Forza Italia regionale “Via le catene ai cani, è

20
.ADRIA-CAVARZERE
... Venerdì 7
Marzo 2014
La Voce
CAVARZERE Messaggi di vicinanza e offerte d’aiuto da ogni dove alla presidente di Uepa
Gattile, solidarietà a 360 gradi
A disposizione anche don Lucio. Dalla minoranza consiliare: “Un modo per sanare la situazione esiste”
Nicla Sguotti
CAVARZERE - Il telefono non
ha smesso di squillare negli
ultimi tre giorni nella sede di
Città degli angeli e la casella
di posta dell’associazione
Uepa onlus di Cavarzere,
nonché il profilo Facebook,
sono stati invasi dai messaggi di solidarietà provenienti
praticamente da ogni dove.
“In tanti mi hanno espresso
vicinanza e offerte di aiuto,
anche a livello legale, per
uscire da questa assurda situazione – così Sonia Paccagnella, presidente dell’associazione – sono arrivate richieste di adozione dei gattini da Cavarzere, Chioggia,
Padova e Vicenza, una mobilitazione senza confini”.
Aggiunge che anche diverse
famiglie di Grignella, frazione dove sorge il rifugio, le
hanno manifestato il proprio
sostegno e don Lucio, il parroco, le ha offerto aiuto mettendole a disposizione le
competenze acquisite nel
suo percorso di studi in ambito legale.
“Secondo don Lucio – spiega
Paccagnella – le casette, essendo mobili e non cementate, non costituiscono un
abuso edilizio. Ringrazio tutti per il sostegno”.
Anche l’europarlamentare
del Partito democratico Andrea Zanoni, che la scorsa
estate ha fatto visita al rifugio, definendolo un vero e
proprio paradiso per gli animali, è intervenuto sulla vicenda. “Il ruolo che viene
svolto da rifugi per animali
abbandonati come nel caso
di Città degli Angeli è importantissimo – ha commentato
l’onorevole – non solo per il
benessere di questi sfortunati animali ma soprattutto
per la sicurezza e le tasche di
contribuenti. Infatti togliere
dalle strade cani e gatti randagi contribuisce a eliminare il rischio di incidenti stradali che possono costare caro, anche in termini economici, a tutti i contribuenti.
Ogni accanimento, ancorché legato al rispetto delle
norme edilizie, nei confronti
di centri come questo non
LA PROPOSTA Nuovo progetto di legge
Forza Italia regionale
“Via le catene ai cani,
è maltrattamento”
Un’immagine del gattile della Città degli angeli nella frazione di Grignella
porta a nulla di buono e
auspico che ci sia la massima
ragionevolezza da parte delle
autorità coinvolte nella diatriba”.
Una ragionevolezza che ha
invocato anche Clara Padoan, consigliera comunale
della Lega Nord. “Norme e
regole vanno sempre rispettate perché disciplinano la
realtà – ha detto – tuttavia il
cammino di una norma,
qualunque essa sia, presuppone che questa si adatti alle
nuove esigenze della società
e perciò è possibile cambiarla. Nel caso del rifugio di
Grignella è troppo semplicistico applicare la legge alla
lettera, va fermata la procedura che dispone l’abbattimento delle casette e si deve
rivedere il regolamento co-
munale per fare in modo che
chi, con amore e dedizione,
svolge gratuitamente un servizio alla collettività non sia
penalizzato dalle norme ma
incoraggiato e tutelato”.
Concorde sulla necessità di
valutare il caso di Grignella
non applicando alla lettera la
normativa, ma col buon senso e la mediazione è anche il
capogruppo del Pdl Pier Luigi
Parisotto: “Una maniera per
sanare la situazione esiste e
va studiata dall’amministrazione comunale ma finora si
è perso tempo. La vicenda si
protrae da tre anni e l’unico
atto di questa Giunta sulla
tutela degli animali è stato il
nuovo Regolamento in materia, che non ha fatto altro
che complicare la vita all’attività del rifugio”.
Il gruppo regionale di Forza
Italia, costituito da Leonardo
Padrin, Mauro Mainardi, Davide Bendinelli, Remo Sernagiotto e Moreno Teso, ha presentato ieri mattina il primo
di una serie di provvedimenti
rivolti alla tutela della sanità
degli animali.
E’ il primo progetto di Legge
realizzato assieme al consigliere regionale Moreno Teso,
da ieri entrato ufficialmente
nel gruppo consiliare di Forza
Italia. Le novità riguardano
l’articolo 3 e l’articolo 8 della
legge regionale 28 dicembre
1993, n. 60 “Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo”.
La prima modifica voluta dai
consiglieri azzurri riguarda è il
divieto dell’utilizzo della catena o strumenti simili agli animali da compagnia, che si
tratti di cani, gatti, furetti o
pappagalli, salvo per ragioni
sanitarie documentabili e certificate dal veterinario curante
o per misure urgenti e solamente temporanee di sicurezza.
La seconda modifica prevede
che la Giunta regionale, sentita la commissione consiliare
competente, disponga apposite indicazioni e requisiti per le
strutture dedicate al ricovero
degli animali da compagnia,
con disposizioni specifiche per
la detenzione dei cani da parte
dei privati.
“Il rischio che con questa proposta legislativa si vuole evitare – spiega Padrin – è che chi
lega, ad esempio, un cane alla
catena senza una giusta causa
è più propenso a dimenticarsene perché si sente tranquillo
sul fatto che il cane non possa
scappare, fare danni o spaventare nessuno, e questo può
costituire maltrattamento, soprattutto se la catena è pesante e lo costringe a rimanere
solo a lungo, essendo un animale sociale che necessità di
interazioni”.
“La catena – aggiunge Bendinelli - può causare addirittura
ferite e danni al collo di un
cane che può sentirsi frustrato. Lo stress nell’animale può
sfociare talora in comportamenti aggressivi, in special
modo se il cane viene tenuto
alla catena tutto il giorno, senza interazioni sociali, stimoli
e contatti con il proprietario”.
Al centro Leonardo Padrin, capogruppo consigliare di Forza Italia
CADA Una relazione etica da parte del capitano dei carabinieri
Femminicidio, appello del comandante Papasodaro:
“La violenza sulle donne si combatte con i valori”
Cesare Lorefice e il capitano Davide Onofrio Papasodaro
ADRIA - “Mia nonna mi ha sempre insegnato che i bicchieri prima si lavano dentro, poi dal di
fuori”. Questa perla di saggezza
popolare contadina riassume la
relazione del capitano Davide
Onofrio Papasodaro, comandante della compagnia dei carabinieri di Adria, che ieri è intervenuto
ai giovedì culturali del Cada.
L’incontro è stato aperto dal coordinatore culturale dell’associazione, Cesare Lorefice, a ringraziare “l’illustre ospite” ricordando la “grande disponibilità sempre dimostrata nei rapporti con la
cittadinanza adriese”.
Papasodaro è stato chiamato nell’imminenza della giornata dell’8
marzo per presentare la sua tesi
di laurea, arrivata in porto grazie
alla collaborazione della moglie
Serena, su “Femminicidio: dal
riconoscimento giuridico alle risposte sociali” con dati, stime,
riferimenti legislativi nazionali e
internazionali. Ma il capitano dei
carabinieri ha solo accettano agli
aspetti giuridici legati al complesso problema della violenza
sulle donne, per soffermarsi “sulla crisi di valori che ha travolto la
società, dove si è perso il senso
dell’orientamento, dove l’uomo e
la donna sono dentro una macchina infernale che fa perdere il
valore autentico della vita”.
Con un linguaggio semplice, una
dialettica coinvolgente e una padronanza di linguaggio non comune, Papasodaro ha accompagnato l’uditorio a riflettere sullo
“smarrimento della società contemporanea dove c’è la crisi economica, ma rispetto ai nostri
padri e nonni abbiamo a disposizione tanti beni e altrettanto benessere di cui non ci si rende
conto perché manca la cosa principale: il senso della misura”.
“Tutto questo – ha aggiunto –
genera un continuo senso di insoddisfazione che poi sfocia in
atti violenza di diverso genere. E
la violenza sulle donne scaturisce
da un sfrenato, incontrollato e
morboso desiderio di possesso”.
Quindi ha lanciato un ammonimento: “L’intervento delle Forze
dell’ordine non è la cura del male, ma solo la fase terminale di un
drammatico problema”.
L. I.