LE TRE FORME DEL CUSTOMER CARE ONLINE

M ARK E T I N G
LE TRE FORME DEL
CUSTOMER CARE ONLINE
CRM, presidio delle reputazione aziendale e lead generation:
tre modi di usare in modo intelligente la rete nel fare customer care.
di ANDREA BOSCARO
www.thevortex.it
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Una delle ragioni più forti per le
quali le aziende stanno dedicando
attenzione alla rete - grandi aziende delle
telecomunicazioni, ma anche aziende
più piccole che però si rivolgono a un
mercato ampio e frammentato - è l’uso
del digitale, e in particolare dei social
media, come canale di customer care
ovvero come forma di ascolto, gestione e
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collaborazione con il cliente finale.
L’evoluzione dell’algoritmo di Facebook
sembra far propendere in particolare
per questa soluzione: la focalizzazione della visibilità organica di un post
su criteri di interazione come i like, i
commenti e le condivisioni così come
l’abbondanza di aggiornamenti di
cui è ormai ricca la bacheca rendono
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Facebook più un media o un canale di
customer care che un vero e proprio
strumento di marketing. L’algoritmo
che presidia la pubblicazione di un post
nelle bacheche dei liker infatti ha tre
fattori principali. Facebook innanzitutto
privilegia, nelle bacheche degli utenti,
quei post di amici e pagine con cui vi
sia stata diretta interazione (“Affinità”)
PMI & D I G I TAL
sotto forma di like, commenti e condivisioni con un particolare accento sugli
ultimi cinquanta soggetti con i quali tale
interazione sia avvenuta (“Last Actor”):
è evidente come sia complesso per
un’azienda cavalcare questo fattore
se non producendo continuamente
contenuti di qualità e occupandosi di
seguirne la conversazione. Il secondo
fattore che il social network considera è la tipologia (foto, link, video, ...)
di post verso cui l’utente ha mostrato
maggior interesse (“Peso”): anche in
questo caso non è semplice per uno
variare la tipologia di contenuti. Un
tool utile per analizzare in ogni
caso i rendimenti delle diverse
tipologie di post pubblicati è
Fanpagekarma.com.
Il terzo fattore coinvolto è
il tempo che incentiva i
responsabili delle pagine
a pubblicare contenuti
nei momenti di maggior presenza online
dei propri liker, così
come indicato dalle
statistiche di Facebook presenti nella pagina stessa (“Insights”):
per quanto i post possano essere programmati,
non è semplice essere
presente in modo assiduo
sulla Pagina. A partire dallo
scorso dicembre, Facebook ha
infine attribuito un punteggio
di qualità alle Pagine sulla base
di criteri quali la velocità di
risposta alle domande, la diversità
di
siti da cui si traggono i link
e la qualità dei contenuti:
tutti aspetti che tendono a
concentrare la visibilità su
poche Pagine che prestano
un particolare focus sul social
media marketing. Per quanto dunque
estremamente utilizzato dagli italiani
- 26 milioni sono gli iscritti - la media
del 6% di liker che vedono effettivamente ciò che le pagine scrivono perché tali contenuti sono pubblicati nelle
loro bacheche fa propendere per un uso
del social network o come una piattaforma sulla quale investire pubblicitariamente per raggiungere il proprio target o
come un canale “passivo” con una pagina
che è a disposizione degli utenti per
ogni domanda pre e post vendita: così la
usano grandi siti eCommerce (Privalia),
compagnie di trasporto e telecomunicazioni, istituzioni.
La caratteristica di Facebook di essere
interrogabile via API da software sviluppati sul suo Open Graph consente poi
di integrare la relazione con i liker con
i più tradizionali strumenti di CRM
e quindi con le altre iniziative di
marketing relazionali come le DEM
e le newsletter: riuscire ad avere un
ambiente unico che sa dialogare con
i diversi strumenti di web-marketing
è oggi un notevole punto di forza
delle aziende attive online.
Gli aspetti tecnici non sono però
tutto: in rete, non si fa mai
“solo” customer care. L’essere
in un ambiente pubblico ha
infatti una componente
di comunicazione verso
terzi importante, che
richiede di agire con
un linguaggio e con
modalità di relazione
opportune. L’uso dei
social media come
customer care sono
infatti la miglior
strategia per trasmettere le caratteristiche
di ascolto e di servizio
dell’azienda così da compensare eventuali commenti
negativi con le loro successive contro-argomentazioni.
In qualche caso - da citare
Comcast su Twitter - tali canali
sono esplicitamente personalizzati
e differenziati rispetto alle caratteristiche del target. In altri casi - la
milanese Uvet con il suo Biztravelnetwork - il customer care è allargato al più
ampio panorama delle informazioni sui
viaggi d’affari perché il portale generi
lead per l’azienda commerciale che vi
sta dietro. Un uso della rete - e del sito
- come ambiente di customer care dove
le domande tipicamente rivolte al call
center vengono tradotte in FAQ e in
una elaborata piattaforma di domande
e risposte consegue inoltre il duplice
obiettivo di generare pagine ben indicizzate sui motori di ricerca e opportuni
rimandi alla forza vendita perché prenda
in carico utenti che non riescano a trovare online la risposta al proprio problema:
è il caso di Lenovo che ha così ridotto del
30% i costi del call center.
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