifica le emozioni. Occorre quindi usare uno strumento diverso e il biofeedback agisce proprio a livello limbico. 5 Stefania Durando - Istituto Watson Lo STRESS può essere definito un eccesso di emozioni negative che hanno una funzione adattiva, permettono la sopravvivenza di fronte ad un pericolo innescando reazioni FIGHT or FLY. A livello chimico vuol dire: -Attivazione dell’ipofisi - Ormone adrenocorticotropo– ACTH -Attivazione ghiandole surrenali - Noradrenalina Corticosteroidi -Attivazione sistema immunitario 6 Stefania Durando - Istituto Watson Se lo stress è acuto, il meccanismo funziona in modo autoconservativo, difesa dell’individuo. Ma se lo STRESS è CRONICO il meccanismo va in blocco e possono instaurarsi patologie degenerative. La la più aggiornata e completa definizione operativa di stress è arrivata nel 1980 ad opera di Paolo Pancheri, il quale ha accolto e integrato in una sintesi organica le teorie precedenti. 7 Stefania Durando - Istituto Watson Pancheri identifica lo stress in una risposta dell’organismo sia a livello comportamentale che fisiologico, mediata da una attivazione emozionale, a sua volta indotta da una valutazione cognitiva del significato dello stimolo. 8 Stefania Durando - Istituto Watson stimolo valutazione cognitiva della corteccia prefrontale programma cognitivo comportamentale fisiologico per gestire 9 Stefania Durando - Istituto Watson attivazione emotiva risposta comportamentale e fisiologica Da quanto suddetto possiamo affermare che il grado di stress di un evento è legato ad un vissuto assolutamente soggettivo. La risposta di stress è dunque da una parte aspecifica, perché determinabile da una serie di differenti stimoli, mentre dall’altra molto specifica, poiché dipende dal significato che lo stimolo assume per il singolo individuo e dalle sue personalissime modalità di reazione psicofisiologica. 10 Stefania Durando - Istituto Watson Nell’uomo infatti ogni emozione sarebbe il frutto di un processo, che avviene nelle aree cognitive (corticali) e affettive (limbiche), per integrazione di stimoli sensoriali e cognitivi attuali e pregressi. Questo elaborato soggettivo si estenderebbe, tramite i neurotrasmettitori, al resto del corpo, provocando modificazioni psico-neuro-endocrinoimmuno-metaboliche. 11 Stefania Durando - Istituto Watson Scopo principale del BF è acquisire autocontrollo sui processi fisiologici responsabili di queste modificazioni. Sono necessari tre elementi per il BFT: 1. monitoraggio continuo della funzione fisiologica da mettere sotto controllo (verifica cambiamenti) 2. i cambiamenti nei valori devono essere comunicati immediatamente alla persona 3. motivazione all’applicazione di quanto appreso 12 Stefania Durando - Istituto Watson FONDAMENTI LOGICI MODELLO DELLE TEORIE DELL’APPRENDIMENTO (Miller e Dworkin) MODELLO DEL RILASSAMENTO (Selye, Cannon, Malmo) TEORIA CIBERNETICA O DEI SISTEMI (Gaardner e Montgomery) fenomeni di autoregolazione TEORIA DELLE CATASTROFI (Thom) cambiamento improvviso di un processo strutturalmente stabile 13 Stefania Durando - Istituto Watson VALUTAZIONE DEL BFT In cosa dovrebbe consistere allora una applicazione efficace del BFT? Come dovrebbe presentarsi? L’efficacia dovrebbe essere valutata con gli stessi parametri della psicoterapia, di un nuovo farmaco, di una tecnica per l’acquisizione di nuove abilità? 4 CRITERI DA SODDISFARE PER CONSIDERARE IL BFT COME AGENTE TERAPEUTICO (Melzack ) 1. GLI EFFETTI DEVONO ESSERE MAGGIORI DEL PLACEBO 2. GLI EFFETTI DEVONO ESSERE SIGNIFICATIVI CLINICAMENTE E NON SOLO STATISTICAMENTE 3. LA PROCEDURA NON DEVE ESSERE EFFICACE SOLO NEL SETTING CLINICO 4. I CAMBIAMENTI IMPUTATI AL BFT DEVONO PERDURARE OLTRE LA FINE DEL TRATTAMENTO E MANTENERSI ANCHE AI FOLLOW UP SUCCESSIVI ULTERIORI CRITERI PER LA VALUTAZIONE DI EFFICACIA - CRITERI DIVERSI A DIVERSI STADI DI SVILUPPO (fondamenti logici, origini, effetti fisiologici del metodo, ampiezza e durata degli effetti, metodo-frequenza-intensità della somministrazione, potenziale tossicità ed effetti collaterali, ecc.) - SOLIDITA’ DEL DISEGNO SPERIMENTALE (sistematicità e non aneddotica) - CRITERI DI VALUTAZIONE USATI PER LA PSICOTERAPIA (prospettiva sociale, personale, del terapeuta) 16 Stefania Durando - Istituto Watson FATTORI PLACEBO O NON SPECIFICI NEL BFT Comprende tutte quelle variabili che vanno genericamente sotto il concetto di “effetti non specifici del trattamento”: -aspettative di paziente e terapeuta -capacità di persuasione -suggestione -caratteristiche situazionali della richiesta -ecc. In altre parole tutte quelle variabili che non sono esplicitamente definite come elementi attivi della terapia in esame 17 Stefania Durando - Istituto Watson Aree principali di influenza dei fattori non specifici - VARIABILI LEGATE AL PAZIENTE “aspettative di successo” - VARIABILI LEGATE AL TERAPEUTA “fiducia nelle proprie capacità e nel trattamento” - VARIABILI SITUAZIONALI E PROCEDURALI “caratteristiche della richiesta” IN CHE MODO INTERVENGONO NEL BFT? 18 Stefania Durando - Istituto Watson VARIABILI LEGATE AL PAZIENTE - precedenti esperienze terapeutiche negative o positive - trattamenti farmacologici (abitudine ad essere passivi nel trattamento) - fiducia nel terapeuta - convinzione dell’efficacia del trattamento - variabili organiche (età, intelligenza, durata e intensità dei sintomi, ecc.) - grado di suggestionabilità 19 Stefania Durando - Istituto Watson VARIABILI LEGATE AL TERAPEUTA - fiducia del terapeuta in se stesso e nel trattamento (fattore in grado di predire i risultati del trattamento più di tutti quelli legati alle variabili del paziente – Lerner e Fiske, 1973) - interesse ed empatia verso il paziente (Shapiro, 1971 – Frank, 1973) - capacità di persuasione (Frank, 1973) 20 Stefania Durando - Istituto Watson VARIABILI SITUAZIONALI E PROCEDURALI - credibilità dei fondamenti logici del trattamento (Borkovec, Jacobson, Meichenbaum, et al. 1972-1977) - setting terapeutico - suggestioni simboliche - - diplomi, certificati, appartenenza a organizzazioni professionali di prestigio, ecc. grafici e quantificazioni numeriche dei sintomi sensori, elettrodi, apparecchiature elettroniche, tecnologie sofisticate 21 Stefania Durando - Istituto Watson INDICI PSICOFISIOLOGICI PIU’ UTILIZZATI - attività elettromiografica EMG - attività elettrodermica GSR Galvanic Skin Resistance (conduttanza – resistenza) - frequenza cardiaca HRV Heart Rate Variability - temperatura cutanea periferica TH VALORI RANGE NORMA RELAX ATTIVAZIONE EMG = 3 MICROVOLT < 3 µν < 3 µν SPR +- 0,75 MILLIVOLT +- 0,25 +- 1,5 THE = 28° – 30° C > 34 < 28 - 30 HR 59 – 96 battiti - minuto < sogg > sogg GSR Tono 100 - 400 KOhm Fase 0 – 12 KOhm Tono <= 100 KOhm Fase 0 – 12 KOhm variabile stabile Tono picchi e flessioni continui Fase picchi e flessioni continui EFFICACIA EVIDENCE BASED Association for Applied Psychophysiology (Moss&Gunkelman, 2002 – LaVaque et al., 2002) Livello 1 – Non supportato empiricamente Report o casistica aneddotica Livello 2 – Forse efficace Almeno 1 studio di rilevanza statistica Livello 3 – Buone probabilità di efficacia Molteplici studi di dimostrata efficacia Livello 4 – Efficace confronto con gruppi di controllo, placebo, assegnazione randomizzata, disturbi specifici, misure specifiche dei risultati, analisi dei dati, variabili diagnostiche e statistiche replicabili da ricercatori indipendenti, superiorità o equivalenza del trattamento dimostrata in almeno 2 setting di ricerca Livello 5 – Efficace e specifico il trattamento si è dimostrato statisticamente superiore a terapie di simulazione, farmaci, trattamenti alternativi, in almeno 2 ricerche indipendenti. Livello 5 INCONTINENZA URINARIA FEMMINILE Livello 4 ANSIA DIST. DEFICIT D’ATTENZIONE CEFALEA – ADULTI IPERTENSIONE DIST. TEMPOROMANDIBOLARE INCONTINENZA URINARIA MASCHILE Livello 3 ALCOOLISMO / ABUSO DI SOSTANZE ARTRITE DOLORE CRONICO EPILESSIA DIST. ELIMINAZIONE FECALE EMICRANIA PEDIATRICA INSONNIA TRAUMI CRANICI VESTIBOLITE VULVARE o VULVODINIA Livello 2 ASMA CANCRO E HIV PARALISI CEREBRALE AFFEZIONE POLMONARE OSTRUTTIVA CRONICA DEPRESSIONE DIABETE MELLITO FIBROMIALGIA ULCERE DEL PIEDE DISTONIA DELLA MANO SINDROME DEL COLON IRRITABILE VENTILAZIONE MECCANICA CINETOSI (MAL DI MOVIMENTO) INFARTO DEL MIOCARDIO DIST. POST TRAUMATICO DA STRESS SINDROME DI RAYNAUD SINDROME DA TENSIONE RIPETUTA (RSI) ICTUS CEREBRALE TINNITUS INCOTINENZA URINARIA NEI BAMBINI Livello 1 AUTISMO DISTURBI ALIMENTARI SCLEROSI MULTIPLA FERITA DEL MIDOLLO SPINALE Copyright ©2007 Association for Applied Psychophysiology and Biofeedback 10200 W 44th Ave #304 Wheat Ridge, CO 80033 www.aapb.org Office: (303) 422-8436 Fax: (303) 422-8894 E-mail: [email protected] Christopher Gilbert's 2004 book "Evidence Based Practice in Biofeedback & Neurofeedback" AAPB, Wheat Ridge, CO. SITI UTILI Association of Applied Psychophysiology and Biofeedback www.aapb.org Biofeedback Certification Institute of America www.bcia.org Biofeedback Foundation of Europe www.bfe.org International Society for Neuronal Regulation www.snr-jnt.org LIBRI UTILI Evidence-Based Practice in Biofeedback and Neurofeedback 2008 by Carolyn Yucha, PhD and Doil Montgomery, PhD Biofeedback Mastery: An Experiential Teaching and Self-Training Manual , by Erik Peper, Hana Tylova, Katherine H. Gibney, Richard Harvey, Didier Combatalade, 2009 Biofeedback: A Practitioner's Guide, Mark S. Schwartz (a cura di), Frank Andrasik (a cura di) , 2005 28 Stefania Durando - Istituto Watson PROTOCOLLO APPLICATIVO Si consiglia: - Seduta di baseline: colloquio, profilo psicofisiologico (EMG; GSR; HRV; ecc.) in condizioni di calma e di stress (circa 20 min) - 20 sedute di trattamento - Frequenza iniziale 3 sedute/settimana (minimo 2) - Compiti a casa: 15/20 min 2 volte al giorno per 4 – 6 mesi - Fase finale 1 seduta/sett per 1 mese - Sedute quindicinali il mese successivo - Follow up a 2 e 6 mesi COMPITI A CASA DI IMPORTANZA CAPITALE FIN DALL’INIZIO! 29 Stefania Durando - Istituto Watson … UN PO’ DI PRATICA Esempi di casi e protocolli che usereste Quali indici fisiologici potrebbero essere più indicati ? 30 Stefania Durando - Istituto Watson
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