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AO
376 Ottobre 2014 Anno 31 7 4.50
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sarà disponibile on-line
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GIOVEDÌ 11 DICEMBRE 2014 IBM CLIENT CENTER
Circonvallazione Idroscalo 20090 Segrate MI
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AO
sommario
IN QUESTO NUMERO
/ 19
IL PUNTO
INDUSTRIA 4.0: SIAMO PRONTI?
di Roberto Maietti
/ 20
COPERTINA
IL CLIENTE: MITSUBISHI ELECTRIC PARTE DA QUI
di Paola Lazzarotto
LINEA DIRETTA
/ 26
a cura della redazione
32
/ 32
PANORAMA
RAFFORZARE LA SICUREZZA DOVE CONTA
di Matteo Marino
In un mercato che “è
cambiato” e dove “gli
attori protagonisti
dell’automazione
industriale sono
prevalentemente aziende
che esportano”, Matteo
Cerutti, marketing e key
account manager di
Mitsubishi Electric Factory
Automation filiale italiana,
racconta qual è la
strategia di business
vincente che ha portato la
multinazionale nipponica
a raggiungere credibilità e
autorevolezza sul
mercato dell’automazione
a livello globale: mettere il
cliente ‘al centro’. “Tutto il
nostro lavoro parte da lui
e dai suoi bisogni. Il nostro
approccio è mettersi al suo
fianco, analizzare le sue
esigenze e trovare la
soluzione tecnologica
ideale per ottenere
risparmio energetico,
efficientamento del
processo produttivo e
miglioramento del livello
qualitativo
dell’impianto”… con
un’offerta a 360 gradi.
/ 36
40
ATTUALITÀ
MACHINE AUTOMATION 2014
di Antonella Cattaneo
MANUFACTURING STRATEGIES 2014…
di Lù del Frate
AM: TUTTE LE OPPORTUNITÀ DEL 3D
di Mark Cotteleer, Jim Joyce
NI WEEK 2014: LE NOVITÀ
di Antonella Pellegrini
/ 38
/ 40
/ 46
/ 49
SPECIALE
WI-FI E WIRELESS COMMUNICATION IN AMBIENTE
INDUSTRIALE
a cura di Ilaria De Poli
DA PROFIBUS A BLUETOOTH
di Marco Caliari
/ 50
LOGISTICA AD ALTA EFFICIENZA
di Jessica Morante
UN FUTURO IN WI-FI
di Letizia De Maestri
/ 52
/ 54
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CNC, robotica, motion control
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AO
sommario
IN QUESTO NUMERO
WIRELESS IN ZONA ATEX
di Roberto Marini
/ 56
/ 58
RASSEGNA
PLC E SCADA NELLA SICUREZZA
· Speciale
Simulazione software per
il training e la formazione
· Rassegna
Sistemi di visione
· Panorama
Visione
· Inserto
Soluzioni software per
l’industria
di Evaldo Bartaloni, Alessandra Pelliconi
/ 68
TAVOLA ROTONDA
LA PROTEZIONE DEGLI ASSET DI AUTOMAZIONE
di Antonella Cattaneo
58
/ 76
SMART MOBILITY
L’IMPEGNO DI ADVANTECH PER LA SMART MOBILITY
di Fabrizio Bozzarelli
68
/ 80
ENGINEERING
PROGETTARE È PIÙ FACILE
di Giuseppe Testa
/ 82
CNC
IL CONTROLLO COME VANTAGGIO COMPETITIVO
di Marco Battistotti
Automazione Oggi
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Seguici anche su
/ 86
PROGETTAZIONE 3D
UN PROGETTO CHE CI ‘STA A CUORE’
di Dario Amadori
/ 88
TERMOCAMERE
EVITARE IL PERICOLO
/ 102
TUTORIAL
BLE: TANTE VERSIONI PER DIVERSE APPLICAZIONI
di Ruud Heijsman
/ 92
LOGISTICA
COME STOCCARE CILINDRI?
di Stefano Saporito
/ 93
MOTORI
ACQUA DI QUALITÀ CON IL PROGETTO WATER-LINK
di Marek Lukaszczyk
/ 94
CONTROLLO ENERGETICO
DA INTERRUTTORE A POWER MANAGER
di Carolina Veloso
/ 106
EXPO MILANO 2015
IN VIAGGIO CON EXPOEXPRESS
/ 108
AUTOMAZIONE DOMANI
LA TECNOLOGIA ALLUNGA LA VITA
di Orsola De Ponte
/ 110
AUTOMAZIONE USA
TEORIA DELL’EVOLUZIONE DEL MANUFACTURING
di Gary Mintchell
/ 96
ROBOTICA
UN ROBOT PER COLLEGA
/ 112
AVVOCATO
IL LICENZIAMENTO DEL DIRIGENTE
di Thomas Visti
di Cristiano Cominotto, Simone Melzi
/ 98
REVAMPING
PER NON PERDERE IL FILO
di Patrick Grosso
/ 99
BUILDING AUTOMATION
LUCE FRA ARTE E DEVOZIONE
di Lucia Milani
10
di Emiliano Sisinni
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
NEWS
/ 114
a cura della redazione
LE AZIENDE DI QUESTO NUMERO
INSERZIONISTI
/ 14
/ 12-14
AO Le aziende di questo numero
AZIENDE
TEL./HTTP
ABB
ABB SACE
ADVANTECH ITALY
ANIE - CONFINDUSTRIA
ASEM
AUTOMATA
BARTEC
BECKHOFF AUTOMATION
BOSCH REXROTH
BOUM & KOCH
BPT
BUSINESS INTERNATIONAL
CMOSIS
COGNEX INTERNATIONAL
COPA-DATA
DANFOSS
DASSAULT SYSTÈMES
DATALOGIC AUTOMATION
DELOITTE
DOMINO LED
EATON INDUSTRIES ITALY
EFA AUTOMAZIONE
EMERSON INDUSTRIAL AUTOMATION
EXPO 2015
FERRETTO GROUP
FESTO ACADEMY
FESTO
FIELDBUS FOUNDATION
FIERA MILANO MEDIA
FIORE
FLIR SYSTEMS
FLUKE ITALIA
FROST & SULLIVAN
GE INTELLIGENT PLATFORMS
HART COMMUNICATION FOUNDATION
HONEYWELL SCANNING & MOBILITY
INTERROLL ITALIA
INVENSYS SYSTEM ITALIA
KEB ITALIA
KSB ITALIA
LENZE ITALIA
LUCHSINGER
MDT
MICROSOFT
MITSUBISHI ELEC. EUROPE
NATIONAL INSTRUMENTS ITALY
NUM
OCEAN DATA SYSTEMS
OMRON ELECTRONICS
PANASONIC ELECTRIC WORKS IT.
PCVUE
PEPPERL+FUCHS
PHOENIX CONTACT ITALIA
PILZ ITALIA
PROGEA
ROCKWELL AUTOMATION
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www.ferrettogroup.com
www.festo-didactic.com
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www.fieldbus.org
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30, 59
94
76
30
28
54, 59
56
59, 114
59
82
99
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26
26, 62
28
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93
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62
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20, 32, 62, 68
46, 64
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AO Le aziende di questo numero
SALESFORCE.COM ITALY
SCHNEIDER ELECTRIC
SERVITECNO
SEW EURODRIVE
SIEI PETERLONGO ELECTRIC
SIEMENS
SOCOMEC
TELESTAR
UNIVERSAL ROBOTS
VDMA MACHINE VISION
VIPA ITALIA
VISION
WATCHGUARD
WEG
www.salesforce.com
www.schneider-electric.it
www.servitecno.it
www.sew-eurodrive.com
www.sp-electric.it
www.siemens.it
www.socomec.it
www.telestar-automation.it
www.universal-robots.it
www.vdma.org
www.vipaitalia.it
www.vision-messe.de
www.watchguard.com
www.weg.net
30
32, 66, 68
26, 66
116
114
66, 68
115
67
96
30
67
26
68
93
AO Inserzionisti
AZIENDE
ABB POWER TECHNOLOGIES
ADVANTECH EUROPE
AFFIDABILITA&TECHNOLOGIE
ASEM
B&R AUTOMAZIONE INDUSTRIALE
BAUMER ELECTRIC
BECKHOFF AUTOMATION
CONRAD ELECTRONIC ITALIA
EFA AUTOMAZIONE
ESA ELETTRONICA
PAG.
45
76/79
107
11
9
16
5
39
57/73
14
FANUC
II COPERTINA
FESTO
18
GARNET
12
GEFRAN
27
HEIDENHAIN ITALIANA
61
HMS INDUSTRIAL NETWORKS
31
IMAGE S
III COPERTINA
LS ITALIA
43
MESSE FRANKFURT – SPS 2015
85
MITSUBISHI MOTORS
MONDIAL
MURRELEKTRONIK
NATIONAL INSTRUMENTS
I COPERTINA
75
47
IV COPERTINA
PANASONIC ELECTRIC WORKS
13
PILZ ITALIA
63
PROGEA
71
ROBOX
53
SERVITECNO
35
SEW EURODRIVE
48
SYSTEM
17
VIPA ITALIA
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WAGO ELETTRONICA
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Sede legale - Piazzale Carlo Magno, 1 - 20149 Milano
Sede operativa ed amministrativa: SS. del Sempione 28 - 20017 Rho (MI)
tel: +39 02 4997.1 - fax +39 02 49976573
Direzione
Giampietro Omati Presidente
Antonio Greco Amministratore Delegato
Comitato Tecnico
Evaldo Bartaloni (Clui-Exera), Micaela Caserza Magro (Università di Genova), Paolo Ferrari
(Università di Brescia), Alessandra Flammini (Università di Brescia), Alessandro Gasparetto
(Università di Udine), Stefano Maggi (Politecnico di Milano), Roberto Maietti
(Anie Automazione), Carlo Marchisio (Anipla), Oscar Milanese (Anie Automazione),
Paolo Pinceti (Università di Genova), Alberto Sibono (Genoa Fieldbus Comp.Centre),
Emiliano Sisinni (Università di Brescia), Vitaliano Vitale (DoubleVi)
Redazione
Antonio Greco Direttore Responsabile
Antonella Cattaneo Caporedattore
antonella.cattaneo@fieramilanomedia.it - tel: 02 49976.503
Ilaria De Poli Coordinamento Fieldbus & Networks
ilaria.depoli@fieramilanomedia.it - tel: 02 49976.504
Antonella Pellegrini
antonella.pellegrini@fieramilanomedia.it - tel: 02 49976.508
Alessandra Pelliconi Segreteria
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programmabile ed etichetta elettronica.
Collaboratori: Dario Amadori, Marco Battistotti, Fabrizio Bozzarelli, Marco Caliari, Cristiano
Cominotto, Mark Cotteleer, Letizia De Maestri, Orsola De Ponte, Lù del Frate, Patrick Grosso,
Ruud Heijsman, Jim Joyce, Paola Lazzarotto, Marek Lukaszczyk, Roberto Marini, Matteo
Marino, Simone Melzi, Lucia Milani, Gary Mintchell, Jessica Morante, Stefano Saporito,
Giuseppe Testa, Carolina Veloso, Thomas Visti
Grafica e
produzione
Mauro Spolaore Progetto grafico - Impaginazione
mauro.spolaore@fieramilanomedia.it - tel: 02 49976.568
Franco Tedeschi Coordinamento grafici
franco.tedeschi@fieramilanomedia.it - tel: 02 49976.569
Alberto Decari Coordinamento DTP
alberto.decari@fieramilanomedia.it - tel: 02 49976.561
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Nadia Zappa Ufficio Traffico - nadia.zappa@fieramilanomedia.it - tel: 02 49976.534
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Giuseppe De Gasperis Sales Manager
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AO
IL PUNTO
di Roberto Maietti
Industria 4.0: siamo pronti?
N
onostante l’Italia si sia
sempre distinta per
la propria tradizione
manifatturiera, tradizione che l’ha portata al quinto posto
nel ranking mondiale
e dove ora, nonostante tutto, continua a occupare un onorevole ottavo
posto, le notizie che leggiamo ogni
giorno sui giornali ci parlano di una
produzione industriale sempre più in
difficoltà. È come se l’emorragia non si
fosse ancora fermata, costringendoci
a continui tamponamenti e interventi
di emergenza. Strano: proprio mentre
l’Europa, e in particolare la Germania,
sta focalizzando il proprio operato in
modo molto determinato e mirato su
Industria 4.0, in Italia non si è ancora
capito che certe azioni e certi investimenti non si possono più rimandare.
Continuano le infinite discussioni sulla
‘importanza del fare’, quando sarebbe
meglio, e forse anche molto più facile,
semplicemente ‘fare’. È pur vero, da
un lato, che l’apparato statale e la politica non hanno mai avuto quella necessaria attenzione alla promozione e
allo sviluppo dell’industria italiana nel
mondo, dall’altro però non possiamo
nemmeno sottacere della poca visione
e lungimiranza di molta imprenditoria italiana. Se la corsa e l’affanno riguardano
il solo guadagno dell’oggi, difficilmente si potranno cogliere i risultati domani.
Il tema di ‘Industria 4.0’ è calzante proprio perché non guarda al passato, non
guarda al presente, ma si interroga sul futuro. Cerca nuove soluzioni, in un mondo
che da tempo non riconosce più la sola centralità del Nord America e dell’Europa,
ma si deve confrontare con un’Asia fortissima e fra non molto, ne sono certo, dovrà
guardarsi anche dall’Africa. Se questo scenario viene compreso, è chiaro che il ‘gap’ competitivo che abbiamo sofferto in questi ultimi 15 anni potrà venire ridotto e magari
anche modificato a nostro favore. Se invece continueremo
a rincorrere il miraggio del basso costo e della competizione testa a testa contro i prodotti provenienti dai paesi
emergenti, allora siamo destinati a soccombere velocemente e a malapena riusciremo a rimanere fra le prime 20 nazioni industriali del
mondo. D’altra parte, la dimostrazione di come sia possibile recuperare un ruolo
manifatturiero forte ci viene nientemeno che dagli Stati Uniti, una nazione dove
il costo del lavoro non si può certo dire sia il più basso al mondo. Eppure, nonostante questo, il gap competitivo tra un prodotto ‘made in USA’ e uno ‘made in
China’ è minimo. La produzione industriale statunitense è cresciuta di 2,5 volte
rispetto al 1972 e, grazie a una produttività nettamente superiore a quella cinese,
il gap sul costo dei prodotti si è ridotto al 5%. Per ottenere questo risultato però
non basta sperare, bisogna invece investire, e pesantemente, in automazione e
innovazione. In effetti, la ricerca sul prodotto e la revisione dei processi produttivi,
in combinazione con un’analisi attenta del proprio ‘business model’, costituiscono
la condizione imprescindibile per ritornare a vincere sui mercati. Industria 4.0 è
dunque un’opportunità, un’occasione per guardare alla produzione in maniera
nuova, guidati dalle possibilità offerte dalla tecnologia, in ottica di attacco e non
di difesa. L’obiezione più facile e immediata è la solita: le aziende italiane sono
troppo piccole. Questo è un dato di fatto, ma proprio per questo Industria 4.0
può rappresentare una svolta: la logica ‘sartoriale’ italiana sposata con la tecnologia può offrire opportunità notevoli alle aziende che già oggi si distinguono per
creatività e flessibilità. L’importante è crederci e conseguentemente investire…
Comitato tecnico di Automazione Oggi
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AO
Il cliente: Mitsubishi
Electric parte da qui
COPERTINA
MITSUBISHI ELECTRIC COPERTINA MITSUBISHI ELECTRIC
Bisogni delle aziende e approccio consulenziale al centro del business
della filiale italiana della divisione Factory Automation
M
atteo Cerutti, marketing e key account manager di Mitsubishi Electric Factory Automation
filiale italiana, ci ha raccontato la strategia di
business vincente che ha portato l’azienda a
raggiungere credibilità e autorevolezza sul
mercato dell’automazione.
Automazione Oggi: Mercato dell’automazione industriale
e situazione economica in Italia: qual è il punto di vista di
Mitsubishi Electric?
Matteo Cerutti: Gli attori protagonisti del mercato dell’automazione industriale sono prevalentemente aziende che
esportano, quindi che proiettano il loro business sui mercati
esteri. Già nel 2012 il mercato dell’automazione era oltre i va-
lori di pre-crisi e il 2013 è stato un anno che ha dato risultati
positivi, con una crescita tra il 4% e il 5%. Certo non si può
negare che le prospettive dell’economia italiana non siano
completamente positive, ma riteniamo che si respiri un’aria
leggermente migliore e che il trend sia in lenta crescita. È un
dato certo che la domanda interna sia diminuita rispetto a cinque anni fa, ma i costruttori di macchine italiane continuano
a essere riconosciuti all’estero mantenendo un’ottima reputazione in numerosi settori. Rimaniamo quindi ottimisti nei confronti del mercato, che ci ha risposto e continua a risponderci
positivamente. In generale, riteniamo che non si possa più
parlare di crisi: è il mercato che è cambiato e di conseguenza
l’economia, oggi probabilmente reale e non più ‘drogata’ a
livello finanziario. Siamo noi player di mercato che dobbiamo
adeguarci e ritarare il nostro modo di fare business.
I
n un mercato fortemente competitivo e globalizzato, le richieste principali
sono orientate verso la massimizzazione delle performance, la sicurezza
a protezione degli operatori, la semplicità di utilizzo, il risparmio energetico, il tutto combinato alla massima affidabilità. In risposta a queste
richieste e forte di oltre 18 milioni di inverter installati nel mondo,
Mitsubishi Electric ha sviluppato la generazione di inverter FR-A800, ideale
per ogni tipologia applicativa, anche la più gravosa, con un range di potenza
da 0,4 kW fino a 1 MW.
Performance al massimo - Per raggiungere delle performance ai massimi
livelli, FR-A800 integra potenti algoritmi di calcolo, che enfatizzano le prestazioni dei motori incrementando la produttività delle macchine e della qualità
del prodotto finito. Il controllo Real Vector Sensorless Control (RVSC), per
esempio, algoritmo avanzato di controllo vettoriale del motore, garantisce il
200% della coppia anche a velocità da 0,3 Hz, oltre a un movimento estremamente fluido del motore. Il potente PLC integrato consente all’utente di
personalizzare le operazioni dell’inverter in modo molto flessibile. Un esempio
tipico è la gestione di pompe, che possono essere attivate secondo una precisa sequenza con il vantaggio di un consistente risparmio energetico e un
miglioramento del ciclo di vita della pompa. Sicurezza garantita - Nell’ambito
della crescente richiesta del mercato, orientata alla totale sicurezza degli operatori sulle macchine o sugli impianti, FR-A800 dispone di serie di funzioni di
sicurezza certificate secondo gli standard EN ISO 13849-1 PLd/Cat.3 - SIL2.
20
Inoltre, tramite le opzioni disponibili si può raggiungere il massimo livello di
sicurezza PLe/Cat.4 - SIL3. Funzioni quali Safe Torque Off (STO), Safe Stop 1
(SS1), Safe Stop 2 (SS2), Safe Operating Stop (SOS) e Safety Limited Speed
(SLS) sono standard in FR-A800. Semplicità di utilizzo - In un mercato in cui
i tempi di sviluppo sono sempre più brevi e le prestazioni richieste sono crescenti, è strategico che gli utilizzatori riducano i tempi di setup e della messa
in servizio del sistema. FR-A800 nasce in un’ottica di soddisfare pienamente
tali richieste. Tramite il software FR-Configurator, oppure tramite il tastierino
alfanumerico installato sull’inverter, l’inverter stesso può essere configurato in
modo chiaro e semplice con menu intuitivi, che includono la chiara descrizione
dei parametri che devono essere impostati. Inoltre, è di serie la possibilità di
copiare il set di parametri da un inverter all’altro utilizzando semplicemente
una memoria USB. Riduzione dei costi e dei consumi di energia - All’interno
di un sito produttivo, i motori, le pompe e i compressori consumano oltre il
70% dell’energia totale necessaria all’azienda. Risparmiare energia è quindi
assolutamente strategico per aumentare e massimizzare la competitività.
FR-A800 nasce per portare al massimo le prestazioni consumando al contempo meno energia, grazie a moduli di potenza a bassissima dispersione
termica sviluppati e prodotti direttamente da Mitsubishi Electric.
Oltre ai tradizionali motori asincroni, la nuova generazione di inverter controlla
in modo ottimale i motori di ultima concezione, costruiti con la nuova tecnologia a magneti permanenti sia IPM sia SPM. Per questi ultimi FR-A800 integra
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Iniziativa realizzata in collaborazione con la direzione marketing
FR-A800: la nuova generazione di inverter
TRIC COPERTINA MITSUBISHI ELECTRIC COPERTINA MITSUBISHI ELECTRIC COPERTINA MITSUBI
Matteo Cerutti: La divisione Factory Automation è responsabile
dal 2012 del ‘South HUB’, che comprende i paesi Italia, Francia,
Spagna, Portogallo, Grecia, Nord Africa, West Africa e Middle East:
un’area molto vasta con realtà caratterizzate da tradizioni, storie e
modelli di business differenti. Alle già esistenti filiali in Spagna e
Francia, in un’ottica di veloce espansione del business, a fine 2013
è stata aperta la branch di Dubai, responsabile dell’area Middle
East, e nelle altre aree sono state rafforzate le partnership locali.
un’innovativa funzione di autotuning, che consente di autoregolare i parametri
interni dell’inverter stesso massimizzando le performance dei motori, dimezzando i consumi energetici e riducendo i tempi di messa in servizio. FR-A800
è anche disponibile in configurazione modulare con lo stadio di alimentazione
e i diversi stadi inverter con bus in continua in comune. In questo modo,
l’energia rigenerata durante le frenate viene ridistribuita sul bus in continua e
riutilizzata all’interno dell’inverter diminuendo l’assorbimento
dalla rete. Affidabilità - Le macchine oltre a produrre sempre
più velocemente garantendo alti livelli di qualità, devono
ridurre o eliminare totalmente i fermi sia per manutenzione
che per guasti. Per aiutare le aziende a raggiungere questi
ambiziosi traguardi, FR-A800, come tutti i prodotti Mitsubishi Electric, è progettato, sviluppato e costruito all’interno
delle fabbriche di Mitsubishi Electric stessa. Ogni inverter,
prima di lasciare le fabbriche, è sottoposto a centinaia di test
funzionali; in tal modo si vanno a ridurre al massimo i rischi
di guasto. Inoltre, la componentistica interna degli inverter
è accuratamente selezionata per garantire un tempo di vita
del prodotto di almeno dieci anni. Grazie a ciò i prodotti
Mitsubishi sono riconosciuti a livello mondiale come i più
affidabili. FR-A800 è l’inverter giusto sul quale investire nella
progettazione e sviluppo delle proprie macchine proponendo
soluzioni di elevata qualità, affidabilità e minimo start up e manutezione. FRA800 è disponibile anche in versione IP55 per installazioni fuori dal quadro.
Con questa soluzione è possibile installare gli inverter vicino ai motori dove
non è disponibile una sala quadri protetta, per esempio nell’ambito delle gru
che vengono installate nei luoghi più disparati, dove i quadri elettrici sono
all’aperto e quindi a diretto contatto con gli agenti atmosferici.
A.O.: Mitsubishi Electric Factory Automation filiale italiana è
responsabile del ‘South HUB’: ci spiega come è strutturata la
vostra azienda?
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MITSUBISHI ELECTRIC COPERTINA MITSUBISHI ELECTRIC
A.O: “Il cliente al centro” si può dire sia la vostra ‘mission’: in
che modo e in che termini lo intendete?
Matteo Cerutti: Il cliente è ‘al centro’ in quanto tutto il nostro
lavoro parte da lui e dai suoi bisogni. Il nostro approccio è mettersi al suo fianco, analizzare le sue esigenze e trovare la soluzione tecnologica ideale per ottenere risparmio energetico,
efficientamento del processo produttivo e miglioramento del
livello qualitativo dell’impianto. Siamo consulenti e partner in
questo percorso, mettendo la nostra lunga esperienza al servizio del cliente, dall’end user al system integrator, dall’OEM al
quadrista, fino agli studi di progettazione. Dobbiamo essere
quindi in grado di rivolgerci al mercato a 360 gradi. Oggi non
è più sufficiente porsi come semplici fornitori di prodotti, seppur eccellenti, ma è necessario fungere da partner qualificato, in
grado di aiutare il cliente a raggiungere le migliori performance
dell’intero processo aziendale, dall’ingresso delle materie prime
fino al prodotto finito. Tutto questo si può ottenerlo garantendo
una totale ‘trasparenza’ dei dati e delle informazioni dal livello
‘shop floor’ (produzione) per arrivare al ‘top floor’ (management).
È quindi importante che la vendita del prodotto sia parte di una
strategia molto più ampia, che include un vero e proprio servizio di consulenza per la fornitura di soluzioni e, in alcuni casi,
di progetti completi ‘chiavi in mano’. Inoltre, Mitsubishi Electric
offre servizi di pre e post-vendita molto accurati, con incontri formativi su tutte le soluzioni proposte. In questo modo, riusciamo
a interagire con i nostri clienti, ad ascoltarne le esigenze e ad anticipare le tendenze del mercato attraverso lo sviluppo di nuovi
prodotti e soluzioni. Tutto a ribadire la nostra vocazione, fortemente ‘customer centric’, che ci consente di mantenere un’autorevolezza di brand molto forte e riconosciuta a livello mondiale.
Matteo Cerutti, marketing e key account manager di
Mitsubishi Electric Factory Automation filiale italiana
A.O.: In base a questo monitoraggio del mercato, su quali
soluzioni sta puntando Mitsubishi Electric?
Matteo Cerutti: Soluzioni integrate all’avanguardia, sfruttando
i concetti innovativi di e&eco-F@ctory e di iQ Platform, oltre al
tool di engineering e supervisione Maps: questa la nostra risposta alle richieste provenienti dal mercato, nei settori life science,
food&beverage, del trattamento acque.
PmsXPro: un nuovo Distributed Control System
L
a recente integrazione della società tedesca KH Automation, con un
alto livello di know-how e specializzazione, oltre a importanti referenze, ha allargato la proposta di soluzioni di Mitsubishi Electric per
il mercato del processo. Oltre a un know-how di tipo ingegneristico
e di sistema in ambito ambientale ed energetico, Mitsubishi Electric
ha dunque acquisito la possibilità di proporre al mercato una soluzione DCS
(Distributed Control System) denominata PmsXpro, presentata durante la
quarta edizione di SPS Italia, grazie a una demo live
presente in fiera.
Dal punto di vista hardware, il controllo distribuito
in campo è basato sull’estrema affidabilità dei controllori iQ di Mitsubishi Electric, affiancati a server
di processo: controllori e server sono entrambi in
configurazione ridondante per garantire una disponibilità del 99,9%. Il bus di sistema è costituito da una
dorsale Ethernet in fibra ottica, immune al singolo
guasto: in caso di doppio guasto sulla rete, i dati
vengono salvati sui server di processo locali. L’operatività, la diagnostica, l’engineering e l’archiviazione
sono gestite dall’ambiente software distribuito di
PmsXpro, provvisto di tool di asset management che
consentono l’ottimizzazione dell’utilizzo degli impianti
con il massimo grado di sicurezza. PmsXpro intende
22
favorire l’innovazione attraverso un’informazione più efficace per l’operatore
e strumenti più performanti per lo sviluppo ingegneristico, la sostenibilità
con un ambiente più sicuro e una riduzione del consumo energetico, la
produttività con un miglioramento continuo degli asset in termini di performance e utilizzo, la sicurezza per notifiche più chiare e un sistema integrato,
la visibilità per una chiarezza operativa mediante dashboard integrati per la
gestione produttiva.
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In particolare, il comparto del life science, che comprende ambiti quali il farmaceutico, delle biotecnologie e dei dispositivi
medici, rappresenta un settore molto importante per Mitsubishi
Electric. Le caratteristiche di qualità, affidabilità e tracciabilità
sono in questo caso sostenute da un corpo normativo particolarmente esigente, costruito per garantire la salute e la sicurezza
dell’utente finale. A testimonianza di questa focalizzazione, in
occasione della scorsa edizione di SPS IPS Drives Italia, abbiamo
presentato una macchina reale, progettata e realizzata da un’azienda italiana di eccellenza del settore. La macchina ha colpito
i visitatori e gli addetti ai lavori per la ‘densità tecnologica’ con
cui è concepita: in dimensioni estremamente compatte, due
robot eseguono movimenti di elevata precisione, con altissimo
grado di ripetibilità, controllati da iQ Platform, la piattaforma
multiprocessore che unisce il controllo di sequenza a quello di
movimentazione del braccio robotico.
In generale, l’apporto tecnologico delle soluzioni robotiche di
Mitsubishi Electric si riflette positivamente su aspetti diversi
delle fasi di produzione: durante il processo, operando anche
in camera bianca, tramite la manipolazione precisa del prodotto che ha, nella maggior parte dei casi, un valore molto alto,
evitando errori e inesattezze da parte dell’operatore umano.
Successivamente, durante le fasi di packaging primario e secon-
dario e nell’ispezione finale di qualità. In termini di tracciabilità
del prodotto, poi, gli strumenti che Mitsubishi Electric mette a
disposizione coprono un ampio spettro di esigenze, tecniche ed
economiche. Le funzionalità di datalogging sono integrate in
tutti i controllori e HMI, consentendo di registrare grandi quantità di dati con tempi di campionamento molto ridotti, per la
successiva elaborazione e visualizzazione. A livello gestionale
e di controllo, il software di ingegnerizzazione e di acquisizione
dati Maps unisce funzioni di sviluppo completo del progetto
(PLC, schema elettrico) a quelle di Scada, mettendo a disposizione dell’utente la certificazione CFR21-parte11.
Una fase produttiva comune sia al settore del food&beverage,
sia a quello del life science riguarda l’imballaggio del prodotto:
flessibilità, varietà e multifunzionalità del packaging costituiscono elementi di differenziazione sul mercato per il produttore
finale. In termini produttivi, queste richieste sono traducibili in
termini di velocità, precisione, facilità di setup della linea rispetto
ai formati e ai materiali; in termini di tecnologia di automazione,
la traduzione di queste esigenze è un’eccellente sistema di motion control. La nostra offerta si compone di una vasta gamma
di soluzioni a livello sia economico sia tecnologico; sono state
messe a punto architetture e funzionalità tipiche del settore
partendo da controllori compatti fino a sofisticati controllori
La serie Melsec FX5 rivoluziona il mercato dei PLC compatti
A
l giorno d’oggi, le aziende moderne si
muovono all’interno di un mondo fortemente competitivo, che le mette giornalmente davanti a nuove sfide per soddisfare i bisogni e le necessità dei propri
clienti. Devono quindi essere in grado di fronteggiare
richieste quali la diversificazione dei prodotti e dell’offerta, mantenendo un alto rapporto qualità/prezzo.
Per mantenere la competitività senza andare a intaccare le marginalità, le aziende sono chiamate a
innovare i loro processi produttivi per aumentare la
produttività dell’intero ciclo. Per aiutare a raggiungere
questi ambiziosi traguardi Mitsubishi Electric ha introdotto l’innovativo controllore Melsec FX5U, stabilendo
un nuovo standard nel campo dei PLC compatti di
ultima generazione. Grazie a un processore tre volte
più veloce, al bus interno di ben 100 volte più rapido
rispetto al precedente e al datalogger integrato, FX5U
consente un sensibile miglioramento della produttività
degli impianti, riducendo i costi operativi totali e i
consumi energetici, con performance finora impensabili. Inoltre, l’estrema
compattezza abbinata a un moderno design caratterizzano il PLC, soddisfacendo al meglio le richieste attuali del mercato.
Le unità di base del nuovo FX5U, progettate per soddisfare i numerosi
standard internazionali, sono dotate di processori innovativi e operano in
un ampio range di alimentazioni. La gamma dispone di modelli con 32, 64
e 80 I/O espandibili localmente fino a 256 I/O e fino a 512 I/O grazie all’apertura alle principali reti di comunicazione. L’integrazione di FX5U con le
soluzioni di automazione di Mitsubishi Electric, quali inverter FR-800, servo
MR-J4 e HMI GOT 2000 è totale e trasparente, consentendo l’esaltazione
delle prestazioni a vantaggio della produttività. Nell’ottica di preservare la
sicurezza e la continuità della produzione, oltre alla proprietà intellettuale, lo
slot per SD integrato facilita il backup e l’aggiornamento del programma in
modo semplice e veloce e, grazie alla gestione avanzata della sicurezza delle
informazioni, preserva il know-how del costruttore impedendone la copia non
autorizzata del contenuto. Utilizzando le molteplici funzioni integrate, quali i
contatori veloci e le quattro uscite a treno d’impulsi a 200 kHz, l’interfaccia
Ethernet, gli I/O analogici e le funzioni motion opzionali avanzate, la serie
FX5U può essere impiegata con successo in tutti i settori industriali. Infine,
per preservare gli investimenti, grazie alla totale retro-compatibilità con la
precedente serie Melsec FX3, i clienti possono accedere facilmente e senza
costi aggiuntivi alle top perfomance di FX5U.
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motion, garantendo tempi di risposta estremamente veloci e
la massima flessibilità nei profili eseguibili. Si ottengono in tal
modo significativi incrementi di produttività e l’abbattimento
dei tempi di cambio formato.
A.O.: Quello del trattamento acque è un settore al quale
Mitsubishi Electric si sta sempre più dedicando: ce ne può
parlare?
Matteo Cerutti: Nell’ambito del trattamento acque Mitsubishi
Electric offre soluzioni che non solo garantiscono l’approvvigionamento idrico, la depurazione e la potabilizzazione, ma
difendono anche l’ambiente, in accordo alle politiche seguite
dall’azienda durante l’intero ciclo di vita dei propri prodotti.
Nel campo della gestione delle risorse idriche Mitsubishi Electric
vanta un’esperienza di oltre 20 anni, grazie alla collaborazione
con le più importanti aziende del settore acqua e alla gestione
dell’automazione di alcuni fra i più grandi impianti di trattamento delle acque reflue in tutta Europa. Tutto ciò ha permesso
di sviluppare nel corso degli anni un range di prodotti e soluzioni dedicate, che spazia da controllori complessi e ridondati, al
telecontrollo e alla supervisione e reportistica di impianti delocalizzati, per arrivare fino all’azionamento di motori con un particolare occhio di riguardo al risparmio energetico.
Oggi, gli impianti di depurazione sono spesso le strutture più
energivore all’interno di un territorio: in media il 20% dei fabbisogni energetici di una municipalizzazione. Inoltre, i sistemi di
trattamento del refluo e di potabilizzazione sono intimamente
connessi con la salute dei cittadini e la necessità di continuità
assoluta di esercizio. Queste tipologie di impianto fanno uso di
GOT2000: HMI multi-touch con gesture control
L’
innovativa serie GOT2000 eredita tutte
le caratteristiche della storica serie
GOT1000 e introduce una serie di funzioni più avanzate per incrementare la
produttività degli impianti e l’efficienza
energetica. I modelli top di gamma della serie GT27
sono caratterizzati da un design appealing e da un sistema di controllo intuitivo con funzione multi-touch e
gesture control, simile a quello solitamente utilizzato
su smartphone e tablet. Per questa gamma Mitsubishi
Electric propone anche una versione in colore bianco
con porte USB host/device poste sul retro del pannello
in diretta risposta alle esigenze di quelle industrie che
richiedono elevati standard igienici ed estrema facilità
nelle operazioni di pulizia dello strumento di lavoro, quali
l’industria alimentare.
I pannelli operatore entry level della serie GT23, caratterizzati da un ampio display e da una memoria utente di
9 MB, offrono un rapporto prezzo/prestazioni ottimale e
si adattano a molteplici applicazioni. L’innovativa serie
GOT2000 è stata progettata per soddisfare ‘alla lettera’ le richieste dei clienti
dal punto di vista sia hardware che software: funzioni arricchite per ottimizzare il livello di prestazioni ed efficienza dell’impianto; un nuovo processore
per i pannelli operatore GT27 che garantisce il doppio della velocità e una
maggiore fluidità grafica rispetto alla serie precedente; una memoria interna
incrementata di ben quattro volte; un nuovo sistema di controllo intuitivo
grazie alla funzione multi-touch e al gesture control.
La serie GOT2000 di Mitsubishi Electric si colloca quindi al top dell’attuale
mercato HMI. Le ultime tecnologie hanno permesso di adattare funzioni di
uso comune anche su monitor industriali: per esempio, oggi è possibile attivare o zoom o premere due punti dello schermo contemporaneamente anche
solo indossando normali guanti da lavoro e non modelli specifici.
Mitsubishi Electric ha, inoltre, ampliato la gamma di opzioni di comunicazione offerte sulla serie GOT2000: i nuovi pannelli operatore integrano una
porta Ethernet, due interfacce seriali (RS232 e RS422/485), uno slot per
SD card, porte USB sul fronte e/o sul retro per consentire una maggiore
flessibilità e funzionalità aggiuntive come quella di backup e restore dei
parametri e programma PLC/motion controller direttamente dal pannello.
Inoltre, un’interfaccia Wlan opzionale consente all’operatore di accedere da
24
remoto tramite PC, tablet o smartphone sfruttando la comunicazione wifi.
Proprio come i loro predecessori, anche i pannelli operatore GOT2000 sono
dotati della funzione ‘transparent mode’, che consente di collegarsi a tutti i
dispositivi di Mitsubishi Electric connessi, come PLC, inverter o servo, senza
dover aprire il quadro elettrico.
I primi modelli introdotti sul mercato sono quelli della gamma GT27 con
display ad alta risoluzione da 8,4, 10,4 e 12,1 pollici con 65.536 colori,
mentre i modelli GT23 sono disponibili in due varianti da 8,4 e 10,4 pollici. La
programmazione di tutti i modelli GOT2000 può essere effettuata utilizzando
semplicemente la versione più recente di GT Works3, l’ambiente di sviluppo
integrato nella piattaforma iQ Works, che permette la condivisione delle
variabili tra i software PLC, HMI, motion e robot.
Come di consuetudine, Mitsubishi Electric ha mantenuto la totale retrocompatibilità con i modelli della gamma precedente: le dimensioni sono le
medesime della precedente serie GOT1000 e i progetti realizzati possono
essere trasferiti sui nuovi modelli GOT2000 senza alcun intervento esterno,
grazie alle potenzialità del software GT Works3.
Tutte queste caratteristiche garantiscono una notevole riduzione dei costi di
gestione e un rapido passaggio alla nuova serie.
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pompe per la movimentazione dell’acqua e di sistemi di ventilazione per l’aerazione aerobica. Uno studio di Confindustria
stima la possibilità di un risparmio, a livello nazionale, di 450
GWh/anno introducendo il controllo della velocità tramite inverter sulle sole stazioni di pompaggio. Mitsubishi Electric è fra
i maggiori fornitori a livello mondiale di tali componenti, caratterizzati da elevati Mtbf (alta affidabilità) e compatibilità totale
tra le diverse generazioni di prodotto in un’ottica di ulteriore
risparmio nell’investimento. Per far fronte all’esigenza comune
di monitoraggio remoto abbiamo introdotto una novità in termini di telecontrollo, costituita dall’unità RTU (Remote Terminal
Unit) ME-RTU, scalabile e modulare al massimo grado, in quanto
si può collegare a una qualunque delle nostre famiglie di controllori. L’unità è dotata di comunicazione Gprs/Edge ed è collegabile a modem o ponti radio esterni e implementa i protocolli
DNP3 e IEC 60870.
A.O.: Nei settori ‘core’ per Mitsubishi Electric, quale ruolo
gioca l’automazione di processo?
Matteo Cerutti: Nell’ambito del processo è da sottolineare la recente acquisizione di una società tedesca che ha portato specifiche ‘expertise’ all’interno della proposta di soluzioni di Mitsubishi
Electric. Oltre a un alto know-how di tipo ingegneristico e di sistema in ambito ambientale ed energetico, Mitsubishi Electric
ha allargato il portafoglio delle soluzioni con il DCS (Distributed
Control System) PmsXPro, basato su piattaforma iQ, presentato
allo stand di SPS Italia all’interno di una demo live. Esso favorisce
cinque aspetti fondamentali per le aziende, ossia:
- innovazione: informazione più efficace per l’operatore, strumenti molto più performanti per lo sviluppo ingegneristico;
- sostenibilità: ambiente più sicuro. riduzione del consumo energetico, miglioramento produttivo;
- produttività: miglioramento continuo degli asset in termini di
performance e utilizzo;
- sicurezza: notifiche più chiare per l’operatore, sistema di sicurezza integrato;
- visibilità: chiarezza operativa mediante dashboard integrati per
la gestione produttiva. In breve, Mitsubishi Electric grazie alla
propria esperienza tecnologica e di consulenza nei diversi settori
industriali sopra citati, si propone come partner integrale per il
mondo della manifattura e per quello del processo, mettendo al
centro dell’attenzione sostenibilità, innovazione e produttività
come driver per il rilancio del nostro tessuto industriale.
Mitsubishi Electric Factory Automation - it3a.mitsubishielectric.com
A supporto della produzione globalizzata con ME-RTU
L’
estrazione delle materie prime, a causa
della loro crescente scarsità, sta diventando
sempre più difficoltosa, perché deve essere
effettuata in luoghi remoti e su scala mondiale. Diventa quindi indispensabile utilizzare soluzioni innovative per automatizzare l’intero processo
di produzione attraverso il controllo a distanza. In questo
ambito, Mitsubishi Electric propone soluzioni intelligenti che
permettono di monitorare i parametri di campo digitali e
analogici delle stazioni remote, come quelle degli oleodotti e
gasdotti, delle centrali di commutazione, di tunnel o impianti
di depurazione, e di trasmettere i dati raccolti alla stazione
di monitoraggio centrale. Si tratta della soluzione avanzata
ME-RTU, che combina la robustezza e l’affidabilità della
tecnologia industriale PLC con le più avanzate tecnologie di
comunicazione necessarie per la sorveglianza a distanza e
il controllo di attività distribuite.
La nuova smart RTU (Remote Terminal Unit) è estremamente facile e veloce da installare e permette una semplice
connessione alla centrale di monitoraggio e controllo grazie al modem Gprs/
Edge integrato, alla porta Ethernet o tramite sistemi radio o modem esterni.
Grazie a un consumo energetico molto ridotto può essere alimentata, per
esempio, tramite un sistema fotovoltaico o una turbina eolica.
ME-RTU si occupa dell’intero processo di gestione del protocollo di comunicazione verso il sistema Scada, semplificando notevolmente il software di
gestione della stazione di controllo remota, realizzabile nel PLC con i normali
linguaggi di programmazione IEC 61131. Integra infatti i più comuni protocolli
di comunicazione standard verso i sistemi Scada: IEC 60870-5-101/104
slave, DNP3 slave, TCP/IP. L’intuitiva gestione tramite web server della
configurazione, della diagnostica e della comunicazione con il sistema Scada
e con il PLC permette una notevole riduzione dei tempi di messa in servizio
di un sistema altrimenti più complesso. Per rispondere alla primaria esigenza
di sicurezza della trasmissione dei dati, per esempio contro possibili attacchi
informatici, è stata utilizzata l’innovativa tecnologia SSL che garantisce elevati
standard di protezione. La semplicità di integrazione con tutte le piattaforme
PLC di Mitsubishi Electric e le avanzate soluzioni di supervisione Maps (Mitsubishi Adroit Process Suite) rende infine la nuova smart RTU completa ed
espandibile a seconda delle diverse esigenze applicative.
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di Paola Lazzarotto
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In breve
Ge Intelligent Platforms
rivenditore di Dream Report
Dream Report, strumento di reporting di Ocean
Data System (www.oceandatasystem.com) sviluppato per applicazioni industriali, è ora parte del portfolio di soluzioni di automazione di GE Intelligent
Platforms (www.ge-ip.com). A darne l’annuncio è
ServiTecno (www.servitecno.it), società specializzata nella fornitura di software e sistemi per applicazioni in ambito industriale e distributore italiano
dei prodotti software della famiglia Proficy per
l’automazione, il controllo e la business intelligence.
In base all’accordo recentemente siglato, GE Intelligent Platforms diverrà OEM di Ocean Data Systems
e offrirà ai propri clienti il software Dream Report.
Quest’ultimo, distribuito in Italia da ServiTecno, include già i driver per la maggior parte dei prodotti
GE Intelligent Platforms con interfaccia diretta per
Proficy HMI/Scada - iFIX, Proficy HMI/Scada - Cimplicity, Proficy Historian, una serie di driver standard
quali OPC DA, OPC AE e OPC HDA e, infine, OLE-DB
e ODBC per interfacciarsi a database relazionali. Nel
frattempo, ulteriori interfacce saranno sviluppate
per fornire agli utenti la migliore integrazione.
Un’infrastruttura tecnologica solida, guidata da sistemi
informativi dinamici e interattivi, è fondamentale per migliorare
l’assistenza sanitaria
Innovare
nella sanità
di Lù Del Frate
U
Le tecniche di elaborazione dell’immagine rivestono un ruolo fondamentale in produzione, sia per
il controllo della qualità, sia per l’ottimizzazione
dei processi. È per questo che la prossima edizione
2014 della fiera internazionale Vision (www.
messe-vision.de), in calendario dal 4 al 6 novembre
a Stoccarda, porrà al centro il tema ‘Vision 4 Automation’. Lo scopo è esaminare più da vicino il nesso
fra le tecnolologie di elaborazione dell’immagine
e l’automazione. Il programma ‘Vision 4 Automation’ si articola in più iniziative: l’itinerario ‘Vision
4 Automation Tour’ aiuterà il visitatore a orientarsi
meglio in fiera grazie a un logo che contrassegnerà
gli stand degli espositori, circa 20, che aderiranno al
progetto. Essi mostreranno gli sviluppi tecnologici
dei dispositivi di visione, telecamere in testa, capaci
di fornire prestazioni superiori grazie a nuovi sensori e interfacce. Allo stand collettivo ‘IPC 4 Vision’,
poi, 11 espositori presenteranno PC industriali e
piattaforme embedded. Lo speciale blocco tematico intitolato ‘L’elaborazione dell’immagine per
l’automatizzazione’, sotto l’egida degli Industrial
Vision Day organizzati dalla Sezione dedicata all’elaborazione dell’immagine dell’associazione Vdma,
affronterà specificatamente il tema dell’automazione presentando esempi applicativi concreti. Infine, si terranno corsi tecnici all’interno della Vision
Academy e saranno presenti una Integration Area
e, per la prima volta, un Inspect Application Forum,
con conferenze specifiche sull’automazione.
n’analisi di Frost
& Sullivan (www.
frost.com), intitolata ‘Technologies
Enabling Home
Medical Devices and Integrated Care Systems’, rileva che
i sistemi per lo scambio di
informazioni sanitarie (Health
Information Exchange, HIE)
sono un fattore tecnologico
chiave per i nuovi modelli
nell’ambito della sanità. Lo
scambio di informazioni sanitarie si riferisce alla digitalizzazione delle cartelle cliniche
per creare una banca dati
centralizzata che garantirà la
continuità delle cure, la conservazione dei dati sanitari e
analisi mediche basate sui dati
del paziente. Le modifiche
previste o in via di definizione
alle politiche normative e legislative
relative alla fornitura di assistenza sanitaria, come ad esempio l’incentivazione
della condivisione di informazioni elettroniche e l’obbligo di fare un uso significativo dei dati clinici dei pazienti,
incoraggeranno l’adozione di sistemi
informativi come HIE in molti paesi.
“È probabile che questi cambiamenti
avranno conseguenze di vasta portata
per la fornitura di assistenza sanitaria,
specialmente nella diagnosi predittiva
e nella gestione della salute della popolazione” afferma Bhargav Rajan, analista
di Frost & Sullivan. “Invece di funzionare
come semplici aiuti nel flusso di lavoro,
è probabile che i sistemi informativi
trasformeranno profondamente la natura della pianificazione e fornitura di
assistenza sanitaria, aprendo la strada
alle analisi predittive e alla gestione coordinata delle cure”. Una delle sfide per
l’adozione di questi sistemi tecnologici
è rappresentata dalla frammentazione
del mercato sanitario in diversi Paesi,
26
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
L’automazione sarà
protagonista a Vision 2014
fonte www.g2italia.net
AO LINEA DIRETTA
che causa problemi di interoperabilità.
I fornitori di servizi sanitari, inoltre, non
sono disposti a effettuare l’elevato investimento iniziale richiesto. I fornitori tecnologici devono progettare soluzioni
indipendenti dai sistemi che possano
essere usate con diverse piattaforme
tecnologiche per fugare le preoccupazioni dei clienti riguardo a interoperabilità e compatibilità.
Anche i fornitori di servizi sanitari devono valutare e comprendere il valore
che i sistemi informativi portano alla
propria attività, permettendo di offrire
servizi di qualità a un prezzo accessibile, in linea con le esigenze dei pazienti. “Un sistema sanitario integrato e
pienamente funzionale è il prodotto di
innovazioni nella tecnologia, gestione
e implementazione” osserva Rajan. “Tra
queste, un’infrastruttura tecnologica
solida, guidata da sistemi informativi dinamici e interattivi, sarà fondamentale
per la creazione di sistemi di assistenza
domestica e integrata”.
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AO LINEA DIRETTA
In breve
Dalla fusione fra FF e HCF
è nata FieldComm Group
Lo scorso 30 agosto si sono concluse le votazioni dei
membri di Hart Communication Foundation
(www.hartcomm.org) e Fieldbus Foundation
(www.fiedbus.org) in merito alla proposta di fusione
fra le due associazioni. La votazione ha avuto esito
positivo, coronando così un anno di studi di fattibilità
e valutazione delle problematiche finanziarie e legali
da parte di un team di
volontari delle due organizzazioni, con la nascita
di FieldComm Group.
Con la definizione di
questa nuova entità giuridica si conclude dunque il processo di fusione
fra Hart Communication
Foundation, fondata nel 1993 e detentrice della proprietà del protocollo di comunicazione Hart e dei suoi
standard, e Fieldbus Foundation, società senza fini di
lucro composta da alcuni dei più importanti utenti
finali dell’industria di processo e aziende dell’automazione. FieldComm Group sarà amministrata da
rappresentanti delle aziende che fanno parte attualmente dei consigli delle due fondazioni.
CityNext è un’iniziativa creata per aiutare i governi, le aziende
e i cittadini a ripensare le loro città. Copa-Data collabora con
Microsoft a questo progetto
CityNext, la città
del futuro
di Laura Galli
C
Dal 2 al 31 ottobre Asem (www.asem.it) ripropone
gli Ubiquity Days, il roadshow dedicato alle soluzioni
di teleassistenza e telecontrollo della società. Lanciata nel 2011 come tecnologia software per l’accesso
remoto a qualsiasi PLC o dispositivo di automazione
connesso alla sottorete, Ubiquity si è evoluta fino a
diventare una completa piattaforma di accesso, manutenzione e controllo remoto, distinguendosi per le
sue caratteristiche esclusive nel mercato dei costruttori di macchine. Ubiquity Days, il seminario itinerante di Asem, rappresenta un momento di incontro
aperto a costruttori e utilizzatori di macchine, system
integrator, gestori di impianti, responsabili tecnici,
software e della manutenzione, operatori dell’automazione in generale. A ottobre si parlerà della piattaforma, ancora più potente e semplice da usare grazie
all’introduzione di una serie di importanti funzioni tra
le quali il supporto per la nuova famiglia di Ubiquity
Router con modem integrato, la possibilità di configurare regole di routing statico tra le porte Ethernet
dei sistemi router, il desktop remoto multisessione,
l’estensione della compatibilità a ulteriori server. Il
roadshow toccherà 8 città italiane, il doppio rispetto
alla scorsa edizione. Le tappe si svolgeranno all’interno di location esclusive quali ville, resort, hotel e
cantine di grande prestigio. Si parte il 2 Ottobre da
Reggio Emilia, per poi passare a Jesi, Asti, Brescia,
Artegna (sede centrale di Asem), Verona (all’interno
della mostra convegno Save).
opa-Data (www.copadata.it)
sta lavorando con Microsoft
(www.microsoft.com) al progetto CityNext, un’iniziativa
creata per aiutare i governi, le
aziende e i cittadini a ripensare le loro
città. Per la prima volta nella storia, il
50% della popolazione mondiale vive
in aree urbane e nel 2050, circa il 70%
delle persone vivrà nelle città. Questa
migrazione costante crea opportunità
senza precedenti, ma allo stesso tempo
intensifica i problemi, come per esempio quello delle infrastrutture obsolete,
quello della sicurezza e della salute
pubblica, quello dell’inquinamento,
della criminalità e del traffico. Attraverso l’iniziativa CityNext, Microsoft e
Copa-Data aiuteranno i leader a fare il
‘nuovo con meno’ grazie alla combinazione di tecnologie potenti e idee
innovative che connetteranno governi,
imprese e cittadini con i servizi della
città, aumentando l’efficienza, riducendo i costi, favorendo un ambiente
più sostenibile dove le persone potranno prosperare nella loro comunità.
Come partner mondiale di CityNext,
Copa-Data userà la
sua esperienza nel
trattamento delle
acque, nelle smart
grid, nel pubblico
trasporto e nella
building automation per rendere
le città più intelligenti ed efficienti.
Con la zenon
Product Family,
Copa-Data aiuta le città nel risparmio
di energia e nel consumo di acqua: di
particolare importanza in quei Paesi
dove l’accesso a queste risorse è assai
limitato. Grazie alle capacità di comunicazione di zenon, lo si può impiegare
in sistemi già esistenti, in questo modo
è possibile tenere basso l’investimento
28
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
Tornano gli Ubiquity Days
iniziale. Le prime attività di Copa-Data
nell’ambito dell’iniziativa Microsoft
CityNext hanno già avuto luogo in
paesi come Olanda, Svizzera, Austria e
Germania. Inoltre Copa-Data ha fatto
parte del lancio ufficiale dell’iniziativa
CityNext ad Amburgo in Germania.
“La nostra partecipazione all’iniziativa
Microsoft CityNext dimostra il nostro
impegno nell’aiutare le città a innovarsi e a modernizzarsi per il futuro. Le
soluzioni Microsoft ci forniranno molte
opportunità per aiutare i cittadini nel
trasformare le loro attività in città grazie a una tecnologia e a dispositivi facili
e sicuri” afferma Johannes Petrowisch,
partner account manager in Copa-Data.
“Siamo entusiasti di avere Copa-Data
come partner di CityNext. Microsoft in
tutte le sue iniziative mette al centro
delle priorità le persone e i partner, e
con l’iniziativa CityNext non sarà diverso” dice Laura Ipsen, corporate vice
president Microsoft Worldwide Public
Sector.
“Anche se le città in questo momento
sentono il peso delle sfide economiche,
noi crediamo in una nuova era di inno-
vazione che creerà per le persone le
opportunità di usare la tecnologia per
compiere ciò che non avrebbero mai
creduto possibile. Siamo ispirati dal
nostro ecosistema di partner differenti
e sono convinta che lavorando insieme
possiamo portare le città al massimo
del loro potenziale”.
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In breve
ABB partner
di Salesforce.com
ABB (www.abb.com) ha siglato un accordo globale
con Salesforce.com (www.salesforce.com) per le
vendite e i servizi basati sulla tecnologia cloud. L’accordo permetterà un nuovo livello di collaborazione
tra le vendite globali di ABB e i team dedicati al service, nonché un’interazione con clienti e partner
attraverso una piattaforma ABB aperta e condivisa.
Le due società lavoreranno insieme per migliorare
e potenziare la piattaforma e adattare le soluzioni
Salesforce alle esigenze dei settori dell’energia e
dell’automazione.
Interroll e il primo ordine
indonesiano
Interroll (www.interroll.com), azienda che opera
nel campo dell’intralogistica, ha ottenuto il suo
primo ordine per un sistema di stoccaggio dinamico in Indonesia dalla filiale indonesiana di Lotte,
grande fornitore di prodotti dolciari giapponese.
L’ordine comprende un totale di 3.896 posti pallet comprensivo di un sistema push-back a rulli. “I
sistemi Fifo di Interroll sono in grado di soddisfare
tutte le nostre esigenze in fatto di prodotti di consumo e quindi a breve permanenza sullo scaffale,
di risparmio energetico, minore manutenzione e risparmio in termini di spazio” ha commentato Lucky
Jurista, PPIC manager di Lotte Indonesia.
Soluzioni Eaton
per il ferroviario
Eaton (www.eaton.it) ha presentato per la prima
volta il suo portafoglio di soluzioni tecnologiche per
le applicazioni ferroviarie alla fiera InnoTrans 2014
svoltasi a Berlino, in Germania, lo scorso settembre.
Eaton offre soluzioni tecnologiche appositamente
studiate per soddisfare tutte le esigenze elettriche
e idrauliche di infrastruttura, controllo e materiale
rotabile.
Il portafoglio comprende soluzioni di protezione,
conversione e alimentazione elettrica, automazione
e controllo, certificate per il settore ferroviario, così
come sistemi idraulici e sistemi di guida ad assetto
variabile tra cui marchi prestigiosi come Heinemann, Bussmann e Martek Power.
Per l’infrastruttura di elettrificazione ferroviaria,
Eaton propone soluzioni di protezione e sicurezza
elettrica chiavi in mano da impiegare nelle sottostazioni di trazione elettrica e nei gruppi elettrogeni.
Con una particolare attenzione alla sicurezza, alla
sostenibilità e alla disponibilità, Eaton ha progettato interruttori senza formazione di arco con una
tecnologia affidabile ed ecologica di interruzione in
vuoto che consente di evitare l’impiego di esafluoruro di zolfo (SF6), un gas a elevato effetto serra.
30
Secondo il presidente di Anie Confindustria lo scenario
dell’economia italiana dimostra che c’è ancora molto da fare per
risollevare le sorti del manifatturiero italiano
Elettrotecnica
ed elettronica:
andamento
discontinuo
di Diego della Vega
L’
industria italiana dell’elettrotecnica e dell’elettronica,
rappresentata da Confindustria Anie (www.anie.it),
ha mostrato a luglio 2014
indicazioni di discontinuità nell’andamento della produzione industriale.
Secondo i dati Istat, infatti, sono negativi i numeri dell’elettrotecnica, mentre
regge l’elettronica. Nel confronto con
lo stesso mese del 2013, a luglio 2014,
l’elettrotecnica ha registrato una variazione della produzione industriale del
-13,9%. Nel confronto congiunturale
(luglio 2014/giugno 2014) il calo è del
2,5%. Considerando il periodo gennaio 2014/luglio 2014, l’elettrotecnica
mostra una flessione dell’8,6% rispetto
all’anno precedente.
L’elettronica, invece, ha mostrato un incremento del 4,8% nel confronto luglio
2013/luglio 2014; un incremento dello
+0,3% rispetto a giugno 2014 e un incremento dello 0,4% considerando
l’intero periodo gennaio-luglio 2014
sul 2013. “Lo scenario dell’economia
italiana che ci dipingono questi dati dimostra una volta di più quanto ancora
ci sia da fare per risollevare le sorti del
nostro manifatturiero” afferma il presidente di Anie Confindustria, Claudio
Andrea Gemme. “Fin dai primi mesi di
questo 2014, la produzione industriale
nell’elettrotecnica e nell’elettronica
italiane ha registrato un andamento
contrastante, con segnali di recupero
che si alternano a nuovi rallentamenti.
Buoni segnali di tenuta arrivano dall’elettronica, trainata principalmente dal
comparto della componentistica, fornitrice dell’automotive e dell’industria del
bianco. Ma la situazione rimane comunque drammatica, soprattutto per l’elettrotecnica. Contrariamente a quanto
tutti ci aspettavamo, non solo l’Italia,
ma l’intera Eurozona fatica a imboccare
un percorso di crescita. Nel periodo più
recente segnali di rafforzamento della
ripresa restano confinati ad alcuni mercati extra europei, caratterizzati da un
profilo più dinamico degli investimenti:
le nostre imprese si salvano solo con
l’export. Ma il nostro Paese ci continua
a dare segnali preoccupanti: bisogna
lavorare per rimettere in moto la macchina Italia”.
Nomine in Vdma
Donato Montanari, direttore generale della business unit machine vision di
Datalogic Automation (www.datalogic.com) e Lou Hermans, chief operating
officer di Cmosis (www.cmosis.com), sono stati eletti nella Vdma Machine
Vision (www.vdma.org). Sono i primi rappresentati di aziende europee ad entrare nel board, grazie alla decisione dell’Assemblea di Vdma Robotics + Automation. “Diventare un membro del Vdma è un passaggio naturale per Cmosis
dato il rapporto di lavoro già in essere con molti membri del suo Vision Machine
Group. C’è un grande potenziale per intensificare la leadership tecnologica del
nostro gruppo se lavoriamo a stretto contatto, e Vdma Machine Vision fornisce
una piattaforma d’eccellenza” afferma Lou Hermans. Donato Montanari aggiunge: “Vorrei ringraziare la
Vdma e dei suoi membri per l’opportunità di essere nel consiglio. Come membro non tedesco, il mio primo
obiettivo sarà di aumentare il numero di aziende non tedesche in associazione. Sono convinto che le aziende
europee possano portare una prospettiva diversa e complementare al settore della visione artificiale”.
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
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AO PANORAMA
di Matteo Marino
Rafforzare la sicurezz a
La numerosità e la gravità delle
conseguenze degli attacchi degli ultimi
anni nei confronti delle aziende evidenzia
come esista una cyber battaglia
silenziosa che le organizzazioni devono
abituarsi a combattere quotidianamente
L
e tecniche, gli obiettivi e gli effetti dei ‘cyber attacchi’ verso le
realtà aziendali sono fortemente
cambiati negli ultimi anni rispetto al passato: l’osservazione
dei dati statistici dovrebbe sensibilizzare
tutto il comparto industriale che, forse,
non è ancora completamente consapevole della necessità di doversi difendere.
La situazione in essere conduce alla neces-
La parola agli esperti
P
er confrontarci con chi affronta il tema quotidianamente abbiamo
chiesto a due esperti del settore come Giancarlo Carlucci, product
manager Plant Solutions, PLC, Networks & I/O di Schneider Electric,
e Roberto Beccalli, product manager Servo & Motion di Mitsubishi
Electric di fornirci il loro punto di vista.
La prima questione che gli abbiamo posto riguarda le nuove esigenze
del mercato che avranno impatto sulle scelte complessive del settore.
“Vediamo crescere molto l’attenzione legata alle tematiche di sicurezza che
sorgono dall’adozione in ambito industriale della comunicazione di rete con
sviluppi che trasformano l’infrastruttura industriale, tradizionalmente chiusa, in
un ambiente maggiormente aperto, oltre che integrato con altre reti attive in
azienda popolate da molti dispositivi” ha sottolineato Carlucci. “Tale condizione
aumenta i rischi, si tratta quindi di integrare elementi di cyber security nelle
soluzioni offerte al mercato”. Per Beccalli “il mercato oggi richiede totale integrazione dei sistemi, semplicità di impiego, risparmio energetico e soprattutto
sicurezza sulle macchine. Gli investimenti delle aziende sono infatti molto concentrati su due principali punti: risparmio energetico e sicurezza. La sfida infatti
è quella di riuscire a costruire macchine sempre più performanti che ottimizzino
l’energia impiegata ma soprattutto che siano sicure proteggendo l’incolumità
delle persone che operano sulla macchina stessa.
Abbiamo anche chiesto come le nuove tendenze e i comportamenti
sociali stiano cambiando il panorama della sicurezza hardware e
software.
Carlucci ha posto in evidenza il forte impatto della diffusione, anche in ambito
industriale, di modalità operative nate nel mondo consumer. Ci si riferisce
32
per esempio alla crescente diffusione
di tablet e smartphone come strumenti
di lavoro: “Oggi anche noi di Schneider Electric offriamo ai nostri clienti la
possibilità di operare con questi device,
per esempio per interagire con le interfacce HMI da remoto, per monitorare i
processi, erogare o richiedere servizi di
assistenza. Questo ha delle implicazioni
di sicurezza, perché tali dispositivi devono essere protetti adeguatamente e gli
utenti devono essere educati per farne un
uso il più sicuro possibile”. Infatti molto
Giancarlo Carlucci,
spesso si leggono sui giornali notizie di
product manager Plant
gravi infortuni che subiscono gli operaSolutions, PLC, Networks
tori di vari settori. E anche “nel mondo
& I/O di Schneider Electric
manifatturiero, i rischi sono moltissimi”
sostiene Beccalli “e spesso le persone si
infortunano per malfunzionamenti della macchina oppure per negligenza delle
stesse persone che non rispettano le indicazioni di sicurezza. Per limitare al
massimo gli infortuni e con l’obiettivo di azzerarli, i governi intervengono con
leggi e norme sempre più severe le quali per essere applicate necessitano
che le aziende fornitrici di prodotti, anche di automazione, concentrino i propri
reparti R&D nello sviluppo di soluzioni più adatte, sicure e affidabili sia hardware
sia software”.
Ci siamo chiesti poi quali fossero nell’ultimo anno gli interventi più
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
z a dove conta
Gestire i rischi
Numerosi studi effettuati in tutto il mondo
dimostrano come i rischi legati alla presenza di minacce alla sicurezza industriale
stiano aumentando esponenzialmente e
l’industria dell’automazione e controllo sta
cercando di seguire tale evoluzione per difendersi al meglio. Per affrontare le minacce
in modo adeguato ed efficace gli esperti
consigliano di progettare i sistemi mante-
importanti dal punto di vista tecnologico che hanno contribuito a
innovare il comparto.
“Una delle scelte più importanti per
un’azienda è l’adozione del giusto
mezzo per le comunicazioni” conclude
Carlucci. “È sempre più importante
adottare standard in grado di supportare le necessità in termini di traffico
dati e integrazione di device anche di
differenti fornitori. Una delle tecnologie
che è praticamente diventata convenzione nell’industria è lo standard EtherRoberto Beccalli, product
net come mezzo di comunicazione tra
manager Servo & Motion
dispositivi anche eterogenei. Oggi quedi Mitsubishi Electric
sta tecnologia pervade le soluzioni per i
clienti e rende possibile la convergenza
tra IT e OT (Operational Technology). I benefici sono numerosi, per esempio
poter misurare i consumi energetici associati alla produzione aumentandone
l’efficienza produttiva o rendere fattivo il concetto di smart grid e smart city
per una utility”. Per Beccalli “le funzioni di sicurezza richieste sono aumentate
e sono in rapido incremento.
Safe Torque Off, Safety Limited Speed, Safety Operation Stop ecc. vengono
ormai integrate di serie in sistemi ridondanti che garantiscono la massima
sicurezza delle macchine e degli impianti. In crescendo anche la gestione della
sicurezza tramite reti dedicate oppure standard ma aggiornate per supportare
pienamente le funzioni di sicurezza stesse”.
nendo sempre una visione d’insieme, che
permetta di migliorare il controllo ‘end to
end’ durante tutte le trasmissioni dati dal
livello di fabbrica a quello business e, orizzontalmente, fra i vari strati organizzativi.
Di contro, gli hacker investono i loro sforzi
verso le tecnologie maggiormente diffuse,
per avere una più elevata probabilità di
apportare danni alle aziende in modalità
estensiva una volta intercettate le falle
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sità di un ripensamento generale riguardo
alle misure di sicurezza e al tipo di comunicazione industriale da porre in atto, così
come di tutte le procedure per assicurarne
la stabilità.
Oggi sia i produttori sia gli operatori di automazione industriale si trovano inevitabilmente di fronte a un oggettivo e quanto
mai reale pericolo, che non può più essere
solo osservato.
Le scelte per affrontare il futuro sono sempre diverse. Sentiamo quali
sono le scelte di tipo tecnologico, organizzativo e gestionale di Mitsubishi dalla voce di Beccalli.
“Ovviamente un leader mondiale come Mitsubishi Electric investe molto in
termini di sicurezza a prescindere da eventuali leggi o norme. L’azienda, infatti,
ha come principale obiettivo la sicurezza delle persone che impiegano i suoi
prodotti. Tutti i prodotti di automazione di Mitsubishi Electric integrano, infatti,
funzioni di sicurezza in grado di arrivare al livello massimo SIL4 Categoria 3 e
PLe, offrendo quindi soluzioni complete che soddisfano pienamente le richieste di alte performance, risparmio energetico e appunto sicurezza” sostiene
Beccalli.
Provando a dare voce agli imprenditori e manager del settore. Abbiamo chiesto cosa vorrebbe un rappresentante di Mitusbishi che il
Sistema Italia facesse per supportare le aziende.
“Le nostre imprese sono sempre più soggette ad attacchi esteri, soprattutto
da parte di quei paesi in grado di offrire soluzioni simili a un prezzo molto più
competitivo. Per riuscire a rimanere ‘attraenti’ sul mercato mondiale le nostre
aziende devono investire in tecnologia e qualità non potendo competere ad
armi pari con alcuni paesi stranieri dove i costi sono molto inferiori. Per contro,
per essere un passo avanti rispetto alla concorrenza, sono necessari numerosi
investimenti che dovrebbero essere pienamente supportati dal Sistema Italia,
finanziando almeno in parte i progetti e aiutando gli imprenditori nella commercializzazione all’estero. Purtroppo ciò avviene molto raramente, lasciando i
nostri imprenditori soli sul mercato e diminuendo quindi la nostra competitività
a scapito di paesi stranieri che, invece, supportano le loro imprese nonostante
non siano qualitativamente di alto livello” conclude Beccalli.
0TTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
33
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AO PANORAMA
attraverso cui applicare gli attacchi. È una
tendenza sempre più diffusa nel mondo
industriale quella di estendere la pervasività
delle reti informatiche a tutti i livelli aziendali,
da quello di produzione a quello strategico,
assicurando un accesso immediato per il personale alle informazioni e alle applicazioni
essenziali, oltre che il collegamento tra i sistemi e il controllo integrato dei processi. Le
reti industriali e i loro sistemi sono progettati
tipicamente per fornire gestibilità e controllo
con la massima affidabilità, tuttavia non
sempre sono pronti per un’efficace gestione
delle minacce provenienti da reti esterne o
interne. L’integrazione dei sistemi basati su
IP con quelli industriali tradizionali richiede
l’installazione di soluzioni di sicurezza di rete
ad hoc, per rispondere alle esigenze di ambienti che spesso sono caratterizzati da condizioni non compatibili con i tipici strumenti
di salvaguardia della sicurezza impiegati in
ambito IT. L’estensione dell’ICT all’area industriale apporta vantaggi irrinunciabili, ma
tale processo dovrebbe essere affrontato
con la dovuta attenzione. Sorvolando pure
sulle questioni di carattere infrastrutturale,
che devono tenere in considerazione la specifica architettura dei sistemi, la vera sfida per
le organizzazioni sta nella determinazione di
un livello di affidabilità degli apparati pari al
100% ottenendo al contempo la protezione
completa dalle minacce e mantenendo un
adeguato compromesso tra gestibilità, costi
ed efficacia. Il mantenimento dei livelli di
affidabilità target non è sempre un’impresa
semplice a causa di numerosi fattori, come
l’uso di protocolli di comunicazione aperti,
la permanente esposizione degli apparati
a causa della gestione realtime attraverso
WAN, l’obsolescenza dei dispositivi non più
compatibili con i più evoluti software di sicurezza, l’utilizzo di sistemi e apparecchiature
industriali non progettati per la gestione
della sicurezza di rete e il controllo da remoto. Alcune tendenze, inoltre, rendono
ancora più difficile il mantenimento del necessario livello di sicurezza, per esempio la
veloce evoluzione delle minace e dei target
34
da parte degli hacker, che negli ultimi anni
hanno dimostrato di poter aggredire anche
ambienti apparentemente impenetrabili,
così come l’inarrestabile esposizione a Internet, facilitata dalla diffusione di soluzioni
mobili che aumentano i potenziali veicoli di
accesso e il numero stesso degli accessi.
Trade off
La scelta della soluzione ottimale dal punto
di vista dei costi dovrebbe considerare alcuni
aspetti, in primo luogo il fatto che il personale
delle organizzazioni deve essere in grado di
effettuare il deployment dei sistemi attraverso dispositivi semplici da installare e apparati preconfigurati. La gestione dovrebbe
poi poter essere eseguita completamente
da remoto per più dispositivi contemporaneamente, semplificando le operazioni
per le organizzazioni distribuite su più siti.
Una gestione centralizzata costituisce un
fattore cruciale per ridurre i costi, offrendo
numerosi vantaggi, come la coerenza di
configurazione, la riduzione degli errori introdotti da attività eseguite manualmente e
la riduzione dei tempi di set up per far fronte
a nuove minacce. Il controllo remoto riduce
inoltre i periodi di vulnerabilità, favorendo
la conformità alle practice e alle normative
di sicurezza, la gestione degli eventi coordinati, l’analisi e il reporting consolidato. Infine,
è preferibile scegliere una soluzione di sicurezza ‘all in one’ che includa più funzioni di
sicurezza per tutti i dispositivi installati.
Requisiti funzionali di base
Quali sono dunque i requisiti funzionali di
base che un’implementazione dovrebbe
rispettare per assicurare gli standard di sicurezza? Innanzitutto, l’affidabilità deve essere
senza compromessi. Data la natura degli ambienti industriali è essenziale per i dispositivi
di sicurezza rispettare una progettazione
robusta e capace di adattarsi alle condizioni
di operatività tipiche dell’ambito manifatturiero, ossia in presenza di polveri, temperature estreme, umidità, vibrazioni. I dispositivi
devono essere durevoli, quindi avere indici
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
di Mtbf (Mean Time Between Failure) estremamente elevati, e le parti in movimento,
come ventole e hard disk, dovrebbero essere limitate. Da una prospettiva di rete, poi,
l’affidabilità è fondamentale. Pertanto i dispositivi di sicurezza dovrebbero presentare
caratteristiche di alta disponibilità e ridondanza, come failover attivo-attivo o attivopassivo a un secondo del dispositivo, routing
dinamico, dial-up di backup e interfacce
WAN ridondanti per stabilire percorsi alternativi. La pervasività delle minacce, la natura
business critical della produzione o le reti
mission critical distribuite dovrebbero determinare scelte che includano funzionalità di
sicurezza integrata. Pertanto, alcuni aspetti
riguardanti la sicurezza sono da considerare
essenziali, come: firewall multilayer, in grado
di effettuare un controllo degli accessi su
tutta la rete; filtraggio attraverso ‘white list’,
che assicurino la verifica e la prevenzione
delle intrusioni; interruzioni del servizio per
accessi non consentiti; gateway antivirus,
anti malware e anti spyware per impianti
con accesso diretto alla rete Internet; VPN
(Virtual Private Network) con standard di
criptografia e opzioni di identificazione. Un
altro capitolo relativo alle funzionalità di
base riguarda l’efficienza ed efficacia della
gestione dei sistemi. Una buona gestione integrata dovrebbe comprendere l’impiego di
interfacce intuitive e semplici da usare, monitoring realtime e troubleshoting, logging e
reporting globale, interfacce di gestione remota, omogeneità dei dispositivi e upgrade
automatici. La compatibilità costituisce, infine, un aspetto da non trascurare durante
tutto il ciclo di vita dei sistemi. avendo effetti
diretti da una prospettiva sia sistemica, sia
economica. Soluzioni di sicurezza industriali
dovrebbero infatti poter essere installate in
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esistenti.
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AO ATTUALITÀ
di Antonella Cattaneo
Il prossimo 11 dicembre all’IBM Center di Segrate si svolgerà
MA - Machine Automation 2014, mostra convegno realizzata da
Fiera Milano Media dedicata alle tecnologie per l’automazione di
macchine e impianti per il settore del packaging
È
a calendario per il prossimo 11 dicembre all’IBM Center di Segrate,
MA - Machine Automation 2014,
la mostra convegno realizzata da
Fiera Milano Media dedicata alle
tecnologie per l’automazione di macchine e
impianti. L’evento porrà l’accento sul mondo
del packaging con particolare riferimento ai
settori del food&beverage e del life science,
settori che hanno avuto una crescita e peso
interessanti nel 2013. Si ritiene che l’industria
globale del packaging, divisibile in quattro
segmenti principali, classificati per tipologia
di materiale di confezionamento e imballaggio, quali carta e cartone, plastica, vetro
e metallo, conti un mercato di circa 500 mi-
liardi di dollari. Solo segmenti carta e cartone
e plastica, i più significativi, rappresentano il
70% del mercato globale del packaging.
Vero è che le aziende del packaging lavorano per una grande varietà di mercati, ma
da sottolineare c’è che il più grande utilizzatore di materiali e tecnologia di questo
settore è la divisione food&beverage, che
Durante Machine Automation 2014 si svolgeranno i ‘Packaging Awards’ in cui verranno premiate le applicazioni migliori
nel campo del packaging per le categorie food&beverage e life science
36
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
Laboratori ad alto
contenuto tecnologico,
presentazioni di prodotto,
analisi di mercato,
proposte di casi
applicativi: l’occasione per
scambiare opinioni,
capire, studiare,
realizzare, innovare…
mici settori dell’economia
mondiale, un mercato in
continua evoluzione tecIl prossimo 11 dicembre all’IBM Center di Segrate si
nologica proprio perché svolgerà MA - Machine Automation 2014
per gli utenti sono sempre
più indispensabili macchine e apparecchia- costi, ma anche per rispondere a una crescente
ture medicali efficienti e sofisticate. In que- sensibilità delle aziende verso il tema dell’imsto campo l’intuizione nello sviluppare un patto ambientale delle attività produttive.
nuovo dispositivo o una nuova macchina
può essere rivoluzionario quindi l’affidabilità Quest’anno, in particolare…
dei componenti o di parte di essi è determi- In quest’ottica nasce l’esigenza di capire menante perché è intuibile che sono sempre glio cosa offre il mercato, quali le tecnologie
applicati in un ambito di alto rischio e molte all’avanguardia per questo settore. Machine
volte in ambienti ridotti. Quindi se da un Automation 2014 è la mostra-convegno che
lato vi è una costante richiesta di macchine quest’anno accompagnerà passo passo il visia elevata automazione, per aumentare la tatore nel mondo di macchine e impianti per
produttività, ottimizzare i costi di produ- il settore del packaging che, essendo vasto, si
zione, l’efficienza della linea con bassi tempi concentrerà su food, beverage e life science.
di fermo macchina in caso di sostituzione Si potrà conoscere il mercato, vedere, tocdi componenti, per cui l’utilizzo di soluzioni care e utilizzare i prodotti perché grazie ai
tecnologicamente innovative deve essere ‘laboratori’ si potrà imparare a implementarli
perseguito senza penalizzare la semplicità di realizzando vere applicazioni. Laboratori
eventuali interventi di manutenzione; dall’al- ad alto contenuto tecnologico, interessanti
tro lato il tema dell’efficienza energetica glo- presentazioni di prodotto, precise analisi di
bale degli impianti è sempre di maggiore mercato, proposte di casi applicativi e l’ocattualità e riveste un’importanza determi- casione per poter scambiare opinioni con
nante, non solo per un’efficace gestione dei e tra aziende produttrici, system integrator,
costruttori di macchine, impianti
e linee di produzione, utilizzatori
Packaging Awards 2014
finali, fornitori di servizi sono tutti
elementi che riempiranno la giorn occasione della mostra convegno Machine Automation 2014, che si terrà l’11 dicembre 2014
nata e saranno spunti per capire,
all’IBM Center di Segrate, le riviste di Fiera Milano Media consegneranno i ‘Packaging Awards 2014’,
studiare, realizzare, innovare una
premiando le migliori applicazioni in ambito imballaggio per le categorie food&beverage e life science.
volta ritornati alla quotidianità
I contributi verranno vagliati da una giuria di esperti del settore del packaging e dell’automazione, pubdel nostro lavoro.
blicati sui siti di Fiera Milano Media, e i migliori verranno premiati durante la manifestazione Machine
assorbe il 60% di tutte le applicazioni di confezionamento e imballaggio. Tali mercati
sono stabili, non ciclici, e hanno una crescita
costante per cui attraggono, indipendentemente dall’andamento generale dell’economia. Ma è anche vero che per mantenere
questi livelli è necessario innovare costantemente e le richieste in questo senso da parte
dei produttori di imballaggio si concentrano
sempre più sulla riduzione di costi e sulla
sostenibilità. Vengono richiesti imballaggi
più leggeri, che trasportano prodotto, informazione, decorazione. Per quanto riguarda
la produzione la richiesta è per imballatrici,
formatrici, etichettatrici, sleeveratrici ecc. più
performanti, e poi ancora richieste legate
alla riduzione degli scarti in tutta la filiera
produttiva, dalla produzione del supporto
di stampa, alla stampa e trasformazione, alla
confezione; attenzione poi alla riciclabilità/
riusabilità estesa delle materie prime utilizzate per gli imballaggi e degli imballaggi
stessi ma anche attenzione alla riduzione di
consumo di energia elettrica e acqua, e una
minore produzione di CO2.
Anche il settore del life science è un settore
vitale, anzi forse uno dei più vitali e dina-
I
Automation 2014. Coloro che fossero interessati a partecipare all’iniziativa dovranno inviare delle memorie
con abstract in cui si descrivono le applicazioni realizzate o i progetti applicativi entro e non oltre il 15 novembre 2014 all’indirizzo ao-fen@fieramilanomedia.it mettendo in oggetto la dicitura Packaging Awards 2014.
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
Fiera Milano Media www.fieramilanomedia.it
37
AO ATTUALITÀ
di Lù del Frate
Manufacturing
Strategies 2014…
Foto tratta da www.shutterstock.com
… un momento per fare chiarezza, per analizzare nuovi
scenari di sviluppo per il manufacturing, approfondire l’impatto
su processi produttivi e organizzativi, identificare le leve per
competere attraverso le Operation utilizzate dalle aziende,
condividere esperienze e strategie adottate
I
È
l 6 novembre Business International, divisione di Fiera Milano Media
presenterà a Milano, al Grand Hotel
Visconti Palace, il convegno ‘Manufacturing Strategies 2014’. Sempre di più
la sfida del settore manifatturiero si gioca
su fattori quali l’innovazione, la qualità, la
capacità di rintracciare e ottenere informazioni in ogni fase del processo produttivo, e
sempre di più per sviluppare il business in
DDMRP
38
possibile scaricare il white paper completo ‘Lean finds a friend in Demand Driven
MRP (DDMRP)’, di Chad Smith e Carol Ptak co-autori del libro Orlicky’s Material
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Festo Consulting e Festo Academy sono il riferimento esclusivo in Italia per il Demand Driven Institute.
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
nuovi mercati, abbattere i costi e incrementare la redditività, migliorare
la produttività, le aziende manifatturiere devono contare sulla capacità
delle operation: solo così possono
essere competitive, in grado cioè di
generare valore per i propri clienti a
costi sostenibili. Manufacturing Strategies 2014 è un momento per fare
chiarezza, per analizzare nuovi scenari di sviluppo per il manufacturing,
approfondire l’impatto su processi
produttivi e organizzativi, identificare le leve per competere attraverso
le Operation utilizzate dalle aziende,
condividere esperienze e strategie
adottate. Un elemento importante
a cui devono guardare le aziende è
il ‘pensare in modo snello’, il cosiddetto lean thinking, una strategia
operativa nata nel mondo automotive, ma universalmente applicata in
settori e ambiti diversi al fine di aumentare l’efficienza ed eliminare gli sprechi.
La possiamo considerare una strategia operativa perché unisce teorie organizzative e
un approccio pratico in cui tutta l’azienda
viene coinvolta in una visione di insieme
tramite la messa a flusso dei processi principali, dalla progettazione
fino alla gestione degli ordini. Ma il
futuro cosa riserva? Quale strategia
sarà utilizzata dalle aziende per poter
essere vincenti, per aggredire il mercato nel modo corretto? L’applicazione della lean, riconosciuta a livello
mondiale come fondamentale per la
risulta possibile grazie al posizionamento strategico dei
buffer che assorbono le variabilità e stabilizzano il processo, calcolati con modalità
analoghe a quelle della lean,
e anche grazie alla creazione di
un flusso di materiale creato
gestendo quantità distanti
di materiale lungo il lead time
di fornitura. Insomma il Demand
Driven Material Requirements
Planning (DDMRP) è un’innovativa metodologia ‘pull’, a più
livelli, per pianificare materiali e immobilizzi
e che permette alle aziende di produrre in
modo più aderente alle effettive richieste
del mercato e promuove decisioni migliori
e più veloci sia nella pianificazione sia
nell’esecuzione. Foto tratta da http://pixabay.com/
sopravvivenza delle aziende
nel mercato del 21° secolo,
pone importanti questioni
relative all’MRP o material requirements planning usato
quotidianamente negli uffici
di pianificazione della produzione. Chi applica i principi lean
di solito si chiede se l’MRP sia di
ostacolo o possa invece aiutare
e sostenere questo importante
processo di cambiamento aziendale. Al contrario chi non ha
ancora utilizzato tale strategia
o ci sta provando si chiede spesso
se l’MRP possa cambiare per essere semplicemente più efficace, snello e comprensibile. Sono domande a cui il Demand Driven
MRP, proposto dal Demand Driven Institute,
e divulgato in Italia da Festo Consulting e
Festo Academy, risponde brillantemente in
due mosse superando i limiti dell’MRP tradizionale. Dal momento che la strada per il
miglioramento delle prestazioni non passa
solo attraverso la riduzione degli sprechi,
delle attività a non valore, ma anche rinnovando i sistemi di pianificazione di alto
livello, la prima mossa considerata dal Demand Driven MRP sta nel creare un flusso
all’interno del processo di pianificazione del
materiale, eliminandone di conseguenza la
maggior parte degli sprechi: sovra-produzione, accumulo, attese, trasporto. Mentre
la seconda mossa è quella di utilizzare una
gestione visuale trasformando in zone di
colore (rosso, giallo, verde) i diversi livelli di
disponibilità degli stock dando al planner
la percezione immediata di quello che sta
effettivamente accadendo. Tutto questo
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0TTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
39
AO ATTUALITÀ
di Mark Cotteleer, Jim Joyce (*)
AM: tutte le opportu n
In questi ultimi anni
le tecnologie
raccolte sotto il più
ampio ‘cappello’ di
AM-Additive
Manufacturing
stanno ‘uscendo
dall’ombra’: uno
studio fa il punto
sul loro impatto
futuro
D
a trent’anni a questa parte
continuiamo a sentir parlare
di AM, Additive Manufacturing, più conosciuto come
‘stampa in 3D’, ma solo negli
ultimi anni questo tema ha guadagnato popolarità fra gli ‘addetti ai lavori’. In realtà, la
denominazione raggruppa sotto un unico
‘cappello’ diverse tecnologie, tramite le
quali è possibile creare prodotti finiti reali
con una particolare tecnica che consta
nell’aggiunta di materiale ‘strato su strato’,
anziché usando macchinari o altri processi
manifatturieri più ‘tradizionali’.
I pareri sulla validità e la futura fortuna
dell’AM sono vari e contrastanti. I più entusiasti reputano che l’AM rivoluzionerà a
lungo andare l’intero settore produttivo e
i mercati cui è rivolto, costituendo un indubbio fattore d’innovazione, destinato
letteralmente a trasformare l’industria
manifatturiera nel prossimo decennio. Gli
scettici invece ricordano il modesto impatto che finora queste tecnologie hanno
avuto a eccezione di pochi ambiti di nicchia
e quanto pochi siano ancora i materiali utilizzati e gli effettivi impieghi di tali tecniche,
senza contare i dubbi relativi alle applicazioni possibili e le problematiche, ancora da
risolvere, legate alla proprietà intellettuale
dei prodotti così realizzati. La verità sta,
40
come sempre, nel mezzo. L’AM costituisce
indubbiamente una tecnica innovativa, in
grado di ‘scardinare’ alcune delle regole
sulle quali si basa attualmente la produzione industriale: per prima cosa, minimizza
i capitali necessari per realizzare delle economie di scala; in secondo luogo, la sua
flessibilità riduce gli investimenti richiesti
per le cosiddette ‘economie di scopo’. Crea
dunque nuove opportunità per le aziende
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
che intendono puntare su aumento delle
prestazioni, crescita e innovazione, ma per
capire come questo sia possibile sarà meglio vedere prima come sono strutturate le
economie di scala e di scopo.
Economie di scala
ed economie di scopo
I cambiamenti portati dalla Rivoluzione Industriale nell’800 hanno modificato profon-
u nità del 3D
AM. Un esempio di questo ci viene offerto
da GE Aircraft, che utilizza l’AM per produrre
gli augelli degli iniettori di carburante della
prossima generazione dei suoi motori Leap
di capitale’. Assistiamo in pratica a una sorta
di ‘democratizzazione’ dei processi manifatturieri, per cui alcune produzioni diventano
accessibili a un livello di investimento signi-
Fonte: Deloitte University Press - DUpress.com
damente i cardini del sistema produttivo
allora in essere. Se prima le fabbriche erano
artigianali, legate alla realtà locale, costrette
a produzioni limitate e mirate, l’uso delle
nuove tecnologie ha comportato la necessità di investimenti sempre più onerosi,
giustificabili soltanto a fronte di una richiesta crescente di prodotti da smerciare: solo
grandi volumi permettevano di ammortizzare il costo per unità prodotta. Nascevano
così le produzioni di massa e con esse le
economie di scala.
La relazione che sussiste fra capitale e scala
è sintetizzata nel concetto di ‘minimum
efficient scale’, ossia il valore per il quale il
costo medio di ciascuna unità prodotta è
minimo. Se tale valore è elevato, per esempio perché i costi per iniziare la produzione
sono alti, il numero degli impianti produttivi sarà ridotto. L’AM riduce invece tale
valore, come dimostrano numerosi studi.
Il minimum efficient scale richiesto dall’AM
si può raggiungere con volumi contenuti, a
volte con un solo prodotto (si veda Figura
1). Significa che i margini di guadagno non
sono legati al volume. Ne consegue che
l’AM, utilizzando svariati tipi di materiale,
può costituire una valida alternativa ai metodi produttivi classici per quanto concerne
la produzione di volumi piccoli o medi.
Per quanto concerne invece le economie di
scopo, si sa che l’AM è estremamente versatile, in grado di produrre beni differenti
con tempi e costi di changeover ridotti. In
genere, le economie di scopo si basano
sull’intrinseca flessibilità di una singola
unità di capitale, in grado di supportare la
produzione di prodotti molteplici, differenti
fra loro, utilizzando gli stessi strumenti, materiali e processi. In tal modo, crolla il costo
man mano che aumenta il numero di prodotti differenti che si possono realizzare con
lo stesso capitale investito. Tuttavia, con i
tradizionali processi manifatturieri vi sono
sempre dei limiti a livello di progettazione;
oltretutto, man mano che i componenti
richiesti divengono più complessi e specifici, diventa impossibile produrre lo stesso
elemento per intero con un solo processo:
geometrie complesse, per esempio per la
realizzazione dei particolari interni, si gestiscono più facilmente adottando le tecniche
Figura 1 - Comparazione del ‘breakeven’ per processi manifatturieri
tradizionali e basati sull’AM
per aerei. In questo caso, GE è stata capace
di produrre, come singola unità, un componente che prima richiedeva la saldatura di
20 piccoli pezzi. L’approccio basato sull’AM
per questa nuova parte ha consentito di
ridurre i processi di lavorazione e al contempo di ottenere un pezzo più leggero,
con tutti i vantaggi che ciò comporta.
Quattro possibili chiavi
di lettura
In molti casi non occorre nemmeno cambiare gli strumenti in uso per fare in modo
che uno stesso dispositivo AM produca un
oggetto oppure un altro, totalmente differente: il tempo di cambio formato è ridotto
al minimo a fronte di possibilità quasi infinite. La tecnologia AM inoltre consente la
produzione di parti totalmente nuove, che
non si potrebbero altrimenti realizzare con
le metodologie tradizionali. Con un investimento di capitale minimo, applicato al
giusto contesto, dunque, si potrebbero
sostituire un’ampia varietà di applicazioni
oggi definite come ‘a elevato investimento
0TTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
ficativamente più basso: in poche parole, si
possono produrre beni con costi ridotti in
termini di capitale. In tal modo, è possibile
implementare delle produzioni in zone
geografiche più convenienti, ciascuna con
una scala inferiore, ottimizzando i costi logistici e cogliendo l’opportunità di servire
mercati nuovi o più distanti.
Altri aspetti da considerare sono la velocità
con cui gli utenti possono essere serviti, o
possono produrre da sé, e l’accuratezza con
cui il prodotto realizzato soddisfa effettivamente la domanda. Tutto questo ha poi un
impatto diretto a livello di gestione aziendale. I manager dovrebbero quindi valutare
a fondo l’applicabilità delle soluzioni AM in
seno alle proprie attività, valutandone l’impatto sulla supply chain e sui prodotti finali.
In altre parole, le aziende dovrebbero pensare a come poter impiegare le soluzioni
AM per ‘muovere’ i propri prodotti lungo la
catena di produzione, per creare nuovi beni
o reingegnerizzare i processi con i quali realizzano quelle già esistenti.
Si tratta in pratica di considerare quattro
41
AO ATTUALITÀ
Fonte: Deloitte University Press - DUpress.com
possibili percorsi tramite i quali implementare le strategie AM in azienda. Il primo
percorso vale per realtà che non intendono
introdurre cambiamenti radicali nella supply chain o nei prodotti, ma che ritengono
interessante l’impiego delle soluzioni AM
per migliorare il valore aggiunto dei beni
che già realizzano. Un secondo percorso
permette di trarre vantaggio dalle economie di scala offerte dall’AM trasformando
la catena produttiva di beni già in produzione. Un terzo livello di adozione dell’AM
consente alle aziende di migliorare i livelli
di prestazione e innovazione. Infine, il
quarto percorso porta all’implementazione
di nuovi modelli di business.
Figura 2 - Imperativi
strategici, driver di valore
e percorsi tattici dell’AM
Prestazioni, innovazione,
crescita: gli imperativi
dell’AM
Sarebbe folle intraprendere un percorso di
trasformazione dei processi produttivi o dei
prodotti finiti di un’azienda senza che vi sia
una valida ragione che spinge al cambiamento, costituita da vantaggi tangibili che
si spera di conseguire. Altrettanto fondamentale è poi capire se, adottando un certo
percorso, si arriverà alla fine a conseguire gli
obiettivi che ci si è prefissi. Obiettivi che solitamente consistono in: performance, ossia
ottenere un oggetto conforme a determinati standard; innovazione per ottenere migliori risultati; crescita dei profitti. Il valore
del business è solitamente frutto di tre fattori: profitto (cambiamento dei ricavi dato
dalla riduzione dei costi o da un aumento
dei profitti), rischio (probabilità che il ricavo
sia effettivo) e tempo (velocità di realizzazione dei ricavi). La considerazione di quale
percorso l’azienda debba intraprendere integrando l’AM nei propri processi produttivi
e modelli di business, insieme con i valori
strategici da perseguire (performance, innovazione, crescita), permette di valutare
che tipo di traguardo ci si può attendere di
raggiungere impiegando una certa combinazione di scelte e priorità (si veda Figura 2).
Abbiamo fatto un’analisi delle strategie,
delle tattiche e del valore aggiunto dati
dall’approccio AM considerando diversi
studi, per identificare cosa le aziende devono aspettarsi dall’adozione delle tecnologie AM. L’analisi punta anche a individuare
gli obiettivi tattici (percorsi) da seguire e i
fini strategici: migliorare i profitti, ridurre i
rischi, ridurre i tempi… il risultato dell’analisi è presentato in Figura 3.
42
Nello specifico, l’AM consente ad aziende
che non hanno intenzione di alterare i propri prodotti o la supply chain, di migliorare
comunque significativamente alcune aree
di business. Questo approccio, che potremmo definire ‘di stasi’, ha portato vantaggi alle aziende negli ultimi trent’anni ed
è stato utilizzato per lo più nel campo della
modellazione, prototipazione, utensileria
e produzione veloce. Uno dei principali
benefici conseguiti consiste nell’accelerazione e razionalizzazione della progettazione; ne derivano una riduzione dei tempi
di immissione sul mercato dei prodotti, il
miglioramento della qualità e una contrazione dei costi. La tecnica stereolitografica
(una delle tecnologie AM più ‘antiche’ e
comunemente utilizzate), per esempio,
che consente di stampare progetti anche
complessi, viene impiegata già nel settore
aerospaziale per produrre parti di motore,
ali e altri componenti per i test di volo. L’utilizzo di questo tipo di tecnologia permette
anche di ridurre i costi degli utensili e di altri
mezzi impiegati in produzione. In generale,
questo approccio porta a un miglioramento
delle performance grazie a un incremento
dei profitti correlato alla riduzione dei costi
e all’accelerazione della velocità di ridistribuzione dei ricavi, in ultima analisi accelerando il ciclo di business. Lo sviluppo di
soluzioni AM per raggiungere questi obiettivi non comporta una reingegnerizzazione
spinta della supply chain o dei processi di
produzione, si tratta dunque di un punto di
partenza a basso rischio per le aziende che
desiderano integrare queste tecniche.
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
Un secondo approccio, simile a questo,
comporta però un’evoluzione e una trasformazione della supply chain a fronte di significative opportunità di miglioramento delle
performance. Fra le principali promesse
dell’AM nel ridefinire la supply chain figura
la possibilità di un forte impatto sui servizi
e le attività di distribuzione e magazzino ‘a
coda lunga’. Queste applicazioni permettono l’ottimizzazione di tutti e tre i fattori
che creano valore aggiunto: profitto, rischio
e tempo. Per esempio, i militari stanno sperimentando l’impiego dell’AM nel campo
della predisposizione di ospedali chirurgici
‘volanti’. Un progetto dimostrativo ha preso
in considerazione la possibilità di distribuire
la produzione ‘su richiesta’ di strumentazione medica e chirurgica in siti remoti. Il
caso ha messo in evidenza opportunità interessanti associate alla disponibilità (tempi
di distribuzione), al superamento dei limiti
logistici legati alla quantità e varietà dei
prodotti (costi), alla soddisfazione della
domanda (rischio) e alla capacità di fornire
strumenti sterili in situ (investimenti di capitale).
Quale sia l’evoluzione della supply chain è
inoltre evidente a livello business-to-consumer se si osservano alcuni retailer che distribuiscono grandi volumi e altri fornitori di
servizi, che hanno trasformato le economie
di scala e scopo a favore della stampa on
demand in loco. Per esempio, UPS è partita
fornendo soluzioni AM ad alcuni suoi rivenditori locali in franchising nel tentativo di
soddisfare la richiesta di prototipazioni da
parte di piccoli clienti. È proprio il diverso
Fonte: Deloitte University Press - DUpress.com
Figura 3 - I quattro possibili approcci alle soluzioni AM
concetto di minimum efficient scale reso
possibile dall’AM a consentire questo modello di business. A lungo termine, questo
cambiamento nella supply chain può diventare un fattore chiave di successo, non
appena marchi grandi e piccoli tenteranno
di capitalizzare le proprie capacità di fornire prodotti velocemente, a basso prezzo
e in modo più efficace dei concorrenti.
Terzo e quarto percorso
Maggiori opportunità d’innovazione vengono da un terzo tipo di approccio all’AM,
dove le potenzialità di queste tecnologie
consentono, in alcuni casi, la creazione di
beni fisici che non potrebbero essere realizzati in modo differente. Ne è un esempio
il caso di GE per la nuova generazione di
motori per aerei Leap citato in precedenza.
Oltretutto, le tecniche AM si stanno via via
sviluppando consentendo l’impiego di
materiali multipli e l’implementazione di
sensori, elettronica e altre apparecchiature all’interno di componenti e prodotti.
In campo militare si sta sperimentando
l’inserimento di misuratori di tensione e
altri tipi di sensori in strutture aerodinamiche per monitorarne prestazioni e usura.
La progettazione embedded si potrebbe
inoltre estendere all’uso di canali di raffreddamento per materiali termici conduttivi,
da impiegare poi per dissipare in modo
più efficiente il calore durante i processi
produttivi. Le economie di scopo consentite dalle tecnologie AM rendono disponili nuovi prodotti ‘su misura’ alternativi,
che possono essere utili per espandere il
mercato tradizionale o creare nuovi spazi
di business che altrimenti non sarebbe
economico servire. Per esempio, alcuni ricercatori hanno dimostrato come sia possibile migliorare le prestazioni delle scarpe
tramite l’uso dell’AM. Alcuni produttori
di scarpe stanno impiegando queste tecniche, fra l’altro, per sviluppare tacchetti
piatti per la progettazione di soluzioni biomeccaniche personalizzate per i corridori,
che non si possono sviluppare con le produzioni manifatturiere tradizionali.
L’approccio legato all’evoluzione del prodotto presenta inoltre alcune opportunità
di ottimizzazione delle prestazioni, grazie
alla possibilità di migliorare i beni in base
alle necessità, di personalizzare gli utensili e di monitorare il processo produttivo.
Per esempio, l’AM si è affermata in svariati
ambiti medici in quanto permette di confezionare impianti ‘su misura’, per esempio
corone dentali o apparecchi per l’udito, in
base alle singole esigenze dei pazienti.
Infine, un ultimo approccio alll’AM è fatto
per le aziende che intendono trasformare,
sequenziamente o simultaneamente, sia
i prodotti che la supply chain. Si possono
così ottenere vantaggi non solo sul fronte
dei processi, definendo nuovi livelli di com-
AO ATTUALITÀ
petitività, ma anche creando nuovi modelli
di business. Si tratta per lo più del tentativo
di creare nuovi metodi per distribuire valore, al fine di cogliere nuove opportunità
di crescita sia creando nuovi mercati, sia
trovando nuove leve per competere contro i concorrenti. Symmons Industries, per
esempio, fornitore di impianti per i bagni,
ha trasformato la propria supply chain
creando dei canali per interagire direttamente con i clienti durante il processo di
progettazione di elementi quali maniglie
e pomelli. I risultati di questa cooperazione
vengono poi impiegati per fornire al mercato nuovi prodotti ‘custom made’.
Simili tentativi di trasformare simultaneamente supply chain e prodotti si stanno
verificando in campo medicale, dove le
tecnologie AM stanno rapidamente modificando i metodi di pianificazione e applicazione medica.
I progressi compiuti dall’imaging si combinano qui con le potenzialità delle tecniche AM a basso costo e multimateriale per
realizzare applicazioni cliniche riducendo i
costi, velocizzando la fornitura dei servizi e
migliorando la qualità.
È utile sottolineare come si arrivi a quest’ultimo approccio all’AM passando in genere per la via che porta all’innovazione
di prodotto del terzo tipo di approccio. La
fornitura di prodotti innovativi può infatti
richiedere l’elaborazione di nuovi percorsi
per la supply chain e la distribuzione o la
rivisitazione dei modelli in uso. Inoltre,
l’opportunità data dalla creazione di nuovi
prodotti deve combinarsi con l’innovazione
nella catena di fornitura per consentire di
sbaragliare la concorrenza e conquistare
i mercati: corone dentali altamente personalizzate, per esempio, potrebbero essere create direttamente nello studio del
dentista. E questo è particolarmente vero
quando AM e tecnologie digitali vengono
sviluppate per incrementare il livello di
cooperazione tra produttori ed end user:
la disintermediazione, ossia l’eliminazione
di alcune figure intermedie, è una conseguenza della nuova catena di fornitura che
si viene a creare.
Da dove partire?
L’AM costituisce una tecnologia innovativa
destinata a scardinare due dei capisaldi sui
quali si è definita la struttura produttiva
delle aziende fin dalla Rivoluzione Industriale. Queste tecnologie hanno la capacità
44
di ridurre la minimum efficient scale delle
industrie che ne sono impattate, espandendo al contempo le economie di scopo
disponibili (data la loro flessibilità). È possibile adottare quattro differenti approcci:
quale scegliere dipende in larga parte dalle
priorità aziendali e dai driver individuati dai
manager, in base anche ai settori di appartenenza.
Se un’azienda sta tentando di aumentare la
propria capacità di competere, ma intende
accollarsi un rischio moderato e trasformazioni minime, l’AM può giocare un ruolo comunque
importante, impattando
sulla velocità e profittabilità del modello
di business in essere.
Questo è l’approccio definito come
‘di stasi’. Le aziende
possono seguire questo percorso mentre
fanno esperienza nell’integrazione dell’AM nei propri
processi produttivi e nella supply
chain. Il rischio è minimo in quanto non si
modificano aspetti critici della catena di fornitura o dei prodotti. Al contempo, è possibile velocizzare lo sviluppo dei prodotti,
ridurre gli sprechi e migliorare in parte le
performance grazie a una migliore progettazione. Se invece le aziende sono preoccupate per la competitività della loro supply
chain, è il secondo approccio a offrire delle
opportunità. Esso consente di migliorare le
performance più che di innovare. Le tecnologie AM permettono di distribuire valore
in riferimento a tempi e costi. La riduzione
del valore di minimum efficient scale consente di distribuire la produzione più diffusamente che in passato richiedendo meno
passaggi e intermediari nella supply chain.
La maggiore flessibilità e la distribuzione
della produzione consentono di contrarre
al minimo i tempi di risposta della supply
chain e danno la possibilità di far combaciare domanda e offerta al meglio per prodotti sia standard sia personalizzati. Infine,
la possibilità di entrare in mercati geograficamente nuovi, con minori investimenti di
capitale, potrebbe portare prospettive di
crescita interessanti con livelli di rischio mediamente bassi. Il terzo approccio riguarda
aziende dove si parla di innovazione di
prodotto e delle funzionalità e benefici
offerti dai prodotti. Qui entrano in gioco
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
le economie di scopo permesse dall’AM.
La maggiore flessibilità produttiva, i costi
ridotti della complessità delle parti e l’opportunità di distribuire prodotti dalle elevate funzionalità offrono la prospettiva di
una reale innovazione di prodotto: l’offerta
di nuovi prodotti può portare a nuovi cicli
di crescita, in quanto prodotti migliori diventano interessanti per nuovi segmenti di
clienti e nuovi mercati geografici. Il quarto
approccio costituisce una combinazione
degli sforzi e del valore aggiunto derivante dai precedenti secondo e
terzo approccio. Se però il
valore ricavato da questi
ultimi due percorsi si
caratterizza dall’aumento degli standard
di competitività per
la supply chain o il
prodotto, la combinazione delle due possibili vie di miglioramento
ha il potere di ridefinire i
modelli operativi stessi e produrre nuovi modelli di business, che
scardinano le regole della competizione,
anziché semplicemente innalzarne i livelli.
I manager per ora attendono di vedere
quale sarà l’evoluzione delle tecnologie
AM, ma le dinamiche industriali qui identificate non cambieranno. Le loro linee di sviluppo sono ormai definite. Non appena le
tecniche AM progrediranno e i loro costi si
ridurranno, aumenterà il loro impatto sulla
minumum efficient scale e la supply chain,
alterandola grazie alla possibilità di dar vita
a siti produttivi piccoli e distribuiti. All’aumentare della flessibilità resa possibile dalla
tecnologia, grazie all’aggiunta di materiali e
processi, aumenteranno anche le economie
di scopo dell’AM, creando opportunità per
nuovi prodotti e maggiore innovazione. In
particolare, le aziende che offrono beni con
geometrie interne complesse, la cui evoluzione è frenata dai limiti tecnologici dei
macchinari, devono tenere bene sott’occhio i progressi delle soluzioni AM: le opportunità che queste tecniche possono
arrivare a offrire si concretizzeranno in un
futuro poi non così prossimo.
(*) Mark Cotteleer è research director di Deloitte
Services LP, Jim Joyce è specialist leader di Deloitte
Consulting LLP – traduzione a cura della redazione
Deloitte - www.deloitte.com
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A4.indd 1
4/29/2014 12:14:36 PM
AO ATTUALITÀ
di Antonella Pellegrini
James Truchard,
CEO e co-founder
di National Instruments,
all’apertura della
keynote inaugurale
NI Week 2014:
le novità
Il Centro Convegni di Austin, Texas, ha recentemente ospitato
la ventesima edizione dell’annuale mostra convegno di National
Instruments. Di seguito una sintesi delle novità presentate
S
i è svolta come di consueto
ad Austin, capitale dello Stato
Texas, la ventesima edizione
di NI Week 2014, un evento
internazionale che National Instruments (NI) organizza ogni anno, per
diffondere le tecnologie che sviluppa.
Quattro giornate ricche di approfondimenti tecnologici in cui la grande comunità degli utilizzatori di LabView e dei
prodotti National Instrument si ritrova per
ridefinire quelle che saranno le tendenze
tecnologiche del futuro. Oltre 3.500 partecipanti tra ricercatori, ingegneri e for-
46
matori che hanno avuto a disposizione
una piattaforma ideale per apprendere le
nuove tecnologie o migliorare le proprie
conoscenze, e allo stesso tempo condividere esperienze sulla programmazione
grafica, interagire con gli ingegneri di National Instruments, da parte loro sempre
curiosi e interessati ad avere un feedback
con clienti e utilizzatori. E questo scegliendo tra le oltre 200 presentazioni tecniche, sessioni di training e assistendo alla
presentazione dei nuovi prodotti e soluzioni. Come tradizione, la keynote inaugurale è stata tenuta da James Truchard,
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
CEO e co-fouder di National Instruments,
che è stato introdotto da Ray Almgreen –
NI vice president of marketing.
Nuovo controller
Nel corso dell’evento, NI ha presentato il
nuovo controller CompactRIO, progettato
via software, che integra le ultime tecnologie embedded di Intel e Xilinix per fornire prestazioni e flessibilità senza pari,
ed è totalmente supportato da LabView
2014 e da NI Linux Real-Time. È ideale per
il controllo avanzato e per applicazioni
in ambienti industriali difficili. Fornisce
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CONNESSIONI IDEALI
l’elaborazione a prestazioni elevate, timing e triggering personalizzati, e il trasferimento dati dagli I/O C serie modulari.
“L’architettura LabView RIO rompe le
barriere della progettazione tradizionale
del sistema embedded e offre la migliore
piattaforma per risolvere ogni richiesta
esigente di controllo e di monitoraggio”
afferma Jamie Smith, direttore dei sistemi
cisioni supportate da dati reali. LabView
2014 crea uno standard per permettere
agli utenti di interagire con l’hardware
attraverso il riutilizzo dello stesso codice
e dei medesimi processi ingegneristici
all’interno dei sistemi che permettono le
applicazioni del futuro. Tutto questo fa risparmiare tempo e denaro dal momento
che la tecnologia avanza, i requisiti evol-
Manutenzione sicura
Con Modlink MSDD puoi collegare al tuo
armadio elettrico laptop, apparecchiature
di rete o di programmazione senza aprire
lo sportello!
Scegli tra oltre 4.000 combinazioni. Tutti
i telai, gli inserti connettore dati e le prese
internazionali possono essere combinati a
piacimento. Personalizza la tua interfaccia
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Il nuovo controller CompactRIO
embedded presso NI. “Il nostro approccio
basato sulla piattaforma fornisce ai piccoli team di progettazione la sicurezza
di costruire sistemi embedded innovativi senza sprechi di tempo e costi di sviluppo”. LabView 2014 con il supporto NI
Linux Real-Time permette agli ingegneri
e tecnici di utilizzare un solo ambiente
di sviluppo per continuare a sviluppare
il loro sistema traendo vantaggio immediato dalle prestazioni dell’hardware
CompactRIO. “La collaborazione fra Intel e
NI permette ai clienti di beneficiare delle
ultime tecnologie di elaborazione soddisfacendo i loro requisiti” dice Shahram
Mehraban, capo globale dei segmenti
energia e industria presso Intel Internet of
Things Group. “Avendo lavorato a stretto
contatto con NI durante le prime fasi
dello sviluppo di prodotto, siamo stati in
grado di introdurre in questo segmento
l’ultimo processore Intel Atom”.
LabView 2014
Interessanti novità anche per quanto riguarda il software di progettazione e di
sistemi. Vi sono nuovi aggiornamenti per
aiutare gli utenti ad acquisire, analizzare e
visualizzare i dati, al fine di prendere de-
vono e la pressione del time-to-market
cresce. L’utilizzo di LabView e dell’hardware CompactRIO di NI ha permesso a una
delle più grandi aziende municipali di servizi locali nel Nord America di implementare soluzioni distribuite e decentralizzate
a prezzi più bassi. “Questa soluzione permette agli utenti di acquisire, analizzare e
visualizzare i dati per dare priorità ai progetti che migliorano la stabilità della rete
elettrica e ottimizzano la gestione dello
sviluppo,” afferma Bob Leigh, presidente
e CEO di LocalGrid Technologies. LabView
2014 inoltre semplifica l’acquisto grazie
alle suite di LabView, che offrono addon LabView rilevanti e software complementari specifici per il test automatizzato,
il controllo e monitoraggio embedded, e
il test hardware-in-the-loop e realtime.
È possibile utilizzare LabView 2014 con
il nuovo hardware di acquisizione dati
CompactDAQ a 4 slot e con il sistema
CompactRIO, con gli strumenti progettati via software come l’oscilloscopio a 8
canali ad alta risoluzione PXI Express e lo
strumento tutto in uno basato sul software Virtualbench.
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AO
SPECIALE
Wi-fi e wireless
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in ambiente industriale
fonte www.calhounschools.org - www.dqindia.com
a cura di Ilaria De Poli
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
49
AO
SPECIALE
di Marco Caliari
Da Profibus a Bluetooth
La società Sargiani di Piacenza ha compiuto un deciso balzo in
avanti verso le tecnologie del futuro adottando una comunicazione
di tipo wireless di Phoenix Contact nei suoi impianti
E
spessore tra 0,5 e 0,7 mm, vengono disimpilati dal pallet tramite un sistema pneumatico a ventose e trasportato sul piano
di precarico della calandra da un attuatore lineare. È possibile
preparare più pacchi di lamiera (fino a cinque), per dare all’impianto un’autonomia di lavoro di circa un’ora. Nella seconda
fase, la calandra provvede ad avvolgere linearmente il foglio
di lamiera per ottenere il diametro desiderato. Il tubo calandrato viene quindi trasferito alla stazione di saldatura da un
altro trasduttore lineare.
Prima della saldatura, speciali
ganasce fissano il mantello
di lamiera a un cilindro, in
modo da tenerne accostati
i lembi con la massima precisione. Questo cilindro presenta nella zona di saldatura
una speciale scanalatura con
inserti in rame per evitare
che il mantello venga saldato
al cilindro stesso. Nell’ultima
stazione della linea, il tubo
saldato subisce lavorazioni di
finitura, eventuale foratura,
rullatura, bucchieratura e
formazione della sede della
guarnizione, prima dello scarico finale. Tutte le operazioni
vengono eseguite in modo
totalmente automatico, compreso eventualmente lo scarico finale robotizzato.
In una lavorazione come questa, l’elettronica è importanIl processo di lavorazione di un tipico impianto Sargiani si sviluppa in tre fasi: alimentazione,
tissima per raggiungere la
calandratura e saldatura
precisione richiesta.
ra il 1949 quando, a Piacenza, veniva fondata Sargiani, una società destinata a diventare uno dei
maggiori produttori a livello mondiale di contenitori metallici per uso non alimentare, con una capacità fra 2,5 e 220 litri. Negli ultimi anni, Sargiani ha
applicato il proprio know-how nella lavorazione della lamiera
anche in un nuovo settore, quello dei tubi per fumisteria.
Grazie alla cooperazione con gli utenti finali, allo sviluppo di
idee innovative e all’attenzione alla ricerca, Sargiani opera con
successo in un campo così competitivo proponendo un prodotto all’avanguardia, caratterizzato da flessibilità e facilità di
utilizzo e manutenzione.
Una lavorazione in tre fasi
Il processo di lavorazione di un tipico impianto Sargiani si
sviluppa in tre fasi fondamentali: alimentazione, calandratura
e saldatura. Nella fase di alimentazione, i fogli di lamiera, di
50
Elettronica di controllo
Un terminale touchscreen installato sulla macchina permette
all’operatore di gestire tutte le funzioni della macchina e di
impostare le lavorazioni, scegliendo fra circa 70 ricette diverse. La logica di controllo è basata su un PLC, mentre per
gestire gli assi della sezione di calandratura sono utilizzati dei
motori brushless comandati da inverter. Completano la configurazione cinque attuatori servocontrollati e due attuatori
controllati per i movimenti della testina laser. Per il collega-
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
mento degli I/O sono stati utilizzati
complessivamente 87 connettori
per sensori, tutti avvitati direttamente al terminale di connessione,
minimizzando i tempi, i costi di
manodopera e i possibili errori di
cablaggio.
La decisione di utilizzare componenti Fieldline Wireless di Phoenix
Contact con protocollo Bluetooth
per la trasmissione di segnali e comandi tra PLC e terminali di connessione Phoenix Contact ha permesso
di ridurre nettamente tempi e costi
di cablaggio e di fornire un sistema
tecnologicamente avanzato al
cliente finale. In precedenza le tre
sezioni della linea erano collegate
al quadro generale attraverso tre
box e il collegamento fra i box e il
quadro era basato sul bus di campo
Profibus; l’impiego della tecnologia
Bluetooth ha permesso di eliminare
i box esterni e creare una comuni-
Lo standard Bluetooth offre i vantaggi di un collegamento radio sicuro, oltre che
rapido ed economico, per la trasmissione dati
processo. Essa è stata progettata principalmente per coprire distanze mediobrevi e per percorsi a bassa attenuazione.
La soluzione si compone di una ‘base
station’ che consente il passaggio dalla
rete cablata alla rete Bluetooth, alla quale
si possono collegare fino a tre moduli
Bluetooth con protezione IP67 (con otto
ingressi e otto uscite digitali) o con IP20
(con 16 ingressi e 16 uscite digitali e due
ingressi e due uscite analogiche 0-10 V o
0-20 mA).
Il collegamento viene costantemente monitorato e la sua qualità può essere valutata grazie a una serie di LED.
Basato su tecnologia Bluetooth 1.2 (standard internazionale Ieee 802.15.1) il sistema di Phoenix Contact opera nella
banda di frequenza libera 2,4 GHz. Per offrire il massimo livello di robustezza e afLa soluzione Fieldline Wireless di Phoenix Contact è pensata per coprire distanze fidabilità, la trasmissione avviene in tutto
medio-brevi e percorsi a bassa attenuazione
lo spettro di frequenza 2,4 GHz utilizzando
la tecnologia Fhss a salto di frequenza tra
cazione diretta fra i terminali di connessione degli I/O e il qua- i 79 canali disponibili, che sono selezionati 1.600 volte al secondo. Una volta stabilita la connessione Bluetooth, la tradro generale.
smissione viene inoltre crittografata a 128 bit e i dispositivi
sono resi invisibili da altri terminali esterni con interfaccia
I vantaggi dati da Bluetooth
Lo standard Bluetooth permette di avvalersi in totale sicu- Bluetooth, a garanzia della massima sicurezza.
rezza dei vantaggi di un collegamento radio per la trasmis- La scelta dei prodotti Phoenix Contact è legata alla loro casione dati rapido ed economico. In particolare, la soluzione pacità di rispondere perfettamente alle esigenze di Sargiani.
Fieldline Wireless di Phoenix Contact permette la trasmisPhoenix Contact - www.phoenixcontact.it
sione senza fili di segnali digitali e analogici di comando e
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
51
AO
SPECIALE
di Jessica Morante
Logistica ad alta
efficienza
Il fornitore di servizi logistici PD Ports ha reso più efficienti le
operazioni grazie ai computer mobile di Honeywell
D
i proprietà del global asset manager canadese
Brokfield, PD Ports si occupa di logistica portuale
e opera in tutto il Regno Unito con una forte presenza nell’area nord est e nella regione dell’estuario di Humber. L’azienda possiede e opera nei porti
di Teesport e Hartlepools e può contare su oltre 1.200 persone
specializzate in attività portuali e logistiche. Il modello di business
di PD Ports ha rappresentato il motore di crescita dell’azienda. La
capacità di offrire ai clienti una soluzione logistica completa focalizzata sull’importazione portuale e su un’esportazione strutturata
ha permesso a PD Ports di ampliare il proprio business, attirando
alcuni tra i maggiori distributori come Asda e Tesco.
Lo scenario iniziale
PD Ports ha intrapreso un processo di sviluppo delle sue facility
portuali per fornire capacità gestionali aggiuntive e per consentire
la crescita aziendale garantita da un modello di business vincente.
Questo ammodernamento ha previsto un investimento in un
nuovo deposito e in moderni strumenti e ha richiesto un’evoluta
infrastruttura IT insieme all’adozione del sistema operativo Navis
Terminal. Il parco macchine esistente non era in grado di supportare l’aggiornamento, così PD Ports si è rivolta a diversi vendor
per trovare dispositivi touchscreen adatti alle proprie esigenze.
Inoltre, i precedenti modelli di computer mobile impiegati dalla
società britannica perdevano la connessione nel momento in cui
passavano da wi-fi a 3G all’interno dell’area.
Sulla base di questo scenario era perciò importante impiegare
strumenti che fossero in grado di garantire una connettività stabile. Dopo l’attenta valutazione di diverse alternative, PD Ports ha
52
Renovotec, partner di Honeywell, ha installato il software
Netmotion sui computer mobile Thor e MX9
acquistato i computer veicolari Thor VM1 e i computer mobile
ultraresistenti MX9 di Honeywell, che sono ora utilizzati dagli
operatori per svolgere le attività di routine, mentre comunicano
costantemente con il Terminal Operating System.
I gruisti scaricano i container dalle imbarcazioni ormeggiate e li
posizionano sui rimorchiatori, che li trasportano su carrelli, oppure
li depositano in magazzini o nei vicini centri di distribuzione. Il
partner di Honeywell, Renovotec, ha installato il software Netmotion sui dispositivi mobile Thor e MX9, così da fornire a PD Ports
soluzioni robuste e complete e garantire un passaggio senza interruzioni tra la connessione wi-fi e quella 3G.
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
Il touchscreen intuitivo permette agli operatori di smaltire
i carichi di lavoro rapidamente con poche interazioni sullo
schermo o sulla tastiera
I benefici
Dalla loro installazione i computer mobile di Honeywell hanno
dimostrato di essere degli strumenti affidabili e robusti. Il touchscreen intuitivo permette agli operatori di smaltire i carichi di
lavoro rapidamente e in modo accurato con poche interazioni
sullo schermo o sulla tastiera: “Il touchscreen dei dispositivi di
Honeywell ci ha resi più efficienti” dichiara Gemma Holmes della
divisione PD Ports unitised management.
“I nostri operatori hanno accesso alla lista dei lavori più rapidamente, quindi il flusso delle unità al di fuori del terminal resta
alto, mantenendo i nostri livelli di produttività elevati e assicurando così anche un ottimo customer service”. “I dispositivi
di Honeywell sono davvero facili da utilizzare ed eliminano
qualsiasi ritardo dovuto all’inserimento di dati sbagliati o inesattezze” afferma Andew Oxby, general manager di PD Ports.
“Un altro beneficio è la velocità dei training, perché si tratta di
strumenti user friendly molto semplici”. Questo è confermato
dall’operatore Scott Clements che spiega: “Molte delle funzioni
giornaliere richiedono uno o due passaggi sullo schermo”.
Chiave di successo del progetto è stata l’integrazione dei dispositivi Honeywell con il sistema operativo Navis Terminal introdotto presso Teesport per una migliore gestione dei beni e delle
operazioni. In passato, la connessione con il Terminal Operating
System cadeva nel momento in cui PD Ports spostava un rimorchiatore o un computer al di fuori della portata del wi-fi. Grazie
ai nuovi dispositivi, invece, l’azienda britannica passa agilmente
dal wi-fi al 3G mantenendo costante la connessione con il software Navis. Quest’ultimo fornisce la visibilità di ogni rimorchiatore in qualsiasi fase del processo, sia che si trovi presso la sede
di PD Ports coperta dal wi-fi, sia che si trovi presso uno dei siti di
un partner che sfrutta una connessione 3G.
Fra le ragioni che hanno portato PD Ports a scegliere i computer
veicolari Thor VM1 e i computer mobile ultraresistenti MX9 figurano dunque: incremento dei livelli di produttività e customer
service grazie a operazioni più veloci e semplificate; riduzione
sostanziale degli errori; operazioni completate con poche interrazioni con lo schermo o con la tastiera; tempi di training ridotti
per i nuovi operatori; passaggio semplificato dalla connessione
wi-fi a una 3G e utilizzo della rete RF già esistente per l’applicazione vocale.
Honeywell Scanning & Mobility - www.honeywell.com
- www.honeywellaidc.com
-/
)3/
/ ,
9
/ -
AO
SPECIALE
di Letizia De Maestri
Un futuro in wi-fi
Automata ha integrato le tecnologia wireless wi-fi all’interno della
propria soluzione F3 Net ampliandone le possibilità applicative
N
egli ultimi anni il
mercato della comunicazione senza fili è
cresciuto esponenzialmente, come confermato dai continui investimenti
provenienti da fondi privati e pubblici e dalla potenziale crescita prevista tra il 2011 e il 2016 dei dispositivi
wireless installati a livello industriale
nel mondo. Il wi-fi, infatti, risulta la
modalità principale di connessione
a Internet e una soluzione interessante per le aziende, in quanto
consente di inviare elevate moli di
dati incrementando la fruibilità del
collegamento ed espandendo la
connettività.
Automata, società del gruppo multinazionale Cannon che da oltre
trent’anni progetta, sviluppa, ingegnerizza, produce e installa soluzioni per l’automazione industriale,
da subito ha colto la potenzialità
delle tecnologia wireless introducendola all’interno della propria soluzione F3 Net.
Svariati campi
di applicazione
Il sistema F3 Net di Automata sfrutta
le Wireless Sensor Network (WSN)
per creare reti di sensori con protocollo Zigbee per la telemetria wireless locale, integrando il controllo
F3, un software per il remote view La soluzione wi-fi di Automata è stata utilizzata con successo da Bono Energia per la
e un modulo Umts per la telemetria visualizzazione dei dati relativi alle caldaie
web cellular.
F3 Net acquisisce, raccoglie, memorizza, gestisce e processa dizioni ambientali e flessibilità F3 Net ha trovato impiego in
in tempo reale un ampio numero di parametri ambientali, svariati settori, per esempio nell’allevamento, agricoltura
consentendo alle aziende una migliore gestione delle risorse e nei siti naturali. Queste aree, un tempo poco inclini alla
sfruttando il tema del controllo come asset fondamentale tecnology automation, hanno manifestato negli ultimi anni
un forte interesse per i sistemi di controllo automatizzati
per la competitività.
Grazie alla scalabilità, affidabilità, resistenza alle diverse con- in grado di monitorare e controllare parametri ambientali
54
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
necessari per una migliore gestione delle attività. A causa, visualizzazione dei dati d’interesse. La soluzione Automata
poi, delle numerose leggi emerse in ambito internazionale prevede l’impiego di un modulo Ieee 802.11bgn embedded,
e nazionale, il tema della tutela e della salvaguardia dell’am- che provvede all’interfaccia wireless per il trasferimento dati
biente è diventato nel corso degli ultimi anni uno dei più da e per il sistema di controllo F3. Il modulo wi-fi Automata
trattati, richiamando l’attenzione degli enti, che hanno au- supporta il protocollo TCP/IP ed è caratterizzato da bassi
mentato il numero di controlli a fronte del crescente numero consumi e una configurazione plug&play con l’esistente
controllo caldaia.
di denunce registrate riguardo l’inquinamento industriale.
Anche qui è aumentato il ricorso a soluzioni wireless. Lo Alle diverse modalità di visualizzazione dati, localmente
stesso è accaduto nell’ambito della building automation, tramite pannello operatore HMI, via web server, oppure
dove in Italia e nel resto del mondo sta crescendo l’interesse tramite connessione remota, è stata aggiunta un’ulteriore
da parte di aziende e professionisti per i sistemi di controllo soluzione che, sfruttando la tecnologia wireless, incrementa
automatizzati, con tecnologia
WSN integrata nell’impiantistica
dell’edificio.
F3 Net viene inoltre largamente
impiegato per: il controllo, la localizzazione e il monitoraggio delle
merci, diventati una necessità
crescente per tante aziende che
si occupano specificamente di logistica e supply chain; il controllo
dell’affidabilità, in quanto l’affidabilità di una macchina, di una
linea o di un intero impianto è un
aspetto su cui le società tendono
a investire, ritenendolo uno dei
principali punti di forza e una variabile decisiva su cui un’azienda
deve puntare; l’automazione industriale, che si conferma l’area
strategica per eccellenza per i sistemi di controllo automatizzati;
lo stoccaggio di materie prime,
semilavorati e di altri prodotti in
appositi magazzini e silos, uno
dei settori che ha registrato negli
ultimi anni forti trend di crescita e
sviluppo. Innovativo, efficace e di Il sistema F3 Net di Automata sfrutta le WSN per creare reti di sensori con protocollo
facile integrazione, F3 Net porta a Zigbee per la telemetria wireless locale
un aumento della redditività, un
miglioramento del prodotto e del servizio offerto, un incre- la flessibilità dell’infrastruttura, consentendo così una visuamento dell’efficienza e una riduzione dei costi di produzione lizzazione in realtime tramite personal device, come tablet o
grazie a una manutenzione preventiva al fine di intervenire smartphone, dei dati relativi a: efficienza, produzione e renprima del fermo macchina.
dimento energetico; diagnostica; analisi fumi derivanti dalla
Altri esempi applicativi vengono dal mondo dell’energia.
combustione.
Grazie a questo sistema le diverse aree e figure gestionali,
tra cui quella dell’energy manager, presenti all’interno
Una partnership consolidata nel campo
dell’azienda potranno usufruire di queste informazioni per
dell’energia
Bono Energia, società del Gruppo Cannon operante nella la creazione di documentazione aziendale, report o attività
progettazione, fabbricazione, installazione, assistenza e ma- di decision taking orientate al breve, medio e lungo periodo.
nutenzione di caldaie industriali, ha incaricato Automata di Automata ha fornito al cliente Bono Energia una soluzione
integrare nei sistemi di automazione delle proprie caldaie la tecnologica senz’altro efficace, consolidando la partnership
possibilità di connessione wi-fi con l’obiettivo di ampliare le tra le due entità aziendali, nata grazie alle sinergie e volta
allo sviluppo di soluzioni all’avanguardia per il mercato enermodalità di rappresentazione delle informazioni.
Questa applicazione, frutto di una profonda riflessione, è getico.
stata creata al fine di fornire alle diverse aree e figure geAutomata - www.cannon-automata.com
stionali che operano in azienda un sistema per una diretta
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
55
SPECIALE
SPECIALE
di Roberto Marini
Wireless in zona Atex
Le soluzioni Bartec certificate per l’uso in aree pericolose sono
state installate in campo Ex e con una copertura wireless per
gestire i processi di un’industria chimica
D
a una lunga esperienza in sistemi di visualizzazione
e grazie al supporto attivo da parte dei clienti,
Bartec propone come piattaforma hardware una
vasta gamma di dispositivi wireless certificati Atex
per uso in aree classificate zona 1 e 2, così come
21 e 22. Tra i vari prodotti certificati meritano una segnalazione
gli access point, i PC della serie Polaris e i mobile computer.
Un’applicazione molto interessante recentemente realizzata
utilizzando questi prodotti ha riguardato un’industria chimica,
dove sono stati installati differenti postazioni mobili costituiti da
Polaris PC Bartec touchscreen da 15”. La particolarità di questa
applicazione è dovuta al fatto che il cliente ha voluto adottare
soluzioni carrellabili, in modo da poter sfruttare i Polaris PC in
differenti zone dell’impianto. I Polaris PC costituiscono una piattaforma hardware ottimale per i sistemi di controllo distribuito
DCS o di supervisione tipo Scada da utilizzare in impianti chimici,
farmaceutici o petroliferi, sia in produzioni a ciclo continuo, sia
per produzioni di tipo batch.
Questi panel PC utilizzano un potente processore con 2 GB di
memoria RAM, disco fisso da 100 GB e scheda di rete Ethernet.
Come sistema operativo viene installato Windows XP Professional/Windows 7. Si può inoltre scegliere tra un display a partire
dai 5,7” fino ad arrivare ai 24” a LED in HD. L’elevata risoluzione
permette la visualizzazione di sinottici complessi, mentre la luminosità dello schermo assicura una perfetta leggibilità anche nelle
56
condizioni più difficili. La protezione IP65 frontale del pannello
e i particolari materiali impiegati assicurano la completa impermeabilità e la resistenza nel tempo all’usura e alla corrosione da
parte di solventi o da vari agenti aggressivi abitualmente presenti
in impianti di questo genere. Sono disponibili anche soluzioni
touchscreen oppure si possono adottare tastiere con i più svariati
sistemi di puntamento (finger, trackball o touch pad).
Per facilitare l’installazione in campo Ex e avendo già la copertura wireless garantita, i Polaris PC sono stati dotati di un modulo
opzionale wi-fi, tramite il quale è stato possibile collegarsi a reti
Wlan secondo lo standard Ieee 802.11b a velocità fino a 11 Mbps
o secondo lo standard Ieee 802.11g con velocità fino a 54 Mbps.
La sicurezza dei dati scambiati viene garantita dai più moderni sistemi di crittografia e protezione contro le intercettazioni. È stato
possibile implementare una soluzione carrellabile anche grazie
alle dimensioni di profondità del Polaris PC pari a soli 135 mm.
Sicurezza, velocità e semplicità
di installazione
Tornando all’applicazione realizzata, l’operatore, tramite dei lettori di codice a barre Bartec della serie MC92N0ex, riconosce il
prodotto che intende utilizzare per il processo produttivo senza
alcuna possibilità di errore: tutte le informazioni vengono visualizzate sia sul mobile computing Bartec wireless MC92N0ex sia
sul PC Polaris. Dopo questa prima operazione, l’addetto esegue la
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
Fonte: www.hazardousareaispection.com
AO
pesata del prodotto su di una
bilancia Ex collegata anch’essa
via wireless agli altri dispositivi. Infine, viene dato il via alla
sequenza produttiva direttamente dal Panel PC, sul quale
vengono visualizzati anche i vari
sinottici dell’impianto. Tutte le
varie operazioni
di scarico/carico
materiale e i dati
vengono registrati in tempo
reale sull’applicazione residente sul server
principale. Così
facendo, vengono limitate al minimo le possibilità d’errore, andando a snellire e rendendo così più sicuri tutti i singoli passaggi
produttivi. La particolarità di questa applicazione sta nel fatto
che tutti i dispositivi sono collegati tra di loro via rete wireless
anche in zona con pericolo d’esplosione: così facendo si è potuta
adottare una soluzione carrellabile, permettendo l’utilizzo del PC
Bartec in qualsiasi parte dell’impianto. La copertura wireless è
stata realizzata installando degli access point inscatolati in custo-
die, dalle quali fuoriescono
le antenne omnidirezionali
certificate Atex di Bartec,
dotate di 3 m di cavo al
fine di garantire la massima
copertura nell’area di lavoro richiesta. Avendo la
possibilità di usufruire di
un’antenna esterna dotata
di cavo, si riesce a ottimizzare al meglio l’installaGli access point, i PC
zione dell’antenna stessa.
serie Polaris e i mobile
La flessibilità e la versatilità
computer di Bartec sono
di questo sistema hanno
dispositivi wireless
consentito di risolvere al
certificati Atex per uso
meglio le problematiche
in aree classificate
di comando e visualizzazona 1 e 2, 21 e 22
zione di produzione e processo, senza imporre al
cliente l’impiego di sistemi speciali o particolarmente complessi
per l’uso in area con pericolo di esplosione. Inoltre, tutti i cicli di
tracciabilità sono diventati più snelli e rapidi e il margine d’errore
si è ridotto drasticamente. Sicurezza, velocità e semplicità di installazione sono i punti chiave dell’applicazione wireless eseguita
da Bartec in zona Ex.
Bartec - www.bartec.it
KEPServerEx- l’OPC server standard
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KEPServer OPC-UA Server e Client
K
ClientAce
C
DataLogger
D
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KEPServerEx
è una famiglia di OPC Server che fornisce una
cconnettività diretta tra centinaia di diverse marche di PLC,
dispositivi e sistemi di automazione ed ad un ampia varietà di
d
applicazioni client come HMI, SCADA,
a
ADA, Historian, MES, ERP ed ad
una infinità di applicazioni sviluppate
u
ate
e ad hoc .
L’
L’OPC
toolkit per dare facilmente
cconnettività client OPC alle vostree
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OGGI 376
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informazioni attraverso internet in modo semplice e con la
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Il componente plugin di KEPServerEx per costruire facilmente
un data logger su DBase ODBC compatibili come Access, SQL,
u
MySQL Oracle ecc.
M
57
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AO
RASSEGNA
di Evado Bartaloni*, Alessandra Pelliconi
A oggi la maggior parte dei sistemi non dispone di un’adeguata protezione
intrinseca: vi sono però approcci di protezione esterni, dagli antivirus alle
tecniche di protezione mirata e custom oltre alle decine di procedure regolate da
standard internazionali, direttive e documenti vari, che regolano la materia
Per comprendere quale sia l’attuale livello di security nei sistemi
Scada e PLC è opportuno ripercorrere, sia pure per cenni, l’evoluzione nel tempo di questi sistemi. Gli esemplari degli anni ‘50-’60
del secolo scorso erano basati su logiche hardware e il campo che
controllavano e/o supervisionavano era di tipo elettrico e di tipo
elettropneumatico. I sistemi erano isolati dal mondo esterno alla
fabbrica e costituivano isole autonome, non comunicanti fra loro,
all’interno della fabbrica stessa. In queste condizioni non c’erano rischi di attacchi da parte di malintenzionati esogeni. Esistevano solo
possibilità che venivano arrecati danni fisici da parte di coloro che,
a vario titolo, operavano nella fabbrica. Nel decennio successivo cominciò a farsi strada il concetto di rete. Si cominciavano ad avere
le prime interconnessioni, cominciava a farsi strada l’idea della comunicazione fra le diverse isole produttive e fra queste e il mondo
esterno (essenzialmente per configurazione e controllo dei sistemi
stessi). Iniziava, insomma, ad esserci un potenziale pericolo di attacchi esterni senza però che questo pericolo venisse effettivamente
percepito come tale. Ciò anche perché i pochi accessi esterni venivano rigorosamente controllati ed eventualmente impediti tramite
switch fisici. In sostanza i sistemi erano ancora isolati. È a partire dai
primi anni ‘80 che il pericolo d’intrusione dall’esterno diviene concreto: si diffonde la conoscenza degli Scada nelle sue realizzazioni
specifiche, vengono introdotti i primi protocolli di comunicazione
(il Modbus seriale è ormai uno standard) senza peraltro alcuna funzione di protezione. I sistemi non sono più isolati, il pericolo di attacchi c’è ma ancora non viene percepito. Gli hacker non vengono
per niente immaginati da chi si occupa dei sistemi d’automazione
industriale.
Dalla fine degli anni ‘80 le vie d’accesso verso i sistemi di controllo si
ampliano e i pericoli d’intrusione da teorici divengono reali. Cresce
il numero dei protocolli di comunicazione (sempre senza funzioni
58
di protezione), ben documentati e quindi conosciuti da un mondo
sempre più vasto di tecnici informatici. Le vulnerabilità delle reti sono
anch’esse conosciute e documentate, il numero dei dispositivi collegati in rete cresce in modo esponenziale, si hanno le prime applicazioni remote per la gestione degli Scada, i PLC iniziano a comunicare
tramite Ethernet. Si fa la conoscenza dei virus e le tecniche d’attacco
informatico sono ormai disponibili e praticate. Tuttavia le strategie
per proteggere i sistemi d’automazione industriale sono ancora inadeguate. I sistemi continuano ad essere sostanzialmente aperti.
Ci sono voluti anni di sensibilizzazione, la grande diffusione di Internet con conseguente aumento di malware e hacker, la consapevolezza che le infrastrutture critiche dipendono sempre più dal buon
funzionamento dei sistemi di controllo e c’è voluto Stuxnet, il virus
che è stato utilizzato nel 2010 per portare un attacco alla Centrale
Nucleare iraniana di Natanz, per indurre costruttori e utilizzatori a
cercare rimedi.
A oggi la maggior parte dei sistemi non dispone ancora di un’adeguata protezione intrinseca, nel senso che non vi sono funzioni di
protezioni native. Vi sono però approcci di protezione esterni: dagli
antivirus alle tecniche di protezione mirata e custom. Vi sono anche
le decine di procedure regolate da standard internazionali, direttive
e documenti vari, che regolano la materia. Il che, da un lato, è un
buon messaggio perché testimonia che la sicurezza è diventata una
questione importante, dall’altro, genera una giungla di norme e
linee guida difficilmente sintetizzabili.
In ogni caso i nuovi sistemi immessi sul mercato già da oggi hanno
attendibili funzioni di sicurezza, funzioni che saranno sempre più
ampliate strada facendo. Ci vorrà però un cambio di generazione dei
sistemi per avere un livello adeguato della loro sicurezza intrinseca.
*Comitato tecnico di Automazione Oggi e Fieldbus&Networks
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
Foto tratta da pixabay.com
PLC e Scada
nella sicurezza
Foto tratta da pixabay.com
per tutti i comuni processori, garantendo in questo modo le più eleABB
vate prestazioni. Per accedere agli I/O fisici è necessario configurare
L’innovativa gamma di dispositivi di sicurezza AC500-S, proposta da
il controllore con la mappa dei dispositivi disponibili. Questo viene
ABB, offre il massimo della flessibilità e dell’affidabilità: grazie a una
fatto dal tool PLC Configuration che integra la configurazione pretecnologia di ingegnerizzazione integrata e molto intuitiva, la prodefinita di tutti i sistemi Automata e dei bus di campo. L’ambiente di
grammazione delle applicazioni è semplice. In contesti complessi,
sviluppo è lo Scada WinMachLite, per
le funzioni di programmazione dei
la realizzazione di interfacce grafiche
sistemi con PLC AC500-S (SIL3, PL e)
uomo-macchina, senza limiti di tag e
consentono di risolvere le applicazioni
la possibilità di connettere dispositivi
di sicurezza mediante software, aneterogenei, quali soft-PLC e sistemi di
ziché cablando grandi sistemi a relè.
supervisione remota.
Questo facilita il controllo di zona e
www.cannon-automata.com
semplifica le procedure di accesso alle
macchine. I moduli I/O di sicurezza
sono collegati ai PLC attraverso reti
BECKHOFF AUTOMATION
certificate, soluzione che riduce i costi
TwinSafe, la tecnologia di sicurezza
di cablaggio e permette di monitorare
di Beckhoff, è già stata integrata con
dal PLC di sicurezza informazioni di
successo nel sistema bus terminal
diagnostica avanzate, condivise con i
(K-Bus) ed è oggi in uso in molti setsistemi di interfaccia operatore. Anche
tori in tutto il mondo. L’integrazione
ABB
i costi legati alla ricerca dei guasti e
della tecnologia TwinSafe nel sistema
alla gestione delle apparecchiature di
produzione sono significativamente
ridotti. L’architettura hardware preposta all’elaborazione del software è
composta da un coprocessore dedicato per l’esecuzione della logica di sicurezza, mentre le normali operazioni
di controllo vengono eseguite dalla
CPU AC500, in un contesto di totale
integrazione tra i due mondi.
www.abb.it
AUTOMATA
AUTOMATA
BECKHOFF AUTOMATION
Automata, forte di un consolidato
know-how nel settore, ha messo a
di terminali Ethercat (E-Bus) rende disponibili le elepunto F3 PAC, un sistema di controllo
vate prestazioni di Ethercat - comunicazione veloce
programmabile potente, flessibile e
e diagnostica potenziata - anche alla tecnologia di
modulare. All’interno di una struttura
sicurezza. I terminali TwinSafe per il sistema di I/O
robusta adatta all’impiego in condiEthercat sfruttano in maniera ottimale le elevate
zioni severe, trovano posto un microprestazioni di Ethercat: al terminale con PLC di siprocessore tipicamente governato da
curezza EL6900 si possono collegare fino a 128
un sistema operativo e da un software
dispositivi fieldbus rilevanti ai fini della sicurezza.
applicativo evoluto, un buon quantitaIntegrata in una morsettiera standard, questa solutivo di memoria e svariate interfacce di
zione di sicurezza risulta estremamente compatta e
comunicazione. Offre la massima congarantisce la massima flessibilità, grazie al fatto di
nettività, garantita da diverse porte
BOSCH REXROTH
poter collocare i dispositivi in qualunque posizione
d’interfaccia: Ethernet, bus di campo,
all’interno del sistema bus terminal. Il PLC di sicurezza EL6900, di soli
modem Umts, wireless. I vantaggi derivanti dall’impiego di F3 PAC
12 mm di larghezza, è un dispositivo estremamente compatto che
emergono soprattutto durante il normale funzionamento del sipuò essere impiegato in applicazioni safety fino a SIL 3 secondo IEC
stema di automazione. Il processore permette di effettuare calcoli
61508 e EN ISO 13849-1 PL, e può integrare fino a 128 dispositivi ed
complessi in tempo reale; i sottosistemi di I/O comprendono stadi di
elaborare 256 safety functional block. All’occorrenza, il sistema può
acquisizione dati e condizionamento dei segnali che rendono traspaessere ampliato con ulteriori moduli EL6900; in tal modo, le task di
rente la lettura dei dati dai sensori e l’invio di comandi agli attuatori.
controllo safety possono essere eseguite in maniera centralizzata o
Il software applicativo è un ambiente di sviluppo avanzato, simile se
decentralizzata, a seconda del tipo di impiego. Sensori e/o attuatori
non identico a quello impiegato dai sistemi di controllo e/o superdi sicurezza possono essere collegati tramite terminali di ingresso
visione su PC. La flessibilità del controllo software, infatti permette
digitali 24 Vc.c. (EL1904) e terminali di uscita digitali 24 Vc.c. (EL2902
di ottimizzare le prestazioni del sistema. Da quest’ultimo punto di
2,3A ed EL2904 0,5 A). È possibile installare i terminali TwinSafe in
vista, una delle applicazioni caratteristiche di un PAC è quella di siqualsiasi punto del sistema di terminali e di I/O distribuiti. Il PLC di
stema autonomo di raccolta dati, in grado di generare direttamente
sicurezza EL6900 può essere impiegato anche come controllo di sicudei report specifici e di immetterli in rete agendo da server. L’invio
rezza per i servoamplificatori AX5000 Beckhoff, collegati via Ethercat.
dei dati può avvenire automaticamente man mano che vengono
www.beckhoff.it
raccolti o in corrispondenza di particolari eventi. Una modalità questa che permette di utilizzare F3 PAC per realizzare sistemi di datalogging virtualmente esenti da perdita di informazioni. Automata
BOSCH REXROTH
ha sviluppato un ambiente integrato per lo sviluppo di tali soluzioni,
Bosch Rexroth fornisce in tutto il mondo tecnologie integrate per l’ala suite software Compas. Il software di programmazione è Codesys
zionamento e il controllo di impianti industriali, macchine operatrici
(IEC 61131-3) che consente la realizzazione di programmi nei cinque
mobili, nonché tecnologie legate al settore delle energie rinnovabili
linguaggi dello standard. Codesys produce codice macchina nativo
e servizi. Con l’ultima versione dei sistemi IndraMotion MLC e IndraOTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
59
AO
RASSEGNA
Logic XLC, Bosch Rexroth rende l’architettura ancora più efficiente,
offrendo maggiore libertà per implementare funzionalità innovative.
L’evoluzione comprende, fra gli altri aspetti, una sicurezza macchine
più semplice e l’integrazione fra robotica e idraulica. Bosch Rexroth,
produttore Drive & Control, velocizza l’architettura dei programmi di
macchina con standard open source, software tool e toolkit funzionali. L’ultima versione semplifica l’implementazione della sicurezza
funzionale conforme agli standard. Il modulo funzionale di sicurezza
per controlli Rexroth completa lo standard IndraMotion MLC e IndraLogic XLC con il PLC di sicurezza SafeLogic, che gestisce le funzionalità SafeLogic di standard PL e/Cat. 4 secondo ISO 13849, oppure SIL3
secondo IEC 62061. Grazie a CIP Safety on Sercos, i dati di sicurezza
possono essere trasferiti senza rischi sul medesimo supporto e con la
stessa procedura di attivazione della comunicazione standard, senza
necessità di cablaggi supplementari per un bus di sicurezza. Un altro
aspetto particolarmente interessante è rappresentato dalla soluzione
di sicurezza Rexroth che opera secondo il principio ‘feedback-free’,
in modo che le modifiche alla soluzione standard non influiscano sul
controllo di sicurezza.
www.boschrexroth.com
COPA-DATA
Zenon offre un raffinato meccanismo di protezione per prevenire
perdite di dati e accessi non autorizzati al sistema. Grazie alle opzioni
di sicurezza integrate in zenon, è possibile arricchire il concetto di sicurezza senza costi o lavoro addizionale. Zenon offre un raffinato e
ampio pacchetto di sicurezza,
che convince grazie all’universalità e alla coerenza delle
sue numerose funzioni. Firma
file: zenon riconosce i file
provenienti da programmi
manipolati. Forte crittografia: 128 bit di comunicazione
crittografata tra server, stand
by server e client nella rete
e nella comunicazione con i
web client. Autenticazione:
solo i client autenticati posCOPA-DATA
sono accedere al server di
zenon. http-tunneling per
web server: web client plug-ins per Mozilla Firefox, Google Chrome,
Apple Safari oltre a quello per Internet Explorer. Supporto IPv6 nel
core system di zenon: la ridondanza e altri tool di zenon supportano
reti IPv6. OPC-UA: client e server supportano certificazioni e autenticazione utenti. Elaborazione Status. Versionamento e manipolazione
stato delle ricette. FDA via mouse clic (già in uso nei settori soggetti
alla normativa FDA). Sincronizzazione automatica dei file in rete con
tecnologia ‘click-and-forget’. Ridondanza senza interruzioni. Amministrazione utenti: pieno supporto per Active Directory. Protezione
password nel runtime e nell’Editor di zenon. Sicura compatibilità fra
versioni. Storico delle modifiche e beckup nell’Editor di zenon. Versionamento e comparazione di progetto. Wizard che aiutano a evitare errori. Il server di diagnosi di zenon localizza gli errori nella rete e
nella comunicazione con i PLC. Orientamento agli oggetti. Soluzione
Integrata. La gestione utenti di zenon è pensata per soddisfare in
modo dettagliato le richieste della normativa FDA. I relativi parametri possono essere settati non solamente nell’Editor, ma anche nel
runtime, le modifiche effettuate durante il runtime possono essere
rilette in qualsiasi momento nell’Editor, per avere anche in questa
sede lo stesso stato dei dati. Si può usare anche la gestione utenti
di Windows, gli utenti sono creati nell’Active Directory e ricevono in
questa sede i loro corrispondenti diritti di utente di zenon. In zenon
dunque, non si deve far altro che accedere con l’user di Windows. È
possibile anche avere un funzionamento misto che utilizza entrambe
le gestioni utente. Ciò significa che zenon può essere usato anche nel
caso in cui dovessero esserci problemi con il domain controller. zenon
60
è certificato per Windows Vista e Windows 7; ciò consente di riprendere e utilizzare tutti i meccanismi di sicurezza di Windows.
www.copadata.it
EFA AUTOMAZIONE
Ignition di Inductive Automation, commercializzato in Italia da EFA
Automazione, è una soluzione Scada/HMI/MES basata sulle più innovative tecnologie come i database SQL e Java completamente
cross-platform; caratterizzato da una struttura di tipo modulare, è
molto semplice da integrare e
da aggiornare, rispondendo alle
crescenti esigenze di raccolta
dati, analisi in tempo reale e integrazione con i sistemi IT che
arrivano dal mondo dell’automazione industriale. Ignition integra
le funzionalità di registrazione
automatica e sicura di qualsiasi
tipo di evento che si verifica su
un impianto (audit), supporta
la configurazione in ridondanza
dei server, la connessione a più
database contemporanei sia con
meccanismi automatici di ‘FailoEFA AUTOMAZIONE
ver’ che di scrittura parallela con
‘store&forward’, e dispone di livelli di sicurezza personalizzabili a qualsiasi livello, dall’intero Scada alla singola TAG, basati su credenziali criptate
sia interne che esterne (active directory, database ecc.).
La sicurezza della comunicazione web tra i client e i server è garantita dalla tecnologia SSL. Il modulo di Notifica
Allarmi consente di rilevare e notificare in tempo reale
qualsiasi allarme, inviando la notifica a diversi destinatari
mediante canali multipli (email, sms, chiamata vocale), e
di definire delle opportune regole di innalzamento della
gravità dell’allarme in caso di mancato riconoscimento. Il
modulo SFC (Sequential Function Charts), infine, consente
di definire in modo semplice delle logiche di funzionamento e di reazione dell’impianto molto robuste e chiare.
www.efa.it
FESTO
Il modulo Cmga Festo è un sistema di sicurezza compatto
con possibilità di monitoraggio
delle funzioni di sicurezza sull’azionamento di un asse in grado
di dialogare con i principali bus
di campo: Profibus, Canopen e
Devicenet. Il sistema di comando
può essere gestito con un arresto
d’emergenza, un azionamento
bi-manuale, o interruttori di siFESTO
curezza con il modulo Cmga per
soddisfare i requisiti della Direttiva Macchine e il Performance Level
(PL) secondo la normativa EN ISO 13849-1.
Il componente è dotato di 14 ingressi sicuri e tre canali di switchoff, che possono essere estesi a 65 I/O. Il sistema di sicurezza Cmga,
certificato dal TÜV, assicura la conformità con i requisiti fino alla cat.
4, PLe e SIL3 e può controllare interfacce encoder per la sicurezza
del movimento e il rilevamento della posizione. ‘Festo Editor for Safety’ è il software di configurazione e comprende non solo i moduli
di sicurezza preconfigurati come arresto di emergenza o di porte di
sicurezza, ma anche le funzioni per la tecnologia di movimentazione
in condizioni di sicurezza secondo la normativa EN 61800-5-2 identificate come SS1, SS2, SOS, SLS, SLT, SLP o SDI.
www.festo.it
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
Quanto è grande una differenza fondamentale?
Chi come HEIDENHAIN produce tecnologia di misura precisa al micron lo sa bene: sono i dettagli a fare
la differenza fondamentale. Questo vale tanto per i nostri prodotti che per la nostra azienda. HEIDENHAIN
si occupa della tecnologia di misura dal 1889. Un risultato senza pari che continuiamo a perseguire: più
del 10 % del nostro profitto viene reinvestito in Ricerca & Sviluppo. Anche l’aspetto umano è un tratto
distintivo: rispetto reciproco, correttezza e fiducia sono importanti per noi - anche e soprattutto nei
rapporti con i nostri clienti. Questi “tratti somatici” danno ai nostri prodotti quel qualcosa in più e
fanno di HEIDENHAIN, in tutto il mondo, il partner preferito per la tecnologia di misura. HEIDENHAIN
ITALIANA S.r.l., 20128 Milano, Via Asiago 14, Tel.: 02270751, www.heidenhain.it, E-Mail: [email protected]
Sistemi di misura angolari
Sistemi di misura lineari
Controlli numerici
Visualizzatori di quote
Tastatori di misura
Encoder
AO
RASSEGNA
GE INTELLIGENT PLATFORMS
Il sistema di sicurezza di GE PAC8000 con Safetynet permette la gestione, a costi contenuti, di blocchi di emergenza, bruciatori, rilevatori
di incendi e gas ed è certificato per ambienti SIL 2. È un sistema affidabile e flessibile, adatto ad ambienti molto severi (come piattaforme
on e off-shore, climi rigidi o desertici) utilizzato in tutto il mondo in
numerose applicazioni di processo,
nel settore della
produzione di
energia, nell’industria chimica e
petrolchimica e
in tutti gli ambiti
dell’oil & gas. Safetynet può gestire applicazioni
GE INTELLIGENT PLATFORMS
in ambienti difficili
e presenta l’approvazione per le
categorie ENV1,
ENV2 ed ENV3 del
Lloyds’ Register
per il settore marino, industriale e
offshore.
La piattaforma di
controllo open del
Safetynet integra
il Modbus TCP
con Ethernet Fault
Tolerant (FTE) per
INVENSYS SYSTEM ITALIA
il supporto delle
comunicazioni in ridondanza e offre funzioni di
collegamento semplici ma sicure, a una vasta
gamma di software standard e dispositivi hardware. Ciò permette di operare una migrazione
estremamente flessibile interfacciando il sistema
da dispositivi e applicativi di ultima generazione
a controllori datati. Tra le caratteristiche più rilevanti Safetynet presenta: Safetynet P2P, un protocollo di comunicazione peer-to-peer sicuro e
certificato basato su Ethernet, dove input e output sono collegati a nodi differenti; misure di sicurezza come accessi
tramite account protetti, possibilità di abilitare accessi solo a PC predefiniti, funzionalità Key Switch Tag per bloccare o permettere eventuali modifiche al programma, password sul controllore per prevenire
collegamenti non autorizzati e funzioni di ridondanza in ‘hot swap’.
www.ge-ip.com
INVENSYS SYSTEM ITALIA
In Foxboro Evo di Schneider Electric gli utenti possono scegliere il
livello di integrazione che incontra le loro necessità, da un’integrazione completa fino a una separazione totale. L’architettura integrata
e al contempo separata di Foxboro Evo supporta gli utenti finali con
un’unica applicazione che permette di controllare e monitorare
immediatamente l’intero sistema. Nel sistema di automazione di
processo Foxboro Evo, i safety controller sono distribuiti come pari
nella rete Mesh di controllo. L’utilizzo di una rete Mesh, aumenta
performance, capacità e affidabilità del sistema, grazie a tecnologie
di comunicazione avanzate, fornendo elevata disponibilità e performance di rete stabili. Foxboro Evo, in particolare, formatta tutti i
dati per fluire in modo nativo tra network fisicamente isolate, con
una comunicazione one-way mantenuta tramite un communication
module. Si tratta quindi di un’architettura che integra dati di controllo
e sicurezza e permette di avvantaggiarsi di efficienze produttive e
di costo, ma è al contempo ‘separata’, dato che tutte le funzionalità
62
sono implementate su device autonomi e il sistema può essere configurato in modo del tutto separato.
http://iom.invensys.it
KEB
KEB ha sviluppato una propria architettura safety, composta da una
CPU e da moduli di ingressi e uscita digital con ‘fail tollerance zero’,
la soluzione (SIL 3) modulare e installabile su guida DIN contestualmente alla linea C6 Remote I/O. L’ambiente di programmazione incluso nella suite di programmazione Combivis studio 6, permette
ai progettisti di adattare la nuova tecnologia a progetti sviluppati
precedentemente
senza modificare nulla,
ma semplicemente
aggiungendo la CPU
e programmandola
con i blocchi funzione
conformi allo standard PLCopen Safety. Il
protocollo di comunicazione Ethercat, con
il suo master, rimarrà
inalterato seppur si
occuperà di includere
KEB
i pacchetti safety (Fail
Safe Over Ethercat) per
tutte le periferiche KEB (I/O e Drive) piuttosto che tutti i dispositivi
compatibili con gli standard menzionati.
www.keb.it
MDT SOFTWARE
Da oltre 20 anni MDT, distribuita da Servitecno, offre sul mercato soluzioni innovative che sono state via via considerate il termine di paragone relativamente ad
assicurazione di qualità,
gestione documentazione, controlli ed efficienza. MDT AutoSave
è il prodotto software di
gestione della configurazione più avanzato e
MDT SOFTWARE
ricco di funzionalità presente sul mercato, appositamente studiato per la gestione delle versioni e per il controllo
dei cambiamenti in ambiente di fabbrica e processo (change management), supportato da adeguati servizi di supporto e assistenza sul
campo. MDT AutoSave è un tool software per change management,
change control e configuration management per tutti i progetti di automazione industriale con PLC, HMI/Scada, robot e ogni altro device
intelligente. MDT AutoSave è un ambiente di tool interattivi per la gestione in tempo reale delle variazioni (change management) per software e applicazioni industriali residenti su dispositivi programmabili
(PLC) e PC (HMI/Scada), dispositivi di fabbrica intelligenti, software e
documentazione collegata. MDT AutoSave riunisce tutto il software
per automazione industriale di impianto sotto un’unica interfaccia
utente e crea un ambiente centralizzato, documentato, controllato,
ben definito che aumenta la produttività e la sicurezza nella gestione
di progetti e installazioni complesse di dispositivi e software industriali. MDT AutoSave è un’applicazione in ambiente Microsoft che
può essere totalmente integrata con tutti i software di editing e programmazione di dispositivi industriali.
www.mdtsoft.com
MITSUBISHI ELECTRIC FACTORY AUTOMATION
Mitsubishi Electric rivoluziona il tradizionale schema di flusso dei dati
nei sistemi di controllo, dalla produzione all’elaborazione MES/ERP,
solitamente realizzati con PC a livello di fabbrica, attraverso un ‘gate-
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
Anche i falsi d’autore sembrano belli…
Ma la magia è solo nell’originale!
Dieci anni di applicazioni
con un mondo di clienti soddisfatti.
Poco più di dieci anni fa, è stato lanciato sul mercato mondiale PNOZmulti: il primo modulo di
sicurezza configurabile. La forza di un’idea e la capacità tecnologica di Pilz hanno dato inizio a un
successo che sta continuando.
Come per altri prodotti, Pilz ha anticipato i tempi e, bruciando le tappe, ha definito un nuovo standard de facto: il modulo configurabile di sicurezza, che oltre ad avere stimolato l’ampliarsi della
domanda, ha generato nel tempo una serie di imitazioni, ma di cui PNOZmulti continua a essere il
punto di riferimento.
In tutte le parti del mondo sono in funzione automazioni nelle più disparate applicazioni in cui la
parte di sicurezza è affidata a PNOZmulti! Questo grazie alla sua disponibilità, semplicità d’impiego
e affidabilità.
Il segreto della longevità di PNOZmulti è da ricercarsi nel know-how di Pilz, e nella capacità di
interpretare i bisogni del mercato, ma soprattutto nella sua capacità di tradurle in soluzioni pratiche.
Un forte ringraziamento ai nostri clienti che hanno creduto in Pilz e nel corso degli anni hanno
continuato a scegliere PNOZMulti applicandolo alle loro macchine.
Pilz Italia srl - Società con unico socio - Via Gran Sasso, 1 - 20823 Lentate sul Seveso (MB) - Italy
Tel. +39.0362.1826711 - Fax +39.0362.1826755 - [email protected] - www.pilz.it
AO
RASSEGNA
way’ direttamente a bordo del PLC. Il modulo di interfaccia MES consente di realizzare in modo semplice e rapido un collegamento diretto
tra la memoria dati del PLC e un database tipo Oracle, SQL, Access o
altro ‘big data repository’, evitando quindi eventuali possibili guasti,
colli di bottiglia, complicazioni software e soprattutto, problemi di
vulnerabilità. Il fattore chiave per la sicurezza (security) è l’architettura CPU di tipo
bit processing e
il sistema operativo ‘hard wired’
del PLC Melsec
System Q, che
rende il sistema
inaccessibile ad
attacchi informatici esterni
con il potenziale
rischio di maniMITSUBISHI ELECTRIC FACTORY AUTOMATION
polazioni e corruzione di dati
riguardanti la produzione. Oltre a ciò, il modulo interfaccia MES offre
una serie di vantaggi tra cui la maggiore affidabilità ed economicità rispetto a un PC, minori rischi di perdita dei dati, riduzione dei problemi
di obsolescenza hardware e software e rappresenta la soluzione ideale per ottenere incrementi di produzione ed efficienza.
it3a.mitsubishielectric.com
NATIONAL INSTRUMENTS
NI ha annunciato CompactRIO, il nuovo controller progettato via software che integra le ultime tecnologie embedded di Intel e Xilinix per
fornire prestazioni e flessibilità senza pari, ed è totalmente supportato da LabView
2014 e da NI
Linux Real-Time.
Ideale per il controllo avanzato e
per applicazioni
in ambienti industriali difficili,
fornisce l’elaborazione
a
prestazioni elevate, timing e
NATIONAL INSTRUMENTS
triggering personalizzati e
il trasferimento dati dagli I/O C serie modulari. LabView 2014 con
il supporto NI Linux Real-Time permette agli ingegneri e tecnici
di utilizzare un solo ambiente di sviluppo per continuare a sviluppare il loro sistema traendo vantaggio immediato dalle prestazioni
dell’hardware CompactRIO. Elementi chiave per il raggiungimento
di queste prestazioni sono il processore Intel Atom, il ciclo si chiude
più velocemente, si portano a termine più compiti con lo stesso controller e l’elaborazione dei dati è più accurata e veloce; Kintex-7 Fpga
consente l’elaborazione di più canali e l’implementazione di algoritmi complessi di filtraggio e controllo; NI Linux Real-Time permette
l’accesso a un’ampia gamma di applicazioni e IP con un robusto OS
realtime basato su Linux, mentre UI Embedded l’implementazione di
un dispositivo locale HMI e l’utilizzo del sistema di controllo per task
HMI, con una riduzione dei costi relativi ai componenti, del tempo
impiegato per lo sviluppo e l’integrazione.
L’aggiunta di videocamere USB3 o GigE Vision utilizzando NI Linux
Real-Time integra l’acquisizione di visione direttamente in un’applicazione. Il nuovo Vision IP inoltre trasforma Fpga in un coprocessore
di visione a prestazioni elevate. Con un sistema RIO è possibile definire la protezione a più livelli, sia a livello fisico sia di rete, a livello di
sistema operativo e di applicazione.
www.ni.com
64
OMRON ELECTRONICS
Il controllore NX Safety, in combinazione con il nuovo sistema NX
I/O e il Machine Controller Sysmac NJ di Omron è un passo decisivo
verso la piena integrazione tra la sicurezza, la logica, il controllo del
movimento e la visione, in un unico software (Sysmac Studio), in un’unica rete (Ethercat) e in un unico sistema di controllo (Sysmac NJ) che
contribuirà ad aumentare la sicurezza della macchina e a migliorare la
produttività per l’intero ciclo di vita della macchina. Il controllore NX
Safety e gli I/O distribuiti NX Safety possono essere posizionati liberamente nella rete Ethercat. L’integrazione in un unico software (Sysmac
Studio) semplifica la progettazione iniziale del sistema, l’installazione e la manutenzione dell’applicazione. Grazie a questo sistema
integrato i costruttori di macchine possono concentrarsi sul miglioramento delle prestazioni e della sicurezza delle macchine oltre che
sulla configurazione del sistema. Sysmac Integrated Safety è adatta
per tutte le applicazioni che hanno elevati requisiti di sicurezza, fino al
Performance Level
(PLe) secondo la
norma ISO-13849-1
e SIL3 secondo la
norma IEC61508
ed è conforme
agli standard di
programmazione
IEC-61131-3 includendo i blocchi funzione di
OMRON ELECTRONICS
sicurezza certificati
PLCopen. La combinazione in un’unica soluzione del sistema integrato per la sicurezza
e dei componenti di sicurezza, ha grandi vantaggi per i costruttori di
macchine in termini di standardizzazione. Omron è infatti un fornitore
globale in grado di offrire non solo componenti, ma anche soluzioni e
servizi, inclusa la sicurezza per applicazioni semplici o più complesse.
www.industrial.omron.it
PANASONIC ELECTRIC WORKS ITALIA
La teleassistenza è una delle funzionalità più richieste dalle aziende
OEM, per offrire un servizio di post vendita ai propri clienti, ridurre il
tempo di intervento e per realizzare riduzione costi nelle assistenze in
garanzia. Solitamente la difficoltà che si riscontra, è affidarsi a una soluzione che a 360° sia utilizzabile nei diversi mezzi trasmissivi cablati
o wireless, funzioni
nei diversi Stati e
sia implementabile e realizzabile
nella maniera più
semplice possibile.
Panasonic Electric
Works risponde a
questa esigenza
equipaggiando il
modulo FP Web
Server con la funPANASONIC ELECTRIC WORKS ITALIA
zionalità Open
VPN. L’Open VPN
è un protocollo open source, quindi economico perché libero da
royalty da pagare, che permette di creare tramite lo scambio di certificati, una rete privata virtuale (VPN) tale per cui in maniera del tutto
automatica e trasparente, la macchina remota diventa un nodo nella
stessa rete aziendale come se ci fosse un cavo di rete presente.
La rete VPN istanziata, crea inoltre un tunnel criptografato tale da rendere sicura e impossibile l’intromissione e i tentativi di hackeraggio.
L’utilizzo della funzionalità Open VPN è agevolata dalla libreria ‘easy
to use’ sviluppata appositamente per renderne agevole l’utilizzo di
questa e di tutte le funzionalità disponibili nell’FP Web Server.
Altre funzionalità disponibili possono corredare e arricchire la mac-
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
china dell’OEM come l’invio di email o di sms (nel caso di connessione
Gprs/Umts) per avvisi d’allarme o di eventi, la funzionalità FTP Client/
Server per lo scambio di file di datalogging su SDCard, le pagine
Html/Ajax per una basilare ma efficace supervisione.
La soluzione si completa con il Server Open VPN liberamente scaricabile e installabile in un server di rete, oppure tramite modem router
provvisti della funzionalità server.
www.panasonic-electric-works.it
PCVUE
PcVue è uno Scada di nuova generazione sviluppato dalla società
francese ARC Informatique, presente in Italia con la filiale PcVue.
L’ultima versione presenta nuove funzionalità e migliorie sia nell’ambiente di sviluppo con un impatto grafico molto intuitivo, sia con i
driver di comunicazione IEC-60870-5-104 e IEC61850 specifici per il
power management. Tra le
principali caratteristiche di
PcVue emerge la presenza
di tool basati su tecnologia
object-oriented che permettono di ridurre e ottimizzare
i tempi di sviluppo di un’applicazione. Pcvue soddisfa
gli standard industriali di
affidabilità e prestazioni
per coprire tutte le esigenze
dalle applicazioni singlePC VUE
station a quelle molto complesse per ambienti ‘mission
critical’. Il tool Smart Generator crea applicazioni
PcVue da sorgenti come
Autocad, Codesys, Isagraf,
Siemens Step7, FactoryLink,
Wago-Dali. Grazie alla nuova
interfaccia Bacnet nativa è
possibile realizzare un sistema completo di gestione
centralizzata di un edificio.
Dal punto di vista dell’inPHOENIX CONTACT
terfaccia utente sono stati
introdotti nuovi tool per velocizzare ulteriormente lo sviluppo delle applicazioni.
Il livello di sicurezza di un’applicazione realizzata con
PcVue potrà essere certificato SIL, come quella realizzata per il Cern di Ginevra che risponde alle specifiche
di sicurezza necessarie per raggiungere il livello SIL2
(seconda norma IEC 61508).
www.pcvuesolutions.com
PHOENIX CONTACT
Il controllore master del bus di campo in cui viene inserita la soluzione SafetyBridge Technology di Phoenix
Contact, integrabile in una soluzione fieldbus indipendentemente dal protocollo di comunicazione utilizzato,
è un normalissimo controllore di automazione e non quindi un Safety
PLC. L’unità centrale gestisce la logica di automazione sicura (modulo Lpsdo) in modo indipendente dal controllore master del bus di
campo superiore e dialoga con moduli I/O sicuri remotati.
Con l’aggiornata versione 3, l’unità logica sicura centrale (modulo
Lpsdo) può gestire un numero maggiore di I/O sicuri rispetto al passato (fino a 16 slave a scelta tra modulo con 8 DI, modulo con 8 DO o
modulo con 4 DOR) e instaurare una comunicazione sicura con altre
unità Lpsdo disposte sullo stesso bus di campo superiore.
Il controllore standard master del bus superiore riceve in modo
trasparente anche lo stato degli I/O di sicurezza, permettendo una
semplice ed economica integrazione degli stessi negli strumenti di
diagnostica standard. La logica di sicurezza è parametrizzata attraverso il software gratuito Safeconf, con blocchi funzione chiusi certificati, un ambiente grafico di programmazione e ampio ricorso alla
logica ‘plug & play’.
www.phoenixcontact.it
PILZ ITALIA
PSS4000, il sistema per tutte le funzioni di controllo, riunisce in un
unico dispositivo le funzioni di automazione, di sicurezza, motion
control, diagnostica e di visualizzazione, che permette di programmare semplicemente funzioni di sicurezza su una piattaforma di controllo con elevate prestazioni.
Semplicità d’utilizzo, anche in fase di validazione del software, grazie alla disponibilità di linguaggi di programmazione conformi a IEC
61131-3 e classificati come LVL (Low Variability Language) all’interno
PILZ ITALIA
della piattaforma di gestione e programmazione Pilz Automation Suite. Con PSS4000 è possibile realizzare una
soluzione di automazione con intelligenza distribuita,
ma gestita centralmente.
Grazie alla piattaforma software PAS4000 è possibile
gestire centralmente dispositivi intelligenti distribuiti:
tempi di reazione rapidi, elevata disponibilità e flessibilità sono garantiti. Il collegamento dei dispositivi e la
comunicazione avvengono tramite Safetynet p, realtime
Ethernet di sicurezza.
www.pilz.it
PROGEA
In collaborazione con ICS-Cert
(ente governativo americano per
la sicurezza dei sistemi informatici, in particolare nell’automazione), Progea ha sottoposto a
numerosi e severi test Movicon,
che hanno permesso di mettere a
punto la sicurezza del sistema rispetto all’esposizione a eventuali
attacchi. L’utilizzo di sistemi di
cifratura a 128 bit per la comuniPROGEA
cazione in rete e delle tecnologie
come i web service e Java, rendono sia Movicon 11 che la nuova piattaforma Automation Platform.
NExT sicure e difficilmente attaccabili. Progea, inoltre, come membro
attivo dell’OPC Foundation, ha implementato nel framework dell’ultima piattaforma, l’information model di OPC UA che risponde alle
più elevate caratteristiche di encoding e gestione dei messaggi con
chiave pubblica e privata, in linea con le più stringenti caratteristiche
di sicurezza. Certamente ogni sistema informatico deve comunque
adottare tutti gli accorgimenti necessari per garantire la sicurezza dei
dati, inoltre la diffusione del cloud computing coinvolge nella valutazione del livello di sicurezza anche l’infrastruttura e il provider a cui
ci si appoggia.
www.progea.com
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
65
AO
RASSEGNA
di I/O distribuiti sul bus di automazione Sercos III, la tipologia delle
ROCKWELL AUTOMATION
reti I/O può essere sia in linea che ad anello, una morsettiera può inI sistemi di sicurezza integrati GuardLogix offrono i vantaggi dei sicludere fino a 250 singoli moduli, l’unità di base di ogni isola I/O è
stemi standard ControlLogix, con l’aggiunta delle caratteristiche
l’interfaccia Sercos III, inserita sulla base insieme al primo terminale.
che supportano le applicazioni di sicurezza SIL 3. I controllori di siwww.schneider-electric.it
curezza GuardLogix, in un unico controllore, propongono funzioni
di controllo integrate (sicurezza, discreto, assi, drive e di processo) e
connettività ottimale ai sistemi informativi a livello di stabilimento.
SERVITECNO
È possibile utilizzare reti Ethernet/IP o Controlnet per l’interblocco
ServiTecno distribuisce in Italia N@tCheck, una soluzione flessibile e
di sicurezza tra controllori GuardLogix oltre che collegare dispositivi
scalabile espressamente pensata per la protezione di reti e sistemi di
di campo su reti Ethernet/IP o Devicenet. Un importante vantaggio
automazione e controllo che garantisce una protezione completa e
di questo sistema è che si tratta di un singolo progetto che prevede
in tempo reale di reti e sistemi industriali. Il prodotto ha funzioni di
sia il controllo standard sia quello di sicurezza. Durante lo sviluppo,
protezione perimetrale, antivirus e antimalware, firewall industriale
proprio come altri processori Logix, sicurezza e standard hanno le
con DMZ, intrusion Detection & Prevention, VPN per accessi remoti
stesse regole. Sono possibili modifiche on‐line, forzature e anche più
protetti. Basato su un prodotto UTM (Unified Threat Management,
utenti. Una volta che il progetto è stato testato ed è pronto per la
gestione unica delle minacce) e NPG (Network Protection Gateway,
convalida finale, l’utente imposta il task
dispositivo per la protezione della rete),
di sicurezza sul livello di integrità SIL 3,
N@tCheck si articola in sistemi hardware
che viene quindi applicato dal controlaffidabili e di facile installazione e soflore GuardLogix. Quando la memoria di
tware ampiamente collaudato, che consicurezza è bloccata e protetta, la logica
sente un monitoraggio continuo di tutta
di sicurezza non può essere modificata.
la rete, con segnalazione degli allarmi,
Per quanto riguarda la parte standard del
reporting su database, visualizzazioni gracontrollore GuardLogix, tutte le funzioni
fiche di efficacia immediata e storicizzasono quelle di un normale controllore
zione delle situazioni verificatesi sulla rete
Logix (movimento, inverter, sequenziale
per ogni tipo di analisi successiva. Può ese processo): quindi, sono possibili modifisere integrato con un sistema legato a siche on‐line, forzatura e ogni altra attività,
tuazioni in grado di monitorare lo stato di
con la sicurezza totalmente isolata. Con
salute della rete e dei sistemi (DCS, Scada,
ROCKWELL AUTOMATION
questo livello di integrazione, la memoria
PLC ecc.) attivando degli allarmi su eventi,
di sicurezza può essere letta da
incidenti e anche solo situazioni
dispositivi logici ed esterni stansospette che potrebbero arrivare
dard, quali interfacce operatore
a compromettere la funzionalità
o altri controllori, eliminando il
della rete di fabbrica. Prevede
bisogno di gestire la memoria
infatti software di collegamento
di sicurezza in modo separato. Si
con la rete di impianto che risulta
ottengono così un’integrazione
non intrusivo sui servizi di rete.
semplificata a livello di sistema
Utilizzando il protocollo di rete
e la possibilità di visualizzare lo
Snmp e un OPC server per protostato della sicurezza su display o
collo Snmp, è possibile avere su
SCHNEIDER ELECTRIC
testi scorrevoli.
uno Scada tutti i dati messi a diwww.rockwellautomation.it
sposizione dagli apparati di rete
che supportano il protocollo Snmp. Una
volta acquisiti i dati dallo Scada, è possiSCHNEIDER ELECTRIC
bile definire strategie di allarmi, pagine
Il PLC di sicurezza Preventa TM5SLC ofgrafiche, storici e report come in una clasferto da Schneider Electric gestisce le
sica applicazione Scada di supervisione di
funzioni di sicurezza della macchina sul
impianto.
bus di comunicazione Sercos III. Il conwww.servitecno.it
cetto di sicurezza aperto implementato
da Schneider Electric sulla soluzione
motion PacDrive 3 (sicurezza secondo
SIEMENS
IEC 61508:1998, EN/ISO 13849:2006 ed
La famiglia Simatic S7-1500 di Siemens si
EN 62061:2005) soddisfa i requisiti della
è ampliata con le nuove CPU Failsafe di
nuova Direttiva Macchine 2006/42/CE e
fascia medio-alta S7-1518F e S7-1516F,
offre una vasta gamma di soluzioni. Con
dotate entrambe di una robusta memoSIEMENS
la sicurezza integrata, gli utenti possono
ria utente (10 MB la prima e 1,5 MB la seimplementare safety function fino al SIL
conda) e di interfacce Profinet e Profibus
3 secondo IEC 61508. L’integrazione dell’automazione di sicurezza
che supportano il protocollo di sicurezza Profisafe. La CPU S7-1518F
nell’automazione standard è uno dei requisiti dominanti oggi per
è la CPU più potente mai realizzata da Siemens e consente di comanl’utente. Un protocollo di sicurezza permette la completa integradare fino a 128 assi in posizionamento semplice tramite Profinet o
zione della comunicazione safety in quella standard, senza bisogno
Profibus isocrono. Negli ultimi mesi la gamma di CPU Failsafe si è ardi cablaggio dedicato o bus di sicurezza. I segnali safety dei disporicchita ulteriormente con l’introduzione delle famiglie S7-1515F e
sitivi di acquisizione dati o di dialogo sono collegati attraverso I/O
S7-1517F; la prima è orientata ad applicazioni di fascia media (equiremoti. Il controllore di sicurezza Preventa TM5SLC sull’anello Sercos
valente a una CPU S7-315F), mentre la seconda completa la fascia alta
III consente la programmazione delle funzioni safety. Sia le funzioni
dell’offerta Siemens. Seguiranno altre CPU Failsafe che soddisferanno
standard che quelle di sicurezza, ottimizzate in base alle definizioni
le necessità delle applicazioni di fascia medio-bassa. Le CPU Failsafe
di programma, possono essere implementate in un’unica soluzione
S7–151xF, sono certificate secondo la EN 61508 per applicazioni di
integrata. Il sistema di moduli I/O TM5 consente di creare soluzioni
sicurezza fino a SIL 3 o PL e secondo la ISO 13849. Il pacchetto Failsafe
66
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
si completa con il software di programmazione Safety Advanced V13.
Nell’ultima versione è migliorata ulteriormente l’usabilità con l’introduzione del F-OB, il task specifico per la sicurezza e gli F-UDT per la
gestione delle strutture anche in ambito Failsafe.
www.siemens.it
TELESTAR
Certec, partner di Telestar, rivoluziona il mercato Scada e web HMI con
il suo innovativo prodotto atvise, il primo Scada sviluppato al 100%
su tecnologia web che permette di sfruttare al massimo la potenza e
la comodità del web. La tecnologia impiegata consente di usufruire
di importanti e innovativi vantaggi tra i quali il fatto che atvise è avviabile ovunque, non necessita di client proprietario per la visualizzazione ma solo di un comune web browser (firefox, explorer, chrome)
su qualsiasi dispositivo (PC, tablet, smartphone ecc.). L’utilizzo della
grafica vettoriale
SVG, consente migliori effetti visivi
e oggetti perfettamente scalabili;
grazie all’utilizzo
dei web browser e
della grafica web,
è più veloce dei sistemi proprietari.
Caricare dati sul
web non sempre è
sicuro; con atvise
TELESTAR
la sicurezza dei
dati è garantita,
sono utilizzati i protocolli crittografici TLS/SSL che permettono una
comunicazione sicura tra client e server fornendo autenticazione, integrità e cifratura dei dati. Basti pensare che gli stessi protocolli sono
utilizzati dai siti home banking o e-commerce, per i quali la sicurezza
dei dati sensibili è una tematica di primaria rilevanza.
www.telestar-automation.it
VIPA
Vipa ha sviluppato Slio, il sistema di I/O remotate con un bus di comunicazione tra i più veloci al mondo, ben 48 Mbit/s. Si tratta di un
sistema montato su guida DIN standard da 35 mm che comprende
un’interfaccia provvista di alimentatore per le I/O e per il bus di comunicazione, cui si
aggiungono fino a
64 moduli di I/O e
funzionali con granularità 2-4-8 canali
e dimensioni di 12,5
mm di larghezza,
100 mm di altezza
e 76 mm di profondità. Le interfacce
previste sono Profibus DP, Canopen,
VIPA
Ethercat, Profinet
I/O, mentre la conformazione del modulo è realizzata affinché il connettore dell’interfaccia, una volta montato, non sporga dai moduli al fine di contenere
al massimo lo spazio utilizzato. Per quanto riguarda l’aspetto della
sicurezza, le interfacce Profibus e Profinet di Slio supportano il protocollo Profisafe e permettono al sistema di impiegare ingressi e uscite
di sicurezza livello SIL3. Ciò consente una completa integrazione dei
sistemi di IO remotati Slio, per diventare parte integrante dei più
avanzati sistemi di sicurezza. Inoltre, Vipa ha aperto una collaborazione con Wieland, commercializzando il PLC di sicurezza SamosPRO
che ben si integra con PLC e HMI Vipa.
www.vipaitalia.it
Informazione
a ciclo continuo
Ricerca le migliori prestazioni e la massima
efficienza, anche nell’informazione
Il nuovo sito di Fiera Milano Media interamente
dedicato all’automazione di fabbrica e di processo
www.automazione-plus.it
Lead your business
di Antonella Cattaneo
Foto tratte da http://pixabay.com/
AO Tavola rotonda
La protezione degli
asset di automazione
Parliamo di protezione delle reti industriali per bloccare
le minacce informatiche e impedire accessi non autorizzati con
alcuni esperti del settore
L
a scena sta cambiando. Rispetto a qualche anno fa si sta
assistendo a un’evoluzione delle minacce alla sicurezza
informatica che preoccupa molto le aziende. Internet
viene sempre più massicciamente utilizzato dentro e
fuori l’azienda e questo rende gli utenti sempre più
esposti a minacce non conosciute. È anche cambiato il profilo
degli ‘hacker’, le loro motivazioni… Cosa bisogna fare, allora, nel
mondo dell’automazione per mettersi al riparo? Sentiamo cosa ne
pensano alcuni dei nostri intervistati: Patrich Villa, product manager Watchguard per Fiore (www.watchguard.com - www.fioresrl.
com), Alberto Griffini, product manager PLC&Advanced Solutions
di Mitsubishi Electric, (it3a.mitsubishielectric.com), Raffaele Esposito, product manager Safety, I/O & Networking, Phoenix Contact
(www.phoenixcontact.it), Giancarlo Carlucci, product manager
Plant Solutions - PLC, Networks & I/O di Schneider Electric (www.
schneider-electric.it), Angelo Candian, head of industrial communication di Siemens Italia (www.siemens.it).
Automazione Oggi: L’aumento dell’utilizzo di Internet e delle
reti di comunicazione in sistemi di automazione ha obbligato
le aziende a rivedere il proprio approccio alla sicurezza. Quali
metodologie e strumenti possono consentire l’individuazione di problemi e la risoluzione?
Patrich Villa: Sicuramente l’adozione di apparati dedicati alla
sicurezza informatica deve trovare sempre più largo uso in tutte
le realtà aziendali. Oggi il mondo UTM (apparati che raccolgono
molteplici funzionalità per la sicurezza della rete) si è avvicinato
molto in termini di rapporto prezzo/funzionalità anche al mercato
della piccola e media impresa e questo permette di alzare la soglia di protezione dei dati anche per questa realtà. La crescita di
reti wireless infatti, sia in ambito produttivo/logistico sia office, è
68
una falla nella sicurezza della rete. Perciò l’utilizzo di apparati che
dispongono di molteplici livelli di sicurezza, come la cifratura dei
dati e l’autenticazione degli utenti, diventano strumenti indispensabili, capaci di ridurre drasticamente questa tipologia di rischi.
Raffaele Esposito: La security di una rete di comunicazione in
senso lato - e quindi riferibile anche a quelle reti previste a bordo
macchina, linea o impianto industriale - è un aspetto che merita
un approccio pieno e consapevole, alla stessa stregua di quello
che viene tradizionalmente riservato ad altri aspetti progettuali
quali ad esempio la safety, la compatibilità elettromagnetica o i
rischi di esplosione, laddove tali elementi trovano applicazione.
In prima battuta deve esserci la consapevolezza: per non rischiare
di sottovalutare o di tralasciare colpevolmente le esigenze di security di una propria rete di comunicazione deve essere maturata
una competenza tecnica che consenta di comprendere non solo
le opportunità dell’adozione di una tale tecnologia, ma anche i
rischi potenziali ad essa associati. Ovviamente questa competenza tecnica deve anche consentire al progettista di individuare
agevolmente, valutare e testare soluzioni tecnologiche dedicate
alla limitazione degli utilizzi fraudolenti e quindi non previsti della
rete di comunicazione/automazione. Elemento imprescindibile
è quindi l’adeguata formazione tecnica. A questo andrà poi aggiunto un approccio programmatico tipico della gestione in qualità di un progetto, con definizione delle responsabilità, dei tempi
e modi di valutazione e/o di eventuali interventi (progettazione e
implementazione di misure di riduzione del rischio).
Giancarlo Carlucci: L’integrazione tra i sistemi di automazione
e le reti di comunicazione digitali, interne o esterne all’azienda,
richiede una particolare attenzione fin dalla fase di progettazione.
Si devono adottare soluzioni che consentano di proteggere i dati
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
Alberto Griffini: L’Industrial Ethernet, inteso come utilizzo di tecnologie Ethernet nell’automazione di fabbrica e nel controllo di
processo, ha portato una serie di vantaggi in termini di apertura
e flessibilità dei sistemi, ma di contro presta il fianco a possibili
problematiche di accessi indesiderati e potenzialmente pericolosi. Per questa ragione la scelta di Mitsubishi Electric di puntare
su CC-Link IE, come fieldbus aperto basato su gigabit Ethernet e
protocollo realtime, consente di mitigare i rischi di vulnerabilità
rispetto a protocolli con stack TCP/IP più comuni nelle reti Enterprise e di conseguenza maggiormente esposti.
Angelo Candian: Non esiste una soluzione standard che può
sempre essere applicata perché ogni sistema possiede le proprie
condizioni di contorno, diversi rischi e diversi obiettivi di protezione. Ma ci sono procedure collaudate e un numero ragionevole
di misure possibili che devono essere prese in considerazione
per un concetto di sicurezza efficiente. Le misure di sicurezza
individuali hanno sempre lacune e sono quindi insufficienti. Un
provvedimento individuale è più facile da by-passare rispetto a
diversi in successione. È anche vero che minacce multi-sfaccettate
devono essere contrastate con innumerevoli misure. Ad esempio,
i virus non possono essere efficacemente contrastati con i firewall,
e gli accessi non autorizzati non possono essere neutralizzati con
i programmi antivirus. Misure tecniche di protezione non pos-
sono coprire tutti gli obiettivi di protezione, il che significa che le
misure organizzative sono indispensabili. Così, un solo concetto
può ridurre al minimo tutti i rischi e fornire una protezione efficace. Di conseguenza, il concetto Siemens di sicurezza industriale
corrisponde a una difesa multistrato, la cosiddetta ‘difesa in profondità’. Questo concetto fornisce protezione all’automazione di
sistema a tutto tondo e in profondità. Da un lato, questo significa
che vari e reciprocamente complementari meccanismi protettivi
sono in atto per essere in grado di soddisfare le diverse minacce
(protezione a tutto tondo) e, dall’altro, che ci sono diverse barriere
che devono essere superate da un potenziale aggressore. Il concetto contiene componenti importanti di sicurezza del sistema,
della rete e integrità del sistema.
Con un approccio di ‘difesa in profondità’ in cui le misure di sicurezza necessarie sono perfettamente intrecciate, è possibile ottenere una completa e affidabile
protezione di un sistema automatizzato. Solo l’operatore può in
definitiva garantire che il sistema
funzioni correttamente, ma il costruttore, ad esempio Siemens,
può aiutare fornendo prodotti con
funzioni di sicurezza, in modo che
i concetti di sicurezza possano essere effettivamente implementati.
Foto tratte da http://pixabay.com/
e l’integrità della rete stessa dal rischio di intromissioni ed errori
umani; allo stesso tempo è fondamentale formare il personale
affinché sia sensibilizzato alle necessità di sicurezza e ai corretti
comportamenti, soprattutto se è data loro la possibilità di interagire con gli asset di automazione attraverso strumenti quali tablet, o PC remoti, cosa che avviene
sempre più, ad esempio per le interfacce HMI. Si tratta di integrare il
concetto di cybersecurity nell’ambiente industriale, trovando il corretto equilibrio tra la protezione
delle reti e il mantenimento delle
performance attese dagli asset di
automazione; non per tutti gli elementi della rete sarà necessario
garantire lo stesso livello di protezione, quindi sulla base di una corretta analisi dei processi, del loro
Giancarlo Carlucci,
grado di criticità e di rischio nonché
Schneider Electric
del loro livello di apertura verso l’esterno sarà possibile costruire una
soluzione di sicurezza adeguata.
Gli hardware e software di automazione e controllo hanno oggi
caratteristiche che consentono di
integrare la sicurezza fisica e logica
a bordo di ogni singolo elemento
delle macchine o dei processi. Una
tendenza che è realtà nei nostri PLC/PAC ad esempio è quella di
poter determinare i livelli di accesso, l’attivazione di eventuali servizi http/FTP ecc., garantendo quindi una inviolabilità certificata
secondo gli standard Achille L2.
A.O.: Nel mondo dell’automazione si è cercato di adeguare le
metodologie tipiche del mondo
safety al mondo security con
scarso successo. Come è possibile fare una stima del livello di
rischio?
Villa: La stima del livello di rischio
deve essere fatta analizzando
la rete nel suo insieme e individuando i potenziali punti di acPatrich Villa,
Watchguard per Fiore
cesso delle minacce: connettività
Internet, servizi pubblicati, punti di
accesso wireless e wired, terminali a disposizione degli utenti, metodologie di autenticazione e via dicendo. Si tratta di un processo
che richiede competenze informatiche e di networking specifiche
oltre che una metodologia che esula da quanto fatto fino ad oggi
in termini di safety. È sempre maggiore il numero di società che
si sta specializzando in analisi dei rischi e di sicurezza informatica.
Esposito: In linea generale un processo di analisi del rischio prevede fasi successive che possono essere riassunte in modo estremamente sintetico nell’individuazione dei rischi, nella stima degli
stessi e in un successivo raffronto di questi rischi stimati con un
livello di rischio ritenuto accettabile. Qualora il rischio stimato sia
superiore al rischio accettabile, sarà necessario mettere in opera
misure di riduzione del rischio. Calando questo processo generale
nel mondo della security andrebbero quindi individuate le potenziali vie per un accesso fraudolento alla propria installazione/rete e
andrebbero valutate le potenziali conseguenze di un tale accesso
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
69
AO Tavola rotonda
(in senso lato, comprensivo quindi di tutte le componenti quali
ad esempio costi di mancata produzione, danni all’installazione,
rischi per gli operatori, perdita di dati sensibili e quindi di knowhow, danni di immagine…). Se
tali conseguenze sono superiori a
quelle ritenute accettabili sarà necessario predisporre misure tecniche per evitare accessi indesiderati,
scegliendo soluzioni tecnologiche
tanto più affidabili quanto maggiore è il range tra rischio potenziale e rischio accettabile.
Angelo Candian,
Siemens Italia
Foto tratte da http://pixabay.com/
Griffini: Benché safety e security riguardino entrambe la sicurezza, si
tratta di fattori di rischio e
metodi di contenimento
differenti (ricordando che
un sistema sicuro al 100%
non è in genere possibile).
L’approccio è quindi in
entrambi i casi basato su
stime di carattere statistico e le metodologie di
calcolo del rischio usate
nel campo safety potrebbero in teoria essere adottate anche nel mondo
security. In questo senso
lo sforzo necessario potrebbe essere quello di
identificare e quantificare
fattori e probabilità di rischio nella
security, ancora invece poco codificati.
Candian: Una misura organizzativa è quella di stabilire un processo
Raffaele Esposito,
di gestione della sicurezza. Al fine
Phoenix Contact
di prendere decisioni fondate
sulle quali le misure abbiano senso, si deve prima analizzare quali
rischi concreti non possono essere tollerati. Sia la probabilità di un
rischio che si verifichi sia l’eventuale entità dei danni giocano un
ruolo decisivo. Se l’operatore omette di effettuare un’analisi dei
rischi o non determina gli obiettivi di protezione, vi è un notevole
rischio che vengano prese misure inadatte, troppo costose o inefficaci e molti punti deboli non verranno rilevati o sanati.
Gli obiettivi di protezione derivano dall’analisi dei rischi e servono
come base per misure tecniche concrete. Le misure devono essere controllate dopo l’implementazione. Il rischio deve essere
valutato di volta in volta, e se ci sono stati cambiamenti, perché
la situazione ‘minaccia’ può essere cambiata. A quel punto il processo ricomincia dall’inizio.
A.O.: Ci sono strategie per ridurre l’impatto di tecnologie non
sicure in sistemi di automazione? Quale livello di sicurezza
devono garantire?
70
Villa: L’adozione di algoritmi di cifratura certificati e riconosciuti e
l’adozione di tecnologie di autenticazione sicure possono già garantire un notevole incremento del livello di sicurezza. Purtroppo
ancora oggi queste tecnologie sono viste come accessorie e di
difficile implementazione.
Esposito: La proposta di componentistica o di soluzioni attinenti
la security aziendale è sufficientemente vasta e in grado di raggiungere livelli di efficacia atti a coprire anche eventuali situazioni
di rischio elevato. Una prima soluzione ‘entry level’ è costituita da
accessori meccanici che permettono di impedire l’accesso all’infrastruttura di rete andando, in modo fisico, a impedire la connessione di cavi su porte di connessione disponibili e non utilizzate
nell’infrastruttura di rete. Passando a un livello di protezione
decisamente superiore, è possibile ricorrere all’uso di managed
switch che possono essere configurati in modo
da garantire una
politica di security multilivello.
È infatti di volta
in volta possibile
agire a livello di
accessi qualificati
(User Account)
permettendo
l’accesso a zone
Alberto Griffini,
nevralgiche solo a
Mitsubishi Electric
personale esperto
qualificato (che
per poter accedere dovrà ricevere opportuna password). Con i medesimi dispositivi, è inoltre possibile configurare delle Virtual Local Area
Network (Vlan), piuttosto che attingere a tutta una serie di protocolli di derivazione IT quali ad esempio Https, Snmp V3 con crittografia, Web/Telnet interface … I managed switch consentono
infine anche di definire una politica di accesso dall’esterno alla singola porta mediante la creazione di una ‘white list’ contenente gli
indirizzi MAC dei soli dispositivi che possono dialogare su quella
specifica porta. Volendo ulteriormente innalzare il livello di protezione in caso di collegamento da remoto è possibile ricorrere
anche a dispositivi diversi, vale a dire i router/firewall industriali.
Questi ultimi dispositivi consentono un accesso da remoto estremamente sicuro grazie alla loro gestione di tunnel VPN (Virtual
Private Network) permettendo in tal modo una comunicazione
crittografata, e quindi sicura, attraverso una rete esterna ‘insicura’
(ad esempio Intenet). Il firewall integrato consente inoltre la definizione di una politica di comunicazione, permettendo, tramite
opportuna configurazione, di consentire o limitare lo scambio dati
da/verso l’impianto su determinate porte o in comunicazione con
soli ben specifici dispositivi (specifica dell’indirizzo IP).
Carlucci: Ci sono da considerare sia un elemento culturale, sia un
elemento operativo. L’elemento culturale riguarda la necessaria
azione per rendere consapevoli tutti coloro che operano in ambienti industriali connessi alla rete dei comportamenti corretti e
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
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AO Tavola rotonda
Griffini: Anche per i sistemi di automazione i rischi legati alla sicurezza possono provenire da agenti interni, quali operatori, errori, accessi ‘fisici’, o esterni come gli attacchi via Internet e i virus.
L’approccio a livello aziendale prevede misure di sicurezza, più
o meno elevate secondo il potenziale rischio, di tipo tradizionali
come VPN, firewall, password ed altre tecnologie più integrate
nel prodotto. In particolare nel caso dei nuovi controllori Melsec
iQ-R di Mitsubishi Electric sono disponibili ‘protection key’ di tipo
elettronico e filtro indirizzo IP per proteggere il programma CPU
e bloccare accessi non autorizzati.
Candian: In primo luogo è importante aumentare la comprensione generale del fatto che le misure di prevenzione devono
esistere in modo sistematico, universale e sostenibile anche durante il processo di sviluppo e che devono essere costantemente
controllate. Coloro che sono coinvolti attivamente nella strutturazione di questo processo, sia i fornitori sia i reparti di sviluppo,
devono porre le basi per certificazioni di sicurezza, ad esempio in
conformità con ISA Secure (International Society of Automation)
o Nerc-CIP (North American Electric Reliability Corporation - Pro-
72
tezione delle Infrastrutture Critiche). Gli esperti poi esaminano i
processi di sviluppo e l’organizzazione interna che vengono valutati sulla base degli aspetti di sicurezza.
L’obiettivo è quello di trovare misure di miglioramento nei processi rilevanti e, se richiesto o ritenuto utile, a introdurre anche
nuovi ruoli e responsabilità all’interno dell’organizzazione. I
seguenti miglioramenti di processo sono stati introdotti da Siemens nel contesto di tali valutazioni e sono stati raggiunti risultati
di miglioramento. Creazione di un nuovo ruolo nel processo di
Product Lifecycle Management: esperti di sicurezza dei prodotti
controllano il processo PLM e sono responsabili per la sicurezza
dei dati di prodotto; creazione di linee guida di programmazione;
istituzione di linee guida per la programmazione della sicurezza
al fine di evitare punti deboli tramite analisi statistiche nel codice
sorgente; istituzione della gestione del rischio per la sicurezza del prodotto; ampliamento del processo PLM
Siemens che valuta il rischio per la sicurezza in
specifici step PLM e dai quali derivano contromisure. Ottimizzazioni del processo di
sviluppo: adattamenti del processo di
sviluppo, al fine di aumentare proattivamente la sicurezza contro lo sviluppo di punti deboli; creazione di
una sensibilizzazione alla sicurezza
in fase di sviluppo; creazione di
una consapevolezza tra gli sviluppatori al fine di stabilire la sicurezza
industriale come elemento centrale; ampliamento della strategia di
prodotto con meccanismi di sicurezza;
introduzione dell’integrità dei dati, della
riservatezza dei dati e della disponibilità dei
dati nei prodotti come elementi fondamentali.
Foto tratte da http://pixabay.com/
delle necessarie precauzioni al fine di non causare danni, stabilendo anche correttamente le policy di accesso ai dati e ai sistemi.
È un fatto che il principale veicolo di diffusione dei virus nei settori industriali sono i PC e i supporti esterni usati per lo sviluppo
e la manutenzione dei sistemi. E la gran parte degli incidenti è
di natura non intenzionale. C’è poi l’approccio pratico descritto
da documenti e best practice applicate agli hardware e software
di sistema. La logica che noi adottiamo nelle nostre architetture,
PlantStruxure, è l’approccio DiD (Defence in Depth) basato su sei
principi cardine che guidano nella definizione delle difese da incidenti generati da elementi esterni all’infrastruttura del sistema.
Si tratta in primo luogo di creare un ‘security plan’ che individua
tutte le vulnerabilità, le procedure e politiche da seguire in caso
di incidente, questo fin dalla fase di progettazione di un sistema.
Questo è un elemento essenziale per dare risposta rapida
e certa in caso di attacchi. Dal punto di vista delle
reti, è opportuno stabilire una corretta network separation separando l’automazione
di processo e il controllo di sistema da
altre reti interne o esterne, creando
meccanismi che consentano di far
transitare nei due sensi solo il traffico autorizzato: utilizzando VPN,
firewall, router; alla protezione
deve affiancarsi la segmentazione
della rete. Un quarto elemento è la
protezione perimetrale attraverso
firewall di terza generazione (stateful inspection) che salvaguardi i punti
nevralgici dell’infrastruttura di rete. Si
può rafforzare ulteriormente la sicurezza
utilizzando dispositivi intelligenti che implementino e distribuiscano servizi o controlli
direttamente sul campo (device hardening); ultimo
ma essenziale punto, l’adozione di un sistema di monitoraggio e di aggiornamento costante dell’infrastruttura di rete.
A.O.: Sicurezza nel campo dell’automazione e sicurezza
informatica: tra le due c’è un abisso? È colmabile?
Villa: La sicurezza nel campo dell’automazione sarà sempre più
legata alla sicurezza informatica, perciò ritengo che la cultura della
sicurezza informatica dovrà rientrare gradualmente negli skill del
progettista di automazione.
Esposito: Che esista o meno un abisso tra safety e security è una
questione di punti di vista. Se ci si riferisce alla conoscenza e alla
gestione delle due problematiche da parte dei tecnici progettisti
di automazione industriale di sicuro le distanze sono oggettivamente importanti ed è ben naturale che lo siano vista la ‘cultura’
in ambito safety che da decenni si è sviluppata soprattutto per
ragioni di rispondenza a imposizioni di tipo normativo/legislativo,
a tutt’oggi ancora non presenti per l’ambito security industriale.
Senza contare che lo sviluppo di soluzioni di automazione con integrazioni di aspetti derivati dall’area dell’Information Technology
è cronologicamente molto più recente e non ha quindi ancora
avuto modo di sedimentare esperienze tecnologiche/applicative
così come è invece ormai largamente accaduto in ambito safety.
Se invece ci si riferisce alla disponibilità di soluzioni sia in termini
qualitativi sia in termini quantitativi e al supporto da parte dei
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
Utilizzate ancora architetture
dedicate per il telecontrollo?
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AO Tavola rotonda
Carlucci: La sicurezza per l’automazione e la cybersecurity non
sono affatto separate da un abisso: sono sempre più due elementi
che si integrano a vicenda anche se ognuna di esse conserva caratteristiche specifiche. In un contesto in cui sempre più elementi
dei processi industriali - uno per tutti, il PLC - comunicano con lo
standard IP scambiando dati
con una rete industriale o con
la rete aziendale, è necessario
affrontare in modo olistico la
sicurezza fisica e logica.
Candian: Nello stabilire i concetti di sicurezza, la situazione
nell’ambiente di automazione
sembra molto diversa da quella
in ufficio. Le reti di protezione
nell’automazione presentano
un’enorme sfida, perché si
entra in conflitto con altri requisiti importanti come la capacità
di performance, la disponibilità e facilità d’impiego. Inoltre, garantire una rete o sistema sicuro richiede una costante attenzione
ai dettagli e possibili adattamenti, il lavoro non termina con una
semplice installazione, come nel caso di un normale sistema di
automazione. Anche dopo il collaudo, le minacce devono essere
valutate e le risposte fornite con adattamenti e aggiornamenti, se
necessario, per garantire che il sistema rimanga sicuro.
A.O.: Analizzando i dati relativi a incidenti su reti e sistemi di
fabbrica si è notato che i due terzi degli incidenti viene generato dall’esterno. A tal proposito gli americani avevano pubblicato un documento ‘21 step to improve cyber security of
Scada networks’. Cosa ne pensate?
Villa: Lo ritengo un documento interessante, più che per i contenuti tecnici, a mio avviso pochi, per la volontà di sensibilizzare il
mondo dell’automazione sul tema suggerendo le domande alle
quali bisogna trovare risposta per realizzare un sistema sicuro.
Esposito: Il fatto che i due terzi degli incidenti sia dovuto ad accessi da esterno/remoto non sorprende se si pensa alla quantità
di persone che può potenzialmente accedere a una rete da una
porta locale non adeguatamente protetta (i soli operatori che
hanno accesso fisico al luogo) e alla quantità di persone che possono invece potenzialmente accedere alla rete da remoto per
magari un collegamento a Internet non adeguatamente protetto.
74
Il documento citato si riferisce in particolare a reti che includono
dispositivi Scada (le cosiddette ‘Scada Network’) utilizzate nell’ambito della gestione delle infrastrutture di servizi essenziali (distribuzione energetica, distribuzione e depurazione delle acque,
automazione di mezzi di trasporto….) e ha quindi una visione
precisa e che non sempre collima con le specificità di una soluzione di automazione industriale più puramente produttiva. Nonostante questo aspetto, l’approccio suddiviso in aspetti tecnici
legati specificatamente al prodotto (in questo caso lo Scada) e in
aspetti gestionali/organizzativi maggiormente incentrati su una
politica globale di management della security può costituire una
valida guida per applicazioni più generali.
A.O.: In poche parole quindi qual è l’elemento che ogni
azienda deve considerare al fine di non essere ‘vulnerabile’ e
quale la stima del rischio?
Esposito: L’aspetto chiave
è quello di non fornire punti
di accesso al network non
adeguatamente protetti in
funzione delle modalità di
strutturazione e configurazione di rete. Quando esiste
solo un possibile accesso da
locale bisognerebbe prestare
attenzione a porte libere in
quanto magari in esubero
rispetto alle necessità specifiche dell’applicazione su componentistica utilizzata. Anche
la settorializzazione delle zone di accesso con un’adeguata politica di User Account può limitare gli accessi indesiderati alle aree
a maggior rischio. Negli accessi da remoto (teleassistenza, telecontrollo, cloud) è fondamentale definire adeguate politiche di
accesso e proteggere i dati scambiati qualora gli stessi debbano
attraversare delle reti esterne delle quali non si ha certezza circa
un adeguato livello di security. Qualora infine siano presenti infrastrutture di rete anche per comunicazioni di tipo wireless, si
dovranno prendere opportune precauzioni al fine di impedire
accoppiamenti di dispositivi esterni alla rete o di acquisizione
fraudolenta dei dati scambiati.
Foto tratte da http://pixabay.com/
fornitori delle stesse, le distanze si riducono enormemente sino
a quasi annullarsi. Anche la possibilità di acquisire una buona
competenza tecnica è poco diversa: imponente è stato infatti lo
sforzo di diffusione dei concetti della security industriale svolto
negli ultimi anni da parte di aziende fornitrici, di consorzi, enti e
associazioni con innumerevoli interventi in convegni, seminari
e workshop che andavano a rispondere alla ‘sete di conoscenza’
presente sul mercato. Da questo punto di vista, forse, negli ultimi
anni, anche a livello di riviste tecniche si è probabilmente disquisito più di security che di safety.
A.O.: Quale la competenza che deve essere fornita per far
fronte ad attacchi?
Esposito: Fondamentale la conoscenza dettagliata delle potenzialità tecniche dei dispositivi, dei protocolli e delle soluzioni
utilizzate al fine di poter valutare appieno le modalità di scambio dati e di accesso ai dispositivi o alla rete nella propria interezza. Solo in questo modo è possibile identificare eventuali falle
nel sistema attraverso le quali vi è il pericolo di subire accessi
fraudolenti potenzialmente rischiosi o dannosi per la propria
applicazione. Altrettando fondamentale è ovviamente la competenza necessaria per utilizzare quelle soluzioni tecnologiche
disponibili sul mercato che consentono di rispondere in modo
adeguato ai rischi presenti.
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
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AO Smart mobility
di Fabrizio Bozzarelli
L’impegno di Advantech per
la smart mobility
I nuovi controller embedded fanless della serie ITA
rappresentano il fulcro delle soluzioni ITS della
società taiwanese
A
dvantech da almeno vent’anni è protagonista
in Italia, Europa e nel mondo nel settore dei
trasporti. Si tratta per Advantech di un mercato
molto vasto, che va dai sistemi di monitoraggio
del traffico (inseriti ora nel concetto di ‘smart
mobility’ e ‘smart city management’) a quelli di comunicazione satellitari marittimi, dalla gestione del segnalamento
ferroviario ai sistemi di informazione per i passeggeri negli
aeroporti, dalle soluzioni di pedaggiamento autostradale
alle applicazioni bordo treno/tram/metro/bus.
Alcuni esempi prestigiosi possono illustrare al meglio la
precedente fotografia di mercato. Il primo è costituito dalla
collaborazione tra Advantech e i primari system integrator
operanti in ambito ferroviario in Italia, che dal 1999 ha portato all’installazione di più di 6.000 PC industriali che sono
impiegati nella gestione del segnalamento ferroviario. Un
altro esempio significativo è costituito da una parte della
rete di networking dell’aeroporto Charles De Gaulle di Parigi,
dove centinaia di switch managed Advantech si prendono
cura dell’instradamento e della presentazione ai passeggeri
delle informazioni sui tabelloni aeroportuali relative agli
aerei in partenza e arrivo. Se poi vogliamo considerare anche
altri continenti, sicuramente sono da segnalare i progetti già
Advantech ha
dispositivi
estremamente
compatti con una
grande selezione di
porte, adatti all’uso
negli ambienti più
gravosi
76
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376OMAZIONE OGGI 376
Foto tratta da morguefile.com
installati nelle metropolitane di Hong Kong e Singapore,
dove gli ingressi dei viaggiatori sono gestiti dai sistemi di
controllo di Advantech. E si potrebbero citare tanti altri casi.
Ovviamente, per affrontare applicazioni/progetti del tipo di
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
77
Foto tratta da morguefile.com
AO Smart mobility
quelli sopra indicati, bisogna avere un chiaro focus aziendale su questo mercato e investire ingenti somme non solo
nello sviluppo dei prodotti, ma anche nella creazione di team
esperti in ITS (Intelligent Trasportation Systems) in ogni regione geografica. E così vediamo, per esempio, che in Europa
vi è una struttura di business development management
esclusivamente dedicata a ITS, affiancata da key account manager locali e da un supporto tecnico verticale centralizzato.
Ma non è ancora tutto. Advantech ha anche un ‘Business
Group’ dedicato (una delle più importanti strutture nella società taiwanese con al comando un vice president) con più
di 40 persone denominato ‘Intelligent Systems Group’, che
ha come mission lo sviluppo di soluzioni espressamente dedicate al trasporto. Quindi, quando si parla di investimenti
così massicci si ha subito un’idea di come Advantech sarà focalizzata su applicazioni ITS per i prossimi dieci anni almeno.
Quando poi parliamo di ITS, dobbiamo anche considerare
che questo campo è sempre più sinonimo di smart mobility.
Nelle attuali e future smart city la mobilità intelligente è uno
degli argomenti di discussione più importanti e il campo di
investimento più cospicuo.
La gestione della città intelligente non può non passare attraverso l’integrazione dei diversi sistemi di trasporto (auto,
merci, metro, tram, autobus), che devono consentire agli
abitanti di potersi muovere agevolmente in modo da non
paralizzare il sistema, ma anche in modo che le persone non
passino le ore lavorative fermi in inutili code nel traffico.
Queste problematiche porteranno a una progressiva integrazione non solo dei servizi ma anche dei diversi sistemi
d’informazione e, in pratica, la gestione in tempo reale e
l’accesso all’informazione diventeranno punti cardine del
sistema, aprendo ulteriori campi di approfondimento in ambito Internet of Things.
Advantech affronta queste nuove sfide investendo in persone e nuove tecnologie, semplificando il modo in cui affrontare le nuove problematiche. L’ultima linea di controller
fanless embedded introdotta (ITA) va in questa direzione.
Con una selezione completa di proposte, permette di affrontare qualsiasi applicazione nel settore ITS, dal TVM (Ti-
78
cketing Vending Machine) al wayside control in ambito sia
traffic management sia railway, dall’AFC (Automatic Fare
Control) alle applicazioni rolling stock, dai sistemi di pedaggiamento autostradali agli impianti di videosorveglianza,
al riconoscimento targhe nei sistemi impiegati nelle aree
ad accesso limitato. Advantech ha, quindi, dispositivi estremamente compatti con una grande selezione di porte (fino
a 16 COM addirittura espandibili + Ethernet + USB + porte
grafiche + input/output…) adatti all’uso negli ambienti
più gravosi come quelli con temperatura operativa estesa
oppure in presenza di vibrazioni o in ambiente EN50155
(ITA-1610/1710/1910/3630/5710/5730). Poi, qualora fosse
necessario posizionare i controller nei cabinet 19”, è possibile
usare gli ITA della famiglia 2000, che presenta anche la caratteristica di essere modulare e quindi presenta la possibilità
di estendere il numero di porte oppure ridondare l’alimentazione. Le CPU disponibili coprono le più ampie esigenze,
dall’Atom D525 al Core i7.
Ovviamente, tutti questi modelli sono progettati per massimizzare l’affidabilità e i valori di Mtbf, che sono le richieste
mandatorie dei system integrator che lavorano nel campo
ITS. Infatti, un malfunzionamento di un dispositivo in un’applicazione ITS potrebbe causare gravi danni anche agli utenti
dei servizi, con ripercussioni sulla reputazione delle aziende
che hanno progettato i sistemi. Un’ultima importante riflessione riguarda la capacità di Advantech di affiancare ai
controller anche altri dispositivi che, tutti assieme, vanno a
costituire una soluzione hardware completa. Il produttore
taiwanese è uno dei pochi player dell’automazione industriale a essere in posizione di vertice in campi così diversi,
come controller, networking, HMI, I/O distribuito per citare
solo alcuni campi. Un riferimento particolare va poi senz’altro alla divisione di networking industriale che, partendo
dall’acquisizione, anni fa, di alcune aziende di riferimento del
settore, è oggi uno dei primi dieci player mondiali del settore
proponendo, fra l’altro, una selezione completa di switch industriali per applicazioni in ambito ITS.
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
Advantech - www.advantech.it
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i Processor Fanless
System for Road
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Fanless Compact
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GigaLAN, 2 x M12 USB
and Dual Display Fully
compliant with
EN 50155
Intel® 3rd Generation
Core™ i Processor
Fanless System for
railway applications
www.advantech.com
Advantech Headquarters
Advantech Italian Branch
No. 1, Alley 20, Lane 26, Rueiguang Road, Neihu
Via Roma 74, 20060 Cassina de' Pecchi (MI)
District, Taipei 114, Taiwan, R. O. C.
Tel: +39 029544961
Tel: 886-2-2792-7818
Fax: +39 0295449650
Fax: 886-2-2794-7304
AO Engineering
di Giuseppe Testa
Progettare è più facile
Per una progettazione sempre più efficiente, Lenze ha ideato una
vasta gamma di moduli software. Ecco tutte le soluzioni
dell’azienda ai problemi di engineering
F
are engineering in modo semplice è la grande
conquista di Lenze, lo specialista di motion centric automation. Per una progettazione sempre più
efficiente l’azienda ha ideato una vasta gamma di
moduli software. Ricercare, dimensionare, configurare, parametrizzare e programmare diventa estremamente
facile. In che modo? Ecco una panoramica dell’offerta Lenze
in questo ambito.
Con DSD (Drive Solution Designer) è possibile progettare nei
minimi dettagli i sistemi di azionamento e persino determinare il fabbisogno energetico della connessione DC in applicazioni multiasse. I componenti di alimentazione si possono
80
quindi dimensionare di conseguenza, riducendo i consumi
di energia e i relativi costi. La compatibilità con Windows 7
e Office 2010, l’ampliamento delle maschere tecnologiche
e l’inserimento dei filtri per le tabelle di selezione rendono
questo tool uno strumento all’avanguardia. Grazie a DSC
(Drive Solution Catalogue) è possibile selezionare e configurare i prodotti Lenze e inviare la richiesta online.
Un catalogo elettronico per la selezione, una facile combinazione grazie al tool di configurazione, informazioni approfondite e dati CAD per tutti i prodotti standard e documenti
PDF scaricabili direttamente sono il plus del DSC Lenze. Scegliendo Engineer, l’azienda mette a disposizione un unico
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
software per tutti i dispositivi: dalla progettazione al funzionamento. Interfaccia utente orientata alla pratica, facile utilizzo grazie alle interfacce grafiche, utilizzabile in tutte le fasi
del progetto (progettazione, messa in servizio e produzione),
parametrizzazione e configurazione.
Con PLC Designer 3 si ottimizza la programmazione dei
processi e la messa in servizio dei PLC Lenze con sei editor,
debugger, monitoraggio e molte altre funzioni. Consente
la creazione di programmi personalizzati e la programammazione logic & motion secondo IEC 61131-3 (AWL, KOP,
FUP, ST, AS e CFC editor), basata su Codesys V3. I blocchi
funzione sono certificati
secondo PLCopen Part 1
+ 2 e l’editor grafico DIN
66025 (G-Code) permette
l’importazione DXF. CAM
editor e programmazione
object-oriented. La visualizzazione è integrata
per una semplice rappresentazione dei processi,
è inoltre disponibile una
panoramica di tutte le informazioni importanti durante la messa in servizio.
plice diagnostica online, in modalità di lettura consente il
rilevamento dei parametri attuali memorizzati in uno o più
azionamenti in rete. Una procedura guidata aiuta l’utente a
collegare il PC di manutenzione e a stabilire il percorso di comunicazione a singoli o multipli azionamenti. Grazie a Lenze
Fast si risparmia più del 50% del tempo e buona parte dei
costi dedicati alla progettazione del sistema. È possibile sviluppare il controllo modulare della macchina semplicemente
aggiungendo i singoli moduli tramite il template applicativo
corrispondente. Quest’ultimo fornisce strutture importanti
come la gestione degli errori, il cambio dello stato della mac-
Facile da
utilizzare
VisiWinNet è un software
integrato e completo studiato per offrire una visualizzazione rapida ed
efficiente ai costruttori di
macchine e impianti. La
soluzione di visualizza- Lenze propone una vasta gamma di moduli software per facilitare la programmazione
zione VisiWinNet di Lenze
dispone nella release 6.5 di un emulatore di Compact CE Run- china e un’interfaccia di comunicazione garantendo quindi
time, che consente agli utenti di creare, testare e presentare una standardizzazione. I moduli software ottenuti grazie ai
un’applicazione di visualizzazione anche senza hardware de- template applicativi possono essere combinati facilmente
dicato. A tal fine è possibile stabilire una connessione di con- creando sistemi più semplici da comprendere e riutilizzabili
figurazione via Ethernet con un controller reale o riprodurne senza problemi.
le risposte tramite un elenco di variabili. Gli sviluppatori sono L’ultimo arrivato è Easy Explorer, la dimostrazione di come
pertanto in grado di verificare l’interfunzionalità delle appli- i moduli software pre-configurati permettano ai costruttori
cazioni di visualizzazione e di controllo prima della messa in di macchine di creare l’80% del software dell’applicazione
funzione o, all’occorrenza, di utilizzare la macchina in moda- nel 20% del tempo. I tempi di progettazione possono essere
lità simulazione. Un driver/browser Codesys modificato, con drasticamente ridotti utilizzando funzioni semplici e parainterfaccia migliorata, facilita il lavoro dell’utente. Un note- metrizzabili dalla gamma modulare e permette anche agli
vole punto di forza del sistema è la completa integrazione in utenti con poca esperienza di creare in autonomia una prima
soluzione di azionamento. Questa applicazione fornisce una
Microsoft Visual Studio.net.
Con Easy Starter, invece, Lenze ha puntato alla semplifica- veloce panoramica di alternative e i prodotti Lenze possono
zione e all’accelerazione della parametrizzazione, della ma- essere utilizzati in una primissima fase di pianificazione della
nutenzione e della diagnostica sul campo. Una gamma di macchina. Le alternative determinate possono poi essere trafunzioni selezionabili per i diversi casi applicativi aiutano a sferite su ulteriori software tool Lenze, per esempio per calcompletare più rapidamente la messa in servizio e a ridurre colare l’ottimizzazione del fabbisogno energetico utilizzando
al minimo gli interventi sul campo. Già all’avvio, l’utente il Drive Solution Designer.
ha la possibilità di scegliere tra diverse modalità operative.
Lenze Italia – www.lenzeitalia.it
Il tool può quindi essere configurato anche per una sem-
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
81
AO CNC
di Marco Battistotti
Il controllo come
vantaggio competitivo
I sistemi CNC avanzati di NUM aiutano Bourn & Koch ad aumentarne
la competitività sul mercato. Dopo aver eseguito un progetto di
grande successo per migrare il controllo della potente dentatrice
orizzontale a 7 assi verso la piattaforma Flexium CNC di NUM, la
società sta ora implementando tale tecnologia di controllo su una sua
gamma di macchine per la produzione di ingranaggi
più lunghe. I clienti tipici sono produttori
primari o subfornitori che realizzano trasmissioni meccaniche di potenza e sistemi
per la difesa e per l’industria aerospaziale,
per la ricerca di gas e petrolio, per miniere,
equipaggiamenti per impieghi gravosi e
industrie nel settore della generazione di
energia.
Bourn & Koch ha collaborato con NUM
Corporation per oltre 25 anni e oggi usa i
sistemi CNC di NUM in molte delle sue macchine per la formatura di ingranaggi, dentatrici e rettificatrici, come pure in vari altri
B
ourn & Koch, costrutBourn & Koch ha
tore statunitense di
implementato i CNC
Flexium di NUM sulla
macchine utensili, ha
sua
potente dentatrice
scelto di utilizzare CNC
orizzontale
a 7 assi
Flexium di NUM sulle
400H
Serie
II
e
intende
dentatrici 25H - 400H Serie II, inistandardizzare questa
ziando dalla 400H. La velocità e
tecnologia di controllo
la potenza di questa macchina
sia sulle macchine
è tale da poter rimpiazzare fino
esistenti sia per nuovi
a sette macchine di vecchia geprogetti
nerazione per la produzione
di ingranaggi, rendendola una scelta naturale in aziende
che lavorano grandi componenti di precisione come ingranaggi a grappolo, ruote dentate, viti senza fine, alberi,
chiavette e pignoni. Capace di accogliere pezzi da lavorare
fino a 400 mm (16 pollici) di diametro, la dentatrice 400H
ha una capacità di corsa assiale di 1.168 mm (46 pollici) ma
può essere personalizzata per la produzione di parti anche
82
tipi di macchine ad asportazione di truciolo e per numerosi
progetti di aggiornamento di CNC e di retrofit. Entrambe
le società e i loro clienti hanno ottenuto benefici da questa
collaborazione. Il software conversazionale sviluppato congiuntamente è stato citato da un alto numero di clienti di
Bourn & Koch come un fattore importante nelle decisioni di
acquisto delle loro macchine.
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
Le potenzialità del software
L’HMI sulla dentatrice 400H permette l’uso completo delle
potenzialità del software combinando un dialogo in stile
conversazionale con una grafica potente, il che significa
che all’operatore non serve usare né conoscere il linguaggio
ISO: per produrre un pezzo, l’operatore introduce semplicemente le informazioni di impostazione della macchina come
le velocità di taglio, le geometrie dei pezzi in lavorazione e
degli utensili tramite un semplice menu con spazi da riem-
plicazione. Questo controllo addizionale e la flessibilità di
personalizzazione degli HMI ha permesso a Bourn & Koch di
migliorare vari aspetti del funzionamento delle dentatrici.
Da quando sull’ultima dentatrice 400H Series II è stato installato il CNC di NUM, l’intera macchina risulta basata sulla
tecnologia di controllo assi NUM, con la sola eccezione del
motore mandrino del pezzo in lavorazione (asse C) che è
costituito da un’unità speciale ad azionamento diretto raffreddata a liquido capace di erogare 560 Nm di coppia a
110 rpm. Oltre al Flexium 68 NCK (Numerical Control
Kernel), che è il più potente modello della produzione
NUM, capace di controllare fino a 32 assi interpolati o
mandrini, e il suo PLC associato, NUM ha fornito tutti
gli I/O, i drive e i servomotori utilizzati sulla macchina.
“Abbiamo ricevuto supporto tecnico da NUM Corporation” sostiene Tim Helle “che ci ha assistito nell’operazione di transizione dal sistema CNC Axium a Flexium
e abbiamo già iniziato a usare questa piattaforma su
tutta la nostra gamma di dentatrici e intendiamo offrire la tecnologia Flexium CNC di NUM su tutte le nostre nuove macchine dentatrici”.
Nello specifico
Tutti i sette assi della dentatrice, compreso il motore
mandrino del pezzo in lavorazione, sono controllati da
un CNC Flexium 68 e da servodrive NUMDrive C. Gli
assi radiali (X) e assiali (Z), gli assi per lo spostamento
pire, mentre le immagini grafiche offrono
visioni chiare e senza ambiguità del progettista e dell’ingranaggio risultante.
Tutti i calcoli coinvolti nella creazione del
programma di controllo della macchina
per un certo particolare sono gestiti in
modo completamente automatico. Tim
Helle, presidente di Bourn & Koch, spiega:
“Noi offriamo ai clienti una scelta di CNC
(NUM è lo standard sulla maggior parte
delle nostre dentatrici) e abbiamo scelto
la politica di usare l’ultima tecnologia
per massimizzare le prestazioni e l’economicità delle nostre macchine. Questo
approccio determina anche un funzio- Tutti i sette assi della dentatrice 400H Serie II, compreso il motore mandrino
namento progressivamente più semplice del pezzo in lavorazione da 560 Nm sono controllati da servodrive NUMDrive C
della macchina, diminuisce la necessità e da un sistema Flexium 68 CNC
di partecipare a corsi di istruzione, si possono facilmente reperire i ricambi, e tutto questo contribui- del creatore (Y), per l’inclinazione del creatore (A) e per la
sce ad aumentare il tempo di disponibilità della macchina e contropunta (W), sono tutti programmabili e sono azionati
a ridurre i costi per il supporto ai clienti”. Migrando verso il da servomotori NUM BPH a inerzia media. La forza applicata
CNC Flexium di NUM si hanno anche vantaggi tecnici: una dal servomotore della contropunta può essere cambiata al
gestione più veloce del processo di bloccaggio da parte del volo durante il ciclo macchina, per compensare i cambiasistema e tempi più stretti di aggiornamento dell’anello of- menti della massa del pezzo e per prevenire l’introduzione
frono l’opportunità di ridurre il tempo di ciclo macchina e di qualsiasi errore di avanzamento. Il mandrino del creatore
di aumentare ulteriormente la precisione. Flexium possiede (asse B) è azionato da un motore asincrono NUM AMS dotato
anche più memoria NC a bordo, una più ampia e unificata di un encoder multigiro ad alta risoluzione, controllato da un
raccolta di strumenti per lo sviluppo del software PLC e una servodrive NUMDrive C; un altro modulo NUMDrive C controlla
maggiore libertà per gli OEM di creare HMI specifici per l’ap- il motore ad azionamento diretto del mandrino per il pezzo
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
83
AO CNC
Capace di accogliere pezzi da lavorare fino
a 400 mm di diametro, la 400H ha una capacità di
corsa assiale di 1.168 mm come standard e può
essere personalizzata per la produzione di parti
anche più lunghe
in lavorazione. Per semplicità e facilità di funzionamento, la dentatrice 400H è equipaggiata con
un pannello operatore con tastiera NUM FS152i,
montato sul lato esterno frontale della macchina
mediante un braccio oscillante ergonomico. Il
pannello combina uno schermo sensitivo touch da
15 pollici con un PC industriale integrato sul quale
è installato un sistema operativo Windows Embedded, equipaggiato con un disco a stato solido e un
processore dualcore per fornire un HMI veloce e
responsivo. Molte funzioni della macchina, come il
jog positivo o negativo e gli override degli assi selezionati, insieme allo stop di emergenza possono
essere controllati da remoto usando un volantino portatile
collegato via cavo.
La macchina utilizza tutte le potenzialità del cambio elettronico a quattro assi della nota soluzione per dentatrici di
NUM, NUMgear, per aiutare una produzione veloce di parti
complesse di ingranaggi.
Unitamente alle funzioni integrate di sincronizzazione ad
alta velocità, permette agli assi radiale, assiale e all’asse di
spostamento del creatore di essere agganciati al mandrino
del pezzo in lavorazione. L’uso del cambio elettronico è
completamente automatico; l’operatore della macchina
deve solamente introdurre i dati basilari per la produzione
degli ingranaggi, come il numero di denti, il numero di
principi dell’utensile, il modulo dell’ingranaggio (la 400H
può gestire ingranaggi con modulo fino a 6.4), e l’angolo
dell’elica per definire e attivare una funzione specifica del
84
cambio elettronico. È stata posta una particolare attenzione alla gestione dell’usura
degli utensili. Il software controlla costantemente le condizioni dei creatori e impiega
una sequenza pre-programmata per lo spostamento tangenziale degli stessi, in modo
da assicurare che sia sempre presente un
effi ciente tagliente durante la lavorazione
dell’ingranaggio.
L’intero processo è automatico e può sempre
essere richiamato durante il ciclo macchina;
l’operatore viene avvisato ogniqualvolta è
necessario controllare o sostituire il creatore.
I creatori non danneggiati possono essere riaffilati o ricoperti molte volte prima di risultare
inutilizzabili, e questo aiuta a mantenere i costi
degli utensili al minimo. La sincronizzazione
della testa del creatore viene mantenuta
durante il processo di
shifting per minimizzare
i tempi di sgancio e riaggancio e prevenire danneggiamenti al creatore
o al pezzo in lavorazione.
Bourn & Koch usa anche
la funzione del software
di allineamento automatico senza contatto
dell’ingranaggio per migliorare la produttività
della 400H, permettendo
a un pezzo in lavorazione che ha già i denti
di essere automaticamente sincronizzato con
i taglienti del creatore.
Tale funzione viene impiegata principalmente
per ingranaggi che devono essere rilavorati o
per una difficile ridentatura (o skiving) di ingranaggi elicoidali o cilindrici dopo un trattamento termico per ridurre gli
errori di distorsione.
Come puntualizza Steven Schilling, general manager di
NUM Corporation, di Naperville nell’Illinois, “Bourn & Koch
è uno dei più importanti clienti e un partner importante.
Ha un grande parco clienti che usa macchine equipaggiate
con sistemi CNC di NUM, molti dei quali considera la facilità di funzionamento un elemento di differenziazione delle
macchine utensili. La decisione dell’azienda di adottare Flexium come piattaforma CNC per tutte le sue offerte basate
su NUM è un notevole riconoscimento, sia tecnico sia commerciale.”
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NUM - www.num.com
Bourn & Koch - www.bourn-koch.com
AO Progettazione 3D
di Dario Amadori
Un progetto che
ci ‘sta a cuore’
Il modello di cuore
umano completo
è stato realizzato con una
simulazione
realistica in 3D
S
econdo uno studio recente dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità, nel 2008 si sono registrati
17,3 milioni di decessi per malattie cardiovascolari,
pari al 30% di tutti i decessi nel mondo. Il rapporto
intitolato Forecasting the Future of Cardiovascular
Disease in the United States della American Heart Association calcola che la spesa medica totale direttamente legata
alle malattie cardiovascolari ammonterà a 818,1 miliardi di
86
Con il ‘Living Heart
Project’ medici e
ingegneri hanno
lavorato
insieme per
ridefinire lo studio
delle malattie
cardiache e delle
terapie
personalizzate
utilizzando le
soluzioni 3D di
Dassault Systèmes
dollari nei prossimi tre decenni. Da
queste considerazioni nasce il ‘Living
Heart Project’, che ha portato alla
messa a punto del primo modello
di cuore umano completo realizzato
con una simulazione realistica in 3D.
Sviluppato da un team di esperti
cardiologi, unitamente a ingegneri
specializzati in materia, utilizzando
le soluzioni di Dassault Systèmes,
azienda nota a livello mondiale per
i suoi software di progettazione 3D,
simulazione avanzata, realtà virtuale
e gestione del ciclo di vita del prodotto (PLM), il progetto contribuirà
alla lotta contro le malattie cardiovascolari e aprirà nuove vie alla diagnosi, alla cura e alla prevenzione
delle malattie cardiache, grazie a
modelli virtuali 3D personalizzati.
Un modello per
applicazioni concrete
Il fulcro del ‘Living Heart Project’ è
stata la realizzazione di un modello
di cuore in 3D sviluppato impiegando gli applicativi di simulazione realistica della piattaforma 3DExperience di DS.
Gli esperti della multinazionale francese hanno sfruttato le
tecnologie di simulazione più avanzate offerte dagli applicativi Simulia per realizzare un modello completo del cuore
umano in tre dimensioni, riproducendo nel modo più vivo
e realistico possibile il funzionamento e il comportamento
elettrico e meccanico del cuore. Finora la mancanza di mo-
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
ropatia presso il Rady Children’s della città
californiana. “Questo vale sia per i pazienti
affetti da malattie cardiache congenite,
che nell’arco della loro vita devono necessariamente sottoporsi a diversi interventi,
sia per quella grossa fetta di popolazione
che soffre di infarti, collassi, aritmie e altre
anomalie strutturali. Questa tecnologia è
un enorme progresso e sarà uno strumento
fondamentale per convertire le nostre conoscenze sulla funzione cardiaca in applicazioni pratiche a beneficio della salute e
della sicurezza personale”.
Il ruolo della simulazione
Attorno al progetto si sono riunite le menti
più brillanti della modellazione e della simulazione cardiovascolare, chiamate a
risolvere le sfide più difficili con le funzionalità avanzate degli applicativi Simulia per la simulazione di comportamenti
non-lineari complessi, con l’obiettivo di
ottenere i risultati più realistici e affidabili
possibili. “Dassault Systèmes è stata coinvolta in moltissimi progetti di simulazione
nel corso degli anni, dalla progettazione
di automobili concepite per prevenire lesioni gravi, agli studi sui danni cerebrali
causati da forti impatti negli sport di contatto. Grazie alla collaborazione fra esperti
di diversi settori, il ‘Living Heart Project’
produrrà effetti e risultati a lungo termine”
ha sottolineato Scott Berkey, CEO Simulia
Dassault Systèmes. “Forte del contributo di
ricercatori specializzati, medici ed enti normativi, questo progetto è un altro esempio
Costruttori di apparecchiature ed enti normativi possono accedere a modelli
computerizzati in 3D per realizzare prodotti e servizi
di come la piattaforma 3DExperience possa
contribuire a migliorare i prodotti, la natura
delli realistici ha limitato la capacità dei ricercatori di preve- e la vita umana”. La simulazione realistica del cuore umano
dere il comportamento del cuore negli esseri umani. ‘Living non solo diventerà uno strumento prezioso di formazione
Heart Project’ ha raccolto attorno a sé un gruppo eterogeneo e ricerca innovativa, ma potrebbe contribuire anche ad acdi ricercatori, medici, costruttori di apparecchiature biome- corciare i cicli di approvazione normativa, a ridurre i costi di
dicali ed enti normativi, che potranno accedere a modelli sviluppo di apparecchiature medicali nuove e più personacomputerizzati in 3D per accelerare il passaggio dalla fase di lizzate e, in ultima analisi, ad anticipare le diagnosi e miglioricerca e innovazione alla realizzazione di prodotti e servizi rare l’efficacia delle cure. “Living Heart Project è un esempio
eccellente del valore della simulazione realistica e dell’imper il mercato.
Utilizzando le immagini raccolte mediante ecocardiogrammi, patto potenziale che questa tecnologia può avere sulla cura
risonanze magnetiche e TAC, oltre a un ricco patrimonio di della salute” ha commentato Bill Murray, presidente e CEO
dati su studi cardiaci, le simulazioni personalizzate del cuore Medical Device Innovation Consortium. “Il nostro consorzio,
aiuteranno presto i medici a comprendere meglio il com- un ente pubblico-privato, in collaborazione con la FDA, è
portamento del cuore di ciascun paziente, senza procedure fiero di partecipare a questi progetti innovativi. ‘Living Heart
diagnostiche invasive. “Stiamo entrando in una nuova era Project’ dimostra come questo tipo di collaborazioni possa
grazie alla capacità di simulare la risposta del cuore di ogni favorire l’avanzamento della scienza normativa nel settore
singolo paziente a diversi trattamenti e interventi, rispar- delle apparecchiature medicali e agevolare l’accesso del pamiando a molte persone l’incertezza dell’esito procedurale” ziente a tecnologie medicali di punta”.
ha affermato James C. Perry, professore di pediatria all’UniDassault Systèmes - www.3ds.com
versità di San Diego e primario di elettrofisiologia e corona-
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
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AO Termocamere
di Ruud Heijsman
Evitare il pericolo
Al fine di monitorare la temperatura del carbone e rilevarne
l’eventuale autocombustione tempestivamente, l’olandese OBA
utilizza termocamere Flir garantendo così la sicurezza del terminal
di stoccaggio e movimentazione del carbone
O
BA è una delle principali società
di gestione di terminal sulla terraferma nella regione ARA (Amsterdam, Rotterdam, Anversa).
L’azienda opera in due differenti
siti nel porto di Amsterdam dove circolano varie
materie prime, compreso il carbone, le merci
agricole, i minerali e prodotti biomassa. Grazie
alle ottime infrastrutture sia ferroviarie sia marittime OBA offre collegamenti, attraverso il Mare
del Nord e l’entroterra olandese, con differenti
mezzi tra cui le navi, le chiatte, i treni e i camion.
Quando si guida fino al terminal OBA lungo l’area
portuale occidentale di Amsterdam, gli enormi
carichi di carbone offrono un panorama impressionante. Lo stoccaggio e la movimentazione
del carbone, con le spedizioni continue, giorno
e notte, di carbone verso la Germania, il Nord‐Est
della Francia, il Regno Unito e i Paesi Bassi, corrisponde a circa l’80% delle attività di OBA. Per OBA, il carbone è
quindi un bene molto prezioso che deve essere salvaguardato
24 ore su 24 ogni giorno della settimana. La ragione principale di
questa necessità di controllo è il rischio di autocombustione che
è una preoccupazione diffusa nei depositi di carbone. Il carbone
può infatti, quando esposto all’ossigeno che lo induce a reagire
e riscaldarsi, accendersi spontaneamente. “L’autocombustione
88
OBA ha investito nell’acquisto
di termocamere Flir Systems per
essere sicura che tutto il carbone che
lascia il sito abbia una
temperatura che gli permetta di
essere trasportato in tutta sicurezza
del carbone è qualcosa di cui dobbiamo tener conto in ogni
momento” afferma Dick Meijer, planner in OBA. “Per prevenirla
dobbiamo implementare misure appropriate. Ovvero inviamo
un escavatore o una pala gommata a scavare e distribuire i carboni nella zona sospetta. Abbiamo apparecchiature apposite
per contrastare la combustione che ci permettono di compattare il territorio e di rilasciare l’ossigeno dalla pila di carbone”.
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
Il carbone è un bene molto
prezioso che deve essere
salvaguardato 24 ore su 24 ogni
giorno della settimana
Ogni termocamera è posizionata su una torre da cui si gode una visuale perfetta sui
vari nastri trasportatori
Elevata reattività
Inutile dire che per OBA la velocità di risposta è della massima peratura di un carico di carbone, prima, durante e subito dopo
importanza. Non solo perché la combustione del carbone il processo di caricamento, sia inferiore a 60 °C. “Pertanto, ogni
può portare elevati costi derivanti dalla perdita di energia carico di carbone che lascia questo terminal per la Germania
e di quantitativi, ma anche per le implicazioni di sicurezza e deve essere accompagnato da un certificato di controllo della
ambientali che può avere. “Al fine di ridurre al minimo i costi, temperatura valido e la termografia ci permette di soddisfare
per quanto possibile, stavamo cercando un modo per moni- queste esigenze più facilmente” spiega Dick Meijer. “Eravamo
torare la temperatura del nostro carbone stoccato prima del abituati a coinvolgere professionisti esterni per effettuare le
caricamento sulle chiatte” commenta Dick Meijer. “La termo- misurazioni e questo comportava un costo aggiuntivo per il
grafia si è rivelata la tecnologia perfetta per farlo. Stavamo già cliente finale. Ora possiamo effettuare noi i rilievi, e non solo
effettuando ispezioni settimanali tramite un’agenzia esterna, in un momento specifico, bensì costantemente 24 ore su 24, 7
ma nel 2013, abbiamo anche
investito nell’acquisto di termocamere Flir Systems, per essere
sicuri che tutto il carbone che
lascia il nostro sito abbia una
temperatura che gli permetta di
essere trasportato in tutta sicurezza. Il grande vantaggio dell’imaging termico, rispetto ad altre
tecnologie che abbiamo preso in
considerazione, è che le termocamere sono in grado di monitorare intere aree delle cataste di
carbone e non solo singoli punti.
Quando i carboni sono sul nastro
trasportatore, le termocamere
permettono inoltre di misurare
le temperature di tutta la massa
di carbone e non solo di quello
in superficie. Grazie a questi
strumenti, possiamo vedere per Gli operatori utilizzano un sistema software proprietario che offre codici colore
tempo se qualcosa va storto e intuitivi per comunicare in tempo reale lo stato dei carichi di carbone
adottare immediatamente gli
opportuni accorgimenti”.
giorni su 7. Ora possiamo offrire, con una certificazione valida,
un servizio in più ai nostri clienti”.
Certificato di monitoraggio
della temperatura
Set‐up della termocamera
Alcuni paesi europei impongono anche requisiti supplementari per il trasporto del carbone. In un accordo multilaterale tra
i vari paesi dell’UE, è stato definito indispensabile che la tem-
Il terminale OBA è ora dotato di tre potenti termocamere Flir
A310f. Ogni termocamera è posizionata su una torre da cui si
gode una visuale perfetta sui vari nastri trasportatori che con-
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AO Termocamere
Le immagini termiche vengono inviate tramite un indirizzo IP a una camera
centrale di controllo dove vengono costantemente monitorate
OBA opera in due differenti siti nel porto di Amsterdam dove circolano varie
materie prime
ducono il carbone alle chiatte. In questo modo il carbone con
temperature troppo elevate può essere rilevato tempestivamente. Posizionando le termocamere il più vicino possibile alle
chiatte, OBA può visualizzare l’intero tratto del nastro trasportatore (fino a 900 m) e monitorare le temperature del carbone
fino all’ultimo secondo prima di essere caricato sulle chiatte. In
questo modo, una chiatta non riceve mai carboni con una temperatura troppo elevata. Le immagini termiche vengono inviate
tramite un indirizzo IP a una camera centrale di controllo dove
vengono costantemente monitorate. Gli operatori utilizzano
un sistema software proprietario che offre codici colore intuitivi per comunicare in tempo reale lo stato dei carichi di carbone. Un codice colore verde significa che tutti i carboni sono
al di sotto della temperatura di pericolo e che non vi è alcun
rischio di autocombustione. Giallo significa che la temperatura
sta aumentando. In pratica, significa che le temperature sono
comprese tra 40 °C e 50 °C. In questo caso OBA prende già alcune misure di prevenzione come scavare e spargere le braci.
Codice rosso significa invece che le temperature sono superiori ai 55 °C. In questa situazione potrebbe essere necessario
bloccare il nastro trasportatore per evitare che i carboni con
temperature eccessive vengano caricati sui barconi.
Misurazioni in condizioni difficili
Per questo progetto, OBA ha scelto Flir A310f, una termocamera ad alta sensibilità e ad elevata velocità disponibile in una
versione con custodia ambientale. Per effetto di questa custodia le specifiche ambientali della termocamera raggiungono il
90
grado di protezione IP66, senza tuttavia inficiare alcuna funzionalità della macchina. “Dopo una consultazione approfondita e
numerosi test effettuati con Rato, distributore autorizzato Flir,
abbiamo deciso di scegliere Flir A310f perché ci ha dato risultati
molto precisi e affidabili” spiega Dick Meijer. “Per esempio, la
neve che cade sulla pila di carbone può generare vapore ma
una termocamera è in grado di fornire misurazioni di temperatura affidabili indipendentemente da questo fenomeno”.
Rapide letture della temperatura
effettuate sul posto
I carboni non vengono monitorati solo sul nastro trasportatore
prima di essere caricati sulla chiatta, anche le grandi cataste di
carbone devono essere controllate almeno una volta alla settimana. A tale scopo, OBA combina l’uso di una sonda di temperatura, metodo tradizionale per misurare le temperature, e di
una termocamera portatile Flir E6. La grande differenza tra le
due tecnologie è che la sonda misurerà la temperatura in un
solo punto mentre la termocamera fornirà le misurazioni per
una zona più ampia. Flir E6 è una soluzione intuitiva e maneggevole che può essere utilizzata dai nostri operatori quando
qualcosa va storto” afferma Dick Meijer. “Quando nella sala di
controllo riceviamo un codice giallo, ci rechiamo immediatamente sul posto e utilizziamo la Flir E6 per vedere con i nostri
occhi cosa sta succedendo. La termocamera è molto potente e
molto facile da maneggiare anche indossando i guanti”.
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Flir Systems - www.flir.com
&
Gllili uomini
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imp
imprese
impr
STRATEGIE ƕ MACROECONOMIA ƕ NUOVI MERCATI ƕ INTERNAZIONALIZZAZIONE ƕ FINANZA ƕ FORMAZIONE ƕ INNOVAZIONE
La rivista per il management
AO Logistica
di Stefano Saporito
Come stoccare cilindri?
... la risposta è di Ferretto Group: un sistema automatizzato
L
a stampa rotocalco è un procedimento che permette di
stampare grandi tirature con
elevate velocità mantenendo
un’ottima qualità finale. Questo
procedimento è ad oggi molto utilizzato
nella stampa degli imballi di tantissimi
prodotti, soprattutto alimentari, quali incarti, buste, blister ecc. Questo tipo di processo avviene facendo passare il supporto
da stampare (carta o film plastico) attraverso varie stazioni, ad ognuna di queste
stazioni corrisponde un colore che viene
impresso sul supporto componendo così
una parte del disegno. Per fare questo vi
sono dei cilindri in acciaio ramato e poi
cromato, sui quali sono incise le immagini
da riprodurre, che raccolgono l’inchiostro
e lo stampano sul supporto. Un gruppo
di cilindri che serve per realizzare un determinato lavoro di
stampa è detto famiglia, di solito una famiglia è composta
dai cinque ai nove cilindri, che normalmente hanno un’altezza di 1.100 mm – 1.340 mm (misura che in gergo viene
detta tavola), e un diametro che è funzione delle dimensioni
di ciò che si va a stampare e che varia abitualmente dai 100
mm ai 300 mm (nell’ambiente della stampa non si fa riferimento al diametro, ma alla circonferenza che viene detta
sviluppo). Il peso di questi oggetti è variabile e dipende dal
diametro che hanno e può andare dai 40 kg ai 200 kg.
Tutti i vantaggi
Un problema molto sentito in questo ambito industriale è la
gestione e lo stoccaggio di questi cilindri. Si tratta di oggetti
pesanti, poco maneggevoli e che richiedono di essere trattati
con la massima delicatezza: una rigatura sulla superficie o
un deposito di sporco comprometterebbero la qualità della
stampa. Per venire incontro a questa esigenza Ferretto Group
ha studiato e realizzato un innovativo sistema di stoccaggio
automatico che supera i sistemi proposti dalla concorrenza.
Il sistema Ferretto Group non stocca il singolo cilindro, ma
tutta la famiglia insieme, inoltre non necessita dell’albero
di servizio, ma è in grado di stoccare i cilindri senza strutture aggiuntive. Stoccare tutta la famiglia insieme permette
al sistema di essere molto più veloce nelle fasi di prelievo e
deposito, essendo in grado di movimentare fino a 10 cilindri
contemporaneamente. Il sistema è comunque in grado di
movimentare anche un numero inferiore di cilindri e anche
al limite un solo cilindro. Questo è molto utile quando sia ne-
92
cessario fare un controllo di qualità su un determinato cilindro (per esempio perché si sono notati dei difetti in stampa).
Il sistema di stoccaggio progettato da Ferretto Group ha
anche il vantaggio di ottenere un’alta densità di stoccaggio
e contenere decine di migliaia di cilindri in volumi relativamente modesti. Poiché lo stoccaggio viene affidato a un
apposito trasloelevatore è possibile realizzare magazzini a
sviluppo verticale ottimizzando pertanto l’area in pianta.
Al magazzino automatico vengono poi collegate delle speciali baie sulle quali vengono preparati i cilindri dei lavori da
mandare in stampa e vengono ricevuti i cilindri dei lavori terminati per rimetterli a magazzino.
Queste baie possono essere dotate di postazioni di controllo
e lavaggio. Il controllo viene eseguito prima di mandare i cilindri in stampa per verificare che non abbiano difetti che
possano pregiudicare la stampa, mentre il lavaggio viene
eseguito dopo le fasi di stampa in modo da stoccare in magazzino cilindri perfettamente puliti. Nel caso le macchine da
stampa siano dotate di sistema automatico di caricamento
dei cilindri è possibile interfacciarle direttamente con il magazzino automatico, evitando movimentazioni manuali dei
cilindri. Possono essere previste apposite stazioni sempre
collegate con il magazzino automatico per i test dei cilindri
sui tiraprove. È inoltre possibile collegare il magazzino automatico con le linee di fotoincisione così da raggiungere
un’automazione completa di tutto il ciclo di vita dei cilindri
da stampa.
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
Ferretto Group - www.ferrettogroup.com
AO Motori
di Marek Lukaszczyk
Fonte: www.morguefile.com
Acqua di qualità con
il progetto Water-link
Nell’ambito del progetto Water-link, Tmvw realizzerà a Buggenhout,
in Belgio, una nuova condotta idrica per il trasporto di acqua
potabile: i sei motori ad alta efficienza WEG W22 integrati nelle
pompe fornite da KSB sono un elemento critico dell’impianto
A
ntwerp Water Works (AWW), azienda che produce
acqua potabile, ha iniziato a cooperare con la società
idrica Tmvw sul progetto Water-link, che prevede
l’erogazione in Belgio di circa 190 milioni di m3 di
acqua l’anno a oltre 700.000 utenti, nel 2010. AWW
ha un elevato numero di clienti industriali, presso i quali Tmvw
dispone di una rete di distribuzione su larga scala con considerevole esperienza nel settore delle reti fognarie. Insieme, stanno
fornendo acqua di ottima qualità a tutto il Belgio settentrionale.
Per migliorare la fornitura di acqua AWW ha deciso di investire nel
proprio centro di produzione di Walem.
La prima fase, avviata nel settembre 2012 e completata nel settembre 2013, è consistita nella costruzione di una nuova stazione di pompaggio, progettata per aumentare la portata da
Walem a Tmvw raggiungendo una capacità di picco giornaliera
di 165.000 m3. Per raggiungere questo obiettivo, la stazione ha
richiesto l’aggiunta di sei nuove pompe.
Pompe e motori allo stato dell’arte
La fornitura di tutto l’equipaggiamento necessario per il progetto
è stata affidata a KSB, che ha scelto di utilizzare le pompe per l’acqua potabile Omega, inclusi i motori. In particolare, le pompe, di
grandi dimensioni, possono raggiungere facilmente una capacità
di 6.815 m3 e ciascuna di esse è dotata di un motore da 315 kW di
potenza. “Il prezzo ha ovviamente giocato un ruolo fondamentale
nell’acquisizione dell’ordine, ma il cliente ha anche preso accuratamente in considerazione i costi a lungo termine e le prestazioni” sottolinea Jan Van Laer, coinvolto nel progetto per conto
di KSB. “Per questo ci è stato chiesto di scegliere motori efficienti
dal punto di vista energetico IE3 piuttosto che motori standard”.
KSB ha effettuato una
ricerca di mercato per
soddisfare i requisiti
imposti da Water-link
e ha scelto i motori
WEG W22 per la loro
alta efficienza e l’elevata affidabilità delle
prestazioni in esercizio. WEG è un’azienda
proiettata verso il fu-
turo, che offre un’ampia gamma di prodotti. “Inoltre, è importante
poter controllare la frequenza del motore. Abbiamo già lavorato
in precedenza con WEG e siamo rimasti soddisfatti delle prestazioni delle loro apparecchiature. In passato, siamo stati coinvolti
principalmente in progetti industriali e questa è la prima volta
che abbiamo unito le forze per un progetto nel campo dell’acqua
potabile. Siamo rimasti impressionati dalle prestazioni e dalla flessibilità della fornitura” prosegue Van Laer. Le norme in vigore dal
giugno 2011 stabiliscono che i motori elettrici standard di potenza
compresa tra 0,75 e 375 kW debbano rispettare livelli di efficienza
più elevati (IE2) e che, a partire dal 1° gennaio 2015, debbano soddisfare lo standard IE3. Tuttavia, WEG dispone già di una gamma
di prodotti con motori a induzione a gabbia di scoiattolo standard,
che soddisfano gli standard IE4 non ancora applicati. Per il progetto KSB ha selezionato le pompe per acqua potabile Omega:
“Le pompe centrifughe monostadio longitudinali garantiscono
elevati livelli di prestazione nel trasporto dell’acqua” continua
Van Laer. “Sono caratterizzate da elevata versatilità e presentano
accorgimenti per ottenere risparmi energetici; rappresentano la
soluzione ideale per il pompaggio di acqua pulita, non purificata,
acque reflue e acqua di mare.
Questa pompa presenta inoltre una bassa resistenza, con conseguente riduzione dell’assorbimento di energia e dei costi durante
il ciclo di vita del prodotto”. I componenti, adeguatamente sovradimensionati, e la costanza delle prestazioni garantiscono un funzionamento duraturo e di qualità, mentre il design, che prevede
una manutenzione ridotta, garantisce periodi di inutilizzo ridotti
al minimo. I grafici ottimizzati CFD garantiscono elevati livelli di
prestazione e valori di prevalenza positiva all’aspirazione decisamente favorevoli.
La seconda fase del progetto
Una seconda fase del progetto prevede la realizzazione a Walem
di una nuova unità di produzione avente una capacità giornaliera di 150.000 m3. Il nuovo processo di produzione sostituisce la
condotta originale e comprende flottazione, filtrazione a doppio
strato, filtrazione mediante carboni attivi seguite da sterilizzazione
UV; questo consentirà ad AWW di disporre di una capacità produttiva sufficiente per fornire ai suoi partner acqua di ottima qualità.
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WEG - www.weg.net/it - KSB - www.ksb.com
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AO Controllo energetico
di Carolina Veloso
Da interruttore
a power manager
La divisione ABB Sace propone una nuova generazione
di interruttori aperti: Sace Emax
P
iù di settant’anni di ricerca ed esperienza sul campo
hanno permesso ad ABB Sace di creare un nuovo
punto di riferimento per gli interruttori aperti: Emax
2 soddisfa e supera gli standard prestazionali e funzionali richiesti a un interruttore aperto e ne rappresenta l’evoluzione ad autentico ‘power manager’. Gli interruttori
Sace Emax 2 e la relativa gamma di sganciatori Ekip con i suoi
accessori costituiscono una perfetta combinazione di controllo,
connettività, prestazioni, facilità di utilizzo e sicurezza, per soddisfare efficacemente qualsiasi esigenza applicativa. Un ‘power controller’, brevettato ABB, monitora e controlla la potenza assorbita
per ridurre i costi di gestione; capacità di comunicazione dirette
ed estese semplificano l’integrazione nella rete ed eliminano la
necessità di componenti d’interfaccia costosi e complicati; l’organizzazione ottimale delle taglie e il design accurato consentono la
realizzazione di quadri con prestazioni elevate e allo stesso tempo
una riduzione in termini sia di materiali sia di spazio occupato. I
terminali sono orientabili in modo da eliminare la necessità di piegare ed estendere le sbarre per un’installazione rapida e facile; gli
ampi display touchscreen a colori consentono una navigazione
semplice e immediata e garantiscono facilità e rapidità di accesso
alle informazioni e nell’impostazione dei parametri di regolazione.
Infine, è disponibile una vasta gamma di accessori progettati per
semplificare l’utilizzo e l’installazione e aumentare la sicurezza.
La funzione Ekip Power Controller degli interruttori Sace Emax 2
utilizza un algoritmo brevettato che consente di determinare la
potenza media assorbita in un periodo di tempo definito e, quindi,
di controllare un elenco di utenze al fine di mantenere i consumi
al di sotto del massimo limite di potenza specificato dall’utente.
L’eliminazione di misure su base istantanea e la capacità di sincronizzazione con i dispositivi di misura dell’ente distributore creano
una condizione di efficienza che rende possibili notevoli risparmi
sui costi fatturati in bolletta, senza bisogno di ulteriori sistemi di
controllo. Ekip Link e il pannello operatore Ekip Control Panel garantiscono poi il controllo centralizzato degli interruttori e delle
Gli ampi display touchscreen a colori consentono una
navigazione semplice e immediata
relative funzioni sia dal quadro che da remoto. Non richiedono
alcuna programmazione e sono disponibili con il modello base
dello sganciatore di Emax 2: costituiscono un modo economico e
vantaggioso di accrescere le possibilità di monitoraggio in un piccolo impianto e di semplificare la supervisione e la manutenzione
in loco nel caso di impianti più grandi. A richiesta, sugli interruttori
Sace Emax 2 è disponibile la funzione ‘network analyzer’, in grado
di controllare in tempo reale e con precisione la qualità dell’energia, in conformità con le norme CEI EN 50160 e IEC 61000-4-30. Di
conseguenza, è possibile identificare le cause di un aumento di
perdita di potenza o una riduzione della vita elettrica di cavi e condensatori senza installare altre strumentazioni esterne. È anche
possibile prevenire i malfunzionamenti e aumentare l’efficienza
delle installazioni e la vita elettrica delle apparecchiature. Il modulo
Ekip Synchrocheck rende invece possibile il controllo del sincronismo per la messa in parallelo di due linee prima che l’interruttore
sia abilitato a chiudere, senza bisogno di acquistare e installare
sistemi di controllo
indipendenti. Gli
Sace Emax 2 è disponibile in quattro taglie:
• E1.2, 1.600 A con Icu fino a 66 kA a 440 V e Icw fino a 50 kA per 1 s in 210 mm di larghezza;
• E2.2, 2.500 A con Icu fino a 100 kA a 440 V e Icw fino a 85 kA per 1 s in 276 mm di larghezza;
• E4.2, 4.000 A con Icu fino a 150 kA a 440 V e Icw fino a 100 kA per 1 s in 384 mm di larghezza;
• E6.2, 6.300 A con Icu fino a 200 kA a 440 V e Icw fino a 120 kA per 1 s in 762 mm di larghezza.
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OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
sganciatori Ekip Touch e Ekip Hi-Touch sono disponibili anche generazione centralizzata non è tale da soddisfare tutto il fabbisoin versione generatori. Offrono tutte le funzioni dedicate alla gno di energia, i piccoli impianti idroelettrici costituiscono spesso
protezione generatori senza bisogno di relè e dispositivi esterni, l’unica soluzione per l’elettrificazione di aree remote. Esempi di
cablaggi e controlli. Tutti gli interruttori Sace Emax 2 possono questo tipo di impianti sono comuni in Asia (Nepal, Malesia, Pakiessere equipaggiati in qualsiasi momento con moduli multipli stan, Bhutan ecc.) e Africa (Zambia, Sud Africa ecc.). Per un tipico
impianto da 1 MVA il punto di condi comunicazione del tipo a cartucnessione con la rete pubblica naziocia, che consentono l’integrazione
nale è molto probabilmente in media
diretta degli interruttori nei sistemi di
tensione. In questi casi l’interruttore
automazione e gestione dell’energia
Sace Emax 2 con sganciatore di proattraverso i sette protocolli globali più
tezione Ekip G presenta una funzione
diffusi, incluso lo standard di comunidedicata per proteggere il generatore
cazione IEC 61850 per la creazione di
di bassa tensione. Ekip G è in grado di
reti intelligenti (smart grid). L’accesso
offrire la protezione integrata contro
a tutte le funzioni avviene via Interla perdita di eccitazione. La perdita
net, in sicurezza, grazie al sistema di
di eccitazione in un generatore sinsupervisione quadri Ekip Link. Inolcrono deriva generalmente da guasti
tre, il modulo Ekip Supply può essere
ai circuiti di eccitazione o di campo. Si
collegato a qualsiasi tensione in corÈ possibile controllare le utenze al fine di
ha quindi l’annullamento della forza
rente alternata o continua, per fornire mantenere i consumi al di sotto del massimo
elettromotrice nel generatore con la
dall’interno l’alimentazione ausiliaria limite di potenza specificato
conseguente riduzione della potenza
agli sganciatori e ai moduli connessi
reattiva erogata. La macchina cominalla morsettiera. Il modulo Ekip Fan
cia quindi a funzionare da generatore
monitora in modo continuo la tempeasincrono, assorbendo potenza reatratura interna alla parte fissa e attiva
tiva dalla rete. La nuova condizione
le ventole di raffreddamento quando
di funzionamento, con circolazione di
necessario. Ciò garantisce un increpotenza reattiva fornita dalla rete, promento della portata in corrente del
voca un aumento della temperatura
quadro. La regolazione dei settaggi
nel circuito rotorico. Oltre ai fenomeni
dell’interruttore è semplificata grazie
che interessano la macchina, si genera
all’impiego del software DOC reaun’importante riduzione della tenlizzato da ABB e dell’interfaccia Ekip
sione, con una conseguente perdita
Connect. Il software DOC consente la
di stabilità nel sistema. La protezione
definizione e il salvataggio di curve e
da questo fenomeno opera mediante
regolazioni e il programma Ekip Con- La funzione Ekip Power Controller utilizza
l’acquisizione dei valori totali di ponect è in grado di aprire e leggere i file un algoritmo che consente di determinare
la potenza media assorbita in un periodo di
tenza attiva e reattiva. Se il punto di
DOC; in questo modo, non è più netempo definito
lavoro si trova al di sotto della linea di
cessario reinserire i dati nell’interruttore o nel programma e sono garantite regolazioni facili e prive di protezione definita e tale condizione persiste per un periodo suerrori. Infine, Sace Emax 2 grazie alla tecnologia a innesto rapido periore al ritardo d’intervento impostato, la protezione interviene
(push in) per la connessione alla morsettiera rende il cablaggio per aprire l’interruttore o generare un segnale di allarme. Un ulteriore
esempio dell’impiego di Ekip G riguarda l’interconnessione alla rete.
semplice senza l’ausilio di alcun attrezzo.
Il termine ‘islanding’ (funzionamento in modalità ‘isola’) si riferisce alla
condizione in cui una sorgente di energia distribuita continua ad aliEkip G: sganciatore con funzioni
mentare una postazione anche se la rete non è più presente. L’islanddi protezione
Lo sganciatore Ekip G offre una serie di funzioni dedicate alla pro- ing può essere pericoloso; di conseguenza i generatori distribuiti
tezione di gruppi di generazione e alla loro relativa interconnes- devono essere dotati di caratteristiche anti-island. In generale, per
sione alla rete. Si tratta di funzionalità utili tipicamente nel caso tensione e frequenza, si stabiliscono valori limite e di controllo.
di applicazioni da 1 MVA o superiori, in installazioni quali mini- Spesso diventa necessaria una funzione anti-island più sensibile:
idroelettrico, cogenerazione di media potenza, generazione da la protezione da derivata in frequenza (Rocof - codifica Ansi 81R).
biomasse, generatori diesel. In particolare, i piccoli impianti idro- Questa protezione permette di rilevare rapidamente e con magelettrici possono essere connessi come sorgenti di energia (rin- giore sensibilità le variazioni di frequenza sia positive sia negative,
novabile) alle reti elettriche di distribuzione a livello nazionale. In garantendo così una protezione più rapida di quanto possibile
alcuni Paesi (dove i costi per kWh sono elevati) vi è una notevole con le tradizionali funzioni di minima e massima frequenza. Le reconvenienza economica per la realizzazione di nuovi impianti golazioni caratteristiche (diverse da paese a paese) variano da 0,2
idroelettrici o, spesso, per rinnovare e ristrutturare quelli vecchi. Gli Hz/s a 1 Hz/s: Ekip G in versione Hi-Touch presenta la protezione
impianti mini-idroelettrici sono diffusi in Europa (Italia, Norvegia, Rocof integrata.
Austria ecc.) e negli Stati Uniti; in altre nazioni, dove la capacità di
ABB Sace - www.abb.com
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AO Robotica
di Thomas Visti
Un robot per collega
Il robot realizzato da Universal Robots collabora direttamente con gli
operai nello stabilimento Volkswagen per la fabbricazione di motori
Il progetto
Il gruppo automobilistico
Volkswagen ha inserito nella
produzione di motori del suo
stabilimento di Salzgitter un
braccio robotico industriale
di Universal Robots. Il leggero
robot UR5 è installato nel reparto dedicato alle testate dove
provvede a manipolare delicatamente le candele. La vera
novità è che si tratta del primo
robot collaborativo introdotto
negli stabilimenti Volkswagen
di tutto il mondo. Grazie alla
modalità di sicurezza integrata,
I robot senza recinzioni
possono funzionare al fianco
degli operai e, in questo
modo, diventare dei veri
assistenti alla produzione
L
a casa automobilistica Volkswagen promuove l’ergonomia dei
processi di fabbricazione con i
robot di Universal Robots, produttore danese di robot industriali. Universal Robots è nata nel 2005
con l’obiettivo di rendere la robotica accessibile al mondo. Il risultato? Un braccio
robotico più leggero, più flessibile e più
ecologico che ha rivoluzionato il mercato
dei robot industriali, fino a oggi dominato
da robot massicci, pesanti e costosi. L’azienda sviluppa e commercializza bracci
robotici per automatizzare facilmente i
processi di lavoro industriali monotoni e
complessi e potenziarne l’efficacia. I dipendenti, così, possono essere impiegati
in attività realmente produttive. Universal
Robots conta circa 100 dipendenti. Tutte
le attività di sviluppo e produzione avvengono presso la sede danese di Odense.
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Il gruppo automobilistico Volkswagen ha inserito nella produzione di motori del
suo stabilimento di Salzgitter un braccio robotico industriale di Universal Robots
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il braccio robotico a sei assi è in grado di collaborare direttamente con gli operai, senza utilizzare recinzioni di sicurezza. In
questo modo contribuisce sensibilmente a promuovere processi di lavoro più sani. L’impianto Volkswagen di Salzgitter,
con una superficie di 2.800.000 m2, è uno degli stabilimenti
più imponenti del mondo per la fabbricazione di motori. Qui,
ogni giorno, circa 6.000 dipendenti producono approssimativamente 7.000 motori a benzina e diesel in 370 diverse
varianti. I motori da 3 a 16 cilindri vengono montati in vari
modelli e marchi del gruppo Volkswagen. Di recente la casa
automobilistica ha adottato un braccio robotico industriale
collaborativo del produttore danese Universal Robots che affianca gli operai nel reparto di assemblaggio delle testate per
provvedere all’inserimento delle candele. Grazie alla modalità
di sicurezza integrata (conforme allo standard EN ISO 10218),
il robot industriale può lavorare a stretto contatto con gli uomini. È provvisto di una pinza, che il system integrator Faude
Automatisierungstechnik ha progettato esclusivamente per
Volkswagen, in grado di rispondere ai requisiti di sicurezza di
ISO/TS 15066, lo standard di specifica per i robot collaborativi.
In questo modo è stato possibile integrare il robot nella linea
di produzione, senza utilizzare ulteriori misure di protezione.
“Vorremmo realizzare un ambiente di lavoro ergonomico per
evitare patologie a lungo termine ai dipendenti che operano
in ogni settore dell’azienda. I robot senza recinzioni possono
funzionare al fianco degli operai e, in questo modo, diventare
dei veri assistenti alla produzione, risparmiando al personale
le mansioni ergonomicamente più pesanti” spiega Jürgen
Häfner, project manager presso lo stabilimento Volkswagen di Salzgitter. Il progetto è stato realizzato su un arco di
tempo di due anni in stretta collaborazione con Faude Automatisierungstechnik, partner della distribuzione di Universal
Robots. Così i due collaboratori alla produzione, che prima si
occupavano del montaggio delle candele sulle testate, sono
sollevati da un pesante compito: fino ad oggi erano costretti
a curvarsi per inserire le candele nei fori scarsamente visibili
delle testate.
Fianco a fianco con un collega robot
Questa operazione ora viene svolta dal leggero robot a sei
assi UR5 di Universal Robots. Con delicatezza, afferra le fragili
candele, fornite da un sistema di separazione appositamente
progettato, e le inserisce nei fori difficilmente accessibili. Un
operaio, poi, ha la responsabilità di fissare le candele e isolare la testata, passo necessario per la successiva fase di produzione. Grazie alla collaborazione diretta con il robot, che
fa da assistente, l’operaio può completare queste attività
assumendo una sana posizione eretta. In questo modo può
monitorare senza interruzione il processo ed eventualmente,
intervenire rapidamente. “La realizzazione di questo progetto
ha riscosso molti apprezzamenti proprio perchè i robot possano contribuire all’ergonomia dei processi di lavoro.
Il successo è stato reso possibile soprattutto dalla collaborazione costruttiva e orientata ai risultati tra Volkswagen e
Faude Automatisierungstechnik, partner strategico di Universal Robots”.
Universal Robots - www.universal-robots.it
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AO Revamping
di Patrick Grosso
Per non perdere il filo
Le operazioni di revamping di un banco fusi, presso la Filati Borio
Fiore di Castelletto Cervo, ha permesso di migliorare le
prestazioni della macchina, rendendola più aperta e flessibile.
Per il progetto è stato utilizzato il nuovo Unidrive M700
di Emerson Industrial Automation
F
ondata dall’imprenditore Ezio Grosso come azienda fibre, quattro gruppi alette, che danno la torsione, quattro gruppi
individuale nel 1964, Grosso Srl ha sempre operato nel fusi, che avvolgono il filato e dalla banchina, che seguendo desettore dell’ elettrotecnica ed elettronica industriale. terminati movimenti, crea il profilo della bobina. La motorizzaL’azienda con organico attivo attuale di 35 collabora- zione della macchina è stata completamente rivista, i fusi e le
tori, si avvale di una notevole esperienza lavorativa nel alette, precedentemente comandati da quattro motori e da un
drive, sono stati separati controllando
campo dell’elettrotecnica ed elettrosingolarmente ogni motore. Questa
nica industriale, acquisita nel cinquansoluzione permette di migliorare l’utitennio e tramandata con passione dal
lizzo della macchina ed evitare alcuni
suo socio fondatore, ai figli e ai suoi
fermi macchina. È stato inoltre sosticollaboratori. Le competenze coprono
tuito anche il motore della banchina
i seguenti settori: impianti elettrici di
utilizzando un servomotore dedicato
distribuzione industriale, impianti di
per aumentare la precisione e la quaautomazione industriale, impianti di
lità dei movimenti. Ogni drive è stato
illuminazione industriale, applicazioni
equipaggiato con una scheda SI-Profispeciali illuminotecniche, impianti fobus, per la comunicazione con il PLC e
tovoltaici, motori elettrici, assistenza ai
una scheda SI-Application–Plus, per la
clienti, cablaggio strutturato, progetta- Per le operazioni di revamping è stato
gestione dei calcoli di sincronismo e la
zione impianti. In particolare nell’am- utilizzato il nuovo Unidrive M700
comunicazione drive-to-drive tramite
bito dell’automazione industriale, di Emerson Industrial Automation
rete CTNet e CTSync. Le ricette di lavol’ufficio tecnico di Grosso, formato da
personale altamente specializzato, si occupa oltre che della pro- razione, memorizzate sul sistema PLC videoterminale, vengono
gettazione e del dimensionamento dei quadri bordo macchina, inviate ai drive tramite rete Profibus e, a questo punto, ogni drive
anche della realizzazione dei programmi software per PLC, PC, provvede a calcolare il proprio rapporto con il master, che sarà
rettificato in continuazione durante la formazione della bobina.
touchscreen.
Un accurato studio congiunto Emerson Industrial Automation e
Grosso ha permesso di rendere la macchina immune ai disturbi,
Operazioni di revamping
In occasione del revamping di un banco fusi, presso la Filati Borio soprattutto alle micro interruzioni e alla mancanza rete. Grazie
Fiore di Castelletto Cervo, nella provincia di Biella, si è pensato di alla collaudata tecnica di collegamento del Common DCBus, abmigliorare l’affidabilità e la robustezza del controllo della mac- binato a sofisticati algoritmi di controllo e gestione si ottengono,
china esistente, rendendola più aperta e flessibile. A tale scopo in ogni situazione, una fermata in fase e controllata di ogni fuso,
sono state utilizzate la potenza e la flessibilità del nuovo Unidrive con grande vantaggio della produttività, eliminando anomali e
M700 di Emerson Industrial Automation; la possibilità di far co- lunghi fermi macchina. Carlo Secco, responsabile del progetto,
municare tra loro gli azionamenti, unita alla sincronizzazione dei afferma: “La programmabilità on-board di Unidrive M di Emerson
dati hanno permesso di convertire in elettronica, quanto prima Industrial Automation, ci ha permesso di aggiungere funzioni viera trasmesso da cinghie e pulegge. Il banco fusi è una macchina tali e determinanti per la produttività della macchina, di svincoalternativa al finitore, entrambe preparano lo stoppino per il fila- larci da vecchie modalità di funzionamento, rendendo flessibile
toio; la differenza principale sta nel fatto che con il banco fusi è e attuale il risultato finale sul prodotto finito, come ad esempio la
possibile dare torsione allo stoppino, cosa che non succede sul fase di legatura del filato, che prevede un movimento repentino
finitore, questa è la ragione per la quale, quando c’è necessità di delle sole alette. Altre funzioni particolari hanno permesso di agedeterminati tipi di articoli che altrimenti sarebbero impossibili da volare gli operatori in alcune fasi di lavorazione”.
produrre, la scelta dei produttori ricade sul banco fusi. La macEmerson Industrial Automation - www.emersonindustrial.com
china è composta da un gruppo di stiro, che inizia ad allungare le
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AO Building automation
di Lucia Milani
Luce fra arte
e devozione
BPT e Domino LED hanno realizzato l’impianto illuminotecnico
della chiesa di Santa Lucia a Treviso adottando un sistema
domotico per una ottimale gestione delle luci
L’
intensità luminosa e le singole accensioni dell’impianto realizzato per la Chiesa di Santa Lucia a
Treviso impiega soluzioni Domino LED, marchio
che contraddistingue una gamma completa
di soluzioni legate alle nuove sorgenti di luce,
sinonimo di design, ‘made in Italy’, innovazione, funzionalità
ed efficienza, regolate dal sistema domotico di BPT, società di
Came Group attiva nel settore della termoregolazione, videocitofonia, domotica, sicurezza e illuminazione a LED. BPT ha
collegato l’impianto illuminotecnico a un sistema domotico per
gestire l’intensità luminosa e l’accensione delle luci, utilizzate
come strumento per valorizzare l’edificio sia nei momenti di
culto, sia dal punto di vista artistico e culturale, gestendo così la
dimensione spirituale-liturgica e storico-artistica della struttura.
Una ristrutturazione complessa
La Chiesa di Santa Lucia a Treviso, un suggestivo scrigno di arte
e di storia del XIV secolo, era illuminata da un impianto obsoleto, che risaliva ai primi anni ’90, ormai non più in linea con la
normativa vigente. L’impianto scorreva sui tiranti che separano
la navata centrale dell’edificio da quelle laterali, occultando
nell’ombra pregiati affreschi e sculture trecentesche. L’illuminazione, inadeguata, impediva la corretta valorizzazione artistica
del complesso e articolato apparato decorativo della chiesa,
costituito da sei volte trecentesche affrescate con le ‘Storie
dei Santi’, il ‘Tetramorfo’ e i ‘Dottori della Chiesa’, da due volte
quattrocentesche decorate con orifiamma e cielo stellato e da
quattro volte dipinte da Mario Botter nel Novecento con motivi
neogotici. La scarsa illuminazione non consentiva nemmeno di
valorizzare adeguatamente la Cappella del Crocifisso, situata
accanto all’ingresso e decorata con affreschi della scuola di Al-
tichiero da Zevio; neppure la Madonna del Paveio, inquadrata
dal bellissimo frammento degli angeli dipinti da Tommaso da
Modena nella prima metà del XIV secolo e sovrastata da una
Crocifissione, era collocata in posizione visibile a causa della
scarsa illuminazione. Inoltre, progettando il nuovo impianto
di illuminazione era fondamentale tenere presente che le luci,
scelte per sottolineare i valori spirituali e artistici del luogo, sarebbero state inserite in un contesto che originariamente non
le prevedeva. Il sistema di luci doveva creare una dimensione
spirituale-liturgica tale da invitare i fedeli al raccoglimento e al
contempo dare una dimensione storico-artistica alla chiesa che
consentisse al pubblico di apprezzare le opere da essa custodite. Il progetto doveva quindi proporre una luce qualitativamente in armonia con quella che penetra naturalmente in una
giornata di sole, riproponendo un’illuminazione che avesse la
stessa intensità nei momenti di mancanza di luce esterna.
Luce pensata ad hoc
Per rispondere alle esigenze di illuminazione e di diversa fruizione degli spazi della Chiesa trevigiana, BPT ha sviluppato una
soluzione illuminotecnica basata su 103 proiettori Perpetual 7
P di Domino LED e gestita attraverso il sistema domotico Home
Sapiens di BPT. Regolando l’illuminazione nei diversi momenti
della giornata, secondo una varietà di possibili utilizzi, BPT è
riuscita a integrare l’esperienza spirituale e quella culturale alternando, attraverso un sapiente utilizzo della luce, momenti
di contemplazione e raccoglimento con un’adeguata valorizzazione artistica della chiesa. Nel dettaglio, il sistema è stato installato sulle strutture del complesso architettonico con tecniche
di intervento a basso impatto, che hanno previsto un impiego
minimo di staffature e grappe metalliche. Nonostante l’assenza
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
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AO Building automation
I diversi scenari di luce previsti permettono di richiamare l’illuminazione più adeguata in modo semplice e intuitivo
all’interno della Chiesa di canaline dentro le quali occultare i
fili, le opere murarie indispensabili per il cablaggio e la riqualificazione dell’impianto sono state ridotte al minimo grazie
all’impiego della domotica BPT, che attraverso il cavo bus (un
doppino twistato con guaina trasparente) consente il collegamento di tutti gli elementi del sistema, rispondendo contemporaneamente a esigenze sia funzionali sia estetiche. I moduli
di alimentazione e i dimmer per la gestione dell’intensità delle
luci sono stati invece posizionati all’interno di apposite cassette
installate sulle travature o su mensole occultate alla vista.
La gestione dell’intensità luminosa e delle singole accensioni
viene regolata dal sistema domotico Home Sapiens, che consente, attraverso il videoterminale multifunzione Mitho HA, di
comandare e monitorare in maniera semplice ed efficace tutti
i dispositivi luminosi che fanno parte dell’impianto. Il sistema
domotico permette inoltre di memorizzare vari scenari, che rendono facile e immediata la scelta dell’illuminazione più adatta
alle esigenze del momento, dando anche a personale che ha
poca dimestichezza con la tecnologia la possibilità di gestire le
luci e di rendere possibile l’adozione di nuovi scenari luminosi in
caso di eventuali e differenti utilizzi degli spazi liturgici o espositivi. Sono stati definiti quattro scenari differenti con diversi
livelli di illuminazione, che corrispondono ai quattro principali
momenti di utilizzo della Chiesa. In particolare, lo ‘Scenario di 1°
livello’ viene utilizzato per tutto l’arco della giornata, quando è
presente la luce naturale esterna e si fa un limitato uso di altre
fonti di illuminazione. Ha l’obiettivo di valorizzare alcuni punti
‘di devozione’ della Chiesa, come l’altare maggiore, la scultura
100
della Madonna del Paveio, il bassorilievo dei SS. Cristoforo e
Giacomo e il Crocifisso, garantendo il raccoglimento necessario per la preghiera individuale. Lo ‘Scenario di 2° livello, invece,
viene adottato nelle ore in cui manca la luce naturale esterna,
ossia al mattino e alla sera, riproponendo una luce qualitativamente in armonia con quella delle ore di sole per l’intero arco
della giornata. Ai punti illuminati dello scenario di 1° livello si
aggiunge l’illuminazione rivolta verso il pavimento, regolata
con un’intensità luminosa minima, che corrisponde al valore
dei lux presenti nella chiesa quando penetra la luce naturale
esterna. Lo ‘Scenario di 3° livello’ si utilizza durante le cerimonie religiose e prevede la stessa illuminazione dello Scenario
di 2° livello, regolato con una maggiore intensità luminosa, sia
nell’altare, sia nelle navate, per far risaltare il luogo celebrativo.
Infine, lo ‘Scenario di 4° livello’ viene impostato durante le visite dei turisti ed è stato studiato affinché la luce guidi la lettura
delle opere d’arte: è prevista solo nelle volte e nelle pareti affrescate nel Trecento che comprendono la Cappella del Crocefisso,
quella dei SS. Cristoforo e Giacomo e quella di S. Antonio Abate.
È stata anche realizzata un’illuminazione uniforme per valorizzare l’affresco della Madonna con Bambino, evitando il cono
d’ombra che le volte del soffitto proiettavano sul particolare del
Cristo, posto al di sopra in una posizione nascosta e poco visibile. Questo scenario è temporizzato e viene acceso attraverso
l’introduzione di monete in una gettoniera.
I criteri di base nella realizzazione del progetto sono consistiti
nel massimo rispetto dell’illuminazione naturale della Chiesa,
con un uso limitato di altre fonti di illuminazione nelle ore
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
Particolare del sistema di illuminazione adottato: i proiettori di Domino LED
diurne per una discreta sottolineatura delle componenti devozionali, e nella riproduzione della stessa intensità di luce nelle
ore serali, utilizzando l’illuminazione artificiale. Nei momenti di
celebrazione è stata invece incrementata l’intensità luminosa
per non creare contrasti tra la zona del presbiterio e le navate,
individuando l’altare quale ‘centro’ di riferimento nella Chiesa.
Un sistema flessibile
Per gestire i quattro scenari è stato scelto il sistema domotico
Home Sapiens di BPT gestito attraverso il terminale multifunzione Mitho HA, caratterizzato da un display LCD a colori touchscreen, di grandi dimensioni (7”), in grado di monitorare anche
i consumi e garantire così un notevole risparmio di energia a
seconda delle diverse esigenze di utilizzo. Un’altra decisione
particolarmente significativa è stata utilizzare gli apparecchi
d’illuminazione Perpetual 7 P di Domino LED che, essendo
proiettori di media potenza e di piccole dimensioni, hanno notevolmente ridotto l’interferenza con le linee architettoniche.
I Perpetual 7 P, interamente realizzati in alluminio anodizzato
naturale, con un consumo di 19 W e un flusso luminoso di 1.096
lumen, sono proiettori a LED orientabili e dimmerabili, che si
interfacciano al sistema di gestione generale BPT mediante
moduli elettronici dedicati. L’adozione di apparecchi di media
potenza ha portato a un aumento dei punti-luce, con una conseguente maggiore flessibilità e precisione nel puntamento per
illuminare i punti devozionali, occultare le imperfezioni presenti
nelle opere affrescate ed evitare ogni effetto di abbagliamento
diretto e indiretto per riflessione, con speciale cura nei punti di
osservazione delle opere d’arte. Sono stati scelti modi diversi di
propagare il flusso luminoso, sottolineando alcune opere focali
ed evidenziando, nel contempo, punti di criticità dell’ambiente,
come i gradini. Solo per le occasioni di visita, il fascio luminoso è
stato rivolto verso le volte e le pareti di interesse artistico come
la Cappella del Crocefisso, l’altare maggiore e il dipinto della
pala lignea. Per richiamare le tonalità di luce dei sistemi tradizionali di illuminazione artificiale e garantire morbidezza e diffusione della luce nell’ambiente sono state scelte una tonalità
di colore pari a 3.000 k e un’apertura ampia del fascio luminoso,
resa più stretta solo in corrispondenza di alcuni punti focali per
sottolineare la componente devozionale. L’adozione della tecnologia a LED ha permesso di rispettare i valori cromatici della
luce naturale, consentendo un elevato risparmio energetico
e offrendo numerosi vantaggi in termini di salvaguardia delle
opere (grazie alla sostanziale assenza di radiazioni infrarosse
e ultraviolette, nocive per le superfici artistiche, in particolare
quelle affrescate) e di costi di manutenzione e gestione, con un
consumo massimo dell’impianto d’illuminazione di circa 2 kW
e una lunghezza di vita utile delle lampade di circa 50.000 ore al
70% del flusso luminoso. Il Comitato per il restauro delle Chiese
di S. Lucia e S. Vito si è ora rivolto allo studio di progettazione di
Silvano Bovo, che opera in collaborazione con Maria Sole Crespi
e Sara Malgaretto per le scelte architettoniche, coadiuvati dalla
consulenza tecnica di BPT e Domino LED.
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
BPT - www.bpt.it
Domino LED - www.dominoled.it
101
AO Tutorial
di Emiliano Sisinni (*)
BLE: tante versioni
per diverse applicazioni
Sottoinsieme del classico Bluetooth, Bluetooth Low Energy (BLE),
indicato anche come ‘Smart Bluetooth’, è stato introdotto come
parte della specifica Bluetooth 4.0. Vediamo quali sono le sue
caratteristiche
B
luetooth Low Energy (BLE), denominato anche
‘Smart Bluetooth’, è un sottoinsieme del classico
protocollo Bluetooth ed è stato introdotto come
parte della specifica Bluetooth 4.0. Vi è in effetti
una certa sovrapposizione con il classico Bluetooth, sebbene BLE abbia in realtà un’estrazione completamente diversa: avviato da Nokia come progetto interno,
noto anche come ‘Wibree’, solo successivamente è stato
adottato dal consorzio che sovraintende alle specifiche di
Bluetooth, ovvero Bluetooth SIG.
Le novità della release 4.0
La tecnologia Bluetooth che quotidianamente utilizziamo
per connettere il nostro smartphone con un auricolare
senza fili, piuttosto che con il dispositivo vivavoce installato
a bordo della nostra macchina, nasce per soddisfare requisiti di basso costo e affidabilità, unitamente a prestazioni di
tutto rilievo; resta a tutt’oggi una delle soluzioni di comunicazione wireless che offre le latenze più basse. Negli ultimi anni si sono succedute diverse release delle specifiche e
quella attualmente disponibile è la già citata versione 4.0 che
contiene, tra le altre, la definizione di due tipologie di sistemi
wireless, contraddistinti rispettivamente, in accordo alla nomenclatura utilizzata, come Basic Rate (BR) e Bluetooth Low
102
Energy (BLE). In particolare, la soluzione denominata BLE si
basa sulla trasmissione (sporadica) di piccoli pacchetti di dati
con tempistiche rilassate rispetto alla tradizionale tecnologia
BR, offrendo pertanto consumi decisamente inferiori rispetto
a quest’ultima.
Le specifiche prevedono l’esistenza sia di dispositivi che
supportano sia BR che BLE (denominati pertanto ‘dualmode device’, contraddistinti commercialmente dalla dicitura ‘Bluetooth Smart Ready’), sia di dispositivi in grado di
supportare la sola tecnologia BLE (denominati pertanto ‘single-mode device’, distinti commercialmente dalla dicitura
‘Bluetooth Smart’). La necessità di questa distinzione deriva
dal dover soddisfare, da una parte le richieste di applicazioni
pensate per dispositivi performanti, quali smartphone e PC
portatili, dall’altra quelle pensate per dispositivi embedded
semplici e limitati nelle risorse sia computazionali che di alimentazione. Nel primo caso, generalmente, non si hanno
problemi di approvvigionamento energetico, o perlomeno
l’apparato di comunicazione contribuisce a essi in maniera
solo parziale, nel secondo invece il consumo legato alle funzionalità intrinseche del dispositivo è comparabile, se non
addirittura trascurabile, rispetto alla sola sezione a radiofrequenza. In quest’ultimo caso, la riduzione dei consumi
di energia è fondamentale per garantire una vita utile suffi-
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
Fonte: skilal.com
cientemente lunga; appartengono a questa scosta decisamente dalla classica pila ISO/OSI a sette livelli
categoria, per esempio, tutti i microsistemi (si veda figura 1). Si nota innanzitutto che lo stack è composto da due sezioni principali, ovvero il ‘controller’ e l’‘host’.
embedded alimentati a batteria.
Le tecnologie Bluetooth Smart e Smart Questa separazione è un’eredità delle versioni precedenti
Ready nascono dunque per estendere le dello standard (ovvero quelle che prima sono state denominate BR). Infatti, se le funzionalità
capacità di comunidell’host, ossia la parte più ‘intellicazione di dispositivi
gente’ dello stack, possono essere
quali orologi o gioimplementate in software, per esemcattoli e forniscono
pio in un PC piuttosto che dal procesagli sviluppatori uno
sore di un sistema embedded, quelle
strumento per incorproprie del controller sono generalporare nuove funziomente implementate direttamente
nalità a prodotti già
da un transceiver esterno. Anzi, una
contenenti prececaratteristica che ha contraddistinto
denti versioni della
lo standard Bluetooth fin dalla sua
tecnologia Bluetocomparsa è stata la definizione di
oth, per esempio
uno strato denominato HCI - Host
dispositivi sportivi
Controller Interface. Lo scopo di
o medici, human inquesta interfaccia è proprio quello
terface (HID) e apdi standardizzare l’accesso alle riparecchiature per
sorse normalmente implementate in
l’intrattenimento. Figura 1 - Lo stack protocollare BLE
hardware e gestite dal livello L2CAP,
Sensori contapassi
o monitor glicemici non potrebbero funzionare senza una tecnologia a basso consumo:
questi device traggono vantaggio dal risparmio energetico
e dal basso costo di implementazione di Bluetooth 4.0. Gli
orologi di nuova generazione possono così raccogliere i
dati da dei sensori indossabili e inviare le informazioni a un
PC, oppure possono visualizzare il numero di un chiamante
quando vengono connessi in wireless a uno smartphone,
anche se non solo grazie all’uso della tecnologia Bluetooth
Low Energy. Va inoltre sottolineato che non tutti gli apparati
che supportano Bluetooth 4.0 sono retrocompatibili.
Nella variante originale, durante una tipica sessione, il canale
radio fisico è condiviso da un gruppo di dispositivi sincronizzati a un clock comune e a un pattern di frequency hopping;
tale rete, detta piconet, è composta da un master e da slave,
poiché il master provvede a fornire agli slave il riferimento
per la sincronizzazione. Al contrario, BLE, oltre ai già citati
master e slave, definisce altri ruoli a seconda dell’utilizzo
e del compito del device stesso. Inoltre, la numerosità del
gruppo di dispositivi che possono comunicare contemporaneamente non è più limitata dal master (il limite preceden- Figura 2 - I profili BLE
temente era di sette slave per ogni master), ma è definita
durante l’implementazione e varia a seconda dei casi.
normalmente, come detto, implementato in software. Questa distinzione è in realtà superata dai moderni dispositivi
che normalmente si comportano come dei ‘network procesLe caratteristiche di BLE
Volendole riassumere grossolanamente, le caratteristi- sor’, cioè implementano entrambe le funzionalità, lasciando
che principali dei dispositivi Smart Ready (BLE) sono le se- al processore dell’utente la sola gestione dell’applicazione,
guenti: consumi di potenza di picco, media e a riposo molto così da permettere l’implementazione di un nodo a bassiscontenuti, così da consentire una vita utile anche di anni simo costo, oltre che facilitare soluzioni di retrofitting.
utilizzando una singola batteria a bottone; basso costo; interoperabilità tra diversi produttori; copertura elevata, ov- La composizione dello stack
vero quella tipica di una PAN - Personal Area Network, cioè Più in dettaglio, lo stack è composto dai seguenti strati:
nell’ordine dei 10-100 metri.
- lo strato fisico (PHY) sfrutta il meccanismo di ‘Adaptive FreLo stack protocollare proprio di un sistema Bluetooth si di- quency Hopping’, ovvero la capacità di trasmettere su un
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
103
insieme di diversi canali di frequenza, scegliendo di volta in
volta quelli ritenuti migliori, perché per esempio caratterizzati da un più basso rumore di fondo. In particolare, vengono
usati 40 canali fisici, separati da 2 MHz, tre come canali di
advertising e 37 come canali di effettivo scambio dati. La
scelta di utilizzare un numero inferiore di canali rispetto allo
standard classico influenza molto i tempi di connessione
tra dispositivi, abbassando così il consumo di potenza. La
modulazione adottata è una Gfsk (Gaussian FrequencyShift Keying) con collegamento radio a 1 Mbps, operante
nella banda frequenza 2,4 GHz ISM. La scelta è dettata dalla
semplicità di tale soluzione, che le dona robustezza e basso
costo.
- Il Link Layer (LL) controlla lo stato del dispositivo: esso,
secondo la normativa propria dello standard, può trovarsi
nello stato di ‘standby’, ‘advertising’, ‘scanning’, ‘initiating’,
o ‘connected’. L’‘advertiser’ è colui (nodo) che trasmette in
attesa di una connessione, mentre lo ‘scanner’ è un nodo
alla ricerca degli advertiser attivi. Un ‘initiator’ è colui che
risponde a un advertiser con una richiesta di connessione. A
questo punto, se l’advertiser accetta la richiesta, entrambi i
nodi possono entrare nello stato ‘connected’. Una volta attuata la connessione, colui che ha originariamente inviato
la richiesta assume il ruolo di master, mentre colui che ha
accettato è di conseguenza uno slave.
- Il layer HCI fornisce un mezzo di comunicazione tra l’host
e il controller tramite un’interfaccia standard. Come già anticipato, questo layer può fungere da tramite tra il transceiver, ovvero il dispositivo che implementa la modulazione a
radiofrequenza e la gestione dei segnali in banda base, e un
processore che implementa i livelli protocollari superiori, per
esempio sfruttando come bus di collegamento una connessione seriale come una Uart, una SPI o una USB.
- L’L2CAP fornisce un servizio di incapsulamento dei dati per
gli strati superiori, permettendo una comunicazione logica
end-to-end.
- Il layer SM definisce i metodi per l’accoppiamento e per
la distribuzione delle chiavi, assicurando agli strati superiori
una comunicazione e uno scambio dati sicuri con gli altri dispositivi.
- Il GAP si interfaccia direttamente con l’applicazione e gestisce la ricerca di altri dispositivi, insieme ad altri servizi relativi
alla connessione.
- Il protocollo definito al livello ATT permette di esporre
un certo quantitativo di dati, chiamati ‘attributi’. Nel contesto dell’ATT il dispositivo che contiene gli attributi e che ne
permette la lettura/scrittura svolge il ruolo di ‘server’, mentre
colui che ne fa richiesta è definito come ‘client’. Va sottolineato che lo stato assunto a livello ‘link layer’ è completamente indipendente dal ruolo ATT del dispositivo; detto
altrimenti, un LL master può essere un ATT client e un LL
slave può essere un ATT
server. Inoltre, un dispositivo può anche essere
Caratteristica
BR
BLE
sia server che client allo
stesso tempo.
Raggio d’azione
≈100 m
≈50 m
- Infine vi è il Gatt (Generic Attribute Profile).
Transfer rate grezzo
1-3 Mbps
1 Mbps
Si tratta di una libreria
di servizi che definisce
Dimensione piconet
7 nodi
Dipende dall’implementazione
subprocedure per l’utilizzo di ATT. Il Gatt inolLatenza (da uno stato disconnesso)
≈100 ms
≈6 ms
tre specifica la struttura
dei profili: tutti i dati
Consumo (preso come riferimento BR) 1
0,01-0,5 a seconda dell’uso
utilizzati da un profilo
sono chiamati ‘characteAssorbimento massimo
<30 mA
<15 mA
ristic’. Tutti i dati scambiati in una connessione
Applicazioni principali
Telefoni cellulari, gaming,
Telefoni cellulari, gaming, orologi,
BLE sono gestiti dalle
cuffie, audio, streaming
sport e fitness, sicurezza e rilevafunzioni del Gatt. In altri
audio, accessori auto ecc.
zione di prossimità ecc.
termini, il Gatt è posto
Tabella1 – Confronto fra BR (Basic Rate) e BLE (Bluetooth Low Energy)
sopra lo strato ATT e ne
104
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
Fonte: www.zeitner-coaching.ch
AO Tutorial
La creazione dei profili
La procedura di creazione di un profilo in accordo alla specifica BLE è stata notevolmente semplificata rispetto alle versioni precedenti, purtroppo però, date le notevoli differenze,
i profili BLE non sono compatibili con i profili tradizionali.
Lo strato General Access Profile (GAP) del protocollo BLE si
occupa della gestione delle modalità e delle procedure di
accesso del dispositivo, oltre che di ‘discovery’, ‘link estabilishment’, ‘link termination’, inizializzazione delle feature di
sicurezza e della configurazione.
A livello di GAP il dispositivo opera normalmente nel ruolo
di ‘peripheral’, ossia un advertiser che permette la connessione e opera come uno slave in una connessione puntopunto, oppure ‘central’, eseguendo la ricerca di advertiser
e avviando la richiesta di connessione: è un master in una
connessione punto-punto o multi-punto. Altre possibili modalità sono ‘broadcaster’ e ‘observer’.
In una tipica applicazione Bluetooth Low Energy il peripheral avvisa qualsiasi nodo central in ascolto, tramite pacchetti
specifici, la sua disponibilità alla connessione. I pacchetti
contengono l’indirizzo e talvolta ulteriori informazioni utili
alla connessione, come per esempio il nome del dispositivo.
Una volta ricevuto il primo ‘avviso’, il central invia una richiesta di ‘scan’ al peripheral, il quale risponde con una ‘scan response’. Questo è il processo di ‘discovery’ del dispositivo,
tramite il quale il central viene a conoscenza del peripheral
e del fatto che esso è disponibile per una connessione. Il
central può quindi avviare la procedura di ‘estabilish link’.
La richiesta di connessione contiene alcuni parametri. Prima
di tutto, il ‘connection interval’: nello stato di connessione
viene utilizzato un processo di frequency hopping per il
quale i due dispositivi scambiano dati, quindi si ‘ritrovano’
in un canale differente dopo un certo ammontare di tempo
(procedura gestita dal link layer). Questo ‘salto’ viene definito ‘connection event’ e, anche se non vi è nessuna informazione pronta per l’invio, vengono comunque trasmessi
alcuni dati per mantenere attiva la connessione. Il connection interval è il tempo che intercorre tra i connection event
in unità di 1,25 ms e può variare tra 7,5 e 3.200 ms.
Applicazioni differenti possono richiedere tempi diversi: il
vantaggio di avere un lungo tempo tra due event consiste
nel fatto che l’applicativo si trova quasi sempre in stato di
‘sleep’, con conseguente grande risparmio di energia. Lo
svantaggio consiste nel fatto che, se si ha necessità di inviare dei dati, bisogna aspettare fino al successivo incontro
(elevata latenza). D’altro canto, con un connection interval
breve si hanno più opportunità di scambiare dati, in quanto
i dispositivi si connettono più frequentemente, a fronte però
di un maggiore consumo energetico.
Un secondo parametro è costituito dalla ‘slave latency’, che
dà al peripheral la possibilità di ‘mancare’ a un certo numero di event. Questo fornisce flessibilità all’applicazione in
quanto, se non vi sono dati da inviare, viene mantenuto lo
stato di ‘sleep’, ottenendo un modesto risparmio energetico.
Infine, il ‘supervision timeout’ rappresenta il tempo massimo
tra due connection event andati a buon fine. Se trascorre più
tempo, il dispositivo considera persa la connessione e ritorna
nello stato precedente. In certi casi è necessario modificare i
parametri nel mezzo di una connessione; per fare ciò è possibile inviare una ‘connection parameter update request’,
messaggio gestito dall’L2CAP.
(*) Comitato Tecnico Automazione Oggi e Fieldbus & Networks
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
105
Fonte: bussolati.com
stabilisce le operazioni e le procedure
che lo attuano; definisce inoltre due
ruoli: ‘server’ e ‘client’. Questi non sono
necessariamente collegati con gli specifici ruoli GAP assunti, ma potrebbero
essere definiti da strati superiori. Si noti
che Gatt e ATT possono essere utilizzati
sia in BR che in BLE, ma in quest’ultimo
essi sono obbligatori, in quanto utilizzati per il discovering di servizi.
Il Gatt server immagazzina le informazioni trasportate tramite ATT e accetta
‘ATT request’, ‘ATT command’ e ‘ATT
confirmation’ dal Gatt client. Il server
risponde alle richieste e, quando configurato, invia notifiche asincrone al
Gatt client quando accadono specifici
eventi. Il livello Gatt inoltre specifica
l’organizzazione dei dati sul Gatt server: definisce gli elementi primari, quali
‘service’ (servizi) e ‘characteristic’, utilizzati per lo scambio di informazioni. I servizi infatti possono
contenere una collezione di ‘characteristic’ e queste contengono un singolo valore e un numero indefinito di descrittori.
Il profilo è quindi una definizione di alto livello che stabilisce
come i servizi possono essere utilizzati per una specifica applicazione. Ogni ‘characteristic’ contiene le proprietà (permessi di lettura/scrittura), il valore (di dimensione variabile
da 1 a qualche Byte) e i ‘descriptor’.
In viaggio con
ExpoExpress
ExpoExpress, il treno-mostra realizzato
da Ferrovie dello Stato Italiane, Expo
2015 e Mondadori, è partito alla fine di
agosto dalla stazione S. Lucia di Venezia
e toccherà 12 città italiane allo scopo di
presentare Expo Milano 2015, che per
sei mesi catalizzerà l’attenzione di tutto
il mondo su Milano e l’Italia. ExpoExpress è stato inaugurato a Venezia in
occasione della 71° Mostra internazionale d’arte cinematografica, e conclu-
iniziative dedicate a WE-Women for Expo , progetto di Expo Milano 2015 in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e la Fondazione Arnoldo e Alberto
Mondadori. Tra le tante ‘Una ricetta per la vita’, volta a costruire un grande patrimonio digitale di ricette raccolte e suddivise in dieci categorie, dalla cucina con gli
avanzi a quella conviviale, dai ricordi di viaggio ai sapori regionali e tradizionali.
Tutte le tappe di ExpoExpress saranno dotate di connessione wi-fi grazie al supporto di Telecom Italia e Cisco, official partner che realizzeranno per Expo Milano
2015 la rete fissa e mobile, le soluzioni IT, la connettività IP e wi-fi e altre soluzioni innovative. L’allestimento tecnologico del treno-mostra, invece, è firmato Samsung,
derà il suo viaggio il 12 dicembre 2014
dopo aver toccato Verona, Padova,
Milano, Genova, Trieste, Roma, Torino,
Bologna, Firenze, Pisa e Napoli.
A bordo del convoglio di Trenitalia,
costituito da tre carrozze (Casa Expo,
Carrozza Live, Carrozza Food), si potrà
sperimentare un percorso dedicato al
racconto interattivo del progetto Expo,
grazie a immagini, video e infografiche.
Casa Expo, in particolare, sarà il luogo in
cui il pubblico incontrerà Foody, la mascotte di Expo, con cui potrà interagire
giocare e imparare, e dove si potranno
scoprire in anteprima, per esempio,
le cinque aree tematiche di Expo Milano 2015. Gli spazi delle carrozze Live
e Food saranno dedicati a incontri di
moda, nutrizione e benessere, eventi,
laboratori, casting e show cooking gratuiti. La carrozza Live ospiterà anche
Official Edutainment Global Partner di Expo Milano 2015. La scelta di promuovere
l’Esposizione Universale con un treno non è casuale. Lo ha affermato l’amministratore delegato del Gruppo FS Italiane, Michele Mario Elia, che ha ricordato come
il treno sia occasione di incontro e scambio culturale tra persone, proprio come
avverrà per i Paesi che animeranno Expo Milano 2015. Il supporto del Gruppo FS
Italiane si esprime comunque a tutto campo: dalla fornitura e dal potenziamento
dei servizi ferroviari (collegamenti e stazioni) al supporto tecnico/logistico per il sito
espositivo, alla promozione nazionale e internazionale dell’Esposizione Universale
con i canali di vendita. Expo Milano 2015 coinvolgerà 20 milioni di visitatori da tutto
il mondo e il treno rappresenterà uno dei mezzi di trasporto ideali per raggiungere il sito espositivo. A bordo di ExpoExpress, una enorme piattaforma di comunicazione sarà in grado di avvicinare, informare e sensibilizzare ogni cittadino e un
pubblico esteso di lettori e appassionati ai temi di Expo Milano 2015. Nel frattempo,
il primo tratto della passerella di collegamento tra il sito di Expo Milano 2015 e la
Fiera di Milano è stato ultimato, un ponte pedonale, della lunghezza di 60 metri e
un peso di circa 250 tonnellate, oltrepassa tre linee ferroviarie in corrispondenza
della stazione di Rho-Fiera: la Milano-Varese, la Milano-Novara e la linea ad Alta
Velocità Torino-Milano. Con circa 500 metri complessivi di camminata, la passerella
Expo-Fiera sarà la via di accesso Ovest al sito espositivo: oltre il 30%
dei visitatori arriverà in treno, proveniente dalla stazione ferroviaria
di Rho-Fiera.
Fonte: Expo 2015
A tutto wi-fi
106
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
INNOVA
per avere più successo
Partecipa alla nona edizione della
manifestazione internazionale
per l’industria competitiva
Torino,
Lingotto Fiere
22-23 Aprile 2015
AFFIDABILITÀ
& TECNOLOGIE
DEDICATA A DECISORI E RESPONSABILI TECNICI DELLE IMPRESE MANIFATTURIERE, OEMS, SYSTEM INTEGRATORS
La manifestazione
IN CONTINUA CRESCITA
13.500 mq espositivi
300 espositori
12 convegni
30 seminari ed easy speech
BtoB Internazionale
TECNOLOGIE e
SOLUZIONI INNOVATIVE
per progettare produrre testare
Caratterizzazione materiali
Lavorazioni e trattamenti speciali
Macchine e utensili speciali
Metrologia
Robot e controlli in produzione
Simulazione e prototipazione rapida
Tecnologie fotoniche
Testing, affidabilità e
controlli di processo
Fabbrica
INTELLIGENTE
L’area espositiva consentirà
ai Visitatori di avvicinarsi
concretamente alle
tecnologie per la Fabbrica
Intelligente, un nuovo
modello per produrre in
ottica HORIZON 2020
CONTATTACI E PRENOTA ORA LA TUA PARTECIPAZIONE
AUTOMAZIONE DOMANI
di Orsola De Ponte
La tecnologia
allunga la vita
C
on un’aspettativa di
vita media di 82 anni
l’Italia si posiziona ai
vertici della classifica mondiale stilata
dalle Nazioni Unite
(periodo 2005-2010)
dei Paesi in cui si vive
di più, seconda solo al Giappone. In
media si vive dieci anni in più rispetto
al non lontano 1970: i risultati pubblicati su “The Lancet” mostrano che in 40
anni l’aspettativa di vita è aumentata di
11,1 anni per gli uomini e di 12,1 per le
donne. Si tratta di un dato sicuramente
indicativo della qualità della vita nei
singoli Paesi, fortemente legato alla disponibilità delle cure e alla possibilità di
accedere a esse da parte dei malati. E
qui la tecnologia sta compiendo passi
da gigante. Tecniche nate nei più svariati settori, dal manifatturiero al militare, come la scansione 3D, le nano e
biotecnologie, vengono applicate in
campo medico migliorando le cure,
riducendo i disagi ai pazienti, permettendo la realizzazione di artefatti ad hoc
e più ergonomici. L’uso dello scanner
3D, in particolare, è destinato a rivoluzionare le tecniche in uso per l’acquisizione delle impronte dentali o la
costruzione di protesi, mentre i sistemi
di visione hanno cambiato il modo di
fare training a chirurghi e specialisti. È
recente la notizia di una collaborazione
fra l’organizzazione medica senza fini di
lucro Mayo Clinic e IBM per avviare un
progetto pilota che vede l’impiego di
Watson (ibm.com/watson), il computer
cognitivo della multinazionale americana, nell’abbinamento di pazienti e
108
cure cliniche. Gli studi clinici consentono ai malati di accedere a terapie nuove ed
emergenti, ma coinvolgere i pazienti nei test è una delle attività più difficili della
ricerca medica. Normalmente il processo è manuale, quindi piuttosto lento: sono i
coordinatori clinici a occuparsi di abbinare a un determinato protocollo di studio il
paziente ‘giusto’ in base alla sua cartella clinica e alle sue condizioni. Nel mondo si
stima che siano in corso oltre 170.000 studi che coinvolgono l’uomo; Mayo Clinic
al momento ne sta conducendo più di 8.000. Le capacità cognitive di Watson verrebbero impiegate per vagliare gli studi clinici disponibili presso Mayo e garantire
che più pazienti possano essere abbinati accuratamente e coerentemente con le
adeguate opzioni di sperimentazione. Oltretutto, molti studi non vengono completati a causa della scarsa partecipazione dei pazienti: alla Mayo Clinic, nonostante
la struttura sia ben organizzata, solo il 5% dei pazienti prende parte agli studi e a
livello nazionale (USA) il tasso è di appena il 3%. Mayo spera di arrivare al 10%,
migliorando così, grazie alla maggiore partecipazione, anche la qualità dei risultati
delle ricerche. L’obiettivo finale è introdurre l’uso del computer come pratica clinica
a partire dal 2015, conclusa la fase di sperimentazione. Il progetto prevede l’utilizzo
di una particolare versione di Watson, appositamente progettata per Mayo. Progredendo nei suoi compiti e maturando attraverso la collaborazione con l’Istituto,
Watson imparerà di più sui processi di abbinamento nelle sperimentazioni cliniche,
diventando più efficiente e probabilmente universalmente applicabile. Il computer
potrà anche aiutare a individuare i pazienti per studi clinici difficili, come quelli
che coinvolgono le malattie rare. “In una malattia come il cancro, per esempio,
dove il tempo è un fattore cruciale, la velocità e la precisione offerte da Watson ci
permetteranno di sviluppare piani di trattamento individuali in modo più efficiente
per fornire esattamente la cura che le esigenze dei pazienti richiedono” ha dichiarato Steven Alberts, primario di oncologia medica presso Mayo Clinic. I ricercatori
sperano che la maggiore velocità possa accelerare nuove scoperte. “Abbinamenti
più precisi ci consentiranno di sviluppare, affinare e migliorare nuove e superiori
tecniche mediche” ha proseguito Nicholas LaRusso, gastroenterologo di Mayo Clinic e capo progetto nella collaborazione Mayo-IBM Watson. “In definitiva, questo
aiuterà anche il progresso della scoperta scientifica consentendo nuove forme di
cura che i medici potranno utilizzare per il trattamento di tutti i pazienti” ha sottolineato Mike Rhodin, senior vice president IBM Watson Group. Gli esperti di Mayo
stanno lavorando con IBM per ampliare le conoscenze del computer a tutti gli studi
clinici dell’Istituto e a tutti quelli presenti nelle banche dati pubbliche, come in ClinicalTrials.gov. Mayo e IBM stanno pensando anche ad altre possibili applicazioni
di Watson in futuro.
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
scienceroll.files.wordpress.com
AO
AO
AUTOMAZIONE USA
Teoria dell’evoluzione
del manufacturing
L’
evoluzione negli Stati
Uniti si chiama Smart
Manufacturing, in Germania Industrie 4.0
oppure Smart Industry, altri la chiamano
sistema cyber-fisico.
Viene tirata in mezzo
anche in ‘macchinazioni’ di idee quali
l’Internet of Things, conosciuta anche
come Industrial Internet of Things.
La domanda sorge spontanea: è forse
una moda realizzata da accademici,
burocrati e aziende alla ricerca di qualcosa di nuovo da vendere? In realtà, è
qualcosa che va oltre un progetto di
marketing. Ci troviamo a un punto di
svolta tecnologica in cui molte tecnologie si stanno avvicinando. Spesso
vengono utilizzate in ambito consumer
e poi adottate dal manifatturiero e dal
controllo di macchina. Tra le tecnologie che vengono o verranno utilizzate
ricordiamo gli standard Ethernet, Profinet, Ethernet/IP, Ethercat, Ethernet
Powerlink, wi-fi; i dispositivi intelligenti;
i dispositivi di rilevamento mobili e indossabili; programmazione distribuita;
database affidabili e ‘big data’; analisi
dei dati; sistemi di controllo miniaturizzati. E questo cosa significa per i pro-
gettisti, i costruttori di macchine e i loro clienti? Innanzitutto, i progettisti devono
pensare che ogni parte della macchina, sia dal punto di vista fisico che del sistema
del controllo, deve essere pensata per essere necessariamente connessa a qualcos’altro. Deve avere sufficienti sensori per supportare la grande quantità di dati
che i futuri sistemi richiederanno. Non solo la macchina stessa deve essere collegata
alla rete, ma anche il progettista di sistemi di controllo dovrà tener conto di eventuali
connessioni con altre macchine, Internet e i sistemi MES ed ERP.
Computer indossabili
Forse i progettisti di macchine potrebbero integrare nuove interfacce e computer in t-shirt o negli innovativi Google Glass. Prendendo spunto dai produttori di
smartphone, potrebbero aggiungere giroscopi, sensori di temperatura, sensori di
luminosità, GPS e altro ancora. Pensiamo alle potenzialità.
Quest’estate National Instruments ha parlato molto di sistemi cyber-fisici, punto
d’incontro tra il calcolo e il dispositivo fisico. Ci sono sempre due elementi: materia e
informazione. Ogni azienda con la quale ho parlato ha in qualche modo cambiato la
presentazione per adattarla ai propri obiettivi commerciali. Alla fin dei conti si parla
sempre di un connubio tra dati e vantaggi dal momento che possiamo utilizzare i
dati in una quantità infinita di modi.
Rockwell Automation ha recentemente annunciato che sponsorizzerà il ‘Center for
Trends and Technology’ a Pack Expo di Chicago, in calendario la prima settimana di
novembre. Secondo lei per i progettisti e i costruttori di macchine dovrebbe essere
importante la sicurezza della macchina, l’Internet of Things, la sicurezza in ambito
IoT, e l’ottimizzazione della linea (i dati della fabbrica diventano informazioni operative). Il messaggio di Rockwell sembra inserirsi perfettamente nei trend citati prima.
Rockwell sta anche lavorando con il suo partner Cisco per lanciare un nuovo corso di
formazione per studiare come aiutare i professionisti IT e OT (operation technology)
a superare le sfide di convergenza verso le loro tecnologie di rete. Questo corso aiuta
i candidati a prepararsi per la certificazione Cisco Industrial Networking Specialist:
non solo ingegneri di controllo, quindi, ma anche ingegneri di rete per affrontare
questo nuovo mondo.
Gary Mintchell, [email protected], fondatore ed editore di The Manufacturing Connection, scrive di manufacturing, leadership e tecnologia, blogger su www.themanufacturingconnection.com
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Le News in rete
corrono di più
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sere
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spedito in
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i
fusione
oltre la difsoglia
di 28.000
nominat
ivi.
AO
AVVOCATO
di Cristiano Cominotto, Simone Melzi
Il licenziamento
del dirigente
I
l rapporto di lavoro dei dirigenti
si caratterizza per il ruolo marginale che la legislazione ordinaria
riveste nella sua regolamentazione. La disciplina sostanziale è
demandata all’elaborazione giurisprudenziale e ai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (C.C.N.L.).
Gli accordi più rappresentativi di questo tipo sono rappresentati dal Contratto Collettivo Nazionale
di Lavoro per i dirigenti di
aziende produttrici di beni
e servizi, stipulato il 25 novembre 2009 (infra anche
‘C.C.N.L. Dirigenti Industria’), e dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro
per i dirigenti di aziende del
terziario della distribuzione
e dei servizi, stipulato il 23
gennaio 2008 e attualmente prorogato fino a dicembre 2014 (infra anche
‘C.C.N.L. Dirigenti Terziario’).
Caratteristica peculiare del rapporto di
lavoro dirigenziale è la vigenza di un
regime di libera recedibilità in capo al
datore di lavoro (c.d. ‘licenziamento ad
nutum’). I principali C.C.N.L. di settore
hanno nel tempo sopperito a questo
regime di forte discrezionalità prevedendo delle limitazioni al libero potere
di recesso datoriale. In via principale si
prevede quindi il necessario rispetto
della procedura prevista dalla contrattazione collettiva in tema di licenziamento
e/o dimissioni. In particolare, nel caso di licenziamento ingiustificato i C.C.N.L. di
settore prevedono l’efficacia di tale licenziamento, ma nel contempo creano un
obbligo a carico del datore di lavoro di pagare, a titolo di risarcimento, al dirigente licenziato una specifica ‘indennità supplementare’, correlata alle spettanze
contrattuali di fine lavoro e la cui misura, compresa tra un minimo e un massimo,
è stabilita dai medesimi accordi, previo ricorso a una speciale procedura arbitrale ivi regolata. Al riguardo la Corte di Cassazione (Cass. n. 5671/2012; Cass. n.
25145/2010) ha stabilito come nella disciplina del licenziamento del dirigente la
c.d. nozione di ‘giustificatezza’ prevista dalla contrattazione collettiva di settore,
ai fini del riconoscimento o meno della c.d. ‘indennità supplementare’,
non coincida né con quella di ‘giustificato motivo’, né con quella di
‘giusta causa’, essendo più ampia e diversa da queste, potendo rilevare
qualsiasi motivo, purché apprezzabile sul piano del diritto, idoneo a turbare il legame di fiducia con il datore di lavoro (Cass. n. 1424/2012), non
essendo dunque necessario verificare in maniera analitica le specifiche
condizioni e dovendosi piuttosto effettuare una valutazione globale
che escluda solo l’arbitrarietà della scelta (Cass. n. 12090/2004).
Precisando quanto appena detto, eventuali condotte del dirigente non
integrabili una ‘giusta causa’ o un ‘giustificato motivo’ di licenziamento,
con riguardo ai generali rapporti di lavoro subordinato, ma che siano
in ogni caso tali da ledere il carattere fiduciario del rapporto di lavoro dirigenziale, possono rientrare nella nozione di ‘giustificatezza’ ai fini del licenziamento,
con il correlato disconoscimento della relativa ‘indennità supplementare’ prevista dalla contrattazione collettiva di settore. La casistica giurisprudenziale mostra
come la semplice inadeguatezza del dirigente rispetto ad aspettative riconoscibili
in anticipo o una considerevole deviazione dalle direttive generali del datore di
lavoro (Cass. n. 15496/2008), o ancora un comportamento extralavorativo incidente sull’immagine aziendale (Cass. n. 20895/2007) possano, a seconda delle circostanze, costituire ragione di rottura del rapporto fiduciario e quindi giustificare
il licenziamento sul piano della disciplina contrattuale dello stesso. La valutazione
finale in merito alla ‘giustificatezza’ del licenziamento e alla sua legittimità è comunque sempre rimessa al giudice di merito e l’onere della prova in merito alla
‘giustificatezza’ del licenziamento si configura a carico del datore di lavoro.
Risponde alla nostra rubrica l’Avv. Cristiano Cominotto di Milano specializzato nelle
problematiche legali in campo elettronico, informatico e dei sistemi di produzione.
Chiunque desiderasse proporre o approfondire argomenti legali su queste pagine
può telefonare al n. 02/5450823 o scrivere a: [email protected]
112
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
Mostre
Convegno
2015
10 marzo
m
2015
MC4-Motion Control for 2015
MC4-M
18 giugno 2015
ITE Day – Industrial Technology Efficiency Day 2015
INDUSTRIAL D
TECHNOLOGY A
EFFICIENCY Y
Data da segnare in agenda! Impossibile mancare
all’edizione 2015 di
d MC4-Motion Control for
che in questi anni si è sempre confermata essere
l’appuntamento di riferimento per chi vuole
conoscere in modo approfondito tutte le tecnologie
per il controllo del movimento al servizio di macchine
e impianti. Un solo giorno, una vera full immersion.
15 ot
ottobre 2015
S&PI – Sensors a
and Process Instrumentation 2015
S PI
&
Dopo il riscontro positivo registrato da parte delle
aziende espositrici e dei partecipanti, Fiera Milano
Media propone in linea con la scorsa edizione una
sessione plenaria realizzata con l’autorevole
contributo di Business International, le sessioni di
presentazione dei prodotti ad opera delle aziende
espositrici e i laboratori organizzati dalle
Redazioni in collaborazione con primarie aziende
del settore durante i quali i visitatori potranno
imparare veramente qualcosa sui prodotti, come
utilizzarli, e come realizzare vere e proprie
applicazioni sotto la guida di esperti.
10 dicembre 2015
Machine Automation
SENSORS
& PROCESS
INSTRUMENTATION
Unica mostra convegn
convegno dedicata all’automazione,
alla sensoristica e alla strumentazione di processo,
S&PI si presenta quest’anno
ques
con una formula rinnovata
e ricca. Due le sessioni
session importanti: “Tech”, nella quale
si parlerà delle metodo
metodologie di rilevazione e misura
più promettenti nell’attuale
nell’att
scenario tecnologico,
di comunicazione, di bus
b di campo e wireless,
e “Industry” in cui ci si focalizzerà su alcuni tra i più
rilevanti settori applica
applicativi per le soluzioni
di automazione e strum
strumentazione di processo:
Oil & Gas,Acqua e Life Science.
O
L’evento quest’anno si focalizzerà sul tema del packaging
con particolare attenzione ai settori applicativi
del food&beverage e del life science: focus principale
saranno la tracciabilità dei prodotti e l’identificazione,
con interessanti excursus nel mondo della visione artificiale
quale chiave di volta per migliorare la qualità dei manufatti
e ottimizzare i processi in linea e a fine linea. La formula
proposta è teorico-pratica: in una sola giornata si potrà
partecipare alla sessione convegnistica ‘tecnologica’,
alla parte espositiva e ai tanto attesi laboratori.
Una modalità in grado di fare davvero ‘cultura’.
Per informazioni: Elena Brusadelli Tel. 335 276990
www.mostreconvegno.it
elena.brusadelli@fieramilanomedia.it
AO
NEWS
Beckhoff Automation
Per le sue caratteristiche il nuovo TwinCAT Kinematic Transformation promette di essere una
vera e propria ‘rivoluzione’, capace di modificare
per sempre lo sviluppo di applicazioni ‘robot
based’ in ambito industriale. La Scientific Automation e il relativo concetto di XFC (eXtreme
Fast Control) hanno infatti permesso al settore
della robotica di entrare a pieno diritto nel
mondo delle applicazioni PC-based di Beckhoff,
un mondo standard che si contrappone a quello
in cui, finora, l’hanno sempre ‘fatta da padrone’
logiche, controllori, comunicazione e linguaggi
dedicati per il livello assoluto di performance
richiesto.
Grazie al software TwinCAT Kinematic Transformation, Beckhoff rende disponibile una soluzione
semplice, efficace e basata su piattaforma PC
che consente di realizzare soluzioni robot based
direttamente via software. TwinCAT Kinematic
Transformation si integra in maniera totale e
trasparente nell’esistente mondo del motion
control di Beckhoff: il sistema consente la piena
sincronizzazione delle funzioni di controllo robot
e motion attraverso le modalità TwinCAT NC PTP
(point-to-point axis positioning) o NC I (3D axis
interpolation). Tutte le funzioni PLC e NC possono
così essere combinate in piena integrazione tra
loro utilizzando una piattaforma hardware e software che, come detto, offre il pregio di essere
comune e standard.
Inoltre, con TwinCAT Kinematic Transformation
è possibile implementare le più diffuse cinematiche: 2D, 2D e 3D parallele, 3D delta, scara, a
portale ecc. Poiché gli assi vengono controllati
direttamente via TwinCAT Motion Control, l’utente può programmare in modo molto semplice
i movimenti del robot utilizzando la modalità in
coordinate cartesiane. È il controllore software
che si fa carico, in maniera dinamica a ogni ciclo, di effettuare la trasformazione delle coordinate, avvalendosi anche di un precontrollo che,
gestendo parametri quali le masse, le inerzie
ecc., consente di rendere la risposta del sistema
ancora più stabile e accurata. Beckhoff ha già
annunciato che a breve saranno disponibili ulteriori aggiornamenti di TwinCAT Kinematic Tran-
114
a cura della redazione
sformation, che amplieranno pressoché a tutto il
mondo della robotica attualmente disponibile le
sue potenzialità XFC basate su piattaforma PC.
www.beckhoff.it
Siei Peterlongo electric
Siei Peterlongo electric presenta le ultime generazioni di inverter Invertek Drives. In particolare, la serie Optidrive P2, completa, flessibile
e performante, è il risultato dello sviluppo del
controllo vettoriale di ultima generazione, adatto
a pilotare motori sia asincroni, sia a magneti permanenti più recenti, con una semplicità unica nel
suo genere. Grado di protezione IP55, sicurezza
STO (Safe Torque Off), comunicazione Bluetooth,
apertura ai maggiori protocolli di comunicazione,
rispetto delle EN 61000-3-12 in termini di armoniche, funzionalità PLC per ogni tipo di automazione remota sono le caratteristiche che rendono
questi inverter adatti a tutti i tipi di applicazione.
La linea di inverter Hvac, invece, stabilisce nuovi
standard in termini di efficienza energetica, rivolgendosi al mercato dei motori per controllo
pompe e ventilatori tipicamente usati nella building automation, con un design accattivante con
un grado di protezione IP20, IP55 e IP66.
www.sp-electric.it
Panasonic Electric
Works Italia
Nell’ambito dei controllori programmabili Panasonic Electric Works Italia propone la piattaforma modulare FP7 dalle dimensione compatte,
con schede analogiche a elevate prestazioni, e la
suite di sviluppo FPWin Pro 7 unica per tutti i PLC
Serie FP e conforme allo standard IEC 61131-3.
Fra l’altro, Panasonic presenta i driver compatti
Minas A5B, su bus Ethercat, con: interfaccia
Ethercat integrata, protocollo CoE (CAN over
Ethercat), funzioni di controllo in posizione, coppia e velocità, funzionalità di realtime autotuning
avanzate, nonché di filtri per la soppressione
delle vibrazioni, banda passante oltre i 2,3 kHz.
In particolare, Minas A5B può essere utilizzato
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
con le motorizzazioni Minas A5 sia a 220 V che a
400 V, sia bassa che alta inerzia.
Nell’ambito della sensoristica, la famiglia di
sensori di misura HG-C comprende telemetri
studiati per soddisfare tutte le applicazioni che
richiedono precisione e semplicità di utilizzo.
HG-C non necessita di controllori esterni, che
solitamente appesantiscono il montaggio e
i collegamenti; leggerezza e ingombro ridotto
contraddistinguono gli HG-C (20x44x25 mm in
35 g) e permettono un’ottima integrazione all’interno della macchina, anche in condizioni di posa
mobile. I range di misura variano da 30 mm a 100
mm e il principio di misura è a triangolazione,
consentendo una migliore precisione e insensibilità al cambio colore. Prodotto molto flessibile,
HG-C trova applicazione in diversi settori: dalla
meccanica di precisione al settore ceramico, da
gomma/plastica all’assemblaggio. È disponibile
un video dimostrativo su www.youtube.com/wa
tch?v=mstEE895sf4&feature=youtu.be.
Per quanto concerne le soluzioni per il telecontrollo, l’automazione e l’efficienza energetica
delle reti nel ciclo idrico integrato delle public
utility, infine, Panasonic propone sistemi completamente configurabili e adattabili a diverse
esigenze dal punto di vista sia hardware sia
software. L’azienda mette a disposizione diverse
architetture di telecontrollo Gprs/Umts, ognuna
rispondente a specifiche esigenze; la piattaforma FP7 per le esigenze di impianti di processo evoluti; soluzioni di misura e datalogging
dei consumi elettrici. L’apertura delle soluzioni
attraverso l’utilizzo di tecnologie standard quali
Modbus RTU, Modbus TCP, IEC 60870-5-101 e
104, Snmp, sms, email, FTP, Open VPN.
www.panasonic-electric-works.it
Fluke
Il sistema industriale wireless FC Fluke permette
di lavorare sui quadri elettrici in maniera più
veloce, sicura e facile. Basta togliere l’alimentazione all’armadio elettrico, collegare i moduli
a distanza, chiudere l’armadio e riallacciare l’alimentazione: il sistema industriale wireless FC
quelli sincroni a riluttanza. Il controllo coinvolge
non solo il funzionamento dei motori utilizzando
la tecnologia Voltage Vector Control, ma permette anche di ottenere tutti i vantaggi legati
all’efficienza energetica. Ciò è possibile grazie
ad algoritmi specifici che si adattano al funzionamento nel punto di lavoro ottimale.
La messa in servizio con il nuovo firmware
Danfoss per la riluttanza sincrona è semplice
come per un motore asincrono standard: l’installatore deve inserire solo quattro parametri.
L’adattamento automatico del motore sincrono
a riluttanza richiede solo 2,7 s e consente di misurare le caratteristiche del motore e ottimizzare
i parametri. Il motore funziona con l’efficienza
energetica massima possibile, al fine di ottenere
un basso consumo energetico e ridurre i costi di
gestione.
Il concetto ‘Un VLT per tutti i motori’ consente
l’indipendenza del motore sincrono a riluttanza
visualizza i valori wireless sul multimetro digitale
wireless FC 3000. Inoltre, basta collegare i tre
moduli corrente c.a. iFlex wireless FC ai punti
di test per visualizzare i risultati di tutte e tre le
fasi in poco, oppure si può collegare il modulo
tensione c.a. wireless FC e visualizzare le misurazioni di tensione e corrente simultaneamente.
Da brevi distanze, si possono visualizzare le
misure dai moduli attraverso pannelli elettrici
chiusi. I moduli remoti Fluke Connect registrano
fino a 65.000 misure di valori min/max/medi, con
indicazione dell’ora, se si utilizza l’adattatore PC
opzionale. Gli strumenti di misura wireless Fluke
Connect offrono inoltre una maggiore sicurezza,
consentendo la visualizzazione delle misure da
una posizione diversa rispetto al punto di test.
Il multimetro wireless della serie FC 3000 Fluke
con applicazione Fluke Connect ha tutto il necessario per eseguire test pratici e ricercare i
guasti. Consente di effettuare: misurazioni della
tensione c.c. e c.a. fino a 1.000 V; corrente c.c. e
c.a. con una risoluzione di 0,01 mA; misurazioni
di continuità, resistenza, capacitanza e frequenza
e test diodi; registrazione min/max; Cat.3 1.000
V, Cat.4 600 V; IP54. Il modulo tensione c.a. wireless FC Fluke v3000 offre: misurazioni fino a
1.000 Vc.a. a vero valore RMS; utilizzo separato
o come parte del sistema; funzione di registrazione per memorizzare e salvare fino a 65.000
misure. I moduli corrente wireless iFlex consentono di effettuare misure intorno a conduttori di
dimensioni atipiche o in spazi ristretti facilitando
l’accesso ai fili.
www.fluke.it
Danfoss
VLT AutomationDrive di Danfoss è in grado di
controllare un’ampia gamma di motori, anche
senza costi aggiuntivi, garantendo al contempo
prestazioni ottimali. Lo stesso convertitore di
frequenza può essere configurato per il funzionamento di macchine asincrone standard, magneti permanenti e motori sincroni a riluttanza.
Anche gli impianti esistenti possono essere aggiornati in modo semplice. Il nuovo firmware di
VLT AutomationDrive si basa su una tecnologia
collaudata e garantisce un funzionamento semplice ed efficiente. Presenta: elevata dinamica e
forti prestazioni di controllo; Over Voltage Control (OVC); backup cinetico; rilevamento rotore
bloccato; relè elettronico termico; rilevamento
mancanza di fase motore.
www.danfoss.it
tali immagini per una maggiore efficienza degli
impianti. Cognex Explorer RTM è stato progettato per sfruttare al massimo le funzionalità di
lettura dei codici a barre dei dispositivi DataMan a gestione di immagini nei settori logistico,
farmaceutico, agroalimentare e automobilistico.
Cognex Explorer RTM è un prodotto basato su
server, che viene connesso a una rete di lettori
DataMan e che richiama con cadenza regolare
le informazioni relative alle prestazioni di lettura
e alle immagini delle confezioni. Quando un errore di processo genera una lettura mancata del
codice a barre di una confezione, le immagini
vengono inviate al sistema RTM, che le esamina
in modo automatico e assegna una categoria a
ciascuna di esse, per esempio ‘confezioni prive di
etichette’ o ‘etichette con stampa di scarsa qualità’. Il sistema archivia quindi le immagini in un
database consultabile in un secondo momento
tramite un qualsiasi browser web.
www.cognex.com
Socomec
Diris Digiware di Socomec è una soluzione semplice per costruire un sistema di misura modulare. Si compone di un display centralizzato e
un unico punto di misura di tensione e da uno a
Cognex
Il sistema di monitoraggio in tempo reale Cognex Explorer Real Time Monitoring (RTM) della
stessa Cognex presenta un’architettura scalabile, un’interfaccia di statistica sulle prestazioni
basata sul web e la tecnologia di visione Cognex
più avanzata. È in grado di trasmettere ai responsabili dello stabilimento tutti i dati necessari
per eliminare i difetti di sistema e potenziare i
processi produttivi. In particolare, con Cognex
Explorer RTM è possibile analizzare l’andamento
delle prestazioni di lettura, esaminare le immagini provenienti delle confezioni il cui codice
non è stato letto correttamente e classificare
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
dieci moduli di misura corrente, collegati tra loro
tramite bus Digiware (cavi RJ45) per permettere
la misura dei consumi in vicinanza dei carichi.
Ogni modulo può monitorare una o più partenze
tramite dei trasformatori di corrente con ingressi
indipendenti (tre, quattro o sei in funzione del
modulo). Con un modulo di corrente dotato di tre
ingressi è possibile monitorare una partenza tri-
115
AO
NEWS
fase o tre partenze monofase. Per le applicazioni
senza necessità di un display locale il modulo
d’interfaccia Diris Digiware C-31 permette di
centralizzare l’insieme dei dati del sistema. I dati
dei moduli Digiware e delle centraline isolate
sono centralizzati su uno o più gateway di comunicazione Diris G. Ogni gateway ha un web server a bordo, Webview, che permette di effettuare
il monitoraggio delle grandezze in tempo reale
e l’analisi dei dati di consumo. Un tablet touch,
eventualmente installato anche sulla porta del
quadro, completa il sistema collegandolo, tramite Ethernet o wi-fi (via un router), per utilizzare
i software di gestione energia, come la serie
Vertelis Suite. Per punti di misura isolati, l’utente
dispone anche di centraline di misura Diris B-30
che comunicano in radiofrequenza o RS485.
Diris Digiware è una soluzione plug&play: le connessioni RJ45 e RJ12 permettono di collegare
rapidamente i moduli e di configurare automaticamente i sensori di corrente collegati. Inoltre, è
una soluzione economica. Il tempo di montaggio
è diminuito di quattro volte, la compattezza dei
moduli fa risparmiare spazio nei quadri e la condivisione delle funzioni di misura di tensione,
display e comunicazione permette di risparmiare
fino al 30% sull’investimento. Oltre a ciò, la precisione del sistema nelle misure di energia permette di ottimizzare le azioni di efficientamento
energetico.
www.socomec.it
mento individuale a ogni applicazione è consentito tramite licenza Java Script; altre peculiarità
sono costituite dall’alloggiamento resistente e
dall’elevato grado di protezione IP65 o IP64.
Lo scanner portatile OHV100 trasferisce i dati al
PC tramite interfaccia USB o RS232, mentre lo
scanner portatile serie OHV200 utilizza una connessione wireless Bluetooth fino a una distanza
di rilevamento di 30 m.
Bluetooth permette, inoltre, di inviare i dati sia
a smartphone basati su IOS, sia a tablet, senza
la necessità di hardware o software addizionali.
Grazie alla capacità di memorizzare grandi quantità di dati direttamente sul dispositivo, il modello OHV200 risulta perfetto per le applicazioni
in cui il ricevitore di dati viene posizionato a una
certa distanza. Il modello OHV200 è disponibile
in due versioni, con e senza impugnatura.
www.pepperl-fuchs.com
a uno o due canali e possono leggere sensori
con uscita Ossd (Output Signal Switching Device) come barriere fotoelettriche e scanner. Si
tratta di una soluzione di sicurezza integrata
economicamente conveniente, che può essere
utilizzata per controllare e monitorare il protocollo di comunicazione Profisafe. Può essere
utile dovunque del materiale sia in movimento,
per esempio su traportatori a rulli, tavole rotanti
e sistemi a monorotaia elettrificata per carichi
leggeri, in particolar modo nei settori automotive
e dell’intralogistica.
www.sew-eurodrive.it
Luchsinger
Azienda tedesca attiva nel campo delle prove
dinamiche di materiali e componenti, SincoTec,
distribuita da Luchsinger, sviluppa tecnologie
SEW-Eurodrive
L’integrazione della sicurezza funzionale è un
importante passo avanti verso il concetto di
industria integrata. SEW-Eurodrive equipaggia
con la tecnologia di sicurezza l’intera gamma
Pepperl+Fuchs FA Italia
Gli scanner portatili OHV100 e OHV200 di
Pepperl+Fuchs si distinguono per le elevate proprietà di scansione e le numerose caratteristiche
funzionali, come la lettura affidabile di codici su
superfici riflettenti o il meccanismo di visione
ottica con il quale i codici vengono letti rapidamente e con la massima precisione.
L’elevata risoluzione di 1,2 megapixel e l’ampio
raggio di funzionamento di 50-310 mm permettono di acquisire codici piccoli e grandi, tramite
unico dispositivo brevettato con lenti focali separate lunghe e corte. Questi dispositivi portatili
si integrano facilmente nelle applicazioni grazie
al software di parametrizzazione Vision Configurator; è possibile gestire gruppi di parametri,
formattare le stringhe di uscita e creare codici
di controllo specifici all’applicazione. L’adatta-
116
di azionamenti, sia da quadro che decentralizzati. Una novità è rappresentata dall’opzione di
sicurezza S12 per i controllori Movifit FC/MC,
particolarmente adatti per realizzare sistemi di
trasporto modulari e flessibili. Le due versioni di
scheda opzionale, S12A e S12B, supportano un
numero differente di input e output di sicurezza.
La nuova opzione S12 offre le funzioni di sicurezza aggiuntive STO (Safe Torque Off), SS1a/c
(Safe Stop 1), SLS (Safely Limited Speed) e SDI
(Safe Direction), in aggiunta alle funzioni standard. La funzione SLS può essere facilmente
implementata utilizzando un encoder EI7C (FS).
Per la programmazione dell’opzione S12 viene
utilizzato il software di ingegnerizzazione Movitools MotionStudio della stessa SEW-Eurodrive.
L’opzione di sicurezza S12 offre maggiori funzionalità rispetto alla precedente versione S11.
Essa può essere usata indipendentemente o in
modalità slave. Gli input possono essere settati
OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376
innovative di prova della resistenza alla fatica
dei componenti e offre consulenza e formazione.
In particolare, i sistemi di prova a risonanza
Power Swing ad alta frequenza con motore o
magnete sono altamente efficienti da un punto di
vista energetico e offrono bassi costi di esercizio
e manutenzione. Combinano velocità ed elevata
capacità, rilevamento precoce di inizio cricca e
monitoraggio del suo avanzamento.
SincoTec sviluppa sistemi con capacità da pochi kN a 1.000 kN e svariati sistemi di fissaggio
per qualunque tipo di componente. I sistemi di
prova servo-idraulici Power Flow consentono
prove multi assiali con elevate forze e velocità,
per esempio nella prova delle scocche. I sistemi
servo-idraulici di SincoTec sono utilizzati e caratterizzati da elevata affidabilità, efficienza energetica e flessibilità.
I sistemi servo-pneumatici Power Air sono idonei
per prove dinamiche di componenti e provini con
bassi carichi.
Per esempio per la prova di elastomeri e componenti plastici o per componenti in alluminio.
Capacità massima fino a 20 kN con frequenze
fino a 50 Hz. Infine, i sistemi di prova elettromeccanici Power Drive presentano attuatori
elettro-meccanici con corse e forze di alta precisione. Per piccoli carichi fino a 4 kN sono una
soluzione economica per una miriade di prove.
Grazie al controllo per eventi sono universali e
facili da applicare.
www.luchsinger.it
Controllo, precisione
e flessibilità imbattibili
Riuscire a diminuire i costi, aumentare la produttività e ridurre i tempi di progettazione sono solo
alcune delle sfide fronteggiate dagli ingegneri industriali. L’approccio della progettazione grafica
di sistemi integra il software produttivo e l’hardware RIO (ad I/O riconfigurabile) per consentire
di rispondere a tali sfide. Questa piattaforma commerciale, customizzabile per qualisiasi
applicazione di controllo e monitoraggio, unisce funzioni di controllo assi, visione e I/O a un
unico ambiente di sviluppo software per realizzare rapidamente sistemi industriali complessi.
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