Artisti per la Fondazione Michetti Asta delle opere della collezione Pro Fondazione Michetti Domenica 14 dicembre 2014 Museo d’arte contemporanea e moderna della Fondazione Michetti Palazzo San Domenico, 1 - Francavilla al Mare 1 Ente morale D.P.R. 24 Luglio 1955 n. 1497 “Artisti per la Fondazione” Esposizione: 1 - 14 dicembre 2014 orario: 9:00 - 12:00; 16:30 - 19:00 su prenotazione tel. 338 4510286 (Antonio D’Argento) Asta: Domenica 14 dicembre, ore 18:00 Museo d’arte contemporanea e moderna della Fondazione Michetti Palazzo San Domenico, 1 - Francavilla al Mare Fondazione Michetti Ente morale D.P.R. 24 Luglio 1955 n. 1497 Presidente: Vincenzo Centorame Segretario generale: Antonio D’Argento Organizzatore dell’asta: Roberto Rodriguez Fotografie: Bruno Colalongo e Luciano D’Angelo Stampa Publish pre&stampa Villanova di Cepagatti (PE) 2 La Fondazione Michetti, per la prima volta nella sua lunga storia ha deciso, con il voto unanime del suo CdA, di proporre ai collezionisti, agli investitori ed agli appassionati d’arte in genere un’asta in cui verrà messo all’incanto un importante lotto di opere. Si tratta della collezione denominata “Pro Fondazione”, composta da opere di artisti finalisti e vincitori del Premio Michetti, donate dagli artisti stessi in segno di gratitudine per l’attività svolta da questa antica istituzione italiana, la cui fama ha varcato i confini nazionali. Queste opere rappresentano uno spaccato dell’arte italiana, e non solo, del secondo dopoguerra, garantite dalla credibilità della più antica rassegna annuale italiana che è appena arrivata alla sua 65a Edizione. Il Premio Michetti, fin dalle sue prime edizioni, ha assunto un ruolo di rilievo nel panorama nazionale e non manca anno in cui, durante il suo svolgimento, non vengano a visitare l’esposizione direttori di musei stranieri e cultori d’arte contemporanea, anche per prendere atto delle tendenze prevalenti tra gli artisti, sia giovani che già affermati. Le opere vengono messe in vendita per sostenere le attività della Fondazione che, come tutte le istituzioni culturali italiane, soffre della mancanza di disponibilità finanziarie in cui si dibattono sia le aziende private che gli enti pubblici. I rappresentanti della Fondazione, ci tengo a dirlo, non hanno alcun interesse personale, essendo il loro lavoro assolutamente gratuito, mossi come sono dal desiderio di fornire un servizio alla collettività attraverso il coinvolgimento di persone sensibili ai valori artistici. In questo senso siamo certi di fornire un servizio di qualità attraverso la proposta di opere di artisti che hanno partecipato alla storia dell’arte italiana del novecento o che stanno contribuendo a fare quella dell‘arte dei nostri giorni. Vincenzo Centorame Presidente della Fondazione Michetti 3 Le Opere Le prime cinque opere sono state donate da artisti amici della Fondazione e miei personali per sostenere questa iniziativa. Roberto Rodriguez 4 5 Vincenzo Balsamo Vincenzo Balsamo, nato a Brindisi nel 1935, inizia prestissimo a fare pratica pittorica nella bottega di Pietro Acquaviva, suo primo maestro. All’età di quattordici anni si trasferisce a Roma e qui frequenta la Scuola d’Arte “San Giacomo”. Apre il suo primo studio in Via Margutta nel 1959, frequentando gli artisti della “Scuola Romana”, da cui trae ispirazione per i suoi paesaggi e le sue nature morte. Per tutti gli anni ’60 resta legato alla pittura figurativa, ma le sue chiare origini mediterranee sposano quelle che erano le tendenze nord-europee e i suoi paesaggi cominciano a divenire meno definiti, a “profumare” di astratto. Il decennio successivo rappresenta per Balsamo quello che si può definire il periodo delle analisi e sperimentazioni, dove la ricerca del segno, della luce e del colore passa prima attraverso le analisi di opere astratto-geometriche, per addentrarsi, poi, in quello che diverranno le decomposizioni, dove la materia/colore prevale sulla forma analitica. Mentre le nebulose, che vengono subito dopo sono un chiaro intento dell’artista di analisi sul segno che domina lo spazio-superficie alla ricerca del suo giusto bilanciamento. A seguire un periodo più onirico chiamato evocazioni dove Balsamo usa l’aerografo per “fermare” la sua memoria espressiva sulla tela. L’inizio degli anni ’80 e sino al 1987 sono un volgere lo sguardo alle origini dove il pennello e i colori ad olio ritornano a comporre sulla tela opere astratto/cubiste sul richiamo di un grande maestro che Balsamo ha sempre ammirato: Arshile Gorky. Ma la vera svolta arriva nel 1987 quando una sera, nella ricerca di quello che doveva essere il suo personale linguaggio pittorico, il pennello, come guidato da un volere superiore, crea linee, spazi, vibrazioni di colori e luci mai dipinte prima. Nasce così la astrazione lirica con le opere che Vito Apuleo e Enzo Di Martino prima e De Santi, Crispolti, Vescovo, Buscaroli, Vanni e Faccenda poi esaltano come un percorso espressivo unico in tutto il contesto dell’astrattismo italiano. “Una pittura nuova - afferma Giovanni Faccenda - quantunque memore di luminose lezioni precedenti, quali il Balla futurista, Klee e Kandinskij del Der Blaue Reiter, fino a certo Miró onirico, in grado però di emanciparsi rispetto a qualunque tendenza contemporanea e costituire un ideale tramite fra l’antico e il moderno”. Tra le tante mostre personali che Vincenzo Balsamo ha tenuto, in Italia e all’estero, ricordiamo qui solo le più recenti realizzate in spazi pubblici, come quella di Bruxelles, nel Palazzo del Parlamento Europeo, nel 2001 e, nello stesso anno, quella di Nagahama, al Nagahama Museum. Nel 2003 a Palazzo Chigi a Viterbo e nel 2005 l’antologica “Odissea della luce e del colore”, tenutasi all’Archivio di Stato di Torino. Nel 2012 “L’astrazione lirica 1987-2012” al Chiostro del Bramante, a Roma e, infine, nel 2013 “Dalle memorie del visibile ai segni dell’infinito”, la grande antologica che Brindisi, la sua città natale, gli ha dedicato. Ricordi, 2009, tempera acrilica su carta, cm. 76,5X57. 6 7 Tommaso Cascella Tommaso Cascella nasce a Roma nel 1951 dalla pittrice Annamaria Cesarini Sforza e dallo scultore Pietro: la pittura e la scultura sono per lui linguaggi naturali, frutto di un’eredità generazionale. Con la propria stamperia d’arte, insieme alla prima moglie Emma Politi, si dedica per lungo tempo all’editoria d’arte, in stretta collaborazione con artisti e poeti. Nel 1981 fonda la rivista “Cervo Volante”: la direzione dei primi numeri è affidata a Adriano Spatola, cui faranno seguito Edoardo Sanguineti e Achille Bonito Oliva. Nel 1984 esce l’ultimo numero di “Cervo Volante”. La sua prima mostra personale è allestita alla Galleria di Luigi De Ambrogi a Milano nel 1985. Nel 1987 restaura un grande edificio cinquecentesco a Bomarzo (VI), dove impianta un nuovo studio. In seguito viaggia in India, allestisce la sua prima mostra di scultura a Roma, e partecipa alla XXI Biennale di Gubbio. Nel 1995 viene nominato “accademico per la scultura” all’Accademia di S. Luca, e una sua opera in bronzo viene collocata nel quartiere Tachikawa City di Tokyo È presente con la scultura Cielo alla XII Quadriennale di Roma, e al Kaohsiung Museum of Fine Arts di Taiwan con una selezione di opere grafiche. Dal 1997 al 2003 è protagonista di tre mostre retrospettive: a Ischia, al Palazzo dei Priori di Certaldo, e al Palazzo Orsini di Bomarzo. Negli anni successivi numerosissime sono le esposizioni personali in Italia e all’estero (Svizzera, Germania, Slovacchia, Giappone), in spazi pubblici e gallerie private. La sua pittura è incline a una trasposizione tridimensionale, in simbiosi con la sua scultura in bronzo. Le intense composizioni cromatiche di Tommaso Cascella sono vere e proprie architetture costellate di simboli, quasi un alfabeto alchemico carico di significati universali. Pittura e scultura vengono trattate con la volontà di contaminare la vista con il tatto, la superficie liscia del colore con una stratificazione di gesti e segni, il piano ideale della pittura con vistosi inserti materici. I titoli delle opere sono spesso presi in prestito da poesia e letteratura, a testimoniare una profonda passione per i libri. Lampo di tenebra, 2013, tecnica mista e collage su cartone, cm. 80x60. 8 9 Bruno Ceccobelli Bruno Ceccobelli nasce nel 1952 a Todi, dove vive e lavora. La formazione artistica avviene a Roma, ove frequenta l’Accademia di Belle Arti, diplomandosi in scenografia sotto la guida di Toti Scialoja. A Roma, nel 1972, l’artista tiene la sua prima personale presso la Galleria Spazio Alternativo. Nel 1980 è fra i partecipanti della Biennale des Jeunes di Parigi, mentre l’anno seguente espone insieme a Gianni Dessì e Giuseppe Gallo presso la Galleria Ugo Ferranti di Roma. Nel 1981 allestisce anche una mostra alla Galleria Yvon Lambert di Parigi, galleria con la quale l’artista avvia una lunga collaborazione. Approda poi con una personale a New York, nel 1983, presso la Galleria Salvatore Ala. Due le partecipazioni di Ceccobelli alla Biennale di Venezia: dalla prima del 1984 nella sezione Aperto, alla successiva del 1986 nella sezione Arte e Alchimia. Negli anni, quindi, diverse e numerose si susseguono le esposizioni dell’artista sia a livello nazionale che internazionale. New York, Roma, Madrid, Barcellona, Parigi, Londra e Venezia sono solo alcune delle città nelle quali Bruno Ceccobelli espone i propri lavori. E agli inizi degli anni novanta approda anche al mercato tedesco e gallerie di Colonia, Francoforte, Basilea e Vienna accolgono le opere dell’artista. Nel 1996 è alla Quadriennale di Roma. Nel 2002 celebra un ventennio di attività espositiva ad Amsterdam alla Galleria B.M.B. mentre l’anno seguente pubblica un’antologia di suoi scritti dal titolo “Color Bellezza” e allestisce un’importante personale presso il Museo Archeologico di Villa Adriana a Tivoli denominata “Classico Eclettico”. Nel 2005 è direttore dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vanucci” di Perugia. Nel 2006 espone a Verona e Pietrasanta alcune sculture in marmo, alla cui realizzazione l’artista si era dedicato a partire dagli anni Novanta. Nello stesso anno esce, edito da De Luca un secondo volume redatto dall’artista: “Tempo senza tempo della pittura”, sorta di raccolta di biografie parallele sull’arte di ieri e quella di oggi. Altre importanti mostre personali, in spazi pubblici e privati, si susseguono negli anni successivi. Stilisticamente, dapprima influenzato dall’arte concettuale, approda in seguito ad un personalissimo linguaggio, che, partendo dal recupero del ready-made e tramite una manipolazione dei mezzi tradizionali dell’arte, si carica di un simbolismo spirituale. Ispirato dallo studio giovanile delle filosofie orientali Zen e del Taoismo, Bruno Ceccobelli fa uso di materiali quali cenere, zolfo, cera, piombo, catrame, che con il loro particolare cromatismo e la loro peculiare consistenza acuiscono la personale concezione trascendente che l’artista ha dell’opera d’arte. Di nuovo uovo,1993, tecnica mista su carta, cm. 35x25. 10 11 Omar Galliani Omar Galliani è nato nel 1954 a Montecchio Emilia dove vive e lavora. Si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna e insegna pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera. È stato esponente di spicco del movimento Magico Primario del critico Flavio Caroli e del gruppo degli Anacronisti, sostenuto da Maurizio Calvesi, che si richiamano a una cultura umanistica tipicamente italiana, riformulano e contaminano iconografie e soggetti classici e che ammantano d’antico miti tipici della contemporaneità. Nel 1978 Enrico Crispolti lo invita al Premio Michetti con l’installazione “Ritratto di dama con unicorno”. Nel 1979 è invitato da Luciano Francalanci per l’Italia alla I Triennale Internazionale del disegno presso la Kunsthalle di Norimberga dove riceve il “Premio Faber Castell” e nello stesso anno Demetrio Paparoni lo invita a realizzare una installazione site specific “La Dea levò la fronte”, nell’antica Fonte Aretusa e nel Museo Archeologico di Siracusa. È invitato a Le Alternative Del Nuovo da Giovanni M. Accame al Palazzo Delle Esposizioni di Roma. Sempre nel 1979 Flavio Caroli lo invita a Il nuovo contesto allo Studio Marconi di Milano e nel 1980 a Nuova immagine in occasione della XVI Triennale di Milano, quindi in Magico Primario al Palazzo dei Diamanti di Ferrara e nel 1981 in Enciclopedia, Il Magico Primario in Europa alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Modena. Partecipa inoltre ad Arte e critica 1980 presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, a cura di Giorgio De Marchis e Ida Panicelli, presentato da Giovanni M. Accame. Nel 1981 è invitato da un comitato scientifico coordinato da Nello Ponente a Linee Della Ricerca Artistica in Italia 1960/1980. Nel 1982 è invitato a Generazioni a confronto. Omaggio a Nello Ponente presso l’Università di Roma La Sapienza, a cura di Simonetta Lux e in Art and Critics alla Marshall Field’s di Chicago, a cura di Ida Panicelli. Presente in tre edizioni della Biennale di Venezia, nel 1982 in Aperto ’82 a cura di Tommaso Trini, nel 1984 con una sala personale nella sezione Arte allo specchio curata da Maurizio Calvesi e nel 1986 in Arte e alchimia a cura di Arturo Schwarz . Nel 1982 è invitato nel padiglione Italia alle Biennali di San Paolo del Brasile e di Parigi entrambe a cura di Bruno Mantura, poi a Tokyo per Cento anni d’arte italiana moderna 1880-1980 a cura di Giorgio De Marchis e successivamente nei musei d’arte contemporanea di Kyoto, Nagasaki e Hiroshima, nonché alla 7th British International Print Biennale a Bradford a cura di Robert Hopper. In seguito partecipa ad Arte italiana 1960-1982 alla Hayward Gallery di Londra a cura di un comitato scientifico composto da Renato Barilli, Flavio Caroli e Roberto Sanesi, a due edizioni della Quadriennale di Roma (1986 e 1996) al Palazzo delle Esposizioni e alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Vince il primo premio alla Biennale di Pechino nel 2003. Nel 2006 il tour cinese della mostra Disegno Italiano, Omar Galliani suggella il suo successo a livello mondiale e termina con l’esposizione Tra Oriente e Occidente alla Fondazione Querini Stampalia a Venezia, nell’ambito della Biennale. Ultimo traguardo l’acquisizione del trittico “Notturno” e di due disegni da parte del Gabinetto Disegni e Stampe della Galleria degli Uffizi. Disegno siamese, 2014, grafite su carta e inchiostro, cm. 66x27.. 12 13 Oscar Piattella Oscar Piattella nasce a Pesaro nel 1932. Sin da ragazzo, la passione per la pittura lo accompagna in ogni momento della sua vita. Si accorge del suo talento il maestro pesarese Sandro Gallucci che lo accoglie con entusiasmo nel suo atelier. È così che i suoi primi anni sono caratterizzati da una varia esperienza figurativa che sfocia nella predilezione per il paesaggio che, da un taglio più o meno ampio, si focalizza sempre più nel particolare fino a trattare esclusivamente superfici murarie fatiscenti, intonaci obsoleti, strutture di mattoni e pietre più o meno regolari, testimonianza simbolica di accadimenti esistenziali e del tragico scorrere del tempo. Siamo negli anni ‘50. Piattella è già protagonista del panorama artistico pesarese insieme ad Arnaldo e Giò Pomodoro, Nanni Valentini, Giuliano Vangi, Loreno Sguanci, Renato Bertini ed altri. Gli interessi di questo gruppo si volgono subito verso quel movimento informale che aveva appena varcato le Alpi sotto i nomi di Fautrier, Dubuffet, Mathieu, per la Francia, Tàpies per la Spagna e con la presenza dei nostri Burri e Mannucci che Piattella incontrerà personalmente in varie occasioni. È così che Oscar Piattella si interessa, per naturale predisposizione, ai materiali lontani dalla tradizione, e si immerge nella congerie della ricerca sviluppando un linguaggio del tutto personale. Nel 1957 in un viaggio a Parigi si confronta con enormi pareti di vecchi palazzi in demolizione; nasce un senso nuovo dello spazio che condiziona il suo rapporto con la superficie del quadro con risultati tali che nel ‘58 Franco Russoli, direttore della Pinacoteca di Brera ed uno degli esperti più autorevoli della critica militante, visti alcuni dei suoi lavori nello studio dell’ amico fraterno Nanni Valentini a Milano, gli organizza una mostra nella “Galleria dell’ Ariete” di Beatrice Monti. Lì stringe amicizia con Dorazio, Castellani, Cascella, Nigro, Fontana, Tancredi, Sotsass, il fotografo Ugo Mulas ed altri esponenti del panorama artistico europeo. A Milano frequenta tra gli altri Arnaldo e Giò Pomodoro Paolo Schiavocampo, Spagnulo, Albert Diatò, Claudio Olivieri e Walter Valentini. Da quegli anni una serie di mostre in importanti gallerie italiane ed estere ed una intensa attività di ricerca portano oggi la sua pittura ad una considerazione nuova delle sue origini, i cui risultati determinano i più ampi consensi sia da parte della critica più accreditata che da un vasto pubblico internazionale. Fra le principali personali possiamo ricordare le tre mostre alla Galleria dell’Ariete a Milano, la mostra alla Galleria Medusa di Roma, le due mostre alla Galleria Rondanini di Roma, la mostra alla galleria Il Punto di Torino, sette mostre alla Galleria Arlette Gimaray a Parigi, tre mostre alla galleria Modern Art a Taichung (Taiwan), la personale all’ arte fiera di Shangai. Fra le più recenti la grande personale del 2002 che la sua città gli dedica a Palazzo Gradari, nel 2004 la personale a Sassoferrato, nel 2006 alla Pinacoteca di Ancona e la personale al Castello di Tours curata da Yves Bonnefoy, nel 2010 l’antologica al Palazzo Ducale di Gubbio con un centinaio di opere di grandi dimensioni. Infine nel 2013 l’importante mostra nel museo di Tournai in Belgio. Controluce,1998, tecnica mista - frottage, cm. 50x70. 14 15 Marc Didou Nato a Brest (Francia) nel 1963, studia alla scuola superiore di Belle Arti della sua città, ottiene un diploma di laurea in espressione plastica nel 1987, inizia a lavorare l’acciaio e il ferro. I suoi lavori sono esposti nel Museo di Villa Croce a Genova e in quello della Fondazione Ragghianti a Lucca. Nel 1996 debutta con una serie di sculture realizzate con la risonanza magnetica, esplorando l’interazione tra oggetto e fenomeni luminosi, riattualizza le leggi della anamorfosi mettendo in discussione la nozione del reale e del virtuale; vince il premio Michetti nella edizione del 2005 “In & Out” Opera e ambiente nella dimensione Glocal”, a cura di Luciano Caramel e Domenico Quaranta, con l’opera “Signe de l’autre I”, in giuria Lorenza Trucchi, Vittorio Fagone, Philippe Daverio, Antonio D’Argento, Vincenzo Centorame. Sempre nel 2005 viene inaugurata a Torino la sua scultura sonora intitolata “Eco”; nel 2007 espone a Belfast presso la Queen’s University, e nel 2012 partecipa ad “Ars scientia” - Arte, Scienza, Impresa a Venezia. Portraits (ritratti) di Carla Bruni n.1 e n. 2, 2011, inchiostro su carta, dittico, cm. 65x50 cad. 16 17 Alessandra Giovannoni L’artista romana partecipa a numerose edizioni del Premio Michetti: nel 1986, nel 1994 nel 2002 nel 2013, e lo vince nel 2008 nella esposizione intitolata “I labirinti della bellezza”a cura di Maurizio Calvesi, Anna Imponente e Augusta Monferini con l’opera “Piazza quadrata” (in giuria Carlo Fabrizio Carli, Cordelia von den Steinen Marisa Vescovo Antonio D’Argento). Dopo gli studi di architettura si iscrive alla Accademia di Belle Arti di Via Ripetta, dove si diploma con Emilio Greco in scultura, tecnica che ha poi lasciato per dedicarsi alla pittura, più congeniale alla propria ricerca sulla luce e sulla visione istantanea della realtà; ha frequentato anche corsi di tecniche incisorie presso la Calcografia Nazionale di Roma; nel 1986 ha tenuto la sua prima personale presso la galleria Ferro di Cavallo, a cura di Antonio Mercadante. Dagli anni novanta ha illustrato numerosi racconti per le raccolte curate da G. Cerasa “Le strade di Roma, interni romani, i colori di Roma” edite da La biblioteca di Repubblica. Sue opere sono state scelte come copertine per la pubblicazione a cura di Francesca Bottari e Fabio Pizzicannella “I beni culturali e il Paesaggio. Le leggi, la storia, le responsabilità” Vive e lavora a Roma. Piazza del Quirinale, 2006, acquerello su carta, cm. 56x77. 18 19 Oan Kyu Nata in Corea del Sud nel 1953, studia in Europa e tiene la sua prima personale nel 1975 alla Growrich Gallery di Seoul; seguono esposizioni sempre in Corea, in Europa e negli Stati Uniti; negli anni ’70 ha insegnato tecniche di incisione nelle Università Seong Shin di Seoul e Yeoung Nam di DaeGu. Attualmente utilizza per le sue opere esclusivamente inchiostro di china su carte orientali, adopera quindi i materiali propri del calligrafo delle terre di Corea, l’inchiostro a bacchetta da macinare con gesto rituale, i pennelli dal corpo spesso e dalla punta aguzza, le carte fibrose e assorbenti. Partecipa al premio Michetti nella edizione del 2008, a cura di Maurizio Calvesi, Anna Imponente e Augusta Monferini e lo vince (ex aequo con Alessandra Giovannoni) con l’opera “Scrittura prima della scrittura”. La giuria è composta da Vincenzo Centorame, Carlo Fabrizio Carli, Cordelia von den Steinen, Marisa Vescovo, Antonio D’Argento. Scrive dei suoi lavori Lorenzo Mango: “Lieve, fin quasi a sfidare la trasparenza, o addensato fino a sfiorare la compattezza della superficie, un reticolo fine di linee orizzontali campisce, metodicamente i quadri di oan Kyu. Un segno leggero che attraversa l’intero specchio della carta da sinistra a destra e che si ripete secondo un ordine verticale coerente e logico, riempiendo totalmente lo spazio”. Wave (onda), 2010, inchiostro su carta, cm. 40x75. 20 21 Bruno Saetti Nato a Bologna nel 1902 morto a Venezia nel 1984. Si diploma come professore di disegno architettonico alla Accademia di Bologna nel 1924; nel 1927 la sua prima personale; in seguito partecipa a ben 14 Biennali di Venezia dal 1928 al 1972, compresa quella del 1938 che ospita una sua personale. Dal 1950 fu direttore della Accademia di Belle Arti di Venezia; dopo i primi interessi artistici verso i primitivi e l’impressionismo, raggiunge una personale interpretazione del realismo di tendenza espressionistica ma con una rigorosa strutturazione formale; tema centrale delle opere di Saetti era la figura (nudi femminili, maternità, ritratti) cui fecero seguito le nature morte e i paesaggi astratti con grandi soli veneziani. Partecipa al Premio sin dalla prima edizione nel 1947, segue la sua partecipazione nel 1949 e nel 1963. Vince il premio Michetti nella edizione del 1956 con l’opera “Madre”; in giuria Renzo Biasion, Luciano Budigna, Enzo Carli, Rodolfo Pallucchini ed Enrico Paulucci. Paesaggio al sole, 1967, acquerello su carta intelata, cm. 40x47. 22 23 Cristiano Tassinari Nato a Forlì nel 1980, si diploma all’istituto d’arte di Forlì e si laurea all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Tra le mostre personali: “Doppio sguardo” a cura di Daniele Masini presso il Foyer teatro Diego Fabbri di Forlì, “Opera incisa” alla galleria Graffio di Bologna, “Heads, a cura di Andrea Bondanini, presso la libreria Bocca di Milano. Tra i premi ed i riconoscimenti: nel 2004 il primo premio al Concorso Nazionale d’incisione Carnello Carte ad Arte a Sora; il primo premio al tredicesimo concorso nazionale di Calcografia a Gorlago, Nel 2005 il premio Giorgio Morandi, nel 2006 il Premio Italian Factory per la giovane pittura italiana: nel 2007 vince il Premio Michetti nella 57° edizione “Nuovi Realismi” a cura di Maurizio Sciaccaluga; in giuria Luca Beatrice, Alberto Fiz, Duccio Trombadori, Peter Glidewell. Vive e lavora a Berlino. Head, 2011, tecnica mista su carta, cm. 60x76. 24 25 Marco Tirelli Nato a Roma nel 1956 vive e lavora tra Roma e Spoleto. A Roma si diploma al corso di scenografia con Toti Scialoia; la prima personale è nel 1978 a Milano, seguita da sue partecipazioni alla Biennale di San Paolo, quella di Sidney e quella di Parigi. Invitato da Tommaso Trini partecipa alla Biennale di Venezia del 1982 nella sezione “Aperto-82”. Torna alla Biennale con una personale nel 1990 su invito di Giovanni Carandente, Laura Cherubini e Flaminio Gualdoni. Nel 1992 espone alla Galleria Gian Ferrari a Milano; nel 1996 alla Base Gallery di Tokio dove torna nel 2000. Nel 1997 vince il Premio Michetti, edizione intitolata “Gli archetipi immaginari”a cura di Floriano De Santi, con il trittico “Senza titolo”. In giuria: Carlo Fabrizio Carli, Duccio Trombadori, Luciano Marziano, Luciano Primavera, Lamberto Quarta,Umberto Di Crescenzo. Nel 2002 viene inaugurata un’altra sua personale intitolata “Das Universum der Geometrie”all’Institut Mathildenhoehe di Darmstadt, mostra che sarà poi portata nel 2003 alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna; nel 2013 l’Istituto Nazionale per la grafica di Roma espone un’amplia selezione di opere su carta nella personale dal titolo “Immaginario”. Partecipa alla LV Biennale di Venezia con una sala personale presso il Padiglione Italia Vice Versa. Più recentemente a giugno – settembre 2014 viene inaugurata alla Fondazione Pescheria-Centro arti visive, una sua esposizione dal titolo “Osservatorio”, a cura di Ludovico Pratesi. - Marco Tirelli realizza un personale osservatorio di immagini che riemerge dalla memoria personale per farsi visione nell’oscurità. Senza titolo, 2008, tempera su carta, cm. 27x38. 26 27 Valentino Vago Nato a Barlassina nel 1931, vive e lavora a Milano. Appena terminati gli studi alla Accademia di Belle Arti di Brera, espone alla VI quadriennale d’arte di Roma; nel 1960 tiene la sua prima personale al Salone Annunciata di Milano, presentato da Guido Ballo. Da quel momento il suo lavoro si andrà affermando come uno dei più significativi della pittura italiana in questi ultimi decenni; inconfondibile per la qualità della luce e per la liricità del segno è stato fin oggi presentato in oltre novanta mostre personali ed importanti collettive in Italia e all’estero. Partecipa alla Biennale di San Paolo, al Kunstmuseum di Colonia, alla Hayward Gallery di Londra al Grand Palais di Parigi e, ancora nelle esposizioni dei Musei di Francoforte, Berlino, Hannover e Vienna. Da circa quindi anni si è dedicato alla pittura murale, affrescando ambienti pubblici e privati in Italia e all’estero. Ha partecipato al Premio Michetti nel 1965 (19a edizione) e lo ha vinto con l’opera P.E. n. 19 nel 1972; in giuria Vittorio Fagone, Luigi Lambertini, Giorgio Mascherpa, Aldo Passoni, Enzo Ruju. La sua personale più recente presso la Galleria San Fedele a Milano con una mostra intitolata “Angeli. Il segreto della luce” dove presenta opere con le quali porta alle estreme conseguenze la sua poetica pittorica, nel desiderio di creare, attraverso una estrema “purificazione “del colore, spazi di assoluta purezza e trasparenza. Nel 2013 riceve da Giorgio Napolitano il Premio Presidente della Repubblica, Anno 2012, Accademia di San Luca. Senza titolo, 2000, acquerello su carta, cm. 76x57. 28 29 Roberto Almagno Nato ad Aquino nel 1954, vive e lavora a Roma; vince il Premio Michetti nel 1994, con l’opera intitolata “Malena”, in noce, ornello e ramino, nella 46 edizione intitolata “Storie di pittura”, a cura di Fabrizio D’Amico, ex aequo con Carlo Lorenzetti, Claudio Olivieri e Luca Caccioni. In giuria: Luciano Marziano, Giuseppe Appella, Pierluigi Castagnoli, Flaminio Gualdoni, Luciano Primavera, Antonio D’Argento. Dopo una infanzia trascorsa con il padre ed il nonno, entrambi fabbri. studia alla Accademia di Belle Arti di Roma dove inizia a lavorare su una nuova concezione dello spazio, carica di una emotività incentrata sulla leggerezza e sulla tensione ascensionale. È presente sulla scena artistica nazionale sin dai primi anni ‘90, viene chiamato a partecipare anche alla edizione del 1996 della Quadriennale di Roma.Opera essenzialmente con un unico materiale, il legno,che plasma con la raspa ed il fuoco, levigandolo ed incurvandolo fino ad ottenerne delicati segni-oggetto, espressione di una vocazione e di una sapienza quasi artigiana. Senza titolo, 1999, legno, cm. 10x10x63. 30 31 Franz Baumgartner Nato a Kleve, in Germania nel 1962, partecipa al premio Michetti nella 51a edizione intitolata “Europa: differenti prospettive nella pittura”anno 2000, curata da Gianni Romano; vince il premio con l’opera “Parcheggio”, ex aequo con Gabriele Picco. In giuria Luciano Marziano, Giancarlo Politi, Michael Cohen, Judith Nesbitt, Gianmarco Montesano. La sua passione per il giardinaggio è complementare a quella per la pittura alla quale si dedica sin da ragazzo studiando con artisti e maestri di fama internazionale, come Karl Marx a Colonia e Dieter Krieg a Dusseldorf. Il verde, il grigio e il blu sono le tonalità più frequenti nei suoi lavori che a volte sembrano non perfettamente centrati nella prospettiva a causa di un lievissimo difetto alla retina di un occhio dell’artista. Tra le sue mostre principali nel 1995 a Barz, Hannover, Galerie Six Friedrich, Monaco; nel 1996 allo Stadmuseum, Sieburg, Germania, nel 2001 alla Galerie Hof & Hyser, Amsterdam. Senza titolo, 2003, olio su tela, cm. 40x32. 32 33 Arduino Cantàfora Nato a Milano nel 1945, si laurea in architettura al Politecnico di Milano, già collaboratore di Aldo Rossi, ha al suo attivo numerose esposizioni; ha insegnato alla Yale University come visiting professor, all’Istituto universitario di Venezia e al Politecnico di Losanna.Partecipa al premio Michetti nel 1960,1964,1965, 66, 67, 68, 73, 76 e 1978, vince il premio nel 2003 nella 54a edizione “L’Amore per la terra, Italia – Giappone” curata da Duccio Trombadori e Gabriele Simongini, con “Cinema Cielo 2”. In giuria Vincenzo Centorame, Antonio D’Argento, Otello Lottini, Massimo Boffa, Anna Imponente, Elena Pontiggia.Mostre personali vengono realizzate alla Triennale di Milano, alla Biennale di Venezia (sia nella sezione Architettura che in quella di Arti visive), all’Alcazar di Siviglia, alla Martin Gropius Bau di Berlino, al Palazzo Reale di Milano e al Centro Pompidou,Parigi. Oltre a numerose pubblicazioni di architettura lavora anche per diverse scenografie per la Scala ed altri prestigiosi teatri. Notturno II, 2011, olio su tela, cm. 70x50. 34 35 Francesco Cervelli Nato a Roma nel 1965, dopo gli studi al Liceo artistico e alla Accademia di Belle Arti di Roma, diventa protagonista di numerose esposizioni personali e collettive: 2013 “Heart to Heart”, Gallery National Theatre, Addis Abeba, “Rotte oltre il vuoto”, Galleria Lisanti, Roma, 54a Biennale di Venezia, Padiglione Italia, Regione Lazio, “Under italian eyes”, Horizon one, Il Cairo, “Sistema Paese” Collezione Farnesina, Ministero degli esteri; vince il Premio Michetti “Diorama italiano”, a cura di Carlo Fabrizio Carli nel 2010 con l’opera “Untitled”; in giuria Mariano Apa, Renato Besana, Isabella Valente, Lorenzo Canova,Vincenzo Centorame, Antonio D’Argento. Mira ad una minuziosa ricerca del figurativo, spaziando da ambientazioni vibranti a monocromie azzerate, immobili. L’acqua, il liquido sono centrali nelle sue tele, le forme si sciolgono e si fondono, gli oggetti seguono il fluire del liquido che li trasforma e lentamente li fa riemergere. Nella motivazione dal verbale della giuria “per la riflessione sull’arte ed il pensiero del novecento che unisce la pittura alla ricerca di nuove tecnologie, rivelando una vena narrativa, una poesia sommersa nella quale l’immagine si fa racconto.” Dream studio, 2011, olio su tela, cm. 80x60. 36 37 Carmine Di Ruggiero Nato a Napoli nel 1934 partecipa al premio nelle edizioni del 1955, 56,57,58,59,60,1990. Vince il Premio Michetti nella edizione del 1963 con l’opera “Descrizione di un paesaggio”; in giuria Goffredo Bellonci, Ferdinando Bologna, Beppe Guzzi, Gino Morandis, Franco Russoli, Umberto Russo. Allievo di Emilio Notte alla Accademia di Belle Arti di Napoli, vince il premio Spoleto nel 1959 e nel 1961; nel 1964 è invitato alla Biennale di Venezia; Lea Vergine segue l’attività dell’artista in particolare in questi anni inserendolo nel volume “Undici pittori napoletani”; nel 1976 è tra i fondatori del gruppo “Geometria e ricerca”; nel 1982 il Museo Diego Aragona Pignatelli gli dedica una mostra antologica con la pubblicazione di un volume a cura di Vitaliano Corbi e Filiberto Menna, “Di Ruggiero. Viaggio nella luce”; nel 2000 è presente a Ferrara nel Palazzo dei Diamanti nelle mostra Napoli 19501959, a cura di Angela Tecce. Sue opere sono nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna A Roma, a Napoli presso il Museo di Capodimonte, a Torino (Museo Sperimentale d’arte contemporanea). È considerato uno dei più importanti astrattisti italiani viventi. Hanno scritto di lui tra gli altri oltre a Lea Vergine, Gillo Dorfles, Achille Bonito Oliva, Enrico Crispolti, Filiberto Menna. Senza titolo, 1962, tempera su carta, cm. 74x104. 38 39 Giuseppe Gallizioli Nato a Brescia nel 1935 dove vive e lavora; nel 1969 grazie ad una borsa di studio si trasferisce in Germania a Wolfsburg per seguire un corso di grafica; aderisce al movimento Phases (corrente d’avanguardia che promuove un’arte immaginifica e fantastica che diverrà riferimento del movimento surrealista internazionale); viaggia e visita ed espone in Polonia, Belgio, Olanda e Cecoslovacchia; dal 1975 trascorre l’estate nell’ isola slava di Cherso: il mare arriva nella sua pittura come terzo elemento accanto alla terra e al cielo. Vince il Premio Michetti nel 1973 con l’opera “L’ultimo viaggio di Barba Piero”; in giuria Gaspare De Fiore, Luigi Lambertini, Marco Valsecchi, Marcello Venturoli, Luis Gonzalez Robles. Mareggiata, 2006, olio su tela, cm. 76x54. 40 41 Marcolino Gandini Nato a Torino nel 1937, allievo di Felice Casorati, espone con la sua prima personale nel 1958; partecipa alla quadriennale di Roma nel 1965, nel 1973 e nel 1986; nel 2011 espone per la prima volta nella galleria “Area 24” di Napoli; partecipa al premio Michetti nelle edizioni del 1958, 1964, 1965, 1967, 1970; vince il Premio nel 1966 con l’opera “Modellato in tre parti”, in giuria: Francesco Arcangeli, Filiberto Menna, Umberto Russo, Marco Valsecchi e Marcello Venturoli.Nel 2007 espone al Map di Castiglione Olona (Museo d’arte Plastica) più recentemente oltre cinquanta opere del Maestro provenienti dalle Gallerie d’arte moderna di Torino, Roma, Bolzano vengono esposte nella Sala Bolaffi proprio a Torino, a testimonianza di quarantacinque anni di attività del pittore. Quando nel 1966 Giulio Carlo Argan vide una mostra di Gandini alla galleria il Bilico di Roma così commentò “Il piano diventa superficie e persino volume. La geometria, ipotesi spaziale, diventa spazio reale, costruito con travi di colore come fossero strutture di cemento; il pittore fa forme come uno scultore: il pittore e lo scultore fanno spazi come l’architetto”. Senza titolo, 1988, acrilico su tavola, cm. 150x100. 42 43 Luca Lampo Nato a Biella nel 1963, vive e lavora a Milano, tra le prime personali quella del 1987 alla Galleria Centosei di Bari, nel 1995 a Milano, Ready-Made, a Verona, Galleria Colpo di fulmine; partecipa al Premio Michetti e lo vince nella edizione curata da Flaminio Gualdoni, anno 1996, intitolata “Consistenza della pittura”; in giuria Tommaso Trini Castelli, Massimo Campiglio, Walter Guadagnini, Luciano Marziano, Luciano Primavera, Maria Giovanna Battistini, Antonio D’Argento. Altre partecipazioni dell’artista sono state nelle collettive al Museo Civico di Biella, alla Galleria del disegno di Salò. Frutto della sua collaborazione proprio con Flaminio Gualdoni è L’atlante dell’arte italiana che raccoglie oltre 23.000 immagini di più di 1500 artisti documentando l’arte italiana dalla preistoria ai giorni nostri, realizzato dalla Fondazione Marilena Ferrari. Senza titolo, 2011, olio su cartoncino, cm. 140x105. 44 45 Gabriele Picco Nato a Brescia nel 1974 vince il Premio Michetti (ex aequo con Franz Baumgartner) con l’opera “Senza titolo” nella edizione del 2000, a cura di Gianni Romano “Differenti prospettive nella pittura”; in giuria Judith Nesbitt, Michael Cohen, Luciano Marziano, Giancarlo Politi,Gianmarco Montesano. Laureato in lettere moderne all’università statale di Milano è artista visivo e scrittore; tra i suoi romanzi “Aureole in cerca di santi” anno 2002, “Cosa ti cade dagli occhi” anno 2010 opera con la quale ha vinto il premio Viadana giovani 2011, tradotta in spagnolo, catalano e portoghese; alcuni suoi lavori sono al MoMa di New York, alla Montblanc Collection, Hamburg (Germania) alla Robert Lehman Foundation. Nel 2004 vince il New York Prize presso la Columbia University e l’Italian Academy, nel 2001 partecipa al Guarene Prize, Fondazione Re Rebaudengo, curato da Francesco Bonami e Gianni Romano. Tra le personali nel 2006 “Nuotatori di lacrime in apnea sulla fine del mondo” a Milano, “Waiting for the painting”, Priska Juschka Fine Art, New York. Please drink my thouthgs (per favore bevi i miei pensieri), 2006, olio su tela, cm. 101x80. 46 47 Giorgio Ramella Nato a Torino nel 1939, dopo gli studi classici frequenta alla Accademia Albertina il corso di pittura di Enrico Paulucci e di tecniche incisorie di Mario Calandri. Esordisce sulla scena artistica torinese con una mostra alla Bussola insieme a Sergio Saroni, Giacomo Soffiantini e Marco Gastini. La prima fase della sua produzione è caratterizzata da forme metalliche e taglienti, è la serie degli “Incidenti”; quindi la sua pittura diventa sempre più astratta ispirandosi ad una fenomenologia della luce. Nella mostra del novembre 1993 a Spoleto dopo un ritorno alla pittura figurativa caratterizzata da una “spaziosità compressa e tesa, dalle disagiate e forti qualità cromatiche” (Flaminio Gualdoni), la pittura torna alla astrazione dei suoi esordi. Numerose le partecipazioni a mostre nazionali ed internazionali il Premio S. Fedele a Milano, la Biennale della incisione a Venezia, il premio Scipione, la Quadriennale di Roma, il Premio Spoleto, la Biennale di Parigi, la mostra di Grafica italiana al Museo d’arte moderna di S. Paolo del Brasile, Il museo sperimentale al Castello di Rivoli. Partecipa al Premio Michetti nelle edizioni del 1963,1965, 1967, 1997, e lo vince nella 25° edizione anno 1971 a cura di Luigi Lambertini (ex aequo con Maurizio Bottarelli) con l’opera “Teorema n. 2”. In giuria Marco Valsecchi, Fortunato Bellonzi, Giuseppe Marchiori, Marcello Venturoli). Sei piccole nuvole, 2009, tecnica mista su tela, cm. 60x80. 48 49 Tito Rossini Nato a Formia nel 1963 dove vive e lavora, si diploma alla Accademia di Belle Arti di Roma; annoverato come uno dei maggiori artisti figurativi italiani, è presente alla Quadriennale di Roma del 1996, vince il Premio Michetti nella edizione intitolata “L’amore per la terra-: Italia – Giappone” curata da Duccio Trombadori e da Gabriele Simongini nel 2003; in giuria Anna Imponente, Elena Pontiggia, Massimo Boffa, Vincenzo Centorame, Antonio D’Argento. Proprio Duccio Trombadori, insieme a Guido Giuffrè e a Massimo Di Capua lo hanno associato alla scuola romana e al recupero del realismo magico. “La pittura non è solo o tanto imitazione e riproduzione, quanto manifestazione di una forma. A questo nucleo ispirativo si rialloggia la pittura di Rossini che manipola le sue visioni elevando brani di vita quotidiana, elementi semplici della esistenza, oggetti di uso comune, ad un rilievo di più sostanziose speranze.” (D. Trombadori) Nel novembre 2012 viene consegnata a Rossini la medaglia del Presidente della Repubblica dalla giuria della XXIV edizione del Porticato Gaetano, rassegna d’arte nata nel 1958, giuria presieduta da Marcello Carlino. Il carretto, 2001, olio su tela, cm. 84x84. 50 51 Gaetano Sgambati Nato a Marigliano nel 1945, vive e lavora a Napoli dove insegna alla Accademia di Belle arti (suo il progetto “Babel cafè” attuato con gli studenti). Tra le mostre personali negli anni 1970/1990 quelle alla Galleria Toselli di Milano, alla Modern art agency di Napoli alla Galleria Nova, Torino; tra le mostre collettive: 1971 Prospettive 5 Roma, “Something is happening in Italy”, Galleria Lia Rumma, Napoli, Fiera Internazionale di Basilea (1990)” Carnet de voyage”, Fondation Cartier (1990) “Intercity tre, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia. Partecipa e vince il Premio Michetti nella edizione del 1992 a cura di Renato Barilli, con l’opera installazione in gomma “Senza titolo”. In giuria Giovanni Carandente, Rossana Bossaglia, Germano De Cinque, Antonio D’Argento. Senza titolo, installazione in legno e metallo, dimensioni variabili. 52 53 Marco Cingolani Nato a Como nel 1961, vive la sua gioventù a Maslianico, al confine con la Svizzera. Considera le pittura non un mezzo tra i tanti ma lo scopo;“Il basic instict dell’artista è cambiare la pittura; a cambiare i soggetti e le immagini ci pensa già la società, cambiare la pittura è difficile, per questo ci vuole l’artista”Partecipa al Premio Michetti nelle edizioni del 1992, 2000, 2002, 2012. Vince nel 2004 la 55a edizione “Miti e realtà, uno sguardo ad oriente”, a cura di Stefano Zecchi e Anna Imponente, con un lavoro del 1998 “Il sogno di Nietzsche”. In giuria Beatrice Buscaroli, Lorenzo Canova, Massimo Di Capua, Luciano Gasbarrini, Antonio D’Argento, Vincenzo Centorame. Sue grandi passioni sono la Bibbia e la cronaca nera, per lui il testo delle sacre scritture è il più grande libro di cronaca mai scritto: omicidi, tradimenti, amore e perdono presentano i tratti immutabili dell’uomo. Da alcuni anni lo stile è lentamente mutato fino ad arrivare agli ultimi quadri dove la struttura non è più cercata nel disegno ma costruita attraverso il colore. Vive e lavora tra Milano e New York. Festa galante, 2011, tempera su carta intelata, cm. 70x100. 54 55 Paolo Fiorentino Nato a Roma nel 1965, partecipa nel 1994 alla mostra “Ritratto autoritratto” al Trevi Flash art Museum; nel 1996 è invitato alla XII Quadriennale d’arte di Roma nella rassegna “Ultime generazioni” e una sua opera viene acquistata dalla Camera dei Deputati. Nel 1998 partecipa alla Festa dell’arte presso l’ex mattatoio di Roma; nel 2001 partecipa alla mostra “La pittura delle gioie”esposizione itinerante promossa in Giappone da Bulgari. L’anno seguente partecipa per la prima volta al Premio Michetti (53a edizione a cura di Carlo Fabrizio Carli e Guillermo Whitelow, La città e le nuvole, Italia – Argentina) e lo vince (in giuria Vincenzo Centorame,Massimo Di Capua, Giorgio Pellegrini, Duccio Trombadori e Guillermo Whitelow).Partecipa ancora al Premio nel 2003, 54a edizione. Nel 2007 presenta a Milano, Cantiere Vannucci, il progetto “Dreaming Towns” e partecipa alla rassegna “The new italian Art Scene” al Museo di Belle arti di Taipei in Taiwan. Altra importante esposizione quella del 2008 insieme ai colleghi Giorgio Ortona e Mauro Reggio nella esposizione “Memento Armato” nei locali della Fondazione Durini. “Fiorentino costruisce le sue tipologie urbane con la meticolosa precisione degli ordini e delle proporzioni che paiono estratte da un manuale di civiltà sepolte.. (D. Trombadori)”. Senza titolo, 2008, olio su tela, cm. 120x120. 56 57 Carlo Lorenzetti Nato a Roma nel 1934, docente presso l’Accademia francese, viene invitato dal critico Giovanni Carandente come unico giovane scultore nel 1962 nella mostra a cielo aperto “Sculture nella città” a Spoleto. Nel 1966 vince un premio acquisto alla tredicesima edizione del Premio Spoleto; nel 1970 è selezionato per la Biennale di Venezia che nel 1972 lo ospita con una sala personale come pure nel 1976 e nel 1986. Numerose le sue partecipazioni a mostre internazionali come la Biennale di grafica di Cracovia (negli anni ’70 si dedica quasi esclusivamente alla grafica), l’esposizione sempre di grafica di Lubiana, poi a Montreal, New Delhi, Mosca, Leningrado, Francoforte sul Meno, Osaka. Tra le altre mostre personali negli anni ’80 a Roma: Galleria Giulia e Galleria L’Arco, a Milano Galleria Mazzoleni, a Bologna: Centro Mascarella. Nel 1986 partecipa alla Quadriennale di Roma, alla Biennale di Venezia, nel 1987 alla XXX Biennale nazionale d’arte Città di Milano. Partecipa al Premio Michetti nella 46° edizione, anno 1994, intitolata “Storie di pittura” a cura di Fabrizio D’Amico e lo vince ex aequo con Luca Caccioni, Claudio Olivieri, Roberto Almagno, con l’opera in ferro sbalzato (è noto da sempre per le sue sculture metalliche fatte in ferro ed ottone sbalzati) intitolata “In stabile”. In giuria Luciano Marziano, Giuseppe Appella, Flaminio Gualdoni, Piergiovanni Castagnoli, Luciano Primavera, Antonio D’Argento. Accademico di San Luca dal 1999 nel 2004 gli viene assegnato il Premio Nazionale “Presidente della Repubblica” attribuito dalla medesima Accademia. Rilievo, 2007, ferro brunito, cm. 50x42x15,5. 58 59 Romano Notari Nato a Foligno nel 1933, ha studiato all’Istituto d’arte di Perugia; nel 1960 la Galleria il Cavallino ospita una sua personale curata da G. Ballo; tra le principali mostre collettive alle quali ha partecipato: nel 1956, Premio Suzzara, nel 1963, Premio Lissone, 1966, Biennale di Venezia, anno 1986 invitato da Arturo Schwarz nella sezione “Arte e Alchimia, Biennale d’arte di Milano (anno 1974 e 84)), Quadriennale di Roma (1986) e otto volte al Premio Michetti: nel 1960,1961, 1963, 1964,1965, 1967, 1982. Vince il Premio Michetti nella edizione del 1974 con l’opera “Illuminanti a quattro momenti” opera sicuramente esemplare della pittura dell’artista: il colore, un giallo luminoso che o sfuma o si carica di trasparenze rosa è già un simbolo di colore-luce, luce solare. E le forme rotonde che si presentano e si espandono nei suoi quadri si sovrappongono come un propagarsi di onde luminose, sono il simbolo dell’anima. Nel 1998 viene invitato alle mostre “Palazzo Sarcinelli 1988-1998, una donazione per un nuovo museo” ed alla mostra “Roberto Tassi e i pittori, Ottocento e Novecento in Italia, da Fattori a Burri”, allestite presso Palazzo Sarcinelli a Conegliano e curate da Marco Goldin. Hanno scritto del suo lavoro Luigi Carluccio, Di Genova, Enrico Crispolti, Elena Pontiggia, Vittorio Sgarbi che nel 2010 lo invita in occasione del 53° festival dei due mondi di Spoleto, alla rassegna “Mostre al festival” a Palazzo Princiani, dove presenta una antologica con venti dipinti. Soffio, 2009, olio su tela, cm. 100x70. 60 61 Claudio Olivieri Nato a Roma nel 1934 si trasferisce nel 1952 a Milano dove si diploma in pittura alla Accademia di Brera; protagonista della pittura analitica presenta la sua prima personale al Salone della Annunciata nel 1960; seguono esposizioni nel 1966 nel 1980, nel 1986 e nel 1990 alla Biennale di Venezia; dal 1993 al 2011 si dedica all’insegnamento nella cattedra di Arti visive e pittura presso la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Partecipa al Premio Michetti nelle edizioni del 1967 del 1972 a cura di M.Venturoli (premio acquisto della Fondazione) nel 1994 vince il premio nella edizione a cura di Fabrizio D’Amico intitolata “Storie di pittura” ex aequo con Lorenzetti, Almagno e Caccioni (in giuria Luciano Marziano, Giuseppe Appella, Pierluigi Castagnoli, Flaminio Gualdoni, Luciano Primavera, Antonio D’Argento) con l’opera “Speculum”. Nel 2013 Viene organizzata dalla associazione culturale Venezia Contemporanea la Mostra “Claudio Olivieri, opere recenti”, negli spazi della Tesa presso l’Arsenale di Venezia; sempre nel 2013 un’altra mostra nella Galleria San Fedele di Milano lo vede protagonista in una personale intitolata “Claudio Olivieri, la gloria dell’invisibile” a cura di Andrea Dall’Asta, con testi in catalogo di Alberto Mugnai: “per Olivieri, la tela è il passaggio dal visibile all’invisibile. Le forme assumono un carattere incerto, fluttuante, sospeso. Segnano il sorgere di un senso, la nascita del racconto del fragile irrompere di una luce originaria fatta di modulazioni delicate, sottili”. Ulteriore, 1999, olio su tela, cm. 80x80. 62 63 Walter Valentini Nato a Pergola (Pu) nel 1928; tra il 1947 ed il 1948 è alunno a Roma e nel 1949 a Milano nella scuola Rinascita dove ha come maestri Max Huber,grafico pubblicitario influenzato dalle ricerche di Max Bill Albe Steiner grafico e esperto conoscitore di xilografia messicana e Luigi Veronesi pittore che lo introdurrà all’astrattismo geometrico dei costruttivisti russi. Nel 1950 si trasferisce ad Urbino dove risiede per cinque anni e frequenta l’Istituto di Belle Arti (Scuola del libro) dove scopre l’arte incisoria grazie all’insegnamenti di Carlo Ceci. Tornato a Milano svolge attività professionale nella grafica, pur applicandosi alla pittura con crescente passione. Lo affascina un universo geometrico quello che è presente in tutti i suoi lavori astronomia e cosmografia saranno sempre fonte di ispirazione; partecipa al Premio Michetti nel 1983 e lo vince nel 2005, edizione curata da Luciano Caramel e intitolata “In-Out, opera e ambiente nella dimensione glocal” con l’opera “Nella volta celeste ora appare” (ex aequo con Marc Didou).In giuria Lorenza Trucchi, Vittorio Fagone, Philippe Daverio, Vincenzo Centorame, Antonio D’Argento. Sono degli anni novanta alcune importanti installazioni: a Greenwich, Connecticut, nella Ashford Properties, a Siegburg (Germania) nello Stadtmuseum, ad Aspen (Colorado) nella Harris Concert Hall, - per ospitare permanentemente questa ultima installazione il progetto della nuova Concert Hall venne appositamente modificato. Nel nostro paese rimane come “summa” della sua attività il “Labirinto della memoria”,a Milano, un percorso lungo 250 metri su una superficie di 600 mq. Alchita A, 2007, tecnica mista su tavola, cm. 60x60. 64 65 Claudio Verna Nato a Guardiagrele nel 1937, si trasferisce nel 1957 a Firenze dove si laurea con una tesi sulle “Arti figurative nella civiltà industriale”ed entra in contatto con gli artisti dell’astrattismo classico. Autodidatta, tiene la prima personale alla Galleria Numero uno di Firenze nel 1960. Si trasferisce a Roma l’anno seguente, sospendendo l’attività espositiva per concentrarsi sugli strumenti della propria ricerca. Nel 1967 espone a Palermo, Galleria Il paladino, sono gli anni della pittura analitica – “è un ritorno al grado zero della pittura, ad una prassi minima ed elementare del dipingere. Le opere della fine degli anni sessanta presentano grandi superfici monocrome spezzate da linee dall’andamento irregolare”. Partecipa al Premio Michetti nel 1968, nel 1970, nel 1971, 1975, 1983,1994, 1997; lo vince nel 1973 con l’opera “A82-195”. In giuria Luigi Lambertini, Marcello Venturoli, Marco Valsecchi Garibaldo Marussi. Oltre cento le personali allestite in Italia e all’estero: Biennale di Venezia 1970 e 1980, Galleria dl Milione, Milano, Palazzo dei leoni, Messina, Westend Galerie, Francoforte, Fondazione Zappettini Milano, Premio Acireale 1968, Premio Gallarate 1973, Premio Suzzara 1999. Vive e lavora tra Roma e Spoleto. No land (niente terra), 2009, acrilico su tela, cm. 90x70. 66 67 Alberto Biasi Nato a Padova nel 1937, ha partecipato al Premio Michetti nel 1967, nel 1970 (quando vince il Premio con l’opera “Politipo A”- in giuria Fortunato Bellonzi, Giuseppe Marchiori, Filiberto Menna e Marco Valsecchi-) nel 1997 e in un omaggio a lui dedicato dalla Fondazione, nella edizione a cura di Luciano Caramel nel 2005. È uno dei principali esponenti dell’arte cinetica italiana ed internazionale, fondatore nel 1959 del “Gruppo Enne” con il quale lavora fino al 1967 (Alberto Biasi, Ennio Chiggio, Toni Costa, Edoardo Landi, Manfredo Massironi e Gaetano Pesce, diventato noto come designer). Tra le mostre collettive e personali alle quali ha partecipato, da quella a Zagabria intitolata “Nuove tendenze”, a quella al Moma di New York “The responsive eye”. Sue opere si trovano alla Galleria Nazionale di Roma, nei musei di Bratislava, Buenos Aires, San Louis, San Francisco, Tokio, Torino, Venezia ed in innumerevoli collezioni straniere ed italiane. Il 18 maggio 2011 è stato celebrato il cinquantenario della storica manifestazione in cui il Gruppo Enne mostrò al mondo “Arte è pane … pane è Arte”. L’ira funesta 1 e l’ira funesta 2, 2006, tecnica mista su tela, dittico, cm. 80x40 cad.. 68 69 Gino Marotta Nato a Campobasso nel 1935, ha vissuto quasi sempre a Roma dove è venuto a mancare, improvvisamente, nel 2012. La sua prima personale a Milano nel 1957, Galleria Montenapoleone; negli anni 19571958 partecipa insieme a Burri, Fontana, Capogrossi, Balthus, Licini e Lèger a mostre internazionali come “Pittori d’oggi Francia – Italia”, “Modern Italiensk Maleri” a Copenaghen.Altre esposizioni di rilievo con una sala personale a lui dedicata nella nona Biennale di San Paolo del Brasile (1967) “L’eden artificiale” nei Giardini della triennale di Milano nel 1973, la partecipazione alla Biennale di Anversa (1973),ancora la sala personale nella undicesima Quadriennale d’arte nel Palazzo delle esposizioni di Roma. Nel 2000 partecipa all’Expo di Hannover, nel 2001 espone la mostra antologica “Metacrilati” al Complesso del Vittoriano di Roma, sempre nel 2001 con il grande “Albero della vita” partecipa alla mostra “Artisti italiani del XX secolo” alla Farnesina; nel 2003 al J.F.Kennedy Airport di New York ancora una sua personale, come quella a Seoul nel 2004, in collaborazione con l’istituto italiano di cultura. Proprio nel 2012 è stata allestita una sua personale alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma, “Relazioni pericolose”; è stato uno dei pochi artisti ad avere l’onore di esporre al Louvre, nel 1969, un ciclo rappresentativo di sue opere. Si è occupato anche di cinema e di teatro, - sua la scenografia di “Nostra Signora dei Turchi” di Carmelo Bene, le scene di “Finale di partita” di Samuel Beckett e in seguito sempre sue le scene ed i costumi di “Homelette for Hamlet” che gli permettono di ricevere nel 1988 Il premio Ubu per la migliore scenografia. Partecipa al Premio Michetti nel 1965, 1975, 76, 77, 2008, lo vince nel 1970 nella edizione a cura di Marcello Venturoli, con “Rampicante” (in giuria Fortunato Bellonzi, Giuseppe Marchiori, Filiberto Menna, Marco Valsecchi). Ha insegnato alla Accademia di Belle Arti di Roma, membro della Accademia di San Luca di Roma e della Accademia Medicea delle Arti del disegno di Firenze. Struzzo artificiale, 1968, metacrilato, cm. 81x75x45. 70 71 Finito di stampare nel mese di novembre 2014 da Publish srl, Villanova di Cepagatti (PE) 72
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