Nuovo programma per la Specializzazione in Teologia

Nuovo programma
per la Specializzazione in Teologia Spirituale (Ciclo per la Licenza)
I. Il percorso teologico-spirituale: spunto epistemologico
Il Pontificio Istituto di Spiritualità offre la specializzazione in Teologia spirituale. Essa
è intesa come una disciplina teologica che studia la vita trinitaria, effusa dallo Spirito di Dio
nel cuore della persona umana. L’uomo ne è toccato profondamente, e con la sua
collaborazione prende avvio un processo di trasformazione, un cammino nell’esperienza del
Risorto sotto la guida dello Spirito Santo. Tale itinerario include la totale dedizione alla
missione evangelizzatrice della Chiesa mediante la testimonianza e l’irradiazione della vita.
La finalità del processo è il raggiungimento della pienezza del destino dell’umanità, la sua
verità ultima rivelataci come compimento della comunione con Dio che pervade i suoi (cfr.
1Cor 15,28). La riflessione è condotta alla luce delle fonti consuete della Teologia e
dell’esperienza vissuta della santità, nella cornice della Tradizione e delle grandi figure del
Carmelo, con un’ampia apertura interdisciplinare.
1. Il progetto di spiritualità proposto è una parte della Teologia. Il suo fondamento è
il Logos di Dio che parla rivelandosi (“seipsum revelare”: DV 2). L’economia di tale
rivelazione è multiforme (gestis verbisque), ma è anche unificata nella persona di Gesù il
Cristo, figura di rivelazione, che è nel seno del Padre e ne è l’esegeta (cfr. Gv 1,18). Egli è
esegeta del Padre in quanto Verbo fatto carne (Gv 1,14), «costituito Figlio di Dio con potenza
secondo lo Spirito di santificazione mediante la risurrezione dai morti, Gesù Cristo, nostro
Signore» (Rm 1,4). Lo è nell’attualità misterica del Risorto (nel senso paolino del termine
mistero) che varca i limiti del tempo e dello spazio poiché appartiene all’ordine della pienezza
da dove si lascia incontrare nella fede e si offre come mistero pieno di sapienza (cfr. Rm
16,25-27; 1Cor 2,6). È mistero di sapienza anche perché in lui «tutte le promesse di Dio sono
divenute “sì”» (2Cor 1,20a); in lui, cioè, si attua l’economia della grazia.
Perciò la “Teo-logia” spirituale come logos umano riveste uno status responsionis. Il
suo percorso conoscitivo è caratterizzato dall’ascolto e dalla contemplazione (contemplatio
nel senso epistemologico di theôria: spirito che guarda profondamente) che precedono e
accompagnano la riflessione e la trasmissione (cfr. S.Th., I, q. 1 a. 7co; Lumen Fidei, 36).
L’espressione dell’intelligenza che si addentra (intus legere) in questo mistero d’incontro,
diventa innanzitutto una confessio laudis che si svolge in Cristo, con Cristo e per Cristo,
attraverso il quale «il nostro Amen sale a Dio per la sua gloria» (2Cor 1,20b). Pertanto la
cognizione umana nell’atto teologico si evolve sub ratione unionis alla luce di Cristo nello
Spirito Santo. Lo Spirito che «soffia dove vuole» (Gv 3,8) rende l’esperienza del Risorto
attuale, viva e qualificata, e al tempo stesso guida progressivamente l’umanità alla verità
sapienziale tutta intera (Gv 16,13).
2. L’oggetto della disciplina è la spiritualità intesa come vita trinitaria effusa dallo
Spirito Santo nell’interiorità profonda della persona umana. Perciò essa riveste la forma
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filiale poiché è l’unica forma possibile in cui vengono coniugati il Divino e l’umano grazie
all’«umanazione» del Figlio di Dio. Tale vita divina è la verità della fede cristiana accertata
come vita (zoè), irriducibile alla verità del mondo. In quanto vita è fluente dell’eterna venuta a
noi della Vita e incide (to affect) su chiunque vi accede. Il suo impatto (tocco fondante)
permea fino alla più profonda interiorità dell’uomo, rende il cuore ardente (cfr. Lc 24,32).
Questo impatto può essere così intenso da suscitare una consapevolezza della presenza
immediata del suo autore (esperienza mistica): «non sono più io che vivo, ma Cristo vive in
me» (Gal 2,20). In quanto vita che infonde la pienezza nell’incompiutezza degli uomini
pellegrini nel mondo, è trasformante; muove a camminare sotto la guida dello Spirito e in
docilità alle sue mozioni. Con ciò si realizza la crescita nella conformazione a Gesù Cristo
Figlio di Dio fatto uomo, morto per amore e Risorto con potenza per coinvolgere l’umanità e
la storia nell’esistenza tesa verso la pienezza escatologica a cui Egli ci attira (cfr. Rm 6,1-8;
8,14-17.22-27). Lo scopo di questa effusione di vita è di rendere gli uomini partecipi della
vita divina.
3. A Dio che offre la sua vita risponde l’uomo libero che la accoglie e intraprende la
via della santità. La vita trinitaria effusa nelle persone umane suscita e attende la libera
risposta cooperante dell’uomo per dispiegare il suo dinamismo (la sua operatività). È una vita
che, diffondendosi, suscita una relazione nuova di Dio con l’uomo, lasciando a quest’ultimo
l’opzione drammatica dell’accoglienza o del rifiuto. L’atto primario di ricettività dà avvio a
un processo di trasformazione e di crescita di chiunque la accoglie, desidera dimorare e
progredisce nell’unione filiale con Dio (cfr. 2Cor 3,18). Irradia il flusso di pienezza definitiva
che gli è propria – la santità – sull’intero “corpo vivente” dell’uomo, esistente nelle sue
circostanze in mezzo al mondo e alla storia. La modalità di questa nuova relazione è un
dimorare e camminare nella verità dell’uomo dischiusa dalla Verità amante che è Dio, Verità
conosciuta sempre più e amata in un itinerario che conduce alla somma perfezione, cioè la
santità. Perciò la Teologia spirituale è anche la disciplina della via della Verità e verso la
Verità.
4. Il compito della Teologia spirituale si svolge sub ratione unionis. La tradizione, le
scuole e le grandi figure spirituali – specialmente quelle della tradizione carmelitana –
dimostrano che il soggetto che indaga questa economia di grazia e ne rende conto, si avvicina
a un mistero d’incontro tra Dio e l’uomo in atto, un’esperienza qualificata. Essa gli sarebbe
inaccessibile se lo stesso autore divino non fosse coinvolto col dono di sapienza. Pertanto il
teologo della spiritualità mette in moto una gnoseologia specifica dell’intellectus fidei che
– si sofferma sul proprio e/o altrui vivere della grazia della comunione;
– discerne tale esperienza conglobante l’umanità accresciuta dal dono della vita trinitaria
accolta nell’interiorità;
– ne elabora sapienzialmente la logica e lo sviluppo;
– ne testimonia in una comunicazione credibile e mistagogica (cfr. Vita 17,5; 18,6).
5. Il sapere spirituale si dispiega nella comunione. Come manifesta l’esperienza degli
spirituali, specialmente di santa Teresa di Gesù, patrona della Facoltà, la dinamica della
comunione copre tutte le fasi del sapere e della comunicazione spirituale. È una sapienza che
si coglie nell’ascolto della Parola scritta e parlata. La risposta è articolata in forma di Teologia
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che si fa nella Chiesa, “luogo” di ricezione, di custodia e di interpretazione viva e autentica
della Parola nello Spirito che l’ha ispirata e presiede alla sua fecondità. La sapienza teologicopastorale ha una dimensione ecclesiale. Successivamente riveste una dimensione comunitaria
giacché alla Chiesa appartiene ogni comunità di vita quando essa diventa una comunità
segnata dall’esperienza del Risorto che ne fa una comunità di discepolato (Mt 18,20). Dalla
comunione di esperienza di vita che caratterizza la comunità di discepolato scaturisce la
comunità di missione. Essa si è concretizzata nell’insegnamento della Teologia spirituale
affidato dalla Chiesa alla Pontificia Facoltà Teresianum, a favore degli studenti che
provengono da ogni parte del mondo: una comunione nel servizio a tutta l’umanità,
partecipando alla missione stessa della Chiesa. Come nell’esperienza di santa Teresa di Gesù,
l’esercizio della missione di configurare e trasmettere le vie spirituali è collegato a questo
vissuto comunitario e si abbevera alle dinamiche dell’amicizia in Cristo (cfr. Vita 16,7). La
comunità di discepolato e la comunità di missione fanno sì che anche la didattica assuma i
tratti di una comunità di apprendimento tra i docenti e gli alunni.
II. Metodi
La metodologia è in funzione dell’epistemologia della disciplina e dei principi di
conoscenza che si ritengono adatti. Perciò per realizzare il progetto sommariamente descritto,
la metodologia è segnatamente teologica nella varietà di approcci che possono essere adottati.
Molti approcci sono percorribili in modo unilineare oppure trasversale.
Qualunque sia l’approccio adottato, è importante che vi appaiano chiaramente i
seguenti presupposti criteriologici:
– il carattere teologico fondamentale;
– la costruzione della persona umana che cresce ancorata in un dinamismo divino-umano;
– la dimensione pastorale e mistagogica che permette di raggiungere in modo personalizzato
i singoli gruppi e i singoli soggetti di spiritualità;
– la dinamica comunitaria in tutti i suoi aspetti.
La scelta di un approccio specifico dipende da vari fattori: la natura della materia e il
volume del suo contenuto, un determinato capitolo all’interno di una materia, la dinamica
d’interazione o meno con gli studenti, ecc. Tra gli approcci, ne segnaliamo quattro in ordine
di preferenza.
1. L’approccio esegetico ed ermeneutico. Da una parte, il docente di Teologia
spirituale prende coscienza dell’inserimento in una Tradizione viva costituita in comunità
diacronica di uditori della Parola di Dio che li precede: essi ne ruminano il significato
molteplice, ne assicurano l’interpretazione autentica e la trasmissione fedele (paradosis), che
ne perpetua l’incidenza sulla vita di credenti di ogni epoca. D’altra parte, egli è consapevole
di svolgere il suo ministero in attento ascolto che diventa interazione e comunione con la
comunità sconfinata di cercatori della verità oggettiva dell’esperienza spirituale. Perciò la
spiritualità attinge molto dai testi, partendo da quelli appartenenti alle fonti della Teologia,
fino ad altri che possono essere integrati nell’insegnamento. Pertanto questo approccio
privilegia: la lettura e l’interpretazione di testi; l’iniziazione ai sensi dei termini,
all’interpretazione dei linguaggi letterari, artistici, cinematografici; l’avvicinamento al
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linguaggio dei simboli che suggeriscono ciò che i concetti non riescono a spiegare; ecc. I
pregi di questo approccio sono molti: il primato della Parola di Dio; l’inserimento nella
Tradizione viva in modo dinamico; l’introduzione degli studenti al mondo dei testi, della
liturgia e dei linguaggi attraverso i quali la vita spirituale si lascia percepire; la pratica
dell’analisi e la sintesi richieste in ogni esercizio accademico di lettura; una didattica attenta
alla costituzione progressiva di una comunità di apprendimento. L’impegno particolare è la
fatica di elaborare un quadro di interpretazione corretto desunto dalla propria analisi del
linguaggio e dalla realtà espressa. In questo modo la verità spirituale ne emerge intatta, senza
riduzionismi a eventuali rappresentazioni ad essa estranee, che potrebbero risultare dai giochi
retorici e logici dello studioso.
2. L’approccio per la via sistematica della Teologia. È un approccio che cerca di
coinvolgere gli studenti e iniziarli a seguire una riflessione che articola pensiero e
comunicazione; è contemporaneamente insegnamento e atto di Teologia spirituale. Sotto
questo profilo, le lezioni hanno un taglio sistematico specifico, che cura lo svolgimento delle
questioni addentrandosi nelle fonti propriamente teologiche e nel locus theologicus proprio
della Teologia spirituale (la santità vissuta), e rimanendo attenti a testi sussidiari richiesti dalla
doverosa interdisciplinarietà e dal dialogo con tutte le voci che parlano di spiritualità. In tale
approccio si concentrano tre aspetti imprescindibili in qualsiasi sintesi di Teologia spirituale:
il radicamento in una Tradizione viva sin dalle comunità primitive fino ad oggi; la
caratteristica teologica degli argomenti trattati; lo sbocco pratico che indica la finalità nella
vita di tutti i fedeli. Il percorso si attua in forma di un processo di iniziazione alla sapienza
teologico-spirituale, che non di rado produce vere e proprie innovazioni metodologiche e
aggiornamenti di linguaggio nel campo multiforme della Teologia. Ha il vantaggio di
coinvolgere gli studenti nell’apprendimento del pensare teologico-spirituale, in modo che
possano giungere alla fine del percorso con gli strumenti sufficienti per affrontare temi di
Teologia spirituale, fino a trarne conclusioni pratiche.
3. L’approccio integrativo. La vita spirituale si fa strada attraverso molteplici aspetti
della vita umana: biologico, sociologico, psicologico, ecc. Ora, tutte queste dimensioni sono
approfondite nelle scienze umane e filosofiche. Esse non pretendono di spiegare l’economia
della grazia che si svolge nella vita spirituale, ma aiutano a capirne meglio alcuni dinamismi e
esprimerli in modo più preciso. Pertanto è un approccio richiesto dall’interdisciplinarietà di
ogni sapere che concerne l’uomo nella sua integralità. Di conseguenza la filosofia, la
sociologia, la letteratura, la psicologia, le religioni, le culture, ecc., possono legittimamente
essere integrate in un approccio di Teologia spirituale purché il carattere pluridisciplinare non
finisca per diluire l’indole teologico-spirituale in una interdisciplinarietà indifferenziata.
4. L’approccio fenomenologico. Consiste nell’avvicinarsi delle cose stesse, cioè del
tema affrontato, attraverso il loro apparire. È un approccio che tenta di integrare il contributo
di tutte le scienze che possano favorire la percezione teologico-spirituale, dall’ascolto
(percezione sensoriale) fino alla percezione intellettiva (intuizione e conoscenza), passando
per le rappresentazioni dei sensi interni. In tal modo, la percezione non si avvale di nient’altro
al di fuori del manifestarsi o della fenomenalità delle cose stesse, la cui consistenza è di
stampo divino-umano nel campo specifico della spiritualità. L’approccio richiede di
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accompagnare la logica dell’apparire delle cose nella loro fenomenalità fino a che esse siano
depurate dai diversi condizionamenti e dalle aporie del linguaggio e così lascino i loro
“involtori” circostanziali, psicologici e culturali, per consegnarsi nella loro consistenza. Tale
fase di riduzione eidetica è forse la più delicata dal punto di vista metodologico, giacché lo
studioso accoglie la presenza e la crescita della vita divina negli uomini ed evita di inferire
conclusioni derivanti dalla propria coscienza.
Il grande pregio di questo approccio è che pregiudizi e condizionamenti sono messi da
parte e la realtà dell’indagine si manifesta nella sua purezza come nel caso del Dio Amore
nella forma manifestata dalla kenosi del Verbo (H.U. von Balthasar in Solo l’amore è
credibile). Il suo limite è che l’approccio è spesso invocato e sbandierato, ma non sempre con
le opportune precisazioni. In ogni caso, sarà sempre opportuno definire la modalità della
conoscenza spirituale (che farà accedere in modo sicuro alle cose) perché solo a partire da
questa conoscenza accertata si potrà proseguire l’elaborazione sintetica successiva con ricorso
all’interdisciplinarietà, ma sempre polarizzata sul dispiegamento della vita spirituale e
mistica.
III. Didattica
Per mettere in opera in modo efficace ciò che gli Statuti della Facoltà prescrivono
riguardo ai metodi didattici e pedagogici (nn. 89-93), si suggeriscono quattro criteri di azione:
una presentazione articolata del programma biennale; i mezzi per il servizio migliore
all’apprendimento; la comunicazione interna; le risorse umane esterne.
A. Presentazione del progetto formativo. Occorre adeguarla all’unità articolata sia
complessiva che per aree.
1. Metodi
2. Fondamenti
3. Contesti e dinamiche di trasformazione
4. Pedagogia e pastorale della vita spirituale.
B. Servizio di apprendimento. Per favorire l’acquisizione pratica personale di un metodo di
lavoro scientifico, è necessario curare alcuni fattori di equilibri didattici (Statuti, art. 91).
1.
2.
3.
4.
Equilibrio tra corsi di sintesi e corsi monografici
Equilibrio e complementarietà tra corsi prescritti e corsi opzionali
Inserire sistematicamente la lettura nelle esigenze didattiche
Curare la giusta proporzione tra i crediti dei corsi, quelli dei seminari (1/6) e la
recensione di letture personali
5. Promuovere l’attività tutoriale personalizzata e/o per gruppi di lavoro, anche per gli
elaborati, oltre che per le tesine e tesi
6. Individuare i docenti invitati e pensare alla figura di visiting professor in funzione del
progetto formativo
7. Offrire agli studenti la possibilità di lavorare con specialisti di altre Università e centri,
se la materia del progetto di ricerca da loro scelto lo richiede
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8. Pensare la figura degli “assistenti” e una loro eventuale partecipazione al progetto
formativo
9. Conoscenza di almeno tre principali lingue moderne per la ricerca, specialmente quella
dell’autore studiato, come lo spagnolo nel caso di san Giovanni della Croce e santa
Teresa di Gesù.
C. Comunicazione.
1. Promuovere un’interazione più viva, anche on line, da una parte tra docenti e Segreteria
quale organo amministrativo e organizzativo di riferimento, dall’altra tra docenti e studenti
2. Avviare all’uso degli strumenti informatici di comunicazione e interazione on line,
ottimizzando al meglio le potenzialità disponibili
3. Studiare il modo di integrare l’attività editoriale, in sinergia con il corpo docente
dell’Istituto, con vantaggi reciproci: migliorare la qualità delle pubblicazioni finora gestite
dal Centro interprovinciale OCD; offrire una visibilità maggiore alle pubblicazioni della
Facoltà, anche a livello divulgativo; migliorare la gestione della libreria interna; unire le
forze a livello amministrativo, logistico e fiscale
5. Proposta, secondo una consuetudine ormai diffusa, di corsi e materie on line,
particolarmente per le categorie meno favorite dalla struttura accademica tradizionale (laici
desiderosi di seguire alcuni corsi ma impediti dall’orario di lavoro o dalle distanze,
monache di clausura, case di formazione, indigenti)
6. Diffusione della proposta formativa del Teresianum.
D. Risorse umane. Individuare i singoli docenti e Centri universitari e culturali a cui chiedere
la collaborazione in funzione dell’offerta formativa che pretendiamo.
IV. Programma
A. Corsi prescritti
a) Metodi:
Metodologia tecnica di presentazione del lavoro
scientifico*1
(3 ECTS)
Innocent Hakizimana
Metodologia di ricerca e di interpretazione di testi *
(3 ECTS)
Laura Dalfollo
Introduzione alla Teologia spirituale
(3 ECTS)
Bruno Moriconi
1
I corsi segnati con * sono da considerare comuni alle due sezioni di Antropologia Cristiana e di Teologia
Spirituale.
6
b)
Fondamenti:
Teologia spirituale fondamentale
(3 ECTS)
Denis Chardonnens
Parola di Dio e Teologia spirituale: Deus dixit
(3 ECTS)
Roberto Fornara
Gesù Cristo il Risorto: chiave della Teologia spirituale
(3 ECTS)
Iain Matthew
Fondamenti antropologici della Teologia Spirituale
(3 ECTS)
Christof Betschart
c)
Contesti e dinamiche di trasformazione:
Processo di trasformazione della persona umana in
Cristo
(3 ECTS)
A.M. Zacharie Igirukwayo
Forma mariana della spiritualità cristiana
(3 ECTS)
Adrian Attard
Spiritualità patristica
(3 ECTS)
Rafael Sanz Valdivielso
Storia della spiritualità: dagli inizia del cristianesimo
all’alba dell’età moderna
(3 ECTS)
Arkadiusz Smagacz
Forme di vita spirituale: laicale, sacerdotale e
consacrata
(3 ECTS)
Grzegorz Firszt
Teologia della preghiera cristiana
(3 ECTS)
da determinare
d)
Pedagogia e pastorale della vita spirituale:
Direzione, discernimento spirituale e mistagogia
Christian-Marie Michel
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(3 ECTS)
B. Corsi opzionali consigliati
Mistica e spiritualità del popolo di Dio nell’ottica
dell’evangelizzazione in profondità: contenuti, stili e
mezzi
(3 ECTS)
da determinare
Santa Teresa messa a confronto con gli altri autori e
figure della tradizione teologica spirituale
(3 ECTS)
Eduardo Sanz de Miguel
San Giovanni della Croce
(3 ECTS)
Iain Matthew
Lex orandi (liturgia e eucaristia) e vita spirituale
(3 ECTS)
da determinare
Mistica: luogo del sapere teologico e “scientia amoris”
(3 ECTS)
François-Marie Léthel
Counseling spirituale: ascolto e accompagnamento
(3 ECTS)
da determinare
C. Corsi opzionali
– Lettura ed ermeneutica di testi dei santi e spirituali carmelitani
– Antropologia teologica: correnti contemporanee
– Teologia spirituale e scienze che riguardano l’identità e lo sviluppo della persona umana
(più particolarmente psicologia, neuroscienze)
– Lettura ed ermeneutica di un documento o tema del Magistero pontificio recente
– Santità vissuta come “locus theologicus”
– Spiritualità maschile e femminile: identità specifica e rapporto reciproco
– Mistica e spiritualità nell’era del pluralismo religioso. Affrontare tale pluralismo a partire
dalla prospettiva della Teologia spirituale e approfondire la trattazione del confronto tra la
spiritualità cristiana e le altre esperienze spirituali
– Spiritualità e cultura: approfondimento dei linguaggi (letteratura, cinema, mezzi di
comunicazione moderni)
– Psicopatologia, demonologia e spiritualità.
D. Seminari
Numero: tre seminari (12 ECTS).
Criteri: proposti secondo i presupposti criteriologici che reggono l’intero programma.
8
1. Seminario particolareggiato sulla cornice carmelitana di lettura spirituale
2. Teologia spirituale e interdisciplinarietà
3. Seminario sulla pastorale e mistagogia della spiritualità.
Periodicità: Un seminario per semestre, eccetto l’ultimo semestre del biennio.
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